Agenzia Regionale Protezione Ambientale
La protezione dei lavoratori
dagli agenti chimici:
Aspetti applicativi del
D.Lgs. 25 del 2002
Roberto Riggio
Civitanova Marche
02-12-2003
DIPARTIMENTO DI IVREA - POLO REGIONALE IGIENE INDUSTRIALE
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POLO REGIONALE
IGIENE INDUSTRIALE
ATTIVITA’
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Supporto tecnico per
•
Direzione Sanità Pubblica
•
Servizi SPreSAL
Rischio
o Chimico
o Fisico
o Biologico
•
Autorità giudiziaria
•
•
•
•
•
Valutazione impianti e processi
Valutazione indagini ambientali e
relazioni tecniche di parte
Monitoraggi ambientali
Analisi di prodotti in uso
Individuazione di soluzioni tecniche per
bonifiche ambientali industriali
…
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NUMERO RICHIESTE
100
80
60
40
20
0
1999
2001
2003
20
21 ALTRI
22
1
5
6
19
7
8
18
17
16
15
14
9
13
12 1110
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1
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
ALTRI
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Le attività di Igiene Industriale nelle Agenzie
Vantaggi :
Struttura tecnica qualificata come interlocutore del S.S.N.
Riferimento autorevole per:
 utenti
 imprese
 OO.SS.
Migliore conoscenza dei fattori di pressione ambientale.
Aggiornamento delle informazioni su cicli produttivi, le
innovazioni tecnologiche, ecc..
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Le attività di Igiene Industriale nelle Agenzie
Svantaggi :
Confusione della “missione” aziendale
Interferenza in ambiti non propri
Costi elevati per la formazione del personale
Attività onerose in termini di impegno del personale
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ATTIVITÀ 2003
• Pratiche in aumento rispetto agli anni precedenti
• Nuova struttura dislocata su tutta la regione
• Consolidamento delle “nuove” attività:
• Rumore
• Rischio biologico
• Microclima
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ATTIVITÀ 2003/2004
progetti di comparto
•Progetto gomma: collaborazione
con ASL 7, 15, 20
•Progetto galvaniche: collaborazione con
ASL 13 e 14
•Progetto “autostrade” collaborazione con
ASL 5
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Progetto GOMMA
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Progetto GOMMA
Obiettivi:
•Definire gli agenti di rischio e quantificarli
(cancerogeni e non cancerogeni)
•Aggiornare le conoscenze sul comparto
•Proporre soluzioni di bonifica
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Progetto GOMMA
Aspetti critici:
•Scarsa disponibilità di dati di letteratura
•Esposizione a miscele di inquinanti
•Determinazioni analitiche complesse
•Difficoltà nel confronto tra concentrazioni
e valori limite
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Progetto GALVANICHE
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Progetto GALVANICHE
Obiettivi:
•Analisi dei rischi, prioritariamente
legati a Ni e CrVI
•Verifica dei registri degli esposti
•Soluzioni di bonifica, con applicazione a
casi studio
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Progetto GALVANICHE
Aspetti critici:
•Comparto costituito da numerose piccole
aziende
•Le soluzioni di bonifica rischiano di non
essere applicabili a piccole aziende, anche
per la scarsità di risorse economiche
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Progetto AUTOSTRADE
Obiettivi:
•Valutazione dell’esposizione ad agenti
chimici e a rumore degli addetti dei cantieri
autostradali e dei casellanti
Aspetti critici:
•Esposizioni legate alle fasi delle varie attività
•Difficoltà nella valutazione dell’esposizione nelle
attività di cantiere
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ATTIVITÀ 2003 - grandi opere
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ATTIVITÀ 2003 - GRANDI OPERE
Attività di supporto alla vigilanza nelle
grandi opere:
•Metropolitana Torino
•Olimpiadi Torino 2006
•Alta velocità Torino - Milano
•Autostrada Asti - Cuneo
•Passante ferroviario Torino
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ATTIVITÀ 2003 - GRANDI OPERE
Fattori di rischio presi in esame in via
prioritaria:
•Rumore
•Polveri
•IPA
•Silice cristallina
•Radon
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ATTIVITÀ 2003 - GRANDI OPERE
Aspetti critici:
•sottovalutazione del rischio chimico e fisico
nei documenti e nelle prassi operative
•difficile programmazione degli interventi
(saltano i cronoprogrammi dei cantieri…)
•cantieri - lampo (subappalti)
•estensione dei cantieri (soprattutto
autostradali)
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Partecipazione al Gruppo Regionale
Rischio Chimico
•Collaborazione alla stesura delle lineeguida regionali sul rischio chimico
•Sperimentazione del modello piemontese
di VdR
•Partecipazione ai gruppi di lavoro
nazionali (rischio chimico, cancerogeno e
polveri di legno)
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Il rischio chimico e
la sua valutazione
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Vie di assunzione
degli agenti chimici
Inalazione
Contatto
(riduzione con appropriati
indumenti protettivi)
Ingestione
(eliminabile con buone
norme igieniche)
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Definizioni:
Pericolo:proprietà intrinseca della sostanza
Rischio: probabilità che si verifichi un danno per la
gravità del danno stesso
Rischio
Magnitudo
in genere
R= f(P,M)
Probabilità
Difficoltà di utilizzo della
formula per il rischio associato
all’esposizione ad agenti chimici
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R= P x M
(p.es. frazione del limite)
Probabilità
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graficamente
R= f (P,M)
Protezione
(p.es. sostituzione)
Prevenzione
(p.es.aspirazione)
P1
R1
P2
R2
R3
MA
MB
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Magnitudo
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Danno
Danno
Relazione dose - risposta
Dose
TOSSICI
Dose
CANCEROGENI
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Agenti chimici e cancerogeni
Principale quadro normativo
•DPR 547/55(norme per la
prevenzione degli infortuni
sul lavoro)
•DPR 303/56 (norme
generali per l’igiene del
lavoro)
•D.Lgs. 626/94
Titolo VII: Protezione da
agenti cancerogeni - mutageni
(D.Lgs 66/2000)
Titolo VII-Bis: Protezione
da agenti chimici
(D.Lgs 25/2002)
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Modello applicativo proposto dalla
Regione Piemonte per la valutazione
del Rischio Chimico
Regione Piemonte – Assessorato alla Sanità
Servizi SPreSAL delle ASL
Dipartimento di Traumatologia, Ortopedia e Medicina del Lavoro
dell’Università di Torino
ARPA Piemonte – Polo di Igiene Industriale
Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana
dell’Università di Torino
Dipartimento di Scienze dei Materiali ed Ingegneria Chimica del
Politecnico di Torino.
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Obbiettivi del modello
Fornire indicazioni operative :
RETE INTEGRATA della PREVENZIONE
•Servizi SPreSAL
•Sevizi di Medicina del Lavoro
•ARPA - Polo di Igiene Industriale
Metodologie di supporto per la valutazione del rischio chimico,
in particolare per le piccole e medie imprese.
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N.B.
•NON si applica ai rischi derivanti dall’esposizione a
sostanze cancerogene e mutagene
•Analizza il “normale” ciclo di lavorazione (sono esclusi i
rischi più prettamente incidentali)
•Concentrazioni superiori al 50% del Valore Limite non
possono essere considerate “moderate”. Concentrazioni
inferiori devono essere valutate con l’utilizzo della matrice.
•I risultati del monitoraggio sono valutati considerando
anche delle proprietà intrinseche della sostanze e la durata
dell’esposizione
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Sono considerati
•TUTTI gli agenti chimici PRESENTI nell’ambiente lavorativo
compresi:
intermedi, inquinanti, prodotti di degradazione, sottoprodotti di
reazione, ect.
•Informazioni da acquisire
schede di sicurezza e/o da altra fonte di letteratura
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Valutazione del rischio
? Dati biostatistici consolidati relativi a:
- presenza di patologie professionali
- superamento in almeno il 10% della popolazione dei valori BEI
- alterazione in almeno il 10% della popolazione degli indici di effetto
Precedenti indagini ambientali con riscontro di valori superiori al 50% dei TLV
Esposizione a sensibilizzanti
No o Mancanti o non applicabile (es. latenza)
- tossicità
-
SI
STIMA DEL RISCHIO
durata dell'esposizione
- modalità dell'esposizione
Classe
di
rischio
?
BASSO
Misure
ambientali e/o biologiche
fattibili
?
SI
Maggiore del
livello di azione
?
BASSO
NO
Verifiche Periodiche
SI
Algoritmo in funzione
caratteristiche tossicologiche
frequenza e durata dell'esposizione
Classe
di
rischio
?
VALUTAZIONE
DETTAGLIATA DEL
RISCHIO
Attuazione delle misure
specifiche di protezione e di
prevenzione
> BASSO
Rischio Moderato
NO
Non applicabilità
Art. 72 quater, comma 5
Art. 72 quinquies, comma 2
Non applicabilità
Art. 72 quinquies, comma 2
> BASSO
Rischio Moderato
Valutazione sulla NON applicabilità delle misure specifiche di
protezione e prevenzione
ex artt. 72-sexies, 72-septies, 72-decies, 72-undecies
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INDICI UTILIZZATI
•Gravità G (da 1 a 5): qualità intrinseca dell’agente chimico
•Durata D (da 0,5 a 4): durata effettiva dell’esposizione
•Livello di esposizione
•Stimato Ps (da 0,5 a 5)
•Misurato
•Pa (da 0,5 a 5) - misure ambientali
•Pb(da 0.5 a 5) - misure biologiche
Indicatore di Rischio
IR = G x D x P (da 1 a 100)
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GRAVITA'
1
2
3
4
5
LIEVE
MODESTA
MEDIA
ALTA
MOLTO ALTA
effetti reversibili
effetti potenzialmente irreversibili
effetti sicuramente irreversibili
effetti irreversibili gravi
effetti possibilmente letali
FREQUENZA D’USO
0,5
1
2
3
4
RARAMENTE
OCCASIONALMENTE
FREQUENTEMENTE
ABITUALMENTE
SEMPRE
o
DURATA
< 1% orario lavoro settimanale
1-10 % orario lavoro settimanale
11-25 % orario lavoro settimanale
26-50 % orario lavoro settimanale
51-100 % orario lavoro settimanale
LIVELLO DI ESPOSIZIONE
0,5
1
2
3
4
5
TRASCURABILE
LIEVE
MODESTA
MEDIA
ALTA
MOLTO ALTA
Trascurabile/ altamente protettiva
lieve/altamente protettiva
modesta/protettiva
media/poco protettiva
alta/assai poco protettiva
molto alta/non protettiva
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INDICE DI RISCHIO
IR = G x D x P
CLASSI DI RISCHIO
1-10
11-25
26-50
51-75
76-100
BASSO
MODESTO
MEDIO
ALTO
MOLTO ALTO
MISURE SPECIFICHE
DI PROTEZIONE E
PREVENZIONE
Non necessarie *
NECESSARIE
NECESSARIE
NECESSARIE
NECESSARIE
* risultano comunque necessarie le misure generali per la prevenzione dei rischi (art. 72 quinquies)
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SOGLIA DI RISCHIO MODERATO ?
Dalle Linee Guida del Coordinamento Tecnico delle Regioni
e delle Province autonome:
“E’ ragionevole definire il rischio moderato come una soglia
al di sotto della quale il rischio è BASSO.”
Recependo questa definizione, il gruppo di lavoro regionale ha
indicato come soglia di rischio moderato
IR = 10 Rischio BASSO
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Misure e principi generali per la prevenzione dei rischi
RISCHIO MODERATO
Misure specifiche di protezione e prevenzione
In funzione del tipo e quantità di agente chimico
pericoloso, della modalità e della frequenza di esposizione
(D.Lgs. 25 del 2002)
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Gravità
Gravità 1 (nocivo per ingestione, irritante per le vie
respiratorie, gli occhi e la pelle, ecc.)
Gravità 2 (nocivo per inalazione, pelle, ingestione,
tossico per ingestione, ecc.)
Gravità 3 (Tossico per inalazione, pelle, ingestione,
molto tossico per ingestione, ecc.)
Gravità 4 (Molto tossico per inalazione, pelle,
possibilità di effetti irreversibili, ecc.)
Gravità 5 (Pericolo di effetti cumulativi, effetti
irreversibili gravi, possibilità di effetti cancerogeni prove insufficienti, gravi danni per la salute in caso
di esposizione prolungata, ecc.)
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Livello di esposizione
(rischio stimato)
LIVELLO DI ESPOSIZIONE
rischio stimato
Ps
0,5
1
2
3
4
5
Kg o litri usati per
settimana per addetto
esposto
< 0,1
>0,1 < 1
>1  10
>10  100
> 100  1000
>1000
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La probabilità stimata viene corretta con
•Stato fisico della sostanza (gas, liquido T eb, solido
respirabile o non)
•Tipologia impianto (ciclo confinato, carico e scarico
manuale, ecc.)
•Processo con apporto di energia (in pressione, energia
termica, energia meccanica)
•Presenza di dispositivi tecnici
•Contatto cutaneo
DIPARTIMENTO DI IVREA - POLO REGIONALE IGIENE INDUSTRIALE
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Livello di esposizione
(rischio misurato)
LIVELLO DI ESPOSIZIONE rischio
misurato
Pb o Pa
Rapporto tra valori misurati e
Valori Limite (TLV, BEI)
0,5
1
2
3
4
5
<1%
1 - 10 %
11 - 25 %
26 - 50 %
51 - 75 %
> 75 %
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Gruppi omogenei
la classe di esposizione del gruppo è data dal valore relativo
al 95° percentile della distribuzione dei risultati osservati.
Fattore correttivo:
(+1) conseguente alla possibilità di contatto cutaneo
significativo, in caso di impiego di sostanza attiva per via
cutanea o a livello cutaneo (frasi di rischio R21, R24, R27,
R34, R35, R38, R43, R66 e combinazioni di frasi R) o con
“Skin notation” nelle indicazioni OEL o ACGIH
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Miscele
Utilizzo della formula dell’ACGIH per le miscele
C1 C2
Cn
Effetti additivi = ---- + ---- + ......... + ----T1 T2
Tn
TLV miscela = 1
•Sono presenti documentati effetti additivi
•A livello cautelativo quando si tratta di sostanze con frasi R
omogenee, per le quali non esistono effetti additivi
documentatati
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Quale valore limite di esposizione?
1. Esistono più liste di valori limite
2. Non esiste un’unica definizione
3. Alcune definizioni sono ambigue o comunque generiche
4. E’ sicuramente una concentrazione nella zona di
respirazione di un lavoratore che, nel periodo indicato, non
deve essere superata.
Nazionali
Comunitari ACGIH
Altri
...
VME
Niosh
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Mak
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Tipologia di valori limite
VLEP = Valore Limite di Esposizione Professionale
(così come definito dal D.Lgs. 25 del 2002)
se non diversamente specificato, il limite della concentrazione
media ponderata nel tempo di un agente chimico nell'aria
all'interno della zona di respirazione di un lavoratore in
relazione ad un determinato periodo di riferimento. 1 valore
limite
Per la NORMA UNI EN 689 del 1997
valore limite
Valore di riferimento per la concentrazione nell'aria di
un agente chimico (a 20°C - 101,3 kPa).
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ACGIH
(American Conference of Governmental Industrial
Hygienists)
TLV-TWA / media ponderata nel
tempo: la concentrazione media ponderata
nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di 8 ore (su 40 ore
lavorative settimanali), alla quale si ritiene che quasi tutti i lavoratori possano
essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi.
TLV-STEL / limite per breve tempo di esposizione: la concentrazione alla
quale si ritiene che i lavoratori possano essere esposti continuativamente per
breve periodo di tempo, purchè il TLV-TWA giornaliero non venga superato.
TLV-C / Ceiling: la concentrazione che non deve
essere superata durante l’attività lavorativa
nemmeno per un brevissimo periodo di tempo
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Circa 700
valori limite
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SCOEL
(Scientific Committee on Occupational Exposure
Limits)
OEL-TWA - LIMITI DI ESPOSIZIONE
MEDI PONDERATI
SULLE 8 ORE.
Circa 100
sono espressi in ppm o in mg/m3
riferiti di norma a 8 ore e per 40 ore settimanali. valori limite
Sono riferiti ad esposizioni inalatorie che non provochino effetti
nocivi sulla salute.
MA
gli OEL non non escludono che per persone o gruppi a rischio la
protezione fornita non sia adeguata.
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STELs LIMITI DI ESPOSIZIONE A BREVE TERMINE
sono di solito collegati ad un periodo di riferimento di 15 minuti.
Gli STELs sono necessari nei casi in cui gli effetti nocivi sulla
salute (immediati o ritardati) non sono controllati in modo
adeguato unicamente dal TWA su 8 ore.
Si noti che lo STEL non è un valore “massimale” (ceiling). I
valori “massimali” sono valori limite che non devono mai
essere oltrepassati in alcun momento durante il periodo o il
turno di lavoro.
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N.B.
Di norma lo SCOEL non definisce un OEL per un
sensibilizzante del tratto respiratorio.
I limiti sono arrotondati a decimali dei numeri interi
1,2 o 5.
Proposte situate fra due di tali interi sottintendono una
precisazione in realtà non giustificata.
•informazioni limitate
•incertezza delle estrapolazioni tossicologiche
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Esempio di evoluzione del TLV nel tempo
Andamento del TLV-TWA del BENZENE
Fino al 1947
100 ppm
1947
50 ppm
1948
35 ppm
1957
25 ppm
1977
10 ppm
1997
0,5 ppm
(Fonte: Giornale degli Igienisti Industriali - aprile 2001)
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CONFRONTO TRA VALORI LIMITE
Agente
ACGIH
SCOEL
NIOSH
Acido formico
Acetone
5 ppm
500 ppm
5 ppm
500 ppm
Formaldeide
0,3 ppm
-
Fumi di saldatura
Xileni
Stirene
5 mg/m3
100 ppm
20 ppm
(sotto studio)
50 ppm
5 ppm
250 ppm
0,1 ppm REL-C
0,016 ppm REL-TWA
(consiglia l'utilizzo di DPI)
100 ppm
50 ppm
Alcuni cancerogeni
Agente
ACGIH
SCOEL
NIOSH
Ossido di Cromo (VI)
0,050 mg/m3
0,001 mg/m3
Benzene
0,5 ppm
Polveri di legno duro
1 mg/m3
1 ppm
(limite nazionale)
5 mg/m3
(limite nazionale)
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0,1 ppm
1 mg/m3
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Quale valore limite di
esposizione utilizzare?
Il più autorevole
(attualmente utilizzato dal nostro servizio)
Il più basso
(sicuramente più tutelante, ma contestabile da
parte aziendale)
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SPERIMENTAZIONE
Il gruppo di lavoro “Rischio Chimico” applicherà,
in collaborazione con le aziende, il modello
regionale di valutazione del rischio chimico,
stimato e misurato, confrontando i risultati con
quelli del modello di stima proposto dalla Regione
Emilia Romagna.
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Fasi della sperimentazione
Formazione del personale
Valutazione del rischio presso le aziende
Non artigianali (metalmeccanico,
aziende ospedaliere, stampaggio
materie plastiche, tessile,
lucidatura metalli
Artigianali
(lavanderie,
autoriparazione,
parrucchieri)
1 azienda a rischio di incidente rilevante
Valutazione dei risultati
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Considerazioni
Necessità di trovare strumenti tecnici validi e condivisi
per uniformare le scelte operative
Difficoltà di rappresentare strutture complesse con
metodiche standardizzate
I modelli di valutazione del rischio chimico possono
essere strumenti utili se:
adeguatamente validati
sono compilati da personale competente, in grado di
valutare correttamente i parametri da inserire
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Parte - Marche sicure