GUIDA ALL’USO
DI ANTISETTICI
E DISINFETTANTI
DEFINIZIONI
Infezioni ospedaliere : infezioni che insorgono durante il ricovero in
ospedale, o in alcuni casi dopo che il paziente è stato dimesso, e che non
erano manifeste clinicamente né in incubazione al momento
dell'ammissione
Infezione di comunità : infezione dovuta a microrganismi contratti
prima dell’ospedalizzazione, ad eccezione di quelle correlabili ad un
precedente ricovero ospedaliero .
Per le infezioni nei neonati sono stati adottati criteri particolari:
• vengono, invece, considerate ospedaliere le infezioni acquisite
durante il passaggio attraverso il canale del parto e le infezioni che
insorgono dopo 48 ore dalla nascita.
• vengono definite comunitarie le infezioni acquisite per via
transplacentare (es. Herpes simplex, rosolia, toxoplasmosi, CMV e
sifilide) ed insorte entro 48 ore dal parto.
Infezione endogena : infezione causata dalla flora stessa del paziente
Infezione esogena : infezione dovuta a microrganismi trasmessi al
paziente da una fonte esterna
L'insorgenza di una infezione è conseguenza della
interazione tra un agente infettivo ed un ospite
suscettibile. L'infezione insorge solo se si rompe
l'equilibrio esistente.
etc.
Carica
Virulenza
Infettività
Patogenicità
Antibioticoresistenza
AGENTE
etc.
età
Difese locali
Difese generali
Suscettibilità indotta
Suscettibilità intrinseca
AMBIENTE
ATTREZZATURE
PERSONALE
PAZIENTE
RUOLO DELL’AMBIENTE
PAZIENTE
AGENTE
AMBIENTE
AGENTE
AMBIENTE PAZIENTE
• Caratteristiche igienico-ambientali
•Caratteristiche tecnico-impiantistiche
e tecnologico-strumentali
• Caratteristiche organizzative e gestionali
• Caratteristiche umane e professionali
SERBATOI, VEICOLI E MECCANISMI DI TRASMISSIONE
AMBIENTE
FISICO
PERSONALE
ATTREZZATURE
INFEZIONI
OSPEDALIERE
ARREDI
ALIMENTI
PRESIDI
MEDICO-CHIRURGICI
FARMACI
Le mani prendono
microganismi:
dalla cute
dalle ferite
del paziente
infette
dal pus
dalle secrezioni
dal viso
dal corpo
del
dalle mani personale
dai vestiti
sanitario
trasferiscono a:
telini
biancheria sporca
asciugamani umidi
bacinelle e lavandini
bagni
contaminano:
infettano:
pazienti
bambini
malati gravi
malati cronici
anziani
personale sanitario
attrezzature sanitarie
biancheria pulita
bagni
presidi medico-chirurgici
etc.
Solo una
adeguata
disinfezione
delle mani e
l’uso dei guanti
possono
interrompere
questa catena.
LAVAGGIO DELLE MANI
Dal momento che le mani del personale sono il veicolo principale nella trasmissione delle infezioni in
ospedale, il lavaggio delle mani rappresenta il primo intervento di prevenzione della trasmissione delle
infezioni. Esso ha lo scopo di eliminare o ridurre i microrganismi presenti sulla cute delle mani, che
schematicamente possono essere suddivisi in:
A. flora occasionale o transitoria - microrganismi provenienti dall’ambiente ed acquisiti con il
contatto, non sopravvivono per lunghi periodi; sono facilmente rimovibili con il lavaggio delle mani.
Sono frequentemente causa di infezioni crociate
B. flora abituale o residente o profonda - microrganismi propri di ciascun individuo, normalmente
presenti sulla cute a livello di anfrattuosità, pieghe cutanee, ghiandole e dotti sebacei. Sono
raramente responsabili di infezioni, a meno che non vengano introdotti direttamente nell’organismo
durante l’esecuzione di procedure invasive. Tale flora non è facilmente rimovibile e l’utilizzo di prodotti
antisettici può ridurne la carica, ma non è in grado di eliminarla completamente
Esistono tre livelli di lavaggio delle mani:
1. lavaggio sociale
2. lavaggio antisettico
3. lavaggio chirurgico o pre- operatorio
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Sanificazione: metodica che si avvale di detergenti o di disinfettanti in basse
concentrazioni per ridurre il numero di contaminanti microbici a livelli tollerati da
soggetti sani.
Decontaminazione: insieme delle procedure atte a rimuovere meccanicamente i
residui di materiale organico e inorganico da una determinata zona, area,
strumentario, in modo da consentire agli agenti disinfettanti, e/o all'energia
sterilizzante, di agire in maniera completa.
Disinfezione: metodica capace di ridurre la contaminazione microbica su oggetti e
superfici inanimati mediante l'applicazione di idonei agenti fisici o chimici (ad es.
calore, disinfettanti, etc.).
Antisepsi: metodica capace di ridurre la
contaminazione microbica su cute o mucose
mediante l'applicazione di idonee sostanze
chimiche capaci di neutralizzare un
microrganismo uccidendolo o bloccando la
sua moltiplicazione. Generalmente riferita
ad una sostanza chimica da utilizzarsi su
tessuti viventi.
Asepsi: metodica capace di prevenire la
contaminazione
microbica
di
tessuti,
materiali, ambienti.
DISINFEZIONE
La disinfezione ha lo scopo di ridurre la contaminazione microbica su oggetti e superfici inanimate mediante l’applicazione di agenti fisici (calore) o chimici (disinfettanti).
Di seguito vengono elencati i principali requisiti di cui tenere conto nella scelta del
disinfettante/antisettico più idoneo allo scopo prescelto:
- attività germicida
- ampio spettro di azione
- rapidità di azione
- capacità di penetrazione
- buona azione residua
- stabilità nel tempo
- compatibilità con i materiali
- facilità d’uso
- basso costo
- semplicità di smaltimento
- assenza di tossicità acuta e cronica
- mantenimento dell’attività germicida anche in presenza di materiale organico (sangue, urine, pus, ecc.)
Dal momento che non esiste un disinfettante ideale, la cui efficacia rimanga inalterata nel tempo ed in
tutte le situazioni, nella scelta del prodotto più idoneo si dovrà tenere conto di una serie di fattori che ne
condizionano l’attività:
Concentrazione
Tempo di contatto
Specie microbica
Carica microbica
Presenza di sostanze inattivanti
Natura del materiale
Temperatura
concentrazione
tempo
temperatura
pH
FATTORI CHE INFLUENZANO
L’AZIONE DEI
DISINFETTANTI
Caratteristiche
del substrato
Carica microbica
Presenza
di
sostanze
inattivanti
e stabilità
Età delle cellule,
specie microbiche e
fase del ciclo vitale
Efficacia
Compatibilità
(attività germicida,
ampio spettro di azione,
rapida azione e persistenza nel tempo,
buon potere di penetrazione, buona stabilità chimica)
(assenza di tossicità acuta
e cronica, capacità di azione
anche in presenza di sostanze
organiche, innocuità nei confronti
del materiale da trattare,
compatibilità con saponi e liquidi
di comune impiego, non indurre
resistenza)
REQUISITI DEI
DISINFETTANTI
Praticità di impiego
(facile maneggevolezza,
facile preparazione,
facile reperimento sul mercato)
Economicità
(basso costo)
Tabella I
Trattamento di scelta degli strumenti secondo Spaulding
Classificazione
Strumenti
Trattamento
dello strumento
(esempi)
di scelta
(secondo Spaulding)
Critico
(penetra nel tessuto
sterile o nel sistema
vascolare)
Semicritico
(contatto con mucose o
con cute non integra)
Non critico
(contatto con cute integra)
Protesi, bisturi, aghi,
altri strumenti chirurgici, e per
medicazione, ecc.
Endoscopi flessibili, laringoscopi,
tonometri, ecc.
Stetoscopi, superfici di
tavoli, arredi, ecc
Sterilizzazione
Disinfezione di
alto livello
(auspicabile la
sterilizzazione)
Disinfezione di
livello medio-basso
Livello di attività dei disinfettanti
Alto
La disinfezione di alto livello distrugge tutti i microrganismi, ad eccezione di un numero
elevato di spore batteriche.
Esempi di disinfettanti ad alto livello:
- Glutaraldeide in soluzione acquosa al 2 %
- Acido peracetico a concentrazione < 1%
- Perossido di idrogeno al 6 - 10 %
Intermedio
La disinfezione di livello intermedio inattiva il Mycobacterium tuberculosis, le forme
batteriche vegetative, la maggior parte di virus e funghi, ma non uccide le spore
batteriche.
Esempi di disinfettanti di livello intermedio:
- Iodofori
- Cloro e derivati
- Clorexidina
- Composti fenolici
Basso
La disinfezione di basso livello può inattivare la maggior parte dei batteri, alcuni virus
ed alcuni funghi, ma non è in grado di uccidere microrganismi resistenti come i bacilli
tubercolari o le spore batteriche.
Esempi di disinfettanti di basso livello:
- Sali di ammonio quaternario
Indicazioni operative generali
Le procedure di disinfezione di strumenti, materiali e superfici vanno effettuate secondo il seguente schema:
DECONTAMINAZIONE
PULIZIA
RISCIACQUO ED ASCIUGATURA
DISINFEZIONE
se necessario, RISCIACQUO ED ASCIUGATURA
Le procedure di sterilizzazione di strumenti e materiali vanno effettuate secondo il seguente schema:
DECONTAMINAZIONE
PULIZIA
RISCIACQUO ED ASCIUGATURA
CONFEZIONAMENTO
STERILIZZAZIONE
CONSERVAZIONE
ACIDO PERACETICO
SPETTRO DI AZIONE: rapida azione su tutti i microrganismi incluse le
spore batteriche
MECCANISMO DI AZIONE: denaturazione delle proteine, distruzione
delle membrane cellulari, ossidazione dei gruppi sulfidrilici e dei legami
disolfuro di proteine, enzimi ed altri metaboliti.
TOSSICITÀ: i vapori delle soluzioni concentrate causano irritazione delle
mucose orale e nasale.
CAMPI DI APPLICAZIONE: disinfezione di apparecchiature per
emodialisi; sterilizzazione “a bassa temperatura” delle attrezzature
termolabili con acido peracetico allo stato fisico di “gas plasma”.
ALCOLI
SPETTRO D'AZIONE: esplicano azione tuberculocida, fungicida e virucida; sono
rapidamente battericidi ma risultano inattivi contro le forme sporigene.
MECCANISMO D'AZIONE: denaturazione delle proteine.
LIMITI: per esplicare la loro azione battericida devono avere un tempo di contatto
superiore a 1 minuto. Hanno scarso potere residuo e di penetrazione; vengono
inattivati in presenza di materiale organico (non sono efficaci sull'HIV quando il virus
è legato a cellule o commisto a siero); se concentrati sono facilmente infiammabili.
CAMPI DI APPLICAZIONE: disinfezione di oggetti e superfici; prevenzione delle piaghe
da decubito ( canforato )
ALDEIDI
FORMALDEIDE
SPETTRO DI AZIONE: battericida, tuberculocida, attivo anche sulle spore, ottima azione
antifungina ed antivirale.
MECCANISMO DI AZIONE: denaturazione delle proteine mediante alchilazione dei gruppi
amminici e sulfidrilici delle proteine e dell'anello di azoto delle basi puriniche.
TOSSICITÀ: irritante delle mucose congiuntivali e nasofaringea, può causare difficoltà
respiratoria ed asma allergico. Per contatto cutaneo può dar luogo
a dermatiti di tipo allergico. Si consiglia, quindi, di proteggere
cute e mucose durante l'uso anche per i possibili effetti mutageni
e cancerogeni e di limitarne l'uso alle condizioni assolutamente
necessarie (Ministero della Sanità, Circolare 57 del 22/6/83).
CAMPI DI APPLICAZIONE: disinfezione di presidi termolabili ed
ambienti.
GLUTARALDEIDE
SPETTRO DI AZIONE: per la sua capacità sporicida è tra le poche sostanze da
impiegare per la "sterilizzazione" di materiale termolabile.
MECCANISMO DI AZIONE: denaturazione delle proteine mediante
alchilazione dei gruppi sulfidrilici, idrossilici, carbossilici e gruppi amminici dei
microrganismi; altera il DNA, l'RNA e la sintesi delle proteine.
TOSSICITÀ: può causare dermatiti allergiche, epistassi, asma, rinite ed
irritazioni alle vie respiratorie ed agli occhi. Gli oggetti trattati devono
essere risciacquati con acqua o soluzione fisiologica sterili prima del loro
utilizzo.
CAMPI DI APPLICAZIONE: disinfezione ad alto livello o sterilizzazione
di presidi termolabili qualora non siano disponibili metodiche alternative.
CLORO E DERIVATI
SPETTRO DI AZIONE: attività antimicrobica a largo spettro, battericida,
fungicida, tuberculocida e marcata attività antivirale.
MECCANISMO DI AZIONE: inibizione delle reazioni enzimatiche,
denaturazione delle proteine, inattivazione degli acidi nucleici.
LIMITI: sono rapidamente inattivati da materiale organico; danneggiano i
materiali plastici e sono corrosivi verso nichel, cromo, acciaio e altri metalli
ossidabili. Pertanto le soluzioni che superano lo 0,1% (1000 ppm) di cloro
disponibile non debbono essere usate ripetutamente su superfici metalliche; il
tempo di contatto non deve superare i 30' e deve essere seguito da risciacquo ed
asciugatura. Sono instabili e sensibili alla luce, per cui occorre preparare le
soluzioni immediatamente prima dell'uso e tenerle al riparo da luce e calore.
CAMPI DI APPLICAZIONE: impacchi ed irrigazioni di ferite e piaghe infette,
ustioni, ulcere, etc.; disinfezione di presidi vari (ad es. tettarelle, biberons, padelle,
etc.), apparecchiature dialitiche, ambienti, superfici e servizi igienici; usati anche
per la disinfezione delle acque
FENOLI
SPETTRO DI AZIONE: battericidi, fungicidi, virucidi e tuberculocidi.
MECCANISMO DI AZIONE: precipitano le proteine e distruggono le membrane cellulari,
inattivano sintesi enzimatiche essenziali e si legano a metaboliti necessari per la membrana
cellulare batterica.
LIMITI: se assorbiti da materiale poroso lasciano residui irritanti non facilmente allontanabili col
risciacquo; hanno odore sgradevole; l'esaclorofene è incompatibile con gli ammoni quaternari.
CAMPI DI APPLICAZIONE: decontaminazione anti HIV, anti HBV ed anti HCV di presidi
pungenti e taglienti (ad es. ferri chirurgici e di medicazione) prima della pulizia e sterilizzazione;
disinfezione di pavimenti e superfici nelle sale chirurgiche e negli ambienti critici.
COMPOSTI DI AMMONIO QUATERNARIO
SPETTRO DI AZIONE: battericidi, virucidi (verso i virus lipofilici),
fungicidi; inattivi su spore, virus idrofilici e micobatteri.
MECCANISMO DI AZIONE: inattivazione degli enzimi produttori di
energia, denaturazione delle proteine essenziali per la cellula e distruzione
delle membrane cellulari.
LIMITI: sono inattivati da saponi, sughero e cellulosa (ad es. batuffoli di
cotone); subiscono una forte riduzione di attività in presenza di sostanze
organiche e di acque dure. Le soluzioni acquose possono facilmente
contaminarsi in corso d'uso.
CAMPI DI APPLICAZIONE: disinfezione a basso livello di superfici e
presidi non critici; antisepsi di cute (purchè in soluzione con alcool > 70%).
CLOREXIDINA
SPETTRO DI AZIONE: attiva sui germi Gram positivi e Gram negativi;
scarsamente attiva su micobatteri, funghi e virus. Non attiva sulle spore.
MECCANISMO DI AZIONE: danno della membrana citoplasmatica e
inibizione enzimatica.
LIMITI: l'attività battericida è solo limitatamente ridotta dalla presenza di
materiale organico, ma è ostacolata dalla presenza di saponi, composti
anionici, cellulosa, sughero, luce.
TOSSICITÀ: alle concentrazioni d'uso non è irritante nè tossica, ma un uso
prolungato può dar luogo a dermatiti allergiche.
CAMPI DI APPLICAZIONE: antisepsi di cute e mucose (ad es. lavaggio
antisettico e chirurgico delle mani, preparazione preoperatoria della cute,
etc); disinfezione di apparecchiature e superfici ambientali.
IODIO E IODOFORI
SPETTRO DI AZIONE: battericida, virucida, micobattericida, ma possono
richiedere prolungati tempi di contatto per agire su determinati funghi e spore
batteriche.
MECCANISMO DI AZIONE: distruzione delle proteine e degli acidi nucleici.
LIMITI: sono inattivati dalla presenza di sostanze organiche, corrodono alcuni
metalli, sono incompatibili con acqua ossigenata ed acetone.
TOSSICITÀ: possono provocare sensibilizzazione ed irritazione cutanee.
CAMPI DI APPLICAZIONE: antisepsi di cute e mucose (ad es. lavaggio delle
mani, preparazione preoperatoria della cute, etc.).
PEROSSIDO DI IDROGENO
SPETTRO DI AZIONE: buona attività battericida, virucida, tuberculocida,
sporicida e fungicida; particolarmente indicato contro germi anaerobi.
MECCANISMO DI AZIONE: idrolisi dei radicali liberi; alterazione delle
membrane lipidiche, del DNA e di altre componenti essenziali delle cellule.
LIMITI: corrode rame, alluminio, ottone e zinco. E' incompatibile con molti
disinfettanti (ad es. iodio) per cui è necessario risciacquare la zona con
soluzione fisiologica sterile prima di applicare un altro prodotto.
CAMPI DI APPLICAZIONE: antisepsi di cute e mucose; disinfezione di presidi
(ad es. lenti a contatto, tonometri, etc.); sterilizzazione delle attrezzature
termolabili “a bassa temperatura” con perossido di idrogeno allo stato fisico di
“gas plasma”.
ANTISEPSI DELLA CUTE INTEGRA
Prodotti
- PVP iodio (soluzione alcolica o acquosa)
- clorexidina gluconato (sol. alcoolica o acquosa)
- Sali Ammonio Quaternario( sol. Acquosa o Alcolica )
Durata
1 minuto
Modalità di esecuzione
frizionare accuratamente la zona con un batuffolo di cotone o garza imbevuto
di antisettico, eseguendo movimenti circolari dall’interno verso l’esterno
Indicazioni
prima di manovre invasive quali ad es.:
- inserimento di catetere venoso centrale
- inserimento di drenaggio
- prelievo arterioso
- biopsia
- terapie endovenose, intramuscolari, sottocutanee
- prelievi
Note
dopo l’antisepsi, evitare di palpare il sito per cercare la vena; in caso contrario
disinfettare il polpastrello con un batuffolo imbevuto di antisettico oppure
disinfettare con cura di nuovo prima della procedura
ANTISEPSI PRE-OPERATORIA DELLA CUTE
Prodotti
- PVP iodio (soluzione alcoolica o acquosa)
- clorexidina gluconato (sol. alcoolica o acquosa)
Durata
5 – 6 minuti
Modalità di esecuzione
- frizionare accuratamente la zona del campo operatorio con una garza
imbevuta di antisettico, eseguendo movimenti circolari dall’interno verso
l’esterno
- ripetere l’operazione con una nuova garza
Indicazioni
prima dell’intervento chirurgico
ANTISEPSI DELLA CUTE LESA
escoriazioni, ferite chirurgiche)
Prodotti
(ferite traumatiche,
per la detersione
- acqua ossigenata
- soluzione fisiologica
per l’antisepsi
- PVP iodio (soluzione acquosa)
- cloroderivati
- clorexidina in soluzione acquosa
Durata
tempo necessario per eseguire la procedura
Modalità di esecuzione
- detergere l’area della ferita con un tampone imbevuto con il prodotto scelto per
la detersione
- se necessario, ripetere l’operazione cambiando il tampone
- asciugare con un tampone sterile
- versare su un nuovo tampone sterile l’antisettico e passarlo, con movimenti
circolari, dall’interno all’esterno della zona
- se necessario, ripetere l’operazione con un nuovo tampone sterile
- se richiesto, coprire con medicazione sterile che deve essere cambiata quando
si presenta sporca o umida
Note
per la detersione delle ferite, se si utilizza acqua ossigenata, è opportuno
risciacquare la zona con soluzione fisiologica prima di applicare un altro
antisettico
DISINFETTANTI
Anche i prodotti disinfettanti vengono considerati abitualmente privi di microrganismi.
Occasionalmente, tuttavia tali prodotti possono essere contaminati e servire da
serbatoi per i germi patogeni ospedalieri.
Anche in questo caso l’uso dei preparati contenuti in flacone multidose aumenta il rischio
di contaminazione e la possibilità di infezioni multiple.
La contaminazione di disinfettanti e pomate antisettiche, utilizzate per la
disinfezione della cute pericatetere o di presidi per immersione (termometri, pinze
da medicazione, etc.) è stata responsabile di numerose epidemie da Pseudomonas
spp. ed enterobatteri.
Soprattutto i disinfettanti a base di composti dell ’ammonio quaternario e le
clorexidine si sono rese responsabili di questi episodi.
Indicazioni per un corretto utilizzo di antisettici e disinfettanti
I
disinfettanti
sterilizzazione
non vanno utilizzati quando l’obiettivo da raggiungere è la
I disinfettanti non vanno utilizzati quando l’obiettivo da raggiungere è la pulizia
Tutti gli antisettici ed i disinfettanti devono essere utilizzati rispettando le
modalità d’uso riportate su ciascun prodotto
Fare sempre attenzione alla data di scadenza
Tutti i flaconi vanno conservati lontano da fonti
immediatamente chiusi dopo ciascun uso
di luce e di calore e vanno
Utilizzare
gli appropriati dispositivi di protezione individuale se indicato nelle
istruzioni d’uso o nel protocollo operativo
Non rabboccare mai i contenitori di antisettici e disinfettanti
Evitare, se possibile, le operazioni di travaso. Qualora
fosse necessario
travasare i prodotti in contenitori diversi da quelli originali, utilizzare solo recipienti
perfettamente puliti ed asciutti, contrassegnati all’esterno con etichette che
indichino almeno le informazioni essenziali (nome del prodotto, data del travaso,
eventuale diluizione, scadenza, ecc.)
Anche
sui flaconi originali annotare sempre sul flacone stesso la data di
apertura ed utilizzare il disinfettante al massimo entro un mese da tale data
Indicazioni per un corretto utilizzo di antisettici e disinfettanti
Durante l’uso, evitare che la bocca del contenitore venga a contatto con le mani
dell’operatore, con la cute del paziente o con qualsiasi altro materiale (ad es.
batuffoli di cotone, ecc.)
In
caso di contatto accidentale con soluzioni irritanti, lavare la parte con
abbondante acqua corrente, consultare la
scheda di sicurezza del prodotto,
avvertire il responsabile del reparto e, se necessario, consultare un medico
Abolire la pratica di tenere immerso in soluzioni disinfettanti lo strumentario per
medicazioni o altri piccoli dispositivi
medici, poiché
garantisce il mantenimento della sterilità degli stessi
questa
pratica
non
Tutti
gli strumenti ed i dispositivi da disinfettare devono essere puliti ed
asciugati prima di essere immersi nella soluzione disinfettante
Tutte le superfici da disinfettare, se si presentano visibilmente sporche, vanno
accuratamente pulite ed asciugate, o lasciate asciugare (ad es. pavimenti), prima di
essere disinfettate. Questo al fine di: ridurre la carica microbica, evitare la
diluizione del disinfettante e l’inattivazione ad opera di sostanze organiche. Se le
superfici da disinfettare appaiono pulite, si può procedere direttamente con la
disinfezione
Dopo la disinfezione, non risciacquare le superfici trattate, per consentire al
prodotto di svolgere la sua azione residua; solo i dispositivi medici da utilizzare
sul paziente (ad es. endoscopi, termometri, ecc.) devono essere accuratamente
risciacquati dopo il trattamento
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requisiti dei disinfettanti