I RECENTI PROVVEDIMENTI NORMATIVI RICADUTE SULL’ARTIGIANATO E SULLA PICCOLA IMPRESA BUROCRAZIA E PRESSIONE FISCALE Confartigianato Imprese Ancona Dott. Leonardo Gentile Jesi - 25 marzo 2012 PERCORSO: Partiamo dalla quantificazione dalle modifiche normative nel periodo di crisi 2008 – 2012 per poi stimare l’impatto del costo della burocrazia sulle imprese, la pressione fiscale e la quantificazione del TTR (total tax rate) PERIODO CRISI 2008 – 2012 EMANATE NR. 315 MODIFICHE ED INTEGRAZIONI DI DISPOSIZIONI FISCALI Quindi : 121 provvedimenti del 2011 e 18 provvedimenti del 2012 (09 marzo) Diventa estremamente difficoltoso eseguire anche un collegamento unitario delle disposizioni in quanto affrontano svariate tematiche Ma la maggior parte dei provvedimenti sono finalizzati a contrastare l’evasione fiscale Negli ultimi mesi del 2011 e inizio 2012 Misure urgenti per il risanamento di bilancio dello Stato Salva Italia Crescitalia Legge di Stabilità Provvedimenti per lo sviluppo economico Semplificazioni e potenziamento dell’accertamento L’impatto dei provvedimenti: Partiamo da una indagine campionaria percezione delle imprese della pressione fiscale Partiamo dalle sensazioni: DATI SU INDAGINE CAPIONARIA SULLA PRESSIONE FISCALE PERCEPITA DAI CONTRIBUENTI ITALIANI A SEGUITO DELLE MANOVRE DEL 2011 Coordinata da Centri Nazionali di ricerche e Centri di rilevazione dati Tipo di indagine - Indagine campionaria. Criteri seguiti per il disegno del campione – Campione nazionale, statisticamente rappresentativo dell’universo della popolazione italiana “attiva”, stratificato per area geografica e settore di attività (imprese, lavoratori autonomi) Numerosità campionaria - 1450 interviste Periodo di effettuazione dell’indagine – Novembre 2011 (prima della legge di Stabilità – Governo Monti) Modalità di raccolta delle informazioni – Interviste telefoniche con questionario Centri di ricerche Nazionali IL PESO DELLA PRESSIONE FISCALE SUL REDDITO DEI LAVORATORI 32,2% DOMANDA: Potrebbe indicarmi, anche orientativamente, e comunque in percentuale, quanta parte del suo reddito utilizza per pagare tasse e contributi (*)? Il 32,2% dei soggetti utilizza dal 30 al 40% del reddito 23,0% 21,7% 13,0% 6,1% 2,3% Zero % 1,7% 1% - 10% Base: 1450 casi 11% - 20% 21%- 30% 31% - 40% (*) Dati riferiti all’ultimo anno di imponibile 41% - 50% Oltre il 50% I TRIBUTI CHE INCIDONO MAGGIORMENTE SECONDO L’OPINIONE DEGLI ITALIANI DOMANDA: Quanto incidono i seguenti tributi su una scala da 1 a 5? (5 = max) 41,1% Somma dei valori 4+5 Domande somministrate soltanto ai lavoratori autonomi (liberi professionisti, artigiani, imprenditori della distribuzione commerciale, dei pubblici esercizi, delle attività ricettive e degli altri servizi) La sommatoria è più di 100 in quanto la risposta è multipla 31,7% 29,5% 23,3% 22,8% 16,0% 7,0% 4,2% 1,0% Irpef Contributi previdenziale Base: 1450 casi Ici Iva Tassa Imposte di Occupazione smaltimento fabbricazione suolo rifiuti pubblico Irap Imposta sulle insegne o sulla pubblicità I TRIBUTI RITENUTI PIU’ INGIUSTI Somma dei valori 4+5 DOMANDA: Quanto ritiene ingiusti i tributi appena citati? (su una scala da 1 a 5, 5 = max) 57,3% La sommatoria è più di 100 in quanto la risposta è multipla 43,1% 32,4% 30,3% 29,9% 22,3% 17,8% 13,9% 8,5% Ici Iva Imposte di Tassa fabbricazione smaltimento rifiuti Base: 1450 casi Irpef Irap Occupazione Contributi Imposta sulle suolo previdenziale insegne o pubblico sulla pubblicità IL PESO DELLE TASSE IN ITALIA SECONDO L’OPINIONE DEGLI ITALIANI 59,2% DOMANDA: A suo avviso, o comunque secondo la Sua personale esperienza, quanto è pesante il livello delle tasse in Italia? 38,1% 2,6% è molto pesante Base: 1450 casi è abbastanza pesante non è pesante I MOTIVI DEL PESO DELLA PRESSIONE FISCALE DOMANDA: (Solo per coloro che hanno risposto che il peso delle tasse è “molto” o “abbastanza” pesante) Perché, a suo avviso, il peso delle tasse è così elevato? Cattiva gestione e spreco delle risorse 89,6% Perché c’è l’evasione fiscale 83,5% 75,2% Spesa pubblica troppo alta 73,1% Elevato debito pubblico 59,8% Troppi enti pubblici 25,9% Per le pensioni Per migliorare il funzionamento dello Stato 24,4% Per gli investimenti in infrastrutture 22,0% Per finanziare i servizi ai cittadini 17,1% 13,6% Per le politiche di solidarietà Altro 3,3% Base: 1412 casi. La somma delle percentuali è diversa da 100,0% perchè erano ammesse risposte multiple. L’AUMENTO DELLA PRESSIONE FISCALE IN RELAZIONE ALLE ULTIME MANOVRE DOMANDA: Le ultime manovre hanno aumentato o diminuito la pressione fiscale? Aumentato Diminuito 25,9% 74,1% Base: 1450 casi I SOGGETTI AI QUALI DEVE ESSERE IMPUTATO L’AUMENTO DEL PRELIEVO FISCALE DOMANDA: (Solo per coloro che hanno affermato che è aumentata) Se è aumentata, a chi ritiene sia attribuibile il maggior aumento di prelievo? Enti previdenziali Enti locali Stato 20,3% 40,1% 75,4% Base: 1074 casi. La somma delle percentuali è diversa da 100,0% perchè erano ammesse risposte multiple. L’ANDAMENTO FUTURO DELLA PRESSIONE FISCALE IN ITALIA DOMANDA: A suo avviso, quale sarà l’andamento futuro della pressione fiscale? Il prossimo anno Più avanti nel tempo 59,0% 55,0% 31,0% 28,0% 17,0% 12,0% In diminuzione Base: 1450 casi Stazionario In aumento LA QUALITA’ DEI SERVIZI PUBBLICI RISPETTO ALLA QUANTITA’ DEL PRELIEVO FISCALE Giustizia 7,1% Uffici amministrativi dello Stato 10,3% Uffici amministrativi degli enti locali 10,4% Trasporti 13,2% Previdenza 13,2% Politiche di assistenza 13,7% Ordine pubblico Sanità Scuola DOMANDA: Come giudica la qualità dei servizi pubblici delle seguenti tipologie in rapporto al prelievo fiscale? (somma dei valori buono + ottimo) 24,0% 12,3% 39,5% Base: 1450 casi. La somma delle percentuali è diversa da 100,0% perchè erano ammesse risposte multiple. SINTESI DELL’INDAGINE FORTE PRESSIONE FISCALE ANCHE IN TENDENZIALE CRESCITA ASSENZA DI CORRELAZIONE TRA TASSAZIONE E SERVIZI RESI principali cause: CATTIVA AMMINISTRAZIONE e ELEVATA EVASIONE Burocrazia e costo per le imprese Da inizio legislatura 186 norme fiscali con impatto burocratico: 1 ogni 7 giorni Confartigianato ha analizzato l'impatto burocratico della normativa fiscale contenuta nei 18 provvedimenti approvati tra il 29 aprile 2008 e il 26 gennaio 2012 e che contengono, complessivamente, 297 modifiche di carattere fiscale. Risultato tra il 2008 e il 2011 sono 186 le norme che aumentano la burocrazia per le imprese. Provvedimenti normativi con contenuto fiscale emanati dall’inizio della XVI legislatura che hanno impatto burocratico sulle imprese XVI Legislatura dal 29 aprile 2008 al 26 gennaio 2012 - normative fiscali contenute in 18 provvedimenti 71 70 60 48 50 40 33 34 2008 2009 30 20 10 Tra il 2008-2011: 186 norme in più che aumentano la burocrazia per le imprese 80 0 2010 2011 Elaborazione Ufficio Studi e Direzione Politiche Fiscali Confartigianato LA MANOVRA DI NATALE 2011 20 Como, 23 febbraio 2012 Confartigianato ha calcolato che dal 2008 ad oggi sono state emanate ben 186 norme che hanno complicato la gestione fiscale delle aziende, una ogni sette giorni. Soltanto 33, invece, le nuove leggi che l'hanno semplificata e 75 quelle a impatto zero In particolare, Confartigianato ha esaminato 18 provvedimenti - 15 decreti legge e 3 leggi finanziarie - varati tra il 29 aprile 2008 e il 26 gennaio 2012 che contengono complessivamente 297 modifiche di carattere fiscale. Di queste solo l'11,1% riducono il carico burocratico per le imprese, il 25,3% sono neutre, il 42,8% presenta un modesto impatto dal punto di vista burocratico, il 14,5% un impatto medio e il 6,4% inasprisce fortemente il carico di burocrazia fiscale sulle imprese. RISULTATO E' CHE CIRCA 2 NORME FISCALI SU 3 (63,6%) PROMULGATE IN QUESTA LEGISLATURA AUMENTANO LE COMPLESSITA' BUROCRATICHE PER LE IMPRESE. L’impatto burocratico delle norme fiscali crescente sulle imprese L'impatto burocratico che ne consegue sulle imprese sta via via aumentando: dal valore di 40 registrato nel 2008, è passato al valore di 77 nel 2011. (bd 100) Indice di impatto burocratico dei contenuti fiscali dei provvedimenti normativi emanati dall’inizio della XVI legislatura XVI Legislatura dal 29 aprile 2008 al 26 gennaio 2012 - normative fiscale contenute in 18 provvedimenti 90 77 80 70 66 60 51 50 40 40 30 20 10 0 2008 2009 2010 2011 Elaborazione Ufficio Studi e Direzione Politiche Fiscali Confartigianato LA MANOVRA DI NATALE 2011 22 Como, 23 febbraio 2012 Confartigianato In base all'indice di complicazione di ciascuna normativa, tra il 2009 e il 2011 la pressione 'burocratica' fiscale sulle imprese e' aumentata del 51%. Non c'e' da stupirsi quindi se, per adempiere ad appena tre procedure fiscali, gli imprenditori sono costretti a bruciare ogni anno quasi 3 miliardi di euro. Tante complicazioni costringono gli imprenditori a sacrificare gran parte del loro tempo per districarsi agli adempimenti tributari: secondo Confartigianato sono necessarie almeno 285 ore l'anno, equivalenti a circa 36 giorni lavorativi. Un record negativo tra i Paesi dell'Ocse dove gli imprenditori impiegano in media 186 ore per rispettare il loro dovere di contribuenti. In Italia, quindi, il tempo necessario per pagare le imposte e' superiore del 53,2% rispetto alla media Ocse. Per arrivare alla stima del TTR partiamo dai dati di contesto macroeconomico 24 La salita del debito pubblico italiano in dieci anni Dinamica del debito pubblico in Italia Ottobre 2001-ottobre 2011; milioni di euro 31.431 euro per abitante (neonati compresi) In 10 anni cresce di 549,7 miliardi di euro (1.743 euro/secondo) Nel 2001 era il 108,8% del PIL, nel 2011 arriva al 120,6% del PIL 1.950.000,0 1.909.191,5 1.900.000,0 1.850.000,0 1.800.000,0 1.750.000,0 1.700.000,0 1.650.000,0 1.600.000,0 1.550.000,0 1.500.000,0 1.450.000,0 1.400.000,0 1.350.000,0 1.356.916,8 lug-01 ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 lug-10 ott-10 gen-11 apr-11 lug-11 ott-11 1.300.000,0 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia e Istat 25 Il credito alle imprese in Italia è il più costoso tra i maggiori paesi dell'Area euro A novembre 2011 in Italia il tasso medio per le imprese sui nuovi finanziamenti di qualsiasi importo è pari al 3,86%, il valore più alto tra quelli registrati nei maggiori paesi dell'Area euro I tassi d’interesse per le imprese nei maggiori paesi dell'Area Euro Novembre 2011-tasso medio prestiti non c/c di qualsiasi importo; nuove operazioni 4,5 4,0 3,86 3,68 3,34 3,5 3,20 3,17 Francia Germania 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Italia Dati Bce Spagna Area euro a 17 26 Nel 2013 Pil reale del 5,1% inferiore al livello pre crisi del 2007 Prodotto interno lordo reale 2000-2013 2000-2013 – valori concatenati – 2012-2013 sulla base di stime Banca d’Italia dopo DL 201 1300000 1280000 -5,1% rispetto livello PIL reale 2007 1260000 1240000 1220000 1200000 1180000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MEF, Ocse e Banca d’Italia 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 27 La dinamica del bilancio pubblico verso la crisi del 2011-2012 e le manovre per la correzione dei conti pubblici 28 Seconda metà del 2011: una manovra ogni 51 giorni Tra 6 luglio 2011 (prima manovra 2011) e 6 dicembre 2011 (terza manovra 2011) intercorrono 153 giorni: una manovra ogni 51 giorni. Al 2014 la correzione del deficit arriva a 81,2 miliardi Variazione Entrate, Spesa e correzione deficit delle tre manovre 2011 Valori in milioni di euro – due manovre estive e manovra DL 6 dicembre 2011 100.000 81.219 75.577 80.000 60.000 48.462 50.355 49.266 40.589 40.000 Per finanziare 20.000 0 -20.000 -7.873 -26.311 -30.864 -40.000 2012 2013 Entrate (T) Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia Spese (G) 2014 Correzione deficit (T-G) 29 Le tre manovre 2011 correggono per 4,8 punti di PIL nel 2014 con pesanti effetti recessivi Le tre manovre 2011 correggono il deficit di bilancio per 3,0 punti di PIL nel 2012, per 4,6 punti nel 2013 e per 4,8 punti nel 2014. Variazione Entrate, Spesa e correzione deficit delle tre manovre 2011 Valori % del PIL – manovre estive e manovra DL 6 dicembre 2011 "Una analisi del FMI sui risanamenti fiscali in 15 paesi avanzati tra il 1980 e il 2009 – che comprendono 173 annualità in cui erano attive strette fiscali - stima l'elasticità del PIL alla politiche di risanamento dei conti pubblici. 6,0 4,8 4,6 5,0 4,0 3,0 3,0 3,0 3,0 2,5 2,0 disoccupazione di circa 0,3 punti percentuali. Domanda interna, consumi e investimenti, scendono di circa l'1% (FMI, 2010, Will it hurt? Macroeconomic Effects of Fiscal Consolidation, capitolo 3 del World Economic Outlook di ottobre 2010) Per finanziare 1,0 0,0 -1,0 -0,5 -1,6 -2,0 -1,8 -3,0 2012 2013 Entrate (T) Spese (G) Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia 2014 Correzione deficit (T-G) Un consolidamento fiscale pari al 1% del PIL riduce il PIL di circa il 0,5 per cento in due anni e aumenta il tasso di Una manovra di 4,8 punti di PIL impatterebbe per 2,3 punti di crescita. Con politiche restrittive simultanee in altri Paesi il calo del PIL arriverebbe a 8,2 punti percentuali nel prossimo triennio (De Nardis, 2011 - Sarà recessione. E sarà grave, 15 dicembre) 30 Cosa finanzia l'innalzamento della pressione fiscale tra il 2010 e il 2014 ? Tra il 2010 ed il 2014 le maggiori entrate delle Amministrazioni pubbliche aumentano di 96,3 miliardi, sommate ad una riduzione di agevolazioni per 20 miliardi e una riduzione di spesa in conto capitale per 13,5 miliardi finanziano 55,9 miliardi di maggiore spesa corrente e 74,0 miliardi di riduzione di deficit 2010-2014: la dinamica delle principali poste del bilancio pubblico Variazioni tra 2014 e 2010 in milioni di euro 0 20.000 40.000 60.000 80.000 RIDUZIONE DELLA SPESA IN CONTO CAPITALE 120.000 96.328 INCREMENTO DI ENTRATE RIDUZIONE AGEVOLAZIONI FISCALI 100.000 20.000 13.596 per finanziare AUMENTI DI SPESA CORRENTE RIDUZIONE INDEBITAMENTO 55.874 74.050 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MEF – Nota di aggiornamento del DEF del 22 settembre 2011 31 Arriva la LEGGE DI STABILITA’ 2012 riassetto dei conti 32 Alcune caratteristiche della Manovra Urgenza per ristabilire il merito di credito dello Stato italiano Oltre due terzi della manovra lorda data da maggiori entrate Metà della manovra lorda da tassazione immobiliare e accise Un quinto della manovra sulla spesa pensionistica Un terzo della manovra lorda dedicata alla crescita Privilegia riduzioni di spesa corrente a quelle in conto capitale Innalza “la pressione fiscale intorno al 45 per cento” Contiene provvedimenti depressivi della crescita: IMU su bassi redditi, indicizzazioni pensioni, accise ed aumento aliquote IVA • “Effetti restrittivi sul PIL stimabili in mezzo punto percentuale nel prossimo biennio” • • • • • • • • Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia, Corte dei Conti e Istat 33 La manovra reperisce il 70% delle risorse con maggiori entrate Nella media del triennio 2012-2014 la manovra di Natale reperisce il 69,8% delle risorse con maggiori entrate e il 30,2% da minori spese per impiegarle in un 16,2% di minori entrate, un 10,1% di maggiori spese e il 73,7% a riduzione del deficit. Risorse e impieghi della manovra di Natale % della risorse (manovra lorda) in media annua 2012-2014 80,0 69,8 60,0 40,0 30,2 20,0 0,0 Per finanziare -10,1 -20,0 -16,2 -40,0 -60,0 -80,0 -73,7 -100,0 Maggiori entrate Minori spese Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Corte dei Conti Minori entrate Maggiori spese Riduzione deficit 34 Correzione del DL 201/2011: 1,3 punti di PIL all'anno Manovra su entrate, spese e riduzione dell’indebitamento netto della manovra di Natale % del PIL 1,5 1,1 0,9 1 0,7 0,5 0 -0,6 -0,4 -0,1 -0,5 Per finanziare -1 -1,3 -1,5 -1,3 2012 2013 Spese Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia Entrate -1,3 2014 Effetti sull’indebitamento netto 35 Riduzione più consistente per spesa corrente; leggero aumento della spesa capitale Nella media del triennio 2012-2014 la più ampia manovra sulla spesa corrente finanzia, in parte, spesa per investimenti: la manovra reperisce il 29,8% delle risorse con minore spesa corrente e 0,4% di minore spesa capitale per finanziare 5,4% di maggiore spesa corrente e 4,7% di maggiore spesa capitale. Risorse e impieghi della manovra per tipologia di entrata e spesa % della risorse (manovra lorda) in media annua 2012-2014 80,0 68,0 60,0 40,0 29,8 20,0 1,8 0,4 0,0 0,0 Per finanziare -5,4 -20,0 -4,7 -16,2 -40,0 -60,0 -80,0 -73,7 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Corte dei Conti Riduzione deficit Maggiori spese capitale Maggiori spese correnti Minori entrate contributive Minori entrate tributarie Minori spese capitale Minori spese correnti Maggiori entrate contributive Maggiori entrate tributarie -100,0 36 Per lo sviluppo 20,9% della manovra. Minori spese per previdenza per 19,7% Nella media del triennio 2012-2014, per lo sviluppo vengono mobilitare risorse pari al 16,2% della manovra con minori entrate e al 4,7% con maggiori spese Le minori spese per previdenza ammontano al 19,7% della manovra lorda. Risorse e impieghi della manovra per tipologia di entrata e spesa e relativa destinazione % della risorse (manovra lorda) in media annua 2012-2014 80,0 70,0 73,7 67,1 60,0 50,0 40,0 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Corte dei Conti 3,8 1,2 Riduzione del deficit 0,4 Maggiori spese - altro 4,7 Maggiori spese - interventi per spese indifferibili 0,0 Per finanziare Maggiori spese - rafforzamento del sistema finanziario 0,5 Maggiori spese - interventi per lo sviluppo 0,2 16,2 Minori entrate - altro Per finanziare Minori entrate - interventi per lo sviluppo Minori spese - previdenza 0,9 Minori spese - enti territoriali 1,8 Maggiori entrate - altre entrate 0,0 Maggiori entrate - tributarie nette 10,0 Maggiori entrate - previdenza 9,8 Minori spese - altro 19,7 20,0 Minori spese - costi apparati 30,0 37 Il dettaglio dei maggiori interventi della manovra Peso dei principali provvedimenti % della risorse (manovra lorda) in media annua 2012-2014 Correzione deficit IMPIEGHI -73,7 MAGGIORI SPESE MINORI SPESE -2,8 -3,5 Fondo trasporto pubblico locale Fondo compensazione interventi per lo sviluppo -3,3 -6,2 -6,4 Deducibilità IRAP giovani e donne Deducibilità rendimento capitale proprio (ACE) Deducibilità IRAP sulla quota lavoro dall'IRES e Per finanziare Province Regioni statuto speciale Comuni Deindicizzazione trattamenti pensionistici (netto) 1,5 3,2 5,1 MINORI SPESE 14,9 RISORSE Per finanziare 0,3 0,3 0,5 0,6 0,7 1,5 2,3 2,6 2,9 3,3 MAGGIORI ENTRATE Contributo solidarietà fondi speciali INPS ( netto) Tassazione aeromobili Regioni statuto speciale - add. Reg. Tassazione auto di lusso netto Tassazione imbarcazioni Aumento contributivo artigiani, commercianti (netto) Tributo comunale rifiuti e servizi (TARES) Bollo 1,5% sulle attività scudate Imposta di bollo su titoli, strumenti e prodotti finanziari Riallineamento partecipazioni (netto) Regioni statuto ordinario - add. Reg. Accise netto Imposta municipale e rivalutazione rendite (IMU) Per finanziare 7,3 16,4 38,7 -80,0 -60,0 -40,0 -20,0 Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Corte dei Conti 0,0 20,0 40,0 60,0 38 Le criticità che la manovra non corregge • Rischi di una “spirale” negativa • RECESSIONE • AUMENTO DELLA PRESSIONE FISCALE determinato da un eccessivo uso dello strumento fiscale Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Corte dei Conti, Banca d’Italia 39 Elementi di valutazione su alcuni degli interventi della manovra 40 IMU sugli immobili produttivi: con ipotesi base aumento di 1.711 milioni, pari al +35,8%. In ipotesi peggiore aumento di 4.271 milioni pari all’89,4% in più rispetto all’attuale Ici. Sussiste anche ipotesi di riduzione, peraltro meno probabile dato l’alto peso delle manovre 2011 sulla finanza locale e comunale. Impatto anticipo al 2012 IMU sugli immobili delle imprese: effetto rivalutazione moltiplicatori rendite con ipotesi aliquota base IMU del 7,6 per mille * valori in milioni di euro - rendite catastali 2009 – incorpora effetti rialzo moltiplicatori delle categorie D 10.000 9.047 9.000 8.000 +35,8% 7.000 L’analisi incorpora i più alti moltiplicatori per alcuni immobili produttivi previsti in sede di conversione: in ipotesi base tali modificano generano ulteriori maggiori entrate per 332 milioni 6.486 6.000 5.000 4.776 3.926 4.000 3.000 2.000 1.000 0 ICI 2011 aliquota base 7,6 per mille ipotesi aumento 3,0 per mille: IMU al 10,6 per mille Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Agenzia del Territorio, IFEL e RT D.L. 201 del 6 dicembre 2011 ipotesi riduzione 3,0 per mille: IMU al 4,6 per mille 41 Addizionale Irpef regionale: maggiori imposte di 68 euro per contribuente A decorrere dall’anno d’imposta 2011 l’aliquota di base della addizionale regionale all’IRPEF passa dallo 0,9% a 1,23%, con un maggior gettito di 2.085 milioni di euro. Su 41.523.054 contribuenti sono 30.848.351, pari al 74,3% che pagano l’addizionale regionale, per i quali il maggiore gettito equivale a 68 euro pro capite. Importo medio per contribuente di addizionale regionale e aliquota media effettiva valori in euro e incidenza % dell’imposta sulla base imponibile - Dichiarazioni 2010, anno d'imposta 2009 400 1,38 1,60 1,40 1,38 1,40 1,39 1,40 1,27 1,11 1,10 300 1,11 1,08 1,12 1,20 0,91 0,90 250 0,91 0,88 0,89 0,92 0,88 1,00 0,80 270 0,60 0,40 170 190 200 200 210 210 220 220 220 100 230 250 260 270 280 280 280 290 290 150 290 300 360 200 1,05 1,18 TOTALE Basilicata Sardegna Toscana Friuli V.G. P.A. Trento Valle d'Aosta Puglia Marche PA. Bolzano Umbria Veneto Liguria Calabria Molise Abruzzo Lombardia Sicilia 0,00 Campania 0 Piemonte 0,20 Emilia Rom 50 add. Reg. pro capite aliquota efefttiva 1,29 350 Lazio euro per contribuente che paga addizionale 1,39 aliquota effettiva Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati MEF e Relazione Tecnica DL 203 del 6 dicembre 2011 42 Quota di contribuenti IRPEF - Marche Nelle Marche l’incidenza dei contribuenti sul totale della Regione è pari al 74,6% (quelli che pagano l’addizionale regionale) per una media di 220 euro procapite. Con un aumento aliquota di 0,18% della base (da 1,05% a 1,23%) effetti di circa 70 euro procapite 74,3 59,5 62,1 Molise 74,6 Marche 63,5 75,4 Lazio Sicilia 76,1 P.A. Bolzano 63,7 76,5 Umbria Basilicata 77,0 Trento 65,0 77,9 Veneto Puglia 78,2 Toscana 65,4 78,6 Friuli V. G. 70,0 Campania 78,7 Liguria 68,6 79,7 Piemonte Abruzzo 80,0 Emilia Romagna 70,5 80,9 Lombardia 80,0 Sardegna 81,4 90,0 Valle d'A. Incidenza dei contribuenti soggetti ad addizionale IRPEF sul totale dei contribuenti per Regione Dichiarazioni 2010, anno d'imposta 2009 – valori % 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati MEF e Relazione Tecnica DL 203 del 6 dicembre 2011 TOTALE Calabria 0,0 43 Accise: gli effetti su Iva e il credito di imposta per l’autotrasporto Il maggior prelievo tra accise e Iva è di 5.901 milioni nel 2012, di 5.879 milioni nel 2013 e di 5.857 milioni nel 2013 Dinamica dei prezzi al consumo dei carburanti var. % dei prezzi al consumo e della tassazione (iva e accise) tra 5 dicembre 2010 e 6 dicembre 2011 7.000,00 6.000,00 5.000,00 1.024 1.020 1.017 4.877 4.859 4.841 -1.074 -1.074 2013 2014 4.000,00 3.000,00 2.000,00 1.000,00 0,00 -1.074 -1.000,00 -2.000,00 2012 Accise IVA IRES/IRPEF IRAP Credito d’imposta autotrasporto Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Relazione Tecnica DL 203 del 6 dicembre 2011 44 Ricapitalizzazione imprese (ACE): minori entrate arrivano a 2,9 miliardi nel 2014 Intervento di defiscalizzazione per nuovo capitale immesso nell’impresa per 950 milioni nel 2012, sale a 1446 nel 2013 e raddoppia ulteriormente, a 2.929 milioni, nel 2014 Riduzione Ires data da deduzione proporzionale al nuovo capitale immesso nell’impresa - Allowance for Corporate Equity (ACE) anno 2012-2013 – milioni di euro - conferimenti in denaro da parte dei soci o di destinazione di utili a riserva 3500 3000 262 2500 2000 1500 1000 130 2667 85 1317 500 865 0 2012 2013 IRES e add. Energerica 2014 IRPEF Soc. di persone + Ditte individuali Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Agenzia del Territorio, IFEL e RT D.L. 201 del 6 dicembre 2011 45 Ricapitalizzazione imprese (ACE): 91,1% a beneficio di società di capitali La leva fiscale è orientata alle imprese ‘capital intensive’: il 91,1% dello sconto fiscale ACE per imprese soggette ad IRES che occupano il 53,9% degli addetti Riduzione Ires data da deduzione proporzionale al nuovo capitale immesso nell’impresa - Allowance for Corporate Equity (ACE) per tipologia di soggetto Media 2012-2014 – addetti imprese non agricole e del settore bancario 120,0 100,0 8,9 80,0 47,1 60,0 40,0 91,1 52,9 20,0 0,0 sconfto fiscale ACE Imprese con IRES e add. Energerica occupati Imprese con IRPEF Soc. di persone + Ditte individuali Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Banca d’Italia e RT D.L. 201 del 6 dicembre 2011 46 IRAP 1 - deducibilità della spesa per personale IRAP 2 – deduzione donne e giovani < 35 anni La Relazione Tecnica al D.L. 201 stima in 3.120 milioni le minori entrate date dalle agevolazioni fiscali per costo del lavoro, donne e giovani. Il 59,7% dell’agevolazione è minore IRES per deducibilità della quota di Irap del costo lavoro, il 31,9% di minore Irap per dipendenti donne e under 35 e il restante 8,5% di minore Irpef per deducibilità della quota di Irap del costo lavoro Minori entrate da agevolazioni fiscali per deducibilità quota Irap riferita al costo del lavoro, dipendenti a tempo indeterminato donne e giovani under 35 Importo medio – valori in milioni di euro 2000 1.861 1800 1600 1400 1200 994 1000 800 600 400 264 200 0 Irap donne e under 35 IRES dedicibilità quota Irap costo lavoro Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati RT D.L. 201 del 6 dicembre 2011 Irpef dedicibilità quota Irap costo lavoro 47 Detrazioni 36% e 55%: per 100 euro di incentivo fiscale 43,1 euro di emersione La Relazione tecnica ‘misura’ i benefici per lo Stato del contrasto di interessi. A fronte di agevolazione fiscali in 10 anni per l’emersione di IVA e imposte dirette generano maggiori entrate per 409,1 milioni attutendo del 43,1% la perdita di gettito. Effetti su gettito degli Detrazioni per interventi di ristrutturazione, di efficientamento energetico del DL 201/11 in milioni di euro - variazioni di entrata cumulate negli anni in cui si distribuisce l’incentivo 400 306,8 200 102,3 0 -200 -400 -600 -648,4 -800 -1000 -1057,5 -1200 36% e 55% - minore Irpef in 10 anni emersione gettito IVA emersione gettito Irpef, Ires e Irap Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Relazione Tecnica DL 203 del 6 dicembre 2011 effetto netto 48 Nel 2010 la pressione fiscale è di 2,4 punti superiore all’Eurozona Gli ultimi dati della Banca d’Italia disponibili per un confronto internazionale evidenziano che nel 2010 persiste un divario di 2,4 punti di pressione fiscale rispetto alla media dell’Eurozona. Nel 2000 eravamo il 6° paese dell’Area Euro per pressione fiscale e nel 2010 siamo saliti al 4°. La pressione fiscale in Italia e nell’Area Euro 1993-2010 - valori in % del PIL 44 43,5 43 42,6 42,5 42 41,5 41 40,5 40,2 40 39,5 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Italia Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Eurozona 49 Con le manovre estive la pressione fiscale nel 2014 al 44,9% (con riduzione agevolazioni) 44,9 45 La pressione fiscale prima e dopo le manovre estive 2011 % del PIL 44,9 Al 2014 le manovre 2011 – comprensive della riduzione delle agevolazioni fiscali pari a 1,2 punti di PIL, innalzano di 2,4 punti la pressione fiscale, portandola al 44,9% 44,0 44,5 43,7 43,9 43,8 44 43,1 43,5 42,5 42,5 42,5 42,6 42,7 42,6 42,7 43 compresa riduzione agvolazioni fiscali anni 2012-13-14 Pressione fiscale Dati Istat e MEF – Nota Aggiornamento al DEF del 22 settembre 2011 2014 2013 2012 2011 2010 2009 42 pre manovre estive 2011 50 Nel 2013 e 2014 la pressione fiscale ai massimi storici Nel 2012 la pressione fiscale arriva al 43,8%, superando il massimo relativo di 42,9% del 1993 dopo maxi-manovra del Governo Amato; nel 2012, comprendendo gli effetti della riduzione delle agevolazioni fiscali, arriva al 43,8% superando il massimo relativo di 43,7% del 1997 con la manovra del Governo Prodi per ingresso in Eurozona. Nel 2014 previsto il massimo assoluto di 44,9%. 43,8 43,9 43,7 2012 2013 2014 42,7 2011 43,1 2009 42,6 42,9 2008 2010 43,1 2007 40,4 2005 42,0 40,6 2004 41,4 40,8 41,3 42,4 1999 41,6 42,3 1998 43,7 41,6 39,4 40,8 42 41,2 41,9 42,9 44 44,0 44,9 46 44,9 La pressione fiscale: dal 1980 al 2014 % del PIL - per anni 2010-2014 valori Nota Aggiornamento al DEF del 22 settembre 2011 con scorporo effetto riduzione agevolazioni fiscali 34,1 35,4 35,0 34,9 36 34,6 36,3 36,6 38 37,3 38,3 40 31,1 32 31,4 34 Dati Istat e MEF – Nota Aggiornamento al DEF del 22 settembre 2011 2006 2003 2002 2001 2000 1997 1996 1995 1994 Pressione fiscale 0 compresa riduzione agvolazioni fiscali anni 2012-13-14 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 1980 30 51 Total Tax Rate (TTR) 52 TOTALIZZAZIONE COMPLESSIVA TTR – TOTAL TAX RATE dai dati elaborati dagli esperti risulta infatti che in Europa il nostro paese continua a guidare la classifica dell'indice di carico fiscale complessivo per le aziende (il total tax rate) con un peso pari al 68,6% dei profitti commerciali, generato da imposte (44,9%) e oneri contributivi (23,7%) ITALY - T.T.R. 68,6% Dati Istat e MEF – Nota Aggiornamento al DEF del 22 settembre 2011 53 TOTALIZZAZIONE COMPLESSIVA TTR – TOTAL TAX RATE ITALY - T.T.R. 68,6% Rispetto a una media europea del 44,2% e mondiale del 47,8%. Poco meglio di noi, in Europa, la Francia (65,8%), mentre in Germania la percentuale è al 48,2%, in Spagna al 56,5% e nel Regno Unito al 37,3%. Sotto il 30%, invece, si collocano il Lussemburgo, quello con la percentuale più bassa in Europa (21,2%), ma anche Cipro, Irlanda, Bulgaria e Danimarca. Sui 183 paesi presi in considerazione dallo studio, l'Italia risulta al 167° posto quanto al peso del prelievo fiscale sulle imprese, a causa, soprattutto, delle tasse sul lavoro e dei contributi sociali pagati dai datori di lavoro Dati Istat e MEF – Nota Aggiornamento al DEF del 22 settembre 2011 54 Total Tax Rate (TTR) 55 L’Italia è la 17° nazione al mondo e 1° in Europa per tassazione sull’attività di impresa Nella comparazione internazionale della Banca Mondiale relativa al Total Tax Rate (TTR) l’Italia è al 17° posto su 183 Paesi del mondo per tassazione in percentuale dei profitti. L’Italia è il Paese europeo con il più alto TTR Le 30 nazioni nel Mondo con il più alto Total Tax Rate anno 2011 - in % del PIL ufficiale - TTR: Incidenza percentuale di tutte le imposte nazionali e territoriali sul risultato operativo lordo Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati 2010 World Bank - Paying Taxes 2011 56 Grazie per l’attenzione Dr. Leonardo Gentile - Confartigianato Imprese Ancona Via Fioretti nr. 2/a - 60131 Ancona Albo Dottori Commercialisti e Esperti contabili Revisore contabile Ancona nr. 290 sez. A + 390712293220 + 390712293254 +393471785129 [email protected] [email protected] (PEC) 57