TECNOLOGIA
I nuovi sistemi VRF
Fin dalla loro comparsa sul mercato,
i sistemi a portata di refrigerante
variabile hanno contribuito a
trasformare radicalmente l’architettura
della climatizzazione ambientale.
Oggi, oltre ai continui miglioramenti
di efficienza, riescono ad
implementare soluzioni progettuali
innovative ed eterogene che ne
permettono l’utilizzo “all season”.
Luca Ferrari
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Diventa sempre più complicato disegnare
un quadro riassuntivo delle nuove tecnologie dei sistemi VRF. Infatti, se agli esordi sul mercato erano disponibili solo pochi
modelli tra i quali risultava abbastanza facile un confronto di tecnologie e prestazioni, oggi lo scenario è decisamente mutato,
sia per la comparsa di nuovi costruttori, sia
per lo sviluppo di nuove tecnologie e scelte progettuali
Anche se a grandi linee il principio di funzionamento dei sistemi VRF è ben noto, il come
si svolga differisce in aspetti e dettagli anche
non trascurabili tra costruttore e costruttore.
Non solo, da diverso tempo sono presenti sul
mercato sistemi che, oltre alla climatizzazione, realizzano la produzione di acqua calda
per riscaldamento e/o per usi sanitari. Né
mancano sistemi che utilizzano le acque in
natura per lo smaltimento del calore refluo
al condensatore nel regime di condizionamento, o per prelevarvi energia termica nel
regime di riscaldamento a pompa di calore.
Sistemi che hanno dimostrato successo anche in applicazioni geotermiche, con valori
di efficienza energetica molto interessanti.
Gli ulteriori sistemi VRF a pompa di calore,
ottimizzati per il riscaldamento, con capaci-
tà esaltate rispetto ai modelli standard, sono oggi in grado di mantenere le condizioni
di benessere in ambiente anche di fronte a
temperature esterne molto basse.
Tutto questo conferma che la realtà di tali
sistemi è oggi grandemente diversificata e in
continua evoluzione, fatto questo che rende
non facili confronti e valutazioni.
Nel seguito si è cercato di delinearne le caratteristiche innovative di maggior rilievo,
basandosi sulle informazioni fornite dai costruttori.
Miglioramenti e innovazioni
Ai fini di un esame generale, semplificando, le principali peculiarità dei nuovi sistemi
VRF si possono distinguere in miglioramenti, nella direzione di una maggior efficienza
energetica e prestazionale, e in innovazioni
quali il recupero/trasferimento di calore e la
produzione di acqua calda, per usi di riscaldamento e sanitari, combinata con la climatizzazione ambientale e del trattamento
dell’aria. A queste novità va aggiunta inoltre
la riprogettazione dei circuiti frigoriferi per
esaltare certe specifiche caratteristiche. In
ultimo, seppur di nicchia, la condensazione
ad acqua ha permesso di raggiungere valori
notevoli di efficienza energetica rispetto ai
sistemi omologhi ad aria.
Prima di esaminare di seguito tali aspetti, ricordiamo le caratteristiche già ampiamente consolidate dei sistemi VRF di ultima generazione:
– utilizzo del refrigerante R-410A;
– disponibilità di macchine a pompa di calore e a recupero di calore;
– sviluppo di compressori rotativi a palette e scroll con motori a corrente continua
con Inverter;
– utilizzo di motori a corrente continua a
velocità variabile per i ventilatori;
– campo di potenze frigorifere esteso, in generale, da 8 a circa 120 kWf, e da 9 a 132 kWt
per i sistemi a pompa di calore, e da circa
20 a 90 kWf e da circa 25 a 100 kWt nei sistemi a recupero di calore.
1 Una tipica unità
esterna di un sistema
VRF di potenza media
equipaggiata con
compressori scroll con
motore a corrente
continua pilotati da
Inverter (Hitachi).
Compressori con motori
a corrente continua
Nel campo dei miglioramenti dell’efficienza
energetica viene naturale analizzare innanzi tutto il cuore dell’impianto VRF: il compressore.
Vi è infatti sempre un’intensa ricerca dedicata al miglioramento delle prestazioni energetiche dei compressori e della rispettiva elettronica di regolazione (Inverter). Inoltre la
regolazione impostata consente di attivare
parametri flessibilità che permettono all’elettronica di adeguare la prestazione dell’impianto alla richiesta specifica, superando le
impostazioni standard di lavoro.
Per questo è possibile consentire al compressore di lavorare in raffreddamento, in
riscaldamento o in entrambe le modalità, in
maniera “più spinta” per raggiungere velocemente la risposta desiderata.
Nella maggior parte dei prodotti sul mercato
i compressori sono di tipo scroll e in misura
minore rotativi, per le potenze inferiori, ma
ciò non significa che abbiano identiche caratteristiche. Ormai nella generalità dei casi, i compressori a velocità variabile (scroll
o rotativi) sono equipaggiati con motore a
corrente continua e Inverter, in quanto con
essi si può ottenere un’efficienza energe-
tica maggiore dall’elettronica e un funzionamento più uniforme del motore. Infatti
la corrente alternata di rete, dopo essere
stata trasformata in continua non deve essere ritrasformata nuovamente in alternata.
Daikin e Hitachi utilizzano compressori scroll
a corrente continua a riluttanza con rotori
a magnete permanente al neodimio pilotati da Inverter.
Vi è poi la tendenza generale di abbandonare la soluzione di equipaggiare le unità
esterne con un solo compressore a velocità
variabile, mentre gli altri – uno o più secondo la potenza dell’unità – sono del tipo a
velocità costante (on-off) con alimentazione a corrente alternata, per andare verso
soluzioni con soli compressori con inverter.
Un’unità esterna della gamma Hitachi è visibile nella figura 1.
A corrente continua, sempre con regolazione a inverter, sono i compressori scroll di
quarta generazione montati sulla serie Multi
V IV di LG Electronics; ciascuna unità esterna è equipaggiata con due compressori, entrambi a funzionamento con inverter a corrente continua. Il nuovo compressore scroll
inverter LG ad alta pressione è ottimizzato
per il funzionamento a regimi parziali, pesa
la metà del modello precedente e raggiunge
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2 Un’unità esterna DVM S di Samsung
equipaggiata con compressore Digital
Scroll EVI. La variazione di capacità
avviene interrompendo per brevi
intervalli di tempo la compressione
ma senza arrestare il motore.
3 Toshiba ha equipaggiato le proprie
unità esterne con una terna di
compressori rotativi Twin Rotary con
motore a corrente continua pilotati
da Inverter che ne regola la velocità
in modo indipendente rispetto
agli altri e mantengono i carichi
equilibrati su tutte le unità anche
ai valori più bassi della domanda.
una frequenza massima di rotazione di 150 Hz
(maggior reazione alle variazioni di carico e
maggior efficienza ai carichi parziali).
Particolarità dei compressori scroll LG, ma
non solo di essi, è l’immissione di refrigerante in fase vapore nella zona di compressione che può aumentare la temperatura di
mandata in condizioni di lavoro a basse temperature esterne in modo da incrementare la capacità di riscaldamento e migliorare
l’intervallo operativo. A ciò si aggiunge un
nuovo sistema di recupero dell’olio ad alta
pressione (HiPORTM) che ne aumenta ulteriormente l’efficienza preservandone nel
contempo il corretto funzionamento.
Basata anch’essa su doppio compressore
scroll a corrente continua di terza generazione, è la filosofia Samsung della serie DVM S
(Digital Variable Multi), anch’essa con inverter e iniezione di gas per aumentare l’efficienza alle basse temperature EVI (Enhanced Vapor Injection) e una messa a regime
rapida (figura 2).
La tecnologia EVI consiste nell’iniezione di
vapore di refrigerante freddo da uno scam-
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biatore di calore in una fase intermedia della compressione. Anche in questo caso si limita la temperatura di fine compressione, si
aumenta la portata massica del refrigerante
nel condensatore e si accresce il valore del
sottoraffreddamento del liquido. L’unione di
queste due tecnologie produce un aumento
della capacità di riscaldamento a pompa di
calore fino del 20% e dell’efficienza energetica fino del 7%.
I limiti di temperatura esterna sono compresi tra -5 °C e +48 °C in raffrescamento
e -20 °C e +24 °C in riscaldamento.
Una soluzione originale è quella sviluppata
da Toshiba (figura 3), che consiste nell’aver
equipaggiato le unità esterne (14-16 HP) addirittura con tre compressori rotativi (Twin
Rotary) di propria produzione, con motori
a corrente continua, pilotati da Inverter a
controllo vettoriale in grado di modulare
la frequenza della tensione di alimentazione del compressore con una precisione di
0,1 Hz, consentendo al compressore di erogare solamente la potenzialità strettamente
necessaria.
Una scelta che si distacca da quella degli altri costruttori anche per il diverso regime di
funzionamento ai carichi parziali.
Nel funzionamento a carico ridotto il carico
stesso viene ripartito sui più compressori tutti ad inverter, invece di utilizzare un singolo
compressore ad elevata velocità.
La potenza complessiva è la stessa, ma il
consumo energetico e la rumorosità sono
ridotti perché la velocità di funzionamento
è più bassa. Inoltre non si incorre all’usura
selettiva del solo compressore Inverter.
Mitsubishi Electric ha dotato invece i propri
VRF del nuovo compressore scroll inverter
con motore elettrico DC ad alta efficienza
Poki Poki, ottimizzato per funzionare ai carichi parziali.
Il motore si caratterizza per un elevato livello
di densità della bobina e per un alta efficienza. Lo statore del motore non è costituito
da un corpo unico, ma sezionato in più parti
(noccioli). I singoli noccioli subiscono singolarmente il processo di avvolgimento della
bobina (da qui la denominazione di avvolgimento concentrato), in modo tale che il
4 Un modello di unità esterna
VRF, nella fascia bassa di
potenze, della serie Flowlogic
di Airwell.
5 La gamma VRV IV a recupero
di calore di Daikin è un sistema
a tre tubi con temperatura
del refrigerante variabile dal
quale si possono ottenere
contemporaneamente
raffrescamento, riscaldamento,
acqua fredda a 5 °C, acqua
calda fino a 80 °C e ricircolo
dell’aria.
processo di avvolgimento minimizzi lo spazio morto (dead space).
Con un 20% maggiore di rapporto volumetrico della densità della bobina di rame
rispetto ai motori elettrici convenzionali, l’efficienza del motore è aumentata del 4%.
Anche Airwell, nella propria serie FlowLogic, di cui un modello è visibile nella figura
4, prevede la regolazione con inverter dei
compressori scroll.
Argo invece ha optato per una scelta ibrida
circa la tipologia dei compressori, che nei
propri sistemi Multiset VRF DC Inverter utilizzano un modello rotativo (Twin Rotary)
con Inverter e motore a corrente continua
in unione a compressori scroll a velocità fissa a corrente alternata.
Sono sempre compressori DC Twin Rotary, con tecnologia Inverter quelli montati
sulle macchine a flusso refrigerante variabile Airstage di Fujitsu. Anche qui l’uso di
un inverter DC, unitamente a un sistema di
espansione con valvola elettronica per unità interna individuale, assicura un controllo
preciso del flusso del refrigerante.
Caratteristiche aerodinamiche
dei ventilatori
Un impegno non meno attento è stato dedicato a migliorare le caratteristiche aerodinamiche dei ventilatori delle unità esterne,
con soluzioni diverse secondo i costruttori,
ma che si possono compendiare in una ricerca volta a ridurre la turbolenza del flusso d’aria scaricato, agendo sia sul profilo
delle pale del ventilatore, sia sulle caratteristiche del boccaglio di scarico. Il risultato,
indipendentemente dalle soluzioni adottate, si è tradotto in una maggiore efficienza
aerodinamica e in una riduzione del livello
sonoro. Ad esempio, Daikin sui modelli VRV
ha ridotto la turbolenza deflettendo di un
certo angolo l’inclinazione di estremità delle tre pale del proprio ventilatore a spirale
Aero. In aggiunta, ha utilizzato un motore
a corrente continua a rotore esterno che
ha consentito un ulteriore guadagno di efficienza. Un diametro più grande per il rotore permette di raggiungere valori di forza magnetica più elevati a parità di campo
magnetico generato e un miglior controllo
grazie alla maggiore parzializzazione che
permette di raggiungere più facilmente il
valore di potenza impostato.
Ottimizzando l’andamento dell’onda sinusoidale viene generata una rotazione del
motore più uniforme migliorando l’efficienza.
Hitachi a propria volta ha sviluppato un ventilatore a 4 pale a diametro maggiorato che
permette di ridurre fino a 60 giri/min. la velocità di funzionamento. A ciò ha contribuito anche il profilo della bocca di scarico al
quale è stata conferita un’espansione nella zona superiore. All’efficienza energetica
contribuiscono anche in questo caso motori a corrente continua pilotati da Inverter.
Varie soluzioni sono state pure sviluppate
per migliorare l’efficienza del processo di
scambio termico delle batterie, giocando
sia sul profilo delle alette, sia sul diametro
dei tubi. La riprogettazione del profilo delle alette, con la riduzione del diametro dei
tubi, ha permesso di ridurre le perdite di
carico opposte al flusso d’aria, migliorando
al tempo stesso l’efficienza dello scambio
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termico e quella del ventilatore. Le batterie
stesse sono fondamentalmente del tipo a
pacco, variamente sagomate, a 2 o 3 ranghi, secondo i modelli e la capacità delle
unità esterne.
Questo insieme di interventi ha prodotto un
rimarchevole aumento dell’efficienza energetica complessiva dei sistemi VRF.
Ad oggi invece risulta che solo Daikin ha
introdotto la tecnologia della temperatura
variabile del refrigerante VRT, che consente
ai propri VRV IV di meglio adattarsi alle esigenze stagionali dei singoli edifici.
In modalità automatica il sistema regola costantemente sia la temperatura sia il volume del refrigerante in funzione del carico di
lavoro totale richiesto e della temperatura
esterna. E’ cosi impostato per massimizzare
l’efficienza energetica durante la maggior
parte dell’anno, garantendone un aumento
del 28% e comfort durante tutto l’anno.
6 Vista di un modulo HWS equipaggiato
con un compressore rotativo a R-134a di
Mitsubishi Electric.
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Ad esempio nella media stagione, quando
le esigenze di raffrescamento sono limitate
e la temperatura dei locali è prossima al setpoint, il sistema può regolare la temperatura del refrigerante aumentandola in modo
da consumare meno energia.
Sistemi ibridi
In questa tipologia rientrano quelle caratteristiche dell’impianto che estendono le
funzioni classiche dei sistemi VRF realizzando impianti ibridi: idronici e a espansione diretta. Il sistema ibrido, oltre ad offrire
un’elevata efficienza energetica, consente
eccellenti capacità di diversificazione che
mancano del tutto ai sistemi di climatizzazione tradizionali.
I costruttori sempre attenti all’evoluzione
delle tecnologie a questo proposito hanno cosi affrontato la riprogettazione dei
circuiti frigoriferi dei rispettivi prodotti, allo scopo di esaltarne certe caratteristiche
prestazionali soprattutto in riscaldamento. Il risultato è che il circuito frigorifero
classico è stato trasformato e ha assunto
delle connotazioni diverse e delle funzioni
più evolute (pompe di calore), consentendo così in un unico impianto il recupero di
calore estratto dalle aree che richiedono il
raffrescamento e il suo utilizzo per riscaldare altre aree, oppure per la produzione
di acqua calda per usi sanitari e/o di riscaldamento.
Questa soluzione in cui il sistema si dota
del recupero di calore sta vedendo prevalere la soluzione impiantista dei tre tubi in
virtù della maggiore efficienza nel recupero del calore: nei sistemi a due tubi il gas
e il refrigerante liquido sono miscelati e
per separarli e recuperare calore è richiesta
un’elevata temperatura di condensazione.
Nel sistema a tre tubi invece gas e refrigerante sono separati e quindi per recuperare
calore è richiesta una temperatura di condensazione minore, che si traduce anche
in una riduzione del consumo di energia.
Questi sistemi sono dotati di un modulo
idronico interno al sistema VRF grazie al
quale di norma è possibile produrre acqua
calda fino ad una temperatura di 45 °C per
riscaldamento o per la generazione di acqua calda sanitaria. Mediante l’utilizzo di
questo modulo, il sistema VRF si sostituisce
agli impianti di riscaldamento centralizzati
tradizionali.
È questa la soluzione integrata della gamma VRV IV a recupero di calore di Daikin
(figura 5). Nello specifico si tratta di un sistema a tre tubi con temperatura del refrigerante variabile dal quale si possono ottenere contemporaneamente raffrescamento,
riscaldamento, acqua fredda a 5 °C, acqua
calda fino a 80 °C e ricircolo dell’aria.
La sfida maggiore è stata quella di riuscire a
produrre acqua calda anche quando la temperatura esterna risulti maggiore di 40 °C, e
questo significa far lavorare il sistema ad
alte temperature con alte pressioni.
Il sistema è disponibile per potenze da 12,5
a 31,5 kW e può essere collegato ai sistemi
VRV IV, sia condensati ad aria, sia ad acqua.
Allo stesso tempo le unità di collegamento Daikin BS, mono e multi, consentono di
passare dalla modalità di raffreddamento a
quella di riscaldamento e viceversa.
Il medesimo principio viene applicato dal
modulo idronico Hydrobox di Mitsubishi
Electric a bassa temperatura per riscaldamento con produzione di acqua calda da
25 °C a 45 °C e quindi idoneo per riscaldamento radiante, radiatori a bassa temperatura, fan coil in pompa di calore. In
alternativa il modulo Hydrobox reversibile
aggiunge la funzione di raffrescamento.
Sempre nel campo del riscaldamento e
recupero del calore Mitsubishi Electric ha
sviluppato ulteriori due sistemi distinti che
forniscono acqua calda combinata con la
climatizzazione estiva.
Il sistema con modulo idronico HWS produce acqua calda ad alta temperatura, fino
a 70 °C, previsto per essere collegato ad
un sistema a recupero di calore con sistemi R2/WR2, in aggiunta alle unità interne
7 L’unità eMix di Argoclima è dedicata alla
produzione in accumulo di acqua calda
sanitaria con temperatura fino a 80° C e
progettata per essere collegata a qualsiasi
tipo di accumulo (dal tipico boiler elettrico da
80 litri fino al serbatoio ad intercapedinwe
da 300 litri).
È in grado inoltre di gestire fonti energetiche
di back-up quali: solare termico o resistenze
elettriche.
8 Le unità esterne MULTI V IV HR di
LG Electronics a recupero di calore
possono funzionare simultaneamente in
condensazione e evaporazione, tramite
l’unità HR anche con connessione seriale.
di climatizzazione volute. La potenza termica è di 12,5 kW. Il sistema con modulo ATW effettua invece la produzione di
acqua calda per riscaldamento a pannelli
radianti fino a 40 °C, e la produzione di
acqua fredda estiva. Èprevisto per essere
collegato sia a sistemi a pompa di calore,
sia a recupero di calore ed è disponibile in
due grandezze costruttive con potenza
termica di 12,5 e 25 kW.
In sintesi i due moduli funzionano su principi diversi: l’HWS comprende un circuito frigorifero con un compressore rotativo funzionante a R-134a, che, in collegamento
ad una unità esterna, costituisce il 2° stadio – in salita – di un circuito frigorifero in
grado di consentire la produzione di acqua
calda fino a 70 °C (figura 6).
Nel funzionamento dell’impianto a recupero di calore, esso utilizza l’energia termica altrimenti dispersa per il riscaldamento
dell’acqua, ottenendo così dei valori di efficienza energetica sensibilmente elevati.
Il modulo ATW, invece, è sostanzialmente statico e dispone di uno scambiatore
di calore a piastre refrigerante-acqua che
permette, in aggiunta alla climatizzazione,
la produzione di acqua calda fino a 40 °C
per riscaldamento a pannelli radianti e servizi sanitari. Argoclima con la linea iSeries,
entra anch’essa nell’utilizzo integrato della
tecnologia ad espansione diretta e di quella
idronica, e grazie all’introduzione alla nuova unità interna eMix ottiene la produzione
in accumulo di acqua calda sanitaria tutto l’anno con temperature fino a 80 °C.
L’unità eMix di figura 7 sfrutta il calore di
surriscaldamento del gas, grazie ad una
connessione frigorifera presente sulle unità
esterne, collegata direttamente alla mandata del compressore e dedicata esclusivamente al collegamento di questa particolare unità, sia ad un software evoluto
di gestione del circuito frigorifero e degli
organi coinvolti (compressore, ventilatori,
valvole elettroniche, pompa di circolazione
dell’acqua). Anche le unità esterne MULTI
V IV HR di LG a recupero di calore (figura
8 ), possono funzionare simultaneamente
in condensazione e evaporazione e tramite
l’unità HR, anche con connessione seriale.
LG ha ampliato l’intervallo operativo in modalità raffreddamento continuo da -5 °C a
-10 °C, per fornire una soluzione migliore
più efficiente in tutte le applicazioni che
necessitano di funzionare in freddo durante tutto l’arco dell’anno.
In aggiunta alla notevole efficienza energetica, il Multi V IV vanta anche un’estrema
flessibilità di utilizzo.
Le prestazioni del Multi V IV con i nuovi
percorsi differenziati del refrigerante per il
riscaldamento e il raffreddamento contribuiscono ad un miglioramento del 15%
dell’efficienza energetica integrata. Inoltre, il controllo attivo del refrigerante di
LG regola automaticamente la quantità di
refrigerante in circolo aumentando ulteriormente l’efficienza del 3%.
Anche i nuovi sistemi VRF SHRM-i di Toshiba (Super Heat Recovery Multi System)
a tre tubi erogano simultaneamente raffrescamento e riscaldamento e vantano
una elevata efficienza energetica in tutte
le condizioni di carico termico.
Le potenzialità frigorifere spaziano dai 22,4
agli 118 kW, mentre le potenzialità di riscaldamento vanno dai 25 agli 132 kW. Ad
ogni circuito frigorifero possono infine essere collegate fino a 48 unità interne, con
la più distante fino a 190 m.
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9 L’unità Airstage VR-II di Fujitsu, con recupero di calore per riscaldamento
e raffreddamento simultanei, è stata completamente riprogettata rispetto
alle precedenti versioni attraverso l’ottimizzazione della componentistica
interna, dei flussi d’aria e dello scambiatore di calore.
Rimanendo sempre nel campo del recupero del calore anche le unità esterne DVM
S Samsung possono essere collegate ad
unità interne che funzionano contemporaneamente in riscaldamento e raffrescamento, garantendo una maggiore flessibilità di gestione ed un notevole risparmio
energetico. Nei sistemi a recupero di calore
devono essere installati i box MCU per effettuare la conversione di modalità caldo/
freddo. Ogni MCU permette di collegare
fino a 6 unità interne tutte indipendenti tra
loro nel funzionamento in raffrescamento/
riscaldamento.
Le esterne DVM S a recupero di calore collegate in tandem effettuano uno sbrinamento alternato, garantendo sempre un
riscaldamento continuo degli ambienti senza cali di temperatura.
Anch’essi, con kit idrico HP/HR a bassa/alta temperatura (50/80 °C), possono produrre acqua calda/refrigerata a bassa/alta
temperatura (50/80 °C).
Con la serie FSN1E di Hitachi a recupero
di calore è possibile realizzare una porzione di circuito frigorifero di tipo “ibrido”
confinando la prestazione esclusivamente alla modalità cooling (senza l’unita CH
Box) servendo una potenza complessiva fino al 50% della potenza nominale dell’unità esterna.Va inoltre segnalato, in analo-
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gia con altri costruttori del resto, il circuito
Supercooling del sistema Set-Free sempre
di Hitachi. Lo scopo è fondamentalmente il
medesimo: aumentare la capacità termica
e frigorifera del circuito, a parità di potenza
elettrica assorbita, quindi con un aumento
sensibile dell’efficienza energetica.
Infine il VRF Airstage VR-II di Fujitsu (figura
9) con recupero di calore, è caratterizzato dalla versatilità di utilizzo con unità interne indipendenti dal punto di vista della
commutazione caldo/freddo a garanzia del
massimo risparmio energetico.
Sistemi condensati ad acqua
I sistemi VRF condensati ad acqua sono
stati distribuiti sul mercato italiano inizialmente da Mitsubishi Electric e poi da Daikin; non risulta che siano offerti da altri costruttori. La serie W di Mitsubishi Electric
è offerta in due versioni: WY, a pompa di
calore, da 8 a 24 HP su quattro modelli
e WR2, a recupero di calore con potenze
come i precedenti.
Per entrambe le versioni a pompa di calore
e a recupero di calore il collegamento tra
l’unità motocondensante e le unità interne è a 2 tubi.
Il compressore è regolato mediante Inverter che ne adegua la potenza frigorifera
erogata alla domanda. La capacità totale
delle unità interne è compresa dal 50% al
150% della capacità nominale dell’unità
condensante.
Daikin da parte sua offre i sistemi VRV W
che possono funzionare in regime di pompa di calore o di recupero di calore a seconda dei collegamenti effettuati (la scelta
del regime è quindi automatica da parte
della macchina).
Sono disponibili tre grandezze di unità motocondensanti, con potenze da 8 a 30 HP.
Le unità motocondensanti sono equipaggiate con uno, due o tre compressori scroll
di nuova generazione, tipo G, Digital Controlled, funzionanti a 6900 g/min, equipaggiati con Inverter con funzione soft start,
per ridurre la corrente assorbita all’avviamento. I collegamenti frigoriferi dall’unità
motocondensante alle unità interne sono
a 2 tubi per la modalità a pompa di calore,
e a 3 tubi per quella a recupero di calore.
I sistemi VRF ad acqua, oltre a poter utilizzare acque di falda e di superficie, sono idonei per l’applicazione in impianti ad
anello d’acqua chiuso e in impianti geotermici.
Conclusioni
I moderni sistemi VRF si configurano in
svariate alternative per quanto riguarda le
capacità e le funzioni svolte. I livelli di efficienza energetica sono poi tra i più alti
dell’industria HVAC nell’ambito dei campi
di potenza coperti.
La scelta dei compressori con motori a corrente continua pilotati da Inverter potrà
anzi riflettersi sui sistemi idronici inducendo una positiva trasformazione anche in
questo settore. Non c’è dubbio comunque
che i sistemi VRF si siano saputi affermare
al di là pur delle più ottimistiche previsioni, e che questa affermazione sia stata in
gran parte meritata per gli importanti valori
di innovazione, efficienza energetica, funzionalità e flessibilità di impiego che hanno
saputo offrire al mercato.
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