TECNOLOGIA I nuovi sistemi VRF Fin dalla loro comparsa sul mercato, i sistemi a portata di refrigerante variabile hanno contribuito a trasformare radicalmente l’architettura della climatizzazione ambientale. Oggi, oltre ai continui miglioramenti di efficienza, riescono ad implementare soluzioni progettuali innovative ed eterogene che ne permettono l’utilizzo “all season”. Luca Ferrari 86 RCI n.9/2014 Diventa sempre più complicato disegnare un quadro riassuntivo delle nuove tecnologie dei sistemi VRF. Infatti, se agli esordi sul mercato erano disponibili solo pochi modelli tra i quali risultava abbastanza facile un confronto di tecnologie e prestazioni, oggi lo scenario è decisamente mutato, sia per la comparsa di nuovi costruttori, sia per lo sviluppo di nuove tecnologie e scelte progettuali Anche se a grandi linee il principio di funzionamento dei sistemi VRF è ben noto, il come si svolga differisce in aspetti e dettagli anche non trascurabili tra costruttore e costruttore. Non solo, da diverso tempo sono presenti sul mercato sistemi che, oltre alla climatizzazione, realizzano la produzione di acqua calda per riscaldamento e/o per usi sanitari. Né mancano sistemi che utilizzano le acque in natura per lo smaltimento del calore refluo al condensatore nel regime di condizionamento, o per prelevarvi energia termica nel regime di riscaldamento a pompa di calore. Sistemi che hanno dimostrato successo anche in applicazioni geotermiche, con valori di efficienza energetica molto interessanti. Gli ulteriori sistemi VRF a pompa di calore, ottimizzati per il riscaldamento, con capaci- tà esaltate rispetto ai modelli standard, sono oggi in grado di mantenere le condizioni di benessere in ambiente anche di fronte a temperature esterne molto basse. Tutto questo conferma che la realtà di tali sistemi è oggi grandemente diversificata e in continua evoluzione, fatto questo che rende non facili confronti e valutazioni. Nel seguito si è cercato di delinearne le caratteristiche innovative di maggior rilievo, basandosi sulle informazioni fornite dai costruttori. Miglioramenti e innovazioni Ai fini di un esame generale, semplificando, le principali peculiarità dei nuovi sistemi VRF si possono distinguere in miglioramenti, nella direzione di una maggior efficienza energetica e prestazionale, e in innovazioni quali il recupero/trasferimento di calore e la produzione di acqua calda, per usi di riscaldamento e sanitari, combinata con la climatizzazione ambientale e del trattamento dell’aria. A queste novità va aggiunta inoltre la riprogettazione dei circuiti frigoriferi per esaltare certe specifiche caratteristiche. In ultimo, seppur di nicchia, la condensazione ad acqua ha permesso di raggiungere valori notevoli di efficienza energetica rispetto ai sistemi omologhi ad aria. Prima di esaminare di seguito tali aspetti, ricordiamo le caratteristiche già ampiamente consolidate dei sistemi VRF di ultima generazione: – utilizzo del refrigerante R-410A; – disponibilità di macchine a pompa di calore e a recupero di calore; – sviluppo di compressori rotativi a palette e scroll con motori a corrente continua con Inverter; – utilizzo di motori a corrente continua a velocità variabile per i ventilatori; – campo di potenze frigorifere esteso, in generale, da 8 a circa 120 kWf, e da 9 a 132 kWt per i sistemi a pompa di calore, e da circa 20 a 90 kWf e da circa 25 a 100 kWt nei sistemi a recupero di calore. 1 Una tipica unità esterna di un sistema VRF di potenza media equipaggiata con compressori scroll con motore a corrente continua pilotati da Inverter (Hitachi). Compressori con motori a corrente continua Nel campo dei miglioramenti dell’efficienza energetica viene naturale analizzare innanzi tutto il cuore dell’impianto VRF: il compressore. Vi è infatti sempre un’intensa ricerca dedicata al miglioramento delle prestazioni energetiche dei compressori e della rispettiva elettronica di regolazione (Inverter). Inoltre la regolazione impostata consente di attivare parametri flessibilità che permettono all’elettronica di adeguare la prestazione dell’impianto alla richiesta specifica, superando le impostazioni standard di lavoro. Per questo è possibile consentire al compressore di lavorare in raffreddamento, in riscaldamento o in entrambe le modalità, in maniera “più spinta” per raggiungere velocemente la risposta desiderata. Nella maggior parte dei prodotti sul mercato i compressori sono di tipo scroll e in misura minore rotativi, per le potenze inferiori, ma ciò non significa che abbiano identiche caratteristiche. Ormai nella generalità dei casi, i compressori a velocità variabile (scroll o rotativi) sono equipaggiati con motore a corrente continua e Inverter, in quanto con essi si può ottenere un’efficienza energe- tica maggiore dall’elettronica e un funzionamento più uniforme del motore. Infatti la corrente alternata di rete, dopo essere stata trasformata in continua non deve essere ritrasformata nuovamente in alternata. Daikin e Hitachi utilizzano compressori scroll a corrente continua a riluttanza con rotori a magnete permanente al neodimio pilotati da Inverter. Vi è poi la tendenza generale di abbandonare la soluzione di equipaggiare le unità esterne con un solo compressore a velocità variabile, mentre gli altri – uno o più secondo la potenza dell’unità – sono del tipo a velocità costante (on-off) con alimentazione a corrente alternata, per andare verso soluzioni con soli compressori con inverter. Un’unità esterna della gamma Hitachi è visibile nella figura 1. A corrente continua, sempre con regolazione a inverter, sono i compressori scroll di quarta generazione montati sulla serie Multi V IV di LG Electronics; ciascuna unità esterna è equipaggiata con due compressori, entrambi a funzionamento con inverter a corrente continua. Il nuovo compressore scroll inverter LG ad alta pressione è ottimizzato per il funzionamento a regimi parziali, pesa la metà del modello precedente e raggiunge 87 RCI n.9/2014 2 Un’unità esterna DVM S di Samsung equipaggiata con compressore Digital Scroll EVI. La variazione di capacità avviene interrompendo per brevi intervalli di tempo la compressione ma senza arrestare il motore. 3 Toshiba ha equipaggiato le proprie unità esterne con una terna di compressori rotativi Twin Rotary con motore a corrente continua pilotati da Inverter che ne regola la velocità in modo indipendente rispetto agli altri e mantengono i carichi equilibrati su tutte le unità anche ai valori più bassi della domanda. una frequenza massima di rotazione di 150 Hz (maggior reazione alle variazioni di carico e maggior efficienza ai carichi parziali). Particolarità dei compressori scroll LG, ma non solo di essi, è l’immissione di refrigerante in fase vapore nella zona di compressione che può aumentare la temperatura di mandata in condizioni di lavoro a basse temperature esterne in modo da incrementare la capacità di riscaldamento e migliorare l’intervallo operativo. A ciò si aggiunge un nuovo sistema di recupero dell’olio ad alta pressione (HiPORTM) che ne aumenta ulteriormente l’efficienza preservandone nel contempo il corretto funzionamento. Basata anch’essa su doppio compressore scroll a corrente continua di terza generazione, è la filosofia Samsung della serie DVM S (Digital Variable Multi), anch’essa con inverter e iniezione di gas per aumentare l’efficienza alle basse temperature EVI (Enhanced Vapor Injection) e una messa a regime rapida (figura 2). La tecnologia EVI consiste nell’iniezione di vapore di refrigerante freddo da uno scam- 88 RCI n.9/2014 biatore di calore in una fase intermedia della compressione. Anche in questo caso si limita la temperatura di fine compressione, si aumenta la portata massica del refrigerante nel condensatore e si accresce il valore del sottoraffreddamento del liquido. L’unione di queste due tecnologie produce un aumento della capacità di riscaldamento a pompa di calore fino del 20% e dell’efficienza energetica fino del 7%. I limiti di temperatura esterna sono compresi tra -5 °C e +48 °C in raffrescamento e -20 °C e +24 °C in riscaldamento. Una soluzione originale è quella sviluppata da Toshiba (figura 3), che consiste nell’aver equipaggiato le unità esterne (14-16 HP) addirittura con tre compressori rotativi (Twin Rotary) di propria produzione, con motori a corrente continua, pilotati da Inverter a controllo vettoriale in grado di modulare la frequenza della tensione di alimentazione del compressore con una precisione di 0,1 Hz, consentendo al compressore di erogare solamente la potenzialità strettamente necessaria. Una scelta che si distacca da quella degli altri costruttori anche per il diverso regime di funzionamento ai carichi parziali. Nel funzionamento a carico ridotto il carico stesso viene ripartito sui più compressori tutti ad inverter, invece di utilizzare un singolo compressore ad elevata velocità. La potenza complessiva è la stessa, ma il consumo energetico e la rumorosità sono ridotti perché la velocità di funzionamento è più bassa. Inoltre non si incorre all’usura selettiva del solo compressore Inverter. Mitsubishi Electric ha dotato invece i propri VRF del nuovo compressore scroll inverter con motore elettrico DC ad alta efficienza Poki Poki, ottimizzato per funzionare ai carichi parziali. Il motore si caratterizza per un elevato livello di densità della bobina e per un alta efficienza. Lo statore del motore non è costituito da un corpo unico, ma sezionato in più parti (noccioli). I singoli noccioli subiscono singolarmente il processo di avvolgimento della bobina (da qui la denominazione di avvolgimento concentrato), in modo tale che il 4 Un modello di unità esterna VRF, nella fascia bassa di potenze, della serie Flowlogic di Airwell. 5 La gamma VRV IV a recupero di calore di Daikin è un sistema a tre tubi con temperatura del refrigerante variabile dal quale si possono ottenere contemporaneamente raffrescamento, riscaldamento, acqua fredda a 5 °C, acqua calda fino a 80 °C e ricircolo dell’aria. processo di avvolgimento minimizzi lo spazio morto (dead space). Con un 20% maggiore di rapporto volumetrico della densità della bobina di rame rispetto ai motori elettrici convenzionali, l’efficienza del motore è aumentata del 4%. Anche Airwell, nella propria serie FlowLogic, di cui un modello è visibile nella figura 4, prevede la regolazione con inverter dei compressori scroll. Argo invece ha optato per una scelta ibrida circa la tipologia dei compressori, che nei propri sistemi Multiset VRF DC Inverter utilizzano un modello rotativo (Twin Rotary) con Inverter e motore a corrente continua in unione a compressori scroll a velocità fissa a corrente alternata. Sono sempre compressori DC Twin Rotary, con tecnologia Inverter quelli montati sulle macchine a flusso refrigerante variabile Airstage di Fujitsu. Anche qui l’uso di un inverter DC, unitamente a un sistema di espansione con valvola elettronica per unità interna individuale, assicura un controllo preciso del flusso del refrigerante. Caratteristiche aerodinamiche dei ventilatori Un impegno non meno attento è stato dedicato a migliorare le caratteristiche aerodinamiche dei ventilatori delle unità esterne, con soluzioni diverse secondo i costruttori, ma che si possono compendiare in una ricerca volta a ridurre la turbolenza del flusso d’aria scaricato, agendo sia sul profilo delle pale del ventilatore, sia sulle caratteristiche del boccaglio di scarico. Il risultato, indipendentemente dalle soluzioni adottate, si è tradotto in una maggiore efficienza aerodinamica e in una riduzione del livello sonoro. Ad esempio, Daikin sui modelli VRV ha ridotto la turbolenza deflettendo di un certo angolo l’inclinazione di estremità delle tre pale del proprio ventilatore a spirale Aero. In aggiunta, ha utilizzato un motore a corrente continua a rotore esterno che ha consentito un ulteriore guadagno di efficienza. Un diametro più grande per il rotore permette di raggiungere valori di forza magnetica più elevati a parità di campo magnetico generato e un miglior controllo grazie alla maggiore parzializzazione che permette di raggiungere più facilmente il valore di potenza impostato. Ottimizzando l’andamento dell’onda sinusoidale viene generata una rotazione del motore più uniforme migliorando l’efficienza. Hitachi a propria volta ha sviluppato un ventilatore a 4 pale a diametro maggiorato che permette di ridurre fino a 60 giri/min. la velocità di funzionamento. A ciò ha contribuito anche il profilo della bocca di scarico al quale è stata conferita un’espansione nella zona superiore. All’efficienza energetica contribuiscono anche in questo caso motori a corrente continua pilotati da Inverter. Varie soluzioni sono state pure sviluppate per migliorare l’efficienza del processo di scambio termico delle batterie, giocando sia sul profilo delle alette, sia sul diametro dei tubi. La riprogettazione del profilo delle alette, con la riduzione del diametro dei tubi, ha permesso di ridurre le perdite di carico opposte al flusso d’aria, migliorando al tempo stesso l’efficienza dello scambio 89 RCI n.9/2014 termico e quella del ventilatore. Le batterie stesse sono fondamentalmente del tipo a pacco, variamente sagomate, a 2 o 3 ranghi, secondo i modelli e la capacità delle unità esterne. Questo insieme di interventi ha prodotto un rimarchevole aumento dell’efficienza energetica complessiva dei sistemi VRF. Ad oggi invece risulta che solo Daikin ha introdotto la tecnologia della temperatura variabile del refrigerante VRT, che consente ai propri VRV IV di meglio adattarsi alle esigenze stagionali dei singoli edifici. In modalità automatica il sistema regola costantemente sia la temperatura sia il volume del refrigerante in funzione del carico di lavoro totale richiesto e della temperatura esterna. E’ cosi impostato per massimizzare l’efficienza energetica durante la maggior parte dell’anno, garantendone un aumento del 28% e comfort durante tutto l’anno. 6 Vista di un modulo HWS equipaggiato con un compressore rotativo a R-134a di Mitsubishi Electric. 90 RCI n.9/2014 Ad esempio nella media stagione, quando le esigenze di raffrescamento sono limitate e la temperatura dei locali è prossima al setpoint, il sistema può regolare la temperatura del refrigerante aumentandola in modo da consumare meno energia. Sistemi ibridi In questa tipologia rientrano quelle caratteristiche dell’impianto che estendono le funzioni classiche dei sistemi VRF realizzando impianti ibridi: idronici e a espansione diretta. Il sistema ibrido, oltre ad offrire un’elevata efficienza energetica, consente eccellenti capacità di diversificazione che mancano del tutto ai sistemi di climatizzazione tradizionali. I costruttori sempre attenti all’evoluzione delle tecnologie a questo proposito hanno cosi affrontato la riprogettazione dei circuiti frigoriferi dei rispettivi prodotti, allo scopo di esaltarne certe caratteristiche prestazionali soprattutto in riscaldamento. Il risultato è che il circuito frigorifero classico è stato trasformato e ha assunto delle connotazioni diverse e delle funzioni più evolute (pompe di calore), consentendo così in un unico impianto il recupero di calore estratto dalle aree che richiedono il raffrescamento e il suo utilizzo per riscaldare altre aree, oppure per la produzione di acqua calda per usi sanitari e/o di riscaldamento. Questa soluzione in cui il sistema si dota del recupero di calore sta vedendo prevalere la soluzione impiantista dei tre tubi in virtù della maggiore efficienza nel recupero del calore: nei sistemi a due tubi il gas e il refrigerante liquido sono miscelati e per separarli e recuperare calore è richiesta un’elevata temperatura di condensazione. Nel sistema a tre tubi invece gas e refrigerante sono separati e quindi per recuperare calore è richiesta una temperatura di condensazione minore, che si traduce anche in una riduzione del consumo di energia. Questi sistemi sono dotati di un modulo idronico interno al sistema VRF grazie al quale di norma è possibile produrre acqua calda fino ad una temperatura di 45 °C per riscaldamento o per la generazione di acqua calda sanitaria. Mediante l’utilizzo di questo modulo, il sistema VRF si sostituisce agli impianti di riscaldamento centralizzati tradizionali. È questa la soluzione integrata della gamma VRV IV a recupero di calore di Daikin (figura 5). Nello specifico si tratta di un sistema a tre tubi con temperatura del refrigerante variabile dal quale si possono ottenere contemporaneamente raffrescamento, riscaldamento, acqua fredda a 5 °C, acqua calda fino a 80 °C e ricircolo dell’aria. La sfida maggiore è stata quella di riuscire a produrre acqua calda anche quando la temperatura esterna risulti maggiore di 40 °C, e questo significa far lavorare il sistema ad alte temperature con alte pressioni. Il sistema è disponibile per potenze da 12,5 a 31,5 kW e può essere collegato ai sistemi VRV IV, sia condensati ad aria, sia ad acqua. Allo stesso tempo le unità di collegamento Daikin BS, mono e multi, consentono di passare dalla modalità di raffreddamento a quella di riscaldamento e viceversa. Il medesimo principio viene applicato dal modulo idronico Hydrobox di Mitsubishi Electric a bassa temperatura per riscaldamento con produzione di acqua calda da 25 °C a 45 °C e quindi idoneo per riscaldamento radiante, radiatori a bassa temperatura, fan coil in pompa di calore. In alternativa il modulo Hydrobox reversibile aggiunge la funzione di raffrescamento. Sempre nel campo del riscaldamento e recupero del calore Mitsubishi Electric ha sviluppato ulteriori due sistemi distinti che forniscono acqua calda combinata con la climatizzazione estiva. Il sistema con modulo idronico HWS produce acqua calda ad alta temperatura, fino a 70 °C, previsto per essere collegato ad un sistema a recupero di calore con sistemi R2/WR2, in aggiunta alle unità interne 7 L’unità eMix di Argoclima è dedicata alla produzione in accumulo di acqua calda sanitaria con temperatura fino a 80° C e progettata per essere collegata a qualsiasi tipo di accumulo (dal tipico boiler elettrico da 80 litri fino al serbatoio ad intercapedinwe da 300 litri). È in grado inoltre di gestire fonti energetiche di back-up quali: solare termico o resistenze elettriche. 8 Le unità esterne MULTI V IV HR di LG Electronics a recupero di calore possono funzionare simultaneamente in condensazione e evaporazione, tramite l’unità HR anche con connessione seriale. di climatizzazione volute. La potenza termica è di 12,5 kW. Il sistema con modulo ATW effettua invece la produzione di acqua calda per riscaldamento a pannelli radianti fino a 40 °C, e la produzione di acqua fredda estiva. Èprevisto per essere collegato sia a sistemi a pompa di calore, sia a recupero di calore ed è disponibile in due grandezze costruttive con potenza termica di 12,5 e 25 kW. In sintesi i due moduli funzionano su principi diversi: l’HWS comprende un circuito frigorifero con un compressore rotativo funzionante a R-134a, che, in collegamento ad una unità esterna, costituisce il 2° stadio – in salita – di un circuito frigorifero in grado di consentire la produzione di acqua calda fino a 70 °C (figura 6). Nel funzionamento dell’impianto a recupero di calore, esso utilizza l’energia termica altrimenti dispersa per il riscaldamento dell’acqua, ottenendo così dei valori di efficienza energetica sensibilmente elevati. Il modulo ATW, invece, è sostanzialmente statico e dispone di uno scambiatore di calore a piastre refrigerante-acqua che permette, in aggiunta alla climatizzazione, la produzione di acqua calda fino a 40 °C per riscaldamento a pannelli radianti e servizi sanitari. Argoclima con la linea iSeries, entra anch’essa nell’utilizzo integrato della tecnologia ad espansione diretta e di quella idronica, e grazie all’introduzione alla nuova unità interna eMix ottiene la produzione in accumulo di acqua calda sanitaria tutto l’anno con temperature fino a 80 °C. L’unità eMix di figura 7 sfrutta il calore di surriscaldamento del gas, grazie ad una connessione frigorifera presente sulle unità esterne, collegata direttamente alla mandata del compressore e dedicata esclusivamente al collegamento di questa particolare unità, sia ad un software evoluto di gestione del circuito frigorifero e degli organi coinvolti (compressore, ventilatori, valvole elettroniche, pompa di circolazione dell’acqua). Anche le unità esterne MULTI V IV HR di LG a recupero di calore (figura 8 ), possono funzionare simultaneamente in condensazione e evaporazione e tramite l’unità HR, anche con connessione seriale. LG ha ampliato l’intervallo operativo in modalità raffreddamento continuo da -5 °C a -10 °C, per fornire una soluzione migliore più efficiente in tutte le applicazioni che necessitano di funzionare in freddo durante tutto l’arco dell’anno. In aggiunta alla notevole efficienza energetica, il Multi V IV vanta anche un’estrema flessibilità di utilizzo. Le prestazioni del Multi V IV con i nuovi percorsi differenziati del refrigerante per il riscaldamento e il raffreddamento contribuiscono ad un miglioramento del 15% dell’efficienza energetica integrata. Inoltre, il controllo attivo del refrigerante di LG regola automaticamente la quantità di refrigerante in circolo aumentando ulteriormente l’efficienza del 3%. Anche i nuovi sistemi VRF SHRM-i di Toshiba (Super Heat Recovery Multi System) a tre tubi erogano simultaneamente raffrescamento e riscaldamento e vantano una elevata efficienza energetica in tutte le condizioni di carico termico. Le potenzialità frigorifere spaziano dai 22,4 agli 118 kW, mentre le potenzialità di riscaldamento vanno dai 25 agli 132 kW. Ad ogni circuito frigorifero possono infine essere collegate fino a 48 unità interne, con la più distante fino a 190 m. 91 RCI n.9/2014 9 L’unità Airstage VR-II di Fujitsu, con recupero di calore per riscaldamento e raffreddamento simultanei, è stata completamente riprogettata rispetto alle precedenti versioni attraverso l’ottimizzazione della componentistica interna, dei flussi d’aria e dello scambiatore di calore. Rimanendo sempre nel campo del recupero del calore anche le unità esterne DVM S Samsung possono essere collegate ad unità interne che funzionano contemporaneamente in riscaldamento e raffrescamento, garantendo una maggiore flessibilità di gestione ed un notevole risparmio energetico. Nei sistemi a recupero di calore devono essere installati i box MCU per effettuare la conversione di modalità caldo/ freddo. Ogni MCU permette di collegare fino a 6 unità interne tutte indipendenti tra loro nel funzionamento in raffrescamento/ riscaldamento. Le esterne DVM S a recupero di calore collegate in tandem effettuano uno sbrinamento alternato, garantendo sempre un riscaldamento continuo degli ambienti senza cali di temperatura. Anch’essi, con kit idrico HP/HR a bassa/alta temperatura (50/80 °C), possono produrre acqua calda/refrigerata a bassa/alta temperatura (50/80 °C). Con la serie FSN1E di Hitachi a recupero di calore è possibile realizzare una porzione di circuito frigorifero di tipo “ibrido” confinando la prestazione esclusivamente alla modalità cooling (senza l’unita CH Box) servendo una potenza complessiva fino al 50% della potenza nominale dell’unità esterna.Va inoltre segnalato, in analo- 92 RCI n.9/2014 gia con altri costruttori del resto, il circuito Supercooling del sistema Set-Free sempre di Hitachi. Lo scopo è fondamentalmente il medesimo: aumentare la capacità termica e frigorifera del circuito, a parità di potenza elettrica assorbita, quindi con un aumento sensibile dell’efficienza energetica. Infine il VRF Airstage VR-II di Fujitsu (figura 9) con recupero di calore, è caratterizzato dalla versatilità di utilizzo con unità interne indipendenti dal punto di vista della commutazione caldo/freddo a garanzia del massimo risparmio energetico. Sistemi condensati ad acqua I sistemi VRF condensati ad acqua sono stati distribuiti sul mercato italiano inizialmente da Mitsubishi Electric e poi da Daikin; non risulta che siano offerti da altri costruttori. La serie W di Mitsubishi Electric è offerta in due versioni: WY, a pompa di calore, da 8 a 24 HP su quattro modelli e WR2, a recupero di calore con potenze come i precedenti. Per entrambe le versioni a pompa di calore e a recupero di calore il collegamento tra l’unità motocondensante e le unità interne è a 2 tubi. Il compressore è regolato mediante Inverter che ne adegua la potenza frigorifera erogata alla domanda. La capacità totale delle unità interne è compresa dal 50% al 150% della capacità nominale dell’unità condensante. Daikin da parte sua offre i sistemi VRV W che possono funzionare in regime di pompa di calore o di recupero di calore a seconda dei collegamenti effettuati (la scelta del regime è quindi automatica da parte della macchina). Sono disponibili tre grandezze di unità motocondensanti, con potenze da 8 a 30 HP. Le unità motocondensanti sono equipaggiate con uno, due o tre compressori scroll di nuova generazione, tipo G, Digital Controlled, funzionanti a 6900 g/min, equipaggiati con Inverter con funzione soft start, per ridurre la corrente assorbita all’avviamento. I collegamenti frigoriferi dall’unità motocondensante alle unità interne sono a 2 tubi per la modalità a pompa di calore, e a 3 tubi per quella a recupero di calore. I sistemi VRF ad acqua, oltre a poter utilizzare acque di falda e di superficie, sono idonei per l’applicazione in impianti ad anello d’acqua chiuso e in impianti geotermici. Conclusioni I moderni sistemi VRF si configurano in svariate alternative per quanto riguarda le capacità e le funzioni svolte. I livelli di efficienza energetica sono poi tra i più alti dell’industria HVAC nell’ambito dei campi di potenza coperti. La scelta dei compressori con motori a corrente continua pilotati da Inverter potrà anzi riflettersi sui sistemi idronici inducendo una positiva trasformazione anche in questo settore. Non c’è dubbio comunque che i sistemi VRF si siano saputi affermare al di là pur delle più ottimistiche previsioni, e che questa affermazione sia stata in gran parte meritata per gli importanti valori di innovazione, efficienza energetica, funzionalità e flessibilità di impiego che hanno saputo offrire al mercato. © RIPRODUZIONE RISERVATA