“Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro”. 1 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI 2 Il fenomeno infortunistico ILO Commissione UE* N. infortuni sul lavoro 270 mil. 4,0 mil. Malattie professionali 160 mil. 4,7 mil. Casi mortali 2,2 mil. 6000 al giorno 4397 Giornate lavorative perse 158 mil. L’Agenzia Europea stima il costo per infortuni e Malattie professionali tra il 2,6% - 3,8%* del PIL dell’UE. 3 * Fonte: Banca dati Agenzia Europea - 2004 Il fenomeno infortunistico In Italia Infortuni denunciati al giorno (superiori 3 gg.) Infortuni Mortali/ giorno ca. 2.500 3-4 Giornate lavorative perse per infortuni e M.P. in un anno: ca. 16,5 mln. Costo sociale annuo per infortuni e M.P. ca. 28,4 mld. € (3,2% PIL) Costi diretti INAIL ca. 6,2 mld. € 4 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: definizioni Infortunio: evento dannoso che si verifica in occasione di lavoro per una causa violenta e che pregiudicano, temporaneamente o permanentemente, la capacità lavorativa. Malattie professionali: alterazione dello stato di salute di un lavoratore originata da cause inerenti allo svolgimento della prestazione di lavoro. Rischi per la sicurezza: legati a danni acuti e fatti esterni che agiscono rapidamente sulla persona e costituiscono un nesso di causa/effetto con la lesione. Rischi per la salute: legati a danni progressivi e cronici provocati da fattori esterni che agiscono lentamente sulla persona addetta alle specifiche lavorazioni pericolose. 5 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: esempi Rischi per la sicurezza Rischi per la salute • Strutture (scale, pareti, aperture ecc.) • Macchine, apparecchiature, attrezzature • Mezzi di trasporto • Sostanze pericolose • Impianti elettrici • Incendi, esplosioni • Rumore • Vibrazioni • Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti • Condizioni climatiche • Polveri e fibre • Fumi, nebbie, gas, vapori Rischi trasversali: fattori di rischio legati all’organizzazione del lavoro, a fattori psicologici e organizzativi. 6 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: nesso causale Infortunio Occasione di lavoro Riconoscimento nesso causale Valutazione del danno, sopralluoghi, valutazioni tecniche Ricostruzione della dinamica e delle cause di un infortunio 7 INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: nesso causale Malattia professionale Occasione di lavoro ? ? Riconoscimento nesso causale Difficoltà diagnostiche Malattie multifattoriali Tempi di latenza Mancanza di riferimenti scientifici ecc. Ricostruzione della dinamica e delle cause di una malattia professionale 8 LA BANCA DATI INAIL: STRUTTURA E CONTENUTO INFORMATIVO Raccoglie informazioni circa le lavorazioni, gli infortuni e le malattie professionali delle aziende assicurate INAIL (oltre 4 milioni di posizioni assicurative) E’ suddivisa in 4 aree tematiche aggregate a livello provinciale, regionale e nazionale - le aziende assicurate; - gli eventi denunciati; - gli eventi indennizzati; - il rischio. 9 LA BANCA DATI INAIL: STRUTTURA E CONTENUTO INFORMATIVO AREA TEMATICA A: AZIENDE ASSICURATE Informazioni relative alle aziende assicurate presso l'INAIL, per la gestione Industria, commercio e servizi, (ultimi 5 anni), con aggregazione provinciale, regionale e nazionale, suddivise per settore di attività economica e tipo di lavorazione 1) caratteristiche delle aziende in base alla Denuncia di Esercizio classificate in base a: C – localizzazione dell'attività B – numero lavoratori dipendenti (addetti-anno) che determina le classi di dimensione aziendale o classi di addetti A – tipologia INAIL dell'azienda 2) addetti (unità di lavoro-anno) 3) retribuzioni 4) premi. 10 LA BANCA DATI INAIL: STRUTTURA E CONTENUTO INFORMATIVO AREA TEMATICA B: EVENTI DENUNCIATI Dati relativi agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali (ultimi 5 anni) e denunciati all'INAIL, con aggregazione a livello provinciale, regionale, ripartizione geografica e nazionale, separatamente per le gestioni: • industria, commercio e servizi - settore di attività economica (codice ATECO 2002) - codice di tariffa INAIL • • agricoltura conto stato Sono disponibili tavole separate in relazione al sesso dell'infortunato o del tecnopatico. 11 LA BANCA DATI INAIL: STRUTTURA E CONTENUTO INFORMATIVO AREA TEMATICA C: EVENTI INDENNIZZATI Dati relativi agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali (ultimi 5 anni) e indennizzati o definiti dall'INAIL, con aggregazione a livello provinciale, regionale, ripartizione geografica e nazionale, separatamente per le gestioni: • industria, commercio e servizi - settore di attività economica (codice ATECO 2002) - codice di tariffa INAIL • • agricoltura conto stato Sono disponibili tavole separate in relazione al sesso dell'infortunato o del tecnopatico. 12 D. Lgs. 81/2008 – Modulo A LA BANCA DATI INAIL: STRUTTURA E CONTENUTO INFORMATIVO AREA TEMATICA D: RISCHIO Informazioni di “II livello”: risultato di particolari elaborazioni statistiche effettuate sui dati di base 2 tipologie di indicatori statistici: frequenza relativa (x 1000 addetti): rapporto tra eventi lesivi indennizzati (integrati per tenere conto dei casi non ancora liquidati) e numero degli esposti. rapporto di gravità (x addetto): rapporto tra le conseguenze degli eventi lesivi indennizzati (integrati per tenere conto dei casi non ancora liquidati) e numero degli esposti. 13 D. Lgs. 81/2008 – Modulo A LA BANCA DATI INAIL: SERIE STORICHE ELABORAZIONE DEI DATI DEGLI ARCHIVI INAIL DAL 1951 Suddivise in casi denunciati e casi indennizzati Possibilità di avere dati suddivisi - per regione; - per settore produttivo; 1.200.000 - per infortuni; 1.000.000 - per malattie prof.li. Infortuni 1951-2000 800.000 600.000 400.000 200.000 1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 14 L’ANALISI DEL RISCHIO 15 Il Rischio Dalle norme tecniche: • PERICOLO “fonte di potenziale danno” • ESPOSIZIONE AL PERICOLO “situazione in cui il pericolo diventa concreto, cioè situazione in cui una persona è esposta al pericolo” • DANNO “lesione fisica alla persona come conseguenza diretta o indiretta di esposizione al pericolo” 16 Il Rischio RISCHIO (dimensione del) “Combinazione della probabilità di un evento dannoso e della entità delle sue conseguenze” (UNI 11230) “Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione” (D. Lgs. 9 aprile 2008 , n. 81) 17 Le condizioni di rischio Esposizione Fonte di pericolo Persona Incidente Danno Area del rischio 18 Classificazione dei rischi Dal punto di vista operativo e delle misure di prevenzione: RISCHI ELIMINABILI RISCHI RIDUCIBILI RISCHI RITENIBILI RISCHI TRASFERIBILI 19 Classificazione dei rischi Dal punto di vista della tipologia del pericolo: RISCHI CONVENZIONALI RISCHI SPECIFICI RISCHI DA CARENZA ORGANIZZATIVA 20 Classificazione dei rischi RISCHI CONVENZIONALI “Legati alle strutture e agli impianti, sono generalmente più noti in quanto presenti nella totalità degli ambienti di lavoro.” Esempi di rischi convenzionali sono quelli legati a: • impianti elettrici, termici e tecnologici • stato delle strutture • barriere architettoniche 21 Classificazione dei rischi RISCHI SPECIFICI “Legati alla presenza di specifici agenti fisici, chimici, biologici. ” Esempi di rischi specifici sono quelli legati a: • agenti fisici: rumore, vibrazioni, radiazioni ... • agenti chimici: vapori, fumi, liquidi, gas … 22 Classificazione dei rischi RISCHI DA CARENZA ORGANIZZATIVA “Derivano da una inefficiente organizzazione del lavoro, sia in termini gestionali, sia in termini metodologici, sia in termini operativi.” Esempi sono costituiti da: • mancanza o inefficacia di procedure interne; • scarso coinvolgimento dei dipendenti a tutti i livelli; • carenza metodologica; • non chiare attribuzioni di responsabilità • insufficiente informazione e formazione 23 La multifattorialità del rischio AGENTI MATERIALI STRUTTURE FATTORI ERGONOMICI MICROCLIMA AGENTI FISICI MACCHINE AGENTI CHIMICI IMPIANTI ILLUMINAZIONE RUMORE DIST . AGENTI BIOLOGICI INQUINANTI RISCHIO CONOSCENZA FORMAZIONE RESPONSABILITA’ COINVOLGIMENTO FATTORI COMPORTAMENTALI METODI PROCEDURE FATTORI ORGANIZZATIVI 24 Il triangolo di Hoyos e Zimolong Organizzazione del lavoro Protezioni collettive ed individuali Interazione Uomo - Pericolo Eliminazione della fonte di pericolo 25 IL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO IDENTIFICAZIONE STIMA (MISURA) Processo di ricerca, individuazione e descrizione del rischio Processo di attribuzione di un valore alla dimensione del rischio ANALISI PONDERAZIONE Processo di identificazione e misurazione del rischio Processo di comparazione del rischio misurato rispetto ai criteri di rischio VALUTAZIONE Processo di identificazione, misurazione e ponderazione del rischio 26 L’analisi del rischio: la stima del rischio LA STIMA DEL RISCHIO “La stima è finalizzata alla attribuzione dei valori alla dimensione del rischio” La stima qualitativa dell’entità del rischio è concettualmente basata: sulla valutazione di due elementi: - probabilità del verificarsi di un evento dannoso - magnitudo delle conseguenze (entità del danno) sul “giudizio esperto” legato a: - grado di conoscenza - qualità delle informazioni 27 LA STIMA DEL RISCHIO Esempio di definizione di scale di valutazione qualitative: PROBABILITÀ Bassissima Medio-bassa Medio- alta Elevata MAGNITUDO Trascurabile Modesta Notevole Ingente 28 LA STIMA DEL RISCHIO PROBABILITÀ 1 Bassissima L’evento dannoso è improbabile. La sua manifestazione è legata al contemporaneo verificarsi di più eventi indipendenti e poco probabili. L'evento non si è mai presentato durante l'attività produttiva. 2 Medio – bassa L’evento dannoso è poco probabile ma possibile. E’ legato al contemporaneo verificarsi di più eventi non necessariamente indipendenti e di probabilità non trascurabile. L'evento si è presentato raramente durante l'attività produttiva. 29 LA STIMA DEL RISCHIO PROBABILITÀ 3 Medio – alta L’evento dannoso è probabile. Tipicamente legato a funzionamenti anomali delle macchine e degli impianti, non rispetto delle procedure di lavoro, non utilizzo dei mezzi di prevenzione e protezione. L'evento si è presentato con una certa frequenza durante l'attività produttiva. 4 Elevata L’evento dannoso è altamente probabile. Con le stesse caratteristiche precedenti, tende a verificarsi diverse volte. L'evento si presenta molto frequentemente nell'attività produttiva. 30 LA STIMA DEL RISCHIO MAGNITUDO 1 Trascurabile “Il danno è rapidamente reversibile e di scarsa entità. Non comporta l’abbandono del posto di lavoro”. 2 Modesta “Il danno comporta una parziale limitazione funzionale reversibile in pochi giorni con completo ripristino della capacità lavorativa”. 3 Notevole “Il danno comporta una limitazione funzionale reversibile solo dopo un certo tempo con eventuale riduzione della capacità lavorativa”. 4 Ingente “Il danno è irreversibile e comporta una notevole e permanente riduzione della capacità lavorativa, o l’inabilità, o la morte”. 31 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Pr ALTO Elevata Medio alta MEDIO Medio bassa Bassissima BASSO Trascurabile Modesta Notevole Ingente M Esempio di valutazione qualitativa mediante matrice di rischio 32 Autori ISIS VALCERESIO BISUSCHIO IPSSCTS VERRI BUSTO ARSIZIO ISIS FACCHINETTI BUSTO ARSIZIO ISSP FIORINI ITC TOSI BUSTO ARSIZIO BUSTO ARSIZIO LICEO CANDIANI LICEO CRESPI LICEO PANTANI IPC FALCONE BUSTO ARSIZIO BUSTO ARSIZIO BUSTO ARSIZIO GALLARATE ISIS PONTI GALLARATE ITC GADDA ROSSELLI IIS STEIN GAVIRATE ISIS KEYNES GAZZADA ISIS CITTA' LUINO LUINO IPSIA PARMA SARONNO ITIS RIVA IIS DON MILANI ITPA MONTALE IPA DE FILIPPI SARONNO TRADATE TRADATE VARESE ISIS NEWTON ISIS MANZONI ISISS DAVERIO VARESE VARESE VARESE Coordinamento, redazione: prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof. prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof. prof. prof. prof. prof. prof. GALLARATE prof.ssa prof. prof. prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof.ssa prof. prof. prof.ssa prof.ssa prof. prof. prof. prof.ssa prof.ssa prof.ssa DI FORTI MARISA PARIS CRISTINA ZINI LAURA CAMMARANO GIOVANNA CALAMUSA FRANCESCO PERONI ANNA MARIA CATTANEO STEFANIA RAMPONI MARIA ROSARIA MANCINI ANNA ALOISIO CARMELA ANGELERI ELENA COLOMBO MARCELLA USLENGHI MARTA CASTELLI MAURIZIO COSMA DANILO GOMARASCHI SILVANO SARMAN ENZO MORETTI ALESSANDRO SABELLA MAURO prof.ssa MAMMI' ANNA MARIA BARDELLI CRISTINA PERAZZOLO BRUNO ZAGO MARCO CERI FRANCESCA SERGI DANIELA BINDA MARIA CORINNA TORRISI MARIA RANCO ALBERTO MESSINA SALVATORE SANTANDREA EMILIA SCALISI AGATA SAVIANO LUIGI BERNASCONI OSCAR NAZZARI ALBERICO RUDI ANTONELLA BALESTRA CHIARA SPADOLINI MARIA LUIGIA USP INAIL Emanuela Chiarenza, Vito Ilacqua Claudio Zanin 33