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Consiglio
dell'Unione europea
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VERSIONE PROVVISORIA
PRESSE 421
PR CO 41
COMUNICATO STAMPA
3330ª sessione del Consiglio
Affari esteri
Bruxelles, 22 luglio 2014
Presidente
Catherine Ashton
Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la
politica di sicurezza
STAMPA
Rue de la Loi, 175 B – 1048 BRUXELLES Tel.: +32 (0)2 281 9442 / 6319 Fax: +32 (0)2 281 8026
[email protected] http://www.consilium.europa.eu/press
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VERSIO E PROVVISORIA
Principali risultati del Consiglio
Ucraina
Il Consiglio è indignato e profondamente addolorato per l'abbattimento del volo MH17 della
compagnia aerea malese a Donetsk e per la tragica perdita di un numero così elevato di vite
innocenti. I ministri hanno osservato un minuto di silenzio per rendere omaggio alle vittime.
Il Consiglio ha invitato i gruppi separatisti presenti nella zona a garantire l'accesso pieno,
immediato e sicuro al sito al fine di procedere all'identificazione dei corpi e al recupero dei resti
delle vittime. L'UE sostiene l'appello per una inchiesta internazionale completa, trasparente ed
indipendente conformemente agli orientamenti per l’aviazione civile internazionale. In tale contesto
il Consiglio ha esortato la Russia a esercitare attivamente la sua influenza sui gruppi armati
illegali.
L'alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, ha
dichiarato: " I responsabili diretti e indiretti dell'abbattimento di questo aereo devono rispondere
delle proprie azioni ed essere assicurati alla giustizia."
Il Consiglio ha convenuto di accelerare la preparazione delle sanzioni concordate nel Consiglio
europeo del 16 luglio e di estendere le misure restrittive per includere le persone che sostengono o
che traggono vantaggi dai dirigenti russi responsabili della destabilizzazione dell'Ucraina
orientale.
Il Consiglio ha altresì chiesto alla Commissione e al servizio europeo per l'azione esterna di
portare a termine i lavori preparatori su eventuali misure mirate e di presentare proposte di azioni,
compreso per quanto concerne l'accesso ai mercati dei capitali, la difesa, i beni a duplice uso e le
tecnologie sensibili, anche nel settore energetico.
In aggiunta il Consiglio ha istituito la missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della
sicurezza civile in Ucraina, che fornirà consulenza su una strategia riveduta per il settore della
sicurezza civile in Ucraina.
Processo di pace in Medio Oriente
I ministri hanno proceduto ad una discussione approfondita sugli sviluppi recenti in Medio Oriente.
L'alto rappresentante Ashton ha dichiarato: "Siamo estremamente preoccupati per la continua
escalation della violenza a Gaza e condanniamo le gravi perdite di vite umane." Il Consiglio ha
chiesto l'immediata cessazione delle ostilità e il ritorno all'accordo di cessate il fuoco del
novembre 2012. Al riguardo, il Consiglio ha accolto con favore gli sforzi in atto profusi dai partner
regionali, e in particolare dall'Egitto, e ha ribadito la propria disponibilità a fornire il sostegno
necessario.
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SOMMARIO1
PARTECIPA TI ............................................................................................................................... 5
PU TI DISCUSSI
Ucraina ................................................................................................................................................. 7
Processo di pace in Medio Oriente ...................................................................................................... 9
Iraq ..................................................................................................................................................... 12
ALTRI PU TI APPROVATI
AFFARI ESTERI
–
Ex Repubblica jugoslava di Macedonia ................................................................................................................ 13
–
Elenco dell'UE delle persone e delle entità coinvolte in atti terroristici ................................................................ 13
–
Misure restrittive - Iraq.......................................................................................................................................... 13
–
Misure restrittive - Guinea-Bissau......................................................................................................................... 13
–
Misure restrittive - Libia........................................................................................................................................ 13
–
Misure restrittive - Siria......................................................................................................................................... 14
–
Relazione dell'alto rappresentante sulla politica estera e di sicurezza comune ..................................................... 14
–
Repubblica centrafricana ....................................................................................................................................... 14
–
Regione dei Grandi Laghi ..................................................................................................................................... 17
–
Piano d'azione dell'UE per il Pakistan ................................................................................................................... 20
–
Strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ....................................................... 20
1
Ÿ Per le dichiarazioni, conclusioni o risoluzioni formalmente adottate dal Consiglio, il titolo del punto
pertinente riporta un'apposita indicazione e il testo è ripreso tra virgolette.
Ÿ I documenti di cui viene indicato il riferimento sono accessibili nel sito Internet del Consiglio
http://www.consilium.europa.eu.
Ÿ Gli atti adottati che comportano dichiarazioni a verbale del Consiglio accessibili al pubblico sono
contrassegnati da un asterisco; dette dichiarazioni sono disponibili nel summenzionato sito Internet del
Consiglio o possono essere ottenute presso il servizio stampa.
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POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMU7E
–
Missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina ...................................... 20
–
EUCAP Sahel Niger .............................................................................................................................................. 20
–
EUCAP Nestor ...................................................................................................................................................... 20
–
Sistema globale europeo di navigazione satellitare ............................................................................................... 21
–
Accademia europea per la sicurezza e la difesa..................................................................................................... 21
–
Attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2013............................................................... 21
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PARTECIPA TI
Alto rappresentante
Sig.ra Catherine ASHTON
Belgio:
Sig. Didier REYNDERS
Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la
politica di sicurezza
Vice Primo Ministro e Ministro degli affari esteri, del
commercio con l'estero e degli affari europei
Bulgaria:
Sig. Kristian VIGENIN
Ministro degli affari esteri
Repubblica ceca:
Sig. Lubomir ZAORÁLEK
Ministro degli affari esteri
Danimarca:
Sig. Martin LIDEGAARD
Ministro degli affari esteri
Germania:
Sig. Frank-Walter STEINMEIER
Ministro federale degli affari esteri
Estonia:
Sig. Urmas PAET
Ministro degli affari esteri
Irlanda:
Sig. Charlie FLANAGAN
Ministro degli affari esteri e del commercio
Grecia:
Sig. Evangelos VENIZELOS
Vice Primo Ministro e Ministro degli affari esteri
Spagna:
Sig. José Manuel GARCÍA-MARGALLO Y MARFIL
Ministro degli affari esteri e della cooperazione
Francia:
Sig. Laurent FABIUS
Ministro degli affari esteri
Croazia:
Sig.ra Vesna PUSIĆ
Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli affari esteri
ed europei
Italia:
Sig.ra Federica MOGHERINI
Ministro degli affari esteri
Cipro:
Sig. Ioannis KASOULIDES
Ministro degli affari esteri
Lettonia:
Sig. Edgars RINKĒVIČS
Ministro degli affari esteri
Lituania:
Sig. Linas A. LINKEVIČIUS
Ministro degli affari esteri
Lussemburgo:
Sig. Christian BRAUN
Rappresentante permanente
Ungheria:
Sig. Tibor NAVRACSICS
Ministro degli affari esteri e del commercio
Malta:
Sig. George VELLA
Ministro degli affari esteri
Paesi Bassi:
Sig. Frans TIMMERMANS
Ministro degli affari esteri
Austria:
Sig. Sebastian KURZ
Ministro federale degli affari europei, dell'integrazione e
degli affari esteri
Polonia:
Sig. Radosław SIKORSKI
Ministro degli affari esteri
Portogallo:
Sig. Bruno MAÇÃES
Sottosegretario di Stato agli affari europei
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Romania:
Sig. Titus CORLĂȚEAN
Ministro degli affari esteri
Slovenia:
Sig. Karl ERJAVEC
Vice Primo Ministro, Ministro degli affari esteri
Slovacchia:
Sig. Miroslav LAJČÁK
Vice Primo Ministro, Ministro degli affari esteri
Finlandia:
Sig. Erkki TUOMIOJA
Ministro degli affari esteri
Svezia:
Sig. Carl BILDT
Ministro degli affari esteri
Regno Unito:
Sig. Philip HAMMOND
Commissione:
Sig. Štefan FÜLE
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Ministro degli affari esteri e del Commonwealth (Ministro
degli esteri)
Membro
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PU TI DISCUSSI
Ucraina
Il Consiglio ha discusso gli ultimi eventi in Ucraina, adottando le seguenti conclusioni:
"1)
L’UE e i suoi Stati membri sono indignati e profondamente addolorati per l'abbattimento del
volo MH17 della compagnia aerea malese a Donetsk, in Ucraina, e per la tragica perdita di un
numero così elevato di vite innocenti. Tra le vittime, di diversa nazionalità, vi sono anche molti
cittadini dell'Unione europea. Desideriamo esprimere il nostro profondo cordoglio ai popoli e ai
governi di tutte le nazioni colpite e in particolare alle famiglie delle vittime. L’UE si compiace
dell’adozione unanime della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del
21 luglio 2014 e ne auspica la piena attuazione.
2)
L’UE invita i gruppi separatisti presenti nella zona a garantire l’accesso pieno, immediato e
sicuro al sito e all'area circostante, incluso un corridoio di sicurezza praticabile, al fine di procedere
all’identificazione dei corpi e al recupero dei resti e degli effetti personali delle vittime e di
assicurarne il rimpatrio rapido, professionale e dignitoso. L’UE si aspetta che tutte le persone
presenti nella zona mantengano intatto il luogo del disastro, astenendosi anche dal distruggere,
spostare o manomettere i resti, il relitto, le apparecchiature, i rottami o gli effetti personali.
3)
L’UE sostiene l’appello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e del Consiglio
permanente dell'OSCE per un'inchiesta internazionale completa, trasparente e indipendente
conformemente agli orientamenti per l’aviazione civile internazionale, in coordinamento con
l’ICAO, compresa la partecipazione di esperti tecnici e forensi dei governi dell’Ucraina, della
Malaysia e dei Paesi Bassi, nonché di altri esperti tecnici e forensi. Tutto il materiale pertinente
recuperato dal sito dovrebbe essere messo a disposizione immediatamente e senza interferenze ai
fini dell’inchiesta internazionale.
4)
L’UE sottolinea che i responsabili diretti e indiretti del disastro devono rispondere delle
proprie azioni ed essere assicurati alla giustizia e invita tutti gli Stati e le parti a cooperare
pienamente a tal fine.
5)
Il Consiglio esorta la Federazione russa a esercitare attivamente la sua influenza sui gruppi
armati illegali, al fine di conseguire un accesso pieno, immediato e sicuro al sito, la piena
cooperazione nell'ambito del lavoro di recupero dei resti e degli effetti personali e la piena
cooperazione nell'ambito dell'inchiesta indipendente, compreso il libero accesso al luogo del
disastro finché necessario per l'inchiesta e le eventuali indagini di follow-up. La missione speciale
di monitoraggio OSCE, già presente nell’Ucraina orientale, deve poter svolgere appieno il proprio
ruolo nell’agevolare e nel salvaguardare l’accesso.
Il Consiglio esorta la Russia a bloccare il crescente flusso di armi, attrezzature e militanti attraverso
la frontiera, al fine di ottenere risultati rapidi e tangibili nell’allentamento delle tensioni. Il
Consiglio sollecita inoltre la Russia a ritirare le sue truppe aggiuntive dalla zona di confine.
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6)
Il Consiglio conviene di accelerare la preparazione di misure mirate concordate in occasione
della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 16 luglio, al fine in particolare di stabilire
immediatamente un elenco di entità e persone, anche della Federazione russa, da inserire in elenco
secondo i criteri rafforzati adottati dal Consiglio il 18 luglio, quindi di estendere le misure restrittive
per includere le persone o entità che forniscono attivamente un sostegno materiale o finanziario ai
dirigenti russi responsabili dell’annessione della Crimea o della destabilizzazione dell'Ucraina
orientale ovvero che traggono vantaggio dagli stessi, e di adottare ulteriori misure per limitare gli
scambi e gli investimenti in Crimea e a Sebastopoli al più tardi entro la fine di luglio.
7)
Il Consiglio ricorda i precedenti impegni assunti dal Consiglio europeo e si tiene pronto a
introdurre senza indugio un pacchetto di ulteriori misure restrittive significative, se la cooperazione
piena ed immediata sulle richieste suesposte non dovesse concretizzarsi. A tal fine il Consiglio
chiede alla Commissione e al SEAE di portare a termine i lavori preparatori su eventuali misure
mirate e di presentare proposte di azioni da adottare, compreso per quanto concerne l'accesso ai
mercati dei capitali, la difesa, i beni a duplice uso e le tecnologie sensibili, anche nel settore
energetico. I risultati di tali lavori saranno presentati giovedì 24 luglio.
8)
Il Consiglio ricorda le quattro iniziative specifiche richieste dal Consiglio europeo nelle
conclusioni del 27 giugno. Condanna fermamente il perpetuarsi delle attività illegali da parte di
militanti armati nell'Ucraina orientale e altrove, che hanno causato la perdita di molte vite umane
innocenti. Sarà ulteriormente valutata la possibilità di designare tali gruppi come organizzazioni
terroristiche. Il Consiglio sottolinea il proprio sostegno ad una soluzione pacifica della crisi in
Ucraina e la necessità di attuare il piano di pace del presidente Poroshenko senza ulteriori indugi.
Sottolinea inoltre la pressante necessità che sia concordato da tutte le parti un cessate il fuoco
effettivo e sostenibile sulla base della dichiarazione di Berlino del 2 luglio, al fine di ripristinare
l'integrità territoriale dell'Ucraina. A tal fine, il Consiglio chiede che l'OSCE e il Gruppo di contatto
trilaterale siano sostenuti nei loro sforzi volti a creare le condizioni per un cessate il fuoco. Il
Consiglio ribadisce inoltre l’importanza di un efficace controllo delle frontiere, anche grazie agli
osservatori dell’OSCE, e della rapida liberazione di tutti gli ostaggi. Il Consiglio elogia e sostiene
pienamente gli sforzi dell’OSCE quale elemento essenziale per facilitare una soluzione del
conflitto."
Il Consiglio ha anche istituito la missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della
sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina), una missione civile nell'ambito della politica di
sicurezza e di difesa comune dell'UE per sostenere l'Ucraina nella riforma del settore della sicurezza
civile. Per maggiori informazioni si veda il comunicato stampa.
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Processo di pace in Medio Oriente
Durante la colazione, i ministri hanno proceduto ad una discussione approfondita sui più recenti
sviluppi in Medio Oriente. Il Consiglio ha adottato le seguenti conclusioni:
"1.
L'UE è estremamente preoccupata per la continua escalation della violenza a Gaza e chiede
l'immediata cessazione delle ostilità e il ritorno all'accordo di cessate il fuoco del
novembre 2012. Al riguardo, l'UE si compiace degli sforzi in atto profusi dai partner
regionali, e in particolare dall'Egitto, e ribadisce la propria disponibilità a fornire il
sostegno necessario a tal fine.
Condanna fermamente il lancio indiscriminato di razzi su Israele da parte di Hamas e di
gruppi militanti della striscia di Gaza, che colpiscono direttamente i civili. Si tratta di atti
criminali e ingiustificabili. L'UE invita Hamas a porre immediatamente termine a tali atti e
a rinunciare alla violenza. Tutti i gruppi terroristici a Gaza devono deporre le armi. L'UE
condanna fermamente l'invito rivolto alla popolazione civile di Gaza a offrirsi come scudi
umani.
L'UE condanna la perdita di centinaia di vite fra i civili, compresi molte donne e bambini.
Pur riconoscendo il legittimo diritto di Israele a difendersi da qualsiasi attacco, l'UE rileva
che l'operazione militare di Israele deve essere proporzionata e conforme al diritto
internazionale umanitario. L'UE sottolinea la necessità di proteggere i civili in qualsiasi
momento. L'UE esprime particolare sgomento per il numero di vittime causate
dall'operazione militare israeliana a Shuja'iyya ed è profondamente preoccupata per il
rapido deterioramento della situazione umanitaria. Tutte le parti devono rispettare i propri
obblighi e consentire immediatamente un accesso umanitario pieno e sicuro a Gaza per
l'urgente distribuzione degli aiuti. L'UE invita tutte le parti ad attuare in buona fede un
immediato cessate il fuoco.
2.
Questa tragica escalation delle ostilità conferma ancora una volta l'insostenibilità dello
status quo in relazione alla situazione nella striscia di Gaza. Pur riconoscendo pienamente
le esigenze legittime di Israele in materia di sicurezza, l'UE sottolinea che la situazione
umanitaria e socioeconomica a Gaza deve essere affrontata. Ribadisce l'appello all'apertura
immediata, duratura e incondizionata dei valichi per consentire il flusso di aiuti umanitari,
merci e persone da e verso la striscia di Gaza, in linea con la risoluzione 1860 (2009) del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
L'UE è pronta, anche attraverso la riattivazione della missione EUBAM Rafah, se le
condizioni lo consentono, a contribuire a una soluzione globale e sostenibile che risponda
alle esigenze legittime di sicurezza, economiche e umanitarie di israeliani e palestinesi.
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3.
L'UE condanna fermamente il rapimento e il brutale assassinio di adolescenti di entrambe
le parti. Gli autori di questi atti barbarici devono essere assicurati alla giustizia. L'UE
plaude ai leader israeliani e palestinesi per la loro condanna dell'uccisione degli adolescenti
rapiti e deplora ogni dichiarazione irresponsabile fatta in tale contesto da entrambe le parti.
L'UE ritiene che i tragici eventi delle ultime settimane rafforzino la necessità che israeliani
e palestinesi collaborino tra loro per combattere ogni forma di terrore e violenza e
contrastare l'incitazione all'odio.
4.
I recenti eventi nella regione mediorientale pongono serie minacce per l'UE e per i suoi
immediati vicini. L'Unione europea ribadisce il proprio impegno fondamentale per la
sicurezza di Israele, anche in relazione alle minacce attuali ed emergenti nella regione.
5.
L'UE ha sostenuto pienamente gli sforzi di pace a guida statunitense e sottolinea che essi
non devono essere vanificati. L'UE è convinta che il contesto regionale e l'attuale crisi
rendano più che mai necessaria una soluzione al conflitto israelo-palestinese fondata sulla
coesistenza di due Stati. L'UE esorta le parti a riprendere validi negoziati al fine di
raggiungere una accordo globale di pace basato sulla coesistenza di due Stati. L'unico
modo per risolvere il conflitto è attraverso un accordo che ponga fine all'occupazione
cominciata nel 1967 e a tutte le rivendicazioni e che soddisfi le aspirazioni di ambo le
parti. Una realtà fondata su un unico Stato sarebbe incompatibile con tali aspirazioni.
6.
L'UE ricorda che una soluzione duratura del conflitto deve essere raggiunta in base alle
pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ai principi di Madrid
compreso il principio "terra in cambio della pace", alla tabella di marcia, agli accordi
precedentemente raggiunti dalle parti e all'iniziativa di pace araba, e deve prevedere che lo
Stato di Israele e uno Stato di Palestina indipendente, democratico, contiguo, sovrano e
vitale coesistano fianco a fianco in pace e sicurezza e si riconoscano reciprocamente. L'UE
ritiene che parametri chiari che definiscano la base dei negoziati siano elementi
fondamentali per un esito positivo. L'UE ha esposto la sua posizione riguardo ai parametri
nelle conclusioni del Consiglio del dicembre 2009 e del dicembre 2010 e in sede di
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 21 aprile 2011 e continuerà a promuoverla
attivamente. Su tale base l'UE è disposta a lavorare con gli Stati Uniti e altri partner ad
un'iniziativa volta a rilanciare i negoziati di pace, sulla base dei seguenti parametri:
–
un accordo sulle frontiere dei due Stati, in base alle linee di confine del
4 giugno 1967 con eventuali scambi di territori equivalenti concordati tra le parti.
L'UE riconoscerà i cambiamenti dei confini precedenti al 1967, anche riguardo a
Gerusalemme, solo quando siano stati concordati dalle parti;
–
accordi in materia di sicurezza che garantiscano ai palestinesi il rispetto della loro
sovranità e dimostrino che l'occupazione è cessata e che tutelino la sicurezza degli
israeliani, evitino la recrudescenza del terrorismo e contrastino efficacemente le
minacce alla sicurezza, comprese le minacce nuove e vitali nella regione;
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–
una soluzione giusta, equa, concordata e realistica alla questione dei rifugiati;
–
la soddisfazione delle aspirazioni di ambo le parti per Gerusalemme. Si dovrà trovare
un modo, tramite negoziati, per risolvere lo status di Gerusalemme quale futura
capitale di due Stati.
Deve rimanere prioritario mantenere la praticabilità della soluzione dei due Stati,
prospettiva che gli sviluppi sul terreno rendono sempre più irraggiungibile. Ribadendo il
suo impegno ad attuare le conclusioni del Consiglio del maggio e del dicembre 2012,
nonché l'applicabilità dei diritti umani e del diritto umanitario internazionali nel territorio
palestinese occupato, l'UE invita Israele ad arrestare la costante espansione degli
insediamenti, incluso a Gerusalemme est, soprattutto in aree sensibili quali Har Homa,
Givat Hamatos e il settore E1, che minaccia seriamente la soluzione dei due Stati; a porre
fine alla violenza dei coloni, al peggioramento delle condizioni di vita dei palestinesi nel
settore C, alle demolizioni - incluso riguardo ai progetti finanziati dall'UE -, agli sfratti e ai
trasferimenti forzati e alle crescenti tensioni e minacce allo status quo nel Monte del
Tempio/Haram al-Sharif.
Un cambiamento fondamentale di linea politica su tali sviluppi negativi è necessario per
impedire la perdita irreversibile della soluzione dei due Stati.
8.
L'UE ha accolto favorevolmente la formazione di un governo palestinese composto da
personalità indipendenti e la dichiarazione del presidente Abbas secondo cui questo nuovo
governo è impegnato a favore della soluzione dei due Stati basata sui confini del 1967, del
riconoscimento del diritto legittimo di Israele ad esistere, dell'adesione alla non violenza e
del rispetto dei precedenti accordi. Il dialogo dell'UE con il nuovo governo palestinese si
basa sul costante rispetto, sia nelle parole che nei fatti, di tali politiche ed impegni da parte
dello stesso. L'UE sottolinea la necessità che il governo palestinese assuma la
responsabilità della striscia di Gaza e ponga fine alla divisione interna. L'UE invita il
nuovo governo palestinese a lavorare alla tenuta di elezioni vere e democratiche per tutti i
palestinesi.
L'Unione europea rinnova l'invito ai dirigenti palestinesi ad utilizzare costruttivamente lo
status in seno all'ONU e a non compiere passi che provochino l'ulteriore allontanamento da
una soluzione negoziata.
9.
L'UE sottolinea che il futuro sviluppo delle relazioni tra l'UE e entrambi i partner
israeliano e palestinese dipenderà anche dal loro impegno a favore di una pace durevole
basata sulla coesistenza di due Stati.
Il proseguimento del sostegno dell'UE alla costruzione dello Stato palestinese richiede una
prospettiva credibile di creazione di uno Stato palestinese vitale, basato sul rispetto dello
stato di diritto e dei diritti umani.
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10.
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L'UE farà tutto il possibile per sostenere il conseguimento di una soluzione giusta e
duratura del conflitto. Al riguardo l'UE ribadisce l'offerta ad ambo le parti di un pacchetto
di sostegno politico, economico e in materia di sicurezza dell'Unione europea e di un
partenariato privilegiato speciale con l'UE nel caso di un accordo di pace definitivo. L'UE è
convinta che questo sostegno e questo partenariato, ancorando sia lo Stato di Israele che il
futuro Stato della Palestina a una relazione sempre più stretta con l'Europa, fornirà un
quadro strategico per il loro sviluppo stabile, sicuro e prospero."
Iraq
Durante la colazione, il Consiglio ha discusso la situazione in Iraq.
Già nella sessione di giugno il Consiglio ha espresso profonda preoccupazione per il rapido
deterioramento della situazione in Iraq sotto il profilo della sicurezza, condannando con forza gli
attacchi perpetrati dallo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL).
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ALTRI PU TI APPROVATI
AFFARI ESTERI
Ex Repubblica jugoslava di Macedonia
Il Consiglio ha approvato la posizione comune dell'UE per la undicesima riunione del Consiglio di
stabilizzazione e di associazione UE-ex Repubblica jugoslava di Macedonia, che si terrà il
23 luglio 2014 a Bruxelles.
Elenco dell'UE delle persone e delle entità coinvolte in atti terroristici
Il Consiglio ha approvato il riesame periodico dell'elenco dell'UE delle persone, gruppi o entità
coinvolti in atti terroristici soggetti a misure specifiche per combattere il terrorismo ("elenco dei
terroristi stabilito dall'UE"). Il Consiglio ha convenuto di cancellare una persona da tale elenco.
Misure restrittive - Iraq
Il Consiglio ha adottato le modifiche tecniche degli atti giuridici che stabiliscono misure restrittive
nei confronti dell'Iraq, inizialmente imposte in attuazione delle sanzioni delle Nazioni Unite.
Misure restrittive - Guinea-Bissau
Il Consiglio ha approvato i preparativi per il riesame annuale delle misure restrittive dell'UE nei
confronti di determinate persone e entità che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità della
Guinea-Bissau.
Misure restrittive - Libia
Il Consiglio ha modificato le misure restrittive dell'UE imposte in considerazione della situazione in
Libia. Ha cancellato una persona dall'elenco di coloro che sono soggetti a sanzioni, considerando
che non sussistono più motivi per designare tale persona.
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Misure restrittive - Siria
Data la gravità della situazione in Siria, il Consiglio ha rafforzato le sanzioni dell'UE nei confronti
del regime siriano. Per maggiori informazioni si veda il comunicato stampa.
Relazione dell'alto rappresentante sulla politica estera e di sicurezza comune
Il Consiglio ha approvato la relazione annuale dell'alto rappresentante dell'Unione europea per gli
affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo. La relazione presenta gli aspetti
principali e le scelte di base della PESC, nonché una valutazione delle misure avviate nel 2013 e le
relative implicazioni finanziarie per il bilancio generale dell'UE. Essa presenta inoltre le prospettive
per il 2014.
Repubblica centrafricana
Il Consiglio ha adottato le seguenti conclusioni sulla Repubblica centrafricana:
"1.
L'Unione europea (UE) continua ad essere seriamente preoccupata per la crisi nella
Repubblica centrafricana (RCA), il forte impatto umanitario che questa comporta così
come le ripercussioni che ne derivano sui paesi vicini. Condanna con fermezza le ondate
ricorrenti di violenza nelle diverse parti del paese e continua ad essere particolarmente
inquieta per la disgregazione del tessuto sociale nell'RCA e il relativo impatto sulla
riconciliazione. Invita a rispettare l'integrità territoriale del paese e ricorda l'importanza che
attribuisce alla coabitazione pacifica tra le diverse comunità e confessioni religiose.
Incoraggia a proseguire il dialogo interconfessionale, le iniziative di mediazione segnatamente quelle intraprese dai leader e capi religiosi - e le iniziative di riconciliazione,
fondamentali per ristabilire la coesione del paese.
2.
L'UE ribadisce il suo impegno a favore delle popolazioni colpite dalla crisi umanitaria, sia
all'interno dell'RCA che nei paesi vicini, e chiede alla comunità internazionale di
rispondere senza indugio alle sfide poste dalla crisi. Nutre preoccupazione per i continui
incidenti di sicurezza e per la riduzione dello spazio umanitario che ne deriva. Ripete il suo
appello a tutte le parti affinché rispettino e garantiscano l'accesso sicuro e senza ostacoli
degli operatori umanitari alle popolazioni. L'UE ricorda le sue iniziative e quelle dei suoi
Stati membri volte a provvedere ai bisogni delle popolazioni più vulnerabili attraverso
contributi al Piano di risposta strategica umanitaria coordinato dall'Ufficio dell'ONU per il
coordinamento degli affari umanitari (OCHA), compreso il Fondo umanitario comune per
l'RCA delle Nazioni Unite, ed altri programmi umanitari, che rappresentano il 45 % dello
sforzo umanitario fornito nella Repubblica centrafricana. L'UE ribadisce che continuerà a
mobilitarsi in tal senso.
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3.
La situazione della sicurezza registra qualche miglioramento, segnatamente a Bangui e
sull'asse che collega la capitale al Camerun, ma le tensioni permangono in altre parti del
paese. L'UE esorta tutti i gruppi armati a cessare immediatamente le violenze contro la
popolazione civile. È preoccupata per le migliaia di bambini che restano nelle file dei
gruppi armati ed esorta tutti questi gruppi a liberarli senza indugio e a mettere fine al
reclutamento e all'utilizzo dei bambini. Molto allarmante è anche il numero in continuo
aumento dei casi di stupro e di violenza sui bambini. In questo contesto l'UE ribadisce la
propria ferma condanna delle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale
umanitario. Esorta le autorità di transizione a intensificare la lotta all'impunità,
segnatamente riavviando la catena penale che l'UE sostiene già attivamente. L'UE prende
atto che le autorità di transizione hanno adito la Corte penale internazionale affinché
indaghi sui crimini di sua competenza commessi a partire dal 1° agosto 2012.
4.
Il Consiglio si compiace per l'azione dell'operazione EUFOR RCA, in particolare da
quando, il 15 giugno, ha raggiunto la piena capacità operativa, che ha segnato il pieno
svolgimento del suo mandato nella regione di Bangui. Questa operazione militare di
transizione è stata avviata e sostenuta con efficacia, permettendo all'UE di contribuire
concretamente al ritorno di un clima sicuro e protetto nella capitale. L'UE si impegna a
mantenere una presenza militare sufficiente sul campo sino al termine del mandato di
EUFOR RCA, in vista di assicurare la transizione mediante la componente militare e
quella di polizia dell'operazione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite nella
Repubblica centrafricana (MINUSCA).
5.
L'UE plaude agli sforzi profusi dalle Nazioni Unite per la stabilizzazione duratura nella
Repubblica centrafricana e, in particolare, gli sforzi in atto per consentire il trasferimento
di autorità dalla MISCA alle componenti militare e di polizia della MINUSCA il prossimo
15 settembre. Ribadisce il suo intento di sostenere la MINUSCA nello svolgimento del
mandato pluridimensionale di mantenimento della pace, stabilito dalla risoluzione 2149 del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
6.
L'UE accoglie con favore la concertazione dei capi di Stato dell'Africa centrale sulla
Repubblica centrafricana, svoltasi a Malabo, e le conclusioni della quinta riunione del
gruppo di contatto internazionale sull'RCA, svoltasi il 7 luglio scorso ad Addis Abeba. Si
compiace dell'annuncio dello svolgimento, dal 21 al 23 luglio a Brazzaville, di un forum di
dialogo, che dovrà permettere di riunire tutti i soggetti della transizione - tra cui le autorità
di transizione - al fine di progredire verso la pace e la riconciliazione nazionale.
In questa prospettiva, l'UE esorta tutte le parti in causa ad associarsi in maniera
responsabile e costruttiva a tale processo per aiutare l'RCA ad uscire dalla crisi.
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22 luglio 2014
7.
L'UE rinnova il suo pieno appoggio alle autorità di transizione e fa affidamento sulla loro
ferma determinazione a raccogliere le sfide più importanti alle quali è oggi confrontato il
paese. Si rallegra dell'iniziativa di dialogo politico nazionale intrapresa, il 10-12 giugno a
Bangui, dal capo di Stato della transizione Catherine Samba-Panza e delle conclusioni
adottate in quell'occasione. Plaude agli sforzi intrapresi dalla signora Samba-Panza per far
avanzare il processo di transizione. L'UE incoraggia le autorità di transizione a ripristinare
l'autorità statale sull'insieme del territorio centrafricano, a condurre le riforme strutturali
necessarie per uno sviluppo socio-economico del paese inclusivo e sostenibile ed a
ristabilire lo stato di diritto, in cui vengano rispettati i diritti fondamentali dei cittadini. In
particolare invita ad avviare sin d'ora una riflessione strategica su un quadro nazionale di
riforma delle forze di sicurezza interne e delle forze armate centrafricane, al fine di
costituire forze repubblicane, professionali e rappresentative delle diverse realtà
centrafricane. Al momento opportuno l'UE farà la propria parte nell'ambito del sostegno
coordinato e risoluto fornito in questo settore dalla comunità internazionale alle autorità
centrafricane.
8.
Per quanto riguarda le elezioni, l'UE accoglie con favore la firma, il 26 giugno scorso, del
decreto relativo all'organizzazione e al funzionamento dell'autorità nazionale per le elezioni
(Autorité Nationale des Elections - ANE). Invita ora le autorità di transizione e tutti i
soggetti in causa ad adottare senza indugio le decisioni politiche che permetteranno di
avviare il processo elettorale nel rispetto del dialogo condotto dal Quadro di concertazione.
Si tratta in particolare di assicurare che l'ANE divenga al più presto operativa. Oltre al
sostegno finanziario già adottato, l'UE è disposta a continuare a contribuire al processo
elettorale nell'RCA.
9.
Il Consiglio si compiace della recente adozione, da parte della Commissione europea, di un
ingente pacchetto "sviluppo" per un valore di 119 milioni EUR a favore della Repubblica
centrafricana, volto a sostenere il ripristino dei servizi sociali di base nel settore
dell'istruzione e della sanità, la stabilizzazione macroeconomica e il processo elettorale,
compresa la creazione del primo fondo fiduciario europeo dedicato alla Repubblica
centrafricana, a cui concorrono, in qualità di cofondatori, Francia, Germania e Paesi Bassi.
Questo fondo europeo, chiamato "Bekou" ("speranza" in lingua sango), ha una dotazione
finanziaria iniziale di 59 milioni di EUR. L'obiettivo consiste nel preparare la transizione,
tra risposta urgente e ricostruzione, con un approccio che collega aiuto di emergenza,
risanamento e sviluppo. Il fondo fiduciario, lanciato il 15 luglio a Firenze in una cerimonia
ufficiale a margine di una riunione informale dei ministri europei dello sviluppo, deve
permettere di contribuire alla stabilizzazione del paese e al suo sviluppo, ed anche a
rispondere agli aspetti regionali della crisi, in particolare considerando la questione dei
rifugiati negli Stati vicini. Il fondo è aperto ai terzi e l'UE invita tutti i partner,
segnatamente quelli che non sono presenti nell'RCA, a contribuirvi."
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22 luglio 2014
Regione dei Grandi Laghi
Il Consiglio ha adottato le seguenti conclusioni sulla regione dei Grandi Laghi:
"1.
Rammentando le conclusioni del 22 luglio 2013 e del 16 dicembre 2013, l'Unione europea
(UE) conferma l'impegno a promuovere la stabilità e lo sviluppo nella regione dei Grandi
Laghi. Saranno necessari sforzi determinati e concertati per mantenere lo slancio
nell'attuazione dell'accordo quadro per la pace, la sicurezza e la cooperazione (quadro per
la pace, la sicurezza e la cooperazione) della Repubblica democratica del Congo (RDC) e
della regione. L'UE plaude al lavoro svolto dall'inviato speciale del Segretario generale
delle Nazioni Unite, Mary Robinson, in collaborazione con gli altri inviati per la regione
dei Grandi Laghi e chiede, in particolare, un maggiore coinvolgimento della Conferenza
internazionale sulla regione dei Grandi Laghi e della Comunità per lo sviluppo dell'Africa
australe (SADC), insieme all'Unione africana (UA), nonché l'attuazione dell'accordo a cura
di tutte le parti.
2.
L'UE elogia il lavoro compiuto dal rappresentante speciale del Segretario generale
dell'ONU, Martin Kobler, e dalla Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della
Repubblica democratica del Congo (MONUSCO). L'UE si compiace dei progressi nel
settore della sicurezza in seguito alla sconfitta dell'M23 e alle azioni congiunte intraprese
con successo nel corso degli ultimi sei mesi da MONUSCO e dalle Forze armate della
Repubblica democratica del Congo (FARDC), in particolare contro il gruppo armato Forze
alleate democratiche-Esercito nazionale per la liberazione dell'Uganda (ADF-NALU), e
rende tributo ai sacrifici compiuti dai soldati congolesi. L'UE accoglie con favore la
decisione di MONUSCO di offrire maggiore protezione ai civili per mezzo di un approccio
più incisivo e flessibile. Occorre non lasciarsi sfuggire le opportunità create da tali sviluppi
e ripristinare quanto prima l'autorità dello Stato nelle regioni in cui i gruppi armati non
sono più attivi. In tale contesto l'UE sostiene pienamente la strategia I4S (International
Security and Stabilisation Support Strategy), tesa ad attività di stabilizzazione in queste
aree. Nel compiacersi per la promulgazione della legge d'amnistia, l'UE esorta l'RDC ad
accelerare, in cooperazione con l'Uganda ed il Ruanda, il disarmo, la smobilitazione e il
reinserimento (DDR) dei membri dell'M23, prestando particolare attenzione alle donne e ai
bambini.
3.
Sulla base dei primi passi compiuti, l'UE conferma l'importanza di procedere al disarmo
volontario e incondizionato delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda
(FDLR) all'interno dell'RDC, nonché la sua volontà di sostenere tale processo. È essenziale
che questo processo coinvolga la leadership delle FDLR, sia portato a termine nel più
breve tempo possibile e preveda la restituzione formale di tutti i territori sgombrati. L'UE
rammenta che qualsiasi forma di sostegno alle FDLR rappresenta una violazione delle
misure restrittive vigenti dell'ONU e dell'UE. L'UE continua a credere che le persone
accusate di aver perpetrato crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidio e gravi
violazioni dei diritti umani, ivi inclusi la violenza sessuale e il reclutamento e l'utilizzo di
bambini, debbano rispondere delle loro azioni davanti alla giustizia. L'UE accoglie
favorevolmente la dichiarazione del governo del Ruanda che accetta, nel contesto del
processo DDR, il rimpatrio volontario di coloro che abbandonano le FDLR. L'impegno a
livello regionale rafforza le soluzioni permanenti al problema dello scioglimento dei gruppi
armati, e in tale contesto, l'UE sostiene il coinvolgimento congiunto della comunità per lo
sviluppo dell'Africa australe (SADC) e dalla Conferenza Internazionale sulla pace e
sicurezza nella Regione dei Grandi Laghi in questi processi. In linea con la posizione del
governo dell'RDC, l'UE ricorda che operazioni militari condotte dalle FARDC in
coordinamento con MONUSCO contro le FDLR rimangono un'opzione, qualora il
processo su base volontaria non dovesse andare a buon fine.
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4.
Gli oltre 40 gruppi armati ancora attivi nell'RDC, soprattutto nella parte orientale del
paese, causano devastanti effetti umanitari sulla popolazione civile e comportano lo
sfollamento di 2,6 milioni di persone. L'UE nutre particolare preoccupazione per la
situazione nella provincia orientale e per il rapido aggravarsi della crisi umanitaria
provocata dall'uomo in Katanga. L'UE rammenta a tutte le parti il loro obbligo di garantire
la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale, ivi inclusi i diritti umani e il
diritto internazionale umanitario. Le gravi violazioni dei diritti umani nell'RDC, in
particolare il flagello della violenza di genere, della violenza sessuale e del reclutamento ed
utilizzo dei bambini, siano essi perpetrati da gruppi armati o da altri soggetti, devono
cessare. L'UE fa appello alle responsabilità specifiche delle autorità congolesi a tale
riguardo e sottolinea l'importanza di un'azione concertata per riformare il settore della
giustizia, anche militare, nell'RDC.
5.
Più in generale, rimane di importanza fondamentale affrontare le cause profonde della
violenza nella regione tenendo conto di fattori quali l'assenza di controllo statale, marcate
disuguaglianze di genere, questioni territoriali, riforme della governance economica in
sospeso, la proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro e lo sfruttamento illegale
delle risorse naturali. In questo contesto l'UE sostiene tutti gli sforzi intesi a migliorare la
trasparenza delle catene di approvvigionamento mondiali di minerali, anche attraverso lo
sviluppo di un'iniziativa dell'UE volta a promuovere l'approvvigionamento responsabile dei
minerali provenienti da zone di conflitto e ad alto rischio. Nell'affrontare le cause
profonde, l'attuazione del programma di riforme nell'ambito dell'accordo quadro per la
pace, la sicurezza e la cooperazione offre una buona opportunità di ottenere l'appoggio
internazionale riguardo ad obiettivi comuni. Riconoscendo che la cooperazione economica,
maggiori opportunità commerciali e la creazione di posti di lavoro possono contribuire a
portare nella regione stabilità e pace a lungo termine, l'UE è a favore di una conferenza
sugli investimenti del settore privato nell'RDC, organizzata nell'ambito del quadro per la
pace, la sicurezza e la cooperazione.
6.
L'UE ribadisce l'impegno teso a garantire, nei suoi partenariati, un approccio coerente ai
paesi della regione dei Grandi Laghi, tenendo conto del fatto che gli sviluppi politici e le
elezioni in Burundi, RDC e Ruanda - che dovrebbero rispettare le disposizioni
costituzionali - hanno un impatto diretto sulla stabilità a più lungo termine della regione.
L'UE ribadisce la necessità di una stretta cooperazione tra ONU e le organizzazioni
regionali.
7.
Le elezioni del 2015 in Burundi rappresentano un'opportunità di importanza fondamentale
per consolidare i progressi compiuti di recente e per contribuire ad un futuro migliore.
L'UE si compiace dell'adozione per consenso della legge elettorale e dell'accordo su un
codice di condotta stipulato da tutte le parti; non di meno è sempre più preoccupata per le
restrizioni allo spazio politico e alle libertà civili e per l'inasprimento della tensione e della
violenza che ne derivano, specialmente tra i movimenti giovanili legati a partiti politici. Il
sostegno dell'UE, ivi compreso tra l'altro al processo elettorale, può essere concesso solo se
tale processo è inclusivo, trasparente e pacifico. L'UE ribadisce il proprio fermo sostegno
al ruolo svolto dall'ONU in Burundi e alla tabella di marcia elettorale, mediata dalle
Nazioni Unite, firmata nel 2013 da tutti i soggetti politici.
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8.
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L'UE rammenta il suo forte interesse allo sviluppo democratico dell'RDC ed in particolare
all'imminente ciclo elettorale che condurrà alle elezioni generali nel 2016. Le autorità
congolesi, nel rispetto delle disposizioni costituzionali pertinenti e tenendo conto delle
raccomandazioni della missione di osservazione dell'UE del 2011, sono responsabili della
preparazione e dell'organizzazione delle elezioni, che dovrebbero disporre delle risorse
finanziarie necessarie, essere pienamente inclusive e rispettare un preciso calendario. L'UE
riconosce l'importanza dei buoni uffici di MONUSCO nella preparazione delle elezioni.
Sottolinea ancora il suo impegno a sostegno di tutte le riforme di importanza critica
nell'RDC, particolarmente in settori quali la gestione delle finanze pubbliche, la lotta
contro la corruzione e la sicurezza, la promozione di un migliore clima imprenditoriale, il
consolidamento della struttura statale, il rispetto dello stato di diritto, la lotta all'impunità,
alla prevenzione della violenza sessuale e la tutela dei bambini nei conflitti armati. La
riforma del settore della sicurezza, e in particolare dell'esercito, rimane della massima
importanza e dovrebbe far tesoro dei risultati ottenuti dalle missioni EUSEC e EUPOL in
ambito PSDC.
La trasparenza e la responsabilità relativamente alla gestione delle risorse naturali sono
questioni chiave per il popolo congolese. In questo contesto l'UE si compiace del fatto che
l'RDC abbia pienamente aderito all'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive
(EITI).
9.
L'UE plaude ai progressi compiuti dal Ruanda in merito a una serie di riforme strutturali,
specialmente nell'ambito della sfera economica, e riconosce i risultati della riconciliazione
conseguiti nei 20 anni trascorsi dal genocidio del 1994. Tuttavia, l'UE manifesta la sua
costante preoccupazione per le restrizioni cui i partiti politici si trovano confrontati,
compresa la contrazione dello spazio politico, e per le segnalazioni di sparizioni di
difensori dei diritti umani e di azioni contro questi ultimi e contro la società civile.
Guardando alle elezioni del 2017, l'UE esorta il Ruanda a tener fede con coerenza al
proprio impegno di democratizzazione, ad allargare ulteriormente lo spazio politico, a
concedere sempre più spazio ad una società civile indipendente e in particolare ai difensori
dei diritti umani, nonché a consentire una maggiore libertà di espressione alla società civile
e a tutti i cittadini, così da facilitare una maggiore partecipazione democratica.
10.
L'UE ha allineato il proprio sostegno agli obiettivi del quadro per la pace, la sicurezza e la
cooperazione. La recente adozione dei programmi indicativi nazionali, a titolo dell'11°
Fondo europeo di sviluppo, per il Burundi, l'RDC1 e il Ruanda, con una dotazione totale di
oltre 1,5 miliardi di EUR, sarà integrata dal sostegno a livello regionale e da contributi
bilaterali degli Stati membri dell'UE. L'UE continua a ritenere che, per i paesi della
regione, la chiave per sfruttare il potenziale dei Grandi Laghi risieda nella cooperazione su
progetti produttivi di interesse comune. Il ruolo della società civile, organizzazioni
femminili comprese, e la necessità di una maggiore responsabilità nei confronti dei
cittadini, sono anch'essi di importanza fondamentale per trovare soluzioni durature alle
situazioni di conflitto e di instabilità nella regione.
11.
Il Consiglio invita l'alto rappresentante e la Commissione a riferire sull'attuazione delle
presenti conclusioni del Consiglio e di quelle precedenti e a presentare, se del caso,
proposte di follow up. Il Consiglio conviene di ritornare sulla questione prima della fine
dell'anno."
1
I programmi indicativi nazionali per il Burundi e l'RDC sono stati firmati il 26 giugno 2014.
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Piano d'azione dell'UE per il Pakistan
Il Consiglio ha preso atto della sesta relazione di attuazione per il Pakistan, quale seguito del piano
per il rafforzamento dell'azione dell'UE in Afghanistan e Pakistan adottato nell'ottobre 2009.
Strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa
Il Consiglio ha approvato la relazione semestrale sull'attuazione della strategia dell'UE contro la
proliferazione delle armi di distruzione di massa per il primo semestre del 2014.
POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMU E
Missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina
Il Consiglio ha istituito la missione consultiva dell'UE per la riforma del settore della sicurezza
civile in Ucraina (EUAM Ucraina), una missione civile nell'ambito della politica di sicurezza e di
difesa comune dell'UE per sostenere l'Ucraina nella riforma del settore della sicurezza civile,
includendo la polizia e lo stato di diritto. Per maggiori informazioni si veda il comunicato stampa.
Allo stesso tempo il Consiglio ha autorizzato l'alto rappresentante a negoziare con l'Ucraina un
accordo sullo status della missione in ambito PSDC in Ucraina.
EUCAP Sahel iger
Il Consiglio ha prorogato l'EUCAP Sahel Niger, la missione dell'UE in ambito PSDC in Niger, fino
al 15 luglio 2016. La missione fornisce consulenza e formazione per sostenere le autorità nigeriane
nel rafforzamento delle loro capacità di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Per
maggiori informazioni si veda il comunicato stampa.
EUCAP estor
Il Consiglio ha prorogato il mandato della missione dell'UE per lo sviluppo delle capacità marittime
regionali nel Corno d'Africa (EUCAP NESTOR) fino al 12 dicembre 2016. Per maggiori
informazioni si veda il comunicato stampa.
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VERSIO E PROVVISORIA
22 luglio 2014
Sistema globale europeo di navigazione satellitare
Il Consiglio ha adottato una decisione sugli aspetti dell'utilizzo del sistema globale di navigazione
via satellite europeo (GNSS) che hanno incidenza sulla sicurezza dell’Unione europea. Essa indica
come il Consiglio o l'alto rappresentante possono adottare le misure necessarie in caso di minaccia
per il funzionamento del sistema o per la sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri. La suddetta
decisione sostituisce la precedente base giuridica per tale azione, l'azione comune 2004/552.
Accademia europea per la sicurezza e la difesa
Il Consiglio ha assegnato un bilancio di 756 000 EUR all'Accademia europea per la sicurezza e la
difesa per il periodo dal 1° agosto 2014 al 31 dicembre 2015. La missione dell'accademia è fornire
formazione nel settore della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) al fine di sviluppare e
promuovere una visione comune della PSDC tra il personale civile e militare e diffondere le
migliori prassi in relazione ai vari temi della PSDC.
Attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2013
Il Consiglio ha preso atto della relazione dell'alto rappresentante / capo dell'Agenzia europea per la
difesa sull'andamento dei lavori relativi all'attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo del
dicembre 2013, e della relazione al Consiglio sui compiti del Consiglio europeo in materia di
standardizzazione e certificazione.
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Comunicato Stampa affari esteri 22 luglio 2014