REGIONE
CALABRIA
Assessorato alla Cultura
Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura
Calabria Regione Ospite 2013
REGIONE
CALABRIA
Assessorato alla Cultura
Via Gioacchino da Fiore • 88100 Catanzaro
Tel. 0961 856184 • Fax 0961 856126 • [email protected]
Presidente
Giuseppe Scopelliti
Assessore alla Cultura
Mario Caligiuri
Direttore Generale
Massimiliano Ferrara
Dirigente di Settore
Armando Pagliaro
Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura
Complesso Santa Chiara • Via Ruggero il Normanno • 89900 Vibo Valentia
Tel. 0963 547557 • Fax 0963 471856
Calabria Regione Ospite 2013
Catalogo a cura di
Gilberto Floriani
Copertina
Saverio Danese
Coordinamento grafico
Adhoc Edizioni • Vibo Valentia
Copyrigth
Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura
Maggio 2013
ISBN 978 -88 - 908078 - 1 -7
In occasione della partecipazione della Regione Calabria
al Salone Internazionale del Libro di Torino 2013, in veste di
“Regione Ospite”, con un rango quindi non inferiore a quello di Paese Ospite, riservato quest'anno al Cile e alla sua cultura, si è cercato di realizzare un progetto culturale ambizioso, all'altezza della situazione, esponendo quanto di meglio,
più interessante e nuovo caratterizza la scena culturale calabrese, compresi anche i nuovi progetti promossi dall'attuale
amministrazione regionale.
Per il Salone la Regione Ospite è una novità, un'innovazione fortemente richiesta da noi e accolta con grande interesse dalla Fondazione per il libro, l'istituzione che organizza quello che è ormai diventato il più grande evento europeo di promozione del libro, della lettura e dell'editoria. Il
mio ringraziamento sincero va dunque al Presidente Rolando Picchioni, al Direttore Ernesto Ferrero e anche all’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola.
Non è privo di significato che la prima Regione Ospite sia la
Calabria, una regione dalle molte contraddizioni, ma culturalmente vivace, che aspetta solo di essere conosciuta nelle
sue varie sfaccettature e complessità, così come nella sua
ricchezza culturale.
Lo stand della Calabria ha una grande visibilità per grandezza e qualità dell'allestimento; è stato progettato per ospitare i libri e le altre eccellenze della regione, mostre e numerosi eventi culturali di grande qualità, capaci di richiamare
un'estesa e qualificata attenzione.
Nello stand sono esposti i libri delle numerose case editrici calabresi e le opere degli autori regionali; nello spazio
delle eccellenze i visitatori potranno conoscere eccellenze
culturali, artigianali e gastronomiche.
Di notevole interesse anche le mostre, in particolare
quella sulla tipografia storica che consentirà di ammirare
per la prima volta, le più antiche edizioni realizzate in Calabria agli albori della stampa: la prima Bibbia ebraica, stampata a Reggio Calabria nel 1475, e altri quattro incunaboli
stampati a Cosenza nel 1478, tre anni più tardi. Ma ci saranno anche mostre sul paesaggio, l'esposizione di una grande
opera di Mattia Preti - del quale celebriamo sontuosamente i
400 anni dalla nascita - e del prezioso codice Romano Carratelli, la prima inedita organica raffigurazione iconografica
della Calabria del Cinquecento, probabilmente la prima della
nostra regione in senso assoluto.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Presentazione
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Di grande interesse gli eventi culturali che si susseguiranno nei cinque giorni del salone: gli ospiti, gli incontri, i
libri che saranno presentati e discussi rappresentano sicuramente un volto nuovo e interessante della nostra regione,
aperto alla discussione e all'innovazione, all'approfondimento storico, alla nuova letteratura di Abate, Bubba, Gangemi
ed altri, all'editoria, con una notevole partecipazione degli
studenti calabresi.
Le tematiche spaziano dai progetti di valorizzazione dei
beni culturali immateriali promossi dai club UNESCO; alle
minoranze etniche; alla valorizzazione del patrimonio storico delle biblioteche pubbliche e private; alla rivisitazione di
Alvaro, Repaci, Calogero; ai rapporti della Calabria con
l'ebraismo; all'innovazione scientifica di Mauro Ferrari e
Sandra Savaglio.
Infine, la partecipazione della Calabria non si limiterà
soltanto al proprio padiglione, ma contaminerà anche altri
spazi del salone con interessanti proposte di dibattito e di
approfondimento che spaziano dalla celebrazione del IV
centenario della nascita di Mattia Preti, all'archeologia, alle
proposte degli scrittori calabresi, alla promozione della lettura. Sarà coinvolta la stessa città di Torino con una serata
dedicata ai calabresi; l'incontro si svolgerà al Teatro Bellarte, dove il gruppo “Scena Verticale” di Castrovillari metterà
in scena lo spettacolo Italianesi.
Infine a Palazzo Barolo, nella mostra Amore e Psiche,
potranno essere ammirati numerosi reperti archeologici provenienti dai musei calabresi, tra i quali la laminetta orfica
proveniente da Hipponion e numerosi pinakes locresi.
Pertanto, superando, i tanti luoghi comuni, averete modo
di consocere la Calabria, una “regione per leggere”. In tutti i
sensi.
Giuseppe Scopelliti
Presidente Giunta Regionale
Regione Calabria
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Proviamo a svelare l'arcano della presenza della Calabria
quale “Regione Ospite” al Salone del Libro di Torino.
La lettura è una priorità politica regionale. Se, in Italia
come in Calabria, la crescita economica deve ripartire dalla
cultura, occorre per forza iniziare dalla lettura.
Tra i tanti dati devastanti, che hanno riguardato il nostro
Paese e anche la Calabria, secondo l'Istat, negli ultimi anni
la nostra regione non è più la maglia nera nella lettura di libri e di giornali, perché abbiamo superato la Sicilia, la Campania, la Basilicata, la Puglia e intendiamo diventare, entro
il 2015, la prima regione del Sud come numero di lettori.
Per conseguire questi risultati - e sappiamo bene che
ogni risultato è temporaneo - abbiamo sviluppato una serie
di iniziative, tra le quali l'istituzione del Polo Regionale delle
Politiche pubbliche sulla Lettura, la pubblicazione di un Libro Verde sulla Lettura (con la prefazione di Tullio De Mauro
e cammei di Carmine Abate, Mimmo Gangemi e Angela
Bubba), la creazione di un sito che raccoglie oltre 120 biblioteche con più di un milione e trecentomila volumi.
Adesso abbiamo messo in moto altre due attività significative.
La prima è quella del Libro per Ogni Nato. A partire da
giugno, e per un anno intero, i 17, 18 mila bambini che nasceranno nella nostra regione lo faranno, metaforicamente,
con un libro in mano. Un libro pensato, scritto e illustrato
appositamente per loro che parla di felicità.
In analogia con gli atti costitutivi degli Stati Uniti
d'America, noi vorremmo che questa fosse la Costituzione
dei bambini calabresi.
La seconda sfida è rappresentata appunto dalla partecipazione al Salone del Libro di Torino, nella originale veste
di regione “ospite".
Presenza che, con modalità diverse, intenderemmo riproporre, se possibile, in modo significativo anche nelle prossime edizioni.
Quella di quest'anno, per noi intende essere un’occasione
straordinaria per aumentare il numero dei lettori e per mettere in mostra le nostre tante eccellenze culturali, che rappresentano la natura vera della nostra terra.
Infatti noi rifiutiamo di identificare la storia della Calabria e del Sud come storia criminale, perché la storia della
Calabria e del Sud è storia di grande cultura.
E nel palcoscenico della manifestazione torinese verranno
UNA REGIONE PER LEGGERE
Introduzione
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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presentati libri, autori, editori e premi letterari. Un censimento ci auguriamo quasi completo del meglio che possiamo esprimere in questo momento.
Tra le tante eccellenze, solo a titolo esemplificativo, presenteremo gli ori e gli argenti di Gerardo Sacco, le splendide
ceramiche di Seminara, il primo libro al mondo stampato in
ebraico (il Pentateuco, edito a Reggio Calabria nel 1475), i libri proibiti custoditi nella biblioteca settecentesca del Santuario di San Francesco di Paola, lo strabiliante Codice Romano Carratelli, l’opera Noli me tangere di Mattia Preti,
“Nanogagliato" la manifestazione che ogni anno (grazie a
Mauro Ferrari) fa convergere nel minuscolo ma ospitale comune di Gagliato i più importanti studiosi al mondo di nanotecnologie, l'opera di Carmine Abate (lo scrittore arbëreshë vincitore della cinquantesima edizione del Premio “Campiello”), i rapporti tra D'Annunzio e la Calabria in occasione
del centocinquantesimo anniversario della nascita del Vate,
le ultime scoperte archeologiche calabresi (dal drago marino
di Monasterace alle testimonianze minoiche di Zambrone), le
profezie di Gioacchino da Fiore.
E poi parleremo di Giuseppe Berto e Carlo Rambaldi, che
sono calabresi di elezione avendo scelto di vivere nella nostra regione.
Grazie alla Fondazione Carical daremo voce alle donne
della primavera araba, ribadendo la nostra secolare vocazione mediterranea e di confluenza della regione.
Infine, parleremo dei nostri due più grandi tesori archeologici: i Bronzi di Riace e il Parco di Sibari e di come ne
stiamo predisponendo imponenti rilanci.
Inoltre, illustreremo le politiche pubbliche sulla cultura
che la Regione Calabria sta portando avanti. Oltre al Libro
Verde sulla Lettura e il Libro per Ogni Nato, presenteremo i
risultati dei progetti “Calabria Jones" (educazione all'archeologia per 5 mila studenti), “Pitagora Mundus" (350 giovani
egiziani che stanno studiando nelle nostre scuole tecniche e
professionali), “CalabriaInnova" (la società costituita con
Area Science Park di Trieste per potenziare la rete della ricerca), “Magna Grecia Teatro Festival" (eventi negli anfiteatri magnogreci e romani, che rivivono dopo secoli), “Nativi
digitali" (ricerca del Censis sulle capacità di apprendimento
delle giovani generazioni), “ConoscenzaCalabria" (tv con i
curriculum e i videocurriculum dei laureati calabresi) e poi
illustreremo i programmi di arte contemporanea (sette eventi
per due anni con l'investimento più significativo oggi in Italia nel settore), delle residenze teatrali (in undici teatri per
produrre ed esportare le rappresentazioni) e del programma
unico degli eventi per il 2013.
Insieme a noi condivideranno la manifestazione alcuni
tra i più importanti intellettuali e operatori culturali del nostro Paese: da Paolo Mieli a Salvatore Settis, da Vittorio
UNA REGIONE PER LEGGERE
Sgarbi a Giordano Bruno Guerri, da Giuseppe Roma a
Roberto Giacobbo, da Tullio De Mauro a Dacia Maraini, da
Giorgio Albertazzi a Michele Cucuzza, da Giuseppe Galasso
a Salvatore Puglisi, da Pino Aprile a Eugenio Bennato, da
Aldo Mola a Renzo Gattegna, da Giovanni Russo a Pierangelo Buttafuoco, da Marcello Veneziani a Vincenzo Cerami e
poi i calabresi Nicola Gratteri, Sandra Savaglio, Corrado Calabrò, Pina Amarelli, Lella Golfo, Marina Valensise, Vito Teti, Antonio Nicaso, Maria D’Elia, Francesco Bevilacqua e
tanti altri.
Centinaia di studenti calabresi invaderanno il Salone,
provenendo da tutta la regione.
In concomitanza, quale regione coordinatrice del settore,
abbiamo anche convocato una riunione della Commissione
Cultura della Conferenza delle Regioni, sperando che gli assessori regionali di tutto il Paese possano essere presenti.
Infine, è un'opportunità per rinsaldare i legami con Torino ed il Piemonte.
Non solo la mostra su “Il Cavaliere calabrese. Tra Caravaggio e Luca Giordano" che, nella sontuosa reggia sabauda
di Venaria Reale, inaugurerà di fatto il Salone del Libro
2013, così come al Teatro Bellarte verrà organizzata una serata per i calabresi in Piemonte con Saverio La Ruina che
metterà in scena “Italianesi". Ricorderemo poi gli anni torinesi di Leonida Repaci e le radici occitane di Guardia Piemontese e delle comunità valdesi. Ci sarà, poi, l'incontro gastronomico tra il cioccolato piemontese e la liquirizia calabrese.
Infine concluderemo con un omaggio alla Torino “magica", la città della Sindone, dove hanno dimorato eretici e irregolari come Nostradamus e Nietzsche, dove è vissuto Gustavo Rol.
Infatti, parleremo “Del magico mondo dei tarocchi calabresi", in cui illustreremo gli arcani “maggiori" e “minori".
Mi auguro che anche questo possa in qualche modo servire a spiegare l'arcano della presenza della Calabria quale
prima regione “ospite d'onore" al Salone del Libro di Torino
nel 2013.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio nella grande
cultura della Calabria, terra ricca di passato e di futuro.
Mario Caligiuri
Assessore alla Cultura
Regione Calabria
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Fra le novità del Salone 2013, l’istituzione di una Regione come ospite d’onore. Le Regioni italiane sono da molti
anni una delle presenze più vive del Salone torinese, dove
portano realtà culturali e imprenditoriali di piccola dimensione ma alto livello qualitativo, che al Lingotto Fiere possono farsi conoscere dal grande pubblico.
Questa ulteriore occasione, nata da un’idea dell’assessore
alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola, raccolta dall’omologo assessore calabrese Mario Caligiuri, è destinata a diventare un appuntamento fisso, e vuole approfondire il significato della presenza di una Regione documentando
adeguatamente il suo patrimonio artistico, le sue realtà editoriali e culturali, le iniziative in corso e quelle in progetto. Ne
risulta un quadro sorprendentemente ricco di aspetti poco
noti, che documenta una realtà in rapida trasformazione.
Significativo è appunto il caso della Calabria, che già
presiede la Commissione Cultura delle Regioni, e ha collocato la cultura tra gli obiettivi primari della Giunta, anche come azione di contrasto verso la criminalità organizzata attraverso il coinvolgimento dei giovani, chiamati a farsi protagonisti di un riscatto collettivo.
Si punta sul dialogo con le scuole (tra l’altro il progetto
“Calabria Jones” vede 6.000 ragazzi in visita nei siti archeologici), su varie iniziative per la promozione della lettura, su
cospicui investimenti nelle biblioteche e sulle tecnologie digitali per mettere in rete le risorse già disponibili, e coinvolgere
i ragazzi in un uso creativo dei nuovi linguaggi, tra valorizzazione del patrimonio esistente, inchieste e nuovi progetti.
Il calendario degli eventi che saranno ospitati nella cinque giorni del Lingotto in uno spazio dedicato toccherà tutti
gli aspetti della cultura calabrese, dalla storia al patrimonio
artistico e all’archeologia, dall’imprenditoria all’enogastronomia, dalla letteratura all’arte contemporanea.
Sono previste mostre, e spettacoli teatrali e musicali. Nel
ricordo di grandi autori come Corrado Alvaro e Leonida Repaci, saranno a Torino, tra gli altri, scrittori e giornalisti come Carmine Abate (recente vincitore del Campiello), Mimmo
Gangemi (Il giudice meschino; La signora di Ellis Island),
Marina Valensise, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Fratelli
di sangue. Storie, boss e affari della ’ndrangheta, la mafia
più potente del mondo; La mafia fa schifo. Lettere di ragazzi
da un paese che non si rassegna; Dire e non dire. I dieci comandamenti della ’ndrangheta nelle parole degli affiliati), la
UNA REGIONE PER LEGGERE
Lo stand
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UNA REGIONE PER LEGGERE
giovane Angela Bubba che con le sue impietose narrazionireportage dichiara di ispirarsi direttamente ad Anna Maria
Ortese ed Elsa Morante.
Tra gli obiettivi, quello di incentivare i ragazzi delle
scuole ad una partecipazione attiva al Salone, sia come autori di progetti per la promozione della lettura che come
protagonisti allo stand regionale. L’incontro collettivo finale
tra studenti e scrittori è atteso lunedì 20 maggio al Salone.
Lo stand regionale ospiterà un bookshop dell’editoria e
degli autori regionali e uno spazio di valorizzazione dei più
prestigiosi prodotti gastronomici e artigianali calabresi.
Oltre a un fitto programma di incontri con tutti i principali scrittori e intellettuali calabresi, alcuni dei quali ospitati
anche in città (lo spettacolo teatrale “Italianesi” di Scena
verticale con Saverio la Ruina), lo stand ospiterà anche importanti mostre sulla tipografia storica calabrese, con
l’esposizione di rarissimi incunaboli, tra i quali la prima bibbia a caratteri ebraici stampata al mondo (Reggio Calabria,
1475), ed edizioni del Cinquecento e del Seicento; una mostra fotografica sul paesaggio calabrese curata dal naturalista Francesco Bevilacqua; una mostra di illustratori di libri
per bambini collegata alle numerose iniziative di promozione della lettura realizzate dalla Regione in collaborazione
con la Casa editrice Coccole News.
Sarà anche esposta una grande opera del pittore calabrese Mattia Preti, di cui ricorre il IV centenario della nascita,
in collegamento con la mostra sull’artista che sarà allestita a
partire dal 15 maggio alla Reggia di Venaria.
Di particolare rilievo, infine, l’esposizione del Codice cinquecentesco Romano Carratelli, raffigurante città fortificate,
castelli e torri costiere della Calabria nel Cinquecento. Il codice comprende un centinaio di illustrazioni acquerellate che
costituiscono la prima e inedita fonte iconografica riguardante il territorio calabrese.
Nello spazio del salone saranno presentati libri (monografia su Mattia Preti curata da Vittorio Sgarbi ed edita da
Rubbettino), dibattiti sulla Calabria (Giovani Russo, Paolo
Mieli, Salvatore Settis), un reading di opere di Carmine Abate e le iniziative di promozione della lettura della regione.
BOOKSHOP
All’interno del settore che ospita lo stand Regione Calabria, è allestito anche un bookshop istituzionale, una vera e
propria libreria specializzata che propone prodotti di editoria
di qualità che mirano a valorizzare il patrimonio artistico,
culturale e letterario della regione.
Dalla saggistica alla narrativa, arte, architettura, fotografia, letteratura di viaggio, poesia, tutte pubblicazioni scelte
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ECCELLENZE AGROALIMENTARI CALABRESI
Viaggio alla scoperta di radici antichissime
La Calabria, dai tempi di Re Italo, ha ospitato civiltà fortemente legate alla lavorazione della terra. È Aristotele a ricordarci che “divenne re dell'Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece che
Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli
Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi”.
Siamo nell’Età del Ferro, al confine tra racconto mitico e
storia, e l’antica Calabria ospitava genti dedite all’agricoltura e alla pastorizia, alla coltivazione della vite (così come
sembra attestare la stessa etimologia di Enotria), dell’ulivo,
dei cereali. Ecco le radici della Dieta Mediterranea, oggi patrimonio dell’Unesco, che è prima di tutto stile di vita. I sissizi erano pasti pubblici e significavano condivisione di valori, esperienze, tecniche, tradizioni, economia. Passeranno
alcuni secoli e sarà lo splendore della Magna Graecia, con
Sybaris, Kroton, Lokroi, Kaulon, Rhegion e Medma, Matauros, Hipponion, Terina, Laos a continuare a dare centralità al
cibo, introducendo anche concetti di eccellenza delle materie
prime e di alta gastronomia.
Il lusso proverbiale dei Sibariti, in cui i cuochi erano celebrati alla stregua di grandi artisti, o i pinakes locresi che
descrivono scene di vitivinicoltura, segnano un’ulteriore
fondamentale tappa di un lungo percorso giunto senza soluzioni di continuità fino ai giorni nostri. Né possiamo dimenticare che fu il sommo Pitagora, a Crotone, a introdurre nel
mondo occidentale i concetti di sana alimentazione.
Il filosofo originario di Samo fu a tutti gli effetti il primo
esperto e teorico della scienza dell’alimentazione tanto che,
in quell’epoca, e anche grazie a una consolidata scuola medica (Democede, Alcmeone), gli atleti crotoniati primeggiarono alle Olimpiadi con in testa il formidabile Milone.
Facciamo trascorrere altri mille anni e giungiamo a Cassiodoro che nelle sue Variae ricorda il Brutium (sua terra natale) ricco di vini e formaggi eccellenti. Lasciamo passare un
altro mezzo millennio e sarà la bocca di Brunone di Colonia
a descrivere la natura rigogliosa e paradisiaca dell’area in
cui oggi sorge la Certosa, e quindi quel contesto ecologico e
climatico che conferisce all’intera regione, con la sua centralità mediterranea e la sua particolarissima orografia, un
habitat congeniale per l’agricoltura.
Le radici culturali delle attuali eccellenze agroalimentari
UNA REGIONE PER LEGGERE
fra la migliore offerta disponibile sul mercato italiano e internazionale. Saranno in vendita anche cd e dischi in vinile
dei più grandi artisti e musicisti calabresi.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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ed enogastronomiche calabresi sono quindi profondissime,
uniche, fortemente identitarie, peculiari, non delocalizzabili,
intimamente collegate al dipanarsi, lungo i millenni, di vicende storiche, di contaminazioni di civiltà diverse, di invasioni di eserciti e popoli stranieri, di sintesi originali.
Nei mercati globali che tendono a uniformare e standardizzare, se non spesso ad appiattire e svilire, anche i gusti e
le abitudini, queste caratteristiche costituiscono un valore
aggiunto assoluto. Ecco perché, al Salone del Libro edizione
2013, la Calabria dell’editoria si presenta con uno spazio dedicato alla presentazione del suo variegato e articolato mondo agroalimentare.
Un viaggio di natura mediatica utile a far comprendere
come l’approccio alla Calabria, alla valorizzazione e promozione delle sue espressioni migliori, al recupero di un’immagine positiva pretenda una visione a trecentosessanta gradi.
Libri antichi, proposte editoriali dell’oggi e imprenditoria
di settore, preziosi oggetti dell’artigianato artistico, una
grande tela di Mattia Preti che richiama le celebrazioni per i
quattrocento anni dalla nascita, verranno esposti accanto a
una selezione, ovviamente non omnicomprensiva, di prodotti agroalimentari spiegati nella loro dimensione culturale,
sociale e civile, prima che economica.
Specialità di qualità certificata come la Cipolla Rossa di
Tropea, il Caciocavallo Silano, la Liquirizia, i Salumi, accanto ai Vini e agli Oli extravergine di oliva di vitigni e cultivar
autoctoni, o alle sensazioni straordinarie offerte dalla dimensione piccante o dai profumi del Bergamotto, offriranno
ai visitatori dello stand Calabria tanti spunti di riflessione
nonché l’occasione, in un contesto internazionale, di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle tante virtù di una
terra antica, laboriosa, orgogliosa del proprio passato, ricca
di ingegno.
Appuntamenti
UNA REGIONE PER LEGGERE
Giovedì 16 maggio
Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 10.15 / 11.00
La Calabria Ospite d’onore al Salone del libro di Torino
Inaugurazione Padiglione regionale
con Giuseppe Scopelliti
Presidente Giunta Regionale della Calabria
La Calabria della Cultura
I progetti dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria
con Mario Caligiuri e Giorgio Albertazzi
Ore 11.15 / 12.00
S. Elia Juniore (Kaleidon)
di Oreste Kessel Pace
con Giovanni Tesio
Ore 12.15 / 13.00
Kairós. Parole e speranze (Iiriti)
di Pietro Sgrò
Ore 13.15 / 14.00
La Calabria del Vate
Gabriele D’Annunzio nei 150 anni dalla nascita
con Giordano Bruno Guerri
Ore 14.15 / 15.00
Performance del Gruppo teatrale Blu Sky
con Mimmo Raffa
Ore 15.15 / 15.45
Presentazione iniziativa
I libri proibiti nella biblioteca dei Frati Minimi
di S. Francesco di Paola
con Padre Rocco Benvenuto
Ore 16.00 / 16.45
Presentazione Libro per Ogni Nato (Coccole Books)
con Ugo Cardinale
A seguire verrà inaugurata la mostra Cartoline dalla Calabria
Ore 17.00 / 17.45
Ad alta quota. Storia di una donna libera (Marsilio)
di Lella Golfo
con Costanza Esclapon, Maria Patrizia Grieco
Safiria Leccese e Stefano Lucchini
Ore 18.00 / 18.45
Le ceramiche di Seminara
Artigianato artistico in Calabria
con Santo Gioffrè
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Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 19.00 / 19.45
Il pensiero riformatore calabrese
Gli intellettuali e la Repubblica del 1799 (Rubbettino)
di Spartaco Pupo
Ore 20.00 / 20.45
Dio, patria e famiglia. Dopo il declino (Mondadori)
di Marcello Veneziani
Ore 21.00 / 22.00
Presentazione attività editoriali
Sabbiarossa Edizioni
Stand Calabria • Spazio Meeting
UNA REGIONE PER LEGGERE
Giovedì 16 maggio
Ore 10.15 / 11.15
Presentazione Tabularasa edizione 2013
con Giusva Branca e Raffaele Mortelliti
Ore 11.30 / 12.30
Presentazione Manuale scientifico e Progetto didattico
A scuola con i Re
Educare attraverso il gioco degli scacchi
con Giuseppe Sgrò
Ore 12.45 / 13.45
L’anello di Mozart (Pironti)
di Maria Primerano
Ore 14.30 / 15.30
Figlio di Mercurio (Leonida)
di Gabriella Bertizzolo
Ore 15.45 / 16.45
Presentazione spot del film
Giulia Montera, una vita spezzata
con Alfredo Li Bassi
Ore 17.00 / 18.00
Chi vive in Calabria / Chi ha scarsa memoria
Viaggio a Sud (Doppiozero)
di Mauro Minervino
con Marco Belpoliti
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Giovedì 16 maggio
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 18.15 / 19.15
La storia di Slavoj Slavik (Città del Sole)
di Mario La Cava
Ore 19.30 / 20.30
Il mare di Palizzi (Frassinelli)
di Ada Murolo
Ore 20.45 / 21.45
Da Vasco al Sud (Dino Vitola)
di Davide Beltrano
Bookstore
Ore 19.00
Tentazione e meditazione: l’abbinamento possibile
Torino incontra la Calabria: cioccolato e liquirizia
Degustazione dei cioccolati dei maestri torinesi
e delle specialità calabresi a cominciare dalla liquirizia
con Rolando Picchioni, Pina Amarelli e Fabio Molinari
Cioccolato e libri, insieme in uno spazio fisico, di discussione e di gusto. Otto incontri per cercare la combinazione perfetta tra una pagina scritta, un cioccolato ispirato all’occasione e una bevanda d’eccellenza. Degustazione (im)possibile
con autori, maestri cioccolatieri e pubblico.
Caffè Letterario
Ore 14.00
Nella terra estrema. Appunti sulla Calabria
di Giovanni Russo
con Paolo Mieli
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Sala Rossa
Ore 15.00
Vittorio Sgarbi racconta Mattia Preti
un grande caravaggesco (Rubbettino)
Tra i numerosi pittori nati nell’orbita di Caravaggio, Mattia
Preti (1613-1699) fu probabilmente il più noto già durante
quella straordinaria stagione dell’arte italiana che fu il Seicento. Originario di un piccolo paese della Calabria (Taverna), Mattia Preti fu principalmente attivo a Roma, a Napoli,
dove subì l’influenza di Andrea Giordano e dove si conservano numerose opere sia nel Palazzo reale che in numerose
chiese, e a Malta dove, per conto dell’ordine dei Cavalieri
decorò la cattedrale di La Valletta. Le opere di Mattia Preti
sono esposte nelle più importanti collezioni d’arte e pinacoteche, dall’Ermitage, alla Pinacoteca di Brera, dalla Galleria
dell’Accademia di Venezia agli Uffizi di Firenze nonché in
musei americani, canadesi ed europei. In occasione dell’inizio delle celebrazioni nazionali per il prossimo cinquecentesimo anniversario della nascita, Rubbettino propone in
esclusiva il primo catalogo di questo straordinario artista
curato per l’occasione da Vittorio Sgarbi, tra i massimi
esperti pretiani. Una pubblicazione che oltre a passare in
rassegna le opere, ne ricostruisce la genesi e la fortuna inserendole nel panorama artistico italiano ed europeo all’interno del quale sono state create. Un’opera imprescindibile per
tutti gli appassionati d’arte costruita (anche nel prezzo) per
rivolgersi a un pubblico ampio e variegato.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Giovedì 16 maggio
Padiglione 5
Ore 15.30
Una vita da somaro (Coccole Books)
con Daniela Valente
La vita di un somaro può essere ricca di incontri speciali,
come quello con Luca, che sta muto come un pesce, che non
parla mai, due occhi azzurri fissi nel vuoto, niente lo interessa. Ma anche i pesci parlano e magari Luca prima o poi
dirà qualcosa. Chissà a chi?
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Venerdì 17 maggio
Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 10.00 / 10.45
Libri antichi di Calabria
La tipografia della regione dal XV al XVII secolo
Iniziative per la valorizzazione del patrimonio storico
delle biblioteche calabresi
a cura dell’Assessorato Regionale alla Cultura
Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura
Ore 11.00 / 11.45
Dialogo sulla Bellezza
Paesaggio e Architettura in Calabria
con Mario Cucinella, Nunzio Galantino
Domenico Pappaterra
Ore 12.00 / 12.45
Lectura Dantis
V Canto dell’Inferno
di Giovanni Sapia
Ore 13.00 / 13.45
Presentazione DVD Geografia dell’anima
a cura dell’Associazione Repaci
con Maria Paola Azzario Chiesa, Bruno Verri
Gianni Oliva, Antonio Minasi
Ore 14.00 / 14.45
Calabria Jones
Le avventure archeologiche degli studenti calabresi
con Roberto Giacobbo
Ore 15.00 / 15.45
Cassiodoro: attualità di un genio
con Franco Cardini, Antonio Tarsia
Alessandro Pergoli Campanelli e Sante Bagnoli
Ore 16.00 / 16.45
Il male curabile. La sfida di Mauro Ferrari (Rizzoli)
di Michele Cucuzza e Mauro Ferrari
con Michele Cucuzza
Intervento in video conferenza di Mauro Ferrari
Ore 17.00 / 17.45
Rossi a Manhattan (Il Saggiatore)
di Eric Salerno
con Piero Fassino
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Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 18.00 / 18.45
Intangibili Tesori
Nel decennale della Convenzione UNESCO del 2003
Salvaguardare e valorizzare
il Patrimonio Culturale Immateriale della Calabria
con Giovanni Puglisi, Patrizia Nardi, Daniela Porro
Angelo Boscarino, Antonia Pasqua Recchia
Gianni Bonazzi
Ore 19.00 / 19.45
Suoni in Aspromonte
Musica e Danza per l’UNESCO
con Nino Cannatà, Antonello Ricci, Roberta Tucci
Francesco Antonio Pollice
Performance di Mimmo Morello
Ore 20.00 / 20.45
Viaggio in Calabria. La Calabria dei Parchi
con Francesco Bevilacqua e Vittorio Cappelli
UNA REGIONE PER LEGGERE
Venerdì 17 maggio
Ore 21.00 / 21.45
Il patriota e la maestra (Quodlibet)
di Vito Teti
con Margherita Oggero, Marco Revelli e Giovanni Russo
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 10.00 / 10.45
Nostos (TSG)
di Domenico Maria Managò
Ore 11.00 / 11.45
Presentazione L’Opera di Saverio Montalto (Periferia)
con Pasquale Falco
Ore 12.00 / 12.45
Mario La Cava: scrittore dal centro del mondo
con Valter Vecellio, Piero Bianucci
Maria Teresa D'Agostino
reading di Enzo dè Liguoro e Paolo Sofia
Ore 13.00 / 13.45
La luna di Giada (Albatros)
di Giuseppe Panzera
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Venerdì 17 maggio
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 14.00 / 14.45
Ferro e velluto
La maschera senza volto (Fusta)
di Nello Manduca
con Paolo Cavallo
Ore 15.00 / 15.45
Diario del Complotto (Prospettiva)
di Gianluca Pitari
con Andrea Giannasi e Carmine Torchia
Ore 16.00 / 16.45
Gli Occitani di Calabria: radici e germogli
con Aldo A. Mola e Giovanni Agresti
Ore 17.00 / 17.45
Presentazione
Progetto Gutenberg
Un’originale fiera del libro
per la scuola e il territorio
con Armando Vitale, Florindo Rubbettino
Carmine Donzelli, Margherita Toraldo
e Caterina Gentile
Ore 18.00 / 18.45
L’importanza della divulgazione scientifica
Nuovi linguaggi per un ponte tra Scienza e Società
a cura del Centro Editoriale e Librario
Università della Calabria
Ore 19.00 / 19.45
Gelusa (Dalla Costa)
di Loredana Nigri
Ore 20.00 / 20.45
Su due piedi (Rubbettino)
di Giuliano Santoro
con Daria Galateria e Filippo Veltri
Ore 21.00 / 21.45
Il grande Otto (Città del Sole)
di Bruno Gemelli
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Stand Regione Piemonte
Ore 11.00 / 12.00
Cultura e sviluppo economico
Riunione della Commissione Cultura
della Conferenza delle Regioni
Padiglione 5
Ore 11.45
Le parole scappate (Coccole Books)
Libro sulla disabilità selezionato da Ibby Internazionale
con Arianna Papini
Un bambino dislessico e una nonna malata di Alzheimer.
Due vite complesse che non trovano definizione nelle parole
che ai due fuggono. Diversi eppure insieme, i protagonisti
trovano l’aiuto reciproco e la convivenza delle loro diversità,
attraverso l’arte e la narrazione.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Venerdì 17 maggio
Spazio Incontri Salone
Ore 12.00
La promozione della lettura in Calabria
Presentazione del Libro Verde sulla Lettura
a cura della Regione Calabria
con Carmine Abate, Angela Bubba, Tullio De Mauro
Mimmo Gangemi
La Regione Calabria sta affrontando con determinazione la
promozione della lettura. Il Libro Verde è uno strumento
analitico e di dibattito, aperto al contributo della società calabrese, per rendere più incisive le politiche di promozione
culturale in una regione che punta sulla cultura per il proprio riscatto.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Sabato 18 maggio
Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 10.00 / 10.45
Presentazione Festival Poetico “Il Federiciano”
con Giuseppe Aletti
Ore 11.00 / 11.45
“Progetto Calogero”. Un poeta europeo
con Nino Cannatà, Nicola Crocetti e Roberto Herlitzka
Ore 12.00 / 12.45
L’elogio della vanità (Settecolori)
di Giuseppe Berto
con Cesare De Michelis, Pietrangelo Buttafuoco
Manuel Grillo
Ore 13.00 / 13.45
Rapporto al Viceré
La Calabria del Cinquecento nel Codice Romano Carratelli
Un documento unico sul sistema difensivo
del periodo spagnolo
con Mirella Mafrici e Francesca Marturano
Ore 14.00 / 14.45
La Calabria spagnola (Rubbettino)
di Giuseppe Galasso
con Marta Petrusewicz
Ore 15.00 / 15.45
CalabriaInnova. La rete della ricerca e del futuro
con Adriano De Maio, Massimiliano Ferrara
Paolo Gubitta e Sandra Savaglio
Ore 16.00 / 16.45
Ninco Nanco deve morire
Viaggio nella storia e nella musica del Sud (Rubbettino)
con Eugenio Bennato e Pino Aprile
Ore 17.00 / 17.45
Il meglio deve ancora venire. I discorsi di Barak Obama
dal primo al secondo mandato (Donzelli)
di Francesco Paravati
Ore 18.00 / 18.45
Presentazione
Fondazione Benedetta è la Vita Onlus
con Tonino Nocera, Gerardo Sacco
Simonetta Agnello Hornby, Marina Valensise
e Carmela Cimino
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Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 19.00 / 19.45
I nativi digitali
Una ricerca della Regione Calabria sulle modalità
di apprendimento cerebrale delle giovani generazioni
con Giuseppe Roma
Ore 20.00 / 20.45
D’oro e d’argento. Il patrimonio culturale calabrese
nei gioielli di Gerardo Sacco
con Gerardo Sacco
Ore 21.00 / 21.45
Il giovane Corrado Alvaro
Poesie, prose e lettere inedite
nelle carte del fondo Domenico Lico
A cura di Polo Regionale per le Politiche sulla Lettura
Fondazione Carical e Università della Calabria
con Mario Bozzo e Vito Teti
UNA REGIONE PER LEGGERE
Sabato 18 maggio
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 10.00 / 10.45
La Calabria dolente (Città del Sole)
di Filippo Veltri
Ore 11.00 / 11.45
Come un equilibrista sul filo (Città del Sole)
di Elisabetta Felletti
con Alessandro Meluzzi
Ore 12.00 / 12.45
In viaggio con la zia (Città del Sole)
di Adele Cambria
con Dacia Maraini
Ore 13.00 / 13.45
Ohi Dottò… (Iride)
di Cataldo Perri
con Carmine Abate
Ore 14.00 / 14.45
Calabria Ribelle (Città del Sole)
di Giuseppe Trimarchi
con la presenza di familiari di vittime della ’ndrangheta
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Sabato 18 maggio
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 15.00 / 15.45
Potere (Città del Sole)
di Pino Rotta
Ore 16.00 / 16.45
Omaggio a Mattia Preti
Le sanguigne di Wilma Pipicelli
con Ferdinando Miglietta
Ore 17.00 / 17.45
Contro Versa (Sabbiarossa)
con Monia Andreani, Lucia Cardone, Ivana Pintadu
Giovanna Vingelli
Ore 18.00 / 18.45
Pietre di Pane (Quodlibet)
di Vito Teti
con Nicola Fiorita e Piercarlo Grimaldi
Ore 19.00 / 19.45
Presentazione Festival Art in Progress e Strade del Paesaggio
a cura della Provincia di Cosenza
Ore 20.00 / 20.45
Carne (Rubbettino)
di Massimo Felice Nisticò
con Annarosa Macrì
Ore 21.00 / 21.45
Omaggio a Nicola Zitara
Memorie di quand’ero italiano (Città del Sole)
di Nicola Zitara
Sala Blu
Ore 10.30
Carmine Abate racconta Le mie Calabrie
da Le stagioni di Hora a La collina del vento (Mondadori)
Letture dell’autore • Musiche di Cataldo Perri
Canti arbëreshë di Anna Stratigò
Teatro Bellarte • Via Bellardi, 116
Ore 21.00
Incontro con la Comunità Calabrese di Torino
Saverio la Ruina interpreta “Italianesi”
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Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 10.00 / 11.00
Presentazione Premio Rhegjum Julii
con Giuseppe Casile e Corrado Calabrò
Presentazione Premio Caccuri
con Giordano Bruno Guerri, Piergiorgio Odifreddi
Piergiorgio Morosini e Pino Aprile
Ore 11.15 / 12.00
Autunno in Calabria (Minerva)
di Marina Valensise e Lorenzo Capellini
Ore 12.15 / 13.00
Il Patto del Giudice (Bompiani)
di Mimmo Gangemi
con Nicola Gratteri e Francesco Talarico
a cura del Consiglio Regionale della Calabria
UNA REGIONE PER LEGGERE
Domenica 19 maggio
Ore 13.15 / 14.30
Presentazione Festival del Giallo di Cosenza
con Cristina Marra
Presentazione Tropea Festival Leggere&Scrivere
con Giuliano Vigini
Presentazione Premio Sila
con Enzo Paolini, Marta Petruzewicz e Vincenzo Cerami
Presentazione Festival Palazzo Rinascimentale di Aieta
con Marco Malvaldi
Ore 14.45 / 15.30
Mi manca il mare
colloquio-intervista con Corrado Calabrò
di Vittorio Sgarbi e Sandro Gros Pietro
Ore 15.45 / 16.30
Recenti scoperte archeologiche in Calabria
con Claudio Sabbione e Francesco Antonio Cuteri
Ore 16.45 / 17.45
La Bibbia di Reggio Calabria
e il legame antico tra Ebraismo e Meridione
con Renzo Gattegna, Elyahu Birnbaum
Amedeo Spagnoletto, Giancarlo Lacerenza
Silvia Godelli e Mario Caligiuri
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Domenica 19 maggio
Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 18.00 / 18.45
I cinquant’anni dell’ADN Kronos
con Pippo Marra
Ore 19.00 / 19.45
Le parole, le promesse, gli ori e i tesori dei pitagorici
o dell’Etica Pitagorica (Gould)
Traduzione ermeneutica ed inedita, recitazione teatrale
di Monique Smadja
Ore 20.00 / 21.00
La rivoluzione è un pranzo di gala (Città del Sole)
di Mita Borgogno e Nicola Fiorita
e Guida ai ristoranti di Calabria (Rubbettino)
di Gianfranco Manfredi e Ottavio Cavalcanti
con Roberto Burdese
Ore 21.15 / 22.00
W l’italia.it… noi non sapevamo (Rubbettino)
Una pièce teatrale sulla Questione meridionale
di Egidia Bruno
con Antonio Calbi
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 10.00 / 10.45
Del magico mondo dei tarocchi calabresi
con Luigi Lamannis e Jean François De Dominis
Ore 11.00 / 11.45
Omaggio a Carlo Rambaldi
Carlo Rambaldi. Una vita straordinaria (Rubbettino)
con Victor Rambaldi
Ore 12.00 / 12.45
Gli statuti della seta
della Camera di Commercio di Catanzaro
con Paolo Abramo
Ore 13.00 / 13.45
Presentazione Premio Letterario
Parole nel Vento
con Florindo Rubbettino, Stefano Marelli
Antonio D’Orrico, Stefano Salis
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Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 14.00 / 14.45
Presentazione dell’iniziativa
I documenti sulla Calabria nell’Archivio Segreto Vaticano
a cura dell’Amministrazione comunale
di Chiaravalle Centrale
con Pietro De Leo
0re 15.00 / 15.45
Il Pogrom della Continassa (Sabbiarossa)
con Carla Osella e Mara Francese
0re 16.00 / 16.45
Blocco 52 (Rubbettino)
con Lou Palanca
Ore 17.00 / 17.45
I Cavalieri di Malta e la Calabria
con Carlo d’Ippolito di Sant’Ippolito
UNA REGIONE PER LEGGERE
Domenica 19 maggio
Ore 18.00 / 18.45
Presentazione dell’iniziativa Pitagora Mundus
con Taha Mattar
Ore 19.00 / 19.45
Meglio grande (Città del Sole)
di Serena Maffia
Ore 20.00 / 20.45
Un sentiero tra gli stemmi. Storia dei vescovi di Crotone
Dalle origini al Concilio di Trento (D’Ettoris)
e L’Albero di Giuda (Editoriale Progetto 2000)
di Pietro Pontieri
Ore 21.00 / 21.45
Presentazione del sito
conoscenzacalabria.tv
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Domenica 19 maggio
Stand Regione Piemonte
Ore 10.30
Il risveglio arabo. L’altra sponda del Mediterraneo
Le donne arabe protagoniste del cambiamento
a cura del Premio per la Cultura Mediterranea
Fondazione Carical
con Mario Bozzo, Leena Ben Mhenni
Joumana Haddad, Jamila Hassoune
Conduce Karima Moual
con la proiezione del filmato
Fermenti di libertà
A due anni da quella primavera
Spazio Incontri Salone
Ore 16.00
I Bronzi e Sibari
Da occasioni perdute a occasioni ritrovate
Un’occasione di sviluppo culturale ed economico
per la Calabria
con Fabrizio Barca, Simonetta Bonomi
Mario Caligiuri, Salvatore Settis
La Calabria possiede uno straordinario patrimonio culturale,
specie nel settore archeologico, con i numerosi siti e musei
ricchi di testimonianze uniche e originali. Nel passato non si
è riusciti a valorizzare al meglio questo patrimonio per trasformarlo in una opportunità per l’intera società calabrese.
Grazie a un lavoro sinergico tra governo locale e nazionale
si è intrapresa una strada nuova che ha già incominciato a
dare i suoi frutti.
Sala Gialla
Ore 20.00
In occasione della pubblicazione dei loro libri
La nostra guerra non è mai finita
e ’Ndrangheta e acqua Santa (Mondadori)
con Giovanni Tizian, Nicola Gratteri, Antonio Nicaso
I protagonisti della lotta alla criminalità organizzata raccontano le loro esperienze.
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Stand Calabria • Spazio Incontri
Ore 10.00 / 10.45
Un libro dietro l'altro... (Mati)
con Nicola Brunialti, Enrica Ajò, Chiara Zingariello
e Maria Teresa Carpino
Ore 11.00 / 12.00
Leonida Repaci a Torino
Incontro tra il Liceo Alvaro di Palmi
e il Liceo Cavour di Torino
Ore 12.15 / 13.15
Terra di poesia
Dante Maffia legge i poeti calabresi di ogni tempo
Ore 14.00 / 15.15
Dire e non dire. I dieci comandamenti della ’ndrangheta
nelle parole degli affiliati (Mondadori)
con Nicola Gratteri e Antonio Nicaso
coordina Maria D’Elia
UNA REGIONE PER LEGGERE
Lunedì 20 maggio
Ore 15.30 / 16.00
Il Castello di Arena (Calabria Letteraria)
di Caterina Calabrese
Ore 16.15 / 17.00
La Regina delle Nevi (Pellegrini)
di Gianmarco Nicoletti
Ore 17.15 / 18.00
Con altri occhi (Pellegrini)
di Tommaso Orsimarsi
Ore 18.15 / 19.00
Il monocolo (Rai Eri)
di Luigi Michele Perri
Ore 19.15 / 20.00
Intorno a Ferrocinto (Rubbettino)
di Giovanni Gagliardi e Paolo Marchionni
con Gianfranco Manfredi
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Lunedì 20 maggio
Stand Calabria • Spazio Meeting
Ore 10.00 / 11.00
Guida alla Calabria Greca (Rubbettino)
Calabria Bizantina: città, monasteri, architettura
con Francesco Antonio Cuteri
Ore 11.15 / 12.00
L’urlo di Gaber. Psicologia di un artista (Pellegrini)
di Amedeo Pingitore
Ore 12.15 / 13.00
Dalla sua Bocca. Riscritture di undici appunti inediti
di Alda Merini (Zona)
di Michele Caccamo e Maria Grazia Calambrone
Ore 13.15 / 14.00
Il metodo Tree-s (La Rondine)
di Miriam Jahier e Sonia Pagliarino
con Luisa Piarulli, Gianfranco De Lorenzo, Gianluca Lucia
Ore 14.15 / 15.00
Il Calice svelato nell’Ultima Cena di Leonardo (Prodinova)
di Gabriele Montera
Ore 15.15 / 16.00
Wedding planner & event manager
Strumenti e strategie
per diventare un vero professionista (Franco Angeli)
di Elisa Barretta
Sala Blu
Ore 11.00
Incontro con gli studenti calabresi
in visita al Salone del Libro
con Mario Caligiuri
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Festival
e
Premi Letterari
UNA REGIONE PER LEGGERE
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Festival del Giallo
Il Festival del Giallo di Cosenza nasce nel 2012 promosso
e organizzato dalla Provincia di Cosenza (Assessorato alla
Cultura). Una full immersion di tre giorni (dal 19 al 21 ottobre) nell’universo del genere letterario giallo e poliziesco che
diventa anche fiction e lezione didattica, con un variegato
programma letterario e artistico. Oltre quattromila visitatori
hanno partecipato ai diciotto incontri suddivisi nelle sezioni:
A lezione di giallo; Interrogatorio; Crimini stranieri; Indagini
con; Gialli in tv. Maestri del giallo italiano e straniero (Patrizia Debicke van der Noot, Andrea Carlo Cappi, Bruno Morchio, Francesco Recami, Susana Fortes, Marco Polillo, Paolo
Roversi, Margherita Oggero, Alessia Gazzola, Carlo A. Martigli, Diego Zandel, Petros Markaris, Maurizio de Giovanni e
Gianmauro Costa) hanno aderito al Festival dedicato alle
Città del mistero e hanno svelato enigmi e crimini legati alle loro città letterarie. La mostra Una vita in nero ha festeggiato i 50 anni del Re del Terrore, Diabolik, personaggio
molto amato e diventato simbolo di un modo nuovo di intendere il fumetto italiano. La presenza di Marina Fabbri,
ideatrice e direttrice insieme a Giorgio Gosetti del Courmayeur Noir in Festival ha permesso di creare un ponte che in
nome della letteratura e del cinema unirà anche in futuro le
due realtà festivaliere di Cosenza e Courmayeur con collaborazioni e iniziative comuni. Il libro è stato al centro del Festival del Giallo che ha scelto di promuoverlo coinvolgendo
tredici case editrici e di omaggiare i visitatori con una copia
dell’antologia “Vento noir” che raccoglie i contributi di alcuni tra gli scrittori ospiti dell’evento.
Si è parlato ancora di città del mistero, di tecniche investigative, di metodi d’indagine e anche di narrativa che diventa fiction con quattro volti noti del piccolo e grande
schermo: Nino Frassica, Flavio Insinna, Guido Caprino e
Giampaolo Morelli.
L’appuntamento è a ottobre 2013 con la seconda edizione
del Festival del Giallo dedicata alla figura del detective.
Il Festival del Libro di Aieta nasce come kermesse culturale volta a coniugare l’esigenza di dare visibilità alla piccola e
media editoria locale e nazionale con la necessità di valorizzare un territorio ricco di beni architettonici e naturali di incantevole bellezza ma ancora poco conosciuti. Aieta, piccolo
borgo incastonato tra il Parco Nazionale del Pollino e il Golfo di Policastro, è stato scelto come luogo ideale per ospitare
la rassegna. Un paesaggio che predispone alla meditazione e
alla lettura, ad incontri letterari en plein air, allo scambio di
idee e progetti finalizzati alla diffusione del libro e della cultura in ogni sua forma. La genuinità della cucina locale,
l’aria salubre delle sue pinete, la suggestività del paesaggio
sono un’attrattiva irrinunciabile per escursionisti e amanti
della natura. Inoltre, Aieta è antica sede di ville feudali e piccoli monasteri di rito greco che conservano immutato tutto il
fascino di una tradizione storica antichissima. Il Palazzo Rinascimentale Spinelli, dove risiede ogni anno il Festival del
Libro, sorge proprio nel centro storico e domina, con la sua
imponenza, il paesaggio sottostante compresa la zona sud
della costa di Maratea. Fatto costruire come dimora baronale
nel XIII secolo da Riccardo di Loyra, fu venduto nel 1534 a
G. Battista Martirano e da questi poi ceduto nel 1571 ai marchesi Cosentino che lo tennero fino al 1767, quando fu acquistato dagli Spinelli di Scalea. Nel 1913 fu dichiarato monumento nazionale per poi diventare di proprietà del Comune di Aieta nel 1980. L’attuale “invisibilità” del Palazzo Rinascimentale Spinelli, nonostante la ristrutturazione, è dovuta
ad una non adeguata promozione dello stesso, anche a causa
della scarsa progettualità ed organizzazione di eventi al suo
interno, che, per mancanza di finanziamenti appropriati,
consentirebbero un rivivificarsi di attività artigianali ed enogastronomiche in tutto il comune. I bisogni del territorio si
concretizzano nella necessità di creare un collante tra il turismo di massa delle località balneari situate a pochi chilometri e un turismo culturale dell’entroterra così come accade in
maniera forte nell’Italia centrale e nella Costa Azzurra.
Il Festival del Libro, che, oltre all’esposizione di migliaia
di novità librarie, vanta un calendario ricco di incontri con
autori e personalità istituzionali, attraverso le iniziative non
soltanto di carattere editoriale, ma anche musicale e teatrale,
rappresenta un possibile volano per sensibilizzare la cittadinanza, gli enti e le autorità alla salvaguardia e allo sviluppo
culturale ed economico del territorio.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Festival del Libro
nel Palazzo Rinascimentale di Aieta
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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Festival Poetico “Il Federiciano”
Il Festival Poetico “Il Federiciano”, ideato e realizzato
dall’editore Giuseppe Aletti, che sta edificando l’unico Paese
della Poesia presente in Italia, a Rocca Imperiale, nel cuore
della Magna Grecia, si è imposto, in sole quattro edizioni,
tra i più importanti, come, forse, il più rappresentativo concorso di poesia per testi inediti.
Oltre 6500 autori hanno inviato i loro componimenti nei
primi quattro anni alla segreteria del premio, raggiungendo
tutte le regioni italiane e tutti e cinque i continenti del pianeta. È sorprendente scoprire, di anno in anno, autori di città e nazioni geograficamente distanti, uniti dalla stessa fede
nella poesia. Ed è proprio con questo spirito di fratellanza
che gli autori giungono nel loro paese, quello della poesia:
convivere con altri poeti; declamare i propri testi e ascoltare
quelli degli altri, in un’atmosfera di costante raffronto che
arricchisce i partecipanti. La cornice nella quale si svolge
questo atteso festival sentimentale è la cerimonia di svelamento delle stele poetiche, per scoprire i nuovi versi che andranno a decorare le vie: una processione laica di centinaia
di persone tra le strade del suggestivo borgo medioevale di
Rocca Imperiale che accoglie sulle proprie mura i testi vincitori del concorso Il Federiciano che provengono dagli inediti
e quelli di autori già legittimati dalla critica che donano i
loro versi alla manifestazione. Un’antologia a cielo aperto.
Camminando tra le vie e i vicoli del centro storico è possibile leggere una stele poetica di Dacia Maraini, Alda Merini,
Mario Luzi, Lawrence Ferlinghetti, Manlio Sgalambro, Maria
Luisa Spaziani, Eugenio Bennato. Per la sezione del poeta
straniero è stata la volta della Spagna con Federico Garcia
Lorca, e per il nuovo filone dei Premi Nobel per la Letteratura è stata svelata la stele di Giosuè Carducci. Andando a ritroso nella storia letteraria italiana, sono stati inseriti due
grandi classici, Giacomo Leopardi, e Ugo Foscolo.
Un luogo quello de Il Paese della Poesia, ideale e reale,
sentimentale e concreto, dove al centro c’è la scritta parola e
il verso. Seguire il tragitto realizzato in versi “È il segreto
della poesia che mi fa camminare sui sentieri pieni di luce.
Forse la fede è anche poesia. È qualcosa che ti prende per
mano e ti accompagna” (Romano Battaglia); quello che si
prova invece lo descrive efficacemente Novalis “Il senso per
la poesia ha molto in comune con il senso del misticismo...
rappresenta l’irrappresentabile, vede l’invisibile, sente il non
sensibile”.
UNA REGIONE PER LEGGERE
La quarta edizione è stata impreziosita dalla presenza di
Eugenio Bennato che si è soffermato nella sala Parsifal con
gli autori presenti, prima ascoltando la declamazione dei
versi, poi dialogando intorno alla poesia, accennando a un
breve concerto in acustica accompagnato da Ezio Lambiase,
e infine, raggiunto il centro storico, seguendo con attenzione e religioso silenzio lo svelamento di tutte e sette le stele
dell’ultima edizione, fino a Piazza dei Poeti Federiciani, dove
è stata svelata la sua stele con il testo Brigante se more. Ed è
proprio a Eugenio Bennato che si deve il nostro motto
“L’unico concorso che dà l’eternità”. Dopo essersi informato
sul Festival Poetico “Il Federiciano” e su Il Paese della Poesia, visionando gli album fotografici della manifestazione,
video, rassegna stampa, nel darmi la sua entusiastica adesione ha affermato: “Giuseppe, questa manifestazione con la
stele poetica la facciamo per l’eternità”.
Chi sarà il prossimo immortale, tra gli immortali?
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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Parole nel Vento
Il Premio Parole nel Vento giunge nel 2013 alla sua quarta edizione e ripropone la formula che ha favorito la partecipazione nei suoi primi tre anni di vita, di oltre 300 romanzi inediti provenienti da tutt’Italia. Complesso e rigoroso
meccanismo di selezione, con una giuria qualificata e composta dai rappresentanti e dall’amministratore della casa
editrice Rubbettino, dai responsabili della biblioteca provinciale e comunale di Catanzaro, e da personalità di sicuro
prestigio in ambito letterario, tra le quali Sergio Zavoli, Stefano Salis, Domenico Scarpa, Antonio Dorrico, Arnaldo Colasanti, Gaetano Cappelli e tanti altri.
Parole nel Vento, che prevede una sezione riservata anche ai romanzi ambientati nel territorio della provincia catanzarese, ha premiato in questi tre anni lavori molto diversi
eppure tutti di particolare interesse. Tra questi “Altre Stelle
Uruguaiane” di Stefano Marelli, che dalla giuria è stato definito un piccolo capolavoro, sarà presentato, in occasione
proprio del salone del Libro di Torino, alla presenza di una
rappresentanza importante del premio e dello stesso autore.
Tra i tanti premi letterari che animano la vita culturale
italiana, Parole nel Vento si distingue per la sua attenzione
agli inediti, per l’occasione che ogni anno riserva a chi ha il
sogno nel cassetto di avere quantomeno un parere autorevole sul proprio lavoro letterario. È un percorso che dura quasi
un intero anno. Fin dal momento della pubblicazione del
bando infatti, è attivo un portale con un forum sul quale si
dibatte e ci si aggiorna sul premio, le sue finalità e gli sviluppi. Alla vigilia della fase finale sono migliaia i contatti
avuti tra redazione e partecipanti, i più meritevoli dei quali
alla fine ricevono un premio in denaro e vedono inserito il
loro lavoro nel catalogo di una casa editrice importante,
pubblicato e distribuito in tutto il paese.
La serata finale avviene per consuetudine in un borgo
della provincia catanzarese, coinvolgendo in tutte e tre le
passate edizioni un folto pubblico. Dopo Squillace, Cropani
e Stalettì il prossimo anno è la volta di Catanzaro, che ospiterà la tappa finale del concorso e nel contempo la prima di
una serie di manifestazioni incentrate sul Premio che toccheranno anche Lamezia Terme e Borgia. Al contrario degli
altri anni il Premio si concluderà non in estate, ma in autunno e sarà l’occasione per parlare di letteratura al riparo
del clamore dei mesi estivi, ma in una condizione più favorevole alla riflessione e all’approfondimento.
Il Premio Letterario Caccuri è nato da una scommessa, fare innamorare una Regione, un Paese intero, di un luogo
senza tempo e con tanta storia: Caccuri, al centro della Sila,
in Calabria. Il mondo delle nostre attenzioni è quello della
scrittura, della letteratura, spesso latitante a questa latitudine.
Apparteniamo, noi dell’Accademia dei Caccuriani, con
autentico orgoglio a coloro i quali sostengono con forza che
la Cultura è il vero motore di qualsiasi popolo, di chiunque
abbia desiderio di progredire in ogni direzione. La nostra direzione è quella del risveglio, del rinnovato senso di impegno sociale, culturale, umano.
Il desiderio centrale del Comitato organizzatore del Premio Letterario Caccuri è quello di diffondere Cultura dove
non se ne fa mai abbastanza, di mettere faccia, reputazione
nella più difficile delle imprese: un riscatto agli occhi del
nostro Paese. Anche in Calabria, nella poco conosciuta Sila,
si può affermare il verbo della sensibilità al sapere, dell’attenzione al mantenimento delle tradizioni locali più nobili.
La prima edizione del Premio Letterario Caccuri, sezione
saggistica, sotto la sapiente guida di Giordano Bruno
Guerri, ha visto sfidarsi tre autori di respiro internazionale:
Pino Aprile (vincitore del contest con il volume “Terroni”),
Piergiorgio Odifreddi (matematico e saggista di fama mondiale) e Piergiorgio Morosini (Gip di Palermo) e la presenza
di ospiti di altissimo rilievo: Alessandro Profumo, Alessandro Laterza, Giovanna Taviani, Albano Carrisi, Annarosa
Macrì, Mimmo Gangemi.
Sempre a Giordano Bruno Guerri è affidata la Presidenza
della Giuria della seconda edizione del Premio Saggistica
che si svolgerà a Caccuri il 9 e 10 agosto 2013, che vedrà
sfidarsi Oliviero Beha con “Il culo e lo stivale”, Luisella Costamagna con “Noi che costruiamo gli uomini” e Roberto
Napoletano con “Promemoria italiano”.
L’8 agosto 2013, inoltre, si svolgerà la serata finale delle
altre due sezioni del premio: poesia e prosa dialettale e teatro dialettale, entrambe dedicate al poeta locale Umberto Lafortuna.
Il Premio Letterario Caccuri: una sfida difficile e gratificante che si muove intorno all’impegno di un centinaio di
persone vive, animate da un’ambizione sana, totalizzante,
piena.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Premio Letterario Caccuri
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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Premio Sila ’49
Nel 1949 veniva istituito il Premio Sila, per rispondere
alla necessità di ricostruzione culturale, di rinascita materiale e intellettuale di una Italia e di una Calabria uscite dalla
guerra e dal ventennio fascista.
Nel maggio del 2010, nella città di Cosenza, per iniziativa di Banca Carime nella persona del suo Presidente Andrea
Pisani Massamormile, dell’Arcivescovo di Cosenza Mons.
Salvatore Nunnari e dell’Avvocato Enzo Paolini, è stata costituita la Fondazione Premio Sila allo scopo di far rinascere
il prestigioso premio che vide le sue ultime edizioni negli
anni novanta.
Il Sila ’49 è tra i più antichi premi letterari italiani (il
Bagutta nasce nel ’27, il Viareggio nel ’29, lo Strega nel ’47).
Sin dalle sue prime edizioni si collocò nel vivo del dibattito
tra correnti letterarie, scoprendo talenti e coinvolgendo nelle
Giurie personalità del mondo letterario, fra cui Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Walter Pedullà, Geno Pampaloni, Angelo
Guglielmi, Rosario Villari, Angelo Maria Ripellino, Enzo Siciliano, e contribuendo alla scoperta di molti talenti. Fra i
tanti della sua lunga storia ricordiamo Luigi Malerba, Rossana Ombres, Franco Cordelli, Franco Basaglia, Vincenzo Cerami, Giuseppe Pontiggia, Vittorio Sermonti, Ottiero Ottieri,
Leonardo Sciascia, Mario Tobino, Giorgio Bocca, Ignazio Silone, Michele Prisco.
Il Premio rinasce, dunque, con il nome di Premio Sila ’49
per riprendere le fila di un discorso interrotto. Oggi, come
allora, si avverte la necessità di stimolare, valorizzare e ridisegnare le mappe della nostra storia letteraria con uno
sguardo attento che riaffermi il valore etico della cultura e
l’esercizio dello spirito critico. Il concorso letterario prevede
due sezioni: “Letteratura” ed “Economia e società” e
l’attribuzione di due Premi Speciali.
I vincitori della Prima Edizione del Premio Sila ’49
(2012) sono:
Valeria Parrella con Lettera di dimissioni, edito da Einaudi, per la Sezione Letteratura. “Il romanzo di Valeria Parrella, nel filone della narrativa civile napoletana, fa di Napoli il teatro e la misura del fallimento delle ambizioni più alte
di un’intera generazione, tradita dalla politica e dalla società. La ricchezza della scrittura, dei registri e dei linguaggi, fa
del romanzo un’opera complessa e ambiziosa, che spicca nel
panorama della letteratura della convivenza che infesta le
nostre librerie”.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Roberta Carlini con L’economia del noi, edito da Laterza,
“Premio al saggio di Roberta Carlini perché in una Italia pervasa dalla crisi economica, L’economia del noi narra con rigore di esperienze positive di attività economiche organizzate sulla base dell’idea guida del bene comune, piuttosto che
su quella, da tempo prevalente, dell’interesse individuale”.
Sandro Bonvissuto per Dentro, edito da Einaudi, Premio
Speciale della Giuria. “Il romanzo di Sandro Bonvissuto trasforma esperienze chiave della vita del protagonista in altrettanti esercizi spirituali fondati sullo sforzo di mantenere
riconoscibile la condizione più alta dell’umanità in situazioni di costrizione e annullamento proprie di alcune istituzioni
del paese: il carcere e la scuola”.
Un altro Premio Speciale è stato riconosciuto alla memoria di Mario Alcaro. “La sua storia accademica, il suo impegno politico sono concordi nella rappresentazione dell’opera
di uno studioso significativamente legato ai temi del mondo
meridionale e mediterraneo”.
La giuria: Piero Bevilacqua (Storico, Università La Sapienza), Amedeo Di Maio (Economista, Università
L’Orientale di Napoli), Francesco Maria Greco (Ambasciatore
italiano presso la Santa Sede), Renato Greco (Magistrato,
Presidente del Tribunale di Cosenza), Romano Luperini (Critico Letterario, Università di Siena), Marta Petrusewicz (Storica, Università della Calabria), Anna Salvo (Scrittrice, Università della Calabria).
Presidente della giuria: Raffaele Perrelli (Latinista, Preside della Facoltà di Lettere, Università della Calabria).
Il Premio Sila ’49, diretto da Gemma Cestari e Luca Ardenti, è promosso dalla Fondazione Premio Sila. Il Premio è
sostenuto da UBI Banca Carime con il contributo di Provincia di Cosenza e Camera di Commercio di Cosenza.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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Progetto Gutenberg
Fiera del Libro, della Multimedialità, della Musica
Progetto Gutenberg. Fiera del Libro, della Multimedialità,
della Musica, nasce nel 2003 e giunge nel 2013 alla sua XI
edizione.
Viene promosso e implementato, oltre dieci anni fa, dal
Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro e dal Preside in carica sino all’estate 2012 Armando Vitale. Esso nasce da una
profonda esigenza di innovazione didattica, dalla necessità
di aprire la scuola alla cultura nazionale e internazionale, di
concepire e usare i libri come riferimento continuo e permanente del lavoro intellettuale di docenti ed alunni, integrando i manuali con la saggistica e il romanzo.
Fiera Gutenberg ha collaudato una formula che si è arricchita nel tempo e che è stata via via condivisa da un numero crescente di Istituti Scolastici della Calabria, tanto da
consentire la costituzione di una Rete di oltre 40 Scuole di
ogni ordine e grado che hanno dato vita, negli ultimi anni,
ad una Fiera itinerante (Gutenberg e Gutenberg Ragazzi)
nelle principali cittadine della regione.
La formula prevede l’individuazione di un tema portante
ogni anno. Il tema pervade l’intera attività didattica e sollecita la ricerca di Autori e libri significativi che lo abbiano
trattato e svolto nei più vari campi disciplinari e con diverse
modalità di scrittura.
Il “parco” dei libri e degli Autori sollecita in tutte le
scuole coinvolte la formazione di laboratori e gruppi di lettura che istruiscano i testi prima del necessario cimento individuale. I docenti svolgono una significativa azione di tutoraggio; gli studenti si impadroniscono progressivamente
dei contenuti dei libri e ne divengono commentatori esperti.
Questo è accaduto nei Licei, negli Istituti Superiori, nelle
scuole primarie e secondarie di primo grado.
Negli anni, poi, Fiera Gutenberg si è aperta sempre più al
territorio, coinvolgendo genitori, cittadini motivati o anche
distanti dal mondo dei lettori, Associazioni, Biblioteche.
Il progetto si è articolato sviluppando ogni anno, lungo
l’inverno e la primavera, un’intensa campagna di approfondimento dei libri prescelti e di promozione di essi con una ricca
campagna di pubbliche Anteprime in cui docenti, allievi,
esperti del territorio, semplici cittadini, li discutono allargando progressivamente la cerchia dei lettori e degli appassionati.
Le cinque giornate di vera e propria Fiera del Libro si sono sempre svolte a fine maggio a coronamento di un anno
di ricerca e di letture.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Nella Fiera conclusiva, che prevede manifestazioni teatrali, musicali, eventi cinematografici, mostre didattiche
multimediali, una maxilibreria aperta al pubblico, si sviluppa il confronto tanto atteso con gli Autori. I maggiori protagonisti sono gli alunni che presentano i risultati del loro lavoro e interrogano in modo vivace gli Autori medesimi.
In dieci anni sono intervenuti a Fiera Gutenberg circa
trecento scrittori, romanzieri, giornalisti, storici, filosofi,
scienziati, critici, editori, personaggi sempre di grande prestigio accademico e scientifico, o di ben fondata notorietà.
La stampa nazionale ha più volte segnalato l’originalità e
la fecondità dell’esperienza calabrese, modello ancora solitario di una Fiera del libro della Scuola e del suo Territorio,
che può essere antesignana di esperienze ulteriori in altre
aree del paese, contribuendo alla “civilizzazione” e alla diffusione dello spirito di “legalità” di cui l’Italia ha bisogno.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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Premi “Rhegium Julii”
I Premi Rhegium Julii (narrativa, saggistica, giornalismo,
poesia, studi meridionalistici), posti sotto il patrocinio dei
Ministeri dei Beni Culturali e Pubblica Istruzione-UniversitàRicerca e della Regione Calabria, si avvalgono annualmente
del sostegno di Istituzioni pubbliche e private, quali: il Comune e la Provincia di Reggio Calabria, i Comuni di Bagnara Calabra e Campo Calabro, le Fondazioni Italo Falcomatà e
Fortunato Seminara. Il Rhegium Julii, considerato come il
“premio meno premio d’Italia”, (i cui vincitori sono stati ricevuti al Quirinale da quattro Presidenti della Repubblica:
Pertini, Cossiga, Scalfaro e Napolitano, non si esaurisce in
una mera consegna dell’ambito riconoscimento, ma si articola in una serie di iniziative (incontri, convegni, mostre,
concerti di musica e danza) che rendono l’iniziativa un punto di riferimento importante nel vasto panorama culturale
nazionale oltre che un appuntamento atteso dalla comunità
calabrese. Con la sezione internazionale, denominata “Città
dello Stretto”, il Rhegium Julii ha realizzato una forte integrazione culturale tra Messina e Reggio, due comunità unite
da interessi socio-economici e culturali con un legame che
ha rafforzato nel tempo l’antica tradizione di dialogo tra le
due città. Un premio, che ha annoverato tra i vincitori ben
cinque premi Nobel: Brodskij, Morrison, Walcott, Haeney e
Levi Montalcan, ma tende, anche, ad affermare le risorse
culturali dell’Area metropolitana dello Stretto, la quale ha in
sé le condizioni per sostenere un proprio modello di sviluppo nel processo di avanzamento civile dell’intero Paese.
I Premi Rhegium Julii si espandono in un arco temporale
che da maggio (Presentazione Salone del Libro di Torino) a
dicembre coinvolge un variegato pubblico con iniziative
strutturate in modo da costituire ogni volta un evento autonomo e propedeutico: Incontri con l’Autore, Premio Inedito
(poesia, narrativa, Premio “Seminara-Opera Prima”, Premio
“Nicola Giunta” (poesia in vernacolo), “Premio Internazionale Città dello Stretto” (riconoscimento attribuito ad una personalità della letteratura mondiale), Premio Edito (narrativa,
saggistica, giornalismo, poesia, studi meridionalistici), Festival della Letteratura Contemporanea. Una serie di eventi che
ha inciso e incide significativamente nel modo di vita dei
cittadini calabresi e richiama nell’Area dello Stretto persone
e gruppi provenienti sia dall’Italia che dall’estero.
Il Tropea Festival “Leggere&Scrivere” è il primo festival
di letteratura in Calabria, dedicato al tema della lettura e
scrittura in epoca digitale. Il progetto propone uno spazio in
cui scrittori, poeti, intellettuali, giornalisti, attori, sceneggiatori, registi, musicisti, si possano confrontare sulla realtà del
nostro tempo, tra memoria storica e presente, per indagare le
nuove forme di comunicazione sul web, che hanno da tempo
abbandonato i tradizionali confini della testualità lineare ed
orizzontale, per abbracciare un’idea del testo inteso come
esplorazione della selva di notizie ed informazioni che percorrono ininterrottamente la rete, richiedendo un approccio
attivo nello scegliere fonti e punti di vista, spazi e tempi da
dedicare, in una dimensione che attinge sempre di più al noi
che all’io.
Il Tropea Festival vuole farsi promotore con il pubblico
delle nuove prassi per leggere e scrivere la contemporaneità
con l’obiettivo di accrescere la coscienza civica di una nuova cittadinanza attiva.
Il festival sviluppa il percorso già tracciato dal Premio
Nazionale Letterario Città di Tropea. “Una Regione per leggere” che, sin dalla prima edizione, porta avanti il connubio
tra la passione per la lettura e l’amore per un territorio ricco
di storia, arte, cultura e tradizioni, proponendo veri e propri
itinerari letterari realizzando una grande campagna di promozione della lettura che ha visto in questi anni aumentare
gli indici di lettura in Calabria posizionandola al primo posto tra le regioni del Sud.
Sei giorni di incontri, dibattiti, reading, performance musicali e teatrali, autori di graphic novels e videogames, mostre fotografiche e arti visive, laboratori di scrittura creativa
e collettiva, appuntamenti dedicati ai bambini in età scolare
e pre-scolare che si svolgono nello splendido borgo di Tropea e, attraverso gli Itinerari Culturali Vibonesi, è inoltre
possibile effettuare percorsi esperienziali con partenza da
Tropea, alla scoperta di località e dei beni culturali di Serra
San Bruno, Soriano Calabro e Vibo Valentia.
In ogni tappa di questi itinerari è prevista una programmazione di appuntamenti a carattere emozionale (audioviaggi, degustazioni, visite guidate, artigianato artistico, tradizioni religiose) nei siti di maggiore rilevanza storica e artistica di queste località.
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Tropea Festival “Leggere&Scrivere”
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Mostre
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Codice Romano Carratelli
Città fortificate, Castelli, Apprestamenti difensivi
e territorio della Calabria Ultra alla fine del ’500
Manoscritto acquerellato cinquecentesco. In folio, legatura coeva in pergamena rigida, titoli manoscritti al dorso, una mancanza al dorso.
Si tratta di 99 disegni acquerellati di fattura pregevole a
mezza pagina la gran parte con testo illustrativo in elegante
grafia cancelleresca dell’epoca agevolmente leggibile.
Splendido manoscritto cartaceo acquerellato di straordinaria freschezza di fine ’500 che rappresenta ed illustra il
problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra
attraverso la raffigurazione delle sue città fortificate, dei
suoi castelli, del suo territorio.
UNA REGIONE PER LEGGERE
In particolare vengono poi riportate le tipologie e le caratteristiche delle torri esistenti individuando, altresì, i luoghi ove era necessario la costruzione di nuove torri per le
quali viene redatto il progetto ed indicata la possibile spesa.
La rappresentazione delle torri è corredata da note illustrative minuziose e descrittive dei luoghi, dei posti, delle distanze, delle tipologie costruttive, dei torrieri e dei cavallari
oltre talvolta accenni ai Signori del posto, a chi ne aveva
ordinato la costruzione nonché ai costruttori.
L’incarico di realizzare il Codice fu, quasi certamente, per
i riscontri visualizzati, una decisione della Amministrazione
del Viceré Conte di Miranda (1586-1595).
Attraverso la rappresentazione del territorio costiero e
del suo stato antropico raffigurato attraverso i 99 acquarelli
vengono visualizzate le realtà esistenti e le soluzioni possibili al fine di organizzare un sistema difensivo completo per
quello che era il problema più drammatico per i territori rivieraschi e cioè i continui assalti dei pirati moreschi.
Da qui una serie di studi e di proposte organiche per
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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quella che appariva come la soluzione più immediata ed utile per tale problema e cioè la costruzione di torri che garantissero per tutto il Regno l’avvistamento delle flotte turche
quando erano ancora in mare per permettere alle popolazioni di mettersi in salvo.
In tale ottica assumono rilevanza e vengono rappresentate anche le città fortificate ed i castelli.
La scelta strategica di dotare il litorale del regno di un sistema di torri che avevano la funzione di avvistamento è sostanzialmente una scelta politica che si realizza durante il
Governo del Viceré Pietro di Toledo (1532-1553). Tale operazione venne perseguita con tenacia e volontà qualche anno più tardi dal Viceré Duca di Alcalà (1559-1575).
Il Codice è il risultato di un lavoro lungo condotto in loco con grande professionalità ed assoluta precisione e con
riscontri di certa rispondenza sia per le notizie riportate sia
per quanto riguarda la rappresentazione dei luoghi.
Si tratta concretamente di un codice manoscritto acquerellato, che può datarsi intorno al 1595 destinato a suscitare
straordinario interesse in tutti gli studiosi di storia del Mediterraneo, del Regno di Napoli ed ovviamente di storia calabrese e locale, per la sua importanza storica, topografica,
geografica e antropologica.
I 99 acquerelli sono una scoperta assoluta, quasi fotografica, di un tempo storico di cui non avevamo se non qualche
raro ed occasionale disegno e rappresentano pertanto la più
antica iconografia di cui può disporre la storiografia calabrese per il territorio costiero, e non solo, della Calabria Ultra.
UNA REGIONE PER LEGGERE
La carta usata per la realizzazione degli acquarelli è di
grande qualità con la filigrana in chiara evidenza. Alcune
carte risultano restaurate, con un alone al margine inferiore
e qualche fioritura. In ottimo stato di conservazione.
Teresa Saeli
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Mattia Preti
Noli me Tangere
Olio su tela, cm 128 x 100. Collezione R. Carratelli
I critici che si sono occupati del dipinto, in ottimo stato
di conservazione, unanimemente, concordano nel riconoscervi la tela di Mattia Preti detta “Cristo Ortolano che apparisce alla Maddalena”, “dipinto con mezze figure sullo stile
del Guercino”, indicato da Bernardo De Dominicis (17421743 vol. III, pag. 375) come facente parte della collezione
del napoletano Cavalier Cicala.
Il bel dipinto, di assoluto rilievo nel percorso di Mattia
Preti, racconta con la contrapposizione delle due figure in
forte tensione dinamica ed immerse in una atmosfera misteriosa attraversata da squarci di luce, l’incontro fra Maria
Maddalena e Gesù secondo la versione del Vangelo di Giovanni (20,1-8). “Il corpo monumentale viene rappresentato
con un realismo caravaggesco di forte drammaticità mentre,
sulla destra, la Maddalena viene rappresentata con la testa reclinata, i capelli sciolti e le mani avanzate quasi a dimostrare
lo stupore per l’incontro e la gioia per il riconoscimento”.
Sapientemente costruita per tagli diagonali la composizione pretiana realizza una grandiosità eroica con un dinamismo vitale “da cui un risultato altamente drammatico”.
Gli studiosi sono concordi nel datarla a metà degli anni
’70 del Seicento (Spike 1999, 2004; Leone 2002; Marini
2008), sia pure con qualche slittamento all’interno del periodo Maltese del pittore iniziato nel 1661 e terminato con la
sua morte nel 1699 - nel quale è in ogni modo concretamente inserito, come appunto Claudio Strinati che lo vuole
appartenente ai successivi altri 80 dello stesso secolo (Rossi
2000; Marini 2008).
Fonti
Bernardo De Dominicis, Vite de’ pittori..., 1742-1743, III,
p. 375.
Bibliografia
Strinati 1997; Spike in Ceraudo e altri 1999, p. 186
(scheda 48); Spike “Mattia Preti - Catalogo ragionato dei dipinti” 1999, p. 365-366 n. 302; Rossi in Vuolasto 2000, p.
122 (scheda 21); Leone in “Pange Lingua” 2002, pp. 199200-202, fig. 52-242, nota 280; Valentino in Leone 2002, p.
356; Spike 2004, s.s.p.; Marini in Petrucci 2008, pp. 96-97
(scheda 42).
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Mostre
• Mattia Preti, il Cavalier Calabrese, Convento di S. Giovanni, Catanzaro, 7 luglio-31 ottobre 1999.
• L’Arte a Roma e in Italia nell’età dei giubilei dal XVI al
XVIII secolo, a cura di S. Rossi, Helsinki 2000.
• Il Taglio della Luce, il chiaroscuro di Mattia e Gregorio
Preti, a cura di J. Spike, Viterbo 2004.
• Francesco Cozza, Gregorio e Mattia Preti. Dalla Calabria a Roma, Catanzaro 2008/09.
• Mostra Il Respiro della Sila, Centro Studi Cappella Orsini, Roma 12 aprile-12 maggio 2012.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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La scoperta del paesaggio calabrese
L’interesse per il paesaggio calabrese nasce, sostanzialmente, con i viaggiatori stranieri che, soprattutto dopo il disastroso terremoto del 1783, cominciarono a scendere in Calabria per verificare le conseguenze del sisma (ma viaggiatori e descrittori erano venuti in Calabria anche prima). Il manipolo di viaggiatori che riuscì a raggiungere il lembo più
meridionale della penisola diede vita ad una variante avventurosa (per via dei pericoli e dei disagi) della pratica settecentesca ed ottocentesca del “Grand Tour”, che, in genere,
prevedeva comodi spostamenti tra città d’arte. Più in generale, i motivi per cui si partiva per la Calabria erano, a parte
gli esiti del terremoto, la ricerca delle vestigia della Magna
UNA REGIONE PER LEGGERE
Grecia ed una certa curiosità antropologica per popolazioni
notoriamente arretrate e semi-selvagge.
Ciò non di meno, la gran parte dei viaggiatori restava
colpita da un altro elemento della realtà calabrese, il paesaggio appunto. Ciò che del paesaggio calabrese maggiormente
stupiva queste persone, che spesso avevano visitato mezza
Europa, era il contrasto tra le coste ed i territori montuosi
dell’immediato entroterra, la disarmonia e l’eterogeneità delle forme del terreno, la grande varietà degli ambienti naturali, i caratteri del grandioso, del pittoresco e del sublime
propri delle vedute e dei panorami.
Va ricordato che il 44% del territorio della Calabria è posto al di sopra dei 500 metri di quota, solo il 9% è in piano,
e tutto il resto è collina, spesso più tormentata ed impervia
dalla montagna. Ciò, nonostante la Calabria sia la terza regione d’Italia, dietro alle due isole maggiori, quanto a perimetro costiero: 780 chilometri. Ma la Calabria, dotata di
questo lungo involucro costiero che avvolge una grande
estensione di montagne (secondo una caratteristica che, per
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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altro, a detta dello storico Fernand Braudel, è tipica del Mediterraneo, definito “un mare tra le montagne”), non fa altro
che innalzarsi in massicci e altopiani e precipitare in stretti
istmi e valli, rendendo le sue stesse sotto-regioni ben distinte l’una dall’altra ed estremamente diverse fra loro. Tanto sia
con riguardo alle montagne che alle coste.
Tra le montagne, nulla vi è di più diverso che tra il Pollino, l’Orsomarso, la Catena Costiera, la Sila, le Serre e
l’Aspromonte, ossia tra i maggiori complessi montuosi della
regione: dal punto di vista della morfologia dei rilievi, sotto
l’aspetto della natura geologica, per quanto riguarda le componenti botaniche più evidenti, come i boschi. Lo stesso dicasi per le coste, dove è un continuo alternarsi di spiagge e
scogliere dalle forme e dalle nature più disparate. Dall’alto
Tirreno o Riviera dei Cedri, scendendo man mano per il Golfo di Sant’Eufemia ed il Promontorio del Poro, il Golfo di
Gioia Tauro e la Costa Viola. E, sull’opposto versante, a partire dall’alto Ionio o Arco di Sibari, per scendere attraverso il
Marchesato ed il Promontorio di Isola Capo Rizzuto, il Golfo
Francesco Bevilacqua
Con il patrocinio del FAI Calabria
UNA REGIONE PER LEGGERE
di Squillace ed il Promontorio di Stalettì, sino al basso Ionio
ed alla Costa dei Gelsomini. Pochi sono, per così dire, i paesaggi intermedi, che non sono cioè né costieri né montani: il
Marchesato, la Valle del Crati, la Valle del Mesima.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
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Ceramiche di Seminara
Forme, miti e linguaggi
nelle ceramiche artistiche di Seminara
Le ceramiche artistiche in Calabria trovano, nella Città di
Seminara, il più alto punto di espressività. Una storia di continuità dell’arte ceramica che, attraversando culture millenarie, ne ha ricavato ricchezza di significati, varietà di funzioni
e di forme. Nelle ceramiche di Seminara i contorni della realtà esterna e le barriere della logica vanno in dissolvenza su
uno scenario incantato di miti e leggende, di credenze e vissuti provenienti da un mondo che, smantellato dal tempo, ha
depositato in abili mani le sue memorie. Il ceramista, artigiano-poeta, le scava con le argille dai terreni locali sino alle
radici magnogreche, sino alle impronte di etnie stratificate
tra le culture ataviche, alla lunga storia feudale.
E, non è dimenticato il presente, che domina sulle superfici smaltate, nei colori brillanti, nei decori vivaci introdotti
ad interrompere il predominio dei gialli, dei verdi.
Anfore biansate, boccali, brocche, orci a forma di riccio,
borracce, lanterne, fiasche antropomorfe, maschere antropomorfe, costituiscono l'universo fittile dei ceramisti Calabresi.
Il regno del pignataro è primitivo, selvaggio, ma pieno di
anima e sentimento. Per cui, una volta dentro la sua bottega, si dimentica la realtà quotidiana, le ansie, i timori della
vita moderna, per immergersi in un mondo di poesia, ricco
di grande umanità. L'argilla viene immersa nell'acqua (una
volta l'argilla si ricavava dalla fiumara del paese e depurata
opportunamente con setacci) indi lavorata sul tornio, e
quando a furia di tocchi di dita e di giri di pedali, il pezzo è
pronto, viene messo ad asciugare al sole...
Dopo qualche tempo i pezzi asciutti vengono introdotti
nei forni dove si lasciano cuocere ad una temperatura di 950
gradi. Operazione da ripetere in una seconda cottura, alla
stessa temperatura.
I colori si ottengono dai metalli, sotto la specie di ossidi
o di composizioni più complesse, polverizzati e stemperati
nell'acqua: l'ossido di cobalto per le tinte azzurre o celesti,
quelli di cromo e di rame per il verde, di ferro per il rosso
giallastro, di manganese per le tinte violacee, di nichelio per
il bruno, di uranio per il giallo e il grigio. Il giallo si ottiene
pure dall'antimoniato di calce e di cromo, il nero dall'iridio
ma anche da una miscela di cobalto, ferro e cromo.
I pignatari di Seminara hanno risentito in particolare
dell'influsso mediterraneo, infatti i loro oggetti rievocano
forme popolari che traggono motivi da leggende storiche e
rituali magici.
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Essi si ispirano all'arcano, traducendone le successioni in
forme grottesche come le maschere “apotropaiche”, dall'aggettivo greco “apotròpaios” (allontanante) e che sta a quantificare tutto ciò che serve ad allontanare o ad annullare
un'influenza magica maligna e tenere a distanza, così, i portatori del malocchio dalle case.
Così i Babbaluti o i Ricci a forma di bottiglia (simboli che
allontanano anch'essi la malasorte), i vasi con maschera, le
Quartarelle a quattro maniche, le Cujure o vasi ciambella che
raffigurano il sesso femminile nella ricerca della fertilità.
I magnifici piatti, con gli scintillanti colori che ricordano
tutta la prorompente natura che sublima il senso del bello
fino a stordirne la vista.
Nei barilotti a forma di pesce si rinnovano simbologie
cristiane.
Nelle anfore il richiamo ad una grecità mai dimenticata.
Le lumiere raffigurano i riti sacrificali e, poi, di preghiera in una Calabria legata alla sua storia e alle sue antiche
tradizioni.
Le ceramiche artistiche di Seminara rappresentano
l'anima di una Terra che vedeva nelle multiformi raffigurazioni del Mito la comprensione della realtà con le sue vere o
apparenti contraddizioni, incongruenze e paure.
Con la simbologia insita nelle terrecotte, si tentava di
schernire il Fato, di tenerlo a bada con tutte le sue malefatte,
di anticiparlo nella sua violenza, deridendolo, a volte, perché
ne mitigasse la furia devastatrice che trasportava con le jatture, il malocchio, le infertilità che colpivano le donne mal
nutrite, o le maledizioni di cui restavano vittime i sacrileghi.
L'artigianato delle ceramiche artistiche diveniva, così,
una forma di linguaggio comunicativo in cui gli uomini trovavano il senso comune di appartenenza nella buona o cattiva sorte e nelle cose di una vita vissuta con fatica.
Santo Gioffrè
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Le sculture in vetro
di Silvio Vigliaturo
Silvio Vigliaturo nasce ad Acri, in Calabria, nel 1949.
Giovanissimo si trasferisce a Chieri (TO), dove tuttora vive e
lavora. Artista e maestro del vetro di fama internazionale,
la sua tecnica è da sempre volta alla ricerca e alla sperimentazione.
Dalle prime esposizioni, nel 1977, sino alla recente partecipazione al Padiglione Italia della 54a Biennale di Venezia e
all’importante personale del giugno 2012, presso il Museo
Regionale di Scienze Naturali di Torino, il percorso artistico
di Vigliaturo si presenta in costante evoluzione.
Un cammino graduale e tenace porta l’artista ad affrontare una grande varietà di tematiche con stili e strumenti diversi. L’incontro con il vetro avviene alla fine degli anni ’80
e sfocia nella prima mostra del 1994. Da subito egli adotta
un approccio unico e innovativo alla materia che deriva dalla sua instancabile attività pittorica, dando vita a risultati
suggestivi e inconfondibili.
Il forte impatto visivo delle sue opere scultoree nasce
dalla trasparenza dei colori e dall’antinomia tra il peso del
vetro e la leggerezza delle forme che egli riesce a foggiare a
partire da esso.
L’aspetto formale ed estetico delle sue opere è ulteriormente arricchito da un contenuto ricco e profondo, capace
di spaziare tra le mitologie occidentali e le emergenze della
vita contemporanea, tramutando sculture e dipinti in veicoli
di messaggi appassionati che l’artista rivolge al pubblico.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Nel 2006, Silvio Vigliaturo riceve la nomina di testimonial artistico dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino. Nel
giugno dello stesso anno, la Città di Acri gli dedica un museo, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), che ospita
una collezione permanente composta da oltre duecento sue
opere, tra dipinti e sculture. Nel 2010, la Regione Calabria lo
invita quale artista testimonial all’Expo Shanghai. A inizio
2013, prende parte alla mostra Contemporary Glass Sculpture, dell’Orlando Museum of Art, che raccoglie i più importanti artisti del vetro, in occasione dei cinquant’anni del movimento Studio Glass. A partire dal 28 maggio 2013, sarà
presente con una sua opera al Padiglione Tibet, in occasione
della 55a Biennale di Venezia.
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Il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), inaugurato
nel giugno del 2006, ospita, in 11 delle sue 30 sale, la collezione delle opere dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo. Si tratta di 237 lavori donati dall’artista alla città di
Acri. Le opere sono l’esito di una selezione della produzione
di Vigliaturo dal 1961 al 2004 e segnano le tappe fondamentali della sua ricerca artistica, dagli esordi pittorici sino
alla raffinata elaborazione delle sue scenografiche sculture
in vetro.
Le restanti diciannove sale del settecentesco Palazzo
Sanseverino-Falcone, sede del museo, ospitano mostre, incontri, workshop e iniziative didattiche dedicate all’arte
contemporanea.
Dal 2007 a oggi, il museo ha organizzato oltre 20 importanti mostre, ospitando nei suoi spazi le opere di alcuni dei
più importanti nomi dell’arte della seconda metà del Novecento e dell’inizio del XXI secolo: dagli spazialisti Virgilio
Guidi e Lucio Fontana, ai maestri dell’informale italiano Vasco Bendini, Piero Dorazio e Remo Bianco, passando per le
retrospettive dedicate a Joël Stein, pioniere dell’arte cinetica,
Aldo Mondino, poliedrico pittore e scultore, e Fritz Baumgartner, maestro austriaco del segno e del colore, fino alle
rassegne dedicate, rispettivamente, al Gruppo degli Otto, che
annoverava tra le sue file alcune delle firme più note del
Novecento, quali Afro, Giulio Turcato ed Emilio Vedova, e
agli artisti torinesi di estrazione poverista: Alighiero Boetti,
Piero Gilardi, Ugo Nespolo e Michelangelo Pistoletto.
Ad inizio 2012, Il MACA si è aggiudicato due bandi della
Regione Calabria, ottenendo la possibilità di implementare gli
sforzi diretti alla promozione dell’arte contemporanea e della
cultura sul territorio calabrese, attraverso l’ideazione e realizzazione del MacArtCalabria Project, di cui fanno parte
l’importante retrospettiva dedicata al maestro dadaista Hans
Richter, tenutasi nell’estate del 2012, la mostra IKB. Iternational Blue Klein, che rintraccia l’eredità delle opere monocromatiche blu del grande artista francese Yves Klein nelle manifestazioni più recenti dell’arte contemporanea, e, non ultimo, il progetto Young at Art, attraverso cui il museo promuove i giovani artisti della scena contemporanea della Calabria.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
UNA REGIONE PER LEGGERE
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Cartoline dalla Calabria
La casa editrice Coccole Books, in occasione dei suoi primi 100 libri, ha organizzato un concorso a invito a 13 illustratori dal titolo Cartoline: saluti dalla Calabria.
I temi scelti hanno posto l’accento su aspetti di questa
regione meno conosciuti al grande pubblico ma non per
questo poco importanti. Aspetti culturali, folkloristici e ambientali che rendono questa terra sorprendente, per varietà e
ricchezza delle sue risorse. Evitando cliché e luoghi comuni
spesso non del tutto veri, Coccole Books ha voluto dare della Calabria un’immagine di valore.
Ecco di seguito gli illustratori coinvolti nell’iniziativa e i
relativi temi sviluppati, attraverso la realizzazione di una tavola. Le 13 opere, raccolte in una pubblicazione, saranno
esposte al Salone Internazionale del Libro di Torino.
Federico Appel: la letteratura in Calabria da C. Alvaro a
C. Abate; Agnese Baruzzi: Mimmo Rotella; Antonio Boffa:
Mattia Preti; Marcella Brancaforte: il Tesoro di Alarico; Anna Laura Cantone: il mare e la pesca; Gianni De Conno: Pitagora; Vittoria Facchini: la cucina e il peperoncino; Anton
Gionata Ferrari: il bergamotto e il cedro; Federico Maggioni: Rino Gaetano; Sara Ninfali: territorio e archeologia;
Arianna Papini: i giganti di Calabria; Lucia Scuderi: la Fata
Morgana; Gek Tessaro: i Parchi Nazionali.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Il bergamotto e il cedro
Anton Gionata Ferrari
Disegno a china e colore digitale
Profuma la corteccia di questi agrumi e salirà nel tuo naso l’odore del mediterraneo, la dolcezza del nostro sole,
l’acre sapore della nostra dualità: storie amare e insieme
aromi che sanno di paradiso.
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UNA REGIONE PER LEGGERE
Pitagora
Gianni De Conno
Acrilico digitale
Non solo un teorema! Matematica ma anche… scienza,
filosofia, politica e alimentazione (era vegetariano). A Crotone fonda la sua scuola, dove l’ignoranza è vista come una
colpa dalla quale ci si libera con il sapere.
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Dio si trovò in pugno 15.000 kmq di argilla verde con riflessi viola (…). Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise
all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della
California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi. “Quando fu il giorno della Calabria” di Leonida Repaci.
UNA REGIONE PER LEGGERE
Il mare e la pesca
Anna Laura Cantone
Digitale
71
Appendice
UNA REGIONE PER LEGGERE
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La tipografia storica in Calabria
Mostra a cura di Gilberto Floriani e Giacinto Pisani
Aspetti della Stampa in Calabria
dal Quattrocento al Settecento
La stampa, nata in Germania, a Magonza, tra la prima e la
seconda metà del secolo XV, si diffuse rapidamente in Italia,
dove essa fu accolta e ampiamente utilizzata. L’Italia fu il primo paese straniero dove gli stampatori tedeschi portarono la
loro invenzione. Tra le località europee dove essa fu introdotta, Subiaco viene subito dopo Magonza. In Italia la stampa
trovò fertilissimo terreno non soltanto per l’abbondanza delle
cartiere, fornitrici della materia prima necessaria alla sua attività, ma, ancora di più, per le favorevolissime condizioni
create da quel vasto movimento ideologico artistico letterario
che nella seconda metà del Quattrocento, e poi nel Cinquecento, prese il nome di Umanesimo e Rinascimento. Già nei
primi dieci anni dopo la sua prima apparizione a Subiaco
(1465), la nuova arte raggiunse, qui in Italia, una trentina di
centri grandi e piccoli, in maggior parte a Nord di Roma.
Tra le prime città dove fu introdotta l’arte della stampa,
subito dopo Roma (1467), e Venezia (1469), figura Napoli,
centro culturale di primaria importanza, favorito dalle tendenze umanistiche della corte aragonese, essendo sia Alfonso
il Magnanimo sia Ferrante d’Aragona protettori dei dotti,
amanti dei bei codici miniati e illustrati. A Napoli, dove l’arte
della stampa fu introdotta dallo stampatore tedesco Sisto
Riessinger, fiorirono, nella seconda metà del Quattrocento,
oltre venti tipografie, che produssero circa trecento edizioni.
Anche nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia la stampa
non tardò a penetrare e diffondersi, anche se il numero delle
località dove essa fu introdotta nella seconda metà del Quattrocento resta assai esiguo e di molto inferiore rispetto a
quelle a Nord di Roma. Più precisamente, nel Mezzogiorno
peninsulare e nelle due isole maggiori, tra il 1471 e il 1498,
sono nove le località fornite di tipografie: 3 in Campania
(Napoli 1470, Gaeta 1487, Capua 1498), 1 in Abruzzo
(L’Aquila 1482), 2 in Calabria (Reggio Calabria 1475, Cosenza 1478), 2 in Sicilia (Messina 1478, Palermo 1478), 1 in
Sardegna (1493). La Puglia e la Lucania nel Quattrocento
non ebbero alcuna tipografia.
La prima opera stampata in Calabria è il Commentarius in
Pentateuchum, stampato a Reggio Calabria il 1475, presso la
tipografia di Abrahaam ben Garton ben Isaac. A Reggio Calabria spetta pertanto il merito di essere stata la prima città
UNA REGIONE PER LEGGERE
calabrese ad avere una tipografia, e la prima in assoluto ad
avere dato alle stampe un testo in caratteri ebraici. Autore
del commento il rabbino Salomone Jarco (o Jarchi), bar Isaac. L’incunabulo porta la data, secondo il computo giudaico,
del mese di Adar dell’anno della creazione del mondo 5325,
corrispondente a febbraio-marzo 1475 della nostra era.
Spetta a Cosenza il merito di avere prodotto il più alto
numero di libri stampati in Calabria nella seconda metà del
Quattrocento. Prima di entrare nell’esame degli aspetti riguardanti più direttamente l’introduzione della stampa nella
città bruzia, è opportuno fare cenno alla situazione politica
economica e culturale di Cosenza a metà del secolo XV.
Cosenza è nel Quattrocento la più florida città della Calabria. Non solo perché essa, trovandosi allo sbocco di una
ricca e vasta area, costituita dalla valle del Crati e dalla Sila,
è il più importante mercato agricolo della regione e un centro attivo di affari in cui circola largamente il denaro, ma
anche perché, essendo la sede ufficiale del viceré, nonché di
alte magistrature regionali e distrettuali, Cosenza attira entro
le sue mura uomini e affari da ogni parte della Calabria. “È
Cosenza - scrive Ernesto Pontieri - a metà del secolo XV che
sovrasta sulle città della regione in rapporto sia al suo libero
reggimento che alla sua fiorente economia” 1.
Le favorevoli condizioni politico-economiche costituirono
in effetti le premesse per un risveglio culturale che doveva,
per tutto il ’500, rivelarsi particolarmente felice, fecondo di
risultati, e dare a Cosenza una risonanza europea. Per tutto il
secolo XVI Cosenza ci si presenta, infatti, come un centro di
vita umanistica e culturale che diffondeva, e non per la sola
Calabria, ma per tutto il Paese, ed anche fuori di esso, la fama dei suoi maestri. I segni ed i prodromi di questo risveglio
si hanno già nella seconda metà del secolo XV. Ci informano
le fonti letterarie che già negli ultimi anni del Quattrocento
erano attive a Cosenza scuole di eloquenza e di retorica. Tra
queste meritano una particolare menzione la scuola sorta per
opera di Giovanni Crasso, che ebbe tra i suoi allievi Giovanni
Paolo Parisio, l’insigne umanista fondatore dell’Accademia
Cosentina, divenuto poi celebre sotto il nome di Aulo Giano
Parrasio, e la scuola del marchigiano Tideo Acciarino, sorta
sul finire del secolo XV, presso la quale si formarono alcuni
dei più insigni letterati cosentini che svolsero la loro attività
letteraria tra la prima e la seconda metà del XVI 2.
1
E. PONTIERI, La Calabria a metà del secolo XV e le rivolte di Antonio Centelles, Napoli 1965, p. 87.
2 A. J. PARRASIO, Quaesita per epistolam…, Neapoli 1771, pp. 121122, 353; A. TELESIO, Carmina et epistolae…, Neapoli 1808, p. XV.
Sull’argomento vedi: G. CIANFLONE, Giano Teseo Casopero e gli umanisti calabresi e veneti, Napoli 1955; T. CORNACCHIOLI, Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza 1990.
75
UNA REGIONE PER LEGGERE
Nel quadro della vita culturale cosentina nella seconda
metà del secolo XV un ruolo importante riveste anche la
presenza dei Domenicani. Il convento di Cosenza fu sempre
riconosciuto dalle autorità dell’Ordine uno dei principali della provincia religiosa di Calabria. Tale importanza gli derivò,
in massima parte, dal fatto di essere stato scelto a sede dello
“Studium Generale”, istituitovi nel 1525, ma già attivo in
città sin dalla seconda metà del secolo XV. Lo “Studium”
funzionò indubbiamente come polo di attrazione culturale
per la società cosentina, anche per la presenza di una ben
fornita biblioteca all’interno della comunità domenicana.
Scrive ancora Pontieri a proposito delle presenze culturali in
Cosenza nella seconda metà del secolo XV: “Soprattutto Cosenza venne allora in fama di essere il centro più vivo di
cultura della regione, ritrovandosi entro le sue mura biblioteche conventuali ben provvedute, ecclesiastici dediti agli
studi letterari, uomini di legge, medici (fisici), notari…” 3.
È in questo contesto economico - politico e socio - culturale che nasce nella seconda metà del secolo XV la prima
esperienza tipografica a Cosenza. Scrive Andrea Lombardi:
“Cosenza era in quell’epoca la sede fortunata delle scienze e
del buon gusto. Le amene lettere e le severe discipline vi
erano coltivate con impegno ed ardore…Cosenza trovavasi
in questo stato di floridezza e di cultura, allorché la stampa
comparve per la prima volta in Napoli. Non deve quindi recar meraviglia se noi osserviamo ch’ella presto a sé chiamandola, la rivolgesse a suo vantaggio priacché le altre città
del regno si avvisassero di trarne profitto” 4.
Ad introdurre la stampa a Cosenza, nel 1478, fu Ottaviano Salomonio di Manfredonia. Ben poco si sa della vita di
questo tipografo, e ciò che di lui e della sua attività si conosce lo si deduce dall’incipit e dal colophon delle edizioni che
egli stesso stampò. Unico dato biografico certo, infatti, è che
era di Manfredonia, perché tale notizia si trova espressamente indicata in alcune delle sue edizioni, e precisamente
nell’Incipit delle Favole di Esopo, e nei colophon del Dialogo
dell’origine e dell’immortalità dell’anima di Jacopo Campora, del poemetto La Sfera di Gregorio Dati e nei Disticha Catonis, nelle quali edizioni Salomonio si sottoscrive nativo di
questa località (“Octavianus Salomonius de Manfredonia”).
A differenza di quanto avveniva in quasi tutte le altre città
del Regno di Napoli, e generalmente altrove, dove la stampa
fu introdotta e praticata da tipografi tedeschi, la nascita a
Manfredonia ci dice che il Salomonio fu uno dei pochi tipografi non forestieri attivi nel Regno di Napoli. Oltre questo
dato certo, su altre questioni riguardanti la sua biografia
3
E. PONTIERI, op. cit., p. 71.
A. LOMBARDI, Discorsi sulla tipografia cosentina, in Discorsi accademici ed altri opuscoli, Cosenza 1836, p.12.
4
76
UNA REGIONE PER LEGGERE
non è possibile fornire risposte altrettanto sicure, per cui si
può procedere soltanto per ipotesi.
Una prima questione riguarda la sua origine. Renzo Frattarolo e Umberto Caldora 5 ritengono che il Salomonio sia di
origine ebraica. L’ipotesi, più che su una documentazione, si
basa sul nome del tipografo (latinizzazione del nome originale ebraico Shalomon) e sul fatto di un’ampia presenza
ebraica nel Quattrocento nell’Italia Meridionale, e particolarmente in Puglia, (ed è noto che in Manfredonia, e in altre
città costiere della Puglia, nel ’400 erano particolarmente
fiorenti le colonie ebraiche). Notevole, anche se poco nota,
fu la parte che gli ebrei dimoranti nell’Italia meridionale
nella seconda metà del secolo XV ebbero nella diffusione
5 R. FRATTAROLO, I tipografi meridionali dalle origini al secolo
XVIII, Roma 1955, p. 13; U. CALDORA, L’introduzione della stampa in
Calabria, “Calabria nobilissima”, 9 (1955), p. 176.
77
UNA REGIONE PER LEGGERE
della cultura e, in particolare, nella comprensione della importanza della invenzione della stampa. Per quanto riguarda
la Calabria, abbiamo notizie di presenze ebraiche già sin dal
secolo XIII, con particolare densità di popolazione nei paesi
della provincia di Cosenza 6. La presenza a Cosenza, in quel
periodo, di una colonia ebraica fiorente può aver rappresentato per il tipografo un motivo di incoraggiamento a impiantare la sua tipografia nella città del Crati. Occorre comunque
tenere presente, a questo riguardo, che, anche se l’origine
ebraica può essere ritenuta probabile, e quindi avere influito
sulla sua decisione di impiantare una tipografia a Cosenza, i
testi che egli stampò sono chiaramente destinati ad un pubblico cristiano. Scrive Traniello in un suo saggio sulla prima
esperienza tipografica a Cosenza: “Salomonio può essere stato indotto ad intraprendere l’esercizio dell’attività tipografica
anche da motivi legati alla sua eventuale origine ebraica, ma
nel suo concreto esplicarsi questa attività non è connotata
da nessun carattere proprio di quella cultura” 7.
Una seconda questione riguarda la formazione di Salomonio, ossia dove e da chi egli apprese l’arte della stampa.
Anche su questa questione non si hanno dati sicuri. Scrive
Fava: “Probabilmente egli dovette apprendere in Napoli
l’arte del tipografo in una delle molte officine che si stabilirono nella metropoli tra il 1471 e il 1478 (Riessinger, Arnaldo da Bruxelles, Bertoldo Rihing, L. Hohenatein, Mattia Moravo, Enrico Alding) e volle tentar la fortuna e forse anche
giovare alla diffusione della cultura, impiantando per il primo una piccola stamperia in una città regia, dove gli studi
erano in onore più che altrove, e dove non temeva di avere,
come non ebbe, concorrenti” 8. Di opinione diversa sono Umberto Caldora e Paolo Veneziani. Una certa somiglianza del
carattere tipografico usato da Salomonio (minore gotico,
maiuscolo romano) nella stampa di tutte le sue edizioni con
quello usato a Roma da Georg Lauer e dai prototipografi tedeschi Arnold Pannartz e Konrad Sweynheym che introdussero la stampa in Italia, fa ritenere ai due studiosi che Ottaviano Salomonio abbia avuto contatti di apprendistato o comunque di lavoro con l’ambiente degli stampatori romani 9.
Terza questione: le ragioni che indussero Salomonio ad
impiantare una tipografia a Cosenza. Da alcuni storici co6 O. DITO, La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria,
Rocca S. Casciano 1916.
7 P. TRANIELLO, Tra marginalità e sperimentazione. Note sulla prima esperienza tipografica cosentina, “Biblioteche oggi”, 1988 (3), p. 72.
8 M. FAVA, La stampa a Cosenza nel XV secolo, “Rivista storica di
cultura calabrese”, 2 (1922), p. 4.
9 U. CALDORA, op. cit., pp. 176–177; P. VENEZIANI, Ottaviano Salomonio e la stampa a Cosenza nel secolo XV, “Accademie e biblioteche d’Italia”, XXIV, n.s., 1973, 3, p. 168.
78
UNA REGIONE PER LEGGERE
sentini dell’Ottocento si ritenne che l‘impianto fosse stato
favorito dal re Ferdinando D’Aragona. Oltre al Capialbi, che
non ritiene credibile una tale opinione, perché non documentata 10, decisamente contrario è anche Umberto Caldora.
“Noi dissentiamo decisamente da tutti coloro che
l’attribuiscono a privilegi aragonesi, al favore di qualche
principe o ai bisogni della pubblica amministrazione”. Lo studioso avanza l’opinione che il Salomonio sia stato indotto ad
introdurre la stampa a Cosenza a seguito delle sollecitazioni
che gli sarebbero provenute da Pomponio Leto noto umanista, e buon conoscitore della situazione meridionale. Pomponio Leto era in ottimi rapporti con il tipografo Georg Lauer,
che egli definisce “fidelissimus librorum impressor”, presso la
cui tipografia è probabile che Salomonio abbia svolto opera
di apprendistato, come sopra abbiamo accennato. Si può
pertanto ritenere - scrive Caldora - che Pomponio Leto, giovandosi dell’amicizia con il Lauer, tramite questi abbia indotto il Salomonio ad impiantare una tipografia a Cosenza 11.
Secondo Guerriera Guerrieri, sulla venuta del Salomonio
a Cosenza potrebbe avere influito la presenza in città dell’Ordine Domenicano, ove si pensi - essa scrive - “che
l’Ordine si affermò molto a Cosenza” ed inoltre che alcune
delle opere stampate dal Salomonio a Cosenza erano in relazione con l’insegnamento dei Domenicani 12.
10 V. CAPIALBI, Memorie delle tipografie calabresi, Tivoli 1941 (2a
ed.), pp. 20-21.
11 U. CALDORA, op. cit., pp. 176-177.
12 G. GUERRIERI, L’arte della stampa in Calabria, “Almanacco calabrese”, 18 (1968), p. 150.
79
UNA REGIONE PER LEGGERE
Tobia Cornacchioli, nel suo saggio sulla nobiltà e la borghesia a Cosenza nel secolo XV, ritiene che Salomonio sia stato incoraggiato a introdurre la stampa a Cosenza, sia per le
precondizioni materiali che essa offriva all’attività della stampa, costituite dalla presenza di cartiere e orefici, presenza indispensabile per incidere i punzoni e comporre le leghe da colare nelle matrici, e sia soprattutto per la presenza di un ambiente cittadino intellettualmente ricco, per cui la città era
considerata un centro di cultura particolarmente importante 13.
Pur ritenendo tutte plausibili le singole opinioni sopra
esposte, ci sembra assai più probabile la tesi di Nicola Macrì
secondo cui la presenza di Salomonio a Cosenza è stata determinata da una serie di circostanze significative: la sicura
presenza degli ebrei in Calabria, e in particolare nella provincia di Cosenza; le condizioni economiche della città atte a favorire un sia pur modesto accumulo di denaro per un investimento produttivo; la percezione dell’esistenza di un pubblico almeno potenzialmente interessato a un particolare tipo
di produzione libraria; l’esistenza di scuole laiche ed ecclesiastiche; la presenza dell’Ordine Domenicano con il relativo
Studio e, abbiamo già detto, con una ben attrezzata biblioteca. Tutte queste circostanze possono aver indotto Salomonio
a scegliere la città del Crati come sede della sua attività 14.
L’attività del Salomonio a Cosenza fu breve e limitata ad
un solo anno. Le uniche date delle sue edizioni si riferiscono
al 1478, per cui è da ritenere che già dall’anno successivo il
Salomonio non abbia proseguito la sua attività né a Cosenza
né altrove. Le cause di questa interruzione, dopo appena un
anno di attività, possono essere individuate nella difficoltà
di inserire in circolazione, in un contesto geografico periferico, la sua produzione editoriale, difficoltà aggravata, naturalmente, dalla concorrenza portata dalla fiorente industria
tipografica veneta oltre che da quella napoletana 15, come risulta da documenti esistenti nell’Archivio Centrale di Napoli
e nell’Archivio di Stato di Cosenza. Un documento del 1482
ci informa che in tale anno due mercanti veneziani, Paolo di
Giovanni e Alessandro Calcedonio, quest’ultimo noto anche
per la sua attività di editore, introducono in città “alcuna
quantità di libri a stampa da Venezia” 16. Altro documento
della prima metà del Cinquecento dà notizia di Franco Muto
e Giovanni Troyano, librai di Cosenza, che inventariavano
quattro cassoni di libri provenienti da Napoli, contenenti li13
T. CORNACCHIOLI, op. cit., pp. 212-214.
N. MACRÌ, Una pagina di storia calabrese: Ottaviano Salomonio
e l’origine della stampa a Cosenza, Tesi di laurea, Università della Calabria, Anno accademico 1983.
15 P. VENEZIANI, op. cit., p. 168.
16 P. SPOSATO, Aspetti della vita economica e commerciale sotto
gli Aragonesi, “Calabria nobilissima” VII (1952), p. 211.
14
80
UNA REGIONE PER LEGGERE
bri e manoscritti, codici e incunaboli, per procedere poi alla
vendita 17. Sono documenti che fanno chiaramente intendere
che a Cosenza un’attività di commercio librario dovette esserci già dal XV secolo, e continuò anche nel secolo XVI. È
evidente che la piccola stamperia del Salomonio non poteva
reggere la concorrenza con il mercato librario della potente
Serenissima e nemmeno con quello napoletano. Per cui al
Salomonio non rimase altra scelta che chiudere i battenti e
porre termine alla propria attività.
Prima di fare una breve rassegna delle singole opere
quattrocentesche stampate a Cosenza, soffermiamoci su alcune considerazioni che possono contribuire a inquadrare
più esattamente e a comprendere meglio le caratteristiche
dell’attività tipografica di Salomonio. Osserva Paolo Traniello, nel suo saggio su questa prima esperienza tipografica a
Cosenza sopra richiamato 18, che dall’esame della sua produzione tipografica giunta sino a noi, Ottaviano Salomonio
appare un tipico rappresentante di quel genere di artigiani di
mezzi poverissimi (caratteri sempre eguali), di scarsa erudizione (l’opera Disticha Catonis, l’unica opera scritta in latino, abbonda di errori ortografici), estranei ai grandi circuiti
di commercializzazione del libro, che hanno cercato di indirizzare la propria attività dove hanno intravisto qualche
prospettiva di accoglienza e di convenienza. Questi limiti
iniziali sono ben evidenti nella sua produzione: modestia di
presentazione formale del testo, ancora vicino ai più poveri
manoscritti, senza alcuna evidenza né dell’autore né del titolo; testi privi di silografie, miniature o altre illustrazioni,
salvo una sola eccezione; numero delle righe sempre eguale,
30 per ogni carta (tranne nei Disticha Catonis con 28 righe);
uso dei caratteri ridotto al minimo: gotico nelle minuscole,
romano nelle maiuscole; mancanza delle segnature; tiratura
molto probabilmente assai limitata. Fu appunto l’assenza dei
presupposti essenziali di un’attività industriale che costrinse
Salomonio alla ricerca di supporti della propria attività.
Un esempio evidente di questa ricerca di sostegno lo si
può trovare nella composizione della Canzone per la morte
di Enrico d’Aragona Governatore della Calabria. Tutta la
composizione abbonda di riferimenti ai diversi rappresentanti della casa regnante, alla quale l’autore si rivolge in
forma consolatoria, ma - scrive Traniello - con evidenti propositi di captatio benevolentiae.
Un supporto alla sua attività che Salomonio tiene certamente presente nelle sue scelte editoriali è l’ordine domenicano, che nella seconda metà del secolo XV andava consolidando la propria presenza a Cosenza. Abbiamo già detto so17 M. BORRETTI, L’arte della stampa e le biblioteche in Calabria Citra, Messina 1939, p. 7.
18 P. TRANIELLO, op. cit., pp. 72 e sgg.
81
UNA REGIONE PER LEGGERE
pra che il convento era dotato di una bene attrezzata biblioteca, strumento essenziale per vedere meglio realizzato il
ruolo specifico assegnato dagli statuti al convento, che era
appunto quello di svolgere una funzione didattico-formativa
a favore della gioventù. L’ordine necessitava quindi di libri
scolastici adatti per l’insegnamento. In questo senso va interpretata la scelta di Salomonio di pubblicare sia i Disticha
Catonis, opera di lettura di uso assai comune nelle scuole
del tempo, sia il Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima di Campora, opera ben conosciuta anche nell’Italia
settentrionale e ritenuta quanto mai utile per l’insegnamento
dei princìpi filosofico-tomistici. “Non stupisce - scrive Traniello - che, nel momento in cui l’ordine domenicano cominciava a porre radici in Cosenza, e conseguentemente, ad
acquistarvi potere, Salomonio abbia cercato, prescindendo
dalla sua (eventuale) origine ebraica, di procurare un supporto alla propria attività anche in questa direzione” 19.
Una connotazione particolare della produzione di Salomonio è che essa è quasi tutta in volgare, ad eccezione dei
Disticha Catonis in lingua latina. Si tratta di una percentuale
altissima (sei edizioni su sette equivalgono all’85%), di molto
superiore alla media nazionale (20%). È da ritenere probabile
che in questa scelta di Salomonio abbia influito l’ambiente
tipografico romano con il quale pare, come sopra abbiamo
detto, che Salomonio, prima di impiantare la propria tipografia a Cosenza, sia stato in stretto contatto. Negli anni, infatti,
che vanno dal 1472 al 1478, si stamparono a Roma quattro
testi in lingua volgare, e precisamente: il Dialogo dell’anima
di Campora (1472); le Favole di Esopo (1475); la Sfera di Dati
(1478); Miracoli della Vergine Maria (1478). Per tutti e quattro i testi non è stata riscontrata alcuna dipendenza testuale
delle edizioni calabresi da quelle romane. Osserva Traniello:
“Non può tuttavia non colpire che, rispetto alle sette edizioni
quattrocentesche cosentine, ben quattro opere in volgare recanti titoli identici sono uscite negli stessi anni, o in quelli
immediatamente precedenti, dai torchi romani” 20. Come si
desume da quanto scrive lo stampatore Giovanni Filippo De
Lignamine, in una premessa delle sue opere, la scelta in favore delle opere in volgare rispondeva allo scopo di destinare questo tipo di opere “indoctis viris et, si fas est tantum dicere, mulierculis quoque”, di raggiungere, cioè, mediante la
stampa delle opere in volgare, una fascia di lettori più ampia, ivi comprese le donnette del popolo. Se è del tutto probabile che Salomonio abbia tratto ispirazione per la propria
produzione libraria in volgare da esperienze dell’ambiente
tipografico romano, di cui egli stesso era stato forse testimo19
20
82
P. TRANIELLO, op. cit., p. 73.
P. TRANIELLO, op. cit., p. 77.
21
UNA REGIONE PER LEGGERE
ne, diverse comunque da quelle dei tipografi romani furono
le sue prospettive e le sue finalità. Dedicando la sua produzione editoriale pressoché interamente alle opere in volgare,
intento del Salomonio non fu tanto quello di raggiungere
una fascia di lettori più ampia, come si proponeva il De Lignamine, quanto piuttosto quello di corrispondere alle esigenze di lettura di un pubblico già educato all’uso del volgare, un pubblico portatore di interessi di lettura, in un certo
senso nuovi e diversi da quelli di tipo umanistico, e che può
essere individuato nella borghesia emergente e nella nuova
categoria di lettori alfabetizzati per opera delle scuole laiche
ed ecclesiastiche: un pubblico, in sostanza, che cercava i libri per svago, cultura di base, devozione, apprendimento
scolastico. La produzione editoriale di Salomonio intendeva,
in sostanza, essere funzionale a questo tipo di pubblico e a
questo tipo di esigenze di lettura.
Concludendo, si può convenire con Traniello il quale
scrive che, con la tipografia di Salomonio a Cosenza,“ci troviamo di fronte evidentemente a un’esperienza tipografica
minore, chiaramente marginale e periferica, rispetto al quadro globale e ai centri maggiori di sviluppo della stampa nel
Quattrocento; un’esperienza segnata tuttavia da tratti capaci
di renderla, nonostante tutto, originale” 21.
Originalità costituita, anzitutto, dalla capacità di aver saputo dar vita, in un ambiente geografico periferico, caratterizzato comunque da vivacità nella vita economica e sociale,
e da fermenti già attivi nella vita culturale, ad un esperimento di produzione libraria, anche se ancora segnato da
precarietà e limitatezze. Originalità, inoltre, per avere, a differenza di quasi tutte le altre tipografie allora operanti in
Italia, tentato l’applicazione di questo suo programma di
produzione libraria non soltanto su testi della letteratura
volgare, assolutamente lontani dai generi della letteratura
umanistica e classica allora dominanti, ma su testi ancora
più popolari, come le Canzoni e i Miracoli, segnati da un influsso linguistico dialettale.
Di Ottaviano Salomonio si conoscono sino ad oggi sette
edizioni a stampa, per un totale di dieci esemplari:
1. AESOPUS, Fabulae, tradotte dal latino in italiano da
Fazio Caffarelli di Faenza;
2. CAMPORA, Jacopo, Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima;
3. MAURELLI, Giovanni, Canzoni in morte di Enrico
d’Aragona;
4. DATI, Gregorio, La Sfera;
5. Piramo e Tisbe;
6. Disticha Catonis;
7. Miracoli de la biata Virgine Maria.
P. TRANIELLO, op. cit., p. 79.
83
UNA REGIONE PER LEGGERE
I criteri cui hanno fatto riferimento studiosi e bibliografi
per l’attribuzione delle predette edizioni ad Ottaviano Salomonio sono sostanzialmente due:
a. sottoscrizione presente nelle edizioni stesse;
b. attribuzione fatta sull’esame dei caratteri tipografici
usati.
Rientrano nel primo gruppo quelle edizioni che nell’Incipit o nel colophon portano la sottoscrizione del luogo e della
data di stampa, del nome e cognome dell’autore. Esse sono:
1. AESOPUS, Fabulae;
2. CAMPORA, Jacopo, Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima;
3. DATI, Gregorio, La Sfera;
4. Disticha Catonis;
Le rimanenti edizioni, e cioè:
1. MAURELLI, Giovanni, Canzoni in morte di Enrico
d’Aragona;
2. Piramo e Tisbe;
3. Miracoli de la biata Virgine Maria;
sono state attribuite a Salomonio sulla base di un esame
tipologico dei caratteri.
Passiamo ora ad una breve rassegna delle singole edizioni.
1. AESOPUS, Fabulae in italiano, tr. Fazio Caffarelli
L’incunabulo contiene 63 favole. La più lunga è la sessantunesima De cive et equite ed occupa 4 carte (8 pagine)
laddove le altre occupano una sola carta (2 pagine).
L’opera si presenta ispirata a fini moralistici e
d’insegnamento, come è detto esplicitamente nel testo:
“Questo libretto… e assimiglato ad// uno orticello: lo quale
84
UNA REGIONE PER LEGGERE
germina & produce// fiore cum fructi… pero che lo fiore ha
in sé bellezza: et lo fructo ha sapore de utilitade”.
Del traduttore delle Favole si hanno poche notizie. In alcuni testi conservati presso la Biblioteca Comunale di Faenza, città natale del Caffarello, questi viene presentato come
notaio e cultore di lettere, noto appunto per la sua traduzione delle Favole di Esopo.
2. MAURELLI, Giovanni
Canzoni in morte di Enrico d’Aragona
Governatore della Calabria
È una dolente elegia in morte di Enrico d’Aragona, governatore della Calabria, figlio spurio di Ferrante e della sua
amante, la sorrentina Diana Guardati, morto nel castello di
Terranova il 21 Novembre 1478. Autore dell’elegia è il cosentino Joanne Maurello, il quale con questi versi cortigiani
ci ha lasciato una delle più antiche testimonianze della letteratura calabrese. La lingua usata è infatti un misto di voci
dialettali e di lingua italiana; la struttura dell’opera segue le
forme metriche dell’ottava siciliana e della terza rima. “Certamente - scrive Franco Mosino - si conservano altri testi
più antichi del volgare calabrese, ma si tratta di atti documentari e non di testi letterari” 22.
Il componimento appartiene a quel genere di poesia popolare che, traendo le sue origini dalle antichissime nenie e dai
canti latini per la morte dei generali romani, ebbe un notevole sviluppo nel medioevo. È diviso in quattro capitoli. Nel pri22 F. MOSINO, Per il quinto centenario di un antico testo calabrese
1478 – 1978, “Historica”, XXXI (1978), p. 171.
85
86
UNA REGIONE PER LEGGERE
Ottava del primo capitolo
c.1r A lagrimari viio che incomenza
tutta Calabria, cha be’ lla la spirona
la morte che fo l’ultima partenza
che fezi donnu Errico de Ragona.
Lagnasi e doli, ca si vidi senza
de lu suo specchio e luminosa cona
chi s’adorava e maxime Cosenza,
che tanto tempo la guberau bona.
UNA REGIONE PER LEGGERE
mo l’autore porta la notizia della morte di don Enrico nella
corte di Ferrante I. Nel secondo invita tutte le donne cosentine a piangere con Madonna Polissena, la vedova del defunto.
Nel terzo si rivolge ai cortigiani afflitti per la morte del loro
signore perché essi se ne dolgano più degli altri. Nel quarto
l’autore si rivolge a tutta la Calabria, e in particolare a Cosenza, perché piangano notte e jorno il loro buon marchese.
Il testo di questo incunabolo è stato pubblicato integralmente nel 1888 da Erasmo Percopo, con adeguato commento storico, linguistico e letterario, anche se manca tuttora
una edizione critica in senso moderno 23. Antonio Altamura
lo ha ripubblicato nel 1947 con l’aggiunta di una breve nota
linguistica 24.
Riportiamo qui di seguito le prime ottave del primo e del
terzo capitolo, nella interpretazione che ne ha dato Antonio
Altamura:
Ottava del terzo capitolo
c. 3r O donne de gran statu e gran segnure
povere, riche, vidue e maritate,
cum l’ochi susperando tutte l’ure
d’onne stasune, lo verno e la state;
piangiti tutti, pi doglie e dolure,
a donno Errico, si aviti pietate
de la mugliere afflitta et figlie scure
chi su’ rimase in tante adversitate.
3. CAMPORA, Jacopo
Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima
Tra i libri stampati da Ottaviano Salomonio, il Dialogo di
Campora è certamente quello che ha maggiori pretese dotte
rispetto a tutti gli altri in quanto in esso vengono esposti ar23 E. PERCOPO, La morte di Don Enrico d’Aragona. Lamento in
dialetto calabrese (1478), “Archivio storico per le province napoletane”, XIII (1888), fasc. I, pp. 130-160.
24 A. ALTAMURA, Un incunabolo di dialetto calabrese, “Archivio
storico per la Calabria e la Lucania”, XVI (1947), pp. 21-32.
87
UNA REGIONE PER LEGGERE
gomenti di teologia, di filosofia, di teorie pseudo-scientifiche. L’opera è concepita in forma di dialogo tra Jacopo,
l’autore dell’opera, e Giovanni di Marcanova quale destinatario del Dialogo che pone precise domande all’inizio di ogni
capitolo. La risposta fornita da Jacopo costituisce la materia
del capitolo.
L’opera del Campora fu stampata la prima volta a Roma
per Filippo de Lignamine il 1473, ristampata poi a Venezia il
1477, e poi a Cosenza nel 1478.
Finalità generale di tutta l’opera è quella di trattare
l’argomento dell’origine e dell’immortalità dell’anima, riportando le opinioni degli scrittori cristiani e dei filosofi antichi. Della filosofia antica il più citato è Aristotele. Altri autori dell’antichità citati nel Dialogo: Platone, Galieno, Macrobio, Porphireo, Empedocle, Erodoto, Diogene.
Come è stato già osservato sopra, pubblicando a Cosenza
il De immortalitate animae del Campora, un’opera piuttosto
diffusa nell’Italia settentrionale, come risulta dalle tre edizioni anteriori a quella del Salomonio, stampate a Roma, a
Vicenza e a Milano, ma ancora sconosciuta al Sud, Salomonio era sicuro di dare alle stampe un’opera molto gradita all’Ordine Domenicano, non soltanto perché scritta da un domenicano, ma soprattutto per gli argomenti di filosofia e di
teologia che essa trattava.
4. DATI, Gregorio, La Sfera
L’Indice generale degli incunaboli riporta ben tredici edizioni di quest’opera, di cui quattro anteriori a quella del Salomonio, e fra queste quella stampata a Roma da Giovanni Filippo de Lignamine il 1472. Per quanto riguarda l’autore dell’opera, negli esemplari manoscritti l’attribuzione è incerta tra
Gregorio e il fratello Leonardo. Gregorio Dati fu autore di una
Storia di Firenze e di un libro segreto che contiene memorie
familiari e notizie su vicende contemporanee. Leonardo fu autorevole esponente dell’ordine domenicano. L’IGI attribuisce
l’opera a Gregorio Dati, e a questa attribuzione si attengono
studiosi e bibliografi che si sono occupati dell’argomento.
Il poemetto è a carattere didascalico ed ebbe buona diffusione alla fine del Quattrocento, come è confermato dalle
numerose edizioni manoscritte e a stampa. L’opera non ha
pretese scientifiche ma piuttosto divulgative.
La Sfera è considerata la figura perfetta più di ogni altra.
Similmente alle cose eterne, essa non ha né principio né fine. Nella descrizione che l’autore fa dei pianeti il sole si discosta da tutti gli altri per la bellezza e lo splendore della
sua luce. Il sole più di ogni altra stella dà al mondo l’idea di
Dio. In sostanza, tutta l’impostazione del poemetto è nettamente cristiana.
88
Per tutto l’Ottocento, e sino alla seconda metà del secolo
scorso, gli incunaboli stampati a Cosenza da Ottaviano Salomonio noti a bibliografi e studiosi erano soltanto quattro:
Aesopus, Fabulae; Jacopo Campora, Dell’immortalità dell’anima; Gregorio Dati, La Sfera; Giovanni Maurelli, Canzoni in morte di Enrico d’Aragona.
L’incunabulo Piramo e Tisbe è stato descritto per la prima volta nel quarto volume dell’Indice Generale degli Incunaboli delle biblioteche d’Italia (Roma, 1965) e segnalato
dallo studioso inglese Dennis E. Rhodes in un articolo pubblicato nel 1967 sulla rivista “Calabria nobilissima” con il titolo: Il quinto incunabolo calabrese 25.
Piramo e Tisbe è una novella orientale, resa famosa dalla
narrazione che ne ha fatto Ovidio nelle sue Metamorfosi.
Nella versione ovidiana Piramo e Tisbe sono due giovani
bellissimi che abitano vicino e si innamorano. Contrastati
nel loro amore, i due giovani fuggono dandosi appuntamento presso una statua che stava vicino ad alberi di candidi
gelsi e ad una fresca fontana d’acqua. Tisbe giunge prima,
però, essendosi imbattuta in una leonessa con la bocca lorda
di sangue, fugge, perdendo un velo che aveva con sé. Giunge poi Piramo, vede il velo macchiato di sangue, crede che
Tisbe sia stata sbranata dalla leonessa e si uccide. Gli spruzzi
di sangue della ferita di Piramo tramutano il colore dei gelsi
da bianco in rosso. Tisbe ritorna poi sul luogo dell’appuntamento, vede Piramo morto e si uccide anch’essa. E da allora
- narra Ovidio - i gelsi che prima erano candidi conservarono il loro colore scuro.
Il testo stampato da Salomonio segue la novella così come viene narrata da Ovidio senza però contenere alcun riferimento ai gelsi che cambiano colore da bianco in nero.
Si deve a Paolo Veneziani la segnalazione di due incunaboli di cui in precedenza studiosi e bibliografi non avevano
avuto alcuna conoscenza. Scrive Veneziani: “Ancora i compilatori del Catalogo degli incunaboli del British Museum e
il Rhodes, in uno dei suoi articoli sulla stampa nell’Italia
meridionale apparsi su La bibliofilia conoscevano solamente
i primi quattro che erano già conosciuti da più antichi, e
certo meno documentati bibliografi; il quinto (Piramo e Tisbe) veniva descritto per la prima volta nel quarto volume
dell’Indice Generale degli Incunaboli delle biblioteche
d’Italia. Questo ristretto numero di edizioni cosentine viene
ora incrementato in misura proporzionalmente notevole dall’aggiunta di altre due edizioni, [Disticha Catonis e Miracoli
de la Vergine Maria] completamente sconosciute, possedute
UNA REGIONE PER LEGGERE
5. Piramo e Tisbe
25 D. E. RHODES, Il quinto incunabolo cosentino, “Calabria nobilissima”, XXI (1957), pp. 51-55.
89
UNA REGIONE PER LEGGERE
90
l’una dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, l’altra dalla
Fardelliana di Trapani”.
Fermiamo ora la nostra attenzione su questi ultimi due
incunaboli cosentini.
6. Disticha Catonis
I Disticha Catonis costituiscono una raccolta di sentenze
morali, in coppie di esametri, attribuita a Catone, ma in realtà
di ignoto autore, messa assieme a partire dal III secolo a. C.
Fu molto apprezzata nel Medio Evo e nella seconda metà del
Quattrocento se ne stamparono decine di edizioni. La più
antica edizione fu stampata ad Utrecht nel 1470. La più antica edizione italiana è quella stampata a Caselle nel 1477.
Altra edizione è quella stampata da Mattia Moravo a Napoli
attorno al 1480. L’edizione cosentina di Salomonio sarebbe
pertanto la seconda edizione stampata in Italia. L’Indice Generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia e il Gesamtkatalog der Wiegendrucke, rispettivamente ai numeri 2606 e
637, segnalano un’altra edizione, recante con il testo latino
anche la versione italiana, stampata a Roma dal tipografo
tedesco Iohan Schuren nel 1475, che sarebbe quindi la più
antica stampata.
L’opera si apre con una serie di brevi precetti diretti da
un maestro ad un discepolo designato con l’appellativo di
“fili carissime”. Segue quindi una serie di esametri latini raccolti in distici, suddivisi in quattro parti.
La prima parte contiene una serie di ammaestramenti morali relativi al comportamento verso se stessi e verso gli altri,
mentre nella seconda parte il maestro dà al discepolo alcuni
consigli per quanto riguarda gli autori e le letture che egli
deve prediligere. Viene raccomandato Virgilio per quanto riguarda l’apprendimento dei culti agresti. Si consiglia invece
la lettura di Lucano per la conoscenza delle guerre di Roma
contro Cartagine, e la lettura di Ovidio per chi desidera imparare ad amare servendosi dei libri “discere amare legendo”.
Nella terza parte si riprendono i consigli morali della prima parte, con un’accentuazione di toni negativi e mordaci
verso la moglie: “Coniugis iratae tu noli verba timere// Instruit insidias lacrimas du(m) femi(n)a plorat”. Il passo si
conclude con l’esortazione ad amare i genitori, e soprattutto
la madre.
L’ultima parte contiene una serie di consigli relativi all’uso del denaro alla moderazione nelle spese, con la considerazione che al denaro va anteposta la salute. Si legge a c.
5. r.: “Cu (m) fueris locuples corpus curare meme(n)to//Eger
dives habet nu(m)mos sed no(n) h(a)(b)et ipsum”.
Ultimo consiglio in chiusura dell’opera: l’esortazione ad
arricchire con lo studio le proprie conoscenze: “c. 7 r. Cu(m)
7. I miracoli della Vergine Maria
Dei Miracoli della Vergine Maria si conservano, manoscritte e a stampa, diverse raccolte. L’Indice Generale degli
incunaboli delle biblioteche italiane segnala ben ventisei edizioni a stampa dei Miracoli, di cui tre soltanto anteriori a
quella cosentina, e cioè le due stampate a Venezia nel 1475
e nel 1476, e quella stampata a Milano nel 1477.
“La raccolta stampata a Cosenza - scrive Veneziani - è
però diversa da tutte le altre stampate nel secolo XV… È redatta in dialetto calabrese e presenta carattere e stile nettamente popolari, nonostante l’attribuzione a San Bernardo,
sia nella intonazione del racconto sia nella morale che lo
sconosciuto raccoglitore vuole trarre dai miracoli e nel sentimento che intende suscitare: commozione e meraviglia e fervore di fede” 26. L’edizione cosentina comprende la narrazione di 69 miracoli. Dalla narrazione dei miracoli narrati
emerge una serie di gruppi sociali, che vanno dai cavalieri
alle donne devote, dai mercanti ai monaci ai giudei, ciascun
gruppo presentato con proprie caratteristiche e connotazioni.
Nel miracolo “E uno cavaleri facto monaco” si narra di
un cavaliere nobile e ricco, che un bel giorno decide di entrare in convento. Ne riportiamo il testo integralmente.
“No cavaleri riccho et nobile p(e)r divocio(n)i// lassao
q(ue)sto sec(o)lo et i(n)trao allordi(n)e de ci//stella. & quisto
no (n) sapia licteri li monaci si vir//gognavano multo chi uno
nobile ho (mo) cussi// fussi reputato layco et dioto p(er) la
quale cosa// li donaro uno bono maystro si p(er) ventura potisse uno poco imparare et sucta quista ocasi//one ip(s)o potissi conversare cu(n) li monaci, ma ad dimorando tempolongo quello maistro ni//una altra cosa ly potia imarare ssi no
quisti doi paroli. Ave maria veramente quiste due// parole
no(n) cessava dichere.allo fine quisto fo// morto et fu sepelito
nello cimiterio cu lialtri// fr(at)i et ecco che supra allo monime(n)to de qui//sto crescere. uno bellissimo giglo et in
czas//ca uno fogla uta scripto ave maria a l(itte)re de// oru &
videndo li monachi cussi gran miracu//lo in comme(n)zaro ad
cavare la ti(trr)a de quillo se//pulcro & videro chi la radice de
lu giglo es//sia da la bucca de quillo morto compresero//
adunca chi per la gran devocione che ipso a//via nelle predicte parole.deu luvole dotare// de tanto miraculo.deo gra (tia)s”.
26
UNA REGIONE PER LEGGERE
tibi co(n)ti /n)gerit studio cognoscere multa// Fac discas
multa et vita nescire doceri”.
È questa l’unica opera in lingua latina stampata dal Salomonio, e ciò fa ritenere che essa era destinata ad un pubblico scolastico in grado di leggere il latino.
P. VENEZIANI, op. cit., p. 166.
91
UNA REGIONE PER LEGGERE
Cessata l’attività di Salomonio, bisogna arrivare all’ultimo
o al penultimo decennio del secolo XVI per ritrovare l’arte
della stampa a Cosenza e in Calabria. Da parte degli scrittori
calabresi si riteneva che la ripresa dell’attività tipografica in
Calabria fosse da assegnare all’anno 1592 con la stampa del
poema De bis recepta Parthenope di Giovanni Battista Cantalicio. A spostare di alcuni anni indietro l’anno della ripresa
intervenne una diversa indicazione di Vito Capialbi il quale,
nel 1818, in una sua comunicazione fatta ad Andrea Lombardi, Presidente dell’Accademia Cosentina, segnalò 27 l’esistenza
di due pubblicazioni edite a Cosenza, ambedue del 1587,
senza però poterne indicare i tipografi: De venenati humani
corporis dignitione e De Peste, ambedue di Giacomo Puderico, filosofo e medico cosentino. Pur accettando l’indicazione
del Capialbi, resta comunque certo un fatto, e cioè che per
oltre un secolo, e precisamente per 109 anni (1478-1587), la
Calabria rimase priva di tipografie, pur essendo questo un
periodo ricco di vita culturale per la regione.
Se, comunque, per un così lungo periodo l’attività tipografica restò assente in Calabria, fu invece ben presente
l’attività del commercio librario, come ci viene testimoniato
da una serie di documenti archivistici riguardanti Cosenza.
Già sopra, abbiamo richiamato un documento conservato
nell’Archivio di Stato di Napoli dal quale si rileva che nel
febbraio del 1482 i mercanti veneziani Paolo di Giovanni e
Alessandro Calcedonio importavano a Cosenza libri a stampa dalla loro città. Da altro documento, anch’esso già citato
sopra, apprendiamo che nel marzo 1540 Franco Muto e Giovanni Troyano, esercitavano il commercio librario, vendendo libri e manoscritti pregevoli provenienti da Napoli. Un
documento del 7 dicembre 1572 ci dà notizia di un elenco di
libri redatto dal Commissario della Gran Corte della Vicaria,
il quale si era recato nella bottega libraria di Giovanni Simone de Midea, sita in Cosenza nella piazza San Tommaso,
per procedere al sequestro dei libri a causa dei debiti del titolare. Vi compaiono testi di filosofia (Aristotele, Avicenna,
San Tommaso d’Aquino), classici latini (Metamorfosi di Ovidio); libri religiosi, di geografia e di varia cultura 28. Ancora,
a proposito di commercio librario, Leonardo Angrisano, che
ritroviamo come editore di libri stampati a Cosenza tra il
1593 e il 1597, esercitava anche l’attività di libraio, come risulta dall’inventario della sua bottega conservato nell’Archivio di Stato di Cosenza, dal quale apprendiamo che questa
bottega disponeva di una dotazione libraria abbastanza cospicua (oltre mille settecento volumi comprendenti opere di
27
V. CAPIALBI, op. cit., p. 21.
ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, Aspetti del circuito librario
del cosentino nei secoli XVI e XVII, Mostra documentaria, Cosenza
1998, Sezione II, p. 10.
28
92
CINQUECENTO
• Cosenza
15
SEICENTO: 110 edizioni, così distribuite per località:
• Cosenza
63
• Reggio Calabria
6
• Monteleone
23
• Scigliano
12
• Soriano
5
• S. Nicola di Vallelunga
1
UNA REGIONE PER LEGGERE
vario argomento) 29. Emerge, quindi, in questo periodo, di
assenza, o anche di scarsa presenza dell’attività tipografica
in Calabria, la figura del libraio, a conferma di una circolazione di testi provenienti dall’esterno molto più cospicua e
assai più richiesta della produzione interna.
Ritornando al tema dell’attività tipografica in Calabria
dopo il lungo periodo di assenza, appare evidente, in base
alla produzione libraria a tutt’oggi conosciuta, che gli sviluppi della stampa in Calabria, nei secoli XVI, XVII e XVIII
furono abbastanza modesti. Attenendoci alla ricostruzione
effettuata nella prima metà dell’Ottocento da Vito Capialbi 30,
ripresa in tempi più recenti, con alcune aggiunte per gli anni
1608, 1648, 1657 e 1659, da Guerriera Guerrieri 31, le edizioni stampate nel ’500, ’600 e ’700, furono complessivamente
130, così distribuite per secoli e per località:
SETTECENTO: 5 edizioni così distribuite per località:
• Cosenza
3
• S. Marco
1 (Stamperia volante)
• Paola Catanzaro Scilla
1 (Stamperia volante)
Come è facile constatare dai dati sopra riportati, si tratta
di una produzione libraria statisticamente del tutto irrilevante, se si considera che, per il solo Cinquecento, le stamperie che operavano allora nelle località italiane produssero
complessivamente tra 46.000 e 56.000 nuove edizioni.
Pur nella esiguità della produzione libraria complessiva
di questo periodo, il secolo in cui più si stampò in Calabria,
nei secoli XVI - XVIII, fu il Seicento. Oltre che a Cosenza,
nuove stamperie furono impiantate in questo secolo a Reggio Calabria, a Monteleone, a S. Nicola di Vallelunga, a Soriano, a Scigliano. È Cosenza, comunque, la città che negli
29 V. M. EGIDI, Inventario della bottega del fu Leonardo Angrisano
a Napoli, librario editore in Cosenza, “Calabria nobilissima”, 1950, nn.
1-2, pp. 39-46.
30 V. CAPIALBI, op. cit., pp. 11-75.
31 G. GUERRIERI, op. cit., pp. 159-163.
93
UNA REGIONE PER LEGGERE
ultimi anni del Cinquecento, e poi nel corso del Seicento,
espresse un’attività tipografica in qualche modo più fiorente
e produttiva, sia per la durata che si prolungò per oltre un
secolo, (dal 1587 al 1690), anche se con frequenti periodi in
cui i torchi restarono inoperosi, sia per i tipografi che vi lavorarono in questo periodo, come viene specificato nell’elenco sottostante, sia infine per alcune edizioni di particolare interesse storico biografico e bibliografico su cui ci soffermeremo più avanti.
In base alla produzione libraria conosciuta, lavorarono a
Cosenza, dal 1592 al 1690 i tipografi qui di seguito indicati:
1. Domenico Contarini
2. Antonio Riccio
3. Luigi Castellano, da solo
1592
1593
1594 - 1595 - 1599
1601 - 1602; 1605
4. Leonardo Angrisano, (edit.?)
1595 - 1596
5. L. Castellano e L. Angrisano
1593; 1597
6. Andrea Riccio
1595; 1610 - 1613
1615
7. Francesco Cappa
1620
8. Ambrogio di Giuseppe
1630
9. Gio B. Moio e Francesco Rodella 1645 - 1647
10. Giovanni Battista Russo, da solo 1648 - 49; 1656 -57
1665 - 66; 1669
1671 - 73
11. Gio. Battista Russo
1654 - 59
e Gio. Battista Moio
1662 - 64
12. Gio. Battista Moio
1650; 1660
13. Roberto Mollo
1680
14. Basilio Lombardo
1689
15. Domenico Mollo
1690
A spiegare la maggiore operatività dell’attività tipografica cosentina, rispetto a quella delle altre città calabresi, oltre
al peso della tradizione scrittoria, già attiva a Cosenza sin
dal sec. XIII, dovette anche influire una maggiore attenzione
del governo della città verso l’arte della stampa. Le testimonianze archivistiche esistenti nell’Archivio di Stato di Cosenza ce ne danno conferma.
In data 14 marzo 1590 i sindaci dei nobili e degli onorati
della città di Cosenza da una parte, Giacomo Frero da Venezia e Marco Imparato da Napoli, procuratori di Giovanni
Domenico Contarini veneziano, dall’altra, asseriscono che
“per beneficio, utile ed ornamento” della città si era deciso
“portare la stampa in Cosenza et stampare opere in la detta
città et farci la cartere come per detto decreto appare”. Il decreto stabiliva un compenso di ducati venticinque annui per
il fitto della casa, la franchigia altresì della farina e di quella
del maldinaro. Gli stampatori, da parte loro, dovevano man-
94
UNA REGIONE PER LEGGERE
tenere la stampa in città per dieci anni continui, farvi una
cartiera e vendere la carta ad un grano. Pertanto Marco Imparato promette di portare la stampa a Cosenza entro un
mese dalla stipulazione del contratto e impiantare entro un
anno la cartiera 32. Né il contratto rimase lettera morta, perché proprio Domenico Contarino il 1592 stampò il poema De
bis recepta Partenope di Giovan Battista Cantalicio, come ci
viene attestato dall’esemplare conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi 33. Altra convenzione intesa ad assicurare la permanenza della stampa in città è quella del 6 aprile
1604. Si costituiscono davanti al notaio Fabio Cicala e Vincenzo Scattarati, rappresentanti del governo della città, e
Aloisio Castellano stampatore in Cosenza. Il Castellano asserisce di avere esercitato la stampa in città quattro anni in
più rispetto all’accordo stipulato con Giovanni Domenico
Contarini con atto del 14 marzo 1590. Preso atto di ciò i
suddetti rappresentanti confermano l’accordo con il Castellano perché continui nel suo esercizio per altri dieci anni, a
cominciare dal 1600, promettendo l’esenzione dal pagamento
di varie gabelle e una somma annua per il fitto della casa
ove lo stampatore svolgeva la propria attività 34.
Oltre le pubbliche amministrazioni, come a Cosenza, altra istituzione che nel Cinque e Seicento, in Calabria, guardò
con occhio attento e in diversi modi al fenomeno della
stampa fu la Chiesa: intervenendo direttamente nell’impianto di nuove tipografie in diverse località della Calabria; esercitando il suo controllo nella stampa e nella diffusione dei
libri; servendosi ampiamente di questo nuovo strumento per
dare maggiore diffusione agli scritti di natura religiosa e ecclesiastica. “Vescovi e capi di comunità religiose - scrive la
Guerrieri - o membri di cospicue famiglie vollero far fremere
i loro torchi per dar lustro alle loro diocesi o ai loro conventi
o anche per far stampare scritti propri o di loro congiunti” 35.
Promotore dell’impianto della stamperia a S. Nicola di Vallelunga fu l’abate Giovanni Giacomo de Martino che per realizzare questo suo intendimento chiamò i tipografi Giovanni
Battista Russo e Domenico Jezzo ai quali diede l’incarico di
stampare i suoi Consilia in tre parti, di cui fu stampata però
soltanto la prima parte, perché l’iniziativa durò un solo anno. Parimenti a Soriano l’impianto della stamperia è da attribuirsi all’operosità del frate Domenico De Sanctis, già
priore del Convento di Soriano, il quale, nell’opera di restaurazione del convento distrutto dal terremoto, volle inserire
32
ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, op. cit., Sezione III, p 13.
D. E. RHODES, The early bibliography of Southern Italy, I,
Cosenza “Bibliofilia”, LVII (1954), pp. 105-106.
34 ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, op. cit., p. 13.
35 G. GUERRIERI, op. cit., p. 154.
33
95
UNA REGIONE PER LEGGERE
anche l’attività della stamperia. Anche a Scigliano la tipografia fu impiantata per volere di Giovanni Jacopo Palemonio, vescovo di Martirano che, preferendo risiedere a Scigliano anziché nella sede vescovile, fece venire da Roma le
attrezzature necessarie, impiantando la tipografia nel palazzo vescovile. La tipografia cessò di funzionare alla morte del
vescovo nel 1692.
Oltre che per promuovere l’impianto di singole tipografie, la Chiesa nel Cinque e Seicento si occupò della stampa
anche per regolarne l’attività, emanando disposizioni nei
suoi atti sinodali in materia di vendita e di impressione dei
libri. Un intervento della Chiesa cosentina in tal senso si ebbe nelle costituzioni sinodali cosentine del 1592 dove, in un
apposito capitolo dal titolo “De librorum usu, librariis et impressoribus librorum”, si davano disposizioni dirette a frenare gli abusi cui davano luogo i librai vendendo libri vietati e
gli stampatori stampando opere ritenute immorali o comunque proibite dalla Chiesa. Nel sinodo del 1634 della Diocesi
di Mileto un intero capitolo intitolato “De librorum impressione ac venditione” contiene disposizioni cui librai e stampatori dovevano attenersi nella vendita e nella stampa dei
libri. Qualche anno più tardi, e precisamente nel 1663 e nel
1672, anche la Chiesa reggina non mancò di far sentire la
propria presenza in questa materia. Nel sinodo del 1663 si
legge: “Si guardino allo stesso modo i librai e i bibliofili,
sotto pena della perdita dei libri, a non esporre in alcun modo i libri da vendere, se non prima abbiano mostrato un indice dei libri e non abbiano ottenuto la licenza del nostro
Vicario Generale”. Ancora più restrittive le disposizioni che
si leggono nel sinodo del 1672: “…I librai poi che al tempo
del mercato siano venuti in questa città per vendere i libri o
in altro luogo della nostra diocesi si siano accostati ad esercitare il mestiere di librai, non osino assolutamente esporli
in vendita se non abbiano avuto, prima, conosciuto e sottoscritto l’indice dei libri del Nostro Vicario generale...”. E per
quanto riguarda gli stampatori: “A nessuno sia lecito stampare libri profani o anche sacri, e di qualsiasi genere si appellino, grandi o piccoli, o permettere che si stampino se
non prima intervenga la nostra autorizzazione oppure quella
del nostro Vicario Generale stesa per iscritto” 36. Come appare evidente dai testi sinodali sopra riportati, anche in Calabria, come del resto in altre parti d’Italia, librai ed editori
vengono posti sotto stretta sorveglianza e vincolati, nella
vendita dei libri, all’Indice dei libri proibiti, che, infatti, è
presente nelle botteghe dell’epoca, come risulta da documenti d’archivio del tempo pervenuti sino a noi. Da un atto
notarile del 2 ottobre 1664, conservato nell’Archivio di stato
36 CL. CAVALIERE, I Segni Ignoti, La nascita del libro in Calabria
tra sperimentazione e marginalità (1475-1713), p. 233.
96
37
38
UNA REGIONE PER LEGGERE
di Cosenza, contenente l’inventario del defunto Francesco
Rotella, libraio e stampatore veneziano, residente a Cosenza,
si apprende che nella bottega di libri del Rotella erano presenti numerosi testi di carattere giuridico, filosofico, religioso, storico, e tra questi l’Indice dei libri proibiti 37.
La Chiesa è anche ampiamente presente nella produzione
libraria di questo periodo. È questo un punto centrale nell’analisi della stampa in Calabria nel Cinque e Seicento. Premettiamo intanto che, se spostiamo la nostra attenzione dal
dato quantitativo, cui sopra abbiamo fatto riferimento, a
quello qualitativo, si constata che anche sotto questo aspetto
la produzione editoriale calabrese in questo periodo riveste
carattere sostanzialmente minoritario. Ciò che emerge, infatti, è il carattere fortemente localistico della produzione, sia
che si tratti di scritti di autori locali, laici o ecclesiastici, sia
che si tratti di opere, prevalentemente di carattere religioso,
legate a figure ed eventi locali. Scrive Claudio Cavaliere a
questo proposito: “La produzione calabrese si rivela di autoconsumo, con scarsi o nulli rapporti con l’esterno (tranne la
Sicilia e Messina in particolare), che ha scarso interesse ad
allargare i confini della propria attività, tutta chiusa nel particolarismo intimistico” 38. Prevalenti sono soprattutto, nella
produzione locale di questo periodo, gli scritti di argomento
religioso ed ecclesiastico. È questo un dato che si riscontra
nelle singole località. Sono presenti, quindi, in larga maggioranza, panegirici, prediche, commenti alla Sacra Scrittura, Sinodi diocesani, istruzioni vescovili, regolamenti e storie
di monasteri, vite di santi e beati, meditazioni, dispute religiose, orazioni funebri. Se ne trae la conclusione, come dicevamo sopra, che, più di ogni altra istituzione, più della
scuola che è sostanzialmente assente dalla produzione libraria calabrese di questo periodo, fu soprattutto la Chiesa a
servirsi della stampa per la diffusione dei propri scritti. Si
verificò sostanzialmente in Calabria una situazione in un
certo senso inversa rispetto a quanto avveniva allora in Italia e tanto più in Europa rispetto al Quattrocento e ai secoli
precedenti. Nella produzione libraria nazionale ed europea la
parte dei libri religiosi continua a rimanere ancora abbastanza alta, però, nell’aumento generale della produzione, la
percentuale di questi libri rispetto all’insieme della produzione editoriale andò via via registrando un netto regresso.
Nella produzione tipografica calabrese del ’500 e ’600 sono
ancora i libri di carattere religioso che mantengono una netta preponderanza su quelli di diverso argomento.
In questo quadro dell’editoria calabrese, nel suo complesso minoritaria e marginale rispetto all’editoria nazionale,
ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, op. cit., Sezione II, p. 10.
CL. CAVALIERE, op. cit., p. 242.
97
UNA REGIONE PER LEGGERE
qualche buona opera, di carattere storico, biografico, letterario e scientfico certamente non manca.
Segnaliamo tra queste l’Adamo caduto, di Serafino della
Salandra, stampato a Cosenza il 1647, presso la tipografia di
Giovanni Battista Mojo e Francesco Rodella, su cui esiste
l’antica questione della possibile utilizzazione dell’opera da
parte del poeta inglese John Milton come una delle fonti del
suo capolavoro Il Paradiso perduto.
Di notevole interesse biografico è l’Oratione funebre recitata agli Accademici Cosentini in morte di Bernardino Telesio di Giovanni Paolo Aquino, stampata a Cosenza il 1596,
presso la tipografia di Leonardo Angrisano, opera certamente apologetica, ma tuttavia fonte preziosa di dati sulla formazione e sulla personalità di Bernardino Telesio, e sul prestigio di cui il filosofo godeva in città per la sua capacità e
la sua saggezza. L’Orazione, pubblicata nello stesso anno
della messa all’Indice dell’opera di Telesio, va vista soprattutto come un attestato delle fedeltà ideologica che il nutrito
gruppo di uomini di cultura legate all’Accademia manifestava nei confronti del filosofo scomparso ormai da sette anni.
Biografia molto sobria nella forma e nella narrazione è la
Joachim Abbatis et Florensis Ordinis Chronologia, di Giacomo Greco, stampata a Cosenza il 1612 presso la tipografia di
Andrea Riccio. Biografia, questa, della vita e dell’opera di
Gioacchino da Fiore, assai apprezzata dagli studiosi, perché
l’autore, un monaco cistercense, assicurava di aver ricavato i
dati della sua biografia dai codici del suo cenobio, e di avere
in particolare fatto uso delle memorie dello stesso Gioacchino e di una raccolta di miracoli gelosamente conservata anch’essa nel vecchio convento 39. Il volume è interessante anche sotto l’aspetto illustrativo: esso presenta un ritratto di
Gioacchino da Fiore e molte iniziali, delle quali alcune silografiche, altre con ornamentazione tipografica.
Testi di valore documentario non secondario sono le costituzioni sinodali sopra richiamate, tenutesi tra il 1592 e il
1672, stampate rispettivamente a Cosenza, a Reggio Calabria
e a Monteleone, fonti di primaria importanza per le notizie
che questi scritti ci forniscono sulla vita ecclesiastica e religiosa in Calabria tra Cinque e Seicento.
Meritevoli di segnalazione sono Le istorie delle guerre
fatte in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar di Cordova,
detto il gran Capitano, tradotte in lingua Toscana dall’Incognito A. C. (Accademico Cosentino), di Giovan Battista Cantalicio, stampate a Cosenza per Luigi Castellano il 1595, poi
ristampate il 1597 presso Leonardo Angrisano e Luigi Castellano. Opera storicamente interessante, questa del Cantalicio, per il contributo di conoscenza che essa fornisce sulle
39 E. BUONAIUTI, Gioacchino da Fiore. I tempi, la vita, le opere,
Cosenza 1984, pp. 115-116.
98
UNA REGIONE PER LEGGERE
guerre tra Francia e Spagna in quel periodo. Sertorio Quattromani, che ne fu il traduttore, così ne scrisse in una sua
lettera: “Il libro di Monsignor Cantalicio de i fatti del Gran
Capitano è degno veramente di molta loda sic/, perché contiene in sé molte parti, che convengono a perfetta historia,
ma più sarebbe da commentare, se egli si fusse ingegnato
con l’aiuto di alcuni suoi amici di purgarlo di alcuni errori,
che vi sono incorsi, et che scemano in parte la bellezza dell’opera” 40.
Nel settore della poesia meritevoli di segnalazione sono
l’edizione cinquecentesca cosentina Rime del Sig. Cosimo
Morelli gentiluomo cosentino, stampate a Cosenza, presso la
tipografia di Andrea Riccio il 1595, di imitazione petrarchesca, e l’edizione seicentesca monteleonese La Cilla, favola
pastorale di Marcello Giovanetti di Ascoli, stampata il 1636
presso la tipografia di Giovanni Battista Russo, definita dal
Crescimbeni “non poco leggiadra e vaga”.
In campo più propriamente scientifico, oltre ad alcuni
buoni trattati di medicina, sono da menzionare due trattati
di argomento fisico e astronomico, di Alfonso Borrelli, ritenuto, come ci riferisce Capialbi, tra i migliori matematici e
fisici del secolo XVII: De motibus naturalibus a gravitate
pendentibus liber e Historia et meteorologia incendii Aetnei
anni 1669, ambedue stampati a Reggio, presso la tipografia
di Domenico Ferro il 1670. Di quest’ultimo libro così scrive
il Capialbi: “Egli quindi fa una topografica descrizione dell’Etna, brevemente riferisce gli antichi e recenti incendi, e si
distende sull’ultimo… e si dimostra in tutto penetrante osservatore della natura” 41. Quest’ultimo libro, oltre che per i
contenuti, è anche pregevole per una tavola incisa in rame
da un tal Francesco Donia, in cui è riprodotto l’Etna con i
suoi dintorni, che indubbiamente serve ad abbellire e a rendere più interessante questa edizione reggina.
Nel Settecento la Calabria ripiombò in una pressoché assoluta inesistenza di attività tipografica, se si considera che,
delle tre uniche edizioni cosentine, quella del 1713 è senza
l’indicazione del tipografo, mentre sull’autenticità dell’autore e del tipografo delle due edizioni del 1712 il Capialbi
esprime forti dubbi 42. Per quanto riguarda le edizioni di S.
Marco e di Paola Catanzaro e Scilla, stampate il 1750, si
trattò di un’attività tipografica del tutto occasionale, prodotta dalla cosiddetta “Stamperia volante”, quindi senza alcun
carattere di stabilità.
Per tutta la seconda metà del Settecento non si hanno
40 SERTORIO QUATTROMANI, Lettera all’Assiderato Academico Cosentino (1595) in Scritti, a cura di F. Walter Lupi, Rende 1999, p. 126.
41 V. CAPIALBI, op. cit., p. 17.
42 Ibidem, p. 23.
99
UNA REGIONE PER LEGGERE
notizie di libri stampati in Calabria. Scrive Capialbi su questo forte declino della stampa in Calabria nel ’700: “Niuna
sicura e certa memoria ci resta delle tipografie calabresi nel
secolo XVIII; né saprei indovinare la causa onde le medesime furon dimesse, se non vogliasi ritrarre dalle vicissitudini
politiche, alle quali fu esposto il regno ne’ primi lustri di tal
secolo, e dalla nuova forma dato allo stato dall’immortal
Carlo III di Borbone, per la quale, riconcentrate nella Capitale le case magnatizie, e i Baroni più doviziosi del suo dominio, le provincie andaron soggette a sensibil diminuzione di
traffico e rigiro di capitali, e a non picciol rallentamento, direm così, di spirito municipale e particolaristico, essendosi
tutta la nobiltà e il fior della nazione agglomerati attorno al
trono”. E poi aggiunge: “Che che ne fosse l’origin vera di tal
privazione, sta indubitato che le Calabrie non videro, nel
tempo di cui parliamo, officine tipografiche, e qualche edizione, che col nome di Cosenza o di Polistina vedesi insignita, reputar la dobbiamo di data finta, e in Napoli impressa” 43.
Bisognerà poi arrivare al decennio napoleonico (18051815) per trovare nuove stamperie in Calabria, impiantate,
per disposizione governativa, in ogni capoluogo di provincia,
per la stampa degli atti ufficiali, e ritrovare finalmente, nel
1807, un libro nuovamente stampato a Cosenza, presso la tipografia di Francesco Migliaccio, di provenienza napoletana.
Giacinto Pisani
43
100
Ibidem, p. 7.
COSENZA <ARCIDIOCESI>
Constitutiones, et decreta edita in synodo dioecesana
Consentina prima. Quam reverendis. D. Ioannes Baptista archiepiscopus Consentinus Habuit anno MDXCII, die XVIII
Octobris in Ecclesia Metropolitana.
Consentiae: Apud Aloysium Castellanum et Leonardum
Angrisanum Socios, 1593
/2/ 58 c.; 4°
Segnatura A2 – O2, p
Impronta: s.i- r.du ema. gule (3) 1593 (A)
Carta manoscritta prima del frontespizio. - Sul frontespizio: Figura del Cristo dolente entro cornice quadrata con attorno lo scritto: Ecce homo qui tollit peccata mundi.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Raccolta Salfi 2641/1)
UNA REGIONE PER LEGGERE
Edizioni del Cinquecento
e del Seicento
101
UNA REGIONE PER LEGGERE
CANTALICIO, GIOVANNI BATTISTA
Le historie de monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di
Civita di Penna, et d’Atri, delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il Gran Capitano,
tradotte in lingua toscana dall’Incognito Academico Cosentino. A richiesta di Gio. Maria Bernaudo
In Cosenza: Per Luigi Castellano,1595
[8],86,[ 18] c.; 4°
Segnatura: a2, A2 - Z2, Aa2 - Bb2,¶2 - Ɨ2
Impronta: noto 2.om heri dare (3) 1595 (A)
Marca tipografica sul frontespizio. - Altra marca tipografica in fondo al testo, dopo il registro. - Iniziali ornate. Fregi ornamentali.
Traduttore dell’opera: Sertorio Quattromani
(Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 44)
102
UNA REGIONE PER LEGGERE
D’AQUINO, GIOVANNI PAOLO
Oratione di Gio. Paolo D’Aquino in morte di Berardino
Telesio philosopho eccellentissimo agli academici cosentini.
In Cosenza: Per Leonardo Angrisano, 1596
43 p., [2] c. ; 4°
Segnatura: A2-, F2
Impronta: e,to leti nas- grun (3) 1596 (A)
Marca tipografica sul frontespizio. - Lettere iniziali ornate.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 75)
103
UNA REGIONE PER LEGGERE
CANTALICIO, GIOVANNI BATTISTA
Le historie de monsignor Gio. Battista Cantalicio, vescovo di Civita di Penna, & d’Atri. Delle guerre fatte in Italia da
Consaluo Ferrando de Aylar, di Cordoua, detto il gran capitano, tradotte in lingua toscana dall’Incognito Academico
Cosentino. A richiesta di Gio. Maria Bernaudo. Nuouamente
corretta, & ristampata.
In Cosenza: per Leonardo Angrisano, e Luigi Castellano,
1597 [In fine] In Cosenza: ad instanza di Enrico Bacco libraro in Napoli, 1597.
[5], 100 c.; 8°
Segnatura: A4 - L4; M2
Impronta: Dora tom- e.an mepo (3) 1597 (A)
Marca tipografica sul frontespizio. - Iniziali ornate. Carta prima del frontespizio con annotazioni manoscritte.
Traduttore dell’opera: Sertorio Quattromani
(Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 21)
104
UNA REGIONE PER LEGGERE
GRECO, GIACOMO
Joacchim Abbatis et Florensis Ordinis Chronologia. Fratre
Jacobo cognomine Graeco Syllaneo Cisterciensis Ordinis &
Sacrae Theologiae magistro et eiusdem Ordinis in Provincijs
utriusquae Calabriae, & Lucaniae Praesidente auctore
In Cosenza: per D. Andrea Riccio, MDCXII
259 p. ; 4°
Segnatura: A2 - Z2; AA2 - KK2
Impronta: o-us i.cō a.re timo (3) 1612 (R)
Stemma vescovile sul frontespizio. - Iniziali ornate. Fregi ornamentali. - Annotazioni manoscritte sul frontespizio. - Nell’interno: ritratto di Gioacchino da Fiore inciso in
legno. - Legatura in pelle non restaurata.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Raccolta Salfi, 3902)
105
UNA REGIONE PER LEGGERE
COSENZA <ARCIDIOCESI>
Constitutiones Sinodales Ab Illustrissimo et Reverendissimo D. Alphonso Castilioneo Maurello Archiepiscopo Cusentino /sic/ sancitae, et publicatae in eius prima dioecesana
synodo habita Dominica secunda post Pascha, quae fuit dies
XXX Aprilis M.D.C.XXXXV in Metropolitana Ecclesia.
Cusentiae: apud Cl. Conjug. Jo. Baptista de Moijo, et
Franciscum Rodella,1645
89 p.; 4°
Segnatura: A2 –K2
Impronta: n-e- u.ae. era. grte (3) 1645 (A)
Stemma vescovile sul frontespizio. – Iniziali ornate. Fregi ornamentali. - Annotazioni manoscritte sul frontespizio. - Paginazione imperfetta.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Raccolta Salfi, 2641/3)
106
UNA REGIONE PER LEGGERE
SERAFINO DELLE GROTTAGLIE
Le lettere scritturali con le postille politiche. Parte prima
[e seconda]. Con l’aggiunta anche nel fine dell’aforismi politici decati [sic] all’Eccellentissimo Signore D. Ferdinando
Alarcone de Mendozza Settimo Marchese della Valle Siciliana, e di Rende, e Capitano della Cavalleria nel Regno di Napoli. Opera appartenente alla politica togata, e militare, non
meno curiosa, che fruttuosa a principi, a guerrieri, a superiori, a sudditi, del Padre F. Serafino dalle Grottaglie lettor di
sacra theologia e già custode de’ Riformati di San Francesco.
In Cosenza, Nella Stamparia di Domenico Mollo, M DC LXXX
303 p. ; 4°
Segnatura: Ɨ2 ȿ2, A2 –Z2, Aa2 – Pp2
Impronta: dimo a,ti i,i, T’T’ (3) 1680 (R)
Fregi ornamentali.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 1097)
107
UNA REGIONE PER LEGGERE
PALEMONIO, GIOVANNI GIACOMO
Degli affetti, e dell’ornamento dell’oratione libri due
composti da Gio. Iiacomo Palemonio vescovo di Martirano…
In Scigliano - Diano: nella Stamperia Vescouale, 1681
115,193 p.; 4°
Segnatura: A2 – O2, P ;A2 – Z2; a2
Impronta: iemi a,e, lala peri (3) 1681 (A)
Annotazioni manoscritte sul frontespizio. - Le due ultime
pagine in cattivo stato di conservazione.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 3)
108
UNA REGIONE PER LEGGERE
PALEMONIO, GIOVANNI GIACOMO
Divinorum et humanorum de fide liber ex Joanne Jacobo
Palaemonio Episcopo Martiranensi…
Sciliani.Typis episcopalibus, Impressore Mario Barone
Romano,1681
[4] c., 233 p., [10] c. ; 8°
Segnatura: A4 - Q4
Impronta: etet e-it t.s- dePo
Iniziali ornate. – Fregi ornamentali.
(Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 142)
109
UNA REGIONE PER LEGGERE
110
La prima opera
stampata in Calabria
Šelomoh ben Yiṣḥaq
Peruš ʽal Torah [Commento al Pentateuco]
St. De Rossi 1178
Reggio Calabria, Avraham ben Garṭon ben Yiṣḥaq
18 febbraio 1475, [118?] cc., in folio
Il prezioso incunabolo rappresenta, allo stato attuale delle
conoscenze, l’unico esemplare, pressoché integro, che si conservi al mondo del primo libro stampato in ebraico con data
certa. Un frammento di sole due carte è custodito al Jewish
Theological Seminary di New York (Rare Book Room).
L’edizione uscì il 18 febbraio 1475 (10 adar 5235) a Reggio
Calabria dai torchi dell’israelita Avraham ben Garṭon e fu patrocinata dai ricchi mercanti di seta reggini (Amram 1909, p.
24). Molto poco si conosce di lui. Forse viveva nel quartiere
ebraico della città, che diede il nome a porta della Giudecca.
Il volume contiene la seconda edizione, dopo quella romana databile tra il 1469 e il 1473, del commento al Pentateuco (Peruš ʽal Torah) del noto erudito e talmudista Šelomoh ben Yiṣḥaq detto Rashi (1040-1105), di Troyes. Il testo è
censurato con cancellature e reca sul verso dell’ultima carta
la nota manoscritta del censore Domenico Irosolimitano (ca.
1550-1650).
L’etichetta originaria sul contropiatto testimonia
l’appartenenza della copia all’eccezionale biblioteca personale dell’abate piemontese Giovanni Bernardo De Rossi
(1742-1831), che insegnò lingue orientali nella facoltà teologica dell’Università di Parma dal 1769 al 1821.
La raccolta, una delle più importanti al mondo di manoscritti e stampati ebraici, fu acquistata nel 1816 da Maria
Luigia d’Austria per farne dono alla Regia Bibliotheca Parmense; è ricca di 1432 codici, molti dei quali splendidamente miniati, e di 1442 volumi a stampa; ad essi si aggiungono
6 manoscritti siriaci, 34 arabi, 8 persiani, 1 turco, 2 armeni,
1 iberico, 1 malabarico, 2 cinesi, 2 yddish, oltre a manoscritti greci, latini, italiani, spagnoli, russi e polacchi.
L’acquisizione della straordinaria raccolta derossiana e
“l’intensa attività del De Rossi come studioso e bibliografo,
collazionatore di manoscritti con le varie lezioni della Bibbia e attento indagatore della tipografia ebraica delle origini” sono stati da ultimo indagati da Andrea De Pasquale,
che nel 2009 ha dedicato una monografia ai libri ebraici e
orientali della Biblioteca Palatina di Parma.
UNA REGIONE PER LEGGERE
A proposito dell’interesse del De Rossi per il libro a stampa, “precoce esempio italiano di indagine bibliologica”, De
Pasquale riporta le parole dello stesso De Rossi: “[...] Io avea
già fatte da varj anni delle premurose e straordinarie ricerche di tutte le edizioni ebraiche del XV secolo, e avea avuto
il vantaggio non solo di acquistare ad onta della estrema loro rarità quasi tutte quelle che si conoscevano, ma anche di
scoprirne molte altre totalmente ignote ai precedenti bibliografi ebrei e cristiani”.
E ancora: “[...] sono stato bastantemente felice nelle mie
ricerche e ne’ miei viaggi di acquistarne la serie quasi intera
di queste edizioni antiche di somma rarità e di molte più
esemplari” (De Rossi 1809, pp. 33-34, e p. 49 trascritte rispettivamente in De Pasquale 2009, p. 65, nota 9 e p. 16). È
il caso del nostro incunabolo. Negli Annales della tipografia
ebraica del XV secolo pubblicati nel 1795 Gian Bernardo
De Rossi sottolinea la rarità della copia scoperta alcuni anni
prima - definendola extremae raritatis editio, bibliographis
hucusque omnibus, Judaeis ac Christianis, ignotissima -, ne
descrive la mancanza di due o tre carte e racconta della
111
UNA REGIONE PER LEGGERE
perdita di un secondo esemplare, trovato pochi mesi prima,
in questo caso integerrimum, caduto nelle acque del Po adverso casu negligentiaque latoris.
Il prezioso volume conservato in Palatina, in folio, attualmente di sole 115 carte, è mutilo in principio, con la carta iniziale e la finale integrate dal restauro. La legatura moderna in cuoio recupera il dorso della legatura settecentesca,
con titolo, dati editoriali e fregi impressi in oro.
Bibliografia
De Rossi 1795, pp. 3-5; Amram 1909, p. 24; Tamani
1973, p. 270, n. 63 (con bibliografia precedente); Tesori
1990, p. 57 (scheda di Nice Ugolotti Serventi); Exoticis linguis 2009, p. 125 (scheda di A. De Pasquale).
Amram 1909 = David Werner Amram, The Makers of Hebrew Books in Italy, being chapters in the history of the hebrew printing press, Philadelphia, Julius H. Greenstone, 1909.
De Pasquale 2009 = Andrea De Pasquale, I fondi ebraici e
orientali della Biblioteca Palatina di Parma, in Exoticis linguis. Libri ebraici e orientali della Biblioteca Palatina di
Parma, Parma, MUP, 2009, pp. 9-68.
De Rossi 1795 = Gian Bernardo De Rossi, Annales Hebraeo-typographici sec. XV descripsit fusoque commentario
illustravit Joh. Bernardus De-Rossi [...], Parmae, ex Regio
Typographeo, 1795.
De Rossi 1809 = Gian Bernardo De Rossi, Memorie storiche sugli studj e sulle produzioni del dottore G. Bernardo
De-Rossi prof. di ling. orient. da lui distese, Parma, dalla
Stamperia imperiale, 1809.
Exoticis linguis 2009 = Exoticis linguis. Libri ebraici e
orientali della Biblioteca Palatina di Parma, Parma, MUP, 2009.
Tamani 1973 = Giuliano Tamani, Inventario degli incunaboli ebraici della Biblioteca Palatina di Parma, “La Bibliofilia”, LXXXV (1973), pp. 239-281.
Tesori 1990 = I tesori della Palatina: mostra bibliografica,
Biblioteca Palatina, 21 settembre-14 ottobre 1990, Parma,
Biblioteca Palatina, 1990.
Grazia Maria De Rubeis
112
Indici
UNA REGIONE PER LEGGERE
114
Indice dei nomi
ABATE Carmine
23, 25, 26
ABRAMO Paolo
28
AGNELLO HORNBY Simonetta
24
AGRESTI Giovanni
22
AJÒ Enrica
31
ALBERTAZZI Giorgio
16
ALETTI Giuseppe
24
AMARELLI Pina
18
ANDREANI Monia
26
APRILE Pino
24, 27
AZZARIO CHIESA Maria Paola
20
BAGNOLI Sante
20
BARCA Fabrizio
30
BARRETTA Elisa
32
BELPOLITI Marco
17
BELTRANO Davide
18
BEN MHENNI Leena
30
BENNATO Eugenio
24
BENVENUTO Rocco
28
BERTIZZOLO Gabriella
17
BEVILACQUA Francesco
21
BIANUCCI Piero
21
BIRNBAUM Elyahu
27
BONAZZI Gianni
21
BONOMI Simonetta
30
BORGOGNO Mita
28
BOSCARINO Angelo
21
BOSSI FEDRIGOTTI Isabella
27
BOZZO Mario
25, 30
BRANCA Giusva
17
BRUNIALTI Nicola
31
BRUNO Egidia
28
BRUNO GUERRI Giordano
16, 27
BUBBA Angela
23
BURDESE Roberto
28
BUTTAFUOCO Pietrangelo
24
CACCAMO Michele
32
CALABRESE Caterina
31
CALABRÒ Corrado
27
CALAMBRONE Maria Grazia
32
CALBI Antonio
28
CALIGIURI Mario
16, 27, 30, 32
CAMBRIA Adele
25
CANNATÀ Nino
21, 24
CAPELLINI Lorenzo
28
CAPPELLI Vittorio
21
CARDINALE Ugo
16
CARDINI Franco
20
CARDONE Lucia
26
CARPINO Maria Teresa
31
CASILE Giuseppe
27
CAVALCANTI Ottavio
28
CERAMI Vincenzo
27
CIMINO Carmela
24
CROCETTI Nicola
24
CUCINELLA Mario
20
CUCUZZA Michele
20
CUTERI Francesco Antonio
27, 32
D’AGOSTINO Maria Teresa
21
D’ELIA Maria
31
D’IPPOLITO DI SANT’IPPOLITO Carlo 29
D’ORRICO Pietro
28
DE DOMINIS Jean François
28
DE LEO Antonio
29
DÈ LIGUORO Enzo
21
DE LORENZO Gianfranco
32
DE MAIO Adriano
24
DE MAURO Tullio
23
DE MICHELIS Cesare
24
DONZELLI Carmine
22
ESCLAPON Costanza
16
FALCO Pasquale
21
FASSINO Piero
20
FELLETTI Elisabetta
25
FERRARA Massimiliano
24
FERRARI Mauro
20
FERRO Wanda
28
FIORITA Nicola
26, 28
FRANCESE Mara
29
GAGLIARDI Giovanni
31
GALANTINO Nunzio
20
GALASSO Giuseppe
24
GALATERIA Daria
22
GANGEMI Mimmo
23, 27
GATTEGNA Renzo
27
GEMELLI Bruno
22
GENTILE Caterina
22
GIACOBBO Roberto
20
GIANNASI Andrea
22
GIOFFRÈ Santo
16
GODELLI Silvia
27
GOLFO Lella
16
GRATTERI Nicola
27, 30, 31
GRIECO Maria Patrizia
16
GRILLO Manuel
24
GRIMALDI Piercarlo
26
GROS Pietro Sandro
27
GUBITTA Paolo
24
HADDAD Joumana
30
HASSOUNE Jamila
30
PERRI Luigi Michele
31
PETRUSEWICZ Marta
24, 27
PIARULLI Luisa
32
PICCHIONI Rolando
18
PINGITORE Amedeo
32
PINTADU Ivana
26
PIPICELLI Wilma
26
PITARI Gianluca
22
POLLICE Francesco Antonio
21
PONTIERI Pietro
29
PORRO Daniela
21
PRIMERANO Maria
17
PUGLISI Giovanni
21
PUPO Spartaco
17
RAFFA Mimmo
16
RAMBALDI Victor
28
REVELLI Marco
21
RICCI Antonello
21
ROMA Giuseppe
25
ROTTA Pino
26
RUBBETTINO Florindo
22, 28
RUSSO Giovanni
18, 21
SABBIONE Claudio
27
SACCO Gerardo
24, 25
SALERNO Eric
20
SALIS Stefano
28
SANTORO Giuliano
22
SAPIA Giovanni
20
SAVAGLIO Sandra
24
SCOPELLITI Giuseppe
16
SETTIS Salvatore
30
SGARBI Vittorio
19, 27
SGRÒ Giuseppe
17
SGRÒ Pietro
16
SMADJA Monique
28
SOFIA Paolo
21
SPAGNOLETTO Amedeo
27
STRATIGÒ Anna
26
TALLARICO Francesco
27
TARSIA Antonio
20
TESIO Giovanni
16
TETI Vito
21, 25, 26
TIZIAN Giovanni
30
TORALDO Margherita
22
TORCHIA Carmine
22
TRIMARCHI Giuseppe
25
TRIMARCHI Michele
27
TUCCI Roberta
21
VALENSISE Marina
24, 28
VALENTE Daniela
19
VECELLIO Valter
21
VELTRI Filippo
22, 25
VENEZIANI Marcello
17
VERRI Bruno
20
VIGINI Giuliano
27
VINGELLI Giovanna
26
VITALE Armando
22
ZINGARIELLO Chiara
31
UNA REGIONE PER LEGGERE
HERLITZKA Roberto
24
JAHIER Miriam
32
KESSEL PACE Oreste
16
LA RUINA Saverio
26
LACERENZA Giancarlo
27
LAMANNIS Luigi
28
LECCESE Safiria
16
LI BASSI Alfredo
17
LUCIA Gianluca
32
LUCCHINI Stefano
16
MACRÌ Annarosa
26
MAFFIA Dante
31
MAFFIA Serena
29
MAFRICI Mirella
24
MALVALDI Marco
27
MANAGÒ Domenico Maria
21
MANDUCA Nello
22
MANFREDI Gianfranco
28, 31
MARAINI Dacia
25
MARCHIONNI Paolo
31
MARELLI Stefano
28
MARRA Cristina
27
MARRA Pippo
27
MARTURANO Francesca
24
MATTAR Taha
29
MELUZZI Alessandro
25
MIGLIETTA Ferdinando
26
MIELI Paolo
18
MINASI Antonio
20
MINERVINO Mauro
17
MOLA Aldo
22
MOLINARI Fabio
18
MONTERA Gabriele
32
MORELLO Mimmo
21
MOROSINI Piergiorgio
27
MORTELLITI Raffaele
17
MOUAL Karima
30
MUROLO Ada
18
NARDI Patrizia
21
NICASO Antonio
30, 31
NICOLETTI Gianmarco
31
NIGRI Loredana
22
NISTICÒ Massimo Felice
26
NOCERA Tonino
24
ODIFREDDI Piergiorgio
27
OGGERO Margherita
21
OLIVA Gianni
20
ORSIMARSI Tommaso
31
OSELLA Carla
29
PAGLIARINO Sonia
32
PALANCA Lou
29
PANZERA Giuseppe
21
PAOLINI Enzo
27
PAPINI Arianna
23
PAPPATERRA Domenico
20
PARAVATI Francesco
24
PASQUA RECCHIA Antonia
21
PERGOLI CAMPANELLI Alessandro 20
PERRI Cataldo
25, 26
115
UNA REGIONE PER LEGGERE
116
Indice degli editori calabresi
Abramo
Loc. Germaneto
Adhoc Edizioni
Via Michele Francica, 1
Arbitrio Edizioni
Via Stretto, 27
Ariel Edizioni
Via Apollo, 5
Armentano Editore
Via Alimena, 25
Aurora Editrice
Via Nazionale, 87/a
Brenner
Via Adige, 41
Bruno Esposito Editore
Via Cosmai, 29
Camastra e Rubino Editori Corso Mazzini, 108
Carello Editore
Via Gaetano Alberti, 31
Casa Editrice La Torpedine C.da Gidora
Casa Editrice Scilla
Via Roma, 47
Casmid
Via Caprera
Città del Sole Edizioni
Via Ravagnese Sup., 60/a
Cleos Editrice
Via Monte Curcio, 11
Coccole e Caccole
Via Antonio Pepe
Corab Edizioni
Via Cairoli, 24
Csa Editrice
Via Torino, 111
Cultura Calabrese
Via Monte Bianco, 11
Dea Editrice
Via Tasso, 1
D'Ettoris Editore
Via F. A. Lucifero, 40
Diemme
Via Kennedy III Trav., 4
Dursi Editore
Via Lagaria, 7
Editoriale Progetto 2000 Via degli Stadi, 27
Editrice Cliodea
Via L. De Matera, 21/f
Edizioni Giordano
Via Isonzo, 25
Edizioni Il Rubino
Via Spiaggia
Edizioni Lucidi e Matti
Via Crisafi, 17/a
Edizioni Qualecultura
Via S. Maria dell'Imperio, 29
Edizioni TS
Loc. Torre Costa
Edizioni Certosa
Piazzale Santo Stefano, 1
Effe Esse Editore
Via XXIV Maggio, 39
Emmeci Editrice
Via Francica, 1
Falco Editore
Piazza Duomo, 19
Falzea
Viale Calabria, 60
Ferrari Editore
Via Mazzini, 15
Galassia Editrice
Via Parisio, 6
Gigliotti Editore
Via XX Settembre, 89
Giordanelli Editore
Via N. Serra, 22/a
Giuditta Casa Editrice
Loc. Praialonga
Iiriti
Via Del Torrione, 21
Il Coscile
C.so Garibaldi, 144
InCalabria Edizioni
Via dei Giardini, 71
Istar
Via Amendola, 20
Kaleidon
Via Mili - S. Anna, 21
Klipper
Via Petrarca, 14
La Bottega Editoriale
Via Alessandro Volta, 16
La Mongolfiera
Via Sibari, 84
La Rondine Edizioni
Piazza Larussa, 24
88100 Catanzaro
89900 Vibo Valentia
89052 Scilla
89100 Reggio Calabria
87100 Cosenza
87069 Corigliano
87100 Cosenza
87100 Cosenza
88100 Catanzaro
88100 Catanzaro
87040 Luzzi
89052 Scilla
88100 Catanzaro
89133 Reggio Calabria
87040 Castrolibero
87021 Belvedere Marittimo
89042 Gioiosa Ionica
88900 Crotone
87032 Amantea
87052 Camigliatello Silano
88900 Crotone
87030 Rende
87071 Amendolara
87100 Cosenza
87100 Cosenza
87100 Cosenza
88841 Isola Capo Rizzuto
89125 Reggio Calabria
89900 Vibo Valentia
88040 Settingiano
89863 Serra San Bruno
89034 Bovalino
89900 Vibo Valentia
87100 Cosenza
89133 Reggio Calabria
87060 Paludi
87100 Cosenza
88046 Lamezia Terme
87100 Cosenza
88841 Isola Capo Rizzuto
89125 Reggio Calabria
87012 Castrovillari
88046 Lamezia Terme
89123 Reggio Calabria
89128 Reggio Calabria
87100 Cosenza
87036 Rende
87011 Doria di Cassano J.
88100 Catanzaro
Via dei Tre Mulini,14
Via F.lli Cervi, 17/L
Via S. Nicola Strozzi, 47
Piazza Garibaldi, 16
C.da Lecco
Via Brodolini, 24
Via Trento, 24
Via della Vittoria,14
Via Ipponion, 90
Piazza Italia, 8
Via Rendano, 25
Via Galluppi, 53
Via Umberto I, 156
Via N. Conti
Viale della Repubblica, 297
Via Mercurio, 1
Via De Rada, 67/C
Via degli Stadi, 9/A
Via delle Palme,10
Viale Repubblica
Via Lungo Terravecchia, 25
Piazza Carbone
Via Lungomare, 331
Via Aspromonte, 21
Via Adda, 22
Via Sicilia, 26/A
89124 Reggio Calabria
87100 Cosenza
89135 Gallico Superiore
87010 Lungro
87036 Rende
87036 Rende
87100 Cosenza
89861 Tropea
89900 Vibo Valentia
88852 Melissa
87040 Castrolibero
87100 Cosenza
89012 Delianuova
87036 Rende
87100 Cosenza
89044 Locri
87100 Cosenza
87100 Cosenza
87012 Castrovillari
87055 San Giovanni in Fiore
87027 Paola
89015 Palmi
88100 Catanzaro
89127 Reggio Calabria
88046 Lamezia Terme
88060 S. Maria di Catanzaro
UNA REGIONE PER LEGGERE
Laruffa Editore
Le Nuvole
Leonida Edizioni
Marco Editore
Master Edizioni
Media Print
Mediterranean Media
Meligrana Editore
Monteleone Editore
Nigro Editore
Nuova Editoriale Bios
Nuova Santelli
Nuove Edizioni Barbaro
Nuove Idee Editoriali
Orizzonti Meridionali
Pancallo Editore
Pellegrini Editore
Periferia
Prometeo Edizioni
Pubblisfera
Publiepa
Rem
Rotundo Editore
Sabbiarossa Edizioni
Settecolori
Ursini
117
Indice
Presentazione di Giuseppe Scopelliti
5
Introduzione di Mario Caligiuri
7
Lo Stand
11
Appuntamenti
15
Festival e Premi Letterari
Festival del Giallo
Festival del Libro nel Palazzo Rinascimentale di Aieta
Festival Poetico “Il Federiciano”
Parole nel Vento
Premio Letterario Caccuri
Premio Sila ’49
Progetto Gutenberg
Premi “Rhegium Julii”
Tropea Festival “Leggere&Scrivere”
34
35
36
38
39
40
42
44
45
Mostre
Codice Romano Carratelli
Mattia Preti
La scoperta del paesaggio calabrese
Ceramiche di Seminara
Le sculture in vetro di Silvio Vigliaturo
Cartoline dalla Calabria
48
52
54
60
64
68
Appendice
La tipografia storica in Calabria
Edizioni del Cinquecento e del Seicento
La prima opera stampata in Calabria
74
101
110
Indici
Indice dei nomi
Indice degli editori calabresi
114
116
La gratitudine della Regione Calabria
alla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura
al Presidente Rolando Picchioni
al Direttore Ernesto Ferrero
all’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola
e al Sindaco di Torino Piero Fassino
La scheda Eccellenze agroalimentari calabresi è di
Massimo Tigani Sava
Le foto utilizzate sono di
Francesco Bevilacqua (La scoperta del paesaggio calabrese)
Coccole Books (Cartoline dalla Calabria)
Silvio Vigliaturo (Maca)
Le immagini delle ceramiche di Seminara sono tratte dal volume
“Seminara. Dall’arte dei pignatari alla ceramica d’arte”
di Monica De Marco, Edizioni Esperide
Le immagini dei frontespizi
della Mostra sulla Tipografia Storica Calabrese sono di
Antonio Curcio per gentile concessione della Biblioteca Civica di Cosenza
Si ringraziano tutti coloro
che hanno contribuito alla realizzazione di questo programma
Domenico Romano Carratelli per il prestito dell’omonimo Codice
e per l’Opera di Mattia Preti “Noli me tangere”
Santo Gioffrè per il prestito delle ceramiche di Seminara
La Biblioteca Civica di Cosenza e la sua direttrice Silvana Naccarato
La Biblioteca Palatina di Parma
La Biblioteca Corsiniana dell’Accademia dei Lincei
La Biblioteca Comunale di Palermo
La Biblioteca dei Frati Minimi di S. Francesco di Paola
La Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro
La Camera di Commercio di Catanzaro
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