REGIONE CALABRIA Assessorato alla Cultura Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura Calabria Regione Ospite 2013 REGIONE CALABRIA Assessorato alla Cultura Via Gioacchino da Fiore • 88100 Catanzaro Tel. 0961 856184 • Fax 0961 856126 • [email protected] Presidente Giuseppe Scopelliti Assessore alla Cultura Mario Caligiuri Direttore Generale Massimiliano Ferrara Dirigente di Settore Armando Pagliaro Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura Complesso Santa Chiara • Via Ruggero il Normanno • 89900 Vibo Valentia Tel. 0963 547557 • Fax 0963 471856 Calabria Regione Ospite 2013 Catalogo a cura di Gilberto Floriani Copertina Saverio Danese Coordinamento grafico Adhoc Edizioni • Vibo Valentia Copyrigth Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura Maggio 2013 ISBN 978 -88 - 908078 - 1 -7 In occasione della partecipazione della Regione Calabria al Salone Internazionale del Libro di Torino 2013, in veste di “Regione Ospite”, con un rango quindi non inferiore a quello di Paese Ospite, riservato quest'anno al Cile e alla sua cultura, si è cercato di realizzare un progetto culturale ambizioso, all'altezza della situazione, esponendo quanto di meglio, più interessante e nuovo caratterizza la scena culturale calabrese, compresi anche i nuovi progetti promossi dall'attuale amministrazione regionale. Per il Salone la Regione Ospite è una novità, un'innovazione fortemente richiesta da noi e accolta con grande interesse dalla Fondazione per il libro, l'istituzione che organizza quello che è ormai diventato il più grande evento europeo di promozione del libro, della lettura e dell'editoria. Il mio ringraziamento sincero va dunque al Presidente Rolando Picchioni, al Direttore Ernesto Ferrero e anche all’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola. Non è privo di significato che la prima Regione Ospite sia la Calabria, una regione dalle molte contraddizioni, ma culturalmente vivace, che aspetta solo di essere conosciuta nelle sue varie sfaccettature e complessità, così come nella sua ricchezza culturale. Lo stand della Calabria ha una grande visibilità per grandezza e qualità dell'allestimento; è stato progettato per ospitare i libri e le altre eccellenze della regione, mostre e numerosi eventi culturali di grande qualità, capaci di richiamare un'estesa e qualificata attenzione. Nello stand sono esposti i libri delle numerose case editrici calabresi e le opere degli autori regionali; nello spazio delle eccellenze i visitatori potranno conoscere eccellenze culturali, artigianali e gastronomiche. Di notevole interesse anche le mostre, in particolare quella sulla tipografia storica che consentirà di ammirare per la prima volta, le più antiche edizioni realizzate in Calabria agli albori della stampa: la prima Bibbia ebraica, stampata a Reggio Calabria nel 1475, e altri quattro incunaboli stampati a Cosenza nel 1478, tre anni più tardi. Ma ci saranno anche mostre sul paesaggio, l'esposizione di una grande opera di Mattia Preti - del quale celebriamo sontuosamente i 400 anni dalla nascita - e del prezioso codice Romano Carratelli, la prima inedita organica raffigurazione iconografica della Calabria del Cinquecento, probabilmente la prima della nostra regione in senso assoluto. UNA REGIONE PER LEGGERE Presentazione 5 UNA REGIONE PER LEGGERE Di grande interesse gli eventi culturali che si susseguiranno nei cinque giorni del salone: gli ospiti, gli incontri, i libri che saranno presentati e discussi rappresentano sicuramente un volto nuovo e interessante della nostra regione, aperto alla discussione e all'innovazione, all'approfondimento storico, alla nuova letteratura di Abate, Bubba, Gangemi ed altri, all'editoria, con una notevole partecipazione degli studenti calabresi. Le tematiche spaziano dai progetti di valorizzazione dei beni culturali immateriali promossi dai club UNESCO; alle minoranze etniche; alla valorizzazione del patrimonio storico delle biblioteche pubbliche e private; alla rivisitazione di Alvaro, Repaci, Calogero; ai rapporti della Calabria con l'ebraismo; all'innovazione scientifica di Mauro Ferrari e Sandra Savaglio. Infine, la partecipazione della Calabria non si limiterà soltanto al proprio padiglione, ma contaminerà anche altri spazi del salone con interessanti proposte di dibattito e di approfondimento che spaziano dalla celebrazione del IV centenario della nascita di Mattia Preti, all'archeologia, alle proposte degli scrittori calabresi, alla promozione della lettura. Sarà coinvolta la stessa città di Torino con una serata dedicata ai calabresi; l'incontro si svolgerà al Teatro Bellarte, dove il gruppo “Scena Verticale” di Castrovillari metterà in scena lo spettacolo Italianesi. Infine a Palazzo Barolo, nella mostra Amore e Psiche, potranno essere ammirati numerosi reperti archeologici provenienti dai musei calabresi, tra i quali la laminetta orfica proveniente da Hipponion e numerosi pinakes locresi. Pertanto, superando, i tanti luoghi comuni, averete modo di consocere la Calabria, una “regione per leggere”. In tutti i sensi. Giuseppe Scopelliti Presidente Giunta Regionale Regione Calabria 6 Proviamo a svelare l'arcano della presenza della Calabria quale “Regione Ospite” al Salone del Libro di Torino. La lettura è una priorità politica regionale. Se, in Italia come in Calabria, la crescita economica deve ripartire dalla cultura, occorre per forza iniziare dalla lettura. Tra i tanti dati devastanti, che hanno riguardato il nostro Paese e anche la Calabria, secondo l'Istat, negli ultimi anni la nostra regione non è più la maglia nera nella lettura di libri e di giornali, perché abbiamo superato la Sicilia, la Campania, la Basilicata, la Puglia e intendiamo diventare, entro il 2015, la prima regione del Sud come numero di lettori. Per conseguire questi risultati - e sappiamo bene che ogni risultato è temporaneo - abbiamo sviluppato una serie di iniziative, tra le quali l'istituzione del Polo Regionale delle Politiche pubbliche sulla Lettura, la pubblicazione di un Libro Verde sulla Lettura (con la prefazione di Tullio De Mauro e cammei di Carmine Abate, Mimmo Gangemi e Angela Bubba), la creazione di un sito che raccoglie oltre 120 biblioteche con più di un milione e trecentomila volumi. Adesso abbiamo messo in moto altre due attività significative. La prima è quella del Libro per Ogni Nato. A partire da giugno, e per un anno intero, i 17, 18 mila bambini che nasceranno nella nostra regione lo faranno, metaforicamente, con un libro in mano. Un libro pensato, scritto e illustrato appositamente per loro che parla di felicità. In analogia con gli atti costitutivi degli Stati Uniti d'America, noi vorremmo che questa fosse la Costituzione dei bambini calabresi. La seconda sfida è rappresentata appunto dalla partecipazione al Salone del Libro di Torino, nella originale veste di regione “ospite". Presenza che, con modalità diverse, intenderemmo riproporre, se possibile, in modo significativo anche nelle prossime edizioni. Quella di quest'anno, per noi intende essere un’occasione straordinaria per aumentare il numero dei lettori e per mettere in mostra le nostre tante eccellenze culturali, che rappresentano la natura vera della nostra terra. Infatti noi rifiutiamo di identificare la storia della Calabria e del Sud come storia criminale, perché la storia della Calabria e del Sud è storia di grande cultura. E nel palcoscenico della manifestazione torinese verranno UNA REGIONE PER LEGGERE Introduzione 7 UNA REGIONE PER LEGGERE 8 presentati libri, autori, editori e premi letterari. Un censimento ci auguriamo quasi completo del meglio che possiamo esprimere in questo momento. Tra le tante eccellenze, solo a titolo esemplificativo, presenteremo gli ori e gli argenti di Gerardo Sacco, le splendide ceramiche di Seminara, il primo libro al mondo stampato in ebraico (il Pentateuco, edito a Reggio Calabria nel 1475), i libri proibiti custoditi nella biblioteca settecentesca del Santuario di San Francesco di Paola, lo strabiliante Codice Romano Carratelli, l’opera Noli me tangere di Mattia Preti, “Nanogagliato" la manifestazione che ogni anno (grazie a Mauro Ferrari) fa convergere nel minuscolo ma ospitale comune di Gagliato i più importanti studiosi al mondo di nanotecnologie, l'opera di Carmine Abate (lo scrittore arbëreshë vincitore della cinquantesima edizione del Premio “Campiello”), i rapporti tra D'Annunzio e la Calabria in occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita del Vate, le ultime scoperte archeologiche calabresi (dal drago marino di Monasterace alle testimonianze minoiche di Zambrone), le profezie di Gioacchino da Fiore. E poi parleremo di Giuseppe Berto e Carlo Rambaldi, che sono calabresi di elezione avendo scelto di vivere nella nostra regione. Grazie alla Fondazione Carical daremo voce alle donne della primavera araba, ribadendo la nostra secolare vocazione mediterranea e di confluenza della regione. Infine, parleremo dei nostri due più grandi tesori archeologici: i Bronzi di Riace e il Parco di Sibari e di come ne stiamo predisponendo imponenti rilanci. Inoltre, illustreremo le politiche pubbliche sulla cultura che la Regione Calabria sta portando avanti. Oltre al Libro Verde sulla Lettura e il Libro per Ogni Nato, presenteremo i risultati dei progetti “Calabria Jones" (educazione all'archeologia per 5 mila studenti), “Pitagora Mundus" (350 giovani egiziani che stanno studiando nelle nostre scuole tecniche e professionali), “CalabriaInnova" (la società costituita con Area Science Park di Trieste per potenziare la rete della ricerca), “Magna Grecia Teatro Festival" (eventi negli anfiteatri magnogreci e romani, che rivivono dopo secoli), “Nativi digitali" (ricerca del Censis sulle capacità di apprendimento delle giovani generazioni), “ConoscenzaCalabria" (tv con i curriculum e i videocurriculum dei laureati calabresi) e poi illustreremo i programmi di arte contemporanea (sette eventi per due anni con l'investimento più significativo oggi in Italia nel settore), delle residenze teatrali (in undici teatri per produrre ed esportare le rappresentazioni) e del programma unico degli eventi per il 2013. Insieme a noi condivideranno la manifestazione alcuni tra i più importanti intellettuali e operatori culturali del nostro Paese: da Paolo Mieli a Salvatore Settis, da Vittorio UNA REGIONE PER LEGGERE Sgarbi a Giordano Bruno Guerri, da Giuseppe Roma a Roberto Giacobbo, da Tullio De Mauro a Dacia Maraini, da Giorgio Albertazzi a Michele Cucuzza, da Giuseppe Galasso a Salvatore Puglisi, da Pino Aprile a Eugenio Bennato, da Aldo Mola a Renzo Gattegna, da Giovanni Russo a Pierangelo Buttafuoco, da Marcello Veneziani a Vincenzo Cerami e poi i calabresi Nicola Gratteri, Sandra Savaglio, Corrado Calabrò, Pina Amarelli, Lella Golfo, Marina Valensise, Vito Teti, Antonio Nicaso, Maria D’Elia, Francesco Bevilacqua e tanti altri. Centinaia di studenti calabresi invaderanno il Salone, provenendo da tutta la regione. In concomitanza, quale regione coordinatrice del settore, abbiamo anche convocato una riunione della Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, sperando che gli assessori regionali di tutto il Paese possano essere presenti. Infine, è un'opportunità per rinsaldare i legami con Torino ed il Piemonte. Non solo la mostra su “Il Cavaliere calabrese. Tra Caravaggio e Luca Giordano" che, nella sontuosa reggia sabauda di Venaria Reale, inaugurerà di fatto il Salone del Libro 2013, così come al Teatro Bellarte verrà organizzata una serata per i calabresi in Piemonte con Saverio La Ruina che metterà in scena “Italianesi". Ricorderemo poi gli anni torinesi di Leonida Repaci e le radici occitane di Guardia Piemontese e delle comunità valdesi. Ci sarà, poi, l'incontro gastronomico tra il cioccolato piemontese e la liquirizia calabrese. Infine concluderemo con un omaggio alla Torino “magica", la città della Sindone, dove hanno dimorato eretici e irregolari come Nostradamus e Nietzsche, dove è vissuto Gustavo Rol. Infatti, parleremo “Del magico mondo dei tarocchi calabresi", in cui illustreremo gli arcani “maggiori" e “minori". Mi auguro che anche questo possa in qualche modo servire a spiegare l'arcano della presenza della Calabria quale prima regione “ospite d'onore" al Salone del Libro di Torino nel 2013. Non mi resta che augurarvi buon viaggio nella grande cultura della Calabria, terra ricca di passato e di futuro. Mario Caligiuri Assessore alla Cultura Regione Calabria 9 Fra le novità del Salone 2013, l’istituzione di una Regione come ospite d’onore. Le Regioni italiane sono da molti anni una delle presenze più vive del Salone torinese, dove portano realtà culturali e imprenditoriali di piccola dimensione ma alto livello qualitativo, che al Lingotto Fiere possono farsi conoscere dal grande pubblico. Questa ulteriore occasione, nata da un’idea dell’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola, raccolta dall’omologo assessore calabrese Mario Caligiuri, è destinata a diventare un appuntamento fisso, e vuole approfondire il significato della presenza di una Regione documentando adeguatamente il suo patrimonio artistico, le sue realtà editoriali e culturali, le iniziative in corso e quelle in progetto. Ne risulta un quadro sorprendentemente ricco di aspetti poco noti, che documenta una realtà in rapida trasformazione. Significativo è appunto il caso della Calabria, che già presiede la Commissione Cultura delle Regioni, e ha collocato la cultura tra gli obiettivi primari della Giunta, anche come azione di contrasto verso la criminalità organizzata attraverso il coinvolgimento dei giovani, chiamati a farsi protagonisti di un riscatto collettivo. Si punta sul dialogo con le scuole (tra l’altro il progetto “Calabria Jones” vede 6.000 ragazzi in visita nei siti archeologici), su varie iniziative per la promozione della lettura, su cospicui investimenti nelle biblioteche e sulle tecnologie digitali per mettere in rete le risorse già disponibili, e coinvolgere i ragazzi in un uso creativo dei nuovi linguaggi, tra valorizzazione del patrimonio esistente, inchieste e nuovi progetti. Il calendario degli eventi che saranno ospitati nella cinque giorni del Lingotto in uno spazio dedicato toccherà tutti gli aspetti della cultura calabrese, dalla storia al patrimonio artistico e all’archeologia, dall’imprenditoria all’enogastronomia, dalla letteratura all’arte contemporanea. Sono previste mostre, e spettacoli teatrali e musicali. Nel ricordo di grandi autori come Corrado Alvaro e Leonida Repaci, saranno a Torino, tra gli altri, scrittori e giornalisti come Carmine Abate (recente vincitore del Campiello), Mimmo Gangemi (Il giudice meschino; La signora di Ellis Island), Marina Valensise, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Fratelli di sangue. Storie, boss e affari della ’ndrangheta, la mafia più potente del mondo; La mafia fa schifo. Lettere di ragazzi da un paese che non si rassegna; Dire e non dire. I dieci comandamenti della ’ndrangheta nelle parole degli affiliati), la UNA REGIONE PER LEGGERE Lo stand 11 UNA REGIONE PER LEGGERE giovane Angela Bubba che con le sue impietose narrazionireportage dichiara di ispirarsi direttamente ad Anna Maria Ortese ed Elsa Morante. Tra gli obiettivi, quello di incentivare i ragazzi delle scuole ad una partecipazione attiva al Salone, sia come autori di progetti per la promozione della lettura che come protagonisti allo stand regionale. L’incontro collettivo finale tra studenti e scrittori è atteso lunedì 20 maggio al Salone. Lo stand regionale ospiterà un bookshop dell’editoria e degli autori regionali e uno spazio di valorizzazione dei più prestigiosi prodotti gastronomici e artigianali calabresi. Oltre a un fitto programma di incontri con tutti i principali scrittori e intellettuali calabresi, alcuni dei quali ospitati anche in città (lo spettacolo teatrale “Italianesi” di Scena verticale con Saverio la Ruina), lo stand ospiterà anche importanti mostre sulla tipografia storica calabrese, con l’esposizione di rarissimi incunaboli, tra i quali la prima bibbia a caratteri ebraici stampata al mondo (Reggio Calabria, 1475), ed edizioni del Cinquecento e del Seicento; una mostra fotografica sul paesaggio calabrese curata dal naturalista Francesco Bevilacqua; una mostra di illustratori di libri per bambini collegata alle numerose iniziative di promozione della lettura realizzate dalla Regione in collaborazione con la Casa editrice Coccole News. Sarà anche esposta una grande opera del pittore calabrese Mattia Preti, di cui ricorre il IV centenario della nascita, in collegamento con la mostra sull’artista che sarà allestita a partire dal 15 maggio alla Reggia di Venaria. Di particolare rilievo, infine, l’esposizione del Codice cinquecentesco Romano Carratelli, raffigurante città fortificate, castelli e torri costiere della Calabria nel Cinquecento. Il codice comprende un centinaio di illustrazioni acquerellate che costituiscono la prima e inedita fonte iconografica riguardante il territorio calabrese. Nello spazio del salone saranno presentati libri (monografia su Mattia Preti curata da Vittorio Sgarbi ed edita da Rubbettino), dibattiti sulla Calabria (Giovani Russo, Paolo Mieli, Salvatore Settis), un reading di opere di Carmine Abate e le iniziative di promozione della lettura della regione. BOOKSHOP All’interno del settore che ospita lo stand Regione Calabria, è allestito anche un bookshop istituzionale, una vera e propria libreria specializzata che propone prodotti di editoria di qualità che mirano a valorizzare il patrimonio artistico, culturale e letterario della regione. Dalla saggistica alla narrativa, arte, architettura, fotografia, letteratura di viaggio, poesia, tutte pubblicazioni scelte 12 ECCELLENZE AGROALIMENTARI CALABRESI Viaggio alla scoperta di radici antichissime La Calabria, dai tempi di Re Italo, ha ospitato civiltà fortemente legate alla lavorazione della terra. È Aristotele a ricordarci che “divenne re dell'Enotria un certo Italo, dal quale si sarebbero chiamati, cambiando nome, Itali invece che Enotri. Dicono anche che questo Italo abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi”. Siamo nell’Età del Ferro, al confine tra racconto mitico e storia, e l’antica Calabria ospitava genti dedite all’agricoltura e alla pastorizia, alla coltivazione della vite (così come sembra attestare la stessa etimologia di Enotria), dell’ulivo, dei cereali. Ecco le radici della Dieta Mediterranea, oggi patrimonio dell’Unesco, che è prima di tutto stile di vita. I sissizi erano pasti pubblici e significavano condivisione di valori, esperienze, tecniche, tradizioni, economia. Passeranno alcuni secoli e sarà lo splendore della Magna Graecia, con Sybaris, Kroton, Lokroi, Kaulon, Rhegion e Medma, Matauros, Hipponion, Terina, Laos a continuare a dare centralità al cibo, introducendo anche concetti di eccellenza delle materie prime e di alta gastronomia. Il lusso proverbiale dei Sibariti, in cui i cuochi erano celebrati alla stregua di grandi artisti, o i pinakes locresi che descrivono scene di vitivinicoltura, segnano un’ulteriore fondamentale tappa di un lungo percorso giunto senza soluzioni di continuità fino ai giorni nostri. Né possiamo dimenticare che fu il sommo Pitagora, a Crotone, a introdurre nel mondo occidentale i concetti di sana alimentazione. Il filosofo originario di Samo fu a tutti gli effetti il primo esperto e teorico della scienza dell’alimentazione tanto che, in quell’epoca, e anche grazie a una consolidata scuola medica (Democede, Alcmeone), gli atleti crotoniati primeggiarono alle Olimpiadi con in testa il formidabile Milone. Facciamo trascorrere altri mille anni e giungiamo a Cassiodoro che nelle sue Variae ricorda il Brutium (sua terra natale) ricco di vini e formaggi eccellenti. Lasciamo passare un altro mezzo millennio e sarà la bocca di Brunone di Colonia a descrivere la natura rigogliosa e paradisiaca dell’area in cui oggi sorge la Certosa, e quindi quel contesto ecologico e climatico che conferisce all’intera regione, con la sua centralità mediterranea e la sua particolarissima orografia, un habitat congeniale per l’agricoltura. Le radici culturali delle attuali eccellenze agroalimentari UNA REGIONE PER LEGGERE fra la migliore offerta disponibile sul mercato italiano e internazionale. Saranno in vendita anche cd e dischi in vinile dei più grandi artisti e musicisti calabresi. 13 UNA REGIONE PER LEGGERE 14 ed enogastronomiche calabresi sono quindi profondissime, uniche, fortemente identitarie, peculiari, non delocalizzabili, intimamente collegate al dipanarsi, lungo i millenni, di vicende storiche, di contaminazioni di civiltà diverse, di invasioni di eserciti e popoli stranieri, di sintesi originali. Nei mercati globali che tendono a uniformare e standardizzare, se non spesso ad appiattire e svilire, anche i gusti e le abitudini, queste caratteristiche costituiscono un valore aggiunto assoluto. Ecco perché, al Salone del Libro edizione 2013, la Calabria dell’editoria si presenta con uno spazio dedicato alla presentazione del suo variegato e articolato mondo agroalimentare. Un viaggio di natura mediatica utile a far comprendere come l’approccio alla Calabria, alla valorizzazione e promozione delle sue espressioni migliori, al recupero di un’immagine positiva pretenda una visione a trecentosessanta gradi. Libri antichi, proposte editoriali dell’oggi e imprenditoria di settore, preziosi oggetti dell’artigianato artistico, una grande tela di Mattia Preti che richiama le celebrazioni per i quattrocento anni dalla nascita, verranno esposti accanto a una selezione, ovviamente non omnicomprensiva, di prodotti agroalimentari spiegati nella loro dimensione culturale, sociale e civile, prima che economica. Specialità di qualità certificata come la Cipolla Rossa di Tropea, il Caciocavallo Silano, la Liquirizia, i Salumi, accanto ai Vini e agli Oli extravergine di oliva di vitigni e cultivar autoctoni, o alle sensazioni straordinarie offerte dalla dimensione piccante o dai profumi del Bergamotto, offriranno ai visitatori dello stand Calabria tanti spunti di riflessione nonché l’occasione, in un contesto internazionale, di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle tante virtù di una terra antica, laboriosa, orgogliosa del proprio passato, ricca di ingegno. Appuntamenti UNA REGIONE PER LEGGERE Giovedì 16 maggio Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 10.15 / 11.00 La Calabria Ospite d’onore al Salone del libro di Torino Inaugurazione Padiglione regionale con Giuseppe Scopelliti Presidente Giunta Regionale della Calabria La Calabria della Cultura I progetti dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria con Mario Caligiuri e Giorgio Albertazzi Ore 11.15 / 12.00 S. Elia Juniore (Kaleidon) di Oreste Kessel Pace con Giovanni Tesio Ore 12.15 / 13.00 Kairós. Parole e speranze (Iiriti) di Pietro Sgrò Ore 13.15 / 14.00 La Calabria del Vate Gabriele D’Annunzio nei 150 anni dalla nascita con Giordano Bruno Guerri Ore 14.15 / 15.00 Performance del Gruppo teatrale Blu Sky con Mimmo Raffa Ore 15.15 / 15.45 Presentazione iniziativa I libri proibiti nella biblioteca dei Frati Minimi di S. Francesco di Paola con Padre Rocco Benvenuto Ore 16.00 / 16.45 Presentazione Libro per Ogni Nato (Coccole Books) con Ugo Cardinale A seguire verrà inaugurata la mostra Cartoline dalla Calabria Ore 17.00 / 17.45 Ad alta quota. Storia di una donna libera (Marsilio) di Lella Golfo con Costanza Esclapon, Maria Patrizia Grieco Safiria Leccese e Stefano Lucchini Ore 18.00 / 18.45 Le ceramiche di Seminara Artigianato artistico in Calabria con Santo Gioffrè 16 Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 19.00 / 19.45 Il pensiero riformatore calabrese Gli intellettuali e la Repubblica del 1799 (Rubbettino) di Spartaco Pupo Ore 20.00 / 20.45 Dio, patria e famiglia. Dopo il declino (Mondadori) di Marcello Veneziani Ore 21.00 / 22.00 Presentazione attività editoriali Sabbiarossa Edizioni Stand Calabria • Spazio Meeting UNA REGIONE PER LEGGERE Giovedì 16 maggio Ore 10.15 / 11.15 Presentazione Tabularasa edizione 2013 con Giusva Branca e Raffaele Mortelliti Ore 11.30 / 12.30 Presentazione Manuale scientifico e Progetto didattico A scuola con i Re Educare attraverso il gioco degli scacchi con Giuseppe Sgrò Ore 12.45 / 13.45 L’anello di Mozart (Pironti) di Maria Primerano Ore 14.30 / 15.30 Figlio di Mercurio (Leonida) di Gabriella Bertizzolo Ore 15.45 / 16.45 Presentazione spot del film Giulia Montera, una vita spezzata con Alfredo Li Bassi Ore 17.00 / 18.00 Chi vive in Calabria / Chi ha scarsa memoria Viaggio a Sud (Doppiozero) di Mauro Minervino con Marco Belpoliti 17 UNA REGIONE PER LEGGERE Giovedì 16 maggio Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 18.15 / 19.15 La storia di Slavoj Slavik (Città del Sole) di Mario La Cava Ore 19.30 / 20.30 Il mare di Palizzi (Frassinelli) di Ada Murolo Ore 20.45 / 21.45 Da Vasco al Sud (Dino Vitola) di Davide Beltrano Bookstore Ore 19.00 Tentazione e meditazione: l’abbinamento possibile Torino incontra la Calabria: cioccolato e liquirizia Degustazione dei cioccolati dei maestri torinesi e delle specialità calabresi a cominciare dalla liquirizia con Rolando Picchioni, Pina Amarelli e Fabio Molinari Cioccolato e libri, insieme in uno spazio fisico, di discussione e di gusto. Otto incontri per cercare la combinazione perfetta tra una pagina scritta, un cioccolato ispirato all’occasione e una bevanda d’eccellenza. Degustazione (im)possibile con autori, maestri cioccolatieri e pubblico. Caffè Letterario Ore 14.00 Nella terra estrema. Appunti sulla Calabria di Giovanni Russo con Paolo Mieli 18 Sala Rossa Ore 15.00 Vittorio Sgarbi racconta Mattia Preti un grande caravaggesco (Rubbettino) Tra i numerosi pittori nati nell’orbita di Caravaggio, Mattia Preti (1613-1699) fu probabilmente il più noto già durante quella straordinaria stagione dell’arte italiana che fu il Seicento. Originario di un piccolo paese della Calabria (Taverna), Mattia Preti fu principalmente attivo a Roma, a Napoli, dove subì l’influenza di Andrea Giordano e dove si conservano numerose opere sia nel Palazzo reale che in numerose chiese, e a Malta dove, per conto dell’ordine dei Cavalieri decorò la cattedrale di La Valletta. Le opere di Mattia Preti sono esposte nelle più importanti collezioni d’arte e pinacoteche, dall’Ermitage, alla Pinacoteca di Brera, dalla Galleria dell’Accademia di Venezia agli Uffizi di Firenze nonché in musei americani, canadesi ed europei. In occasione dell’inizio delle celebrazioni nazionali per il prossimo cinquecentesimo anniversario della nascita, Rubbettino propone in esclusiva il primo catalogo di questo straordinario artista curato per l’occasione da Vittorio Sgarbi, tra i massimi esperti pretiani. Una pubblicazione che oltre a passare in rassegna le opere, ne ricostruisce la genesi e la fortuna inserendole nel panorama artistico italiano ed europeo all’interno del quale sono state create. Un’opera imprescindibile per tutti gli appassionati d’arte costruita (anche nel prezzo) per rivolgersi a un pubblico ampio e variegato. UNA REGIONE PER LEGGERE Giovedì 16 maggio Padiglione 5 Ore 15.30 Una vita da somaro (Coccole Books) con Daniela Valente La vita di un somaro può essere ricca di incontri speciali, come quello con Luca, che sta muto come un pesce, che non parla mai, due occhi azzurri fissi nel vuoto, niente lo interessa. Ma anche i pesci parlano e magari Luca prima o poi dirà qualcosa. Chissà a chi? 19 UNA REGIONE PER LEGGERE Venerdì 17 maggio Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 10.00 / 10.45 Libri antichi di Calabria La tipografia della regione dal XV al XVII secolo Iniziative per la valorizzazione del patrimonio storico delle biblioteche calabresi a cura dell’Assessorato Regionale alla Cultura Polo Regionale per le Politiche pubbliche sulla Lettura Ore 11.00 / 11.45 Dialogo sulla Bellezza Paesaggio e Architettura in Calabria con Mario Cucinella, Nunzio Galantino Domenico Pappaterra Ore 12.00 / 12.45 Lectura Dantis V Canto dell’Inferno di Giovanni Sapia Ore 13.00 / 13.45 Presentazione DVD Geografia dell’anima a cura dell’Associazione Repaci con Maria Paola Azzario Chiesa, Bruno Verri Gianni Oliva, Antonio Minasi Ore 14.00 / 14.45 Calabria Jones Le avventure archeologiche degli studenti calabresi con Roberto Giacobbo Ore 15.00 / 15.45 Cassiodoro: attualità di un genio con Franco Cardini, Antonio Tarsia Alessandro Pergoli Campanelli e Sante Bagnoli Ore 16.00 / 16.45 Il male curabile. La sfida di Mauro Ferrari (Rizzoli) di Michele Cucuzza e Mauro Ferrari con Michele Cucuzza Intervento in video conferenza di Mauro Ferrari Ore 17.00 / 17.45 Rossi a Manhattan (Il Saggiatore) di Eric Salerno con Piero Fassino 20 Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 18.00 / 18.45 Intangibili Tesori Nel decennale della Convenzione UNESCO del 2003 Salvaguardare e valorizzare il Patrimonio Culturale Immateriale della Calabria con Giovanni Puglisi, Patrizia Nardi, Daniela Porro Angelo Boscarino, Antonia Pasqua Recchia Gianni Bonazzi Ore 19.00 / 19.45 Suoni in Aspromonte Musica e Danza per l’UNESCO con Nino Cannatà, Antonello Ricci, Roberta Tucci Francesco Antonio Pollice Performance di Mimmo Morello Ore 20.00 / 20.45 Viaggio in Calabria. La Calabria dei Parchi con Francesco Bevilacqua e Vittorio Cappelli UNA REGIONE PER LEGGERE Venerdì 17 maggio Ore 21.00 / 21.45 Il patriota e la maestra (Quodlibet) di Vito Teti con Margherita Oggero, Marco Revelli e Giovanni Russo Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 10.00 / 10.45 Nostos (TSG) di Domenico Maria Managò Ore 11.00 / 11.45 Presentazione L’Opera di Saverio Montalto (Periferia) con Pasquale Falco Ore 12.00 / 12.45 Mario La Cava: scrittore dal centro del mondo con Valter Vecellio, Piero Bianucci Maria Teresa D'Agostino reading di Enzo dè Liguoro e Paolo Sofia Ore 13.00 / 13.45 La luna di Giada (Albatros) di Giuseppe Panzera 21 UNA REGIONE PER LEGGERE Venerdì 17 maggio Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 14.00 / 14.45 Ferro e velluto La maschera senza volto (Fusta) di Nello Manduca con Paolo Cavallo Ore 15.00 / 15.45 Diario del Complotto (Prospettiva) di Gianluca Pitari con Andrea Giannasi e Carmine Torchia Ore 16.00 / 16.45 Gli Occitani di Calabria: radici e germogli con Aldo A. Mola e Giovanni Agresti Ore 17.00 / 17.45 Presentazione Progetto Gutenberg Un’originale fiera del libro per la scuola e il territorio con Armando Vitale, Florindo Rubbettino Carmine Donzelli, Margherita Toraldo e Caterina Gentile Ore 18.00 / 18.45 L’importanza della divulgazione scientifica Nuovi linguaggi per un ponte tra Scienza e Società a cura del Centro Editoriale e Librario Università della Calabria Ore 19.00 / 19.45 Gelusa (Dalla Costa) di Loredana Nigri Ore 20.00 / 20.45 Su due piedi (Rubbettino) di Giuliano Santoro con Daria Galateria e Filippo Veltri Ore 21.00 / 21.45 Il grande Otto (Città del Sole) di Bruno Gemelli 22 Stand Regione Piemonte Ore 11.00 / 12.00 Cultura e sviluppo economico Riunione della Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni Padiglione 5 Ore 11.45 Le parole scappate (Coccole Books) Libro sulla disabilità selezionato da Ibby Internazionale con Arianna Papini Un bambino dislessico e una nonna malata di Alzheimer. Due vite complesse che non trovano definizione nelle parole che ai due fuggono. Diversi eppure insieme, i protagonisti trovano l’aiuto reciproco e la convivenza delle loro diversità, attraverso l’arte e la narrazione. UNA REGIONE PER LEGGERE Venerdì 17 maggio Spazio Incontri Salone Ore 12.00 La promozione della lettura in Calabria Presentazione del Libro Verde sulla Lettura a cura della Regione Calabria con Carmine Abate, Angela Bubba, Tullio De Mauro Mimmo Gangemi La Regione Calabria sta affrontando con determinazione la promozione della lettura. Il Libro Verde è uno strumento analitico e di dibattito, aperto al contributo della società calabrese, per rendere più incisive le politiche di promozione culturale in una regione che punta sulla cultura per il proprio riscatto. 23 UNA REGIONE PER LEGGERE Sabato 18 maggio Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 10.00 / 10.45 Presentazione Festival Poetico “Il Federiciano” con Giuseppe Aletti Ore 11.00 / 11.45 “Progetto Calogero”. Un poeta europeo con Nino Cannatà, Nicola Crocetti e Roberto Herlitzka Ore 12.00 / 12.45 L’elogio della vanità (Settecolori) di Giuseppe Berto con Cesare De Michelis, Pietrangelo Buttafuoco Manuel Grillo Ore 13.00 / 13.45 Rapporto al Viceré La Calabria del Cinquecento nel Codice Romano Carratelli Un documento unico sul sistema difensivo del periodo spagnolo con Mirella Mafrici e Francesca Marturano Ore 14.00 / 14.45 La Calabria spagnola (Rubbettino) di Giuseppe Galasso con Marta Petrusewicz Ore 15.00 / 15.45 CalabriaInnova. La rete della ricerca e del futuro con Adriano De Maio, Massimiliano Ferrara Paolo Gubitta e Sandra Savaglio Ore 16.00 / 16.45 Ninco Nanco deve morire Viaggio nella storia e nella musica del Sud (Rubbettino) con Eugenio Bennato e Pino Aprile Ore 17.00 / 17.45 Il meglio deve ancora venire. I discorsi di Barak Obama dal primo al secondo mandato (Donzelli) di Francesco Paravati Ore 18.00 / 18.45 Presentazione Fondazione Benedetta è la Vita Onlus con Tonino Nocera, Gerardo Sacco Simonetta Agnello Hornby, Marina Valensise e Carmela Cimino 24 Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 19.00 / 19.45 I nativi digitali Una ricerca della Regione Calabria sulle modalità di apprendimento cerebrale delle giovani generazioni con Giuseppe Roma Ore 20.00 / 20.45 D’oro e d’argento. Il patrimonio culturale calabrese nei gioielli di Gerardo Sacco con Gerardo Sacco Ore 21.00 / 21.45 Il giovane Corrado Alvaro Poesie, prose e lettere inedite nelle carte del fondo Domenico Lico A cura di Polo Regionale per le Politiche sulla Lettura Fondazione Carical e Università della Calabria con Mario Bozzo e Vito Teti UNA REGIONE PER LEGGERE Sabato 18 maggio Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 10.00 / 10.45 La Calabria dolente (Città del Sole) di Filippo Veltri Ore 11.00 / 11.45 Come un equilibrista sul filo (Città del Sole) di Elisabetta Felletti con Alessandro Meluzzi Ore 12.00 / 12.45 In viaggio con la zia (Città del Sole) di Adele Cambria con Dacia Maraini Ore 13.00 / 13.45 Ohi Dottò… (Iride) di Cataldo Perri con Carmine Abate Ore 14.00 / 14.45 Calabria Ribelle (Città del Sole) di Giuseppe Trimarchi con la presenza di familiari di vittime della ’ndrangheta 25 UNA REGIONE PER LEGGERE Sabato 18 maggio Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 15.00 / 15.45 Potere (Città del Sole) di Pino Rotta Ore 16.00 / 16.45 Omaggio a Mattia Preti Le sanguigne di Wilma Pipicelli con Ferdinando Miglietta Ore 17.00 / 17.45 Contro Versa (Sabbiarossa) con Monia Andreani, Lucia Cardone, Ivana Pintadu Giovanna Vingelli Ore 18.00 / 18.45 Pietre di Pane (Quodlibet) di Vito Teti con Nicola Fiorita e Piercarlo Grimaldi Ore 19.00 / 19.45 Presentazione Festival Art in Progress e Strade del Paesaggio a cura della Provincia di Cosenza Ore 20.00 / 20.45 Carne (Rubbettino) di Massimo Felice Nisticò con Annarosa Macrì Ore 21.00 / 21.45 Omaggio a Nicola Zitara Memorie di quand’ero italiano (Città del Sole) di Nicola Zitara Sala Blu Ore 10.30 Carmine Abate racconta Le mie Calabrie da Le stagioni di Hora a La collina del vento (Mondadori) Letture dell’autore • Musiche di Cataldo Perri Canti arbëreshë di Anna Stratigò Teatro Bellarte • Via Bellardi, 116 Ore 21.00 Incontro con la Comunità Calabrese di Torino Saverio la Ruina interpreta “Italianesi” 26 Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 10.00 / 11.00 Presentazione Premio Rhegjum Julii con Giuseppe Casile e Corrado Calabrò Presentazione Premio Caccuri con Giordano Bruno Guerri, Piergiorgio Odifreddi Piergiorgio Morosini e Pino Aprile Ore 11.15 / 12.00 Autunno in Calabria (Minerva) di Marina Valensise e Lorenzo Capellini Ore 12.15 / 13.00 Il Patto del Giudice (Bompiani) di Mimmo Gangemi con Nicola Gratteri e Francesco Talarico a cura del Consiglio Regionale della Calabria UNA REGIONE PER LEGGERE Domenica 19 maggio Ore 13.15 / 14.30 Presentazione Festival del Giallo di Cosenza con Cristina Marra Presentazione Tropea Festival Leggere&Scrivere con Giuliano Vigini Presentazione Premio Sila con Enzo Paolini, Marta Petruzewicz e Vincenzo Cerami Presentazione Festival Palazzo Rinascimentale di Aieta con Marco Malvaldi Ore 14.45 / 15.30 Mi manca il mare colloquio-intervista con Corrado Calabrò di Vittorio Sgarbi e Sandro Gros Pietro Ore 15.45 / 16.30 Recenti scoperte archeologiche in Calabria con Claudio Sabbione e Francesco Antonio Cuteri Ore 16.45 / 17.45 La Bibbia di Reggio Calabria e il legame antico tra Ebraismo e Meridione con Renzo Gattegna, Elyahu Birnbaum Amedeo Spagnoletto, Giancarlo Lacerenza Silvia Godelli e Mario Caligiuri 27 UNA REGIONE PER LEGGERE Domenica 19 maggio Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 18.00 / 18.45 I cinquant’anni dell’ADN Kronos con Pippo Marra Ore 19.00 / 19.45 Le parole, le promesse, gli ori e i tesori dei pitagorici o dell’Etica Pitagorica (Gould) Traduzione ermeneutica ed inedita, recitazione teatrale di Monique Smadja Ore 20.00 / 21.00 La rivoluzione è un pranzo di gala (Città del Sole) di Mita Borgogno e Nicola Fiorita e Guida ai ristoranti di Calabria (Rubbettino) di Gianfranco Manfredi e Ottavio Cavalcanti con Roberto Burdese Ore 21.15 / 22.00 W l’italia.it… noi non sapevamo (Rubbettino) Una pièce teatrale sulla Questione meridionale di Egidia Bruno con Antonio Calbi Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 10.00 / 10.45 Del magico mondo dei tarocchi calabresi con Luigi Lamannis e Jean François De Dominis Ore 11.00 / 11.45 Omaggio a Carlo Rambaldi Carlo Rambaldi. Una vita straordinaria (Rubbettino) con Victor Rambaldi Ore 12.00 / 12.45 Gli statuti della seta della Camera di Commercio di Catanzaro con Paolo Abramo Ore 13.00 / 13.45 Presentazione Premio Letterario Parole nel Vento con Florindo Rubbettino, Stefano Marelli Antonio D’Orrico, Stefano Salis 28 Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 14.00 / 14.45 Presentazione dell’iniziativa I documenti sulla Calabria nell’Archivio Segreto Vaticano a cura dell’Amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale con Pietro De Leo 0re 15.00 / 15.45 Il Pogrom della Continassa (Sabbiarossa) con Carla Osella e Mara Francese 0re 16.00 / 16.45 Blocco 52 (Rubbettino) con Lou Palanca Ore 17.00 / 17.45 I Cavalieri di Malta e la Calabria con Carlo d’Ippolito di Sant’Ippolito UNA REGIONE PER LEGGERE Domenica 19 maggio Ore 18.00 / 18.45 Presentazione dell’iniziativa Pitagora Mundus con Taha Mattar Ore 19.00 / 19.45 Meglio grande (Città del Sole) di Serena Maffia Ore 20.00 / 20.45 Un sentiero tra gli stemmi. Storia dei vescovi di Crotone Dalle origini al Concilio di Trento (D’Ettoris) e L’Albero di Giuda (Editoriale Progetto 2000) di Pietro Pontieri Ore 21.00 / 21.45 Presentazione del sito conoscenzacalabria.tv 29 UNA REGIONE PER LEGGERE Domenica 19 maggio Stand Regione Piemonte Ore 10.30 Il risveglio arabo. L’altra sponda del Mediterraneo Le donne arabe protagoniste del cambiamento a cura del Premio per la Cultura Mediterranea Fondazione Carical con Mario Bozzo, Leena Ben Mhenni Joumana Haddad, Jamila Hassoune Conduce Karima Moual con la proiezione del filmato Fermenti di libertà A due anni da quella primavera Spazio Incontri Salone Ore 16.00 I Bronzi e Sibari Da occasioni perdute a occasioni ritrovate Un’occasione di sviluppo culturale ed economico per la Calabria con Fabrizio Barca, Simonetta Bonomi Mario Caligiuri, Salvatore Settis La Calabria possiede uno straordinario patrimonio culturale, specie nel settore archeologico, con i numerosi siti e musei ricchi di testimonianze uniche e originali. Nel passato non si è riusciti a valorizzare al meglio questo patrimonio per trasformarlo in una opportunità per l’intera società calabrese. Grazie a un lavoro sinergico tra governo locale e nazionale si è intrapresa una strada nuova che ha già incominciato a dare i suoi frutti. Sala Gialla Ore 20.00 In occasione della pubblicazione dei loro libri La nostra guerra non è mai finita e ’Ndrangheta e acqua Santa (Mondadori) con Giovanni Tizian, Nicola Gratteri, Antonio Nicaso I protagonisti della lotta alla criminalità organizzata raccontano le loro esperienze. 30 Stand Calabria • Spazio Incontri Ore 10.00 / 10.45 Un libro dietro l'altro... (Mati) con Nicola Brunialti, Enrica Ajò, Chiara Zingariello e Maria Teresa Carpino Ore 11.00 / 12.00 Leonida Repaci a Torino Incontro tra il Liceo Alvaro di Palmi e il Liceo Cavour di Torino Ore 12.15 / 13.15 Terra di poesia Dante Maffia legge i poeti calabresi di ogni tempo Ore 14.00 / 15.15 Dire e non dire. I dieci comandamenti della ’ndrangheta nelle parole degli affiliati (Mondadori) con Nicola Gratteri e Antonio Nicaso coordina Maria D’Elia UNA REGIONE PER LEGGERE Lunedì 20 maggio Ore 15.30 / 16.00 Il Castello di Arena (Calabria Letteraria) di Caterina Calabrese Ore 16.15 / 17.00 La Regina delle Nevi (Pellegrini) di Gianmarco Nicoletti Ore 17.15 / 18.00 Con altri occhi (Pellegrini) di Tommaso Orsimarsi Ore 18.15 / 19.00 Il monocolo (Rai Eri) di Luigi Michele Perri Ore 19.15 / 20.00 Intorno a Ferrocinto (Rubbettino) di Giovanni Gagliardi e Paolo Marchionni con Gianfranco Manfredi 31 UNA REGIONE PER LEGGERE Lunedì 20 maggio Stand Calabria • Spazio Meeting Ore 10.00 / 11.00 Guida alla Calabria Greca (Rubbettino) Calabria Bizantina: città, monasteri, architettura con Francesco Antonio Cuteri Ore 11.15 / 12.00 L’urlo di Gaber. Psicologia di un artista (Pellegrini) di Amedeo Pingitore Ore 12.15 / 13.00 Dalla sua Bocca. Riscritture di undici appunti inediti di Alda Merini (Zona) di Michele Caccamo e Maria Grazia Calambrone Ore 13.15 / 14.00 Il metodo Tree-s (La Rondine) di Miriam Jahier e Sonia Pagliarino con Luisa Piarulli, Gianfranco De Lorenzo, Gianluca Lucia Ore 14.15 / 15.00 Il Calice svelato nell’Ultima Cena di Leonardo (Prodinova) di Gabriele Montera Ore 15.15 / 16.00 Wedding planner & event manager Strumenti e strategie per diventare un vero professionista (Franco Angeli) di Elisa Barretta Sala Blu Ore 11.00 Incontro con gli studenti calabresi in visita al Salone del Libro con Mario Caligiuri 32 Festival e Premi Letterari UNA REGIONE PER LEGGERE 34 Festival del Giallo Il Festival del Giallo di Cosenza nasce nel 2012 promosso e organizzato dalla Provincia di Cosenza (Assessorato alla Cultura). Una full immersion di tre giorni (dal 19 al 21 ottobre) nell’universo del genere letterario giallo e poliziesco che diventa anche fiction e lezione didattica, con un variegato programma letterario e artistico. Oltre quattromila visitatori hanno partecipato ai diciotto incontri suddivisi nelle sezioni: A lezione di giallo; Interrogatorio; Crimini stranieri; Indagini con; Gialli in tv. Maestri del giallo italiano e straniero (Patrizia Debicke van der Noot, Andrea Carlo Cappi, Bruno Morchio, Francesco Recami, Susana Fortes, Marco Polillo, Paolo Roversi, Margherita Oggero, Alessia Gazzola, Carlo A. Martigli, Diego Zandel, Petros Markaris, Maurizio de Giovanni e Gianmauro Costa) hanno aderito al Festival dedicato alle Città del mistero e hanno svelato enigmi e crimini legati alle loro città letterarie. La mostra Una vita in nero ha festeggiato i 50 anni del Re del Terrore, Diabolik, personaggio molto amato e diventato simbolo di un modo nuovo di intendere il fumetto italiano. La presenza di Marina Fabbri, ideatrice e direttrice insieme a Giorgio Gosetti del Courmayeur Noir in Festival ha permesso di creare un ponte che in nome della letteratura e del cinema unirà anche in futuro le due realtà festivaliere di Cosenza e Courmayeur con collaborazioni e iniziative comuni. Il libro è stato al centro del Festival del Giallo che ha scelto di promuoverlo coinvolgendo tredici case editrici e di omaggiare i visitatori con una copia dell’antologia “Vento noir” che raccoglie i contributi di alcuni tra gli scrittori ospiti dell’evento. Si è parlato ancora di città del mistero, di tecniche investigative, di metodi d’indagine e anche di narrativa che diventa fiction con quattro volti noti del piccolo e grande schermo: Nino Frassica, Flavio Insinna, Guido Caprino e Giampaolo Morelli. L’appuntamento è a ottobre 2013 con la seconda edizione del Festival del Giallo dedicata alla figura del detective. Il Festival del Libro di Aieta nasce come kermesse culturale volta a coniugare l’esigenza di dare visibilità alla piccola e media editoria locale e nazionale con la necessità di valorizzare un territorio ricco di beni architettonici e naturali di incantevole bellezza ma ancora poco conosciuti. Aieta, piccolo borgo incastonato tra il Parco Nazionale del Pollino e il Golfo di Policastro, è stato scelto come luogo ideale per ospitare la rassegna. Un paesaggio che predispone alla meditazione e alla lettura, ad incontri letterari en plein air, allo scambio di idee e progetti finalizzati alla diffusione del libro e della cultura in ogni sua forma. La genuinità della cucina locale, l’aria salubre delle sue pinete, la suggestività del paesaggio sono un’attrattiva irrinunciabile per escursionisti e amanti della natura. Inoltre, Aieta è antica sede di ville feudali e piccoli monasteri di rito greco che conservano immutato tutto il fascino di una tradizione storica antichissima. Il Palazzo Rinascimentale Spinelli, dove risiede ogni anno il Festival del Libro, sorge proprio nel centro storico e domina, con la sua imponenza, il paesaggio sottostante compresa la zona sud della costa di Maratea. Fatto costruire come dimora baronale nel XIII secolo da Riccardo di Loyra, fu venduto nel 1534 a G. Battista Martirano e da questi poi ceduto nel 1571 ai marchesi Cosentino che lo tennero fino al 1767, quando fu acquistato dagli Spinelli di Scalea. Nel 1913 fu dichiarato monumento nazionale per poi diventare di proprietà del Comune di Aieta nel 1980. L’attuale “invisibilità” del Palazzo Rinascimentale Spinelli, nonostante la ristrutturazione, è dovuta ad una non adeguata promozione dello stesso, anche a causa della scarsa progettualità ed organizzazione di eventi al suo interno, che, per mancanza di finanziamenti appropriati, consentirebbero un rivivificarsi di attività artigianali ed enogastronomiche in tutto il comune. I bisogni del territorio si concretizzano nella necessità di creare un collante tra il turismo di massa delle località balneari situate a pochi chilometri e un turismo culturale dell’entroterra così come accade in maniera forte nell’Italia centrale e nella Costa Azzurra. Il Festival del Libro, che, oltre all’esposizione di migliaia di novità librarie, vanta un calendario ricco di incontri con autori e personalità istituzionali, attraverso le iniziative non soltanto di carattere editoriale, ma anche musicale e teatrale, rappresenta un possibile volano per sensibilizzare la cittadinanza, gli enti e le autorità alla salvaguardia e allo sviluppo culturale ed economico del territorio. UNA REGIONE PER LEGGERE Festival del Libro nel Palazzo Rinascimentale di Aieta 35 UNA REGIONE PER LEGGERE 36 Festival Poetico “Il Federiciano” Il Festival Poetico “Il Federiciano”, ideato e realizzato dall’editore Giuseppe Aletti, che sta edificando l’unico Paese della Poesia presente in Italia, a Rocca Imperiale, nel cuore della Magna Grecia, si è imposto, in sole quattro edizioni, tra i più importanti, come, forse, il più rappresentativo concorso di poesia per testi inediti. Oltre 6500 autori hanno inviato i loro componimenti nei primi quattro anni alla segreteria del premio, raggiungendo tutte le regioni italiane e tutti e cinque i continenti del pianeta. È sorprendente scoprire, di anno in anno, autori di città e nazioni geograficamente distanti, uniti dalla stessa fede nella poesia. Ed è proprio con questo spirito di fratellanza che gli autori giungono nel loro paese, quello della poesia: convivere con altri poeti; declamare i propri testi e ascoltare quelli degli altri, in un’atmosfera di costante raffronto che arricchisce i partecipanti. La cornice nella quale si svolge questo atteso festival sentimentale è la cerimonia di svelamento delle stele poetiche, per scoprire i nuovi versi che andranno a decorare le vie: una processione laica di centinaia di persone tra le strade del suggestivo borgo medioevale di Rocca Imperiale che accoglie sulle proprie mura i testi vincitori del concorso Il Federiciano che provengono dagli inediti e quelli di autori già legittimati dalla critica che donano i loro versi alla manifestazione. Un’antologia a cielo aperto. Camminando tra le vie e i vicoli del centro storico è possibile leggere una stele poetica di Dacia Maraini, Alda Merini, Mario Luzi, Lawrence Ferlinghetti, Manlio Sgalambro, Maria Luisa Spaziani, Eugenio Bennato. Per la sezione del poeta straniero è stata la volta della Spagna con Federico Garcia Lorca, e per il nuovo filone dei Premi Nobel per la Letteratura è stata svelata la stele di Giosuè Carducci. Andando a ritroso nella storia letteraria italiana, sono stati inseriti due grandi classici, Giacomo Leopardi, e Ugo Foscolo. Un luogo quello de Il Paese della Poesia, ideale e reale, sentimentale e concreto, dove al centro c’è la scritta parola e il verso. Seguire il tragitto realizzato in versi “È il segreto della poesia che mi fa camminare sui sentieri pieni di luce. Forse la fede è anche poesia. È qualcosa che ti prende per mano e ti accompagna” (Romano Battaglia); quello che si prova invece lo descrive efficacemente Novalis “Il senso per la poesia ha molto in comune con il senso del misticismo... rappresenta l’irrappresentabile, vede l’invisibile, sente il non sensibile”. UNA REGIONE PER LEGGERE La quarta edizione è stata impreziosita dalla presenza di Eugenio Bennato che si è soffermato nella sala Parsifal con gli autori presenti, prima ascoltando la declamazione dei versi, poi dialogando intorno alla poesia, accennando a un breve concerto in acustica accompagnato da Ezio Lambiase, e infine, raggiunto il centro storico, seguendo con attenzione e religioso silenzio lo svelamento di tutte e sette le stele dell’ultima edizione, fino a Piazza dei Poeti Federiciani, dove è stata svelata la sua stele con il testo Brigante se more. Ed è proprio a Eugenio Bennato che si deve il nostro motto “L’unico concorso che dà l’eternità”. Dopo essersi informato sul Festival Poetico “Il Federiciano” e su Il Paese della Poesia, visionando gli album fotografici della manifestazione, video, rassegna stampa, nel darmi la sua entusiastica adesione ha affermato: “Giuseppe, questa manifestazione con la stele poetica la facciamo per l’eternità”. Chi sarà il prossimo immortale, tra gli immortali? 37 UNA REGIONE PER LEGGERE 38 Parole nel Vento Il Premio Parole nel Vento giunge nel 2013 alla sua quarta edizione e ripropone la formula che ha favorito la partecipazione nei suoi primi tre anni di vita, di oltre 300 romanzi inediti provenienti da tutt’Italia. Complesso e rigoroso meccanismo di selezione, con una giuria qualificata e composta dai rappresentanti e dall’amministratore della casa editrice Rubbettino, dai responsabili della biblioteca provinciale e comunale di Catanzaro, e da personalità di sicuro prestigio in ambito letterario, tra le quali Sergio Zavoli, Stefano Salis, Domenico Scarpa, Antonio Dorrico, Arnaldo Colasanti, Gaetano Cappelli e tanti altri. Parole nel Vento, che prevede una sezione riservata anche ai romanzi ambientati nel territorio della provincia catanzarese, ha premiato in questi tre anni lavori molto diversi eppure tutti di particolare interesse. Tra questi “Altre Stelle Uruguaiane” di Stefano Marelli, che dalla giuria è stato definito un piccolo capolavoro, sarà presentato, in occasione proprio del salone del Libro di Torino, alla presenza di una rappresentanza importante del premio e dello stesso autore. Tra i tanti premi letterari che animano la vita culturale italiana, Parole nel Vento si distingue per la sua attenzione agli inediti, per l’occasione che ogni anno riserva a chi ha il sogno nel cassetto di avere quantomeno un parere autorevole sul proprio lavoro letterario. È un percorso che dura quasi un intero anno. Fin dal momento della pubblicazione del bando infatti, è attivo un portale con un forum sul quale si dibatte e ci si aggiorna sul premio, le sue finalità e gli sviluppi. Alla vigilia della fase finale sono migliaia i contatti avuti tra redazione e partecipanti, i più meritevoli dei quali alla fine ricevono un premio in denaro e vedono inserito il loro lavoro nel catalogo di una casa editrice importante, pubblicato e distribuito in tutto il paese. La serata finale avviene per consuetudine in un borgo della provincia catanzarese, coinvolgendo in tutte e tre le passate edizioni un folto pubblico. Dopo Squillace, Cropani e Stalettì il prossimo anno è la volta di Catanzaro, che ospiterà la tappa finale del concorso e nel contempo la prima di una serie di manifestazioni incentrate sul Premio che toccheranno anche Lamezia Terme e Borgia. Al contrario degli altri anni il Premio si concluderà non in estate, ma in autunno e sarà l’occasione per parlare di letteratura al riparo del clamore dei mesi estivi, ma in una condizione più favorevole alla riflessione e all’approfondimento. Il Premio Letterario Caccuri è nato da una scommessa, fare innamorare una Regione, un Paese intero, di un luogo senza tempo e con tanta storia: Caccuri, al centro della Sila, in Calabria. Il mondo delle nostre attenzioni è quello della scrittura, della letteratura, spesso latitante a questa latitudine. Apparteniamo, noi dell’Accademia dei Caccuriani, con autentico orgoglio a coloro i quali sostengono con forza che la Cultura è il vero motore di qualsiasi popolo, di chiunque abbia desiderio di progredire in ogni direzione. La nostra direzione è quella del risveglio, del rinnovato senso di impegno sociale, culturale, umano. Il desiderio centrale del Comitato organizzatore del Premio Letterario Caccuri è quello di diffondere Cultura dove non se ne fa mai abbastanza, di mettere faccia, reputazione nella più difficile delle imprese: un riscatto agli occhi del nostro Paese. Anche in Calabria, nella poco conosciuta Sila, si può affermare il verbo della sensibilità al sapere, dell’attenzione al mantenimento delle tradizioni locali più nobili. La prima edizione del Premio Letterario Caccuri, sezione saggistica, sotto la sapiente guida di Giordano Bruno Guerri, ha visto sfidarsi tre autori di respiro internazionale: Pino Aprile (vincitore del contest con il volume “Terroni”), Piergiorgio Odifreddi (matematico e saggista di fama mondiale) e Piergiorgio Morosini (Gip di Palermo) e la presenza di ospiti di altissimo rilievo: Alessandro Profumo, Alessandro Laterza, Giovanna Taviani, Albano Carrisi, Annarosa Macrì, Mimmo Gangemi. Sempre a Giordano Bruno Guerri è affidata la Presidenza della Giuria della seconda edizione del Premio Saggistica che si svolgerà a Caccuri il 9 e 10 agosto 2013, che vedrà sfidarsi Oliviero Beha con “Il culo e lo stivale”, Luisella Costamagna con “Noi che costruiamo gli uomini” e Roberto Napoletano con “Promemoria italiano”. L’8 agosto 2013, inoltre, si svolgerà la serata finale delle altre due sezioni del premio: poesia e prosa dialettale e teatro dialettale, entrambe dedicate al poeta locale Umberto Lafortuna. Il Premio Letterario Caccuri: una sfida difficile e gratificante che si muove intorno all’impegno di un centinaio di persone vive, animate da un’ambizione sana, totalizzante, piena. UNA REGIONE PER LEGGERE Premio Letterario Caccuri 39 UNA REGIONE PER LEGGERE 40 Premio Sila ’49 Nel 1949 veniva istituito il Premio Sila, per rispondere alla necessità di ricostruzione culturale, di rinascita materiale e intellettuale di una Italia e di una Calabria uscite dalla guerra e dal ventennio fascista. Nel maggio del 2010, nella città di Cosenza, per iniziativa di Banca Carime nella persona del suo Presidente Andrea Pisani Massamormile, dell’Arcivescovo di Cosenza Mons. Salvatore Nunnari e dell’Avvocato Enzo Paolini, è stata costituita la Fondazione Premio Sila allo scopo di far rinascere il prestigioso premio che vide le sue ultime edizioni negli anni novanta. Il Sila ’49 è tra i più antichi premi letterari italiani (il Bagutta nasce nel ’27, il Viareggio nel ’29, lo Strega nel ’47). Sin dalle sue prime edizioni si collocò nel vivo del dibattito tra correnti letterarie, scoprendo talenti e coinvolgendo nelle Giurie personalità del mondo letterario, fra cui Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Walter Pedullà, Geno Pampaloni, Angelo Guglielmi, Rosario Villari, Angelo Maria Ripellino, Enzo Siciliano, e contribuendo alla scoperta di molti talenti. Fra i tanti della sua lunga storia ricordiamo Luigi Malerba, Rossana Ombres, Franco Cordelli, Franco Basaglia, Vincenzo Cerami, Giuseppe Pontiggia, Vittorio Sermonti, Ottiero Ottieri, Leonardo Sciascia, Mario Tobino, Giorgio Bocca, Ignazio Silone, Michele Prisco. Il Premio rinasce, dunque, con il nome di Premio Sila ’49 per riprendere le fila di un discorso interrotto. Oggi, come allora, si avverte la necessità di stimolare, valorizzare e ridisegnare le mappe della nostra storia letteraria con uno sguardo attento che riaffermi il valore etico della cultura e l’esercizio dello spirito critico. Il concorso letterario prevede due sezioni: “Letteratura” ed “Economia e società” e l’attribuzione di due Premi Speciali. I vincitori della Prima Edizione del Premio Sila ’49 (2012) sono: Valeria Parrella con Lettera di dimissioni, edito da Einaudi, per la Sezione Letteratura. “Il romanzo di Valeria Parrella, nel filone della narrativa civile napoletana, fa di Napoli il teatro e la misura del fallimento delle ambizioni più alte di un’intera generazione, tradita dalla politica e dalla società. La ricchezza della scrittura, dei registri e dei linguaggi, fa del romanzo un’opera complessa e ambiziosa, che spicca nel panorama della letteratura della convivenza che infesta le nostre librerie”. UNA REGIONE PER LEGGERE Roberta Carlini con L’economia del noi, edito da Laterza, “Premio al saggio di Roberta Carlini perché in una Italia pervasa dalla crisi economica, L’economia del noi narra con rigore di esperienze positive di attività economiche organizzate sulla base dell’idea guida del bene comune, piuttosto che su quella, da tempo prevalente, dell’interesse individuale”. Sandro Bonvissuto per Dentro, edito da Einaudi, Premio Speciale della Giuria. “Il romanzo di Sandro Bonvissuto trasforma esperienze chiave della vita del protagonista in altrettanti esercizi spirituali fondati sullo sforzo di mantenere riconoscibile la condizione più alta dell’umanità in situazioni di costrizione e annullamento proprie di alcune istituzioni del paese: il carcere e la scuola”. Un altro Premio Speciale è stato riconosciuto alla memoria di Mario Alcaro. “La sua storia accademica, il suo impegno politico sono concordi nella rappresentazione dell’opera di uno studioso significativamente legato ai temi del mondo meridionale e mediterraneo”. La giuria: Piero Bevilacqua (Storico, Università La Sapienza), Amedeo Di Maio (Economista, Università L’Orientale di Napoli), Francesco Maria Greco (Ambasciatore italiano presso la Santa Sede), Renato Greco (Magistrato, Presidente del Tribunale di Cosenza), Romano Luperini (Critico Letterario, Università di Siena), Marta Petrusewicz (Storica, Università della Calabria), Anna Salvo (Scrittrice, Università della Calabria). Presidente della giuria: Raffaele Perrelli (Latinista, Preside della Facoltà di Lettere, Università della Calabria). Il Premio Sila ’49, diretto da Gemma Cestari e Luca Ardenti, è promosso dalla Fondazione Premio Sila. Il Premio è sostenuto da UBI Banca Carime con il contributo di Provincia di Cosenza e Camera di Commercio di Cosenza. 41 UNA REGIONE PER LEGGERE 42 Progetto Gutenberg Fiera del Libro, della Multimedialità, della Musica Progetto Gutenberg. Fiera del Libro, della Multimedialità, della Musica, nasce nel 2003 e giunge nel 2013 alla sua XI edizione. Viene promosso e implementato, oltre dieci anni fa, dal Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro e dal Preside in carica sino all’estate 2012 Armando Vitale. Esso nasce da una profonda esigenza di innovazione didattica, dalla necessità di aprire la scuola alla cultura nazionale e internazionale, di concepire e usare i libri come riferimento continuo e permanente del lavoro intellettuale di docenti ed alunni, integrando i manuali con la saggistica e il romanzo. Fiera Gutenberg ha collaudato una formula che si è arricchita nel tempo e che è stata via via condivisa da un numero crescente di Istituti Scolastici della Calabria, tanto da consentire la costituzione di una Rete di oltre 40 Scuole di ogni ordine e grado che hanno dato vita, negli ultimi anni, ad una Fiera itinerante (Gutenberg e Gutenberg Ragazzi) nelle principali cittadine della regione. La formula prevede l’individuazione di un tema portante ogni anno. Il tema pervade l’intera attività didattica e sollecita la ricerca di Autori e libri significativi che lo abbiano trattato e svolto nei più vari campi disciplinari e con diverse modalità di scrittura. Il “parco” dei libri e degli Autori sollecita in tutte le scuole coinvolte la formazione di laboratori e gruppi di lettura che istruiscano i testi prima del necessario cimento individuale. I docenti svolgono una significativa azione di tutoraggio; gli studenti si impadroniscono progressivamente dei contenuti dei libri e ne divengono commentatori esperti. Questo è accaduto nei Licei, negli Istituti Superiori, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Negli anni, poi, Fiera Gutenberg si è aperta sempre più al territorio, coinvolgendo genitori, cittadini motivati o anche distanti dal mondo dei lettori, Associazioni, Biblioteche. Il progetto si è articolato sviluppando ogni anno, lungo l’inverno e la primavera, un’intensa campagna di approfondimento dei libri prescelti e di promozione di essi con una ricca campagna di pubbliche Anteprime in cui docenti, allievi, esperti del territorio, semplici cittadini, li discutono allargando progressivamente la cerchia dei lettori e degli appassionati. Le cinque giornate di vera e propria Fiera del Libro si sono sempre svolte a fine maggio a coronamento di un anno di ricerca e di letture. UNA REGIONE PER LEGGERE Nella Fiera conclusiva, che prevede manifestazioni teatrali, musicali, eventi cinematografici, mostre didattiche multimediali, una maxilibreria aperta al pubblico, si sviluppa il confronto tanto atteso con gli Autori. I maggiori protagonisti sono gli alunni che presentano i risultati del loro lavoro e interrogano in modo vivace gli Autori medesimi. In dieci anni sono intervenuti a Fiera Gutenberg circa trecento scrittori, romanzieri, giornalisti, storici, filosofi, scienziati, critici, editori, personaggi sempre di grande prestigio accademico e scientifico, o di ben fondata notorietà. La stampa nazionale ha più volte segnalato l’originalità e la fecondità dell’esperienza calabrese, modello ancora solitario di una Fiera del libro della Scuola e del suo Territorio, che può essere antesignana di esperienze ulteriori in altre aree del paese, contribuendo alla “civilizzazione” e alla diffusione dello spirito di “legalità” di cui l’Italia ha bisogno. 43 UNA REGIONE PER LEGGERE 44 Premi “Rhegium Julii” I Premi Rhegium Julii (narrativa, saggistica, giornalismo, poesia, studi meridionalistici), posti sotto il patrocinio dei Ministeri dei Beni Culturali e Pubblica Istruzione-UniversitàRicerca e della Regione Calabria, si avvalgono annualmente del sostegno di Istituzioni pubbliche e private, quali: il Comune e la Provincia di Reggio Calabria, i Comuni di Bagnara Calabra e Campo Calabro, le Fondazioni Italo Falcomatà e Fortunato Seminara. Il Rhegium Julii, considerato come il “premio meno premio d’Italia”, (i cui vincitori sono stati ricevuti al Quirinale da quattro Presidenti della Repubblica: Pertini, Cossiga, Scalfaro e Napolitano, non si esaurisce in una mera consegna dell’ambito riconoscimento, ma si articola in una serie di iniziative (incontri, convegni, mostre, concerti di musica e danza) che rendono l’iniziativa un punto di riferimento importante nel vasto panorama culturale nazionale oltre che un appuntamento atteso dalla comunità calabrese. Con la sezione internazionale, denominata “Città dello Stretto”, il Rhegium Julii ha realizzato una forte integrazione culturale tra Messina e Reggio, due comunità unite da interessi socio-economici e culturali con un legame che ha rafforzato nel tempo l’antica tradizione di dialogo tra le due città. Un premio, che ha annoverato tra i vincitori ben cinque premi Nobel: Brodskij, Morrison, Walcott, Haeney e Levi Montalcan, ma tende, anche, ad affermare le risorse culturali dell’Area metropolitana dello Stretto, la quale ha in sé le condizioni per sostenere un proprio modello di sviluppo nel processo di avanzamento civile dell’intero Paese. I Premi Rhegium Julii si espandono in un arco temporale che da maggio (Presentazione Salone del Libro di Torino) a dicembre coinvolge un variegato pubblico con iniziative strutturate in modo da costituire ogni volta un evento autonomo e propedeutico: Incontri con l’Autore, Premio Inedito (poesia, narrativa, Premio “Seminara-Opera Prima”, Premio “Nicola Giunta” (poesia in vernacolo), “Premio Internazionale Città dello Stretto” (riconoscimento attribuito ad una personalità della letteratura mondiale), Premio Edito (narrativa, saggistica, giornalismo, poesia, studi meridionalistici), Festival della Letteratura Contemporanea. Una serie di eventi che ha inciso e incide significativamente nel modo di vita dei cittadini calabresi e richiama nell’Area dello Stretto persone e gruppi provenienti sia dall’Italia che dall’estero. Il Tropea Festival “Leggere&Scrivere” è il primo festival di letteratura in Calabria, dedicato al tema della lettura e scrittura in epoca digitale. Il progetto propone uno spazio in cui scrittori, poeti, intellettuali, giornalisti, attori, sceneggiatori, registi, musicisti, si possano confrontare sulla realtà del nostro tempo, tra memoria storica e presente, per indagare le nuove forme di comunicazione sul web, che hanno da tempo abbandonato i tradizionali confini della testualità lineare ed orizzontale, per abbracciare un’idea del testo inteso come esplorazione della selva di notizie ed informazioni che percorrono ininterrottamente la rete, richiedendo un approccio attivo nello scegliere fonti e punti di vista, spazi e tempi da dedicare, in una dimensione che attinge sempre di più al noi che all’io. Il Tropea Festival vuole farsi promotore con il pubblico delle nuove prassi per leggere e scrivere la contemporaneità con l’obiettivo di accrescere la coscienza civica di una nuova cittadinanza attiva. Il festival sviluppa il percorso già tracciato dal Premio Nazionale Letterario Città di Tropea. “Una Regione per leggere” che, sin dalla prima edizione, porta avanti il connubio tra la passione per la lettura e l’amore per un territorio ricco di storia, arte, cultura e tradizioni, proponendo veri e propri itinerari letterari realizzando una grande campagna di promozione della lettura che ha visto in questi anni aumentare gli indici di lettura in Calabria posizionandola al primo posto tra le regioni del Sud. Sei giorni di incontri, dibattiti, reading, performance musicali e teatrali, autori di graphic novels e videogames, mostre fotografiche e arti visive, laboratori di scrittura creativa e collettiva, appuntamenti dedicati ai bambini in età scolare e pre-scolare che si svolgono nello splendido borgo di Tropea e, attraverso gli Itinerari Culturali Vibonesi, è inoltre possibile effettuare percorsi esperienziali con partenza da Tropea, alla scoperta di località e dei beni culturali di Serra San Bruno, Soriano Calabro e Vibo Valentia. In ogni tappa di questi itinerari è prevista una programmazione di appuntamenti a carattere emozionale (audioviaggi, degustazioni, visite guidate, artigianato artistico, tradizioni religiose) nei siti di maggiore rilevanza storica e artistica di queste località. UNA REGIONE PER LEGGERE Tropea Festival “Leggere&Scrivere” 45 Mostre UNA REGIONE PER LEGGERE 48 Codice Romano Carratelli Città fortificate, Castelli, Apprestamenti difensivi e territorio della Calabria Ultra alla fine del ’500 Manoscritto acquerellato cinquecentesco. In folio, legatura coeva in pergamena rigida, titoli manoscritti al dorso, una mancanza al dorso. Si tratta di 99 disegni acquerellati di fattura pregevole a mezza pagina la gran parte con testo illustrativo in elegante grafia cancelleresca dell’epoca agevolmente leggibile. Splendido manoscritto cartaceo acquerellato di straordinaria freschezza di fine ’500 che rappresenta ed illustra il problema della difesa della zona costiera di Calabria Ultra attraverso la raffigurazione delle sue città fortificate, dei suoi castelli, del suo territorio. UNA REGIONE PER LEGGERE In particolare vengono poi riportate le tipologie e le caratteristiche delle torri esistenti individuando, altresì, i luoghi ove era necessario la costruzione di nuove torri per le quali viene redatto il progetto ed indicata la possibile spesa. La rappresentazione delle torri è corredata da note illustrative minuziose e descrittive dei luoghi, dei posti, delle distanze, delle tipologie costruttive, dei torrieri e dei cavallari oltre talvolta accenni ai Signori del posto, a chi ne aveva ordinato la costruzione nonché ai costruttori. L’incarico di realizzare il Codice fu, quasi certamente, per i riscontri visualizzati, una decisione della Amministrazione del Viceré Conte di Miranda (1586-1595). Attraverso la rappresentazione del territorio costiero e del suo stato antropico raffigurato attraverso i 99 acquarelli vengono visualizzate le realtà esistenti e le soluzioni possibili al fine di organizzare un sistema difensivo completo per quello che era il problema più drammatico per i territori rivieraschi e cioè i continui assalti dei pirati moreschi. Da qui una serie di studi e di proposte organiche per 49 UNA REGIONE PER LEGGERE 50 quella che appariva come la soluzione più immediata ed utile per tale problema e cioè la costruzione di torri che garantissero per tutto il Regno l’avvistamento delle flotte turche quando erano ancora in mare per permettere alle popolazioni di mettersi in salvo. In tale ottica assumono rilevanza e vengono rappresentate anche le città fortificate ed i castelli. La scelta strategica di dotare il litorale del regno di un sistema di torri che avevano la funzione di avvistamento è sostanzialmente una scelta politica che si realizza durante il Governo del Viceré Pietro di Toledo (1532-1553). Tale operazione venne perseguita con tenacia e volontà qualche anno più tardi dal Viceré Duca di Alcalà (1559-1575). Il Codice è il risultato di un lavoro lungo condotto in loco con grande professionalità ed assoluta precisione e con riscontri di certa rispondenza sia per le notizie riportate sia per quanto riguarda la rappresentazione dei luoghi. Si tratta concretamente di un codice manoscritto acquerellato, che può datarsi intorno al 1595 destinato a suscitare straordinario interesse in tutti gli studiosi di storia del Mediterraneo, del Regno di Napoli ed ovviamente di storia calabrese e locale, per la sua importanza storica, topografica, geografica e antropologica. I 99 acquerelli sono una scoperta assoluta, quasi fotografica, di un tempo storico di cui non avevamo se non qualche raro ed occasionale disegno e rappresentano pertanto la più antica iconografia di cui può disporre la storiografia calabrese per il territorio costiero, e non solo, della Calabria Ultra. UNA REGIONE PER LEGGERE La carta usata per la realizzazione degli acquarelli è di grande qualità con la filigrana in chiara evidenza. Alcune carte risultano restaurate, con un alone al margine inferiore e qualche fioritura. In ottimo stato di conservazione. Teresa Saeli 51 UNA REGIONE PER LEGGERE Mattia Preti Noli me Tangere Olio su tela, cm 128 x 100. Collezione R. Carratelli I critici che si sono occupati del dipinto, in ottimo stato di conservazione, unanimemente, concordano nel riconoscervi la tela di Mattia Preti detta “Cristo Ortolano che apparisce alla Maddalena”, “dipinto con mezze figure sullo stile del Guercino”, indicato da Bernardo De Dominicis (17421743 vol. III, pag. 375) come facente parte della collezione del napoletano Cavalier Cicala. Il bel dipinto, di assoluto rilievo nel percorso di Mattia Preti, racconta con la contrapposizione delle due figure in forte tensione dinamica ed immerse in una atmosfera misteriosa attraversata da squarci di luce, l’incontro fra Maria Maddalena e Gesù secondo la versione del Vangelo di Giovanni (20,1-8). “Il corpo monumentale viene rappresentato con un realismo caravaggesco di forte drammaticità mentre, sulla destra, la Maddalena viene rappresentata con la testa reclinata, i capelli sciolti e le mani avanzate quasi a dimostrare lo stupore per l’incontro e la gioia per il riconoscimento”. Sapientemente costruita per tagli diagonali la composizione pretiana realizza una grandiosità eroica con un dinamismo vitale “da cui un risultato altamente drammatico”. Gli studiosi sono concordi nel datarla a metà degli anni ’70 del Seicento (Spike 1999, 2004; Leone 2002; Marini 2008), sia pure con qualche slittamento all’interno del periodo Maltese del pittore iniziato nel 1661 e terminato con la sua morte nel 1699 - nel quale è in ogni modo concretamente inserito, come appunto Claudio Strinati che lo vuole appartenente ai successivi altri 80 dello stesso secolo (Rossi 2000; Marini 2008). Fonti Bernardo De Dominicis, Vite de’ pittori..., 1742-1743, III, p. 375. Bibliografia Strinati 1997; Spike in Ceraudo e altri 1999, p. 186 (scheda 48); Spike “Mattia Preti - Catalogo ragionato dei dipinti” 1999, p. 365-366 n. 302; Rossi in Vuolasto 2000, p. 122 (scheda 21); Leone in “Pange Lingua” 2002, pp. 199200-202, fig. 52-242, nota 280; Valentino in Leone 2002, p. 356; Spike 2004, s.s.p.; Marini in Petrucci 2008, pp. 96-97 (scheda 42). 52 UNA REGIONE PER LEGGERE Mostre • Mattia Preti, il Cavalier Calabrese, Convento di S. Giovanni, Catanzaro, 7 luglio-31 ottobre 1999. • L’Arte a Roma e in Italia nell’età dei giubilei dal XVI al XVIII secolo, a cura di S. Rossi, Helsinki 2000. • Il Taglio della Luce, il chiaroscuro di Mattia e Gregorio Preti, a cura di J. Spike, Viterbo 2004. • Francesco Cozza, Gregorio e Mattia Preti. Dalla Calabria a Roma, Catanzaro 2008/09. • Mostra Il Respiro della Sila, Centro Studi Cappella Orsini, Roma 12 aprile-12 maggio 2012. 53 UNA REGIONE PER LEGGERE 54 La scoperta del paesaggio calabrese L’interesse per il paesaggio calabrese nasce, sostanzialmente, con i viaggiatori stranieri che, soprattutto dopo il disastroso terremoto del 1783, cominciarono a scendere in Calabria per verificare le conseguenze del sisma (ma viaggiatori e descrittori erano venuti in Calabria anche prima). Il manipolo di viaggiatori che riuscì a raggiungere il lembo più meridionale della penisola diede vita ad una variante avventurosa (per via dei pericoli e dei disagi) della pratica settecentesca ed ottocentesca del “Grand Tour”, che, in genere, prevedeva comodi spostamenti tra città d’arte. Più in generale, i motivi per cui si partiva per la Calabria erano, a parte gli esiti del terremoto, la ricerca delle vestigia della Magna UNA REGIONE PER LEGGERE Grecia ed una certa curiosità antropologica per popolazioni notoriamente arretrate e semi-selvagge. Ciò non di meno, la gran parte dei viaggiatori restava colpita da un altro elemento della realtà calabrese, il paesaggio appunto. Ciò che del paesaggio calabrese maggiormente stupiva queste persone, che spesso avevano visitato mezza Europa, era il contrasto tra le coste ed i territori montuosi dell’immediato entroterra, la disarmonia e l’eterogeneità delle forme del terreno, la grande varietà degli ambienti naturali, i caratteri del grandioso, del pittoresco e del sublime propri delle vedute e dei panorami. Va ricordato che il 44% del territorio della Calabria è posto al di sopra dei 500 metri di quota, solo il 9% è in piano, e tutto il resto è collina, spesso più tormentata ed impervia dalla montagna. Ciò, nonostante la Calabria sia la terza regione d’Italia, dietro alle due isole maggiori, quanto a perimetro costiero: 780 chilometri. Ma la Calabria, dotata di questo lungo involucro costiero che avvolge una grande estensione di montagne (secondo una caratteristica che, per 55 UNA REGIONE PER LEGGERE 56 altro, a detta dello storico Fernand Braudel, è tipica del Mediterraneo, definito “un mare tra le montagne”), non fa altro che innalzarsi in massicci e altopiani e precipitare in stretti istmi e valli, rendendo le sue stesse sotto-regioni ben distinte l’una dall’altra ed estremamente diverse fra loro. Tanto sia con riguardo alle montagne che alle coste. Tra le montagne, nulla vi è di più diverso che tra il Pollino, l’Orsomarso, la Catena Costiera, la Sila, le Serre e l’Aspromonte, ossia tra i maggiori complessi montuosi della regione: dal punto di vista della morfologia dei rilievi, sotto l’aspetto della natura geologica, per quanto riguarda le componenti botaniche più evidenti, come i boschi. Lo stesso dicasi per le coste, dove è un continuo alternarsi di spiagge e scogliere dalle forme e dalle nature più disparate. Dall’alto Tirreno o Riviera dei Cedri, scendendo man mano per il Golfo di Sant’Eufemia ed il Promontorio del Poro, il Golfo di Gioia Tauro e la Costa Viola. E, sull’opposto versante, a partire dall’alto Ionio o Arco di Sibari, per scendere attraverso il Marchesato ed il Promontorio di Isola Capo Rizzuto, il Golfo Francesco Bevilacqua Con il patrocinio del FAI Calabria UNA REGIONE PER LEGGERE di Squillace ed il Promontorio di Stalettì, sino al basso Ionio ed alla Costa dei Gelsomini. Pochi sono, per così dire, i paesaggi intermedi, che non sono cioè né costieri né montani: il Marchesato, la Valle del Crati, la Valle del Mesima. 57 UNA REGIONE PER LEGGERE 60 Ceramiche di Seminara Forme, miti e linguaggi nelle ceramiche artistiche di Seminara Le ceramiche artistiche in Calabria trovano, nella Città di Seminara, il più alto punto di espressività. Una storia di continuità dell’arte ceramica che, attraversando culture millenarie, ne ha ricavato ricchezza di significati, varietà di funzioni e di forme. Nelle ceramiche di Seminara i contorni della realtà esterna e le barriere della logica vanno in dissolvenza su uno scenario incantato di miti e leggende, di credenze e vissuti provenienti da un mondo che, smantellato dal tempo, ha depositato in abili mani le sue memorie. Il ceramista, artigiano-poeta, le scava con le argille dai terreni locali sino alle radici magnogreche, sino alle impronte di etnie stratificate tra le culture ataviche, alla lunga storia feudale. E, non è dimenticato il presente, che domina sulle superfici smaltate, nei colori brillanti, nei decori vivaci introdotti ad interrompere il predominio dei gialli, dei verdi. Anfore biansate, boccali, brocche, orci a forma di riccio, borracce, lanterne, fiasche antropomorfe, maschere antropomorfe, costituiscono l'universo fittile dei ceramisti Calabresi. Il regno del pignataro è primitivo, selvaggio, ma pieno di anima e sentimento. Per cui, una volta dentro la sua bottega, si dimentica la realtà quotidiana, le ansie, i timori della vita moderna, per immergersi in un mondo di poesia, ricco di grande umanità. L'argilla viene immersa nell'acqua (una volta l'argilla si ricavava dalla fiumara del paese e depurata opportunamente con setacci) indi lavorata sul tornio, e quando a furia di tocchi di dita e di giri di pedali, il pezzo è pronto, viene messo ad asciugare al sole... Dopo qualche tempo i pezzi asciutti vengono introdotti nei forni dove si lasciano cuocere ad una temperatura di 950 gradi. Operazione da ripetere in una seconda cottura, alla stessa temperatura. I colori si ottengono dai metalli, sotto la specie di ossidi o di composizioni più complesse, polverizzati e stemperati nell'acqua: l'ossido di cobalto per le tinte azzurre o celesti, quelli di cromo e di rame per il verde, di ferro per il rosso giallastro, di manganese per le tinte violacee, di nichelio per il bruno, di uranio per il giallo e il grigio. Il giallo si ottiene pure dall'antimoniato di calce e di cromo, il nero dall'iridio ma anche da una miscela di cobalto, ferro e cromo. I pignatari di Seminara hanno risentito in particolare dell'influsso mediterraneo, infatti i loro oggetti rievocano forme popolari che traggono motivi da leggende storiche e rituali magici. 61 UNA REGIONE PER LEGGERE UNA REGIONE PER LEGGERE Essi si ispirano all'arcano, traducendone le successioni in forme grottesche come le maschere “apotropaiche”, dall'aggettivo greco “apotròpaios” (allontanante) e che sta a quantificare tutto ciò che serve ad allontanare o ad annullare un'influenza magica maligna e tenere a distanza, così, i portatori del malocchio dalle case. Così i Babbaluti o i Ricci a forma di bottiglia (simboli che allontanano anch'essi la malasorte), i vasi con maschera, le Quartarelle a quattro maniche, le Cujure o vasi ciambella che raffigurano il sesso femminile nella ricerca della fertilità. I magnifici piatti, con gli scintillanti colori che ricordano tutta la prorompente natura che sublima il senso del bello fino a stordirne la vista. Nei barilotti a forma di pesce si rinnovano simbologie cristiane. Nelle anfore il richiamo ad una grecità mai dimenticata. Le lumiere raffigurano i riti sacrificali e, poi, di preghiera in una Calabria legata alla sua storia e alle sue antiche tradizioni. Le ceramiche artistiche di Seminara rappresentano l'anima di una Terra che vedeva nelle multiformi raffigurazioni del Mito la comprensione della realtà con le sue vere o apparenti contraddizioni, incongruenze e paure. Con la simbologia insita nelle terrecotte, si tentava di schernire il Fato, di tenerlo a bada con tutte le sue malefatte, di anticiparlo nella sua violenza, deridendolo, a volte, perché ne mitigasse la furia devastatrice che trasportava con le jatture, il malocchio, le infertilità che colpivano le donne mal nutrite, o le maledizioni di cui restavano vittime i sacrileghi. L'artigianato delle ceramiche artistiche diveniva, così, una forma di linguaggio comunicativo in cui gli uomini trovavano il senso comune di appartenenza nella buona o cattiva sorte e nelle cose di una vita vissuta con fatica. Santo Gioffrè 62 63 UNA REGIONE PER LEGGERE UNA REGIONE PER LEGGERE 64 Le sculture in vetro di Silvio Vigliaturo Silvio Vigliaturo nasce ad Acri, in Calabria, nel 1949. Giovanissimo si trasferisce a Chieri (TO), dove tuttora vive e lavora. Artista e maestro del vetro di fama internazionale, la sua tecnica è da sempre volta alla ricerca e alla sperimentazione. Dalle prime esposizioni, nel 1977, sino alla recente partecipazione al Padiglione Italia della 54a Biennale di Venezia e all’importante personale del giugno 2012, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il percorso artistico di Vigliaturo si presenta in costante evoluzione. Un cammino graduale e tenace porta l’artista ad affrontare una grande varietà di tematiche con stili e strumenti diversi. L’incontro con il vetro avviene alla fine degli anni ’80 e sfocia nella prima mostra del 1994. Da subito egli adotta un approccio unico e innovativo alla materia che deriva dalla sua instancabile attività pittorica, dando vita a risultati suggestivi e inconfondibili. Il forte impatto visivo delle sue opere scultoree nasce dalla trasparenza dei colori e dall’antinomia tra il peso del vetro e la leggerezza delle forme che egli riesce a foggiare a partire da esso. L’aspetto formale ed estetico delle sue opere è ulteriormente arricchito da un contenuto ricco e profondo, capace di spaziare tra le mitologie occidentali e le emergenze della vita contemporanea, tramutando sculture e dipinti in veicoli di messaggi appassionati che l’artista rivolge al pubblico. UNA REGIONE PER LEGGERE Nel 2006, Silvio Vigliaturo riceve la nomina di testimonial artistico dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino. Nel giugno dello stesso anno, la Città di Acri gli dedica un museo, il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), che ospita una collezione permanente composta da oltre duecento sue opere, tra dipinti e sculture. Nel 2010, la Regione Calabria lo invita quale artista testimonial all’Expo Shanghai. A inizio 2013, prende parte alla mostra Contemporary Glass Sculpture, dell’Orlando Museum of Art, che raccoglie i più importanti artisti del vetro, in occasione dei cinquant’anni del movimento Studio Glass. A partire dal 28 maggio 2013, sarà presente con una sua opera al Padiglione Tibet, in occasione della 55a Biennale di Venezia. 65 UNA REGIONE PER LEGGERE 66 Il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), inaugurato nel giugno del 2006, ospita, in 11 delle sue 30 sale, la collezione delle opere dell’artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo. Si tratta di 237 lavori donati dall’artista alla città di Acri. Le opere sono l’esito di una selezione della produzione di Vigliaturo dal 1961 al 2004 e segnano le tappe fondamentali della sua ricerca artistica, dagli esordi pittorici sino alla raffinata elaborazione delle sue scenografiche sculture in vetro. Le restanti diciannove sale del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del museo, ospitano mostre, incontri, workshop e iniziative didattiche dedicate all’arte contemporanea. Dal 2007 a oggi, il museo ha organizzato oltre 20 importanti mostre, ospitando nei suoi spazi le opere di alcuni dei più importanti nomi dell’arte della seconda metà del Novecento e dell’inizio del XXI secolo: dagli spazialisti Virgilio Guidi e Lucio Fontana, ai maestri dell’informale italiano Vasco Bendini, Piero Dorazio e Remo Bianco, passando per le retrospettive dedicate a Joël Stein, pioniere dell’arte cinetica, Aldo Mondino, poliedrico pittore e scultore, e Fritz Baumgartner, maestro austriaco del segno e del colore, fino alle rassegne dedicate, rispettivamente, al Gruppo degli Otto, che annoverava tra le sue file alcune delle firme più note del Novecento, quali Afro, Giulio Turcato ed Emilio Vedova, e agli artisti torinesi di estrazione poverista: Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Ugo Nespolo e Michelangelo Pistoletto. Ad inizio 2012, Il MACA si è aggiudicato due bandi della Regione Calabria, ottenendo la possibilità di implementare gli sforzi diretti alla promozione dell’arte contemporanea e della cultura sul territorio calabrese, attraverso l’ideazione e realizzazione del MacArtCalabria Project, di cui fanno parte l’importante retrospettiva dedicata al maestro dadaista Hans Richter, tenutasi nell’estate del 2012, la mostra IKB. Iternational Blue Klein, che rintraccia l’eredità delle opere monocromatiche blu del grande artista francese Yves Klein nelle manifestazioni più recenti dell’arte contemporanea, e, non ultimo, il progetto Young at Art, attraverso cui il museo promuove i giovani artisti della scena contemporanea della Calabria. 67 UNA REGIONE PER LEGGERE UNA REGIONE PER LEGGERE 68 Cartoline dalla Calabria La casa editrice Coccole Books, in occasione dei suoi primi 100 libri, ha organizzato un concorso a invito a 13 illustratori dal titolo Cartoline: saluti dalla Calabria. I temi scelti hanno posto l’accento su aspetti di questa regione meno conosciuti al grande pubblico ma non per questo poco importanti. Aspetti culturali, folkloristici e ambientali che rendono questa terra sorprendente, per varietà e ricchezza delle sue risorse. Evitando cliché e luoghi comuni spesso non del tutto veri, Coccole Books ha voluto dare della Calabria un’immagine di valore. Ecco di seguito gli illustratori coinvolti nell’iniziativa e i relativi temi sviluppati, attraverso la realizzazione di una tavola. Le 13 opere, raccolte in una pubblicazione, saranno esposte al Salone Internazionale del Libro di Torino. Federico Appel: la letteratura in Calabria da C. Alvaro a C. Abate; Agnese Baruzzi: Mimmo Rotella; Antonio Boffa: Mattia Preti; Marcella Brancaforte: il Tesoro di Alarico; Anna Laura Cantone: il mare e la pesca; Gianni De Conno: Pitagora; Vittoria Facchini: la cucina e il peperoncino; Anton Gionata Ferrari: il bergamotto e il cedro; Federico Maggioni: Rino Gaetano; Sara Ninfali: territorio e archeologia; Arianna Papini: i giganti di Calabria; Lucia Scuderi: la Fata Morgana; Gek Tessaro: i Parchi Nazionali. UNA REGIONE PER LEGGERE Il bergamotto e il cedro Anton Gionata Ferrari Disegno a china e colore digitale Profuma la corteccia di questi agrumi e salirà nel tuo naso l’odore del mediterraneo, la dolcezza del nostro sole, l’acre sapore della nostra dualità: storie amare e insieme aromi che sanno di paradiso. 69 UNA REGIONE PER LEGGERE Pitagora Gianni De Conno Acrilico digitale Non solo un teorema! Matematica ma anche… scienza, filosofia, politica e alimentazione (era vegetariano). A Crotone fonda la sua scuola, dove l’ignoranza è vista come una colpa dalla quale ci si libera con il sapere. 70 Dio si trovò in pugno 15.000 kmq di argilla verde con riflessi viola (…). Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi. “Quando fu il giorno della Calabria” di Leonida Repaci. UNA REGIONE PER LEGGERE Il mare e la pesca Anna Laura Cantone Digitale 71 Appendice UNA REGIONE PER LEGGERE 74 La tipografia storica in Calabria Mostra a cura di Gilberto Floriani e Giacinto Pisani Aspetti della Stampa in Calabria dal Quattrocento al Settecento La stampa, nata in Germania, a Magonza, tra la prima e la seconda metà del secolo XV, si diffuse rapidamente in Italia, dove essa fu accolta e ampiamente utilizzata. L’Italia fu il primo paese straniero dove gli stampatori tedeschi portarono la loro invenzione. Tra le località europee dove essa fu introdotta, Subiaco viene subito dopo Magonza. In Italia la stampa trovò fertilissimo terreno non soltanto per l’abbondanza delle cartiere, fornitrici della materia prima necessaria alla sua attività, ma, ancora di più, per le favorevolissime condizioni create da quel vasto movimento ideologico artistico letterario che nella seconda metà del Quattrocento, e poi nel Cinquecento, prese il nome di Umanesimo e Rinascimento. Già nei primi dieci anni dopo la sua prima apparizione a Subiaco (1465), la nuova arte raggiunse, qui in Italia, una trentina di centri grandi e piccoli, in maggior parte a Nord di Roma. Tra le prime città dove fu introdotta l’arte della stampa, subito dopo Roma (1467), e Venezia (1469), figura Napoli, centro culturale di primaria importanza, favorito dalle tendenze umanistiche della corte aragonese, essendo sia Alfonso il Magnanimo sia Ferrante d’Aragona protettori dei dotti, amanti dei bei codici miniati e illustrati. A Napoli, dove l’arte della stampa fu introdotta dallo stampatore tedesco Sisto Riessinger, fiorirono, nella seconda metà del Quattrocento, oltre venti tipografie, che produssero circa trecento edizioni. Anche nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia la stampa non tardò a penetrare e diffondersi, anche se il numero delle località dove essa fu introdotta nella seconda metà del Quattrocento resta assai esiguo e di molto inferiore rispetto a quelle a Nord di Roma. Più precisamente, nel Mezzogiorno peninsulare e nelle due isole maggiori, tra il 1471 e il 1498, sono nove le località fornite di tipografie: 3 in Campania (Napoli 1470, Gaeta 1487, Capua 1498), 1 in Abruzzo (L’Aquila 1482), 2 in Calabria (Reggio Calabria 1475, Cosenza 1478), 2 in Sicilia (Messina 1478, Palermo 1478), 1 in Sardegna (1493). La Puglia e la Lucania nel Quattrocento non ebbero alcuna tipografia. La prima opera stampata in Calabria è il Commentarius in Pentateuchum, stampato a Reggio Calabria il 1475, presso la tipografia di Abrahaam ben Garton ben Isaac. A Reggio Calabria spetta pertanto il merito di essere stata la prima città UNA REGIONE PER LEGGERE calabrese ad avere una tipografia, e la prima in assoluto ad avere dato alle stampe un testo in caratteri ebraici. Autore del commento il rabbino Salomone Jarco (o Jarchi), bar Isaac. L’incunabulo porta la data, secondo il computo giudaico, del mese di Adar dell’anno della creazione del mondo 5325, corrispondente a febbraio-marzo 1475 della nostra era. Spetta a Cosenza il merito di avere prodotto il più alto numero di libri stampati in Calabria nella seconda metà del Quattrocento. Prima di entrare nell’esame degli aspetti riguardanti più direttamente l’introduzione della stampa nella città bruzia, è opportuno fare cenno alla situazione politica economica e culturale di Cosenza a metà del secolo XV. Cosenza è nel Quattrocento la più florida città della Calabria. Non solo perché essa, trovandosi allo sbocco di una ricca e vasta area, costituita dalla valle del Crati e dalla Sila, è il più importante mercato agricolo della regione e un centro attivo di affari in cui circola largamente il denaro, ma anche perché, essendo la sede ufficiale del viceré, nonché di alte magistrature regionali e distrettuali, Cosenza attira entro le sue mura uomini e affari da ogni parte della Calabria. “È Cosenza - scrive Ernesto Pontieri - a metà del secolo XV che sovrasta sulle città della regione in rapporto sia al suo libero reggimento che alla sua fiorente economia” 1. Le favorevoli condizioni politico-economiche costituirono in effetti le premesse per un risveglio culturale che doveva, per tutto il ’500, rivelarsi particolarmente felice, fecondo di risultati, e dare a Cosenza una risonanza europea. Per tutto il secolo XVI Cosenza ci si presenta, infatti, come un centro di vita umanistica e culturale che diffondeva, e non per la sola Calabria, ma per tutto il Paese, ed anche fuori di esso, la fama dei suoi maestri. I segni ed i prodromi di questo risveglio si hanno già nella seconda metà del secolo XV. Ci informano le fonti letterarie che già negli ultimi anni del Quattrocento erano attive a Cosenza scuole di eloquenza e di retorica. Tra queste meritano una particolare menzione la scuola sorta per opera di Giovanni Crasso, che ebbe tra i suoi allievi Giovanni Paolo Parisio, l’insigne umanista fondatore dell’Accademia Cosentina, divenuto poi celebre sotto il nome di Aulo Giano Parrasio, e la scuola del marchigiano Tideo Acciarino, sorta sul finire del secolo XV, presso la quale si formarono alcuni dei più insigni letterati cosentini che svolsero la loro attività letteraria tra la prima e la seconda metà del XVI 2. 1 E. PONTIERI, La Calabria a metà del secolo XV e le rivolte di Antonio Centelles, Napoli 1965, p. 87. 2 A. J. PARRASIO, Quaesita per epistolam…, Neapoli 1771, pp. 121122, 353; A. TELESIO, Carmina et epistolae…, Neapoli 1808, p. XV. Sull’argomento vedi: G. CIANFLONE, Giano Teseo Casopero e gli umanisti calabresi e veneti, Napoli 1955; T. CORNACCHIOLI, Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza 1990. 75 UNA REGIONE PER LEGGERE Nel quadro della vita culturale cosentina nella seconda metà del secolo XV un ruolo importante riveste anche la presenza dei Domenicani. Il convento di Cosenza fu sempre riconosciuto dalle autorità dell’Ordine uno dei principali della provincia religiosa di Calabria. Tale importanza gli derivò, in massima parte, dal fatto di essere stato scelto a sede dello “Studium Generale”, istituitovi nel 1525, ma già attivo in città sin dalla seconda metà del secolo XV. Lo “Studium” funzionò indubbiamente come polo di attrazione culturale per la società cosentina, anche per la presenza di una ben fornita biblioteca all’interno della comunità domenicana. Scrive ancora Pontieri a proposito delle presenze culturali in Cosenza nella seconda metà del secolo XV: “Soprattutto Cosenza venne allora in fama di essere il centro più vivo di cultura della regione, ritrovandosi entro le sue mura biblioteche conventuali ben provvedute, ecclesiastici dediti agli studi letterari, uomini di legge, medici (fisici), notari…” 3. È in questo contesto economico - politico e socio - culturale che nasce nella seconda metà del secolo XV la prima esperienza tipografica a Cosenza. Scrive Andrea Lombardi: “Cosenza era in quell’epoca la sede fortunata delle scienze e del buon gusto. Le amene lettere e le severe discipline vi erano coltivate con impegno ed ardore…Cosenza trovavasi in questo stato di floridezza e di cultura, allorché la stampa comparve per la prima volta in Napoli. Non deve quindi recar meraviglia se noi osserviamo ch’ella presto a sé chiamandola, la rivolgesse a suo vantaggio priacché le altre città del regno si avvisassero di trarne profitto” 4. Ad introdurre la stampa a Cosenza, nel 1478, fu Ottaviano Salomonio di Manfredonia. Ben poco si sa della vita di questo tipografo, e ciò che di lui e della sua attività si conosce lo si deduce dall’incipit e dal colophon delle edizioni che egli stesso stampò. Unico dato biografico certo, infatti, è che era di Manfredonia, perché tale notizia si trova espressamente indicata in alcune delle sue edizioni, e precisamente nell’Incipit delle Favole di Esopo, e nei colophon del Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima di Jacopo Campora, del poemetto La Sfera di Gregorio Dati e nei Disticha Catonis, nelle quali edizioni Salomonio si sottoscrive nativo di questa località (“Octavianus Salomonius de Manfredonia”). A differenza di quanto avveniva in quasi tutte le altre città del Regno di Napoli, e generalmente altrove, dove la stampa fu introdotta e praticata da tipografi tedeschi, la nascita a Manfredonia ci dice che il Salomonio fu uno dei pochi tipografi non forestieri attivi nel Regno di Napoli. Oltre questo dato certo, su altre questioni riguardanti la sua biografia 3 E. PONTIERI, op. cit., p. 71. A. LOMBARDI, Discorsi sulla tipografia cosentina, in Discorsi accademici ed altri opuscoli, Cosenza 1836, p.12. 4 76 UNA REGIONE PER LEGGERE non è possibile fornire risposte altrettanto sicure, per cui si può procedere soltanto per ipotesi. Una prima questione riguarda la sua origine. Renzo Frattarolo e Umberto Caldora 5 ritengono che il Salomonio sia di origine ebraica. L’ipotesi, più che su una documentazione, si basa sul nome del tipografo (latinizzazione del nome originale ebraico Shalomon) e sul fatto di un’ampia presenza ebraica nel Quattrocento nell’Italia Meridionale, e particolarmente in Puglia, (ed è noto che in Manfredonia, e in altre città costiere della Puglia, nel ’400 erano particolarmente fiorenti le colonie ebraiche). Notevole, anche se poco nota, fu la parte che gli ebrei dimoranti nell’Italia meridionale nella seconda metà del secolo XV ebbero nella diffusione 5 R. FRATTAROLO, I tipografi meridionali dalle origini al secolo XVIII, Roma 1955, p. 13; U. CALDORA, L’introduzione della stampa in Calabria, “Calabria nobilissima”, 9 (1955), p. 176. 77 UNA REGIONE PER LEGGERE della cultura e, in particolare, nella comprensione della importanza della invenzione della stampa. Per quanto riguarda la Calabria, abbiamo notizie di presenze ebraiche già sin dal secolo XIII, con particolare densità di popolazione nei paesi della provincia di Cosenza 6. La presenza a Cosenza, in quel periodo, di una colonia ebraica fiorente può aver rappresentato per il tipografo un motivo di incoraggiamento a impiantare la sua tipografia nella città del Crati. Occorre comunque tenere presente, a questo riguardo, che, anche se l’origine ebraica può essere ritenuta probabile, e quindi avere influito sulla sua decisione di impiantare una tipografia a Cosenza, i testi che egli stampò sono chiaramente destinati ad un pubblico cristiano. Scrive Traniello in un suo saggio sulla prima esperienza tipografica a Cosenza: “Salomonio può essere stato indotto ad intraprendere l’esercizio dell’attività tipografica anche da motivi legati alla sua eventuale origine ebraica, ma nel suo concreto esplicarsi questa attività non è connotata da nessun carattere proprio di quella cultura” 7. Una seconda questione riguarda la formazione di Salomonio, ossia dove e da chi egli apprese l’arte della stampa. Anche su questa questione non si hanno dati sicuri. Scrive Fava: “Probabilmente egli dovette apprendere in Napoli l’arte del tipografo in una delle molte officine che si stabilirono nella metropoli tra il 1471 e il 1478 (Riessinger, Arnaldo da Bruxelles, Bertoldo Rihing, L. Hohenatein, Mattia Moravo, Enrico Alding) e volle tentar la fortuna e forse anche giovare alla diffusione della cultura, impiantando per il primo una piccola stamperia in una città regia, dove gli studi erano in onore più che altrove, e dove non temeva di avere, come non ebbe, concorrenti” 8. Di opinione diversa sono Umberto Caldora e Paolo Veneziani. Una certa somiglianza del carattere tipografico usato da Salomonio (minore gotico, maiuscolo romano) nella stampa di tutte le sue edizioni con quello usato a Roma da Georg Lauer e dai prototipografi tedeschi Arnold Pannartz e Konrad Sweynheym che introdussero la stampa in Italia, fa ritenere ai due studiosi che Ottaviano Salomonio abbia avuto contatti di apprendistato o comunque di lavoro con l’ambiente degli stampatori romani 9. Terza questione: le ragioni che indussero Salomonio ad impiantare una tipografia a Cosenza. Da alcuni storici co6 O. DITO, La storia calabrese e la dimora degli ebrei in Calabria, Rocca S. Casciano 1916. 7 P. TRANIELLO, Tra marginalità e sperimentazione. Note sulla prima esperienza tipografica cosentina, “Biblioteche oggi”, 1988 (3), p. 72. 8 M. FAVA, La stampa a Cosenza nel XV secolo, “Rivista storica di cultura calabrese”, 2 (1922), p. 4. 9 U. CALDORA, op. cit., pp. 176–177; P. VENEZIANI, Ottaviano Salomonio e la stampa a Cosenza nel secolo XV, “Accademie e biblioteche d’Italia”, XXIV, n.s., 1973, 3, p. 168. 78 UNA REGIONE PER LEGGERE sentini dell’Ottocento si ritenne che l‘impianto fosse stato favorito dal re Ferdinando D’Aragona. Oltre al Capialbi, che non ritiene credibile una tale opinione, perché non documentata 10, decisamente contrario è anche Umberto Caldora. “Noi dissentiamo decisamente da tutti coloro che l’attribuiscono a privilegi aragonesi, al favore di qualche principe o ai bisogni della pubblica amministrazione”. Lo studioso avanza l’opinione che il Salomonio sia stato indotto ad introdurre la stampa a Cosenza a seguito delle sollecitazioni che gli sarebbero provenute da Pomponio Leto noto umanista, e buon conoscitore della situazione meridionale. Pomponio Leto era in ottimi rapporti con il tipografo Georg Lauer, che egli definisce “fidelissimus librorum impressor”, presso la cui tipografia è probabile che Salomonio abbia svolto opera di apprendistato, come sopra abbiamo accennato. Si può pertanto ritenere - scrive Caldora - che Pomponio Leto, giovandosi dell’amicizia con il Lauer, tramite questi abbia indotto il Salomonio ad impiantare una tipografia a Cosenza 11. Secondo Guerriera Guerrieri, sulla venuta del Salomonio a Cosenza potrebbe avere influito la presenza in città dell’Ordine Domenicano, ove si pensi - essa scrive - “che l’Ordine si affermò molto a Cosenza” ed inoltre che alcune delle opere stampate dal Salomonio a Cosenza erano in relazione con l’insegnamento dei Domenicani 12. 10 V. CAPIALBI, Memorie delle tipografie calabresi, Tivoli 1941 (2a ed.), pp. 20-21. 11 U. CALDORA, op. cit., pp. 176-177. 12 G. GUERRIERI, L’arte della stampa in Calabria, “Almanacco calabrese”, 18 (1968), p. 150. 79 UNA REGIONE PER LEGGERE Tobia Cornacchioli, nel suo saggio sulla nobiltà e la borghesia a Cosenza nel secolo XV, ritiene che Salomonio sia stato incoraggiato a introdurre la stampa a Cosenza, sia per le precondizioni materiali che essa offriva all’attività della stampa, costituite dalla presenza di cartiere e orefici, presenza indispensabile per incidere i punzoni e comporre le leghe da colare nelle matrici, e sia soprattutto per la presenza di un ambiente cittadino intellettualmente ricco, per cui la città era considerata un centro di cultura particolarmente importante 13. Pur ritenendo tutte plausibili le singole opinioni sopra esposte, ci sembra assai più probabile la tesi di Nicola Macrì secondo cui la presenza di Salomonio a Cosenza è stata determinata da una serie di circostanze significative: la sicura presenza degli ebrei in Calabria, e in particolare nella provincia di Cosenza; le condizioni economiche della città atte a favorire un sia pur modesto accumulo di denaro per un investimento produttivo; la percezione dell’esistenza di un pubblico almeno potenzialmente interessato a un particolare tipo di produzione libraria; l’esistenza di scuole laiche ed ecclesiastiche; la presenza dell’Ordine Domenicano con il relativo Studio e, abbiamo già detto, con una ben attrezzata biblioteca. Tutte queste circostanze possono aver indotto Salomonio a scegliere la città del Crati come sede della sua attività 14. L’attività del Salomonio a Cosenza fu breve e limitata ad un solo anno. Le uniche date delle sue edizioni si riferiscono al 1478, per cui è da ritenere che già dall’anno successivo il Salomonio non abbia proseguito la sua attività né a Cosenza né altrove. Le cause di questa interruzione, dopo appena un anno di attività, possono essere individuate nella difficoltà di inserire in circolazione, in un contesto geografico periferico, la sua produzione editoriale, difficoltà aggravata, naturalmente, dalla concorrenza portata dalla fiorente industria tipografica veneta oltre che da quella napoletana 15, come risulta da documenti esistenti nell’Archivio Centrale di Napoli e nell’Archivio di Stato di Cosenza. Un documento del 1482 ci informa che in tale anno due mercanti veneziani, Paolo di Giovanni e Alessandro Calcedonio, quest’ultimo noto anche per la sua attività di editore, introducono in città “alcuna quantità di libri a stampa da Venezia” 16. Altro documento della prima metà del Cinquecento dà notizia di Franco Muto e Giovanni Troyano, librai di Cosenza, che inventariavano quattro cassoni di libri provenienti da Napoli, contenenti li13 T. CORNACCHIOLI, op. cit., pp. 212-214. N. MACRÌ, Una pagina di storia calabrese: Ottaviano Salomonio e l’origine della stampa a Cosenza, Tesi di laurea, Università della Calabria, Anno accademico 1983. 15 P. VENEZIANI, op. cit., p. 168. 16 P. SPOSATO, Aspetti della vita economica e commerciale sotto gli Aragonesi, “Calabria nobilissima” VII (1952), p. 211. 14 80 UNA REGIONE PER LEGGERE bri e manoscritti, codici e incunaboli, per procedere poi alla vendita 17. Sono documenti che fanno chiaramente intendere che a Cosenza un’attività di commercio librario dovette esserci già dal XV secolo, e continuò anche nel secolo XVI. È evidente che la piccola stamperia del Salomonio non poteva reggere la concorrenza con il mercato librario della potente Serenissima e nemmeno con quello napoletano. Per cui al Salomonio non rimase altra scelta che chiudere i battenti e porre termine alla propria attività. Prima di fare una breve rassegna delle singole opere quattrocentesche stampate a Cosenza, soffermiamoci su alcune considerazioni che possono contribuire a inquadrare più esattamente e a comprendere meglio le caratteristiche dell’attività tipografica di Salomonio. Osserva Paolo Traniello, nel suo saggio su questa prima esperienza tipografica a Cosenza sopra richiamato 18, che dall’esame della sua produzione tipografica giunta sino a noi, Ottaviano Salomonio appare un tipico rappresentante di quel genere di artigiani di mezzi poverissimi (caratteri sempre eguali), di scarsa erudizione (l’opera Disticha Catonis, l’unica opera scritta in latino, abbonda di errori ortografici), estranei ai grandi circuiti di commercializzazione del libro, che hanno cercato di indirizzare la propria attività dove hanno intravisto qualche prospettiva di accoglienza e di convenienza. Questi limiti iniziali sono ben evidenti nella sua produzione: modestia di presentazione formale del testo, ancora vicino ai più poveri manoscritti, senza alcuna evidenza né dell’autore né del titolo; testi privi di silografie, miniature o altre illustrazioni, salvo una sola eccezione; numero delle righe sempre eguale, 30 per ogni carta (tranne nei Disticha Catonis con 28 righe); uso dei caratteri ridotto al minimo: gotico nelle minuscole, romano nelle maiuscole; mancanza delle segnature; tiratura molto probabilmente assai limitata. Fu appunto l’assenza dei presupposti essenziali di un’attività industriale che costrinse Salomonio alla ricerca di supporti della propria attività. Un esempio evidente di questa ricerca di sostegno lo si può trovare nella composizione della Canzone per la morte di Enrico d’Aragona Governatore della Calabria. Tutta la composizione abbonda di riferimenti ai diversi rappresentanti della casa regnante, alla quale l’autore si rivolge in forma consolatoria, ma - scrive Traniello - con evidenti propositi di captatio benevolentiae. Un supporto alla sua attività che Salomonio tiene certamente presente nelle sue scelte editoriali è l’ordine domenicano, che nella seconda metà del secolo XV andava consolidando la propria presenza a Cosenza. Abbiamo già detto so17 M. BORRETTI, L’arte della stampa e le biblioteche in Calabria Citra, Messina 1939, p. 7. 18 P. TRANIELLO, op. cit., pp. 72 e sgg. 81 UNA REGIONE PER LEGGERE pra che il convento era dotato di una bene attrezzata biblioteca, strumento essenziale per vedere meglio realizzato il ruolo specifico assegnato dagli statuti al convento, che era appunto quello di svolgere una funzione didattico-formativa a favore della gioventù. L’ordine necessitava quindi di libri scolastici adatti per l’insegnamento. In questo senso va interpretata la scelta di Salomonio di pubblicare sia i Disticha Catonis, opera di lettura di uso assai comune nelle scuole del tempo, sia il Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima di Campora, opera ben conosciuta anche nell’Italia settentrionale e ritenuta quanto mai utile per l’insegnamento dei princìpi filosofico-tomistici. “Non stupisce - scrive Traniello - che, nel momento in cui l’ordine domenicano cominciava a porre radici in Cosenza, e conseguentemente, ad acquistarvi potere, Salomonio abbia cercato, prescindendo dalla sua (eventuale) origine ebraica, di procurare un supporto alla propria attività anche in questa direzione” 19. Una connotazione particolare della produzione di Salomonio è che essa è quasi tutta in volgare, ad eccezione dei Disticha Catonis in lingua latina. Si tratta di una percentuale altissima (sei edizioni su sette equivalgono all’85%), di molto superiore alla media nazionale (20%). È da ritenere probabile che in questa scelta di Salomonio abbia influito l’ambiente tipografico romano con il quale pare, come sopra abbiamo detto, che Salomonio, prima di impiantare la propria tipografia a Cosenza, sia stato in stretto contatto. Negli anni, infatti, che vanno dal 1472 al 1478, si stamparono a Roma quattro testi in lingua volgare, e precisamente: il Dialogo dell’anima di Campora (1472); le Favole di Esopo (1475); la Sfera di Dati (1478); Miracoli della Vergine Maria (1478). Per tutti e quattro i testi non è stata riscontrata alcuna dipendenza testuale delle edizioni calabresi da quelle romane. Osserva Traniello: “Non può tuttavia non colpire che, rispetto alle sette edizioni quattrocentesche cosentine, ben quattro opere in volgare recanti titoli identici sono uscite negli stessi anni, o in quelli immediatamente precedenti, dai torchi romani” 20. Come si desume da quanto scrive lo stampatore Giovanni Filippo De Lignamine, in una premessa delle sue opere, la scelta in favore delle opere in volgare rispondeva allo scopo di destinare questo tipo di opere “indoctis viris et, si fas est tantum dicere, mulierculis quoque”, di raggiungere, cioè, mediante la stampa delle opere in volgare, una fascia di lettori più ampia, ivi comprese le donnette del popolo. Se è del tutto probabile che Salomonio abbia tratto ispirazione per la propria produzione libraria in volgare da esperienze dell’ambiente tipografico romano, di cui egli stesso era stato forse testimo19 20 82 P. TRANIELLO, op. cit., p. 73. P. TRANIELLO, op. cit., p. 77. 21 UNA REGIONE PER LEGGERE ne, diverse comunque da quelle dei tipografi romani furono le sue prospettive e le sue finalità. Dedicando la sua produzione editoriale pressoché interamente alle opere in volgare, intento del Salomonio non fu tanto quello di raggiungere una fascia di lettori più ampia, come si proponeva il De Lignamine, quanto piuttosto quello di corrispondere alle esigenze di lettura di un pubblico già educato all’uso del volgare, un pubblico portatore di interessi di lettura, in un certo senso nuovi e diversi da quelli di tipo umanistico, e che può essere individuato nella borghesia emergente e nella nuova categoria di lettori alfabetizzati per opera delle scuole laiche ed ecclesiastiche: un pubblico, in sostanza, che cercava i libri per svago, cultura di base, devozione, apprendimento scolastico. La produzione editoriale di Salomonio intendeva, in sostanza, essere funzionale a questo tipo di pubblico e a questo tipo di esigenze di lettura. Concludendo, si può convenire con Traniello il quale scrive che, con la tipografia di Salomonio a Cosenza,“ci troviamo di fronte evidentemente a un’esperienza tipografica minore, chiaramente marginale e periferica, rispetto al quadro globale e ai centri maggiori di sviluppo della stampa nel Quattrocento; un’esperienza segnata tuttavia da tratti capaci di renderla, nonostante tutto, originale” 21. Originalità costituita, anzitutto, dalla capacità di aver saputo dar vita, in un ambiente geografico periferico, caratterizzato comunque da vivacità nella vita economica e sociale, e da fermenti già attivi nella vita culturale, ad un esperimento di produzione libraria, anche se ancora segnato da precarietà e limitatezze. Originalità, inoltre, per avere, a differenza di quasi tutte le altre tipografie allora operanti in Italia, tentato l’applicazione di questo suo programma di produzione libraria non soltanto su testi della letteratura volgare, assolutamente lontani dai generi della letteratura umanistica e classica allora dominanti, ma su testi ancora più popolari, come le Canzoni e i Miracoli, segnati da un influsso linguistico dialettale. Di Ottaviano Salomonio si conoscono sino ad oggi sette edizioni a stampa, per un totale di dieci esemplari: 1. AESOPUS, Fabulae, tradotte dal latino in italiano da Fazio Caffarelli di Faenza; 2. CAMPORA, Jacopo, Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima; 3. MAURELLI, Giovanni, Canzoni in morte di Enrico d’Aragona; 4. DATI, Gregorio, La Sfera; 5. Piramo e Tisbe; 6. Disticha Catonis; 7. Miracoli de la biata Virgine Maria. P. TRANIELLO, op. cit., p. 79. 83 UNA REGIONE PER LEGGERE I criteri cui hanno fatto riferimento studiosi e bibliografi per l’attribuzione delle predette edizioni ad Ottaviano Salomonio sono sostanzialmente due: a. sottoscrizione presente nelle edizioni stesse; b. attribuzione fatta sull’esame dei caratteri tipografici usati. Rientrano nel primo gruppo quelle edizioni che nell’Incipit o nel colophon portano la sottoscrizione del luogo e della data di stampa, del nome e cognome dell’autore. Esse sono: 1. AESOPUS, Fabulae; 2. CAMPORA, Jacopo, Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima; 3. DATI, Gregorio, La Sfera; 4. Disticha Catonis; Le rimanenti edizioni, e cioè: 1. MAURELLI, Giovanni, Canzoni in morte di Enrico d’Aragona; 2. Piramo e Tisbe; 3. Miracoli de la biata Virgine Maria; sono state attribuite a Salomonio sulla base di un esame tipologico dei caratteri. Passiamo ora ad una breve rassegna delle singole edizioni. 1. AESOPUS, Fabulae in italiano, tr. Fazio Caffarelli L’incunabulo contiene 63 favole. La più lunga è la sessantunesima De cive et equite ed occupa 4 carte (8 pagine) laddove le altre occupano una sola carta (2 pagine). L’opera si presenta ispirata a fini moralistici e d’insegnamento, come è detto esplicitamente nel testo: “Questo libretto… e assimiglato ad// uno orticello: lo quale 84 UNA REGIONE PER LEGGERE germina & produce// fiore cum fructi… pero che lo fiore ha in sé bellezza: et lo fructo ha sapore de utilitade”. Del traduttore delle Favole si hanno poche notizie. In alcuni testi conservati presso la Biblioteca Comunale di Faenza, città natale del Caffarello, questi viene presentato come notaio e cultore di lettere, noto appunto per la sua traduzione delle Favole di Esopo. 2. MAURELLI, Giovanni Canzoni in morte di Enrico d’Aragona Governatore della Calabria È una dolente elegia in morte di Enrico d’Aragona, governatore della Calabria, figlio spurio di Ferrante e della sua amante, la sorrentina Diana Guardati, morto nel castello di Terranova il 21 Novembre 1478. Autore dell’elegia è il cosentino Joanne Maurello, il quale con questi versi cortigiani ci ha lasciato una delle più antiche testimonianze della letteratura calabrese. La lingua usata è infatti un misto di voci dialettali e di lingua italiana; la struttura dell’opera segue le forme metriche dell’ottava siciliana e della terza rima. “Certamente - scrive Franco Mosino - si conservano altri testi più antichi del volgare calabrese, ma si tratta di atti documentari e non di testi letterari” 22. Il componimento appartiene a quel genere di poesia popolare che, traendo le sue origini dalle antichissime nenie e dai canti latini per la morte dei generali romani, ebbe un notevole sviluppo nel medioevo. È diviso in quattro capitoli. Nel pri22 F. MOSINO, Per il quinto centenario di un antico testo calabrese 1478 – 1978, “Historica”, XXXI (1978), p. 171. 85 86 UNA REGIONE PER LEGGERE Ottava del primo capitolo c.1r A lagrimari viio che incomenza tutta Calabria, cha be’ lla la spirona la morte che fo l’ultima partenza che fezi donnu Errico de Ragona. Lagnasi e doli, ca si vidi senza de lu suo specchio e luminosa cona chi s’adorava e maxime Cosenza, che tanto tempo la guberau bona. UNA REGIONE PER LEGGERE mo l’autore porta la notizia della morte di don Enrico nella corte di Ferrante I. Nel secondo invita tutte le donne cosentine a piangere con Madonna Polissena, la vedova del defunto. Nel terzo si rivolge ai cortigiani afflitti per la morte del loro signore perché essi se ne dolgano più degli altri. Nel quarto l’autore si rivolge a tutta la Calabria, e in particolare a Cosenza, perché piangano notte e jorno il loro buon marchese. Il testo di questo incunabolo è stato pubblicato integralmente nel 1888 da Erasmo Percopo, con adeguato commento storico, linguistico e letterario, anche se manca tuttora una edizione critica in senso moderno 23. Antonio Altamura lo ha ripubblicato nel 1947 con l’aggiunta di una breve nota linguistica 24. Riportiamo qui di seguito le prime ottave del primo e del terzo capitolo, nella interpretazione che ne ha dato Antonio Altamura: Ottava del terzo capitolo c. 3r O donne de gran statu e gran segnure povere, riche, vidue e maritate, cum l’ochi susperando tutte l’ure d’onne stasune, lo verno e la state; piangiti tutti, pi doglie e dolure, a donno Errico, si aviti pietate de la mugliere afflitta et figlie scure chi su’ rimase in tante adversitate. 3. CAMPORA, Jacopo Dialogo dell’origine e dell’immortalità dell’anima Tra i libri stampati da Ottaviano Salomonio, il Dialogo di Campora è certamente quello che ha maggiori pretese dotte rispetto a tutti gli altri in quanto in esso vengono esposti ar23 E. PERCOPO, La morte di Don Enrico d’Aragona. Lamento in dialetto calabrese (1478), “Archivio storico per le province napoletane”, XIII (1888), fasc. I, pp. 130-160. 24 A. ALTAMURA, Un incunabolo di dialetto calabrese, “Archivio storico per la Calabria e la Lucania”, XVI (1947), pp. 21-32. 87 UNA REGIONE PER LEGGERE gomenti di teologia, di filosofia, di teorie pseudo-scientifiche. L’opera è concepita in forma di dialogo tra Jacopo, l’autore dell’opera, e Giovanni di Marcanova quale destinatario del Dialogo che pone precise domande all’inizio di ogni capitolo. La risposta fornita da Jacopo costituisce la materia del capitolo. L’opera del Campora fu stampata la prima volta a Roma per Filippo de Lignamine il 1473, ristampata poi a Venezia il 1477, e poi a Cosenza nel 1478. Finalità generale di tutta l’opera è quella di trattare l’argomento dell’origine e dell’immortalità dell’anima, riportando le opinioni degli scrittori cristiani e dei filosofi antichi. Della filosofia antica il più citato è Aristotele. Altri autori dell’antichità citati nel Dialogo: Platone, Galieno, Macrobio, Porphireo, Empedocle, Erodoto, Diogene. Come è stato già osservato sopra, pubblicando a Cosenza il De immortalitate animae del Campora, un’opera piuttosto diffusa nell’Italia settentrionale, come risulta dalle tre edizioni anteriori a quella del Salomonio, stampate a Roma, a Vicenza e a Milano, ma ancora sconosciuta al Sud, Salomonio era sicuro di dare alle stampe un’opera molto gradita all’Ordine Domenicano, non soltanto perché scritta da un domenicano, ma soprattutto per gli argomenti di filosofia e di teologia che essa trattava. 4. DATI, Gregorio, La Sfera L’Indice generale degli incunaboli riporta ben tredici edizioni di quest’opera, di cui quattro anteriori a quella del Salomonio, e fra queste quella stampata a Roma da Giovanni Filippo de Lignamine il 1472. Per quanto riguarda l’autore dell’opera, negli esemplari manoscritti l’attribuzione è incerta tra Gregorio e il fratello Leonardo. Gregorio Dati fu autore di una Storia di Firenze e di un libro segreto che contiene memorie familiari e notizie su vicende contemporanee. Leonardo fu autorevole esponente dell’ordine domenicano. L’IGI attribuisce l’opera a Gregorio Dati, e a questa attribuzione si attengono studiosi e bibliografi che si sono occupati dell’argomento. Il poemetto è a carattere didascalico ed ebbe buona diffusione alla fine del Quattrocento, come è confermato dalle numerose edizioni manoscritte e a stampa. L’opera non ha pretese scientifiche ma piuttosto divulgative. La Sfera è considerata la figura perfetta più di ogni altra. Similmente alle cose eterne, essa non ha né principio né fine. Nella descrizione che l’autore fa dei pianeti il sole si discosta da tutti gli altri per la bellezza e lo splendore della sua luce. Il sole più di ogni altra stella dà al mondo l’idea di Dio. In sostanza, tutta l’impostazione del poemetto è nettamente cristiana. 88 Per tutto l’Ottocento, e sino alla seconda metà del secolo scorso, gli incunaboli stampati a Cosenza da Ottaviano Salomonio noti a bibliografi e studiosi erano soltanto quattro: Aesopus, Fabulae; Jacopo Campora, Dell’immortalità dell’anima; Gregorio Dati, La Sfera; Giovanni Maurelli, Canzoni in morte di Enrico d’Aragona. L’incunabulo Piramo e Tisbe è stato descritto per la prima volta nel quarto volume dell’Indice Generale degli Incunaboli delle biblioteche d’Italia (Roma, 1965) e segnalato dallo studioso inglese Dennis E. Rhodes in un articolo pubblicato nel 1967 sulla rivista “Calabria nobilissima” con il titolo: Il quinto incunabolo calabrese 25. Piramo e Tisbe è una novella orientale, resa famosa dalla narrazione che ne ha fatto Ovidio nelle sue Metamorfosi. Nella versione ovidiana Piramo e Tisbe sono due giovani bellissimi che abitano vicino e si innamorano. Contrastati nel loro amore, i due giovani fuggono dandosi appuntamento presso una statua che stava vicino ad alberi di candidi gelsi e ad una fresca fontana d’acqua. Tisbe giunge prima, però, essendosi imbattuta in una leonessa con la bocca lorda di sangue, fugge, perdendo un velo che aveva con sé. Giunge poi Piramo, vede il velo macchiato di sangue, crede che Tisbe sia stata sbranata dalla leonessa e si uccide. Gli spruzzi di sangue della ferita di Piramo tramutano il colore dei gelsi da bianco in rosso. Tisbe ritorna poi sul luogo dell’appuntamento, vede Piramo morto e si uccide anch’essa. E da allora - narra Ovidio - i gelsi che prima erano candidi conservarono il loro colore scuro. Il testo stampato da Salomonio segue la novella così come viene narrata da Ovidio senza però contenere alcun riferimento ai gelsi che cambiano colore da bianco in nero. Si deve a Paolo Veneziani la segnalazione di due incunaboli di cui in precedenza studiosi e bibliografi non avevano avuto alcuna conoscenza. Scrive Veneziani: “Ancora i compilatori del Catalogo degli incunaboli del British Museum e il Rhodes, in uno dei suoi articoli sulla stampa nell’Italia meridionale apparsi su La bibliofilia conoscevano solamente i primi quattro che erano già conosciuti da più antichi, e certo meno documentati bibliografi; il quinto (Piramo e Tisbe) veniva descritto per la prima volta nel quarto volume dell’Indice Generale degli Incunaboli delle biblioteche d’Italia. Questo ristretto numero di edizioni cosentine viene ora incrementato in misura proporzionalmente notevole dall’aggiunta di altre due edizioni, [Disticha Catonis e Miracoli de la Vergine Maria] completamente sconosciute, possedute UNA REGIONE PER LEGGERE 5. Piramo e Tisbe 25 D. E. RHODES, Il quinto incunabolo cosentino, “Calabria nobilissima”, XXI (1957), pp. 51-55. 89 UNA REGIONE PER LEGGERE 90 l’una dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, l’altra dalla Fardelliana di Trapani”. Fermiamo ora la nostra attenzione su questi ultimi due incunaboli cosentini. 6. Disticha Catonis I Disticha Catonis costituiscono una raccolta di sentenze morali, in coppie di esametri, attribuita a Catone, ma in realtà di ignoto autore, messa assieme a partire dal III secolo a. C. Fu molto apprezzata nel Medio Evo e nella seconda metà del Quattrocento se ne stamparono decine di edizioni. La più antica edizione fu stampata ad Utrecht nel 1470. La più antica edizione italiana è quella stampata a Caselle nel 1477. Altra edizione è quella stampata da Mattia Moravo a Napoli attorno al 1480. L’edizione cosentina di Salomonio sarebbe pertanto la seconda edizione stampata in Italia. L’Indice Generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia e il Gesamtkatalog der Wiegendrucke, rispettivamente ai numeri 2606 e 637, segnalano un’altra edizione, recante con il testo latino anche la versione italiana, stampata a Roma dal tipografo tedesco Iohan Schuren nel 1475, che sarebbe quindi la più antica stampata. L’opera si apre con una serie di brevi precetti diretti da un maestro ad un discepolo designato con l’appellativo di “fili carissime”. Segue quindi una serie di esametri latini raccolti in distici, suddivisi in quattro parti. La prima parte contiene una serie di ammaestramenti morali relativi al comportamento verso se stessi e verso gli altri, mentre nella seconda parte il maestro dà al discepolo alcuni consigli per quanto riguarda gli autori e le letture che egli deve prediligere. Viene raccomandato Virgilio per quanto riguarda l’apprendimento dei culti agresti. Si consiglia invece la lettura di Lucano per la conoscenza delle guerre di Roma contro Cartagine, e la lettura di Ovidio per chi desidera imparare ad amare servendosi dei libri “discere amare legendo”. Nella terza parte si riprendono i consigli morali della prima parte, con un’accentuazione di toni negativi e mordaci verso la moglie: “Coniugis iratae tu noli verba timere// Instruit insidias lacrimas du(m) femi(n)a plorat”. Il passo si conclude con l’esortazione ad amare i genitori, e soprattutto la madre. L’ultima parte contiene una serie di consigli relativi all’uso del denaro alla moderazione nelle spese, con la considerazione che al denaro va anteposta la salute. Si legge a c. 5. r.: “Cu (m) fueris locuples corpus curare meme(n)to//Eger dives habet nu(m)mos sed no(n) h(a)(b)et ipsum”. Ultimo consiglio in chiusura dell’opera: l’esortazione ad arricchire con lo studio le proprie conoscenze: “c. 7 r. Cu(m) 7. I miracoli della Vergine Maria Dei Miracoli della Vergine Maria si conservano, manoscritte e a stampa, diverse raccolte. L’Indice Generale degli incunaboli delle biblioteche italiane segnala ben ventisei edizioni a stampa dei Miracoli, di cui tre soltanto anteriori a quella cosentina, e cioè le due stampate a Venezia nel 1475 e nel 1476, e quella stampata a Milano nel 1477. “La raccolta stampata a Cosenza - scrive Veneziani - è però diversa da tutte le altre stampate nel secolo XV… È redatta in dialetto calabrese e presenta carattere e stile nettamente popolari, nonostante l’attribuzione a San Bernardo, sia nella intonazione del racconto sia nella morale che lo sconosciuto raccoglitore vuole trarre dai miracoli e nel sentimento che intende suscitare: commozione e meraviglia e fervore di fede” 26. L’edizione cosentina comprende la narrazione di 69 miracoli. Dalla narrazione dei miracoli narrati emerge una serie di gruppi sociali, che vanno dai cavalieri alle donne devote, dai mercanti ai monaci ai giudei, ciascun gruppo presentato con proprie caratteristiche e connotazioni. Nel miracolo “E uno cavaleri facto monaco” si narra di un cavaliere nobile e ricco, che un bel giorno decide di entrare in convento. Ne riportiamo il testo integralmente. “No cavaleri riccho et nobile p(e)r divocio(n)i// lassao q(ue)sto sec(o)lo et i(n)trao allordi(n)e de ci//stella. & quisto no (n) sapia licteri li monaci si vir//gognavano multo chi uno nobile ho (mo) cussi// fussi reputato layco et dioto p(er) la quale cosa// li donaro uno bono maystro si p(er) ventura potisse uno poco imparare et sucta quista ocasi//one ip(s)o potissi conversare cu(n) li monaci, ma ad dimorando tempolongo quello maistro ni//una altra cosa ly potia imarare ssi no quisti doi paroli. Ave maria veramente quiste due// parole no(n) cessava dichere.allo fine quisto fo// morto et fu sepelito nello cimiterio cu lialtri// fr(at)i et ecco che supra allo monime(n)to de qui//sto crescere. uno bellissimo giglo et in czas//ca uno fogla uta scripto ave maria a l(itte)re de// oru & videndo li monachi cussi gran miracu//lo in comme(n)zaro ad cavare la ti(trr)a de quillo se//pulcro & videro chi la radice de lu giglo es//sia da la bucca de quillo morto compresero// adunca chi per la gran devocione che ipso a//via nelle predicte parole.deu luvole dotare// de tanto miraculo.deo gra (tia)s”. 26 UNA REGIONE PER LEGGERE tibi co(n)ti /n)gerit studio cognoscere multa// Fac discas multa et vita nescire doceri”. È questa l’unica opera in lingua latina stampata dal Salomonio, e ciò fa ritenere che essa era destinata ad un pubblico scolastico in grado di leggere il latino. P. VENEZIANI, op. cit., p. 166. 91 UNA REGIONE PER LEGGERE Cessata l’attività di Salomonio, bisogna arrivare all’ultimo o al penultimo decennio del secolo XVI per ritrovare l’arte della stampa a Cosenza e in Calabria. Da parte degli scrittori calabresi si riteneva che la ripresa dell’attività tipografica in Calabria fosse da assegnare all’anno 1592 con la stampa del poema De bis recepta Parthenope di Giovanni Battista Cantalicio. A spostare di alcuni anni indietro l’anno della ripresa intervenne una diversa indicazione di Vito Capialbi il quale, nel 1818, in una sua comunicazione fatta ad Andrea Lombardi, Presidente dell’Accademia Cosentina, segnalò 27 l’esistenza di due pubblicazioni edite a Cosenza, ambedue del 1587, senza però poterne indicare i tipografi: De venenati humani corporis dignitione e De Peste, ambedue di Giacomo Puderico, filosofo e medico cosentino. Pur accettando l’indicazione del Capialbi, resta comunque certo un fatto, e cioè che per oltre un secolo, e precisamente per 109 anni (1478-1587), la Calabria rimase priva di tipografie, pur essendo questo un periodo ricco di vita culturale per la regione. Se, comunque, per un così lungo periodo l’attività tipografica restò assente in Calabria, fu invece ben presente l’attività del commercio librario, come ci viene testimoniato da una serie di documenti archivistici riguardanti Cosenza. Già sopra, abbiamo richiamato un documento conservato nell’Archivio di Stato di Napoli dal quale si rileva che nel febbraio del 1482 i mercanti veneziani Paolo di Giovanni e Alessandro Calcedonio importavano a Cosenza libri a stampa dalla loro città. Da altro documento, anch’esso già citato sopra, apprendiamo che nel marzo 1540 Franco Muto e Giovanni Troyano, esercitavano il commercio librario, vendendo libri e manoscritti pregevoli provenienti da Napoli. Un documento del 7 dicembre 1572 ci dà notizia di un elenco di libri redatto dal Commissario della Gran Corte della Vicaria, il quale si era recato nella bottega libraria di Giovanni Simone de Midea, sita in Cosenza nella piazza San Tommaso, per procedere al sequestro dei libri a causa dei debiti del titolare. Vi compaiono testi di filosofia (Aristotele, Avicenna, San Tommaso d’Aquino), classici latini (Metamorfosi di Ovidio); libri religiosi, di geografia e di varia cultura 28. Ancora, a proposito di commercio librario, Leonardo Angrisano, che ritroviamo come editore di libri stampati a Cosenza tra il 1593 e il 1597, esercitava anche l’attività di libraio, come risulta dall’inventario della sua bottega conservato nell’Archivio di Stato di Cosenza, dal quale apprendiamo che questa bottega disponeva di una dotazione libraria abbastanza cospicua (oltre mille settecento volumi comprendenti opere di 27 V. CAPIALBI, op. cit., p. 21. ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, Aspetti del circuito librario del cosentino nei secoli XVI e XVII, Mostra documentaria, Cosenza 1998, Sezione II, p. 10. 28 92 CINQUECENTO • Cosenza 15 SEICENTO: 110 edizioni, così distribuite per località: • Cosenza 63 • Reggio Calabria 6 • Monteleone 23 • Scigliano 12 • Soriano 5 • S. Nicola di Vallelunga 1 UNA REGIONE PER LEGGERE vario argomento) 29. Emerge, quindi, in questo periodo, di assenza, o anche di scarsa presenza dell’attività tipografica in Calabria, la figura del libraio, a conferma di una circolazione di testi provenienti dall’esterno molto più cospicua e assai più richiesta della produzione interna. Ritornando al tema dell’attività tipografica in Calabria dopo il lungo periodo di assenza, appare evidente, in base alla produzione libraria a tutt’oggi conosciuta, che gli sviluppi della stampa in Calabria, nei secoli XVI, XVII e XVIII furono abbastanza modesti. Attenendoci alla ricostruzione effettuata nella prima metà dell’Ottocento da Vito Capialbi 30, ripresa in tempi più recenti, con alcune aggiunte per gli anni 1608, 1648, 1657 e 1659, da Guerriera Guerrieri 31, le edizioni stampate nel ’500, ’600 e ’700, furono complessivamente 130, così distribuite per secoli e per località: SETTECENTO: 5 edizioni così distribuite per località: • Cosenza 3 • S. Marco 1 (Stamperia volante) • Paola Catanzaro Scilla 1 (Stamperia volante) Come è facile constatare dai dati sopra riportati, si tratta di una produzione libraria statisticamente del tutto irrilevante, se si considera che, per il solo Cinquecento, le stamperie che operavano allora nelle località italiane produssero complessivamente tra 46.000 e 56.000 nuove edizioni. Pur nella esiguità della produzione libraria complessiva di questo periodo, il secolo in cui più si stampò in Calabria, nei secoli XVI - XVIII, fu il Seicento. Oltre che a Cosenza, nuove stamperie furono impiantate in questo secolo a Reggio Calabria, a Monteleone, a S. Nicola di Vallelunga, a Soriano, a Scigliano. È Cosenza, comunque, la città che negli 29 V. M. EGIDI, Inventario della bottega del fu Leonardo Angrisano a Napoli, librario editore in Cosenza, “Calabria nobilissima”, 1950, nn. 1-2, pp. 39-46. 30 V. CAPIALBI, op. cit., pp. 11-75. 31 G. GUERRIERI, op. cit., pp. 159-163. 93 UNA REGIONE PER LEGGERE ultimi anni del Cinquecento, e poi nel corso del Seicento, espresse un’attività tipografica in qualche modo più fiorente e produttiva, sia per la durata che si prolungò per oltre un secolo, (dal 1587 al 1690), anche se con frequenti periodi in cui i torchi restarono inoperosi, sia per i tipografi che vi lavorarono in questo periodo, come viene specificato nell’elenco sottostante, sia infine per alcune edizioni di particolare interesse storico biografico e bibliografico su cui ci soffermeremo più avanti. In base alla produzione libraria conosciuta, lavorarono a Cosenza, dal 1592 al 1690 i tipografi qui di seguito indicati: 1. Domenico Contarini 2. Antonio Riccio 3. Luigi Castellano, da solo 1592 1593 1594 - 1595 - 1599 1601 - 1602; 1605 4. Leonardo Angrisano, (edit.?) 1595 - 1596 5. L. Castellano e L. Angrisano 1593; 1597 6. Andrea Riccio 1595; 1610 - 1613 1615 7. Francesco Cappa 1620 8. Ambrogio di Giuseppe 1630 9. Gio B. Moio e Francesco Rodella 1645 - 1647 10. Giovanni Battista Russo, da solo 1648 - 49; 1656 -57 1665 - 66; 1669 1671 - 73 11. Gio. Battista Russo 1654 - 59 e Gio. Battista Moio 1662 - 64 12. Gio. Battista Moio 1650; 1660 13. Roberto Mollo 1680 14. Basilio Lombardo 1689 15. Domenico Mollo 1690 A spiegare la maggiore operatività dell’attività tipografica cosentina, rispetto a quella delle altre città calabresi, oltre al peso della tradizione scrittoria, già attiva a Cosenza sin dal sec. XIII, dovette anche influire una maggiore attenzione del governo della città verso l’arte della stampa. Le testimonianze archivistiche esistenti nell’Archivio di Stato di Cosenza ce ne danno conferma. In data 14 marzo 1590 i sindaci dei nobili e degli onorati della città di Cosenza da una parte, Giacomo Frero da Venezia e Marco Imparato da Napoli, procuratori di Giovanni Domenico Contarini veneziano, dall’altra, asseriscono che “per beneficio, utile ed ornamento” della città si era deciso “portare la stampa in Cosenza et stampare opere in la detta città et farci la cartere come per detto decreto appare”. Il decreto stabiliva un compenso di ducati venticinque annui per il fitto della casa, la franchigia altresì della farina e di quella del maldinaro. Gli stampatori, da parte loro, dovevano man- 94 UNA REGIONE PER LEGGERE tenere la stampa in città per dieci anni continui, farvi una cartiera e vendere la carta ad un grano. Pertanto Marco Imparato promette di portare la stampa a Cosenza entro un mese dalla stipulazione del contratto e impiantare entro un anno la cartiera 32. Né il contratto rimase lettera morta, perché proprio Domenico Contarino il 1592 stampò il poema De bis recepta Partenope di Giovan Battista Cantalicio, come ci viene attestato dall’esemplare conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi 33. Altra convenzione intesa ad assicurare la permanenza della stampa in città è quella del 6 aprile 1604. Si costituiscono davanti al notaio Fabio Cicala e Vincenzo Scattarati, rappresentanti del governo della città, e Aloisio Castellano stampatore in Cosenza. Il Castellano asserisce di avere esercitato la stampa in città quattro anni in più rispetto all’accordo stipulato con Giovanni Domenico Contarini con atto del 14 marzo 1590. Preso atto di ciò i suddetti rappresentanti confermano l’accordo con il Castellano perché continui nel suo esercizio per altri dieci anni, a cominciare dal 1600, promettendo l’esenzione dal pagamento di varie gabelle e una somma annua per il fitto della casa ove lo stampatore svolgeva la propria attività 34. Oltre le pubbliche amministrazioni, come a Cosenza, altra istituzione che nel Cinque e Seicento, in Calabria, guardò con occhio attento e in diversi modi al fenomeno della stampa fu la Chiesa: intervenendo direttamente nell’impianto di nuove tipografie in diverse località della Calabria; esercitando il suo controllo nella stampa e nella diffusione dei libri; servendosi ampiamente di questo nuovo strumento per dare maggiore diffusione agli scritti di natura religiosa e ecclesiastica. “Vescovi e capi di comunità religiose - scrive la Guerrieri - o membri di cospicue famiglie vollero far fremere i loro torchi per dar lustro alle loro diocesi o ai loro conventi o anche per far stampare scritti propri o di loro congiunti” 35. Promotore dell’impianto della stamperia a S. Nicola di Vallelunga fu l’abate Giovanni Giacomo de Martino che per realizzare questo suo intendimento chiamò i tipografi Giovanni Battista Russo e Domenico Jezzo ai quali diede l’incarico di stampare i suoi Consilia in tre parti, di cui fu stampata però soltanto la prima parte, perché l’iniziativa durò un solo anno. Parimenti a Soriano l’impianto della stamperia è da attribuirsi all’operosità del frate Domenico De Sanctis, già priore del Convento di Soriano, il quale, nell’opera di restaurazione del convento distrutto dal terremoto, volle inserire 32 ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, op. cit., Sezione III, p 13. D. E. RHODES, The early bibliography of Southern Italy, I, Cosenza “Bibliofilia”, LVII (1954), pp. 105-106. 34 ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, op. cit., p. 13. 35 G. GUERRIERI, op. cit., p. 154. 33 95 UNA REGIONE PER LEGGERE anche l’attività della stamperia. Anche a Scigliano la tipografia fu impiantata per volere di Giovanni Jacopo Palemonio, vescovo di Martirano che, preferendo risiedere a Scigliano anziché nella sede vescovile, fece venire da Roma le attrezzature necessarie, impiantando la tipografia nel palazzo vescovile. La tipografia cessò di funzionare alla morte del vescovo nel 1692. Oltre che per promuovere l’impianto di singole tipografie, la Chiesa nel Cinque e Seicento si occupò della stampa anche per regolarne l’attività, emanando disposizioni nei suoi atti sinodali in materia di vendita e di impressione dei libri. Un intervento della Chiesa cosentina in tal senso si ebbe nelle costituzioni sinodali cosentine del 1592 dove, in un apposito capitolo dal titolo “De librorum usu, librariis et impressoribus librorum”, si davano disposizioni dirette a frenare gli abusi cui davano luogo i librai vendendo libri vietati e gli stampatori stampando opere ritenute immorali o comunque proibite dalla Chiesa. Nel sinodo del 1634 della Diocesi di Mileto un intero capitolo intitolato “De librorum impressione ac venditione” contiene disposizioni cui librai e stampatori dovevano attenersi nella vendita e nella stampa dei libri. Qualche anno più tardi, e precisamente nel 1663 e nel 1672, anche la Chiesa reggina non mancò di far sentire la propria presenza in questa materia. Nel sinodo del 1663 si legge: “Si guardino allo stesso modo i librai e i bibliofili, sotto pena della perdita dei libri, a non esporre in alcun modo i libri da vendere, se non prima abbiano mostrato un indice dei libri e non abbiano ottenuto la licenza del nostro Vicario Generale”. Ancora più restrittive le disposizioni che si leggono nel sinodo del 1672: “…I librai poi che al tempo del mercato siano venuti in questa città per vendere i libri o in altro luogo della nostra diocesi si siano accostati ad esercitare il mestiere di librai, non osino assolutamente esporli in vendita se non abbiano avuto, prima, conosciuto e sottoscritto l’indice dei libri del Nostro Vicario generale...”. E per quanto riguarda gli stampatori: “A nessuno sia lecito stampare libri profani o anche sacri, e di qualsiasi genere si appellino, grandi o piccoli, o permettere che si stampino se non prima intervenga la nostra autorizzazione oppure quella del nostro Vicario Generale stesa per iscritto” 36. Come appare evidente dai testi sinodali sopra riportati, anche in Calabria, come del resto in altre parti d’Italia, librai ed editori vengono posti sotto stretta sorveglianza e vincolati, nella vendita dei libri, all’Indice dei libri proibiti, che, infatti, è presente nelle botteghe dell’epoca, come risulta da documenti d’archivio del tempo pervenuti sino a noi. Da un atto notarile del 2 ottobre 1664, conservato nell’Archivio di stato 36 CL. CAVALIERE, I Segni Ignoti, La nascita del libro in Calabria tra sperimentazione e marginalità (1475-1713), p. 233. 96 37 38 UNA REGIONE PER LEGGERE di Cosenza, contenente l’inventario del defunto Francesco Rotella, libraio e stampatore veneziano, residente a Cosenza, si apprende che nella bottega di libri del Rotella erano presenti numerosi testi di carattere giuridico, filosofico, religioso, storico, e tra questi l’Indice dei libri proibiti 37. La Chiesa è anche ampiamente presente nella produzione libraria di questo periodo. È questo un punto centrale nell’analisi della stampa in Calabria nel Cinque e Seicento. Premettiamo intanto che, se spostiamo la nostra attenzione dal dato quantitativo, cui sopra abbiamo fatto riferimento, a quello qualitativo, si constata che anche sotto questo aspetto la produzione editoriale calabrese in questo periodo riveste carattere sostanzialmente minoritario. Ciò che emerge, infatti, è il carattere fortemente localistico della produzione, sia che si tratti di scritti di autori locali, laici o ecclesiastici, sia che si tratti di opere, prevalentemente di carattere religioso, legate a figure ed eventi locali. Scrive Claudio Cavaliere a questo proposito: “La produzione calabrese si rivela di autoconsumo, con scarsi o nulli rapporti con l’esterno (tranne la Sicilia e Messina in particolare), che ha scarso interesse ad allargare i confini della propria attività, tutta chiusa nel particolarismo intimistico” 38. Prevalenti sono soprattutto, nella produzione locale di questo periodo, gli scritti di argomento religioso ed ecclesiastico. È questo un dato che si riscontra nelle singole località. Sono presenti, quindi, in larga maggioranza, panegirici, prediche, commenti alla Sacra Scrittura, Sinodi diocesani, istruzioni vescovili, regolamenti e storie di monasteri, vite di santi e beati, meditazioni, dispute religiose, orazioni funebri. Se ne trae la conclusione, come dicevamo sopra, che, più di ogni altra istituzione, più della scuola che è sostanzialmente assente dalla produzione libraria calabrese di questo periodo, fu soprattutto la Chiesa a servirsi della stampa per la diffusione dei propri scritti. Si verificò sostanzialmente in Calabria una situazione in un certo senso inversa rispetto a quanto avveniva allora in Italia e tanto più in Europa rispetto al Quattrocento e ai secoli precedenti. Nella produzione libraria nazionale ed europea la parte dei libri religiosi continua a rimanere ancora abbastanza alta, però, nell’aumento generale della produzione, la percentuale di questi libri rispetto all’insieme della produzione editoriale andò via via registrando un netto regresso. Nella produzione tipografica calabrese del ’500 e ’600 sono ancora i libri di carattere religioso che mantengono una netta preponderanza su quelli di diverso argomento. In questo quadro dell’editoria calabrese, nel suo complesso minoritaria e marginale rispetto all’editoria nazionale, ARCHIVIO DI STATO DI COSENZA, op. cit., Sezione II, p. 10. CL. CAVALIERE, op. cit., p. 242. 97 UNA REGIONE PER LEGGERE qualche buona opera, di carattere storico, biografico, letterario e scientfico certamente non manca. Segnaliamo tra queste l’Adamo caduto, di Serafino della Salandra, stampato a Cosenza il 1647, presso la tipografia di Giovanni Battista Mojo e Francesco Rodella, su cui esiste l’antica questione della possibile utilizzazione dell’opera da parte del poeta inglese John Milton come una delle fonti del suo capolavoro Il Paradiso perduto. Di notevole interesse biografico è l’Oratione funebre recitata agli Accademici Cosentini in morte di Bernardino Telesio di Giovanni Paolo Aquino, stampata a Cosenza il 1596, presso la tipografia di Leonardo Angrisano, opera certamente apologetica, ma tuttavia fonte preziosa di dati sulla formazione e sulla personalità di Bernardino Telesio, e sul prestigio di cui il filosofo godeva in città per la sua capacità e la sua saggezza. L’Orazione, pubblicata nello stesso anno della messa all’Indice dell’opera di Telesio, va vista soprattutto come un attestato delle fedeltà ideologica che il nutrito gruppo di uomini di cultura legate all’Accademia manifestava nei confronti del filosofo scomparso ormai da sette anni. Biografia molto sobria nella forma e nella narrazione è la Joachim Abbatis et Florensis Ordinis Chronologia, di Giacomo Greco, stampata a Cosenza il 1612 presso la tipografia di Andrea Riccio. Biografia, questa, della vita e dell’opera di Gioacchino da Fiore, assai apprezzata dagli studiosi, perché l’autore, un monaco cistercense, assicurava di aver ricavato i dati della sua biografia dai codici del suo cenobio, e di avere in particolare fatto uso delle memorie dello stesso Gioacchino e di una raccolta di miracoli gelosamente conservata anch’essa nel vecchio convento 39. Il volume è interessante anche sotto l’aspetto illustrativo: esso presenta un ritratto di Gioacchino da Fiore e molte iniziali, delle quali alcune silografiche, altre con ornamentazione tipografica. Testi di valore documentario non secondario sono le costituzioni sinodali sopra richiamate, tenutesi tra il 1592 e il 1672, stampate rispettivamente a Cosenza, a Reggio Calabria e a Monteleone, fonti di primaria importanza per le notizie che questi scritti ci forniscono sulla vita ecclesiastica e religiosa in Calabria tra Cinque e Seicento. Meritevoli di segnalazione sono Le istorie delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar di Cordova, detto il gran Capitano, tradotte in lingua Toscana dall’Incognito A. C. (Accademico Cosentino), di Giovan Battista Cantalicio, stampate a Cosenza per Luigi Castellano il 1595, poi ristampate il 1597 presso Leonardo Angrisano e Luigi Castellano. Opera storicamente interessante, questa del Cantalicio, per il contributo di conoscenza che essa fornisce sulle 39 E. BUONAIUTI, Gioacchino da Fiore. I tempi, la vita, le opere, Cosenza 1984, pp. 115-116. 98 UNA REGIONE PER LEGGERE guerre tra Francia e Spagna in quel periodo. Sertorio Quattromani, che ne fu il traduttore, così ne scrisse in una sua lettera: “Il libro di Monsignor Cantalicio de i fatti del Gran Capitano è degno veramente di molta loda sic/, perché contiene in sé molte parti, che convengono a perfetta historia, ma più sarebbe da commentare, se egli si fusse ingegnato con l’aiuto di alcuni suoi amici di purgarlo di alcuni errori, che vi sono incorsi, et che scemano in parte la bellezza dell’opera” 40. Nel settore della poesia meritevoli di segnalazione sono l’edizione cinquecentesca cosentina Rime del Sig. Cosimo Morelli gentiluomo cosentino, stampate a Cosenza, presso la tipografia di Andrea Riccio il 1595, di imitazione petrarchesca, e l’edizione seicentesca monteleonese La Cilla, favola pastorale di Marcello Giovanetti di Ascoli, stampata il 1636 presso la tipografia di Giovanni Battista Russo, definita dal Crescimbeni “non poco leggiadra e vaga”. In campo più propriamente scientifico, oltre ad alcuni buoni trattati di medicina, sono da menzionare due trattati di argomento fisico e astronomico, di Alfonso Borrelli, ritenuto, come ci riferisce Capialbi, tra i migliori matematici e fisici del secolo XVII: De motibus naturalibus a gravitate pendentibus liber e Historia et meteorologia incendii Aetnei anni 1669, ambedue stampati a Reggio, presso la tipografia di Domenico Ferro il 1670. Di quest’ultimo libro così scrive il Capialbi: “Egli quindi fa una topografica descrizione dell’Etna, brevemente riferisce gli antichi e recenti incendi, e si distende sull’ultimo… e si dimostra in tutto penetrante osservatore della natura” 41. Quest’ultimo libro, oltre che per i contenuti, è anche pregevole per una tavola incisa in rame da un tal Francesco Donia, in cui è riprodotto l’Etna con i suoi dintorni, che indubbiamente serve ad abbellire e a rendere più interessante questa edizione reggina. Nel Settecento la Calabria ripiombò in una pressoché assoluta inesistenza di attività tipografica, se si considera che, delle tre uniche edizioni cosentine, quella del 1713 è senza l’indicazione del tipografo, mentre sull’autenticità dell’autore e del tipografo delle due edizioni del 1712 il Capialbi esprime forti dubbi 42. Per quanto riguarda le edizioni di S. Marco e di Paola Catanzaro e Scilla, stampate il 1750, si trattò di un’attività tipografica del tutto occasionale, prodotta dalla cosiddetta “Stamperia volante”, quindi senza alcun carattere di stabilità. Per tutta la seconda metà del Settecento non si hanno 40 SERTORIO QUATTROMANI, Lettera all’Assiderato Academico Cosentino (1595) in Scritti, a cura di F. Walter Lupi, Rende 1999, p. 126. 41 V. CAPIALBI, op. cit., p. 17. 42 Ibidem, p. 23. 99 UNA REGIONE PER LEGGERE notizie di libri stampati in Calabria. Scrive Capialbi su questo forte declino della stampa in Calabria nel ’700: “Niuna sicura e certa memoria ci resta delle tipografie calabresi nel secolo XVIII; né saprei indovinare la causa onde le medesime furon dimesse, se non vogliasi ritrarre dalle vicissitudini politiche, alle quali fu esposto il regno ne’ primi lustri di tal secolo, e dalla nuova forma dato allo stato dall’immortal Carlo III di Borbone, per la quale, riconcentrate nella Capitale le case magnatizie, e i Baroni più doviziosi del suo dominio, le provincie andaron soggette a sensibil diminuzione di traffico e rigiro di capitali, e a non picciol rallentamento, direm così, di spirito municipale e particolaristico, essendosi tutta la nobiltà e il fior della nazione agglomerati attorno al trono”. E poi aggiunge: “Che che ne fosse l’origin vera di tal privazione, sta indubitato che le Calabrie non videro, nel tempo di cui parliamo, officine tipografiche, e qualche edizione, che col nome di Cosenza o di Polistina vedesi insignita, reputar la dobbiamo di data finta, e in Napoli impressa” 43. Bisognerà poi arrivare al decennio napoleonico (18051815) per trovare nuove stamperie in Calabria, impiantate, per disposizione governativa, in ogni capoluogo di provincia, per la stampa degli atti ufficiali, e ritrovare finalmente, nel 1807, un libro nuovamente stampato a Cosenza, presso la tipografia di Francesco Migliaccio, di provenienza napoletana. Giacinto Pisani 43 100 Ibidem, p. 7. COSENZA <ARCIDIOCESI> Constitutiones, et decreta edita in synodo dioecesana Consentina prima. Quam reverendis. D. Ioannes Baptista archiepiscopus Consentinus Habuit anno MDXCII, die XVIII Octobris in Ecclesia Metropolitana. Consentiae: Apud Aloysium Castellanum et Leonardum Angrisanum Socios, 1593 /2/ 58 c.; 4° Segnatura A2 – O2, p Impronta: s.i- r.du ema. gule (3) 1593 (A) Carta manoscritta prima del frontespizio. - Sul frontespizio: Figura del Cristo dolente entro cornice quadrata con attorno lo scritto: Ecce homo qui tollit peccata mundi. (Cosenza, Biblioteca Civica, Raccolta Salfi 2641/1) UNA REGIONE PER LEGGERE Edizioni del Cinquecento e del Seicento 101 UNA REGIONE PER LEGGERE CANTALICIO, GIOVANNI BATTISTA Le historie de monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di Civita di Penna, et d’Atri, delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando di Aylar, di Cordoua, detto il Gran Capitano, tradotte in lingua toscana dall’Incognito Academico Cosentino. A richiesta di Gio. Maria Bernaudo In Cosenza: Per Luigi Castellano,1595 [8],86,[ 18] c.; 4° Segnatura: a2, A2 - Z2, Aa2 - Bb2,¶2 - Ɨ2 Impronta: noto 2.om heri dare (3) 1595 (A) Marca tipografica sul frontespizio. - Altra marca tipografica in fondo al testo, dopo il registro. - Iniziali ornate. Fregi ornamentali. Traduttore dell’opera: Sertorio Quattromani (Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 44) 102 UNA REGIONE PER LEGGERE D’AQUINO, GIOVANNI PAOLO Oratione di Gio. Paolo D’Aquino in morte di Berardino Telesio philosopho eccellentissimo agli academici cosentini. In Cosenza: Per Leonardo Angrisano, 1596 43 p., [2] c. ; 4° Segnatura: A2-, F2 Impronta: e,to leti nas- grun (3) 1596 (A) Marca tipografica sul frontespizio. - Lettere iniziali ornate. (Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 75) 103 UNA REGIONE PER LEGGERE CANTALICIO, GIOVANNI BATTISTA Le historie de monsignor Gio. Battista Cantalicio, vescovo di Civita di Penna, & d’Atri. Delle guerre fatte in Italia da Consaluo Ferrando de Aylar, di Cordoua, detto il gran capitano, tradotte in lingua toscana dall’Incognito Academico Cosentino. A richiesta di Gio. Maria Bernaudo. Nuouamente corretta, & ristampata. In Cosenza: per Leonardo Angrisano, e Luigi Castellano, 1597 [In fine] In Cosenza: ad instanza di Enrico Bacco libraro in Napoli, 1597. [5], 100 c.; 8° Segnatura: A4 - L4; M2 Impronta: Dora tom- e.an mepo (3) 1597 (A) Marca tipografica sul frontespizio. - Iniziali ornate. Carta prima del frontespizio con annotazioni manoscritte. Traduttore dell’opera: Sertorio Quattromani (Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 21) 104 UNA REGIONE PER LEGGERE GRECO, GIACOMO Joacchim Abbatis et Florensis Ordinis Chronologia. Fratre Jacobo cognomine Graeco Syllaneo Cisterciensis Ordinis & Sacrae Theologiae magistro et eiusdem Ordinis in Provincijs utriusquae Calabriae, & Lucaniae Praesidente auctore In Cosenza: per D. Andrea Riccio, MDCXII 259 p. ; 4° Segnatura: A2 - Z2; AA2 - KK2 Impronta: o-us i.cō a.re timo (3) 1612 (R) Stemma vescovile sul frontespizio. - Iniziali ornate. Fregi ornamentali. - Annotazioni manoscritte sul frontespizio. - Nell’interno: ritratto di Gioacchino da Fiore inciso in legno. - Legatura in pelle non restaurata. (Cosenza, Biblioteca Civica, Raccolta Salfi, 3902) 105 UNA REGIONE PER LEGGERE COSENZA <ARCIDIOCESI> Constitutiones Sinodales Ab Illustrissimo et Reverendissimo D. Alphonso Castilioneo Maurello Archiepiscopo Cusentino /sic/ sancitae, et publicatae in eius prima dioecesana synodo habita Dominica secunda post Pascha, quae fuit dies XXX Aprilis M.D.C.XXXXV in Metropolitana Ecclesia. Cusentiae: apud Cl. Conjug. Jo. Baptista de Moijo, et Franciscum Rodella,1645 89 p.; 4° Segnatura: A2 –K2 Impronta: n-e- u.ae. era. grte (3) 1645 (A) Stemma vescovile sul frontespizio. – Iniziali ornate. Fregi ornamentali. - Annotazioni manoscritte sul frontespizio. - Paginazione imperfetta. (Cosenza, Biblioteca Civica, Raccolta Salfi, 2641/3) 106 UNA REGIONE PER LEGGERE SERAFINO DELLE GROTTAGLIE Le lettere scritturali con le postille politiche. Parte prima [e seconda]. Con l’aggiunta anche nel fine dell’aforismi politici decati [sic] all’Eccellentissimo Signore D. Ferdinando Alarcone de Mendozza Settimo Marchese della Valle Siciliana, e di Rende, e Capitano della Cavalleria nel Regno di Napoli. Opera appartenente alla politica togata, e militare, non meno curiosa, che fruttuosa a principi, a guerrieri, a superiori, a sudditi, del Padre F. Serafino dalle Grottaglie lettor di sacra theologia e già custode de’ Riformati di San Francesco. In Cosenza, Nella Stamparia di Domenico Mollo, M DC LXXX 303 p. ; 4° Segnatura: Ɨ2 ȿ2, A2 –Z2, Aa2 – Pp2 Impronta: dimo a,ti i,i, T’T’ (3) 1680 (R) Fregi ornamentali. (Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 1097) 107 UNA REGIONE PER LEGGERE PALEMONIO, GIOVANNI GIACOMO Degli affetti, e dell’ornamento dell’oratione libri due composti da Gio. Iiacomo Palemonio vescovo di Martirano… In Scigliano - Diano: nella Stamperia Vescouale, 1681 115,193 p.; 4° Segnatura: A2 – O2, P ;A2 – Z2; a2 Impronta: iemi a,e, lala peri (3) 1681 (A) Annotazioni manoscritte sul frontespizio. - Le due ultime pagine in cattivo stato di conservazione. (Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 3) 108 UNA REGIONE PER LEGGERE PALEMONIO, GIOVANNI GIACOMO Divinorum et humanorum de fide liber ex Joanne Jacobo Palaemonio Episcopo Martiranensi… Sciliani.Typis episcopalibus, Impressore Mario Barone Romano,1681 [4] c., 233 p., [10] c. ; 8° Segnatura: A4 - Q4 Impronta: etet e-it t.s- dePo Iniziali ornate. – Fregi ornamentali. (Cosenza, Biblioteca Civica, Antichi e Rari, A 142) 109 UNA REGIONE PER LEGGERE 110 La prima opera stampata in Calabria Šelomoh ben Yiṣḥaq Peruš ʽal Torah [Commento al Pentateuco] St. De Rossi 1178 Reggio Calabria, Avraham ben Garṭon ben Yiṣḥaq 18 febbraio 1475, [118?] cc., in folio Il prezioso incunabolo rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, l’unico esemplare, pressoché integro, che si conservi al mondo del primo libro stampato in ebraico con data certa. Un frammento di sole due carte è custodito al Jewish Theological Seminary di New York (Rare Book Room). L’edizione uscì il 18 febbraio 1475 (10 adar 5235) a Reggio Calabria dai torchi dell’israelita Avraham ben Garṭon e fu patrocinata dai ricchi mercanti di seta reggini (Amram 1909, p. 24). Molto poco si conosce di lui. Forse viveva nel quartiere ebraico della città, che diede il nome a porta della Giudecca. Il volume contiene la seconda edizione, dopo quella romana databile tra il 1469 e il 1473, del commento al Pentateuco (Peruš ʽal Torah) del noto erudito e talmudista Šelomoh ben Yiṣḥaq detto Rashi (1040-1105), di Troyes. Il testo è censurato con cancellature e reca sul verso dell’ultima carta la nota manoscritta del censore Domenico Irosolimitano (ca. 1550-1650). L’etichetta originaria sul contropiatto testimonia l’appartenenza della copia all’eccezionale biblioteca personale dell’abate piemontese Giovanni Bernardo De Rossi (1742-1831), che insegnò lingue orientali nella facoltà teologica dell’Università di Parma dal 1769 al 1821. La raccolta, una delle più importanti al mondo di manoscritti e stampati ebraici, fu acquistata nel 1816 da Maria Luigia d’Austria per farne dono alla Regia Bibliotheca Parmense; è ricca di 1432 codici, molti dei quali splendidamente miniati, e di 1442 volumi a stampa; ad essi si aggiungono 6 manoscritti siriaci, 34 arabi, 8 persiani, 1 turco, 2 armeni, 1 iberico, 1 malabarico, 2 cinesi, 2 yddish, oltre a manoscritti greci, latini, italiani, spagnoli, russi e polacchi. L’acquisizione della straordinaria raccolta derossiana e “l’intensa attività del De Rossi come studioso e bibliografo, collazionatore di manoscritti con le varie lezioni della Bibbia e attento indagatore della tipografia ebraica delle origini” sono stati da ultimo indagati da Andrea De Pasquale, che nel 2009 ha dedicato una monografia ai libri ebraici e orientali della Biblioteca Palatina di Parma. UNA REGIONE PER LEGGERE A proposito dell’interesse del De Rossi per il libro a stampa, “precoce esempio italiano di indagine bibliologica”, De Pasquale riporta le parole dello stesso De Rossi: “[...] Io avea già fatte da varj anni delle premurose e straordinarie ricerche di tutte le edizioni ebraiche del XV secolo, e avea avuto il vantaggio non solo di acquistare ad onta della estrema loro rarità quasi tutte quelle che si conoscevano, ma anche di scoprirne molte altre totalmente ignote ai precedenti bibliografi ebrei e cristiani”. E ancora: “[...] sono stato bastantemente felice nelle mie ricerche e ne’ miei viaggi di acquistarne la serie quasi intera di queste edizioni antiche di somma rarità e di molte più esemplari” (De Rossi 1809, pp. 33-34, e p. 49 trascritte rispettivamente in De Pasquale 2009, p. 65, nota 9 e p. 16). È il caso del nostro incunabolo. Negli Annales della tipografia ebraica del XV secolo pubblicati nel 1795 Gian Bernardo De Rossi sottolinea la rarità della copia scoperta alcuni anni prima - definendola extremae raritatis editio, bibliographis hucusque omnibus, Judaeis ac Christianis, ignotissima -, ne descrive la mancanza di due o tre carte e racconta della 111 UNA REGIONE PER LEGGERE perdita di un secondo esemplare, trovato pochi mesi prima, in questo caso integerrimum, caduto nelle acque del Po adverso casu negligentiaque latoris. Il prezioso volume conservato in Palatina, in folio, attualmente di sole 115 carte, è mutilo in principio, con la carta iniziale e la finale integrate dal restauro. La legatura moderna in cuoio recupera il dorso della legatura settecentesca, con titolo, dati editoriali e fregi impressi in oro. Bibliografia De Rossi 1795, pp. 3-5; Amram 1909, p. 24; Tamani 1973, p. 270, n. 63 (con bibliografia precedente); Tesori 1990, p. 57 (scheda di Nice Ugolotti Serventi); Exoticis linguis 2009, p. 125 (scheda di A. De Pasquale). Amram 1909 = David Werner Amram, The Makers of Hebrew Books in Italy, being chapters in the history of the hebrew printing press, Philadelphia, Julius H. Greenstone, 1909. De Pasquale 2009 = Andrea De Pasquale, I fondi ebraici e orientali della Biblioteca Palatina di Parma, in Exoticis linguis. Libri ebraici e orientali della Biblioteca Palatina di Parma, Parma, MUP, 2009, pp. 9-68. De Rossi 1795 = Gian Bernardo De Rossi, Annales Hebraeo-typographici sec. XV descripsit fusoque commentario illustravit Joh. Bernardus De-Rossi [...], Parmae, ex Regio Typographeo, 1795. De Rossi 1809 = Gian Bernardo De Rossi, Memorie storiche sugli studj e sulle produzioni del dottore G. Bernardo De-Rossi prof. di ling. orient. da lui distese, Parma, dalla Stamperia imperiale, 1809. Exoticis linguis 2009 = Exoticis linguis. Libri ebraici e orientali della Biblioteca Palatina di Parma, Parma, MUP, 2009. Tamani 1973 = Giuliano Tamani, Inventario degli incunaboli ebraici della Biblioteca Palatina di Parma, “La Bibliofilia”, LXXXV (1973), pp. 239-281. Tesori 1990 = I tesori della Palatina: mostra bibliografica, Biblioteca Palatina, 21 settembre-14 ottobre 1990, Parma, Biblioteca Palatina, 1990. Grazia Maria De Rubeis 112 Indici UNA REGIONE PER LEGGERE 114 Indice dei nomi ABATE Carmine 23, 25, 26 ABRAMO Paolo 28 AGNELLO HORNBY Simonetta 24 AGRESTI Giovanni 22 AJÒ Enrica 31 ALBERTAZZI Giorgio 16 ALETTI Giuseppe 24 AMARELLI Pina 18 ANDREANI Monia 26 APRILE Pino 24, 27 AZZARIO CHIESA Maria Paola 20 BAGNOLI Sante 20 BARCA Fabrizio 30 BARRETTA Elisa 32 BELPOLITI Marco 17 BELTRANO Davide 18 BEN MHENNI Leena 30 BENNATO Eugenio 24 BENVENUTO Rocco 28 BERTIZZOLO Gabriella 17 BEVILACQUA Francesco 21 BIANUCCI Piero 21 BIRNBAUM Elyahu 27 BONAZZI Gianni 21 BONOMI Simonetta 30 BORGOGNO Mita 28 BOSCARINO Angelo 21 BOSSI FEDRIGOTTI Isabella 27 BOZZO Mario 25, 30 BRANCA Giusva 17 BRUNIALTI Nicola 31 BRUNO Egidia 28 BRUNO GUERRI Giordano 16, 27 BUBBA Angela 23 BURDESE Roberto 28 BUTTAFUOCO Pietrangelo 24 CACCAMO Michele 32 CALABRESE Caterina 31 CALABRÒ Corrado 27 CALAMBRONE Maria Grazia 32 CALBI Antonio 28 CALIGIURI Mario 16, 27, 30, 32 CAMBRIA Adele 25 CANNATÀ Nino 21, 24 CAPELLINI Lorenzo 28 CAPPELLI Vittorio 21 CARDINALE Ugo 16 CARDINI Franco 20 CARDONE Lucia 26 CARPINO Maria Teresa 31 CASILE Giuseppe 27 CAVALCANTI Ottavio 28 CERAMI Vincenzo 27 CIMINO Carmela 24 CROCETTI Nicola 24 CUCINELLA Mario 20 CUCUZZA Michele 20 CUTERI Francesco Antonio 27, 32 D’AGOSTINO Maria Teresa 21 D’ELIA Maria 31 D’IPPOLITO DI SANT’IPPOLITO Carlo 29 D’ORRICO Pietro 28 DE DOMINIS Jean François 28 DE LEO Antonio 29 DÈ LIGUORO Enzo 21 DE LORENZO Gianfranco 32 DE MAIO Adriano 24 DE MAURO Tullio 23 DE MICHELIS Cesare 24 DONZELLI Carmine 22 ESCLAPON Costanza 16 FALCO Pasquale 21 FASSINO Piero 20 FELLETTI Elisabetta 25 FERRARA Massimiliano 24 FERRARI Mauro 20 FERRO Wanda 28 FIORITA Nicola 26, 28 FRANCESE Mara 29 GAGLIARDI Giovanni 31 GALANTINO Nunzio 20 GALASSO Giuseppe 24 GALATERIA Daria 22 GANGEMI Mimmo 23, 27 GATTEGNA Renzo 27 GEMELLI Bruno 22 GENTILE Caterina 22 GIACOBBO Roberto 20 GIANNASI Andrea 22 GIOFFRÈ Santo 16 GODELLI Silvia 27 GOLFO Lella 16 GRATTERI Nicola 27, 30, 31 GRIECO Maria Patrizia 16 GRILLO Manuel 24 GRIMALDI Piercarlo 26 GROS Pietro Sandro 27 GUBITTA Paolo 24 HADDAD Joumana 30 HASSOUNE Jamila 30 PERRI Luigi Michele 31 PETRUSEWICZ Marta 24, 27 PIARULLI Luisa 32 PICCHIONI Rolando 18 PINGITORE Amedeo 32 PINTADU Ivana 26 PIPICELLI Wilma 26 PITARI Gianluca 22 POLLICE Francesco Antonio 21 PONTIERI Pietro 29 PORRO Daniela 21 PRIMERANO Maria 17 PUGLISI Giovanni 21 PUPO Spartaco 17 RAFFA Mimmo 16 RAMBALDI Victor 28 REVELLI Marco 21 RICCI Antonello 21 ROMA Giuseppe 25 ROTTA Pino 26 RUBBETTINO Florindo 22, 28 RUSSO Giovanni 18, 21 SABBIONE Claudio 27 SACCO Gerardo 24, 25 SALERNO Eric 20 SALIS Stefano 28 SANTORO Giuliano 22 SAPIA Giovanni 20 SAVAGLIO Sandra 24 SCOPELLITI Giuseppe 16 SETTIS Salvatore 30 SGARBI Vittorio 19, 27 SGRÒ Giuseppe 17 SGRÒ Pietro 16 SMADJA Monique 28 SOFIA Paolo 21 SPAGNOLETTO Amedeo 27 STRATIGÒ Anna 26 TALLARICO Francesco 27 TARSIA Antonio 20 TESIO Giovanni 16 TETI Vito 21, 25, 26 TIZIAN Giovanni 30 TORALDO Margherita 22 TORCHIA Carmine 22 TRIMARCHI Giuseppe 25 TRIMARCHI Michele 27 TUCCI Roberta 21 VALENSISE Marina 24, 28 VALENTE Daniela 19 VECELLIO Valter 21 VELTRI Filippo 22, 25 VENEZIANI Marcello 17 VERRI Bruno 20 VIGINI Giuliano 27 VINGELLI Giovanna 26 VITALE Armando 22 ZINGARIELLO Chiara 31 UNA REGIONE PER LEGGERE HERLITZKA Roberto 24 JAHIER Miriam 32 KESSEL PACE Oreste 16 LA RUINA Saverio 26 LACERENZA Giancarlo 27 LAMANNIS Luigi 28 LECCESE Safiria 16 LI BASSI Alfredo 17 LUCIA Gianluca 32 LUCCHINI Stefano 16 MACRÌ Annarosa 26 MAFFIA Dante 31 MAFFIA Serena 29 MAFRICI Mirella 24 MALVALDI Marco 27 MANAGÒ Domenico Maria 21 MANDUCA Nello 22 MANFREDI Gianfranco 28, 31 MARAINI Dacia 25 MARCHIONNI Paolo 31 MARELLI Stefano 28 MARRA Cristina 27 MARRA Pippo 27 MARTURANO Francesca 24 MATTAR Taha 29 MELUZZI Alessandro 25 MIGLIETTA Ferdinando 26 MIELI Paolo 18 MINASI Antonio 20 MINERVINO Mauro 17 MOLA Aldo 22 MOLINARI Fabio 18 MONTERA Gabriele 32 MORELLO Mimmo 21 MOROSINI Piergiorgio 27 MORTELLITI Raffaele 17 MOUAL Karima 30 MUROLO Ada 18 NARDI Patrizia 21 NICASO Antonio 30, 31 NICOLETTI Gianmarco 31 NIGRI Loredana 22 NISTICÒ Massimo Felice 26 NOCERA Tonino 24 ODIFREDDI Piergiorgio 27 OGGERO Margherita 21 OLIVA Gianni 20 ORSIMARSI Tommaso 31 OSELLA Carla 29 PAGLIARINO Sonia 32 PALANCA Lou 29 PANZERA Giuseppe 21 PAOLINI Enzo 27 PAPINI Arianna 23 PAPPATERRA Domenico 20 PARAVATI Francesco 24 PASQUA RECCHIA Antonia 21 PERGOLI CAMPANELLI Alessandro 20 PERRI Cataldo 25, 26 115 UNA REGIONE PER LEGGERE 116 Indice degli editori calabresi Abramo Loc. Germaneto Adhoc Edizioni Via Michele Francica, 1 Arbitrio Edizioni Via Stretto, 27 Ariel Edizioni Via Apollo, 5 Armentano Editore Via Alimena, 25 Aurora Editrice Via Nazionale, 87/a Brenner Via Adige, 41 Bruno Esposito Editore Via Cosmai, 29 Camastra e Rubino Editori Corso Mazzini, 108 Carello Editore Via Gaetano Alberti, 31 Casa Editrice La Torpedine C.da Gidora Casa Editrice Scilla Via Roma, 47 Casmid Via Caprera Città del Sole Edizioni Via Ravagnese Sup., 60/a Cleos Editrice Via Monte Curcio, 11 Coccole e Caccole Via Antonio Pepe Corab Edizioni Via Cairoli, 24 Csa Editrice Via Torino, 111 Cultura Calabrese Via Monte Bianco, 11 Dea Editrice Via Tasso, 1 D'Ettoris Editore Via F. A. Lucifero, 40 Diemme Via Kennedy III Trav., 4 Dursi Editore Via Lagaria, 7 Editoriale Progetto 2000 Via degli Stadi, 27 Editrice Cliodea Via L. De Matera, 21/f Edizioni Giordano Via Isonzo, 25 Edizioni Il Rubino Via Spiaggia Edizioni Lucidi e Matti Via Crisafi, 17/a Edizioni Qualecultura Via S. Maria dell'Imperio, 29 Edizioni TS Loc. Torre Costa Edizioni Certosa Piazzale Santo Stefano, 1 Effe Esse Editore Via XXIV Maggio, 39 Emmeci Editrice Via Francica, 1 Falco Editore Piazza Duomo, 19 Falzea Viale Calabria, 60 Ferrari Editore Via Mazzini, 15 Galassia Editrice Via Parisio, 6 Gigliotti Editore Via XX Settembre, 89 Giordanelli Editore Via N. Serra, 22/a Giuditta Casa Editrice Loc. Praialonga Iiriti Via Del Torrione, 21 Il Coscile C.so Garibaldi, 144 InCalabria Edizioni Via dei Giardini, 71 Istar Via Amendola, 20 Kaleidon Via Mili - S. Anna, 21 Klipper Via Petrarca, 14 La Bottega Editoriale Via Alessandro Volta, 16 La Mongolfiera Via Sibari, 84 La Rondine Edizioni Piazza Larussa, 24 88100 Catanzaro 89900 Vibo Valentia 89052 Scilla 89100 Reggio Calabria 87100 Cosenza 87069 Corigliano 87100 Cosenza 87100 Cosenza 88100 Catanzaro 88100 Catanzaro 87040 Luzzi 89052 Scilla 88100 Catanzaro 89133 Reggio Calabria 87040 Castrolibero 87021 Belvedere Marittimo 89042 Gioiosa Ionica 88900 Crotone 87032 Amantea 87052 Camigliatello Silano 88900 Crotone 87030 Rende 87071 Amendolara 87100 Cosenza 87100 Cosenza 87100 Cosenza 88841 Isola Capo Rizzuto 89125 Reggio Calabria 89900 Vibo Valentia 88040 Settingiano 89863 Serra San Bruno 89034 Bovalino 89900 Vibo Valentia 87100 Cosenza 89133 Reggio Calabria 87060 Paludi 87100 Cosenza 88046 Lamezia Terme 87100 Cosenza 88841 Isola Capo Rizzuto 89125 Reggio Calabria 87012 Castrovillari 88046 Lamezia Terme 89123 Reggio Calabria 89128 Reggio Calabria 87100 Cosenza 87036 Rende 87011 Doria di Cassano J. 88100 Catanzaro Via dei Tre Mulini,14 Via F.lli Cervi, 17/L Via S. Nicola Strozzi, 47 Piazza Garibaldi, 16 C.da Lecco Via Brodolini, 24 Via Trento, 24 Via della Vittoria,14 Via Ipponion, 90 Piazza Italia, 8 Via Rendano, 25 Via Galluppi, 53 Via Umberto I, 156 Via N. Conti Viale della Repubblica, 297 Via Mercurio, 1 Via De Rada, 67/C Via degli Stadi, 9/A Via delle Palme,10 Viale Repubblica Via Lungo Terravecchia, 25 Piazza Carbone Via Lungomare, 331 Via Aspromonte, 21 Via Adda, 22 Via Sicilia, 26/A 89124 Reggio Calabria 87100 Cosenza 89135 Gallico Superiore 87010 Lungro 87036 Rende 87036 Rende 87100 Cosenza 89861 Tropea 89900 Vibo Valentia 88852 Melissa 87040 Castrolibero 87100 Cosenza 89012 Delianuova 87036 Rende 87100 Cosenza 89044 Locri 87100 Cosenza 87100 Cosenza 87012 Castrovillari 87055 San Giovanni in Fiore 87027 Paola 89015 Palmi 88100 Catanzaro 89127 Reggio Calabria 88046 Lamezia Terme 88060 S. Maria di Catanzaro UNA REGIONE PER LEGGERE Laruffa Editore Le Nuvole Leonida Edizioni Marco Editore Master Edizioni Media Print Mediterranean Media Meligrana Editore Monteleone Editore Nigro Editore Nuova Editoriale Bios Nuova Santelli Nuove Edizioni Barbaro Nuove Idee Editoriali Orizzonti Meridionali Pancallo Editore Pellegrini Editore Periferia Prometeo Edizioni Pubblisfera Publiepa Rem Rotundo Editore Sabbiarossa Edizioni Settecolori Ursini 117 Indice Presentazione di Giuseppe Scopelliti 5 Introduzione di Mario Caligiuri 7 Lo Stand 11 Appuntamenti 15 Festival e Premi Letterari Festival del Giallo Festival del Libro nel Palazzo Rinascimentale di Aieta Festival Poetico “Il Federiciano” Parole nel Vento Premio Letterario Caccuri Premio Sila ’49 Progetto Gutenberg Premi “Rhegium Julii” Tropea Festival “Leggere&Scrivere” 34 35 36 38 39 40 42 44 45 Mostre Codice Romano Carratelli Mattia Preti La scoperta del paesaggio calabrese Ceramiche di Seminara Le sculture in vetro di Silvio Vigliaturo Cartoline dalla Calabria 48 52 54 60 64 68 Appendice La tipografia storica in Calabria Edizioni del Cinquecento e del Seicento La prima opera stampata in Calabria 74 101 110 Indici Indice dei nomi Indice degli editori calabresi 114 116 La gratitudine della Regione Calabria alla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura al Presidente Rolando Picchioni al Direttore Ernesto Ferrero all’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola e al Sindaco di Torino Piero Fassino La scheda Eccellenze agroalimentari calabresi è di Massimo Tigani Sava Le foto utilizzate sono di Francesco Bevilacqua (La scoperta del paesaggio calabrese) Coccole Books (Cartoline dalla Calabria) Silvio Vigliaturo (Maca) Le immagini delle ceramiche di Seminara sono tratte dal volume “Seminara. Dall’arte dei pignatari alla ceramica d’arte” di Monica De Marco, Edizioni Esperide Le immagini dei frontespizi della Mostra sulla Tipografia Storica Calabrese sono di Antonio Curcio per gentile concessione della Biblioteca Civica di Cosenza Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo programma Domenico Romano Carratelli per il prestito dell’omonimo Codice e per l’Opera di Mattia Preti “Noli me tangere” Santo Gioffrè per il prestito delle ceramiche di Seminara La Biblioteca Civica di Cosenza e la sua direttrice Silvana Naccarato La Biblioteca Palatina di Parma La Biblioteca Corsiniana dell’Accademia dei Lincei La Biblioteca Comunale di Palermo La Biblioteca dei Frati Minimi di S. Francesco di Paola La Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro La Camera di Commercio di Catanzaro