Ce.R.D. - Centro di Ricerca sul Rischio e la Decisione
DPSS - Università degli Studi di Padova
http://decision.psy.unipd.it/
Teoria del Prospetto:
avversione alle perdita, framing e status quo
Corso di Psicologia del Rischio e della Decisione
Facoltà di Scienze Politiche - CLM Sociologia
Università di Padova
Anno accademico 2010/2011
Ce.R.D.
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Rischio e la Decisione
Trovate le slide delle lezioni precedenti sul sito:
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Nella sezione “materiale didattico”
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Teoria del prospetto:
Un modello descrittivo delle scelte reali
A partire dagli studi sulla violazione degli assiomi di razionalità Kahneman e
Tversky (1979; 1992) hanno proposto un modello volto a descrivere in modo
più accurato le scelte reali delle persone.
Questo modello è stato denominato Teoria del Prospetto.
La Teoria del Prospetto non è in contraddizione con la Teoria
dell’Utilità Attesa ma punta ad integrarla.
La Teoria dell’Utilità Attesa fornisce un modello teorico relativo al
modo in cui le persone dovrebbero comportarsi per prendere la
decisione migliore possibile.
La Teoria del Prospetto fornisce un modello teorico relativo ai
processi decisionali che inducono le persone a prendere decisioni
sub-ottimali.
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Teoria del prospetto:
Un modello descrittivo delle scelte reali
Di fatto, nel modello di Kahneman e Tversky (1979) la Teoria dell’Utilità Attesa
diviene il benchmark rispetto al quale giudicare la bontà delle scelte operate
dalle persone in diversi campi (economico, sanitario, ecc.).
Nelle scelte in condizioni di incertezza, le persone avrebbero la tendenza a
semplificare il più possibile la decisione in modo tale da risparmiare energie
cognitive.
In altre parole, le limitazioni cognitive (di memoria e di attenzione)
rendono molto difficile fare le complesse operazioni necessarie per
calcolare l’utilità attesa.
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Cos’è un prospetto?
Il termine «prospetto» sostituisce il termine economico di lotteria, ma punta a
dare un’impressione più forte del carattere soggettivo che le alternative
assumono nella testa dei decisori.
Un prospetto è la combinazione di tutti i possibili esiti di un’alternativa
e delle probabilità ad essi legate.
Prospetto X: (x1, p1; ... ; xn, pn) dove p1 + ... + pn = 1
Per semplicità si può omettere i risultati nulli e usare la notazione
(x, p) per indicare il prospetto (x, p; 0, 1 - p) che offre il risultato x
con probabilità p e 0 con probabilità 1 - p.
Il prospetto privo di rischio che offre la certezza di ottenere x si
indica con la forma (x).
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Le due fasi del processo decisionale
La Teoria del Prospetto distingue due fasi del processo di scelta:
Fase di «Editing»
Si tratta di un’analisi preliminare delle alternative che porta ad una
visione semplificata dei prospetti disponibili.
Fase di «Valutazione»
Le versioni semplificate dei prospetti che emergono dalla fase di
editing vengono valutati e quello con il valore più elevato viene
scelto.
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La fase di «Editing»
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L’analisi preliminare dei prospetti viene fatta, per lo più, a livello inconsapevole
ed utilizza una gamma piuttosto ampia di operazioni mentali di semplificazione:
Le principali operazioni di editing sono le seguenti:
Codifica.
Combinazione.
Separazione.
Cancellazione.
Semplificazione.
Riconoscimento della dominanza.
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La fase di «Editing»
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L’analisi preliminare dei prospetti viene fatta, per lo più, a livello inconsapevole
ed utilizza una gamma piuttosto ampia di operazioni mentali di semplificazione:
Le principali operazioni di editing sono le seguenti:
Codifica.
Combinazione.
Separazione.
Cancellazione.
Semplificazione.
Riconoscimento della dominanza.
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La fase di «Editing»
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Rischio e la Decisione
L’analisi preliminare dei prospetti viene fatta, per lo più, a livello inconsapevole
ed utilizza una gamma piuttosto ampia di operazioni mentali di semplificazione:
Le principali operazioni di editing sono le seguenti:
Codifica.
Combinazione.
Separazione.
Cancellazione.
Semplificazione.
Riconoscimento della dominanza.
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La fase di «Editing»
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Rischio e la Decisione
L’analisi preliminare dei prospetti viene fatta, per lo più, a livello inconsapevole
ed utilizza una gamma piuttosto ampia di operazioni mentali di semplificazione:
Le principali operazioni di editing sono le seguenti:
Codifica.
Combinazione.
Separazione.
Cancellazione.
Semplificazione.
Riconoscimento della dominanza.
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La fase di «Editing»
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Rischio e la Decisione
L’analisi preliminare dei prospetti viene fatta, per lo più, a livello inconsapevole
ed utilizza una gamma piuttosto ampia di operazioni mentali di semplificazione:
Le principali operazioni di editing sono le seguenti:
Codifica.
Combinazione.
Separazione.
Cancellazione.
Semplificazione.
Riconoscimento della dominanza.
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La fase di «Editing»
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Rischio e la Decisione
L’analisi preliminare dei prospetti viene fatta, per lo più, a livello inconsapevole
ed utilizza una gamma piuttosto ampia di operazioni mentali di semplificazione:
Le principali operazioni di editing sono le seguenti:
Codifica.
Combinazione.
Separazione.
Cancellazione.
Semplificazione.
Riconoscimento della dominanza.
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«Codifica»
I risultati offerti da un prospetto vengono codificati in base ad un punto di
riferimento («cadono al di sopra? sono positivi...!»; «cadono al di sotto? sono
negativi...»).
Le persone si rappresentano gli esiti offerti da un prospetto in termini
di guadagni o perdite rispetto alla loro condizione al momento della
decisione (oppure rispetto a qualche altro benchmark che vorrebbero
raggiungere).
Da un punto di vista economico un investitore dovrebbe sempre
considerare un guadagno di €3000 come positivo.
In realtà, un guadagno di €3000 poterebbe essere considerato
come un risultato negativo se l’obiettivo (punto di riferimento) era
quello di ottenere €4000.
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«Combinazione»
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Utilizzando questa operazione il decisore combina esiti che sono tra loro
identici come entità ma differenti in termini di probabilità di realizzarsi.
Esempio:
Prospetto Y: (€100, 0.25; - €200, 0.3; €100, 0.45)
potrebbe essere semplificato come segue:
Prospetto Y’: (€100, 0.7; - €200, 0.3)
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«Separazione»
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In alcuni casi è possibile dover valutare prospetti che offrono sia elementi privi
di rischio (esiti certi) sia elementi rischiosi (esiti incerti). In questi casi si può
separare gli esiti certi da quelli incerti:
Esempio:
Prospetto Z: (€400, 0.8; €150, 0.2)
potrebbe essere semplificato come segue:
Prospetto Z’: (€150; €250, 0.8)
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«Cancellazione»
Per semplificare la scelta tra più prospetti i decisori potrebbero cancellare, o
eliminare, le componenti che sono comuni a tutti i prospetti:
Esempio, se la scelta è tra i prospetti che seguono
Prospetto A: (€1000, 0.25; - €100, 0.75)
Prospetto B’: (€1000, 0.1; €500, 0.4; - €200, 0.5)
Potrebbero essere semplificati nel modo seguente:
Prospetto A’: (€1000, 0.15; - €100, 0.75)
Prospetto B’: (€500, 0.4; - €200, 0.5)
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«Semplificazione»
Spesso i decisori possono semplificare gli elementi di un prospetto che lo
rendono meno agevole da valutare.
Ad esempio, un tipo di semplificazione è quello di arrotondare il valore
degli esiti e delle probabilità ad essi associate:
Prospetto X: (€199, 0.49; - €201, 0.49; - €100, 0.02)
potrebbe essere semplificato come segue:
Prospetto X’: (€200, 0.5; - €200, 0.5)
In questo modo però un prospetto che era inizialmente leggermente
svantaggioso viene percepito come neutrale.
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«Riconoscimento della dominanza»
Solitamente i decisori reali cercano di identificare delle relazioni di dominanza
tra le alternative e scartano quei prospetti che sono dominati da altri più
interessanti.
Tuttavia, come abbiamo visto trattando della violazione della
dominanza, i decisori reali sono spesso ingannati dal modo in cui le
alternative sono presentate.
Riconoscono i rapporti di dominanza solamente quando sono
espressi in modo esplicito.
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La fase di «Editing»
Le operazioni di semplificazione possono essere applicate senza un ordine
preciso a seconda delle informazioni su cui si concentra ogni decisore.
Ciò crea un problema per la prevedibilità delle valutazioni (e
conseguenti scelte) delle persone perché:
L’uso di una determinata azione di semplificazione potrebbe
precludere l’uso di un’altra operazione di conseguenza l’ordine con
cui vengono utilizzate diventa fondamentale.
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La fase di «Editing»
Molte delle strategie di ragionamento intuitive che vedremo nelle prossime
lezioni (euristiche e comportamenti economici) nascono dall’uso delle
operazioni di semplificazione.
Da questo punto di vista la fase di «editing» è il momento
fondamentale del processo di decisione.
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La fase di «Valutazione»
Nella fase di valutazione vengono messe a confronto le forma semplificate dei
prospetti tra cui scegliere.
La fase di valutazione si basa su due funzioni che le persone
utilizzano per valutare, in modo soggettivo, gli esiti e le probabilità ad
essi associate.
Funzione dei «Ponderazione» delle probabilità.
Funzione del «Valore».
Fase di «Valutazione»:
La funzione di ponderazione
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Valutazione oggettiva delle probabilità
Valutazione soggettiva delle probabilità
0
100
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La funzione di ponderazione
La funzione di ponderazione mette in
luce due aspetti fondamentali relativi
alla percezione soggettiva delle
probabilità:
Valutazione oggettiva delle probabilità
Le probabilità più basse
vengono sopravvalutate.
Valutazione soggettiva delle probabilità
Le probabilità medie e alte
vengono sottovalutate.
0
100
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La funzione di ponderazione
Ciò significa che esiti poco probabili sono sopravvalutati rispetto alla certezza di
non ottenerli.
Allo stesso modo esiti molto probabili sono sottovalutati rispetto alla certezza di
ottenerli.
Questo fatto spiega l’effetto certezza e l’esempio sulla violazione del
principio di indipendenza.
Passare da una vincita certa ad una vincita molto probabile (es.
98%) riduce in modo significativo il grado di attrazione di
un’alternativa (la probabilità elevata viene sottovalutata).
Passare da una perdita certa ad una perdita molto probabile rende
un’alternativa meno negativa (la ridotta probabilità di evitare la
perdita viene sopravvalutata).
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Fase di «Valutazione»:
La funzione del valore
Valutazione
soggettiva
Funzione di utilità
marginale decrescente
Valore
oggettivo
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Fase di «Valutazione»:
La funzione del valore
Risultati soggettivi
Quadrante dei guadagni
Status quo
- 500
Risultati oggettivi
+ 500
Quadrante delle perdite
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La funzione del valore
La funzione del valore proposta da
Kahneman e Tversky (1979; 1992) ha tre
caratteristiche fondamentali:
Risultati soggettivi
Quadrante dei guadagni
Gli esiti vengono valutati in
relazione ad un punto di
riferimento e sono categorizzati
come guadagni o perdite.
In entrambi i quadranti (guadagni e
perdite) la funzione è
caratterizzata da una diminuzione
della sensibilità ai cambiamenti.
Nel quadrante delle perdite la
funzione è più ripida che nel
quadrante dei guadagni.
Status quo
- 500
Risultati oggettivi
+ 500
Quadrante delle perdite
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La funzione del valore
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Queste tre caratteristiche della funzione del valore sono alla base di una serie
di comportamenti irrazionali sistematici:
Avversione alla perdita.
Punto di riferimento.
Effetto framing.
Status quo bias.
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La funzione del valore
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Queste tre caratteristiche della funzione del valore sono alla base di una serie
di comportamenti irrazionali sistematici:
Avversione alla perdita.
Punto di riferimento.
Effetto framing.
Status quo bias.
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La funzione del valore
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Queste tre caratteristiche della funzione del valore sono alla base di una serie
di comportamenti irrazionali sistematici:
Avversione alla perdita.
Punto di riferimento.
Effetto framing.
Status quo bias.
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La funzione del valore
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Queste tre caratteristiche della funzione del valore sono alla base di una serie
di comportamenti irrazionali sistematici:
Avversione alla perdita.
Punto di riferimento.
Effetto framing.
Status quo bias.
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«Avversione alla Perdita»
Dal momento che la curva è più ripida nel quadrante delle perdite rispetto al
quadrante dei guadagni le persone hanno una percezione asimmetrica di esiti
che cadono sopra o sotto il punto di riferimento.
Le perdite creano un dolore circa doppio rispetto al piacere che
suscitano le vincite.
Da un punto di vista psicologico, una vincita ed una perdita di
uguale entità non si annullano. L’individuo percepisce il risultato
finale come una perdita.
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«Avversione alla Perdita»
Per questo motivo le persone sono poco propense ad accettare una
scommessa come la seguente:
50% di probabilità di vincere €100 e 50% di probabilità di perdere
€100.
Il peso psicologico della possibile perdita supera quello della
possibile vincita e la scommessa viene percepita come «unfair».
Ce.R.D.
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«Avversione alla Perdita»
L’avversione alla perdita può essere testata proponendo la seguente domanda:
Immagina che ti venga offerta una scommessa che ha per oggetto il
lancio di una moneta (non truccata). Se perdi la scommessa dovrai
pagare €100 all’avversario.
Qual è la somma minima che desideri ricevere in caso di vittoria per
accettare la scommessa?
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«Punto di riferimento»
A causa dell’avversione alla perdita e della tendenza a codificare gli esiti in
guadagni e perdite, le persone sono più abili a fare valutazioni comparative
piuttosto che assolute:
Tra due esiti positivi di valore assoluto differente possono preferire
l’esito inferiore purché sia migliore rispetto a quello ottenuto da altre
persone.
Questo comportamento è chiaramente non razionale, dal momento
che da un punto di vista oggettivo si dovrebbe sempre ambire ad
ottenere l’esito più elevato possibile.
Tuttavia, in molti casi la sensazione di essere “migliori” degli altri è più
importante del risultato stesso che si ottiene ed aumenta,
soggettivamente, il valore di una certa alternativa.
Ce.R.D.
«Punto di riferimento»
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Nel questionario di inizio corso c’erano due domande relative al concetto di
punto di riferimento:
1.
Indica in quale di queste due società preferiresti viviere:
A. Il tuo reddito è di €50.000; tutti gli altri guadagnano €25.000
B. Il tuo reddito è di €100.000; tutti gli altri guadagnano €200.000
2.
Assumiamo che l’intelligenza possa essere misurata accuratamente
dagli attuali test del QI. Indica in quale società preferiresti vivere:
A. Il tuo QI è 110; il QI medio è 90.
B. Il tuo QI è 130; il QI medio è 150.
Ce.R.D.
«Punto di riferimento»
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Vediamo come avete risposto:
Superiore agli altri
Superiore in valore assoluto
100%
75%
75%
59%
50%
41%
25%
25%
0%
Reddito
QI
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Teoria del Prospetto: - Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e