Parco di Villa Benni
Via Saragozza, 210
L’ampio parco si sviluppa ai piedi della collina che lambisce via Saragozza, tra le vie Orsoni e
Battaglia, e l’ingresso si affaccia sul portico di San Luca, proprio di fronte all’arcata che
ospita la nicchia con la celebre statua della cosiddetta Madonna Grassa. Il parco fa da
cornice alla scenografica villa edificata negli anni ‘20 del Novecento da Alfredo Benni, noto
imprenditore agricolo e proprietario terriero bolognese, a seguito della demolizione di un
precedente edificio.
Oltre la bella cancellata d’epoca in ferro, si apre uno slargo inghiaiato dal quale si staccano
lateralmente i viali alberati che salgono alla villa mentre in posizione centrale spicca il
complesso architettonico con scalinata, muretti, balaustre e grande peschiera che precede
l’edificio, la cui facciata in stile neoclassico è in parte celata dalle chiome di una coppia di
faggi a foglia rossa. Una ombrosa cortina di alberi, accompagnata da un ricco sottobosco, si
addensa ai margini del parco, il cui impianto è coevo alla villa, mentre i settori prossimi
all’edificio presentano un disegno più formale, con aiuole alberate o segnate da gruppi di
arbusti ornamentali, esotiche palme, bordure di erbacee ornamentali, rose rampicanti e
numerosi vasi e fioriere d’epoca.
Il corredo vegetale comprende molti alberi sempreverdi tipici dei parchi storici di villa
(cedri, abeti, tuie, leccio, magnolia) mescolati a latifoglie esotiche e autoctone
(ippocastano, tiglio, noce nero, pioppo bianco, ciliegio); nella parte occidentale del parco si
sviluppa un singolare viale carrabile alberato con querce alternate a esemplari di Ginkgo
biloba. Alcuni notevoli esemplari arborei, in particolare un gruppo di libocedri e uno di tuie,
sono forse preesistenti alla sistemazione novecentesca dell’area verde. Sul retro della villa,
nel pianoro inghiaiato che accoglie sedute ombreggiate da alberi isolati, spicca anche una
grande sequoia (Sequoia sempervirens) dal fusto triforcato alla base, un maestoso platano
e un esemplare di Sofora japonica della varietà pendula dal caratteristico portamento
procombente.
Passeggiando lungo i vialetti, delimitati secondo l’usanza bolognese con cordoli di selenite
o di cemento e pavimentati in ghiaia o in ciottoli, si notano siepi di bosso, bordure di Danae
racemosa e Hemerocallis spp., macchie di bulbose da fiore, tappeti di iperico e, nei punti
più ombrosi e freschi, gruppi di felci e distese di pervinca; il sottobosco ospita anche piante
tipiche della flora spontanea tra cui pungitopo, Coronilla emerus e preziose orchidee come
Ophrys apifera, a testimoniare la vicinanza della collina.
La villa, che era la residenza cittadina della famiglia Benni, presenta notevoli decorazioni di
Silvio Gordini, professore di Ornato all’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1887 al 1921 e
protagonista della vita artistica e culturale della città tra Otto e Novecento; in particolare,
sul fronte della villa spicca uno splendido paramento in ferro battuto tripartito che
tampona il vano sottoscala della doppia gradinata di accesso al piano nobile della villa,
riportante le iniziali della famiglia. La villa custodisce un rifugio antiaereo tedesco ancora
perfettamente conservato, visitabile su richiesta.
Attualmente Villa Benni è aperta su prenotazione per ricevimenti ed è dotata di un servizio
bed&breakfast di particolare qualità.
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