Pannelli solari termici: criteri di dimensionamento ed applicazioni M. D’Orazio, E. Di Giuseppe, S.Basile, Università Politecnica delle Marche (AN) L’integrazione tra coperture in laterizio ed impianti solari passa attraverso la conoscenza sia delle principali tecnologie, sia del calcolo per la produzione di energia termica, evitando naturalmente errori oramai divenuti “classici”. Nelle pagine che seguono, viene affrontato il tema dell’integrazione tra coperture in laterizio ed impianti solari, fornendo indicazioni per avvicinarsi alle tecnologie integrate in copertura per la produzione di energia termica a partire, appunto, da quella solare. Si illustrano, in particolare, le prestazioni relative alla produzione energetica in relazione a posizione geografica, condizioni ambientali e disposizione dei moduli (inclinazione ed orientamento). Generalmente, un impianto termico si compone di: •collettore solare: trasforma la radiazione solare in calore; •serbatoio di accumulo: deposito in cui si stocca l’acqua riscaldata attraverso uno scambiatore di calore collegato al circuito solare; •stazione solare: controlla i flussi del fluido, la temperatura e la pressione del circuito; •regolatore solare: controlla la temperatura del collettore e dell’acqua contenuta nel serbatoio. A loro volta, gli impianti termici possono essere a: Gennaio 2012 - Numero 36 Un impianto termico sfrutta l’irradiazione solare per riscaldare l’acqua sanitaria o quella del sistema di climatizzazione domestica. Si compone di un collettore, costituito da materiali che assorbono la radiazione solare e la trasferiscono ad un fluido che scorre all’interno dei pannelli, fino al serbatoio di accumulo. All’interno dei pannelli può essere presente: acqua (utilizzata per scopi sanitari o per il riscaldamento); un fluido termo-vettore (solitamente composto da una soluzione glicolata) che trasferisce il calore accumulato, mediante scambio termico, all’acqua che si deve scaldare; aria che viene riscaldata dall’irraggiamento ed immessa direttamente all’interno degli edifici. Mensile di informazione tecnica sulle Coperture in Laterizio Funzionamento e componenti del sistema 1 NEWSLETTER DELLE COPERTURE Come noto, il collettore solare rappresenta il componente principale di un sistema termico da cui dipende il tipo di funzionamento e la qualità prestazionale dell’intero impianto. Tre sono le principali tipologie di collettori solari: piani (vetrati e scoperti), sottovuoto, a concentrazione. Sistemi monoblocco, collettori solari ad accumulo e pannelli scoperti in polipropilene rappresentano altrettante alternative meno diffuse. •circolazione naturale: hanno un serbatoio di accumulo posto al di sopra dei pannelli. Il fluido all’interno dei collettori, riscaldandosi, diventa più leggero e sale arrivando al serbatoio di accumulo termico posto sopra il collettore. Con la perdita di calore, il liquido diventa più pesante e riscende nel circuito per un nuovo ciclo; •circolazione forzata: il fluido circola all’interno del collettore, grazie ad una pompa. Il serbatoio può pertanto essere posto dove si desidera e consentire una maggiore capacità di accumulo. 2 - Impianto solare termico a circolazione naturale (a sinistra) e forzata (a destra). Efficienza dei pannelli e dimensionamento della superficie L’efficienza di conversione (o rendimento istantaneo) di un pannello solare è data dal rapporto tra l’energia termica istantanea prodotta dal collettore e l’energia solare che incide sulla sua superficie. Il diagramma di efficienza riportato in fig. 3 mostra le variazioni dell’efficienza istantanea dei collettori al variare delle condizioni di irraggiamento. 100 90 80 Rendimento [%] 2 Pannelli solari termici: criteri di dimensionamento ed applicazioni 70 Pannello a tubi sottovuoto 60 50 40 Pannello non selettivo 30 Pannello piano selettivo 20 10 0 Pannello non vetrato SOLEGGIATO 0,02 NUVOLOSO 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 (tm - ta)/G [°C m2/W] 3 - Rendimento dei collettori solari al variare delle condizioni climatiche. Legenda tm = temperatura media del fluido nel pannello ta = temperatura ambiente G = radiazione solare Maggiore è la differenza tra tm e ta, minore è la resa del pannello a causa della dispersione di calore dallo stesso. La produzione di acqua calda sanitaria varia in funzione della radiazione solare media annua. Perciò in tab. 1, per ogni zona climatica, variando la pendenza della copertura e l’orientamento, è stata stimata la produzione di energia termica annua (kWh/m2 anno) di un impianto di collettori vetrati piani, in grado di convertire il 50% dell’energia solare in energia utile (i collettori a tubi sottovuoto hanno una resa maggiore del 25%). ORIENTAMENTO 100% = 980 kWh/m2 anno SUD (0) ± 45 EST – OVEST (± 90) 35 – 45 % 97,0% 95,0% 85,5% 35 % Pendenza minima marsigliesi 96,0% 94,5% 87,0% 30 % Pendenza minima 95,0% 94,0% 87,0% 100% = 940 kWh/m2 anno PENDENZA (%) SUD (0) ± 45 EST – OVEST (± 90) 35 – 45 % 97,0% 94,0% 86,0% 35 % Pendenza minima marsigliesi 96,0% 93,5% 87,0% 30 % Pendenza minima 95,5% 93,0% 87,0% 100% = 910 kWh/m2 anno SUD (0) ± 45 EST – OVEST (± 90) 35 – 45 % 97,0% 94,0% 85,0% 35 % Pendenza minima marsigliesi 95,5% 93,0% 86,0% 30 % Pendenza minima 95,0% 92,0% 86,5% 100% = 840 kWh/m2 anno PENDENZA (%) SUD (0) ± 45 EST – OVEST (± 90) 35 – 45 % 97,0% 94,0% 86,0% 35 % Pendenza minima marsigliesi 96,0% 93,0% 86,5% 30 % Pendenza minima 95,0% 92,5% 87,0% 100% = 735 kWh/m2 anno PENDENZA (%) SUD (0) ± 45 EST – OVEST (± 90) 35 – 45 % 96,5% 93,0% 84,0% 35 % Pendenza minima marsigliesi 95,0% 92,5% 85,0% 30 % Pendenza minima 94,5% 92,0% 85,5% 100% = 960 kWh/m2 anno PENDENZA (%) SUD (0) ± 45 EST – OVEST (± 90) 35 – 45 % 96,0% 93,0% 85,0% 35 % Pendenza minima marsigliesi 95,5% 92,0% 85,0% 30 % Pendenza minima 94,0% 92,0% 85,5% ZONA CLIMATICA D PENDENZA (%) ZONA CLIMATICA E 3 ZONA CLIMATICA F Tab. 1 – Produzione di energia termica annua di un impianto di collettori vetrati piani in funzione di zona climatica, orientamento e pendenza. Per eseguire il dimensionamento di massima di un sistema solare termico, si deve considerare il numero degli utenti da servire ed il quantitativo di acqua calda sanitaria giornaliera per utenza (in genere, 50 litri a persona, alla temperatura di 45°C). La superficie necessaria per la produzione di acqua calda sanitaria è riportata nella tab. 2 e varia a seconda della tipologia di collettore e della zona climatica. Gennaio 2012 - Numero 36 ZONA CLIMATICA B PENDENZA (%) ZONA CLIMATICA C ZONA CLIMATICA A ZONE CLIMATICHE COLLETTORI SOLARI VETRATI PIANI COLLETTORI SOLARI SOTTOVUOTO PRODUZIONE SUPERFICIE ENERGIA per produrre TERMICA 50 l/g di ACS (kW/m2/giorno) a 45°C (m2) PRODUZIONE SUPERFICIE ENERGIA per produrre TERMICA 50 l/g di ACS (kW/m2/giorno) a 45*C (m2) Definite dalla norma UNI 10349 CITTA’ DI RIFERIMENTO PER OGNI ZONA CLIMATICA ZONA A Porto Empedocle 2,20 - 2,65 0,65 - 0,80 2,75 - 3,30 0,50 - 0,65 ZONA B Palermo 2,15 - 2,60 0,67 - 0,82 2,70 - 3,25 0,53 - 0,67 ZONA C Bari 2,10 - 2,50 0,70 - 0,85 2,60 - 3,10 0,55 - 0,70 ZONA D Roma 1,90 - 2,30 0,75 - 0,90 2,40 - 2,90 0,60 - 0,75 ZONA E Milano 1,65 - 2,00 0,85 - 1,10 2,10 - 2,50 0,70 - 0,85 ZONA F Belluno 1,55 - 1,90 0,90 - 1,20 1,95 - 2,40 0,75 - 0,90 Tab. 2 –Superfice di pannelli solari necessaria per la produzione di 50 litri/giorno di acqua calda sanitaria a 45°C. 4 Pannelli solari termici: criteri di dimensionamento ed applicazioni Errori da evitare Se l’impianto solare risulta incongruente con gli aspetti morfologici della copertura (forma, dimensioni, ecc.), l’intervento è di per se da ritenersi sconsigliato o non idoneo in quel determinato contesto architettonico. Tale situazione si manifesta, ad esempio, quando la dimensione dell’impianto solare è maggiore dello spazio disponibile in copertura e perciò i moduli possono risultare sporgenti rispetto alla falda (fig. 4). L’intervento può risultare ugualmente non idoneo, ad esempio, se l’impianto non assume adeguata pendenza e orientamento (fig. 5), o ancora se non viene rispettata la geometria del tetto (figg. 6 e 7) . 4 - Impianto sporgente dalla falda del tetto. 5 - Impianto con inclinazione differente rispetto alla copertura. 6 - Impianto con differente geometria rispetto alla copertura. 7 - Impianto non integrato correttamente. E’ infine da segnalare che l’integrazione in copertura non è da ritenersi una operazione corretta se non sono stati usati appositi elementi di raccordo tipo guaine, scossaline, componenti appropriati, per coprire le discontinuità tra impianto e manto al fine di garantire l’impermeabilità del tetto e la protezione degli strati tecnologici sottostanti.