«Io non giudico male quei giovani che ignorano cosa sia stata la guerra di liberazione
nazionale dal nazifascismo e quanto caro sia stato il tributo di sangue pagato da altri giovani
per dare loro la libertà e la democrazia. Io giudico male coloro i quali avrebbero dovuto
insegnare loro la storia e non l’hanno fatto».
Per accogliere al meglio il monito di Lorenzoni, voglio rispondergli con le parole di William
Heard Kilpatrick: «Una concezione ampia del metodo ci spinge a ricercare, ogni volta e
continuamente, quale specie di carattere morale venga costituito col concorso di tutti gli
apprendimenti simultanei ed in qual modo mediante tale complesso possiamo sollecitare la
formazione di un carattere più nobile”. Con questo voglio ricordare a tutti noi di ri-leggere (o
leggere, per chi non l’abbia ancora fatto) il suo testo «I fondamenti del metodo», del 1936 (!),
in cui emerge bene l’idea che il problema del metodo in senso ampio è etico e filosofico.
Newsletter LevInclusione
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Ballaro-e-il-25-aprile-il-partigiano-Umberto-Lorenzonie20e2ea0-bc87-44e4-b185-5eb94f4fc7a0.html
19/12/2015
Queste sono le parole pronunciate da Umberto Lorenzoni, partigiano combattente, durante
una recente puntata della trasmissione Ballarò e citate nella nostra circolare 114 del 22.4:
Un metodo può favorire l’apprendimento di una disciplina, ma avere effetti negativi dal punto
di vista degli apprendimenti simultanei e conseguenze deleterie sul piano della formazione
morale. Come in Dewey, in Kilpatrick il problema del metodo educativo è strettamente legato
al tema della democrazia, poiché essa richiede cittadini consapevoli e moralmente maturi,
che non possono che essere il risultato del sistema educativo. Da questo punto di vista, il
sistema tradizionale di insegnamento appare inadeguato, poiché confina la ricchezza della
RIFLESSIONI
vita in una serie di apprendimenti separati (le discipline) sempre più distaccati dalla vita reale
degli studenti. “Il solo modo di imparare a vivere bene – scrive Kilpatrick – è quello di
esercitarsi a vivere bene”. Ma la scuola tradizionale, con il suo studio specializzato, ha
sostituito alla cose della vita le cose di scuola, nelle quali gli studenti sono confinati.
La formazione del carattere morale è possibile soltanto se gli studenti sono immersi in
situazioni di vita reale, nelle quali si debbano fare delle scelte e ci si debba assumere delle
responsabilità. Non bastano, per sviluppare il senso morale degli studenti, le lezioni di
educazione civica ed altre considerazioni teoriche. Occorre invece “una stimolante vita
sociale, sotto la guida di coloro che da un lato apprezzano i valori morali sociali e dall’altro
amano i fanciulli e sanno come guidarli”.
Newsletter LevInclusione
Se la scuola tradizionale è organizzata per lezioni, la scuola nuova procederà con progetti
successivi, attività che partono da problemi reali e procedono verso la loro soluzione. Un
progetto comincia con l’ideazione, che individua lo scopo dell’attività, prosegue con il piano di
fattività, l’analisi delle direttive di attuazione, giunge quindi all’esecuzione, alla quale segue il
giudizio finale, che valuta i risultati del progetto rispetto allo scopo e gli apprendimenti
acquisiti attraverso di esso.
19/12/2015
Lavorare per progetti non solo favorisce apprendimenti significativi, ma apre anche la via ad
una vera formazione morale, per lo più trascurata dalle scuole tradizionali. L’insegnamento
secondo l’ordine logico privilegia il punto di vista dell’insegnante, il suo sguardo dall’alto del
sapere disciplinare con le sue connessioni interne ed il suo sviluppo; ora si tratta di
riconsiderare tutto dal basso, per così dire, cioè dal punto di vista dello studente.
Consiglio a questo punto di visionare la pagina web FORMAZIONE del nostro sito web Carlo
Levi dove ben figurano metodologie, prassi e materiali adottati nella nostra scuola, basati
sulla visione sopra citata:
http://iclevi.gov.it/formazione/
RIFLESSIONI
Newsletter LevInclusione
19/12/2015
È quanto avviene nelle scuole, che presentano spesso una concezione utilitaristica della
cultura e sono strutturalmente caratterizzate da rapporti asimmetrici ed ancora
fondamentalmente autoritari. Nella misura in cui questa asimmetria non viene messa in crisi
dall’effettiva prassi educativa dei docenti, la scuola non favorisce, ma ostacola l’autentica
democrazia. Il cittadino che ha imparato a scuola ad uniformarsi ad un’autorità – o a seguire
un docente autorevole – difficilmente, fuori dalla scuola, riuscirà a combattere le logiche
inferiorizzanti ed a lottare per il riconoscimento pubblico della sua dignità e della sua
condizione di eguaglianza.
Newsletter LevInclusione
La democrazia, scriveva John Dewey in Democrazia ed Educazione, ha una vera e propria
devozione per l’educazione… Chiamiamo educazione democratica dunque un’educazione
autentica. L’aggettivo sarebbe superfluo, essendo la democrazia l’unico sistema politico
compatibile con una espressione piena dell’umano, se non esistessero concezioni e
soprattutto prassi educative che relativizzano la dimensione politica dell’essere umano,
favorendo di fatto quell’individualismo irresponsabile che sta erodendo le società avanzate.
19/12/2015
Educazione Democratica – Rivista di pedagogia politica
http://educazionedemocratica.org/
L’educazione democratica parte dalla relazione tra docente ed alunno per ripensarla a fondo
come relazione simmetrica. Essa supera il concetto di autorità con quello di cooperazione
nella ricerca della verità e nella crescita comune. Il docente non è un modello, il termine fisso
del processo evolutivo degli studenti, ma una persona impegnata insieme ai suoi studenti in
un percorso comune di crescita. In questo percorso, la sua condizione è quella di chi guida
una spedizione in una terra solo parzialmente conosciuta. Perché nessuno, per quanto
STRUMENTI
grande siano la sua cultura e la sua spiritualità, può considerarsi nulla più che un umile
esploratore della complessa realtà che l’uomo e le sue possibilità rappresentano.
Discorso Comune – Percorsi delle scienze umane
Sito web:
http://www.discorsocomune.info/
Pagina Facebook:
https://www.facebook.com/pages/Discorso-Comune/448678688633328
Newsletter LevInclusione
Iscriviti cliccando ai link sotto:
19/12/2015
Lo studio dei rapporti umani, che per Rousseau è lo studio "più adatto all'uomo";
ma anche quello della mente, della personalità, delle culture, dei processi
educativi. Discorso Comune intende farti entrare nell'affascinante mondo delle
Scienze Umane con semplicità di linguaggio coniugata al rigore scientifico.
STRUMENTI
http://bes-dsa.it/files/2015/04/Scheda-codici-diagnostici.pdf
Newsletter LevInclusione
Il dialogo tra mondo della scuola e mondo della sanità non è sempre chiaro e lineare.
Uno dei problemi più comuni che gli insegnanti riscontrano è quello della lettura e
dell’interpretazione dei codici diagnostici che gli specialisti (psicologi, logopedisti,
neuropsichiatri) utilizzano per descrivere in modo scientifico e sintetico il problema
rilevato e diagnosticato nel bambino o nel ragazzo. Quando ai codici si accompagna una
parte descrittiva, il compito dell’insegnante è immediato, ma di fronte alla sigla costituita
dalla lettera e dal numero, le cose si complicano.
Ecco sotto l’indice dei codici diagnostici per disabilità e disturbi specifici
dell’apprendimento:
19/12/2015
Codici diagnostici
STRUMENTI
Come leggere la dislessia e i DSA
Newsletter LevInclusione
Il volume risponde a tre domande chiave:
Che cosa è necessario sapere sui DSA per
comprendere come si manifestano, quali
sono gli stili cognitivi preferiti e quali
strategie è meglio adottare?
Come procedere e con quali strumenti
compensativi, senza temere o all’inverso
esaltare l’uso delle tecnologie, ma
valorizzandone le peculiarità?
Che cosa fare in classe nella didattica della
lettura, scrittura, matematica, lingue
straniere e durante le verifiche, per aiutare
gli allievi ad acquisire un metodo di studio
in un percorso verso l’autonomia?
19/12/2015
di Giacomo Stella, Luca Grandi
Ed. Giunti
METODOLOGIE
Nuovo Index per l’inclusione
Percorsi di apprendimento e
partecipazione a scuola
Newsletter LevInclusione
Il volume permette di strutturare percorsi
inclusivi molto efficaci che tengano conto
della vasta gamma di diversità sempre più
presente all’interno del contesto scolastico
e che riguarda sia le disabilità e le difficoltà
di apprendimento sia le differenze culturali,
linguistiche, socioeconomiche, di genere,
relazionali.
19/12/2015
di Tony Booth, Mel Ainscow
(a cura di Fabio Dovigo)
Ed. Carocci Editore
METODOLOGIE
http://iclevi.gov.it/inclusione/
• Clicca sulla pagina Formazione, e poi clicca in una delle categorie,
e troverai letture e materiali formativi degli interventi tenuti alla Levi
a partire dal 2010:
Newsletter LevInclusione
• Clicca sulla pagina Inclusione e poi clicca in una delle categorie, e
troverai letture, normativa, procedure, documentazione da
utilizzare:
19/12/2015
Ecco le nuove pagine Inclusione e Formazione del nostro
sito web IC Carlo Levi.
http://iclevi.gov.it/formazione/
FORMAZIONE
Procedure per l’Inclusione – Aggiornamenti
Inclusione > Area Disabilità
Inclusione > Area BES
Newsletter LevInclusione
Entro il 2 Giugno si dovrà inviare a: [email protected] SOLTANTO:
• la Relazione Finale relativa al PEI
• il Modulo di Valutazione finale sugli alunni BES relativo al PDP
Di seguito i moduli da utilizzare (e non altri), scaricabili rispettivamente anche
alle pagine del sito web Levi:
19/12/2015
Comunico che a fine a.s. i docenti NON devono stampare né consegnare né i
PEI né i PDP perché sono stati già inviati via mail ad inizio anno scolastico.
Tutta la documentazione (PEI + Relazione finale, PDP + Modello di valutazione finale BES) si troverà
archiviata su computer presso la segreteria didattica di Pina Giorgetti.
INFORMAZIONE
Grazie!
Procedure
Scarica

Newsletter LevInclusione / Maggio 2015