REPUBBLICA ITALIANA
CORTE DEI CONTI
Sezione del controllo per la Regione Autonoma della Sardegna
Indagine
sulla
gestione
degli
impianti
di
depurazione
in
Sardegna
riguardante 10 Enti locali (Orosei, Sorso, Arbus, Arborea, Villasimius,
Alghero, Thiesi, Assemini, Terralba, Siniscola) quali gestori nonché la
Regione Autonoma della Sardegna per quanto concerne l’attività di
programmazione, finanziamento e
vigilanza sugli impianti (esercizi
finanziari 2000-2004).
Deliberazione della Sezione del controllo per la Sardegna n. 15/2004
Il comune di Assemini
Relazione
Magistrato relatore: Consigliere Nicola Leone
Funzionario collaboratore: Efisio Luigi Dentoni
1.
PREMESSA.
Con delibera n.15/2004, pubblicata il 23 dicembre 2004, relativa al programma delle
attività di controllo per l’anno 2005, la Sezione del controllo per la Regione Autonoma della
Sardegna ha approvato l’indagine di cui si tratta.
Sono stati individuati dieci comuni, rappresentativi di situazioni abbastanza critiche o
dal punto di vista quantitativo, quali, ad esempio, i comuni costieri ad alta vocazione turistica,
caratterizzati da altissime oscillazioni del carico di lavoro rappresentato dai reflui da depurare
nei vari periodi dell’anno, o dal punto di vista qualitativo, a causa della presenza oltre che di
scarichi di origine civile, anche di scarichi di tipo industriale.
2.
L’ATTIVITÀ ISTRUTTORIA.
L’istruttoria si è svolta sia attraverso la richiesta scritta di documentazione sia,
successivamente alla risposta dell’Amministrazione comunale, attraverso un accesso diretto.
Nel corso dell’accesso sono state acquisite notizie utili e si è richiesta ulteriore
documentazione, successivamente prodotta dal Comune.
3.
IL QUADRO NORMATIVO - OPERATIVO1
In attuazione dell’art. 8 della legge n. 319 del 10 maggio 1976, recante norme per la
tutela delle acque dall’inquinamento, la Regione Sardegna ha predisposto il Piano Regionale di
Risanamento delle Acque (PRRA). Successivamente la L. 319/76 è stata abrogata dal D.Lgs
152/99 che recepisce la Direttiva CEE 91/271, alla quale la Regione Sardegna ha dato una
prima attuazione con la L.R. 19 luglio 2000, n. 14 avente ad oggetto “Attuazione del decreto
legislativo 11 maggio 1999, n. 152, sulla tutela delle acque dall'inquinamento, modifica alle
leggi regionali 21 settembre 1993, n. 46 e 29 luglio 1998, n. 23 e disposizioni varie”.
Pertanto, in ottemperanza a quanto previsto dal D. Lgs. 152/1999, successivamente
alla prima stesura del suddetto PRRA, la Regione Sardegna ha avviato lo studio di
adeguamento dello stesso alla Direttiva CEE 91/271 e al D. Lgs. 152/1999, il quale prevede
l’individuazione di aree sensibili, delle tipologie d’impianto e dell’ordine di priorità degli
interventi di risanamento per gli “schemi fognario-depurativi”, nell’ottica di perseguire la
massima centralizzazione di opere per una maggiore economicità, sia di costi di impianto, sia
di esercizio e un maggiore e migliore controllo degli scarichi e delle gestioni.
Tale studio è stato posto a base della redazione dell’Accordo di Programma Quadro
(APQ) tra Stato e Regione su “Risorse idriche opere fognario depurative”, riguardante il Ciclo
1
Fonte: Ass.to Dif. Ambiente – piano di tutela delle Acque
2
Integrato dell’Acqua di cui all’Intesa Istituzionale di programma del 21 aprile 1999; l’APQ è
inoltre previsto dal Quadro Comunitario di Sostegno come uno degli strumenti all'interno del
quale possono essere compresi gli interventi da ammettere a finanziamento con i fondi
comunitari. La predisposizione dell'APQ sul Ciclo Integrato dell'Acqua è altresì prevista per la
spendita delle risorse stanziate con le Delibere CIPE sulle aree depresse.
Sintesi del quadro economico relativo alI'APQ "RISORSE IDRICHE OPERE FOGNARIODEPURATIVE" 2002
IMPORTO PARZIALE
Accordo di Programma
Quadro"Risorse Idriche Opere
Fognario- Depurative”
IMPORTO
Assessorato della difesa
dell'Ambiente
comparto fognariodepurativo
A.P.Q. 30/06/2004
Attraverso
gli
strumenti
Assessorato dei
Lavori Pubblici
comparto risorse
idriche
331.291.739,48
di
pianificazione
IMPORTO TOTALE
626.723.181,21
e
programmazione
958.014.920,69
(P.R.R.A.-
Piano
straordinario di completamento e razionalizzazione dei sistemi di collettamento e depurazione
delle acque reflue P.S.D.-art 6 L.135/97) sono stati individuati obiettivi e criteri di
adeguamento di strutture fognario depurative per il risanamento delle acque alle normative
vigenti comunitarie e nazionali.
Nell'ambito del Quadro Comunitario di Sostegno (Q.C.S.) 2000-2006, del Programma
Operativo Regionale (P.O.R.) della Regione Sardegna all'interno della Misura 1.1 "Ciclo
Integrato dell'acqua" sono stati individuati obiettivi specifici di risanamento e criteri volti
all'ammissione al finanziamento di interventi fognario-depurativi relativi a situazioni idriche con
compromesso stato di qualità e interessanti agglomerati con popolazione equivalente superiore
ai limiti dimensionali di cui alle scadenze di adeguamento sopra menzionate.
Al fine quindi di adempiere agli obiettivi della Direttiva CEE 271/91 e del D.Lgs. 152/99
con le relative scadenze, il richiamato studio del PRRA, effettuato dall'ESAF per conto
dell'Assessorato regionale della Difesa dell'Ambiente, è stato "rivisitato", con il Programma
stralcio, attuativo del comma 4, art. 141 della L. n. 388 del 20 Dicembre 2000, approvato con
deliberazione della Giunta Regionale in data 16 aprile 2002 n. 12/14. Tale piano, prevedendo il
collettamento e la depurazione di acque reflue urbane e/o domestiche per circa 5 milioni di
abitanti equivalenti totali, costituisce un insieme di interventi urgenti a stralcio di quelli previsti
dal Piano d'Ambito di cui all'art. 11 della L.. 36/94.
Il P.R.R.A. ed il suddetto programma stralcio individuano, sulla base delle indicazioni
fomite dalle province e a seguito della ricognizione delle infrastrutture fognario-depurative e
delle valutazioni tecnico-economiche-ambientali, gli schemi fognario-depurativi per la raccolta
ed il trattamento dei reflui derivanti da uno o più insediamenti (residenziali, turistici,
industriali). Pertanto, lo schema fognario-depurativo, che si identifica con l'agglomerato così
come definito dall'art. 2 comma 1 lett. m) del D.Lgs. 152/99, rappresenta, tra le diverse
3
configurazioni di schema, quella che consente il miglior rapporto costi-benefici.
Così, a partire da 677 insediamenti (centri urbani, insediamenti produttivi accorpati a
centri urbani, frazioni, insediamenti turistici) si giunge ad individuare 115 depuratori
centralizzati (schema consortile) e 228 impianti a servizio di un solo insediamento (schema
singolo) per un totale di 343 schemi fognario-depurativi o agglomerati. Per ognuno degli
schemi individuati, dopo aver quantificato i carichi potenzialmente prodotti e le strutture
fognario-depurative necessarie, sono state individuate le esigenze finanziarie finalizzate
all'adeguamento dei relativi scarichi ai limiti del D.Lgs. 152/99.
La tendenza ad accorpare più insediamenti in un unico schema fognario-depurativo di
maggiori dimensioni, produce indubbi vantaggi di tipo ambientale. Infatti, le economie di scala
derivanti dalle maggiori dimensioni d'impianto consentono, da una parte, la presenza continua
di addetti alla gestione in impianto con conseguenti maggiori possibilità di monitoraggio e
gestione dei processi depurativi svolti e, dall'altra, possono rendere economicamente
sostenibile il riutilizzo dei reflui quale misura integrata di tutela della risorsa idrica con effetti
sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo.
4.
LE RISULTANZE ISTRUTTORIE.
Nel territorio comunale di Assemini sono presenti 2 impianti di depurazione, dislocati
rispettivamente in loc. Terrasili e Terramaini. Gli impianti, secondo quanto dichiarato dai
funzionari del comune, sono stati realizzati alla fine degli anni 70 e mai entrati in funzione in
quanto all’atto del loro completamento risultavano “difformi” rispetto alle norme sul
trattamento dei reflui nel frattempo entrate in vigore; non risulta che siano mai stati eseguiti
dei lavori di adeguamento. Gli impianti sarebbero stati utilizzati esclusivamente quali stazioni
di pompaggio.
Dalla copia del verbale di campionamento di acqua di scarico n. 66CF/98 del 1/9/98,
redatto dall’Azienda USL 8 di Cagliari, Presidio Multizonale di Prevenzione, riguardante
l’impianto in località Terramaini, si rileva che “l’impianto è in stato di abbandono totale”.
Ancora, dal verbale di sopralluogo di acqua di scarico n. 67CF/98 del 1/9/98, redatto dallo
stesso ufficio dell’Azienda USL 8, presso l’impianto in loc. Terrasili, risulta che “l’impianto di
depurazione, esistente, non riceve neanche il liquame, che si riversa direttamente dalla
condotta fognaria nel corpo recettore: Rio sa Nuxedda – canale scolmatore S. Gilla …”.
Le acque di scarico provenienti dall’abitato di Assemini, pertanto, non subivano alcun
trattamento di depurazione e venivano quindi scaricate principalmente nel canale scolmatore
S. Gilla, come si evince dai verbali di cui sopra si è fatto cenno.
La situazione appena descritta ha esposto il comune di Assemini ad innumerevoli atti
sanzionatori, quale l’accertamento di violazione amministrativa del 25 aprile 2001, redatto dal
Servizio di Vigilanza e Controllo Ambientale della Provincia di Cagliari e notificato al comune di
4
Assemini in data 19 giugno 2001, dal quale risulta che “gli scarichi derivanti dalla rete fognaria
del centro abitato, recapitanti nel Rio Sa Nuxedda e nel colatore sinistro di Assemini, vengono
effettuati senza essere in possesso dell’autorizzazione allo scarico.” Per tali motivi veniva
contestata la violazione del disposto di cui all’art. 45, I comma del D.Lgs. n. 152 del 11 maggio
1999, il quale dispone testualmente che Tutti gli scarichi devono essere preventivamente
autorizzati dalla quale deriva la sanzione prevista dal II comma dell’art. 54 dello stesso decreto
legislativo, che dispone quanto segue:
Chiunque apre o comunque effettua scarichi di acque reflue domestiche o di reti
fognarie, servite o meno da impianti pubblici di depurazione, senza l'autorizzazione di cui
all'articolo
45,
ovvero
continui
ad
effettuare
o
mantenere
detti
scarichi
dopo
che
l'autorizzazione sia stata sospesa o revocata, è punito con la sanzione amministrativa da lire
dieci milioni a lire cento milioni. Nell'ipotesi di scarichi relativi ad edifici isolati adibiti ad uso
abitativo la sanzione è da uno a cinque milioni.
Con riferimento al citato verbale di accertamento del 25 aprile 2001, l’ufficio sanzioni
del Settore Ecologia dell’Assessorato Tutela Ambiente della Provincia di Cagliari ha redatto, in
data 19 ottobre 2001, un verbale di audizione personale del Sindaco pro tempore del comune
di Assemini, Salvatore Nioi, dal quale risultano le dichiarazioni rese dallo stesso, su sua
richiesta, in merito alle contestazioni risultanti dal verbale citato.
In sede di audizione il Sindaco ha dichiarato quanto segue:
• Le opere di collettamento dei reflui fognari alla condotta CASIC, sono in fase di
progettazione avanzata.
• Il progetto preliminare, già approvato dalla Giunta, ed il progetto definitivo presentato
il 17.10.2001, consentiranno, a breve, di disporre del progetto esecutivo e, nei tempi
tecnici dell’appalto, di avviare l’accantieramento delle opere nei primi mesi del 2002.
• In questo frangente, non è possibile convogliare i reflui fognari nella condotta CASIC,
in quanto, lo stesso Consorzio, ha rifiutato il collettamento senza pretrattamento dei
reflui.
• A breve, verrà trasmessa una relazione dettagliata sullo stato di attuazione del
progetto.
In data 2 aprile 2003, sempre in relazione al verbale del 25 aprile 2001, con riferimento
all’accertamento effettuato in data 1/9/1998 presso l’impianto di depurazione sito in loc.
Terramaini e risultante dal già menzionato verbale n. 66CF/98 del 1/9/98, veniva notificata al
comune di Assemini,
a cura dell’ufficio sanzioni del Settore Ecologia dell’Assessorato Tutela
Ambiente della provincia di Cagliari, l’ordinanza – ingiunzione n. 3/2003, con la quale a carico
del comune di Assemini, quale soggetto obbligato in solido, veniva determinata la sanzione
amministrativa pari a € 5.164,00 ai sensi dell’art. 54, II comma del D. Lgs n. 152/1999 e,
parimenti, ne veniva ordinato il relativo pagamento.
5
In data 1 aprile 2003, analoga ordinanza – ingiunzione (n. 10/2003) veniva notificata al
Comune, con riferimento all’accertamento effettuato, sempre in data 1/9/1998, presso
l’impianto di depurazione sito in loc. Terrasili e risultante dal già menzionato verbale n.
67CF/98 del 1/9/98.
Dalle suddette ordinanze - ingiunzione si rileva che il comune di Assemini risulta
obbligato in solido, mentre non viene identificato il soggetto responsabile.
Le ordinanze sono state emanate successivamente alla scadenza dei termini per la
conciliazione della sanzione pecuniaria, inutilmente trascorsi.
Sempre da dette ordinanze si rileva che in merito alle contestazioni di cui trattasi, il
Comune avrebbe prodotto, in data 6 luglio 2001, degli scritti difensivi, non allegati alla
documentazione inviata alla Corte.
Da sottolineare, tra l’altro, il tempo intercorso tra la rilevazione delle infrazioni – 1 sett.
1998 – e l’emissione delle ordinanze-ingiunzione da parte della Provincia – 1/2 apr. 2003.
Il
lungo
iter
concernente
le
suddette
infrazioni
si
è
infine
concluso
con
la
Determinazione del responsabile dell’Area Tecnica Manutentiva – Servizi tecnologici del 15
dicembre 2005, con la quale si è impegnata la somma di 13.442,28 Euro per il pagamento
delle sanzioni, a seguito di variazione del bilancio comunale per il reperimento delle somme
necessarie, deliberata dalla Giunta comunale in data 7 settembre 2005 e ratificata dal
Consiglio comunale in data 3 novembre 2005.
La perdurante situazione di irregolarità riguardo agli scarichi dei reflui comunali, ha
comportato che il Comune sia stato oggetto di ulteriori provvedimenti sanzionatori, oltre quelli
di cui si è fatto cenno, il cui iter è tuttora (ott. 2005) in corso.
Allo scopo di porre fine alla precaria e alquanto irregolare situazione esistente, sono in
corso di ultimazione (ott. 2005) i lavori di adattamento dei due depuratori esistenti nel
territorio del comune di Assemini ad impianti di pretrattamento dei reflui, oltre alla
realizzazione, per il medesimo scopo, di un nuovo impianto situato sul prolungamento della via
Coghe, al fine del successivo invio degli stessi sulla condotta Tecnocasic.
Dalla relazione tecnica inviata dal Comune alla Corte in sede di istruttoria nonché dalla
successiva relazione di aggiornamento, si evince che nella fase di scelta delle soluzioni
progettuali da adottare in merito allo smaltimento delle acque nere e meteoriche dell’abitato,
l’Amministrazione chiese la fattibilità di collettare i reflui al depuratore del comune di Elmas o,
in alternativa, di ipotizzare un riadattamento dei depuratori esistenti nel territorio comunale.
Successivamente,
le
direttive
della
Regione,
orientate
al
superamento
delle
realtà
caratterizzate dal funzionamento di singoli impianti di trattamento, sostituiti da impianti di
maggiore dimensione e collettori consortili di raccolta2 imposero di collettare i reflui
2
Fonte: relazione tecnico-descrittiva prog. esecutivo per realizzazione opere idrauliche di collettamento reflui comune
di Assemini
6
esclusivamente all’impianto del Tecnocasic, declassando il depuratore di Elmas ad impianto di
pretrattamento. Rispetto a tale soluzione, sempre secondo quanto risulta dalla relazione
tecnica, risultò più vantaggioso adattare tecnologicamente i depuratori di Assemini ad impianti
di pretrattamento.
Secondo il piano di risanamento delle acque in Sardegna e nell'ambito del progetto di
salvaguardia dello "Stagno di S. Gilla", predisposto dall'Assessorato Regionale Difesa
dell'Ambiente, è previsto il convogliamento all’impianto di depurazione del Tecnocasic delle
acque di scarico dei comuni di Decimoputzu, Villaspeciosa, Uta, Assemini, Capoterra e frazioni,
Decimomannu, Sestu, ed Elmas.
La necessità del pretrattamento e quindi di dar corso ai lavori di cui trattasi è da
ascriversi ad una precisa richiesta formulata dal Casic, dato che, come rilevato dall’Ufficio
istruttore di questa Sezione del controllo, anche i reflui provenienti da altri comuni e conferiti
all’impianto di depurazione dello stesso Consorzio, subiscono analogo trattamento.
I finanziamenti per la realizzazione degli impianti hanno origine, secondo quanto
riferisce la relazione tecnica del comune di Assemini, dall’approvazione, con deliberazione della
Giunta Regionale n. 61/132 del 30 dicembre 1996, del Programma Integrato d’Area (PIA)
riguardante, tra l’altro, l’area di Cagliari. Per detta area venne concesso un finanziamento PIA
6 Sud-Santa Gilla per 10 miliardi di lire riguardanti le opere di risanamento igienico, aree
degradate, bonifica e riordino idraulico, di cui, attraverso la sottoscrizione di un accordo di
programma, € 2.014.181,91, destinati al comune di Assemini per la realizzazione di opere
idrauliche di collettamento reflui.
7
I lavori, come evidenziato, riguardano gli impianti siti in loc. Terramaini, in loc. Terrasili
e via Coghe. Il progetto definitivo venne consegnato in data 17/10/2001, a cura del
Raggruppamento Temporaneo di professionisti incaricati, con delib. G.C. n. 25 del 4/2/2000,
della progettazione delle opere idrauliche di collettamento reflui. In seguito alla convocazione
di apposita conferenza di servizi per l’acquisizione dei nulla osta da parte degli enti competenti,
in data 3/4/02, gli stessi professionisti hanno provveduto alla consegna del progetto esecutivo.
Il costo complessivo dei lavori dovrebbe ammontare a € 2.117.473,28, di cui €
2.014.181,91 fondi PIA 6 Sud-Santa Gilla e € 103.291,37 fondi comunali.
I lavori vennero aggiudicati con determinazione del responsabile del settore LL.PP. n.
773 del 11/8/2003, alla ditta Co.Sa.Co. s.r.l. di Oristano, per un importo di € 1.348.446,20, di
cui € 1.278.724,52 per lavori e € 69.721,68 per gli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso
d’asta, al netto di IVA 10%.
Dalla relazione tecnica nonché dalla verifica effettuata in loco dalla Corte (3 ott. 2005),
risultavano ancora in fase di esecuzione i lavori di completamento dei due impianti siti in loc.
Terramaini e via Coghe, mentre per l’impianto in loc. Terrasili erano in fase di completamento
le procedure per l’attivazione ed il funzionamento. La successiva relazione tecnica di
aggiornamento, datata 22 dicembre 2005, a firma del responsabile dell’Area Tecnica Lavori
Pubblici, attesta l’operatività dell’Impianto di Terrasili e prevede il completamento degli altri
due impianti per il febbraio 2006.
La relazione del responsabile dell’Area Tecnica Manutentiva – Servizi Tecnologici
espone, infine, la seguente tabella concernente il quantitativo di acqua acquistata e di quella
immessa in rete.
Anno
Acqua immessa in
rete
MC
Acqua grezza
Acqua potabile
acquistata dal
acquistata
Tecnocasic
dall’ESAF
MC
MC
315.360
1.261.440
2000
3.216.672
2001
3.216.672
315.360
2002
3.216.672
2003
2004
Totale acqua
acquistata
MC
Acqua inviata
in depurazione
MC
1.576.800
0
1.261.440
1.576.800
0
315.360
1.261.440
1.576.800
0
3.216.672
315.360
1.261.440
1.576.800
0
3.784.320
315.360
1.261.440
1.576.800
0
Dall’esame della tabella si ha la conferma, anzitutto, del non utilizzo di sistemi di
depurazione delle acque reflue; si evince, inoltre, che il totale dell’acqua immessa in rete è
notevolmente superiore all’acqua acquistata, per cui, evidentemente, oltre la metà dell’acqua
destinata all’approvvigionamento dell’abitato di Assemini viene estratta dai pozzi, secondo la
seguente tabella estrapolata, per differenza, dalla precedente:
8
Anno
Differenza fra acqua
immessa in rete ed
acqua acquistata
MC
2000
1.639.872
2001
1.639.872
2002
1.639.872
2003
1.639.872
2004
2.207.520
Non si può non notare, tra l’altro, la costante quantità, almeno fino al 2003, di acqua
immessa in rete e di acqua acquistata, senza che possa riscontrarsi la pur minima variazione.
5.
CONCLUSIONI.
Allo stato attuale (dicembre 2005), come si evince dalle risultanze istruttorie sopra
esposte, nonché dalle verifiche dirette effettuate presso il comune di Assemini, sono stati
attivati o si trovano in via di completamento gli impianti di pretrattamento dei reflui urbani, al
fine del loro successivo invio verso gli impianti di depurazione del Tecnocasic.
Ciò consentirà di sanare definitivamente una grave situazione perdurante, si può dire,
da sempre, dato che gli impianti siti in località Terrasili e Terramaini non sono praticamente
mai entrati in funzione. Non si può, al proposito, non sottolineare il pesante contributo
all’inquinamento ambientale rappresentato finora dagli scarichi, totalmente non depurati,
provenienti da un centro abitato che conta oltre 24.000 abitanti (24.480 – dati ISTAT 2003) e
riversati, tra l’altro, a ridosso di un’area considerata di grandissimo pregio ambientale quale
l'area stagnale e lagunare di Santa Gilla, dove, tra l’altro, l’Amministrazione regionale ha
investito notevolissime risorse proprio al fine di risanare tale area, fortemente degradata anche
a causa degli insediamenti industriali posti a ridosso della stessa. Basti dire che, tra il 1985 e il
1995 la Regione Sarda, Assessorato della Difesa dell'Ambiente ha realizzato dei "Lavori di
risanamento, ristrutturazione, regolazione idraulica e biologica e delle strutture produttive per
le attività ittiche nella Laguna di Santa Gilla in Cagliari" per un costo totale complessivo di Lire
130.090 milioni di lire3.
Per tali motivi, come è stato già sottolineato, il comune di Assemini ha subito sanzioni
abbastanza pesanti da parte del Settore Ecologia dell’Assessorato Tutela Ambiente della
provincia di Cagliari. In merito a tale ultimo aspetto, tuttavia, non può non lasciare perplessi
sia il lunghissimo iter dei procedimenti sanzionatori, sia il fatto che, tutto sommato, in
considerazione della gravità e della irregolarità della situazione esistente, non risultino poi così
numerosi i procedimenti posti a carico del Comune e soprattutto non risultino procedimenti,
3
Dati rilevati dal sito web: http://www.gilia.net/
9
non solo di carattere amministrativo, a carico dei singoli amministratori che negli anni si sono
esposti a non trascurabili responsabilità in merito al problema della depurazione.
Tali responsabilità appaiono evidenti sin dal momento in cui, successivamente alla
costruzione dei due depuratori cittadini, gli stessi non furono mai utilizzati e praticamente
lasciati in stato di abbandono. Questo stato di cose risale ormai alla fine degli anni settanta
dello scorso secolo, data di realizzazione degli impianti in parola e ancora non si comprende
come mai, in considerazione di tale stato di cose, solo recentissimamente si stia addivenendo
alla soluzione del problema.
In merito ai lavori per la trasformazione degli impianti per il pretrattamento delle acque
reflue, per il successivo invio all’impianto di depurazione del Tecnocasic, come già rilevato, le
disposizioni regionali in materia di risanamento delle acque, hanno determinato, per i comuni
di Decimoputzu, Villaspeciosa, Uta, Assemini, Capoterra, Decimomannu, Sestu ed Elmas, il
convogliamento dei reflui verso l’impianto del Tecnocasic. Tale aspetto appare, di per se,
positivo, se si considera la possibilità di evitare, da parte dei comuni, le innumerevoli
problematiche di gestione che gli impianti di depurazione inevitabilmente comportano, nonché
in considerazione della possibilità di realizzare delle non irrilevanti economie di scala,
conseguibili attraverso una gestione centralizzata del servizio e che consente, altresì, maggiori
possibilità di controllo di carattere ambientale. In ogni caso non si può non sottacere il fatto
che le stesse disposizioni regionali, con ogni probabilità, non hanno consentito una più precisa
valutazione circa l’eventuale maggior convenienza economica rappresentata da soluzioni
alternative, quale, in particolare, il collettamento dei reflui verso il depuratore di Elmas,
peraltro convertito, anch’esso, in impianto di pretrattamento.
L’ultimazione dei lavori consentirà, comunque, di porre termine ad una situazione
paradossale, dato che gli sforzi compiuti dalla Regione per il risanamento dell'area stagnale e
lagunare di Santa Gilla venivano, in parte, compromessi dal versamento degli scarichi
dell’abitato di Assemini sullo stesso sito.
Va aggiunto, infine, che il ritardo negli interventi di risanamento e di regolarizzazione
della situazione esistente ha fatto sì, paradossalmente, che gli impianti realizzati siano
veramente all’avanguardia, tanto che, in poco tempo, il comune di Assemini sarà dotato di una
rete idrico-fognaria sicuramente fra le più efficienti della Sardegna, dato anche l’avanzato
stadio di realizzazione della rete idrica, dotata, al pari degli impianti di pretrattamento reflui, di
evoluti sistemi di controllo e di gestione.
Più avanti occorrerà tuttavia verificare la capacità, da parte del comune di Assemini, di
assicurare la continuità dell’efficienza di tali avanzati impianti tecnologici, i quali, se da un lato
conducono anche ad una semplificazione delle procedure di verifica e conduzione, richiedono in
ogni caso il raggiungimento di un’adeguata capacità tecnico gestionale che dovrà essere
dimostrata nel tempo.
10
A tal proposito, ci si attendeva che il comune di Assemini, in sede di contro deduzioni,
avrebbe specificato il sistema organizzativo che intenderà adottare per la conduzione degli
impianti
di
cui
trattasi,
mentre,
a
suo
tempo,
in
sede
di
verifica
delle
misure
conseguenzialmente adottate a seguito della presente indagine, ai sensi del VI comma della L.
20/1994, dovranno in particolare essere evidenziati i risultati di tale gestione, sia dal punto di
vista amministrativo e finanziario, compresi i maggiori o minori oneri per gli utenti finali, sia
dal punto di vista operativo.
11
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