la Rivista Anno 103 - n. 4 - Aprile 2012 Frontalieri: Figli di un dio minore? In gennaio è aumentato del 33% rispetto ad un anno prima L’export italiano diretto in Svizzera continua a correre L’inaffondabile Titanic: nel primo centenario della tragedia Affondata in un mare di misteri A Editoriale di Giangi Cretti Ammettiamolo: la forma non è di quelle più sorvegliate. La dichiarazione con la quale Fulvio Pelli, ancora per qualche settimana presidente del Partito liberale svizzero, ha chiosato la decisione del Consiglio Nazionale di approvare l’iniziativa - a suo tempo inoltrata dal Canton Ticino – di ridurre dal 38,8% al 12,5%, l’aliquota del ristorno della parte delle imposte alla fonte detratte dal salario dei frontalieri spettante, per convenzione, ai comuni di residenza di detti lavoratori, è suonata piuttosto sgangherata. Nel senso letterale di fuori dai gangheri. Chi segue l’azione del parlamentare ticinese non può non esserne sorpreso. Perché non è un esempio di raffinata eleganza dialettica, e questo può anche essere irrilevante; perché, dal punto di vista delle relazioni bilaterali, è politicamente inopportuna, e questo qualche rilievo invece ce l’ha. «L›Italia è ostile al libero scambio, ostile alla libera concorrenza, e negoziare coi guanti bianchi non porterà ad alcun risultato», ha stigmatizzato Fulvio Pelli. «Il Canton Ticino la sa lunga in materia di rapporti con l›Italia. Dategli una volta retta, invece di mandare a Roma svizzero-tedeschi che non sanno l›italiano e trattano in inglese». Prescindendo dalla forma, anche se spesso è rivelatrice della natura della sostanza, sulla questione - che è seria, e solo l’attuale emergenza in cui si trova ad operare il governo italiano può fornire parziale giustificazione alla superficialità con la quale ancora (non) viene affrontata – non vi è dubbio che l’atteggiamento italiano sia stato sin qui ondivago e talvolta contraddittorio. Prescindiamo anche dalle ragioni che hanno inasprito un contenzioso: negli scudi fiscali dell’ultimo decennio e nella presunta pervicacia pregiudiziale dell’ex ministro Tremonti trova i suoi detonatori più recenti ed eclatanti, ma non per questo più deflagranti. Miope, al confine con la cecità, sarebbe negare l’esistenza di un problema, che ha la sua più patente evidenza in Ticino; espressa con le tensioni alimentate dalle questioni dei lavoratori frontalieri, le quali, seppur fondate nella loro peculiarità, diventano, nello specifico, anch’esse un pretesto: alla stregua di un grimaldello usato per forzare, con rinnovato vigore, il dialogo, fin qui, puntualmente rifiutato da parte italiana. Un dialogo che affronti le problematiche legate alla doppia imposizione fiscale, di cui l’accordo sui frontalieri è comunque parte integrante, ma della quale la vera posta in gioco è la cancellazione della Svizzera dalle black list (nei fatti sono più di una) con le quali l’Italia, nonostante la Confederazione si sia adeguata agli standard definiti dall’OCSE, insiste nel considerarla al pari di un paradiso fiscale. Con conseguenze che si ripercuotono, non solo sulle banche, ma anche sulle imprese dei due Paesi in termini di burocratizzazione e disincentivi all’interazione commerciale. Al di là della riconoscibile volontà di profilarsi da parte delle forze politiche locali – in modo particolare delle due Leghe, che nonostante le generiche affinità su tematiche riguardanti l’Europa e i movimenti migratori, nei fatti, sulla specifica vicenda, difendono interessi contrapposti - siamo di fonte all’ennesimo tentativo di aumentare la pressione sul governo italiano, affinché accetti di aprire una trattativa, come d’altronde richiesto anche da un ordine del giorno votato la scorsa estate dal Parlamento italiano pressoché all’unanimità. C`è chi spera, e non solo da parte svizzera, che la recente firma del protocollo che modifica la convenzione con la Gran Bretagna parafato il 6 ottobre scorso – che, pur mantenendo nella sostanza lo schema cosiddetto Rubik, ora contempla anche le successioni e, soprattutto per quanto concerne i redditi da interesse, è stato armonizzato con il dettami della Unione europea – possa trovare il via libera da parte della Commissione europea che dovrebbe esaminarlo a breve. Così fosse, nonostante insista sulla necessità di un accordo complessivo con la Svizzera, è verosimile che l’Ue non si opponga agli accordi bilaterali con Gran Bretagna e Germania. Rimosse in tal modo le perplessità sulla compatibilità di detti accordi con il diritto europeo – a cui si è riferito recentemente il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti – potrebbe finalmente partire un negoziato che necessariamente includerà tutti quei temi che allo stato attuale vedono Italia e Svizzera su fronti contrastanti. Nel frattempo, scontato attendersi altre pressioni: non da ultima, anche con l’intento di mettere la Confederazione di fronte alle sue responsabilità, quella di non ‘scongelare’ il 50% dei ristorni del 2010 (circa 28 milioni di franchi) bloccati lo scorso anno e di ‘congelare’ anche quelli del 2011. Auspicare ora, a fronte dei segnali già emessi e di quelli preannunciati, che non si perdano di vista le ricadute sociali che l’acuirsi dell’attuale situazione, in modo particolare nelle zone di frontiera, possa determinare in termini di deterioramento delle relazioni fra i due Paesi, è una questione di ragionevole buon senso per prevenire una necessità dettata dall’emergenza. [email protected] la Rivista n. 4 Aprile 2012 1 Sommario n. 4 Aprile 2012 1 Editoriale 57 Giovani colori su tele alla Vieille Ville Dario Moroni e la pittura figurativa tra Ginevra e Sondrio 62 La Treccani della settima arte Il Morandini 2012 67 Doris Leuthard istituisce un gruppo di lavoro Svizzera: dopo la votazione dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie Marinai profeti e balene Il tour teatrale di Vinicio Capossela fa tappa a Zurigo 68 In Svizzera mi sento felice Laura Pausini: icona della musica italiana 19 Un terzo in più nell’arco di cinque anni Lavoratori Frontalieri in Svizzera 69 21 Lavorare in uno Stato risiedere in un altro Attraversando la frontiera: ogni giorno o almeno una volta la settimana Il successore di Jimmy Smith Il trombettista, pianista e specialista dell’hammond B3 Joey DeFrancesco DOLCE VITA PRIMO PIANO 15 16 L’export italiano diretto in Svizzera continua a correre In gennaio è aumentato del 33% rispetto ad un anno prima INCONTRI 40 L‘Italia è una delle mete più richieste Stefan Gutknecht è Director Sales Switzerland di airberlin 41 Far bene il proprio lavoro e ottenere risultati positivi Donne in carriera: Arianna Molari 43 Sotto il segno dell’amicizia Incontro Domodossola - Martigny 47 Affondata in un mare di misteri L’inaffondabile Titanic: nel primo centenario della tragedia 54 La rinascita del Museo Nazionale di Zurigo Primo colpo di piccone per l’ampliamento Direttore - Giangi CRETTI Comitato di Redazione G.M. BONADA, A.G. LOTTI, C. NICOLETTI, S. SGUAITAMATTI Bollicine senza frontiere per l’autoctono cosmopolita Vino in Villa 72 Lagane e ceci, minestra de fasoi, ruttama e pasta e patati Ovvero la rivincita degli scarti 78 Fiat Freemont AWD e Punto 2012 In test al Balocco 79 Tecnologia in bella forma La Giulietta con il cambio TCT a doppia frizione IL MONDO IN FIERA CULTURA Editore Camera di Commercio Italiana per la Svizzera 71 84 La Borsa dell’agroalimentare Euro&Med Food 2012: Manfredonia (FG) 17 - 19 aprile 85 L’agroalimentare italiano programma il suo futuro CIBUS 2012: Parma, 7 - 10 maggio La Rivista Seestrasse 123 - Cas. post. 1836 - 8027 Zurigo Tel. ++41(0)44 2892328 Fax ++41(0)44 2015357 [email protected], www.ccis.ch Pubblicità Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - Casella postale - 8027 Zurigo Collaboratori Tel. ++41(0)44 2892323 Ph. BERNASCONI, C. BIANCHI PORRO, M. CALDERAN, Fax ++41(0)44 2015357 G. CANTONI, M. CARACCIOLO DI BRIENZA, e-mail: [email protected] V. CESARI LUSSO, M. CIPOLLONE, P. COMUZZI, D. COSENTINO, A. CROSTI, L. D’ALESSANDRO, Abbonamento annuo F. FRANCESCHINI, T. GATANI, G. GUERRA, Fr. 60.- Estero: 50 euro M. LENTO, F. MACRÌ, G. MERZ, A. ORSI, C. RINALDI, G. SORGE, N. TANZI, I. WEDEL Gratuito per i soci CCIS 2 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la CCIS. La riproduzione degli articoli è consentita con la citazione della fonte. Periodico iscritto all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana). Aderente alla FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero) Appare 11 volte l’anno. Progetto grafico, stampa e confezione Nastro & Nastro srl 21010 Germignaga (Va) - Italy Tel. +39 0332 531463 Fax +39 0332 510715 www.nastroenastro.it 86 L’appuntamento della green economy italiana Solarexpo 2012 e Greenbuilding 2012: Verona 9 - 11 maggio 87 Affari d’estate e nuove tendenze ChibiMart e ChibiDue: Fieramilanocity 11 - 14 maggio 88 Le soluzioni per vivere meglio Reatech Italia: Fiera Milano (Rho) 24 - 27 maggio IL MONDO IN CAMERA 90 «Made in Southern Italy» Modena porta l’Italia in Svizzera Il Food & Wine del Sud Italia si presenta a Foggia Moda e artigianato umbro La CCIS entra nei social network Neuerungen im italienischen Steuerrecht 2011/2012 Auswirkung auf Ch-Investitionen in Italien Seminar 92 Mercato svizzero: vino italiano cercasi I libri dell’Associazione Italiana Sommelier 2° Livello 93 Vini d’Italia 2012 94 Contatti commerciali 96 Servizi camerali RUBRICHE IN BREVE ITALICHE EUROPEE INTERNAZIONALI OLTREFRONTIERA ETICAMENTE BUROCRATICHE ANGOLO FISCALE ANGOLO LEGALE CONVENZIONI INTERNAZIONALI 4 7 9 11 13 27 28 31 33 35 TALENTI ALTROVE L’ELEFANTE INVISIBILE SCAFFALE SCAFFALE CARNET BENCHMARK DIAPASON CONVIVIO MOTORI STARBENE 39 45 53 53 56 64 65 72 77 80 In copertina: Il valico doganale di Ponte Tresa è attraversato ogni giorno da migliaia di lavoratori frontalieri. la Rivista n. 4 Aprile 2012 3 In breve Anche per i figli minori è necessario Renzo Albizzati è il CEO un documento d’identità individuale di Fidis Finance (Suisse) SA Con decorrenza dal prossimo 26 giugno i minori di nazionalità italiana, al pari dei loro coetanei europei, potranno viaggiare solo se in possesso di un documento di viaggio - passaporto o carta di identità - individuale. Ne deriva che i figli che ancora non hanno raggiunto la maggiore età non potranno più figurare, com’è stata consueta prassi finora, sul documento d’identità dei genitori, ma dovranno dotarsi di un proprio documento d’identità. È questa una norma che riguarda tutti i cittadini italiani, pertanto anche quelli residenti all’estero. Questi ultimi, in modo particolare in previsione delle prossime vacanze estive, anche al fine di evitare spiacevoli ritardi e complicazioni, dovranno quindi attivarsi prima possibile, e comunque tassativamente entro il 26 giugno, per ottenere in tempo utile il documento dei propri figli rivolgendosi agli uffici competenti del Consolato italiano di riferimento nel Paese in cui risiedono. All’inizio del 2012 Renzo Albizzati è diventato CEO dell’affiliata Fiat, Fidis Finance (Suisse) SA. Il 55enne è un affermato esperto nel settore Leasing e Finanza e negli ultimi 17 anni ha diretto con successo i Mercedes-Benz Financial Services, accumulando in precedenza vasta esperienza, fra gli altri, presso l’ex Lisca Leasing AG e l’ex Ford Credit S.A. di Zurigo. Ponendosi l’obiettivo di realizzare nuove strutture efficienti in termini di costi e l’adattamento dei processi agli attuali requisiti del mercato, Albizzati ha dichiarato di voler continuare “ ad aumentare i nostri servizi di assistenza per rimanere anche il futuro il partner numero uno per la nostra organizzazione di vendita”. Fidis Finance (Suisse) SA è un’impresa specializzata in servizi finanziari per l’acquisto di veicoli di Fiat Group Automobiles. Offre soluzioni individuali per leasing a privati e ad aziende, finanziamenti liberi e per pagamenti rateali e prodotti finanziari a supporto dell’attività dei concessionari. Meno lettori per gratuiti e domenicali Dopo la crescita registrata nel 2010, lo scorso anno non sono pochi i giornali svizzeri che perdono lettori. È il caso, ad esempio, dei gratuiti 20 Minuten e Blick am Abend. È quanto emerge dalla rilevazione effettuata dall’Istituto ricerche e studi dei media (WEMF/REMP) tra l’ottobre del 2010 e il settembre del 2011. Il gratuito 20 Minuten rimane in testa alla classifica con 1,3 milioni di lettori (-3.000), mentre il Blick (632.000 lettori; +10.000) scavalca di nuovo Blick am Abend (629.000; -6.000) e sale così al secondo posto. Al quarto rango ritroviamo il TagesAnzeiger (stabile a 508.000 lettori). I domenicali svizzero tedeschi sono più o meno tutti in perdita di velocità, fatta eccezione della NZZ am Sonntag (+6.000 a 496.000): il SonntagsBlick perde 27.000 lettori (e scende a 798.000) e la SonntagZeitung 14.000 (a 744.000). In Romandia il primo della classe resta 20 Minutes (474.000 lettori; +13.000), davanti a Le Matin (260.000; -6.000) e a 24 Heures (241.000; + 18.000). Al sud delle Alpi, Cresce il numero dei lettori del Corriere del Ticino passati da 125 a 129 mila. La Regione segna una perdita di 2 mila lettori, attestandosi a 112 mila. Il Giornale del Popolo rimane stabile a 50 mila. In aumento Il Caffè con 114 mila (+5 mila) e il Mattino con 83 mila (+2 mila). Tra i dati che emergono dal sondaggio particolarmente interessante quello relativo ai giovani, che continuano a sfogliare i giornali cartacei a dispetto della crescita esponenziale dell’offerta digitale. Nella fascia tra i 14 e i 29 anni, l’86% degli intervistati ha infatti dichiarato di leggere più o meno regolarmente almeno un quotidiano, confermando una tendenza già rilevata negli anni precedenti. 4 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Confermati i pieni voti al debito sovrano elvetico Marco Müller è il nuovo direttore artistico del Festival del cinema di Roma Era candidato in tre categorie: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior fotografia. Malgrado non figurasse tra i favoriti, ha letteralmente fatto l’en plein conquistando gli ambitissimi Quartz 2012 nelle tre categorie. Giochi d’estate, il film a sfondo autobiografico che narra una dolorosa vicenda di violenza domestica e successiva separazione familiare consumatasi durante una vacanza estiva sulle coste della Maremma, ha convinto i circa 250 membri della Filmakademie la giuria del più ambito riconoscimento cinematografico svizzero. I premi sono come le ciliegie: uno tira l’altro e il giorno dopo il trionfo ai Quartz ecco che Giochi d’estate si è aggiudicato anche il Premio del pubblico alla XIII edizione della rassegna pugliese «Sudestfestival» riservata al cinema italiano d’autore. Il film di Rolando Colla sarà così proiettato il 20 maggio a Washington, in occasione della Giornata della cultura italiana in America. Nella foto i due protagonisti di Giochi d’estate Fiorella Campanella e Armando Condolucci. Marco Muller è il nuovo direttore artistico del Festival del cinema di Roma. Lo ha deciso il Consiglio di amministrazione della Fondazione Cinema per Roma. A quanto riferito dal rappresentante del Campidoglio Michele Lo Foco, al termine del Cda, la votazione è andata come previsto: hanno espresso voto contrario la provincia di Roma e la Camera di Commercio, mentre la Fondazione Musica per Roma si è astenuta. Favorevoli i due voti del presidente e quelli di Regione e del Campidoglio. Sempre a quanto riferito da Lo Foco, il compenso di Muller «è lo stesso della signora Detassis (direttore uscente - ndr)»: 150mila euro l’anno. «Non potrei essere più felice. Torno dopo 22 anni nella mia città per lavorare ad un progetto entusiasmante: il nuovo sviluppo, dopo i risultati dei primi sei anni, del lavoro di un festival che vuole aderire sempre meglio ai bisogni di chi il cinema lo fa, di chi lo fa vedere e di chi lo va a vedere». Così Marco Müller ha commentato il suo nuovo incarico. Barolo & Friends Event Lunedì, 7 maggio 2012, KKL Lucerna Europaplatz 1 Invito alla grande degustazione dei Vini Piemontesi: 13.00 - 17.00: Degustazione dei Vini Piemontesi per operatori del settore e incontri B2B 17.00 - 20.00: Degustazione pubblica per gli amanti del vino (Ingresso: CHF 20.-) Saranno presenti, tra gli altri, i seguenti produttori Azienda Agricola Bussia Soprana Produttori di Govone Sac Azienda Agricola Fea Podere Ruggeri Corsini Grasso Fratelli Monforte d’Alba (CN) Govone (CN) Calosso (AT) Monforte d’Alba (CN) Treiso (CN) Agricola Gian Piero Marrone Marsaglia Produttori del Gavi Gonella Vini d’Elezione di GG Dosio Barale Fratelli La Montagnetta di Capello Domenico Franco Mondo Az. Agricola Costa Cattarina La Morra (CN) Castellinaldo (CN) Gavi (AL) San Martino Alfieri (AT) La Morra (CN) Barolo (CN) Roatto (AT) San Marzano Oliveto (AT) Castagnito (CN) ISCRIZIONI Telefono: 044 289 23 23 email: [email protected] L’evento è organizzato dal Consorzio I Vini del Piemonte e supportato dalla Strada del Barolo in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. la Rivista n. 4 Aprile 2012 5 GAMMA MASERATI. UN PERFETTO EQUILIBRIO DI CLASSE, TECNOLOGIA E DESIGN Se pensate al lusso più raffinato ed esclusivo, al fascino e all’eleganza dell’italian style più ispirato, a una sportività che sa emozionare senza sacrificare il comfort e il piacere di guida, state pensando a una Maserati. Che si tratti dell’ammiraglia Quattroporte, della GranCabrio, della GranTurismo o della sportivissima GranTurismo MC Stradale, ogni modello del Tridente, rappresenta un irripetibile connubio di classe raffinata e impeccabile ingegneria. Scegliere una Maserati significa entrare in un mondo nel quale l’automobile è espressione della creatività e del talento, di un’inesauribile passione per l’eccellenza, attenta ai temi della sicurezza e del rispetto per l’ambiente. Per tutte le informazioni sui modelli, le novità e le iniziative Maserati, visitate www.maserati.ch LA GAMMA MASERATI COMPRENDE: QUATTROPORTE - QUATTROPORTE S - QUATTROPORTE SPORT GT S - GRANCABRIO - GRANCABRIO SPORT - GRANTURISMO - GRANTURISMO S GRANTURISMO S AUTOMATICA - GRANTURISMO MC STRADALE. La rete ufficiale dei concessionari Maserati in Svizzera: Garage Foitek AG, 8902 Urdorf/Zürich, 044 736 1 736 Niki Hasler AG, 4052 Basel, 061 375 92 92 Krähenmann Autocenter AG, 8706 Meilen, 044 793 21 00 Sportgarage Leirer AG, 9063 Stein, 071 368 50 30 Sportgarage Leirer AG, 9016 St. Gallen, 071 250 09 01 Automobile Németh AG, 3032 Hinterkappelen, 031 909 25 25 Auto Pierre Sudan, 6300 Zug, 041 711 88 15 Loris Kessel Auto SA, 6916 Grancia-Lugano, 091 994 55 71 Modena Cars SA, 1202 Genève, 022 757 87 87 Garage Zénith SA, 1005 Lausanne, 021 321 30 00 Garage Zénith SA, 1950 Sion, 027 323 32 32 Italiche di Corrado Bianchi Porro Guardare avanti per tornare anche indietro Paolo Pininfarina è stato nominato presidente dell’omonima azienda nel 2008. La storia dei Pininfarina è quella di una famiglia che pur tra mille difficoltà non ha mai smesso di credere nel futuro e contribuisce a tener accese le stelle del firmamento industriale italiano, ha ricordato Daniele Lotti, presidente dell’Associazione Industrie Ticinesi (AITI) che, in occasione del 50° dell’associazione, lo ha invitato come ospite d’onore e raccontare la storia ricca di insegnamenti di un gruppo all’avanguardia nel mondo. I Il 22 maggio 1930 venne fondata la Carrozzeria Pinin Farina, così chiamata per distinguere l’azienda di Battista (Pinin) da quella del fratello Giovanni. Allora l’auto era un bene riservato a una piccola élite. Erano le auto del re. Nel dopoguerra, l’azienda si evolve e diventa industriale. Il boom economico porta ad aumentare la massa produttiva e la capacità, il fatturato e l’occupazione. La nostra azienda – ha spiegato Paolo Pininfarina, è diventata più industria, grazie alla spinta e al supporto della seconda generazione. Con attenzione particolare al design che si va ad affiancare al reparto produttivo, pur se il volume di produzione cresce di 10 volte. Prima del 1958 si producevano fino a 1000 vetture all’anno, poi 10 mila. Così cresce la complessità gestionale e finanziaria. Si è inventato uno stile, un’azienda, persino una famiglia, ottenendo dal presidente della Repubblica di trasformare il cognome da Farina in Pininfarina. La tecnologia fu la grande intuizione negli anni ’70 con l’invenzione della Galleria del Vento. Con la crisi energetica si riuscì a trasformare il problema della crisi dei consumi e il balzo del prezzo del greggio, in un’opportunità. È l’intuizione di investire in una tecnologia (l’aerodinamica) capace di fare la differenza in un momento di difficoltà. Negli anni tra il ’70 e l’80 l’azienda diventa un gruppo industriale, separando le attività produttive da quelle creative e del design. Venne creato un centro di design nel 1982 nella città di Cambiano. A distanza di 30 anni, abbiamo festeggiato il nostro ultimo prototipo presentato gli scorsi giorni a Ginevra con lo stesso nome di Cambiano, racconta Paolo Pininfarina. C’è da ricordare sempre negli anni ’80 la Ferrari Testarossa, vera e propria icona del design italiano. In parallelo l’azienda si sviluppa e cresce, viene quotata in borsa, uscendo dall’alveo di azienda di tipo familiare per entrare in una Governance, tappa necessaria per entrare sul mercato internazionale. La quotazione in borsa è importante perché segno di trasparenza. Negli anni successivi (80-90) vengono avviate attività in Germania tenute tenacemente anche nei momenti di difficoltà che ora ci supportano nel rilancio, e poi in Cina. Sono 16 anni che lavoriamo con aziende cinesi creando un secondo e un terzo stabilimento. Ci siamo poi trovati ad affrontare la crisi del 2008 che non è stata solo una crisi economica globale, ma anche di settore e aziendale. Il 2008 fu un anno di svolta, un anno quasi shumpeteriano di distruzione creativa. Si è ripartiti dagli asset dell’azienda: lo stile, la creatività, la storia. L’azienda dimostra in quegli anni difficilissimi per tutti (moltissimo per la nostra azienda), di non perdere la bussola dell’innovazione mantenendo la collaborazione con il design e la barra dritta sulla qualità. Oggi stiamo lavorando su un sistema operativo di car sharing (veicolo elettrico condiviso) a Parigi (il più importante del mondo), ove sono previste 4000 auto entro la fine del 2013. Ci sono già mille vetture nel parco con più di 300 stazioni di ricarica. Ci siamo poi rifocalizzati: la produzione industriale di nicchia sulla quale avevamo puntato per anni, non era più competitiva. Abbiamo puntato sui nostri vantaggi, guardando alla redditività, qualità e differenza competitiva. Puntiamo sul design e l’ingegneria non più di prodotto, ma di qualità (architettura veicolo) essendo ovviamente competitivi nel disegno industriale con la valorizzazione del nostro marchio. Passa dall’allargamento della nostra attività attraverso il design e i marchi e oggi il design industriale vale un terzo della nostra attività creativa. Continuiamo ad investire nelle “auto dei re”, cioè in vetture speciali, con Roll Royce. Abbiamo partnership nel design con nomi straordinari come Coca Cola, Snaidero, Lavazza, Bovet, Motorola, etc. Il design Pininfarina deve essere elegante, cioè avere una forma armonica, cura dei dettagli ed equilibrio formale. È la cosa più intangibile che ci sia, ma fondamentale. L’essenzialità, disegnare per sottrazione, studiare bene l’ergonomia, non essere decorativi, volgari, avere qualità, avere personalità e innovazione che significa guardare avanti per tornare anche indietro, perché l’innovazione va dosata. Audacia, Industria, Tenacia, Intuizione è stato detto all’assemblea dell’AITI. A me piacciono gli acronimi. Di audacia ne abbiamo avuta tanta. Se non fossimo stati audaci, non saremmo qui. D’industria ne abbiamo fatta tanta. Di intuizione, assolutamente. Di queste quattro caratteristiche mi sento molto vicino alla “tenacia”, consapevole e orgoglioso di portare avanti la straordinaria tradizione delle persone che mi hanno preceduto. la Rivista n. 4 Aprile 2012 7 Europee di Philippe Bernasconi Rigore, rigore e ancora rigore Sarà anche “superata la fase acuta della crisi”, come hanno annunciato, seppur timidamente, Angela Merkel e Mario Monti in un recente incontro a Roma. Si saranno anche poste le basi per il salvataggio della Grecia. Sarà l’euforia delle borse a lasciare intendere che il peggio sia davvero passato. Ma le nubi veleggiano ancora cupe sull’Europa. Perché la vera sfida (impossibile) ora è quella di far ripartire la crescita economica mantenendo il rigore di bilancio. Portogallo e Spagna sono lì a ricordarcelo. L La ristrutturazione del debito greco sembra dunque essere andata a buon fine. Il 95% dei debitori dello Stato ellenico ha accettato di vedersi decurtare di oltre la metà il valore dei propri titoli. Il debito di Atene dovrebbe così diminuire di un centinaio di miliardi di euro (da 350 a circa 250). Accanto alle drastiche misure di austerità già adottate dal governo, si tratta di un passo in avanti. Ma non ancora di quello decisivo. Lo ha ammesso lo stesso ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, secondo cui “per la Grecia è stato fatto un grande passo, ma sarebbe un grave errore dire che è finita”. Bruxelles ha finalmente sbloccato il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia. E così Atene può rifinanziarsi, senza correre il rischio di finire definitivamente in default. Ma la strada da compiere è ancora lunga, e soprattutto in salita. L’Eurogruppo ha già chiesto alle autorità elleniche di “dimostrare un forte impegno nel proseguire rigorosamente lo sforzo di aggiustamento, nel rispetto rigoroso del nuovo programma”. E, in particolar modo, di farlo anche quando ad avere le leve del comando ci sarà un nuovo governo, che uscirà dalle elezioni anticipate di aprile. Il livello di guardia rimane alto. Perché un conto è stabilizzare la situazione, un altro è far rientrare progressivamente Atene nei limiti del nuovo patto di bilancio. Per farlo ci vorranno nuove misure di austerità. Una sfida che ha dell’impossibile, in un Paese con un tasso di disoccupazione sopra il 20% e una povertà ormai diffusa. E poi non c’è solo la Grecia a preoccupare. Se l’Italia sembra essersi incanalata sulla via della guarigione (ma anche qui con drastiche misure che non fanno l’unanimità), la salute di Portogallo e Spagna non sembra volgersi al meglio. Per non ritrovarsi nella stessa situazione di Atene (default tecnico conclamato) Lisbona necessita urgentemente di una nuova iniezione di capitali freschi. Con un prodotto interno lordo in picchiata (-3,3% la stima per il 2012) la risalita non sarà delle più facili. Situazione simile sull’altro fronte della Penisola Iberica. Il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha fatto sapere di non poter raggiungere l’obiettivo concordato con Bruxelles, ovvero un deficit al 4,4% del Pil già nel 2012. Si arriverà al massimo al 5,8%. E anche nel caso di Madrid le condizioni macroeconomiche non sono delle migliori per permettere un rientro nei parametri di Maastricht (in teoria ancora vincolanti) in tempi brevi. Insomma, non c’è da stare allegri. Il problema è quello di sempre: riuscire a conciliare rigore e crescita economica. Il nuovo patto europeo di bilancio (il “fiscal compact”, sottoscritto da 25 dei 27 Paesi dell’Unione, esclusi la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca) prevede che i Paesi membri inseriscano nella Costituzione nazionale una regola che impone il pareggio di bilancio (al di fuori di circostanze eccezionali il disavanzo strutturale non dovrebbe eccedere lo 0,5% del Pil). Ma non solo. Gli Stati con un debito eccessivo dovrebbero riportare il rapporto debito/Pil sotto il 60% entro 20 anni. E per chi sgarra sono previste sanzioni semi automatiche (con la possibilità di bloccarle sono con l’opposizione di una maggioranza qualifica dei Paesi membri). Regole apparentemente ferree che significano rigore, rigore e ancora rigore. Inutile girarci intorno. I prossimi rischiano di essere anni duri, dove a farla da padrone saranno i piani di risparmio e dove lo spazio alle misure di stimolo all’economia sarà ridotto ai minimi termini. E allora come uscire da questo circolo vizioso, fatto di tagli ai bilanci, crescita limitata e dunque necessità di nuovi tagli ai bilanci? A sorpresa sembra essere tornata in auge l’idea di una vera unione politica, per blindare il patto di bilancio, per stabilizzare economia e moneta unica e per creare una governance più snella ed efficace di quella attuale. Una vecchia idea che andrebbe concretizzata attraverso una vera e propria costituzione europea. Facile da dirsi, difficile, molto difficile, però da farsi. Da una parte perché un tentativo c’era già stato. E aveva fatto una brutta fine: bocciatura popolare in alcuni Paesi, tra cui la Francia. E poi perché una costituzione c’è già, quel Trattato di Lisbona entrato in vigore a fine 2009. Mettere in discussione quanto fatto meno di 3 anni fa e (ri)lanciare un dibattito che aveva sfiancato anche i più euroentuasiasti, proprio ora nel bel mezzo (o al termine, dipende se si vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto) di una crisi rischia di essere più controproducente che altro. Eppure Angela Merkel ci crede fermamente. “Noi non vogliamo un’Europa tedesca, noi vogliamo una Germania europea. Come disse una volta il presidente Havel, vogliamo un’Europa di patrie. E la consideriamo una comunità di valori, il che è molto più di un limitato dibattito economico”, ha fatto sapere la cancelleria tedesca. Vedremo se dopo il patto di bilancio Berlino riuscirà ancora una volta ad imporre il suo credo. la Rivista n. 4 Aprile 2012 9 Finalmente : Le verdure che piacciono anche ai bambini ! Barilla Piccolini. A mangiare bene si comincia da Piccolini. ––--- –––––– --–––––--------- ––– ––––– –––––––-----–-----––––---––– Internazionali di Michele Caracciolo di Brienza I due marò e l’ascesa indiana Ci sono molti lati oscuri nella vicenda e nessuno sa veramente quale sia stata la dinamica. Di fatto, nel momento in cui si scrive si sta ancora aspettando la prova balistica. The Times of India e l’Hindustan Times per un paio di giorni hanno messo in prima pagina la vicenda dei due soldati italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Adesso l’ondata d’attualità è passata. L L’India è un paese enorme e ha problemi ben più gravi. La questioni di due soldati stranieri è passata in secondo piano nell’opinione pubblica nazionale. Per gli indiani è scontato che siano stati i due militari a sparare. C’è una strumentalizzazione da parte della politica locale del Kerala, lo stato costiero del Sud, dove i due militari sono in custodia. Tutti i partiti hanno cercato di utilizzare a proprio vantaggio la linea dura: l’opposizione per andare contro il partito del Congresso e lo stesso partito del Congresso per evitare accuse filoitaliane e non essere arrendevole nei confronti degli stranieri e soprattutto degli italiani. C’è un’ossessione all’interno del partito del Congresso nel prendere le distanze dall’Italia. Sonia Gandhi ha vinto le elezioni nel 2004 e si diceva che l’Italia avrebbe avuto un trattamento di favore in India visto che lei è nata ad Orbassano. Si diceva che fosse un bene per l’Italia. Invece è l’esatto contrario, secondo il Professor Stefano Caldirola, docente di Storia Contemporanea dell’Asia presso l’Università di Bergamo: “Sonia Gandhi, dopo lo scandalo Bofors che coinvolse la sua famiglia, non vuole assolutamente farsi vedere con un occhio di favore per l’Italia. L’opposizione proprio in seguito a questo scandalo parla sempre dell’Italian connection, in realtà inesistente”. Il maggiore partito di opposizione è il Bharatiya Janata Party (BJP), il partito del Popolo Indiano, in pratica la destra religiosa hindu con varie correnti tra cui alcune estremiste e ogni scusa è valida per attaccare Sonia Gandhi per il fatto di essere straniera. Lo scandalo Bofors risale a metà degli anni Ottanta quando Ottavio Quattrocchi, un catanese arrivato in India negli anni Sessanta come rappresentante dell’ENI e della Snam Progetti, grazie ai forti legami di amicizia con Sonia Gandhi, oggi a capo del Partito del Congresso e all’epoca moglie di Rajiv, riesce ad influenzare un appalto per delle forniture militari. Lo scandalo riguarda la sospetta intermediazione del Quattrocchi nel far aggiudicare all’azienda svedese Bofors una fornitura di missili per l’esercito indiano. Quattrocchi è stato recentemente assolto dalla magistratura indiana, ma il peso di questa vicenda sul Partito del Congresso s’è fatto sentire. Nel Kerala tuttavia, l’opposizione nazionale, il Bharatiya Janata Party è inesistente. Nel parlamento del Kerala il partito del Congresso ha un solo seggio di maggioranza e lo scontro è con i comunisti. L’arresto dei marò è una questione che in realtà riguarda per ora la magistratura locale. In passato i pescatori del Kerala hanno avuto problemi con la Marina srilanchese per via di sconfinamenti nelle loro acque territoriali. Dal punto di vista della politica locale è però utile dare una risposta a queste popolazioni della costa indiana. “Dimentichiamo il fatto che l’India ha una magistratura indipendente – prosegue in Professor Caldirola - è un sistema con delle garanzie. Ci sono stati comunque degli errori inspiegabili. Dopo un mese la prova balistica non è ancora stata fatta e la scatola nera della petroliera Enrica Lexie è stata sovrascritta. La versione italiana e quella indiana sono discordanti in molti punti. Diamo per scontato che gli indiani siano prevenuti e che vogliano tenere i due marò in carcere per motivi politici e che non avranno un processo giusto. Da parte indiana, invece, è ovvio che se è provato che non hanno sparato e che la nave era in acque internazionali, i due militari non andranno mai a processo in India. Anche dopo le elezioni non è detto che la vicenda si risolva rapidamente. Stanno ritardando la prova balistica a dopo le elezioni di marzo”. Conclude il Professor Caldirola: “C’è purtroppo un atteggiamento colonialista che porta la stampa italiana a pensare che l’India sia un paese arretrato. C’è un pregiudizio diffuso e gli indiani s’infastidiscono. È un atteggiamento controproducente come le manifestazioni di Roma. Alla fine è uno stato sovrano e democratico e trattarlo come se fosse uno stato canaglia non aiuta. Si parla di sconti alle forniture di elicotteri, ma trattiamo l’India come un paese che si possa comprare. Non è così. È una potenza che piaccia o no. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Bisogna trovare un modo per uscirne da parte del governo italiano in un modo dignitoso per gli indiani. C’è anche chi sostiene che alla fine l’Italia potrebbe scambiare i due marò per il sostegno alla riforma del Consiglio di sicurezza dell’ONU per ammettere l’India quale membro permanente. È assurdo: non si può sostenere una posizione di riforma dell’ONU per due militari. Non si sa ancora se siano innocenti. Sono abbastanza fiducioso nella magistratura indiana che gode di una certa autorevolezza. Se ne occuperà una corte locale, poi l’High Court e la Supreme Court a Nuova Delhi. I tempi si allungano molto e il rischio è che passino anni. Se fossero stati due soldati americani o inglesi, sarebbe stato lo stesso. Le pressioni probabilmente sarebbero state molto più forti anche dal punto di vista economico. Alla fine ricordiamoci che l’India agisce ormai da grande potenza e non guarda in faccia a nessuno”. [email protected] la Rivista n. 4 Aprile 2012 11 SSSSSSssst! Il riposo fa bene al sapore. Stagionato da 9 a 15 mesi La sua pasta già granulosa ha un gusto delicato: ecco il Grana Padano D.O.P. più giovane, il formaggio da pasto per eccellenza. Stagionato oltre 16 mesi Formaggio da grattugia o da tavola? Il Grana Padano D.O.P. oltre 16 mesi risolve ogni dubbio, con il suo gusto pieno, pronunciato ma mai piccante. Stagionato oltre 20 mesi Grana Padano RISERVA: la stagionatura prolungata lo rende di assoluta eccellenza. Perfettamente idoneo tanto al consumo da pasto che da grattugia, è una scelta da veri intenditori. Grana Padano, tre stagionature, tre sapori. È Giorgio Squinzi il presidente designato di Confindustria L’elezione avverrà invece il 23 maggio, nel corso dell’assemblea degli industriali «Sarò il presidente di tutti, indipendentemente dalle divisioni più apparenti che reali». E poi: «Ho fatto come Freire, ho vinto in volata». Queste le prime parole pronunciate da Giorgio Squinzi dopo il voto della giunta degli industriali che lo ha designato presidente designato di Confindustria. Undici voti di scarto lo hanno separato dall’altro cadidato Alberto Bombassei. Il patron della Mapei, con 93 voti (il suo avversario ne ha raccolti 82. Squinzi succeda ad Emma Marcegaglia e resterà in carica fino al 2016. Il duello per la guida di Confindustria è stato sin dal primo momento molto acceso. Da una parte Bombassei, presidente della Brembo di Bergamo, vice in Confindustria con Luca Cordero di Montezemolo e con Marcegaglia. Dall’altra parte il bergamasco Giorgio Squinzi, vicepresidente di Assolombarda e patron della Mapei, azienda chimica con stabilimento a Sassuolo (dove Squinzi è anche presidente della squadra di calcio). Su Bombassei aveva puntato il Nord e aveva espresso il suo apprezzamento anche l›amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne riconoscendo che «pur essendo la Fiat uscita da Confindustria riconosciamo l’importanza che l’Associazione potrà avere nel rilancio dell’economia italiana». Squinzi invece aveva ottenuto l›appoggio degli industriali del Centro-Sud. Pochi i voti di scarto tra i due candidati tanto che già si sparla di spaccatura all›interno dell›associazione degli industriali. Ipotesi subito smentita dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, al termine della giunta che ha designato il nuovo leader di Confindustria: «Squinzi sarà un grande presidente, un grande imprenditore come il suo avversario. Non c›è nessuna spaccatura in Confindustria. I due candidati hanno corso e uno ha vinto. Ora lavoreranno insieme». Della stessa idea l›amministratore delegato di Enel Fulvio Conti: Confindustria «si può ricompattare su un programma, che credo sia simile per entrambi. Ha vinto una persona di alto valore, così come lo è anche il suo concorrente. Siamo fiduciosi che Confindustria si compatterà e porterà avanti il suo compito». Un concetto ribadito dallo stesso Luca Cordero di Montezemolo: «Ora bisogna remare tutti nella stessa direzione - ha detto - prendendo atto dei numeri emersi dal voto. Di fronte a una Confindustria che può sembrare dai numeri spaccata, si apre una grande possibilità e senso di responsabilità per guardare al futuro avendo come priorità l’unità di Confindustria». Una volontà, quella di compattarsi, sottolineata anche da Emma Marcegaglia nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo il voto: «Al termine della Giunta c›era un clima molto bello, di grande volontà di compattezza e unità - ha spiegato -. Lo stesso Bombassei ha ammesso che Giorgio ha vinto e che ha messo nel suo programma una serie di punti dei quali credo Squinzi terrà conto». Intervenendo subito dopo l’esito della votazione Squinzi si è detto lieto precisando che il suo obiettivo «è essere presidente di tutti, mi adopererò per andare in questa direzione. Vogliamo far ritrovare la crescita a questo Paese, avere progresso economico, civile e sociale. La mia azione come presidente andrà in questa direzione». Commentando l’andamento del voto è ricorso alla metafora ciclistica «ho vinto sul filo di lana, ho fatto come Oscar Freire (il ciclista spagnolo, tre volte campione del mondo che nel 2002 era proprio sponsorizzato da Mapei, ndr) che veniva fuori negli ultimi 50 metri e batteva tutti». Sulla Fiat ha spiegato: «Non so che margini di ricomposizione ci siano, ma cercherò ogni tentativo per riportarla in Confindustria». Molta attesa ora sulla ventilata riorganizzazione dell’Associazione, - a cui si rimprovera troppa attenzione alla politica, insufficiente capacità di lobbyng e costi eccessivi. Riorganizzazione che Bombassei ha invocato a gran voce durante la campagna elettorale, arrivando ad attaccare abbastanza esplicitamente la gestione attuale. In ogni caso prima ci sarà ancora il passaggio formale dell’lezione che avverrà in occasione dell’Assemblea di Confindustria convocata il prossimo 23 maggio. la Rivista n. 4 Aprile 2012 13 L’EXPORT ITALIANO DIRETTO IN SVIZZERA CONTINUA A CORRERE In gennaio è aumentato del 33% rispetto ad un anno prima L’export italiano diretto in Svizzera continua a correre: nel gennaio 2012 è aumentato del 33,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo hanno confermato gli ultimi dati diffusi dall’Istituto italiano di statistica. L’incremento tendenziale, superiore al 26,1% registrato nel dicembre 2011, è «per lo più imputabile alle vendite di oro greggio non monetario», spiega l’ISTAT: si tratta probabilmente di materia prima destinata all’industria della fusione dei metalli preziosi (settore in cui la Svizzera è uno dei Paesi leader, con circa il 40% della quota di mercato mondiale e tre raffinerie su quattro localizzate in Ticino), oltre che di altri investimenti di carattere industriale o finanziario. Grazie all’aumento delle esportazioni tricolori, la Svizzera è ormai seconda solo alla Francia nella classifica dei Paesi con cui l’Italia vanta il miglior saldo commerciale. Lo stesso ISTAT, analizzando i flussi per settore e per Paese, ammette che «la crescita tendenziale delle esportazioni è trainata dalle vendite di metalli di base e prodotti in metallo verso la Svizzera (circa un punto percentuale dovuto alla vendita di oro greggio non monetario)» oltre che di prodotti petroliferi raffinati e mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) verso i Paesi OPEC e di macchinari e apparecchi verso Stati Uniti e Germania. In calo invece le esportazioni italiane di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) verso gli Stati Uniti, di macchinari e apparecchi destinati in Cina, Paesi OPEC e Paesi EDA (cioè Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Malaysia e Thailandia) e di prodotti petroliferi raffinati diretti in Spagna. Quanto all’import, si registrano flessioni negli acquisti di computer, apparecchi elettronici e ottici dalla Cina, dai Paesi Bassi e dai Paesi EDA, di prodotti petroliferi raffinati dall’OPEC e di autoveicoli dalla Spagna. In aumento, al contrario, l’import di petrolio greggio e gas naturale dai Paesi OPEC, di prodotti petroliferi raffinati dalla Russia, di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) dai Paesi EDA e di prodotti .minerali dell’estrazione da cave e miniere (escluso petrolio e gas) dagli Stati Uniti. Disavanzo commerciale migliorato Più in generale, a gennaio il saldo della bilancia commerciale italiana registra un disavanzo di 4,4 miliardi, in miglioramento rispetto allo scorso anno. Il saldo non energetico è pari a +1,8 miliardi. Le esportazioni sono calate del 2,5%, «di pari intensità per i mercati UE ed extra UE» e le importazioni hanno segnato -0,5% «per effetto della riduzione degli acquisti dai Paesi UE (-5,2%)». Il calo congiunturale dell’export si registra per tutti i principali raggruppamenti di beni, più sostenuto per quelli strumentali (-5%), a eccezione degli energetici (+28,6%). Sul fronte import i cali interessano soprattutto i beni di consumo (-5,9%). La crescita tendenziale delle esportazioni è trainata dalle vendite di metalli di base e prodotti in metallo verso la Svizzera (circa un punto percentuale dovuto alla vendita di oro greggio non monetario). Cresciute le vendite trimestrali soprattutto nei mercati extra UE Nell’ultimo trimestre le esportazioni registrano una crescita congiunturale dell’1,6%, con incrementi maggiori per i mercati extra UE (+2,1%) e per i prodotti energetici (+3,5%). Per gli acquisti si osserva una flessione del 2,8%, più alta per i mercati UE (-3,6%) e per i prodotti intermedi (-6,6%). A gennaio la crescita tendenziale delle esportazioni, pari al 4,3%, ha interessato sia i mercati UE (+3,9%) sia quelli extra UE (+4,8%), mentre la diminuzione delle importazioni (-2,6%) è imputabile al calo degli acquisti dai Paesi dell’Unione europea (-5,4%). I volumi esportati sono diminuiti dell’1,8% rispetto al gennaio 2011 e quelli importati dell’8,2%. Tenere salde le nicchie di mercato medio-alte Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat, ribadisce che “sebbene il dato di gennaio segni un rallentamento, esso si inserisce all’interno di un trend comunque positivo che porta ad una riduzione del deficit commerciale di oltre 2,5 miliardi di euro rispetto allo scorso anno”. “Inoltre”, aggiunge, “le vendite all’estero forniscono il solo contributo positivo alla crescita del PIL italiano: tutti i trimestri del 2011 fanno infatti registrare incrementi positivi, da ultimo quello dello 0,7% del quarto trimestre, a fronte della sostanziale contrazione delle altre componenti della domanda”. “Le imprese italiane”, sottolinea ancora Esposito, “hanno scelto di tenere salde le nicchie di mercato medio-alte finora conquistate, riducendo la quantità di beni immessi sul mercato e cercando di tenere per quanto possibile sui margini delle vendite, strategia, questa, che attualmente sembra portare maggiori risultati sui mercati extra-UE”. la Rivista n. 4 Aprile 2012 15 SVIZZERA: DOPO LA VOTAZIONE DELL’INIZIATIVA SULLE ABITAZIONI SECONDARIE Doris Leuthard istituisce un gruppo di lavoro Accettando l’iniziativa sulle abitazioni secondarie, l’elettorato svizzero si è espresso in favore di una più severa limitazione della costruzione di abitazioni secondarie. Ciò comporta un adeguamento dell’attuale legge sulla pianificazione del territorio. Per chiarire le questioni tuttora aperte, la Consigliera federale Doris Leuthard ha istituito un gruppo di lavoro sotto l’egida dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE). Lo scorso 11 marzo Popolo e Cantoni hanno accolto l’iniziativa “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!”. Ciò rende necessario adeguare la legge sulla pianificazione del territorio al nuovo articolo costituzionale. A riguardo sorgono alcune questioni giuridiche alle quali il nuovo articolo costituzionale non fornisce una risposta chiara. Il gruppo di lavoro istituito dalla Consigliera federale Leuthard ha l’incarico di valutare in particolare in che modo il concetto di “abitazioni secondarie” può essere interpretato in maniera conforme alla Costituzione, come sono da intendere le disposizioni transitorie e come si può attuare la nuova norma. “Con il sì all’iniziativa, il Popolo svizzero ha espresso la propria perplessità in merito alla problematica della abitazioni secondarie. È importante ora emanare in tempi brevi le necessarie disposizioni esecutive, conformi alla Costituzione, ristabilendo la certezza del diritto”, ha sottolineato la Consigliera federale Leuthard. 16 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Del nuovo gruppo di lavoro, diretto dall’ARE, faranno parte rappresentanti del comitato d’iniziativa, della Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell’ambiente (DCPA), della Conferenza dei direttori cantonali dell’economia pubblica (CDEP), della Conferenza svizzera dei pianificatori cantonali (COPC), dell’Associazione dei Comuni svizzeri (ACS) e del Gruppo svizzero per la popolazione di montagna (SAB) nonché esperti di turismo e rappresentanti dell’Ufficio federale di giustizia (UFG), dell’Ufficio federale di statistica (UST), dell’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Il gruppo di lavoro si riunirà per la prima volta verso metà aprile. Aspettando le disposizioni d’attuazione Attualmente, in molti casi non è ancora possibile stabilire con esattezza quali ripercussioni concrete questa decisione popolare avrà sui Cantoni e sui Comuni interessati. Sin dall’inizio il Consiglio federale aveva attirato l’attenzione su alcuni problemi di interpretazione; così, nel suo messaggio sull’iniziativa, il Governo aveva sottolineato la mancanza di precisione di alcuni concetti del testo dell’iniziativa, osservando inoltre che alcune misure e scadenze non erano descritte in modo sufficientemente preciso. Anche un rapporto commissionato dall’ARE all’impresa Rütter+Partner tematizzava i problemi di delimitazione e di interpretazione inerenti al testo dell’iniziativa. A diverse questioni si potrà dare una risposta esaustiva soltanto emanando disposizioni di attuazione. Poiché questo processo richiederà qual- che tempo, l’ARE ha nel frattempo redatto prime linee guida che serviranno da orientamento ai Cantoni e ai Comuni. Principi da rispettare: Secondo l’articolo 195 Cost., la Costituzione federale interamente o parzialmente riveduta entra in vigore con l’accettazione del Popolo e dei Cantoni. Il nuovo articolo 75b Cost. sulle abitazioni secondarie è quindi entrato in vigore il giorno in cui è stato accolto, ossia l’11 marzo 2012. Le autorizzazioni edilizie cresciute in giudicato prima dell’11 marzo 2012 mantengono la loro validità. L’articolo 197 n. 8 cpv. 2 Cost. prevede che le autorizzazioni edilizie per abitazioni secondarie rilasciate tra il 1° gennaio 2013 e l’entrata in vigore delle disposizioni esecutive non sono valide. Ciò non significa tuttavia che le domande di costruzione presentate dopo l’accettazione dell’articolo costituzionale, ma prima dello scadere dell’anno in corso, possano essere accolte senza problemi in virtù del diritto previgente. Ciò contraddice gli obiettivi dell’articolo costituzionale. Alle domande di costruzione inoltrate dopo l’11 marzo 2012 si applica il nuovo articolo costituzionale sulle abitazioni secondarie. In presenza di dubbi circa la compatibilità con la nuova norma costituzionale, le procedure edilizie dovranno essere sospese sino all’entrata in vigore delle disposizioni esecutive. Solo a quel momento sarà infatti possibile valutare le domande. Per le domande in sospeso al momento dell’accettazione della disposizione costituzionale occorrerà trovare una soluzione pragmatica e mirata. Le domande più impellenti verranno discusse e approfondite in tempi brevi dai membri del gruppo di lavoro. Per quanto possibile, la regolamentazione avverrà a livello di ordinanza. Obiettivo: porre in vigore il nuovo testo di ordinanza alla fine dell’estate 2012. I Cantoni alpini non ci stanno La Conferenza dei Governi dei Cantoni alpini si è detta «stupita» dal modo di procedere dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) e del Dipartimento federale dell’ambiente (DATEC). Lo ha ribadito in un comunicato pubblicato lo scorso17 marzo. In particolare, la Conferenza non vuole che alle domande di costruzione inoltrate dopo l’11 marzo 2012 si applichi subito il nuovo articolo costituzionale. In particolare, i Cantoni alpini lamentano che DATEC e ARE «cercano di regolare delicate questioni d’applicazione senza il coinvolgimento dei Cantoni interessati e prima ancora che si riunisca il gruppo di lavoro appena istituto dalla consigliera federale Doris Leuthard». Questa commissione si riunirà, infatt,i per la prima volta solamente all’inizio del mese di aprile. I Governi di Grigioni, Ticino, Uri, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona e Vallese hanno quindi chiesto all’ARE di ritirare subito le «linee guida» emanate e di discutere prima la problematica con gli ambienti interessati. «In caso contrario si rischia di fare confusione», si legge ancora nel comunicato. Nelle linee guida, in particolare, si prevede che alle domande di costruzione inoltrate dopo l’11 marzo 2012 si applichi subito il nuovo articolo costituzionale. In caso di dubbi sulla compatibilità con la nuova norma costituzionale, le procedure edilizie dovranno essere sospese sino all’entrata in vigore delle disposizioni di legge esecutive. Da notare che le norme transitorie prevedono che i permessi di costruzione siano nulli solo dal primo gennaio 2013. Dal canto suo, Vera Weber , esponente del comitato promotore, non vuole che il testo approvato da popolo e Cantoni sia reso meno incisivo. «Il Consiglio federale ha chiaramente detto che la nostra iniziativa è valida subito e che le richieste di permesso di costruzione presentate dopo il voto sono soggette al nuovo articolo costituzionale», ha ribadito in un’intervista alla SonntagsZeitung. Non vi sono eccezioni generali per regioni di montagna o regioni strutturalmente deboli, ha aggiunto. L’ambientalista giudica poi «ridicoli» i timori del settore delle costruzioni, che paventa la perdita di migliaia di posti di lavoro a causa del sì all’iniziativa, visto che, a suo avviso, le imprese locali riescono appena a far fronte all’attuale boom edilizio. Flessibilità nell’applicazione dell’iniziativa chiede – pure lui in un’intervista rilasciata alla SonntagsZeitung - il direttore di economiesuisse, Pascal Gentinetta auspicando che «i rappresentanti dell’economia delle regioni di montagna, il settore dell’edilizia e quello alberghiero siano associati nell’elaborazione della legge» Stupore per la severità con cui viene interpretata l’iniziativa da parte del DATEC esprime anche la Società svizzera impresari costruttori (SSIC), che ritiene che la decisione di autorizzare le richieste di permesso sino alla fine del 2012 debba essere di competenza soltanto dei Cantoni e dei Comuni. la Rivista n. 4 Aprile 2012 17 Finché la pianista Kathryn Stott non avrà aiutato Yo-Yo Ma a dare il meglio di sé in una composizione, non si fermerà. (Berlino, 2011) Cosa può imparare il vostro consulente da Kathryn Stott sulla sintonia? Kathryn Stott conosce alla perfezione ogni sfumatura del modo di suonare di Yo-Yo Ma. Può anticiparne l’impercettibile variazione del ritmo. Percepisce la più piccola alterazione della pressione esercitata sull’archetto. Il risultato è un’armonia perfetta. Il nostro obiettivo è raggiungere la stessa armonia lavorativa con i nostri clienti. Riconoscere il vostro spirito imprenditoriale, comprendere le sfide e le opportunità che vi si presentano. Dare risposte, consigli e informazioni per gestire al meglio il vostro portafoglio finanziario. Essere i consulenti di fiducia perfettamente sintonizzati sui vostri obiettivi e sulle vostre ambizioni. Fino ad allora ... Non ci fermeremo Wealth Management · Asset Management · Investment Banking www.ubs.com/noncifermeremo-it Nomi o riferimenti a terze persone appaiono in questa pubblicità stampata dietro loro espressa autorizzazione. Località e data riportate nella didascalia indicano dove e quando la foto è stata scattata. © UBS 2011. Tutti i diritti riservati. LAVORATORI FRONTALIERI IN SVIZZERA Un terzo in più nell’arco di cinque anni Secondo i risultati della statistica dei frontalieri dell’Ufficio federale di statistica (UST), nell’ultimo trimestre del 2011 i frontalieri di nazionalità straniera che lavoravano in Svizzera erano 259’000. Si tratta di un aumento pari all’11,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Alla fine del 2011, i frontalieri di nazionalità straniera occupati in Svizzera erano 259’000 e, tra la fine del 2010 e la fine del 2011, il loro numero è salito dell’11,5 per cento. Questa progressione è stata più marcata rispetto a quella dei due anni precedenti (2009: 2,4%; 2010: 4,8%). Un incremento analogo è stato osservato l’ultima volta nel 2006 (+9,2%). Nell’arco di cinque anni, il numero di frontalieri è passato da 194’000 unità nel 2006 a 259’000 nel 2011, con un aumento del 33,3%. Nello stesso periodo, il numero di occupati (secondo i risultati della statistica delle persone occupate) è salito da 4,349 milioni a 4,732 milioni (+8,8% tra il terzo trimestre 2006 e il 2011). Generalmente, gli anni che presentano una forte crescita del numero di frontalieri corrispondono a fasi in cui aumenta anche il numero di occupati. Variazioni a seconda delle professioni Su base annua, l’incremento dei frontalieri varia notevolmente a seconda del grande gruppo delle professioni (ISCO-08). Tra gli impiegati d’ufficio e di commercio si è registrato un aumento straordinario del 18,2% rispetto all’anno precedente. Le differenze tra i vari gruppi sono notevoli anche prendendo in considerazione il quinquennio. La crescita nelle categorie «Impiegati d’ufficio e affini» (+71,4%), «Lavoratori non qualificati» (+67,2%) e «Dirigenti» (+52,1%) è nettamente superiore al 33,3% (aumento medio del numero complessivo di frontalieri). Il numero di lavoratori non qualificati e di dirigenti è progredito di pari passo al numero di occupati in entrambe le categorie, aumentato rispettivamente del 26,8 e del 22,9% (RIFOS; dal 2° trimestre 2006 al 3° trimestre 2011). Nell’arco di cinque anni, il numero di addetti nella categoria Comunicato stampa UST “Impiegati d’ufficio e affini” è invece calato dell’11,5%, sebbene vi sia stato un incremento del numero di frontalieri in questo grande gruppo. Il 17,3% di frontalieri svolge più frequentemente un’attività del gruppo «Lavoratori non qualificati» che conta solo il 4,6% degli occupati. Ciò indicherebbe che, tendenzialmente, i frontalieri esercitano più spesso professioni meno qualificate. Il fatto che i frontalieri siano sottorappresentati nelle professioni accademiche (11,7%; occupati: 22,6%) non fa che confermare questa asserzione. Quattro quinti dei frontalieri lavorano in tre Grandi Regioni In tre Grandi Regioni si concentrano circa quattro quinti di tutti i frontalieri: circa un terzo di essi lavora nella Regione del Lemano (33,7%), un quarto nella Svizzera nordoccidentale (25,6%) e un quinto in Ticino (20,8%). E se nella Regione del Lemano il numero di frontalieri in termini assoluti è il più elevato, la situazione si relativizza quando si prendono in considerazione le loro quote sul numero di occupati. Nella Regione del Lemano, circa un occupato su 10 è un frontaliere (9,9%), analogamente a quanto succede nella Svizzera nordoccidentale (10,0%). Una quota più importante di frontalieri si registra in Ticino, e corrisponde al 24 % degli occupati. Il numero di frontalieri impiegati nell’industria è superiore alla media I frontalieri che lavorano nell’agricoltura sono molto pochi (0,7%); il 40% dei frontalieri è occupato nell’industria e il 59,3% nei servizi. La quota di occupati nei 3 settori (secondo i risultati della statistica delle persone occupate nel terzo trimestre 2011) era del 3,6% nell’agricoltura, del 23,1% nell’industria e del 73,3% nei servizi. Pertanto, il numero di frontalieri è decisamente superiore nel settore secondario rispetto alla media di tutti gli occupati. la Rivista n. 4 Aprile 2012 19 Oltre la metà dei lavoratori frontalieri arriva dalla Francia Più della metà dei frontalieri risiede in Francia (52,7%), mentre il 21,1% e il 22,8 per cento provengono rispettivamente dalla Germania e dall’Italia. Una piccola quota di frontalieri risiede invece in Austria (3,2%) o in altri Stati (0,2%). Nota Il 1° giugno 2002, con l’entrata in vigore degli accordi bilaterali, la durata dei permessi per i frontalieri è passata da 1-2 anni a 5 anni. E siccome la cessazione dell’attività lavorativa non viene sempre comunicata alle autorità, il numero di permessi per i frontalieri registrato nel sistema d’informazione centrale sulla migrazione (SIMIC) e il numero effettivo dei frontalieri che lavorano in Svizzera non corrispondono. Alla fine di dicembre 2011, secondo la statica dell’UST, i frontalieri che lavoravano in Svizzera erano 258’811, mentre secondo il SIMIC erano stati emessi 298’473 permessi per i frontalieri. La differenza tra le due cifre è del 15,3%. Frontalieri stranieri TOTAL Sesso Uomini Donne Grande regione Regione del Lemano Espace Mittelland Svizzera nordoccidentale Zurigo Svizzera orientale Svizzera centrale Ticino Settore economico Settore primario Settore secondario Settore terziario Paese di provenienza Germania Francia Italia Austria altri Professioni esercitate (ISCO) Dirigenti Prof. accademiche ed equivalenti Prof. tecniche ed equivalenti Impiegati d’ufficio e affini Prof. nei servizi e nella vendita Addetti all’agricoltura e alla selvicoltura Prof. artigianali e affini Addetti a installazioni e apparecchi, meccanici montatori Lavoratori non qualificati Nessuna indicazione/non sa 4° trim. Variazioni rispetto al Variazioni rispetto allo stesso 2011 trim. precedente in % trim. dell’ anno prec. en % 258811 4.0 11.5 165611 93201 3.7 4.5 11.5 11.6 87298 20121 66219 7716 22411 1111 53936 4.2 5.2 2.9 5.1 2.6 9.6 4.9 12.9 17.0 6.8 15.8 12.7 50.9 11.7 1740 103636 153436 0.9 3.2 4.6 11.6 10.2 12.4 54496 136488 59118 8309 401 3.5 4.2 3.9 4.6 9.9 9.8 12.0 11.8 12.1 37.6 17407 30204 44549 22146 35795 1305 43470 4.4 3.8 4.3 6.1 4.0 2.1 2.5 12.6 10.7 11.2 18.2 9.8 11.7 7.7 16558 3.0 8.6 44827 2551 4.5 2.5 13.0 62.0 Fonte: Ufficio federale di Statistica, Statistica dei frontalieri (STAF), UST 20 la Rivista n. 4 Aprile 2012 LAVORARE IN UNO STATO RISIEDERE IN UN ALTRO Attraversando la frontiera: ogni giorno o almeno una volta la settimana Ciò che distingue il lavoratore frontaliero dal tradizionale lavoratore migrante è il fatto di essere residente in uno Stato e di lavorare in un altro. Mentre il secondo lascia il suo paese di origine, con o senza la sua famiglia, per abitare e lavorare in un paese diverso dal suo, il frontaliere ha una sorta di doppia cittadinanza: lavora in uno Stato, risiede in un altro, dove, a norma di legge, torna, attraversando pertanto una frontiera, ogni giorno o almeno una volta alla settimana. In campo fiscale, le convenzioni bilaterali di doppia imposizione, che determinano il regime fiscale dei lavoratori frontalieri, fissano invece definizioni maggiormente restrittive, che impongono oltre a quello temporale (rientro quotidiano o almeno una volta alla settimana) anche un criterio spaziale, secondo il quale il fatto di risiedere e lavorare in una zona di frontiera in senso stretto, definita in modo variabile in ciascuna convenzione fiscale, è considerato un elemento costitutivo del concetto di lavoro frontaliero. I lavoratori frontalieri residenti e occupati nell’Unione europea godono, come tutti i lavoratori migranti, del principio di non discriminazione e della parità di trattamento previsti per i lavoratori che si spostano sul territorio dell’Unione. In materia di diritto del lavoro, il frontaliere è soggetto, come il migrante, alla legislazione del paese in cui è occupato. Regime fiscale In assenza di una competenza comunitaria precisa, il regime fiscale al quale sono soggetti i lavoratori frontalieri rinvia interamente alle convenzioni fiscali bilaterali firmate dagli Stati europei al fine di evitare la doppia imposizione sui redditi transnazionali. Le regole e i criteri da esse fissati variano da un caso all’altro, e possono in particolare comprendere la tassazione del frontaliere nello Stato di residenza (es. convenzione franco-belga di doppia imposizione), nello Stato del luogo di lavoro (es. convenzione tra Paesi Bassi e Germania), o in entrambi (convenzione tra Svizzera e Germania). Infatti, quando un reddito è percepito nel quadro di un lavoro transfrontaliero, più Stati possono, in virtù della propria sovranità fiscale, esigere di diritto di riscuotere un’imposta solo su questo reddito conformemente alla loro legislazione in materia. Al fine di evitare che tale reddito transnazionale sia tassato due volte (doppia imposizione), la vasta maggioranza degli Stati europei ha concluso convenzioni fiscali bilaterali, ampiamente uniformate secondo la convenzione modello dell’OCSE riguardante la doppia imposizione sul reddito e sul capitale. la Rivista n. 4 Aprile 2012 21 Il caso Svizzera Dalla tabella pubblicata in pag. 20, costatiamo che a fine 2011 erano attivi in Svizzera 258’811 lavoratori frontalieri. Di questi, più della metà (136’488) proviene dalla Francia, poco più di 59’000 dall’Italia, 54’496 dalla Germania, 8’309 dall’Austria. L’imposizione fiscale di questi lavoratori è regolata in modo diverso a seconda del paese d’origine e del Cantone in cui lavorano. Con la Francia, la Svizzera ha sottoscritto un accordo che prevede la tassazione nel luogo di residenza dei frontalieri. È dunque la Francia a ristornare alla Svizzera, a copertura dei costi causati dai frontalieri all’infrastruttura svizzera, una parte dell’imposta prelevata pari al 4.5 % del reddito lordo. Fa eccezione Ginevra, che a differenza degli altri Cantoni confinanti con la Francia, preleva un’imposta alla fonte sui redditi dei frontalieri. Ginevra restituisce poi alla Francia il 3.5% del reddito lordo. Verosimilmente, l’alta densità di funzionari internazionali e manager di multinazionali domiciliati a Ginevra, la città-cantone può contare su frontalieri che guadagnano molto bene, compensando così le minori entrate dovute alla aliquote molto basse per i redditi inferiori. I lavoratori frontalieri provenienti dalla Germania vengono tassati nello stato di residenza. A differenza della Francia, la Germania non ristorna nulla alla Svizzera. Dal reddito dei frontalieri tedeschi i Cantoni svizzeri prelevano alla fonte un’aliquota del 4,5%. I frontalieri tedeschi dichiarano quanto guadagnano al loro fisco, e detraggono l’imposta pagata in Svizzera. In buona sostanza, la stessa condizione in cui si trovano i frontalieri italiani che abitano fuori dalla zona dei 20 chilometri. Italia: frontalieri di serie A e di serie B I lavoratori frontalieri italiani si dividono in due categorie. Quelli che abitano nei comuni compresi in una fascia fino a 20 km dal confine vengono tassati alla fonte in Svizzera. La convenzione fra la Confederazione e l’Italia del del 3 ottobre 1974, entrata in vigore il 9 marzo del 1976, stabilisce che il 38,8% (era del 40% in origine) della somma raccolta venga versato ai Comuni di provenienza dei frontalieri. In Italia costoro non devono pagare tasse sul loro guadagno in Svizzera. I frontalieri che risiedono al di fuori di questa fascia di frontiera, pertanto oltre 20 chilometri dal confine, vengono invece tassati sia in Svizzera che in Italia. Il Ticino preleva l’imposta alla fonte, senza ristornare nulla all’Italia. Il frontaliere deve poi dichiarare il reddito realizzato in Svizzera anche al fisco italiano. Dall’aliquota dovuta al fisco italiano possono venir dedotte le tasse pagate in Svizzera. Con l’Austria è in vigore un accordo simile a quello valido per l’Italia. È quindi il Cantone svizzero a ristornare, ma la percentuale rimborsata del 12,5 % 22 la Rivista n. 4 Aprile 2012 dell’imposta incassata è di molto inferiore a quello di cui beneficia l’Italia. Ciò non toglie che l’entità di quanto effettivamente resta ai Cantoni deve essere calcolato sulla base dell’aliquota applicata nel prelievo dell’imposta alla fonte, che nel Ticino è pari al 6,8%. Un confronto con i Grigioni consente di constatare che, nonostante la diversa percentuale di ristorno riconosciuta all’Austria e all’Italia, al fisco grigionese rimangono meno soldi che a quello ticinese. Così stando le cose, andrebbe quanto meno relativizzato il reale divario fra il ristorno che viene riconosciuto all’Austria e quello che spetta all’Italia, i quale, limitato al confronto percentuale (12,5% a fronte del 38,8%), di prim’acchito può apparire rilevante. Per quanto riguarda la tassazione del reddito in Italia, il frontaliere residente nella fascia di confine compresa nei 20 km nei fatti non esiste come contribuente italiano, tutti gli altri, fatta salva una franchigia che nell’ultima legge di stabilità è scesa da 8’000 a 6’700 euro, e eventuale deduzione dell’imposta versata in Svizzera, sono considerati contribuenti al pari di tutti gli latri contribuenti italiani. (maggiori dettagli alle pag. 35-36-37). Il contenzioso si acuisce Dopo la decisione dell’estate 2011, con la quale il Canton Ticino ha deciso il congelamento del 50% (circa 28 milioni di franchi) dei ristorni spettanti all’Italia, lo scorso 12 marzo il Consiglio Nazionale ha nei fatti approvato l’iniziativa formulata dal Gran Consiglio ticinese nel 2011 con la quale si chiede alla Confederazione di rinegoziare l’accordo con l’Italia sui frontalieri per ridurre l’ammontare del ristorno a carico del Ticino dal 38,8% al 12,5%, come previsto dall’accordo sottoscritto con l’Austria nel 2006. Se non dovesse farlo, la Confederazione sarà tenuta a versare a Bellinzona la differenza tra le due quote. In tal modo, il Consiglio Nazionale contraddice il Consiglio degli Stati, che detta iniziativa aveva respinto nel settembre scorso, adottando una mozione meno contraente della propria Commissione, che chiedeva più genericamente a Berna di «ridefinire la natura del versamento compensativo adattandolo alle circostanze attuali». È del tutto evidente che siamo di fronte al’acutizzarsi di un contenzioso per il quale la vicenda dei ristorni dei frontalieri e della rivalutazione della quota di ristorno, è utilizzata come strumento di pressione politica per indurre il Governo italiano ad affrontare la complessa questione della doppia imposizione fiscale e a rivedere la posizione italiana che persevera nel considerare la Svizzera come un Paradiso fiscale mantenendola nelle famigerate Black List. Con tutto quello che ciò comporta in termini di circolazione di capitali, ma anche di problemi legati alle attività delle imprese che operano nei due Paesi. . A D N A P T . A I O F N A A T V N O O U N RIVA L ON UN R C A . E O R N O E I P O L’AM L SO DA CHF 12 950.– OPPURE LEASING CHF 99.– * AL MESE. www.fiatpanda.ch Rivista * Prezzo in contanti (prezzo netto) Panda POP 1.2 69 CV CHF 12 950.–, bonus del valore di CHF 3 050.– già dedotto. 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RICERCA DEL CENSIS SU «I VALORI DEGLI ITALIANI» REALIZZATA NELL’AMBITO DELLE ATTIVITÀ PER LE CELEBRAZIONI DEL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA Italiani, individualisti pentiti Famiglia, gusto per la qualità della vita, religiosità, amore per il bello, rispetto degli altri: i valori per vivere meglio insieme. Dopo il ciclo dell’individualismo, la riscoperta delle relazioni I più importanti valori, che oggi accomunano gli italiani, sono il senso della famiglia (indicato dal 65% dei cittadini), il gusto per la qualità della vita (25%), la tradizione religiosa (21%) e l’amore per il bello (20%). La voglia di essere padroni della propria vita, lo slancio delle ambizioni personali, il bisogno di auto-affermarsi, di inventare il proprio destino e di soddisfare i propri desideri, sono stati i valori che hanno caratterizzato la nostra storia recente e su cui si è costruito lo sviluppo del Paese dagli anni ’50 in poi. La spinta individualista ha liberato enormi energie, ha favorito la crescita di un sistema produttivo fatto di centinaia di migliaia di imprese e ha sostenuto la vitalità di un mercato capace di esprimere sempre nuove domande. Oggi quello sviluppo sembra progressivamente rallentare, la moltiplicazione dei soggetti ha portato a uno sfarinamento delle capacità decisionali nelle questioni di interesse collettivo e l’autonomia dei comportamenti è sfociata in forme di disagio antropologico. Per il futuro, i valori che faranno l’Italia e gli italiani sembrano poggiare sempre meno sulla rivendicazione dell’autonomia personale e sempre più sulla riscoperta dell’altro, sulla relazione e la responsabilità. Sono valori che in questa fase fanno emergere scintille di speranza che vanno però alimentate e potenziate, affinché possano diventare un nuovo motore di crescita socio-economica e civile del Paese. 24 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Il senso della famiglia Perno della comunità nazionale è la famiglia, anzi i diversi «format familiari», visto che nel periodo 2000-2010 sono diminuite le coppie coniugate con figli (-739mila), mentre sono aumentate le coppie non sposate con figli (+274mila) e le famiglie con un solo genitore (+345mila). Nel periodo 1998-2009 sono aumentate le unioni libere (+541mila, arrivando in totale a 881mila) che, inclusi i figli, coinvolgono oltre 2,5 milioni di persone. E sono complessivamente 5,9 milioni gli italiani che hanno sperimentato nella loro vita una forma di convivenza libera. Le famiglie ricostituite (formate da partner con un matrimonio alle spalle) sono diventate 1.070.000. Quelle ricostituite coniugate sono aumentate di 252mila unità, arrivando in totale a 629mila. Le diverse modalità concrete di essere famiglia rispondono al bisogno crescente di avere una relazionalità significativa. Più del 90% degli italiani si dichiara soddisfatto delle relazioni familiari. Anche se ci si sposa meno (tra il 2000 e il 2010 i matrimoni sono diminuiti del 23,7%: 67.334 in meno), all’unione matrimoniale è ancora riconosciuto un valore importante: il 76% degli italiani è convinto che sia una regola da rispettare e il 54% ritiene che garantisca maggiore solidità alla coppia. Perno della comunità nazionale è la famiglia, anzi i diversi «format familiari», visto che nel periodo 2000-2010 sono diminuite le coppie coniugate con figli (-739mila), mentre sono aumentate le coppie non sposate con figli (+274mila) e le famiglie con un solo genitore (+345mila). Il gusto per la qualità della vita Altra forza che genera coesione dell’individualismo italiano è l’orgoglio di appartenere al Paese del buon vivere. Il 56% dei cittadini è convinto che l’Italia sia il Paese al mondo dove si vive complessivamente meglio. Molto staccati gli altri Paesi europei, gli Stati Uniti e l’Australia. Italiani non più esterofili, quindi, ma orgogliosi di essere l’eccellenza del buon vivere. Anche se in futuro avessero la possibilità di andarsene dall’Italia, due terzi dei cittadini (66%) non lo farebbero in nessun caso. La tradizione religiosa L’82% degli italiani pensa che esista una sfera trascendente o spirituale che va oltre la realtà materiale. Di questi, il 66% si dichiara credente e il 16% lo pensa, anche se non si dichiara osservante. Ma due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto, e solo un terzo vi si reca una o più volte alla settimana per partecipare alle funzioni religiose. L’amore per il bello Il 70% degli italiani è convinto che vivere in un posto bello aiuta a diventare persone migliori. Crede quindi che ci sia un legame tra etica ed estetica, e che la bellezza abbia anche una funzione educativa. Il 41% pensa che le meraviglie del nostro Paese possano essere la molla che ci farà ripartire. Rallenta la spinta acquisitiva Il consumismo attrae meno, visto che il 57% degli italiani pensa che, al di là dei concreti problemi di reddito, nella propria famiglia il desiderio di consumare è meno intenso rispetto a qualche anno fa. Il 51% crede che, anche in questa fase di crisi, nella propria famiglia si potrebbe consumare di meno tagliando eccessi e sprechi. In maggioranza gli italiani (45%) pensano che devono conservare quello che hanno, piuttosto che puntare ad avere di più (29%). Di quali valori avranno più bisogno in futuro gli italiani per stare meglio insieme? Moralità e onestà (55,5%), rispetto per gli altri (53,5%) e solidarietà (33,5%) sono i valori considerati necessari per migliorare la convivenza sociale in Italia. Non è un generico richiamo al merito o all’autonomia individuale, quindi, ma il lento, difficile, sofferto, condiviso impegno collettivo in una diversa quotidianità dei rapporti fatta di maggiore rispetto e attenzione per gli altri. È ora di darsi una regolata Stanchi delle forme più estreme e sregolate di individualismo e trasgressione, negli italiani è scattato il riflesso «law and order». L’89% dei cittadini vorrebbe misure più severe contro le droghe pesanti, l’87% le ritiene auspicabili per contrastare i fenomeni legati alla guida pericolosa, il 76% nei confronti dell’abuso di alcol, il 74% verso le droghe leggere, il 71,5% nei confronti della prostituzione. La deriva restrittiva è meno intensa, ma comunque presente, nei confronti dei fumatori (il 52% vorrebbe provvedimenti più stringenti) e di chi mangia cibi ipercalorici che causano l’obesità (47%). Cosa viene dopo il soggettivismo La crisi del soggettivismo ha generato dunque due pulsioni. La prima è l’apertura all’altro, la riscoperta del valore delle relazioni, convinti che ci possiamo salvare solo tutti insieme. La seconda è un emotivo approccio restrittivo verso le passate sregolatezze dell’individualismo. Ma nessuna pedagogia calata dall’alto potrà fare i nuovi italiani: nessuna etica eterodiretta, tesa a rieducare i cittadini a comportamenti virtuosi, innescherà un nuovo ciclo di sviluppo civile e sociale. la Rivista n. 4 Aprile 2012 25 Il Motta Gran Café a Zurigo é più di un bar. Italianità un buon caffè all`italiana dolci fatti in casa e tante altre specialità Visitate il Motta Gran Café a Zurigo Orario d`apertura: Lun-Ven 07.00-24.00 Sab 07.30-24.00 Dom 07.30-24.00 Autogrill Schweiz AG Gran Café Motta Limmatquai 66 8001 Zürich Tel. 044 252 31 19 Eticamente di Fabio Franceschini L’Europa contro la criminalità organizzata La Commissione europea ha varato, nella seconda settimana di marzo a Bruxelles, una proposta di direttiva che mira a introdurre negli ordinamenti di tutti gli Stati membri dell’Ue nuove norme per una più efficace e diffusa confisca di fondi e altri beni acquisiti mediante attività criminali. L La proposta è chiaramente ispirata al modello italiano, basato sulle intuizioni e sul lavoro di tre martiri della Mafia: Pio Latorre e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, concretizzatosi poi nella legge 7 marzo 1996, n. 109, relativa al sequestro e alla confisca dei beni alle mafie. È il primo passo davvero concreto che la Commissione Ue compie in risposta alle sollecitazioni che venivano da tempo dai magistrati italiani e dalle associazioni antimafia per affrontare a livello europeo un fenomeno - la diffusione della criminalità organizzata fuori dai suoi luoghi d’origine e il reinvestimento dei proventi del crimine ben al di là dei confini nazionali - che è stato molto facilitato dalla scomparsa delle frontiere interne e dalla libera circolazione di persone, merci e capitali nell’Unione e nello spazio di Schengen. Il quadro non sarà completo fino a che non vi sarà l’estensione a livello europeo della fattispecie del reato di associazione di stampo mafioso (previsto dall’art. 416 bis del codice penale italiano), e delle norme per la ridestinazione ad attività sociali dei beni sequestrati alla criminalità. Le norme proposte dalla Commissione rafforzeranno i poteri degli Stati membri di confiscare beni trasferiti a terzi, faciliteranno la requIsizione di proventi di reato anche quando l’indagato si sia dato alla fuga e garantiranno che le autorità competenti possano sottoporre a congelamento temporaneo i beni che rischiano altrimenti di scomparire Secondo le Nazioni Unite, l’ammontare dei profitti criminali nel mondo è stato di circa 1.600 miliardi di euro nel 2009, pari al 3,6% del Pil mondiale. In Italia, una stima indicata dalla Commissione europea parla di 150 miliardi di euro per il 2011. Ma in Europa le somme confiscate sono finora modeste: circa 800 milioni di euro in Italia, 281 in Germania, 185 in Francia, 50 in Olanda. La direttiva, come detto, si rifà alla legislazione italiana, riconosciuta come tra le più avanzate al mondo. La magistratura potrà colpire non solo i beni frutto di uno specifico reato, ma l’intero patrimonio di origine criminale, e sarà più facile colpire i beni intestati a prestanome. Una novità anche rispetto alla normativa italiana è rappresentata dalla ”effettiva esecuzione”. Vale a dire che la situazione patrimoniale dei condannati sarà tenuta sotto controllo negli anni successivi, per impedire che il ‘bottino’ improvvisamente riappaia a fine pena. Tra le altre novità, la possibilità di attaccare i proventi di attività legate al cybercrime e alla corruzione. Il network internazionale Flare (Freedom, Legality and Rights in Europe) ha lavorato a lungo per arrivare a questo risultato, nella convinzione che un crimine sempre più transnazionale, soprattutto nel giro dei soldi sporchi, non possa essere combattuto soltanto da leggi nazionali. “Colpire le mafie nel loro interesse principale, ovvero il profitto, è di capitale importanza per un contrasto adeguato”, commenta Franco La Torre, neo-presidente di Flare. Che ora propone di inserire nella direttiva “la possibilità di riutilizzare i beni criminali per usi sociali”, come già avviene in Italia grazie alla legge 109 del 1996 approvata sulla spinta di oltre un milione di firme raccolte da Libera. Il riutilizzo sociale, afferma La Torre, è “il vero valore aggiunto della legislazione antimafia in Italia”. Quando la direttiva sarà emanata, però, la sua traduzione in leggi nazionali dei singoli paesi europei non sarà indolore. È un passo sicuramente positivo, ma alcune delle nostre norme saranno difficilmente digeribili da altri ordinamenti. Penso soprattutto alle misure di prevenzione, che permettono di sequestrare beni, e in certi casi di confiscarli, molto prima di una condanna definitiva del proprietario. In paesi come la Germania e la Spagna sono in vigore norme più garantiste, ma spero che anche all’estero cresca la consapevolezza della gravità dell’aggressione mafiosa, e che i legislatori agiscano di conseguenza. Passando poi dalla normativa al lavoro sul campo, ci sono enormi difficoltà che gli amministratori incontrano quando si trovano a gestire imprese sequestrate o confiscate. I rubinetti del credito si chiudono, clienti e fornitori si defilano e gli amministratori giudiziari sono soli contro tutti. Intanto le loro parcelle vengono inviate, per legge, a chi ha subito il sequestro, magari detenuto in carcere, che naturalmente maturerà un certo risentimento. Spero che la discussione di questi temi a livello europeo porti a correggere quello che ancora non funziona in Italia. la Rivista n. 4 Aprile 2012 27 Burocratiche di Manuela Cipollone Criminalità informatica Elezioni amministrative Segreto di Stato Onorificenze, segreti di stato, nuovi accordi internazionali e immigrazione. Ma anche nuovi reati e nuove elezioni. Questi alcuni dei provvedimenti pubblicati nella Gazzetta Ufficiale nell’ultimo mese. D Di marzo il decreto del Presidente Napolitano che stabilisce la Composizione del Consiglio dell’Ordine della Stella d’Italia composto da funzionari del Ministero degli Esteri. Ne fanno parte l’Ambasciatore Stefano Ronca, Capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica, che ne è membro di diritto; l’Ambasciatore Maurizio Melani, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese; il Vice Segretario Generale Sebastiano Cardi; Carla Zuppetti, nominata quando era Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie ora, come noto, prossimo Ambasciatore a Berna. Rimanendo in tema, un altro decreto pubblicato a marzo stabilisce che “il numero massimo di onorificenze dell’Ordine della Stella d’Italia che potranno essere conferite nel corso dell’anno 2012 è determinato in 400 unità, così ripartito nelle cinque classi: Cavaliere di Gran Croce n. 10; Grande Ufficiale n. 60; Commendatore n. 70; Ufficiale n. 100 e Cavaliere n. 160”. Anche nel 2012 il numero massimo di onorificenze della Gran Croce d’Onore è stato fissato a 10 unità. Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano Diversi gli accordi internazionali entrati in vigore nell’ultimo mese: in particolare, il primo marzo scorso, sono divenuti “operativi” gli Scambi di note tra Italia e il Consiglio federale svizzero per la modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano. La ratifica è stata autorizzata con legge 28 la Rivista n. 4 Aprile 2012 (203/2011). E in vigore dal 3 marzo il Trattato relativo all’adesione della Croazia all’Unione europea, e dell’Atto relativo alle condizioni di adesione. Stessa sorte anche per l’Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri; l’Accordo sullo spazio aereo comune tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall’altro lato; l’Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l’Ue e i suoi Stati membri, da un lato, e la Giordania dall’altro. Pubblicata in Gazzetta anche la legge contro la criminalità informatica. Tra le misure introdotte, quelle sulla destinazione degli strumenti sequestrati e confiscati ai criminali informatici che potranno essere utilizzate già subito dopo il sequestro dalle forze di polizia. La legge, che va a modificare l articolo 240 del codice penale, tra i suoi obiettivi anche quello di fornire strumenti più adeguati per la lotta alle truffe online e alla pedopornografia in rete. Al voto il 6 e il 7 maggio Sul fronte elettorale, la prossima scadenza è stata fissata in maggio, quando si terranno le Amministrative in diversi comuni italiani. Un apposito decreto legge firmato dal presidente Napolitano, stabilisce che si voterà il 6 maggio e 7 maggio (primo turno) e anticipa i termini per la presentazione delle liste e delle candidature. Come sempre i connazionali residenti all’estero che vorranno partecipare alle elezioni amministrative dovranno tornare in Italia per votare. A ridosso della data, Viminale e Farnesina riassumono sconti e facilitazioni per il loro rientro in patria. Con un’apposita direttiva, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha dato attuazione alle nuo- ve norme sul segreto di Stato contenute nel DPCM del 22 luglio 2011. Posto che l’obiettivo è sempre quello di “salvaguardare beni essenziali per la conservazione dello Stato” cioè “l’integrità della Repubblica, la difesa delle istituzioni poste dalla Costituzione a suo fondamento, l’indipendenza dello Stato e la sua preparazione e difesa militare”, Monti spiega che la legge ha introdotto anche nuovi casi di inopponibilità del segreto di Stato. Costituiscono ora motivo ostativo anche i fatti di terrorismo e quelli costituenti i delitti di devastazione, saccheggio e strage; associazione di tipo mafioso; scambio elettorale politico-mafioso; strage. Il segreto di stato dura quindici anni e non è prorogabile oltre i trenta. Nella direttiva si ricorda che “il ricorso al segreto di Stato impone in primo luogo un’attenta e ponderata valutazione della gravità del danno che potrebbe derivare all’integrità della Repubblica” e si sottolinea che “il vincolo non può essere considerato alla stregua di uno strumento ordinario di protezione delle informazioni sensibili per la sicurezza”. Tutti i Ministeri “dovranno, d’ora in avanti, informare tempestivamente il Presidente del Consiglio di ogni singolo caso di opposizione del segreto di Stato effettuata all’Autorità giudiziaria da propri dipendenti o da soggetti sottoposti alla propria vigilanza ovvero di cui comunque vengano a conoscenza”. Monti ricorda infine che è stato istituito anche un “meccanismo” che censisce e monitora costantemente la situazione dei segreti di Stato: “detto meccanismo risulta incentrato sull’istituzione nell’ambito dell’Ufficio centrale per la segretezza di un’apposita struttura, l’”Ufficio inventario”, presso il quale dovranno confluire tutti i dati identificativi dei singoli segreti di Stato”. Futuro in ricerca 2012 Pubblicato a metà febbraio anche il bando del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per la presentazione di “progetti di ricerca fondamentale di durata almeno triennale, finalizzati a proseguire l’opera volta a favorire sia il ricambio generazionale sia il sostegno alle eccellenze scientifiche emergenti e già presenti presso gli atenei e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR nel campo del programma “Futuro in ricerca 2012 - FIRB””. Con il programma in questione il Ministero intende svecchiare il comparto. L’articolo 1 recita infatti che il Firb intende “favorire sia il ricambio generazionale sia il sostegno alle eccellenze scientifiche emergenti e già presenti presso gli atenei e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, al fine di rafforzare le basi scientifiche nazionali, anche in vista di una più efficace partecipazione alle iniziative europee relative ai programmi quadro dell’Unione europea, destinando a tale scopo adeguate risorse al finanziamento di progetti di ricerca fondamentale proposti da giovani ricercatori”. Sul fronte risorse, il Ministero (articolo 4) impegnerà del progetto 58.384.677 di euro. Nell’ultimo mese è entrato in vigore anche l’Accordo di integrazione per lo straniero che richiede il permesso di soggiorno. Si tratta, spiega il Viminale, di “un nuovo strumento offerto agli immigrati che scelgono di vivere nel nostro Paese per avviare un reale percorso di integrazione attraverso la conoscenza della lingua italiana e dei principi civici fondamentali”. L’accordo di integrazione è rivolto agli stranieri di età superiore ai sedici anni che entrano in Italia per la prima volta e si stipula presso lo sportello unico per l’immigrazione della prefettura o presso la questura contestualmente alla richiesta di un permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno. VICTORIA albergo romano PRIMISSIMA CLASSE • Un Il Il VICTORIA albergo romano di di PRIMISSIMA CLASSE • Un angolo di quiete nel centro storico • A due passi da Via Veangolo di quiete nel centro storico • A due passi da Via Veneto e dalle vie più famose per lo «shopping» • Il VIC’S BAR neto e dalle vie più famose per lo «shopping» • Il VIC’S BAR , , piacevole punto incontro • Al RISTORANTE BELISARIO piacevole punto d’ d’ incontro • Al RISTORANTE BELISARIO sfiziosa cucina italiana • Il giardino pensile SOPRA I PINI, sfiziosa cucina italiana • Il giardino pensile SOPRA I PINI, BAR E RISTORANTE , romantico ritrovo estivo • BAR E RISTORANTE, romantico ritrovo estivo • Wirth R. R. 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L Le misure proposte sono la regolarizzazione dei problemi fiscali del passato, cioè dei clienti preesistenti, onde limitare i rischi giuridici per le banche, e lo sviluppo di un sistema di cooperazione internazionale riguardo all’imposizione “di redditi e utili in capitale” comprendente: - la conclusione di convenzioni internazionali sull’imposizione alla fonte secondo i modelli negoziati con la Germania e il Regno Unito; - l’ulteriore miglioramento dell’assistenza amministrativa e giudiziaria secondo standard internazionali, e su questo punto il Consiglio Federale fa riferimento sia all’introduzione della possibilità di chiedere informazioni sulla base di modelli (“Gruppenanfragen” o “domande raggruppate”) sia all’incorporazione dei reati fiscali nel sistema anti-riciclaggio; - l’estensione degli obblighi di diligenza degli istituti finanziari ad implementazione delle nuove regole di cui sopra ed in particolare allo scopo di impedire più efficacemente l’accettazione di patrimoni non tassati. Non bisogna essere particolarmente lungimiranti per prevedere che nessuna discussione politica potrà più mutare l’indirizzo scelto dal Consiglio Federale: A seguito dell’adozione delle nuove raccomandazioni FATF/ GAFI gli istituti finanziari saranno infatti obbligati a prendere nuove misure nel corso della procedura antiriciclaggio, quindi ad introdurre nuove procedure interne atte a garantire il controllo dei fondi e, se del caso, la segnalazione alle autorità competenti e il blocco di fondi ritenuti fiscalmente sospetti. La legislazione anti-riciclaggio non si basa infatti sul principio dell’informazione su richiesta, ma su quello dell’informazione spontanea, su sospetto fondato, da parte della banca. E proprio per evitare rischi di reputazione, si tenterà di introdurre misure di controllo al momento dell’accettazione dei fondi. Il Consiglio Federale simula tre ipotesi: - Nessun sospetto e somma non ingente (non quantificata nello “Strategic Paper”) => accettazione di fondi da parte dell’istituto finanziario senza ulteriori chiarimenti; - Punti non chiari o incertezza al riguardo del carattere dichiarato dei fondi => necessità di ulteriori chiarimenti, tra i quali il rilascio di un’autodichiarazione del cliente secondo la quale i fondi depositati sono fiscalmente dichiarati o verranno dichiarati; - L’istituto è a conoscenza della fonte non dichiarata dei fondi o dovrebbe saperlo o perlomeno sospettarlo => l’istituto è obbligato a rifiutare i fondi. Riguardo all’autodichiarazione lo “Strategic Paper” del Consiglio Federale sostiene che la dichiarazione non avrà carattere di documento ai fini della legislazione penale perché la dichiarazione è rivolta al futuro (…”o che i fondi verranno dichiarati”…). Questa semplificazione ci sembra tuttavia imprecisa e in contrasto con i principi della legislazione anti-riciclaggio che richiede una verifica continua o perlomeno periodica del dossier. Se il cliente firma ripetutamente l’autodichiarazione, al più tardi alla seconda dichiarazione egli farà riferimento ai fondi già depositati per i quali egli aveva promesso che sarebbero stati dichiarati. E di nuovo il pensiero va alla giurisprudenza del tribunale federale secondo la quale una dichiarazione non corretta sul formulario A delle banche, la classica dichiarazione del beneficiario effettivo, costituisce falso in documenti. Parimente rilevante la sentenza del Tribunale Federale Amministrativo (TFA) del 5 marzo 2009 nella causa UBS/USA (A7342/2008 e A-7426/2008) nella quale il TFA affermò che nel contesto della legislazione sui Qualified Intermediaries (QI) false informazioni sul formulario W-8BEN sono atte ad ingannare subdolamente il fisco, poiché le procedure e la ripartizione dei ruoli nell’ambito dell’applicazione del QI Agreement, ed in particolare la delega del controllo dall’IRS al QI, permettono al contribuente di prevedere che una volta completato il formualrio W-8BEN né l’IRS né l’organo di revisione previsto dal QI Agreement saranno in grado di controllare la correttezza delle informazioni trasmesse dal QI. Non ci pare quindi totalmente assurda l’ipotesi che in futuro una falsa autodichiarazione accompagnata da comportamento sospetto potrebbe costringere l’intermediario finanziario a segnalare il caso all’autorità, bloccare i conti e infine prendere contatto con le autorità estere competenti in materia di riciclaggio. A seguito della pubblicazione dello “Strategic Paper” la stampa ha tentato di concretare comportamenti sospetti menzionando tra l’altro il deposito di ingenti somme in contante, la richiesta di interposizione di strutture fittizie in forma di trusts, fondazioni e società bucalettere, la rinuncia a farsi inviare estratti bancari all’indirizzo del domicilio, la richiesta di un conto cifrato ecc., elementi che presi di per se non devono necessariamente dare adito a sospetto, ma che in un quadro più generale potranno senz’altro obbligare l’istituto finanziario ad approfondire la natura fiscale dei fondi. (fine) [email protected] la Rivista n. 4 Aprile 2012 31 Posso assicurare la mia auto in modo conveniente? Sì ed è semplice. Con un’assicurazione auto online. www.generali.ch/automobile 32 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Angolo legale di Massimo Calderan Revisione della Legge federale svizzera sulle borse e il commercio di valori mobiliari (prima parte) La legge federale svizzera sulle borse e il commercio di valori mobiliari del 24/03/1995 é in vigore dal 01/01/1997 (LBVM). Essa disciplina le condizioni per la creazione e l’esercizio di una borsa e garantisce il funzionamento del mercato dei valori mobiliari, garantendo trasparenza e parità di trattamento nei confronti degli investitori. L L’ordinamento del mercato dei valori mobiliari deve concedere libertà d’azione ai propri partecipanti, limitandone però le possibilità di pratiche illecite. Particolare attenzione é data alle borse quali istituzioni del commercio di valori mobiliari che perseguono lo scambio simultaneo di offerte tra più commercianti, nonché la conclusione di contratti. A tali istituzioni viene richiesta un’autorizzazione dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ed imposta l’autodisciplina. Coloro che intendono commerciare i valori mobiliari necessitano un’autorizzazione della FINMA e sono tenuti all’obbligo d’informazione, di diligenza e di lealtà verso la clientela. Affinché il commercio di valori possa esser svolto in modo corretto e trasparente, è necessario garantire un minimo d’informazioni all’interno del mercato, giacché la quotazione dei valori e quindi le decisioni degli investitori dipendono dal grado d’informazioni disponibili. È fondamentale rendere pubbliche la costituzione e le variazioni dell’azionariato di una società. Vige quindi l’obbligo per tutti gli operatori di presentare una dichiarazione in seguito all’acquisto o alienamento, diretto, indiretto o d’intesa con terzi, di azioni o diritti di acquisto o alienazione di azioni di una società che ha sede in Svizzera e i cui titoli di partecipazione sono almeno in parte quotati in una borsa in Svizzera, ottenendo in tal modo una quota di partecipazione che supera, raggiunge o scende al di sotto di determinati limiti dei diritti di voto. Tale dichiarazione ha scopo informativo e si rivolge alla società e alle borse presso le quali i titoli sono quotati, permettendo a tutti gli interessati di conoscere la struttura degli azionisti della società, riducendo le asimmetrie informative. Le offerte pubbliche di acquisto di partecipazioni di società svizzere almeno in parte quotate in una borsa in Svizzera sono regolamentate in modo dettagliato, per garantire un procedimento trasparente e corretto, un uguale trattamento di tutti gli investitori come pure per proteggere gli azionisti minoritari ed il corretto funzionamento del mercato dei valori. L‘offerente deve garantire un trattamento paritario degli azionisti ed offrire il “giusto” prezzo, mentre la società è tenuta a presentare agli azionisti un rapporto nel quale prende posizione sull’offerta ed a tralasciare eventuali negozi giuridici volti ad intralciare un’acquisizione contro gli interessi degli azionisti e/o senza la loro approvazione. Al raggiungimento di una quota di partecipazione del 33 per cento, l’acquirente é obbligato a presentare un’offerta relativa a tutti i titoli di partecipazione della società quotati in borsa. Poiché la prassi applica entrambe le norme anche alle società con sede all’estero, ma amministrate di fatto in Svizzera e con quotazione principale in una borsa svizzera, si vuole modificare il relativo testo di legge. La FINMA é designata quale autorità di viglianza. Essa ha la possibilità di applicare gli strumenti di vigilanza nei confronti delle persone a lei assoggetate. Vi sono sanzioni penali in seguito alla violazione dell’obbligo di dichiarazione, degli obblighi della società, degli obblighi di commercianti di valori mobiliari e del segreto professionale. Si critica la presenza di diverse lacune nell’ambito di operazioni basate su informazioni confidenziali e riservate, le quali procurano un vantaggio a certi operatori nei confronti di altri operatori. La fattispecie dell’insider traiding come pure quella della manipolazione delle quotazioni – tutt’oggi regolate nel Codice Penale – sono costituite da elementi astratti e restrittivi, che limitano il campo d’applicazione – già complessa a causa delle competenze sparse tra varie autorità – e rendono il sanzionamento ancora più difficoltoso. Particolarmente discussa è la delimitazione dei possibili “insider” ad una ristretta cerchia di persone collegate alla società coinvolta. Il Consiglio Federale, cosciente del rapido evolversi e globalizzarsi del mercato dei valori mobili, delle continue pressioni internazionali e delle lacune delle norme citate, ha incaricato il Dipartimento Federale delle Finanze a procedere con la stesura di un messaggio di legge relativo alla modifica della LBVM, pubblicato il 31/08/2011. Tale messagio è stato approvato, senza variazioni, dal Consiglio degli Stati il 20/12/2011. L’entrata in vigore della modifica, di cui tratteremo nella prossima Rivista, dipenderà dalla seconda camera parlamentare, il Consiglio Nazionale. [email protected] la Rivista n. 4 Aprile 2012 33 Nel vasto assortimento di mobili per esterni IKEA, trovi tutto per goderti al meglio la tua estate, a casa tua e tutti i giorni. Scopri di più su www.IKEA.ch/mobili_da_giardino © Inter IKEA Systems B.V. 2012 © Inter IKEA Systems B.V. 2012 La tua casa ti amerà. Convenzioni Internazionali di Paolo Comuzzi Cenni sul regime fiscale dei lavoratori frontalieri In merito ai cd lavoratori frontalieri1 la normativa [fiscale] Italiana ha attuato una riduzione del beneficio (la cd franchigia) da Euro 8000 e Euro 6700 (ma stiamo attenti al punto del lavoratore frontaliero in rapporto con l’Austria e con la Svizzera di cui diremo nel seguito in modo più dettagliato)2. Proprio questa riduzione della franchigia rende interessante dare la definizione tecnico / giuridica di lavoratore frontaliero e quindi esaminare particolari norme in merito a questa categoria di lavoratori, una categoria che ha la sua importanza nelle zone di confine. A Aspetti generali Come detto, in primo luogo appare evidente che si deve dare una definizione tecnica / giuridica di “lavoratore frontaliero” e questo argomento viene trattato in almeno due documenti ufficiali dell’Amministrazione Finanziaria (circolare 1/E del 2001 e circolare 2/E del 2003)3. La definizione “ufficiale” che viene proposta dall’Amministrazione Finanziaria è quella per cui si considera lavoratore frontaliero quel lavoratore che ogni giorno4 passa la frontiera5 e si reca a lavorare all’estero6 in zone di confine e paesi limitrofi (cosa questa importante altrimenti chi lavora a Monaco / Montecarlo non potrebbe essere considerato tale in ragione del fatto che il suddetto Stato non confina direttamente con l’Italia). 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Di fatto questo soggetto (persona fisica) lavora in modo continuativo (non occasionale) ed esclusivo7 all’estero ma resta un soggetto da qualificare come residente fiscale in Italia8; una volta questa persona avrebbe potuto beneficiare di una specifica norma di esenzione in merito al lavoro prestato all’estero in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto ma la abolizione [avvenuta ormai tempo addietro] di questa specifica norma rende certamente impossibile beneficiare di una norma di esenzione che molto avrebbe semplificato la situazione. La conseguenza di quanto sopra è ovvia e si sostanzia nel dire che il lavoratore frontaliero resta sempre da qualificare come un soggetto residente fiscale in Italia. Questa persona è da considerare come un soggetto che deve essere tassato sul cd “world – wide income” con la conseguenza che potrebbe essere chiamato a pagare le imposte sullo stesso reddito in due Stati diversi (ovvero lo Stato nel quale esercita la sua attività di lavoro9 e quello in cui risiede ai fini fiscali) con il conseguente prodursi di una doppia imposizione che certamente rende sconveniente esercitare una attività lavorativa all’estero e che potrebbe anche minare la libera circolazione delle persone e le scelte eco- Costoro sono dei lavoratori dipendenti e non possono essere inclusi in questa categoria quelli che sono dei normali lavoratori autonomi. Sul punto si veda Il Sole 24 del giorno 28 Febbraio 2012. Non esiste una definizione legislativa di lavoratore frontaliero e le definizioni di prassi non vincolano ovviamente il giudice che potrebbe essere chiamato a giudicare in una eventuale causa fiscale (ovvero a dirimere la questione se il soggetto sia frontaliero o meno). Il punto in cui si dice “ogni giorno” ovviamente deve tenere conto del fatto che esistono dei periodi di ferie, delle festività nazionali e che in ogni caso esiste un orario di lavoro che in talune occasioni potrebbe portare a non varcare il confine lo stesso giorno. È chiaro che una interpretazione del termine ogni giorno in forma puramente letterale potrebbe portare a negare il carattere di lavoratore frontaliero proprio a colui che ha un contratto esclusivo di lavoro con un datore di lavoro non residente. Questo è l’elemento sostanziale che si deve considerare: dove è residente colui che ha assunto il residente fiscale Italiano che invoca la qualifica? In quale luogo deve essere prestata la prestazione di lavoro? Anche qui nessuna letteralità è ammessa (in Europa non ci sono frontiere). Quindi non in pura zona extradoganale (il dipendente del punto franco) ma fuori dai luoghi in cui lo Stato esercita giurisdizione. Il suo contratto di lavoro è con un datore di lavoro non residente e la sua prestazione lavorativa viene eseguita in modo continuativo al di fuori del territorio italiano. Se la persona fisica non avesse questa qualifica (residente fiscale) non si pone alcun problema (neppure con riferimento al quadro W della dichiarazione dei redditi); la qualifica di residente fiscale viene mantenuta in quanto solitamente il lavoratore mantiene in Italia il centro dei suoi affetti e interessi. Solitamente qualsiasi stato indica che il reddito di lavoro dipendente deve essere oggetto di tassazione nello Stato in cui viene esercitata la attività lavorativa (materialmente esercitata). la Rivista n. 4 Aprile 2012 35 nomiche delle stesse (così come potrebbe limitare la possibilità per le imprese di assumere anche “personale” qualificato che non sempre è possibile trovare nell’ambito dei confini nazionali). Per ovviare a questa conseguenza l’Italia ha posto in campo due elementi che mitigano il problema10: a) la cd franchigia (ovvero la non tassazione di parte del reddito); b) il credito per le imposte assolte all’estero e questi due elementi agiscono in connubio tra loro nel modo che segue: 1) il primo elemento consente una riduzione (anche se minima) del reddito che deve essere assoggettato a tassazione in Italia (siamo di fronte ad una “no tax area” per coloro che lavorano all’estero11); 2) il secondo elemento consente di scomputare dalle imposte sul reddito dovute in Italia le imposte che siano state assolte all’estero (quando le stesse siano rispettose delle condizioni previste nella normativa interna12). Aspetti particolari Quando parliamo di aspetti particolari intendiamo riferirci a situazioni nella quali sussistono delle convenzioni in materia di lavoratore frontaliero ed in questa sede vogliamo fare un riferimento specifico alle Convenzioni in essere con Austria e Svizzera. La prima convenzione (Italia – Austria) prevede che il lavoratore che abita in zone di frontiera e presta la sua attività di lavoro nell’altro Stato contraente (e che ovviamente risiede13 in zona di confine) sia tassato solo nello Stato di residenza fiscale (e quindi se il lavoratore Z è residente fiscale in Italia – ie a Tarvisio – e lavora a Villach costui deve pagare le imposte sui redditi solo in Italia e questa perdita del potere di imposizione da parte dell’Austria è chiaro che potrebbe portare con sé anche delle specifiche forme di controllo – si pensi allo scambio di informazioni e / o alle verifiche di carattere simultaneo allo scopo di prevenire una qualsiasi forma di fro- 10 11 12 13 14 36 la Rivista n. 4 Aprile 2012 de ai danni di uno Stato contraente). In questa situazione il nostro lavoratore deve provare la sua condizione di residente fiscale ma non per quanto riguarda l’Italia (dove paga le imposte) bensì per evitare una qualsiasi contestazione nell’altro Stato contraente14 dove non paga imposte o dove ottiene dei rimborsi in ragione della applicazione della convenzione. In questa situazione la società datore di lavoro (residente fiscale in Austria) andrà ad erogare il reddito senza la applicazione di imposte (o se applicate queste dovranno essere oggetto di rimborso mediante le procedure previste in Austria) e il percettore dovrà procedere con la compilazione del modello unico da presentare in Italia alla Agenzia delle entrate dando chiara evidenza del reddito (e quindi attenzione agli oneri deducibili) e utilizzando la franchigia prevista dalla normativa vigente in quanto tale franchigia è prevista per i soggetti residenti che godono di certe caratteristiche. In aggiunta va coordinata la normativa interna (rectius la interpretazione di prassi della Agenzia delle entrate in merito alla nozione di lavoratore frontaliero) con quello che è il dettato convenzionale specifico che non prevede un passaggio della frontiera “ogni giorno” ma parla di lavoratori che abitualmente passano il confine [è chiaro che la situazione richiede che il lavoratore sia in grado di dare dimostrazione di alcuni elementi di fatto in merito al superamento del confine stesso – ie rifornimenti giornalieri di carburante / tabella presenze presso il datore di lavoro / indicazioni provenienti dallo stesso datore di lavoro]. Possiamo affermare che in presenza di un contrasto tra le parole “ogni giorno” (usate dalla Agenzia) ed il termine “abitualmente” (previsto nella convenzione) il secondo prevale sul primo in quanto il dettato convenzionale prevale sempre sulla norma interna (salva la situazione in cui la norma interna sia di maggior Diciamo mitigano e non risolvono in quanto tutto dipende dalle aliquote in essere. Una sorta di riconoscimento a forfait di spese per la produzione di quello specifico reddito. Condizioni che devono essere rispettate tutte per consentire la applicazione della norma interna. Abitare e risiedere non è la stessa cosa: a questo elemento il nostro soggetto che pensa di invocare una norma di esenzione (che lo assista in Italia e / o all’estero) deve sempre fare una particolare attenzione. Non è questa la sede per fare particolari approfondimenti sulla materia ma si invita a prestare attenzione su questo punto. Anche questo punto è importante: non si ritiene che ci si possa fermare esibendo un semplice certificato di residenza rilasciato da un comune magari alquanto lasco nel dare la residenza. favore ma la decisione di avvalersi di questa norma di maggior favore è del contribuente). La seconda convenzione (Italia – Svizzera – accordo del 1974) prevede che il reddito di lavoro dipendente percepito dal residente fiscale Italiano che ha la qualifica di lavoratore frontaliero sia da tassare solo in Svizzera (di fatto abbiamo una esenzione di questo reddito per il residente fiscale Italiano15). molto importante dire che nel rapporto con la Confederazione Elvetica si deve fare una distinzione tra: a) frontaliere in senso stretto; b) frontaliere in genere. Il primo soggetto è quello che ha tutte le caratteristiche per beneficiare della convenzione siglata nel 1974 e che pertanto beneficia della completa esenzione del reddito che ha percepito in ragione del lavoro che ha prestato nella Confederazione Elvetica (se ha solo questo reddito lo stesso “non esiste” come contribuente in Italia). Il secondo soggetto invece è colui che deve essere considerato come frontaliere ai sensi delle Circolari Ministeriali che abbiamo citato in precedenza (ovvero che si reca ogni giorno in Svizzera) ma questo signore non gode di tutte le caratteristiche per beneficiare del dettato convenzionale e di conseguenza dell’esenzione fiscale con riferimento a quanto ha percepito. Questo signore (che è da includere nella seconda categoria) deve (ha diritto) sfruttare: 1) la franchigia (elemento questo che non interessa al frontaliere puro) e quindi evitare la tassazione di 6700 Euro e 2) fare uso del credito per imposte assolte all’estero (e quindi determinare se mediante questo sistema riesce a scomputare le imposte sul reddito che ha dovuto assolvere in Svizzera). Nella prima fascia (senza entrare in dettagli) rientrano coloro che risiedono nella fascia di confine nel raggio di km 20 dal confine stesso e lavorano nei comuni limitrofi del Cantone Ticino, Grigioni e del Vallese e per evitare discussioni esiste un elenco dei comuni Italiani 15 16 17 (di fatto questi sono elencati in un decreto Ministeriale e quindi non è lecito diversificare all’interno dei comuni stessi). Nella seconda fascia rientrano tutti coloro che mancano di una di queste caratteristiche (si pensi ad un residente a Milano che lavora a Lugano) e questi devono fare la dichiarazione annuale dei redditi16 e possono usare sia della franchigia e anche del credito per imposte assolte all’estero. Conclusioni Ovviamente non è compito nostro giudicare in merito alla riduzione della franchigia (o al suo aumento) mentre quello che vogliamo evidenziare, alla luce delle considerazioni che abbiamo potuto svolgere, è una necessità tecnica che non ci pare eludibile. Appare evidente che sarebbe necessario, in un prossimo e breve futuro, dare una definizione normativa di lavoratore frontaliero vista l’importanza che la mobilità del lavoro assume nel contesto economico attuale (viene anche spontaneo chiedersi se il lavoratore che esercita la sua attività da un ufficio locale ma per un contesto europeo non possa dirsi frontaliero e se il concetto di varcare la frontiera17 debba essere per forza un concetto di carattere fisico o possa essere un concetto di carattere “ideale”). Questa definizione legislativa, a nostro modo di vedere, dovrebbe comunque allinearsi in primis al dettato convenzionale in essere prendendo in considerazione il termine abitualmente ed evitando invece di fare uso di termini come “ogni giorno”. La ragione è che questo secondo termine presta il fianco a interpretazioni letterali che possono pregiudicare situazioni in cui il dipendente è un vero frontaliero e siccome questo pregiudizio può insorgere partendo da aspetti che hanno un carattere formalistico si ritiene che il legislatore debba agire per evitarlo (riducendo quindi lo spazio del possibile contenzioso fiscale).18 Si tratta di una norma che deroga in modo esplicito al principio per cui il soggetto residente fiscale deve essere tassato in ragione del cd principio di “world – wide taxation”. In questa situazione abbiamo l’esclusione del reddito percepito da qualsiasi forma di tassazione in Italia. Attenzione che il mantenimento di questo reddito nello Stato estero (ie deposito bancario nello Stato estero) non esenta dalla compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi. Anche il frontaliero puro deve fare la dichiarazione (modello Unico) se ha altri redditi di fonte Italiana ma non include nel modello il reddito di lavoro (come indicato in precedenza). In un contesto in cui non vi sono frontiere. la Rivista n. 4 Aprile 2012 37 Cio’ che pratichiamo dal 1958 ha oggi un nome: Fair-Relationship-Banking. Tutte le pubblicazioni bancarie affermano che il cliente è il «centro dell’attenzione»: cosa significa concretamente questa frase? E come fare per non perdere di vista questo «centro dell’attenzione», fra i tantissimi impegni di un’azienda moderna? Da più di 50 anni Finter Bank Zurich, banca svizzera di qualità, percorre la propria strada in autonomia: la nostra presenza sul mercato è sempre stata molto riservata, ma chi ha voluto conoscerci meglio ha presto scoperto che da noi il concetto di «valori» assume un’importanza molto rilevante. Fair-Relationship-Banking è ciò che i clienti possono chiederci e che noi dobbiamo dare loro: per tutti i clienti che non si accontentano di promesse, ma che desiderano provare davvero quanto possa essere diverso il Private Banking. Per ulteriori informazioni > www.finter.ch Fair-Relationship-Banking Sede centrale: Finter Bank Zürich S.A. Claridenstrasse 35 CH-8002 Zurigo Sedi e Affiliata: Lugano, Chiasso, Nassau Bahamas Assicurazione vita: FinterLife Vaduz Liechtenstein Talenti altrove di Chiara Rinaldi Carlo Zuffellato: un imprenditore nel settore dell’arredamento Il baricentro si sta spostando sempre di più qui in Svizzera... Carlo, dopo una lunga esperienza come manager in varie aziende multinazionali, alcuni mesi fa ha creato la sua propria attività – Wood Factory - un’azienda che importa e vende direttamente mobili “di carattere”. Ci racconta cosa l’ha portato all’estero e le sue opinioni sulla situazione del mercato lavorativo in Italia. Come sei arrivato qui in Svizzera? Andare all’estero è stata una scelta ponderata. Dopo la laurea alla Bocconi ho lavorato in varie aziende importanti incluso il Sole 24 Ore. Nonostante gli anni di esperienza professionale e la reputazione delle aziende per cui lavoravo, avevo la sensazione che il mio stipendio non rispecchiasse la realtà di altri paesi. A 32 anni mi trovavo in una situazione privilegiata, con un mutuo da pagare inferiore al livello degli affitti e un lavoro presso un’azienda di prestigio. Ciononostante non riuscivo a risparmiare. Anche la mia ragazza, Chiara, aveva le stesse perplessità e ci siamo messi a cercare lavoro all’estero. Ha trovato prima lei, presso una multinazionale qui a Zurigo e 6 mesi dopo ho trovato lavoro anch’io, per caso nella stessa azienda. Arrivati qui sette anni fa le nostre perplessità sono state confermate. Nonostante il costo della vita a Zurigo sia più alto che a Milano, gli stipendi elevati compensano i costi e conseguentemente il tenore di vita risulta migliore. Questa è stata la molla principale, ma c’erano anche altre considerazioni: la qualità della vita a Milano si era degradata notevolmente; lo sviluppo delle infrastrutture era rimasto fermo per anni; maleducazione e scarso senso civico dei cittadini non facevano che peggiorare la situazione. E anche le prospettive di carriera erano limitate dalla mancanza di meritocrazia. In molti sono partiti. Nella famiglia di Chiara sono in quattro fratelli e sorelle e sono tutti all’estero: Dublino, Londra, Copenhagen e Zurigo. E siete contenti della scelta? Siamo entrambi molto soddisfatti. Certo, da stranieri ci vuole del tempo prima di ricreare il proprio mondo di relazioni e molto di più per sentirsi integrati. E poi c’è la barriera della lingua, forse lo svizzero tedesco è l’unico handicap di rilievo. Pensi di rientrare in Italia un giorno? Mai dire mai. È possibile, ma veramente poco probabile, soprattutto adesso che ho un’attività indipendente. Ma anche se fossi rimasto in azienda non sarebbe molto diverso. Le condizioni che hanno fatto sì che ci spostassimo non sono cambiate, anzi semmai peggiorate. E poi adesso la famiglia si è allargata e stiamo pian piano piantando radici, con legami che si fanno più forti. Il baricentro si sta spostando qui a Zurigo e siamo sempre meno spesso in Italia. Sei a conoscenza della recente legge italiana per favorire il rientro dei giovani dall’estero? Sì, ne ho sentito parlare, ma non conosco i dettagli. Non essendo interessato a rientrare non ho approfondito. Quali sono i principali problemi del mercato del lavoro e cosa servirebbe all’Italia per risolverli? In un mondo ideale il livello degli stipendi dovrebbe essere comparabile a quello degli altri paesi europei pur mantenendo intatta la competitività aziendale, i percorsi di carriera dovrebbero dipendere dalla meritocrazia, lo Stato dovrebbe essere d’aiuto ai giovani imprenditori e non d’intralcio, la burocrazia per la creazione d’impresa dovrebbe essere semplificata e il corporativismo ridotto al minimo. Per ottenere tutto questo ci vogliono politiche di lungo periodo, anche se, considerato il rapido deterioramento della situazione negli ultimi anni, si può sperare che sia possibile anche un altrettanto rapido miglioramento. Fondamentalmente in Italia c’è un problema di mentalità e di comportamenti. In azienda si sente come il management influenzi i comportamenti e l’atmosfera tra i dipendenti. Credo e spero che questo sia vero anche per un paese. Chi sta al governo ha una grande responsabilità e impatto sul clima che si respira in Italia. Se si trasmette il messaggio che è positivo fare i “furbetti”, alla fine quello è il comportamento che si ottiene. In Svizzera tutti rispettano le regole, perchè se non lo fai ti senti fuori luogo, in Italia purtroppo è spesso il contrario. la Rivista n. 4 Aprile 2012 39 STEFAN GUTKNECHT È DIRECTOR SALES SWITZERLAND DI AIRBERLIN. L‘Italia è una delle mete più richieste Dove si possono prenotare i voli di airberlin? Tutti voli airberlin si possono prenotare tramite Internet sul sito: www.airberlin.com, nelle agenzie viaggio oppure al nostro Service Center, 24 ore su 24 al numero telefonico 0848 737 800. Qual è la destinazione italiana che preferisce e per quale motivo? La Sicilia: la trovo molto varia e allo stesso momento autentica. Ha una giusta dimensione che consente di intraprendere molte cose, offre paesaggi meravigliosi, spiagge stupende, gastronomia prelibata e vini eccellenti. Signor Gutknecht, airberlin, è la seconda compagnia area della Germania. Su che flotta può contare? La nostra flotta conta 170 velivoli, che hanno un’età media di 5 anni. Nello specifico si tratta di 87 Airbusse di Tipo A-319, 320, 321 e 330; 66 Boeing 737; 10 Bombardier Q-400 e 7 Embraer E-190. In tal modo, airberlin dispone in Europa di una delle flotte più giovani. Come mai l’Italia costituisce una destinazione così importante? L‘Italia rappresenta una delle mete più richieste dalla popolazione svizzera. Essendo un Paese confinante anche il cosiddetto “traffico etnico” fra i due Paesi è rilevante. Con i collegamenti con il Sud Italia (Brindisi e Lamezia Terme) ne teniamo particolarmente conto. Durante il periodo estivo su quali aeroporti italiani vola airberlin? Voliamo 19 volte alla settimana da Zurigo o Basilea sull’Italia: 2x Rimini, 3x Olbia, 3x Brindisi, 3x Lamezia Terme, 5x Catania e 3x Palermo. Come sono calcolati i costi dei biglietti dei collegamenti Svizzera-Italia? Il prezzo di base e di 60 franchi a tratta, tutto compreso. Ovviamente prima si acquista un biglietto e più sono le possibilità di poter beneficiare di una tariffa a buon mercato. Al contrario, più la data d’acquisto e quella del volo si avvicinano, più caro diventa il costo del biglietto. Che rapporti ha con l‘Italianità? Sono una persona che apprezza il piacere. Mangiare e bere bene hanno per me un significato particolare. E dove lo si può fare meglio e più genuinamente se non in Italia? Ogni singola Regione offre specialità straordinarie. Viaggiare nella Valpolicella, in Sicilia o in Calabria è per me fonte di indubbio godimento. airberlin è, per grandezza, la seconda compagnia area della Germania. Occupa 9.200 collaboratori. Nel solo 2010 ha ottenuto più di10 riconoscimenti per quanto concerne servizio e qualità. La flotta comprende 170 velivoli con un’età media di 5 anni. In tal modo, airberlin dispone oggi in Europa di una delle flotte più giovani.I suoi Jet moderni consentono un risparmio di carburante e una conseguente riduzione di emissioni nocive nell’atmosfera. Fra le più importanti compagnie aeree in Europa, airberlin vola su 162 destinazioni in 40 diversi Paesi. Nel 2011 ha trasportato più di 35 milioni di passeggeri. Dallo scorso 20 marzo2012 airberlin fa parte dell’alleanza mondiale delle compagnie aere oneworld®. In tal modo airberlin potrà offrire collegamenti con lo stesso numero di volo degli altri membri di oneworld: American Airlines, British Airways, Finnair, Iberia, Royal Jordanian, S7 e Japan Airlines. Nel dicembre 2011 airberlin ha concluso un accordo strategico con Etihad Airways. Stefan Gutknecht (49) è nato a Bienne. Dopo una formazione tecnico commerciale con specializzazioni (fra l’altro, anche come meccanico corse del team motori campione del mondo di Biland-Waltisperg), nel 1986, con la Esco-Reisen di Basilea, fa il suo ingresso nel settore turistico. Dal 1997 al 2001 è attivo presso Crossair, in ultimo come Vice-President Sales & Marketing Schweiz. Dal 2002 al 2004 assume lo stesso incarico nella rifondata Swiss. Nel 2005 consolida per Swiss il mercato nei tre Paesi, Francia Germani e Svizzera, che fanno cornice all’aeroporto di Basilea. Da giugno 2006 Stefan Gutknecht è Director Sales Switzerland di airberlin. 40 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Donne in carriera di Ingeborg Wedel Donne in carriera: Arianna Molari Far bene il proprio lavoro e ottenere risultati positivi Abbiamo incontrato Arianna Molari a Cattolica, dove dirige il suo albergo l’Hotel Des Bains, un tre stelle di 80 camere, aiutata dalla mamma Edda Gabellini di 77 anni molto in gamba, che le trasmette man mano tutta la sua esperienza nella gestione alberghiera, che lei ha ereditato, a sua volta, dai suoi genitori che hanno creato nel 1935 l’albergo “I bagni” , ora denominato Des Bains Arianna è sposata e ha due figli Michela di 9 anni e Matteo di 12. Il marito e suo fratello hanno una loro attività e non interferiscono nella conduzione dell’albergo che – quindi – è tutta al femminile. La nostra donna manager è una giovane signora, molto solare, sorridente, innamorata della sua regione. Infatti, esordisce orgogliosa: “ora anche al turismo d’elite abbiamo da offrire molto, iniziando dall’aeroporto internazionale Federico Fellini di Miramare di Rimini, dove fanno scalo sia i vettori di linea che le più importanti compagnie di Charter europee ed extra europee. Vorrei tanto che la nostra stagione turistica potesse iniziare a pieno ritmo a maggio e terminare a settembre/ottobre. Per questo segnalo che a San Giovanni in Marignano ( a 2.700 mt. da Cattolica e a 20 km. da Rimini) è stato creato dal famoso architetto canadese Graham Cooke un campo di golf a 18 buche! Inoltre – nella stessa località - si trova anche il Centro Ippico Riviera Resort, che ospita concorsi nazionali ed internazionali di salto a ostacoli, riservato ad atleti di tutte le categorie, oltre ad una scuderia di 50 box, completa di tutti i servizi.” “Anche la spiaggia, riservata all’hotel è gestita al femminile” - precisa Arianna – “Gisuy – oltre ad essere la bagnina da 21 anni – ne è anche l’animatrice: tieni un corso di ginnastica soft per adulti, segue i giochi dei bimbi, ai quali distribuisce gratuitamente la merenda, mentre vengono allestite grigliate di pesce per i grandi, che possono seguire anche lezioni di danza. Sulla spiaggia sono ammessi da tempo – grande conquista – i cagnolini di piccola e media taglia. È inoltre molto interessante sapere che molti alberghi – anche di lusso – sono ancora a conduzione familiare, il che garantisce alla clientela il contatto con una direzione locale, molto ospitale, attiva da generazioni che cura particolarmente la cucina. Infatti, la provincia di Rimini è da 160 anni uno dei luoghi di vacanza più frequentati d’Europa, la cui ospitalità si concretizza in 139.419 posti letto che si trovano in parte nei 2.130 alberghi della Riviera”. Fatta questa premessa Arianna risponde brevemente alle nostre consuete domande. Quanto tempo serve per farsi apprezzare come manager nel mondo del lavoro? Non è una questione di tempo: è solo indispensabile fare bene il proprio lavoro e ottenere risultati positivi Quali sono le difficoltà da affrontare? Principalmente è la burocrazia, anche solo per ottenere il dovuto: ogni anno cambiano le disposizioni che mettono in difficoltà lo svolgimento del normale lavoro. Quando cessa la diffidenza verso la donna a capo di un’impresa? Nei miei riguardi non c’è mai stata. Quali sono gli ostacoli principali che incontra la donna manager? Gli ostacoli che incontro io nel mio lavoro non sono di grande entità e li supero agevolmente, ma con tanta buona volontà. Le intuizioni femminili sono superiori a quelle maschili? Diciamo che sono diverse, in quanto le donne rilevano le sfumature che sfuggono ai sigg. uomini. Quanto conta per la donna l’arte della seduzione, anche allo stato inconscio? Possedere l’arte della seduzione conferisce alla donna una certa sicurezza da “usare” quando serve. Qual è la soddisfazione maggiore per la donna manager? Realizzare, concretizzare il lavoro come progettato e per questo non deve trascurare troppo gli affetti familiari. Che atteggiamento assume la donna dirigente verso dipendenti femminili? Senza distinzione alcuna. Una donna come lei impegnata nella carriera, quali hobby riesce a coltivare? Certamente il nuoto, le uscite con le amiche ed i viaggi in inverno con tutta la famiglia nel sud del mondo, alla ricerca del mare pulito e del sole che in estate, a causa del lavoro, non posso che immaginare fuori dalla finestra. la Rivista n. 4 Aprile 2012 41 Lucasdesign.ch © Lukas Beck / Wiener Konzerthaus BANCHIERI SVIZZERI DAL 1873. CON PASSIONE. GIOVANI TALENTI, PROGETTO MARTHA ARGERICH, BSI MONACO MUSIC MASTERS, BSI ENGADIN FESTIVAL. La musica è un’eterna fonte di ispirazione, capace di coniugare talento e rigore, competenza e passione. Dai progetti musicali che sostiene, BSI trae ispirazione per costruire relazioni autentiche con i propri clienti, i propri collaboratori e le comunità nelle quali opera. www.bsibank.com INCONTRO DOMODOSSOLA - MARTIGNY Sotto il segno dell’amicizia Nel quadro dell’iniziativa di scambi turistico - culturali tra le città di Domodossola e Martigny, una delegazione della cittadina italiana, sotto la guida del sindaco, è stata accolta nella cittadina vallesana. di Marco Patruno L’iniziativa, nata nell’autunno scorso, sta già entrando nella sua fase operativa. L’idea è di creare una sinergia fra le affinità di queste due città transfrontaliere dagli interessi convergenti: lavorare insieme al fine di promuovere nuove opportunità per le rispettive popolazioni e i loro territori nei settori turistico e culturale. L’incontro che ha avuto luogo nella sala Comunale di Martigny ha permesso alle due delegazioni un confronto cordiale e fruttuoso. Preceduto da numerosi incontri preparatori, nell’una e nell’altra città, questo importante appuntamento sfocia su un’intesa di intenzioni che ha permesso di mettere a fuoco le diverse iniziative. È importante citare i presenti perché sono loro gli attori principali di questo importante progetto e ne saranno gli illustri realizzatori. Autorità molto impegnate e interessate I Piemontesi erano rappresentati da: Mariano Cattrini Sindaco di Domodossola, Maria Lorenzone Presidente del GAL, Bruno Iacopino Assessore alla cultura e al turismo e l’ingegnere Dario Bergamaschi. I loro interlocutori Vallesani erano: Marc-Henri Favre Sindaco di Martigny, Michaël Hugon Consigliere municipale al Turismo, Fabien Claivaz Direttore dell’Ufficio del Turismo di Martigny e Albert Gaspoz capo del Centro di contatti economici allo Stato del Vallese. Inoltre erano presenti Valentina Beltrami laureata in Storia dell’arte, ed il sottoscritto per Alp-Info. Queste autorità hanno avuto la graditissima sorpresa d’avere come ospite, alla loro importante seduta, Léonard Gianadda, presidente della celeberrima Fondazione Pierre Gianadda di Martigny. Questi, non si è limitato ad onorare l’incontro con la sua presenza ma ha anche prodigato suggerimenti novatori, idee pertinenti e piste concrete allo scopo di finalizzare al meglio l’azione. Prossimo appuntamento a Domodossola L’azione vera e propria sul territorio, secondo il Sindaco Mariano Cattrini ed il suo omologo Marc-Henri Favre, dovrebbe realizzarsi in un tempo ragionevole di quattro mesi cioè entro giugno. In pratica, si tratta di ubicare a Martigny e Domo due antenne (Vetrine Animate), situate in punti strategici, per fare conoscere al pubblico le particolarità turistiche e culturali delle due città e dei loro territori di prossimità, particolarmente il Vallese francofono e l’Alto Piemonte. La discussione, imperniata attorno al progetto elaborato da Alp-Info, ha permesso di entrare nei dettagli concreti ed evidenziarne soluzioni concordate. Pur conservando il principio di collaborazione, è stata presa la decisione che ognuna delle due parti prenderà a proprio carico la messa in opera della Da sinistra: Bruno Iacopino Assessore Turismo e Cultura, Mariano Cattrini Sindaco di Domo, Marc-Henri Favre Sindaco di Martigny e Michaël Hugon Consigliere Municipale al Turismo di Martigny...una stretta di mano per sugellare un importante progetto transfrontaliero. Vetrina Animata e del personale che dovrà gestirla. Filosofia d’azione accettata all’unanimità, poiché permetterà di ridurne i costi di realizzazione per ambo le parti. Albert Gaspoz, in rappresentanza dello Stato del Vallese ha confermato ai presenti l’interesse che quest’iniziativa ha suscitato presso il dipartimento dell’economia, è ha dato la propria disponibilità ad accompagnare l’azione nella sua evoluzione. Alla fine dei lavori il Sindaco Mariano Cattrini ha dato appuntamento a Domodossola, per la fine di aprile, a tutti i presenti, per le ultime precisazioni, in particolar modo per definire il luogo dove sarà ubicata l’antenna vallesana. Molto probabilmente sarà sistemata nelle vicinanze del Municipio di Domodossola. Mentre a Martigny il luogo principale per il Gazebo (Vetrina) animato dagli amici piemontesi sarà certamente collocato in prossimità della Piazza Centrale, completamente rinnovata. La giornata si è conclusa in uno spirito di grande convivialità con la visita all’Ufficio del Turismo e alla Fondazione Pierre Gianadda dove la delegazione della citta domese ha potuto ammirare la mostra dei ritratti proveniente dal centro Pompidou di Parigi nonché l’interessantissima mostra fotografica realizzata nientemeno che da Léonard Gianadda stesso, allestita da Jean-Henri Papilloud membro del Consiglio della Fondazione. la Rivista n. 4 Aprile 2012 43 Ora e più che mai, in una economia globale caratterizzata da sfiducia ed incertezza, la Svizzera ed in particolare il Canton Ticino suscitano curiosità e reale appeal per gli investitori di oltralpe. In tale contesto Seal Consulting, società di consulenza fiscale e societaria, si pone quale interlocutore qualificato per guidare tutti quei soggetti (imprenditori, in primis) che intendono riallocare - alla luce del sole - le proprie attività e risorse ma soprattutto la propria sfera privata nella confederazione elvetica, nel rispetto assicurato della privacy. Grande successo per il convegno «Canton Ticino: un’opportunità da non perdere» organizzato da Editrice Le Fonti con la collaborazione di Seal Consulting, società specializzata in consulenza fiscale e societaria, domestica ed internazionale. Si è svolto, giovedì 1 marzo al Grand Hotel Doria di Milano, l’incontro che mirava a far comprendere i vantaggi di investire nel vicino cantone svizzero. In un periodo in cui gli effetti del decreto Salva-Italia, sulle liberalizzazioni e le disposizioni europee cominciano a farsi sentire, per molti imprenditori e commercialisti la piazza di Lugano potrebbe rappresentare una valida alternativa. Sempre nell’ottica della massima trasparenza. Il relatore Gianluca Catani, Head of Tax & TEP di Seal Consulting ha puntato molto su questo concetto nei suoi interventi. «Il Canton Ticino è una “win win location” inserita in un Paese come la Svizzera in “AAA” – ha spiegato –. Ci sono almeno otto buoni motivi che rendono il Cantone una location interessante in cui poter investire: l’alta produttività combinata con elevata offerta di prodotti e servizi, un governo sensibile agli investitori in un Paese a tassazione modesta, la stabilità valutaria e dei prezzi, le infrastrutture di primo ordine, l’efficiente mercato dei capitali e l’elevata professionalità del sistema bancario, il sistema garante di un’eccellente formazione universitaria e professionale nonché università rinomate a livello mondiale per la ricerca e lo sviluppo, la stabilità politica e l’armonia sociale». Catani ha inoltre illustrato le opportunità di investimento e le modalità di insediamento, attraverso anche casi di studio. per Fonte: www.finanzaediritto.it – articolo in estratto e riadattato – Seal Consulting, dopo la “BRILLANTE RIUSCITA PER IL XII FORUM TRUST”, a cui ha offerto il proprio contributo con un excursus sull’imposizione fiscale del trust nel Canton Ticino e sui possibili aspetti operativi – compiuto da Gianluca Catani, Head of Tax & TEP di Seal Consulting – ha recentemente promosso un evento dedicato esclusivamente alla valutazione dell’opportunità di insediarsi in Ticino. Sulla scorta dell’ampio gradimento per le iniziative intraprese, nonché per l’apprezzamento professionale riscontrato faranno seguito altre iniziative in linea con l’esigenze della clientela. Ha cercato di sfatare alcuni falsi miti, a partire dalle famigerate black lists e ha sviscerato la questione dell’imposizione fiscale, diretta ed indiretta, avvalendosi di chiari esempi e case study non senza riferimenti alla propria esperienza personale. Dopo una riflessione comparativa tra Italia post-manovra del 6 dicembre 2011 e Canton Ticino Catani ha poi effettuato attraverso slide esemplificative, una riflessione comparativa tra Italia post-manovra del 6 dicembre 2011 e Canton Ticino in materia di Iva, Irpef, imposta di bollo, accise, patrimoniali, imposizione delle persone fisiche, scudo fiscale, tracciabilità dei pagamenti, IRPA ed ACE. Sono seguite le domande partecipi del folto pubblico presente e le risposte ai quesiti giunti numerosi attraverso il Forum di FinanzaeDiritto.it per fugare ulteriori dubbi. «Sono molto contento di questo evento – ha commentato Catani al termine – e ringrazio Editrice Le Fonti per l’impeccabile organizzazione». SEAL CONSULTING SA Via Nassa 5 - 6900 Lugano Tel.: +41 91 9102750 Fax: +41 91 9102759 www.sealconsulting.ch L’Elefante invisibile1 di Vittoria Cesari Lusso Il Buonismo figlio/padre dell’autoritarismo? Si direbbe che la cosa più difficile per noi esseri umani sia quella di praticare l’arte della giusta misura. Tutti coloro che occupano posizioni di responsabilità si scontrano con tale difficoltà. Succede a chi governa, a chi amministra la giustizia, a chi guida un partito, a chi dirige un’impresa, a chi educa, a chi insegna, ecc.. È come se rimanesse in ogni adulto, anche in età molto matura (!), una traccia (piccola o grande) della tendenza adolescenziale a sposare posizioni estreme nella concezione dei rapporti sociali: ad esempio, da un lato, l’autoritarismo perentorio; dall’altro, il “buonismo arrendevole”. L’ideologia autoritaria, come sappiamo, è caratterizzata dall’accento posto sulla strutturazione gerarchica della società, sulla sua immutabilità, sul principio di ubbidienza a tutti i livelli (a Dio, alla Patria, al Padre, al Padrone), sull’imposizione esasperata dell’ordine, sulla punizione severa di chi trasgredisce l’assetto costituito. I regimi autoritari, le imprese autoritarie, le famiglie autoritarie sono caratterizzate dall’accentramento del potere nelle figure dei capi e dallo svilimento di ogni forma di partecipazione dal basso. Le trasgressioni non sono tollerate. Le odiose derive di tale organizzazione (sociale, economica, familiare, coniugale, che sia) sono ben note. Ne sono tragici esempi i barbari regimi totalitari del passato e del presente, nonché i tristi modelli educativi e familiari basati sostanzialmente sul controllo totale, sull’ubbidienza cieca e sulle sanzioni umilianti. Esistono sull’argomento migliaia di studi a carattere storico, filosofico e sociologico. Basti ricordare a titolo di esempio i celebri lavori di Theodor Adorno, psicosociologo tedesco emigrato negli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta, sulla “personalità autoritaria”. 1 Una vecchia Essi costituiscono una sorta di anello mancante psicologico tra i condizionamenti economici e l’aleggenda indiana narra gire politico. La formazione della personalità autodi un elefante ritaria viene infatti spiegata da Adorno in termini che pur psicanalitici. All’origine ci sarebbe un’educazione muovendosi repressiva. Sottoposto a continue frustrazioni e tra le folle punizioni umilianti il bambino sviluppa una sorcon la sua imponente da ostilità nei confronti dei genitori. Però non è mole passava in grado di ribellarsi e di conseguenza impara a comunque identificarsi con il più forte, a idealizzare la forza e inosservato. Come se fosse la durezza, a scaricare l’aggressività sui più deboli, invisibile… a disprezzare il diverso. Meno studiati e conosciuti sono i meccanismi del cosiddetto “buonismo”. Eppure tale “elefante invisibile” si aggira oggigiorno tra le nostre folle. Il termine buonismo è presente nei dizionari da non molti anni, ma ha avuto un grande successo poiché permette di definire un fenomeno che innegabilmente si è allargato nella moderna società: l’atteggiamento di eccessiva benevolenza nei rapporti sociali, la giustificazione a priori di ogni tipo di ribellione e trasgressione, la scusabilità accordata ai vari misfatti, la condiscendenza verso i criminali e, implicitamente, l’indifferenza verso le loro vittime. Un gruppo di adolescenti appicca fuoco ai registri a scuola oppure taglia le gomme all’auto del professore severo: bisogna capirli, è una bravata da ragazzi! Dei malandrini compiono furti e scippi a ripetizione: poveretti, la società non ha saputo offrire loro alternative soddisfacenti (oppure le vittime dei furti non hanno saputo proteggere i loro beni)! Un violento spara sulla folla: non va sanzionato penalmente, bensì “guarito” affidandolo alle cure di uno stuolo di eminenti psichiatri. Un assassino viene messo in libertà dopo un numero irrisorio di anni di detenzione: perché punirlo ancora, giacché in carcere ha dato prova di “buona condotta”?!. Una normale cittadina come me si chiede: cosa succede? Da dove nasce questa sorta di simpatia per chi trasgredisce le leggi del viver comune e questa conseguente indifferenza per le vittime? Abbiamo forse paura di essere tacciati di reazionario autoritarismo se difendiamo l’idea che la legalità è un valore e che tale valore ha bisogno di essere protetto anche attraverso adeguate sanzioni? Se votiamo a sinistra o al centro in nome di una maggiore giustizia sociale, abbiamo paura che la richiesta di rispettare le regole suoni di destra? Le derive dell’autoritarismo (e non solo di destra!) sono state talmente nefaste che, inconsciamente, siano ora portati a santificare il principio che ciascuno è libero di fare i cavoli suoi? C’è incapacità di distinguere tra bieco autoritarismo e necessaria autorità? C’è un malinteso sul concetto di democrazia che ci porta a confonderlo con il regno delle pulsioni individuali di ogni tipo? Ai miei occhi le derive del cosiddetto “buonismo” sembrano in fondo il frutto del timore di chi definendosi progressista ha paura di apparire autoritario. Se così è, è il caso di avere più coraggio e di praticare l’arte della giusta misura! Se è probabile che l’eccesso di buonismo sia “figlio” di una reazione all’autoritarismo, è ancora più probabile che in futuro esso diventi “padre” di reazioni opposte: autenticamente autoritarie, appunto! Se avete commenti o reazioni in merito al tema trattato non esitate a contattarmi [email protected] la Rivista n. 4 Aprile 2012 45 Scegliete chi sa scegliere. Direzione Generale e Agenzia di Città Via Giacomo Luvini 2a, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 32 00 Sede Principale Via Maggio 1, CH–6900 Lugano Tel. +41 58 855 31 00 Succursali ed Agenzie Chiasso, Mendrisio, Lugano-Cassarate, Paradiso, Bellinzona, Biasca, Locarno, San Gallo, Basilea, Berna, Zurigo, St. Moritz, Celerina, Poschiavo, Castasegna, Pontresina, Samedan, Coira, Davos, MC-Monaco Abbiamo scelto la trasparenza, la prudenza, la qualità del servizio. Fate anche voi la scelta giusta: scegliete BPS(SUISSE). Anche in tempi difficili. Call Center 00800 800 767 76 www.bps-suisse.ch Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) La Banca che parla con te. L’INAFFONDABILE TITANIC: NEL PRIMO CENTENARIO DELLA TRAGEDIA Affondata in un mare di misteri di Tindaro Gatani L’incidente, che ha visto la Costa Concordia incagliarsi all’Isola del Giglio, con la nave che si inclina su un lato dopo aver toccato uno spuntone di roccia, con alcune persone che, prese dal panico, si gettava in mare, con i morti, i feriti e i dispersi, a molti ha richiamato alla memoria la tragedia del Titanic, avvenuta esattamente 100 anni fa nelle gelide acque del nordatlantico. Le coincidenze sono molte: tutt’e due le imbarcazioni erano classificate inaffondabili; tutt’e due erano grandi navi passeggeri (la Concordia quasi il doppio del Titanic); tutt’e due sono colate a picco per aver speronato ostacoli naturali; tutt’e due hanno imbarcato migliaia di tonnellate di acqua in pochi minuti; tutt’e due le tragedie si sono consumate in piena notte e in meno di tre ore. Mentre sulle cause dell’affondamento della Costa Concordia si è saputo quasi tutto sin dal primo momento, su quelle del Titanic, a un secolo di distanza, si naviga ancora nel mistero più fitto. Secondo la ricostruzione ufficiale, erano le 23.40 del 14 aprile 1912 quando il Titanic, dopo l’impatto con un gigantesco iceberg, cominciò a imbarcare acqua e a inclinarsi su un lato. Alle 2.30 del giorno dopo, 15 aprile 1912, scompariva alla vista dei superstiti portandosi nel suo grembo 1.512 dei 2.223 passeggeri imbarcati compresi 800 uomini dell’equipaggio. Le persone tratte in salvo furono dunque solo 711. Sotto la pressione dell’opinione pubblica mondiale, angosciata dall’impressionante catastrofe, fu allora convocata la prima conferenza mondiale sulla sicurezza della vita umana in mare e per stabilire un più rigoroso disciplinare di navigazione e il coordinamento dei soccorsi in caso di pericolo. Il Titanic era il secondo di un trio di transatlantici ultra veloci, gli altri due erano l’Olimpic e il Britannic, che la società White Star Line aveva progettato per i collegamenti celeri tra l’Inghilterra e i porti della costa atlantica degli USA. la Rivista n. 4 Aprile 2012 47 Nelle intenzioni della compagnia armatrice, le tre navi erano destinate a vincere il confronto con il Lusitania, il Mauretania e il Carpathia, i tre famosi transatlantici della compagnia concorrente Cunard Line (attuale proprietaria della Costa Crociere) che, per ironia della sorte, nel 1927 avrebbe assorbito la White Star Line. Il Titanic, progettato da alcuni dei più famosi architetti navali dell’epoca, fu finanziato dall’International Mercantile Marine Co. dell’armatore americano John Pierpont Morgan. La sua costruzione, da parte dei cantieri navali di Harland and Wolff di Belfast, durò più di due anni, dal 31 marzo 1909 al 31 maggio 1911, ma per il completamento degli interni si lavorò fino al 31 marzo del 1912. Al momento del suo varo, con 269 m di lunghezza, 28 di larghezza e 46.328 tonnellate di stazza, risultò la nave passeggeri più grande del mondo. La sua propulsione a vapore, i motori diesel non erano ancora applicati alle imbarcazioni di questo tipo, si avvaleva di macchine imponenti e di ben 29 caldaie che bruciavano fino a 728 tonnellate di carbone a giorno. Nel momento di massima propulsione poteva raggiungere una velocità di 23 nodi, cioè 43 km/h. La capacità di questo colosso del mare era di 3.457 persone, tra equipaggio e passeggeri. Il suo costo finale ammontò a 7 milioni di dollari di allora, circa 400 milioni odierni. La nave si fregiava anche del titolo di RMS, che stava per Royal Mail Ship (Nave della Posta Reale) oppure Royal Mail Steamer (Piroscafo della Posta Reale). Il curriculum di un capitano La prima idea della costruzione dei tre transatlantici, 48 la Rivista n. 4 Aprile 2012 per i collegamenti veloci tra l’Europa e Stati Unti d’America, era nata nel 1907, con un accordo sottoscritto da John Bruce Ismay, dirigente della White Star Line, consociata all’americana Mercantile Marine di Pierpont Morgan, e da Lord William Pirrie, presidente della Harland and Wolff di Belfast. Dall’intreccio economico dei tre gruppi nacque una nuova linea di navigazione chiamata Olimpic, nome che fu dato anche alla prima nave varata. Anche per la seconda imbarcazione fu scelto un nome di origine mitologica, Titanic, in onore di quelle divinità potentissime, che, per aver osato sfidare Giove, erano finite relegate nelle viscere della Terra. L’Olimpic, varato il 20 ottobre 1910, era la più grande nave fino allora costruita, ma la sua fama sarebbe stata oscurata, di lì a poco, dal Titanic. Le due navi, costruite nello stesso cantiere navale, erano chiamate «sorelle gemelle», perché si somigliavano come due gocce d’acqua, le differenze erano minime e quasi insignificanti. Erano simili soprattutto per la sontuosità delle rifiniture di lusso degli interni della prima classe. Il biglietto di prima classe costava sui 3.000 dollari (circa 70.000 degli odierni) e quello di terza classe appena 32 dollari (circa 700 di oggi). Il Titanic si distingueva dalla sorella gemella per l’aggiunta, allo sfarzo delle rifiniture e degli impianti sportivi di bordo, di una piscina coperta sul ponte D, la prima su una nave. Le gemelle nacquero comunque sotto la brutta stella. Già nel corso del suo primo viaggio, nel maggio 1911, l’Olimpic, comandata dal capitano Edward J. Smith, mentre manovrava nel porto di Manhattan, investì e quasi affondò il rimorchiatore O.L. Halenbeck. Il 20 settembre dello stesso anno, nel porto inglese di Southampton, entrò in collisione con la corazzata Hawke al comando dell’ammiraglio Frederick Blunt della Royal Navy. Il successivo processo riconobbe l’errore di navigazione della nave passeggera e condannò la White Star a pagare i danni. Le riparazioni dell’Olimpic fecero rimandare di alcune settimane la consegna del Titanic alla cui guida fu assegnato proprio lo stesso capitano Smith, conosciuto, più che per la sua competenza, per le sue imprese spericolate. Dopo una carriera incredibilmente facile per il risoluto rigore della marina britannica dell’epoca, il 27 gennaio 1889, Smith si era reso responsabile dell’incagliamento del Republic, una SS (steam ship = nave a vapore) al largo di Sandy Hook, nei pressi di New York, che si concluse con la morte di tre uomini dell’equipaggio per lo scoppio delle caldaie. Due anni dopo, nel dicembre del 1890, un’altra nave sotto il suo comando, la Coptic, finì incagliata mentre tentava di raggiungere il porto di Rio de Janeiro. Nel 1901 su un’altra “sua” nave, il Majestic, scoppiò un incendio, che fu a stento domato. Un altro incendio scoppiò, nel 1907, sul “suo” Baltic, nave che viaggiava sotto bandiera della White Star, alle cui dipendenze Smith lavorò dal 1904 fino alla morte. Smith era stato poi, sempre sotto la White Star, comandante dell’Adriatic II, transatlantico rimasto incagliato per cinque ore, con 811 passeggeri a bordo, su un banco di sabbia all’entrata del canale d’Ambrose nei pressi del porto di New York (4 novembre del 1909). Nonostante questo curricolo negativo, che metteva in seria discussione le sue capacità, Smith veniva considerato uno dei migliori capitani dell’epoca e si era fatta la fama di essere addirittura uno Storm King ovvero Il Re delle tempeste. A lui furono affidate le sorti del Titanic. Il diario di una tragedia Nella pubblicità martellante del Titanic sui giornali dell’epoca e sui manifesti, accanto al lusso e ai comfort, si faceva leva sulla parola magica “inaffondabile”, che doveva presentare la maggiore garanzia per i passeggeri. L’altra caratteristica, sulla quale si insisteva, per togliere clienti alla Cunard, era la velocità. La White Star puntava infatti a raggiungere New York con 24 ore di anticipo sulla concorrente, un giorno in meno avrebbe fatto la differenza. E per molti sarebbe stata la velocità a provocare l’incidente del Titanic. Se avesse rallentato la velocità ai primi segnali di allarme provenienti dalle altre navi, il Titanic avrebbeprobabilmnete potuto scansare il pericolo, deviando di poco la rotta, invece, né fu cambiata la rotta né diminuita la velocità e l’impatto fu violento e fatale. Il primo avviso telegrafico della presenza degli iceberg era stata inviata a Smith dal collega Barr, capitano della nave Caronia, di proprietà della Cunard: «Al capitano del Titanic: navi dirette a ovest riferiscono presenza ghiacci; piccoli iceberg e banchi di ghiaccio a 42° nord da 49° a 51° ovest, 12 aprile. Saluti – Barr». La prima segnalazione risaliva quindi a due giorni prima della catastrofe. Un altro importante avvertimento arrivò alle 13.42 dello stesso 14 aprile: a segnalare al capitano Smith la presenza di grossi iceberg era stato il collega del Baltic, la nave della sua stessa compagnia, che, di ritorno da New York, telegrafava: «Al capitano Smith – Segnalo venti moderati, variabili, tempo bello... Motonave greca Athinai riferisce passaggio iceberg e grandi quantità di ghiacci avvistati oggi a 41°51’ lat. N e 49°52’ long. O. Auguri a lei a al Titanic – il comandante». Alle 19.30, un messaggio della Californian all’Antillian, captato anche dal Titanic, a soli sei miglia di distanza, segnalava tre iceberg su quella rotta (posizione tra 42°3’ lat. N e 49°9’ long. O). La segnalazione più precisa arrivò alle 21.40. Ecco quell’allarme: «Da Mesaba a Titanic e a tutte le navi dirette a est. Presenza di ghiacci alla latitudine di 42° N a 41°25’ N, long. 49° a 50°30’ O. Avvistati grossi pack di ghiaccio e vari iceberg. Anche banchi di ghiaccio, tempo buono, scoperto». Un altro perentorio avvertimento, il sesto, arrivò alle 22.30 da bordo della nave da carico britannica Rappahannock, che segnalava un’avaria al timone dovuta allo scontro con un banco di ghiaccio. Dal Titanic risposero: «Messaggio ricevuto. Grazie! Buona notte!». Tutti quegli avvisi rimasero però lettera morta sul tavolo del comandante e del rappresentate della società di navigazione, John Bruce Ismay, che sulla velocità aveva puntato tutto il suo orgoglio di ideatore del Titanic. Non successe nemmeno nulla quando due marinai di guardia segnalarono, la notte era senza luna, ma il tempo era sereno, l’avvistamento, a occhio nudo, dell’icerberg. Il loro allarme non venne preso in consi- derazione dai colleghi accorsi in coperta perché, nel frattempo, una leggera nebbiolina si era alzata dalla superficie delle acque impedendone la vista. Quando la nave si trovò davanti alla montagna di ghiaccio, a circa 400 m di distanza, l’unica manovra possibile fu quella di tentare una virata verso sinistra, cioè verso sud e scansare il pericolo passandogli davanti con il fianco destro. L’ordine di arrestare le macchine, fare marcia indietro e ripartire, ebbe l’effetto di una frenata in curva. I misteri Alle 22.55 era di nuovo il Californian che comunicava al Titanic: «Siamo bloccati e circondati dai ghiacci...», ma quell’appello restò senza risposta. Poco prima c’era stato l’impatto e il Titanic aveva cominciato a imbarcare acqua a prua in grande quantità, i ripetuti scoppi e il panico facero il resto. Il Titanic si inclinò e quindi si spezzò in due. Delle 711 persone salvatesi in quella scena apocalittica ci furono 203 passeggeri della prima, 118 della seconda, 178 della terza classe e 212 membri dell’equipaggio. Per quelli lanciatisi in mare a -2° C non ci fu scampo. Tra i superstiti c’era anche J. Bruce Ismay. L’uomo che si era opposto, con caparbietà, al cambio di rotta e alla diminuzione della velocità, era «nascosto come un ladro su una scialuppa di salvataggio, raggiunta facendosi strada a spintoni tra donne e bambini», che affondavano insieme al suo gioiello. Per ironia della sorte, quell’impresa nata per combattere la concorrenza della la Rivista n. 4 Aprile 2012 49 Cunard, finì per dimostrarne la superiorità sotto ogni punto di vista, soprattutto quello etico e organizzativo. La richiesta di soccorso del Titanic, delle ore 00.25, fu captata da diverse navi, ma quella più vicina al disastro era la Carpathia, della Cunard, in navigazione verso il Mar Mediterraneo, a circa quattro ore di distanza dal disastro. Il suo comandante, Arthur Henry Rostron, sarebbe passato alla storia come uno degli eroi di tutta la vicenda. Egli fece infatti marcia indietro, approntando una sala medica e preparando l’accoglienza per i naufraghi. Per fortuna la sua nave era quasi semivuota e avrebbe potuto accogliere a bordo tutti i superstiti. L’ultimo messaggio del Titanic, alle ore 01.55, diceva: «Sala macchine piena fino alle caldaie», poi nulla più. I soccorritori, oltre alle scialuppe di salvataggio, non videro nulla se non «un solo cadavere in acqua». La nave era scomparsa portando tutto con sé in fondo al mare. A un mese di distanza, il 13 maggio, un canotto con tre morti a bordo veniva raccolto in pieno Atlantico da una nave della stessa White Star. Si concludeva così l’avventura appena iniziata del Titanic. La sua storia è avvolta da leggende e da misteri descritti in migliaia di articoli centinaia di libri, diversi documentari e film. Ancora oggi, a un secolo di distanza, non abbiano le prove certe del perché il Titanic affondò. Abbiamo molte, e quindi nessuna, verità. Il primo mistero a fiorire sulla scia della disgrazia riguarda la vera identità della nave affondata. Ecco la fantasiosa leggenda: secondo alcuni a colare a picco sarebbe sta- 50 la Rivista n. 4 Aprile 2012 ta l’Olimpic che, per ripararne i danni subiti, era stata ancorata nel porto di Belfast accanto alla gemella. In quell’occasione, per cancellarne l’alone di nave disgraziata, fu travestita da Titanic con il cambio delle targhe e alcune cure estetiche. La fantasiosa teoria, per avvalorare lo scambio è stata sostenuta anche di recente da Robin Gardner e Dan Van der Vat, in I due Titanic: l’enigma di un disastro voluto, Casale Monferrato, Piemme, 1997, che racconta come i proprietari avrebbero deliberatamente deciso di far affondare l’Olimpic ormai spacciata e incassare il risarcimento assicurativo, mentre il vero Titanic avrebbe poi continuato a solcare i mari con il nome della nave gemella. Oggi sappiamo che i resti della nave affondata, raggiunti da una spedizione franco-americana nel 1985, giacciono a 3800 m di profondità. Un’altra spedizione del 1997, cercando di studiarne il recupero, ha accertato che essa è divisa in due tronconi, confermando così la versione dei sopravvissuti, che la videro spezzarsi in due prima di colare a picco. Una più accurata ispezione potrebbe chiarire il mistero del vero nome della nave affondata: solo il Titanic aveva infatti, come detto, una piscina sul ponte D. Le tesi del complotto politico Gli estimatori dell’esoterico e dell’occulto, nella disgrazia, vedono invece avverarsi la profezia di Morgan Roberston che, nel 1898, aveva scritto un romanzo intitolato Futility, or the Wreck of the Titan, la storia di un transatlantico affondato dopo la collisione con un iceberg. Un’altra tesi è quella dell’affondamento da parte di un sommergibile tedesco, avvalorata dai diversi squarci di circa un metro quadrato riscontrati dall’ispezione alla chiglia del 1997. La tesi più fantasiosa e, per molti versi, la più diabolica è quella che parla del complotto politico ad altissimo livello per il dominio del Mondo. L’affondamento doveva servire a eliminare i tre maggiori oppositori alla fondazione della Federal Reserve Bank di New York, che avevano deciso di viaggiare insieme sulla stessa nave. Si trattava di Benjamin Guggenheim, Isidor Straus e John Jacob Astor IV. Secondo questa teoria il capitano Smith sarebbe stato un affiliato dei Gesuiti dai quali aveva ricevuto l’ordine di affondare il Titanic, senza dare possibilità di scampo ai tre personaggi. Questo teorema racconta che, nel 1910, sette uomini si riunirono a Jekyll Island, al largo della costa della Georgia, per pianificare la creazione della Federal Reserve Bank. Erano Nelson Aldrich e Frank Vanderclip, che rappresentavano i Rockefeller; Hanry Davidson, Charles Norton e Benjamin Strong per la JP Morgan e Paul Warburg per i Rothschild, allora agenti bancari del Vaticano. Tutti questi banchieri, dopo decenni di concorrenza, si erano riuniti per ristabilire la pace e fare un cartello per controllare le finanze a livello mondiale attraverso la fondazione appunto della Federal Reseve Bank. Per raggiungere i loro obiettivi bisognava eliminare i tre oppositori, che guarda caso, si sarebbero appunto imbarcati tutti e tre sul Titanic. L’azione era coordinata dall’irlandese Francis Browne, il capo dei gesuiti del suo paese e “maestro” del capitano Smith. Padre Browne, prima della partenza, si sarebbe recato a bordo del Titanic per impartire al capitano disposizioni ben precise su quanto avrebbe dovuto fare nel corso del viaggio. Ricevuto l’ordine di agire e quindi di immolarsi in ossequio al suo giuramento, il capitano Smith avrebbe fatto scoppiare degli ordigni e poi diretto la prua verso l’iceberg per confondere le idee. Tra le persone tratte in salvo non c’era nessuno dei tre milionari. La Federal Reserve Bank sarebbe stata, effettivamente fondata l’anno dopo. Questa teoria, sostenuta, tra gli altri, da Bill Hughes in The secret terrorists, sarebbe provata dalle indagini della ditta che vorrebbe riportare a galla i due tronconi del Titanic. Dai rilievi eseguiti, con le tecniche più moderne, sulla chiglia non ci sarebbe una lunga falla riconducibile all’impatto con l’iceberg, ma diverse “fessure” di circa un mq di superficie che potrebbero essere più compatibili con un’esplosione interna (le mine del capitano Smith) o con un assalto esterno (i siluri del sommergibile tedesco). Altri misteri riguardano l’incendio di carbone che covava sul Titanic sin dalla partenza e quell’altra della mancanza di binocoli per le vedette in coffa a causa di un ufficiale licenziato che s’era portato via le chiavi dell’armadio che li custodiva. Le perizie più recenti hanno comunque riabilitato l’acciaio delle paratie stagne che a un primo esame era stato considerato la causa del disastro per la sua cattiva qualità. Il Titanic, oltre che nel profondo oceano, è immerso dunque, a un secolo di distanza, in un mare di misteri, con le sue ricchezze che alimentano ancora oggi la fantasia di scrittori e giornalisti: nel suo grembo ci sarebbe seppellito un carico di diamanti valutabili in 300 milioni di dollari e poi gioielli e tanti altri oggetti di grande valore. la Rivista n. 4 Aprile 2012 51 L‘inverno è ormai passato, l‘epoca delle pioggie se n‘è andata. La natura si risveglia. I fiori appaiono sulla terra. Ed in questo momento è primavera! Piano di volo estate 2012 Destinazioni da / per Berna Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom Brindisi Catania Olbia Destinazioni da / per Zurigo Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom Bari * Brindisi Lamezia Terme * guotidiano, durante tutto l‘anno Le prime tiepide serate primaverili vi aspettano per serene passeggiate lungo la spiaggia, oppure tra pittoreschi paesaggi! Prenotate ancora oggi il Vostro volo su www.helvetic.com o al +41 (0)44 270 85. © Tawarien Scaffale di Liber Aldo Cazzullo Alberto Garlini Ginevra Bompiani La mia anima è ovunque tu sia La legge dell’odio La stazione termale Mondadori. pp. 127, € 17,00 Einaudi Stile libero pp. 814; € 22,00 Sellerio pp. 160; €12,00 Alba, aprile 1945. In città è arrivato il tesoro della Quarta Armata. Il denaro, il frutto delle requisizioni, le ricchezze che una forza di occupazione accumula in guerra: tutto questo viene spartito tra la Curia e i partigiani. Il vescovo affida la propria parte a un giovane promettente, cresciuto in seminario: Antonio Tibaldi. Il capo dei partigiani rossi, Domenico Moresco, tiene la propria parte per sé, tradendo l’amicizia del compagno Alberto e la memoria della donna che entrambi hanno amato: Virginia, occhi chiari, sorriso a forma di cuore e coraggio da combattente, torturata e uccisa dai fascisti. Alba, 25 aprile 2011. In un bosco sulla Langa viene ritrovato il cadavere di Moresco, divenuto industriale del vino, capostipite di una delle due grandi famiglie della città. Sul caso, oltre alla polizia, indaga Sylvie, detective tanto spregiudicata quanto seducente, ingaggiata dal capo dell’altra dinastia: Tibaldi. Alba, 1963. Un grande scrittore, outsider della letteratura italiana, impiegato della Tibaldi Vini, sente vicina la morte. Cerca di ricostruire la storia del tesoro, della guerra partigiana, di un amore perduto. E intuisce i fili di una vicenda destinata molti anni dopo a finire in un delitto, sulla cui scena si agitano fantasmi del passato, comunisti, sacerdoti, fascisti, mogli tradite e traditrici, figli forse illegittimi, passioni romantiche e sadiche. Con una scrittura veloce e incalzante, una cifra straordinariamente originale, Aldo Cazzullo costruisce un romanzo che è al tempo stesso un avvincente noir, una grande storia d’amore e un racconto simbolico che getta una luce inattesa sulla nascita di una nazione, la nostra. Aldo Cazzullo (Alba, 1966), dopo quindici anni alla Stampa, dal 2003 è inviato ed editorialista del Corriere della Sera. Non aveva mai pensato di scrivere un romanzo. Fino a quando non si è imbattuto, nella sua città, in una storia che non poteva non essere narrata. Dolente, osceno, irrimediabile. Il romanzo che per la prima volta svela il fascino e l’orrore della violenza nera. Per il ventenne Stefano Guerra la violenza è bellezza e l’odio una legge nuovissima e antica. C’erano anche lui e i suoi camerati a combattere contro la polizia in un lontano giorno del 1968, in Italia, a Roma, a Valle Giulia. Da quel giorno la vita del giovanissimo neofascista coincide con l’illusione della rivoluzione e l’asservimento reale a ogni potere, fino alla strage. E mentre prosegue il suo percorso di carnefice, sempre più disilluso, intorno a lui si snoda una storia che non avevamo mai letto. La storia segreta delle trame nere in Italia negli anni dal 1969 al 1972. Attraverso la vicenda di Stefano, il suo coinvolgimento in numerose azioni terroristiche, ripercorriamo la tragica storia di quegli anni. Una storia, ripercorsa in flash-back, che si apre oggi a prospettive sconfinate e inquietanti. Perché mai un romanzo aveva saputo ritrarre con tanta forza il fiume selvaggio che scorre sotto la storia, le credenze, la politica. Ed è sempre sul punto di tornare, sotto i nomi più nuovi. E il suo cuore è sempre quello, batte anche in ciascuno di noi. Alberto Garlini ne circoscrive, con precisione chirurgica, la sfuggente forma, raccontando il destino di personaggi umanissimi e veri, travolti come pagliuzze nella corrente, dall’Italia al Sudamerica e al mondo. Alberto Garlini è nato a Parma nel 1969, vive a Pordenone. Ha pubblicato Una timida santità e Fútbol bailado per Sironi editore; Tutto il mondo ha voglia di ballare per Mondadori e, nel 2012, La legge dell’odio per Einaudi. È tra i curatori della manifestazione culturale Pordenonelegge. Due coppie di donne soggiornano in una stazione termale: una bambina con la zia, e due vecchie amiche. Si incontrano, si chiacchiera, si fa amicizia; si osservano e si studiano. Le vite delle quattro donne, ognuna con i suoi segreti e i suoi silenzi, si rispecchiano l’una dentro l’altra. E poco a poco affiora il passato, si scoprono i segreti, inconfessati o rimossi, si illuminano caratteri, emozioni e modi diversi di affrontare i drammi della vita. Le terme sono «un centro medico dove si curano le malattie della vanità»: e ciascuna di queste donne, perfino la bambina, ha il suo conto sospeso con il passare del tempo e la bellezza. In realtà la stazione termale è un apparente paradiso provvisto del suo elisir di lunga vita, ma nelle sue pieghe si nasconde il piccolo inferno che l’eterna giovinezza ha sempre chiesto in cambio. Fra le due coppie si intrecciano in quei pochi giorni tanti fili, componendo tutti i rapporti possibili. Ognuna ha il suo segreto, che la bambina, come un piccolo segugio, inventa e stana. Quando un segreto si svela, un altro si crea: come se la stazione termale fosse il brodo di coltura di quei batteri (la solitudine, la morte, l’amore...) che dovrebbe curare e tacere. È una novella-ragnatela, in cui il femminile sembra trovarsi nel suo luogo proprio, mentre il maschile resta all’esterno, a delimitare un altro territorio, il luogo dei desideri e delle paure, dove fatalmente si dovrà tornare. Così il protagonista di questo raccontare – un protagonista che verrebbe voglia di definire settecentesco – è il segreto con il suo erotismo. Ginevra Bompiani è nata a Milano. Ha pubblicato libri di narrativa e saggistica, fra i quali: Le specie del sonno (1975), Spazio narrante (1978), Mondanità (1980), L’incantato (1987 , L’attesa (1988), L’amorosa avventura di una pelliccia e di un’armatura (2000). Vive a Roma dove dirige la casa editrice Nottetempo. la Rivista n. 4 Aprile 2012 53 La rinascita del Museo Nazionale di Zurigo Primo colpo di piccone per l’ampliamento Le rappresentanti e i rappresentanti della Confederazione, del cantone di Zurigo, della Città di Zurigo e del Museo Nazionale Svizzero hanno partecipato alla cerimonia del primo colpo di piccone per l’ampliamento del museo. Viene dato così il via ufficiale all’ampliamento del museo nazionale che diventerà un museo moderno proiettato verso il futuro. Gustave-Ernest Marchand, Direttore dell‘Ufficio federale delle costruzioni e della logistica, Martin Graf, consigliere di Stato del Cantone di Zurigo, Corine Mauch, Presidente della città di Zurigo, Markus Notter, Presidente del consiglio museale del Museo Nazionale Svizzero, Emanuel Christ, architetto di Christ & Gantenbein e Andreas Spillmann, Direttore del Museo Nazionale Svizzero hanno impugnato il piccone sul luogo dove prenderà avvio l’ampliamento in presenza di numerose personalità del mondo della politica, della società, dell’economia e della cultura. Questo atto simbolico prelude la nascita di un nuovo museo nazionale ampliato e proiettato verso il futuro. Ora la costruzione può iniziare grazie ai parlamenti della Confederazione, del Cantone e della città di Zurigo, nonché a donatori privati che hanno concesso il finanziamento e grazie ai cittadini della città e del cantone di Zurigo, che hanno approvato con una larga maggioranza di voti l’ampliamento del museo. L’inaugurazione dell’edificio nuovo e dell’ala della scuola di arti applicate completamente ristrutturata è prevista nell’estate 2016. Durante i lavori il museo continuerà a funzionare senza alcuna limitazione. Il progetto Il progetto di ampliamento del Museo nazionale poggia sui principi architettonici che già caratterizzavano l’edificio concepito nel 1898 da Gustav Gull, vale a dire l’accostamento di elementi diversi, un sistema di tetti e una serie di facciate in pietra. Queste affinità consentono all’edificio vecchio e a quello nuovo di dialogare tra di loro e di creare una nuova unità. L’edificio di Gustav Gull, composto da una serie di ali che formano una figura aperta a «U», verrà completato da un’ala supplementare che, collegando due punti 54 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Il nuovo Museo Nazionale di Zurigo in una ricostruzione al computer. dei corpi architettonici esistenti, costituirà in tal modo una struttura chiusa e continua. Il ponte rappresenta l’elemento centrale del nuovo edificio, nella misura in cui stabilisce una comunicazione spaziale e visiva tra il parco e il museo. In quanto scultura in pietra, esso è concepito come una costruzione massiccia. Un passaggio collega il parco alla città, rafforzando in tal modo la funzione urbana del museo. Il cammino è invece l’elemento che contraddistingue la disposizione delle sale espositive: il nuovo edificio traduce l’idea di un museo concepito come un cammino che i visitatori percorrono attraverso le mostre. Questo percorso è composto da unità molto diverse le une dalle altre e definite in funzione delle loro dimensioni e proporzioni, delle condizioni di illuminazione, delle vedute sugli spazi circostanti e dei collegamenti visivi tra le sale. Ogni unità possiede un carattere proprio, che costituisce il punto di partenza del suo allestimento museografico. Le sale che accoglieranno le mostre temporanee e permanenti formano un percorso che unisce il vecchio edificio a quello nuovo. Esse sono concepite come spazi modulabili in grado di adeguarsi alle diverse esposizioni temporanee, consentendo in tal modo di attuare un programma espositivo moderno. Il progetto di ampliamento prevede pure la creazione di una biblioteca, di un auditorium e di un ristorante. Il risanamento del vecchio edificio e la costruzione di quello nuovo consentono di creare gli spazi e le infrastrutture necessari a un museo nazionale capace nel contempo di soddisfare le esigenze attuali e di guardare al futuro. Il nuovo edificio stabilirà un collegamento con le due ali dell’edificio storico, ciò che permetterà ai visitatori di percorrere il museo senza dover tornare sui propri passi. Accanto alle nuove sale espositive e a un centro di studi, il progetto prevede l’allestimento di strutture moderne destinate ad accogliere le attività di mediazione culturale per le scuole e gli altri gruppi di visitatori. La realizzazione di workshop dedicati alle collezioni e ai temi trattati nelle mostre, di cui fanno ampio uso soprattutto le scolaresche, potrà così essere adeguata a una domanda in costante crescita. In futuro, i visitatori del museo verranno accolti in un foyer spazioso e conviviale in cui vari gruppi di persone potranno darsi appuntamento e ricevere tutte le informazioni necessarie. L’entrata del museo ritroverà la sua ubicazione originale, vale a dire il portale centrale semicircolare. Il nuovo foyer offrirà una boutique fornita di una vasta gamma di articoli, vari welcome desk per l’accoglienza del pubblico, nonché un caffè accogliente ideale per uno spuntino. Situato nelle immediate vicinanze del foyer, al pianoterra dell’ala che accoglieva in passato la scuola di arti applicate, il ristorante del museo occuperà una posizione centrale. Con un’ampia scelta di pietanze, un’architettura attraente, vari posti a sedere all’esterno e orari di apertura indipendenti da quelli del museo, questo ristorante valorizzerà in modo significativo l’offerta gastronomica del centro città. Il centro studi Il centro di studi previsto nel nuovo edificio e nell’ala ristrutturata che accoglieva in passato la scuola di arti applicate sarà un luogo dedicato alla ricerca, alla riflessione e alla scoperta. Comprenderà una biblioteca, una fototeca e le collezioni di studio del museo costituite dalle sezioni di numismatica, fotografi a e archeologia, dalle arti grafi che e dall’archivio tessile. Gli utenti della sala di lettura godranno di una splendida vista sulla Limmat e in estate potranno persino accedere a una terrazza. La biblioteca metterà a disposizione degli specialisti e di tutte le persone interessate Corine Mauch, Sindaco della città di Zurigo in posa per il primo colpo di piccone. un’ampia scelta di opere, riviste e articoli giornalistici dedicati alle mostre, alla storia svizzera, a temi generali sulla storia culturale, nonché una letteratura specialistica sulle diverse collezioni del museo. Le collezioni di studio permetteranno a studenti, a ricercatori e a ogni tipo di pubblico interessato di accedere direttamente agli oggetti originali. Stampe, fotografi e facsimile accompagnati da saggi specialistici saranno a disposizione del pubblico nella sala di lettura e gli oggetti delle collezioni numismatiche e archeologiche verranno esposti in sale appositamente allestite. Le persone attive nel campo creativo potranno trarre ispirazione dai campionari e dagli scrapbooks delle aziende tessili svizzere o dai lavori dei disegnatori grafici svizzeri. Situato nelle immediate vicinanze, l’archivio delle fotografi e delle collezioni completerà l’offerta. In collaborazione con le scuole universitarie e gli altri istituti scolastici, il museo proporrà sul posto diversi moduli d’insegnamento, come per esempio corsi d’introduzione alla storia dell’arte o esercizi pratici. Infine, un nuovo auditorium multifunzionale con una capienza di circa 200 posti, nonché sale annesse e di catering, sarà in grado di accogliere non solo le molteplici manifestazioni del Museo nazionale, ma anche seminari esterni, congressi e altre attività. la Rivista n. 4 Aprile 2012 55 Carnet Il futuro della nostra economia (Tavola rotonda in lingua inglese) Volatility, uncertainty, complexity, ambiguity have become a constant challenge for today’s decision makers. Is this the new normal in our economy? During this roundtable we will explore these fast changing economic times from leading institutional, academic and business perspectives. Event: “The future of our economy: an overview from different perspectives” Date: Thursday, 12th April 2012 Program: 18:30 Open doors 19:00 Roundtable 20:10 Aperitif Speakers: Jaime Caruana, General Manager, Bank for International Settlements Paolo Manasse, Professor of Macroeconomics and International Economic Policy at the Bologna University and Economics of Financial Crises at the Bocconi University Luca Schenk, CEO, BX Berne eXchange Location: Hotel St. Gotthard - Bahnhofstrasse 87 8021 Zurich Registration: This event is free but registration is required due to space limit. «Un Palco all’Opera» R. Leoncavallo, G. Verdi Federica Zanello Soprano - Stefano La Colla Tenore Gabriele Nani Baritono - Roberto Barrali Piano Eddy De Rossi Arpa - Fausto Solci Violoncello Entrata Fr. 20.-- Apertura ore 18.45 - Organizza: Avis Uster Venerdì 20 aprile 2012, alle 19.30 alla Stadthofsaal di Uster si svolgerà un concerto vocale strumentale dal titolo “Ponchielli ed il suo tempo” Musiche di A. Ponchielli, G. Puccini, P. Mascagni, Please confirm your attendance on http://ch.amiando.com/BAA_Roundtable_2012 or by email at [email protected] organizza: Associazione Bocconi Alumni Zurigo Teatro dell’improvvisazione a Zurigo La Compagnia Teatrale I Beccafichi presenta All’Improvviso! Uno spettacolo di improvvisazione teatrale per la regia di Andrea Noce Noseda. 19-20 21 aprile alle ore 20.15 alla Theatersaal Uni Irchel di Zurigo Entrata: 25.--, studenti 18.-Domenica 22 aprile alle ore 18.00 nel salone della Casa d’Italia di Zurigo È IL MARCHIO CHE DISTINGUE LA MIGLIORE OSPITALITÀ ITALIANA. CERCATELO E TROVERETE ACCOGLIENZA DI QUALITÀ. Lo espongono alberghi, ristoranti, agriturismo, camping e stabilimenti balneari che hanno ottenuto la certificazione rilasciata dalle Camere di Commercio d’Italia. Per saperne di più cliccate su www.10q.it Cos’è l’improvvisazione teatrale? Facile: l’attore sale sul palco, non sa quel che farà, ma farà proprio quello che non sa che sta per fare. Passata la paura del vuoto, l’attore scopre di saper volare… e il pubblico lo adora. Lo adora per la sua audacia, per la sua generosità, per il luccichio che brilla negli occhi dell’attore mentre vola… pardon: improvvisa. L’improvvisazione è l’abc del mestiere dell’attore, il modo migliore per conoscere il mondo della propria fantasia, dove si nascondono infinite storie ed infiniti personaggi. I Beccafichi organizzeranno un corso giocoso di improvvisazione teatrale dal 4 al 6 maggio (venerdì 19.30-22°°, sabato e domenica 10°°-17°°) nel teatro dell’Università di Zurigo Irchel (Winterthurerstr. 190). Il corso è limitato a 25 partecipanti, il costo complessivo è di Fr. 80.-Informazioni info@ibeccafichi o sul sito: www.ibeccafichi.ch 56 la Rivista n. 4 Aprile 2012 GIOVANI COLORI SU TELE ALLA VIEILLE VILLE Dario Moroni e la pittura figurativa tra Ginevra e Sondrio di Gherardo Cantoni Una conversazione, al caldo di un caffè della Città Vecchia di Ginevra con uno dei maggiori pittori italiani contemporanei della Svizzera romanda, in esclusiva per La Rivista, documenta la fase recente del lungo percorso artistico di questo pittore valtellinese. Il suo studio è poco distante in Place du Bourg de Four. Rivedo Dario Moroni dopo poche settimane dalla nostra ultima chiacchierata. Al momento dell’intervista all’inizio di febbraio fa un freddo polare in tutta Europa e lungo le rive del Lemano le panchine, gli alberi e le automobili sono vittime di quel bizzarro fenomeno che si chiama blizzard. In alcuni punti del lago tutto è avvolto dal ghiaccio. Con grande cura del dettaglio, i lati della tela sono dipinti anch’essi con la tonalità dominante dell’opera. Temperature, atmosfere e suggestioni. Gli occhi sono coinvolti in un turbine di tinte. L’uso che il Maestro Moroni fa del colore è totale, completo. Le sue tele, infatti, specialmente nell’ultima fase del suo percorso di ricerca, hanno una gamma impressionante di tonalità che in pochi oggi riescono a spargere sulla tela senza creare confusione. Con la tecnica dell’acrilico i colori si sovrappongono, ma non si mischiano. È piuttosto rara l’abilità con cui Moroni riesce a diluire il colore, rendendolo, tuttavia, corposo e sensuale in perfetto concerto con la composizione del quadro. La varietà di tonalità calde e fredde s’amalgama senza sovrapporsi e senza annullare reciprocamente la luce di ogni colore. Questi dipinti emanano luce propria e captano l’attenzione del pubblico. Tutto ciò deriva dalla ricerca spasmodica in un ciclo di opere coerenti e innovative. Figure umane stilizzate come nei graffiti neolitici e campi arati visti dall’alto. Atmosfere primordiali in cui gli uomini compaiono raramente se non nelle serie di tele dei Rematori nel deserto: due figure di Hobbesiana memoria che indicano come la mancanza di cooperazione tra gli uomini e l’individualismo esasperato portino ad una statica fatica. In un deserto senza orizzonte, torrido, dalle tinte arancioni fortissime e senza cielo, senza spazio per procedere, i due remano uno contro l’altro senza andare da nessuna parte, annullando lo sforzo di ognuno in un equilibrio insano. Un Il pittore Dario Moroni durante l’intervista. deserto vuoto e fermo fa da sfondo in questo ciclo di tele angoscianti nel loro senso profondo. Il blu Cina affianca il giallo canarino dei limoni grandissimi. Toni polarizzati da Gaugin per una natura morta mediterranea delle Cinque Terre, dell’ermetismo di Montale. Un cenno, una pennellata soltanto. Moroni, infatti, accenna, indica, ma non mostra. Spetta poi all’appassionato collezionista cogliere ed elaborare ciò che Moroni vuole soltanto suggerire senza imporre nessuna visione personale. Anzi, con la massima libertà le sue opere hanno vari piani di lettura: dalle citazioni del decorativo e pasticciato Jackson Pollock, partendo dalla prima fase classicamente figurativa di paesaggi montani e nature morte floreali per poi passare al simbolismo delle bottiglie, fragili contenitori come l’attitudine passiva e vittima degli eventi che le persone possono avere a propiro svantaggio. la Rivista n. 4 Aprile 2012 57 Opera astratta, 2008, tecnica mista su tela, 50 cm x 30 cm. I due rematori, 2006, acrilico su tela, 40cm x 50 cm. L’osmosi di tinte allucinogene e psichedeliche veicola l’astrattismo degli elementi. Terra, aria, acqua e fuoco con l’albero da intermediario tra loro non sono nettamente separati ma in un luogo paludoso si mescolano. I riferimenti biblici e pagani sono numerosi e forse inconsci. L’albero del bene e del male, l’arbusto ardente incorrotto e la vita che da lì si genera sono solo alcuni dei segni che dominano questo ciclo di tele. L’albero ne è un motivo ricorrente sempre attaccato alla vita e sospeso tra cielo e terra. Spesso raffigurato di smalto rosso vermiglio come arterie di sangue denso di ossigeno. Dario Moroni ha intrapreso ormai da anni un percorso artistico che si è articolato in quatrro fasi. Ogni fase ha una particolare dimensione emotiva collegata alla precedente e nella mostra dal titolo “Lune, soleil, arbres poules et coqs” i quadri di Moroni si legano alla toponomastica e alla storia di Ginevra rievocando il via vai della rue des Belles Filles e i calzolai che approfittarono della clientela maschile delle “belles filles” per rifare le suole nella rue Chausse-Coqs. Luoghi questi che Moroni conosce bene e indicano il suo radicamento a Ginevra e l’energia positiva che trasuda dalle sue opere, prodotto forse del suo attaccamento alla Vieille Ville. una specie di filo rosso per tutta la mia vita. Ho fatto anche altre cose, ma la pittura è sempre stata presente. A breve sarà pronto il catalogo con le sue ultime mostre. Ripercorriamo la sua formazione artistica. Quando nasce la passione per la pittura? E perché la predilezione per l’utilizzo della tecnica mista? Punto dal demone della pittura o dall’angelo della pittura, come vogliamo vederlo? Quando avevo quattordici anni è nata questa passione e poi ho continuato. È stata 58 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Sì, perché lei è anche avvocato e ha lavorato in qualità di esperto legale alla WIPO (World Intellectual Property Organization) nella sede di Ginevra. Con ironia potrei dire come molti altri grandi pittori: Matisse, ad esempio, aveva studiato diritto. Anche Vassily Kandinsky e Paul Cézanne avevano studiato diritto. Sono stato a vedere recentemente la mostra su di lui a Milano (N.d.R. Cézanne, les ateliers du midi al Palazzo Reale) e poi sono stato ad Aix-en-Province lo scorso gennaio. È molto bella la zona della montagna Sainte Victoire. Molto stimolante. Un altro pittore con alle spalle studi di diritto è Antoni Tapies. È morto il 3 febbraio scorso a 88 anni. La pittura, quindi, come filo conduttore per tutta la mia vita. È un modo per comunicare un sistema di conoscenza. È uno strumento per approfondire la conoscenza di sé e trovare un indirizzo morale com’è sempre stato nei vari periodi storici. È un modo per scambiare delle idee con gli altri, per interloquire. La pittura permette di contemplare l’aspetto razionale ed emotivo delle cose. È una funzione trasversale che nella società permette di documentare l’economia, la sociologia e la storia. Moroni a chi s’ispira? Qual è la sua pittura? Ho iniziato con un periodo figurativo, poi mi sono dedicato alla pittura astratta. Infine, ho cercato di fonde- re le due tendenze: astratto e figurativo insieme. Allo stesso tempo ho approfondito la pittura simbolica e anche quella essenziale. Facciamo alcuni esempi. Per il periodo figurativo sceglierei il ritratto di donna. Traggo ispirazione dalla quotidianità, dalle piccole cose, da una bottiglia, una nuvola, un albero, una caraffa, un cucchiaino. Da piccole cose. Un viso, uno sguardo. Da un sorriso. Anche dai viaggi che ho fatto in luoghi magari simbolici come l’Isola di Pasqua o il fiume Mekong, i monasteri tra l’Europa Occidentale e Orientale e Il deserto di Atacama in Cile. Dopo aver visitato questo deserto ha trovato qualche spunto per “I rematori nel deserto”? Ci sono varie versioni di questo soggetto. Rappresenta le forze contrapposte. Tutto nella natura è spesso strutturato in forze così contrapposte da pensare che l’equilibrio non si possa raggiungere: c’è la luce e il buio, il caldo e il freddo. Questi aspetti spesso ci circondano. Quel quadro simboleggia che quando siamo uno contro l’altro non riusciamo ad avanzare ed è come remare in un deserto statico e afoso. Questa è una metafora del non collaborare e del non aiutarsi reciprocamente. Lo scopo della vita è di avanzare e di migliorare le cose. Creare rapporti interpersonali positivi e armoniosi. La pittura è uno strumento per fare Arancia rossa, 2004, acrilico su tela, 60 cm x 60 cm. ciò e in teoria tutta l’arte dovrebbe favorire l’armonia tra le persone. Come può un quadro astratto migliorare l’armonia tra le persone? Penso ad esempio alla critica che Krusciov fece a un’esposizione di artisti d’avanguardia astratta della sua epoca. Krusciov li sgridò affermando con veemenza che la loro arte era inutile per il progresso della società socialista. Il mio discorso è più semplice. Penso che l’arte possa creare stati d’animo armoniosi, positivi, gioiosi e anche nei rapporti interpersonali può generare energie positive. La sua ultima mostra quando è stata? Di recente, presso la Gallerie Chausse-Coqs nella Città Vecchia di Ginevra ed era dedicata alle simmetrie e alle corrispondenze. Dall’11 al 18 dicembre e poi ripresa dall’11 al 18 gennaio 2012. Come si trova a Ginevra? È una città un po’ algida e con molti paradossi. È provinciale e cosmopolita al tempo stesso. Chiusa su se stessa e aperta sul mondo. C’è molta ricchezza e molta povertà al tempo stesso. È il famoso sesto continente. Dopo questi anni a Ginevra pensavo di trasferirmi magari in un’altra città, dove la scena artistica è magari più appassionante. Londra oppure Berlino. Vedremo. Adesso siamo alla ricerca dell’ottavo continente. Limone sospeso, 2003, tecnica mista su cartone, 50 cm x 50. la Rivista n. 4 Aprile 2012 59 60 LImone su sfondo azzurro, 2004, tecnica mista su cartone, 50 cm x 100 cm. Opera astratta, 2010, acrilico su tela, 100 cm x 100 cm. La prossima mostra ha attirato molti collezionisti? Sì, liberi professionisti, architetti, avvocati, esponenti di ONG, studi professionali. Anche un gallerista di Nyon. Proprio oggi ho incontrato dei collezionisti siriani che abitano qui a Ginevra e poi un architetto svizzero. Finora sono stato discreto nella pubblicazione delle mie opere, perché ho voluto consolidare uno zoccolo duro su cui sviluppare i miei soggetti. Ho fatto otto mostre negli ultimi sette anni. Per capire certe mie dinamiche ho fatto una mostra sul caos e l’ordine. Un’altra sulla velocità e il tempo. Sono sempre mostre ironiche, sottili e con vari significati e livelli di lettura. Una mostra sul frammento, sul tutto e l’unità in cui la somma delle parti dà più dei singoli elementi insieme. Grazie alle mostre si condividono esperienze. L’aspetto sociale è presente, ma soprattutto si condividono lavori e le mostre mi aiutano a migliorare e ad approfondire i soggetti che affronto con la pittura. L’ultima mostra che ho fatto dedicata alle simmetrie mi ha permesso di andare oltre la vita quotidiana e il tran tran del lavoro e di cogliere nuovi aspetti. La simmetria del nostro corpo, l’aspetto speculare della realtà. Il nostro rapporto con noi stessi. Il caos e l’ordine permettono di far emergere un terzo elemento diverso che non c’entra nè con l’uno nè con l’altro. La mostra sulla velocità e il tempo invece indicava che questi due elementi sono collegati e che viviamo in modo forse troppo frenetico. la Rivista n. 4 Aprile 2012 Non prendiamo il tempo per riflettere su quello che facciamo... Ad esempio. Sempre per riuscire a creare rapporti interpersonali positivi. Spesso siamo presi da eccessiva competizione l’uno con l’altro e trascuriamo i rapporti umani armoniosi che sono una delle cose bellissime della vita. Rapporti positivi e costruttivi che grazie alla pittura riesco ad impostare. La pittura mi ha permesso di approfondire tutto questo. È un modo per comprendere la realtà nella sua duplicità razionale ed emotiva. Al tempo stesso è punto d’incontro e accordo di forze spirituali e forze materiali. In questo periodo che cosa sta dipingendo? Sto preparando la prossima mostra che avrà luogo in primavera. Della Valtellina cosa mi racconta? Sono molto affezionato alla mia terra e ci sono paesaggi che mi piacciono molto. Forse la gente è un po’ chiusa, ma si sta gradualmente aprendo. Per vari secoli è stata chiusa e ne ha un po’ risentito. Amo Ginevra e, quando ritorno dopo un viaggio, l’apprezzo ancora di più. Non bisogna lasciarsi fossilizzare. Può essere una palude. Si parte e poi si ritorna. Se non ci si muove, Ginevra tende a bloccare. Il bacino del lago Lemano rimane uno dei luoghi più belli d’Europa. Cerco di trovare il bello ovunque. In qualsiasi situazione, in qualsiasi persona, in qualsiasi luogo. Ed è un esercizio di ascesi spirituale. Mi affascina molto l’esperienza umana e spirituale della pittura. Le dicevo che sono stato in Provenza sui passi di Cézanne ed è stato Opera astratta, 2012, tecnica mista su tela, 100 cm x 100 cm. un viaggio molto intenso. Quale tecnica predilige? Mi piace molto la tecnica mista su tela, olio e tempera. Anche la china mi piace. La trovo molto intensa. I limoni su sfondo blu. Credo sia uno dei suoi quadri più belli. È un simbolo che rappresenta la gioia e il riso, la solarità. È buono il suo gelato? Ottimo Un modo di combattere il freddo in inverno è mangiare cose fredde e per combattere il caldo d’estate è mangiare cose calde. Funziona? Ma, così si dice. Per informazioni sulle quotazioni delle opere di Dario Moroni contattare la Galleria Chausse-Coqs di Ginevra - [email protected] Opera astratta, 2011, acrilico su tela, 80 cm x 40 cm. la Rivista n. 4 Aprile 2012 61 IL MORANDINI 2012 La Treccani della settima arte di Augusto Orsi Erroneamente per qualche anno, avevo pensato che i dizionari dei film tipo il Morandini avessero perso la loro utilità, soppiantati dalla stragrande quantità di informazioni online. Ora però mi sono resto conto che queste sono utili nella loro immediatezza, ma non possono sostituire opere di consultazioni quali il Morandini concepite non solo per appagare la nostra curiosità cinefila, ma per fornire ponderate informazioni e giudizi validi a 360 gradi su film, cinema ed affini. Il Morandini 2012 - dizionario dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini, azienda familiare del sapere cinematografico - è un corposo volume di 2048 pagine e 1762 grammi. Una splendida e significativa immagine di Habemus Papam, ultimo lungometraggio di Nanni Moretti - che allo scorso Festival di Cannes ha ammaliato e conquistato i francesi - (quest’anno Moretti è presidente sulla Croisette, forse anche per Habemus Papam) - ci trasporta in media res. Se volessi esagerare potrei che il Morandini è la Treccani della settima arte. Però, per essere più pragmatico dico che il Morandini è un ottimo strumento di lavoro per approfondire le nostre conoscenze sul cinema. Un’opera indispensabile da tenere accanto al lettore di DVD, al televisore e al videoregistratore. Un dizionario redatto con amore e talento da profondi conoscitori del cinema in tutte le sue pieghe: il trio Morandini si compone da Morando, il capostipite, apprezzatissimo critico cinematografico, Laura la moglie operatrice culturale di lungo corso e Luisa la figlia ex attrice e docente di cinema. Il Morandini 2012, nella sua parte centrale, presenta 62 la Rivista n. 4 Aprile 2012 24.500 film usciti sul mercato italiano, dal 1902 all’estate 2011 di cui più di un migliaio di prodotti per l’home video o la televisione. Aspetto questo molto utile per i fruitori d immagini in movimento in quanto oggi, malauguratamente si va meno al cinema e si guarda molto di più il cinema alla tele. Di ogni film oltre al titolo in italiano, il Morandini dà: titolo originale, anno d’uscita, regista, principali interpreti, una sintesi della trama, una concisa analisi critica. Mentre il gradimento dei critici è espresso in stellette (da 1 a 5) quello del pubblico (il Morandini è l’unico a riportarlo) in pallini, (da 1 a 5). Ciò è bello e significativo in quanto sovente i giudizi delle due categorie fortunatamente non coincidono. La consultazione del celebre dizionario può essere fatta su carta, su DVD, dove oltre alle trame di tutti e 24.500 film, più di 7000 schede sono corredate da un’immagine, oppure online. Il dizionario 2012 contiene la licenza annuale per questo tipo di consultazione. Negli indici oltre agli autori letterari e teatrali, risultano molto utili quelli dei titoli originali e nelle appendici, i Premi Oscar, i miglior film e la Mostra del cinema di Venezia. Nella 14a edizione del dizionario dei film di Morando, Laura e Luisa Morandini 500 le nuove schede inserite di cui 271 di film italiani. Tra le new entry, il campione d’incassi italiano: l’exploit Che bella giornata di e con Checco Zalone. Per il Morandini merita 3,5 stelle perché è un film “politicamente scorretto, capace di far satira con leggerezza graffiante su un’Italia dove contano le conoscenze più che la conoscenza, sul familismo, il clericalismo, il militarismo camuffato”. Giudizio severo invece per Qualunquemente con Antonio Albanese (2 stelle): “Dispiace maltrattare un comico - spiega il dizionario - che assai stimiamo, ma qui si è cacciato in un film monocorde, ripetitivo e contagiato dalla volgarità aggressiva del suo Cetto”. Male anche il Cigno Nero dove “la Portman (premiata con un Oscar) piange e piagnucola per tutto il film; Cassel è il solito carogna”. Quest’anno invece il massimo delle stellette assegnate sono state le quattro a Rudolf Jacobs l’uomo che nacque morendo di Luigi Faccini e a The Tree of Life di Terence Malick (“è un film-mondo, totale se non totalitario, fragoroso ma anche sottile”), all’affresco risorgimentale di Noi Credevamo di Mario Martone e Il Discorso del Re di Tom Hooper. Tre stelle e mezzo all’esordiente Alice Rohrwacher e al suo Corpo Celeste: “Film sottovoce, ma scomodo”; al remake dei fratelli Coen di El Grinta. Sequenze di Jean de la Mulière CORPO CELESTE di Alice Rohrwacher THE DEEP BLUE SEA di Terence Davies Marta ha 13 anni ed è tornata a vivere alla periferia di Reggio Calabria (dove è nata) dopo aver trascorso 10 anni in Svizzera. Con lei ci sono la madre e la sorella maggiore che la sopporta a fatica. Marta è esile, attenta, con un’andatura un po’ sbilenca e un’inquietudine che la fa assomigliare ad una creatura selvatica. Ma ha una grazia speciale, e mentre passa tra gli altri come una piccola fata guarda e sente tutto: non ricorda molto della sua infanzia a Reggio, la città è cresciuta senza nessun ordine, è per lei rumore, resti antichi accanto a palazzi ancora in costruzione e vento. La ragazzina ha l’età giusta per accedere al sacramento della Cresima e inizia a frequentare il catechismo. Si ritrova così in una realtà ecclesiale contaminata dai modelli consumistici, attraversata da un’ignoranza pervasiva e guidata da un parroco più interessato alla politica e a fare carriera che alla fede. Tra balletti di bambine ispirati alla peggiore tv, frasi del catechismo deprivate di qualsiasi senso grazie a una catechista incolta, ma volonterosa e vescovi e loro segretari dal volto grifagno o dallo sguardo raggelante, Marta va verso la Cresima attraversando dei gironi spiritualmente infernali in cui non manca neppure un sacrestano lombrosianamente così pericoloso da annegare gattini appena nati. Alice Rohrwacher debutta alla regia di un lungometraggio con una prova che testimonia della sua abilità, garantendo quella naturalezza che per il film è una qualità indispensabile per sostenere la veridicità di una condizione di degrado culturale e ambientale locale, con il massimo possibile di verosimiglianza. Hester, la bella moglie del giudice della Corte Suprema Sir William Collyer, vive un’esistenza privilegiata nella Londra degli anni ’50. Ma quando si innamora perdutamente del giovane ex pilota della RAF Freddie Page, decide di andare a vivere con lui e viene subito travolta dalla dura critica moralista della società londinese dell’epoca. Il ritorno alla regia di Terence Davis è un film morbido. Morbido stilisticamente, nervoso dal di dentro, e all’interno di personaggi in conflitto con l’idea dell’amore. Rapporti morbosi, dove la gelosia entra devastando la quiete. Adattato dall’omonima pièce di Terence Rattigan, ambientato agli inizi degli anni ’50, conserva il fascino e la chiusura ad ampolla dell’origine teatrale, dove all’interno si respira la prigioniera condizione di abbandono da parte di due uomini e una donna. The deep blue sea è un film malinconico, come tutto il cinema di Terence Davies. Questo secondo adattamento da (dopo quello del 1955 di Anatole Litvak) ha il sapore retrò del film d’epoca ben confezionato, non troppo manierato, ma un po’ scontato a livello narrativo. A convincere è soprattutto la progressione drammatica di questi uomini e di questa donna, che nell’amore sofferto o gioioso sono sempre soli, contro il buio dei ricordi più cupi, e all’interno di un passato abbattuto come una casa all’angolo. Esseri umani messi all’angolo dall’amore morboso: ecco, il film di Davies è sostanzialmente questo. E mentre essi sono all’angolo, nessuno tenta di spostarli al centro dell’attenzione. Restano lì, sullo sfondo, in attesa di tempi migliori. THE LADY di Luc Besson La biografia di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace 1991 e ‘orchidea d’acciaio’ del movimento per la democrazia in Myanmar. Dopo l’assassinio del padre, il generale Aung San, leader della lotta indipendentista birmana, Suu cresce in Inghilterra e sposa il professore universitario Michael Aris. Quando nel 1988 il suo popolo insorge contro la giunta militare, Suu torna nel paese natale e inizia il suo lungo scontro diretto contro il potere assoluto dei generali. La figura di Aung San Suu Kyi, paladina dei diritti democratici che per la libertà del suo paese e del suo popolo ha per oltre vent’anni sacrificato la propria libertà personale e gli affetti familiari è di certo una delle più toccanti e ammirevoli fonti d’ispirazione politica e umana degli ultimi decenni. Onde rendere più vicina allo spettatore una figura complessa che ha attraversato fasi tumultuose della Storia di un paese di cui i più davvero poco sanno, Besson ha scelto la via della divulgazione, presentando il contesto storico e politico in maniera essenziale (la principale riflessione sulla Storia del Myanmar è racchiusa nel racconto di sapore quasi favolistico che Aung San fa alla figlia, e che funge da prologo del film), e di far leva sul dramma umano della protagonista. Dopo il ritorno a Yangon nel 1988, Aung San Suu Kyi, per via dei visti negati e della sua impossibilità di tornare in Gran Bretagna (una volta lasciato il suolo birmano non le sarebbe più permesso il ritorno), ha potuto rivedere il marito solo cinque volte, non potendolo assistere neppure durante la malattia che l’ha condotto alla morte nel 1999. la Rivista n. 4 Aprile 2012 63 Benchmark di Nico Tanzi Travet all’inseguimento del sogno ovvero: la grande illusione della fuga Nel romanzo La follia improvvisa di Ignazio Rando, Dario Franceschini racconta la storia di un impiegato del catasto che, dopo quarant’anni di vita da perfetto travet, improvvisamente si alza, sale in piedi sulla scrivania, salta giù e si avvia verso l’uscita per scomparire nel nulla. U 64 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Una fuga che, come notava Giorgio Montefoschi, va al di là dell’ovvia simbologia dell’“ambiente impiegatizio, chiuso, opprimente” come “prigione simbolica dalla quale fuggire via; una specie di luogo esemplare della costrizione”, per ricordarci che “in realtà noi tutti viviamo come rinchiusi in una tana, costretti in una gabbia. E tutti vogliamo fuggire; un altrove, lo cerchiamo tutti”. Verissimo. Chi non ha mai provato, una volta o l’altra, la tentazione di lasciarsi tutto alle spalle per reinventarsi un’esistenza? È il più antico e struggente dei sogni umani, il sogno di volare, che si rimodella nella forma, a suo modo ancora onirica ma non altrettanto “impossibile”, del sogno di fuggire via lontano. Non a caso abbondano su Internet i siti tipo “mollotutto.com”, dove si parla di “cercare lavoro ai Caraibi o partire per una nuova vita in Sud America, aprire un bar su una spiaggia e vivere tutto l’anno in costume da bagno”. E d’altronde letteratura, racconti di viaggio, reportage avventurosi da ammalianti paradisi esotici alimentano da sempre la nostra brama dell’altrove. Leggiamo, che so, i libri di Kuki Gallmann, veneziana di nascita, che ha adottato il Kenya come nuova patria molti anni fa per inseguire laggiù i suoi sogni, e ha continuato ad amarla anche quando l’Africa gli ha strappato prima il marito, poi un figlio. O leggiamo di Linda Somers, che lascia una brillante carriera di avvocato per dedicarsi alla sua passione per la maratona, e nel 1992 giunge a conquistare l’oro olimpico. Leggiamo storie così, e la voglia di un’altra vita, di un altro cielo, si insinuano sempre più profondamente in noi. Purtroppo, raramente si è capaci di elaborare in modo costruttivo quest’anelito che pure ha in sé qualcosa di profondamente liberatorio. Lo si vive il più delle volte come un motivo di frustrazione. Frustrazione per una vita avara di soddisfazioni; per un lavoro in cui non ci si riconosce; per un compagno o una compagna con cui, svaniti i fumi della passione e dell’innamoramento, si trascina un rapporto privo di slanci e costretto nella routine… E non a caso la separazione o il divorzio sono ormai la “inevitabile” conclusione della maggioranza delle relazioni di coppia: ne nascondono la sostanza – una sconfitta – per trasformarsi, in una sorta di grande illusione collettiva, in occasioni per partire verso altri e più gloriosi lidi sentimentali. Il sogno della grande fuga, appunto. Che però molto ma molto raramente sarà coronato da una nuova “avventura” all’altezza delle aspettative. In realtà, inseguendo quel sogno il più delle volte fuggiamo da noi stessi. Rinviamo all’infinito il confronto con i nodi irrisolti della nostra esistenza, nell’illusione che basti proiettarsi nella dimensione dell’altrove per raggiungere la meta. Ma questa è un’illusione, appunto. Non è possibile sfuggire al proprio destino, afferma la lezione dei grandi tragici: per sfuggire alla profezia secondo cui ucciderà suo padre e giacerà con sua madre, Edipo fugge da Corinto (ancora una fuga, ma guarda…) per recarsi a Tebe: e lì prima uccide Laio, poi sposa Giocasta. Non c’è via d’uscita, dunque? Il “sogno di volare” è destinato a restare solo un sogno? Non è detto. La nostra vera prigione, infatti – e ce la siamo costruita da soli – sono le abitudini che ci soffocano, i ruoli in cui giorno dopo giorno ci siamo costretti, fino a trovarci in essi imprigionati. Fuggire da quella prigione è possibile. Ma per farlo non è necessario salire in piedi sulla scrivania e sparire: ciò che ci serve, spiegano in coro psicologi, coach ed esperti nell’ “arte di vivere”, è la capacità di reinventarsi giorno dopo giorno. Di non dare nulla per scontato; di vivere ogni istante, ogni incontro, ogni esperienza come un nuovo inizio, una “passaporta” (per rubare il neologismo alla Rowling di Harry Potter) aperta su dimensioni straordinarie – nel senso letterale di “fuori dell’ordinario”. Senza lasciarsi condizionare dalle aspettative e dalle esperienze passate, che tenderanno a trasformare istanti, incontri, esperienze potenzialmente magici in stanche ripetizioni di una quotidianità sempre uguale a se stessa. Non è facile abbandonare le abitudini. Ma vale la pena di provarci. Chi riesce a farcela, se ne accorge grazie a un piccolo segnale: un piacevole pizzicorìo sulla schiena, all’altezza delle scapole. Niente di cui preoccuparsi: sono le ali che cominciano a spuntare. Diapason di Luca D’Alessandro Ictus - Professor Bad Trip (Cypres / Harmonia Mundi) Fausto Romitelli - scomparso nel 2004 - si era diplomato presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, per poi continuare le sue ricerche presso l’accademia Chigiana di Siena. Era un compositore e multistrumentalista di provenienza goriziana, un talento poco conosciuto, ma nell’ambiente jazzistico era all’avanguardia. Nella musica vedeva un laboratorio di toni e scosse sonore, sia acustiche sia elettroniche. Il suo è un repertorio privo di ritmo e melodie; un patchwork di atmosfere sonanti che oltrepassano le abitudini di noi ascoltatori comuni. Chi si dedica allo studio del lascito di Romitelli deve essere aperto e sicuro di volersi tuffare in un mondo completamente nuovo. Lo hanno fatto François Deppe, Tom Pauwels e Antonio Politano che con lo pseudonimo Ictus hanno dedicato un intero album alle tre sequenze di Professor Bad Trip, composizioni di Romitelli messe su carta dal 1998 al 2000. Il loro atto di riverenza a Romitelli è stato pubblicato alla fine del 2011 presso l’etichetta olandese Cypres. Enrico Pieranunzi - Permutation (CamJazz) Con Permutation il pianista romano Enrico Pieranunzi presenta un disco che designa un cambiamento nel suo cammino artistico. Un album di grandi trasformazioni, perché Enrico Pieranunzi - come pochi musicisti al mondo - ha una dote unica: quella di saper ascoltare i propri partner e con essi dialogare veramente. Questi partner non sono nientemeno che Scott Colley al contrabbasso e Antonio Sanchez alla batteria. Due musicisti notevoli che non sono stati arruolati per la «banale» funzione di Sidemen, ma sono parte integrante delle composizioni. Sono loro a dare al maestro le fondamenta solide per un interplay morbido, giocoso, per niente forzato. Nove brani nati tutti dalla penna di Pieranunzi registrati nei celebri Bauer Studios per la CamJazz, e che svelano le doti compositive e improvvisatrici che hanno reso Pieranunzi una delle personalità in ambito jazzistico più stimate al mondo. Permutation è stato presentato al grande pubblico al Midem di Cannes alla fine di gennaio. Joe Barbieri - Respiro (Microcosmo Dischi) Joe Barbieri è un autore italiano che nella parola ricerca l’espressione assoluta, collegandola a dei suoni puri, fini e altrettanto vivi. Respiro, il suo album pubblicato a marzo, è un caleidoscopio di momenti musicali densamente differenti. Questi vanno dal manouche al bolero, passando per il jazz, la musica sinfonica e la bossa. Eppure sono legati stretti dal filo rosso dell’inconfondibile italianità di Barbieri. «In questa nuova pagina», racconta Barbieri, «ho desiderato mollare un po’ gli ormeggi della ricerca formale, in favore di un approccio più libero alla composizione che è diventato quasi una pulsione involontaria; come involontario è l’atto del respirare, il percorso dell’andare e del tornare dell’aria che in sé rinnova polmoni, idee, aspirazioni.» Idee che Joe condivide con dei musicisti abilissimi, tra i quali figurano Antonio Fresa, Giacomo Pedicini, Sergio Di Natale, Pasquale Bardaro e Stefano Jorio. I suoni sono ulteriormente intensificati dal pianista Stefano Bollani, il trombettista Fabrizio Bosso e il cantautore Gianmaria Testa. Dolcenera - Evoluzione Della Specie2 (EMI) Con il titolo Ci Vediamo A Casa la giovane cantante con nome d’arte Dolcenera è andata in gara al 62° Festival della Canzone italiana, aggiudicandosi il sesto posto nella graduatoria finale. Un brano che, tra l’altro, figura come colonna sonora dell’omonimo film di Maurizio Ponzi, e che esprime la voglia e l’urgenza di poter costruire un progetto di vita insieme alla persona che si ama, nel diritto di ognuno di avere una casa. «La casa è il simbolo», dice la cantante, «il presupposto per costruire una vita insieme.» Questo brano è uno di tre inediti pubblicati nella riedizione dell’album Evoluzione Della Specie uscito nella sua prima versione nel 2011. Un album influenzato da sonorità tipiche della musica elettronica, con dei testi che parlano di precarietà e delle difficoltà che giovani in Italia incontrano nella costruzione del loro futuro in un contesto di crisi e di corruzione. Dolcenera, con la sua grinta in una voce accattivante, affronta queste tematiche, motivando i giovani ad affrontare le loro paure esistenziali. la Rivista n. 4 Aprile 2012 65 IL TOUR TEATRALE DI VINICIO CAPOSSELA FA TAPPA A ZURIGO Marinai profeti e balene La lunga e pressoché ininterrotta tournée “Marinai, Profeti e Balene” di Vinicio Capossela iniziata lo scorso anno a Genova con oltre 20.000 spettatori, ha toccato porti, anfiteatri e luoghi del mito. Il tour continua oltrefrontiera e approda in Svizzera con un’unica tappa a Zurigo l’8 maggio. Lo spettacolo che Vinicio Capossela presenta dal vivo ripercorre le rotte di un album che trova ispirazione nei grandi libri di mare, da Omero a Melville a Conrad. Una scenografia ridotta all’osso, che di volta in volta si trasforma in ventre di balena, veliero ottocentesco, abisso sottomarino, antro del Ciclope, calotta stellata, invita il pubblico a “mettere sé nell’alto mare aperto” della letteratura, luogo immaginario dove risuonano infinite voci di marinai, profeti, balene, spettri e sirene. I musicisti che accompagnano Capossela nella sua impresa sono: Mauro Ottolini (trombone, conchiglie, ottoni, flauti, kalimba, temporale), Achille Succi (flauti, shakuhachi, shehnai, tin whistle), Alessandro “Asso” Stefana (chitarre, banjo, baglama, armonio), Glauco Zuppiroli (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria, conga, gong delle nuvole, teste di morto), Francesco Arcuri (sega musicale, balafon, campionatore, steel drum, saz, santoor), Vincenzo Vasi (theremin, campionatore, marimba, voce, glockenspiel), Edoardo Rossi (cori, catene, Ciclope) e il coro de Le donne sarde di Actores Alidos, composto da Valeria Pilia, Manuela Ragusa e Ambra Pintore. Marinai, profeti e balene è anche il titolo del doppio disco di inediti pubblicato in aprile del 2011 riscuotendo un notevole successo: disco d’oro a due mesi dall’uscita, a poche miglia da quello di platino, undici settimane consecutive nella Top Ten e vincitore della “Targa Tenco” quale miglior album del 2011. I temi esistenziali della grande letteratura di mare sono qui evocati da una complessa architettura musicale, da arrangiamenti che sono una vera e propria colonna sonora dell’immaginazione e dall’asciuttezza atavica della musica cretese. Molti e insoliti sono gli strumenti utilizzati: le percussioni indonesiane gamelan, la viola d’amore barocca, il santur, le onde Martenot, il theremin, la sega musicale, l’ondioline. A sostegno della voce, una grande varietà di cori: da ciurma (i cosiddetti Drunk Sailors), di voci bianche (Mitici Angioletti), ancestrali (come quelli di Valeria Pilia e le donne sarde di Actores Alidos), classici (il Coro degli Apocrifi, una formazione di 16 elementi) e anni Trenta con “special guest” le Sorelle Marinetti. Marinai, profeti e balene è stato uno dei dischi importanti dello scorso anno e ancora di più lo sono stati i concerti di quel tour, che hanno decretato una volta di più l’unicità del talento di Vinicio Capossela. A distanza di un anno dall’uscita del disco a tema marinaresco, Capossela riprende il proprio tour con tre date italiane, preludio a un tour europeo che lo porterà in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Parigi e Inghilterra. A Zurigo lo si potrà applaudire martedì 8 maggio al Volkshaus. Prezzi: CHF 65/60/55 (posti numerati platea e galleria) - CHF 50 (posti in piedi platea) Prevendita: www.allblues.ch - www.ticketcorner.ch • Billett-Service Migros City Zürich • Tutti i punti di prevendita Ticketcorner, Die Post, Manor, SBB • Tel. 0900 800 800 (CHF 1.19/al min. da rete fissa) Link organizzazione: http://www.allblues.ch/detailinfo.php?id=622&konzertID=1233 Sito ufficiale: http://www.viniciocapossela.it la Rivista n. 4 Aprile 2012 67 LAURA PAUSINI: ICONA DELLA MUSICA ITALIANA In Svizzera mi sento felice di Salvatore Pinto Ricordiamo tutti l’anno 1993 quando Laura Pausini trionfò al Festival di Sanremo con il brano La Solitudine. Da allora la cantante riscuote successo in tutto il mondo, maturando sempre più come artista e autrice delle sue canzoni. Pausini viene descritta come un mezzosoprano, questo grazie alla sua voce potente anche se classica. Viene paragonata a grandi artiste internazionali, quali Celine Dion e Mariah Carey. Oggi ancora una volta Laura Pausini calca i palcoscenici, arrivando in Svizzera, precisamente a Zurigo e a Ginevra, dove il 10 e l’11 aprile presenterà uno show tra l’altro dedicato al suo undicesimo disco dal titolo Inedito uscito l’11 novembre scorso. La Rivista ha incontrato la cantante per un breve scambio di battute. Laura Pausini, vieni spesso in Svizzera per concerti. Che cosa ti lega a questo Paese? In realtà, quando sono in Svizzera mi sento felice. È un paese dove mi sento bene. Sarà inconsciamente. Quello che so, però, che qui in Svizzera ci sono state belle storie che riguardano la mia famiglia. Mi dà serenità, e qui trovo quello che in Italia vorrei trovare, cioè la tranquillità, la pulizia e l’ordine delle cose. Poi il pubblico in Svizzera è meraviglioso. Sento che mi vuole bene. Forse sei maturata anche in questo? Forse sto diventando un po’ esigente e mi dà fastidio vedere la sporcizia nelle città, ovvero quando non sono tenute come dovrebbero essere. Questo ci può creare dei problemi, come accade nella mia nazione dove non sappiamo sfruttar i tesori che abbiamo. Sono consapevole della ricchezza culturale che l’Italia possiede, ma so che se non viene salvaguardata è un danno. Quindi venendo in Svizzera faccio caso a queste cose. Tu come ti vedi? Sono una persona con un senso di responsabilità, ma non voglio pensare troppo ai numeri e nemmeno di essere una star, ma voglio continuare a salire sul palco come lo facevo all’inizio. Mi voglio vedere anche un po’ ingenua, altrimenti mi farei troppi problemi cantando o scrivendo. Questo potrebbe I prossimi concerti in Svizzera di Laura Pausini 10 aprile, ore 20: Hallenstadion Zürich 11 aprile, ore 20: Arena Genève www.ticketcorner.ch 68 la Rivista n. 4 Aprile 2012 nuocere al mio essere artista. È chiaro che oggi ho una grande responsabilità nei confronti del mio pubblico. Comunque sia, vorrei mantenere lo spirito che avevo prima. Sono consapevole del mio successo, ma non voglio prenderlo con troppa serietà. È questo un privilegio dei grandi artisti? Sì. Ne ho incontrati tanti grandi artisti internazionali, e ti posso confermare che erano i più semplici. La cosa che mi fa ridere è che ci sono degli artisti – se cosi li vogliamo chiamare – che hanno inciso solo una canzone, magari con un discreto successo e si sentono già dei divi. Laura Pausini non è così. Laura Pausini, grazie della disponibilità e a rivederci in uno dei tuoi concerti a Zurigo o Ginevra. Grazie a te e un saluto ai lettori della Rivista, spero di vederli numerosi. Ciao! Il successore di Jimmy Smith Il trombettista, pianista e specialista dell’hammond B3 Joey DeFrancesco porta avanti una tradizione di famiglia: seguendo le orme del padre e del nonno, Joey DeFrancesco si esibisce sul palco con tal entusiasmo da far sembrare lui il successore legittimo di Jimmy Smith. di Luca D’Alessandro A metà gennaio il musicista di origine italiana ha proposto il suo ultimo album dal titolo «40» al Marians Jazzroom di Berna. Ci tronerà a maggio, quando nell’ambito del Jazzfestival Bern celebrerà – in collaborazione con il batterista Jimmy Cobb e il chitarrista Larry Coryell – un tributo a Jimmy Smith. La Rivista Lo ha incontrato per parlare di musica, ma anche di stereotipi italiani. Lei ama servirsi dei tipici stereotipi italiani riprendendo brani che nel passato hanno avuto successo internazionale, come Volare, Malafemmena e Caruso. Considerando il suo album Goodfellas del 1999, che si collega al gangster-movie di Martin Scorsese, pare che lei faccia una parodia della criminalità organizzata. Goodfellas era un album scherzoso, messo in relazione all’omonimo film. Noi italiani spesso veniamo collegati alla malavita. Un fatto che non trovo giusto. E allora perché il gioco con questo cliché? Guardi, l’album Goodfellas non era neanche il mio. Ma porta il suo nome … il chitarrista Frank Vignola mi chiese allora se volessi produrre con lui un album di questo tipo. Facemmo le registrazioni, purtroppo prima della pubblicazione Frank lasciò la Concord Records. In seguito l’etichetta mi chiese di pubblicarlo a mio nome. Il suo recente album 40 contiene vari brani originari italiani. Come mai? A me piacciono tutti i generi, ma soprattutto il «savoir vivre» italiano. Il brano Caruso ad esempio è magnifico! Direi quasi che sia uno dei più belli che ci siano. Per questo motivo su 40 può trovare un assolo che ho registrato al B3. “Te voglio bene assai” è la sequenza principale in Caruso. Un amore che trova espressione anche in un altro suo brano: Gloria, dedicato a sua moglie. Possiamo presumere che 40 sia un riepilogo della sua vita? In un certo senso sì. Il mio primo album lo pubblicai da sedicenne, l’anno successivo suonai con Miles Davis e McLaughlin. L’anno scorso poi ho compiuto quarant’anni … … è un musicista giovane. E mi sento giovane. I suoi prossimi concerti Joey DeFrancesco, Jimmy Cobb, Larry Coryell Trio: dall‘8 al 12 maggio, ogni sera due concerti, alle 19h30 e alle 22h00 nell’ambito del 37. Internationales Jazzfestival Bern. Marians Jazzroom c/o Hotel Innere Enge, Engestrasse 54, 3012 Bern Info: www.jazzfestivalbern.ch Ciononostante ha già pubblicato un’antologia. L’album è un riassunto del mio passato, contiene tutto ciò che ho accumulato in questi venticinque anni di carriera. Da un lato quindi è collegato alle mie radici, dall’altro dà spazio ai nuovi influssi che sto scoperchiando ultimamente. Sono un musicista dal carattere molto aperto. 40 è stato pubblicato presso l‘etichetta High Note. Prima aveva un contratto con la Concord. Se un musicista rimane sempre presso la stessa etichetta, non fa progressi. Questa sostituzione simboleggia la mia volontà di andare avanti con dei musicisti che condividono il mio modo di pensare. Un progresso che tocca diversi generi. I suoi brani non sanno solo di jazz, ma anche e soprattutto di blues, soul e funk. Certamente. Non trascuro nulla. Un fatto che rende quasi impossibile attribuirle un genere musicale. Perché? Sono un musicista, non basta come categoria? Ne conosco tante di persone che cercando di definirmi. E cosa dicono? Gli uni mi definiscono un organista jazz, gli altri invece un bluesman. Carine queste idee, che però non racchiudono il mio lavoro nel suo complesso. Per molti jazzisti lei è un idolo. Per lei invece l’idolo vero è Jimmy Smith. Ha ragione, era un musicista fantastico. Con Larry Corriyell e Jimmy Cobb sarò onorato di dedicargli la nostra serie di concerti al Jazzfestival di Berna. Lei viene considerato il successore di Jimmy Smith. Eh, perché sono il migliore! Ho la fortuna che il mercato sia pieno di musicisti conosciuti ma non altrettanto bravi … (ride) E allora, che cosa può imparare un musicista come lei ancora? Guardi: se dico di essere il migliore, lo faccio soltanto per scherzo. Se un musicista non ha più nulla da imparare, può smettere di esistere. Per quel che mi riguarda: osservo il mercato della musica e cerco di inserire nuovi influssi nel mio repertorio. C’è moltissima roba buona in giro. Posso essere certo che il lavoro non mi mancherà mai. la Rivista n. 4 Aprile 2012 69 VINO IN VILLA Bollicine senza frontiere per l’autoctono cosmopolita Dalla Danimarca al Giappone fino alla Russia, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si confronta con il mondo. Dal 19 al 21 maggio 2012 nel Castello San Salvatore di Susegana (TV) Non è vero che raggiungere il successo internazionale significhi perdere l’identità territoriale. A dimostrarlo è l’area storica di produzione del prosecco, Conegliano Valdobbiadene, protagonista di Vino in Villa, Festival Internazionale del Prosecco Superiore. La manifestazione, in programma dal 19 al 21 maggio al Castello di San Salvatore (XIII secolo) di Susegana (TV), farà sposare le bollicine più amate d’Italia con tradizioni, culture e sapori diversi. Durante le giornate, i visitatori potranno infatti degustare la cucina giapponese rappresentata da sushi e sashimi preparati dalla catena Sosushi, e quella russa, grazie alla presenza di Skaski, selezionatore di prodotti russi con bliny, salmone affumicato, caviale rosso di salmone e pirozhki di carne. Sapori insoliti che il pubblico potrà abbinare ad oltre 300 etichette del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Ospite speciale sarà poi la cucina danese, grazie alla collaborazione con l’Ente del Turismo VisitDenmark, che farà volare in Italia lo chef Klaus Styrbæk del ristorante Kvægtorvet di Odense (Fiona), per una cena a cinque stelle, riservata alla stampa. La presenza delle cucine del mondo sarà coordinata dal giornalista gastronomade Vittorio Castellani meglio conosciuto come Chef Kumalè, massimo esperto di world food in Italia. Accanto alla possibilità di soddisfare la curiosità per cucine diverse, Vino in Villa offrirà molte motivazioni di visita. Anzitutto la possibilità di approfondire la conoscenza del mercato globale, grazie al convegno “Autoctono Cosmopolita”, in programma sabato 19 maggio alle 9.30 presso Villa dei Cedri a Valdobbiadene. Moderati dal giornalista del Corriere della Sera Luciano Ferraro, Sorgente del vino live Da alcuni anni, un manipolo di produttori europei di vino naturale ha dato vita all’associazione Vinnatur (www.vinnatur.org), la cui attività è stata presentata al pubblico elvetico durante il “Natural European Wines” di Zurigo il 14-15 novembre scorso. A mo’ di prosieguo dell’evento zurighese, nei giorni 3-5 marzo 2012, circa cento “naturisti” hanno partecipato alla rassegna degustativa “Sorgente del vino live” (www.sorgentedelvinolive.org), che si è svolta nella bella rocca medievale del Castello di Agazzano (Piacenza): il quarto appuntamento di questa importante manifestazione enologica e culturale, ha visto un grande successo di pubblico con oltre duemila visitatori. È stata, dunque, una tre giorni dedicata agli incontri con i produttori di vini naturali, di tradizione e di terroir, ma anche alle degustazioni e alla conoscenza dei loro vini e delle loro terre. Tre giorni in cui il protagonista indiscusso è stato il vino, la sua storia, la sua tradizione, il suo territorio e soprattutto durante l’evento interverranno Enrico Finzi, presidente di Astraricerche, Richard Baudains, giornalista inglese della rivista Decanter, Vasco Boatto, coordinatore del centro Studi di Distretto. Il programma proseguirà sabato dalle 18.00 alle 22.00 e domenica dalle 10.00 alle 21.00 al Castello di San Salvatore di Susegana. Qui grandi protagonisti saranno i produttori del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, presenti personalmente. E per tutto il mese di maggio, grazie all’operazione “Il menù di Vino in Villa”, si potrà conoscere la cucina del territorio proposta in una selezione di locali. Infine si potrà scoprire il territorio delle colline di Conegliano Valdobbiadene, candidate a Patrimonio Unesco, situate a soli 50 km da Venezia, ricamate di vigneti “fatti a mano” grazie all’opera dell’uomo, elemento che lo hanno reso un ambiente affascinante. il suo essere “naturalmente buono”. Sorgentedelvino Live, è un’associazione eno-culturale avente per fine la promozione dell’unicità di quei vini nati dalla consapevolezza di un territorio e dalla disciplina che questo richiede: attenzione all’ambiente e coltivazione naturale dei vigneti, rispetto dei tempi necessari perché un vino sia davvero punta di diamante di una determinata area geografica. Per dirla con Gino Veronelli, i vignaiuoli presenti nel castello dei Gonzaga propongono vini veri che sanno trasmettere “il canto della terra e l’anima del vignaiolo”. Tra i produttori emiliano-romagnoli e toscani, si segnalano Casè, Denavolo, La Stoppa, Lusenti, Castello di Agazzano, Cardinali, Altura (un piccolo produttore dell’Isola del Giglio che ha riscoperto il vitigno autoctono dell’Ansonaco), Fattoria Cerreto Libri e Monastero dei Frati Bianchi. Tra quelli liguri, Santa Caterina e le Rocche del Gatto, e tra quelli piemontesi Castello Conti e But. Unico straniero presente lo sloveno Cotar. Oreste Foppiani la Rivista n. 4 Aprile 2012 71 Convivio di Domenico Cosentino Lagane e ceci, minestra de fasoi, ruttama e pasta e patati Ovvero la rivincita degli scarti Cavatelli, Testaroli, Pici, Passatelli, Trofie, Scialatelle Fregola, Maltagliati, Lagane. In un momento in cui il governo Monti chiede sacrifici, sono tornati di attualità, sulla tavola degli italiani, quei piatti poveri, popolari, ma saporosi inventati dai contadini con gli ingredienti avanzati delle tavole dei signori, a dimostrazione, che ancora una volta avevano ragione loro. All’inizio furono briciole di frumento, resti della mietitura raccolti dopo aver bruciato le stoppie. Oppure grano arso stampato, impastato con un po’ d’acqua e lasciato cadere nella minestra in minutaglie. O ancora i ritagli della sfoglia all’uovo di tagliatelle e tortellini destinati ai signori, avanzi lasciati alla servitù che andavano a “sposarsi” con legumi come: fagioli, fave, piselli o ceci, e che mai come oggi, s’intrecciano con menù (preparati da giovani, ma già famosi chef italia- 72 la Rivista n. 4 Aprile 2012 ni) sani e sfiziosi della gastronomia invernale, tanto da poter dire che, quella miseria delle dispense contadine, quelle ricette tradizionali delle nostre nonne, oggi si tramutano in nobiltà di ricette golose e innovative. Tradizione e innovazione Già, tradizione e innovazione! Una dicotomia che negli ultimi mesi sta animando il dibattito gastronomico nazionale, non senza polemiche. Per molti non se ne dovrebbe neanche parlare visto che esiste solo la buona cucina e il confine tra i due concetti e labile e soggettivo. Tuttavia, nella pratica, la questione esiste. E bene ha fatto l’Accademia Italiana della Cucina - Istituzione Culturale della Repubblica Italiana - ad affrontare il problema con la ricerca “Tradizione e innovazione nella cucina italiana”: un’indagine realizzata attraver- so un questionario sottoposto a 20 top chef italiani per conoscere, attraverso il loro privilegiato punto di vista, lo stato in cui versa oggi la ristorazione di qualità. Dalla ricerca è emerso un dato su tutti: da Massimo Alajamo a Carlo Cracco, da Bottura a Ciccio Sultano, da Cedroni a Heinz Beck, da Don Alfonso a Pino Cuttaia, tutti a raccontare il loro modo di fare ristorazione e di concepire il rapporto con il passato. Innovatori sì, ma nel segno della tradizione. “Perché se non si è tradizionali e innovativi allo stesso tempo – ha dichiarato alla stampa Pino Cuttaia , Patron della Madia di Licata, Agrigento – non avrei mai potuto creare piatti come L’arancino di riso con ragù di triglie, il cannolo di melanzana perlina con capelli d’angelo, il tortino di spatola a beccafico con caponata o le lagane con crema di ceci, o ciceri, come li chiamano in Sicilia, e salsa al rosmarino”. ne, zie e mamme, in specialmodo quelli preparati con i resti del giorno prima o di pasta fresca e secca (Monnezza, Ruttama) mischiati a pesce, carne, verdure o legumi, che per anni hanno sfamato intere generazioni. Storicamente l’esempio più straordinario, ci viene dalla mesca francesca (ovvero, mescolanza francese). A Napoli, durante il decennio dell’occupazione napoleonica (1806-1815), i poveri usavano stendere grandi tele sotto le finestre delle cucine di Palazzo Reale. Da sopra veniva versato ciò che rimaneva dei sacchi in arrivo della vicina Gragnano: annodati gli angoli dei teli, i pezzetti dei vari formati - gnocchetti, spaghettoni, fettuccelle, perciatelle, linguine, caserecce, ditali…- si mischiavano in un groviglio di paste smozzicate, da cuocere in minestra con cozze, fave, piselli, arselle, patate, broccoli, fagioli, ceci o un poco di carne di maiale nei giorni di festa. Mesca Francesca A parte l’innovazione, a Milano, durante la tavola Rotonda, organizzata dall’Accademia Italiana della Cucina, su due punti si sono trovati d’accordo i giovani chef italiani “superstellati”: la tanto chiacchierata e discussa Cucina Molecolare non trova “sponda” in nessuno dei loro ristoranti; il gran rispetto per quei piatti tradizionali dai sapori popolari, nati nelle case delle nostre non- Ruttama e pasta e ciceri Se questa era Napoli del periodo napoleonico, al mio paese, alla fine della seconda guerra mondiale, negli anni cinquanta (in verità non ho mai capito perché lo facesse), ci pensava il Panificio e Generi Alimentari Monteverde, a “sfamare”, puntualmente e solo una volta all’anno, il 19 di marzo, giorno di San Giuseppe, i poveri del paese. Nel piazzale di fronte al suo panificio, la Rivista n. 4 Aprile 2012 73 siti, possedevano (possiedono) anche diversi principi nutritivi: proteine, calcio, fosforo, potassio, sodio, magnesio e ferro. Inoltre, sono ricchi di fibre, indispensabili per la regolazione delle funzioni intestinali e nel controllo dei livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. A voler dare ragione a mia nonna, il Cicer arietinum, questa pianticella erbacea della famiglia delle Fabaceae dal fusto peloso con altezza variabile tra i 20 e 50 cm, dalle foglioline dentate, i fiori rosei e rossi e i bacelli contenenti un numero di 2-3 ceci, in Calabria ce l’avevano portata i Turchi. Più tardi, da grande, leggendo qua e là, ho appreso che le prime testimonianze archeologiche della coltivazione del cece, risalgono all’età del bronzo e sono state rinvenute in Iraq; i ceci si diffusero in tutto il mondo antico: Egitto, Grecia e Impero romano. E che furono proprio i romani a darle il nome che deriva dal latino cicer. Si racconta, infatti, che il cognome di Cicerone discendesse da un suo antenato che aveva una caratteristica verruca a forma di cece sul naso. Mentre Orazio (Quinto Orazio Flacco, poeta latino, nato a Venosa, Basilicata, nel 65 a.C.) declama le sue lagane e ceci nelle Satire (VI, I Libro): “inde domum me ad porri et ciceris refero laganique cantinum” (quindi me ne ritorno a casa a mangiare una scodella di porri, ceci e lagane. 74 all’aperto, Don Peppino Monteverde (così bisognava chiamarlo, con il Don, altrimenti non ricevevi la tua porzione di “pasta e ceci”) faceva preparare e cuocere dai suoi dipendenti, in un enorme pentolone i resti di pasta invenduta del suo negozio, cui ciceri (con ceci) , e la faceva distribuire, per tutto il giorno, ai poveri del paese. Bisognava mettersi in fila, ch’era molto lunga, e attendere ore per arrivare al pentolone e ricevere una scodella di pasta e ceci. Ma quelli erano i tempi e in paese la fame era tanta! Io ci andavo come tutti gli altri ragazzi del vicinato con il mio pentolino. Solo che, una volta ricevuta la ma razione, non potevo portarla a casa. A mia nonna non piaceva la Pasta e ceci di Don Peppino. “E una brodata buona solo da dare ai maiali!”, diceva e si rifiutava di assaggiarla. Io, di solito, mangiato qualche cucchiaio, seguivo il consiglio di mia nonna: portavo quella brodaglia a Caterina a “Porcara”, la quale provvedeva a distribuirla ai suoi maialini. Cìceri o Cicerì Ma i ceci sono legati anche a un episodio sanguinoso della storia italiana: quello dei Vespri Siciliani. Il 31 marzo 1282, settimana di Pasqua, (Ma qui ci vorrebbe Tindaro Gatani a raccontare esattamente come andarono i fatti), si narra che molta folla gremiva le piazze e le chiese della città di Palermo. Un sergente francese, certo Duet, avendo avuto l’ordine di perquisire i passanti, non si sa se per zelo o per malizia, estese le misure precauzionali anche alle donne. E mise le mani addosso a una che transitava a braccio del marito. Quello, ferito nel suo orgoglio, gli strappò la spada dal fodero e lo stese morto. La folla fu subito per l’uccisore e si scatenò contro gli angioini al grido: Mora, mora! La rivolta di Palermo del 1282 che vide la fine del dominio angioino in Sicilia, consacrò per breve tempo la parola ciceri (ceci) come discriminante tra la vita e la morte: i francesi, infatti, erano incapaci di pronunciarla senza accentare la i finale e i siciliani ansiosi di sterminarli, costringevano le persone sospettate di essere Francesi travestiti a pronunciarla: chi diceva cicerì, veniva ucciso. Buoni, gustosi e fanno bene alla salute Mia nonna conosceva bene i ceci. E li apprezzava come tutti coloro che son vissuti o vivono in campagna. Li coltivava tutti gli anni, insieme a fave, piselli e cicerchie. Seminati verso la fine di gennaio – sempre con la luna calante - la santa donna, li raccoglieva nei mesi estivi, ma non li usava mai freschi; li faceva essiccare e li conservava in sacchetti di juta per poterli consumare tutto l’anno. A sentire lei, bisognava mangiarne tutte le settimane perché i ceci, oltre ad essere squi- Ma la differenza sta nell’uovo Che raccogliesse ciò che restava delle confezioni, bucatini, vermicelli, quadrucci, trofie o che la preparasse fresca, quando si trattava di Pasta & Ceci, per mia nonna, il discorso diventava serio. Per lei esistevano le paste ricche e le paste povere: quelle bolognesi, ricche, che indicavano un uovo ogni cento grammi di farina. E quelle povere, dove la sfoglia viene preparata, impastata solo con farina di grano duro e acqua, quindi senza uova, poiché, dove manca l’uovo, sosteneva, il recupero della gustosità è affidato ai legu- la Rivista n. 4 Aprile 2012 mi come fagioli o ceci, ai condimenti, ai sughi, oltre che all’immancabile peperoncino. Quando preparava le Lagane e Ceci, iniziava la sera prima: metteva a mollo i ceci per tutta la notte. L’indomani li metteva a cuocere coperti d’acqua – alla Pignata – (recipiente di terracotta, di coccio) lentamente (anche tre ore), a fiamma bassa dinnanzi al caminetto. Poi preparava la sua sfoglia che spianava con il matterello e ritagliate le sue lagane (specie di lasagnette, maltagliati), le lessava e le amalgamava nella sua gustosa e indimenticabile “Minestra di Lagane e Ciceri” LA RICETTA LA GASTRONOMIA ITALIANA IN SVIZZERA Viva la cucina italiana ! Da noi vi offriamo le vere specialità italiane. Lasciatevi incantare dal nostro ambiente mediterraneo, dalle nostre eccellenti pizze con il marchio « vera pizza napoletana DOC », dalle tipiche pietanze a base di carne o di pesce, nonché dalla nostra prelibata pasta fresca e dai succulenti dolci. Il tutto accompagnato da una vasta selezione di vini provenienti da tutte le regioni d’Italia. Buon appetito ! I 18 ristoranti pizzerie Molino in Svizzera vi accolgono 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Inoltre, offriamo a tutti i membri su presentazione della tessera della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera uno sconto del 10% su tutte le consumazioni ! LAGANE E CECI Ingredienti per 4 persone: 300 g di ceci, 300 g di farina di grano duro, 1 dl d’olio extravergine d’oliva,1 spicchio d’aglio, 3 pomodori freschi, 1 peperoncino piccante (facoltativo), un rametto di rosmarino, sale. Come la preparava mia nonna: La sera prima poneva i ceci a mollo in abbondante acqua fresca. L’indomani, li metteva a cuocere alla pignata, coperti d’acqua, a fuoco basso . Appena cotti, li metteva da parte con la sua acqua di cottura. Preparava con farina di grano duro e acqua le sue lagane e le lasciva asciugare. Versava la metà dell’olio in un tegame e faceva soffriggere (o dorare) l’aglio, aggiungeva i pomodori, il rametto del rosmarino, il peperoncino. In un piatto a parte schiacciava con una forchetta, la metà dei ceci e li versava nel tegame. Infine aggiungeva i rimanenti ceci con la sua acqua. Cotta la pasta, la scolava e l’ amalgamava ai ceci. Aggiustava di sale, irrorava con olio d’oliva e portava la sua Minestra e Ciceri a tavola ancora calda. Il Vino: Ai tempi di mia nonna, di solito, si beveva un “pessimo vino della casa”. Oggi si trovano ottimi vini bianchi: Inzolia (Sicilia), Greco Bianco (Calabria), Orvieto Classico (Umbria). MOLINO Basilea Steinenvorstadt 71 4051 Basilea T 061 273 80 80 MOLINO Montreux Place du Marché 6 1820 Montreux T 021 965 13 34 MOLINO Berna Waisenhausplatz 13 3011 Berna T 031 311 21 71 MOLINO Thônex Rue de Genève 106 1226 Thônex T 022 860 88 88 MOLINO Crans-Montana Rue de Pas-de-l’Ours 6 3963 Crans-Montana T 027 481 90 90 MOLINO Uster Poststrasse 20 8610 Uster T 044 940 18 48 MOLINO Dietikon Badenerstrasse 21 8953 Dietikon T 044 740 14 18 MOLINO Vevey Rue du Simplon 45 1800 Vevey T 021 925 95 45 MOLINO Friborgo 93, rue de Lausanne 1700 Friborgo T 026 322 30 65 MOLINO Winterthur Marktgasse 45 8400 Winterthur T 052 213 02 27 MOLINO Molard, Ginevra Place du Molard 7 1204 Ginevra T 022 310 99 88 MOLINO Zermatt Bahnhofstrasse 52 3920 Zermatt T 027 966 81 81 MOLINO La Praille, Ginevra Centre Commercial La Praille 1227 Carouge T 022 307 84 44 MOLINO Select, Zurigo Limmatquai 16 8001 Zurigo T 044 261 01 17 LE LACUSTRE, Ginevra Quai Général-Guisan 5 1204 Ginevra T 022 317 40 00 MOLINO Stauffacher, Zurigo Stauffacherstrasse 31 8004 Zurigo T 044 240 20 40 MOLINO Glattzentrum Einkaufszentrum Glatt 8301 Glattzentrum T 044 830 65 36 Aperto da lunedì a sabato MOLINO Frascati, Zurigo Bellerivestrasse 2 8008 Zurigo T 043 443 06 06 www.molino.ch la Rivista n. 4 Aprile 2012 75 Motori di Graziano Guerra Sensazionale Piaggio Beverly SportTouring Il primo scooter al mondo con controllo di trazione Destinato a viaggiatori esigenti, che non disdegnano di salire in giacca e cravatta, e oltre alla classe vogliono gusto, prestazioni e protezione. A loro, con il nuovo Beverly SportTouring, i tecnici della Piaggio danno un’ottima risposta. È anche il primo scooter al mondo dotato del controllo di trazione ASR, che, abbinato al sistema ABS, rappresenta un grande passo in avanti in termini di sicurezza attiva, in condizioni di emergenza e di scarsa aderenza. G Grazie all’ASR la potenza erogata viene automaticamente ridotta quando i sensori rilevano un imminente pattinamento della ruota posteriore. Questo intervento contribuisce a prevenire la perdita di controllo del mezzo, su fondi sconnessi o con bassa aderenza. L’ASR può essere disinserito tramite un pulsante sistemato sul manubrio, questo per garantire sempre e comunque la possibilità di disimpegnarsi in condizioni particolari, come ad esempio nelle partenze in salita o su fondo sterrato. L’inserimento e la disattivazione sono segnalati da una spia sul cruscotto. Stile: grintoso ed elegante Lo SportTouring ha un carattere più deciso, sportivo ed elegante al tempo stesso. Al primo sguardo si nota il cupolino fumé, che migliora la protezione aerodinamica per il conducente e marca l’anima sportiva. Dettagli opachi e satinati esaltano le superfici complesse. Accattivanti le nervature sul paracalore del nuovo terminale di scarico. Sono numerosi i particolari studiati che rivelano l’anima touring di questo nuovo Beverly e regalano un’esperienza di guida confortevole, come la sella con seduta a due livelli (nera o rossa in abbinamento ai rivestimenti interni) e impreziosita da esclusive cuciture in rilievo, di serie in dotazione un coprisella antipioggia. Il vano sottosella, illuminato, è tra i più ampi della categoria e può ospitare due caschi jet o un integrale, oltre ai documenti, per i quali c’è uno spazio dedicato. Il portapacchi integra le maniglie per il passeggero/a, utile il portaoggetti nel controscudo, in tinta con la sella, e il gancio portaborse a scomparsa. La ciclistica, in termini di agilità e piacere di guida è efficace. L’assetto neutro e preciso del mezzo è garantito da un telaio a doppia culla in tubi di acciaio ad alta resistenza con rinforzi in lamiera stampata; alla forcella tradizionale anteriore mentre al posteriore opera una coppia di ammortizzatori regolabile. Maneggevo- le, il perfetto urban commuter rivela una tenuta di strada irreprensibile, grazie anche alle grandi ruote con cerchi in lega leggera a 5 razze sdoppiate (16” x 3,00” all’anteriore e 14” x 3,50” al posteriore) e le gomme di grandi dimensioni (rispettivamente 110/70 e 150/70). Motore e cambio È il primo modello della Casa con il nuovissimo motore 350cc, potente come un 400: 33 CV a 8,250 giri/minuto e coppia massima di 32,2 Nm a 6.250 giri/minuto. Nuovo il sistema di lubrificazione automatica che garantisce un raffreddamento costante in qualunque condizione, e oltre alla riduzione delle perdite di potenza per sbattimento ha consentito agli ingegneri Piaggio di ridurre gli ingombri del motore. I bilancieri di distribuzione sono ora con rullo, a vantaggio della silenziosità e dell’efficienza meccanica. La trasmissione è caratterizzata da una nuova frizione automatica. Queste tecniche, insieme al nuovo CVT (Continuously Variable Transmission) sviluppato ad hoc per questo propulsore, hanno reso possibile una significativa riduzione di peso, circa 10 kg rispetto a un 400cc. Per la Svizzera colori molto classici: bianco, argento e nero. Prezzo di listino CHF 6‘995.-. la Rivista n. 4 Aprile 2012 77 In test al Balocco Fiat Freemont AWD e Punto 2012 Erano i giorni del grande freddo e a Balocco, i giornalisti del settore giunti da tutta Europa, hanno provato la nuova Freemont AWD e la nuova Fiat Punto. Fortunata e bella è stata l’opportunità di guidare la nuova 4x4 sulla neve; test per entrambe i modelli nel traffico cittadino di strade provinciali e comunali piemontesi, con puntata veloce in autostrada. Punto - Dal suo lancio nel 1993 è stata prodotta in 8,5 milioni di esemplari, è costantemente l’automobile più venduta in Italia e la nuova versione ne rafforza la spiccata personalità con un aggiornamento estetico e tecnologico importante. La nuova tutta pepe è adatta alle sgroppate quotidiane casa–lavoro, come pure per gli impegni che implicano spostamenti rapidi e parcheggio facile. Continua a essere un punto di riferimento in tema d’innovazione dei motori, brillanti e parchi nei consumi sia a benzina (MultiAir e TwinAir) sia diesel (MultiJet), con forte innovazione per il rispetto ambientale. Lo dimostra l’adozione sulle diesel e benzina Euro 5 della tecnologia Stop&Start con Gear Shift Indicator, sistema che spegne automaticamente il motore e suggerisce la marcia migliore e che può permettere una riduzione di consumi ed emissioni del 15% su percorso urbano. Punto 2012 porta materiali e colori giovanili, sedili a conformazione anatomica, inserti originali nella plancia, equipaggiamento moderno con tutto quello che serve, dal navigatore portatile Blue&Me TomTom LIVE alla dotazione di sicurezza di ultima generazione. Dieci motori e debutto del bicilindrico di 875 cc TwinAir turbo da 85 CV - nominato «International Engine of La nuova Punto 2012. 78 la Rivista n. 4 Aprile 2012 La nuova Freemont AWD. the Year 2011», inoltre, l’evoluzione del 1.3 MultiJet 2 da 85 CV ne fa una delle diesel del suo segmento con le emissioni più basse di CO2. Nuovo design, e tre nuovi colori metallizzati: Blu Profondo, Rosso Elegante, Grigio Affascinante. La denominazione TwinAir indica la motorizzazione bicilindrica e un nuovo allestimento che si distingue per il Verde Energetico e l’esclusivo tetto nero lucido (opzione). In Svizzera Punto 2012 ha un ventaglio prezzi fra 17›200 e 25›200 franchi, euro-bonus fino a CHF 4’700. Freemont AWD - La nuova versione AWD (All-Wheel Drive) accentua l’anima poliedrica di questa grande macchina, nata per coniugare la versatilità e la presenza su strada di un SUV, la maneggevolezza da station wagon e l’abitabilità di una monovolume da 7 posti. La versione a trazione integrale, abbinata ai motori 2.0 Multijet 2 da 170 CV e 3.6 benzina V6 da 280 CV, entrambe con il nuovo cambio automatico a 6 marce, convince per il sistema completamente automatizzato che consente di controllare la vettura sempre, anche su fondi stradali difficili. Di tipo «on demand», la trazione integrale attiva AWD è dotata di una centralina elettronica che, tramite sensori, rileva l’aderenza delle quattro ruote e decide quando trasmettere trazione al posteriore. Le possibilità d’intervento sono previste su fondi a bassa aderenza (fango, neve, ghiaccio) per garantire maggiore trazione, come pure per garantire una trazione aggiuntiva e maggiore sicurezza in curva. Con la nuova versione integrale, i tipi di Fiat puntano a consolidare gli ottimi risultati finora raggiunti: In 6 mesi di vendite la prima macchina frutto della partnership con Chrysler Group ha raccolto più di 25.000 ordini, diventando la 7 posti oggi più amata dagli italiani. Il ventaglio prezzi: 39’150 – 46’350 franchi, bonus-dollaro fino a 7’500 franchi. La Giulietta con il cambio TCT a doppia frizione Tecnologia in bella forma fi e ing Leas enti m a zi nan manuale. Con questa trasmissione scendono i consumi (da 5,8 a 5,2 litri/100 km per il modello a benzina e da 4,7 a 4,5 l/100 km per il diesel), le emissioni (da 134 a 121 g/km nel primo caso e da 124 a 119 nel secondo) e migliora leggermente anche lo scatto da 0 a 100 km/h (rispettivamente da 7”8 a 7”7 e da 8”0 a 7”9). La velocità massima rimane invariata (218 km/h per entrambe le varianti). In automatico, l’erogazione corposa ai bassi regimi del turbodiesel esalta ulteriormente la gradevolezza di questo cambio. Da segnalare le varie possibilità di settaggio offerte dal sistema DNA di gestione dell’elettronica di bordo. Ventaglio prezzi di Alfa Romeo Giulietta TCT da 39‘600 a 42‘100; euro-bonus fino a CHF 7’500. (Test a Balocco di tutto sprint). a and dom agg vant i zio d L'ini ione s s a p una i La trasmissione sviluppata in casa Alfa raggiunge la maturità e regala vantaggi concreti in termini di consumi ed emissioni. Una storia di successo quella della Giulietta, che ha le più alte quote di mercato mai raggiunte da un’Alfa nel segmento delle compatte, sia in Italia sia in Europa. Il pubblico di riferimento si è ampliato ed è composto per un buon 50% da famiglie: un dato che testimonia di quanto sia riuscito il mix tra design, praticità e, naturalmente, sportività. Alla guida appaiono evidenti i vantaggi offerti dal cambio TCT abbinato ai propulsori 1.4 TB e 2.0 JTDM, entrambi da 170 CV. Il TCT è gradevole quanto una trasmissione automatica tradizionale in modalità “auto”, e offre una notevole rapidità nell’inserimento dei rapporti in modalità Il partner sicuro per leasing e finanziamenti Richiedete un'offerta leasing al più vicino concessionario oppure telefonateci: Zürcherstrasse 111 8952 Schlieren Tel. 044 738 33 33 Fax 044 738 33 80 www.fidisfinance.ch la Rivista n. 4 Aprile 2012 79 Starbene Frutti di bosco per prevenire la perdita di memoria I ricercatori americani della Tufts University hanno dimostrato che i frutti di bosco possono essere benefici per il cervello e un aiuto preventivo per contrastare la perdita di memoria e il declino cognitivo con il passare degli anni. I risultati di un loro studio revisionale sull’ACS Journal of Agricultural and Food Chemistry, in cui si evidenzia come la possibilità di prevenire il declino cognitivo permetta non solo alle persone di vivere meglio, ma abbia anche dei riflessi positivi sulla spesa sanitaria sempre più gravata dall’aumento di patologie come la demenza e l’Alzheimer. Gli scienziati hanno preso in rassegna una mole di studi riguardanti gli effetti delle bacche e condotti sia su modello animale che in laboratorio, oltre che sull’uomo. all’analisi degli studi i ricercatori hanno concluso che i frutti di bosco aiutano il cervello a restare in buona salute, e lo fanno in molti modi. Per esempio, apportando buoni livelli di antiossidanti a protezione dall’attacco dei radicali liberi e altri nemici della salute. Poi, si sono notati dei benefici a livello neuronale: le sostanze contenute nei frutti di bosco prevengono l’infiammazione e proteggono i neuroni dai danni, agendo beneficamente sul controllo motorio e cognitivo da parte del cervello. Questa prima fase dello studio ha messo in luce i possibili vantaggi derivanti dall’assunzione dei frutti di bosco. Il prossimo passo sarà quello di stabilire se i benefici sono offerti dai singoli composti presenti in tutte le varietà di bacche o se sono dovuti a combinazioni di questi. Si tratta dunque di approfondire per comprendere meglio come agiscono queste sostanze e se vi siano differenze tra un frutto e l’altro. Nell’attesa di ulteriori precisazioni possiamo tranquillamente mangiarci i frutti di bosco: sono buoni e fanno anche bene. Con una dieta ricca di sodio aumenta il rischio di declino cognitivo Le persone anziane sono già di per sé a rischio di declino cognitivo, se poi a questo si aggiunge una dieta ricca di sale e scarso movimento fisico, il rischio aumenta di molto. Tuttavia, anche chi è nella mezza età non è esentato dal ridurre il sale e fare del movimento, perché anche in questo caso si può aprire la strada al declino cognitivo, o demenza che si voglia dire. A mettere sull’avviso è uno studio congiunto tra il Baycrest Research Centre for Aging and the Brain, l’Institut Universitaire de Geriatrie de Montreal, la McGill University e la Universite de Sherbrooke. Analizzando il consumo di sodio in un gruppo di 1.262 persone di entrambi i sessi e di età compresa tra i 67 e gli 84 anni, i ricercatori sono giunti alla conclusione che abbassare i livelli di assunzione di sodio, già dopo tre anni permette di abbassare al contempo la pressione sanguigna e il rischio di malattie cardiache. Il beneficio, poi, si estenderebbe alla salute del cervello. Assumere meno sodio diventa quindi imperativo per diversi motivi - ricordiamo che la dose giornaliera raccomandata è compresa tra 575 e 3500 mg, a seconda dell’età e delle condizioni di salute. Se poi a questa pratica si abbina un po’ di movimento non può che fare bene. Il contrario, invece, può causare non pochi danni. Come spiega l’autrice dello studio sulle pagine di Neurobiology of Aging: «I risultati del nostro studio hanno dimostrato che una dieta ricca di sodio, combinata con poco esercizio, è stata particolarmente dannosa per le performance cognitive degli adulti più anziani. Ma la buona notizia è che gli adulti anziani sedentari non hanno mostrato un declino cognitivo nei tre anni che li abbiamo seguiti quand’avessero ridotto l’apporto di sodio». Dalla corteccia di pino marittimo francese un rimedio all’acufene L’acufene, detto anche tinnitus è un disturbo dell’udito contraddistinto da fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi, pulsazioni ecc. che si sentono di continuo. Questo li rende particolarmente fastidiosi. Si può stare davvero male se si soffre di questo disturbo e sovente non si sa bene come combatterlo. Esistono tuttavia diversi metodi per contrastarlo: si va dalle terapie farmacologiche, all’intervento psicologico. Uno studio pubblicato sulle pagine di Panminerva Medica, suggerisce come l’estratto di corteccia di pino marittimo francese possa migliorare il flusso sanguigno all’interno dell’orecchio, recando sollievo dai sintomi dell’acufene. Ricercatori dell’Università di Chieti-Pescara hanno valutato l’azione di questo estratto. Durante 4 settimane hanno esaminato 82 persone di età compresa tra i 35 e i 55 anni affetti da acufene, da lieve a moderata, da un solo orecchio. Per mezzo di un’ecografia ad alta risoluzione si è scoperto che l’acufene era causato da un limitato apporto di sangue all’orecchio interno. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi: A, B e di controllo. Il gruppo A era formato da 24 persone a cui è stato somministrato l’estratto di corteccia di pino nella misura di 150 mg/giorno; il gruppo B da 34 persone a cui è stato dato l’estratto nella misura di 100 mg/giorno; agli appartenenti al gruppo di controllo, 24 persone, non è stato dato l’estratto di pino. Dopo le quattro settimane di trattamento con l’estratto di corteccia di pino, si è potuto constatare che la velocità del flusso sanguigno all’interno dell’orecchio era aumentata, con risultati significativi maggiori negli appartenenti al gruppo A, rispetto a quelli del gruppo B che avevano ricevuto una dose inferiore. Nessun cambiamento significativo è stato misurato nel gruppo di controllo. La migliore circolazione sanguigna misurata è stata affiancata da una riduzione dei sintomi dell’acufene. 80 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Mirtillo e corteccia di pino per la salute degli occhi La salute dell’occhio è indispensabile per garantirsi la conservazione della vista. Una minaccia, tra le tante, è la pressione oculare che se troppo elevata si trasforma in ipertensione oculare. Tra i possibili disturbi correlati c’è per esempio il glaucoma, una patologia che può portare alla cecità. Un nuovo studio pubblicato sul Clinical Ophthalmology ad opera dei ricercatori dell’Università degli Studi ‘G. d’Annunzio’ di Chieti e Pescara mette in evidenza la proprietà di abbassare la pressione oculare da parte di un mix a base di mirtillo e corteccia di pino marittimo. I ricercatori italiani hanno reclutato 79 persone con diagnosi di ipertensione oculare, ma senza sintomi di perdita della capacità visiva o glaucoma. I partecipanti sono poi stati suddivisi in tre gruppi: il gruppo A ha ricevuto giornalmente un supplemento a base di 40 mg di Pycnogenol e 80 mg di Mirtoselect; il gruppo B ha ricevuto il collirio Latanoprost e il gruppo C una combinazione di entrambi. Il trattamento è durato 24 settimane. Alla fine del periodo di test, i ricercatori hanno potuto rilevare che vi era stata una riduzione della pressione sanguigna nell’occhio da una media di 38,1 a 29,0 mmHg nel gruppo A; da 37,7 a 27,2 mmHg nel gruppo B e da 38,0 a 23,0 mmHg nel gruppo C. I valori vanno tenuti in considerazione a fronte di una pressione oculare normale compresa fra 10 e 21 mmHg. Lo studio è stato in parte finanziato dall’azienda produttrice dei prodotti utilizzati nei test e supporta le tesi già riportate in precedenti studi che affermavano come l’estratto di mirtilli possano contrastare l’aumento della permeabilità dei capillari sanguigni e come, a sua volta, l’estratto di corteccia di pino marittimo possa migliorare il rivestimento dei vasi sanguigni e abbassare la pressione arteriosa generale. L’aglio “invecchiato” è il più efficace in caso d’ipertensione Non tutto l’aglio è uguale, almeno per quanto riguarda i suoi effetti sulla pressione sanguigna. Difatti, quello “invecchiato”, sembra essere più efficace di quello in polvere e anche di quello fresco. L’aglio invecchiato è stato oggetto di uno studio condotto dagli scienziati australiani dell’Università di Adelaide, che hanno reclutato 50 persone con diagnosi di ipertensione che hanno sottoposto a un test durato 12 settimane. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi. Il primo ha ricevuto l’estratto di aglio; il secondo un placebo. Al termine del trial i dati ottenuti e le analisi hanno mostrato che quelli con pressione sistolica superiore a 140 che hanno assunto l’estratto di aglio in capsule (invecchiato quattro anni) ogni giorno avevano una pressione arteriosa sistolica media 10.2mmHg inferiore a quella dei componenti del gruppo di controllo, che aveva assunto il placebo. In tal modo i ricercatori hanno potuto verificare se l’aglio, che la medicina popolare indica come rimedio per l’ipertensione e molti altri disturbi, potesse essere davvero utile in questi casi. A tal proposito hanno dichiarato: «Quando abbiamo dato loro questo supplemento di aglio siamo riusciti a ridurre in media la loro pressione del sangue sotto la soglia di ipertensione - così l’aglio potrebbe essere una buona opzione di trattamento complementare per controllare l’ipertensione». Ma, attenzione, avvertono i ricercatori, come accennato l’aglio deve essere quello invecchiato perché quello cotto, crudo o in polvere, non è così efficace. I ricercatori ritengono che questo aglio sortisca un effetto ipotensivo grazie alla stimolazione di alcune sostanze chimiche chiamate ossido di azoto e idrogeno solforato, che aiutano a rilassare i vasi sanguigni. Cioccolato fondente per ridurre l’ipertensione A quanti di voi piacerebbe fare una cura a base di cioccolato? Probabilmente a molti. Ma la continuereste davvero a lungo se foste obbligati a mangiare cioccolato continuamente? Probabilmente finireste per odiarlo… o no? Chissà. Intanto vi diamo una buona, anzi una “gustosa” notizia che arriva da uno studio di Karin Ried (e colleghi) dell’Università di Adelaide. Gli stessi dello studio sull’aglio. Lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, suggerisce che è sufficiente una barretta di cioccolato al giorno per ridurre significativamente la pressione sanguigna. Tale studio è il risultato di 15 ricerche sugli effetti dei flavanoli, dei particolari composti che si trovano nel cioccolato che provocano dilatazione dei vasi sanguigni con un conseguente abbassamento pressorio. Sembra, tuttavia, che tale abbassamento sia “intelligente” e che avvenga solo nei casi di ipertensione e di non di pressione “normale”. Questo effetto dei flavonoli è dovuto al fatto che essi hanno dimostrato di aumentare la formazione di ossido nitrico endoteliale, che favorisce la vasodilatazione e di conseguenza può abbassare la pressione sanguigna. La riduzione della pressione arteriosa che avviene con l’utilizzo di barrette di cioccolato fondente può essere paragonata a quella che si ottiene con mezz’ora di attività fisica. In teoria, secondo ricercatori, quindi, si potrebbe ridurre la pressione del 20% in cinque anni. La notizia sembra interessante, tuttavia, secondo i ricercatori, pare che l’assunzione di una barretta al cioccolato di 50 g al 70% di cacao, o una bevanda al cacao sia molto meno accettabile dell’assunzione di una capsulina al giorno che, alla fine, sembra sia preferita dai pazienti. Comunque, per chi invece disdegna la capsulina, ecco una ragione assai valida per concedeesi un po’ di cioccolata: il vero obiettivo è abbassare la pressione. la Rivista n. 4 Aprile 2012 81 IL PROGRAMMA COMPLETO DI IVECO: CONVENIENTE SU TUTTA LA LINEA. Dall’apprezzatissimo furgone Daily al peso massimo Stralis: Grazie agli innumerevoli modelli disponibili, la nuovissima gamma di mezzi Iveco offre soluzioni specifiche, dalla convenienza ideale, per ogni incarico di trasporto. IVECO (Svizzera) SA, Oberfeldstrasse 16, 8302 Kloten, tel. 044 804 73 73, www.iveco.ch Il Mondo in fiera Euro&Med Food 2012: Manfredonia (FG), 17 - 19 aprile La Borsa dell’agroalimentare CIBUS 2012: Parma, 7 - 10 maggio L’agroalimentare italiano programma il suo futuro Solarexpo 2012 e Greenbuilding 2012: Verona, 9 - 11 maggio L’appuntamento della green economy italiana ChibiMart e ChibiDue: Fieramilanocity, 11 - 14 maggio Affari d’estate e nuove tendenze Reatech Italia: Fiera Milano (Rho), 24 - 27 maggiola Rivista n. 4 Aprile 2012 Le soluzioni per vivere meglio 83 Fiere EURO&MED FOOD 2012: MANFREDONIA (FG), 17 - 19 APRILE La Borsa dell’agroalimentare L’edizione 2012 di Euro&Med Food rappresenta la sintesi di importanti iniziative condivise con Unioncamere nazionale e regionali, con le quali è stato messo a punto un progetto di sistema con programmi ed azioni per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari italiane, ed in particolare del Centro-Sud, ma anche per l’internazionalizzazione delle aziende produttrici. Da qui la scelta di una nuova data che vede l’appuntamento con Euro&Med Food - in programma al Regio Hotel di Manfredonia dal 17 al 19 aprile prossimi - preceduto il 16 aprile dalla giornata inaugurale del S.I.A.F.T. - Southern Italy Agrofood and Tourism - iniziativa finalizzata a favorire l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, ristorative e turistiche dell’Italia centro-meridionale, con la partecipazione delle Camere di Commercio di Chieti, Cosenza, Crotone, Foggia, Latina, Matera, Potenza, Siracusa e dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise. A completare il calendario degli eventi, un incontro dei Presidenti e dei Segretari Generali delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, nella continuità di una collaborazione con Assocamerestero iniziata nella scorsa edizione di Euro&Med Food. Euro&Med Food sempre più al passo con i tempi, dunque, con l’appuntamento del 2012 fortemente incentrato sull’incontro tra domanda ed offerta, tra produttori e buyers, con un modello organizzativo della manifestazione che guarda oltre il momento espositivo per privilegiare la conoscenza approfondita dei prodotti, delle aziende e dei territori di origine, in una visione integrata dell’agroalimentare con altri settori produttivi, a cominciare dal turismo, ed un approccio sinergico che vede pienamente coinvolgi tutti i soggetti delle diverse filiere. Il modello B2B come strumento efficace per meglio rispondere ai bisogni ed alle richieste 84 la Rivista n. 4 Aprile 2012 delle imprese, ma anche degli operatori commerciali internazionali che guardano alla Capitanata ed alla Puglia come luogo ideale per conoscere le eccellenze agroalimentari di tutto il Mezzogiorno, e non solo. Nei prossimi giorni saranno disponibili su questo portale il programma definitivo e l’elenco delle aziende partecipanti, ma le adesioni già pervenute a fine febbraio di numerosi buyers provenienti da America, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Giappone, Hong Kong, India, Israele, Lussemburgo, Singapore, Svizzera, testimoniano in maniera inequivocabile l’interesse e l’attesa per Euro&Med Food 2012. Si riaccendono quindi i riflettori su comparti e filiere di pasta e prodotti da forno, oli, vini, ortofrutta, conserve vegetali ed ittiche, lattiero caseari e salumi, ma anche produzioni biologiche ed a marchio di protezione comunitario, presìdi gastronomici e specialità agroalimentari tipiche, al centro di momenti di approfondimento e laboratori del gusto. Euro&Med Food 2012, inoltre, rappresenta il contributo del sistema delle imprese per il superamento dell’attuale e delicata congiuntura, rispetto alla quale il settore agroalimentare ha negli ultimi tempi già dimostrato con le sue esportazioni andamenti positivi ed in controtendenza, ribadendo così la sua importanza strategica per l’economia del Paese ed in particolare per le regioni ed i territori a spiccata vocazione agroalimentare. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch CIBUS 2012: PARMA, 7 - 10 MAGGIO L’agroalimentare italiano programma il suo futuro Mentre tutti i settori manifatturieri cercano faticosamente di recuperare l’export del 2008, l’industria alimentare italiana cresce ancora: +10,3% nel 2011 su un +10,5% del 2010, venendo da un triennio di crescita sempre a doppia cifra, e si posiziona sui 4 miliardi, ovvero del +20% al di sopra dell’ultimo anno prima della grande recessione (dati Federalimentare). Una crescita che si sta confermando anche a gennaio e sembra senza soluzione di continuità. Questo sviluppo qualitativo del nostro export agroalimentare è stato ottenuto anche grazie a fiere come CIBUS, prossima edizione a Parma dal 7 al 10 maggio 2012 (dove si terrà anche l’assemblea annuale di Federalimentare), che si confermano appuntamenti fondamentali per sostenere questo sviluppo, vendendo un “territorio”, ovvero l’Italia del Made in Italy alimentare. Grazie a Federalimentare, CIBUS si conferma una delle poche fiere al mondo organizzata “per le aziende dalle aziende”, tanto che il CIBUS Export Desk sta diventando un istituto permanente dove le aziende alimentari sviluppano relazioni con i retailers esteri. I visitatori della 16° edizione di CIBUS troveranno un quartiere fieristico completamente rinnovato, con maggiori servizi, nuovi parcheggi, un’area espositiva di 120 mila metri quadrati, alimentata da un grande impianto fotovoltaico. Cresce il numero di espositori che rappresentano le realtà più dinamiche della produzione italiana, come i prodotti biologici (“CIBUS Organic”), i prodotti freschi di 4° e 5°gamma, i piatti pronti freschi, con tante novità espositive, dallo spazio per i surgelati a quello del vending. L’esposizione è organizzata seguendo la logica di un continuum coerente con le merceologie fresche (salumi, formaggi, gastronomia, pasta fresca e via dicendo) più il nuovo polo dei surgelati nei grandi padiglioni 2 e 3, mentre il grocery (pasta, oli, condimenti, dolciario e altro) sarà riunito nei padiglioni 5,6 e 7. Tra le novità, oltre a CIBUS Frozen, uno spazio di 4.000 mq per le aziende del settore dei cibi surgelati, MicroMalto con i birrifici artigianali, e “Venditalia Self Expo”, dove il negozio automatizzato verrà presentato come partner ideale e complementare del canale retail. Rilevante come sempre la presenza delle tipiche produzioni italiane di carne, salumi, prodotti lattiero-caseari e pomodoro. Grande risalto sarà dedicato alla “Piazza dei prodotti Dop e Igp”, realizzato in collaborazione col Ministero dell’Agricoltura in cui esporranno i Consorzi di tutela Italiani. Sul fonte del lattiero-caseario, la “Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma” ha organizzato il concorso “Alma Caseus” che premia i migliori formaggi italiani. Un’area dedicata alla ristorazione fuori casa (bar, ristoranti, mense, etc.) sarà organizzata in collaborazione con Fipe/Confcommercio. Anche in questa edizione sarà organizzato CIBUS in città, un “fuori salone” nelle strade e nelle piazze di Parma cui parteciperanno alcune aziende espositrici. Complementari a CIBUS 2012 la 5°edizione del Salone del Dolciario ed il forum scientifico Pianeta Nutrizione. Per quanto riguarda il Salone del Dolce, realizzato in collaborazione con Aidepi, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, Fiere di Parma ha iniziato a lavorare ad un rilancio strategico di questo evento, favorendo l’attività di incoming dei buyer del settore. Alla terza edizione di Pianeta Nutrizione (7/10 maggio), Forum multidisciplinare sulla sana e corretta nutrizione parteciperanno medici, nutrizionisti e società scientifiche, coordinati dai Presidenti del Comitato Scientifico, il Prof. Michele Carruba (Università di Milano) e Prof. Sergio Bernasconi (Università di Parma). Tra i temi principali che verranno trattati: le differenze tra maschi e femmine nel modo di alimentarsi e le possibili conseguenze sulla salute; l’obesità infantile; come una sana alimentazione possa contribuire ad allungare sia le aspettative che la qualità della vita; l’etichettatura nutrizionale e i claims pubblicitari basati su corrette sperimentazioni scientifiche che possono contribuire a scelte alimentari più adeguate alla salute; la nutrizione e integrazione anti-aging. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch la Rivista n. 4 Aprile 2012 85 Fiere SOLAREXPO 2012 E GREENBUILDING 2012: VERONA, 9 - 11 MAGGIO L’appuntamento della green economy italiana Trackers e CSP - Concentrating Solar Power. Solarexpo rilancia per la prossima edizione Meet&Deal. Il servizio gratuito di matchmaking riservato agli espositori e ai visitatori. Con Meet&Deal sarà possibile organizzare a pianificare gli incontri di business nel corso della manifestazione presso gli stand. Solarexpo sarà affiancato dalla sesta edizione di Greenbuilding, la mostra-convegno internazionale dedicata all’efficienza energetica e all’architettura sostenibile. Due eventi, un’unica visione strategica e una grande sinergia, per offrire la più completa rassegna di prodotti, tecnologie e soluzioni nell’ambito delle rinnovabili e dell’architettura sostenibile. Le iscrizioni per la tredicesima edizione di Solarexpo – mostra convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita - hanno dato conferma dell’enorme interesse che riveste il settore. “Nonostante la difficile congiuntura economica che sta toccando trasversalmente tutti i settori - spiega Sara Quotti Tubi, direttore di Solarexpo - la green economy italiana sta comunque tenendo testa a questo periodo di incertezza. Il mercato italiano delle rinnovabili è in grado di competere a livello globale. Il nostro paese è tra le realtà più interessanti sul panorama mondiale in termini di sviluppo delle energie verdi ed è capace di attrarre ingenti investimenti. Proprio in un contesto come questo – aggiunge Sara Quotti Tubi - essere presenti a Solarexpo rappresenta un’importante occasione di business per riuscire a competere sul mercato nazionale e internazionale. Il numero degli espositori già confermati è la prova del fatto che le aziende riconoscono in Solarexpo un appuntamento da non perdere”. A Solarexpo cresce il livello di internazionalità, il 43% degli espositori sono stranieri e tra gli espositori si contano oltre 20 paesi presenti, provenienti da tutti i continenti. Da Cina, Germania e Spagna il maggior numero di espositori stranieri. In programma eventi speciali e technology focus dedicati all’attualità delle rinnovabili e alle ultime tendenze tecnologiche. In primo piano l’evento speciale Solarch - Building Solar Design & Technologies che si riconferma essere un progetto di grande interesse capace di attrarre novità tecnologiche e catturare l’attenzione dei visitatori. Tra i technology focus in programma PV Supply Chain; CSP - Concentrating Solar Power e POLYGEN dedicato alla cogenerazione e trigenerazione. Ad arricchire l’area espositiva ci sono le aree esterne con in mostra le tecnologie dedicate a Mini Wind Power, Solar Parks Inverters, PV Sun- 86 la Rivista n. 4 Aprile 2012 L’architettura del futuro in mostra a Greenbuilding 2012 “Greenbuilding - spiega Sara Quotti Tubi, direttore di Greenbuilding – rappresenta per le aziende il contesto ideale per mettere in mostra le novità più interessanti legate al mondo dell’architettura a basso impatto ambientale e dell’efficienza energetica. Un’ottima opportunità di business perché il visitatore di Greenbuilding rappresenta l’interlocutore ideale per le aziende che partecipano”. Greenbuilding 2012 avrà un layout completamente rinnovato, un nuovo padiglione (padiglione 10) e un accesso dedicato “Re Teodorico”. Per la sesta edizione grande attenzione ai temi dell’architettura sostenibile ed efficienza energetica nell’involucro edilizio; efficienza energetica negli impianti tecnologici; sostenibilità del ciclo dell’acqua in edilizia; il verde nell’ambiente costruito; progettazione, diagnostica e consulenza, riqualificazione energetica, certificazione. All’evento sarà presente il mondo delle associazioni, della ricerca e della progettazione. Greenbuilding è anche un importante appuntamento tecnico-scientifico, con convegni di primo livello. Per l’edizione 2012 torna Next Building, l’appuntamento di riferimento con le grandi firme e i maggiori esperti della progettazione di edifici d’avanguardia che quest’anno sarà focalizzato su NZEB - Nearly Zero Energy Buildings dove si parlerà di edifici a energia quasi zero e delle necessità di integrare le più efficienti tecnologie di involucro e di impiantistica. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch CHIBIMART E CHIBIDUE: FIERAMILANOCITY, 11 - 14 MAGGIO Affari d’estate e nuove tendenze Da venerdì 11 a lunedì 14 maggio 2012 torna l’appuntamento con la bigiotteria di tendenza e gli accessori moda più originali e creativi grazie a Chibimart estate e ChibiDue, le due mostre d’affari che rappresentano – ognuna per le sue specificità – un momento di incontro importante per i tutti i buyers del settore. In particolare ChibiMart - Mostra di bigiotteria, accessori moda, pietre dure, prodotti etnici, argento da indosso incontra il canale del cash & carry e propone quanto di più attuale è presente oggi sul mercato con disponibilità immediata , consentendo di acquistare direttamente in mostra. Chibidue invece - Salone internazionale della bigiotteria, degli accessori moda e capelli - presenta le novità e anticipa le tendenze della stagione autunno-inverno mettendo in vetrina stili e tendenze originali e fornendo l’occasione per fare il punto su un mercato per sua natura creativo e mutevole. Entrambe le mostre sono uno dei più classici punti di forza della “filiera del bijoux” di Fiera Milano, che fa leva anche sui Macef di Gennaio e Settembre e su ChibiMart Inverno di novembre. La loro promozione è già attiva da tempo attraverso i canali più tradizionali (riviste trade, mail marketing etc) oltre che sul sito web che si arricchisce in questa edizione di importanti contenuti – dal catalogo ufficiale disponibile su APP, ai video informativi, fino alla presenza sui social network. Qui sono disponibili tutte le informazioni più utili per i visitatori, che quest’anno avranno a disposizione anche nuove opportunità: - Workshop di approfondimento sulle tematiche di utilizzo e sfruttamento del mondo «digital», sviluppate nei 4 giorni di mostra, a partecipazione gratuita (a numero limitato con registrazione sul sito). - Evento “Vetrina”, un‘area dedicata all’esposizione dei prodotti in una vetrina che cambia ogni giorno la sua composizione, dove poter scoprire tanti secreti. - Un concorso volto a definire lo stand più interessante per prodotto ed esposizione che premierà il visitatore-vincitore con un iphone. Ed infine una promozione che va oltre Chibi, perché tutti gli operatori che visiteranno le due mostre di maggio (previa preregistrazione sul sito http://www. chibimart.it/preregistrazione) riceveranno un ingresso omaggio per la prossima edizione di Macef settembre 2012 (www.macef.it) Appuntamento dunque con ChibiMart e ChibiDue dall’11 al 14 maggio in Fieramilanocity, al padiglione 1, su un un’area di circa 5.000 mila metri quadrati, dove saranno presenti un centinaio di aziende italiane ed internazionali. L’ingresso a Chibidue - Chibimart Estate è gratuito e riservato agli operatori del settore. Accesso mostra: da Porta Teodorico 6 - fieramilanocity, padiglione 1 Gli orari: dalle 9.30 alle 18.30 (ultimo giorno chiusura ore 16.00) PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch la Rivista n. 4 Aprile 2012 87 Fiere REATECH ITALIA: FIERA MILANO (RHO), 24 - 27 MAGGIO Le soluzioni per vivere meglio L’appuntamento per le persone con disabilità e le loro famiglie, alla ricerca di soluzioni per una migliore qualità della vita, è a Reatech Italia dal 24 al 27 maggio prossimi. L’evento, organizzato nei padiglioni di Fiera Milano, propone un format fortemente innovativo che pone al centro dell’attenzione il disabile come persona, mettendo da parte l’approccio sanitario e superando la dicotomia “normodotati-disabili”. La manifestazione presenterà il meglio delle soluzioni tecnologiche, ma soprattutto servizi, opportunità, momenti di riflessione e formazione, occasioni d’incontro e socializzazione pensati per favorire accessibilità, inclusione e autonomia. Reatech Italia si propone quindi di rappresentare un modo nuovo di concepire il momento fieristico: non una semplice vetrina espositiva, ma un evento partecipato, un momento d’incontro utile ed interessante, ricco anche di momenti divertenti e di svago. Reatech Italia si articolerà in aree espositive nell’ambito delle quali si parlerà di problematiche e opportunità legate all’istruzione e alla formazione professionale; saranno in mostra le soluzioni domotiche per la migliore fruizione degli spazi domestici e pubblici; si potranno esplorare le ultime novità in campo di ausili per la mobilità individuale; le proposte su misura di ogni esigenza in campo automotive e in ambito riabilitativo. Parte integrante dell’area espositiva saranno gli spazi dedicati all’intrattenimento, alla cultura, allo sport e al turismo accessibile. Sarà inoltre possibile sperimentare i benefici emotivi e motori che scaturiscono dal contatto con il cavallo nelle aree dedicate all’ippoterapia, realizzate in collaborazione con ANIRE, l’Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre e di Equitazione Ricreativa e all’onoterapia, realizzata 88 la Rivista n. 4 Aprile 2012 con ASINTREKKING; conoscere i vantaggi del metodo terapeutico basato sul rapporto uomo-animale grazie alla pet-therapy; in collaborazione con la Federazione Italiana Sportiva Automobilismo Patenti Speciali, provare le auto di prestigiose case automobilistiche adattate nelle officine di allestimenti speciali; testare il percorso per handbike grazie ai mezzi messi a disposizione dal Comitato Organizzatore del Giro d’Italia di Handbike. Sul fronte del turismo accessibile invece l’Associazione di volontariato Handy Superabile proporrà la ricostruzione di una vera e propria spiaggia per vivere l’esperienza di un “mare senza barriere”, dove non mancherannodimostrazioni di immersioni subacquee guidate, grazie alla presenza di istruttori professionali. Inoltre in un’area giardino dedicata ai giochi e percorsi di vita saranno organizzati momenti di intrattenimento, spettacoli e attività per i giovanissimi. Non mancheranno occasioni di formazione e informazione che Reatech Italia ha messo a punto in collaborazione con le principali Associazioni e Istituzioni, dando vita ad un interessante calendario di convegni, seminari, tavole rotonde, workshop dedicati al mondo della disabilità, alle problematiche più urgenti, ma anche alle opportunità e alle soluzioni innovative già disponibili sul mercato. La manifestazione è alla prima edizione nel nostro Paese, ma può contare sull’esperienza di Reatech Brasile, l’evento che viene organizzato da undici anni con successo a San Paolo da Cipa - società del Gruppo Fiera Milano - e sul patrocinio delle istituzioni che hanno creduto e apprezzato questo progetto proprio per la sua vocazione di acceleratore di una nuova prospettiva sociale: Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Fondazione Don Carlo Gnocchi, Istituto Carlo Besta, Istituto Eugenio MedeaAssociazione La Nostra Famiglia, Si.Di.Ma–Società Italiana Disability Manager. PER INFORMAZIONI Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, CH - 8027 Zürich Tel +41 44 289 23 23 Fax +41 44 201 53 57 e-mail: [email protected] www.ccis.ch Il Mondo in Camera «Made in Southern Italy» Mercato svizzero: vino italiano cercasi Modena porta l’Italia in Svizzera I libri dell’Associazione Italiana Sommelier - 2° Livello Il Food & Wine del Sud Italia si presenta a Foggia Vini d’Italia 2012 Moda e artigianato umbro Contatti Commerciali La CCIS entra nei social network Servizi Camerali la Rivista n. 4 Aprile 2012 89 Il mondo in camera «Made in Southern Italy» Agroalimentare, Turismo, Artigianato e Meccanica tra Basilicata e Calabria dal 7 all’11 maggio Una delle aree più dinamiche del Sud Italia, compresa tra le province di Potenza, Matera e Crotone si presenta ad una qualificata platea di potenziali clienti svizzeri. In occasione della delegazione organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera su incarico di Mondimpresa e delle Camere di Commercio di Potenza, Matera e Crotone, 12 buyer elvetici appartenenti ai 4 settori indicati verranno selezionati dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera per partecipare a titolo assolutamente gratuito a questo viaggio di affari di 3 giorni in una delle aree più dinamiche del Sud Italia, la Basilicata e la Provincia di Crotone nel Nord della Calabria. I buyer svizzeri selezionati parteciperanno ad una giornata di incontri b2b a Potenza con operatori italiani da loro precedentemente scelti e nei due giorni successivi avranno modo di visitare aziende e strutture turistiche espressione dell’eccellenza del territorio. Entro la metà di Aprile saranno disponibili un dettagliato programma e un elenco di produzioni e offerte turistiche presentate in quest’occasione. INFORMAZIONI [email protected] o [email protected] Fax 044/201 53 57 Modena porta l’Italia in Svizzera Prosegue anche nel 2012 l’alleanza strategica tra Promec, azienda speciale per l‘internazionalizzazione della Camera di Commercio di Modena (www.modenaemiliaromagna. it) e la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera con lo scopo di dare massima visibilità al tessuto imprenditoriale modenese sul mercato svizzero e di individuare opportunità di sbocco commerciale per le aziende modenesi sul mercato elvetico. Nel corso degli ultimi mesi, quali settori strategici della collaborazione tra Modena e la Svizzera sono emersi in modo particolare i settori dell’agroalimentare e del biomedicale nei quali frequenti sono stati gli scambi di infor- mazioni e i contatti tra istituzioni, associazioni ed imprese dei due settori. Tra i maggiori appuntamenti pianificati per quest’anno la partecipazione delle aziende agroalimentari modenesi alla fiera Gourmesse di Zurigo allo scopo di promuovere al pubblico ed agli operatori le produzioni enogastronomiche locali. INFORMAZIONI Marianna Valle e Fabrizio Macrì [email protected] - [email protected] 022 - 906 85 95 - 044 289 23 23 Il Food & Wine del Sud Italia si presenta a Foggia Anche quest’anno la CCIS invita e seleziona importatori svizzeri di prodotti alimentari a partecipare agli incontri b2b che si terranno a Foggia dal 17 al 19 aprile 2012. I buyers saranno ospitati dalla struttura “Regio Hotel Manfredi” (www.regiohotel.it)di Manfredonia (FG); gli incontri commerciali si svolgeranno presso la stessa, in un’area dedicata e allestita per i B2B. Lunedì 16 aprile Partenza dalla Svizzera, pick-up in aeroporto e accoglienza degli ospiti in albergo Martedì 17 aprile 10:00 Conferenza di inaugurazione di Euro&Med Food 2012 11:00-13:00 e 15:00-18:30 Appuntamenti commerciali Per i buyers interessati, compatibilmente con l’agenda di appuntamenti, sono disponibili 3 tasting groups, per ognuno dei quali sono attivate tre sessioni di assaggio. La partecipazione, previa registrazione, è libera e gratuita. Opzione 1 Area Tasting OLIO (in collaborazione con il Gruppo Panel CCIAA di Foggia e Lachimer, Laboratorio Polifunzionale delle Imprese) 90 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Opzione 2 Area Tasting VINO (in collaborazione con AIS Associazione Italiana Sommelier) Opzione 3 Area Tasting SLOW FOOD (in collaborazione con l’Associazione SLOW FOOD ) Mercoledì 18 aprile 9:30-13:00 e 15:00-18:30 Appuntamenti commerciali Per i buyers interessati, compatibilmente con l’agenda di appuntamenti, sono disponibili i 3 tasting groups, indicati sopra Giovedì 19 aprile 9:30-13:00 Appuntamenti commerciali 15:00-19:00 Visite aziendali libere presso le strutture che si rendono disponibili Venerdì 20 aprile 09:00 Partenza da Manfredonia e ritorno in Svizzera INFORMAZIONI [email protected] - [email protected] Fax 0442015357 Moda e artigianato umbro La Camera di Commercio di Terni promuove in Svizzera e Germania nel 2012 le sue eccellenze nei settori della moda, dell’artigianato e dell’agroalimentare. La prima attività prevista nel 2012 sarà una delegazione di importatori svizzeri nei comparti moda e artigianato che insieme ad una delegazione proveniente dalla Germania, incontrerà per due giorni sul territorio ternano in Umbria i produttori locali e valuterà l’importazione in Svizzera delle produzioni locali. I costi di partecipazione vengono interamente coperte dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. INFORMAZIONI [email protected] o [email protected] Fax 044/201 53 57 La CCIS entra nei social network La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera sperimenta la nuova frontiera della comunicazione ed entra nel mondo dei social network. Diventa anche tu un amico, ‘twitta’ e collegati alla CCIS ‘Aggiornati sul programma di lavoro della Camera, sui suoi eventi, esprimi la tua opinione e partecipa tramite: Facebook, Linkedin Twitter. Non giocare la tua partita da SEMINAR Neuerungen im italienischen Steuerrecht 2011/2012 Auswirkung auf Ch-Investitionen in Italien Das Jahr 2011 war gekennzeichnet durch mehrere und zeitlich kurz aufeinanderfolgende Notverordnungen, zuerst der Regierung Berlusconi und dann der Regierung Monti, um das Haushaltsdefizit und die Staatsverschuldung unter Kontrolle zu bekommen. Diese Korrekturgesetze, die allerdings mehr die Einnahmen-Seite als die Ausgaben-Seite im Auge hatten, enthielten daher einschneidende steuerliche Maßnahmen, von denen die wichtigsten, sowohl im Unternehmens-Bereich als auch im Privat-Bereich, bei der Tagung behandelt werden. Datum und Ort: Donnerstag, 19. April 2012, 09.00 Uhr – 12.30 Uhr / Hotel Baur au Lac Zürich Themen: Neuerungen für Unternehmer und Nicht-Unternehmer: Steuerliche Anreize für die Bildung von Eigenkapital, Verschärfung des Steuerstrafrechts; Neue Gemeindesteuer auf Immobilien in Italien (IMU), neue Vermögenssteuer auf Immobilien im Ausland und “State of the art“ in den steuerlichen Beziehungen zwischen Italien und der Schweiz solo, entra nella nostra rete e contribuisci al successo del Made in Italy sul mercato svizzero. INFORMAZIONI Christian Pitardi Tel 044 289 23 23 - [email protected] Sprache: Deutsch Leitung der Tagung: Massimo Calderan, Rechtsanwalt, ALTENBURGER LTD legal + tax, Küsnacht-Zürich und Genf Siegfried Mayr, Vorstandmitglied der Kammer und Steuerberater Studio MAYR FORT, FREI, Mailand Referenten: Dr. Robert Frei, Partner, Studio MAYR FORT, FREI, Mailand Dr. Heinz-Peter Hager, Partner, Studio HAGER & PARTNER, Bozen/Mailand Dr. Siegfried Mayr, Senior Partner, Studio MAYR FORT FREI, Mailand Dr. Manfred Psaier, Partner, Studio PSAIER, Brixen/ Mailand Tagungsgebühr: Für Mitglieder der Italienischen Handelskammer für die Schweiz CHF 250.Für Nichtmitglieder: CHF 350.Anmeldung: Italienische Handelskammer für die Schweiz, Seestrasse 123, 8027 Zürich E-Mail: [email protected] la Rivista n. 4 Aprile 2012 91 Il mondo in camera Mercato svizzero: vino italiano cercasi La Svizzera ha delle caratteristiche uniche in Europa che la assimilano per intensità della presenza di prodotti italiani sul mercato agli altri mercati maturi dell’Europa occidentale, mentre gli elevati tassi di crescita delle stesse esportazioni italiane la rendono più simile a mercati emergenti quali Russia e Brasile. Nella seconda metà del 2011 la Svizzera è stato tra i primi 5 mercati più dinamici del Mondo per le nostre esportazioni, e a tratti è stato addirittura il più dinamico. A questo si aggiungono il potere d’acquisto della popolazione che apre spazi, altrove impensabili, per i prodotti di nicchia italiani e il progressivo rafforzamento del Franco. Questa combinazione di fattori ha fatto si che nel novembre 2011 la Svizzera si sia classificata addirittura al terzo posto al Mondo tra i maggiori mercato di destinazione delle esportazioni italiane, e davanti a pesi massimi quali USA, Russia, Cina e India. Italia primo esportatore di vino in Svizzera Di particolare rilievo la posizione dell’Italia nel comparto vitivinicolo: i flussi di importazione 2011 per singolo paese fornitore ci dicono che l’Italia si conferma prima nazione fornitrice di vino in quantità (69.6 milioni di litri esportati: + 0,2% sul 2010). Segue la Francia, con ca. 40 milioni di litri e la Spagna con 35.1 milioni di litri. Come promuovere il vino in Svizzera In un contesto di mercato in cui l’offerta eccede di gran lunga la domanda, le singole cantine italiane non hanno le risorse necessarie per investire in comunicazione e marketing mirato alla distribuzione ed al consumo. Il vino, prodotto per eccellenza legato al territorio di produzione va promosso tramite iniziative territoriali con marchi forti, innovativi e riconoscibili. Due sono le formule promozionali suggerite: - Degustazioni in Svizzera aperte ai buyer della distribuzione specializzata, ristoratori, stampa e pubblico - Delegazioni in Italia di piccoli e selezionati gruppi di importatori svizzeri Fondamentale il follow-up sui contatti acquisiti per assicurare ritorno commerciale ai produttori. La CCIS ha contribuito negli anni all’avanzata del vino italiano in Svizzera proprio con degustazioni e incontri b2b in Svizzera e delegazioni di importatori svizzeri in Italia. Perché con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Perché promuoviamo solo vino Made in Italy Perché siamo da oltre un secolo sul mercato svizzero Perché otteniamo costi più accessibili e trasparenti Perché abbiamo accesso privilegiato alla comunità di business italo-svizzera Perché disponiamo degli strumenti di comunicazione adeguati ad un’azione di promozione e di informazione efficace. Interessati? Camera di Commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123 - 8027 Zurigo Centrale: [email protected] - Tel. 0041 44 289 23 23 I libri dell’Associazione Italiana Sommelier - 2° Livello IL VINO ITALIANO IL VINO NEL MONDO Una pubblicazione divisa in due volumi per conoscere in dettaglio il patrimonio enologico del Bel Paese. Nel primo volume sono descritte le caratteristiche generali dei vitigni più importanti ed è disegnato il profilo di ogni regione italiana, considerandone la storia vitivinicola, l’ambiente, le zone più significative e la gastronomia. Nel secondo volume è approfondito il discorso relativo ai vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita e a Denominazione di Origine Controllata, con l’inserimento degli elenchi delle IGT, che stanno assumendo un’importanza crescente nel panorama enologico italiano. Un lungo viaggio tra le colline, i vigneti e le cantine di tutti i continenti, dall’Europa alle Americhe, dall’Australia alla Nuova Zelanda, dalla Repubblica Sudafricana all’Oriente, per scoprire un affascinante mosaico di culture e sapori, filosofie e stili di produzione. Partiti dalle radici più antiche e profonde della vitivinicoltura, si è arrivati alle nuove frontiere del mondo enologico, nelle quali l approccio verso la conduzione della vigna e le tecniche di cantina è spesso molto influenzato dalle richieste dei mercati, con una gestione moderna e imprenditoriale. E svincolato, a volte, da quella passione un po’ ingenua e un po’ testarda che anima ancora alcuni vignaioli del cosiddetto Vecchio Mondo enologico. 1° Volume Pagine: 370 Illustrazioni e foto: 147 € 21,00 2° Volume Pagine: 704 Illustrazioni e foto: 197 Mappe: 77 € 34,00 Pagine: 558 Illustrazioni e foto: 553 Grafici: 24 Mappe: 30 € 45,00 I libri possono essere richiesti a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera - 044 289 23 23; [email protected] 92 la Rivista n. 4 Aprile 2012 Vini d’Italia 2012 25. Auflage - 25 Jahre Geschichte der Reben und der Weine Italiens 62 neue Weingüter im Club der “Tre Bicchieri” Zunahme der “Tre bicchieri verdi” Vini d’Italia, der maßgebliche und meist verkaufte italienische Weinführer, feiert sein 25jähriges Bestehen mit einer neuen Auflage, deren deutsche Ausgabe im Rahmen der internationalen Weinhandelsmesse ProWein in Düsseldorf am 3. März der Öffentlichkeit präsentiert wird. Das Werk ist ab sofort zum Preis von 30 Euro im Buchhandel erhältlich, die Distribution erfolgt über Paulsen Buchimport (Rheinfelden). 2.350 aufgeführte Weingüter, 375 Dreigläser-Weine, mehr als 20.000 Kreszenzen und ein Buchvolumen, das die Zahl von 1.000 Seiten übersteigt: dies sind die Eckdaten aus dem Führer Vini d’Italia 2012, der damit seinen Anspruch untermauert, mit einem Vierteljahrhundert Erfahrung zur echten, eigenständigen Enzyklopädie und zum Fotoalbum eines Italiens des Weines geworden zu sein – mit beständigem Wachstum und anhaltender Entwicklung. Die prämierten Regionen führt in diesem Jahr das Piemont mit 72 Weinen an, gefolgt von der Toskana mit 62, dem Veneto mit 34, Friaul – Julisch Venetien mit 26, Südtirol mit 25, der Lombardei und den Marken mit jeweils 18, Kampanien mit 17, Sizilien mit 16, der EmiliaRomagna mit 15, Sardinien mit 13, den Abruzzen mit elf, Apulien mit zehn, Umbrien und dem Trentino mit neun, dem Aosta-Tal und Ligurien mit jeweils fünf, Latium mit vier, der Basilicata mit drei, Kalabrien mit zwei und der Region Molise mit einem Dreigläser-Wein. Weiter gefestigt haben sich die “Tre Bicchieri” unter 15 Euro mit 52 prämierten Weinen, Zeichen einer Reaktion auf die vergangenen schwierigen Jahre mit Angeboten von immer besseren Weinen zu einem fairen Preis. Sechzehn dieser Weine kann man sogar für unter zehn Euro erstehen. Angestiegen ist die Zahl der “Tre Bicchieri Verdi” (siehe Anhang). In dieser Hinsicht unterstützt der Führer Vini d’ Italia die Weingüter auf ihrem Weg zu noch mehr Umweltbewusstsein, was als grundlegend für die Die Sonderpreise Rotwein des Jahres Carignano del Sulcis Sup. Arruga ‚07 - Sardus Pater Weißwein des Jahres Verdicchio dei Castelli di Jesi Sup. V.V. ‚09 - Umani Ronchi Zukunft des gesamten Agrarsektors in Italien betrachtet wird. Ein weiterer wichtiger Eckpunkt: fast 17 Prozent der ausgezeichneten Weingüter sind zum ersten Male im Club der “Tre Bicchieri” vertreten. Dies ist eine Rekordmarke, die die extreme Beachtung des Gambero Rosso und seines jungen Expertenteams unter den Aufsteigern der italienischen Weinbereitung findet. Die Sonderpreise gehen an die besten Weines des Jahres und das beste Weingut des Jahres, das beste Preis-Qualitäts-Verhältnis, den Winzer des Jahres und den Aufsteiger des Jahres; für nachhaltigen Weinbau gibt es ebenfalls einen eigenen Preis (siehe Anhang). Wie immer ist die für den Weinführer eingesetzte Mannschaft des Gambero Rosso sehr eindrucksvoll: mehr als 70 Verkoster waren über Monate hinweg in Italien unterwegs, um in den einzelnen Regionen über 30.000 Weine zu degustieren, einzuteilen und sie in den Bögen zu bewerten. All dies war nur möglich dank der Unterstützung durch öffentliche Einrichtungen und Institutionen sowie zahlreiche private Vereinigungen. Vini d’Italia 2012 Gambero Rosso pp. 1024; € 30,00 Weingut des Jahres Tasca d‘Almerita Bestes Preis-Qualitäts-Verhältnis Lambrusco di Sorbara Leclisse ‚10 Gianfranco Paltrinieri Winzer des Jahres Sergio Mottura Giuseppe Russo Schaumwein des Jahres Franciacorta Extra Brut 05 Ferghettina Aufsteiger des Jahres Mattia Barzaghi Süßwein des Jahres Cristina V.T. ‚08 - Roeno Nachhaltiger Anbau Alois Lageder la Rivista n. 4 Aprile 2012 93 Contatti commerciali DAL MERCATO ITALIANO Offerte di merci e servizi Moquette Besana Moquette Via Don Giacinto Dell’Acqua, 24 I - 23890 Barzago, frazione Verdegò, (LC) Tel. +39 031.860113 Fax +39 031.860202 E-Mail: info@besanamoquette. com www.besanamoquette.com Reti per salotti e divani Armetal S.r.l. Via Nazionale, 7-9-11 I - 47017 Rocca S. Casciano - Forlì Tel. 0039/0543.960139 Fax 0039/0543.950063 E-Mail: [email protected] www.armetalitalia.com Complementi d’arredo Stil Décor snc Via A. 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Contatta: Christian Pitardi - 044 289 23 23 [email protected] Fabrizio Macrì - 044 289 23 23 [email protected] Per le richieste di cui sopra rivolgersi a: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 E-mail: [email protected], www.ccis.ch DAL MERCATO SVIZZERO Ricerca di merci e servizi Guaine di protezione per cavi elettrici Jet Electricité & Télécommunication SA Ch. Frank-Thomas 66 1223 Cologny Tel. 0041/022 700 6261 Fax 0041/022 7006266 [email protected] www.jetelectricite.ch Calzature Artigiano Shoes & Bags Birmensdorferstrasse 1748 8003 Zürich Tel. 0041/43 3330885 E-Mail: [email protected] Cavi Tefkon AG Poststrasse 7 CH-9220 Bischofszell Tel. 0041 71 424 26 26 Fax 0041 71 424 26 24 [email protected] Abbigliamento femminile Liza Lareida GmbH Geigenmühlestr. 5 8173 Neerach Tel. 0041/ 434332109 Fax 0041/434332105 [email protected] Offerte di merci e servizi Trasporti internazionali Huber Transport AG Riedstrasse - PF CH - 6343 Rotkreuz Tel. ++41 417901188 Fax ++41 417901061 [email protected] www.hubertransport.ch Trasporti internazionali Planzer Transport AG Lerzenstrasse 14 CH - 8953 Dietikon Tel: +41 447446222 E-mail: [email protected] www.planzer.ch Per ulteriori info rivolgersi alla: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Seestr. 123, casella postale, 8027 Zurigo Tel. 044/289 23 23 Fax 044/201 53 57 E-mail: [email protected], www.ccis.ch la Rivista n. 4 Aprile 2012 95 ATTIVITÀ E SERVIZI Con i suoi circa 800 Soci la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, fondata nel 1909, è un‘associazione indipendente ai sensi del Codice Civile Svizzero. Il suo compito precipuo consiste nella assistenza alle imprese dedite all‘interscambio tra Italia, Svizzera ed il Principato del Liechtenstein. La gamma dei suoi servizi, certificati ISO 9001, è molto variegata e comprende tra l‘altro: - Ricerche su banche dati di produttori, importatori, grossisti, commercianti, agenti/rappresentanti dei seguenti Paesi: Italia e Svizzera - Informazioni riservate su aziende italiane: visure, bilanci, assetti societari, protesti, bilanci, rapporti commerciali, ecc. (disponibili on-line in giornata) - Segnalazioni di potenziali fornitori ed acquirenti - Ricerca e mediazione di partners commerciali italiani e svizzeri - Organizzazione di incontri e workshop tra operatori, con l‘ausilio di servizi di interpretariato e segretariato - Recupero di crediti commerciali, con particolare riguardo alla ricerca di soluzioni amichevoli e extragiudiziali PUBBLICAZIONI - La Rivista periodico ufficiale mensile (11 edizioni all‘anno) Calendario delle Fiere italiane Annuario Soci Indicatori utili Italia-Svizzera Agevolazioni speciali per i Soci Seestrasse 123, Casella postale, 8027 Zurigo Tel. ++41 44 289 23 23, Fax ++41 44 201 53 57 http://www.ccis.ch, e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 - Recupero dell‘IVA svizzera in favore di operatori italiani, nonché dell‘IVA italiana per imprese elvetiche - Consulenza ed assistenza legale in materia di diritto commerciale, societario e fiscale - Assistenza e consulenza in materia doganale - Informazioni statistiche ed import/esport - Informazioni finanziarie e riservate sulla solvibilità di imprese italiane e svizzere - Ricerca di prodotti, marchi di fabbricazione e reperimento di brevetti - Azioni promozionali e di direct marketing - Arbitrato internazionale - Informazioni relative all‘interscambio, normative riguardanti gli insediamenti in Svizzera ed in Italia - Seminari e manifestazioni su temi specifici di attualità - Traduzioni - Viaggi di Studio - Certificato di Italiano Commerciale rilasciato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma - Swiss Desk Porti italiani - La CCIS fornisce informazioni su Fiere e Mostre italiane. Rappresentanza ufficiale di Fiera Milano e di VeronaFiere - Recupero crediti in Svizzera - Regolamento di Arbitrato e di Conciliazione della Camera Arbitrale della CCIS - Compra-vendita di beni immobili in Italia - Costituzione di società affiliate di imprese estere in Italia - Il nuovo diritto societario italiano - Servizi camerali Rue du Cendrier 12-14, Casella postale, 1211 Ginevra 1 Tel. ++41 22 906 85 95, Fax ++41 22 906 85 99 e-mail: [email protected] IVA-Nr. 326 773 RECUPERO IVA ITALIANA RECUPERO IVA SVIZZERA Il servizio, offerto a condizioni molto vantaggiose, è rivolto sia alle imprese svizzere che recuperano l’IVA pagata in Italia che alle imprese italiane che recuperano l’IVA pagata in Svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra Italia e Svizzera la legislazione svizzera consente agli imprenditori italiani il rimborso dell’IVA svizzera. Grazie agli accordi di reciprocità tra l’Italia e la Svizzera, la legislazione italiana consente agli imprenditori svizzeri di ottenere il rimborso dell’IVA italiana. La CCIS: •■ fornisce la necessaria documentazione; • ■esamina la documentazione compilata; recapita l’istanza di rimborso in Italia all’Autorità fiscale competente; • avvia e controlla l’iter della Vostra pratica tramite il suo ufficio di Pescara; • fornisce assistenza legale La CCIS: • fornisce un servizio di informazione e prima consulenza; • diventa il Vostro rappresentate fiscale; • esamina la completezza della Vostra documentazione; • invia la documentazione alle autorità svizzere e segue l’iter della vostra pratica. Informazioni più dettagliate contattare la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera +41 (0)44 289 23 23 RICERCA DI PARTNER COMMERCIALI Grazie alla propria rete di contatti e alla conoscenza delle esigenze e dei bisogni del mercato elvetico e di quello italiano, la Camera di Commercio offre ad imprese sia svizzere che italiane intenzionate ad esportare i propri servizi e prodotti all’estero un’accurata ricerca di controparti commerciali. Attraverso un’analisi sistematica del mercato obiettivo ed identificati i partner commerciali ritenuti più idonei per le imprese a diventare affidabili interlocutori nel settore di riferimento, viene organizzato un incontro presso le aziende target così selezionate permettendo alle imprese italiane o svizzere un rapido ed efficace ingresso sui rispettivi mercati di riferimento. Per ulteriori informazioni ed un preventivo sul servizio, potete contattarci al seguente indirizzo mail [email protected] Ernst & Young, il vostro partner competente per: Assurance Tax Legal Transactions Advisory www.ey.com/ch Tomorrow needs commitment Proteggere, far fruttare e trasmettere il suo patrimonio. Oggi come ieri, il nostro impegno è guidato dalla trasparenza e da una visione a lungo termine. È con questi valori dettati dal buon senso che intratteniamo con lei una relazione duratura, basata sulla fiducia. Affrontiamo il futuro con serenità. www.ca-suisse.com ABU DHABI - BAHRAIN - BASILEA - BEIRUT - DOHA - DUBAI - GINEVRA - HONG KONG - KARACHI - LOSANNA - LUGANO - MONTEVIDEO - NASSAU - SINGAPORE - TEL AVIV - ZURIGO