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MERCOLEDÌ 16 MAGGIO 2012
il Cittadino
Cultura & Spettacoli
Nello scatto sotto Luciano Pagetti in
uno scatto recente sul palcoscenico
n L’Uccello di fuoco è una delle
principali figure mitologiche del
folklore slavo: molte sono le fia­
be popolari russe legate a questo
personaggio, magica creatura
alata, regale, bellissima, lumi­
nosa, che può portare fortuna a
chi riuscirà ad afferrarlo. Da qui
ha preso spunto la trasposizione
teatrale proposta questa sera al­
le 21 al teatro del Viale (l’ingres­
so è gratuito) dagli studenti del
laboratorio teatrale della scuola
media Cazzulani, diretti dalla
regia di Luciano Pagetti. Il testo
dello spettacolo si deve a Enrica
Manenti, che ha rielaborato il
materiale fiabesco, interpretan­
dolo come simbolo della lotta tra
le forze del Bene e quelle del Ma­
le: queste ultime, come in ogni
fiaba a lieto fine, destinate ad es­
sere sconfitte. Il laboratorio di
teatro da cui è nato lo spettacolo
ha coinvolto per tutto l’anno sco­
lastico circa trenta allievi di se­
conda e di terza media, guidati
da Pagetti che ha potuto contare
anche sulla collaborazione delle
insegnanti Elena Bona, Laura
Vignati, Liliana Cozzi, mentre
Fabio Mariani ha coordinato gli
studenti nella realizzazione del­
le scenografie. Le coreografie
che scandisco­
no alcuni mo­
menti dello
s p e t t a c o l o, e
che vedono in
scena altre tre­
dici allieve, so­
no create da
Eva Albanese.
La storia è am­
bientata nello
scenario incan­
tato di un mera­
viglioso castel­
lo, dove il mal­
vagio mago Ka­
tschei tiene pri­
gioniere alcune
bellissime fan­
ciulle, sotto la
sorveglianza di
esseri mostruo­
si che sono al
suo servizio. Il
magico Uccello
di fuoco giunge
al castello in
compagnia del
principe Ivan,
che riceve una
piuma dell’uc­
cello fatato co­
me talismano
contro le poten­
ze del male che
si accinge a sfi­
dare. Catturato
dai mostri, il
giovane si in­
namora di una
delle rag azze
prigioniere e, proprio quando ri­
schia di essere trasformato in
pietra, riesce a rompere l’incan­
tesimo e a far trionfare il bene e
la luce contro il male e le tene­
bre. Alcune delle musiche che
accompagnano l’azione sono
brani della celebre trasposizio­
ne musicale che della fiaba die­
de Stravinskij nel 1910. Quanto
al personaggio dell’Uccello di
fuoco, Pagetti ha scelto di sdop­
piarlo, affidandolo all’interpre­
tazione di due ragazze, una dan­
zatrice, che ne porta in scena i
movimenti, e un’attrice che dà
voce alle sue parole. Dello spet­
tacolo il regista è particolar­
mente soddisfatto, «sia perché è
diventato un lavoro davvero co­
rale, nel quale sono stati inseriti
numerosi personaggi (le fate che
creano l’uccello di fuoco, i mo­
stri al servizio del mago), sia
A P P L A U S I
IL CONCERTO
Appuntamento
al “Fanfulla”
con la voce calda
della Delgado
n In arrivo a Lodi una delle voci
più interessanti della musica lati­
na degli ultimi quindici anni: alle
21.30 di questa sera, il cinema
Fanfulla ospiterà Carola Delgado,
la cantautrice nicaraguense che
con il suo repertorio di musica po­
polare ha incantato il pubblico di
tutto il Sud America. Interprete
del repertorio storico della musi­
ca d’autore latinoamericana, Ca­
rola Delgado lavora come anima­
trice a “La olla quemada”, un lo­
cale di Leon, la seconda città del
Nicaragua. Il concerto di questa
sera segna per lei l’inizio di una
tournèe, patrocinata dall’Amba­
sciata del Nicaragua in Italia, che
la porterà per la prima volta nel
nostro Paese e che nei prossimi
L I C E O
V E R R I
Il Quartetto di Venezia
conclude la rassegna
degli Amici della musica
giorni toccherà Torino, Genova e
Livorno. Un vero e proprio debut­
to quello di stasera, ma Carola
non ha nulla da temere: il pubbli­
co lodigiano saprà apprezzarla
per la sua bella voce e per un re­
pertorio imperdibile per gli
amanti di questo genere. Accanto
ai brani più noti di Mercedes So­
sa, Victor Jara, Silvio Rodriguez,
duo Grardabarranco e altri arti­
sti internazionali, Carola Delga­
do proporrà una serie di composi­
zioni originali, le stesse per cui è
riuscita a imporsi agli occhi del
pubblico nicaraguense. Al con­
certo seguirà un piccolo brindisi. (Carola Delgado in concerto ­ og­
gi, ore 21.30 c/o Cinema Fanfulla,
viale Pavia, Lodi. Ingresso 6 euro)
I giovani attori di Pagetti
sullealidell’Uccellodifuoco
Stasera al Viale una pièce dedicata al celebre mito
Il teatro “Nebiolo” a spasso:
tour fra Tavazzano e Vizzolo
perché, come sempre, ha messo
alla prova la capacità dei giova­
nissimi allievi di esprimersi con
linguaggi diversi, e di impegna­
re abilità e talenti diversi da
quelli richiesti comunemente a
scuola». Al di là della soddisfa­
zione per il prodotto finale, con­
clude Pagetti, «il risultato più
bello è la passione che questi ra­
gazzi imparano a nutrire per il
teatro: una passione che poi
spesso continuano a coltivare
anche in futuro». Lo spettacolo
sarà presentatato al Viale anche
questa mattina alle 11 e giovedì
pomeriggio alle 15 per tutti gli
allievi dell’istituto.
Annalisa Degradi
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L’UCCELLO DI FUOCO
rielaborazione di Luciano paget­
ti, questa sera al teatro del Viale
di Lodi, ore 21. Ingresso libero
A L
n Il teatro Ne­
biolo di Tavaz­ n Iniziativa
zano “buca” la itinerante
quarta parete e dedicata
s e n e v a “ a ai più piccoli
spasso”. Si
chiama proprio al via nel
“ N e b i o l o a fine settimana
spasso” la ras­ su idea del
segna di teatro palco lodigiano
itinerante in
partenza il
prossimo venerdì 18 maggio in
collaborazione con gli assessorati
alla cultura del Comune di Tavaz­
zano e di Vizzolo Predabissi. Tre
le tappe del cammino tutto dedi­
cato ai bambini e alla fantasia che
toccheranno tre diversi spazi dei
due comuni con l’idea di andare
incontro al pubblico, prendendolo
per mano alla volta di nuovi e av­
venturosi approdi, navigando sul­
le ali dell’avventura e dell’imma­
ginazione. Un viaggio che partirà
da Vizzolo, venerdì alle 17, con
l’animazione Il bibliotecario e il
mostro di libri (ingresso a paga­
mento nell’auditorium comunale
di via Verdi), gioco fiaba ambien­
tato in una biblioteca dove si af­
frontano un bibliotecario e un
mostro divora libri e in cui la so­
luzione per salvare il patrimonio
cartaceo dei volumi arriverà solo
grazie all’aiuto degli stessi bam­
bini. La rassegna “Nebiolo a spas­
so” torna poi a Tavazzano dome­
nica 3 giugno, sempre alle 17, con
lo spettacolo Rosso Pop ­ Cappuc­
cetto, pièce firmata da Paolo Bi­
gnamini per ScenaAperta che
animerà la sala di via 4 Novembre
(sempre con ingresso a pagamen­
to) giocando con i colori della
bandiera italiana e pescando a
piene mani dalla tradizione della
fiaba per riscriverne una versio­
ne pop e cantata.
Chiusura sempre a Tavazzano,
nel parco Collodi di via I Maggio,
domenica 8 luglio, con l’animazio­
ne Acchiappa mostri!, un gioco
fiaba interattivo in cui due impro­
babili cacciatori di mostri si ci­
menteranno con identikit e inda­
gini sempre più strampalate per
catturare terribili mostri nasco­
sti a Tavazzano, dedicato a tutti i
bambini sopra i tre anni accom­
pagnati dalle famiglie con ingres­
so gratuito. Una rassegna, dun­
que, a misura di bambino e inte­
ramente curata dalla compagnia
teatrale Ditta Gioco Fiaba di Mi­
lano.
Ro.Mu.
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NEBIOLO A SPASSO
venerdì ore 17, Il bibliotecario e il
mostro di libri, auditorium comu­
nale di via Verdi, Vizzolo
Il Quartetto di Venezia in concerto nell’aula magna del Verri e, sotto, il pubblico
n E anche quest’anno siamo giunti
ai saluti; un congedo affidato agli
archi e al camerismo geometrica­
mente perfetto del quartetto. In
un’aula magna del liceo Verri di Lo­
di salutata a festa da un pubblico
ancora una volta numeroso, la scor­
sa domenica 13 maggio gli Amici
della musica hanno arrotolato il lo­
ro ennesimo cartellone, orgogliosi di
un successo che sta sì nel palpabile
aumento degli abbonati ma soprat­
tutto in alcune superbe pedine messe
a segno nel corso della partita an­
nuale come quella dei Kuijken, stra­
ordinari oranti nella bachiana Arte
della Fuga, proprio qui al Verri, e
quella, più recente, di Filippo Gam­
ba, intenso rabdomante chino sul
verbo brahmsiano. Per l’occasione,
il compito di calare ufficialmente il
sipario era stato affidato al Quartet­
to di Venezia, for­
mazione dal­
l’esperienza plu­
ridecennale ma­
turata in nume­
rosi contesti sia
nazionali che in­
ternazionali. Sul
leggio, ad atten­
dere Andrea Vio,
Alberto Batti­
ston, Giancarlo
di Vacri e Angelo
Zanin ­ rispetti­
vamente violini,
viola e violoncel­
lo ­ stava una sin­
golare maschera
a tre facce, un poliedro decisamente
irregolare eppure anche per questo
affascinante nell’ombra che andava
a proiettare: in apertura, la vena
non più classica e non ancor piena­
mente romantica, di frontiera, di
Cherubini e del suo primo Quartetto
in Mi bemolle maggiore, qui acco­
stato all’avvincente riverbero debus­
syano del Quartetto op. 10 e, succes­
sivamente, al Verdi “segreto” del suo
esperimento cameristico per archi,
scaturito dagli anni fecondi e diffici­
li della grande maturità, da quel
lungo silenzio che vede affiorare al­
tri unica come la Messa da Requiem
e, più tardi, i Quattro Pezzi sacri.
Un viaggio intrapreso e terminato in
Italia, dunque, con una sosta a sbir­
ciare dalla lente amplificata le sine­
stesie d’Oltralpe; viaggio rischioso e
tentatore, nei cui tornanti la forma­
zione veneziana si è tuffata con bal­
danza spiccia, muscolare anche una
volta penetrata nelle viscere della
pagina. La giocosa geometria cheru­
biniana veniva còlta dai quattro in­
terpreti alla lettera, esaltata nella
quadrata prevedibilità degli inca­
stri – tutti in battere, con i tempi forti
costantemente in rilievo – quanto
smorzata nella ricerca espressiva
della sottesa drammaturgia: colori
sempre sgargianti, arcata impettita
e quasi percussiva sulla pressoché
monocroma gradazione del forte. Là
dove la musica invita a sussurrare,
a suggerire a mezza voce, il corpo del
suono si faceva inconsistente, afono,
incapace di liberare il canto in una
tavolozza emozionale vivida e crepi­
tante. Tale cifra appariva ancor più
lampante nell’iridescente visione che
Debussy imprime nell’insistente ci­
clicità del suo Quartetto op. 10, dove
tutto è evocazione, scarno lirismo,
riarsa poesia in cui le quattro linee
strumentali si intrecciano a fram­
menti di aforistica urgenza. L’ap­
proccio della formazione, il suo pas­
so privo di sussulti e di lampi, di au­
tentica introspezione, lasciava sul
fondo di questo palpitante specchio
d’acqua tanto i conturbanti esotismi
quanto la schietta vena maliarda
che, nello Scherzo, accende la pagi­
na di inafferrabile ironia prima di
consegnarla al momento capitale,
quell’Andantino doucement expres­
sif, tutto in pianissimo con sordina,
in cui lo scavo dell’arco è insieme
confessione e crepuscolare silenzio.
Lo sguardo sul mondo da quel luogo
magico, d’altura, quale è questo
Quartetto pareva non reggere il peso
della sottile tensione che lo pervade e
spegnersi, vinto, in una pur garbata
restituzione che tuttavia poco illumi­
nava del suo arcano mistero.
Elide Bergamaschi
LEGGERA I cuori infranti di Norah
CLASSICA Fra Catalogna e Big Apple
JAZZ La trasformazione di Pieranunzi DVD Olmi, la fede sofferta del maestro
n Nella pubblicazione di Little
n Leonardo Balada è tra i com­
n Permutation, traducibile in ita­
n L’ultima produzione artistica di Er­
broken hearts c’entra e molto il
cinema. Non a caso l’album è
stato registrato da Norah Jones
a Los Angeles con il produttore e
musicista Danger Mouse (il cui
vero nome è in realtà Brian Bur­
ton), già apprezzato autore di un
omaggio alle colonne sonore del
cinema italiano più “tarantinia­
no” se si fa passare il termine.
Così i due si sono riuniti nello
studio di Danger Mouse a Los Angeles lo scorso autunno e han­
no composto e suonato l’intero album. La Jones si è cimentata
a piano, tastiere, basso e chitarra, mentre Danger Mouse era
alla batteria, basso, chitarra, tastiere e arrangiamento d’archi.
È la stessa cantante a raccontare l’incontro con Mouse che illu­
mina l’ascolto intenso delle stesse canzoni: «Brian ha questa
vasta collezione di poster di Russ Meyer nel suo studio e questo
in particolare, chiamato Mudhoney, era esattamente sopra il di­
vano dove mi sedevo ogni giorno. Ricordo di aver fissato il po­
ster per tutto il tempo passato a registrare l’album. Era incredi­
bilmente bello».
F. Fr.
positori europei che più di altri
hanno lasciato tracce della loro origine nell’ambito della musica
colta americana. Infatti la prove­
nienza catalana non gli è mai ve­
nuta meno, anzi da quel lontano
1956 in cui si trasferì a New York
per studiare composizione sono
passati quasi cinquant’anni, nel
quali Balada ha saputo trasfon­
dere nelle proprie composizione
lo spirito sia del Nuovo che del Vecchio Mondo. Saggio esem­
plare sono la raccolta di brani per pianoforte che Pablo Amorós,
tra l’altro dedicatario delle Mini­Miniatures del 2010, raccoglie
in questo compact disc della Naxos che va a incrementare la di­
scografia del compositore ispanoamericano.
Tra gli altri brani spiccano, quasi tutti in prima registrazione
mondiale, Preludis Obstinants, che fu commissionato ed ese­
guito da Alicia de Larrocha e Music in Four Movements, e Tran­
sparency of Chopin’s First Ballade, che riprende invece il canone
pianistico romantico proiettandolo nel Novecento più tardo e
post­moderno.
Fa.Fr.
liano con «trasformazione, cam­
biamento», è un termine che si
applica perfettamente alla ine­
sausta capacità di rinnovarsi del
grande pianista romano Enrico
Pieranunzi: nonostante abbia rea­
lizzato più di settanta dischi sem­
bra ben lontano dal dare fondo al­
la sua vena creativa. Un estro arti­
stico che si esprime altrettanto
agilmente nei lavori solisti (l’ulti­
mo è 1685, gioiellino del 2011), in duo (tra gli altri è da sottolinea­
re The heart of the ballad del 1988 con Chet Baker) e in trio, come
nel caso di Permutation, in cui Pieranunzi è accompagnato dalla
star mondiale della batteria Antonio Sanchez (punto di forza nei
progetti recenti di Pat Metheny) e Scott Colley, contrabbassista
che si è messo in evidenza suonando con Herbie Hancock, Jim
Hall, Chris Potter. Ma il termine Permutation si applica perfetta­
mente anche alla sensazione che si ha quando si ascoltano le no­
ve tracce del disco: idee musicali sempre nuove che si susseguo­
no dando vita a un flusso continuo, mai interrotto, che cattura per
la sua dinamica vivacità.
Giulia Guardiani
manno Olmi ha nella sua inquieta ri­
cerca qualcosa dell’estremo Pinter. A
dividere i due c’è solo la fede; ma
l’idea, politica d’amore, fraternità soli­
darietà, gettata nel baratro che risuc­
chia il mondo contemporaneo e che
soggiace alla loro poetica ha per oppo­
ste partenze il medesimo arrivo. Il vil­
laggio di cartone era stato collocato
nel Fuori concorso di Venezia 2011 e
a chiamarsi via dalla mischia era stato
proprio il regista trevigliese, forse per
isolare a sé le polemiche che avrebbe­
ro puntualmente com’è avvenuto il
film, ora uscito in pregevole edizione dvd. Senza mezzi termini e mediazio­
ni, Il villaggio di cartone è un film radicale, da domande ultime. Si è già ol­
tre l’assurdo beckettiano, Olmi ricostruisce un senso alla vita, sia che
muore sia che nasce. Il cerchio non si spezza e le considerazioni in seno
alla sceneggiatura di monsignor Ravasi e di Claudio Magris puntellano il
copione. L’insieme è tenuto dalla magnifica e leggera maestria olmiana di
creare scena e personaggi, la cui apparente pedissequa pedagogia non è
altri che l’ulteriore aggiornamento della grande lezione rosselliniana.
Fabio Francione
NORAH JONES
Little broken hearts
Emi Music, 2012
LEONARDO BALADA ­ PIANO MUSIC
Pablo Amorós, piano
Naxos 2011 - distribuzione Ducale
ENRICO PIERANUNZI
Permutation
Cam Jazz, 2012
IL VILLAGGIO DI CARTONE.
Regia di Ermanno Olmi con Rutgher Hauer
DVD 01 Distribution
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