21 novembre 2012 Pubblicata sul BURT la “Variante al PRG per la valorizzazione di 12 immobili di proprietà pubblica e dell’area di trasformazione Centro Alimentare Polivalente (CAP). Approvazione (art.58 DL 112/2008 e art.6 LR 8/2012)”. A seguito della pubblicazione sul BURT n.47 del 21 novembre ha acquistato piena efficacia il Piano delle alienazioni e valorizzazioni che si è avvalso delle procedure semplificate previste dal DL 201/2011 (Cresci Italia). Sono oggetto del Piano: - Ex ristorante “Le Rampe” - Colonica di piazza Eugenio AArtom - Ex deposito tram - Teatro Comunale - Ex scuola via di Villamagna - Conventino nuovo - Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia - Ex Meccanotessile - Parione - Possesso di Rusciano - Istituto Demidoff - Istituto Sant’Agnese - Area di trasformazione Centro Alimentare Polivalente (CAP) L’area del CAP è articolata in un comparto nord destinato alle attività produttive e di servizio del settore agroalimentare e in un comparto sud destinato al nuovo stadio e cittadella dei servizi (comprensiva di piazza e parco). A seguito dell’efficacia della variante possono essere presentate proposte relative alla realizzazione degli interventi nell’area nell’ambito del partenariato pubblico-privato previsto dalle norme vigenti. In assenza di proposte l’Amministrazione potrà avviare una procedura di evidenza pubblica per la definizione dell’ipotesi progettuale e del soggetto realizzatore. Con riferimento al comparto nord la società Mercafir ha avviato l’elaborazione di ipotesi progettuali e di sviluppo dell’attività. La variante al Piano Regolatore Generale: • Allegato A • Allegato B Allegato A comune di firenze direzione ambiente ufficio geologia e valutazione di impatto ambientale direzione urbanistica servizio pianificazione urbanistica schede di variante 1-12 variante al PRG art.58 DL 112/2008 - art.6 LR 8/2012 relazione urbanistica relazione di fattibilità idraulica, sismica e geologica (DPGR 53/R/2011) approvazione ottobre 2012 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente piano delle alienazioni e valorizzazioni documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Gruppo di lavoro Responsabile del Procedimento Domenico Palladino Collaboratori del Responsabile del Procedimento Lucia Martini Silvia Scarsella Franca Teri Progettisti Stefania Fanfani Calomira Galiotou Stefania Grillo Pietro Rubellini Simona Viliani Collaboratori alla progettazione documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Franca Benelli Fabio Capirossi Giuseppe Dinoi Giuseppe Iuorio Giovanni Matarrese Francesco Matteini Marcella Panetta Antonino Polistena Giuseppe Sangineto Chiara Tanini documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Indice Parte 1 - relazione urbanistica Premessa 3 1. La procedura tecnico-amministrativa 3 2. La valutazione 3 3. La coerenza con il Piano Strutturale 4 4. La coerenza con la pianificazione sovraordinata 4 5. L’elenco delle proposte 4 Scheda 1 Ex ristorante “le rampe” 6 Scheda 2 Colonica di piazza Eugenio Artom 10 Scheda 3 Ex deposito tram 13 Scheda 4 Ex teatro Comunale 19 Scheda 5 Ex scuola via di Villamagna 25 Scheda 6 Conventino nuovo 29 Scheda 7 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia 34 Scheda 8 Ex Meccanotessile 40 Scheda 9 Parione 46 Scheda 10 Possesso di Rusciano 49 Scheda 11 Istituto Demidoff 54 Scheda 12 Istituto Sant’Agnese 60 6. Istituzione zone di recupero ai sensi dell’art.27 della L457/78 66 7. Definizione delle destinazioni d’uso ai sensi dell’art.4, comma 2, 67 della LR 8/2012 8. Verifica della coerenza delle varianti con il dimensionamento 69 del Piano Strutturale 73 10. PRG riepilogo normativo 94 Parte 2 - relazione di fattibilità idraulica, sismica e geologica Introduzione 99 1. Inquadramento geologico 100 1.1 Descrizione geologica 100 1.2 Tettonica 104 1.3 Geomorfologia 106 1.4 Morfologia ed idrografia 107 1.5 Macrozonazione sismica 108 1.6 Inquadramento idrogeologico 109 2. Piani di bacino sovraordinati 2.1 Piano di Bacino del fiume Arno stralcio “Assetto idrogeologico” (PAI) 110 110 2.2 Piano stralcio relativo alla riduzione del “rischio idraulico” del bacino del fiume Arno111 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 9. Osservazioni/Conrodeduzioni 2.2.1 Carta degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico nel bacino dell’Arno 112 2.2.2 Carta aree di pertinenza fluviale dell’Arno e degli affluenti 112 2.2.3 Carta guida delle aree allagate 112 2.3 Art.36 PIT - Art.141 LR 66/2011 - Art.96 RD 523/1904 3. Individuazione delle classi di pericolosità 3.1 Considerazioni in merito alle indagini geologico tecniche allegate al PS 4. Individuazione delle classi e delle condizioni di fattibilità 113 114 114 115 Allegato 1 - Tabella pericolosità/fattibilità 116 Allegato 2 - Carte della fattibilità 124 5. Integrazioni al deposito del Genio Civile n.2978 del 30.03.2012 128 6. Integrazioni e modifiche a seguito del parere del Genio Civile espresso ai sensi dell’art.9 del DPGR 53/R/2011 130 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente PARTE 1 Relazione urbanistica documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Premessa Le dodici modifiche al PRG di seguito proposte sono finalizzate alla valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà pubblica non più strumentale all’esercizio delle funzioni istituzionali dell’ente. Dieci riguardano immobili di proprietà comunale, alcuni dei quali già inseriti nel Piano delle Alienazioni allegato ai bilanci di annualità pregresse, due riguardano immobili di proprietà della ASP Montedomini di cui la stessa società ne propone la valorizzazione essendo stata dismessa o essendo in via di dismissione l’attività socio-sanitaria. Le modifiche proposte trattano, nella maggior parte dei casi (7), l’eliminazione della destinazione pubblica di aree ed immobili esistenti; le altre proposte (5), pur mantenendo la medesima finalità di valorizzazione, consistono esclusivamente in modifiche specifiche (di seguito illustrate) che consentono una più corretta trasformazione del bene. 1. La procedura tecnico amministrativa La presente proposta di variante, che riguarda dodici immobili di proprietà pubblica, segue la procedura di cui all’art.58 del decreto legge 112/2008, convertito con legge 133/2008, così come recentemente modificato dal decreto legge 201/2011, convertito con legge 214/2011, e costituisce parte integrante del Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni Immobiliari. La Regione Toscana con LR 8/2012 ha disciplinato il procedimento semplificato per l’approvazione delle varianti agli strumenti urbanistici comunali in attuazione del citato decreto legge 112/2008. Pertanto la presente proposta di variante segue la procedura dell’art.6 della legge regionale. 2. La valutazione 3 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il sopra citato art.58 del decreto legge 112/2008, nella sua recente modifica, a proposito del processo di valutazione ambientale strategica (VAS) dispone quanto di seguito riportato: Le varianti urbanistiche di cui al presente comma, qualora rientrino nelle previsioni di cui al paragrafo 3 dell'articolo 3 della direttiva 2001/42/CE e al comma 4 dell'articolo 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i. non sono soggette a valutazione ambientale strategica. Gli immobili oggetto della presente proposta di variante sono sostanzialmente riconducibili alla fattispecie contemplata al paragrafo 3 dell'articolo 3 della direttiva 2001/42/CE trattandosi effettivamente di piccole aree a livello locale. Si fa presente comunque che il Piano Strutturale, approvato con deliberazione n.2011/C/00036 del 22 giugno 2011, è stato assoggettato a valutazione ambientale strategica (VAS) e Valutazione Integrata (VI) ai sensi della normativa nazionale e regionale vigente. Le trasformazioni di cui tratta la presente variante rientrano nel dimensionamento del Piano Strutturale. 3. La coerenza con il Piano Strutturale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Con deliberazione n.2011/C/00036 del 22 giugno 2011, il Consiglio Comunale ha approvato, ai sensi della LR 1/2005, il Piano Strutturale, che ha acquisito definitiva efficacia con la pubblicazione sul BURT n.31 del 3 agosto 2011. In questa fase, fino all’adozione del Regolamento Urbanistico, è vigente la normativa transitoria del Piano Strutturale approvato, che pone specifiche limitazioni alla disciplina del Piano Regolatore Generale (approvato con DCR n.385 del 02.12.1997 e presa d’atto DCC n.141 del 09.02.1998) che permarrà in vigore fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico. L’art.7.1 delle Norme di attuazione del Piano Strutturale stabilisce che dalla data di esecutività della deliberazione di adozione del Piano Strutturale si applicano le misure di salvaguardia di cui all’art.53, comma 2, lett. h) della LR 1/2005, con gli effetti di cui all’art.61 della medesima legge. La fattispecie di modifiche proposte nel presente provvedimento non contrasta, in generale, con le misure di salvaguardia di cui all’art.7.2 ed è coerente con principi, indirizzi, direttive e prescrizioni del Piano Strutturale. Si tratta infatti per lo più di recupero del patrimonio edilizio esistente che, in relazione al proprio valore e alla propria consistenza, può essere trasformato assumendo destinazioni d’uso diverse da quelle attuali. Configurandosi la presente variante al PRG vigente come anticipazione del Regolamento Urbanistico, laddove necessario, è stata verificata la conformità al dimensionamento massimo ammissibile per la parte di città di riferimento (UTOE), rinviando il prelievo delle superfici oggetto della trasformazione alla pianificazione attuativa per gli interventi superiori a 2000 mq di superficie utile lorda. Nelle schede che seguono, elaborate per ciascuno degli immobili, che illustrano il contenuto specifico della variante, sono elencati in maniera puntuale le norme di salvaguardia che imporranno limiti alla trasformazione del bene nella fase attuativa sia essa diretta, che soggetta a pianificazione di dettaglio. 4. La coerenza con la pianificazione sovraordinata Il Piano Strutturale è redatto in coerenza agli strumenti di pianificazione sovraordinata: Piano di Indirizzo Territoriale (PIT), approvato con DCR n.72 del 24.07.2007, e Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato con DCP n.94 del 15.06.1998. Il Piano Strutturale tiene conto altresì del PIT con valore di Piano paesaggistico adottato con DCR n.32 del 16.06.2009, nonché dell’aggiornamento del Quadro Conoscitivo propedeutico alla definizione del nuovo PTCP.” 5. L’elenco delle proposte Il presente provvedimento riguarda 12 proposte di modifica del PRG vi- 4 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG gente, che interessano immobili di proprietà pubblica da inserire nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni di cui al citato art.58 del decreto legge 112/2008. Ogni scheda illustra specificatamente il contenuto della variante ed evidenzia a livello cartografico e normativo la modifica da apportare. DENOMINAZIONE UBICAZIONE SINTESI DELLA PROPOSTA 1 Ex ristorante “le rampe” vale G. Poggi, 1 Eliminazione della Zona F, Sottozona F1 ed attribuzione della classe 0 all’edificio e al bastione 2 Colonica di piazza Eugenio Artom via dell’Accademia del Cimento Eliminazione della Zona G, Sottozona G2e ed attribuzione, per gli immobili non classificati in classe 8, di Zona H, Sottozona H1 3 Ex deposito tram via F. De Andrè Eliminazione delle zone G ed F ed attribuzione di Zona D, Sottozona D3, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) 4 Ex teatro Comunale Corso Italia Eliminazione del PUC. Ridefinizione di classi di edifici, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) 5 Ex scuola via di Villamagna via di Villamagna, 27A e 27B Cambio di zona (da Zona G a Zona F) ed attribuzione di simboli di destinazione d’uso 6 Conventino nuovo via Giano della Bella Parziale eliminazione lottizzazione 69, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) 7 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia Via del Cavallaccio Variante alle NTA e eliminazione della previsione di tratto della tramvia Ex Meccanotessile via T. Alderotti 9 Parione via del Parione Attribuzione di Zona G Sottozona G2p con simbolo “Parcheggi” e cambio simbolo in Zona F da Università ad Attrezzatura pubblica amministrativa 10 Possesso di Rusciano via B. Fortini Eliminazione di porzioni di zone F e G, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) 11 Istituto Demidoff via San Niccolò, 30 Eliminazione della Zona G, Sottozona G2e, attribuzione della classe di edificio 9 per le aree scoperte, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) 12 Istituto Sant’Agnese Via Guelfa, 79 Eliminazione della Zona H, sottozona H3e, modalità attuativa Piano di Recupero (PR), attribuzione della classe 0 e della classe 2. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 8 Parziale eliminazione lottizzazione 356, eliminazione di parte della Zona F, Sottozona F2p, ridefinizione di classi di edifici, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) per porzione dell’area 5 1 Ex ristorante “le rampe” viale Giuseppe Poggi, 1 individuazione catastale: foglio 122 particelle 13, 280 e 281 Obiettivi documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Obiettivo della variante è l’idonea utilizzazione dell’immobile, attualmente parte del patrimonio dell’Amministrazione comunale, e la conseguente eliminazione di una situazione di abbandono e di degrado presente in una zona di grande pregio della città. L’immobile oggetto di proposta di variante risulta inserito nell’”Elenco immobili da alienare” che costituisce l’allegato “A” alla deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: Piano delle Alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”. La variante, che elimina l’attuale destinazione pubblica, costituisce occasione per attribuire la corretta classificazione dell’immobile nel PRG vigente. Con il Decreto del Direttore Regionale della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana n.396 del 09.08.2011, l’immobile, infatti, è dichiarato di interesse ai sensi dell’art.10 del DLgs 22 gennaio 2004, n.42. Il decreto in oggetto comprende anche la particella 13 che individua il bastione che, pur non essendo oggetto di alienazione, viene inserito nella presente variante per attribuirgli la corretta classificazione sulla base del suddetto decreto. Inquadramento generale Nel 1860 l’Arch. Poggi progetta la “Passeggiata del viale dei Colli” (viale Michelangelo, il piazzale Michelangelo, viale G. Galilei e viale Machiavelli) ed a lui verrà dedicato il viale che parte da San Niccolò ed arriva al Piazzale. Alla prima curva salendo da San Niccolò vi è, in prossimità delle antiche mura, un complesso costituito da una piccola costruzione fatta a forma di chalet e dalla sua pertinenza, un tempo usato come rimessaggio dai giardinieri che avevano in cura il verde della collina del piazzale Michelangelo. L’edificio in oggetto, che si sviluppa su due piani fuori terra, è in muratura portante e copertura in legno a spiovente. Più recentemente è stato adibito a caffè-ristorante, costituendo un luogo di ristoro panoramico. 6 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG il bastione Le costruzioni realizzate abusivamente nel tempo intorno al vecchio chalet sono state recentemente demolite. A seguito di esecuzione forzosa di sfratto e fallimento dell’ultimo gestore, l’immobile per lungo tempo è rimasto inutilizzato ed ha costituito dimora di alcuni senza tetto, oggi risulta luogo abbandonato e degradato. In seguito all’ordinanza sindacale n.2008/00758 del 27.08.2008 che riguarda la messa in sicurezza dell’edificio previo sgombero di eventuali occupanti abusivi e la demolizione delle parti abusive, nel settembre 2008 si è proceduto alle demolizioni dovute e alla messa in sicurezza dell’originaria struttura dello chalet. Attualmente l’edificio è completamente tamponato ed è da considerarsi inagibile. Il terreno e la piccola costruzione costituiscono patrimonio comunale dalla seconda metà dell’Ottocento. Il PRG lo chalet Secondo il PRG vigente l’immobile in oggetto ricade in Zona omogenea A (art.15 NTA) - classe 2 (art.19 NTA) ed in Zona omogenea F (art.50 NTA), in gran parte in Sottozona F1 (art.51 NTA), di progetto, con simbolo di “Area per campeggio” ed in parte in Sottozona F1 (art.51 NTA), esistente, con simbolo di “Verde pubblico”; il medesimo ricade anche all’interno del Parco storico della collina fiorentina e Parco dell'Arno (art.49 NTA). L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale estratto cartografico catastale 7 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico, DLgs n.42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 262/1951, (artt.9, 10.1, 10.17 NTA); Decreto n.396 art.10 DLgs n.42 del 22 gennaio 2004; potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Invarianti (tav. 2): Invariante del paesaggio aperto (artt.7, 9, 11.1 e 11.4 NTA); Aree fragili (art.11 del PTCP); Aree a prevalente funzione agricola (art.40 L 1/05 ed in conformità al PTCP) (artt.11.1 11.2 NTA). − Tutele (tav. 3): Buffer zone della Villa medicea di Boboli (artt.9, 12.1 e 12.3 NTA), Testimonianze archeologiche (Protocollo di intesa tra Comune di Firenze e Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana finalizzato alla tutela e valorizzazione delle aree di interesse archeologico del 23.02.2006) (artt.9, 12.1 e 12.2 NTA). − Sistema territoriale (tav. 7): Sistema di valle (artt.17, 18 NTA), Subsistema della pianura coltivata (art.20 NTA), Sistema della collina (artt.17 e 22 NTA), Subsistema della collina coltivata (art.23 NTA). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Corridoio ecologico del fiume Arno (artt.27 e 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 4 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero dell’immobile in oggetto è attualmente da sottoporre alle seguenti misure: − le prescrizioni definite per le invarianti strutturali, ad esclusione di quelle di specifica competenza del Regolamento Urbanistico. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe III - 60-50 dBA documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La proposta di variante La variante propone di eliminare la destinazione pubblica (Sottozona F1 esistente e di progetto), mantenendo inalterata la classe 2 per le aree scoperte e classificando in classe 0 gli edifici (ciò che rimane dell’ex ristorante “le rampe” ed i resti dell’adiacente bastione). Si fa presente, come evidenziato nel Piano Strutturale, che l’ipotesi di ampliamento del campeggio esistente, che interessa parte dell’area, non rientra nei programmi dell’Amministrazione comunale. L’immobile potrà essere oggetto di alienazione a seguito di provvedimento di autorizzazione ai sensi dell’art.57 del DLgs 42/2004. Si evidenzia inoltre che, ai fini di una eventuale alienazione, dovrà essere definito l’esatto resede di pertinenza che occuperà un’area limitata rispetto alla presente proposta di variante in accordo con quanto verrà stabilito dalla Soprintendenza. 8 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Tabella delle variazioni di zona stato di diritto stato modificato Classe 0 Edifici notificati vincolati, Zona F - Sottozona F1p con simbolo “Area per campeggio” + classe 2 - Aree L1089/39 di pertinenza e giardini di particolare interesse Zona F - Sottozona F1p con simbolo Classe 2 - Aree di pertinenza e giardi“Area per campeggio” + classe 2 - Aree ni di particolare interesse di pertinenza e giardini di particolare interesse Zona F - Sottozona F1e con simbolo Classe 2 - Aree di pertinenza e giardi“Verde pubblico” + classe 2 - Aree di ni di particolare interesse pertinenza e giardini di particolare interesse NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato 9 2 Colonica di piazza Eugenio Artom via Accademia del Cimento individuazione catastale: foglio 33 particelle 1133 e 1143 Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Amministrazione comunale non ritenuto più strumentale all’attività dell’Ente, finalizzato alla sua alienazione. Con questa finalità viene proposta l’eliminazione della destinazione pubblica attuale sull’immobile, da tempo abbandonato, e sulla relativa pertinenza, garantendo al contorno la permanenza delle attrezzature pubbliche. L’immobile oggetto di proposta di variante risulta inserito nell’”Elenco immobili da alienare” che costituisce l’allegato “A” alla deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: Piano delle Alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”. Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il fabbricato in oggetto è nato come edificio rurale, ma ha perso da tempo la sua funzione agricola. Attualmente è contornato da una serie di attrezzature pubbliche, corrispondenti alle seguenti funzioni: piccolo giardino attrezzato con giochi per bambini, parte del quale è realizzato su porzione della particella 1143; bocciodromo coperto (particella 1136); estratto cartografico catastale 10 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG locali gestiti dal Centro Anziani del Q.5 (particella 25); orti urbani (porzione della particella 1134). Catastalmente è individuato dalla particella 1133. Il medesimo versa in condizioni di tale fatiscenza da rendere impossibile il rilievo planimetrico. Ad esso viene prevista l’annessione dell’area, corrispondente a porzione della particella 1143, che costituirà il resede esterno del predetto fabbricato. Tale annessione comporterà lo spostamento dei giochi per bambini che possono trovare collocazione in adiacenza alla tettoia del bocciodromo. La particella 1144 individua l’accesso agli orti urbani, al fabbricato ed all’attuale giardino. Circa la verifica dell’ interesse culturale (art.12 DLgs 42/2004) si fa presente che, con notifica prot. n.4008 la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana ha dichiarato che l’immobile non presenta interesse storico-artistico e non rientra quindi fra i beni di cui all’art.10 del DLgs 42/2004. Il PRG L’area e gli immobili che su di essa insistono (classe 8 - Edifici isolati di particolare interesse) ricadono in zona G, sottozona G2e attrezzature e servizi esistenti con simboli di “Attrezzature ricreative/cinema/teatro” e “Attrezzature culturali/museo”. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA . 11 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Sistema territoriale (tav. 7): Sistema di valle (artt.17, 18 NTA), nel Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito dell’Insediamento recente (art.21.6 NTA). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Rete ecologica intraurbana; Aree ad alta biodiversità da tutelare e potenziare (art.27, 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 10 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero dell’immobile in oggetto non è sottoposto ad alcuna delle misure di salvaguardia di cui all’art.7 delle NTA del Piano Strutturale. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. La proposta di variante La variante propone di eliminare la destinazione pubblica, Zona G (art.54 NTA), Sottozona G2 (art.56 NTA) esistente con simboli di “Attrezzatura ricreativa/cinema/teatro” e “Attrezzatura culturale/museo”, mantenendo la classe 8 - Edifici isolati di particolare interesse (art.25 NTA) per l’edificio e classificando le aree scoperte, che costituiscono resede di pertinenza, in Zona H, Sottozona H1 - Aree di verde privato e di pertinenza (art.57 NTA). L’accesso all’immobile sarà garantito dalla costituzione di una servitù di passo sulla particella 1144. Tabella delle variazioni di zona stato di diritto stato modificato Classe 8 Edifici isolati di particolare Zona G - Sottozona G2e con simboli “Attrezzatura ricreativa/cinema/teatro” interesse e “Attrezzatura culturale/museo” + classe 8 Zona H - Sottozona H1 - Aree di verde Zona G - Sottozona G2e con simboli privato e di pertinenza “Attrezzatura ricreativa/cinema/teatro” e “Attrezzatura culturale/ museo” NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato 12 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Ex deposito tram via Fabrizio De Andrè (già via della Casaccia) 3 individuazione catastale: foglio 108 particelle 194, 205, 301, 302, 2258, 2259, 2260 e porzione della particella 2266 Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Amministrazione comunale, finalizzato alla sua alienazione, perché non più strumentale all’attività dell’ente. A tale scopo viene proposta l’eliminazione della destinazione pubblica prevista per l’area e gli edifici che su di essa insistono, proponendo la destinazione terziaria e commerciale. Si ricorda che l’immobile in oggetto è stato inserito (ad esclusione di porzione della particella 2266) nel Piano delle Alienazioni del Comune di Firenze con deliberazione del CC 2008/C/00013 del 25.02.2008 ed è stato già oggetto di aggiudicazione da parte della Amministrazione comunale attraverso una procedura di evidenza pubblica (asta del 24.10.2008 aggiudicazione con determinazione n.2008/DD/10894 del 05.12.2008). Inquadramento generale estratto cartografico catastale 13 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Dalla relazione di stima, curata della commissione valutazioni immobiliari, si evince che il valore del bene è stato sostanzialmente stimato sulla base della destinazione edilizia produttiva attuale. Allo stato attuale il complesso immobiliare è stato suddiviso in diversi locali assegnati in documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente locazione a vari soggetti che vi esercitano attività di carattere artigianale e commerciale. La relazione contiene anche “una stima sintetica per incidenza di area ipotizzando la trasformazione in residenza”, ma nella stessa viene sottolineato “che il criterio della trasformazione appare una strada non percorribile poiché vi sono grossissime incertezze sul tipo di intervento eventualmente ammissibile e sulla sua fattibilità”. Alla luce dei corretti criteri e parametri utilizzati nella stima del complesso immobiliare alienato si propone di modificare l’attuale previsione a partire dalle considerazioni che seguono. L’area è attualmente da considerarsi degradata per lo stato in cui si trovano gli immobili e per la crescita disordinata dell’edificato realizzato anche attraverso numerosi condoni edilizi non ancora definiti. Essa è inserita in un contesto tipicamente di margine dove sono presenti attività di varia natura compresa una centrale elettrica con l’accesso in prossimità del Teatro Tenda (OBIhall), lungo via Fabrizio De’ Andrè, strada che corre lungo le sponde dell’Arno. L’area presenta concrete potenzialità di sviluppo e miglioramento delle condizioni attuali legate principalmente alla sua ubicazione e al suo affaccio sull’Arno, oltre che alla relazione con via E. De Nicola. Fra tutti gli edifici che insistono sull’area, in pessimo stato di manutenzione, emerge un edificio realizzato agli inizi del ‘900 in struttura metallica e muratura in mattoni faccia vista originariamente utilizzato come officina per i tram, deposito e sottostazione di Varlungo. Nonostante l’evidente degrado e la prepotente manomissione cui è stato sottoposto nel corso del tempo (sono presenti numerose superfetazioni) l’edificio presenta caratteri architettonici interessanti che meritano di essere salvaguardati e mantenuti. L’immobile è pervenuto al Comune di Firenze nel 1935 dalla Società “Le tramways Florentins”. La tecnica costruttiva con cui è stato realizzato lo annovera fra le opere ingegneristiche in ferro caratteristiche dell’epoca. La struttura è costituita da longarine in ferro accoppiate ed imbullonate fra loro in modo da creare una gabbia portante al cui interno sono inseriti mattoni in laterizio leggero che ne costituiscono la tamponatura. I prospetti sono scanditi da ampie aperture ad arco, il prospetto lungo l’Arno è sormontato da una lunga finestratura continua che illumina l’interno oggi occultata da un carter metallico. L’immobile in oggetto è stato sottoposto alla verifica di interesse culturale del patrimonio immobiliare pubblico ai sensi dell’art.12 del DLgs 42/2004. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale, con nota del 10.07.2008 (prot. n.6244), pervenuta alla Direzione Patrimonio Immobiliare del Comune di Firenze, esclude l’interesse artistico, storico, archeologico ed etnoantropologico del bene in questione sottraendolo pertanto alla tutela di cui al DLgs 42/2004 parte seconda, ivi comprese le prescrizioni di cui agli artt.12 e 56 del decreto legislativo medesimo. Permangono invece gli obblighi e le prescrizioni che derivano dall’art.90 e ss nell’eventualità di scoperte archeologiche fortuite nell’immobile in oggetto. Tutti gli altri edifici non presentano caratteri architettonici di rilievo per cui se ne propone la loro sostituzione. 14 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Il PRG L’area è attualmente classificata dal PRG vigente in parte Zona G attrezzature e servizi, Sottozona G1 (artt.54 e 55 NTA), di progetto, con simbolo di “Verde pubblico” e Zona F, Sottozona F2 (artt.50 e 52 NTA), di progetto con simbolo di “Area per impianti tecnologici e servizi annessi”; ed in parte Zona G attrezzature e servizi, Sottozona G2 (artt.54 e 56 NTA), di progetto, con simbolo di “Attrezzatura ricreative/cinema/teatro” e “Attrezzatura culturali/museo”. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale 15 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico DLgs n.42 del 22.01.2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 218/1953, (artt.9, 10.1, 10.17 NTA); vincolo delle sorgenti e punti di captazione ai sensi del DLgs 3 aprile 2006, n.152 "Norme in materia ambientale" (artt.9, 10.1 e 10.14 NTA); potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Tutele (tav. 3): Testimonianze archeologiche (Protocollo di intesa tra Comune di Firenze e Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana finalizzato alla tutela e valorizzazione delle aree di interesse archeologico del 23.02.2006) (artt.9, 12.1 e 12.2 NTA). − Sistema territoriale (tav. 7): Sistema di valle (artt.17, 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito dell’insediamento recente di valle (art.21.6 NTA). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Corridoio ecologico del fiume Arno (artt.27 e 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 3 (artt.34 e 35 NTA). Verificato che l’immobile risulta avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il suo recupero con cambio di destinazione d’uso che sarà ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). Nella fase attuativa dovrà essere stabilita la superficie da destinare alle funzioni che si intendono insediare, ammesse nella Sottozona D3, per poter correttamente prelevare la quota di superficie, declinata per destinazione d’uso, dal dimensionamento dell’UTOE 3 di riferimento. Il dimensionamento massimo ammissibile dell’UTOE 3 disaggregato per destinazioni, evidenziato all’art.35 delle NTA del Piano Strutturale (direzionale comprensiva delle attività private di servizio mq. 2100 e commerciale relativo alle medie strutture di vendita mq. 2100), garantisce le trasformazioni consentite con la nuova classificazione di PRG. Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa pre- sente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’intervento di recupero dell’immobile in oggetto è da sottoporre alle seguenti misure: − la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Alla luce del quadro conoscitivo ricostruito e delle considerazioni e valutazioni sopra illustrate, emergono due elementi da sottolineare che costituiscono la cornice per la definizione della proposta di variante: 1. il mantenimento dell’immobile storico quale esempio interessante di architettura industriale di inizio secolo 2. la scelta della destinazione d’uso. Pur non essendo dunque stato inserito fra gli immobili di valore storico culturale e soggetto alla tutela di cui al DLgs 42/2004, si ritiene che per le sue caratteristiche architettoniche, ora poco leggibili per la pesante manomissione cui è stato sottoposto nel corso del tempo, l’edificio identificato catastalmente al foglio 108, particella 205 debba essere mantenuto e sottoposto ad un adeguato recupero. Ciò significa conservarne l’involucro liberato dalle superfetazioni e la sua struttura in ferro permettendo al contempo un utilizzo consono alle esigenze di trasformazione. A tal fine la variante al PRG dovrà permettere, considerata l’altezza del manufatto, l’inserimento di solai intermedi per un adeguato sfruttamento della volumetria esistente. La superficie incrementabile sarà recuperata attraverso la demolizione di alcuni dei manufatti facenti parte del complesso. La scelta di mantenere l’edificio di valore storico induce una conseguente riflessione sulle destinazioni d’uso che possono essere accolte nel complesso immobiliare. È del tutto evidente che il rispetto per la morfologia del manufatto storico permetta solo l’inserimento di alcune funzioni escludendo sicuramente la residenza che, per oggettivi requisiti di vivibilità, imporrebbe una trasformazione pesante dell’edificio e la perdita, causata dal frazionamento, della sua lettura unitaria. Oltre a questa inevitabile considerazione occorre fare un’attenta riflessione sul contesto in cui l’intervento si inserisce. Pur essendo stato oggetto di numerosi interventi di trasformazione anche recenti, la zona circostante il complesso immobiliare in oggetto verte in evidente stato di degrado e si configura tuttora come un’area marginale, disordinata, dove sono presenti anche apparecchiature elettriche in tensione (afferenti la centrale elettrica) e 16 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 17 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente dove continuano a prevalere funzioni diverse dalla residenza. Nello specifico la presenza di apparecchiature elettriche in tensione limita la possibilità di insediare determinate funzioni. In particolare la Distanza di Prima Approssimazione, come definita nel DM 29.05.2008 di "Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti", che rappresenta la distanza alla quale l’induzione magnetica assume il valore di 3 microTesla (valore stabilito come obiettivo di qualità per ambienti con permanenza di almeno 4 ore, in caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni), invade di circa 6 metri l’area oggetto della presente variante. Non si rilevano, invece, interferenze per quanto riguarda la linea di Media Tensione che risulta interrata e la cui profondità di interramento è tale che in superficie è assicurato il rispetto dell’obiettivo di qualità di 3 microTesla (dati forniti dal Responsabile Unità Sicurezza e Ambiente di Enel Distribuzione - DTR Toscana e Umbria). Pertanto la presenza delle suddette apparecchiature elettriche in tensione rappresenta ulteriore impedimento all’insediamento della residenza. Se dunque l’affaccio privilegiato sull’Arno resta occupato dall’edificio storico, la residua edificabilità data dalla sostituzione degli altri manufatti si colloca in un’area che non affaccia direttamente su via Enrico De Nicola, ma che con questa entra in concreto rapporto e non rappresenta, proprio per la sua collocazione, luogo adatto ad accogliere una sua trasformazione in residenza. Concludendo, fermo restando la palese volontà di procedere alla eliminazione della destinazione pubblica che attualmente il PRG conferisce all’area, scelta per altro già avallata dal Consiglio Comunale con l’inserimento del complesso immobiliare nel Piano delle Alienazioni 2008, si propone di assoggettare gli interventi a Piano di Recupero e sottoporre l’intero complesso alla disciplina della Zona D, Sottozona D3 terziarie e commerciali esistenti, di completamento, di ristrutturazione disciplinate dall’art.41 delle NTA del PRG con un comma speciale per il complesso in oggetto: Art.41 Sottozone D3: terziarie e commerciali esistenti, di completamento, di ristrutturazione (…) 41.8 Per il complesso immobiliare ubicato lungo via Fabrizio De’ Andrè è ammessa la sostituzione edilizia ad eccezione dell’edificio principale per il quale è consentito esclusivamente il recupero attraverso il mantenimento dell’originario impianto. È ammesso altresì l’incremento della sua superficie utile lorda attraverso l’inserimento di solai intermedi mediante il recupero di superfici legittimate da un titolo abilitativo e oggetto di demolizione facenti parte del complesso immobiliare, mantenendo inalterata l’originale struttura in ferro. Nella sostanza il Piano di Recupero contemplerà la sostituzione edilizia di tutti gli immobili legittimati da un titolo abilitativo ed il recupero della superficie utile lorda demolita. Parte della superficie potrà essere recuperata all’interno dell’edificio storico individuato e parte con la realizzazione di un nuovo manufatto nell’ampio resede esistente. Tabella delle variazioni di zona stato di diritto stato modificato Zona G - Sottozona G1 di progetto con simbolo di “Verde pubblico” + zona F - Sottozona F2 di progetto con simbolo “Area per impianti tecnologici e servizi annessi” Zona D - Sottozone D3: terziarie e commerciali esistenti, di completamento, di ristrutturazione + Piano di Recupero Zona G - Sottozona G2 di progetto con simboli di “Attrezzatura ricreativa/ cinema/teatro” e “Attrezzature culturali/museo di progetto” Zona D - Sottozone D3: terziarie e commerciali esistenti, di completamento, di ristrutturazione + Piano di Recupero NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato modificato 18 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Ex teatro Comunale Corso Italia 4 individuazione catastale: foglio 156 particelle 98, 100, 101, 336 e foglio 163 particelle 1, 2, 3, 447 Obiettivi Inquadramento generale Il complesso del teatro Comunale era inserito nel Piano delle valorizzazioni e dismissioni immobiliari sopracitato, approvato ai sensi dell’art.58 della Legge 6 agosto 2008 n.133 che prevedeva contestualmente l’approvazione di una variante urbanistica finalizzata ad attribuire al complesso edilizio destinazione privata. Successivamente, in data 17.12.2009 e 03.03.2010, è stato approvato l’Avviso pubblico per la alienazione, mediante procedura negoziata diretta, del complesso immobiliare. Come detto nel Provvedimento Dirigenziale della Direzione Patrimonio n.2011/DD/10152 del 11.11.2011, nel corso delle varie procedure di evidenza pubblica per la vendita del tea- 19 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Obiettivo della presente proposta di variante è quello di approfondire la fattibilità della trasformazione del complesso dell’ex teatro Comunale alla luce anche degli esiti negativi delle procedure di evidenza pubblica, finalizzate alla sua alienazione, che hanno avuto luogo. Trattandosi di trasformazione complessa è stato riflettuto prima di tutto sulla modalità attuativa dell’intervento. Il PRG vigente (variante approvata con deliberazione 2009/C/00025 “Approvazione: Piano delle Alienazioni e valorizzazioni immobiliari con relativa variante di PRG; Bilancio annuale di previsione 2009, bilancio triennale 2009-2010-2011 e relazione previsionale e programmatica) consente di procedere con intervento edilizio diretto (Progetto Unitario Convenzionato con sostituzione edilizia per gli edifici in classe 6 e ristrutturazione edilizia R1 per le classi 4), ma la complessità del recupero e soprattutto la difficoltà della definizione della superficie da ricostruire per gli edifici in classe 6, ha indotto l’amministrazione a percorrere un’altra strada, ovvero quella di intervenire attraverso un piano di recupero che permetta di approfondire in maniera più adeguata tutti gli aspetti della trasformazione. Nell’approfondire il tema della trasformazione sono emerse ulteriori criticità legate alla classificazione di alcune porzioni di edifici che di seguito verranno puntualmente illustrate. tro, che si sono concluse con esito negativo, è emerso che permangono alcuni elementi di incertezza che frenano le offerte di possibili acquirenti, risultando ancora indefinito il momento in cui l’attuale teatro sarà lasciato libero con il trasferimento del Maggio Fiorentino nella nuova sede oggi ancora in fase di costruzione, ed emergendo alcune criticità interpretative circa le reali possibilità di trasformazione consentite sull’immobile con l’attuale previsione urbanistica. Nel medesimo provvedimento viene evidenziato che non risulta conveniente per il Comune procedere in tempi brevi con ulteriori tentativi di vendita, perdurando tra l’altro una situazione del mercato immobiliare particolarmente critica; mentre risulta opportuno valutare la possibilità di rendere più chiare e dettagliate le reali potenzialità di futura trasformazione urbanistica del complesso immobiliare. Sulla base delle sollecitazioni della Direzione Patrimonio è stata approfondita la fattibilità dell’intervento di trasformazione che in via generale risulta già consentito dalle attuali norme del PRG vigente e sottratte alle norme di salvaguardia del Piano Strutturale (vedi art.7.3 delle NTA del PS), per mettere a fuoco gli elementi di criticità dell’intervento. Dalla lettura della classificazione degli edifici in parte classe 6 e in parte classe 4, si evince che alcune porzioni attualmente in classe 4 e quindi soggette alla ristrutturazione edilizia R1 sono invece l’esito di ampliamenti realizzati a saturazione di spazi originariamente liberi con i quali si è di fatto intasato l’interno dell’isolato andando a costituire un unico inestricabile volume. Questo continuum di costruzioni impone una riflessione sulla effettiva trasformabilità del complesso. Sono presenti infatti alcune porzioni di edifici, affacciati sullo spazio interno, di cui il PRG impone la conservazione classificandoli in classe 4, ma che in realtà non presentano caratteri architettonici di valore e la cui presenza inibisce o limita il riuso di tutto il complesso. Occorre pertanto fare un’analisi ulteriore dello stato di fatto. Ciò riguarda una porzione del volume individuato con la particella 100 e una piccola corte interna individuata come porzione della particella 101. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente estratto cartografico catastale 20 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG La porzione della particella 100 è oggi costituita da stanze prive di areazione naturale ed illuminazione realizzate a partire dagli anni ‘30 del secolo scorso a supporto del grande spazio del palcoscenico. Vi sono infatti racchiusi camerini, depositi e slarghi della scena. Stesso destino è stato subito dalla piccola corte interna dell’edificio individuata come porzione della particella 101, occupata dai volumi dei servizi igienici sempre di pertinenza del teatro. Infine si rilevano alcune incongruenze di classificazione per alcune piccole porzioni della particella 2 e la permanenza di una scala antincendio da rimuovere. Il PRG Il complesso del teatro Comunale è classificato in parte in classe 4 “Edifici di particolare interesse documentario e ambientale, di realizzazione coeva e non, alla formazione del tessuto che costituiscono in larga misura i tessuti storici e consolidati della città e dei centri minori” (art.21 NTA del PRG), in parte in classe 6 “Edifici realizzati in epoca successiva a quella di formazione del tessuto edilizio, che presentano caratteri ed allineamenti incompatibili con il contesto” (art.23 NTA del PRG), in parte in classe 9 “Aree destinate a pertinenza di edifici pubblici e privati” (art.26 NTA del PRG). L’intervento è soggetto a Progetto Unitario Convenzionato (PUC) ai sensi dell’art.11 delle NTA del PRG vigente e dello specifico art.23.4: − Gli interventi relativi all’ex complesso del teatro Comunale saranno attuati attraverso specifico PUC (art.11 NTA). Gli immobili delimitati dallo stesso PUC sono classificati in classe 4 (art.21 NTA) classe 6 (art.23 NTA) e classe 9 (art.26 NTA). Si dovranno valutare, nell’ambito del PUC medesimo, le misure idonee e/o i reperimenti necessari a soddisfare le dotazioni minime di spazi pubblici (standard) di cui al DM 1444/68. Dovranno essere rispettate le condizioni e prescrizioni contenute nel paragrafo 5.1 della Relazione Geologica di Fattibilità allegata alla Variante al PRG. A tali interventi, fino all’attuazione del documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 21 Progetto Unitario Convenzionato, si applicano le Norme Tecniche di Attuazione vigenti al momento dell’efficacia della variante con la quale è stato introdotto il presente comma (DCC 2009/C/00025 del 16.03.09 pubblicata sul BURT n.23 del 10.06.09). L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico, DLgs n.42 del 22.01.2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 218 del 31.08.1953, (artt.9, 10.1 e 10.17 NTA); vincolo archeologico DLgs n.42 del 22.01.2004 (artt.9, 10.1 e 10.16 NTA); impianto fisso di telefonia mobile (artt.9, 10.1 e 10.11 NTA). − Invarianti (tav. 2): Invariante del nucleo storico (artt.7, 9, 11.1, 11.5 NTA). − Sistema territoriale (tav. 7): Sistema di valle (artt.17, 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito del nucleo storico di valle (art.21.3 NTA). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Corridoio ecologico del fiume Arno e Reticolo idrografico canale Macinante (artt.27, 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 12 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’intervento di recupero dell’immobile in oggetto è sottratto alle norme di salvaguardia come si evince dall’ultimo alinea dell’art.7.3: − interventi di carattere trasformativo (sostituzione edilizia/ ristrutturazione urbanistica) per il complesso del teatro Comunale, in anticipazione del Regolamento Urbanistico. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante La presente variante riguarda sostanzialmente due aspetti: la modalità attuativa con cui si intende intervenire nella trasformazione del complesso e alcune piccole correzioni che riguardano la classificazione di alcune porzioni di edifici. In particolare viene proposto di sottoporre la trasformazione alla definizione di un piano di recupero che consenta di gestire in 22 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG maniera più adeguata i vari aspetti dell’intervento. Da una più attenta e dettagliata ricognizione dello stato di fatto si è verificato che porzione della particella 100 è oggi costituita da vani privi di areazione naturale ed illuminazione costruiti senza un preciso progetto o disegno a supporto del grande spazio del palcoscenico. Vi sono infatti racchiusi camerini, depositi e slarghi della scena. Viene proposta pertanto la modifica della classificazione degli edifici da classe 4 (art.21 NTA) a classe 6 (art.23 NTA) per permetterne la demolizione e riaprire un’importante corte interna sull’edificio contiguo, ripristinando al contempo l’originario impianto dell’edificio ottocentesco che affaccia su via Solferino (compresa l’originaria scala in pietra). Medesima modifica alla classificazione viene proposta per la piccola corte interna dell’edificio individuato con la particella 101, oggi intasata da servizi igienici sempre di pertinenza del teatro. Infine viene proposta una parziale riclassificazione della particella 2. Le minime porzioni in classe 4 che di fatto non hanno alcun valore architettonico o relazione con gli edifici di pregio contigui esistenti vengono incluse nella classe 6. La corte interna (classe 9), occupata attualmente dalle ciminiere, testimonianza della originaria organizzazione ottocentesca, viene trasformata in classe 4 per garantire la loro conservazione e valorizzazione. In ultimo viene proposta la classe 7, ovvero edifici non compatibili con il tessuto edilizio (art.24 NTA), per la scala antincendio esterna posta su via Magenta. Occorre pertanto: e sostituirlo con il presente nuovo art.23.4: Gli interventi relativi all’ex complesso del teatro Comunale saranno attuati attraverso specifico Piano di Recupero (PR). A tali interventi, fino all’attuazione del Piano di Recupero, si applicano le Norme Tecniche di Attuazione vigenti al momento dell’efficacia della variante con la quale è stato introdotto il presente comma (DCC 2009/C/00025 del 16.03.09 pubblicata sul BURT n.23 del 10.06.09). 23 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente abrogare l’art.23.4: Gli interventi relativi all’ex complesso del teatro Comunale saranno attuati attraverso specifico PUC (art.11 NTA). Gli immobili delimitati dallo stesso PUC sono classificati in classe 4 (art.21 NTA) classe 6 (art.23 NTA) e classe 9 (art.26 NTA). Si dovranno valutare, nell’ambito del PUC medesimo, le misure idonee e/o i reperimenti necessari a soddisfare le dotazioni minime di spazi pubblici (standard) di cui al DM 1444/68. Dovranno essere rispettate le condizioni e prescrizioni contenute nel paragrafo 5.1 della Relazione Geologica di Fattibilità allegata alla Variante al PRG. A tali interventi, fino all’attuazione del Progetto Unitario Convenzionato, si applicano le Norme Tecniche di Attuazione vigenti al momento dell’efficacia della variante con la quale è stato introdotto il presente comma (DCC 2009/C/00025 del 16.03.09 pubblicata sul BURT n.23 del 10.06.09). Tabella delle variazioni di zona stato di diritto Classe 4 edifici di particolare interesse storico e ambientale + PUC Classe 9 Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati + PUC Zona priva di destinazione urbanistica specifica, di fatto sede stradale esistente stato modificato Classe 6 Edifici d'epoca successiva non compatibili con il contesto + Piano di Recupero Classe 4 Edifici di particolare interesse storico e ambientale + Piano di Recupero Classe 7 Edifici non compatibili con il tessuto edilizio Classe 9 + PUC Classe 9 + PR Classe 0 + PUC Classe 0 + PR Classe 6 + PUC Classe 6 + PR NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato 24 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Ex scuola via di Villamagna via di Villamagna, 27A e 27B 5 individuazione catastale: foglio 126, particella 1777 e porzione di particella 25 Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Amministrazione comunale e la conseguente alienazione, non risultando l’immobile più strumentale all’attività dell’Ente. L’immobile oggetto di proposta di variante risulta inserito nell’”Elenco immobili da alienare” che costituisce l’allegato “A” alla deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: Piano delle Alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”. Inquadramento generale estratto cartografico catastale 25 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area oggetto di proposta di variante è parte del più ampio Parco dell’Arno ed è adiacente all’area dell’acquedotto dell’Anconella. Il prefabbricato è stato realizzato negli anni ’70 per accogliere il complesso scolastico “Don Facibeni” che comprendeva anche la palestra ed il resede circostante con due box di servizio. L’edificio attualmente risulta occupato dal centro sociale C.P.A. FI Sud e verte in condizioni precarie. L’area fa parte di un sistema che, costituito da attrezzature e servizi pubblici alternati ad ampi spazi di verde attrezzato, caratterizza le sponde dell’Arno e costituisce il Parco dell’Arno, oggetto di un programma di recupero e riqualificazione come definito nel Piano Strutturale. L’obiettivo della valorizzazione del bene, finalizzato alla sua alienazione, dovrà tenere conto del delicato contesto in cui si opera mantenendo inalterato l’equilibrio fra spazi edificati e non, inibendo trasformazioni che, seppur vantaggiose da un punto di vista patrimoniale, potrebbero alterare lo stato attuale dei luoghi. Il PRG L’area è attualmente classificata nel PRG vigente come Zona G (art.54 NTA), Sottozona G2 (art.56 NTA), esistente, Attrezzature e servizi pubblici di quartiere con simbolo di “Scuola dell’obbligo/materna/asilo nido”. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico, DLgs n.42 del 22.01.2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 218 del 31 agosto 1953 (artt.9, 10.1 e 10.17 NTA); vincolo delle sorgenti e punti di captazione ai sensi del DLgs 3 aprile 2006, n.152 "Norme in materia ambientale" (artt.9, 10.1 e 10.14 NTA); potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Invarianti (tav. 2): Invariante dei fiumi e delle valli (artt.7, 9, 11.1, 11.3 NTA), Invariante del PTCP “Aree sensibili già vulnerate da fenomeni di esondazione soggette a rischio idraulico” (art.3 PTCP) − Sistema territoriale (tav. 7): Sistema di valle (artt.17, 18 NTA), Subsistema dei fiumi Arno e Greve e del torrente Ema (art.19 NTA); − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Parco dell’Anconella e Corridoio ecologico del fiume Arno (artt.27 e 28 NTA) − Le parti di città (tav. 14): UTOE 3 (artt.34 e 35 NTA) Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che mantenendo inalterata la funzione pubblica (zona F), la trasformazione è sottratta alle misure di salvaguardia come specificato dall’art.7.3 delle NTA del Piano Strutturale: − Interventi su aree che il PRG destina ad attrezzature e servizi pubblici (zone F e G); La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) 26 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Classe III - 60 - 50 dBA (parte) - Classe IV - 65 - 55 dBA (parte). La proposta di variante Il contesto in cui l’immobile si inserisce limita la potenzialità di trasformazione e valorizzazione del bene. L’area fa parte infatti del Parco dell’Arno, un’ampia fascia lungo il corso dell’Arno che su questa sponda accoglie sostanzialmente attrezzature e servizi pubblici alternati ad ampi spazi di verde attrezzato. Volendo conciliare pertanto la valorizzazione dell’immobile con la necessità di mantenere inalterato l’equilibrio esistente fra spazi edificati e non, occorre limitare la sua trasformazione, mantenendo una destinazione pubblica. La variante propone dunque il passaggio da zona G “servizi pubblici di quartiere” con simbolo di “Scuola dell’obbligo, materna, asilo nido” a zona F “attrezzature pubbliche di interesse generale”. L’opportunità della sua valorizzazione è affidata dunque all’ampliamento delle possibilità di destinazioni d’uso ritenute compatibili con l’area ed il suo contesto. Con questa finalità l’area sarà individuata come sottozona “Sottozona F2: attrezzature pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale” con i seguenti simboli: − − − − − − Attrezzatura pubblica amministrativa Attrezzature sociali e socio-sanitarie Attrezzatura sanitaria ospedaliera Scuola superiore all’obbligo Università Attrezzature Tabella delle variazioni di zona NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. stato modificato Zona G, Sottozona G2e con simbolo di “Scuola dell’obbligo, materna, asilo nido” Zona F, Sottozona F2p con simboli: Attrezzatura pubblica amministrativa, Attrezzature sociali e socio-sanitarie Attrezzatura sanitaria ospedaliera Scuola superiore all’obbligo Università Attrezzature 27 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto Disciplina del suolo e degli edifici stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato modificato 28 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Conventino nuovo via Giano della Bella, via del Casone, via dei Villani 6 individuazione catastale: foglio 118 particella 833 ed altre Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Amministrazione comunale. L’edificio denominato “Conventino nuovo” realizzato negli anni ’80 e attualmente sottoutilizzato, risulta inserito nell’”Elenco immobili da alienare” che costituisce l’allegato “A” alla deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: Piano delle Alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”. La finalità della presente proposta di variante è quella di sottrarre l’area alla disciplina, ormai obsoleta, della lottizzazione attraverso la quale l’intervento è stato attuato per consentire una più corretta trasformazione. Inquadramento generale L’area oggetto di proposta di variante riguarda l’edificio, adiacente al vecchio Conventino, realizzato negli anni ‘80 come ampliamento del complesso artigianale, di proprietà dell’Amministrazione comunale. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente estratto cartografico catastale 29 L’edificio del nuovo Conventino si sviluppa su tre piani di cui uno interrato ed accoglie laboratori artigianali e sedi di associazioni culturali pur rimanendo ampiamente sottoutilizzato. Il PRG Il PRG vigente classifica l’area in Zona omogenea A (art.15 NTA), Centro storico fuori le mura, ricompresa all’interno della lottizzazione n.69 (art.33 NTA). L’area in oggetto è attraversata dal Limite percorribile dell’organismo urbano (art.55.2 NTA). Il PRG, inoltre, classifica l’edificio denominato nuovo Conventino in classe 6 - Edifici d’epoca successiva non compatibili con il contesto (art.23 NTA), le rimanenti aree libere in classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse (art.19 NTA) e classe 9 - Verde privato di pertinenza di edifici pubblici e privati (art.26 NTA). L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico DLgs n.42 del 22.01.2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 218 del 31 agosto 1953 (artt.9, 10.1 e 10.17 NTA). − Invarianti (tav. 2): Invariante dei tessuti storici e di relazione con il paesaggio aperto (artt.7, 9, 11.1, 11.6 NTA). − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema di valle (artt.17 e 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito dei tessuti compatti otto-novecenteschi di valle (art.21.4 NTA). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Rete ecologica intraurbana (artt.27 e 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 5 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero dell’immobile in oggetto è da sottoporre alle seguenti misure: − le prescrizioni definite per le invarianti strutturali, ad esclusione di quelle di specifica competenza del Regolamento Urbanistico. Poiché l’area ricade all’interno del perimetro dell’Invariante dei tessuti storici e di relazione con il paesaggio aperto (art.11.6 NTA), per quanto riguarda l’edificio del nuovo Conventino la norma dispone che gli interventi di carattere trasformativo (sostituzione edilizia, ristrutturazione urbanistica), su manufatti collocati all’interno degli isolati e che siano incoerenti con il contesto esistente, potranno essere attivati esclusi- 30 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG vamente tramite trasferimento delle superfici, nei termini e con le localizzazioni definiti dalla disciplina della perequazione, come stabilirà il Regolamento Urbanistico; − la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa. La variante è coerente, in linea di principio, con il Piano Strutturale e propone una riflessione rispetto alle norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65 - 55 dBA. La proposta di variante 31 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La variante propone di eliminare il riferimento alla lottizzazione 69 disciplinata dall’art.33 NTA del PRG vigente, che rinvia alla disciplina relativa alle “Sottozone edificate in forza di lottizzazioni convenzionate BL”: 33.1 Sulle planimetrie di Piano nonché nella planimetria 1:10.000 (all. n° 3) che costituisce parte integrante delle presenti Norme, sono riportati i perimetri delle lottizzazioni convenzionate già delimitate nel PRG '62, nonché di quelle successive. All'interno di tali perimetri resta in vigore la disciplina stabilita dalle deliberazioni di approvazione e dalle convenzioni, e dalle modifiche introdotte. La lottizzazione 69 risulta inserita nell’Allegato 3 e individuata, con apposita perimetrazione nelle tavole della Disciplina del suolo e degli edifici Scala 1:2.000 del PRG vigente. Pur rinviando il PRG, dunque, alla disciplina specifica con la quale è stata realizzata la lottizzazione, che per esempio impone limiti all’insediamento di determinate destinazioni d’uso (l’immobile del “Conventino nuovo” è destinato ad attività artigianali) al contempo riconosce come consolidato il tessuto generato dalla lottizzazione classificando in Zona A in maniera puntuale i vari immobili che ne fanno parte. La variante quindi, si pone l’obiettivo di sottrarre l’edificio ed il suo resede di pertinenza, alla disciplina della lottizzazione, eliminando la relativa perimetrazione e mantenendo la classificazione dell’edificio in zona A classe 6. La disciplina ordinaria del PRG vigente (classe 6) soggetta alle limitazioni introdotte con le misure di salvaguardia del Piano Strutturale (art.11.6 NTA) consentirebbe di operare il cambio di destinazione d’uso attraverso la ristrutturazione edilizia del manufatto esistente. La particolare dissonanza dell’edificio con il contesto esistente percepibile già a livello planimetrico, accentuata dalla sua consistenza volumetrica dovuta all’originaria destinazione artigianale, ha indotto una riflessione sulla opportunità di mantenere l’edificio nell’attuale consistenza permettendone il cambio di destinazione d’uso. Trattandosi di manufatto incongruo interno ad un isolato, volendo contemperare sia la riqualificazione di certe situazioni attraverso il trasferimento di superfici coerentemente con quanto stabilito nel Piano Strutturale che la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà comunale, viene proposto in luogo del trasferimento, la sostanziale riduzione della superficie ricostruibile. A tal fine si propone la ricostruzione in loco di un edificio con una consistenza non superiore a 2.000 mq, invece degli attuali 3.400 mq circa, di superficie utile lorda riducendo sostanzialmente l’impatto con il contesto. Per coerenza con l’art.23 del PRG vigente l’intervento verrà comunque sottoposto a pianificazione attuativa (Piano di Recupero) al fine di garantire un’attenta valutazione degli effetti e un corretto inserimento nel contesto. Conseguentemente dovrà essere inserito un nuovo comma all’art.23 che disciplini la modalità di intervento: 23.4 bis L’immobile denominato “Conventino nuovo” potrà essere demolito. La ricostruzione non potrà eccedere 2000 mq di superficie utile lorda. 23.4 bis L’immobile denominato “Conventino nuovo” identificato catastalmente al foglio 118 particella 833 e altre può essere demolito. La ricostruzione non può eccedere 2000 mq di superficie utile lorda. Il nuovo edificio può ospitare la destinazioni d’uso residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato alle seguenti condizioni: - alloggio minimo di superficie utile netta abitabile maggiore o uguale a 40 mq - altezza massima minore o uguale a quella dell'edificio esistente oggetto di demolizione - posto auto pertinenziale minimo 1 per ciascun alloggio Deve inoltre essere verificata la possibilità di riqualificare il collegamento pedonale pubblico fra via Villani e via Giano della Bella. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Poiché la consistenza della trasformazione non è superiore ai 2000 mq non verrà effettuato alcun prelievo dal dimensionamento del Piano Strutturale così come stabilito all’art.1.6 delle NTA del Piano Strutturale. Tabella delle variazioni di zona stato di diritto Zona A + Lottizzazione 69 stato modificato Zona A + Piano di Recupero NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. 32 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Disciplina del suolo e degli edifici stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato modificato 33 7 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia via del Cavallaccio, via della Madonna di Pagano, via Simone Martini, via del Perugino individuazione catastale: foglio 67 particelle 445, 706, 859, 919 ed altre Obiettivi L’Amministrazione comunale ha programmato la realizzazione di un Parco Sportivo nell’area di San Bartolo a Cintoia per una superficie di circa 10 ettari quale risposta alla oggettiva esigenza di dotare questa parte di città di attrezzature sportive anche in relazione al consistente sviluppo che il quadrante sud-ovest ha visto in tempi recenti. Si tratta di un obiettivo strategico e costituisce l’oggetto di uno dei 100 luoghi (n.55) sul quale l’Amministrazione ha incontrato nel 2010 e nel 2011 la cittadinanza che ha sollecitato la realizzazione del parco sportivo. Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area è interamente di proprietà comunale ed è pervenuta al Comune nell’ambito del PRU (Programma di Recupero Urbano) di San Bartolo a Cintoia e delle Piagge (deliberazione 1999/C/00706). A partire da un’attenta analisi della domanda potenziale di attività sportive nel quadrante sud-ovest, in attuazione delle indicazioni della cittadinanza e del quartiere, la Direzione Servizi tecnici sta procedendo alla definizione di uno studio di fattibilità tecnica, socio-economica e finanziaria del Parco Sportivo, analizzando tutte le attività compatibili, sia dal punto di vista urbanistico che territoriale. Lo studio è finalizzato al raggiungimento del miglior equilibrio economico-finanziario dell’intervento da proporre per la definizione di un business plan preventivo che, a seconda delle diverse soluzioni e possibilità finanziarie da adottare, potrà costituire il documento base su cui predisporre una gara che permetta la realizzazione dell’intervento programmato. Si ricorda che la stessa area è stata oggetto nei primi anni del 2000 di proposte di project financing, non ritenute di pubblica utilità dalla Amministrazione in quanto contenenti funzioni non compatibili con la destinazione urbanistica (in particolare edifici residenziali-foresteria multipiano). Lo studio preliminare di fattibilità ha confermato la difficoltà nella costruzione di un piano economico finanziario sostenibile. La Direzione Servizi Tecnici alla luce di queste prime elaborazioni ha inoltrato un’osservazione al Piano Strutturale per consentire la previsione nell’area di funzioni “calde” che consentano con i loro ricavi di sostenere la 34 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG costruzione e la gestione del parco sportivo. In particolare viene richiesto di aprire la strada all’insediamento di spazi commerciali adeguati “legati alla vendita di articoli sportivi” in sintonia con la destinazione complessiva dell’area. Viene richiesto specificatamente di modificare il Piano Strutturale adottato per consentire l’insediamento di grandi strutture di vendita, attività che il Piano Strutturale aveva escluso tout court in tutto il territorio comunale. L’osservazione della Direzione Servizi Tecnici, inserita nella più ampia osservazione della Direzione Urbanistica, quale collettore delle richieste di tutte le direzioni, è stata riformulata adeguandola al ruolo ed al linguaggio del Piano Strutturale, nonché alla struttura normativa dello stesso. Al fine di consentire la realizzazione di impianti sportivi pubblici anche attraverso project financing l'osservazione chiedeva di modificare l'art.30.7 delle NTA, inserendo dopo le parole "Il Regolamento Urbanistico provvederà ad individuare puntualmente quali siano le attrezzature da riqualificare, ampliare o da realizzare ex novo", le seguenti parole: "con la possibilità, per i soli impianti di proprietà pubblica di prevedere l'inserimento di attività economiche in grado di finanziare la realizzazione e/o gestione degli impianti previa verifica di un loro corretto inserimento nel contesto." L’osservazione è stata accolta con la modifica richiesta, mantenendo comunque l’esclusione dell’insediamento della grande distribuzione di vendita su tutto il territorio comunale. Essa costituisce la necessaria cornice normativa per attivare la presente variante che anticipa sostanzialmente un tema che il Regolamento Urbanistico dovrà sviluppare tenendo conto delle esigenze di ampliamento e sviluppo degli impianti sportivi di proprietà comunale. Il PRG e il PRU L’area risulta oggi classificata dal PRG vigente come zona F sottozona “F1 verde pubblico, sportivo, campeggi di progetto” e ricade all’interno documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente estratto cartografico catastale 35 del perimetro del PRU di San Bartolo a Cintoia approvato con deliberazione n.706 del 03.05.1999, per buona parte realizzato. La variante al PRG vigente in adeguamento ai programmi di recupero urbano (L 493/1993) fu oggetto di accordo di programma per la sua incidenza sugli standard urbanistici, pertanto “le relative varianti dovranno essere approvate attraverso lo strumento dell’accordo di programma e di pianificazione ai sensi del DM 01.12.1994, punto 2.1, lettera d) e della LR 76/1996 (art.11)” come detto nell’estratto della relazione tecnica parte integrante della deliberazione 706 del 03.05.1999. Nell’ambito del PRU di San Bartolo l’area risulta inserita nell’ intervento C1 Intervento misto pubblico/privato, tipo di intervento “parco sportivo e verde attrezzato nell’area del Cavallaccio”. Il progetto prevede la realizzazione di una palestra, campi gioco “vigilandia” e locali per associazionismo, campi di calcetto, campi bocce, piccolo anfiteatro per spettacoli, piscina, campi di calcio, hockey su prato e rugby” (estratto dalla relazione tecnica). Le NTA del PRU non trattano specificatamente l’attuazione del parco sportivo, il quale rimane elemento ordinatore attorno al quale si inseriscono i vari lotti di nuova edificazione con destinazioni d’uso diverse (residenza, ricettivo ecc). L’art.6.1 delle NTA del PRU ne fa appunto menzione: “La prima zona si inserisce a chiusura del nuovo Parco Sportivo e proprio per la sua ubicazione, dovrà tenere conto degli allineamenti creati dalla nuova viabilità interna al parco e della presenza delle nuove strutture sportive”. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La decadenza del Programma di Recupero Urbano (PRU) Il Programma di Recupero Urbano (PRU) di San Bartolo a Cintoia è stato approvato con deliberazione n.706 del 03.05.1999 ed è pertanto intervenuta la decadenza essendo trascorsi i dieci anni di validità come stabilito dall’art.68 della LR 1/2005 “Decorso il termine di cui al comma 1, il piano diventa inefficace per la parte in cui non abbia avuto attuazione”. Il Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma relativo al Programma di recupero in oggetto, riunitosi in data 15.12.2011 ha preso atto oltre che del contenuto della presente proposta di variante anche della avvenuta decadenza del PRU con la seguente conclusione: “Il Collegio di Vigilanza, visto che l’accordo di programma è in scadenza al 31.12.2011 come da indicazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e che per il PRU come piano attuativo è già decorso il periodo di validità di 10 anni come da legislazione regionale, e tenuto conto che gli interventi finanziati sono completati, prende atto della conclusione del Programma, e invita il Comune a procedere per le vie ordinarie per quanto necessario, dato atto che le modifiche proposte non contrastano con le finalità complessive dell’Accordo.” Considerato dunque che: − il Parco Sportivo è rimasto sostanzialmente l’unica previsione ancora da attuare nell’ambito dell’intervento C1 misto pubblico privato; 36 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG la parte privata (residenza, ricettivo, multisala ecc) è stata interamente realizzata insieme alle opere di urbanizzazione (strade, parcheggi, verde pubblico, ecc); − il Parco Sportivo si configura come intervento pubblico su area di proprietà pubblica; − il PRU nelle sue norme tecniche e negli elaborati non interviene con prescrizioni specifiche per la realizzazione del parco, è sufficiente procedere alla sola variante normativa al PRG, ritenendola sufficiente a garantire la corretta attuazione dell’intervento attraverso uno strumento di partneriato pubblico-privato. − Il Piano Strutturale Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante Al fine di rendere attuabile un percorso per la realizzazione e gestione della cittadella sportiva è necessario prevedere, all’interno della vasta area, la possibilità di realizzare una media struttura di vendita compatibile e adeguata al contesto in cui andrà ad inserirsi. La media struttura di vendita dovrà essere dotata della necessaria sosta di relazione e sosta stanziale come previsto dalla LR28/2007. Pur mantenendo inalterata la zona F sottozona “F1 verde pubblico, spor37 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): Aree per il contenimento del rischio idraulico (artt.9, 10.1 e 10.13 NTA); Fiumi, torrenti e corsi d'acqua di interesse paesaggistico. (artt.9, 10.1 e 10.18 NTA); potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema di valle (artt.17 e 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito dell'insediamento recente (art.21.6) − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Corridoio ecologici da riqualificare del Fiume Greve (artt.27 e 28 NTA) − Le parti di città (tav. 14): UTOE 8 (artt.34 e 35 NTA) Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. Per quanto concerne la presente proposta di variante l’art.7.3 delle NTA del Piano Strutturale stabilisce i casi in cui non si applicano le misure di salvaguardia, in particolare sono sottratti alle misure di salvaguardia gli “interventi su aree che il PRG destina ad attrezzature e servizi pubblici (zone F e G)”. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia del medesimo. tivo, campeggi di progetto” come prevista nel PRG vigente si propone di integrare come segue il comma 51.1, lettera b) dell’art.51 che disciplina le suddette aree. Art.51.1 lettera b Aree destinate ad attrezzature sportive b.1 Nel parco sportivo di San Bartolo a Cintoia è ammessa la realizzazione di una media struttura di vendita non alimentare, (fino ad una superficie di vendita massima di 2500 mq) che non si configuri come centro commerciale, per finanziare la realizzazione e/o gestione degli impianti, previa verifica di un suo corretto inserimento nel contesto. Il carico urbanistico derivante dall’insediamento commerciale (al massimo una media struttura di vendita, permanendo nel Piano Strutturale l’esclusione dell’insediamento della grande distribuzione di vendita), da prevedere all’interno della zona F, è assorbito da un contesto di recente realizzazione dotato di un sistema di mobilità e sosta adeguato ad accogliere le ulteriori funzioni da insediare. Si fa presente inoltre che sull’area destinata a Parco Sportivo insiste anche la previsione di un tracciato tramviario risalente nel tempo, che il Piano Strutturale non ha riconfermato. Si coglie pertanto l’occasione per eliminare la previsione del tracciato non solo sull’area destinata a Parco Sportivo ma su tutta la viabilità interessata dalla previsione (come rappresentato nella tavola grafica allegata) fino all’intersezione con la linea 1 della tramvia. Tabella delle variazioni di zona documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato Zona F, Sottozona F3 Rete tramviaria + viabilità di progetto a raso Zona F, Sottozona F3 viabilità di progetto a raso Zona F, Sottozona F3 Rete tramviaria + Zona G, Sottozona G2p con simbolo di “parcheggi” Zona G, Sottozona G2p con simbolo di “parcheggi” Zona F, Sottozona F3 Rete tramviaria + Sottozona F1p con simbolo di “attrezzatura sportiva” Zona F, Sottozona F1p con simbolo di “attrezzatura sportiva” NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. 38 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Disciplina del suolo e degli edifici stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato modificato 39 8 Ex Meccanotessile via Taddeo Alderotti individuazione catastale: foglio 35 porzione di particella 139 ed altre Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Amministrazione comunale. La proposta di variante riguarda una specifica porzione del Meccanotessile ovvero gli edifici parzialmente ristrutturati e attualmente inutilizzati che costituiscono il margine sud dell’area di proprietà pubblica. Si tratta dunque di una variante circoscritta al recupero dei manufatti di margine sui quali la disciplina del PRG vigente impone la demolizione senza ricostruzione (classe 7) in aperta contraddizione con gli interventi già eseguiti per il recupero degli immobili. L’immobile oggetto di proposta di variante risulta inserito nell’”Elenco immobili da alienare” che costituisce l’allegato “A” alla deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: piano delle alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”. Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Gli immobili in oggetto sono collocati in un’area di proprietà comunale, estratto cartografico catastale 40 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG già sede delle Officine Galileo, industria nata a Firenze nel 1868, che trovò sede a Rifredi nel 1908. Alla vigilia della prima guerra mondiale il complesso raggiunse un’estensione di oltre tre ettari con la costruzione dei laboratori, degli alloggi per gli operai e dei locali mensa. La variante interessa esclusivamente gli edifici che costituiscono il margine sud del complesso che costituivano originariamente spazi di servizio e alloggi, ristrutturati negli anni ’80 in forza di un progetto generale dell’area che prevedeva per gli immobili in oggetto la realizzazione di quattordici alloggi-studio a schiera, su due livelli, di mq. 80/100 ciascuno, da destinarsi a foresteria per gli artisti ospiti. Varie vicissitudini non hanno consentito la realizzazione del progetto generale di recupero dell’area in questione, lasciando parzialmente ristrutturati anche gli edifici di bordo la cui destinazione residenziale era stata mantenuta nei vari progetti che si sono susseguiti. Recentemente l’Amministrazione comunale dopo aver inizialmente ipotizzato l’alienazione di tutto il complesso, a seguito di una più approfondita riflessione sollecitata anche dalla cittadinanza nella partecipazione all’evento dei “100 luoghi” ed in altre occasioni, ha deciso di mantenere la destinazione pubblica dell’area, (attualmente è in corso la progettazione di un giardino pubblico come primo elemento di apertura dell’area alla città), ad esclusione degli edifici oggetto della presente variante per i quali si propone la valorizzazione e la conseguente esclusione dalla destinazione pubblica. Il PRG Il Piano Strutturale L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): edifici di interesse storico architettonico, notifica Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del 22 luglio 1983, prot. n.5777 e sua rettifica del 12 novembre 1983, prot. n.9399, Decreto del Ministro per i beni culturali e ambientali del 24.02.1984, notificato al sindaco del Comune di Firenze il 13.03.1984 (artt.9, 10.1, 41 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Nel PRG vigente gli immobili oggetto di variante ricadono in: − zona omogenea A - Centro storico fuori le mura (A3) – (art.15 N.T.A). Classe 7 Edifici incompatibili con il tessuto edilizio (art.24 NTA). − zona F “Attrezzature ed impianti di interesse generale -Sottozona F2p “Attrezzature pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale” con simbolo di “Attrezzatura culturale/museo” (art.52 NTA). − aree soggette a lottizzazione di cui all’art.33 delle NTA - Lottizzazione n.356. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. 10.15 NTA); potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22 gennaio 2004. − Invarianti (tav. 2): Invariante dei tessuti storici e di relazione con il paesaggio aperto (artt.7, 9, 11.1, 11.6 NTA). − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema di valle (artt.17 e 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito dei tessuti compatti otto-novecenteschi di valle (art.21.4 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 11 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero dell’immobile in oggetto è attualmente da sottoporre alle seguenti misure: − le prescrizioni definite per le invarianti strutturali, ad esclusione di quelle di specifica competenza del Regolamento Urbanistico; − la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa. Verificato che gli immobili risultano avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il loro recupero con cambio di destinazione d’uso che sarà ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). Nella fase attuativa sarà correttamente prelevata la quota di superficie, declinata per destinazione d’uso, dal dimensionamento dell’UTOE 11 di riferimento. Il dimensionamento massimo ammissibile dell’UTOE 11 disaggregato per destinazioni è evidenziato all’art.35 delle NTA del Piano Strutturale. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante La presente proposta di variante è circoscritta alla valorizzazione degli immobili che costituiscono il bordo sud del complesso immobiliare del Meccanotessile destinati originariamente a spazi di servizio e alloggi comprese due palazzine che affacciano una su via Martiri del lavoro angolo via Vittorio Emanuele e una su via Taddeo Alderotti. Mentre nel Piano delle Alienazioni (deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: piano delle alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”) risultava inserito l’intero complesso dell’ex Meccanotessile, come già detto, la riflessione condotta ha determinato l’inserimento nel piano delle alienazioni esclusivamente degli immobili che costituiscono il bordo sud del complesso. 42 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 43 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente A tal fine occorre attivare una variante al PRG che consiste sostanzialmente nelle seguenti modifiche: − mantenere la zona omogenea A - Centro storico fuori le mura (A3) – (art.15 NTA) sostituendo l’attuale Classe 7 “Edifici incompatibili con il tessuto edilizio” (art.24 NTA) con la classe 5 “Edifici realizzati in epoca successiva a quella di formazione del tessuto edilizio, che presentano caratteri e allineamenti compatibili con il contesto”. La scelta della classe 5 è dettata da due ordini di fattori: gli edifici, pur non avendo caratteri architettonici di pregio (il PRG vigente ne prevede la demolizione senza ricostruzione) sono già stati oggetto di ristrutturazione nell’ambito del progetto di recupero generale del complesso; la loro ubicazione non permette altresì una trasformazione radicale dell’involucro per le problematiche che insorgerebbero per la loro ricostruzione (distanze, pareti finestrate ecc.). In ultimo la permanenza dei caratteri architettonici e tipologici esistenti oltre che testimonianza della loro origine, garantisce l’equilibrio esistente nel rapporto con l’edificio principale vincolato dalla Soprintendenza quale esempio di archeologia industriale; − eliminare la zona F “Attrezzature ed impianti di interesse generale Sottozona F2p “Attrezzature pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale” con simbolo di “Attrezzatura culturale/ museo” (art.52 NTA) trattandosi di immobili che tipologicamente e per ubicazione possono essere alienati indipendentemente dalla destinazione pubblica che sarà mantenuta per l’edificio principale; − eliminare la perimetrazione di rinvio alla lottizzazione n.356 e alla sua specifica disciplina secondo quanto stabilito all’art.33 delle NTA “Sottozone edificate in forza di lottizzazioni convenzionate BL”: 33.1 Sulle planimetrie di Piano nonché nella planimetria 1:10.000 (all. n° 3) che costituisce parte integrante delle presenti Norme, sono riportati i perimetri delle lottizzazioni convenzionate già delimitate nel PRG '62, nonché di quelle successive. All'interno di tali perimetri resta in vigore la disciplina stabilita dalle deliberazioni di approvazione e dalle convenzioni, e dalle modifiche introdotte. La lottizzazione n.356 risulta inserita nell’Allegato 3 e individuata, con apposita perimetrazione, nelle tavole della Disciplina del suolo e degli edifici - Scala 1:2.000 del PRG vigente. Pur rinviando il PRG, dunque, alla disciplina specifica con la quale è stata realizzata la lottizzazione, al contempo riconosce come consolidato il tessuto generato dalla lottizzazione classificando in Zona A in maniera puntuale i vari immobili che ne fanno parte, esito dell’ attuazione della lottizzazione. La variante, il cui obiettivo è quello di procedere alla valorizzazione degli immobili descritti, propone di sottrarre detti immobili alla disciplina che ha generato la lottizzazione, eliminando la relativa perimetrazione e mantenendo la disciplina ordinaria della classe 5. Verificato che gli immobili risultano avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il loro recupero con cambio di destina- zione d’uso, ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). Nella fase attuativa dovrà essere stabilita la superficie da destinare alle funzioni che si intendono insediare per poter correttamente prelevare la quota di superficie, declinata per destinazione d’uso, dal dimensionamento dell’UTOE 11 di riferimento. Il dimensionamento massimo ammissibile dell’UTOE 11 disaggregato per destinazioni è evidenziato all’art.35 delle NTA del Piano Strutturale. E’ in corso la procedura di verifica della sussistenza dell’interesse storico artistico ai sensi dell’art.12 del DLgs 42/2004 presso la competente direzione regionale per i beni culturali e paesaggisti (29.12.2011) in seguito alla quale si procederà alla eventuale richiesta dell’autorizzazione all’ alienazione della porzione in oggetto ai sensi del art.55 ai sensi dello stesso decreto. Si evidenzia inoltre che la presente variante costituisce occasione per l’adeguamento della tavola della Disciplina del suolo e degli edifici - scala 1:2.000 del PRG vigente all’effettivo stato dei luoghi. Il progetto mai completato aveva operato una serie di demolizioni di porzioni dell’edificio principale e degli edifici oggetto della presente variante. Per maggior chiarezza sono state eliminate dalla cartografia quelle parti erroneamente ancora presenti che potevano condurre ad un’interpretazione sbagliata dell’effettivo stato dei luoghi oggi rilevabile. Tabella delle variazioni di zona documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Lottizzazione n.356 Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Lottizzazione n.356 Classe 9 - Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati + Piano di Recupero Classe 5 - Edifici d’epoca successiva compatibili con il contesto + Piano di Recupero Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + classe 7 - Edifici non compatibili con il tessuto edilizio + Lottiz- Classe 9 - Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati + Piano di Recupero Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + classe 7 - Edifici non compatibili con il tessuto edilizio + Lottiz- Classe 5 - Edifici d’epoca successiva compatibili con il contesto + Piano di Recupero Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + classe 7 - Edifici non compatibili con il tessuto edilizio + Lottiz- Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Lottizzazione n.356 Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + classe 0 - Edifici vincolati notificati L1089/39 + Lottizzazione Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Lottizzazione n.356 44 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG stato di diritto Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + classe 3 - Edifici con rilevanti caratteri tipologici + Lottizzazione n.356 Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Lottizzazione n.356 Classe 3 - Edifici con rilevanti caratteri tipologici + Lottizzazione n.356 Zona F - Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” stato modificato Classe 3 - Edifici con rilevanti caratteri tipologici Classe 9 - Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati Classe 3 - Edifici con rilevanti caratteri tipologici Classe 9 - Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato 45 9 Parione Via del Parione individuazione catastale: foglio 165 particella 266 e porzione della particella 413 Obiettivi L’obiettivo è la valorizzazione dell’immobile di proprietà comunale che attualmente ospita l’Università attraverso la realizzazione di un parcheggio pubblico per ciclomotori al piano terra del complesso edilizio. Al contempo viene sostituito il simbolo Università con il simbolo Attrezzature amministrative tornando l’immobile in uso al Comune di Firenze che ha in programma di trasferirvi alcune proprie sedi. Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’Amministrazione comunale è impegnata a migliorare la vivibilità dei residenti del centro storico attraverso interventi mirati alla razionalizzazione del traffico, alla pedonalizzazione di alcune zone e alla disciplina della sosta. Al fine di salvaguardare la sosta delle auto dei residenti, la Direzione Nuove Infrastrutture e Mobilità propone di adeguare, ad uso parcheggio pubblico per ciclomotori, il piano terra del complesso posto in Via del Parione, angolo via del Parioncino, già attualmente utilizzato come ricovero di auto e moto da parte dell’ Università, che occupa attualmente i locali del palazzo. estratto cartografico catastale 46 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Il PRG Secondo il PRG vigente l’area in oggetto ricade in Centro Storico entro le mura, Classe 0 “Edifici vincolati notificati L1089/39”, Zona F Sottozona F2e con simbolo Università. Si segnala che il complesso in oggetto rappresentato al NCEU Foglio 165 partt.266-413 (parte), per quanto classificato classe 0 “Edifici vincolati notificati L1089/39”, non è individuato tra i beni elencati nell’ ”Archivio digitale delle aree soggette a vincolo architettonico” (www.lammacres.rete.toscana.it) DLgs n.42 del 22.01.2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante Il complesso edilizio, di proprietà comunale, in uso all’Università, è già utilizzato al piano terra, per quanto senza un’adeguata regolamentazio47 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico, DLgs n.42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 218/1953, (artt.9, 10.1, 10.17 NTA); potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Invarianti (tav. 2) Invariante del nucleo storico (artt.7, 9, 11.1 e 11.5 NTA). − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema di valle (artt.17 e 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito del nucleo storico di valle (art.21.3). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Corridoi ecologici da riqualificare (artt.27 e 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 12 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. Per quanto concerne la presente proposta di variante l’art.7.3 delle NTA del Piano Strutturale stabilisce i casi in cui non si applicano le misure di salvaguardia, in particolare sono sottratti alle misure di salvaguardia gli “interventi su aree che il PRG destina ad attrezzature e servizi pubblici (zone F e G)”. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. ne, come parcheggio per moto e auto. L’edificio è dotato di accessi carrabili: due in via del Parioncino e uno in via del Parione; lo studio di fattibilità redatto dalla Direzione Nuove Infrastrutture e Mobilità razionalizzando l’utilizzo dei locali collocati a piano terra, prevede la realizzazione di un parcheggio pubblico per soli ciclomotori per una capienza massima di circa n.100 posti. La realizzazione del parcheggio pubblico agevolerà l’utenza del centro storico, in particolare i residenti della zona, che avranno maggiore disponibilità di aree di sosta per le auto. Per rendere conforme la destinazione urbanistica del complesso edilizio all’ipotesi progettuale sopra delineata, è necessario mantenere la sottozona F2e Attrezzature e servizi pubblici, sostituendo il simbolo Università con il simbolo Attrezzature amministrative, introducendo al contempo la Zona G Sottozona G2p con simbolo Parcheggio. Tabella delle variazioni di zona stato di diritto Zona F Sottozona F2e con simbolo Università stato modificato Zona F Sottozona F2e con simbolo Attrezzature amministrative + Zona G Sottozona G2p con simbolo Parcheggio NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato 48 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Possesso di Rusciano Via Benedetto Fortini 10 individuazione catastale: foglio 138 particelle 156, 1257, 1258 e porzione della 1253 Obiettivi Obiettivo della proposta di variante è la valorizzazione del cosiddetto “Possesso di Rusciano” di proprietà della Amministrazione comunale ed in particolare della villa attualmente occupata dagli uffici della Direzione Ambiente e di una porzione di terreno contiguo al podere agricolo detto “Il Torrione”, destinato dal PRG vigente a verde pubblico e sportivo attualmente abbandonato. La villa risulta già inserita nell’”Elenco immobili da alienare” che costituisce l’allegato “A” alla deliberazione 2010/C/00012 del 23.03.2010 “Approvazione: piano delle alienazioni; bilancio annuale di previsione 2010, bilancio triennale 2010/2012 e relazione previsionale e programmatica”. Inquadramento generale estratto cartografico catastale 49 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area oggetto della presente proposta di variante interessa la villa nobiliare ed una porzione di terreno contigua al podere agricolo detto “Il Torrione” che è stato recentemente oggetto di alienazione, ancorché in attesa dell’espressione del diritto di prelazione da parte della competente Soprintendenza. La villa, sede degli uffici comunali della Direzione Am- biente è circondata da un parco aperto al pubblico con accesso sia da via Benedetto Fortini che da via di Ripoli che dovrà essere mantenuto pubblico, come ribadito anche nel Piano Strutturale recentemente approvato. La porzione di terreno contigua al podere “il Torrione”, di interesse dell’acquirente dell’ex complesso colonico, riguarda un’area abbandonata, classificata dal PRG vigente come verde pubblico di progetto. Il PRG Il PRG vigente individua la villa e la sua diretta pertinenza come zona F sottozona F2 “Attrezzature e servizi pubblici” esistente e zona G esistente sottozona G1 “verde pubblico e sportivo” con simboli di verde pubblico e attrezzatura sportiva “, classe 0 “Edifici notificati vincolati, L1089/39”, Parco storico delle colline e parco dell’Arno (art.49 NTA) e classe 2 “Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse” (art.19 NTA). L’area contigua al podere “Il Torrione” ricade in zona G Sottozona G1p Verde pubblico e sportivo (di progetto) con simbolo verde pubblico e attrezzatura sportiva, classe 2 “Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse” e Parco storico delle colline e parco dell’Arno (art.49 NTA). L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia per il Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): edifici di interesse storico e architettonico (artt.9, 10.1, 10.15 NTA) Decreto n.253/2010 art.10 DLgs n.42 del 22 gennaio 2004; vincolo paesaggistico, DLgs n.42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 218/1953, (artt.9, 10.1, 10.17 NTA); potenziale vincolo archeologico, DLgs n.42 del 22.01.2004. − Invarianti (tav.2) : Invariante del paesaggio aperto (artt.7, 9, 11.1 e 11.4 NTA); Aree fragili (art.11 del PTCP); Aree a prevalente funzione agricola (art.40 L 1/05 ed in conformità al PTCP) (artt.11.1 11.2 NTA). − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema della collina (artt.17 e 22 NTA), Sub-sistema della collina coltivata (art.23 NTA). − Dotazioni ecologiche (tav. 8): Parco - Villa di Rusciano (artt.27, 28, 34 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 3 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero della villa in oggetto è attualmente da sottoporre alle seguenti misure: 50 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG − le prescrizioni definite per le invarianti strutturali, ad esclusione di quelle di specifica competenza del Regolamento Urbanistico; − la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa. Verificato che la villa risulta avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il suo recupero con cambio di destinazione d’uso, che sarà ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante 19.1 Sono le aree notificate e vincolate ai sensi del DLgs 490/99 e le pertinenze o i giardini di particolare interesse storico-artistico o ambientale. In dette aree è prescritta la conservazione e perpetuazione, anche tramite sostituzione, delle essenze vegetali esistenti. Qualsiasi intervento sulle medesime dovrà avvenire nel rispetto del "Regolamento comunale per la tutela del patrimonio arboreo ed arbustivo della città". 19.2 Sugli eventuali edifici presenti in tali aree, riconosciuti congrui e funzio- 51 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La proposta di variante riguarda la villa per la quale viene eliminata la destinazione pubblica (F e G) e mantenuta l’attuale classe dell’edificio (classe 0) coerentemente con il vincolo della Soprintendenza sopra evidenziato. Il resede di pertinenza, limitato all’area strettamente collegata alla villa per non sottrarre superficie al parco pubblico esistente, manterrà la classe 2 “Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse” (art.19 NTA) già presente, eliminando l’attuale destinazione F2e “Attrezzature e servizi pubblici” e G1 esistente con simbolo di verde pubblico e attrezzatura sportiva. L’accesso all’immobile sarà garantito dalla costituzione di una servitù di passo. L’ulteriore modifica al PRG vigente riguarda l’area, individuata catastalmente al Foglio di mappa 138 porzione della particella 1253, nella parte contigua al podere “Il Torrione” per una superficie totale di circa mq 1.700 attualmente destinata a zona G Sottozona G1p Verde pubblico e sportivo (di progetto) con simbolo verde pubblico e attrezzatura sportiva. La modifica interviene per poter dare un adeguato resede di pertinenza al Podere “Il Torrione” anche sul lato est, al confine con la prevista destinazione pubblica. Si ritiene che al di là dell’interesse manifestato dal privato, acquirente del complesso colonico, sia utile, per la salvaguardia del complesso anch’esso vincolato dalla Soprintendenza, ampliare l’ambito di protezione, mantenendo comunque la classe 2 che consente esclusivamente la conservazione dello stato attuale come si evince dal relativo art.19 - Aree di classe 2 nali alle stesse, seppure non classificati secondo le presenti norme, sono ammissibili interventi fino al risanamento conservativo. Sono da demolire eventuali manufatti riconosciuti come superfetazioni o in contrasto con i caratteri delle aree. 19.3 E' inoltre prescritta la conservazione delle pavimentazioni, degli elementi decorativi e degli arredi esistenti, nel rispetto del disegno originario o storicizzato. Confermando dunque con la variante, la sola classificazione della villa e verificato che l’immobile risulta avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il suo recupero con cambio di destinazione d’uso, ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). Trattandosi di “contenitore di particolare valore” come definito nel dimensionamento del Piano Strutturale, nella fase attuativa dovrà essere prelevata la relativa superficie individuata nella UTOE 3 di riferimento, non declinata per destinazioni d’uso come stabilito all’art.1.7 delle NTA del Piano Strutturale. Il dimensionamento massimo ammissibile dell’UTOE 3 è evidenziato all’art.35 delle NTA del Piano Strutturale. La villa e il resede di pertinenza potranno essere oggetto di alienazione a seguito di autorizzazione da parte della competente Soprintendenza ai sensi dell’art.57 del DLgs 42/2004. Tabella delle variazioni di zona stato di diritto stato modificato documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Zona F, sottozona F2e + zona G, sottozona G1e con simboli “verde pubblico” e “attrezzatura sportiva” + classe 0 Edifici notificati vincolati, L1089/39 Classe 0 Edifici notificati vincolati, L1089/39 + Piano di Recupero Zona F, sottozona F2e + zona G, sottozona G1e con simboli “verde pubblico” e “attrezzatura sportiva” + classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse Classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse + Piano di Recupero Zona F, sottozona F2e + zona G, sottozona G1e con simboli “verde pubblico” e “attrezzatura sportiva” + classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse Zona G, sottozona G1e con simboli “verde pubblico” e “attrezzatura sportiva” + classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse Zona G, Sottozona G1p con simboli “verde pubblico” e “attrezzatura sportiva” + Classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse Classe 2 - Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse. NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. 52 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Disciplina del suolo e degli edifici stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato modificato 53 11 Istituto Demidoff Via San Niccolò, 30 individuazione catastale: foglio 174 particelle: 50 sub 500 e porzione delle particelle 49, 66 e 67 Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà della A.S.P. Montedomini per la quale l’azienda pubblica ha proposto a questo Comune di attivare variante al PRG per eliminare la destinazione di servizio sanitario e ospedaliero per l’immobile in oggetto, come deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’Azienda (deliberazioni n.2 del 23.01.2012 “Immobili Istituto Demidoff ubicato in Firenze, Via San Niccolò, 30 e Istituto Sant’Agnese ubicato in Firenze, via Guelfa, 79 – Manifestazione volontà di alienazione” e n.5 del 20.02.2012 “Deliberazione consiliare A.S.P. Firenze Montedomini n.2/2012: Manifestazione volontà di alienazione immobili Istituto Demidoff e Istituto Sant’Agnese - Modifiche ed integrazioni”). La variante, quindi, persegue l’obiettivo di rendere possibile la riorganizzazione funzionale del patrimonio edilizio con destinazioni diverse da quelle esistenti, nel rispetto dei caratteri architettonici che, comunque, verranno garantiti dai limiti di intervento ammissibili per la classe 4, così come previsto dalle NTA del PRG vigente. Le valutazioni elaborate e condivise tra il personale tecnico amministratidocumento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente estratto cartografico catastale 54 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG vo dell’Ente proprietario e della Cooperativa che ha gestito le strutture hanno individuato una serie di problematiche per effetto delle quali il complesso e la sua collocazione nel tessuto cittadino non risultano più funzionali e non consentono una efficiente gestione delle attività. Problematiche strutturali L’Istituto Demidoff non è un complesso unitario per impianto tipologico né per caratteri architettonici; esso risulta dall’aggregazione di corpi di fabbrica realizzati in tempi diversi con differenti originarie destinazioni d’uso. Oltre a ciò tutti gli interventi di restauro o di ristrutturazione che sono stati realizzati nel corso degli anni hanno avuto un carattere limitato e puntuale, senza mai coinvolgere l’intero complesso. La struttura sanitaria attuale nasce dunque come “adattamento” di un complesso esistente che per conformazione morfologica e tipologica mal si presta a tale destinazione; nel corso degli anni si è effettivamente fatta sentire la necessità di una verifica organica delle funzioni ad esso assegnate, anche se per mancanza di risorse economiche è rimasta limitata ad oggi al livello di studio di fattibilità. Ubicazione Se da un lato la centralità può rappresentare un punto di forza per la fruibilità degli abitanti del Quartiere, dall’altro si configura come un elemento negativo vista l’assoluta mancanza di spazi a disposizione sia per la gestione della logistica (carico e scarico merci, accesso dei mezzi di servizio e del personale) sia per i visitatori ed i parenti delle persone ricoverate. 55 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Problematiche relative agli adeguamenti normativi Gli adeguamenti normativi che rappresentano una priorità per il funzionamento della struttura sono il certificato prevenzione incendi e la certificazione di agibilità. Relativamente agli adempimenti in materia di sicurezza antincendio è presente il parere favorevole rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ma l’adeguamento necessario per il conseguimento del certificato prevenzione incendi risulta molto dispendioso: infatti oltre ai dispositivi antincendio attualmente installati secondo le normative vigenti e correttamente funzionanti, si rende necessaria una serie di interventi per l’adeguamento delle compartimentazioni degli edifici e della verifica delle caratteristiche REI di tutte le strutture portanti e non. Oltre a ciò rimangono da verificare gli aspetti relativi agli impianti elevatori: nell’Istituto Demidoff è attualmente presente soltanto un ascensore per cui si rende necessaria l’installazione di un altro impianto di emergenza dotato di caratteristiche antincendio. L’ edificio è inoltre attualmente sprovvisto di certificazione di agibilità e la documentazione in possesso che è stato possibile esaminare è senza dubbio carente. È presumibile che alcuni dei documenti necessari siano relativamente semplici da acquisire e produrre, mentre altri (in particolare quelli che riguardano i collaudi statici e le conformità antisismiche) potrebbero risultare oltremodo onerosi nel caso in cui si rendano necessari consistenti interventi di adeguamento. Una situazione analoga è quella riferibile agli impianti tecnici: attualmente conformi e collaudabili, sono pressoché costantemente oggetto di indispensabili interventi di manutenzione, per cui per alcune porzioni sarebbe auspicabile il completo rifacimento. Le problematiche fin qui esposte hanno interessato la struttura in maniera sempre più importante nel corso degli anni, così da renderne la gestione oltremodo difficoltosa e dispendiosa e facendo mancare i necessari requisisti di efficienza ed economicità, fino alla definitiva decisione di dismissione completa della RSA dell’Istituto Demidoff, maturata negli ultimi mesi. Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Nel 1828 il Conte Niccolò Demidoff istituì, nel popoloso e povero quartiere di San Niccolò, una scuola elementare gratuita a beneficio dei bambini di famiglie bisognose, assegnando alla stessa un capitale il cui reddito potesse bastare al suo mantenimento. Le finalità della Fondazione, oltre a quelle educative, erano anche quelle di costituire in San Niccolò un presidio di tutela per la salute dell’infanzia, che da quanto risulta dagli archivi ha avuto un’intensa e proficua attività. Fino a metà Ottocento furono i Demidoff ad assicurare il sostentamento economico dell'istituzione, intervenendo spesso con elargizioni per superare le notevoli difficoltà economiche; nel 1854 l'amministrazione venne affidata al parroco di San Niccolò e la scuola fu diretta dalle Suore della Carità. Nel 1857 vennero eseguite le opere più significative inglobando alcune case acquisite in precedenza. Nel 1870, a seguito della morte del Principe Anatolio Demidoff iniziò un sostanziale cambiamento per la vita dell’Istituto in quanto l’erede, Principe Paolo, ne dispose il passaggio all'Amministrazione del Re. È presumibile che in questo periodo i locali vennero riordinati nella conformazione che è giunta ai nostri giorni. L’opera acquistò nel Quartiere e nella città di Firenze un significato sempre più importante, con il rafforzamento delle finalità di istruzione e di salvaguardia della salute dell’infanzia. Oltre a svolgere la tradizionale attività per l'educazione e la salute dell'infanzia, alla fine dell'Ottocento l'Istituto divenne educandato femminile. Successivamente, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, constatando che questa parte di Quartiere risultava profondamente carente nell’offerta di servizi sociali e sanitari, si decise di attuare un importante cambiamento nelle finalità istituzionali dell’Ente per cui venne definita l’attuale destinazione d’uso del complesso. In particolare vennero individuate le attività di centro diurno e residenza assistenziale per anziani e servizi di ospitalità giovanile il cui funzionamento venne portato a regime nel corso di qualche anno a partire dai primi anni’90. Affidate tutte alla gestione di Cooperative private, la attività sono state progressivamente trasferite in altre strutture (il Centro Giovanile ha chiuso nel 2006, mentre la RSA è rimasta attiva fino al marzo di quest’anno) tranne il Centro Diurno che è attualmente funzionante. Il 56 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG complesso è ubicato nella zona di San Niccolò in adiacenza all’omonima Chiesa, delimitato sui lati nord ed est da via del Giardino Serristori e sul lato sud da via San Niccolò. L’edificio è strutturato in maniera abbastanza articolata, presentandosi come la sovrapposizione di più parti che nel corso degli anni sono state modificate, aggiunte o sottratte al nucleo originario. Per questo motivo l’edificio è costituito nel suo complesso da piani che si presentano irregolari sia planimetricamente che altimetricamente, con diversi livelli sfalsati e alcune porzioni che si sviluppano su orizzontamenti ammezzati. All’Istituto si accede tramite tre ingressi, il principale da via San Niccolò, un secondo ingresso sul lato opposto su via Giardino Serristori dal quale si accede al cortile principale e un ulteriore ingresso di servizio sempre dalla medesima via ma sull’altro lato, da cui si accede alla piccola corte antistante i locali sede delle cucine. Il PRG Nel PRG vigente, l’immobile ricade in Zona A - Centro storico entro le mura (art.15 NTA) ed è classificato come classe 4 “edifici di particolare interesse documentario ed ambientale” (art.21 NTA) ed in parte in classe 3 “edifici con rilevanti caratteri tipologici” (art.20 NTA); inoltre ricade in Zona G, Sottozona G2e “attrezzature e servizi di quartiere” esistenti (art.56 NTA) con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera”. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia ai sensi del Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale 57 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto del Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): vincolo paesaggistico DLgs n.42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (art.157, comma 1, lettere a, b, c, e, f bis), DM 262 del 5 novembre 1951 (artt.9, 10.1 e 10.17 NTA), vincolo archeologico DLgs n.42 del 22 gennaio 2004 (artt.9, 10.1 e 10.16 NTA). − Invarianti (tav. 2): Invariante del nucleo storico (artt.7, 9, 11.1, 11.5 NTA). − Tutele (tav. 3): Buffer zone della Villa medicea di Boboli (artt.9, 12.1 e 12.3 NTA); Testimonianze archeologiche (Protocollo di intesa tra Comune di Firenze e Soprintendenza dei beni archeologici finalizzato alla tutela e valorizzazione delle aree di interesse archeologico del 23.02.2006) (artt.9, 12.1 e 12.2 NTA). − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema di valle (artt.17 e 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito del nucleo storico di valle (art.21.3 NTA). − Dotazioni ecologico ambientali (tav. 8): Corridoio ecologico del Fiume Arno e Rete ecologica intraurbana (artt.27 e 28 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 12 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero dell’immobile in oggetto è da sottoporre alle seguenti misure: − le prescrizioni definite per le invarianti strutturali, ad esclusione di quelle di specifica competenza del Regolamento Urbanistico; − la prescrizione che vieta il cambiamento di destinazione d’uso, verso la residenza, di unita immobiliari site ai piani terra di edifici esistenti, quando con l'intervento edilizio si vengano a costituire alloggi con accesso diretto dalla pubblica via o da spazi di uso pubblico. Sono fatti salvi i casi di recupero di una originaria e documentata destinazione residenziale; − la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa. Confermando dunque con la variante, la sola classificazione dell’edificio e verificato che l’immobile risulta avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il suo recupero con cambio di destinazione d’uso, ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). Nella fase attuativa dovrà essere stabilita la superficie da destinare alle funzioni che si intendono insediare per poter correttamente prelevare la quota di superficie, declinata per destinazione d’uso, dal dimensionamento dell’UTOE 12 di riferimento. Il dimensionamento massimo ammissibile dell’UTOE 12 disaggregato per destinazioni è evidenziato all’art.35 delle NTA del Piano Strutturale. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante La variante propone di eliminare la zona G, sottozona G2e con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera”, assoggettando gli interventi a Piano di Recupero e mantenendo inalterata la classificazione degli edifici già introdotta dal PRG e la relativa disciplina. L’immobile in oggetto risulta essere esente dal vincolo di cui all’art.10 del DLgs 42/2004. (Deliberazione n.5 del 20.02.2012 “Deliberazione consiliare A.S.P. Firenze Montedomini n.2/2012: Manifestazione volontà di alienazione immobili Istituto Demidoff e Istituto Sant’Agnese - Modifiche ed integrazioni”). 58 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Tabella delle variazioni di zona stato di diritto Zona G - Sottozona G2e con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera” + Classe 4 edifici di particolare interesse storico e ambientale Zona G - Sottozona G2e con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera” Zona G - Sottozona G2e con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera” + Classe 3 Edifici con rilevanti caratteri tipologici stato modificato Classe 4 edifici di particolare interesse storico e ambientale + Piano di Recupero Classe 9 Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati + Piano di Recupero Classe 3 Edifici con rilevanti caratteri tipologici + Piano di Recupero NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. Disciplina del suolo e degli edifici documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato di diritto stato modificato 59 12 Istituto Sant’Agnese via Guelfa, 79 individuazione catastale: foglio 158 particella 476 Obiettivi Obiettivo della variante è la valorizzazione del patrimonio immobiliare di proprietà della A.S.P. Montedomini per la quali l’azienda pubblica ha proposto a questo Comune di avviare variante al PRG per eliminare la destinazione di servizio sanitario e ospedaliero per l’immobile in oggetto, come deliberato dal Consiglio di amministrazione dell’azienda (deliberazioni n.2 del 23.01.2012 “Immobili Istituto Demidoff ubicato in Firenze, Via San Niccolò, 30 e Istituto Sant’Agnese ubicato in Firenze, via Guelfa, 79 - Manifestazione volontà di alienazione” e n. 5 del 20.02.2012 “Deliberazione consiliare A.S.P. Firenze Montedomini n.2/2012: Manifestazione volontà di alienazione immobili Istituto Demidoff e Istituto Sant’Agnese - Modifiche ed integrazioni”). La variante, quindi, persegue l’obiettivo di rendere possibile il recupero e la conservazione del patrimonio edilizio con funzioni diverse da quelle esistenti, nel rispetto degli elementi tipologici formali e strutturali che, comunque, verranno garantiti dai limiti di intervento ammissibili per le classi 3 e 9, così come previsto dalle NTA del PRG vigente. Le valutazioni elaborate e condivise tra il personale tecnico amministratidocumento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente estratto cartografico catastale 60 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG vo dell’Ente proprietario e della Cooperativa che ha gestito le strutture hanno individuato una serie di problematiche per effetto delle quali i due complessi e la loro collocazione nel tessuto cittadino non risultano più funzionali e non consentono un’efficiente gestione delle attività. Problematiche strutturali L’Istituto Sant’Agnese, pur avendo caratteristiche morfologiche omogenee, non presenta i caratteri tipologici adeguati all’attuale destinazione. Ubicazione Se da un lato la centralità può rappresentare un punto di forza per la fruibilità degli abitanti del Quartiere, dall’altro si configura come un elemento negativo vista l’assoluta mancanza di spazi a disposizione sia per la gestione della logistica (carico e scarico merci, accesso dei mezzi di servizio e del personale) sia per i visitatori ed i parenti delle persone ricoverate. 61 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Problematiche relative agli adeguamenti normativi Gli adeguamenti normativi che rappresentano una priorità per il funzionamento della struttura sono il certificato prevenzione incendi e la certificazione di agibilità. Relativamente agli adempimenti in materia di sicurezza antincendio è presente il parere favorevole rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ma l’adeguamento necessario per il conseguimento del certificato prevenzione incendi risulta molto dispendioso: infatti oltre ai dispositivi antincendio attualmente installati secondo le normative vigenti e correttamente funzionanti, si rende necessaria una serie di interventi per l’adeguamento delle compartimentazioni degli edifici e della verifica delle caratteristiche REI di tutte le strutture portanti e non. Oltre a ciò rimangono da verificare gli aspetti relativi agli impianti elevatori, nell’Istituto Sant’Agnese sono presenti due ascensori che non risultano adeguati in ambito di normativa antincendio, l’edificio è inoltre attualmente sprovvisto di certificazione di agibilità e la documentazione in possesso che è stato possibile esaminare è senza dubbio carente. È presumibile che alcuni dei documenti necessari siano relativamente semplici da acquisire e produrre, mentre altri (in particolare quelli che riguardano i collaudi statici e le conformità antisismiche) potrebbero risultare oltremodo onerosi nel caso in cui si rendano necessari consistenti interventi di adeguamento. Una situazione analoga è quella riferibile agli impianti tecnici: attualmente conformi e collaudabili, sono pressoché costantemente oggetto di indispensabili interventi di manutenzione, per cui per alcune porzioni sarebbe auspicabile il completo rifacimento. Le problematiche fin qui esposte hanno interessato la struttura in maniera sempre più importante nel corso degli anni, così da renderne la gestione oltremodo difficoltosa e dispendiosa e facendo mancare i necessari requisisti di efficienza ed economicità, fino alla definitiva decisione di avvio delle procedure di chiusura e spostamento delle ospiti. Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il fabbricato è sede di una struttura di ricovero intitolata a Sant’Agnese e Sant’Onofrio, in cui anticamente di trovava la Chiesa dei Padri Gesuiti, detta della Trinità Vecchia, quando ancora la strada si chiamava “via dell’Acqua”. In questi locali ebbero sede le compagnie di San Paolo e San Giovanni Evangelista, entrambe soppresse nel 1785 dalle riforme del Granduca Pietro Leopoldo. La Compagnia di San Paolo, nata nel 1424, era sorta per iniziativa di undici giovani che desideravano pregare e compiere “altre cose buone spirituali”: si trattava di una compagnia notturna, cioè che celebrava con tornate il sabato notte e le vigilie delle festività più importanti. La Compagnia acquistò la sede nel 1428 e vi custodì, all’interno della cappella, alcune antiche reliquie, tra cui una croce dorata proveniente dalla Terrasanta acquistata da un confratello durante un pellegrinaggio nel 1442. La Compagnia di San Giovanni Evangelista usava gli stessi locali ed era composta da fanciulli tra tredici e ventiquattro anni che si dedicavano all’attività canora e recitativa di messe in scena sacre. Attiva già dal 1409 si esibiva in un vero e proprio teatro, e prese sede nel 1427: sebbene le due Compagnie si radunassero in orari diversi, non mancarono problemi e rivendicazioni, come testimonia un documento del 1579 che ribadisce la proprietà dei locali della Compagnia di San Paolo. Dopo la soppressione delle due compagnie, i locali furono adibiti a sede dell’ospizio di Sant’Onofrio che venne gestito dalla Compagnia del Bigallo, compagnia con finalità caritative con sede storica nel palazzo prospiciente il Duomo di Firenze in cui si trova l’omonima loggia; inizialmente vi furono ospitati ventisei anziani e ventinove anziane ma nel tempo divenne esclusivamente un ricovero per donne sole o con disagio economico sociale. L’Istituto è situato in una zona intermedia fra la stazione di Santa Maria Novella e piazza Indipendenza, a pochi passi dalla Fortezza da Basso, al limite dell’area storica cittadina. Nell’area sono presenti numerose attività commerciali, nonché di tipo ricettivo: molti dei principali monumenti e palazzi storici della città sono raggiungibili a piedi in pochi minuti. L’edificio, a cui si accede direttamente dalla strada tramite distinto numero civico 79, attualmente ospita camerealloggio per donne anziane autosufficienti: esso è composto da quattro corpi di fabbrica disposti a quadrilatero attorno ad un giardino centrale esclusivo. Il nucleo originario è costituito dal loggiato cinquecentesco, ora murato, presente nell’ala est, e dalla cappella, di cui una parte probabilmente coeva al loggiato, disposta lungo la via Guelfa; la sopraelevazione dell’esistente e la costruzione delle altre ali, nonché l’impianto del giardino centrale, risalgono agli anni cinquanta e sessanta. Il PRG Nel PRG vigente, l’immobile, ricade in Zona A - Centro storico entro le mura (art.15 NTA) ed è classificato come classe 3 “edifici con rilevanti caratteri tipologici” (art.20 NTA) e classe 9 “pertinenze di edifici pubblici e privati” (art.26 N.T.A); inoltre ricade in Zona H, Sottozona H3e 62 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG “attrezzature private esistenti” (art.57 NTA) con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera”. L’area ricade entro il perimetro del centro abitato, sia ai sensi del Codice della Strada (DLgs 285/92) sia ai sensi dell’art.17 L 765/67. Il Piano Strutturale 63 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area, rispetto alle tavole tematiche di progetto di Piano Strutturale, è così individuata: − Vincoli (tav. 1): Vincolo archeologico ai sensi del DLgs n.42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei Beni culturali del paesaggio” (artt.9, 10.1 e 10.16 NTA). − Invarianti (tav. 2): Invariante del nucleo storico (artt.7, 9, 11.1 e 11.5 NTA). − Tutele (tav. 3): Testimonianze archeologiche (Protocollo di intesa tra Comune di Firenze e Soprintendenza dei beni archeologici finalizzato alla tutela e valorizzazione delle aree di interesse archeologico del 23.02.2006) (artt.9, 12.1 e 12.2 NTA). − Sistemi Territoriali (tav. 7): Sistema di valle (artt.17 e 18 NTA), Subsistema insediativo di valle (art.21 NTA), Ambito del nucleo storico di valle (art.21.3 NTA). − Le parti di città (tav. 14): UTOE 12 (artt.34 e 35 NTA). Fermo restando quanto illustrato in precedenza (paragrafo 1), si fa presente che l’art.7.2 sottopone al regime di salvaguardia alcune fattispecie. In particolare per quanto concerne la presente proposta di variante occorre evidenziare che l’eventuale intervento di recupero dell’immobile in oggetto è da sottoporre alle seguenti misure: − le prescrizioni definite per le invarianti strutturali, ad esclusione di quelle di specifica competenza del Regolamento Urbanistico; − la prescrizione che vieta il cambiamento di destinazione d’uso, verso la residenza, di unità immobiliari site ai piani terra di edifici esistenti, quando con l'intervento edilizio si vengano a costituire alloggi con accesso diretto dalla pubblica via o da spazi di uso pubblico. Sono fatti salvi i casi di recupero di una originaria e documentata destinazione residenziale; − la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa. Confermando dunque con la variante la sola classificazione dell’edificio e verificato che l’immobile risulta avere una consistenza superiore a 2.000 mq di superficie utile lorda, il suo recupero con cambio di destinazione d’uso, ammesso dalla disciplina del PRG vigente, dovrà essere sottoposto alla pianificazione attuativa (PR). Nella fase attuativa dovrà essere stabilita la superficie da destinare alle funzioni che si intendono insediare per poter correttamente prelevare la quota di superficie, declinata per destinazione d’uso, dal dimensionamento dell’UTOE 12 di riferimento. Il dimensionamento massimo ammissibile dell’UTOE 12 disaggregato per destinazioni è evidenziato all’art.35 delle NTA del Piano Strutturale. La variante è coerente con il Piano Strutturale e non contrasta con le norme di salvaguardia. Piano Comunale di Classificazione Acustica (DCC 103/297 del 13.09.04) Classe IV - 65-55 dBA. La proposta di variante La variante propone di eliminare la Zona H, Sottozona H3e con il simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera”, assoggettando gli interventi a Piano di Recupero. Inoltre si attribuiscono la classe 0 e la classe 2 rispettivamente agli attuali classe 3 e classe 9, poiché, pur essendo al momento in corso di accertamento della competente Soprintendenza la sussistenza sull’immobile di un vincolo ai sensi dell’art.10 del DLgs 42/2004 (già citata deliberazione consiliare A.S.P. Montedomini n.5 del 20.02.2012), risulta agli atti di questo Comune l’espressione, da parte della Soprintendenza, di parere per interventi eseguiti sull’immobile in oggetto, per presenza di vincolo ai sensi dell’art.5 del Dlgs 490/99. Si segnala inoltre che il complesso in oggetto non è individuato tra i beni elencati nell’ ”Archivio digitale delle aree soggette a vincolo architettonico” (www.lamma-cres.rete.toscana.it) DLgs n.42 del 22.01.2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio). L’immobile in oggetto dovrà essere sottoposto ad eventuale autorizzazione alla vendita ai sensi dell’art.55 del DLgs 42/2004. Tabella delle variazioni di zona stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Zona H - sottozona H3e con simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera” + Classe 3 Edifici con rilevanti caratteri tipologici Zona H - sottozona H3e con simbolo di “Attrezzatura sanitaria e ospedaliera” Classe 9 Verde privato e aree di pertinenza di edifici pubblici e privati stato modificato Classe 0 Edifici notificati vincolati L1089/39 + Piano di Recupero Classe 2 Aree di pertinenza e giardini di particolare interesse + Piano di Recupero NB Le destinazioni di PRG non menzionate in tabella rimangono invariate. 64 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Disciplina del suolo e degli edifici stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente stato modificato 65 6. Istituzione zone di recupero ai sensi dell’art.27 della L457/78 Alcune delle aree e degli immobili oggetto della presente proposta di variante sono sottoposti alla redazione di uno strumento attuativo di dettaglio; trattasi nel caso specifico di “Piano di recupero” sul patrimonio edilizio esistente. Pertanto ai sensi dell’art.27 della L457/78 occorre istituire le relative zone di recupero e modificare, di conseguenza, il relativo elaborato di corredo del PRG vigente. Di seguito si riportano le 3 nuove zone di recupero e i 2 ampliamenti delle zone già previste. zona 189 zona 190 Nuove zone di recupero: 189 - scheda 4 “Ex teatro Comunale” 190 - scheda 6 Conventino nuovo 191 - scheda 10 Possesso di Rusciano Ampliamenti zone di recupero: documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 153 - scheda 3 129 - scheda 8 Ex deposito tram Ex Meccanotessile zona 191 zona 153 66 zona 129 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 7. Definizione delle destinazioni d’uso ai sensi dell’art.4, comma 2, della LR 8/2012 Trattandosi di procedura semplificata introdotta con la LR 8/2012, occorre precisare, rispetto alla struttura del PRG e al suo art. 8 delle NTA mutamento della destinazione d’uso che testualmente recita: (…) 8.2 Al fine di favorire il recupero a fini abitativi nei Tessuti Urbani Consolidati, Centro Storico monumentale e Centri Storici minori, è sempre ammesso il cambio di destinazione d'uso per il ripristino o il conseguimento della funzione residenziale, purché compatibile con le caratteristiche architettoniche e tipologiche dell'edificio. le destinazioni d’uso ammesse per ciascun immobile oggetto della presente variante. A tal fine occorre modificare gli articoli delle classi di riferimento di ciascun immobile nel modo seguente Art.17 - Edifici classe 0 Viene integrato come segue il comma 17.3: 17.3 Gli immobili compresi nella classe 0 possono essere destinati esclusivamente a funzioni compatibili con le loro tipologie e con il loro carattere originario. In particolare: 17.3.1 l’edificio compreso nel complesso immobiliare denominato Possesso di Rusciano, ubicato in Via Benedetto Fortini, identificato catastalmente al foglio di mappa 138 porzione della particella 156, deve mantenere la sua unitarietà e può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: direzionale comprensivo delle attività private di servizio, turistico-ricettiva; 17.3.3 l’edificio denominato ex ristorante “le rampe”, identificato catastalmente al foglio di mappa 122, porzione della particella 280, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio. Art.21 - Edifici di classe 4 Viene aggiunto il seguente comma 21.2: 21.2 Il complesso immobiliare denominato Istituto Demidoff, ubicato in Via San Niccolò, n.30, identificato catastalmente al foglio 174, porzione delle particelle 49, 50, 66 e 67, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato. 67 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 17.3.2 il complesso immobiliare denominato Istituto Sant’Agnese, ubicato in Via Guelfa, n.79, identificato catastalmente al foglio 158, porzione della particella 476, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; turistico-ricettiva; Art.22 - Edifici di classe 5 Viene aggiunto il seguente comma 22.2: 22.2 Il complesso immobiliare denominato Ex Meccanotessile, ubicato in Via Taddeo Alderotti, identificato catastalmente al foglio 35, porzione della particella 139, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; turistico-ricettiva. Art.23 - Edifici di classe 6 Viene aggiunto il seguente capoverso alla fine del comma 23.4 (così come modificato dalla proposta di variante, pag.23 della presente Relazione urbanistica): Il complesso immobiliare denominato ex teatro Comunale, identificato catastalmente al foglio 156, particelle 98, 100, 101, e al foglio 163, particelle 1, 2, 3, 4, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; commerciale, relativa alle medie strutture di vendita; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio. Viene aggiunto il seguente capoverso alla fine del comma 23.4 bis (così come introdotto dalla proposta di variante, pag.32 della presente Relazione urbanistica): documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il complesso immobiliare denominato Conventino nuovo, identificato catastalmente al foglio 118 particella 833 e altre, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio. Il testo coordinato del comma 23.4bis modificato dell’accoglimento dell’osservazione n.7, è riportato alla pagina 32 e alla pagina 73 della presente Relazione . Art. 25 - Edifici di classe 8 Viene aggiunto il seguente comma 25.4 25.4 Il complesso immobiliare denominato colonica di piazza Eugenio Artom, ubicato in via dell’Accademia del Cimento, identificato catastalmente al foglio 33 particella 1133 e 1143, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; turistico-ricettiva. 68 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 8. Verifica della coerenza delle varianti con il dimensionamento del Piano Strutturale Di seguito viene riportata la verifica di coerenza per ciascun immobile oggetto della presente variante al PRG che costituisce anticipazione del Regolamento Urbanistico. Scheda 1 - Ex ristorante “le rampe” UTOE 4 SUL stimata 100 mq Destinazioni d’uso ammesse: esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso dimensionamento UTOE 4 esercizi commerciali di vicinato direzionale, comprensiva delle attività private di servizio percentuale massima di prelievo nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art.1.6 NTA PS) nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art.1.6 NTA PS) Scheda 2 - Colonica di Piazza Eugenio Artom UTOE 10 SUL stimata 400 mq Destinazioni d’uso ammesse: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso dimensionamento UTOE 10 residenziale , comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato turistico-ricettiva percentuale massima di prelievo nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art.1.6 NTA PS) direzionale, comprensiva delle attività private di servizio Scheda 3 - Ex deposito tram UTOE 3 SUL stimata 3.500 mq Destinazioni d’uso ammesse: commerciale, relativa alle medie strutture di vendita; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso commerciale, relativa alle medie strutture di vendita direzionale, comprensiva delle attività private di servizio dimensionamento UTOE 3 2.100 mq perc entuale massima di prelievo ≤ 100% percentuale massima/SUL stimata 2.100 mq ≤ 100% ≤ 60% ≤ 60% 69 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art.1.6 NTA PS) nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art. 1.6 NTA PS) Scheda 4 - Ex teatro Comunale UTOE 12 SUL stimata 21.000 mq Destinazioni d’uso ammesse: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; commerciale, relativa alle medie strutture di vendita; turisticoricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso residenziale , comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato commerciale, relativa alle medie strutture di vendita turistico-ricettiva direzionale, comprensiva delle attività private di servizio dimensionamento UTOE 12 114.400 mq percentuale massima di prelievo ≤ 18% percentuale massima / SUL stimata ≤ 100% 7.150 mq ≤ 100% ≤ 34% 10.010 mq 7.150 mq ≤ 100% ≤ 100% ≤ 47% ≤ 34% Scheda 5 - Ex scuola via di Villamagna UTOE 3 Consistenza stimata 4.400 mq Destinazioni d’uso ammesse: sottozona F2: attrezzature pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano e territoriale con i seguenti simboli: Attrezzatura pubblico amministrativa, attrezzature sociali e socio sanitarie, attrezzatura sanitario ospedaliera, scuola superiore dell’obbligo, università, attrezzature. Trattandosi di standard ai sensi del DM 1444/68 non viene effettuato alcun prelievo dal dimensionamento del Piano Strutturale in conformità all’art.7 del DPGR 3/R/2007. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Scheda 6 - Conventino nuovo UTOE 5 SUL stimata 3.400 mq SUL ricostruibile ≤ 2.000 mq Destinazioni d’uso ammesse: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso residenziale , comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato turistico-ricettiva direzionale, comprensiva delle attività private di servizio dimensionamento UTOE 5 percentuale massima di prelievo nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art. 1.6 NTA PS) nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art. 1.6 NTA PS) nessun prelievo ≤ 2.000 mq di SUL (art. 1.6 NTA PS) Scheda 7 - Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia UTOE 8 Destinazioni d’uso ammesse: sottozona F1: verde pubblico, sportivo, campeggi di progetto. Trattandosi di standard ai sensi del DM 1444/68 non viene effettuato alcun prelievo dal dimensionamento del Piano Strutturale in conformità all’art.7 del DPGR 3/R/2007. 70 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Scheda 8 - Ex Meccanotessile UTOE 11 SUL stimata 4.000 mq Destinazioni d’uso ammesse: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso dimensionamento UTOE 11 percentuale massima di prelievo residenziale , comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato turistico-ricettiva 60.000 mq ≤ 7% percentuale massima / SUL stimata ≤ 100% 4.000 mq ≤ 100% ≤ 100% 4.000 mq ≤ 100% ≤ 100% direzionale, comprensiva delle attività private di servizio Scheda 9 - Parione UTOE 12 SUL stimata 6.600 mq Destinazioni d’uso ammesse: sottozona F2e attrezzature amministrative e sottozona G2p con simbolo di parcheggio. Trattandosi di standard ai sensi del DM 1444/68 non viene effettuato alcun prelievo dal dimensionamento del Piano Strutturale. Scheda 10 - Possesso di Rusciano UTOE 3 SUL stimata 5.400 mq Destinazioni d’uso ammesse: turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio turistico-ricettiva direzionale, comprensiva delle attività private di servizio dimensionamento UTOE 3 contenitori di particolare valore (art.1.7 NTA PS) ≤ 5.400 mq percentuale massima di prelievo percentuale massima / SUL stimata ≤ 100% ≤ 100% ≤ 5.400 mq ≤ 100% ≤ 100% 71 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente destinazioni d’uso Scheda 11 - Istituto Demidoff UTOE 12 SUL stimata 2.500 mq Destinazioni d’uso ammesse: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato destinazioni d’uso dimensionamento UTOE 12 percentuale massima di prelievo residenziale , comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato 114.400 mq ≤ 2% percentuale massima / SUL stimata ≤ 100% Scheda 12 - Istituto Sant’Agnese UTOE 12 SUL stimata 2.500 mq Destinazioni d’uso ammesse: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio destinazioni d’uso dimensionamento UTOE 12 contenitori di particolare valore (art.1.7 NTA PS) percentuale massima di prelievo percentuale massima / SUL stimata residenziale , comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato turistico-ricettiva <137.500 mq ≤ 2% ≤ 100% <137.500 mq ≤ 2% ≤ 100% <137.500 mq ≤ 2% ≤ 100% direzionale, comprensiva delle attività private di servizio documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 72 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 9. Osservazioni/Controdeduzioni 73 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Alla presente variante al PRG vigente costituita da 12 schede che interessano altrettante aree o immobili di proprietà del Comune di Firenze sono pervenute 7 osservazioni nei termini e 1 osservazione fuori termine. L’osservazione fuori termine (001 ft) presentata da Sinistra Ecologia e Libertà comprende al suo interno 11 osservazioni , 1 di carattere generale (001.1 ft) e 10 (da 001.1 ft a 001.13 ft) inerenti le seguenti schede di variante: scheda 1 Ex ristorante “le rampe” scheda 2 Colonica di piazza Eugenio Artom scheda 3 Ex deposito tram scheda 4 Ex teatro comunale scheda 5 Ex scuola di via Villamagna scheda 6 Conventino nuovo scheda 7 Attrezzatura sportiva di San Bartolo a Cintoia scheda 8 Ex Meccanotessile scheda 10 Possesso di Rusciano scheda 11 Istituto Demidoff – scheda 12 Istituto Sant’Agnese oltre a 2 osservazioni (001.2 ft e 001.3 ft) inerenti la variante “Area di trasformazione centro alimentare polivalente CAP”. Per questo motivo si evidenzia che è rivelabile una discontinuità nella numerazione della osservazione 1 ft . L’osservazione fuori termine è stata oggetto di puntuale controdeduzione. A ciascuna delle osservazioni è dedicata una scheda identificativa nella quale è riportata la sintesi della osservazione, suddivisa per punti nel caso l’osservazione trattasse più temi, la controdeduzione e l’esito sintetico della controdeduzione. Le schede sono precedute da un elenco delle osservazioni con indicati: il numero progressivo, il proponente, la scheda di variante oggetto di osservazione e l’esito sintetico. Complessivamente sono stati esaminati 39 punti di osservazione ed elaborate le relative controdeduzioni. La scheda di variante 6 “Conventino nuovo” conta 5 osservazioni, 1 delle quali è stata ritenuta accoglibile (006), ed una ritenuta parzialmente accoglibile (007) modificando conseguentemente norme della variante e perimetrazione del piano di recupero. Trattandosi di intervento complesso in un’area molto delicata da più punti di vista, si è condiviso la preoccupazione manifestata ed elaborato specifiche norme a garanzia di una più corretta trasformazione. La scheda 10 “Possesso di Rusciano” conta 4 osservazioni. La n.1 del Comitato Amici di Rusciano è classificata come petizione popolare essendo stata sottoscritta da 1335 cittadini. Nessuna delle osservazioni è stata ritenuta accoglibile ad eccezione di quella della Direzione Patrimonio che richiede un riallineamento del perimetro di variante alla particella catastale frazionata del terreno contiguo al Podere Torrione. Le altre schede di variante contano una o due osservazioni, la maggior parte delle quali contesta l’inserimento dell’immobile o dell’area di proprietà del comune nel piano delle alienazioni e valorizzazioni e la conseguente proposta di variante di modifica della destinazione d’uso da una destinazione pubblica verso destinazioni che consentano la valorizzazione del bene. L’elenco che segue dà conto dell’esito sintetico delle controdeduzioni che vede la proposta di accoglimento di 3 osservazioni, il parziale accoglimento di 1 osservazione e la proposta di non accoglimento delle restanti 14. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 74 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 75 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 76 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 77 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 78 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 79 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 80 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 81 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 82 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 83 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 84 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 85 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 86 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 87 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 88 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 89 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 90 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 91 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 92 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 93 10. PRG riepilogo normativo Il presente paragrafo costituisce il riepilogo normativo delle NTA del PRG a seguito dell’accoglimento di alcune osservazioni e delle integrazioni alla relazione di fattibilità idraulica, geologica e sismica (parte 2) richieste dal Genio Civile. Art.17 - Edifici classe 0 Viene integrato come segue il comma 17.3: 17.3 Gli immobili compresi nella classe 0 possono essere destinati esclusivamente a funzioni compatibili con le loro tipologie e con il loro carattere originario. In particolare: 17.3.1 l’edificio compreso nel complesso immobiliare denominato Possesso di Rusciano, ubicato in Via Benedetto Fortini, identificato catastalmente al foglio di mappa 138 porzione della particella 156, deve mantenere la sua unitarietà e può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: direzionale comprensivo delle attività private di servizio, turistico-ricettiva; 17.3.2 il complesso immobiliare denominato Istituto Sant’Agnese, ubicato in Via Guelfa, n.79, identificato catastalmente al foglio 158, porzione della particella 476, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; turistico-ricettiva; 17.3.3 l’edificio denominato ex ristorante “le rampe”, identificato catastalmente al foglio di mappa 122, porzione della particella 280, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Art.21 - Edifici di classe 4 Viene aggiunto il seguente comma 21.2: 21.2 Il complesso immobiliare denominato Istituto Demidoff, ubicato in Via San Niccolò, n.30, identificato catastalmente al foglio 174, porzione delle particelle 49, 50, 66 e 67, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato. Art.22 - Edifici di classe 5 Viene aggiunto il seguente comma 22.2: 22.2 Il complesso immobiliare denominato Ex Meccanotessile, ubicato in Via Taddeo Alderotti, identificato catastalmente al foglio 35, porzione della particella 139, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; turistico-ricettiva. 94 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Art.23 - Edifici di classe 6 Viene aggiunto il seguente capoverso alla fine del comma 23.4: Gli interventi relativi all’ex complesso del teatro Comunale saranno attuati attraverso specifico Piano di Recupero (PR). A tali interventi, fino all’attuazione del Piano di Recupero, si applicano le Norme Tecniche di Attuazione vigenti al momento dell’efficacia della variante con la quale è stato introdotto il presente comma (DCC 2009/C/00025 del 16.03.09 pubblicata sul BURT n.23 del 10.06.09). Il complesso immobiliare denominato ex teatro Comunale, identificato catastalmente al foglio 156, particelle 98, 100, 101, e al foglio 163, particelle 1, 2, 3, 4, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; commerciale, relativa alle medie strutture di vendita; turistico-ricettiva; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio. Viene aggiunto il seguente capoverso alla fine del comma 23.4 bis 23.4 bis L’immobile denominato “Conventino nuovo”, identificato catastalmente al foglio 118 particella 833 e altre, può essere demolito. La ricostruzione non può eccedere 2000 mq di superficie utile lorda. Il nuovo edificio può ospitare la destinazione d’uso residenziale, comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato, alle seguenti condizioni: - alloggio minimo di superficie utile netta abitabile maggiore o uguale a 40 mq - altezza massima minore o uguale a quella dell'edificio esistente oggetto di demolizione - posto auto pertinenziale minimo 1 per ciascun alloggio Deve inoltre essere verificata la possibilità di riqualificare il collegamento pedonale pubblico fra via Villani e via Giano della Bella. Art. 25 - Edifici di classe 8 Viene aggiunto il seguente comma 25.4 25.4 Art.41 Sottozone D3: terziarie e commerciali esistenti, di completamento, di ristrutturazione Viene aggiunto il seguente comma 41.8 41.8 Per il complesso immobiliare ubicato lungo via Fabrizio De’ Andrè è ammessa la sostituzione edilizia ad eccezione dell’edificio principale per il quale è consentito esclusivamente il recupero attraverso il mantenimento dell’originario impianto. È ammesso altresì l’incremento della sua superficie utile lorda attraverso l’inserimento di solai intermedi mediante il recupero di superfici legittimate da un titolo abilitativo e oggetto di demolizione facenti parte del complesso immobiliare, mantenendo inalterata l’originale struttura in ferro. 95 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il complesso immobiliare denominato colonica di piazza Eugenio Artom, ubicato in via dell’Accademia del Cimento, identificato catastalmente al foglio 33 particella 1133 e 1143, può ospitare le seguenti destinazioni d’uso: residenziale comprensiva degli esercizi commerciali di vicinato; direzionale, comprensiva delle attività private di servizio; turistico-ricettiva. In fase di elaborazione del Piano Attuativo, deve essere garantito il non aumento della superficie coperta complessiva, in modo da evitare l’eventuale necessità di compensazione dei maggiori volumi sottratti al libero deflusso delle acque. Nelle aree in pericolosità I3, non devono essere previsti parcheggi di servizio. Art.51 Sottozone F1: verde pubblico, verde sportivo e campeggi Viene integrato come segue il comma 51.1, lettera b) Aree destinate ad attrezzature sportive: b.1 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 96 Nel parco sportivo di San Bartolo a Cintoia è ammessa la realizzazione di una media struttura di vendita non alimentare, (fino ad una superficie di vendita massima di 2500 mq) che non si configuri come centro commerciale, per finanziare la realizzazione e/o gestione degli impianti, previa verifica di un suo corretto inserimento nel contesto. In fase di progettazione edilizia degli interventi dovrà essere effettuata la verifica della compensazione della eventuale volumetria sottratta al libero deflusso delle acque nelle aree ricadenti in classe di pericolosità I3, calcolata sulla base del battente idraulico Tr.200. Le aree potenzialmente idonee all’eventuale compensazione della volumetria sottratta al libero deflusso delle acque devono essere reperite nell’ambito della sottozona F1p con simbolo di “attrezzatura sportiva”. PARTE 2 Relazione di fattibilità idraulica, sismica e geologica (DPGR 53/R del 25.10.2011) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Introduzione Per l’assegnazione delle classi di fattibilità relative alle 12 proposte di variante al PRG vigente, si è tenuto conto dei criteri dettati dalle direttive di cui all’allegato A al DPGR 53/R del 25.11.2011- Regolamento in materia di indagini geologiche. Secondo tali direttive la classe di fattibilità viene determinata in funzione delle classi di pericolosità individuate per l’area interessata (in ordine agli aspetti: geologico, idraulico e sismico) e della tipologia di intervento previsto dall’atto di governo del territorio. Rispetto alle classi di pericolosità del territorio si fa presente che il Comune di Firenze ha approvato il Piano Strutturale con Deliberazione n.2011/C/00036 del 22 giugno 2011 che ha acquisito definitiva efficacia con la pubblicazione sul BURT n.31 del 3 agosto 2011. Il Piano Strutturale risulta supportato da indagini geologiche eseguite secondo il precedente regolamento regionale DPGR 26/R del 27.04.2007 (sostituito dal DPGR 53/R/2011): tali indagini sono state oggetto di deposito in data DENOMINAZIONE UBICAZIONE SINTESI DELLA PROPOSTA 1 Ex ristorante “le rampe” Viale G. Poggi, 1 2 Colonica di piazza Eugenio Artom Via dell’Accademia del Cimento 3 Ex deposito tram Via F. De Andrè 4 Ex teatro Comunale Corso Italia 5 Ex scuola via di Villamagna Via di Villamagna, 27A e 27B Via Giano della Bella Cambio di zona (da Zona G a Zona F) ed attribuzione di simboli di destinazione d’uso Parziale eliminazione lottizzazione 69, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) Variante alle NTA e eliminazione della previsione di tratto della tramvia 6 Conventino nuovo 7 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia Via del Cavallaccio 8 Ex Meccanotessile Via T. Alderotti 9 Parione Via del Parione 10 Possesso di Rusciano Via B. Fortini 11 Istituto Demidoff Via San Niccolò, 30 12 Istituto Sant’Agnese Via Guelfa, 79 Parziale eliminazione lottizzazione 356, eliminazione di parte della Zona F, Sottozona F2p, ridefinizione di classi di edifici, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) per porzione dell’area Attribuzione di Zona G Sottozona G2p con simbolo “Parcheggi” e cambio simbolo in Zona F da Università ad Attrezzatura pubblica amministrativa Eliminazione di porzioni di zone F e G, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) Eliminazione della Zona G, Sottozona G2e, attribuzione della classe di edificio 9 per le aree scoperte, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) Eliminazione della Zona H, sottozona H3e, modalità attuativa Piano di Recupero (PR), attribuzione della classe 0 e della classe 2. 99 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Eliminazione della Zona F, Sottozona F1 ed attribuzione della classe 0 all’edificio e al bastione Eliminazione della Zona G, Sottozona G2e ed attribuzione, per gli immobili non classificati in classe 8, di Zona H, Sottozona H1 Eliminazione delle zone G ed F ed attribuzione di Zona D, Sottozona D3, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) Eliminazione del PUC. Ridefinizione di classi di edifici, modalità attuativa Piano di Recupero (PR) 30.11.2010 col n.2750 presso l’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Firenze, che si è espresso favorevolmente sulle stesse. Considerato quanto sopra nel successivo paragrafo relativo alla definizione delle pericolosità è stato verificato se le precedenti indagini geologico-tecniche di supporto al Piano Strutturale, comprese le relative pericolosità derivate, risultano compatibili anche con le nuove direttive emanate dal nuovo regolamento regionale DPGR 53/R/2011. In tale paragrafo considerate le situazioni geologiche, idrauliche e sismiche, riscontrate per le aree oggetto della presente proposta di variante, si è dato atto sostanzialmente della compatibilità delle precedenti indagini rispetto a quanto richiesto dalle direttive del nuovo regolamento. Si evidenzia che ai fini della definizione della fattibilità, nelle more dell’approvazione del Regolamento Urbanistico, si è ritenuto necessario considerare, in quanto sono ancora in vigore, anche gli studi di supporto al PRG vigente e le correlate norme, poiché lo stesso è dotato di una serie di indagini ed analisi che per il territorio comunale portano all’assegnazione di determinate classi di pericolosità geologica ed idraulica, così come definita dalla previgente normativa: DCRT 94/85 e DCRT 12/2000 (ex DCR 230/94). La valutazione della fattibilità inoltre è stata integrata e rivista in rapporto anche alle cartografie tematiche e alle collegate normative relative ai piani sovraordinati elaborati dall’Autorità di bacino del fiume Arno: Piano Stralcio “Riduzione del Rischio Idraulico” (PSRI) approvato con DPCM 05.11.99 e Piano Stralcio “Assetto Idrogeologico” (PAI) approvato con DPCM 06.05.05. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Si sottolinea infine che, considerato il numero delle aree/immobili soggetti alla presente proposta di variante, si è ritenuto congruo riportare le rispettive pericolosità e fattibilità in una tabella in allegato alla presente (All.1), elaborando comunque le carte di fattibilità (All.2). 1. Inquadramento geologico 1.1 Descrizione geologica La città di Firenze sorge nel margine sud di una depressione lacustre (il bacino di Firenze - Prato - Pistoia) che ha una lunghezza di circa 45 Km per una larghezza massima di 10 Km. La depressione è stata colmata da sedimenti lacustri villafranchiani, e da depositi fluviali connessi, che giacciono su formazioni pre-plioceniche affioranti nelle circostanti colline. In linea con quello che è il quadro tettonico generale dei bacini neogenico-quaternari dell'Appennino Settentrionale (MARTINI & SAGRI, 1993; 1994) anche il bacino di Firenze-Prato-Pistoia presenta una geometria a semi-Graben fortemente asimmetrica, con un margine nord-orientale 100 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG molto acclive in corrispondenza della faglia principale (nel caso specifico la faglia di Fiesole) e da una rampa di raccordo poco inclinata a luoghi interessata da faglie minori sul versante sud-occidentale. I depositi di riempimento del bacino si sono sviluppati con ampi delta e fan-delta clastici sviluppati alla base del sistema di faglie maggiori, mentre minori quantità di sedimenti si sono disposti lateralmente e longitudinalmente al bacino a seguito dell'erosione dei terreni affioranti a tetto a quote più elevate del bacino. Questa architettura deposizionale è tipica dei bacini intermontani dell'Appennino Settentrionale. In questo tipo di bacini il sollevamento tettonico dei margini, ed il corrispondente allargamento del drenaggio fluviale, portano alla formazione di potenti sequenze sedimentarie clastiche grossolane in corrispondenza delle aree centrali del bacino. Dal punto di vista sedimentologico i depositi dell'area interessata dal presente studio sono ascrivibili ai seguenti ambienti: − − − Supersintema del Lago di Firenze-Prato-Pistoia: lacustri, lacustripalustri e di fan-delta; Supersintema di Firenze: lacustri e di fan-delta; Supersintema dell'Arno: fluvio-alluvionale e limno-palustre. 101 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente I depositi del Supersintema del lago Firenze-Prato-Pistoia sono caratterizzati da deposizione in condizioni climatiche prevalentemente fredde (glaciali Biber e Donau, AUCTT.) di monotone argille grigio bluastre derivanti dallo smantellamento di terreni di appartenenza ligure, con intercalati ed interdigitati i corpi clastici da limoso-sabbiosi a ciottoloso-ghiaiosi dei delta e fan-delta di paleo-Affrico, paleo-Mugnone, paleo-Terzolle e paleo-Ema/Greve messi in posto tramite processi di trasporto di massa riferibili a flussi turbolenti ad alta densità, con ricorrenza ciclica dovuta sia a cicli di uplift-denudation connessi a pulsazioni tettoniche che alle variazioni climatiche connesse ai glaciali Biber e Donau (AUCTT). Gli scarsi, e spesso coperti ed antropizzati, affioramenti dell'area fiorentina non consentono di avere un quadro preciso dell'organizzazione di questi depositi; ma date le medesime situazioni tettonico-sedimentari ed ambientali riteniamo di poter fare riferimento a quanto evidenziato da BILLI et alii (1991) per i depositi di delta e fan-delta del Valdarno Superiore. Nella zona apicale sono principalmente presenti depositi clastici grossolani mal organizzati, di tipo debris-flow, connessi a lobi o canali intrecciati durante fasi di intenso alluvionamento; nella zona di transizione ci sono canali intrecciati passanti a solchi di canale senza accezione laterale, con corpi ciottoloso-sabbiosi inglobati in depositi limoso-sabbiosi; nella zona più sommersa sono presenti canali distributori scavati entro i depositi argillosi lacustri riempiti di sabbie e ciottolami; nella zona distale questi canali danno luogo a corpi lenticolari di sabbie e ghiaie con gradazioni e sequenze positive. Nel complesso il non elevato livello delle acque nel lago, le sue ridotte dimensioni e bassa energia favoriscono la formazione di ampi fan-delta. Questo assetto sembra nel complesso ben inquadrare quelle che sono le risultanze delle indagini geognostiche svolte nel bacino di Firenze-Prato-Pistoia. Anche nel caso dei depositi del materasso alluvionale che caratterizza nel suo insieme il Supersintema dell'Arno riteniamo che il riferimento ai depositi d'Amo del Valdarno Superiore studiati da BILLI et alii (1987), sia corretto: si tratta di ciottolami massivi, a stratificazione incrociata, gradanti verso l'alto a sabbie a laminazione incrociata sovrastate da depositi di esondazione costituiti da limi ed argille con diffusa pedogenesi a pseudo-glay, organizzati in cicli sedimentari diversi a seconda della distanza dall'area di immissione nella pianura alluvionale. La deposizione di questi corpi clastici è legata più a fenomeni di accrezione lungo corrente che ad accrezione laterale, il tutto in un ambiente di deposizione tipico di fiumi a bassa sinuosità Nella fase iniziale di sviluppo di questi fiumi si ha spostamento laterale dei canali fluviali, con deposizione dei corpi clastici, legata alla migrazione laterale di barre specie in occasione dei principali eventi alluvionali; successive fasi di innalzamento del livello di base portano allo sviluppo di piane alluvionali con il fiume che tende a spostarsi sia verticalmente che lateralmente, ulteriori innalzamenti del livello di base portano a decremento della sinuosità e diminuzione della pianura alluvionale; questo tipo di fiumi, che tuttora caratterizza l'Appennino Settentrionale, presenta uno spessore pressoché costante del materasso alluvionale. L'assetto dei terreni alluvionali dell'area fiorentina, quale risulta dalle indagini geognostiche, ben si inquadra in questo schema deposizionale. Per la descrizione degli ambiti geologici sono mantenute le stesse classificazioni dove sono stati individuati i sintemi caratterizzanti i terreni fiorentini. Con Sintema si identifica un corpo roccioso di origine comune definito alla base ed al tetto da superfici di discontinuità o da superfici topografiche. In dettaglio i terreni individuati nella pianura fiorentina di studio sono: documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente RIPORTI E COPERTURE (Attuale) Materiali antropici e riempimenti costituiti da materiali sciolti misti di varia pezzatura ed origine, più o meno costipati, anche con cocciame di laterizi; nella cartografia geologica sono stati cartografati solo ove costituiscono un livello continuo e potente almeno un paio di metri. TERRENI FLUVIO-LACUSTRI ED ALLUVIONALI (Plio- Quaternario) SINTEMA DELL’ARNO: ciottolami e ghiaie dell'Arno, da puliti a sporchi, con livelli e lenti di sabbie, anche gradate, con frequenti episodi di erosione e sostituzione. Questi depositi d'Arno sono interdigitati con i depositi alluvionali recenti dei vari torrenti, costituiti da ghiaie e ciottolami con abbondante matrice limoso-sabbiosa inclusi in corpi limosi. Olocene Depositi d'Arno - costituiti principalmente da ciottolami e ghiaie, da puliti 102 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG a sporchi, con livelli e lenti di sabbie, anche gradate: i 3-5 m superiori sono formati da limi più o meno sabbiosi, in relazione alla loro distanza dall'alveo; le ghiaie presentano frequenti episodi di erosione e sostituzione Depositi torrentizi - si tratta di depositi d'alveo ghialoso-ciottolosi, con abbondante matrice limoso-sabbiosa imballati in corpi limosi palustri e/o d'esondazione. La divisione tr5 i vari torrenti è stata fatta in funzione dello zone di pertinenza dei vari apparati torrentizi: hanno potenze variabili da pochi fino alla ventina di metri. Depositi palustri - depositi limno-palustri delle residue zone umide ad ovest della città e nella pianura tra Campi e Sesto-Castello; ha potenza di un paio di metri nella zona settentrionale, fino a qualche metro nella zona meridionale della pianura. Depositi di conoide - derivano tutti da erosione dei terreni villafranchiani dei rilievi pedecollinari settentrionali: ghiaie in matrice limoso-sabbiosa mal classate e mal assortite con potenza di alcuni metri. SINTEMA DI FIRENZE: ciottolami e ghiaie d'alveo del paleo-Arno, più o meno sporchi, frammisti a livelli sabbioso-limosi bruni nella zona settentrionale della cerchia dei viali di Firenze; sono essenzialmente depositi ciottolosi e ghiaiosi nella zona Cascine-Osmannoro-Legnaia. Pleistocene Superiore SUBSTRATO LITOIDE pre-Pliocene UNITA' LIGURI - UNITÀ Dl MONTE MORELLO − Argilliti di Pescina: abbondanti argilliti, con intercalazioni di calcari verdastri e arenarie calcarifere, e di calcari marnosi e marne calcaree 103 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente SINTEMA DEL BACINO (di Firenze-Prato-Pistoia): massicci corpi di argille limose grigio-bluastre, all'interno di questo corpo principale sono presenti livelli e lenti di ghiaie e sabbie, in genere sporchi; verso l'alto passano a limi bruni a luoghi varvati, con torbe, frustoli carboniosi, calici e paleosuoli. Depositi clastici di delta e fan-delta costituiti da ciottolami e ghiaie in genere sporchi, ghiaie-sabbiose, sabbie limose e limi sabbiosi, in corpi più o meno massivi e/o canalizzati. Pleistocene Inferiore (Villafranchiano) -Pliocene Superiore − Argille Turchine - depositi limoso-argillosi lacuali costituiti de massicci corpi di argille-limose grigio blusatre; all'interno di questo corpo principale sono presenti livelli e lenti di ghiaie e sabbie, in genere sporchi: verso l'alto passano a limi bruni, e luoghi varvati, con torbe, frustoli carboniosi, calici e paleosuoli. − paleo-Mugnone - ciottolami e ghiaie in matrice limoso-sabbiose e corpi limoso-argillosi bruni. − paleo-Terzolle - ciottolami e ghiaie, spesso sabbiosi, e lenti di limi argillosi bruni. − paleo-Ema/Greve - ciottolami e ghiaie in matrice sabbiosa. − − − chiare, in grossi banchi con rari livelli basali calcerenitici. Eocene Medio-Inferiore Formazione di Monte Morello: calcari marnosi, calcari chiari tipo Alberese e marne calcaree di colore bianco giallastro in strati da pochi cm 5 qualche metro, a luoghi alternati a livelli calcarenitici e ad argilliti. Eocene Medio-Paleocene Pietraforte: regolare alternanza di turbiditi arenacee quarzosocalcaree grigio brune in strati da 25 cm ad 1 m, argilliti siltose di colore grigio scuro in livelli di 15-20 cm: affiora sui rilievi di ArcetriGiramonte, e nell'area del Giardino di BoboIi-Forte Belvedere. Costituisce un corpo all'interno della parte alta della Formazione di Sillano. Cretaceo Superiore Formazione di Sillano: argilliti varicolore con irregolari intarcalazioni di torbiditi arenacee quarzoso-calcaree e calcarenitiche in strati da 10 cm ad 1 m, marne grigio scure compatte con laminazioni in livelli metrici, calcari marnosi grigio chiari ed avana giallastri ("Pietra Paesina") in strati de 15 cm ad 1 m, e brecciole ofiolitiche, spesso gradate, con clasti centimetrici a spigoli vivi (costituiti da calcare, serpentine, diabase, diaspro) immersi in una matrice siltoso-sabbiosa a cemento carbonatico. Eocene Inferiore-Cretaceo Superiore FALDA TOSCANA − Marne di San Polo: marne siltose grigio giallastre con rare intercalazioni di arenarie fini. Miocene Inferiore-Oligocene − Macigno: torbiditi arenacee quarzoso-feldspatiche gradate, da medie a grossolane con rapporto sabbia/pelite >1, in banchi anche amalgamati di spessore massimo di 8 m e raramente inferiore al mezzo metro, con intercalazioni di torbiditi arenacee fini e torbiditi siltosoargillose in strati di spessore inferiore ai 30 cm. Miocene InferioreOligocene documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 1.2 Tettonica Dal punto di vista tettonico - geometrico l'area di Firenze è caratterizzata dalla presenza di una fascia interessata da più faglie disposte a gradinata ed in parte sepolte al di sotto dei depositi fluvio-lacustri villafranchiani, localizzata nell'area pedemontana a nord della pianura di Firenze, e dalla presenza delle faglie sepolte Castello-Scandicci e Maiano-Bagno a Ripoli che interessano il substrato prelacustre, trasversalmente al bacino; non si hanno invece indizi di faglie bordiere al bacino, meridionali. Le faglie controllano la morfologia dell'area fiorentina determinando, rispetto al basso della pianura di Firenze, l'alto delle colline di CastelloTrespiano-Fiesole nel settore settentrionale, e delle colline di Bellosguardo-Arcetri-S.Miniato a Monte a sud della città. L'area fiorentina risulta quindi delimitata a nord da lineamenti tettonici paralleli a direzione NNW-SSE, che hanno giocato come faglie a movimento verticale distensivo determinando lo sviluppo del bacino fluvio- 104 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 105 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente lacustre con il ribassamento del blocco meridionale. La principale attività delle faglie, periodo in cui si è determinato il maggiore movimento verticale, è riferita a prima del Pliocene inferiore, successivamente c'è stata una ripresa di movimenti al tetto del Pliocene inferiore, a cui è associato il movimento verticale responsabile dell'origine della depressione lacustre, ed un'ultima pulsazione al termine del Villafranchiano che ha determinato il sollevamento del blocco di Firenze rispetto al resto del lago ed ha stabilito i rapporti tettonico-geometrici attuali. La master fault, a cui viene attribuito il principale movimento verticale, è manifestata da una scarpata tettonica che ha determinato Io sviluppo dei ripidi versanti meridionali delle colline di Castello-Monte Rinaldi-Fiesole; in realtà si tratta di una zona interessata da varie faglie disposte a gradinata, di cui solo la più orientale affiora con la scarpata degradata dei versanti di Fiesole, e le altre attualmente sepolte sotto i depositi villafranchiani del Cionfo e di San Domenico, od addirittura sotto l'area delle Cure-Campo di Marte. Tali faglie sono dislocate da lineamenti tettonici trasversali che interessano il substrato con generali direzioni NNE-SSW, ed il cui movimento risulta prevalentemente verticale distensivo. Le faglie a carattere prevalentemente distensivo, di Castello-Scandicci ad Ovest e di Maiano-Bagno a Ripoli ad Est, risultano attive a più riprese a partire dal Pliocene inferiore, giocando successivamente verso la fine del Villafranchiano, un ruolo determinante per il sollevamento dell'area fiorentina rispetto al restante bacino lacustre. Questi elementi strutturali hanno sollevato la pianura di Firenze, ribassando il blocco a NW nel caso della faglia occidentale, ed il blocco a SE per la faglia orientale con un rigetto globale stimabile in alcune centinaia di metri. Nel Villafranchiano sono state documentate due fasi tettoniche lungo tali lineamenti, probabilmente in regime compressivo, in accordo con evidenze regionali (BOCCALETTI et alii 1995); tali faglie con attività tettonica sinsedimentaria costituiscono quindi delle grow-fault. Nella zona nord-orientale dell'area fiorentina lungo le colline di FiesoleMonte Rinaldi-Monte Rivecchi, il motivo strutturale è dato da una piega anticlinalica con asse orientato Nw-SE, delimitato a SW dalla omonima zona di faglia che mette in contatto le arenarie torbiditiche del Macigno con i depositi recenti fluvio-lacustri; la struttura è interessata da faglie minori ad andamento NE-SW e prevalente movimento verticale. L'assetto tettonico delle Unità Liguri affioranti a NW di Firenze e nell'area meridionale è dato da una blanda monoclinale immergente in genere verso N-NE di valori medi (<40°). I depositi lacustri Villafranchiani risultano dislocati dalle faglie sin-sedimentarie trasversali al bacino, ma mantengono una giacitura sub-orizzontale su entrambi i blocchi dislocati; i depositi alluvionali recenti ed attuali sono ancora in giacitura primaria. Per nessuna delle faglie presenti nella zona ci sono indizi geologici di attività tettonica più recente di circa 500.000 anni. 1.3 Geomorfologia documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il bacino di Firenze-Prato-Pistoia, posto ad una quota media di 45 m slm, si sviluppa in direzione NW-SE per una lunghezza di 45 km ed una larghezza massima di circa 10 km. Esso è delimitato a nord dai Monti della Calvana e da Monte Morello, con altitudine di circa 900 m slm ed a sud dal Montalbano con altitudine di oltre 600 m slm. La depressione tettonica di Firenze-Prato-Pistoia si è formata a partire dal Pliocene, ma il bacino di Firenze-Prato-Pistoia si individua ed evolve dal Pliocene superiore. La formazione della depressione tettonica,a carattere endoreico, ha richiamato i corsi d'acqua antecedenti alla struttura (torrente Bisenzio, torrente Mugnone, fiume Greve), che sono caratterizzati da un notevole trasporto solido, precedentemente deposto nella pianura costiera pliocenica, nelle attuali zone di San Casciano e Montelupo (CANUTI ef al, 1966; BARTOLINI & PRANZINI, 1981). Detti corsi d'acqua casi intercettati scaricano i loro materiali all'interno del bacino lacustre appena formato, dando luogo anche ad ampie conoidi clastiche. Dal Pleistocene la ripresa dell'attività delle faglie trasversali all'asse della depressione (faglie di Maiano-Bagno a Ripoli e Castello-Scandicci), determina il sollevamento dell'area fiorentina e lo spostamento delle conoidi verso la zona più occidentale, ossia l'attuale area di CasellinaCascine-Careggi. L'evoluzione del bacino, da questa fase in poi, si differenzia tra l'area occidentale, in cui le condizioni lacustri-palustri permangono fino al "recente” e l'area fiorentina sollevata, in cui si manifestano attività di erosione e deposizione fluviale ad opera del fiume Arno e dei suoi affluenti. In detta area si sviluppa un reticolo fluviale controllato dal livello di base dell'Arno che sfocia nel lago di Prato-Pistoia con un'ampia conoide (zona di Casellina-Cascine-Osmannoro), associata nella zona di Casellina a quelle dei torrenti Greve, Ema e del torrente Vingone, e nella zona di Careggi a quella del torrente Terzolle. In questo periodo nell'area fiorentina si manifesta una fase erosiva tale da portare il fiume Arno ed i suoi affluenti ad incidere di ben 100 m i sedimenti lacustri Villafranchiani. Si verifica successivamente una fase alluvionale con deposizione di sedimenti grossolani in corrispondenza degli alvei dei fiumi gerarchicamente più importanti e di sedimenti più fini nelle zone di esondazione, in relazione all'innalzamento del livello di base nel lago di Prato-Pistoia per sua graduale colmata. La fase più recente è caratterizzata dalla migrazione del corso dell'Arno che si è spostato da NE verso SW, meandrando ed erodendo alla base le colline di San Miniato e di Bellosguardo. Inoltre, si verifica la sedimentazione di materiali in corrispondenza degli alvei del fiume Amo e dei suoi affluenti (torrente Affrico, Fosso San Gervasio, torrente Mugnone, torrente Lastra, torrente Terzolle), con ripetuti impaludamenti di vaste aree. Il margine nord-orientale dell'area fiorentina è marcato dalla gradinata 106 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG delle faglie normali di Fiesole, di cui si è già precedentemente detto, con rigetto totale valutabile intorno ai 1.000 m. Parte di detta gradinata di faglie è attualmente sepolta sotto i depositi fluvio-lacustri Il margine sud-occidentale del bacino non è interessato da faglie importanti. Le faglie di Castello-Scandicci e di Maiano-Bagno a Ripoli sono attualmente sepolte sotto i depositi fluvio-lacustri. 1.4 Morfologia ed idrografia 107 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Gli affluenti in destra d'Amo, a parte il torrente Mugnone, sono tutti di origine recente, impostati in erosione sui depositi fluvio-lacustri villafranchiani ed in stretta dipendenza con la faglia di Fiesole, sul cui piano si attestano in erosione regressiva. Hanno carattere torrentizio e nella parte a monte presentano un tragitto breve, molto acclive, mentre nell'area cittadina sono canalizzati, deviati o coperti. Degli antichi affluenti di sinistra dell'Arno rimane testimonianza solo del Fosso di San Rocca che scendeva da San Gaggio lungo una vallecola compresa tra le colline di Boboli e Bellosguardo, dove ora sono presenti Via de' Serragli e Via Maggio. Originariamente lo sbocco in Arno doveva trovarsi presso l'attuale Ponte alla Carraia. Successivamente il fosso alimentò i fossati della seconda cerchia di mura della città, scomparendo con la costruzione della terza cerchia di mura. La pianura fiorentina è, come detto in precedenza, di tipo alluvionale ed è stata fino ad oggi soggetta a fenomeni di esondazione e di erosione laterale dei corsi d'acqua, talora anche molto accentuati. L'origine di queste forme è dovuta sia all’evoluzione naturale, che all'attività antropica. L'Arno scorre attualmente nella porzione meridionale della pianura, caratterizzato da linearità artificiale e da approfondimento dell'alveo in seguito ad interventi antropici eseguiti a monte. Nella pianura di Firenze si sono verificati negli ultimi 130 anni approfondimenti d'aIveo di ordine compreso tra 4 e 6 m. Durante gli eventi di piena eccezionale, sia in epoca storica che recente, il fiume ha divagato nell'intera pianura, incidendo la coltre di alluvioni antiche ed i depositi lacustri villafranchiani. L'abbassamento dell'alveo dell'Amo avvenuto recentemente ha innescato sui suoi affluenti un conseguente processo di erosione regressiva e quindi di incisione dei depositi alluvionali antichi, delineando anche terrazzi fluviali. La pianura alluvionale era solcata trasversalmente dagli affluenti dell'Amo, che attualmente risultano canalizzati o coperti per quasi tutto il loro percorso nella zona urbana. In epoca storica gli interventi di bonifica e di regimazione delle acque divaganti nella pianura avevano creato un sistema di arginature artificiali con la funzione di contenere le piene e di isolare delle aree per creare delle casse di laminazione e di decantazione. L'intensa urbanizzazione dell'ultimo periodo ha alterato questo quadro, modificando le caratteristiche morfologiche, la natura e la distribuzione dei depositi alluvionali. Per quanto riguarda il reticolo fluviale, questo è praticamente rettilineo e drenante verso SW secondo la massima pendenza, sul fronte della dor- sale di Monte Ceceri-Monte Rinaldi, mentre diventa lobato, divergente e drenante verso la pianura fiorentina nella fascia intermedia sui terreni villafranchiani. Prima delle canalizzazioni e degli interventi antropici di regolarizzazione il reticolo era di tipo "intrecciato-divagante” e drenante a SW verso l'Amo. Non rientrano in detto schema i torrenti Terzolle e Mugnone ed il Fosso di Bucine-Mensola (ossia il paleo-Affrico). lI torrente Mugnone, infatti, con la sua linearità è un tipico caso di antecedenza con persistenza del suo corso durante il sollevamento della dorsale di Monte Ceceri-Monte Rinaldi, in seguito all'azione della faglia di Fiesole. Per i torrenti Terzolle e paleo-Affrico molto verosimilmente il loro sviluppo appare legato alla presenza del nucleo di Macigno della dorsale di Monte Ceceri-Monte Rinaldi che non ostacolando l'erosione è stato aggirato, anche per la presenza dei terreni argillitici, più erodibili, appartenenti alle Unità Liguri ed affioranti alle due estremità della dorsale. Gli affluenti in destra d'Amo, ad eccezione del torrente Mugnone, sono di origine recente, ad andamento lineare, poco gerarchizzati, a carattere torrentizio ed impastati in erosione sui depositi fluvio-lacustri villafranchiani. Inoltre, mostrano tragitti brevi, acclivi nella parte di monte. Nell'area cittadina sono attualmente deviati, canalizzati e tombati. Nella pianura alluvionale di Firenze sono state rilevate dall'osservazione di foto aeree le tracce di paleoalvei dell'Arno, con una particolarità che consiste nella maggiore permanenza del fiume sul fianco sinistro della valle. Come detto in precedenza tutti i caratteri morfologici sono obliterati dall'intervento antropico, le strutture riconoscibili consistono nel rilevato ferroviano. Il torrente Mensola come si può osservare è canalizzato e tombato e non si hanno tracce del suo corso originario. 1.5 Macrozonazione sismica documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Per quanto concerne il rischio sismico, il territorio comunale di Firenze ricade nella zona sismo genetica n° 916 (ZS9). L’OPCM n.3274 del 23/03/2003 e la Del.GRT 604/03, aggiornata dalla Del.GRT 751/03 inseriscono il territorio comunale di Firenze in Zona sismica 2. Per tale zona sono definiti valori di accelerazione orizzontale massima convenzionale di ancoraggio dello spettro di riposta elastico pari a ag/g=0,25. La Del.GRT 431/06 (“Riclassificazione sismica del territorio regionale”) in applicazione dell'OPCM 3519/06 classificano il territorio comunale di Firenze in zona 3s di sismicità; in tale zona a bassa sismicità non viene ridotto il livello di protezione precedente alla riclassificazione e ad essa si applica la normativa tecnica e le azioni sismiche prescritte per le zone a sismicità 2 (Del.G.R.T. 431/06, LRT. 1/05). Per tali zone sono quindi previsti valori di accelerazione massima del suolo, riferita ad un suolo di tipo A, compresa tra 0,15 <ag/g<0,25. 108 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG 1.6 Inquadramento idrogeologico 109 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La falda idrica più importante della pianura fiorentina è una falda libera, una tavola d'acqua posta ad una profondità compresa fra 1 e 10 metri di profondità, a seconda delle aree e del periodo stagionale. In alcune zone marginali della pianura si ha una falda semiconfinata, in quanto il livello piezometrico si colloca in corrispondenza dei limi sabbiosi, talora argillosi. di copertura,che hanno le caratteristiche di "acquitardo”. Se lo strato di terreno superficiale è costituito da limi con argille, ossia in presenza di permeabilità molto basse, l'acquifero sottostante va considerato confinato e pertanto si è in presenza di una falda in pressione. Ciò si verifica nella zona di Novoli - Castello, dove l'acquifero è rappresentato da lenti di ghiaie con matrice limosa discontinue, a bassa permeabilità, ed il livello idrico nei pozzi corrisponde alla pressione idrostatica nell'acquifero. L'acquifero di Firenze, quindi, è costituito dai depositi alluvionali "macroclastici" del Fiume Arno e dei principali affluenti (torrente Mugnone, torrente Affrico, torrente Terzolle, torrente Mensola ecc.) poggianti su sedimenti lacustri limoso argillosi con intercalazioni di livelli e/o lenti di ghiaie e sabbie, cui seguono sedimenti lacustri prevalentemente argillosi. Nelle grandi linee il sistema acquifero in questione può essere ritenuto permeabile per porosità, con orizzonti acquiferi, come detto in precedenza, di tipo "a superficie libera" e/o semi-confinati. Schematicamente, gli autori (Capecchi et alii, 1976) suddividono l'acquifero in 4 orizzonti: Orizzonte Firenze 1 - essenzialmente limoso sabbioso e/o argilloso, di spessore variabile da 2 a 7 metri, costituito da depositi di esondazione dell'Arno e riporti antropici. Dal punto di vista idrogeologico può essere considerato un acquitardo con permeabilità nell'ordine di 10-7 m/s. Orizzonte Firenze 2 - costituito da ghiaie e ciottoli, più raramente sabbia, con qualche lente di limo sabbioso o argilloso, presenta uno spessore variabile, fino a un massimo di 20 m. Viene normalmente attribuito alla sedimentazione recente dell'Arno e dei suoi affluenti. Per le sue caratteristiche costituisce il corpo acquifero principale dell'area, con permeabilità fortemente variabili, nell'ordine dei 10-3 – 10-7 m/s. Orizzonte Firenze 3 - litologicamente paragonabile all'orizzonte Firenze 2, rispetto al quale presenta, in genere, un più elevato contenuto di matrice limosa. Caratterizzato da spessori fortemente variabili, presenta estensione limitata. Non sempre tale orizzonte è distinguibile dal sovrastante, specie quando tra i due non è presente un caratteristico livello limoso-argilloso di alcuni metri di spessore. La geometria ditale orizzonte, anche per la mancanza di sondaggi profondi, a tutt'oggi non risulta chiara; la sua deposizione viene attribuita al sistema del paleo-Arno. Presenta permeabilità generalmente più basse dell'orizzonte 2, quando presente, può comunque ospitare una significativa circolazione idrica. Orizzonte Firenze 4 - costituito da una successione di limi argillosi ed argille, a colorazione da turchina a gialla, con pochi strati di ghiaie a matrice limoso-argillosa. Presenta spessore variabile in funzione dell'andamento del tetto del substrato. Stratigraficamente si colloca al di sotto dell'orizzonte Firenze 2. Viene attribuito al Supersintema del Lago Firenze-Prato-Pistoia. Il Substrato roccioso è composto da calcari marnosi, marne, arenarie e argilliti. Si tratta di rocce che lo fanno assegnare alla Formazione di Sillano e alla Pietraforte. Tale schematizzazione, significativa a scala regionale, assume un carattere indicativo nelle analisi idrogeologiche di dettaglio, quando le forti variazioni stratigrafiche (orizzontali e verticali) legate alla complessità dell'ambiente deposizionale condizionano in maniera determinante la circolazione idrica sotterranea. Le acque sotterranee sono alimentate dai corsi d'acqua, dai contributi meteorici sulla pianura ed in minima parte, dalle acque di ruscellamento superficiale che scendono dalle colline e si infiltrano nei detriti di versante e nei depositi colluviali pedecollinari. 2. Piani di bacino sovraordinati 2.1 Piano di Bacino del fiume Arno stralcio “Assetto Idrogeologico” (PAI - DPCM 06.05.05) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il PAI è un piano avente valore di piano territoriale di settore quale strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo, mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo. Esso si prefigge l’obiettivo generale di garantire livelli di sicurezza adeguati rispetto a fenomeni di dissesto idraulico e geomorfologico in atto o potenziali. A supporto del PAI sono pertanto elaborate differenti cartografie che tengono in conto delle due suddette problematiche territoriali: idraulica e geomorfologica. Nella cartografia redatta a supporto del PAI: “Perimetrazione delle aree con pericolosità idraulica” (livello di sintesi e di dettaglio), sono individuate le zone del territorio con pericolosità idraulica suddivisa secondo quattro differenti livelli che vanno dalla moderata (Pi1) alla molto elevata (Pi4). La normativa del PAI definisce le tipologie di intervento consentite per ogni grado di pericolosità e le condizioni per la loro attuazione. In generale le aree di cui alla presente variante ricadono, a volte solo in parte, in aree a pericolosità idraulica Pi2 (media) e Pi3 (elevata). Le problematiche di carattere idraulico ovviamente non interessano gli immobili posti in alto morfologico rispetto ai corsi d’acqua. Mentre nelle aree in Pi2 il citato piano di bacino prevede la possibilità di attuare tutti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio senza particolari limitazioni (art.8 delle Norme Tecniche di Attuazione del 110 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG PAI), per le aree in Pi3 sono individuati invece gli interventi consentiti e specificate le condizioni per l’attuazione degli stessi, secondo quanto previsto dall’art.7 delle NTA del piano stesso. Di tali disposizioni normative si è tenuto conto nella definizione delle condizioni di fattibilità relative alle modifiche proposte (si veda l’allegata tabella- All.1). 2.2 Piano stralcio relativo alla riduzione del “rischio idraulico” del bacino del fiume Arno (DPCM 5/11/1999) Il Piano di Bacino dell’Arno Stralcio “Rischio Idraulico” approvato con DPCM 05.11.99, si propone come obiettivo generale il miglioramento idraulico ed idrogeologico del bacino mediante l’attuazione degli interventi strutturali e non strutturali previsti dal piano medesimo. Cartografie di riferimento del piano sono la: “Carta degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico nel bacino dell’Arno”; “Carta delle aree di pertinenza fluviale dell’Arno e degli affluenti” 111 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Come per l’aspetto idraulico anche per l’aspetto geomorfologico il PAI ha elaborato apposite cartografie, che però sono distinte a seconda che la problematica sia legata a fenomeni franosi o a processi geomorfologici di versante. Tali cartografie individuano diverse situazioni di criticità classificandole secondo quattro gradi di pericolosità che vanno dalla PF1 (moderata) alla PF4 (molto elevata). Si segnalano solo tre situazioni cartografate: le rampe, Possesso di Rusciano, e ASP Demidoff. Le prime due sono perimetrate in PF3 (pericolosità elevata da frana) nella cartografia: “Perimetrazione delle aree con pericolosità da frana derivante dall’inventario dei fenomeni franosi – livello di dettaglio” ; l’ultima ricade invece in PF2 (pericolosità media da processi geomorfologici di versante) nella “Perimetrazione delle aree con pericolosità da fenomeni geomorfologici di versante - livello di sintesi”. In particolare per “le rampe” si rileva la presenza di risistemazioni ambientali che presentano segni di potenziale instabilità. Per via Fortini invece la problematica che ha portato all’assegnazione della classe PF3 è legata alla presenza di una frana quiescente. Nelle aree in PF2 il PAI (art.12 delle NTA) consente ogni tipologia di intervento prevista dagli strumenti di governo del territorio purché l’intervento garantisca la sicurezza, non determini condizioni di instabilità e non modifichi negativamente le condizioni ed i processi geomorfologici nell’area e nella zona potenzialmente interessata dall’opera e dalle sue pertinenze. Nelle aree in PF3 (art.11 delle NTA) il piano di bacino definisce gli interventi consentiti e le condizioni per la loro attuazione. Cosi come per l’aspetto idraulico, anche per il geomorfologico si è tenuto conto di tali disposizioni normative nella definizione delle condizioni di fattibilità relative alle modifiche proposte (si veda l’allegata tabella-All.1). “Carta guida delle aree allagate redatta sulla base degli eventi alluvionali significativi (1966-1999) 2.2.1 Carta degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico nel bacino dell'Arno (norme 2 e 3) Una porzione triangolare ad ovest dell’area di San Bartolo a Cintoia ricade nelle aree perimetrate di cui alla “Carta degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico”. In particolare è prevista nella zona, quale intervento strutturale di tipo A, una cassa di espansione. Per questo tipo di aree la norma 2 del DPCM 05.11.99 (come modificato dal DPCM 19.05.11) prevede un vincolo di in edificabilità assoluta. Alcune tipologie di interventi sono comunque fatti salvi seppur condizionati e tra questi si segnala: “Sono esclusi dal vincolo di in edificabilità (…) gli interventi di ampliamento o di ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico riferite a servizi essenziali, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico parimenti essenziali, purché non concorrano ad incrementare il rischio idraulico e non precludano la possibilità di attuare gli interventi previsti dal piano, previa concertazione tra enti ed Autorità di Bacino.” 2.2.2 Carta aree di pertinenza fluviale dell’Arno e degli affluenti (norma 5) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Solo l’area di San Bartolo ricade in parte all’interno della perimetrazione delle aree di pertinenza fluviale del fiume Arno e dei suoi affluenti. Nel caso specifico risulta area di pertinenza del fiume Greve. Secondo la Norma 5 del DPCM del 05.11.99 tali aree in generale devono essere salvaguardate per la mitigazione del rischio idraulico, oltre che per la ricarica della falda, per il recupero ambientale, etc., e ove se ne verifichi la fattibilità e l’efficacia, devono essere realizzati interventi che contribuiscano ad un miglioramento del regime idraulico ed idrogeologico ai fini della difesa del territorio. Allo stato attuale solo la porzione più a ovest ricade all’interno di un’area dove è prevista la realizzazione di una cassa di espansione di tipo A, come meglio esposto nel precedente paragrafo 3.2.1. 2.2.3 Carta guida delle aree allagate (norma 6) Dalla carta in esame risulta che tutte le aree di variante site in pianura, ricadono all’interno delle aree interessate da inondazioni eccezionali; esse sono comunque esterne alle aree interessate da esondazioni ricorrenti o comunque dagli eventi del triennio 1991-1993. All’interno delle aree perimetrate come allagate, secondo il disposto della norma 6 del DPCM 05.11.99, le opere che comportano trasformazioni edilizie ed urbanistiche possono essere realizzate a condizione che non vi sia un incremento del rischio idraulico da esse determinabile o che siano indivi- 112 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG duati gli interventi necessari alla mitigazione di tale rischio da realizzarsi contestualmente alla esecuzione delle opere stesse. Nella messa a punto delle condizioni di fattibilità relative alle modifiche proposte si è dato comunque atto di quanto disposto dalla norma 6. 2.3 Art.36 Disciplina del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) - Art.141 LR 66/2011 - Art.96 RD 523/1904 L’art.36 comma 3 del PIT approvato con DCR n.72 del 24.07.2007, definisce le aree e le relative misure di salvaguardia, che non consentono in generale di prevedere nuove edificazioni, manufatti di qualsiasi natura o trasformazioni morfologiche all’interno delle suddette aree. Le aree cui si applicano le misure di salvaguardia sono rappresentate dagli alvei, dalle golene, dagli argini e dalle due fasce della larghezza di m.10 dal piede esterno dell’argine o, in mancanza, dal ciglio di sponda dei corsi d’acqua principali ai fini del corretto assetto idraulico, individuati nel Quadro Conoscitivo del PIT. Si fa presente inoltre che l’art.141 – Tutela dei corsi d’acqua della LR 66/2011 ha ulteriormente disciplinato e limitato gli interventi in tali aree. A completamento del paragrafo si evidenzia che nell’area di tutela in esame, opera anche la disciplina di cui all’art.96 del RD 523/1904. Si rileva comunque che nessuna delle aree di variante ricade nell’area di tutela e salvaguardia di cui al presente paragrafo. 113 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La prescrizione di cui al comma 3 non si riferisce comunque alle opere idrauliche, alle opere di attraversamento del corso d'acqua, agli interventi trasversali di captazione e restituzione delle acque, nonché agli adeguamenti di infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso d'acqua, a condizione che si attuino le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico relativamente alla natura dell'intervento ed al contesto territoriale e si consenta comunque il miglioramento dell'accessibilità al corso d'acqua stesso. Sono fatte salve dalla prescrizione di cui al comma 3 le opere infrastrutturali che non prevedano l’attraversamento del corso d’acqua e che soddisfino le seguenti condizioni: a) non siano diversamente localizzabili; b) non interferiscano con esigenze di regimazione idraulica, di ampliamento e di manutenzione del corso d’acqua; c) non costituiscano ostacolo al deflusso delle acque in caso di esondazione per tempi di ritorno duecentennali; d) non siano in contrasto con le disposizioni di cui all’articolo 96 del regio decreto 523/1904. 3 Individuazione delle classi di Pericolosità (DPGR 53/R/2011) 3.1 Considerazioni in merito alle indagini geologico tecniche allegate al Piano Strutturale rispetto al DPGR 53/R/2011 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Come evidenziato in premessa le indagini geologico tecniche a supporto del nuovo Piano Strutturale di Firenze sono state elaborate secondo la previgente normativa DPGR 26/R/2007 e poiché la presente variante deve essere conforme al sopravvenuto DPGR 53/R/2011, si è ritenuto necessario verificare la compatibilità delle indagini precedenti con i contenuti del nuovo regolamento regionale. Le indagini a supporto del Piano Strutturale sono costituite sia da un quadro conoscitivo che da uno di progetto. Nel quadro conoscitivo sono elaborate tutte le informazioni di carattere geologico, idraulico, sismico così come previste dal vecchio regolamento regionale, finalizzate a derivare le pericolosità (quadro di progetto) del territorio in ordine agli aspetti: geomorfologico, idraulico e sismico (si fa presente che la pericolosità geomorfologica ora è individuata come pericolosità geologica ma non si ha una variazione sostanziale dei criteri della relativa definizione). La verifica delle precedenti indagini rispetto a quanto richiesto dal DPGR 53/R/2011 pertanto si è basata sul confronto delle informazioni di base richieste dal nuovo regolamento regionale e sulle definizioni di pericolosità. Dalla verifica è risultato che i criteri per la classificazione delle pericolosità risultano abbastanza simili fra i due regolamenti, sebbene in merito alla valutazione degli effetti locali e di sito per la riduzione del rischio sismico, e la conseguente definizione di pericolosità sismica locale, differiscano in maniera più sostanziale: difatti la precedente individuazione delle Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL) è stata sostituita con indagini di Microzonazione Sismica. Nello specifico, il regolamento 53/R/2011 introduce la necessità della realizzazione di studi di Microzonazione Sismica di I Livello per tutti i comuni, ad eccezione di quelli classificati in zona sismica 4, finalizzata alla realizzazione della Carta delle Microzone Omogenee in prospettiva sismica (“MOPS”). A tale riguardo si evidenzia che il Comune di Firenze, nel corso di una collaborazione pluriennale con il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, ha messo a punto uno studio sismologico riguardante l’intero territorio comunale che corrisponde, nelle caratteristiche tecniche, ad uno studio di Microzonazione Sismica almeno di II Livello, che ha portato alla realizzazione di una Carta del Fattore di Amplificazione Calcolato. La suddetta carta è stata impiegata, sulla base delle definizioni riportate dal 26/R/2007, per effettuare la classificazione sismica locale del territorio comunale. Le classi di pericolosità sismica locale, così elaborate, differiscono parzialmente rispetto a quanto risulterebbe dai nuovi criteri stabiliti dal 53/ R/2011. Nella fattispecie la classe S3 definita secondo il 26/R/2007 dovrebbe essere ridefinita come S2 alla luce del nuovo regolamento; tutta- 114 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG via visti i valori di amplificazione sismica locale risultanti dalla Carta del Fattore Sismico Calcolato per l’area comunale, si è ritenuto opportuno mantenere la classificazione S3. Per quanto sopra quindi si ritiene che, per le aree di cui alla presente variante, le pericolosità ed in generale le indagini geologico tecniche elaborate a supporto del Piano Strutturale, siano compatibili rispetto al nuovo regolamento regionale e pertanto nella tabella in All.1: Tabella pericolosità/fattibilità sono riportate le pericolosità derivate dagli studi precedenti che supportano il Piano Strutturale. 4. Individuazione delle classi e delle condizioni di fattibilità (DPGR 53/R/2011) Relativamente alla definizione della fattibilità si fa presente che allo stato attuale il Piano Strutturale, nelle sue norme tecniche, rimanda la stessa al futuro regolamento urbanistico. Il Piano Strutturale comunque è già dotato di misure di protezione dal rischio idraulico, geomorfologico e sismico, essenzialmente derivate dalle norme del PAI e dal DPGR 26/R/2007, alle quali si rimanda anche esplicitamente. Tenuto conto comunque che le proposte modifiche urbanistiche devono essere conformi anche al DPGR 53/R/2011, la definizione della fattibilità, nonché le condizioni di attuazione della presente variante, ovviamente dovranno considerare anche le relative prescrizioni del nuovo regolamento regionale. La definizione della fattibilità e le condizioni per la realizzazione degli interventi sono riportate nella tabella allegata (All.1: Tabella pericolosità/ fattibilità). 115 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Le classi di fattibilità delle singole varianti sono inoltre proposte a livello cartografico, nelle allegate planimetrie (All.2: Carte della fattibilità). Numero scheda Denominazione Ubicazione Variazione sintetica P.A.I. peric. geomorf P.S.R.I. DPGR 53/R P.A.I. peric. idraulica PRG Esondazione '66 S3 n.c. n.c. PF3 n.c. no Peric. geomorf Peric. sismica Peric. idraulica DPGR 53/R DPGR 53/R G3 1 Ex ristorante “le rampe” Viale Giuseppe Poggi, 1 da zona F, sottozona F1p/ F1e con simbolo di campeggio/ verde pubblico + classe 2 a classe 0 + classe 2 2 Colonica Piazza Artom Via Accademia del Cimento da zona G, sottozona G2e + classe 8 a classe 8 + zona H, sottozona H1 G1 S3 I3 Pi2 n.c. esondazioni eccezionali no Via Fabrizio De Andrè da zona G, sottozona G1p/ G2p + zona F, sottozona F2p a zona D, sottozona D3 + Piano di Recupero G1 S3 I3/I2 (parte a nord) Pi1/Pi2/ Pi3 n.c. esondazioni eccezionali si 3 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Ex deposito tram Tabella pericolosità/fattibilità 116 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Osservazioni Fattibilità Idraulica, Sismica e Geologica Classi e Condizioni Classi di fattibilità Numero scheda edificio notificato, viene eliminata l’attuale destinazione pubblica La pericolosità G3 è legata alla presenza nell'area di spesse coltri di materiali di riporto che sono stati collocati in occasione dei lavori per la realizzazione delle sistemazioni inerenti Rampe, P.zle Michelangelo, Viale dei Colli. In particolare l'area di interesse è stata sede, prima degli interventi descritti, di attività estrattive, forse anche in sotterraneo. L'area si inserisce inoltre nel contesto più generale di instabilità della collina di Monte alle Croci. Idraulica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/R/2009. Geologica F3 - Fattibilità condizionata: dovrà essere rispettato quanto prescritto al punto 3.2.1 per pericolosità geologica elevata del DPGR 53/R 2011 e all'art.11 delle NTA del PAI- Aut. di Bacino del F. Arno. Le indagini da effettuare ai sensi del punto 3.2.1 del regolamento 53/ R/2011 dovranno comprendere le verifiche di stabilità del versante con particolare attenzione alla superficie di contatto tra il substrato roccioso e le coltri antropiche di riporto. F1 - F2 - F3 1 La pericolosità del PS non deriva dallo studio dell'Università di Pisa ma dallo studio a celle idrauliche per il PAI. Da tale studio risulta che il battente Tr200 = 41.57m s.l.m., quota più bassa dell'attuale piano campagna. L'area inoltre non risulta essere stata interessata dall'evento eccezionale dal 1966. Idraulica F2 - Fattibilità con normali vincoli. L’area non è da considerarsi “in fregio” ai corsi d’acqua, ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b di cui al DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. F2 - F2 - F1 2 Idraulica F3 - Fattibilità condizionata: per la progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità oltre alle prescrizioni di cui all'art.7 delle NTA del PAI- Aut. di Bacino del F. Arno, oltre quanto previsto dal par. 3.2.2.2 "situazioni caratterizzate da pericolosità idraulica elevata" di cui al DPGR 53/R 2011. Il battente idraulico rispetto al quale effettuare la messa in sicurezza idraulica degli interventi ricadenti in classe di pericolosità idraulica I3, così come ricavato dallo studio idraulico del PS, è il seguente: Tr.200 = 53.93m slm. Ai fini dell’applicazione dell’art. 60 delle NTA del PRG si specifica che l’area risulta interessata da battente idraulico centennale (Tr.100 = 53.15m slm) e che il battente idraulico dell’evento alluvionale del Novembre 1966 è stato di 55.80m slm. L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Sismica F3 - Fattibilità condizionata per pericolosità sismica elevata: per eventuali interventi rilevanti rispetto alla normativa sismica, dovrà essere ottemperato a quanto prescritto al punto 3.5 lettera e) per pericolosità sismica elevata del DPGR 53/R/2011. Nel caso di interventi di ristrutturazione edilizia R3 o demolizione e ricostruzione, il fattore di amplificazione da impiegare ai fini dei calcoli strutturali dovrà essere scelto fra il maggiore tra il risultante dagli studi in sito e quello derivante dalla carta del fattore di amplificazione (1,6<Fs<1,7) elaborata a supporto del PS. Per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà inoltre essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. ll PdR dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali F3 - F3 - F1 3 viene eliminata l’attuale destinazione pubblica Allegato 1 viene eliminata l’attuale destinazione pubblica, già inserito nel piano della alienazioni 2008, recupero fabbricato storico documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Note 117 Numero scheda 4 5 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 6 P.A.I. peric. geomorf P.S.R.I. DPGR 53/R P.A.I. peric. idraulica PRG Esondazione '66 S3* I3 Pi2 n.c. esondazioni eccezionali si G1 S3 I2/I3 (lato sud) Pi1/Pi2 (lato sud) n.c. esondazioni eccezionali si G1 S3 nc nc n.c. n.c. no Peric. geomorf Peric. sismica Peric. idraulica DPGR 53/R DPGR 53/R Corso Italia da classe 4, 9, 0, 6 + PUC a cambiamenti di classe 6, 4,7,9,0 + Piano di Recupero G1 Ex scuola via di Villamagna Via di Villamagna, 27A e 27B da Zona G, sottozona G2e a Zona F, sottozona F2p con simbolo attrezzatura pubbl., sociale, sanitaria, scuola, etc. Conventino nuovo Via Giano della Bella, via del Casone, via dei Villani da zona A + lottizzazione 69 a Zona A + Piano di Recupero Denominazione Ex teatro Comunale Ubicazione Variazione sintetica Tabella pericolosità/fattibilità 118 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Note Classi di fattibilità Numero Scheda La presente proposta di variante consente per gli edifici inseriti in classe 6 la possibilità della sostituzione edilizia oppure l’aumento della S.U.L fino ad un massimo del 10% di quella esistente. Per gli edifici che rimangono in classe 4 invece è possibile al massimo una ristrutturazione di tipo R1, che comporta interventi minimali. In ogni caso si può avere potenziale cambio di destinazione. Idraulica F3 - Fattibilità condizionata: per la eventuale progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità oltre quanto previsto dal paragrafo 3.2.2.2 "situazioni caratterizzate da pericolosità idraulica elevata" di cui al DPGR 53/R/2011. L’area non è da considerarsi “in fregio” ai corsi d’acqua, ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b di cui al DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Sismica F3 - Fattibilità condizionata per pericolosità sismica elevata : per eventuali interventi rilevanti rispetto alla normativa sismica, dovrà essere ottemperato a quanto prescritto al punto 3.5 lettera e) per pericolosità sismica elevata del DPGR 53/R 2011. Nel caso di interventi di ristrutturazione edilizia R3 o demolizione e ricostruzione, in considerazione del fattore di amplificazione sismica calcolato superiore a 1.65, i parametri di progettazione delle strutture dovranno essere incrementati di almeno il 65% per quello che riguarda le forze agenti (azioni sismiche). In particolare il fattore di amplificazione da impiegare ai fini dei calcoli strutturali dovrà essere scelto fra il maggiore tra il risultante dagli studi in sito e quello derivante dalla carta del fattore di amplificazione elaborata a supporto del P.S. Per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà inoltre essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Il PdR, dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali. F3 - F3 - F1 4 Idraulica F3: Fattibilità condizionata: per la progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità oltre alle prescrizioni di cui al par. 3.2.2.2 "situazioni caratterizzate da pericolosità idraulica elevata" di cui al DPGR 53/R/11. L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/ R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni F3 - F2 - F1 5 Idraulica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/ R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Il PdR, dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali. F1 - F2 - F1 6 119 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Fattibilità Idraulica, Sismica e Geologica Classi e Condizioni Allegato 1 ricade in Zona1 delle aree allagate Osservazioni Numero scheda 7 8 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 9 Denominazione Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia ex Meccanotessile Parione Ubicazione Variazione sintetica Peric. geomorf Peric. sismica Peric. idraulica DPGR 53/R DPGR 53/R DPGR 53/R P.A.I. peric. idraulica P.A.I. peric. geomorf P.S.R.I. PRG Esondazione '66 esondazioni eccezionali porzione a ovest in cassa espansione A si Via del Cavallaccio Via della Madonna di Pagano Via Simone Martini Via del Perugino variante normativa Art.51 NTA: Nel parco sportivo di San Bartolo a Cintoia è ammessa la realizzazione di una media struttura di vendita non alimentare (fino ad una superficie di vendita massima di 2500 mq) che non si configuri come centro commerciale, per finanziare la realizzazione e/o gestione degli impianti, previa verifica di un suo corretto inserimento nel contesto. Inoltre viene eliminata la previsione della linea tramviaria G1 S1 I2/I3 Pi2/Pi3 n.c. via Taddeo Alderotti da Zona F Sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Classe 7 + Classe3 + Classe 0 + Lottizzazione n.356 a Classe 9 + classe 5 + classe 3 + Zona F-sottozona F2p con simbolo di “Attrezzatura ricreativa/cinema/ teatro” + Lottizzazione n.356 + Piano di Recupero G1 S3 I2 Pi1 n.c. no via del Parione da zona F,sottozona F2e (Università) a Zona F,sottozona F2e (attrezzatura amministrativa) + Zona G, sottozona G2p con simbolo parcheggio G1 S3 I3 Pi2 n.c. si Tabella pericolosità/fattibilità 120 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Note Il margine occidentale dell'area di variante ricade parzialmente all'interno di una cassa di espansione di categoria "A" posta in destra idrografica del Fiume Greve Allegato 1 Fattibilità Idraulica, Sismica e Geologica Classi e Condizioni Classi di fattibilità Numero Scheda Nella definizione di fattibilità è stato considerato che la struttura di vendita ricada, anche parzialmente, in area a pericolosità idraulica elevata. Idraulica F3 - Fattibilità condizionata: Per la eventuale progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità oltre alle prescrizioni di cui all'art.7 delle NTA del PAI- Aut. di Bacino del F. Arno oltre quanto previsto dal paragrafo 3.2.2.2 "situazioni caratterizzate da pericolosità idraulica elevata" di cui al DPGR 53/R 2011. La struttura di vendità non potrà in ogni caso essere ubicata in area prevista a cassa di espansione. Il battente idraulico rispetto al quale effettuare la messa in sicurezza idraulica degli interventi ricadenti in classe di pericolosità idraulica I3, ricavato dallo studio idraulico del PS, è il seguente: Tr.200 = 38.91m slm. Ai fini dell’applicazione dell’art. 60 delle NTA del PRG si specifica che l’area risulta interessata da battente idraulico centennale (Tr.100 = 38.76m slm) e che il battente idraulico dell’evento alluvionale del Novembre 1966 risulta compreso fra: 39.2 – 39.40 m slm. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e LR 36/R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni F3 - F2 - F1 7 L'area ricade ai piedi della collina del Poggetto, notoriamente soggetta a problematiche di tipo idrogeologico. In particolare, nell'area di variante la falda acquifera si trova a pochi metri da p.c. (-1/-2), ed ha invaso i volumi interrati sottostanti il grande padiglione centrale. Tale problematica è lamentata anche dalle abitazioni adiacenti su via Alderotti che spesso riportano di avere lame d'acqua nella cantine. Idraulica F2 - Fattibilità con normali vincoli. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/ R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni Condizioni idrogeologiche: vista la prossimità della falda acquifera rispetto al piano campagna, nella progettazione degli eventuali interventi interrati sarà necessario predisporre appositi studi di dettaglio riguardanti il regime idrogeologico del sottosuolo e predisporre le opportune opere di mitigazione del fenomeno, garantendo la trasparenza idraulica. Il PdR, dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali. F2 - F2 - F1 8 Idraulica F3 - Fattibilità condizionata: per la eventuale progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità, oltre quanto previsto dal par.3.2.2.2 "situazioni caratterizzate da pericolosità idraulica elevata" di cui al DPGR 53/R/2011. L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/ R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni F3 - F2 - F1 9 121 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente viene inserita funzione pubblica Osservazioni Numero scheda 10 11 12 DPGR 53/R P.A.I. peric. geomorf S3 n.c. n.c. PF1-PF3 G1 S3 I3 Pi2 PF2 porzione a sud esondazioni eccezionali si G1 S3* I2 Pi1 n.c. esondazioni eccezionali si Peric. sismica Peric. idraulica DPGR 53/R DPGR 53/R Possesso di Rusciano da Zona G Sottozona G1p e G1e verde pubblico e attrezzatura sportiva + Zona F Sottozona F2e + classe 2 + classe 0 a classe 2 + classe 0 + Zona G-G1e verde pubblico e attrezzatura sportiva + Piano di Recupero G2-G4 Istituto Demidoff Via San Niccolò, 30 da Zona G, sottozona G2e con simbolo "Attrezzatura sanitaria e ospedaliera" + classe 4+ classe 3 a classe 4, 9 e 3 + Piano di Recupero Via Guelfa, 79 da classe H, sottozone H3e + classe 3 e classe 9 a classe 0 e classe 2 + Piano di recupero Denominazione Istituto Sant’Agnese Ubicazione PRG Esondazion e '66 P.A.I. peric. idraulica Peric. geomorf Variazione sintetica P.S.R.I. no documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Tabella pericolosità/fattibilità 122 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Allegato 1 Note Fattibilità Idraulica, Sismica e Geologica Classi e Condizioni Classi di fattibilità Numero Scheda Le aree di variante ricadono una interamente mentre l'altra ne viene lambita, da un'area interessata da un frana quiescente che interessa la zona. Idraulica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/ R/2009. Geologica F3 - Fattibilità condizionata: dovrà essere rispettato quanto prescritto al punto 3.2.1 per pericolosità geologica elevata del DPGR 53/R/2011 e all'art.11 delle NTA del PAI- Aut. di Bacino del F. Arno. Il PdR dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali F1 - F2 - F3 10 Idraulica F3 - Fattibilità condizionata: per la eventuale progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità, oltre a quanto previsto dal par. 3.2.2.2 "criteri generali di fattibilità" di cui al DPGR 53/ R/2011. L’area non è da considerarsi “in fregio” ai corsi d’acqua, ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b di cui al DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Sismica F2 - Con normali vincoli a livello di progetto: per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/ R/2009. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Il PdR dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali. F3 - F2 - F1 11 Idraulica F2 - Fattibilità con normali vincoli: per la progettazione degli interventi consentiti dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui all'art.60 delle NTA per la corrispondente fattibilità. Sismica F3 - Fattibilità condizionata: per eventuali interventi rilevanti rispetto alla normativa sismica, dovrà essere realizzato quanto prescritto al punto 3.5 lettera e) per pericolosità sismica elevata del DPGR 53/ R/2011. Il fattore di amplificazione da impiegare ai fini dei calcoli strutturali dovrà essere scelto fra il maggiore tra il risultante dagli studi in sito e quello derivante dalla carta del fattore di amplificazione elaborata a supporto del P.S. Geologica F1 - Fattibilità senza particolari limitazioni. Il PdR dovrà tenere conto delle presenti condizioni di fattibilità e dettagliare ulteriormente le prescrizioni in relazione alle previsioni progettuali. F2 - F3 - F1 12 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Osservazioni 123 Carte della fattibilità Fattibilità Idraulica F1 1 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 124 Fattibilità Sismica F2 Fattibilità Geologica F1 Colonica di piazza Eugenio Artom Fattibilità Idraulica F3 3 Fattibilità Geologica F3 Ex ristorante “le rampe” Fattibilità Idraulica F2 2 Fattibilità Sismica F2 Ex deposito tram Fattibilità Sismica F3 Fattibilità Geologica F1 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Legenda Fattibilità F1 Fattibilità F3 Fattibilità F2 Fattibilità F4 Fattibilità Idraulica F3 Fattibilità Sismica F3 Fattibilità Geologica F1 Ex teatro Comunale Fattibilità Idraulica F3 Fattibilità Sismica F2 Fattibilità Geologica F1 Allegato 2 Fattibilità Sismica F2 5 Fattibilità Geologica F1 Conventino nuovo 6 125 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Ex scuola via di Villamagna Fattibilità Idraulica F1 4 Carte della fattibilità Fattibilità Idraulica F3 7 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 126 Fattibilità Sismica F2 Fattibilità Geologica F1 Fattibilità Sismica F2 Fattibilità Geologica F1 Ex Meccanotessile Fattibilità Idraulica F3 9 Fattibilità Geologica F1 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia Fattibilità Idraulica F2 8 Fattibilità Sismica F2 Parione piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG Legenda Fattibilità F1 Fattibilità F3 Fattibilità F2 Fattibilità F4 Fattibilità Idraulica F1 Fattibilità Sismica F2 Fattibilità Geologica F3 Possesso di Rusciano Fattibilità Idraulica F3 Fattibilità Sismica F2 Fattibilità Geologica F1 Allegato 2 Fattibilità Sismica F3 11 Fattibilità Geologica F1 Istituto Sant’Agnese 12 127 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Istituto Demidoff Fattibilità Idraulica F2 10 5. Integrazioni al deposito del Genio Civile n.2978 del 30.03.2012 Il presente paragrafo costituisce risposta alla richiesta del Genio Civile di integrazione (prot.31862 del 21.06.2012) agli studi geologici, idraulici e sismici di cui al deposito n.2978 del 30.03.2012 delle seguenti varianti al PRG vigente: − scheda 1 - Ex ristorante “le rampe” − scheda 3 - Ex deposito tram − scheda 7 - Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia 1 Ex ristorante “le rampe” - Condizioni di fattibilità per la classe di Fattibilità Geologica F3 La pericolosità G3 dell’area è legata alla presenza di spesse coltri di materiali di riporto che sono stati collocati in occasione dei lavori per la realizzazione delle sistemazioni inerenti le rampe di piazzale Michelangelo viale dei Colli. In particolare l'area di interesse è stata sede, prima degli interventi descritti, di attività estrattive, forse anche in sotterraneo. In particolare il sito di variante è ubicato in corrispondenza di un bastione michelangelesco delle mura rinascimentali della città. Pertanto nella tabella delle fattibilità (pagina 92) è stata inserita la seguente condizione aggiuntiva. Le indagini da effettuare ai sensi del punto 3.2.1 del regolamento 53/R/2011 dovranno comprendere le verifiche di stabilità del versante con particolare attenzione alla superficie di contatto tra il substrato roccioso e le coltri antropiche di riporto. 3 Ex deposito tram documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente - Microzonazione sismica In relazione alla richiesta di studi di microzonazione sismica ai sensi del regolamento 53/R/2011 per l’area di variante si fa riferimento agli studi già elaborati nell’ambito del Piano Strutturale (2010), depositati presso codesto Ente, con particolare riguardo al fattore di amplificazione sismica locale riportato nella “Carta del Fattore sismico calcolato”. Come si evidenzia dalla seguente figura, estratta dalla suddetta Carta, l’area di variante è caratterizzata da valori del fattore di amplificazione sismica compresi fra 1.6 - 1.7 In conseguenza del fattore di amplificazione sismica piuttosto elevato si conferma l’attribuzione dell’area di variante a classe di Pericolosità Sismica S3, confermando tuttavia, in virtù della tipologia di previsione urbanistica, la classe di fattibilità F2 per gli aspetti sismici. Pertanto nella tabella delle fattibilità (pagina 92) è stata inserita la se- 128 Carta del fattore sismico calcolato Fattore di amplificazione sismico calcolato piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG guente condizione aggiuntiva: Verificare la possibilità, nell’ambito della progettazione edilizia, di realizzare interventi volti al miglioramento sismico dell’edificio, considerando, nei calcoli strutturali, il coefficiente di amplificazione sismica maggiore fra quello determinato in sito (secondo le disposizioni del DM 14.01.2008 “Norme tecniche sulle costruzioni”) e quello riportato dalla “Carta del Fattore sismico calcolato” del quadro conoscitivo del PS. Per quanto concerne la fattibilità idraulica F3 nella tabella (pagina 92) è stata inserita la seguente condizione aggiuntiva: Il battente idraulico rispetto al quale effettuare la messa in sicurezza idraulica degli interventi ricadenti in classe di pericolosità idraulica I3, così come ricavato dallo studio idraulico del PS, è il seguente: Tr.200 = 53.93m slm. Ai fini dell’applicazione dell’art. 60 delle NTA del PRG si specifica che l’area risulta interessata da battente idraulico centennale (Tr.100 = 53.15m slm) e che il battente idraulico dell’evento alluvionale del Novembre 1966 è stato di 55.80m slm. Ai fini di una corretta progettazione degli interventi si ritiene opportuno integrare l’art.41.8 delle NTA del PRG con le seguenti prescrizioni: In fase di elaborazione del Piano Attuativo, deve essere garantito il non aumento della superficie coperta complessiva, in modo da evitare l’eventuale necessità di compensazione dei maggiori volumi sottratti al libero deflusso delle acque. Nelle aree in pericolosità I3, definibili come “in fregio” ai corsi d’acqua non devono essere previsti parcheggi di servizio in corrispondenza del lato sud dell’area di variante. 7 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia - Microzonazione sismica In relazione alla richiesta di studi di microzonazione sismica ai sensi del regolamento 53/R/2011 per l’area di variante si fa riferimento agli studi già elaborati nell’ambito del PS, depositati presso codesto ente, con particolare riguardo al fattore di amplificazione sismica locale riportato nella “Carta del Fattore sismico calcolato”. Come si evidenzia dall’estratto della suddetta Carta, l’area di variante è caratterizzata da valori del fattore di amplificazione sismica inferiori a 1.2 e, nella parte sud – orientale, compresi fra 1.2 – 1.3. In considerazione dei modesti valori del fattore di amplificazione sismica si attribuisce classe di Pericolosità Sismica S2 all’area di variante, confermando la classe di Fattibilità F2 per gli aspetti sismici. 129 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Carta del fattore sismico calcolato Fattore di amplificazione sismico calcolato Per quanto concerne la fattibilità idraulica F3 nella tabella (pagina 94) è stata inserita la seguente condizione aggiuntiva: Il battente idraulico rispetto al quale effettuare la messa in sicurezza idraulica degli interventi ricadenti in classe di pericolosità idraulica I3, ricavato dallo studio idraulico del PS, è il seguente: Tr.200 = 38.91m slm. Ai fini dell’applicazione dell’art. 60 delle NTA del PRG si specifica che l’area risulta interessata da battente idraulico centennale (Tr.100 = 38.76m slm) e che il battente idraulico dell’evento alluvionale del Novembre 1966 risulta compreso fra: 39.2 – 39.40 m slm. Ai fini di una corretta progettazione degli interventi si ritiene opportuno integrare l’art.51.1 lettera b.1 delle NTA del PRG con le seguenti prescrizioni: In fase di progettazione edilizia degli interventi dovrà essere effettuata la verifica della compensazione della eventuale volumetria sottratta al libero deflusso delle acque nelle aree ricadenti in classe di pericolosità I3, calcolata sulla base del battente idraulico Tr.200. Le aree potenzialmente idonee all’eventuale compensazione della volumetria sottratta al libero deflusso delle acque devono essere reperite nell’ambito della sottozona F1p con simbolo di “attrezzatura sportiva”. Per quanto concerne le area in pericolosità I3, definibili come “in fregio” ai corsi d’acqua si precisa che all’interno dell’area di variante non sono presenti aree in pericolosità I3 definibili come “in fregio” ai corsi d’acqua. 6. Integrazioni e modifiche a seguito del parere del Genio Civile espresso ai sensi dell’art.9 del DPGR 53/R/2011 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente In seguito al parere favorevole con prescrizioni, pervenuto in data 12.10.2012 (prot. GA 48438) da parte dell’ufficio tecnico del Genio Civile, sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni al testo del paragrafo 5 e conseguentemente all’allegato 1 Tabella pericolosità/fattibilità e all’allegato 2 Carte della fattibilità. Al fine di una corretta comprensione delle modifiche e integrazioni apportate, di seguito si riporta il testo del parere e sono specificatamente trattati i temi e le ricadute sulle schede di variante. “Sulla base della normativa vigente, il regolamento regionale 53/R/2011, per quanto di nostra competenza, si esprime un parere positivo con le seguenti prescrizioni: − stante il fatto che gli interventi di cui alla scheda n.3 (ex deposito tram) sono di non irrilevante entità ed assimilabili al nuovo, sia attribuita una classe di fattibilità non inferiore alla corrispondente classe di pericolosità; − l’intera area ricadente in pericolosità idraulica 3 di cui alla scheda n.3 (ex deposito tram) deve essere considerata per intero come “in fregio” ai corsi d’acqua; − vengano indicate per le restanti aree in pericolosità idraulica 3, oltre a quanto eseguito per la n.7 (attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia), nel 130 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG caso non siano esclusi parcheggi a raso se si ricade in “fregio” a corsi d’acqua, ovvero in area che risente della dinamica attiva di acque di esondazione; − almeno in via cautelativa sia posto un franco di sicurezza non inferiore a 30 cm e normalmente di 50 cm ove i battenti 200ennali (ad esempio per la scheda n.3 ex deposito tram) e/o in ogni caso ove i medesimi risultino inferiori ai battenti registrati in occasione dell’evento del 1966.” Scheda 1 Ex ristorante “le rampe” nessuna modifica e integrazione Scheda 2 Colonica di piazza Eugenio Artom nell’allegato 1 Tabella pericolosità/fattibilità la voce Fattibilità idraulica F2 è integrata con il seguente testo: “L’area non è da considerarsi “in fregio” ai corsi d’acqua, ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b di cui al DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm”. 131 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Scheda 3 Ex deposito tram nell’allegato 1 Tabella pericolosità/fattibilità la voce Fattibilità idraulica F3 è integrata con il seguente testo: L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Conseguentemente viene modificato l’art. 48.8 delle NTA del PRG nel modo seguente: Nelle aree in pericolosità I3, non devono essere previsti parcheggi di servizio. Nell’allegato 1 Tabella pericolosità/fattibilità viene modificata la Fattibilità sismica da F2 a F3 sostituendo integralmente il testo come di seguito riportato: Sismica F3 - Fattibilità condizionata per pericolosità sismica elevata: per eventuali interventi rilevanti rispetto alla normativa sismica, dovrà essere ottemperato a quanto prescritto al punto 3.5 lettera e) per pericolosità sismica elevata del DPGR 53/R/2011. Nel caso di interventi di ristrutturazione edilizia R3 o demolizione e ricostruzione, il fattore di amplificazione da impiegare ai fini dei calcoli strutturali dovrà essere scelto fra il maggiore tra il risultante dagli studi in sito e quello derivante dalla carta del fattore di amplificazione (1,6<Fs<1,7) elaborata a supporto del PS. Per la formazione del valido titolo abilitativo all'attività edilizia dovrà inoltre essere ottemperato a quanto disposto in materia dal DM 14/01/2008 e s.m.i. e DPGR 36/R/2009. Di conseguenza nell’allegato 2 Carta delle fattibilità, viene sostituita la mappa della Fattibilità sismica da F2 a F3. Scheda 4 Ex teatro Comunale nell’allegato 1 Tabella pericolosità/ fattibilità la voce Fattibilità idraulica F3 è integrata con il seguente testo: “L’area non è da considerarsi “in fregio” ai corsi d’acqua, ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b di cui al DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm”. Scheda 5 Ex scuola via di Villamagna nell’allegato 1 Tabella pericolosità/ fattibilità la voce Fattibilità idraulica F3 è integrata con il seguente testo: L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/ R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Scheda 6 Conventino nuovo nessuna modifica e integrazione Scheda 7 Attrezzatura sportiva San Bartolo a Cintoia nessuna modifica e integrazione Scheda 8 Ex Meccanotessile nessuna modifica e integrazione documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Scheda 9 Parione nell’allegato 1 Tabella pericolosità/fattibilità la voce Fattibilità idraulica F3 è integrata con il seguente testo: L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idraulica per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Scheda 10 Possesso di Rusciano nessuna modifica e integrazione Scheda 11 Istituto Demidoff nell’allegato 1 Tabella pericolosità/ fattibilità la voce Fattibilità idraulica F3 è integrata con il seguente testo: L’area classificata in pericolosità 3 deve essere considerata per intero “in fregio” ai corsi d’acqua ai sensi del par.3.2.2.2 lett.b del DPGR 53/ R/2011. Qualora siano necessari interventi di messa in sicurezza idrauli- 132 piano delle alienazioni e valorizzazioni variante al PRG ca per la realizzazione delle opere disciplinate dalla presente variante, nel caso in cui i battenti Tr200 siano superiori a 1,5m e/o nel caso che risultino inferiori al battente registrato in occasione dell’evento 1966, dovrà essere considerato un franco di 30/50cm. Scheda 12 Istituto Sant’Agnese nessuna modifica e integrazione. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 133 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Allegato B1 comune di firenze direzione ambiente ufficio geologia e valutazione di impatto ambientale direzione urbanistica servizio pianificazione urbanistica piano delle alienazioni e valorizzazioni area di trasformazione Centro Alimentare Polivalente (CAP) variante al PRG art.58 DL 112/2008 - art.6 LR 8/2012 relazione urbanistica relazione di fattibilità idraulica, sismica e geologica (DPGR 53/R/2011) approvazione settembre 2012 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Gruppo di lavoro Area di coordinamento sviluppo urbano Giacomo Parenti Responsabile del procedimento Domenico Palladino Garante della comunicazione Francesca Pascuzzi Gruppo di progettazione Patrizia Contini Stefania Fanfani Pietro Rubellini Vincenzo Tartaglia Collaborazione alla progettazione Amina Anelli Giovanni Matarrese Francesco Matteini Marcella Panetta Antonino Polistena Ambiente Giuseppe Dinoi Chìara Tanini Patrimonio Fabio Capirossi Martina Taddei Cultura Carlo Francini Supporto giuridico amministrativo Claudia Ciapetti Lucia Martini Silvia Scarsella Franca Teri documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Mobilità Stefano Longinotti Simone Mannucci Lorenzo Barnini Michele Basta documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 2 Indice Parte 1 - Relazione urbanistica Premessa 5 1. Procedura tecnico amministrativa 5 2. Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e Valutazione Integrata (VI) 5 3. Quadro conoscitivo 6 3.1 Inquadramento generale 6 3.2 Descrizione dello stato dei luoghi 7 3.2.1 L’assetto attuale dell’area Mercafir 7 3.2.2 Le attrezzature esistenti 10 3.2.3 Il contesto circostante 11 3.2.4 Le aree libere contigue 12 3.3 La mobilità 3.3.1 L’assetto infrastrutturale attuale 12 13 3.4 Individuazione catastale 15 3.5 Piano Regolatore Generale (PRG) 15 3.6 Piano Strutturale 2010 16 3.6.1 Gli elementi lineari 17 3.6.2 Gli elementi puntuali 17 3.6.3 Il programma di mobilità 19 3.6.3.1 Il trasporto su strada 20 3.6.3.2 Il trasporto pubblico tramviario 21 3.6.3.3 Il trasporto ferroviario e il servizio ferroviario metropolitano 22 3.6.3.4 I nodi per lo scambio intermodale 23 3.6.3.5 La mobilità ciclabile 25 25 5. Obiettivi e contenuti della variante 26 5.1 L’asse di attraversamento 27 5.2 Il comparto nord: attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare 28 5.3 Il comparto sud: nuovo stadio 31 5.3.1 La riconquista di uno spazio 34 5.3.2 Il parco pubblico: una ritrovata dimensione ecologica 35 5.3.3 La grande area per la sosta 36 5.3.4 La disciplina del PRG 37 5.4 Le superfici in gioco nei due comparti 38 5.5 Le relazioni fra i due comparti 39 5.6 Gli esiti della valutazione: ricadute normative 41 5.7 PRG riepilogo normativo 44 6. Coerenza con la pianificazione sovraordinata 48 7. Coerenza con il Piano Strutturale 48 8. Osservazioni/Controdeduzioni 49 9. Dichiarazione di sintesi (art.27 LR 10/2010) 52 3 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 4. La zona di recupero Parte 2 - Relazione di fattibilità idraulica sismica e geologica Introduzione 55 1. Inquadramento geologico 56 1.1 Descrizione geologica generale 1.1.1 Elementi geologici e litologico-tecnici dell’area di variante 56 60 1.2 Tettonica 63 1.3 Geomorfologia 65 1.4 Morfologia ed idrografia generale 66 1.4.1 Morfologia ed idrografia dell’area 67 1.5 Macrozonazione sismica 68 1.6 Inquadramento idrogeologico generale 68 1.6.1 Idrogeologia dell’area 2. Piani di bacino sovraordinati 2.1 PAI stralcio “Assetto Idrogeologico” (DPCM 06.05.2005) 2.2 Piano stralcio riduzione rischio idraulico bacino fiume Arno 69 70 70 72 2.2.1 Carta interventi strutturali la riduzione rischio idraulico (Norme 2 e 3) 72 2.2.2 Carta aree di pertinenza fluviale dell’Arno e degli affluenti (Norma 5) 72 2.2.3 Carta guida delle aree allagate (Norma 6) 72 3. Indagini geologico-tecniche di supporto al Piano Strutturale 73 3.1 Pericolosità geomorfologica 73 3.2 Pericolosità idraulica 74 3.3 Pericolosità sismica 77 4. Indagini geologiche di supporto al PRG vigente 78 5. Individuazione delle classi di pericolosità (DPGR 53/R/2011) 80 6. Individuazione classi e condizioni di fattibilità (DPGR 53/R/2011) 82 6.1 Fattibilità geologica 82 6.2 Fattibilità idraulica 83 6.3 Fattibilità sismica 86 7. Integrazioni al deposito al Genio Civile n.2981 del 05.04.2012 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 4 86 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Premessa N.B. Essendo l’area del Centro Alimentare Polivalente (CAP) meglio conosciuta come “Mercafir” o “Mercato Ortofrutticolo”, il testo utilizza indifferentemente le 3 denominazioni per individuare la stessa area La proposta di un riassetto dell’area del Centro Alimentare Polivalente (di seguito denominato con l’acronimo CAP), situato nel Quartiere di Novoli, è maturata negli ultimi anni ed è pertanto già contenuta fra gli obiettivi del Piano Strutturale del Comune di Firenze. L’area è per la quasi totalità occupata dal complesso immobiliare del mercato ortofrutticolo, ora conosciuto come Mercafir dal nome della società che ha in concessione il servizio. L’idea del riassetto dell’area muove sostanzialmente dalla verifica della sua sottoutilizzazione per le funzioni che attualmente vi sono svolte. Un primo studio di fattibilità sulla riorganizzazione della funzione mercatale ha verificato la possibilità di raggruppare, razionalizzando e modernizzando, il servizio legato al settore agro-alimentare in un’area molto più circoscritta nella parte nord. Ciò consente di prevedere nella parte sud, un’ampia zona sportiva dove sarà localizzato il nuovo stadio, corredato delle necessarie infrastrutture, con servizi e attività di supporto. 1. Procedura tecnico amministrativa 2. Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e Valutazione Integrata (VI) Con DGC 2012/G/00013 del 24.01.2012 è stata avviata la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ai sensi dell’art.23 LR 10/2010 e di Valutazione Integrata (VI) ai sensi dell’art.11 LR 1/2005. Si tratta, come specificato nel documento preliminare VAS-VI, di un approfondimento della Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione Integrata già attivate con la redazione del Piano Strutturale appro- 5 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La variante al PRG vigente con la quale si concretizzerà l’ipotesi di trasformazione urbana del Centro Alimentare Polivalente interessa un’area di esclusiva proprietà comunale e si qualifica come valorizzazione del patrimonio immobiliare non più strumentale all’attività istituzionale dell’ente. La variante segue la procedura di cui all’art.58 del DL 112/2008, convertito dalla L 133/2008, così come modificato dal DL 201/2011, convertito in L 214/2011 e costituisce parte integrante del Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari. Per quanto disciplinato dallo stesso art.58 la presente proposta di variante è soggetta a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La Regione Toscana con LR 8/2012 ha disciplinato il procedimento semplificato per l’approvazione delle varianti agli strumenti urbanistici comunali in attuazione del citato DL 112/2008. Pertanto la presente proposta di variante segue la procedura dell’art.6 della legge regionale. vato con deliberazione 2011/C/00036 del 22.06.2011; l’approfondimento si è reso necessario per la localizzazione dello stadio, vista la sua importanza strategica a livello territoriale, e per la consistenza della trasformazione. La proposta di variante delineata nel presente documento trova i necessari e indispensabili presupposti nel rapporto ambientale della VAS. Per quanto concerne la Valutazione Integrata, essendo intervenuta sulla materia la modifica alla LR 1/2005 (LR 17.02.2012, n.6) ed essendo comunque stato attivato il percorso partecipativo previsto dalle previgenti disposizioni, i contenuti della relazione di sintesi della VI costituiscono parte del rapporto ambientale, così come stabilito dall’art.11, comma 2, lettera b) della LR 1/2005 così come modificata dalla citata LR 6/2012. È quindi al rapporto ambientale che si rinvia integralmente per una lettura corretta ed esaustiva della trasformazione proposta, degli effetti indotti e delle misure di mitigazione previste. Pertanto questo documento si limita ad illustrare gli aspetti di natura urbanistica ed a inserire nell’apparato normativo, che disciplina i contenuti della variante al PRG vigente, le prescrizioni esito della valutazione effettuata che costituisce il quadro di riferimento, in seno alla variante, per la successiva progettazione dell’intervento, attraverso l’integrazione efficace e coerente delle considerazioni ambientali che contribuiscono a promuovere la sostenibilità della trasformazione. 3. Quadro conoscitivo 3.1 Inquadramento generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area di intervento si inserisce in una zona che nell’ultimo decennio ha visto cambiamenti sostanziali del suo assetto urbanistico per le trasformazioni che hanno localizzato nuove funzioni strategiche, che hanno abbandonato il centro, in sostituzione di un’ampia area produttiva dismessa (Fiat, Carapelli). È un’area della città destinata a spostare il baricentro cittadino verso ovest rafforzando i legami con i comuni della piana anche in virtù delle ulteriori occasioni di trasformazione in atto come per la piana di Castello, o in conseguenza della ulteriore dismissione e ristrutturazione di attività esistenti, come nel caso dell’area del mercato ortofrutticolo. L’intervento di Castello, di prevista realizzazione, costituisce la conclusione della città ma anche la porta di accesso al parco della piana e alla rete di relazioni con l’area metropolitana del settore ovest. L’area del mercato, della quale il Piano Strutturale già prevede la trasformazione, diviene ulteriore occasione di riqualificazione e di ulteriore ricentramento di questa parte di città grazie anche alla sua posizione privilegiata in virtù della prossimità con il Polo Universitario, il Parco di San Donato, il Palazzo di Giustizia e il centro logistico della Cassa di Risparmio. 6 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Si tratta quindi di una parte di città che, per tutta una serie di caratteristiche, rappresenta la principale porta di accesso alla città di Firenze. Gli aspetti che le conferiscono questo ruolo sono: la presenza dello svincolo autostradale della A11 Firenze-Mare e dell’aeroporto, il futuro collegamento con la SGC FIPILI tramite il previsto svincolo di Peretola e della stazione di Rifredi, la presenza della linea 2 della tramvia in corso di realizzazione e della futura stazione dell’ Alta velocità nell’area degli ex Macelli di viale Corsica/via Circondaria. 3.2 Descrizione dello stato dei luoghi area interessata dalla proposta di variante su base CTR 2010 L’area oggetto della presente variante ha un’estensione complessiva di circa 460.000 mq (46 ha). È ubicata nel Quartiere 5, zona Novoli, ed è delimitata a sud da viale Alessandro Guidoni, ad ovest da via dell’Olmatello, via Jan Palach e viale Giovanni Luder, ad est da via Salvador Allende, via Mario Fabiani, piazza Eugenio Artom e via Almerico da Schio. A nord confina con gli stabilimenti delle società Mukki e Fruttital. 3.2.1 L’assetto attuale dell’area Mercafir area interessata alla proposta di variante su base ortofoto 2009 gli stabilimenti delle società Mukki e Fruttital 7 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Si tratta per la maggior parte dell’area di proprietà comunale concessa attualmente alla società Mercafir, concessionaria dal 1989 dei pubblici mercati alimentari all’ingrosso del CAP di Novoli. Nell’area Mercafir, che ha un’estensione territoriale pari a 265.000 mq (26,5 ha) circa, sono localizzati numerosi capannoni, per una superficie coperta complessiva di circa 105.000 mq ed una superficie utile lorda totale di circa 112.500 mq (dato Mercafir). Il complesso è stato progettato nei primi anni ’60 secondo logiche impiantistiche e funzionali non più rispondenti alle attuali esigenze e conseguentemente si rileva una ridotta percentuale di utilizzo. L’utilizzo parziale del CAP, nato a Firenze per accogliere i mercati generali, così come in altre città europee, è dovuto principalmente al fatto che i mercati stessi con l’andar del tempo si sono trasformati in luoghi di attività complementari a lavorazioni specifiche rivolte alla grande distribuzione. Questa è la causa principale dell’inefficienza dell’attuale assetto riscontrabile essenzialmente in tre elementi: 1. La sottoutilizzazione di un’area di vaste dimensioni, il rapporto di copertura esistente (39%) infatti è da ritenersi non ottimale rispetto al rapporto fra spazi aperti ed edificati che per una attività produttiva si attesta tradizionalmente attorno al 50-60%; 2. la morfologia degli edifici non è più ritenuta adatta alla movimentazione delle merci che oggi avviene in banchina, attraverso baie di carico invece che a terra sotto tettoia; 3. gli impianti e la loro rete di distribuzione sono di vecchia concezione, con costi di manutenzione elevati ed efficienza energetica non adeguata agli obiettivi odierni di riduzione di impatto ambientale. I capannoni esistenti sono costituiti in parte da tettoie e in parte da padiglioni ad uno o due piani dalla tipologia tipica dell’architettura produttiva con la copertura a shed e dotati di ampie pensiline funzionali al carico/ scarico merci. Gli immobili tuttora in attività sono adibiti a centro di frigoconservazione, laboratori di confezionamento, stoccaggio e ridistribuzione di prodotti ortofrutticoli, lavorazione e vendita di carne e prodotti ittici, ecc. Sono inoltre presenti alcuni edifici di servizio quali attività di ristorazione/ bar, portinerie, agenzia bancaria, area ecologica, stazioni di lavaggio, sanificazione e rifornimento automezzi, laboratorio di analisi e uffici comunali che si affacciano su piazza Artom, nonché un magazzino utilizza- documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente schema planimetrico con indicazione delle funzioni svolte 8 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 1 2 3 4 5 6 to dalla Direzione Istruzione del Comune di Firenze per la conservazione delle derrate alimentari utilizzate per la refezione scolastica. edificio 1 edificio 2 Il principale accesso alla struttura è localizzato lungo via dell’Olmatello, in prossimità delle direttrici di collegamento. Un altro accesso è ubicato in piazza Artom, accanto agli uffici annonari, lungo la direttrice verso il centro città. edificio 3 edificio 4 edificio 5 edificio 6 9 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il vecchio ingresso della Mercafir si trova lungo viale Guidoni ed è affiancato da alcuni edifici che accolgono varie funzioni, alcune a servizio del centro agro-alimentare, altre utilizzate dal Comune stesso per alcune specifiche attività di seguito descritte: - edificio 1 - n.4 alloggi residenziali - edificio 2 lato sinistro: al piano terra sede del centro sociale Novoli Lippi, al piano primo magazzini e spogliatoi del “Calcio storico fiorentino” - edificio 2 lato destro: al piano terra agenzia del “Monte dei Paschi di Siena”, al piano primo magazzino contenente il patrimonio librario del “Gabinetto Viesseux” - edificio 3: vecchio ingresso della Mercafir, al piano primo magazzino del “Gabinetto Viesseux” - edificio 4: sia al piano terra che al piano primo ex sede degli uffici comunali ERP - edificio 5: al piano terra Spazio giovani “G@lileo 2” e attività commerciali (pub, bar, tabacchi, edicola), al piano primo uffici comunali della polizia ambientale/edilizia - edificio 6: al piano terra centro per l’impiego, servizi igienici di pertinenza del mercato, al piano primo uffici comunali della polizia amministrativa e della polizia annonaria. Gli uffici comunali della polizia ambientale/edilizia occupano i locali precedentemente destinati alla scuola materna "Maria Montessori" trasferita presso la scuola "Vamba" in via Giardino della Bizzarria; i locali precedentemente occupati dagli uffici comunali ERP sono attualmente inutilizzati. Il “Calcio storico fiorentino” occupa, oltre ai locali situati su viale Guidoni, anche un edificio su due piani, recentemente ristrutturato, prospiciente via Almerico da Schio. Parallelo a viale Guidoni corre un controviale lungo il quale sono disposti ampi spazi per la sosta a servizio del mercato ortofrutticolo e delle attrezzature culturali e sportive, ma utilizzato anche come parcheggio di lunga permanenza. l’edificio utilizzato dal “Calcio storico fiorentino” 3.2.2 Le attrezzature esistenti documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Su viale Guidoni, ad ovest del vecchio ingresso della Mercafir, si trova Villa Pozzolini, edificio storico di proprietà comunale sede di un centro culturale gestito dal Quartiere 5, che ospita un centro audiovisivi, la biblioteca “Buonarroti”, un laboratorio linguistico e una mediateca. La villa esisteva già nel XIV secolo, conosciuta come “casa Vernacci”, ricca famiglia fiorentina. Fu restaurata nel ‘500 da Bernardo Buontalenti per conto dello Spedale degli Innocenti che nel frattempo ne era diventato proprietario. Nell’Ottocento fu acquistata dai Pozzolini che ne rimasero proprietari fino all’acquisto da parte del Comune che l’ha restaurata intorno al 1980. Negli anni ’90 l’ufficio tecnico del Quartiere ha progettato e realizzato nell’area adiacente, posta sul lato est della villa, un nuovo giardino annesso a quello esistente. Poco più ad est, all’angolo fra viale Guidoni e via dell’Olmatello, sorge il complesso sportivo “Paganelli”, costruito nella prima metà degli anni ‘80, noto anche con il nome de “Le Cupole”; la struttura è dotata di due piscine coperte, impianto coperto per il gioco della pallacanestro, campo e campetti per il gioco del calcio. Di fronte a “Le Cupole”, con accesso da via dell’Olmatello, si trova il “Palarotelle”, impianto coperto per la pratica del pattinaggio e dell’hockey su pista ultimato nel 2004. Entrambe le attrezzature sono divenute nel corso degli anni punto di riferimento per le attività sportive del Quartiere 5. Villa Pozzolini Villa Aruch Palarotelle Villa Aruch Centro sportivo Paganelli Villa Pozzolini 10 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 3.2.3 Il contesto circostante Villa dell’Olmatello Villa Pozzolini ha dato il nome a via della Villa, stradella che un tempo si snodava tra i poderi, della quale oggi rimane un breve tratto senza sfondo che si diparte da viale Guidoni, sulla quale prospetta, recintata da un antico muro, un edificio denominato “villa Aruch”, ma conosciuto per anni con il nome de “la Casaccia” a causa del suo protratto stato di degrado. Recentemente la villa è stata restaurata ed è diventata una casa per vacanze. La villa, che appartenne nel Trecento alla famiglia Adimari, poi passò ai Pitti, quindi ai frati della Santissima Annunziata e infine alla famiglia Orlandini Del Beccuto, è ancora oggi di proprietà privata. Attorno alla corte della villa si affaccia un complesso residenziale, anch’ esso di proprietà privata. Seguendo via dell’Olmatello, davanti al rilevato della ferrovia, sorge un altro complesso storico, l’imponente “villa dell’Olmatello”, che appartenne alla famiglia Davizzi, poi agli Stagi e ai Vangelisti. La datazione del nucleo originario si può far risalire al XII secolo. Il complesso fu successivamente ampliato e modificato fra il XIV e il XVI secolo. Ancora oggi di proprietà privata, la villa è suddivisa in diverse unità immobiliari. Nel 2007 è stato presentato un progetto di restauro e recupero finalizzato al cambio di destinazione da residenze e magazzini ad uffici privati. il Palarotelle In prossimità della villa sorge il borgo dell’Olmatello, piccolo agglomerato di case rurali raggruppate all’incrocio della via omonima con via delle Sciabbie, che con la realizzazione del centro annonario si è trovato incuneato e costretto al suo interno ed è rimasto isolato dall’antica rete viaria che attraversava la piana. L’area occupata dalla società Fruttital è di proprietà del Comune ed è stata assegnata in diritto di superficie con DCC 2007/C/0052 del 17.11.2007 Centro sportivo Paganelli Il borgo dell’Olmatello 11 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il tratto di strada in cui via dell’Olmatello si congiunge a via Allende è caratterizzato dalla presenza del moderno stabilimento in cui la società Mukki centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno si è definitivamente trasferita nel 2005. (convenzioni del 18.12.2008 rep.62.357 e del 25.03.2009 rep.62.486). Sull’area sorge un ampio complesso utilizzato in parte dalla ditta Giotto Fruit srl e in parte dalla Fruttital stessa. Le attività riguardano la maturazione, la conservazione di frutta esotica e di varia provenienza nonché lo smistamento e lo stoccaggio di ortofrutta; è inoltre presente una zona ad uso uffici a comune delle due società. lo stabilimento Fruttital 3.2.4 Le aree libere contigue check point documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area dalla forma triangolare compresa tra via dell’Olmatello, via Palach, viale Luder e viale Guidoni, di circa 92.600 mq (9,3 ha) risulta destinata per la maggior parte a viabilità e parcheggio ed è caratterizzata da un degrado diffuso determinato oltre che dalla sua localizzazione anche dalla presenza di un mix disordinato di funzioni. In particolare l’area compresa tra viale XI Agosto e la linea ferroviaria per il centro di manutenzione dell’Osmannoro in parte risulta occupata dal check-point per i bus turistici ed in parte si presenta come area incolta e non utilizzata. L’area posta tra viale XI Agosto e la linea ferroviaria Firenze-Pisa è utilizzata, in gran parte, quale parcheggio per autotrasporto merci e in parte per l’esposizione e la vendita di auto usate, mentre l’area compresa tra la ferrovia Firenze-Pisa e via dell’Olmatello è occupata a sud da una zona sportiva attrezzata per il pattinaggio (Palarotelle) e a nord da un’area utilizzata come sosta per i carriaggi/caravan degli spettacoli viaggianti. 3.3 La mobilità L’intervento di realizzazione del nuovo stadio cittadino nell’area del mercato ortofrutticolo, a seguito della trasformazione dell’area produttiva agroalimentare, verrà a collocarsi in un settore urbano che, per il suo assetto infrastrutturale e per l’intenso processo di trasformazione urbanistica, rappresenta la principale porta di accesso a Firenze e la sede naturale di numerose funzioni strategiche di livello metropolitano. La localizzazione di tale settore urbano, compreso fra la direttrice ferroviaria Firenze-Prato con le sue diramazioni per Pisa e Osmannoro e l’as- 12 parcheggi autotrasporto merci vendita auto usate sosta mezzi spettacoli viaggianti vlla dell’Olmatello Palarotelle Area di trasformazione CAP Variante al PRG se viario Novoli-Redi, si caratterizza per la presenza di numerose interconnessioni con infrastrutture di trasporto di primaria importanza: il tronco di penetrazione urbana delle autostrade A1 Milano-Napoli e A11 Firenze-Mare, l’aeroporto Vespucci, il collegamento con la SGC FIPILI, la Stazione di Rifredi e la futura stazione dell’Alta Velocità nell’area degli ex Macelli di viale Corsica/via Circondaria, solo per citare quelle di maggiore rilevanza. L’assetto infrastrutturale dell’area, di per sé favorevole grazie alla stretta contiguità dei terminali dei sistemi di trasporto di principale livello gerarchico, dovrà ulteriormente evolversi e completarsi per poter supportare a pieno i nuovi scenari di trasformazione che si vanno delineando. 3.3.1 L’assetto infrastrutturale attuale 13 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente L’area nord-ovest della città, che detiene il primato del cambiamento nello scenario cittadino, soffre, in questa fase di importanti trasformazioni, di carenze infrastrutturali che al momento ne limitano il ruolo di principale porta di ingresso e uscita dalla città. Ciò è dovuto principalmente al fatto che non è stato realizzato lo svincolo terminale del tratto di penetrazione urbana delle autostrade A1 e A11, che dovrebbe consentire una fluidificazione dei flussi diretti sia verso il centro città che sul semianello tangenziale del viadotto dell’Indiano. L’altra criticità è da attribuire al fatto che viale XI Agosto, ideale prosecuzione verso nord-est dell’anello tangenziale del viadotto dell’Indiano, sul quale, oltre al raccordo autostradale converge la Perfetti-Ricasoli, altro fondamentale collegamento con i comuni della Piana, muore a nord in un viadotto incompiuto che non supera il Sodo, non trovando collegamento con i poli attrattori delle aree di Careggi e Castello. A causa di questa carenza nei collegamenti trasversali, viale Guidoni assorbe buona parte del traffico in ingresso e in uscita dalla città e anch’esso nel suo tratto terminale in direzione centro assume l’aspetto di un’opera incompiuta quando, in vista del Terzolle confluisce su viabilità di rango inferiore (via Forlanini, via Ponte di Mezzo) incapace di assorbire, senza congestionamenti, l’imponente flusso di veicoli in arrivo. A sud di viale Guidoni questi flussi si incanalano su assi stradali non adeguati (viale Redi, via Mariti - via Corridoni) determinando un deterioramento della qualità urbana dei quartieri attraversati e rallentando il trasporto pubblico che non può disporre di spazi riservati in misura adeguata al servizio richiesto nell’area. Questa situazione è in gran parte dovuta all’assenza di un compiuto sistema di viabilità tangenziale o di by-pass in grado di intercettare il flusso in entrata della città già in aree periferiche, smistandolo su diversi assi in base alle destinazioni finali; questa funzione è oggi svolta dai viali ottocenteschi a ridosso del centro, pertanto gran parte del traffico, anche se con destinazioni diverse, si inoltra verso il centro cittadino fino a raggiungere l’anello centrale. L’area soffre anche della carenza del trasporto pubblico che, pur attraversandola con alcune linee forti come i bus 22 e 23, non raggiunge adeguati livelli di servizio a causa della forte commistione con il traffico privato nelle sezioni stradali più ristrette. Ciò determina la totale assenza documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente di funzioni di interscambio privato-pubblico e l’assenza di qualsiasi filtro al trasporto automobilistico. Quest’area potrebbe potenzialmente beneficiare di un trasporto pubblico su ferro di elevata qualità grazie alla presenza di numerose linee ferroviarie che la attraversano e la lambiscono: - la linea Pisa-Firenze che dalla zona dell’Indiano la taglia trasversalmente fino ad innestarsi sulla Firenze-Prato nella zona delle Tre Pietre; - la linea per il centro di manutenzione dell’Osmannoro, affiancata in viadotto a via Palagio degli Spini, - la Firenze-Bologna, che limita ad ovest la zona. Questa innervazione permetterebbe di mettere in esercizio un servizio ferroviario metropolitano di qualità, aumentando il numero delle stazioni e potenziando le frequenze del servizio. Ad oggi però numerosi ostacoli hanno allontanato questo obiettivo: da una parte i ritardi nella realizzazione delle stazioni locali (Perfetti Ricasoli, Peretola, Quaracchi), dall’altra soprattutto la riluttanza da parte dei soggetti gestori del trasporto ferroviario ad organizzare servizi realmente attrattivi, anche per mancanza di chiarezza e coerenza nella formulazione iniziale degli obiettivi (si pensi al prolungamento non realizzato verso Campi Bisenzio e al ramo diretto al centro lavaggio dell’Osmannoro, su cui difficilmente un servizio passeggeri regolare e frequente potrà coesistere con i transiti tecnici). Quest’area presenta inoltre rilevanti problemi per la sosta, specie per i residenti. Nella zona di Novoli le recenti trasformazioni urbane hanno comportato la realizzazione di un numero elevato di parcheggi pubblici, al momento scarsamente utilizzati, mentre le condizioni di sosta per i residenti rimangono problematiche sia per l’elevata densità edilizia che per il mancato utilizzo dei nuovi parcheggi di struttura per la sosta di relazione. Occorrerà quindi adottare da una parte politiche di dissuasione della sosta di superficie per i non residenti, cercando di indirizzare gli utenti alle strutture di parcheggio, dall’altra prevedere la realizzazione di parcheggi pertinenziali per i residenti, anche perché la realizzazione della linea 2 della tramvia porterà una sensibile riduzione dei posti in superficie sia in fase di cantiere che a regime. Il trasferimento delle funzioni giudiziarie nel nuovo Palazzo di Giustizia di viale Guidoni rappresenta un’importante occasione per far conoscere e utilizzare i parcheggi di struttura mediante adeguate politiche commerciali che ne incentivino l’uso da parte degli utenti delle strutture di riferimento. Questa parte di città, viste le notevoli infrastrutture viarie e ferroviarie che la perimetrano (linea ferroviaria Firenze-Bologna, autostrada A11) o che la attraversano (linea ferroviaria Firenze-Pisa, viale XI Agosto, viale Guidoni, via Baracca, torrente Terzolle), ha un forte carattere di insularità, soprattutto per quanto riguarda il sistema delle relazioni ciclopedonali con il futuro insediamento di Castello e con l’area ad est del torrente Terzolle. Diversi sottoattraversamenti ciclo-pedonali della linea ferroviaria mantengono un sufficiente livello di permeabilità con l’area limitrofa posta a 14 Area di trasformazione CAP Variante al PRG nord-est, corrispondente al Quartiere di Rifredi/Dalmazia. La recente realizzazione della pista ciclabile lungo via Perfetti Ricasoli ha consentito di stabilire un collegamento fra la stazione di Rifredi e gli stabilimenti della Società Nuovo Pignone, verso nord, ma anche verso l’area del Palazzo di Giustizia, ad ovest. 3.4 Individuazione catastale Foglio 19 Particelle 110 (porzione), 111, 194 (porzione), 200 (porzione), 265 (porzione), 344, 349, 350, 351, 352, 353, 354, 355, 356 (porzione), 358, 359 (porzione), 371 (porzione), 376 (porzione) Foglio 33 Particella 1134 L’area, di proprietà pubblica (Amministrazione comunale), risulta censita all’Agenzia del Territorio di Firenze nel Comune di Firenze, Fogli di mappa n.19 e 21 e comprende numerose particelle all’interno del perimetro individuato nell’estratto cartografico sotto riportato, s.s.a.: 3.5 Piano Regolatore Generale (PRG) vigente Il Piano Regolatore Generale vigente individua l’area nelle seguenti zone urbanistiche: zona omogenea F “attrezzature ed impianti di interesse generale” che a sua vol- 15 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Foglio 21 Particelle 58, 59, 73, 79, 81, 85, 86, 88, 90, 147, 148, 149, 150, 151, 152 ,153, 154, 155, 182, 189, 190, 191, 193, 209, 326 (porzione), 328, 334, 343, 347 (porzione), 348, 349, 350, 367, 368, 369, 370, 371, 372, 373, 374, 375, 376, 377, 378, 379, 380, 381, 382, 383, 384, 386, 387, 388, 389, 390, 391, 392, 393, 394, 395, 396, 399, 400, 1119 (porzione), 1134, 1199 (porzione), 1203 (porzione), 1206, 1208, 1210, 1212 (porzione), 1216, 1218, 1221, 1222, 1224, 1226, 1227, 1229, 1230, 1231, 1236, 1237, 1238 ta è suddivisa in: - sottozona F1esistente “verde pubblico, verde sportivo e campeggi” con simbolo di attrezzature sportive - sottozona F2esistente “attrezzature pubbliche e servizi pubblici di interesse urbano territoriale” con simbolo di mercato/centro annonario - sottozona F3progetto “parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale” con simbolo di parcheggi - sottozona F3progetto “parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale” con simbolo di parcheggio autotrasporto merci - sottozona F3progetto “parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale” con simbolo di stazione autopullman - sottozona F3 “parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale” con destinazione a verde di corredo stradale - sottozona F3 “parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale” con destinazione di viabilità di progetto a raso - sottozona F3 “parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale” con destinazione di rete tramviaria zona omogenea G “servizi pubblici di quartiere” che a sua volta è suddivisa in: - sottozona G1progetto “verde pubblico e sportivo di quartiere” con simbolo di verde pubblico sottozona G1esistente “verde pubblico e sportivo di quartiere” con simboli di attrezzatura sportiva e verde pubblico sottozona G1esistente “verde pubblico e sportivo di quartiere” con simboli di verde pubblico e attrezzatura culturale/museo sottozona G2esistente “attrezzature e servizi pubblici di quartiere” con simbolo di parcheggi sottozona G2esistente “attrezzature e servizi pubblici di quartiere” con simboli di parcheggi e parcheggio pertinenziale PUP interrato sottozona G2esistente “attrezzature e servizi pubblici di quartiere” con simbolo di scuola dell’obbligo/materna/asilo nido zona omogenea D “a prevalente destinazione produttiva” che a sua volta è suddivisa in: documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente - sottozona D4 “terziaria e commerciale di nuovo impianto” con simbolo di area per distribuzione carburanti - zona omogenea A “culturali e ambientali” sottozona A5 “nuclei ed edifici storici diffusi sul territorio” con immobili individuati in: - “classe 1 – edifici di particolare interesse” - “classe 2 – aree di pertinenza e giardini di particolare interesse” Una porzione dell’area ricade nella zona di recupero n.115 che comprende il borgo dell’Olmatello (DCC 770/664 del 11.05.1979 integrata con DCC 2737/477 del 07.07.1986 in attuazione della legge 457/1978, art.27). Tutta l’area è interna al perimetro del centro abitato legge 765/1967 (perimetrazione di cui alla DCC 239 del 28.04.2003). 3.6 Piano Strutturale 2010 Il Piano Strutturale del Comune di Firenze, approvato con DCC 2011/ C/00036 del 22.06.2011 e pubblicato sul BURT 31 del 03.08.2011, come già detto, introduce a livello programmatico la trasformazione dell’area 16 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Mercafir come strategica sia a livello territoriale che locale, individuandola come nuova centralità nella parte di città di riferimento (UTOE 10). 3.6.1 Gli elementi lineari Il Piano Strutturale enuncia fra gli obiettivi prioritari concorrenti alla riqualificazione della UTOE 10, dove insiste l’area del mercato ortofrutticolo, la realizzazione di un importante asse di connessione anche ciclopedonale che, considerato baricentrico il Parco San Donato, possa mettere in relazione importanti parti di città. Da un lato, attraverso il complesso di Villa Demidoff e la Manifattura Tabacchi, il percorso potrà arrivare alle Nuove Cascine e ricollegarsi con il parco di villa Vogel, dall’altro lato raggiungere la futura centralità costituita dalla trasformazione del mercato ortofrutticolo, raggiungendo il Parco di Castello, porta di accesso al Parco della Piana, e le ville Medicee di Castello e La Petraia. L’area, segnata dalla presenza di forti barriere come i tracciati ferroviari e viale XI Agosto, è gravata da difficoltà di attraversamento e di collegamento, che alla luce della sostanziale trasformazione dovranno essere superate per garantire l’agevole e corretto funzionamento del nuovo insediamento. 3.6.2 Gli elementi puntuali Nelle tavole tematiche del Piano Strutturale L’area è così individuata: - TAV. 1 Vincoli - L’area risulta attraversata dalla linea di due elettrodotti ad alta tensione (in superficie) lungo la direttrice di viale XI Agosto (art.10.10 NTA); - TAV. 2 Invarianti - La porzione ovest dell’area ricade nell’invariante “dei fiumi e delle valli” (art.11.3 NTA). - TAV. 3 Tutele - La porzione ovest ricade nelle aree da sottoporre a 17 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La trasformazione dell’area del mercato ortofrutticolo viene inserita nel Piano Strutturale come nuova importante centralità nella più ampia trasformazione che interessa la parte di città individuata come UTOE 10. Questa parte di città che è, e sarà, scenario dei più importanti cambiamenti dei prossimi anni, è destinata a spostare il baricentro della città verso ovest, rafforzando i legami con i comuni della piana. Numerosi sono infatti i contenitori dismessi, oltre al centro alimentare polivalente (CAP), che insistono su quest’area e che andranno a configurare lo scenario futuro. Due sono le situazioni che producono un radicale cambiamento: la prima è quella indotta dalla realizzazione della stazione AV che al suo intorno vedrà il ricostituirsi di un pezzo di città. L’altra consiste appunto nella trasformazione dell’area del mercato ortofrutticolo dove potranno essere accolte sia funzioni specializzate, ancora legate al settore agro-alimentare, sia un corretto mix funzionale dotato di nuovi spazi e attrezzature collettive da connettere con il sistema esistente ed in particolare con il sistema dei parchi. - - - - tutela in quanto costituiscono “testimonianze archeologiche” (art.12.2 NTA) TAV. 4 Pericolosità geomorfologica – vedi Parte 2 TAV. 5 Pericolosità idraulica – vedi Parte 2 TAV. 6 Pericolosità sismica – vedi Parte 2 TAV. 7 Sistema territoriale – L’area ricade nel sistema di valle (art. 18 NTA) sub-sistema insediativo di valle (art.21 NTA), ambito dell’insediamento recente di valle (art.21.6 NTA) TAV. 8 Dotazioni ecologico ambientali – L’area ricade in gran parte in una zona “ad alta biodiversità da tutelare e potenziare” ed è in parte interessata dalla “rete ecologica intraurbana” (art.27 NTA) TAV. 9 Mobilità – L’area è interessata da due linee del servizio ferroviario metropolitano esistente ed è attraversata da piste ciclabili di progetto; sulla porzione sud-ovest è previsto un nodo di interscambio modale che comprende una nuova strada di circonvallazione esterna (anello viario), la linea 2 della tramvia e un nuovo parcheggio di interscambio modale (1000/2500 posti) (art.29 NTA) TAV. 10 Attrezzature e spazi collettivi – Sono censite le aree a verde sportivo e pubblico, esistenti TAV. 11 Accoglienza – Non si rilevano particolari indicazioni TAV. 12 Attività economiche – Non si rilevano particolari indicazioni TAV. 13 Attività produttive – Nell’area sono presenti imprese artigiane e manifatturiere (art.33 NTA) TAV. 14 Le parti di città – L’area ricade nella UTOE 10 (art.34 NTA). Gli elementi progettuali da garantire nella definizione del Regolamento Urbanistico che riguardano specificatamente l’area sono i seguenti: documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente - nuova centralità: “spazio costruito e non, caratterizzato da multifunzionalità, da facile accessibilità pedonale e ciclabile e con trasporto pubblico dotato di spazi pubblici, in particolare piazze e verde pubblico, e attrezzature collettive tali da costituire nuovi luoghi identitari della città”; - strada da riqualificare: viale Guidoni “tratti di strada da riqualificare per consentire un’adeguata fruizione sia veicolare che pedonale e ciclabile in condizioni di sicurezza. La riqualificazione può riguardare non solo le caratteristiche fisiche della strada, ma anche il potenziamento delle attività commerciali e la valorizzazione dei fronti commerciali”; - canale di collegamento tra i parchi: “realizzazione di un asse primario ciclo-pedonale finalizzato a collegare i parchi principali”; - piste ciclabili di progetto; - attraversamenti esistenti e di progetto lungo le linee del servizio ferroviario “sistema attrezzato e sicuro di connessione per mettere in relazione parti di città separate dalla presenza di barriere”. 18 Area di trasformazione CAP Variante al PRG estratti Tav.14 Parti di città - Piano Strutturale 2010 Questa parte di città è interessata in maniera sostanziale da una razionalizzazione del sistema della mobilità attraverso numerose azioni che consentiranno di servire in maniera adeguata l’area che, come detto, rappresenta la principale porta di accesso a Firenze. Consentirebbe inol- 19 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 3.6.3 Il programma di mobilità tre di superare il congestionamento a cui è attualmente sottoposta e che potrebbe crescere a causa delle nuove attività che si stanno qui concentrando e delle future trasformazioni, fra cui la realizzazione dello stadio e la ristrutturazione delle funzioni agro-alimentari dell’area del mercato ortofrutticolo. 3.6.3.1 Il trasporto su strada documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Per quanto concerne il sistema viario l’intervento più atteso è la realizzazione dello svincolo di Peretola. Questo permetterà di risolvere i problemi legati alla penetrazione del raccordo autostradale nel tessuto urbano, incanalando senza punti di conflitto i veicoli che non intendono arrivare in centro su tracciati che raggiungono altre parti di città, come il viadotto dell’Indiano e viale XI Agosto. Con la realizzazione di tale svincolo l’area sarà direttamente collegata alla SGC FIPILI attraverso il viadotto all’Indiano. A seguito della firma dell’accordo del 04.08.2011 fra Autostrade, Regione Toscana e gli Enti Locali interessati, la realizzazione dello svincolo di Peretola è stata inserita nell’ambito delle opere per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A11 nella tratta Firenze-Pistoia. L’ampliamento della terza corsia autostradale A11 tratto Firenze-Pistoia e l’allargamento del raccordo autostradale contribuiranno, in maniera significativa, ad aumentare la capacità di afflusso e deflusso del traffico veicolare a tale parte di città nei prossimi anni. Il rafforzamento delle direttrici radiali di penetrazione verso il centro ed in particolar modo la strada Rosselli-Pistoiese e la bretella FortezzaPanciatichi, consentirà un notevole alleggerimento del traffico sulle attuali direttrici densamente abitate, creando un efficace collegamento fra 20 estratto Tav.9 Mobilità PS2010 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 3.6.3.2 Il trasporto pubblico tramviario Integrato e complementare con il sistema viario è il sistema tramviario in corso di realizzazione che in quest’area prevede l’asse fondamentale 21 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente l’anello di smistamento intermedio (Indiano-Passante) e quello centrale (viali del Poggi). Realizzate in sede propria e senza rapporti con la viabilità circostante e con l’edificato, esse potranno garantire adeguati livelli di servizio senza influire negativamente sulla vivibilità dei quartieri circostanti; inoltre consentiranno il recupero della capacità stradale delle direttrici radiali che sarà sottratta dalle sedi tramviarie della linea 2 sull’asse Novoli-Redi e della linea 3 sull’asse Statuto. In particolare, la bretella Fortezza-Panciatichi, realizzata prevalentemente all’interno dell’area di pertinenza dell’asse ferroviario SMN-Rifredi posta in posizione intermedia fra l’asse di Novoli e quello di Statuto, collegando via Perfetti Ricasoli con la grande rotatoria della Fortezza, avrà un ruolo determinante nell’alleggerimento dei flussi su questi assi di penetrazione, anche grazie al nuovo sottopasso Giuliani-Panciatichi, che rappresenta un efficace collegamento trasversale a cavallo della linea ferroviaria. La realizzazione di un ulteriore collegamento trasversale quale il sovrappasso della ferrovia in via Rigutini consentirà una migliore distribuzione dei flussi di traffico radiali fra le diverse direttrici ed una migliore accessibilità dell’area produttiva adiacente a viale XI Agosto dal settore nord-est della città (Rifredi-Careggi). A seguito della sottoscrizione dell’accordo fra RFI, Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze del 03.08.2011 per l’aggiornamento delle opere connesse al nodo AV di Firenze, la realizzazione delle due viabilità (Rosselli-Pistoiese e Fortezza-Panciatichi) è resa possibile mediante la copertura finanziaria derivante dalle risorse economiche destinate, in forza dell’accordo, saranno ad opere per la mobilità di interesse del Comune di Firenze. La viabilità Rosselli-Pistoiese, che beneficia anche di finanziamenti regionali e comunali, è in fase di progettazione definitiva e potrà essere verosimilmente realizzata entro il 2016, in tempi coerenti con la ristrutturazione dell’area Mercafir. La realizzazione della viabilità Fortezza-Panciatichi è strettamente collegata al completamento delle opere dell’Alta Velocità, in quanto la sua realizzazione richiederà l’esecuzione di parte dei lavori dopo il completamento di dette opere, per cui un orizzonte temporale verosimile per la sua realizzazione si colloca al 2018. Anche la realizzazione del Passante Urbano, che in quest’area dovrebbe innestarsi sul tratto terminale del viale Guidoni per convogliare verso est tutto il traffico con destinazione finale diversa dal centro, contribuirà al miglioramento dell’accessibilità di tale area. Il Passante Urbano è attualmente soggetto a studio di fattibilità; data l’ampiezza e la complessità dell’opera è prevedibile che esso possa essere realizzato entro un arco temporale dell’ordine dei sette anni (2019). documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente della linea 2, sulla direttrice Novoli-Redi, ma anche il tracciato, ancora oggetto di studio, della linea 5, che si innesta dalla linea 3 nei pressi di piazza Dalmazia e prosegue fino ad incrociare la linea 2 su via di Novoli, raggiungendo le Cascine. La linea 2, in corso di realizzazione sulla tratta Aeroporto-Stazione SMN, costituirà il principale asse del trasporto pubblico fiorentino, collegando il centro storico con le principali aree di sviluppo della città e aprendosi verso i poli attrattori della Piana; è infatti allo studio il proseguimento della linea 2 fino al polo universitario di Sesto per completare il collegamento dei quattro poli universitari (Careggi, Sesto, Novoli, Centro). Grazie al passaggio sull’asse di via di Novoli, la linea 2 rappresenta il sistema di trasporto pubblico di riferimento del futuro stadio, dal quale sarà separata da una distanza pedonale inferiore ai 500 metri. La linea 2 è in corso di realizzazione e sarà conclusa entro il 2014, in tempi coerenti con la ristrutturazione dell’area in esame. Di un certo interesse per la mobilità dell’area interessata dall’insediamento del futuro stadio è anche la linea 4: essa collegherà la stazione Leopolda con la zona posta oltre il viadotto dell’Indiano lungo l’attuale tracciato ferroviario Firenze Porta a Prato-Empoli fino all’interconnessione con la linea Firenze-Pisa all’altezza della stazione delle Cascine, con una possibile estensione fino alla stazione delle Piagge, previa realizzazione di un binario dedicato in affiancamento alla ferrovia. La fermata della linea 4 in zona Barco verrà infatti a trovarsi ad una distanza inferiore ai 1000 metri dall’area del mercato ortofrutticolo, permettendo così a tutto il settore urbano che si sviluppa intorno all’asse di via Pistoiese - via Baracca - via Ponte alle Mosse, di utilizzare tale linea per il raggiungimento del nuovo stadio in occasione di eventi di grande richiamo. Il citato accordo sottoscritto con RFI il 03.08.2011, prevede la cessione al Comune di Firenze dell’attuale infrastruttura ferroviaria ai fini della sua trasformazione per la realizzazione della linea 4, che potrà quindi avvenire entro il 2016, in tempi coerenti con la realizzazione della trasformazione urbana in esame. 3.6.3.3 Il trasporto ferroviario e il servizio ferroviario metropolitano La costruzione della stazione dell’Alta velocità nell’area ex Macelli, con la realizzazione di un efficiente collegamento spola con Santa Maria Novella dotato di adeguate caratteristiche di frequenza e rapidità (people mover), costituirà il più importante elemento di centralità di questa parte di città, che vedrà un’imponente trasformazione legata alla presenza di una così importante infrastruttura. La nuova stazione, pur servita dalla linea 2 della tramvia, comporterà un aggravio del traffico sulle direttrici Redi e Circondaria, già oggi problematiche, pertanto i programmi infrastrutturali sopra descritti rivestono fondamentale importanza anche per il futuro funzionamento della mobilità al contorno del sistema ferroviario veloce. A tal riguardo, è fondamentale il collegamento spola Belfiore-SMN, che dovrà prevedere una fermata in- 22 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 3.6.3.4 I nodi per lo scambio intermodale L’area triangolare compresa fra viale Luder, viale Guidoni e via dell’Olmatello si configura come la naturale interfaccia fra il sistema del trasporto pubblico su ferro (ferroviario e tramviario) e le principali direttrici automobilistiche, sia quelle di penetrazione autostradale (raccordo A1 e A11) che quelle di smistamento tangenziale (viadotto dell’Indiano, viale XI Agosto). In quest’area assume quindi fondamentale importanza la realizzazione di grandi parcheggi scambiatori, che nei giorni e negli orari del pendolarismo ordinario saranno a servizio della mobilità sistematica, mentre in 23 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente termedia alla Fortezza, in modo tale da consentire l’accessibilità della nuova stazione anche dai viali di circonvallazione, con l’utilizzo del parcheggio interrato della Fortezza. La realizzazione del sottoattraversamento AV permetterà un considerevole incremento di capacità del sistema ferroviario nel nodo fiorentino, elevando in particolare il numero di convogli di tipo regionale e metropolitano che potranno utilizzare i binari di superficie del nodo. Ciò consentirà, almeno potenzialmente, un forte incremento del servizio ferroviario regionale e metropolitano, con la conseguente possibilità di incrementare il numero di passeggeri, riducendo, anche significativamente, il traffico privato in entrata e in uscita dall’area urbana di Firenze. A tal fine, la circolazione dei treni regionali e metropolitani/urbani dovrà avvenire con intertempi non superiori ai 10 minuti e dovrà essere definito un insieme di fermate urbane ravvicinate, necessario ad incrementare l’accessibilità e l’attrattività del sistema di trasporto. L’accordo sottoscritto dal Comune di Firenze con RFI in data 03.08.2011 prevede, fra l’altro, che si dia luogo in tempi certi alla definizione degli adeguamenti infrastrutturali e delle tecnologie di distanziamento e controllo automatico della circolazione dei convogli, che consentano l’incremento delle frequenze e delle fermate, nonché la definizione delle fermate metropolitane necessarie alla messa in esercizio del servizio ferroviario metropolitano. Le previsioni di cui sopra generano conseguenze interessanti per l’area in esame, per la presenza della linea ferroviaria SMN-Rifredi con le sue diramazioni per Prato, Pisa, Osmannoro. Su queste tre direttrici dovrà essere organizzato il servizio ferroviario metropolitano, che grazie all’incremento delle frequenze e alla previsione delle nuove fermate Circondaria, Dalmazia, Perfetti Ricasoli, Peretola, potrà attrarre una quota significativa della domanda di mobilità metropolitana e urbana. Sulla scorta di quanto sopra riportato, si può prevedere che, nell’orizzonte temporale di ristrutturazione dell’area del mercato ortofrutticolo e di entrata in funzione dello stadio, sia realizzata la fermata Peretola e si pervenga alla definizione di un servizio ferroviario passeggeri sulla direttrice Rifredi-Osmannoro, incluso il prolungamento della linea al parcheggio scambiatore Osmannoro, adeguamenti che interessano in modo diretto la funzionalità trasportistica dell’area sportiva. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente giorni ed orari complementari a quelli del pendolarismo lavorativo potranno essere posti al servizio della mobilità automobilistica generata dagli eventi dell’area stadio. Le aree di parcheggio maggiormente efficienti sotto il profilo dell’interscambio modale fra auto e tramvia saranno quelle realizzate intorno alla fermata Aeroporto della linea 2 (con l’accortezza di separare il parcheggio aeroportuale a pagamento dal parcheggio scambiatore che dovrà essere gratuito) ed intorno alla fermata Guidoni (da ottenersi riconvertendo ed ampliando l’area attualmente utilizzata per la sosta dei bus turistici che potrà essere trasferita in altre aree di minore attrattività per la sosta di scambio, come Castello FS). Di particolare importanza è la questione del parcheggio di relazione dell’aeroporto Vespucci posto lungo via Palagio degli Spini, in corrispondenza di uno dei luoghi ipotizzati per la fermata ferroviaria di Peretola, che andrà collegato pedonalmente con il terminal aeroportuale sovrappassando l’autostrada. La funzionalità trasportistica di questo nodo di scambio richiede però un’attenta valutazione del futuro servizio ferroviario nella fermata Peretola (anche sciogliendo il nodo del previsto prolungamento a Campi Bisenzio) e, nel caso in cui questo non possa garantire adeguati livelli di servizio, la previsione di spostamento della fermata ferroviaria in prossimità della fermata Guidoni della tramvia. Strettamente legata a questa vicenda è la realizzazione del parcheggio scambiatore in fregio alla autostrada A1 all’Osmannoro, posta in capo alla società concessionaria autostradale, a cui può essere restituito un senso solo mediante la previsione di un idoneo servizio sulla tratta ferroviaria Rifredi-Osmannoro. La dotazione di sosta di scambio dell’area può essere incrementata anche in zone più centrali come Novoli, mediante accordi con gli operatori privati che prevedano l’utilizzo di parte dei parcheggi interrati recentemente realizzati come parcheggi scambiatori con la tramvia, gratuiti o con abbonamento integrato al trasporto pubblico. È ragionevole pensare che in occasione degli eventi dello stadio anche questi parcheggi possano essere utilizzati per soddisfare una quota parte della domanda di sosta, sia pure in minore proporzione per effetto della maggiore distanza, che risulta dell’ordine di 500 metri per il parcheggio pubblico posto in corrispondenza della nuova sede della Cassa di Risparmio di Firenze (600 posti) e di 1000-1500 metri per i parcheggi interrati situati nell’area San Donato e Multiplex (oltre 2300 posti). Fra le infrastrutture di interscambio modale utili ai fini della mobilità generata dagli eventi nella futura area stadio occorre ricordare infine il parcheggio scambiatore da realizzarsi in corrispondenza dello svincolo fra il viadotto dell’Indiano e via Pistoiese; questo consentirà ai flussi veicolari provenienti dall’asse Pistoiese di interscambiare con la linea 4 per raggiungere la fermata Barco, dalla quale la distanza pedonale con la zona di attrazione risulta inferiore ai 1000 metri. 24 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 3.6.3.5 La mobilità ciclabile Di particolare importanza per favorire gli spostamenti a corto raggio nell’area in esame è il potenziamento del sistema delle piste ciclabili, con l’obiettivo di rendere raggiungibili i nuovi poli di attrazione da settori sempre più estesi del centro urbano. Già le recenti realizzazioni permettono il collegamento tra la stazione di Rifredi e l’area del Palazzo di Giustizia, spingendosi verso nord lungo l’asse di via Perfetti Ricasoli fino a raggiungere quasi l’asse di viale XI Agosto. Un’ipotesi di attraversamento trasversale dell’area può mettere in collegamento la stazione di Rifredi con il giardino Magellano, il Parco di San Donato ed il Polo Universitario e, attraverso il complesso storico di Villa Demidoff in corso di recupero, raggiungere, superando il fosso Macinante la Manifattura Tabacchi, di prossima trasformazione, fino al Parco delle Cascine. Mentre una via di attraversamento ciclabile longitudinale potrebbe, dalla stazione dell’Alta Velocità, raggiungere la passerella sul Terzolle in prossimità dell’ITI, proseguire lungo il corso del torrente e svilupparsi lungo via Carlo del Prete fino ad attraversare la Mercafir e raggiungere il Parco di Castello e, attraverso questo, il Parco della Piana. 4. La zona di recupero ampliamento zona di recupero n.115 25 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La zona nord-ovest, nata come direttrice naturale di sviluppo della città fin dai primi decenni del secolo scorso (documento “Firenze Futura” del 1934), ha visto l’insediamento di attività e luoghi strategici (centro annonario, aeroporto, università, ecc.) la cui localizzazione aveva un duplice obiettivo. Il primo era quello di alleggerire la congestione del centro storico, e il secondo di rilanciare Firenze in quella direzione, “verso una dimensione quasi metropolitana capace di svolgere un ruolo di centro comprensoriale e regionale”. Non tutte le previsioni sono state attuate e le nuove funzioni si sono inserite nel tessuto consolidato del quartiere in modo disorganizzato. Queste stratificazioni storiche hanno portato nell’immaginario collettivo ad individuare questa zona come un “quartiere di frontiera”, caratterizzato appunto da un insieme complesso di funzioni e di tipologie edilizie/urbanistiche. L’espansione talvolta caotica di questa parte di città ha soffocato le sopravvissute emergenze storiche. Attualmente alcune versano in condizioni di estremo degrado (villa dell’Olmatello e alcuni edifici lungo via delle Sciabbie a ridosso dei padiglioni del CAP) altre sono restaurate o in fase di restauro (villa Pozzolini, villa Aruch e casale dell’Olmatello). La rete infrastrutturale stradale costituita dagli importanti assi di viale Guidoni, viale XI Agosto e dalla bretella di ricongiungimento allo svincolo dell’autostrada A1, nonché i due rami ferroviari Firenze-Pisa e Firenze-Osmannoro definiscono i perimetri della zona in oggetto e allo stesso tempo determinano aree di risulta incolte o comunque non organizzate in modo funzionale, le quali necessitano di un recupero sia qualitativo che funzionale. Per tali motivi si propone di estendere il perimetro della zona di recupero n.115 individuata con DCC 770/79 e DCC 2737/86, in modo da comprendere tutta l’area di proprietà comunale oltre ad alcune aree limitrofe sia di proprietà privata che delle Ferrovie. Per l’individuazione della zona è stato effettuato dai tecnici dell’Amministrazione comunale apposito sopralluogo volto a verificare le condizioni di degrado di cui alla legge 457/1978 e alla LR 1/2005. 5. Obiettivi e contenuti della variante documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La variante proposta è finalizzata alla valorizzazione dell’area di proprietà comunale occupata in gran parte dal mercato ortofrutticolo e più in generale da attività legate al settore agro-alimentare. È importante sottolineare che si è reso necessario estendere la zona fino a interessare con l’intervento di trasformazione le aree al contorno, di proprietà comunale, attualmente utilizzate solo parzialmente anche se per la maggior parte destinate a parcheggio e che saranno utili alla funzionalità del nuovo assetto proposto. L’obiettivo oltre che funzionale è anche quello di riqualificare il grosso triangolo tra le due linee ferroviarie che presenta oggi le caratteristiche di spazio residuale confinato fra grandi infrastrutture, caratterizzato da un degrado diffuso. Nell’ampia zona di recupero proposta troveranno spazio due comparti di trasformazione separati da un asse viario importante. I due comparti hanno finalità diverse ma saranno in linea con gli obiettivi che il Piano Strutturale ha individuato per restituire alla città una importante e strategica porzione di città oggi dedicata ad un servizio che occupa uno spazio sovradimensionato rispetto alla sue effettive esigenze e alle mutate esigenze del contesto, denso di trasformazioni in atto e pre- 26 Area di trasformazione CAP Variante al PRG viste. Trattandosi di un’area articolata e di ampie dimensioni, al fine di controllarne correttamente la trasformazione, gli interventi previsti nei due comparti saranno assoggettati ad una pianificazione attuativa che vede l’istituzione di due distinti piani di recupero il cui perimetro coincide con quello dei due comparti separati dall’asse viario che, proseguendo il tracciato di via Accademia del Cimento, creerà un collegamento in direzione est-ovest tra via Almerico da Schio e la rotatoria di viale XI Agosto - viale Luder, rendendo permeabile il grande isolato del CAP. 5.1 L’asse di attraversamento L’asse viario inserito nel comparto sud costituisce un elemento indispensabile nella definizione del nuovo assetto, non solo come attraversamento veicolare dell’area, ma soprattutto come elemento qualificante, a livello territoriale, di relazioni fra parti di città caratterizzate dalla presenza di parchi, la cui fruizione deve poter essere incrementata. Il canale di collegamento fra parchi, individuato come elemento irrinunciabile nel Piano Strutturale, muove proprio da questa necessità e trova nella trasformazione dell’area Mercafir l’occasione per superare agilmente ed in sicurezza un consistente tratto, altrimenti di difficile collegamento. L’ambizione, già espressa nel Piano Strutturale, è quella di creare un collegamento ciclo-pedonale a sud verso le Cascine e villa Vogel e a nord-ovest verso le ville medicee, il parco di Castello ed il parco della Piana. La nuova viabilità dovrà assumere le caratteristiche di un vero e proprio boulevard, un ampio viale alberato (caratterizzato almeno da un triplo filare alberato) dotato di percorsi pedonali e ciclabili distinti dalla sede carrabile. Caratteristica fondamentale del viale dal punto di vista ambientale dovrà essere la presenza al centro della carreggiata di un’ampia aiuola protetta da siepi e contenente il filare alberato accompagnato da arbusti e piante erbacee appositamente selezionate nella loro associadocumento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente l’asse di attraversamento 27 il viale alberato documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente zione di specie al fine di creare un collegamento ecologico tra la rete intraurbana e le aree ad alta biodiversità della piana. A tale funzione contribuiranno in maniera determinante anche i sottopassi da realizzare nel rilevato ferroviario, di cui alcuni dedicati esclusivamente al passaggio della fauna selvatica. Le caratteristiche fisiche della nuova viabilità e gli elementi di corredo dovranno essere attentamente studiati perché l’asse assuma l’auspicata dimensione di viale urbano, ruolo non facile nel contesto in cui lo stesso si viene ad inserire. Esso infatti costituisce l’elemento di cesura fra la nuova zona mercatale, il cui impatto è riconducibile a quello di una zona industriale, e la grande attrezzatura sportiva, ambedue elementi fuori scala rispetto alla dimensione del viale urbano che si intende ottenere per rendere accogliente il passaggio di pedoni e ciclisti. 5.2 Il comparto nord: attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare Nel comparto nord, di circa 140.000 mq (14 ha), sono confermate le attività legate al settore agroalimentare, inserendole nell’ambito di una destinazione prevalentemente industriale-artigianale, integrata da funzioni direzionali e commerciali e comprensiva di una quota dedicata al servizio mercatale. Il comparto accoglierà tutte le funzioni attualmente svolte nei padiglioni in concessione a Mercafir ed avrà una sua rete viaria interna distinta da quella esterna ed in particolare dal viale alberato, in modo tale che gli spostamenti dei mezzi pesanti non interferiscano con la viabilità ordinaria e soprattutto con i percorsi pedonali e ciclabili. La presente proposta di variante, che anticipa i contenuti propri del Re- 28 Area di trasformazione CAP Variante al PRG golamento Urbanistico, deve inserirsi nella struttura del PRG e deve esprimersi con il suo stesso linguaggio, rimanendo coerente con i principi, gli indirizzi ed il dimensionamento massimo ammissibile del Piano Strutturale. Al fine di mettere nella corretta relazione i due strumenti, è stato scelto di individuare il comparto nord come sottozona D1 “artigianale ed industriale esistente, di completamento, di ristrutturazione” per la prevalenza dell’attività, sottraendola però alla disciplina attuale del PRG, che si esprime tradizionalmente con un indice edificatorio dato e generato dalla superficie territoriale della sottozona individuata. La disciplina dovrà permettere esclusivamente il recupero delle superfici esistenti comprese nel dimensionamento dell’UTOE 10 e ammettere la presenza di altre destinazioni d’uso complementari necessarie al corretto funzionamento dell’insediamento. Al fine di regolamentare in maniera chiara l’attuazione del comparto sarà introdotta nelle Norme Tecniche del PRG vigente all’art.39 riferito alle ”Sottozone D1: artigianali ed industriali esistenti, di completamento, di ristrutturazione” la seguente disciplina specifica: Il comparto di trasformazione denominato “attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare” deve essere attuato attraverso la definizione di un piano di recupero. Oltre al servizio mercatale (mq 30.000) possono essere insediate le seguenti attività declinate per destinazione d’uso che costituiscono la superficie massima di recupero da prelevare dal dimensionamento dell’UTOE 10 del Piano Strutturale: - industriale e artigianale comprensiva delle attività commerciali all’ingrosso e depositi mq 28.500 - commerciale relativo alle medie strutture di vendita mq 3.000 L’obiettivo è quello di riorganizzare, modernizzare e sviluppare l’attività che oggi viene svolta. Il riassetto generale in un’area decisamente più piccola -(si passa dagli attuali 265.000 mq (26,5 ha) a complessivi 140.000 mq (14 ha)- consente di razionalizzare le attività, offrendo una serie di spazi con caratteristiche più adeguate alle mutate esigenze. Sia in via generale che nel Piano Strutturale, l’Amministrazione comunale ha chiaramente espresso la volontà di preservare e valorizzare l’attività esistente nell’area, per il suo valore non solo economico ed occupazionale, ma anche per il valore intrinseco che assume e che potrà sviluppare nella filiera agro alimentare, dalla produzione locale a km0 fino ai mercati di S.Lorenzo, S.Ambrogio e agli altri mercati di quartiere e agli esercizi di vicinato tradizionali. 29 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente - direzionale comprensivo delle attività private di servizio mq 4.000 È consentito l’insediamento di medie strutture di vendita in forma aggregata secondo quanto disposto dall’art.11 del DPGR 15/R/2009 e dall’art.32.3 NTA del Piano Strutturale. L’attuazione del piano di recupero deve essere realizzata per fasi, previa definizione di un programma operativo di coordinamento con gli interventi previsti nel comparto contiguo Sottozona F “nuovo stadio”. Schema organizzazione comparto Nord documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Le grandi superfici occupate dal CAP, storicamente nate per accogliere i mercati generali, hanno perso progressivamente questa peculiarità, lasciando spazio ad attività complementari a quella mercatale prevalentemente rivolte alla grande distribuzione (lavorazione e confezionamento prodotti alimentari freschi – quarta gamma). Il volume attuale delle merci movimentate risulta stabile, potrebbe invece essere incrementato guardando alla potenzialità di sviluppo nella filiera di qualità sia nel settore della vendita al dettaglio che in quello della ristorazione se collegato ad un ammodernamento delle strutture. Alla luce delle considerazioni e valutazioni avanzate riguardo alla attività che oggi svolge Mercafir e allo stato di efficienza della struttura esistente, emerge chiaramente la necessità di ripensare una struttura che continui a svolgere le attività mercatali e affini, ottimizzando l’uso del suolo e organizzando un comparto dedicato, moderno, efficiente da un punto di vista logistico, realizzato puntando ad un considerevole risparmio energetico, adeguato alle mutate esigenze. Il comparto definito con la presente proposta di variante risponde agli obiettivi che si intendono perseguire sia in termini dimensionali che di accessibilità, nonché di corretta relazione con il contesto, accogliendo l’auspicato sviluppo verso la filiera di qualità. Attraverso la riorganizzazione degli spazi e dei padiglioni che andrebbero a costituire il limite sud del comparto produttivo esistente e dominato dalla presenza della Nuova Pignone, potrebbero essere raggiunti i seguenti obiettivi: - permanenza e tutela delle attività esistenti - tutela e sviluppo della filiera agro-alimentare con particolare riguardo “a quella di qualità” - positivo impatto sui costi finali - ottimizzazione dell’uso del suolo - efficienza energetica 30 Area di trasformazione CAP Variante al PRG - riduzione dell’impatto ambientale - efficienza dei costi di movimentazione merci - incremento della qualità organolettiche e nutrizionali dei prodotti. Il fronte compatto lungo il nuovo asse di attraversamento/viale alberato costituisce la corretta chiusura del comparto produttivo esistente, ma anche il fronte edificato che deve relazionarsi con lo stadio, la cittadella dei servizi e il viale. Ciò deve far riflettere sulla configurazione che l’edificio o gli edifici dovranno assumere per costituire l’immagine urbana auspicata. 5.3 Il comparto sud: nuovo stadio Lo stadio assume il ruolo di fulcro nel nuovo insediamento andando ad occupare la parte della superficie del comparto sud verso la città in modo da rafforzare il senso di attrezzatura urbana nonché di testimonianza di ultima grande architettura della città e spazio rappresentativo della piana. La collocazione di un nuovo stadio rappresenta certamente la necessità di costruire un grande edificio che i vincoli normativi di solito rendono isolato e alieno. L’analisi progettuale preliminare effettuata ha tentato di contrastare questa peculiarità rilevabile in molti esempi realizzati altrove, proponendo un complesso architettonico che seppure di grande scala si integri nel contesto urbano come un’architettura territoriale attenta ai temi delle relazioni e dei rapporti di scala a livello urbano, anche se la dimensione fisica dello stadio per sua natura li negherebbe. 31 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Nella proposta di variante il comparto sud, di circa 320.000 mq (32 ha), sarà per la maggior parte destinato a zona pubblica sportiva e servizi ad essa connessi: si propone pertanto di confermare la destinazione di zona F con la sostituzione del simbolo di “mercato annonario” esistente con quello di “attrezzature sportive” di progetto quale funzione prevalente, in modo da consentire l’insediamento dello stadio oltre ad un mix di funzioni ad esso complementari (turistico-ricettive, direzionali e soprattutto commerciali). Trattandosi di un intervento che trasformerà in maniera radicale l’area, è stato scelto di inglobare nel comparto tutte le aree di proprietà comunale presenti nel più ampio contesto con un duplice obiettivo: rendere più agevole e corretta l’integrazione del nuovo insediamento e ricercare le adeguate relazioni fra le funzioni esistenti che saranno mantenute o adeguate. Le attrezzature sportive (centro Paganelli e centro pattinaggio) e culturali (villa Pozzolini con l’annesso giardino recentemente realizzato) inserite nel comparto manterranno l’attuale destinazione. La porzione orientale del comparto, attualmente destinata dal PRG per la maggior parte a zona omogenea F con simbolo di parcheggio sia per autoveicoli, sia per bus, sia per trasporto merci, e in parte a zona omogenea D di progetto con simbolo di distributore carburanti, avrà un’unica destinazione pubblica F “attrezzature di interesse generale” con simbolo di parcheggio. Per rispondere a queste sollecitazioni l’analisi progettuale propone di creare un’unica struttura composta da due entità distinte, ma fortemente integrate, la grande scala architettonica dello stadio contrapposta al tessuto minuto di una porzione urbana, la cittadella dei servizi, uniti da una piastra che da parco diviene suolo urbano intorno alla attrezzatura sportiva. La nuova struttura, dimensionata per 40.000 posti coperti, occuperà insieme alle aree di diretta pertinenza uno spazio di circa 75.000 mq (7,5 ha). Le funzioni connesse allo stadio (punti di ristoro, un centro sportivo con piscina, l’area per i mezzi TV, un’area per servizi sportivi, suite esclusive dotate di servizi di natura alberghiera, parcheggi, ecc.) sfrutteranno appieno gli spazi interni disponibili nella nuova struttura. L’ambizione del progetto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Una pianura alluvionale, una cintura periferica, un grande complesso produttivo, un nuovo stadio; gli elementi da considerare sono certamente opposti e portatori di complesse logiche e specificità, forse con un solo elemento in comune: la grande scala. La linea di congiunzione fra tutto ciò sono le infrastrutture: ferrovia, autostrada, aeroporto, tramvia. Quindi grandi temi cuciti da linee di collegamento a scala territoriale. Nelle realizzazioni recenti e di proporzioni paragonabili l’oggetto stadio è immancabilmente una megastruttura isolata rappresentativa di grandi sforzi tecnologici. Il Comune di Firenze ha scelto altresì di orientarsi verso una polarità urbana capace di dialogare strettamente con la città anche oltre il suo uso calcistico. Quindi un’architettura, che seppur altamente specializzata potesse arrivare a costituire una qualche forma di integrazione urbana. Le riflessioni di partenza sono, per conseguenza, il trapasso tra spazio naturale e città, l’integrazione urbana, il rapporto architettonico a scala umana, il rispetto di una città, Firenze, patrimonio dell’umanità. Si è ipotizzato un progetto ove il terreno, cioè la forza naturale, fosse capace di riportare la grande dimensione alla piccola scala, al passo d’uomo. É quindi una lenta via fatta di passi che scorrono; quasi un rivolo d’acqua che solcando la terra raggiunge un cespuglio, un canneto, che emerge dal terreno segnando l’ambiente circostante. Ecco quindi la cittadella, lo spazio per le persone, che richiamando sia i volumi della città storica che le zolle della pianura, si apre verso la nuova centralità urbana, verso il nuovo stadio. Ecco la terra che diventa erba, che diventa tetto, che si trasforma in piazza e che infine avvolge le canne ed il loro contenuto. L’obiettivo che si intendeva perseguire era proporre un’architettura urbana, per propria natura grande, ma comunque capace di interagire positivamente con la dimensione del singolo cittadino, della singola persona. Il progetto e la rappresentazione di un legame tra una città ed il suo territorio un legame che si vuole positivo anche in presenza di grandi strutture solo in apparenza incontrollabili. Un terrapieno che dalla quota della piana verso la città raggiunge il nuovo stadio a quota + 6 m e che durante il percorso, circa 500 m accoglie i volumi della cittadella sportiva che dialogano per antitesi con i 30 m di altezza e la forma concentrica dell’architettura stadio. La terra, il terrapieno, accoglierà e racchiuderà i servizi, i depositi, i parcheggi e darà sostegno e non solo fisico a tutto l’intervento. 32 Area di trasformazione CAP Variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 33 Nella parte centrale del comparto si collocherà la cittadella di servizi, organizzata intorno a nuovi percorsi pedonali, nuove piazze e nuove aree destinate a parco, che, seguendo la logica delle piccole costruzioni esistenti, rappresenterà un compendio antitetico al grande volume dello stadio. L’intera area della cittadella sarà pedonale e rappresenterà un nuova centralità per questa parte di città. Al suo interno troveranno spazio attività commerciali, esercizi di vicinato e medie strutture di vendita, funzioni direzionali e ricettive. L’idea di trasformazione si incardina su un principio base che ha guidato le prime esplorazioni progettuali ovvero quello di ricercare una concreta relazione fra la città e la grande attrezzatura dello stadio che per sua natura, soprattutto nella cultura e nella tradizione italiane, costituisce un elemento spesso avulso dal contesto e sovente relegato in spazi periferici. L’uso saltuario della struttura costituisce un ulteriore elemento di estraneità alla vita cittadina, lo stadio viene infatti percepito da chi lo subisce, ossia da che vi abita intorno, solo come elemento di disagio. L’ambizione della proposta indagata è quella di creare un luogo centrale che, oltre ad ospitare eventi importanti, costituisca l’occasione per restituire alla città un ampio spazio ricco di luoghi e attrezzature e che migliori e qualifichi la zona che oggi risente della marginalità tipica di un’area di transizione tra la città densa e il sistema della piana, che concentra in quell’area un numero consistente di importanti infrastrutture (tracciati ferroviari, aeroporto ecc.). 5.3.1 La riconquista di uno spazio documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Oggi non si ha la percezione della vastità dell’area occupata dalla Mercafir; il fronte lungo viale Guidoni, il più noto, segna l’ingresso ora secondario del complesso che è poco visibile anche sugli altri lati. Come già detto, la riorganizzazione di tutta l’area consente sia la sistemazione e lo sviluppo del centro alimentare che la collocazione dello stadio, oltre ad un numero consistente di attività di supporto e complemento. Nonostante l’inserimento di una struttura di grandi dimensioni come quella dello stadio che va ad occupare circa mq 75.000 (7,5 ha) e la previsione di insediare circa 30.000 mq di superficie utile lorda di altre attività, è bene sottolineare come la proposta riesca a dotare l’area di consistenti spazi pubblici (verde pubblico e piazze). Dalla complessiva superficie territoriale pari a 227.420 mq (22.7 ha), esclusa l’area destinata a parcheggi pubblici oltre via dell’Olmatello, rimangono circa mq 67.350 (6.7 ha) da dedicare alla cittadella dei servizi, al netto delle: strade esistenti e di progetto mq 52.290 attrezzature esistenti (Villa Pozzolini, centro Paganelli) mq 32.780 stadio (tribune e campo) + area di servizio mq 75.000 totale mq 160.070 Considerato che la superficie massima edificabile consentita con la presente variante è di mq 30.000 e ritenuto che questa superficie possa essere distribuita in edifici aventi altezza ipotizzabile intorno ai 3 piani per ritrovare la corretta relazione con il più minuto insediamento esisten- 34 stadio + cittadella dei servizi centro sportivo villa Pozzolini viabilità esistente viabilità di progetto Area di trasformazione CAP Variante al PRG te costituito dal borgo dell’Olmatello, da villa Aruch e villa Pozzolini e dal centro sportivo Paganelli, l’occupazione a terra dei nuovi edifici andrà a coprire massimo mq 10.000. La restante area pari a circa mq 57.350 mq (5.7 ha) sarà interamente destinata ad ospitare la grande piazza pedonale (8.000 mq circa) di distribuzione all’insediamento e allo stadio e un grande parco pubblico (mq 49.350). 5.3.2 Il parco pubblico: una ritrovata dimensione ecologica L’area su cui oggi si interviene con questa ipotesi di trasformazione è interamente impermeabile: le grandi superfici coperte dei padiglioni sono accompagnate da ampi piazzali e spazi di manovra interamente asfaltati. Senza soffermarsi sull’importanza del ruolo che giocano gli spazi pubblici nella riqualificazione della città e dell’evidente miglioramento delle condizioni di vivibilità degli abitanti, è interessante soffermarsi sulla mutata dimensione ecologica che potrebbe assumere l’area nel contesto locale, ma soprattutto metropolitano. Nella visione generale delle dotazioni ecologiche, fornita dal Piano Strutturale, questa area è inserita fra quelle ad alta biodiversità da potenziare. Obiettivo ambizioso considerato l’attuale assetto dell’area che non presenta certo caratteri tali da richiamare l’auspicata biodiversità da tutelare e potenziare. Ma il Piano Strutturale, correttamente, non rinuncia a pretendere che gli interventi di trasformazione urbanistica ed infrastrutturale siano accompagnati dalla realizzazione contestuale di interventi di ambientazione, compensazione e risarcimento ambientale e a sottolineare l’importanza strategica dell’area in termini di rete ecologica, assumendo essa stessa il ruolo di collegamento funzionale con le aree di interesse naturalistico della piana e nello specifico con il Parco della Piana. La realizzazione di un parco di circa 50.000 mq dotato di alberature di alto fusto oltre che di siepi, arbusti e ampie superfici sistemate a prato, rappresenta il massimo dell’effidocumento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente analisi progettuale - le nuove volumetrie 35 cienza in termini di dotazione ecologica dell’area. Rispetto all’obiettivo dell’incentivazione della biodiversità in ambito urbano risulta ottimale l’efficienza, per il formarsi di ecosistemi sempre più complessi, attribuibile ad aree lasciate completamente libere da elementi strutturali impermeabilizzanti e con dimensioni sufficientemente grandi e poco frammentate da consentire la realizzazione di associazioni artificiali complesse di alberi, arbusti e prati. Queste associazioni sono fondamentali per creare un habitat in grado di favorire la ricostituzione eco sistemica e rappresentano i nodi principali della rete ecologica fortemente frammentata e destrutturata tipica della città densa. Sempre per la stessa finalità non è da sottovalutare l’apporto ulteriore costituito dalla opportunità di realizzare la copertura della cittadella dei servizi (circa 10.000 mq) con tetti giardino in grado di svolgere funzione di collegamento della rete altrettanto importante come quella di formazione dei nodi. Oltre alla funzione ecologica ambedue gli elementi, parco e tetti giardino, svolgono una funzione di risparmio energetico e di miglioramento della vivibilità. Concorrono infatti al riequilibrio del microclima determinato dalle superfici “dure”, coperte o pavimentate, coerentemente con gli indirizzi per l’efficienza ecologico ambientale definiti all’art.28.12 delle NTA del Piano Strutturale che mirano al “la riduzione dell’effetto “sacca termica” e la mitigazione dei picchi di temperatura durante l’estate e il controllo del microclima e della radiazione solare, attraverso la progettazione del verde e degli spazi aperti nei tessuti urbani edificati, così come il controllo delle superfici di pavimentazione”. 5.3.3 La grande area per la sosta Le aree poste nel triangolo tra la linea ferroviaria per Osmannoro e via dell’Olmatello, per un totale di circa 93.000 mq (9,3 ha), saranno destinate a parcheggi per la sosta dei veicoli. Il grande parcheggio, per circa 3.700 posti auto, sarà costituito da tre documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente analisi progettuale - il verde e i parcheggi 36 Area di trasformazione CAP Variante al PRG distinte aree che dovranno essere funzionalmente collegate tra loro e allo stadio. Il parcheggio si connetterà alla nuova attrezzatura sportiva tramite collegamenti pedonali e, in occasione degli eventi, anche con navette elettriche. L’assetto del nuovo parcheggio impone che il primo tratto del viale XI Agosto, che divide in due zone il triangolo, sia sopraelevato per permettere di liberare un grande sottopasso pedonale che agevoli il transito verso la città. Superato il sottopasso del viale si procederà a realizzare, sotto la massicciata della ferrovia, 4 varchi che divideranno i flussi pedonali verso le due direttrici della nuova viabilità a nord e dell’esistente viale Guidoni a sud. Tutto ciò permetterà di raggiungere l’area del nuovo stadio con un percorso pedonale libero da incroci con altra viabilità. Il percorso, a partire dal centro del parcheggio, sarà lungo circa 800 m e sarà accompagnato da alberature e verde. Esso dovrà svolgere sia il ruolo di sosta per le nuove attività insediate che quello di scambio tra i mezzi privati e il trasporto pubblico di penetrazione nella città. Considerata l’ambivalenza della sua funzione, il parcheggio potrà essere realizzato indipendentemente dall’attuazione del piano di recupero qualora l’Amministrazione lo ritenga necessario. Nell’ambito del ragionamento poc’anzi fatto sulla dimensione ecologica dell’intervento anche la realizzazione delle aree per la sosta dovrà essere occasione per incrementare e qualificare la rete ecologica intraurbana così come definita all’art.27 delle NTA del Piano Strutturale. A tal fine i parcheggi dovranno essere densamente alberati ed il suolo dovrà essere mantenuto quanto più possibile permeabile con l’obiettivo di costituire una biomassa ecologica che consenta di creare un ulteriore collegamento con l’area ad alta biodiversità individuata fra il limite ovest dell’area urbanizzata del territorio comunale e il Parco della Piana. 5.3.4 La disciplina del PRG B)2 Il comparto di trasformazione denominato “nuovo stadio” deve essere attuato attraverso la definizione di un piano di recupero. Oltre allo stadio possono essere insediate le seguenti attività, declinate per destinazione d’uso, che costituiscono la superficie massima di recupero da prelevare dal dimensionamento dell’UTOE 10 del Piano Strutturale: - commerciale relativo alle medie strutture di vendita mq 18.300 - turistico-ricettiva mq 4.200 direzionale comprensivo delle attività private di servizio mq 8.000 37 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Al fine di regolamentare in maniera chiara l’attuazione del comparto, l’art.51 “Sottozone F1 verde pubblico, verde sportivo e campeggi” delle NTA del PRG sarà integrato con la disciplina specifica di seguito formulata, facendo presente che la scelta della sottozona è dettata, come per il comparto nord, dalla prevalenza della destinazione pubblica sportiva rispetto alle altre destinazioni da considerarsi complementari. Al termine del lettera b) del comma 51.1 saranno introdotte le seguenti disposizioni: È consentito l’insediamento di medie strutture di vendita in forma aggregata secondo quanto disposto dall’art.11 del DPGR 15/R/2009 e dall’art.32.3 NTA del Piano Strutturale. Le zone di parcheggio individuate possono essere realizzate indipendentemente dall’attuazione del piano di recupero qualora l’Amministrazione lo ritenga necessario. Gli interventi previsti dal piano di recupero devono essere realizzati per fasi, previa definizione di un programma operativo di coordinamento con gli interventi previsti nel comparto contiguo Zona D1“attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare”. 5.4 Le superfici in gioco nei due comparti documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Orientativamente le superfici attualmente rilevate nell’area in oggetto risultano superiori a 100.000 mq a fronte della ricostruzione di 97.000 mq complessivi riferiti ad ambedue i comparti, ad esclusione dello stadio. Si fa presente che nella struttura generale del Piano Strutturale, coerentemente con quanto disciplinato dal Regolamento regionale 3/R/2007 della LR 1/2005, la destinazione zona F per attrezzature e servizi pubblici, cui fanno riferimento i 30.000 mq destinati al servizio mercatale, non è computata e pertanto il prelievo dal dimensionamento dell’UTOE 10 riguarda esclusivamente mq 66.000. La superficie utile lorda massima da recupero prevista nel comparto sud per la funzione turistico-ricettiva (mq 4.200) è esuberante rispetto al limite massimo previsto dal Piano Strutturale nell’UTOE 10 per la medesima funzione (mq 3.500). Analogamente la superficie utile lorda massima da recupero prevista in entrambi i comparti per la funzione direzionale (mq 12.000) è esuberante rispetto al limite massimo previsto dal Piano Strutturale nell’UTOE 10 per la medesima funzione (mq 10.000). Si è previsto pertanto di migrare una quota della superficie utile lorda attribuita dal Piano Strutturale alla funzione residenziale (totale mq 92.500) in parte verso la funzione turistico-ricettiva (mq 700) e in parte verso la funzione direzionale (mq 2.000); la quota occorrente corrisponde a mq 2.700, ovvero al 2,9% circa del totale relativo alla funzione residenziale. Tale trasferimento di superficie è consentito dall’art.1.7 delle Norme del Piano Strutturale che recita: “Al fine di garantire la necessaria flessibilità nella definizione del Regolamento Urbanistico il Piano strutturale prevede (…) l’applicazione, da parte del Regolamento Urbanistico, di una percentuale di oscillazione pari al 10% per la destinazione residenziale, fermo restando il limite rappresentato dalla superficie oggetto di recupero, comprensivo della percentuale incrementale (…) da riferirsi alla specifica parte di città (UTOE)”. Lo scenario rappresentato costituisce un approfondimento rispetto all’ipotesi illustrata nel documento preliminare (VAS - VI) circa la declinazione delle destinazioni d’uso mantenendo comunque la coerenza con il Piano Strutturale ed il suo dimensionamento, in quanto viene prelevato il 2,9%(<10%) dalla destinazione d’uso residenziale e attribuito il 20% alla destinazione d’uso turistico-ricettiva e il 20% a quella direzionale come evidenziato nella tabella che segue: 38 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Estratto tabella dimensionamento UTOE 10 anagrafe 2010 art.1.7 NTA PS applicazione flessibilità +20% = 4.200 mq turistico - ricettiva direzionale, +20% = 12.000 mq comprensiva delle attività private di servizio agricola e funzioni connesse e complementari, ivi compreso l'agriturismo 6.950 409.076 39.270 927.276 abitanti teorici standard DM 1444/68 standard city users (n) st (mq) st (mq) 5.400 97.200 37.800 nuovo impegno recupero 9.000 92.500 * 42.500 28.500 * 0 22.800 28.500 * 0 22.800 0 * 0 0 3.500 * 0 2.800 10.000 * 0 8.000 0 * 0 0 172.000 * 42.500 5.400 153.600 172.000 * 42.500 44.670 1.080.876 37.800 37.800 *50.000: sommatoria delle superfici recupero da trasferimento nelle u2, u3, u5, u7, u8, u10, u11 st=superficie territoriale sul= superficie utile lorda 5.5 Le relazioni fra i due comparti L’attuazione della trasformazione ipotizzata sostenuta dalla elaborazione dei due piani di recupero (comparto nord e sud), è necessaria oltre che per approfondire i relativi contenuti progettuali, anche per stabilire in modo operativo le modalità di relazione fra i due strumenti ed il coordinamento delle fasi di attuazione. Come già prescritto nelle NTA del PRG (art.39 e 51), i due piani di recupero dovranno precisare, nel proprio apparato normativo, le fasi di dismissione dei padiglioni Mercafir e le conseguenti fasi di attuazione dei due interventi. L’obiettivo è quello di garantire la continuità dell’attività mercatale, procedendo per fasi alla realizzazione del comparto sud “nuovo stadio”. Per quanto concerne i servizi 39 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente totali st (mq) 518.200 da esistente trasferimen residuo prg to sul (mq) sul (mq) sul (mq) contenitori di particolare valore residenziale, comprensiva degli -2,9 % = 89.800 mq esercizi commerciali di vicinato industriale e artigianale, comprensiva delle attività commerciali all'ingrosso e depositi commerciale relativa alle medie strutture di vendita commerciale relativa alle strutture di grande distribuzione standard (n) 32.320 superfici esistenti (16,0 mq/ab) superfici in corso di realizzazione trasformazioni previste da ps abitanti ubicati negli edifici lungo viale Guidoni e via Almerico da Schio, nonché dell’edificio interno all’area Mercafir, utilizzato come magazzino del servizio istruzione del comune, l’Amministrazione provvederà a trovare adeguata collocazione alternativa, coerentemente con le fasi di attuazione dei due comparti. riepilogo superfici comparto nord attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare 140.000 mq (14 ha) superficie territoriale 460.000 mq (46 ha) area parcheggi a raso di servizio/scambiatori 92.600 mq (9,3 ha) comparto sud il nuovo stadio 320.000 mq (32 ha) area nuovo stadio + cittadella dei servizi 227.420 mq (22,7 ha) strade esistenti e di progetto 52.290 mq (5,2 ha) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente attrezzature esistenti 32.780 mq (3,3 ha) stadio 75.000 mq (7,5 ha) cittadella dei servizi 67.350 mq (6,7 ha) superficie coperta nuovi edifici 10.000 mq (1 ha) piazza 8.000 mq (0.8 ha) parco 49.350 mq (4.9 ha) 40 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 5.6 Gli esiti della valutazione: ricadute normative 41 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Di seguito è illustrata la sintesi della valutazione emerse dal rapporto ambientale al fine di definire le ricadute normative sulla presente variante. Dall’anali delle componenti ambientali e dalla definizione degli impatti emerge la necessità di elaborare studi di dettaglio che dovranno accompagnare la definizione dei piani di recupero e la verifica di VIA. Queste elaborazioni potranno essere superate in tutto o in parte nell’ambito della procedura di verifica di VIA piuttosto che negli studi di supporto alla messa a punto dei progetti di piano di recupero. Nello specifico relativamente alla componente ambientale aria si è riconosciuto come elemento principale di impatto quello del traffico indotto dalla trasformazione dell’area. L’introduzione di attrattori di nuova tipologia crea flussi diversamente spaziati sia temporalmente che geometricamente. Questa situazione, seppur già descritta nei suoi lineamenti generali nell’ambito della valutazione, dovrà trovare adeguata analisi di dettaglio nell’ambito della predisposizione dei piani di recupero che avranno sufficienti elementi di dettaglio rispetto alle funzioni da insediare e al relativo sistema di infrastrutturazione. Nell’ambito della definizione del clima acustico di zona è emerso che le nuove previsioni possono essere potenzialmente rese compatibili con la situazione all’interno dei due comparti e con il contesto esistente. Gli impatti riconosciuti non sono di livello tale da poter far prevedere consistenti alterazioni della situazione attuale. Si è rilevato che addirittura la trasformazione dei due comparti potrebbe essere il motore di una operazione di miglioramento conseguente al riassetto urbanistico grazie alla diversa collocazione delle sorgenti emissive e dei ricettori . Risulta evidente che nell’ambito della predisposizione dei piani di recupero sarà comunque necessario, mettere a punto un adeguato modello del clima acustico che metta in relazione il sistema infrastrutturale di progetto con la condizione del contesto urbano circostante. Sulla base dei risultati del modello, i piani di recupero dovranno studiare la migliore localizzazione degli edifici correlati alle funzioni più sensibili, rispetto all’inquinamento acustico. Per quanto concerne la componente acqua, si ritiene che le trasformazioni urbanistiche non abbiano effetti qualitativi rilevanti sulla componente in esame, considerato che la zona è servita interamente da pubblica fognatura di recente riassetto. Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi, in prospettiva è necessario indirizzare i futuri insediamenti verso il recupero delle acque meteoriche, derivanti dalle superfici impermeabili, e l’utilizzo dell’acqua di falda; solo per gli utilizzi dove è indispensabile la garanzia di acqua ad elevata qualità igienica, potranno essere previsti prelievi dalla rete acquedottistica. Pertanto nella elaborazione della strumentazione attuativa che deriverà dalla presente variante o nella elaborazione della verifica di VIA degli strumenti stessi, dovrà essere garantita un’ analisi di dettaglio sia in termini di componenti che di impatti, sufficiente a determinare il quadro pre- documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente ciso e puntuale delle eventuali mitigazioni. In particolare dovranno essere individuate: - misure per la riduzione del rischio idraulico come previsto nella relazione idraulica di fattibilità - criteri per un utilizzo parsimonioso ma efficace delle acque di falda: in tal senso dovranno essere condotte indagini ed analisi al fine di determinare il miglior rapporto qualità/tipologia di utilizzo, delle acque da estrarre, in relazione ad eventuali necessità di trattamento - interventi di stoccaggio per l’utilizzo delle acque meteoriche per gli usi compatibili - soluzioni atte ad evitare scarichi fuori fognatura - opere per minimizzare l’impatto tra opere interrate e regime della falda acquifera - verifica ed attualizzazione dello studio idraulico relativo all’adeguamento del canale Goricina che rappresenta scolmatore di piena della rete fognaria di tutta la porzione urbana nord-ovest della città. - misure di mitigazione nel caso in cui sia previsto l’insediamento di attività che possano potenzialmente provocare inquinamento della falda Per la componente suolo e sottosuolo non sono attesi impatti significativi per la fase di esercizio. La relazione di fattibilità geologica (parte 2 del presente documento), nonché le indagini e gli studi previsti dalla normativa vigente per la successiva fase di pianificazione attuativa e di progettazione edilizia, ricomprendono le necessarie considerazioni relative alla compatibilizzazione tra le opere da realizzare ed il comparto suolo e sottosuolo. Non si rileva pertanto la necessità di dettare specifici e particolari indirizzi. Si fa presente che nella relazione di fattibilità geologica a supporto della presente variante sono evidenziate le condizioni che sono emerse dalle considerazioni sull’interazione tra la vulnerabilità delle previsioni e la pericolosità del territorio. La garanzia dell’incremento delle dotazioni ecologiche, è determinata dalla misura di salvaguardia inserita all’art.7.2 del Piano Strutturale che testualmente recita: “la verifica della possibilità di garantire idonee dotazioni ecologiche al fine di potenziare la rete ecologica principale e intraurbana, negli interventi soggetti a pianificazione attuativa”. L’assetto infrastrutturale dell’area si caratterizza per la presenza di numerose interconnessioni con infrastrutture di trasporto di primaria importanza: il tronco di penetrazione urbana delle autostrade A1 e A11, l’aeroporto Vespucci, la Stazione di Rifredi e la futura stazione dell’Alta Velocità, solo per citare quelle di maggiore importanza. La stretta contiguità dell’area oggetto di trasformazione con i terminali dei sistemi di trasporto di principale livello gerarchico costituisce un elemento favorevole all’ipotesi dei nuovi insediamenti, tuttavia è indubbio che lo scenario infrastrutturale dovrà ulteriormente evolversi e completarsi per poter supportare appieno i nuovi scenari di trasformazione che si vanno delineando. In questo quadro evolutivo gli interventi di maggiore rilevanza per completare la dotazione infrastrutturale dell’area sono quelli legati al comple- 42 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 43 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente tamento del sistema di trasporto pubblico ad alta frequenza e regolarità, con particolare riferimento alle nuove linee della tramvia ed al servizio ferroviario metropolitano, nonché agli interventi di ampliamento ed adeguamento funzionale del tratto terminale del raccordo autostradale e segnatamente alla realizzazione del nuovo svincolo di Peretola ed al collegamento del raccordo con il viadotto dell’Indiano. Uno scenario infrastrutturale così articolato permette di garantire la funzionalità del sistema di trasporto necessaria a supportare le nuove funzioni dell’area. Una verifica trasportistica preliminare, poggiata su ipotesi caratteristiche della mobilità indotta da eventi sportivi e/o manifestazioni in contesti analoghi a quelli oggetto di studio, evidenzia la capacità del sistema della mobilità di supportare il riassetto delle funzioni in esame. Alcune regole fondamentali di funzionamento debbono essere considerate per assunte: lo svolgimento degli eventi in orari serali e/o nei giorni festivi, la diluizione degli spostamenti entro una fascia temporale di due ore e mezza a cavallo degli eventi, la disponibilità degli spettatori ad effettuare spostamenti a piedi per distanze fino a 1500 metri, la presenza in esercizio dei servizi di mobilità di massa, quali la tramvia, treni speciali, pullman, la presenza di una adeguata dotazione di parcheggi quantificata in almeno 6000 posti auto entro una distanza agevolmente percorribile a piedi. L’incremento del traffico veicolare che inevitabilmente si riversa sulla rete stradale di progetto non pare poterne compromettere la piena funzionalità: la verifica delle capacità di smaltimento della rete veicolare è stata condotta in condizioni di domanda di mobilità largamente cautelative, cumulando i valori dei flussi di domanda propri dell’ora di punta del normale giorno feriale con quelli determinati dalla presenza di un evento nell’area stadio tale da determinare il riempimento dell’impianto. I valori della densità veicolare ottenuti dalla simulazione ed i conseguenti Livelli di Servizio della viabilità appaiono rassicuranti rispetto alla possibilità che sulla rete stradale dell’area di intervento si verifichino fenomeni di congestione. Questo risultato positivo è certamente determinato dai numerosi adeguamenti della rete stradale che sono stati ipotizzati in fase di simulazione dello stato di progetto, che assumono quindi il carattere di prescrizioni progettuali per la realizzazione dell’intervento, fatta salva la possibilità di individuare nelle successive fasi di progettazione diverse soluzioni di miglioramento della viabilità in grado di mantenere adeguati livelli di servizio per la rete stradale, con particolare riferimento alle intersezioni. In sintesi è possibile affermare che le simulazioni di traffico, condotte con riferimento alla condizione di massima domanda di mobilità, corrispondente allo svolgimento di eventi sportivi nel giorno feriale, evidenziano una buona capacità di risposta della rete stradale di progetto, la quale si viene a trovare mediamente in condizioni di deflusso intenso ma molto lontane dalla congestione, senza peraltro che si registrino criticità concentrate in nessuno degli archi stradali esaminati. 5.7 PRG riepilogo normativo art. 39 sottozona D1 “Artigianale ed industriale esistente, di completamento, di ristrutturazione” (…) 39.4. Il comparto di trasformazione denominato “attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare” deve essere attuato attraverso la definizione di un piano di recupero. Oltre al servizio mercatale (mq 30.000) possono essere insediate le seguenti attività declinate per destinazione d’uso che costituiscono la superficie massima di recupero da prelevare dal dimensionamento dell’UTOE 10 del Piano Strutturale: - industriale e artigianale comprensiva delle attività commerciali all’ingrosso e depositi mq 28.500 - commerciale relativo alle medie strutture di vendita mq 3.000 - direzionale comprensivo delle attività private di servizio mq 4.000 39.4.1 È consentito l’insediamento di medie strutture di vendita in forma aggregata secondo quanto disposto dall’art. 11 del DPGR 15/R/2009 e dall’art.32.3 NTA del Piano Strutturale. 39.4.2 Il piano di recupero è soggetto a verifica di VIA ai sensi dell’allegato B3 della LR10/2010. Nell’ambito di tale procedura le prescrizioni di cui alle successive lettere a), b), c), d) possono essere superate in tutto o in parte dalle elaborazioni connesse a tale verifica. Nella predisposizione del piano di recupero deve essere: a) verificata la tipologia e il dimensionamento di un sistema centralizzato di trigenerazione per i due comparti b) elaborato uno studio meteo diffusionale degli inquinanti atmosferici in particolare NOx e PM10 correlati alle sorgenti di traffico c) elaborato uno studio sul clima acustico d) elaborati studi finalizzati a: - stoccaggio e riutilizzo delle acque meteoriche - documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente corretto prelievo delle acque di falda minimizzazione dell’impatto delle opere interrate con la falda verifica ed attualizzazione dello studio idraulico relativo all’adeguamento del canale Goricina - verifica della contaminazione dell’area. 39.4.3 Devono essere rispettate inoltre le prescrizioni e condizioni del paragrafo 6 “Individuazione delle classi e delle condizioni di fattibilità (DPGR 53/ R/2011) della “Relazione di fattibilità idraulica, geologica e sismica”. 39.4.4 Nel piano di recupero devono essere definiti adeguati sistemi per limitare al minimo l’accumulo e lo stazionamento dei veicoli commerciali sulla viabilità esterna, individuando spazi utilizzabili a tal fine in zone prossime all’area non interferenti con il traffico veicolare. 39.4.5 L’attuazione del piano di recupero deve essere realizzata per fasi, previa definizione di un programma operativo di coordinamento con gli interventi previsti nel comparto contiguo Sottozona F “nuovo stadio”. art.51 sottozona F1 “verde pubblico, verde sportivo e campeggi” 51.1 b) Aree destinate ad attrezzature sportive. (…) b)2 Nuovo stadio 1. Il comparto di trasformazione denominato “nuovo stadio” deve essere attuato attraverso la definizione di un piano di recupero. 44 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Oltre allo stadio possono essere insediate le seguenti attività, declinate per destinazione d’uso, che costituiscono la superficie massima di recupero da prelevare dal dimensionamento dell’UTOE 10 del Piano Strutturale: - commerciale relativo alle medie strutture di vendita mq 18.300 - turistico-ricettiva mq 4.200 - direzionale comprensivo delle attività private di servizio mq 8.000 45 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 2. È consentito l’insediamento di medie strutture di vendita in forma aggregata secondo quanto disposto dall’art.11 del DPGR 15/R/2009 e dall’art.32.3 NTA del Piano Strutturale. 3. ll piano di recupero è soggetto a verifica di VIA ai sensi dell’allegato B3 della LR10/2010. Nell’ambito di tale procedura le prescrizioni di cui alle successive lettere a), b), c), d) possono essere superate in tutto o in parte dalle elaborazioni connesse a tale verifica. Nella predisposizione del piano di recupero deve essere: a) verificata la tipologia e il dimensionamento di un sistema centralizzato di trigenerazione per i due comparti b) elaborato uno studio meteo diffusionale degli inquinanti atmosferici in particolare NOx e PM10 correlati alle sorgenti di traffico c) elaborato uno studio sul clima acustico d) elaborati studi finalizzati a: - stoccaggio e riutilizzo delle acque meteoriche - corretto prelievo delle acque di falda - minimizzazione dell’impatto delle opere interrate con la falda - verifica ed attualizzazione dello studio idraulico relativo all’adeguamento del canale Goricina - verifica della contaminazione dell’area. 4. Devono essere rispettate inoltre le prescrizioni e condizioni del paragrafo 6 “Individuazione delle classi e delle condizioni di fattibilità (DPGR 53/R/2011) della “Relazione di fattibilità idraulica, geologica e sismica”. 5. La realizzazione degli interventi deve essere subordinata alla esecuzione delle seguenti opere infrastrutturali: - svincolo di Peretola - tramvia linea 2 (aeroporto-stazione SMN) - fermata Peretola del servizio ferroviario metropolitano 6. La realizzazione degli interventi richiede l’adeguamento della rete stradale finalizzato alla ottimizzazione della capacità di deflusso veicolare. Le principali opere da realizzare sono le seguenti: - realizzazione della viabilità di accesso e di uscita al parcheggio sul tratto sud di viale XI Agosto, con almeno due corsie dedicate all’accumulo per i veicoli destinati al parcheggio e due corsie dedicate all’immissione sul viale dei veicoli in uscita dal parcheggio stesso - aggiunta di una corsia su viale degli Astronauti - aggiunta di una corsia sul tratto iniziale di viale Guidoni (ad ovest) - aggiunta di una corsia nelle rampe di accesso ed uscita a sud della rotatoria tra viale Luder e viale XI Agosto - aggiunta di una corsia nell’anello della rotatoria tra viale Luder e viale XI Agosto - aggiunta di una corsia in entrambi i sensi di marcia di via J. Palach - nuovo assetto a rotatoria delle intersezioni sul perimetro dell’area destinata al nuovo stadio tra via J. Palach e via dell’Olmatello e tra via Almerico da Schio e via dell’Accademia del Cimento - nuovo assetto a livelli sfalsati dell’intersezione fra viale Guidoni e via Almerico da Schio - revoca della rotatoria tra viale Guidoni e via Mugello sopraelevazione del tratto di viale XI Agosto compreso fra viale Guidoni e via J. Palach. Nel piano di recupero è comunque ammessa la possibilità individuare soluzioni alternative di miglioramento della viabilità, purché in grado di mantenere adeguati livelli di servizio per la rete stradale, con particolare riferimento alle intersezioni e alla accessibilità delle aree di parcheggio. 7. Le zone di parcheggio individuate nel comparto sud possono essere realizzate indipendentemente dall’attuazione del piano di recupero qualora l’Amministrazione lo ritenga necessario. 8. Gli interventi previsti dal piano di recupero devono essere realizzati per fasi, previa definizione di un programma operativo di coordinamento con gli interventi previsti nel comparto contiguo Zona D1“attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare”. Sottozona D1 - attività produttiva e di servizio del settore agro-alimentare STATO DI DIRITTO STATO MODIFICATO zona F - sottozona F2e con simbolo di mercato/centro annonario zona D - sottozona D1 “artigianali ed industriali esistenti, di completamento, di ristrutturazione” Sottozona F1 - nuovo stadio documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente STATO DI DIRITTO STATO MODIFICATO zona F - sottozona F2e con simbolo di mercato/centro annonario zona F - sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive zona F - sottozona F1e con simbolo di attrezzature sportive (porzione) zona F - sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive (porzione) zona G - sottozona G1e con simboli di verde pubblico e attrezzatura culturale/museo zona F - sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive zona G - sottozona G2e con simbolo di scuola dell’obbligo/materna/asilo nido zona F - sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive zona G - sottozona G2e con simbolo di parcheggi zona F - sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive zona G - sottozona G2e con simboli di parcheggi e parcheggio pertinenziale P.U.P. (attrezzatura interrata) zona F - sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive zona G - sottozona G2e con simbolo di parcheggi zona F - sottozona F3 viabilità di progetto a raso zona G - sottozona G2e con simbolo di parcheggi Zona F - sottozona F3 viabilità di progetto a raso zona A - “classe 2 aree di pertinenza e giardini di particolare interesse” (porzione) zona A - “classe 2 aree di pertinenza e giardini di particolare interesse” + zona F sottozona F1p con simbolo di attrezzature sportive zona F - sottozona F3p con simbolo di parcheggio autotrasporto merci zona F - sottozona F3p con simbolo di parcheggi Zona F - sottozona F3 verde di corredo stradale zona F - sottozona F3p con simbolo di parcheggi zona F - sottozona F3p con simbolo di stazione autopullman zona F - sottozona F3p con simbolo di parcheggi zona D - sottozona D4 “terziaria e commerciale di nuovo impianto” con simbolo di area per distribuzione carburanti zona F - sottozona F3p con simbolo di parcheggi 46 Le destinazioni di PRG vigente non menzionate in tabella rimangono invariate anche se inserite nel suddetto piano di recupero. Area di trasformazione CAP Variante al PRG estratto tavola PRG disciplina del suolo e degli edifici - stato di diritto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente estratto tavola PRG disciplina del suolo e degli edifici - stato modificato 47 6. Coerenza con la pianificazione sovraordinata I contenuti della variante come sopra descritta risultano coerenti con le previsioni del PIT e del PTCP relative all’area in oggetto. Il Piano Strutturale è redatto infatti in coerenza agli strumenti di pianificazione sovraordinata: Piano di Indirizzo Territoriale (PIT), approvato con DCR 72 del 24.07.2007, e Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato con DCP 94 del 15.06.1998. Il Piano Strutturale tiene conto altresì del PIT con valore di Piano paesaggistico adottato con DCR 32 del 16.06.2009, nonché dell’aggiornamento del Quadro conoscitivo propedeutico alla definizione del nuovo PTCP. 7. Coerenza con il Piano Strutturale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Fino all’adozione del Regolamento Urbanistico (RU) è vigente la normativa transitoria del PS approvato, che pone specifiche limitazioni alla disciplina del PRG (approvato con DCR 385 del 02.12.1997 e presa d’atto DCC 141 del 09.02.1998) che permarrà in vigore fino all’approvazione del RU. L’art.7.1 delle Norme di attuazione del Piano Strutturale stabilisce che dalla data di esecutività della deliberazione di adozione del Piano Strutturale si applicano le misure di salvaguardia di cui all’art.53, comma 2, lett.h) della LR 1/2005, con gli effetti di cui all’art.61 della medesima legge. Si precisa che ai sensi dell’art.7.3 delle NTA del PS le misure di salvaguardia non si applicano agli interventi su aree che il PRG destina ad attrezzature e servizi pubblici (zone F e G), anche se interessate da invariante strutturale (vedi porzione sud-ovest ricadente nell’invariante dei fiumi e delle valli). La porzione di area che sarà destinata dal PRG a zona D non è interessata da alcuna invariante strutturale. Come sopra esposto, la fattispecie di variante proposta non contrasta, in generale, con le misure di salvaguardia di cui all’art.7 ed è coerente con principi, indirizzi, direttive e prescrizioni del PS. Si tratta infatti per lo più di recupero del patrimonio edilizio esistente che, in relazione al proprio valore e alla propria consistenza, può essere trasformato assumendo destinazioni d’uso diverse da quelle attuali. Configurandosi la presente variante al PRG vigente come anticipazione del RU, è stata verificata la conformità al dimensionamento massimo ammissibile per la parte di città di riferimento (UTOE 10), stabilendo fin dalla definizione della presente variante il prelievo massimo ammissibile declinato per destinazione d’uso. Il Piano Strutturale prevede la collocazione dello stadio nella stessa UTOE 10, nell’ambito di una revisione del PUE di Castello già approvato e convenzionato: Le nuove dotazioni infrastrutturali previste conferiscono a quest’area la migliore accessibilità della città e per questo motivo l’area di Castello, per la quale è stato già approvato nel 2005 un Piano Urbanistico Esecutivo e stipulata la relativa convenzione, si presta ad ospitare 48 Area di trasformazione CAP Variante al PRG la nuova localizzazione dello stadio corredato delle strutture necessarie alla realizzazione di un parco a tema incentrato sullo sport. Rispetto allo scenario già delineato e supportato da un processo di valutazione di carattere generale che ha generato il dimensionamento massimo ammissibile del Piano Strutturale espresso per UTOE, elemento di novità è la collocazione dello stadio fra le attrezzature e gli spazi collettivi previsti nell’area del mercato ortofrutticolo; la valutazione effettuata ha verificato specificatamente gli impatti derivanti dalla prevista attrezzatura nella nuova localizzazione. Le funzioni di corredo e supporto necessarie a rendere fattibile l’intervento sono già previste nel dimensionamento del Piano Strutturale. 8. Osservazioni/Controdeduzioni 49 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Alla presente variante al PRG vigente sono pervenute 2 osservazioni fuori termine (n.001.2 ft e n.001.3ft) facenti parte della osservazione multipla n.1ft presentata da Sinistra Ecologia e Libertà. Le osservazioni fuori termine sono state oggetto di puntuale controdeduzione. A ciascuna delle osservazioni è dedicata una scheda identificativa nella quale è riportata la sintesi della osservazione, suddivisa per punti nel caso l’osservazione trattasse più temi, la controdeduzione e l’esito sintetico della controdeduzione. Le schede sono precedute da un elenco delle osservazioni con il numero progressivo, il proponente, la scheda di variante oggetto di osservazione e l’esito sintetico. Si segnala che l’osservazione n.001.3ft, come evidenziato nella controdeduzione è esplicitamente rivolta al rapporto ambientale della Valutazione Ambientale Strategica, ma poiché i contenuti non trattano i temi peculiari del rapporto ambientale, è da considerarsi osservazione alla variante urbanistica. Non sarà pertanto attivata la procedura specifica del “parere motivato” di cui all’art.27 della LR 10/2010. Viene proposto di non accogliere ambedue le osservazioni. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 50 Area di trasformazione CAP Variante al PRG documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 51 9. Dichiarazione di sintesi (art.27 LR 10/2010) La variante al PRG corredata del rapporto ambientale definitivo è stata pubblicata per 60 giorni consecutivi al fine di consentire a chiunque interessato di presentare osservazioni. Alla variante e al rapporto ambientale VAS sono pervenute 2 osservazioni (001.2 ft e 001.3 ft). L’osservazione riferita al rapporto ambientale VAS (001.3 ft), analoga a quella presentata alla variante, non tratta però i contenuti peculiari del rapporto ambientale e ripropone sostanzialmente le stesse tematiche della osservazione alla variante urbanistica. Non risulta pertanto necessario attivare il parere motivato di cui all’art.26 della LR 10/2010. Si fa presente che non essendo mutati i contenuti della variante e del rapporto ambientale, non essendo stata accolta alcuna osservazioni, i contenuti del documento “Dichiarazione di sintesi”, prescritto dall’art.27 della LR 10/2010, sono quelli illustrati ai precedenti paragrafi 5.6 (Gli esiti della valutazione: ricadute normative) e 5.7 (PRG riepilogo normativo). documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 52 PARTE 2 Relazione di fattibilità idraulica, sismica e geologica (DPGR 53/R del 25.10.2011) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 53 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 54 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Introduzione Per l’assegnazione delle classi di fattibilità alla presente variante al PRG si è tenuto conto dei criteri dettati dalle direttive di cui all’allegato A al DPGR 53/R/2011 - Regolamento in materia di indagini geologiche. Secondo tali direttive la classe di fattibilità viene determinata in funzione delle classi di pericolosità individuate per l’area interessata (in ordine agli aspetti: geologico, idraulico e sismico) e della tipologia di intervento previsto dall’atto di governo del territorio. Si evidenzia che ai fini della definizione della fattibilità, nelle more dell’approvazione del Regolamento Urbanistico, si è ritenuto necessario considerare, in quanto sono ancora in vigore, anche gli studi di supporto al PRG vigente e le correlate norme, poiché lo stesso è dotato di una serie di indagini ed analisi che per il territorio comunale portano all’assegnazione di determinate classi di pericolosità geologica ed idraulica, così come definita dalla previgente normativa: DCRT 94/85 e DCRT 12/2000 (ex DCR 230/94). Le valutazione della fattibilità inoltre è stata integrata e rivista in rapporto 55 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Rispetto alle classi di pericolosità del territorio si fa presente che il Comune di Firenze ha approvato il Piano Strutturale con deliberazione 2011/C/00036 del 22.06.2011, che ha acquisito definitiva efficacia con la pubblicazione sul BURT 31 del 03.08.2011. Il Piano Strutturale risulta supportato da indagini geologiche eseguite secondo il precedente Regolamento regionale DPGR 26/R/2007 (sostituito dal DPGR 53/R/2011): tali indagini sono state oggetto di deposito in data 30.11.2010 con il n.2750, presso l’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Firenze, che si è espresso favorevolmente sulle stesse. Considerato quanto sopra nel successivo paragrafo (6.1) relativo alla definizione delle pericolosità è stato verificato se le precedenti indagini geologico-tecniche di supporto al Piano Strutturale, comprese le pericolosità derivate, risultano compatibili anche con le nuove direttive emanate dal nuovo Regolamento regionale DPGR 53/R/2011. Si anticipa comunque ora che in tale paragrafo tenuto conto delle situazioni geologiche ed idrauliche riscontrate, per le aree oggetto della presente proposta di variante, si è dato atto sostanzialmente della compatibilità delle precedenti indagini rispetto a quanto richiesto dalle direttive del nuovo Regolamento; per l’aspetto sismico invece è stato necessario ridefinire la classificazione a seguito dei risultati di nuovi studi di approfondimento, elaborati dall’Università di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra -, sulla base di un Accordo di Ricerca stipulato con l’Amministrazione comunale. anche alle cartografie tematiche e alle collegate normative relative ai piani sovraordinati elaborati dall’Autorità di bacino del fiume Arno: Piano stralcio “Riduzione del Rischio Idraulico” (PSRI) approvato con DPCM 05.11.1999 e Piano stralcio “Assetto Idrogeologico” (PAI) approvato con DPCM 06.05.2005. Si fa presente infine che seppur in alcune situazioni non si abbia una variazione di zona urbanistica, si è comunque considerato il fatto che sono stati inseriti due grandi perimetri di Piano di Recupero (comparto nord e comparto sud) e pertanto è stata definita la fattibilità dell’intera area tenendo conto di tale condizione. Un caso particolare, ad esempio, si riscontra nella zona dove è previsto il parcheggio dello stadio/strutture sportive (in parte già esistente ma a funzione di check point bus turistici), nell’anello viario tra viale Luder, viale XI Agosto e viale Guidoni, dove, a parte una nuova porzione prevista a parcheggio dalla presente proposta di variante, si mantiene la stessa destinazione del PRG vigente, seppur con un cambio di simbolo (da stazione autopullman a parcheggio). 1. Inquadramento geologico 1.1 Descrizione geologica generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La città di Firenze sorge nel margine sud di una depressione lacustre (il bacino di Firenze - Prato - Pistoia) che ha una lunghezza di circa 45 Km per una larghezza massima di 10 Km. La depressione è stata colmata da sedimenti lacustri villafranchiani, e da depositi fluviali connessi, che giacciono su formazioni pre-plioceniche affioranti nelle circostanti colline. In linea con quello che è il quadro tettonico generale dei bacini neogenico-quaternari dell'Appennino Settentrionale (MARTINI & SAGRI, 1993; 1994) anche il bacino di Firenze-Prato-Pistoia presenta una geometria a semi-Graben fortemente asimmetrica, con un margine nord-orientale molto acclive in corrispondenza della faglia principale (nel caso specifico la faglia di Fiesole) e da una rampa di raccordo poco inclinata a luoghi interessata da faglie minori sul versante sud-occidentale. I depositi di riempimento del bacino si sono sviluppati con ampi delta e fan-delta clastici sviluppati alla base del sistema di faglie maggiori, mentre minori quantità di sedimenti si sono disposti lateralmente e longitudinalmente al bacino a seguito dell'erosione dei terreni affioranti a tetto a quote più elevate del bacino. Questa architettura deposizionale è tipica dei bacini intermontani dell'Appennino Settentrionale. In questo tipo di bacini il sollevamento tettonico dei margini, ed il corrispondente allargamento del drenaggio fluviale, portano alla formazione di potenti sequenze sedimentarie clastiche grossolane in corrispondenza delle aree centrali del bacino. Dal punto di vista sedimentologico i depositi dell'area interessata dal presente studio sono ascrivibili ai seguenti ambienti: 56 Area di trasformazione CAP Variante al PRG - Supersintema del Lago di Firenze-Prato-Pistoia: lacustri, lacustripalustri e di fan-delta; Supersintema di Firenze: lacustri e di fan-delta; Supersintema dell'Arno: fluvio-alluvionale e limno-palustre. 57 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente I depositi del Supersintema del lago Firenze-Prato-Pistoia sono caratterizzati da deposizione in condizioni climatiche prevalentemente fredde (glaciali Biber e Donau, AUCTT.) di monotone argille grigio bluastre derivanti dallo smantellamento di terreni di appartenenza ligure, con intercalati ed interdigitati i corpi clastici da limoso-sabbiosi a ciottoloso-ghiaiosi dei delta e fan-delta di paleo-Affrico, paleo-Mugnone, paleo-Terzolle e paleo-Ema/Greve messi in posto tramite processi di trasporto di massa riferibili a flussi turbolenti ad alta densità, con ricorrenza ciclica dovuta sia a cicli di uplift-denudation connessi a pulsazioni tettoniche che alle variazioni climatiche connesse ai glaciali Biber e Donau (AUCTT). Gli scarsi, e spesso coperti ed antropizzati, affioramenti dell'area fiorentina non consentono di avere un quadro preciso dell'organizzazione di questi depositi; ma date le medesime situazioni tettonico-sedimentari ed ambientali riteniamo di poter fare riferimento a quanto evidenziato da BILLI et alii (1991) per i depositi di delta e fan-delta del Valdarno Superiore. Nella zona apicale sono principalmente presenti depositi clastici grossolani mal organizzati, di tipo debris-flow, connessi a lobi o canali intrecciati durante fasi di intenso alluvionamento; nella zona di transizione ci sono canali intrecciati passanti a solchi di canale senza accezione laterale, con corpi ciottoloso-sabbiosi inglobati in depositi limoso-sabbiosi; nella zona più sommersa sono presenti canali distributori scavati entro i depositi argillosi lacustri riempiti di sabbie e ciottolami; nella zona distale questi canali danno luogo a corpi lenticolari di sabbie e ghiaie con gradazioni e sequenze positive. Nel complesso il non elevato livello delle acque nel lago, le sue ridotte dimensioni e bassa energia favoriscono la formazione di ampi fan-delta. Questo assetto sembra nel complesso ben inquadrare quelle che sono le risultanze delle indagini geognostiche svolte nel bacino di Firenze-Prato-Pistoia. Anche nel caso dei depositi del materasso alluvionale che caratterizza nel suo insieme il Supersintema dell'Arno riteniamo che il riferimento ai depositi d'Amo del Valdarno Superiore studiati da BILLI et alii (1987), sia corretto: si tratta di ciottolami massivi, a stratificazione incrociata, gradanti verso l'alto a sabbie a laminazione incrociata sovrastate da depositi di esondazione costituiti da limi ed argille con diffusa pedogenesi a pseudo-glay, organizzati in cicli sedimentari diversi a seconda della distanza dall'area di immissione nella pianura alluvionale. La deposizione di questi corpi clastici è legata più a fenomeni di accrezione lungo corrente che ad accrezione laterale, il tutto in un ambiente di deposizione tipico di fiumi a bassa sinuosità. Nella fase iniziale di sviluppo di questi fiumi si ha spostamento laterale dei canali fluviali, con deposizione dei corpi clastici, legata alla migrazio- ne laterale di barre specie in occasione dei principali eventi alluvionali; successive fasi di innalzamento del livello di base portano allo sviluppo di piane alluvionali con il fiume che tende a spostarsi sia verticalmente che lateralmente, ulteriori innalzamenti del livello di base portano a decremento della sinuosità e diminuzione della pianura alluvionale; questo tipo di fiumi, che tuttora caratterizza l'Appennino Settentrionale, presenta uno spessore pressoché costante del materasso alluvionale. L'assetto dei terreni alluvionali dell'area fiorentina, quale risulta dalle indagini geognostiche, ben si inquadra in questo schema deposizionale. Per la descrizione degli ambiti geologici sono mantenute le stesse classificazioni dove sono stati individuati i sintemi caratterizzanti i terreni fiorentini. Con Sintema si identifica un corpo roccioso di origine comune definito alla base ed al tetto da superfici di discontinuità o da superfici topografiche. In dettaglio i terreni individuati nella pianura fiorentina di studio sono: RIPORTI E COPERTURE (Attuale) Materiali antropici e riempimenti costituiti da materiali sciolti misti di varia pezzatura ed origine, più o meno costipati, anche con cocciame di laterizi; nella cartografia geologica sono stati cartografati solo ove costituiscono un livello continuo e potente almeno un paio di metri. TERRENI FLUVIO-LACUSTRI ED ALLUVIONALI (Plio- Quaternario) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente SINTEMA DELL’ARNO: ciottolami e ghiaie dell'Arno, da puliti a sporchi, con livelli e lenti di sabbie, anche gradate, con frequenti episodi di erosione e sostituzione. Questi depositi d'Arno sono interdigitati con i depositi alluvionali recenti dei vari torrenti, costituiti da ghiaie e ciottolami con abbondante matrice limoso-sabbiosa inclusi in corpi limosi. Olocene Depositi d'Arno - costituiti principalmente da ciottolami e ghiaie, da puliti a sporchi, con livelli e lenti di sabbie, anche gradate: i 3-5 m superiori sono formati da limi più o meno sabbiosi, in relazione alla loro distanza dall'alveo; le ghiaie presentano frequenti episodi di erosione e sostituzione Depositi torrentizi - si tratta di depositi d'alveo ghiaioso-ciottolosi, con abbondante matrice limoso-sabbiosa imballati in corpi limosi palustri e/o d'esondazione. La divisione tra i vari torrenti è stata fatta in funzione dello zone di pertinenza dei vari apparati torrentizi: hanno potenze variabili da pochi fino alla ventina di metri. Depositi palustri - depositi limno-palustri delle residue zone umide ad ovest della città e nella pianura tra Campi e Sesto-Castello; ha potenza di un paio di metri nella zona settentrionale, fino a qualche metro nella zona meridionale della pianura. Depositi di conoide - derivano tutti da erosione dei terreni villafranchiani dei rilievi pedecollinari settentrionali: ghiaie in matrice limoso-sabbiosa mal classate e mal assortite con potenza di alcuni metri. SINTEMA DI FIRENZE: ciottolami e ghiaie d'alveo del paleo-Arno, più o 58 Area di trasformazione CAP Variante al PRG meno sporchi, frammisti a livelli sabbioso-limosi bruni nella zona settentrionale della cerchia dei viali di Firenze; sono essenzialmente depositi ciottolosi e ghiaiosi nella zona Cascine-Osmannoro-Legnaia. Pleistocene Superiore SINTEMA DEL BACINO (di Firenze-Prato-Pistoia): massicci corpi di argille limose grigio-bluastre, all'interno di questo corpo principale sono presenti livelli e lenti di ghiaie e sabbie, in genere sporchi; verso l'alto passano a limi bruni a luoghi varvati, con torbe, frustoli carboniosi, calici e paleosuoli. Depositi clastici di delta e fan-delta costituiti da ciottolami e ghiaie in genere sporchi, ghiaie-sabbiose, sabbie limose e limi sabbiosi, in corpi più o meno massivi e/o canalizzati. Pleistocene Inferiore (Villafranchiano) -Pliocene Superiore - Argille Turchine - depositi limoso-argillosi lacuali costituiti da massicci corpi di argille-limose grigio bluastre; all'interno di questo corpo principale sono presenti livelli e lenti di ghiaie e sabbie, in genere sporchi: verso l'alto passano a limi bruni, e luoghi varvati, con torbe, frustoli carboniosi, calici e paleosuoli. - paleo-Mugnone - ciottolami e ghiaie in matrice limoso-sabbiose e corpi limoso-argillosi bruni. - paleo-Terzolle - ciottolami e ghiaie, spesso sabbiosi, e lenti di limi argillosi bruni. - paleo-Ema/Greve - ciottolami e ghiaie in matrice sabbiosa. SUBSTRATO LITOIDE pre-Pliocene 59 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente UNITA' LIGURI - UNITÀ Dl MONTE MORELLO - Argilliti di Pescina: abbondanti argilliti, con intercalazioni di calcari verdastri e arenarie calcarifere, e di calcari marnosi e marne calcaree chiare, in grossi banchi con rari livelli basali calcerenitici. Eocene Medio-Inferiore - Formazione di Monte Morello: calcari marnosi, calcari chiari tipo Alberese e marne calcaree di colore bianco giallastro in strati da pochi cm 5 qualche metro, a luoghi alternati a livelli calcarenitici e ad argilliti. Eocene Medio-Paleocene - Pietraforte: regolare alternanza di turbiditi arenacee quarzosocalcaree grigio brune in strati da 25 cm ad 1 m, argilliti siltose di colore grigio scuro in livelli di 15-20 cm: affiora sui rilievi di ArcetriGiramonte, e nell'area del Giardino di BoboIi-Forte Belvedere. Costituisce un corpo all'interno della parte alta della Formazione di Sillano. Cretaceo Superiore - Formazione di Sillano: argilliti varicolore con irregolari intercalazioni di torbiditi arenacee quarzoso-calcaree e calcarenitiche in strati da 10 cm ad 1 m, marne grigio scure compatte con laminazioni in livelli metrici, calcari marnosi grigio chiari ed avana giallastri ("Pietra Paesina") in strati de 15 cm ad 1 m, e brecciole ofiolitiche, spesso gradate, con clasti centimetrici a spigoli vivi (costituiti da calcare, serpentine, diabase, diaspro) immersi in una matrice silto- so-sabbiosa a cemento carbonatico. Eocene Inferiore-Cretaceo Superiore FALDA TOSCANA - Marne di San Polo: marne siltose grigio giallastre con rare intercalazioni di arenarie fini. Miocene Inferiore-Oligocene - Macigno: torbiditi arenacee quarzoso-feldspatiche gradate, da medie a grossolane con rapporto sabbia/pelite >1, in banchi anche amalgamati di spessore massimo di 8 m e raramente inferiore al mezzo metro, con intercalazioni di torbiditi arenacee fini e torbiditi siltoso-argillose in strati di spessore inferiore ai 30 cm. Miocene Inferiore-Oligocene 1.1.1 Elementi geologici e litologico-tecnici dell’area di variante Dal punto di vista geologico l’area in esame è caratterizzata da terreni di copertura attuali e recenti, del Sintema dell’Arno, costituiti da alluvioni limoso-argillosi di ambiente a bassa energia. L’area oggetto della previsione di trasformazione fa parte del settore nord occidentale dell’area fiorentina identificabile nella parte più depressa della pianura ed ascrivibile ad un antico ambiente deposizionale palustre. A partire da quest’area infatti e proseguendo in direzione ovest (verso Sesto Fiorentino) i depositi assumono composizione limosoargillosa quasi generalizzata, con spessori estremamente potenti dell’ordine di circa 300m. Le indagini geognostiche disponibili nella Banca Dati Sottosuolo comunale per l’area di interesse (ubicazione fig.1 e stratigrafie fig.3-4-5), indicano la presenza di terreni coesivi (Lp) costituiti prevalentemente da limi e limi argillosi (fig.2); nella estrema porzione orientale sono presenti terreni coesivi limosi con componente granulare anche del documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 1. ubicazione delle indagini della banca dati del sottosuolo 60 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 20-50%; la stratigrafia rimane piuttosto omogenea con la profondità (almeno fino alla profondità delle indagini di letteratura a circa -30m da 2. estratto dalla Carta Litotecnica del Comune di Firenze - PS 2010 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 3. stratigrafia 1260 (Banca Dati Sottosuolo) 61 4. stratigrafia 1604 (Banca Dati Sottosuolo) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente p.c.), salvo qualche passaggio a livelli più grossolani tipo sabbie o ghiaie fini, di spessore comunque modesto (massimo 4-5m). Dalla parametrizzazione (scarsa) disponibile nel database comunale per questi terreni si evince che essi sono piuttosto compatti ma caratterizzati da plasticità medio-alta per cui possono dare luogo a cedimenti e cedimenti differenziali piuttosto importanti. 62 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 5. stratigrafia 1605 (Banca Dati Sottosuolo) 1.2 Tettonica 63 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Dal punto di vista tettonico - geometrico l'area di Firenze è caratterizzata dalla presenza di una fascia interessata da più faglie disposte a gradinata ed in parte sepolte al di sotto dei depositi fluvio-lacustri villafranchiani, localizzata nell'area pedemontana a nord della pianura di Firenze, e dalla presenza delle faglie sepolte Castello-Scandicci e Maiano-Bagno a Ripoli che interessano il substrato prelacustre, trasversalmente al bacino; non si hanno invece indizi di faglie bordiere al bacino, meridionali. Le faglie controllano la morfologia dell'area fiorentina determinando, rispetto al basso della pianura di Firenze, l'alto delle colline di CastelloTrespiano-Fiesole nel settore settentrionale, e delle colline di Bellosguardo-Arcetri-S.Miniato a Monte a sud della città. L'area fiorentina risulta quindi delimitata a nord da lineamenti tettonici paralleli a direzione NNW-SSE, che hanno giocato come faglie a movimento verticale distensivo determinando lo sviluppo del bacino fluviolacustre con il ribassamento del blocco meridionale. La principale attività delle faglie, periodo in cui si è determinato il maggiore movimento verti- documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente cale, è riferita a prima del Pliocene inferiore, successivamente c'è stata una ripresa di movimenti al tetto del Pliocene inferiore, a cui è associato il movimento verticale responsabile dell'origine della depressione lacustre, ed un'ultima pulsazione al termine del Villafranchiano che ha determinato il sollevamento del blocco di Firenze rispetto al resto del lago ed ha stabilito i rapporti tettonico-geometrici attuali. La master fault, a cui viene attribuito il principale movimento verticale, è manifestata da una scarpata tettonica che ha determinato Io sviluppo dei ripidi versanti meridionali delle colline di Castello-Monte Rinaldi-Fiesole; in realtà si tratta di una zona interessata da varie faglie disposte a gradinata, di cui solo la più orientale affiora con la scarpata degradata dei versanti di Fiesole, e le altre attualmente sepolte sotto i depositi villafranchiani del Cionfo e di San Domenico, od addirittura sotto l'area delle Cure-Campo di Marte. Tali faglie sono dislocate da lineamenti tettonici trasversali che interessano il substrato con generali direzioni NNE-SSW, ed il cui movimento risulta prevalentemente verticale distensivo. Le faglie a carattere prevalentemente distensivo, di Castello-Scandicci ad Ovest e di Maiano-Bagno a Ripoli ad Est, risultano attive a più riprese a partire dal Pliocene inferiore, giocando successivamente verso la fine del Villafranchiano, un ruolo determinante per il sollevamento dell'area fiorentina rispetto al restante bacino lacustre. Questi elementi strutturali hanno sollevato la pianura di Firenze, ribassando il blocco a NW nel caso della faglia occidentale, ed il blocco a SE per la faglia orientale con un rigetto globale stimabile in alcune centinaia di metri. Nel Villafranchiano sono state documentate due fasi tettoniche lungo tali lineamenti, probabilmente in regime compressivo, in accordo con evidenze regionali (BOCCALETTI et alii 1995); tali faglie con attività tettonica sinsedimentaria costituiscono quindi delle grow-fault. Nella zona nord-orientale dell'area fiorentina lungo le colline di FiesoleMonte Rinaldi-Monte Rivecchi, il motivo strutturale è dato da una piega anticlinalica con asse orientato Nw-SE, delimitato a SW dalla omonima zona di faglia che mette in contatto le arenarie torbiditiche del Macigno con i depositi recenti fluvio-lacustri; la struttura è interessata da faglie minori ad andamento NE-SW e prevalente movimento verticale. L'assetto tettonico delle Unità Liguri affioranti a NW di Firenze e nell'area meridionale è dato da una blanda monoclinale immergente in genere verso N-NE di valori medi (<40°). I depositi lacustri Villafranchiani risultano dislocati dalle faglie sin-sedimentarie trasversali al bacino, ma mantengono una giacitura sub-orizzontale su entrambi i blocchi dislocati; i depositi alluvionali recenti ed attuali sono ancora in giacitura primaria. Per nessuna delle faglie presenti nella zona ci sono indizi geologici di attività tettonica più recente di circa 500.000 anni. 64 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 1.3 Geomorfologia 65 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il bacino di Firenze-Prato-Pistoia, posto ad una quota media di 45 m slm, si sviluppa in direzione NW-SE per una lunghezza di 45 km ed una larghezza massima di circa 10 km. Esso è delimitato a nord dai Monti della Calvana e da Monte Morello, con altitudine di circa 900 m slm ed a sud dal Montalbano con altitudine di oltre 600 m slm. La depressione tettonica di Firenze-Prato-Pistoia si è formata a partire dal Pliocene, ma il bacino di Firenze-Prato-Pistoia si individua ed evolve dal Pliocene superiore. La formazione della depressione tettonica, a carattere endoreico, ha richiamato i corsi d'acqua antecedenti alla struttura (T.Bisenzio, T.Mugnone, F.Greve), che sono caratterizzati da un notevole trasporto solido, precedentemente deposto nella pianura costiera pliocenica, nelle attuali zone di San Casciano e Montelupo (CANUTI et alii, 1966; BARTOLINI & PRANZINI, 1981). Detti corsi d'acqua casi intercettati scaricano i loro materiali all'interno del bacino lacustre appena formato, dando luogo anche ad ampie conoidi clastiche. Dal Pleistocene la ripresa dell'attività delle faglie trasversali all'asse della depressione (faglie di Maiano-Bagno a Ripoli e Castello-Scandicci), determina il sollevamento dell'area fiorentina e lo spostamento delle conoidi verso la zona più occidentale, ossia l'attuale area di CasellinaCascine-Careggi. L'evoluzione del bacino, da questa fase in poi, si differenzia tra l'area occidentale, in cui le condizioni lacustri-palustri permangono fino al "recente” e l'area fiorentina sollevata, in cui si manifestano attività di erosione e deposizione fluviale ad opera del fiume Arno e dei suoi affluenti. In detta area si sviluppa un reticolo fluviale controllato dal livello di base dell'Arno che sfocia nel lago di Prato-Pistoia con un'ampia conoide (zona di Casellina-Cascine-Osmannoro), associata nella zona di Casellina a quelle dei torrenti Greve, Ema e del T. Vingone, e nella zona di Careggi a quella del T.Terzolle. In questo periodo nell'area fiorentina si manifesta una fase erosiva tale da portare il fiume Arno ed i suoi affluenti ad incidere di ben 100 m i sedimenti lacustri Villafranchiani. Si verifica successivamente una fase alluvionale con deposizione di sedimenti grossolani in corrispondenza degli alvei dei fiumi gerarchicamente più importanti e di sedimenti più fini nelle zone di esondazione, in relazione all'innalzamento del livello di base nel lago di Prato-Pistoia per sua graduale colmata. La fase più recente è caratterizzata dalla migrazione del corso dell'Arno che si è spostato da NE verso SW, meandrando ed erodendo alla base le colline di San Miniato e di Bellosguardo. Inoltre, si verifica la sedimentazione di materiali in corrispondenza degli alvei del fiume Arno e dei suoi affluenti (T.Affrico, Fosso San Gervasio, T.Mugnone, T.Lastra, T.Terzolle), con ripetuti impaludamenti di vaste aree. Il margine nord-orientale dell'area fiorentina è marcato dalla gradinata delle faglie normali di Fiesole, di cui si è già precedentemente detto, con rigetto totale valutabile intorno ai 1.000 m. Parte di detta gradinata di faglie è attualmente sepolta sotto i depositi fluvio-lacustri. Il margine sud-occidentale del bacino non è interessato da faglie importanti. Le faglie di Castello-Scandicci e di Maiano-Bagno a Ripoli sono attualmente sepolte sotto i depositi fluvio-lacustri. 1.4 Morfologia ed idrografia generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Gli affluenti in destra d'Amo, a parte il T. Mugnone, sono tutti di origine recente, impostati in erosione sui depositi fluvio-lacustri villafranchiani ed in stretta dipendenza con la faglia di Fiesole, sul cui piano si attestano in erosione regressiva. Hanno carattere torrentizio e nella parte a monte presentano un tragitto breve, molto acclive, mentre nell'area cittadina sono canalizzati, deviati o coperti. Degli antichi affluenti di sinistra dell'Arno rimane testimonianza solo del Fosso di San Rocca che scendeva da San Gaggio lungo una vallecola compresa tra le colline di Boboli e Bellosguardo, dove ora sono presenti Via de' Serragli e Via Maggio. Originariamente lo sbocco in Arno doveva trovarsi presso l'attuale Ponte alla Carraia. Successivamente il fosso alimentò i fossati della seconda cerchia di mura della città, scomparendo con la costruzione della terza cerchia di mura. La pianura fiorentina è, come detto in precedenza, di tipo alluvionale ed è stata fino ad oggi soggetta a fenomeni di esondazione e di erosione laterale dei corsi d'acqua, talora anche molto accentuati. L'origine di queste forme è dovuta sia all’evoluzione naturale, che all'attività antropica. L'Arno scorre attualmente nella porzione meridionale della pianura, caratterizzato da linearità artificiale e da approfondimento dell'alveo in seguito ad interventi antropici eseguiti a monte. Nella pianura di Firenze si sono verificati negli ultimi 130 anni approfondimenti d'aIveo di ordine compreso tra 4 e 6 m. Durante gli eventi di piena eccezionale, sia in epoca storica che recente, il fiume ha divagato nell'intera pianura, incidendo la coltre di alluvioni antiche ed i depositi lacustri villafranchiani. L'abbassamento dell'alveo dell'Amo avvenuto recentemente ha innescato sui suoi affluenti un conseguente processo di erosione regressiva e quindi di incisione dei depositi alluvionali antichi, delineando anche terrazzi fluviali. La pianura alluvionale era solcata trasversalmente dagli affluenti dell'Arno, che attualmente risultano canalizzati o coperti per quasi tutto il loro percorso nella zona urbana. In epoca storica gli interventi di bonifica e di regimazione delle acque divaganti nella pianura avevano creato un sistema di arginature artificiali con la funzione di contenere le piene e di isolare delle aree per creare delle casse di laminazione e di decantazione. L'intensa urbanizzazione dell'ultimo periodo ha alterato questo quadro, modificando le caratteristiche morfologiche, la natura e la distribuzione dei depositi alluvionali. Per quanto riguarda il reticolo fluviale, questo è praticamente rettilineo e drenante verso SW secondo la massima pendenza, sul fronte della dorsale di Monte Ceceri-Monte Rinaldi, mentre diventa lobato, divergente e drenante verso la pianura fiorentina nella fascia intermedia sui terreni 66 Area di trasformazione CAP Variante al PRG villafranchiani. Prima delle canalizzazioni e degli interventi antropici di regolarizzazione il reticolo era di tipo "intrecciato-divagante” e drenante a SW verso l'Amo. Non rientrano in detto schema i torrenti Terzolle e Mugnone ed il Fosso di Bucine-Mensola (ossia il paleo-Affrico). lI T. Mugnone, infatti, con la sua linearità è un tipico caso di antecedenza con persistenza del suo corso durante il sollevamento della dorsale di Monte Ceceri-Monte Rinaldi, in seguito all'azione della faglia di Fiesole. Per i torrenti Terzolle e paleo-Affrico molto verosimilmente il loro sviluppo appare legato alla presenza del nucleo di Macigno della dorsale di Monte Ceceri-Monte Rinaldi che non ostacolando l'erosione è stato aggirato, anche per la presenza dei terreni argillitici, più erodibili, appartenenti alle Unità Liguri ed affioranti alle due estremità della dorsale. Gli affluenti in destra d'Amo, ad eccezione del T. Mugnone, sono di origine recente, ad andamento lineare, poco gerarchizzati, a carattere torrentizio ed impastati in erosione sui depositi fluvio-lacustri villafranchiani. Inoltre, mostrano tragitti brevi, acclivi nella parte di monte. Nell'area cittadina sono attualmente deviati, canalizzati e tombati. Nella pianura alluvionale di Firenze sono state rilevate dall'osservazione di foto aeree le tracce di paleoalvei dell'Arno, con una particolarità che consiste nella maggiore permanenza del fiume sul fianco sinistro della valle. Come detto in precedenza tutti i caratteri morfologici sono obliterati dall'intervento antropico, le strutture riconoscibili consistono nel rilevato ferroviano. Il torrente Mensola come si può osservare è canalizzato e tombato e non si hanno tracce del suo corso originario. 1.4.1 Morfologia ed idrografia dell’area Dal punto di vista idrografico, dalla consultazione della cartografia tecnica regionale, non risultano presenti nell’area di intervento corsi d’acqua principali ed inoltre non si rilevano fossi o canali afferenti ad una rete di 67 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Dal punto di vista morfologico l’area di intervento si presenta urbanizzata, pianeggiante (fatta eccezione per il rilevato della linea ferroviaria Firenze-Pisa) e caratterizzata da tre settori a differente livello per quote medie del piano di campagna. Un primo settore coincide con il Centro Alimentare Polivalente dove la quota media del piano campagna risulta di circa 44,00 m slmm. Il secondo settore si estende tra via dell’Olmatello e il rilevato ferroviario, interessando anche l’area dell’impianto sportivo esistente denominato Paganelli: il piano di campagna di tale zona varia spostandosi da nord verso sud con quote che passano da 42,00 m slmm fino a circa 40,00 m slmm presso viale Guidoni. Superato il rilevato ferroviario si trova il terzo settore che degrada leggermente spostandosi verso ovest con quote che passano da 40,00 m slmm a 38,00 m slmm nell’area dove insiste l’attuale check point per i bus turistici, all’interno dell’anello viario formato da viale Guidoni, Viale XI Agosto e viale Luder. bonifica, considerata anche la forte urbanizzazione del sito. Si segnala tuttavia che fuori dall’area, a nord-ovest di viale Luder e presso la zona di Gondilagi -attualmente in parte interessata dagli interventi della Scuola dei marescialli dei carabinieri- esiste un sistema di canali e fossi che in passato ha comportato fenomenologie di ristagno in occasione degli eventi meteorici del triennio 1991-1993: tali eventi hanno interessato in particolare la porzione dove è sito l’attuale check point per i bus turistici, che si ripropone di convertire in parcheggio dello stadio e delle strutture sportive annesse. 1.5 Macrozonazione sismica Per quanto concerne il rischio sismico, il territorio comunale di Firenze ricade nella zona sismo genetica n.916 (ZS9). L’OPCM 3274 del 23.03.2003 e la DGR 604/03, aggiornata dalla DGR 751/03, inseriscono il territorio comunale di Firenze in Zona sismica 2. Per tale zona sono definiti valori di accelerazione orizzontale massima convenzionale di ancoraggio dello spettro di riposta elastico pari a ag/g=0,25. La DGR 431/06 (“Riclassificazione sismica del territorio regionale”) in applicazione dell'OPCM 3519/06 classificano il territorio comunale di Firenze in zona 3s di sismicità; in tale zona a bassa sismicità non viene ridotto il livello di protezione precedente alla riclassificazione e ad essa si applica la normativa tecnica e le azioni sismiche prescritte per le zone a sismicità 2 (DGR 431/06, LR 1/2005). Per tali zone sono quindi previsti valori di accelerazione massima del suolo, riferita ad un suolo di tipo A, compresa tra 0,15 <ag/g<0,25. 1.6 Inquadramento idrogeologico generale documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente La falda idrica più importante della pianura fiorentina è una falda libera, una tavola d'acqua posta ad una profondità compresa fra 1 e 10 metri di profondità, a seconda delle aree e del periodo stagionale. In alcune zone marginali della pianura si ha una falda semiconfinata, in quanto il livello piezometrico si colloca in corrispondenza dei limi sabbiosi, talora argillosi di copertura, che hanno le caratteristiche di "acquitardo”. Se lo strato di terreno superficiale è costituito da limi con argille, ossia in presenza di permeabilità molto basse, l'acquifero sottostante va considerato confinato e pertanto si è in presenza di una falda in pressione. Ciò si verifica nella zona di Novoli - Castello, dove l'acquifero è rappresentato da lenti di ghiaie con matrice limosa discontinue, a bassa permeabilità, ed il livello idrico nei pozzi corrisponde alla pressione idrostatica nell'acquifero. L'acquifero di Firenze, quindi, è costituito dai depositi alluvionali "macroclastici" del fiume Arno e dei principali torrenti affluenti (Mugnone, Affrico, Terzolle, Mensola, ecc.) poggianti su sedimenti lacustri limoso argillosi con intercalazioni di livelli e/o lenti di ghiaie e sabbie, cui seguono sedimenti lacustri prevalentemente argillosi. 68 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 1.6.1 Idrogeologia dell’area La soggiacenza della falda, come evidenziabile dalle isopieze riferite all’anno 2007 (fig.6), derivate dalla consultazione delle indagini geologi- 69 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Nelle grandi linee il sistema acquifero in questione può essere ritenuto permeabile per porosità, con orizzonti acquiferi, come detto in precedenza, di tipo "a superficie libera" e/o semi-confinati. Schematicamente, gli autori (Capecchi et alii, 1976) suddividono l'acquifero in 4 orizzonti: Orizzonte Firenze 1 - essenzialmente limoso sabbioso e/o argilloso, di spessore variabile da 2 a 7 metri, costituito da depositi di esondazione dell'Arno e riporti antropici. Dal punto di vista idrogeologico può essere considerato un acquitardo con permeabilità nell'ordine di 10-7 m/s. Orizzonte Firenze 2 - costituito da ghiaie e ciottoli, più raramente sabbia, con qualche lente di limo sabbioso o argilloso, presenta uno spessore variabile, fino a un massimo di 20 m. Viene normalmente attribuito alla sedimentazione recente dell'Arno e dei suoi affluenti. Per le sue caratteristiche costituisce il corpo acquifero principale dell'area, con permeabilità fortemente variabili, nell'ordine dei 10-3 – 10-7 m/s. Orizzonte Firenze 3 - litologicamente paragonabile all'orizzonte Firenze 2, rispetto al quale presenta, in genere, un più elevato contenuto di matrice limosa. Caratterizzato da spessori fortemente variabili, presenta estensione limitata. Non sempre tale orizzonte è distinguibile dal sovrastante, specie quando tra i due non è presente un caratteristico livello limoso-argilloso di alcuni metri di spessore. La geometria ditale orizzonte, anche per la mancanza di sondaggi profondi, a tutt'oggi non risulta chiara; la sua deposizione viene attribuita al sistema del paleo-Arno. Presenta permeabilità generalmente più basse dell'orizzonte 2, quando presente, può comunque ospitare una significativa circolazione idrica. Orizzonte Firenze 4 - costituito da una successione di limi argillosi ed argille, a colorazione da turchina a gialla, con pochi strati di ghiaie a matrice limoso-argillosa. Presenta spessore variabile in funzione dell'andamento del tetto del substrato. Stratigraficamente si colloca al di sotto dell'orizzonte Firenze 2. Viene attribuito al Supersintema del Lago Firenze-Prato-Pistoia. Il Substrato roccioso è composto da calcari marnosi, marne, arenarie e argilliti. Si tratta di rocce che lo fanno assegnare alla Formazione di Sillano e alla Pietraforte. Tale schematizzazione, significativa a scala regionale, assume un carattere indicativo nelle analisi idrogeologiche di dettaglio, quando le forti variazioni stratigrafiche (orizzontali e verticali) legate alla complessità dell'ambiente deposizionale condizionano in maniera determinante la circolazione idrica sotterranea. Le acque sotterranee sono alimentate dai corsi d'acqua, dai contributi meteorici sulla pianura ed in minima parte, dalle acque di ruscellamento superficiale che scendono dalle colline e si infiltrano nei detriti di versante e nei depositi colluviali pedecollinari. che a supporto del PS: Carta Piezometrica – Livello di Magra – settembre 2007, risulta variabile fra 0 e -2,50m da p.c. Tuttavia, visto il contesto litostratigrafico dell’area di interesse si deve ritenere che l’acquifero principale non sia superficiale ma che si tratti piuttosto di un acquifero semiconfinato presente all’interno di livelli sabbioso – ghiaiosi, posti a profondità variabile da -5 a -10m da p.c., isolati dai livelli argilloso limosi che fungono da acquitardi. In base a questa ricostruzione si ritiene che la trasmissività dell’acquifero semiconfinato non sia elevata e, quindi, di conseguenza non lo sia neppure la portata. 6. Isopieze anno 2007 - indagini geologiche di supporto al PS - Carta piezometrica - settembre 2007 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 2. Piani di bacino sovraordinati 2.1 PAI stralcio “Assetto Idrogeologico” DPCM 06.05.2005 Il PAI è un piano avente valore di piano territoriale di settore quale strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo, mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo. Esso si prefigge l’obiettivo generale di garantire livelli di sicurezza adeguati rispetto a fenomeni di dissesto idraulico e geomorfologico in atto o potenziali. A supporto del PAI sono pertanto elaborate differenti cartografie che tengono in conto delle due suddette problematiche territoriali: idraulica e geomorfologica. Nella cartografia redatta a supporto del PAI: “Perimetrazione delle aree con pericolosità idraulica” (livello di sintesi e di dettaglio), sono individuate le zone del territorio con pericolosità idraulica suddivisa secondo quattro differenti classi che vanno dalla moderata (Pi1) alla molto elevata 70 Area di trasformazione CAP Variante al PRG (Pi4). La normativa del PAI definisce le tipologie di intervento consentite per ogni grado di pericolosità e le condizioni per la loro attuazione. Rispetto alla suddetta cartografia (fig.7) l’area di cui alla presente proposta di variante ricade prevalentemente in classe di pericolosità Pi2media. Si evince invece una situazione caratterizzata da pericolosità Pi3elevata nella zona presso l’innesto di via dell’Olmatello su viale Guidoni, che interessa gli esistenti impianti sportivi Paganelli (porzione sud-ovest) e la pista di pattinaggio dell’Olmatello. Una pericolosità di classe Pi4molto elevata si riscontra invece nell’anello viario costituito da viale Luder, viale XI Agosto e viale Guidoni, occupata in parte da un parcheggio ad uso check point per i bus turistici. Tale perimetrazione in classe Pi4 tende ad estendersi poi verso est, interessando, rispetto all’ambito del Piano di Recupero (comparto sud), viale Guidoni e le porzioni subito a nord dello stesso, fino a lambire il margine sud della pista di pattinaggio esistente, già citata. Si evidenzia che la perimetrazione in Pi4-molto elevata deriva da dati storico inventariali e fa in particolare riferimento ai ristagni che hanno interessato la zona nel triennio ’91-’93, connessi ad una insufficienza idraulica del reticolo di drenaggio ubicato nell’area di Castello-Gondilagi. La suddetta criticità dovrebbe avere risoluzione definitiva una volta eseguite tutte le opere di mitigazione del rischio idraulico, come contenute nel previsto PUE di Castello. Mentre nelle aree in Pi2 il citato piano di bacino prevede la possibilità di attuare tutti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio senza particolari limitazioni (art.8 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI), per le aree in Pi3 e Pi4 sono individuati invece gli interventi consentiti e specificate le condizioni per l’attuazione degli stessi, secondo quanto previsto dall’art. 6 (pericolosità Pi4) e dall’art.7 (pericolosità Pi3), delle NTA del piano stesso. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 7. stralcio della “perimetrazione delle aree con pericolosità idraulica PAI” 71 Di tali disposizioni normative si è tenuto conto nella definizione delle condizioni di fattibilità relative alle modifiche proposte (si veda il paragrafo 6). 2.2. Piano stralcio rischio idraulico bacino fiume Arno Il Piano di bacino dell’Arno stralcio “Rischio Idraulico” approvato con DPCM 05.11.1999, si propone come obiettivo generale il miglioramento idraulico ed idrogeologico del bacino mediante l’attuazione degli interventi strutturali e non strutturali previsti dal piano medesimo. Cartografie di riferimento del piano sono la: “Carta degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico nel bacino dell’Arno”; “Carta delle aree di pertinenza fluviale dell’Arno e degli affluenti” “Carta guida delle aree allagate redatta sulla base degli eventi alluvionali significativi (1966-1999)”. 2.2.1 Carta interventi strutturali riduzione rischio idraulico nel bacino dell'Arno (Norme 2 e 3) Nessuna delle aree interessate dalla presente proposta di variante risulta ricadere nei perimetri degli interventi strutturali individuati nella carta di cui al presente paragrafo. 2.2.2 Carta aree di pertinenza fluviale dell’Arno e degli affluenti (Norma 5) L’area di variante non ricade nelle aree perimetrale come aree di pertinenza fluviale. 2.2.3 Carta guida delle aree allagate (Norma 6) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Dalla “Carta guida delle aree allagate redatta sulla base degli eventi alluvionali significativi (1966-1999)” risulta che tutte le aree di cui alla presente proposta di variante ricadono all’interno delle aree interessate da inondazioni eccezionali. Inoltre in corrispondenza della perimetrazione in classe di pericolosità Pi4, descritta nel precedente paragrafo 2.1, si evince che l’area è stata anche colpita dalle inondazioni del triennio ’91-’93, che sono state conseguenza della perimetrazione stessa. Rispetto a quanto sopra ed in particolare in merito all’esondazioni eccezionali, si fa presente che, come meglio riportato nel successivo paragrafo 3, le cartografie a tema idraulico redatte a supporto del PRG vigente, non documentano invece l’esondazione dell’intera area in seguito all’evento del novembre ’66. All’interno delle aree perimetrate come allagate, secondo il disposto della norma 6 del DPCM.05.11.1999, le opere che comportano trasformazioni edilizie ed urbanistiche possono essere realizzate a condizione che non vi sia un incremento del rischio idraulico da esse determinabile o che siano individuati gli interventi necessari alla mitigazione di tale rischio, da realizzarsi contestualmente alla esecuzione delle opere stesse. 72 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Nella messa a punto delle condizioni di fattibilità relative alla variante proposta si è dato atto di quanto disposto dalla norma 6. 3. Indagini geologico-tecniche di supporto al PS Come indicato in premessa il Piano Strutturale risulta supportato da indagini geologico-tecniche redatte secondo quanto disposto dal Regolamento regionale DPGR 26/R/2007 (sostituito ora dal DPGR 53/R/2011). Tali indagini sono confluite nel Quadro conoscitivo e nel progetto del PS, che è rappresentato dalle tavole che definiscono la pericolosità del territorio: Tav.4 - Pericolosità geomorfologica, Tav.5 -Pericolosità idraulica e Tav.6 - Pericolosità sismica. Inoltre il Piano Strutturale nella parte normativa (Norme Tecniche di Attuazione) è dotato degli articoli 13-16 che dettano le misure di protezione da considerare per gli interventi ricadenti nelle diverse classi di pericolosità. Le disposizioni, tenuto conto del livello di pianificazione del Piano Strutturale, hanno carattere di generalità, indirizzano specialmente in termini di non incremento del rischio e rimandano nell’applicazione di dettaglio alle norme del futuro Regolamento Urbanistico. Le misure di protezione suddette fanno riferimento in particolare alle norme di attuazione del PAI (DPCM 06.05.2005) e del DPGR 26/R/2007 (ora DPGR 53/R/2011). 3.1 Pericolosità geomorfologica 8. stralcio della Tav. 4 Pericolosità gemorfologica del PS indagini geologico-tecniche 73 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Dalla Tav. 4 - Pericolosità geomorfologica risulta che tutta la zona (fig.8) è in classe G1:bassa. Tale condizione di bassa pericolosità è dovuta al fatto che la zona è pianeggiante e presenta caratteristiche litologiche non predisponenti al verificarsi di movimenti di massa e in generale a processi geomorfologici. Inoltre non risulta interessata da fenomeni di erosione fluviale. 3.2 Pericolosità idraulica Dalla consultazione della Tav.5-Pericolosità idraulica, le condizioni di pericolosità (fig. 9) includono la classe I4-molto elevata, in corrispondenza della classe Pi4 individuata dal PAI, mentre nella rimanente zona l’area è classificata in I3-elevata. Le suddette perimetrazioni risultano derivate principalmente dalle pericolosità Pi4 e Pi2 individuate nella zona dal PAI, e non dal modello idraulico che è a base del Piano Strutturale e che è stato elaborato proprio per il piano comunale dall’Università di Pisa – Dipartimento di ingegneria civile: il limite di tale studio difatti si attesta più a sud di viale Guidoni come si può vedere dalla fig.9. A tal proposito si evidenzia che il PAI è stato integrato e/o modificato dallo studio idraulico dell’Università di Pisa, per la sola parte del territorio comunale analizzata dallo stesso. Nel dettaglio, il perimetro della pericolosità I4 coincide con la pericolosità Pi4 del PAI ed è connesso a dati storico inventariali (di cui si è già parlato nel paragrafo 2.1) relativi agli episodi di inondazione del triennio 1991–1993, legati ai rilevanti ristagni che hanno interessato la zona e dovuti ad una insufficiente rete di scolo. La pericolosità I3 è derivata invece principalmente dalla pericolosità Pi2 del PAI, che nella zona è connessa in parte all’evento eccezionale del 1966 (come riportato nella “Carta delle aree allagate” redatta da AdB) ed in parte è legata ai risultati del vecchio modello idraulico a celle, elaborato a base del PAI a scala di bacino. Considerato quanto sopra si è ritenuto quindi necessario raccogliere tutte le informazioni disponibili finalizzandole alla verifica delle condizioni di rischio idraulico della zona e in particolare per definire il livello potenziale della lama d’acqua connesso ad eventi di esondazione con tempo di ritorno di 200 anni (principale riferimento stabilito da Regione Toscana e Autorità di Bacino per la verifica del rischio idraulico). Partendo dal modello a celle a base del PAI, di cui si deve tenere conto documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 9. estratto Tav. 5 Pericolosità idraulica del PS indagini geologico-tecniche 74 Area di trasformazione CAP Variante al PRG per le aree fuori dallo studio elaborato dall’Università di Pisa, si evince che la zona di intervento a est del rilevato ferroviario Firenze-Pisa ricade all’interno della cella FI-007, mentre la parte ad ovest dello stesso rientra nella cella VM-003. L’interrogazione delle suddette celle ha dato i seguenti risultati: Cella FI-007: -Tr.30= 39,40 m slmm -Tr.100=41,10 m slmm -Tr.200= 41.57 m slmm -Tr.500=42,54 m slmm Cella VM-003: -Tr.30= 35,94 m slmm -Tr.100=35,94 m slmm -Tr.200= 35,94 m slmm -Tr.500=38,96 m slmm Passando all’esame del modello idraulico elaborato dall’Università di Pisa, il cui limite di studio come detto in precedenza si attesta un poco più a sud di viale Guidoni, si nota che la zona in esame risulta comunque modellizzata, anche se non sono state derivate le pericolosità relative nel Piano Strutturale. Dalla tavola 18_Tav.2.3_bis (fig.10), facente parte delle indagini geologico-tecniche del PS (Quadro conoscitivo), che rappresenta l’inviluppo delle altezze d’acqua di esondazione per Tr=200 anni - elaborata dall’Università di Pisa sulla base dei risultati del modello idraulico -, si nota che la zona di variante, nella parte a sud-ovest, è interessata dall’esondazione connessa al sistema idraulico Arno-Mugnone, con battenti compresi tra 0,00m e 1,00m. L’interrogazione della “Carta dei livelli idraulici” - facente parte sempre 75 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Considerando per la zona ad est della linea ferroviaria Firenze-Pisa i livelli idraulici suddetti ed in particolare quello per tempo di ritorno duecentennale e rapportandoli alle quote del piano di campagna, come derivate dalla carta tecnica regionale in scala 1/2.000, si evince che l’area occupata dal CAP, posta a circa 44,00 m slmm, è sempre in sicurezza idraulica, anche per l’evento con Tr.500 anni. Non si trovano invece in tali condizioni di sicurezza gli impianti sportivi esistenti presso viale Guidoni: il Paganelli, i campi di calcio gestiti da ACS Toscana, la pista di pattinaggio e il bocciofilo dell’Olmatello, ed inoltre il parcheggio esistente, attualmente occupato dai caravan degli spettacoli viaggianti, ubicato tra via dell’Olmatello e il rilevato ferroviario della linea Firenze-Pisa, tutti potenzialmente interessati da eventi di piena con tr.200 anni. Relativamente alla porzione dell’area di variante ad ovest della linea ferroviaria Firenze-Pisa, questa risulta totalmente in sicurezza rispetto al livello connesso alla Tr.200 anni della cella VM-003, pari a 35,94 m slmm, mentre la parte occupata dall’attuale check point per i bus turistici non lo è solo per il livello della Tr.500 pari a 38,96 m slmm. del Quadro conoscitivo del Piano Strutturale e derivata dal modello idraulico dell’università - caratterizzata da celle (pixel) di 25x25m, ha dato come risultato, per l’area di variante, i seguenti valori per Tr.200 anni, come riportati in fig.10: - su viale Guidoni fino a viale XI Agosto: Tr.200=38,42 m slmm - nell’area a nord di viale Guidoni (presso il check point bus): Tr.200=38,33 m slmm. Un’ulteriore considerazione va fatta in ordine all’evento eccezionale del novembre ’66 che risulta differentemente perimetrato dall’Autorità di bacino del fiume Arno (rif. “Carta delle aree allagate”) rispetto a quanto rappresentato, come documentato, nelle cartografie a tema a supporto del PRG vigente, di cui si tratta nel successivo paragrafo 4. Come indicato anche in tale paragrafo è presumibile che l’errore di perimetrazione sia connesso alla scala in cui operano i due piani per cui quello comunale risulta ad un livello di maggior dettaglio (scala 1/2.000-1/5.000) rispetto all’altro che, considerando invece l’intero bacino idrografico del fiume Arno, ha operato su una base cartografica con scala al 25.000. Secondo quanto riportato nella “Carta dei battenti di esondazione 19661991/1993 ” (fig.13 del paragrafo 4), solo la parte a sud-ovest dell’area di variante risulta essere stata interessata dall’evento del 1966, con livelli idraulici compresi tra 39,10 m slmm e 40,00 m slmm. Tale condizione di rischio per la sola zona a sud-ovest risulta in linea anche con i risultati del modello a celle del PAI e del modello idraulico dell’università di Pisa, esaminati in precedenza. Si ricorda infatti che l’area del CAP è posta ad una quota media di circa 44,00 m slmm, con un dislivello di circa 3,00 m rispetto all’area degli impianti sportivi posti a sud-ovest e quindi in sicurezza idraulica tenuto conto sia dei risultati dei modelli (anche per tr.500 anni), che del battente massimo del ’66 registrato nella zona. Un’ultima considerazione da fare è in ordine alla perimetrazione Pi4-I4 connessa ai rilevanti ristagni che hanno interessato la zona nel triennio documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 10. estratto 18_Tav. 2.3_bis del PS indagini geologico-tecniche 76 Area di trasformazione CAP Variante al PRG ’91-’93, per i quali però non si è riusciti a reperire nessuna documentazione riportante i battenti idraulici raggiunti in tale occasione. Tali ristagni sono stati causati dalla insufficiente rete di drenaggio esistente nella zona di Gondilagi-Castello, per la quale sono stati previsti interventi di potenziamento/adeguamento con l’attuazione del PUE di Castello. La realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idraulico, inseriti come opere di urbanizzazione nel complesso del PUE, porterà alla risoluzione definitiva delle fenomenologie di ristagno nella zona. Da quanto sopra esposto e quindi da quanto si può attualmente desumere dagli studi idraulici ufficiali raccolti, i potenziali livelli idraulici connessi a eventi di esondazione con Tr.200 anni, cui si dovrà fare riferimento per la progettazione degli interventi di messa in sicurezza, sono i seguenti: - - 3.3 per la zona posta ad est della linea ferroviaria Firenze-Pisa si deve considerare un livello della Tr.200 anni pari a 41,57 m slmm (desunto dalla cella del PAI) per la zona posta ad ovest della linea ferroviaria Firenze-Pisa il livello della Tr.200 anni è pari a 38,42 m slmm lungo viale Guidoni e 38,33 m slmm per la zona a nord del viale stesso (dati desunti dal modello del’Università di Pisa). Pericolosità sismica La consultazione della Tav. 6 - Pericolosità sismica (fig.11) del Piano Strutturale, evidenzia una situazione di bassa sismicità (S1) per quasi tutta l’area di variante, fatta eccezione per la parte più a sud-est, dove si riscontra una pericolosità S3-elevata. La classificazione di pericolosità sismica sopra illustrata è stata definita secondo le disposizioni di cui del DPGR 26/R/2007 ed integrata con i documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 11. estratto Tav. 6 - Pericolosità sismica del PS indagini geologico-tecniche 77 risultati di un modello geofisico numerico di risposta sismica locale, esteso a tutto il Comune di Firenze, che ha valutato gli effetti di amplificazione locale al sisma e che sono stati restituiti nella “Carta del fattore di amplificazione sismico calcolato” (tav.10 Fattore_Amplif, del Quadro conoscitivo del PS), elaborata dall’Università di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra. Per la porzione di area ricadente in classe S1 il fattore di amplificazione sismico indicato dalla “Carta del fattore di amplificazione sismico calcolato” è minore di 1,2 (fig.12), mentre nella sola zona classificata in S3 risulta compreso tra 1,2 e 1,3. Nuovi ulteriori studi geofisici su base strumentale, effettuati dal Dipartimento di Scienze della Terra con il sostegno dell’Amministrazione comunale, sebbene non ancora definitivi e validati, pur confermando l’affidabilità generale della Carta sopra citata per gran parte del territorio fiorentino, mostrano tuttavia che il fattore di amplificazione sismica dell’area di interesse potrebbe essere stato parzialmente sottostimato nella precedente elaborazione; i dati strumentali attuali mostrano infatti valori locali puntuali che superano 1,3. In considerazione dei risultati dei nuovi studi sismici nel successivo paragrafo 6, se ne è tenuto conto per ridefinire la pericolosità della zona secondo le norme del nuovo Regolamento regionale DPGR/53/R/2011. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 12. estratto Tav. 10 - Carta del Fattore di amplificazione indagini geologico-tecniche del PS 4. Indagini geologiche di supporto al PRG vigente Come indicato in premessa il PRG vigente risulta supportato da proprie indagini geologico-tecniche elaborate secondo la normativa previgente: DCRT 94/85 e DCRT 12/2000 (ex DCR 230/94). Nella Tav. A “Carta delle aree allagate e dei vincoli idraulici” (2001), redatta a supporto del PRG vigente, per l’area di variante risulta documentata l’esondazione del ’66 solo nella porzione ad ovest di viale XI Agosto, presso viale Guidoni e nella parte dove è sito l’impianto esistente della pista di pattinaggio. 78 Area di trasformazione CAP Variante al PRG Rispetto quindi a quanto rappresentato dalla “Carta Guida delle Aree allagate” redatta dall’Autorità di Bacino, è evidente una notevole divergenza in corrispondenza della gran parte della zona ed in particolare nell’area del C.A.P., dove non è documentata l’esondazione del ‘66. Quanto sopra può essere dovuto al fatto che la cartografia elaborata a supporto del PRG, rispetto alla “Carta guida delle aree allagate” - redatta a livello di bacino dell’Arno su base in scala 1/25.000 - è resa in scala di maggior dettaglio (1/5.000-1/10.000). Nella Tav. A “Carta delle aree allagate e dei vincoli idraulici” (2001), viene comunque confermata la criticità legata alla perimetrazione Pi4, come riportata nella cartografia del PAI. Anche la “Carta dei battenti di esondazione 1966-1991/1993 ” (fig.13), sempre a supporto del PRG e redatta in scala 1/2.000, conferma la situazione suddetta rispetto all’evento eccezionale del ’66 e dalla stessa si rilevano livelli idraulici, per le aree colpite, variabili tra 39,10 m slmm e 40,00 m slmm, con battenti compresi tra 0,50m e 1,20m rispetto al p.c.. Nella cartografia non sono però riportati i battenti connessi agli episodi del triennio ’91-’93 che hanno interessato parte dell’area sud-ovest della variante. Nella “Carta della pericolosità” (1999), allegata al PRG, redatta ai sensi delle previgenti normative DCR 94/85 e DCR 230/94, l'area oggetto di variante rientra quasi interamente in classe di pericolosità idraulica 3ai (medio-bassa) che è assegnata alle zone pianeggianti, in posizione altimetrica sfavorevole rispetto a corsi d’acqua protetti da argini e che non sono mai state interessate da episodi di esondazione anche eccezionale o da ristagni, negli anni 1966 e 1991-93. Nella zona colpita dall’esondazione del ’66 e dai ristagni del triennio ’91-’93 è assegnata invece una classe 3i (media). 79 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 13. estratto Carta dei battenti di esondazione 1966-1991/1993 - indagini geologicotecniche del PRG vigente 5 Individuazione delle classi di pericolosità (DPGR 53/R/2011) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Come evidenziato in premessa le indagini geologico tecniche a supporto del nuovo Piano Strutturale di Firenze sono state elaborate secondo la previgente normativa DPGR 26/R/2007 e poiché la presente variante deve essere conforme al sopravvenuto DPGR del 53/R/2011, si è ritenuto necessario verificare la compatibilità delle indagini precedenti con i contenuti del nuovo Regolamento regionale. Le indagini a supporto del PS sono costituite sia da un Quadro conoscitivo che da uno di progetto. Nel Quadro conoscitivo sono elaborate tutte le informazioni di carattere geologico, idraulico, sismico così come previste dal vecchio Regolamento regionale, finalizzate a derivare le pericolosità (quadro di progetto) del territorio in ordine agli aspetti: geomorfologico, idraulico e sismico (si fa presente che la pericolosità geomorfologica dal DPGR 53/R/2011 è individuata come pericolosità geologica ma non si ha una variazione sostanziale dei criteri della relativa definizione). La verifica delle precedenti indagini rispetto a quanto richiesto dal DPGR 53/ R/2011 si è basata quindi sul confronto delle informazioni di base richieste dal nuovo Regolamento regionale e sulle definizioni di pericolosità. Dalla verifica è risultato che i criteri per la classificazione delle pericolosità risultano abbastanza simili fra i due regolamenti, sebbene in merito alla valutazione degli effetti locali e di sito per la riduzione del rischio sismico, e la conseguente definizione di pericolosità sismica locale, differiscano in maniera più sostanziale: difatti la precedente individuazione delle Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale (ZMPSL) è stata sostituita con indagini di Microzonazione Sismica. Nello specifico, il nuovo Regolamento introduce la necessità della realizzazione di studi di Microzonazione Sismica di I Livello per tutti i comuni, ad eccezione di quelli classificati in zona sismica 4, finalizzata alla realizzazione della Carta delle Microzone Omogenee in prospettiva sismica (“MOPS”). A tale riguardo si evidenzia che il Comune di Firenze, nel corso di una collaborazione pluriennale con il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, ha messo a punto uno studio sismologico riguardante l’intero territorio comunale che corrisponde, nelle caratteristiche tecniche, ad uno studio di Microzonazione Sismica almeno di II Livello, che ha portato alla realizzazione di una “Carta del fattore di amplificazione sismico calcolato” (facente parte del Quadro conoscitivo del PS). La suddetta carta è stata impiegata, sulla base delle definizioni riportate dal precedente DPGR 26/R/2007, per effettuare la classificazione sismica locale del territorio comunale, come indicato nel precedente paragrafo 3.3. Si fa presente tuttavia che allo stato attuale sono in corso di definizione ulteriori studi di carattere sismico, sulla base di un nuovo accordo di ricerca fra il Dipartimento di Scienze della Terra e il Comune di Firenze, che ha previsto l’effettuazione di una serie di misure sismiche strumentali distribuite nell’abitato del territorio comunale. Mediante le suddette misurazioni è stata condotta sia l’analisi del rumore sismico alle singole stazioni, che la comparazione fra le registrazioni di terremoti alle singole 80 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 14. estratto dalla Carta del Fattore di Amplificazione sismico basato sul rumore 15. estratto dalla Carta del Fattore di Amplificazione sismico basato sui terremoti stazioni, rispetto a quella effettuata ad una stazione di riferimento su substrato sismico (ubicata ad Arcetri). La valutazione dell’amplificazione sismica è stata effettuata nella banda spettrale 1-10Hz in modo da mediare l’effetto nell’intervallo di frequenza che meglio rispecchia le caratteristiche delle costruzioni presenti nel territorio fiorentino. Le mappe (fig.14 – fig.15) mostrano una buona corrispondenza con la Carta del Fattore di amplificazione sismica del PS, riportando tuttavia valori di amplificazione, rispetto a questa, che se risultano in linea in riferimento all’analisi basata sul rumore (Fa: da ≤ 1.2 fino a 1.3), sono tuttavia maggiori per quella basata sui terremoti (Fa: 1.6-1.7 e ≥ 1.7 – porzione sud-est). Rispetto al nuovo Regolamento regionale DPGR 53/R/2011, considerato il punto C.5 – Aree a Pericolosità sismica locale dell’allegato A, l’area oggetto delle nuove previsioni urbanistiche può essere classificata come “ ..zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica atteso fra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri”. Questo effetto di amplificazione è evidente in particolare tenuto conto dei risultati dei nuovi studi geofisici effettuati dal Dipartimento di Scienze della Terra con il sostegno dell’Amministrazione comunale, che - sebbene non ancora definitivi (sono in corso di attuazione gli accordi di ricerca connessi alla elaborazione del Quadro conoscitivo del futuro RU)-, mostrano un fattore di amplificazione sismica dell’area di interesse con valori locali puntuali che superano 1,3 nella carta del FA basato su terremoti (1,3 è il valore massimo invece determinato per la zona dai precedenti studi di supporto al PS già citati: paragrafo 3.3 - fig.12). In considerazione di questo nuovo approfondimento sismico, seppur ancora soggetto alla messa a punto definitiva e considerata l’importanza del tema rispetto alla protezione della popolazione dal rischio sismico e alla conseguente tutela della pubblica incolumità, si è ritenuto necessario ridefinire la pericolosità sismica e quindi assegnare documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 16. Pericolosità sismica sulla base del DPGR 53/R/2011 e dei risultati dei nuovi studi del Dipartimento di Scienze della Terra 81 all’area di variante una Classe di pericolosità sismica locale elevata – S3 (fig.16). In definitiva si ritiene che per l’area di cui alla presente variante, relativamente agli aspetti idraulici e geomorfologici, gli studi a supporto del Piano Strutturale, siano compatibili anche rispetto al nuovo Regolamento regionale. Pertanto si confermano le classi di pericolosità già individuate da tali studi; per l’aspetto sismico è necessario ridefinire la pericolosità, assegnando all’intera area una classe S3 (fig.16). 6. Individuazione classi e condizioni di fattibilità (DPGR 53/R/2011) documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Il Piano Strutturale, relativamente alla definizione della fattibilità di previsioni ed interventi, considerato il suo livello di pianificazione, rimanda la stessa al futuro Regolamento Urbanistico. Comunque nella parte normativa (Norme Tecniche di Attuazione) il piano è dotato di una serie di articoli (artt.13-16) che dettano le diverse misure di protezione da considerare a seconda delle classi di pericolosità riscontrate. Le disposizioni hanno carattere di generalità, indirizzano specialmente in termini di non incremento del rischio e rimandano nell’applicazione di dettaglio alle norme del futuro Regolamento Urbanistico. Le misure di protezione suddette fanno riferimento in particolare alle norme di attuazione del PAI (DPCM 06.05.2005) e del DPGR 26/R/2007 (ora DPGR 53/R/2011). Tenuto conto che le proposte modifiche urbanistiche devono essere conformi anche al DPGR 53/R/2011, la definizione della fattibilità, nonché le condizioni di attuazione della presente variante, ovviamente hanno considerato anche le relative prescrizioni del nuovo Regolamento regionale. Inoltre considerato che l’area di variante ricade in parte in una zona di pericolosità Pi4/I4-molto elevata si è ritenuto necessario integrare le condizioni di fattibilità suddette, con le disposizioni di cui all’art.142 della LR 66/2011, entrata in vigore il 28.12.2011 (GU 61) Successivamente si dettano quindi le condizioni/prescrizioni di fattibilità, alle quali deve essere assoggettata la variante urbanistica in esame, come derivate principalmente dalla seguente normativa in vigore: PAI (DPCM 06.05.2005), DPGR 53/R/2011 e art.142 della LR 66/2011. 6.1 Fattibilità geologica L’area di variante, come indicato nei paragrafi precedenti, ricade interamente in area a pericolosità geologica G1-bassa, ma considerata l’importanza delle previsioni strutturali ed in particolare dello stadio, si ritiene congruo assegnare una classe di fattibilità geologica F3-condizionata (fig. 17), per problematiche connesse soprattutto alle dinamiche idrogeologiche del sottosuolo: problematiche geologiche: 1. I singoli piani di recupero dovranno definire adeguati approfondimenti di indagini, da realizzare in fase di progettazione, atti alla de- 82 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 17. carta della fattibilità geologica 6.2 Fattibilità idraulica L’area risulta ricadere in parte in pericolosità I4-molto elevata ed in parte in pericolosità I3-elevata. Tenuto conto di queste differenti condizioni di pericolosità sono state assegnate due classi di fattibilità F4-limitata e F3-condizionata (fig.18). 83 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente terminazione dei parametri fisico-meccanici necessari alla corretta stima dei cedimenti e cedimenti differenziali. problematiche idrogeologiche I terreni, come descritto nei paragrafi precedenti, sono caratterizzati da una bassa permeabilità e da falde semiconfinate, che possono dar luogo a fenomeni di risalita artesiana, anche a livelli prossimi al piano d campagna. Pertanto, considerato che nell’area di variante possono essere previsti piani interrati interferenti con la dinamica idrogeologica del sottosuolo, si prescrive quanto segue: 2. I singoli Piani di Recupero, in relazione alla tipologia degli interventi previsti, dovranno definire e dettagliare adeguate campagne di indagini del contesto idrogeologico, finalizzate a verificare le caratteristiche attuali dell’acquifero e a valutare le eventuali perturbazioni dovuti ai piani interrati previsti. Nel caso sia verificata una significativa interferenza, dovranno essere condotte adeguate valutazioni, supportate da simulazioni modellistiche, sul possibile “effetto barriera”, visto il contesto geo-idrogeologico dell’area di interesse, costituito da terreni a bassa permeabilità, alta comprimibilità e falda risalente fino a pochi metri da p.c. Se dalle simulazioni risultassero effetti perturbativi sulla falda, dovranno essere valutate le connesse fenomenologie di subsidenza/innalzamento rispetto al sistema fondazionale del costruito esistente, causate dalla variazione del regime delle pressioni interstiziali del terreno di fondazione a seguito dell’effetto barriera, e quindi se necessarie, dovranno essere previste opere di mitigazione tese a conferire trasparenza idraulica alle opere interrate e dovranno essere predisposte opportune azioni di monitoraggio, per verificare che le misure di mitigazione adottate risultino effettivamente efficaci. 18. carta della fattibilità idraulica documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente Area a fattibilità F4-limitata: Per la porzione di area di variante interessata dal Piano di Recupero comparto Sud- ed in particolare per la parte ricadente in area a pericolosità I4/Pi4, si assegna una classe di fattibilità F4-limitata e si detta la successiva condizione (3), che tiene conto in primis di quanto disposto dall’art.142 della LR.66/2011. Difatti per tale area in I4/Pi4 non si ha una variazione urbanistica di zona rilevante ai fini del DPGR 53/R/2011, e quindi una nuova previsione, perché si mantiene l’attuale destinazione F3p-parcheggi, reti tecnologiche, cimiteri, aeroporto, recupero ambientale: semplicemente si cambia il simbolo di PRG da stazione autopulmann e parcheggio autotrasporto merci a parcheggio; tuttavia considerate le disposizioni del citato articolo 142, che non consente nuova edificazione (fatta eccezione per le infrastrutture lineari non delocalizzabili) nelle aree a pericolosità idraulica molto elevata, ma solo interventi sul patrimonio edilizio esistente, si è ritenuto necessario dettare la seguente condizione che tiene appunto conto delle limitazioni contenute nell’articolo. 3. Fino al permanere della pericolosità I4/Pi4 molto elevata, nella relativa area potranno essere consentiti solo interventi di ristrutturazione del parcheggio esistente (check point bus turistici), che potrà quindi essere riconvertito a parcheggio di servizio per lo stadio/strutture sportive, senza conseguentemente cambiarne la vulnerabilità e senza che si determini incremento della pericolosità della zona attraverso opere o modifiche morfologiche che possano comportare sottrazione dei volumi liberamente disponibili in caso di esondazione/ristagni. Tale condizione vale anche per la porzione di area, ricadente sempre in classe I4/Pi4, posta subito ad ovest del rilevato ferroviario della linea Firenze-Pisa e confinante con viale Guidoni e Viale XI Agosto, attualmente destinata ad esposizione di automobili di una concessionaria, che pertanto può essere considerata a pari vulnerabilità rispetto alla previsione di parcheggio. Area a fattibilità F3-condizionata: L’area di variante ricade interamente, fatta esclusione per la suddetta porzione in I4, in classe di pericolosità I3-elevata. Tale pericolosità, co- 84 Area di trasformazione CAP Variante al PRG 85 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente me indicato nei paragrafi precedenti, è derivata principalmente dalla pericolosità Pi2 del PAI. In base agli studi e alle elaborazioni in materia di rischio idraulico raccolti e discussi nei paragrafi precedenti, risulta sicuramente a rischio idraulico la parte a sud-ovest dell’area, occupata attualmente dagli impianti sportivi esistenti su viale Guidoni/via dell’Olmatello e la zona compresa tra viale Luder, viale Guidoni e Viale XI Agosto. In sicurezza idraulica risulta invece l’area del CAP. Tuttavia considerato che con la variante si propone un nuovo riassetto urbanistico della zona, che potrebbe portare anche a notevoli modifiche morfologiche, con ripercussioni quindi in termini di rischio idraulico, si ritiene congruo assegnare la classe di fattibilità F3-condizionata a tutta l’area in I3, con le seguenti prescrizioni (4-5): 4. Tutti i nuovi interventi dovranno essere realizzati in condizioni di sicurezza idraulica, con riferimento ad eventi di esondazione con Tr. 200 anni, fatta esclusione per le infrastrutture a rete (sedi viarie, fognature e sottoservizi in genere) per le quali deve essere comunque assicurata la trasparenza idraulica, in presenza di rischio idraulico. Tutte le opere previste, compresi gli interventi di messa in sicurezza e le infrastrutture a rete, in ogni caso non dovranno determinare incremento della pericolosità nelle aree contermini. 5. Gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, più consistenti della ristrutturazione R1, dovranno prevedere la messa in sicurezza idraulica degli immobili, anche tramite adeguati sistemi di autosicurezza (parti a comune, locali accessori e/o vani tecnici isolati idraulicamente, porte o finestre a tenuta stagna, ecc), rispetto ad eventi con Tr.200 anni. Nel caso si inseriscano negli immobili esistenti funzioni ad elevata vulnerabilità (contenitori di beni artistici e culturali, deposito sostanze pericolose o inquinanti, strutture strategiche per la protezione civile, impianti tecnologici), gli stessi dovranno essere messi in sicurezza secondo le condizioni di cui sopra. Gli interventi non dovranno comunque determinare aumento della pericolosità in altre aree. Le suddette prescrizioni non operano per gli interventi per i quali sia dimostrato che la loro natura è tale da non determinare pericolo per persone e beni (aree verdi, campi di calcio, tennis, ecc.), e da non determinare aumento della pericolosità in altre aree, purché siano adottate, ove necessario, idonee misure atte a ridurne la vulnerabilità. Allo stato attuale i potenziali livelli di piena connessi ad evento di esondazione con Tr.200 anni, cui fare riferimento per le opportune valutazioni sul rischio idraulico, sono i seguenti: - per la zona posta ad est della linea ferroviaria Firenze-Pisa si deve considerare un livello della Tr.200 anni pari a 41,57 m slmm (desunto dalla cella del PAI). per la zona posta ad ovest della linea ferroviaria Firenze-Pisa il livello della Tr.200 anni è pari a 38,42 m slmm lungo viale Guidoni e 38,33 m slmm per la zona a nord del viale stesso (dati desunti dal modello del’Università di Pisa). - Indicazioni per le fattibilità idrauliche I3 e I4 Nella elaborazione delle indagini geologico-tecniche a supporto dei successivi piani di recupero, potranno essere condotti ulteriori studi ed analisi per l’eventuale ridefinizione di dettaglio della pericolosità idraulica, fermo restando l’attivazione delle procedure di modifica del Quadro conoscitivo del PAI, ai sensi dell’art.32 delle NA del piano stesso. Conseguentemente potranno essere apportate modifiche alla definizione della fattibilità. 6.3 Fattibilità sismica L’area, sulla base dei risultati dei nuovi studi sismici effettuati dal Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze - in corso di messa a punto definitiva -, è stata riclassificata in pericolosità sismica S3 (rispetto alla pericolosità sismica S1/S3 individuata dagli studi di supporto al PS) e pertanto si assegna una classe di fattibilità F3-condizionata (fig. 19) con le seguenti prescrizioni: I singoli Piani di Recupero, in relazione alla tipologia di intervento previsto, dovranno definire e dettagliare le campagne di indagini geofisiche e geotecniche per definire spessori, geometrie e velocità sismiche dei litotipi sepolti al fine di valutare l’entità del contrasto di rigidità sismica dei documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 19. carta della fattibilità sismica terreni tra coperture e bedrock sismico. 7. Integrazioni al deposito al Genio Civile n.2981 del 05.04.2012 Il presente paragrafo costituisce risposta alla richiesta del genio civile di integrazione (prot.29168 del 06.06.2012) agli studi geologico, idraulico e sismici di cui al deposto n.2981 del 05.04.2012. Microzonazione sismica In relazione alla richiesta di studi di microzonazione sismica ai sensi del 86 Area di trasformazione CAP Variante al PRG fattore di amplificazione sismica basata sui terremoti 87 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente regolamento 53/R/2011 per l’area di variante si evidenzia che al paragrafo 6 della relazione di Fattibilità Geologica della variante (deposito n.2981 del 05.05.2012) è stata affrontata la tematica suddetta, presentando in aggiunta degli approfondimenti di indagine rispetto a quanto riportato negli studi sismici facenti parte del quadro conoscitivo del Piano Strutturale. Con la presente nota si intende quindi chiarire ulteriormente alcuni aspetti che possono risultare non ben esplicitati nella suddetta relazione Geologica di Fattibilità. Nel corso dell’anno 2011 il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, nell’ambito di un Accordo di Ricerca con il Comune di Firenze, ha condotto misurazioni in loco, tramite ubicazione di sismografi, dell’amplificazione sismica locale di una serie di siti ricadenti in ambito cittadino. I siti misurati sono in numero di 22 (più una stazione fissa ad Arcetri che serve da riferimento per la misura dell’accelerazione sismica su suolo di tipo A), scelti fra quelli di libero accesso per il comune e l’università. La valutazione dell’amplificazione sismica è stata effettuata nella banda spettrale 1-10Hz in modo da mediare l’effetto nell’intervallo di frequenza che meglio rispecchia le caratteristiche delle costruzioni presenti nel territorio fiorentino. Dai risultati di tale campagna di misure è stata ricavata una nuova cartografia del fattore di amplificazione sismica (2012) basata sulla registrazione della risposta indotta in situ da terremoti registrati dalla strumentazione durante l’arco temporale delle misurazioni. Questa nuova cartografia è stata messa a confronto con la Carta del Fattore di amplificazione sismica del Piano Strutturale, elaborata nel 2007 mediante modellazione numerica con metodo indiretto. La nuova Carta del fattore di amplificazione (figura seguente) mostra una buona corrispondenza con la Carta del Fattore di amplificazione sismica del PS, per quanto riguarda la localizzazione delle aree caratterizzate da maggiore amplificazione sismica, indicando tuttavia valori del fattore di amplificazione maggiori. Per la zona in esame infatti dalla Carta del P.S. (2007) si evince un fattore di amplificazione generalmente inferiore a 1.2 e compreso fra 1.2 e 1.3 per la porzione sud – orientale, mentre tale fattore risulta compreso fra 1.6 e 1.7 e maggiore di 1.7, nella nuova cartografia (2012). Rispetto al Regolamento regionale DPGR 53/R/2011, considerato il punto C.5 – Aree a Pericolosità sismica locale dell’allegato A, l’area oggetto delle nuove previsioni urbanistiche può essere classificata come“ ..zone stabili suscettibili di amplificazioni locali caratterizzate da un alto contrasto di impedenza sismica atteso fra copertura e substrato rigido entro alcune decine di metri”. Questo effetto di amplificazione è evidente in particolare tenuto conto dei risultati dei nuovi studi geofisici effettuati dal Dipartimento di Scienze della Terra con il sostegno dell’Amministrazione comunale. In considerazione di questo nuovo approfondimento di indagini sismiche, seppur ancora soggette alla messa a punto definitiva, e considerata l’importanza del tema rispetto alla protezione della popolazione dal rischio sismico e alla conseguente tutela della pubblica incolumità si conferma l’attribuzione a classe di Pericolosità Sismica S3 dell’area di variante, ritenendo che il fattore di amplificazione sismica locale sia da ritenere “elevato” (da 1.6 a maggiore di 1.7). Di conseguenza viene anche confermata la classe di fattibilità F3 per gli aspetti sismici. Aree in pericolosità I3, definibili come “in fregio” ai corsi d’acqua All’interno dell’area di variante non sono presenti aree in pericolosità I3 definibili come “in fregio” ai corsi d’acqua. documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 88 documento sottoscritto digitalmente ai sensi della normativa vigente 89