TECNICA E ANATOMIA TC ENCEFALO
Dott. Mattia Carbone
Dott. ssa Rosa Martora
Università degli Studi di Salerno
TC
Esame di base nella diagnostica della maggior parte
delle patologie cranio-encefaliche
L’elevata risoluzione di contrasto e di densità
permette di
. evidenziare gran parte delle strutture
endocraniche
. differenziare sostanza grigia da sostanza bianca
. riconoscere spazi liquorali, vasi arteriosi e venosi
strutture ossee
. Prima istanza nelle fasi acute ictus cerebrale e
nei traumi cranio-encefalici
Gli apparecchi TC spirale multistrato in pochi secondi consentono
un’acquisizione volumetrica delle strutture cranio-encefaliche mediante scansioni
sottili e ricostruzioni retrospettive (3D e programmi di post-elaborazione delle
immagini)
Il principio consiste nella combinazione del movimento di rotazione del tubo
radiogeno con emissione continua di raggi X e avanzamento uniforme del lettino
portapaziente; ne consegue che il tubo radiogeno compie una traiettoria
elicoidale attorno al volume corporeo in esame
assiali
Piani di scansione
coronali
Limitare artefatti presenti in alcune sedi (fcp), in particolare a livello
pontino e le fcm a livello dei lobi temporali
Allo scopo di soddisfare le varie esigenze diagnostiche è
indispensabile una tecnica accurata che tenga conto di più
parametri
Posizionamento del paziente: per l’acquisizione di scansioni assiali
paziente posizionato in decubito supino, con la testa
opportunamente immobilizzata (banda adesiva sopra la testa e
sotto il mento).
L’acquisizione di scansioni coronali dirette è possibile con paziente
in decubito supino o prono e con la testa immobilizzata in
iperestensione.
1.
Pazienti collaboranti e che non presentino ridotta mobilità del rachide
cervicale.
Tempi rapidi per evitare artefatti da movimento.
La centratura, mediante apposito centratore luminoso, deve far sì che il
cranio sia perfettamente verticale cioè non ruotato sul piano assiale di
scansione e che sia perfettamente allineato all’asse maggiore del corpo. Il
criterio di correttezza, consiste nel controllare mediante il centratore che il
fascio luminoso sia proiettato simmetricamente sul bordo inferiore di
entrambe le cavità orbitarie.
Un errore di centratura comporterebbe non una rotazione dell’immagine
sul monitor, ma un disassamento che visualizzerebbe su scansioni
diverse le rocche, le orbite e tutte le strutture pari e simmetriche.
Importante la simmetricità della posizione della testa, verificata sullo
scanogramma digitale in L-L, comprendente il cranio e parte del
rachide cervicale. Perfetta lateralità raggiunta quando le strutture
«pari» (tetti orbitari, branche mandibola e meati acustici esterni)
risultino perfettamente sovrapposte o allineate
2. Inclinazione o orientamento degli strati
L’orientamento determinato attraverso punti di repere sullo scanogramma e/o
riferimenti cutanei. La scelta del piano di scansione è condizionata dalla
possibilità di inclinazione del gantry (+/- 30°)
Scansioni assiali dirette
Il piano di scansione è scelto sulla base della struttura anatomica di interesse
1.
Piano orbito-meatale passa per il canto esterno dell’orbita e per il centro del
meato acustico esterno;
abitualmente scelto nell’esame
cranio-encefalico di base al quale
si fa riferimento nel definire l’inclinazione
degli altri piani meno utilizzati.
2. Piano sotto-orbito-meatale (o Virchow o Francoforte) passa per il pavimento
orbitario e per il bordo superiore del meato acustico esterno; inclinato di -15°
rispetto al p-o-m (studio lobi temporali e rocche petrose)
3. Piano neuro-oculare (o Cabanis- Salvolini) passa per il pavimento orbitario
e il limite superiore del padiglione auricolare (-20°) (studio assiale delle orbite)
4. Piano sopra-orbito-meatale passa per il tetto dell’orbita e per il meato acustico
esterno (+ 15°) (studio della fossa cranica posteriore)
5. Piano di Towne parallelo al clivus, inclinato di +25° rispetto al piano orbitomeatale (studio della fossa cranica posteriore)
Scansioni coronali dirette
Indicate nello studio con TC convenzionale della patologia delle orbite,
rocche petrose ed ipofisi.
1. Piano coronale ortogonale al piano neuro-oculare
(studio dell’orbita)
2. Piano coronale parallelo alla branca montante della mandibola
(studio delle rocche petrose)
3. Piano coronale perpendicolare al pavimento sellare parallelo all’asse
del peduncolo ipofisario (studio della sella turcica)
Parametri tecnici TC
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Spessore di strato
Intervallo fra gli strati o avanzamento del lettino
Kilo-volts (kV)
Milli-Amperes (mA)
Tempo di esposizione (T)
Campo di vista o FOV(Field of view)
Matrice rappresentazione immagine
Dose radiante
variabili ma
interdipendenti
programmare
protocolli di scansione
con combinazione di tali
parametri
1. Spessore di strato: scelto in rapporto al volume della struttura da
esaminare ed alle caratteristiche densitometriche della patologia
ricercata.
Può variare da un minimo di 1 mm ad un massimo di 10 mm.
Nello studio cranio-encefalico di base sono impiegati strati di 5 mm.
2. Intervallo di strato o avanzamento del lettino portapaziente: nello
studio cranio-encefalico l’intervallo scelto è pari o inferiore allo spessore
di strato selezionato
3. Campo di vista o FOV
acquisizione
corrisponde al diametro
della superficie corporea
acquisita durante la scansione
ricostruzione
corrisponde al diametro dell’area ricostruita
Generalmente - nello studio c-e di base il FOV ricostruttivo coincide con quello
di acquisizione (20-25 cm)
- nello studio regione sellare, orbite e rocche petrose è più piccolo
per uno studio dettagliato della regione di interesse
4. KiloVolts, milliAmperes, tempo di esposizione: scelti a seconda della
regione anatomica da studiare ed in maniera indipendente l’uno
dall’altro.
L’incremento dei mA determina una maggiore risoluzione di contrasto.
Il parametro T corrisponde al tempo impiegato dal tubo radiogeno per
completare una rotazione di 360° intorno al paziente; influenza la qualità
delle immagini. Una riduzione determina un aumento del rumore di
fondo; l’aumento comporta una migliore risoluzione di contrasto.
5. Matrice: è diversa a seconda delle apparecchiature; può essere di
256x256, 320x320 o 512x512. A parità di Fov tanto più grande è il
valore della matrice, tanto maggiore è la risoluzione spaziale e quindi
migliore la definizione delle immagini.
6. Dose radiante: è funzione del valore di kV, mA, T, dello spessore e
dell’intervallo di strato.
L’aumento della dose radiante comporta una maggiore risoluzione di
densità ma anche una maggiore esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Pitch (passo di scansione) e il numero di strati consentiti
dall’apparecchiatura (da 4 a 128)
Velocità avanzamento (mm/sec)
Spessore di collimazione (mm)
x
tempo di rotazione
del tubo radiogeno 360° (sec)
Un altro parametro è l’intervallo di ricostruzione cioè la distanza
reciproca tra le immagini successivamente ricostruite.
Nello studio della patologia cranio-encefalica per la rappresentazione
delle immagini si utilizzano valori di finestra e livello «stretti» (WW =
+70/100;
WL=+35/50), adeguati per poter visualizzare minime
differenze di densità.
In caso di patologia ossea si ricorre a finestre più ampie per l’osso
(WW=+1005/2000; WL=+600/700).
Principali regioni encefaliche
. Romboencefalo
bulbo
ponte
cervelletto
. Mesencefalo
. Diencefalo
. Telencefalo
III ventricolo
talamo
ipotalamo
ghiandola pineale
emisferi cerebrali
formazioni interemisferiche
ventricoli laterali
ponte
bulbo
IV ventricolo
ghiandola pineale
III ventricolo
La superficie esterna degli emisferi cerebrali è percorsa da numerosi
solchi (scissure) che delimitano i lobi cerebrali
Scissura di Rolando
Scissura calcarina
Scissura di Silvio
scissura interemisferica
scissura di Rolando
Studio cranio-encefalico di base indicato in:
. patologia traumatica
ematomi intra-extracerebrali
fratture della teca o base cranica o
massiccio facciale
. Sospetto di patologia cerebro-vascolare acuta (ischemica ed emorragica)
immediata dd tra emorragia ed infarto ed il rilievo di emorragia subaracnoidea
Il sangue stravasato appare iperdenso
rispetto al tessuto cerebrale normale
nelle immagini TC.
Nell’emorragia subaracnoidea il sangue
si raccoglie negli spazi liquorali
subaracnoidei
La TC non permette di individuare le lesioni
ischemiche nelle prime 24 ore, ma solo
successivamente, quando la densità del tessuto
colpito si modifica per effetto dell’edema
Mdc
. Neoplasie
. Patologia infettiva
. Malattia
cerebro-vascolare
Angio-TC
Si esegue con apparecchi TC spirale multistrato con sequenze di acquisizione
veloci, dopo somministrazione ev di mdc.
L’elaborazione dello studio (post-processing) con software dedicati consente di
ricostruire immagini 3D dei vasi cranioencefalici.
TC permette di evidenziare
gli spazi liquorali, cisternali
e ventricolari, e di
valutarne la progressiva
dilatazione nel corso
dell’invecchiamento, e la
corrispondente atrofia
cerebrale
. Studio dell’articolazione temporo-mandibolare
La TC a strati sottili permette di ottenere
eccellenti ricostruzioni tridimensionali.
. Studio delle cavità nasali e paranasali
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