LA CASA ECOLOGICA
Introduzione:
Ecologia Scienza biologica che studia l’ambiente e le relazioni che i diversi organismi viventi instaurano tra loro e con l’ambiente stesso.
L’ambiente fisico è caratterizzato da fattori fisico-chimici, detti complessivamente fattori abiotici, quali la temperatura, l’umidità, l’intensità
luminosa, la concentrazione di ossigeno, di anidride carbonica e di sostanze nutritive nel suolo, nell’acqua e nell’aria; si parla invece di ambiente
biologico o di componente biotica per indicare l’insieme di tutti gli organismi viventi presenti in un dato ambiente fisico.
Lo studio dei rapporti tra gli organismi viventi e il loro ambiente può essere condotto da molteplici punti di vista e richiede diverse competenze.
L’ecologia è una scienza complessa che sfrutta le conoscenze di numerose discipline, tra cui la climatologia, l’idrologia, l’oceanografia, la fisica, la
chimica, la geologia, la pedologia, l’etologia, la tassonomia, la fisiologia e la matematica.
Coniato dal biologo tedesco Ernst Heinrich Haeckel nel 1869, il termine ecologia deriva del greco óikos, “casa”, e lógos, “discorso”. L’ecologia
moderna ha avuto inizio con gli studi di Charles Darwin, che nella sua teoria dell’evoluzione mise in evidenza gli adattamenti dei diversi organismi
ai vari tipi di ambiente, sottoposti al vaglio della selezione naturale. Un altro importante contributo allo sviluppo dell’ecologia si deve al naturalista
e geografo Alexander von Humboldt, che studiò la distribuzione delle specie vegetali sul nostro pianeta.
Casa a energia solare:
Alcuni sistemi a energia solare prevedono che le strutture degli edifici siano progettate in modo da trarre il proprio riscaldamento e raffreddamento
da fonti di energia naturali, quali il sole e il vento. Ad esempio, in questa casa uno "spazio solare" funge da collettore di calore in inverno (con gli
schermi solari aperti) e da intercapedine in estate (a schermi chiusi). Le spesse pareti dell'abitazione limitano le escursioni termiche all'interno,
conservando il calore d'inverno e il fresco d'estate. Le cisterne d’acqua servono a incamerare durante il giorno il calore necessario per la notte.
La Casa Ecologica
"Tutto ciò che giace sotto il cielo appartiene alla natura. Le strade e i tetti devono essere
riempiti di alberi e in città bisogna poter respirare aria di bosco"
. Friedensreich Hundertwasser - Architetto austriaco, 1950
LA BIOARCHITETTURA
La bioarchitettura, o "biologia del costruire", non si propone solo di evitare i danni di una casa
"inquinata". Va oltre: considera la casa come un secondo "guscio" (il primo sono i vestiti). Data
questa concezione, cerca di riscoprire e recuperare sistemi di costruzione semplici e naturali a
misura d'uomo. La bioarchitettura paragona la casa a un organismo vivente. I suoi muri devono
"respirare", per trattenere il calore d'inverno e disperderlo in estate. I materiali con cui è costruita
devono essere il più possibile naturali. I colori, la forma, la disposizione delle stanze devono
generare benessere.
Il discorso va al di là dei consigli pratici dell'ecologia domestica per sconfinare nella psicologia,
nell'ecologia dei consumi, nella scelta del tipo di vita: non solo una casa senza pericoli, ma anche in positivo - una casa naturale, armonica, salutare. La "casa ecologica" diventa il nostro vestito e la
nostra opera d'arte, rivelando un diverso rapporto con gli altri e con l'ambiente. Il pensiero teorico si
traduce in ambienti in cui le persone dormono bene, studiano e lavorano con una buona
concentrazione, si rilassano senza sforzo. Dove gli ospiti sostano con piacere in ambienti armonici,
in salotti caldi e accoglienti. Dove la luce del sole entra a fiotti dalle finestre e trovano dimora tante
piante verdi.
Ma attenzione: anche la "bio-casa" può diventare una moda, un "look" da rincorrere con
superficialità. Magari solo per non sfigurare con l'amica che ha un soggiorno in perfetto stile "bio"
ed "ecologicamente corretto". Occorre quindi riuscire a distinguere l' utile dal futile, concentrarsi sui
punti essenziali che apportano veramente dei vantaggi pratici e benessere.
Arrivano i Bioarchitetti
Ci sono professionisti specializzati in materia: si chiamano "tecnici di bioarchitettura" e ricevono un
attestato di qualifica superiore al termine del percorso formativo. Sono i laureati ammessi a Trieste al
corso di specializzazione, che si propone di trasformare architetti, ingegneri e urbanisti in esperti
nell'organizzazione ecologica dello spazio edificato. Tra le materie di studio: energie alternative,
fitodepurazione (cioè la depurazione dell'aria attraverso le piante), psicologia dell'abitare, gestione
dei rifiuti.
Un check-up alla casa
Ci sono anche tecnici che effettuano perizie accurate delle abitazioni, per scoprire le cause di
fenomeni come il dormire male e l'irritabilità. E ci sono strutture che dispongono di apposite
strumentazioni per misurare la presenza di radon, formaldeide, radioattività e onde
elettromagnetiche. Il costo non è alto e l'investimento è sicuramente valido, specialmente nel caso di
terreni ancora da costruire. Le perizie vengono effettuate da architetti, medici e geobiologi
specializzati.
Per scoprire eventuali fughe di microonde (causate dall'usura o dalla cattiva manutenzione) dai
telefoni cellulari o dai forni, esiste un apparecchio speciale, è un rilevatore di microonde che si
chiama Micromac. Simile a un comune telecomando misura con sei led luminosi, il grado di intensità
della fuga. Basta avvicinarlo agli apparecchi e aspettare qualche secondo. È in vendita nelle farmacie
e nei negozi di elettrodomestici
Quanto mi costa?
Le case ecologiche costano molto più di quelle convenzionali? "Contesto questa affermazione", ha
scritto l'architetto Emilia Costa, citando tra l'altro una prova sul campo: la realizzazione di una banca
a Krumbach‚ un centro vicino a Vienna. Il direttore della Raiffensen Kasse, avendo seguito passo
passo la costruzione in chiave bioecologica della nuova sede, ha valutato in un 17 per cento in più i
costi di costruzione rispetto alla cifra preventivata per il corrispondente progetto non ecologico. La
cifra è di sicuro riferimento perché i due progetti sono stati elaborati con la stessa volumetria e
progettati entrambi nei minimi dettagli. Di più: in paio d'anni dall'inaugurazione, ha dichiarato il
direttore, è stato possibile verificare che è facile ammortizzare la differenza con consumi energetici
più contenuti.
Prodotti dall' estero
La maggior parte dei prodotti e degli ingredienti di base utilizzati per ristrutturare, costruire e
arredare una casa secondo i criteri della bioarchitettura e del "vivere sano" sono oggi
d'importazione. Provengono da Paesi come la Germania, l'Austria, la Svizzera, dove questi concetti
sono già diffusi da tempo. Basti pensare che più del 15 per cento del mercato edilizio in queste
nazioni è orientato verso la costruzione ecologica. In Italia siamo in ritardo. Spesso però i materiali
da produttori italiani costano meno di quelli d'importazione.
IN CAMERA DA LETTO
Cominciamo la nostra esplorazione della "casa ecologica" partendo dalla camera da letto. Qui si
passa un terzo della giornata e soprattutto si trascorrono le ore in cui il nostro corpo è del tutto
rilassato e, quindi, più esposto agli agenti inquinanti.
Una stanza spartana
Perfino oggetti apparentemente innocui, come impianti stereofonici, frigobar, televisori e
radiosveglie, possono emettere radiazioni elettromagnetiche sufficienti a provocare disturbi. Ma
sotto accusa ci sono anche i letti, le resine e i collanti dei mobili, moquette, tappeti, tendaggi,
rivestimenti e vernici. È importante perciò seguire alcune semplici regole. In primo luogo: dormire in
una stanza riparata dai rumori e dagli sbalzi termici, dotata di buona circolazione d'aria e giusto
grado di umidità. Anche per questo è indispensabile l'impiego, in casa, di materiali naturali. In
camera da letto, comunque, limitiamo al massimo elementi decorativi e d'arredo: è il segreto sia per
ridurre l'apporto di sostanze tossiche, sia per usare meno lucidanti e detergenti che spesso
contengono agenti chimici dannosi. Evitiamo anche tendaggi, tappezzerie e moquette in materiale
sintetico che attirano la polvere e, quindi, elementi inquinanti. Preferiamo un arredo "spartano" in cui
siano protagonisti il legno naturale, la lana, il cotone.
Fuori gli armadi
La camera da letto dovrebbe essere situata nel luogo più protetto e silenzioso della casa,
preferibilmente separata dalla zona degli armadi. Gli abiti, infatti, possono emettere alcune delle
sostanze chimiche impiegate da lavanderie e tintorie per il lavaggio a secco. Evitate di fumare in
camera da letto. Se state per accendere la sigaretta pensate che il fumo rimane nell'ambiente per
circa 500 ore. E non è affatto indicato respirarlo proprio mentre si dorme.
Il "sistema letto"
Reti, supporti e materassi, ma anche cuscini e biancheria, sono di fondamentale importanza per il
dormire sano. Le reti realizzate con listelli in legno, che si adattano perfettamente alla schiena,
abbinate a materassi in pura lana e lattice naturale, o in puro cotone, sono soluzioni ottimali per un
sonno salutare e rigeneratore. Oltre a legno e lana, la bioarchitettura, applicata al "sistema letto", ha
recuperato dalla tradizione altri materiali di origine vegetale e animale: la torba, la paglia, il cocco e il
più noto e diffuso caucciù che possono, dopo un uso costante, rivelare sorprendenti proprietà
benefiche.
Cosa metto nel materasso
La torba è una specie di terra vegetale che assorbe umidità, mantiene il calore e risulta, quindi utile
contro i reumatismi, le infiammazioni croniche e i dolori alla colonna vertebrale. Oltre a svolgere
un'azione stimolante sulla pelle, assicurando un riscaldamento omogeneo del corpo, la torba nel
materasso evita il problema dei "piedi freddi". Anche la paglia di segale pressata e sterilizzata è un
buon materiale su cui dormire. Questa fibra naturale - dicono i bioarchitetti - ha effetti positivi sulla
circolazione, sulla pressione sanguigna e sull'attività muscolare. Ottimo l'abbinamento di questi
materiali con il lattice, noto da molto tempo per l'elevata resistenza elettrica che favorisce
l'isolamento di chi dorme, dalle radiazioni magnetiche presenti nell'ambiente. Risultato: non ci si alza
stanchi, stressati e doloranti.
La testa a nord
A quanti è capitato di dormire agitati, di svegliarsi più stanchi di prima, con la schiena a pezzi e il mal
di testa? Le cause possono essere molte, ma bastano a volte pochi cambiamenti per risolvere il
problema. Innanzitutto: la posizione del letto. Gli esperti di bioarchitettura consigliano di mettere la
testata a nord, secondo l'asse magnetico terrestre.
Il cuscino di fiori
Tra i vari sistemi per favorire un sonno sano e rigeneratore, ci sono anche i cuscini ergonomici e
speciali. I "fitocuscini", imbottiti di fiori e foglie aromatiche, sfruttano gli aromi vegetali di certe
piante officinali. Mediante il contatto col guanciale, grazie al calore del corpo e alla frantumazione
delle erbe, si sprigionano, secondo gli esperti erboristi che li hanno brevettati, i vapori balsamici che
vengono assimilati dall'organismo attraverso la cute e la respirazione. L'effetto garantito è antistress e assolutamente rasserenante. Ogni 12 mesi le erbe e i fiori vanno sostituiti. Nella serie degli
ergonomici, contro dolori cervicali e similari, ci sono i cuscini in crusca di grano saraceno. Una
comoda cerniera permette di regolare la consistenza e l'altezza del cuscino, semplicemente
riempiendo più o meno il sacchetto. Vasta e articolata la collezione di guanciali anallergici ed
ergonomici, imbottiti in puro lattice naturale a ciambella, sagomati per l'incavo delle spalle, sono
comodi sostegni per il collo e la spina dorsale.
Questione di frequenze
Inquinamento elettromagnetico: quando si dorme è meglio evitarlo. Mentre infatti le radiazioni
provenienti dai campi elettromagnetici naturali sono ritenute biologicamente utili, quelle di
derivazione artificiale possono creare stress e anomalie nell'organismo, soprattutto dove coesistono
tessuti e finiture sintetiche o aria condizionata. Meno fili elettrici percorrono le pareti e meglio è,
tanto più che le spine che si usano sono sempre le stesse. Elementi come radiosveglie, televisori, hifi e computer dentro la camera da letto possono condizionare l'organismo. Secondo alcuni tecnici,
che eseguono perizie sulle influenze elettromagnetiche in casa, i valori dati dalla presenza di certe
radiosveglie a pochi centimetri dalla testa di chi dorme sono molto superiori alla soglia di sicurezza.
La tv, poi, oltre a emettere radiazioni, abbassa il livello di "vitalità" dell'aria a causa della produzione
di ioni positivi. I fili elettrici non dovrebbero passare dietro la testata del letto e i vari apparecchi
dovranno essere posti alla massima distanza (almeno un metro e mezzo). La soluzione ideale è
comunque quella di adottare un impianto elettrico di forma stellare e non a cerchio chiuso,
adottando per radio e sveglie l'uso di batterie.
Il Bioswitch
Per difendere il riposo dai disturbi elettrici, sono molto utili i cavi elettrici schermati, in acciaio
estremamente flessibile, di diverso diametro e maneggevoli, che si adattano facilmente alle
irregolarità delle tracce nei muri. Hanno però un costo elevato, per cui sono da adottarsi solo in caso
di un impianto elettrico molto articolato. Esistono anche degli speciali disgiuntori di corrente, detti
Bioswitch che, applicati al contatore, sono in grado di abbassare al minimo la tensione di corrente
nelle stanze. Durante la notte, infatti, il disgiuntore disinserisce dal quadro generale la tensione di
rete: si eliminano così tutti i campi di disturbo dati dalle oscillazioni elettromagnetiche. Il disgiuntore
entra in funzione spegnendo l'ultima lampada di casa e si riattiva riaccendendola al mattino. C'è da
precisare che la riaccensione non avviene nei casi di utilizzo di lampade al neon e quando si
vogliono attivare utensili come il trapano, l'aspirapolvere o lo spazzolino da denti elettrico. È inutile
collegare il disgiuntore con stanze come la cucina, dove ci sono apparecchi sempre in funzione
come la caldaia o il congelatore. Una soluzione può essere quella di allacciare in una linea a parte
tutti quegli apparecchi che hanno continuamente bisogno di alimentazione elettrica (come il
frigorifero, gli antifurto ecc.) e che verrebbero messi temporaneamente fuori uso dal funzionamento
del disgiuntore.
I MOBILI
L'arredamento è fondamentale per la salute dell'uomo. L'inquinamento, infatti, può essere provocato
da mobili, elettrodomestici, vernici e colle. E se non è facile ricostruire una casa dalle fondamenta al
tetto, si può pensare di rinnovarla "secondo natura": tanto legno massello e senza vernici tossiche,
poco metallo, nessun materiale sintetico.
Bentornati, vecchi mobili
Comprarsi un armadio può essere un problema, se non si sa con quali materiali è fatto e cosa è da
preferire. Chi sceglie il "tutto naturale", può puntare su vecchi armadi a due ante adeguatamente
restaurati, cassapanche, ripiani a muro chiusi da tende di cotone. In tal modo potrà utilizzare solo
elementi in legno naturale, non trattati e senza colle, formaldeide e affini. Per la finitura dei legno,
meglio quella a olio vegetale e cera d'api.
La sindrome del mobile "invecchiato"
Avete presente quei mobili "anni 60-70, ad esempio i componibili della cucina, che ancora dopo anni
emanano un cattivo odore? La causa è la formaldeide, utilizzata per la produzione di colle e nella
costruzione dei pannelli di truciolato, compensato e simili (impiegati non solo per i mobili ma anche
in controsoffittature e isolamenti termici). Il problema riguarda soprattutto i mobili comprati anni fa
perché ormai le aziende italiane fabbricano collanti e pannelli con basse quantità di formaldeide.
Almeno, così assicurano i produttori.
La formaldeide sotto la lente
La sua formula chimica è CH2O. È una sostanza presente in natura la usano le formiche nei
combattimenti per mettere ko il nemico, si trova in dosi minime nelle combustioni incomplete, come
quelle di sigaretta. Alla fine dell'Ottocento si cominciò a produrla a livello industriale e oggi viene
usata in particolare per le colle, per i prodotti di legno e per quelli utilizzati per la coibentazione di
muri e soffitti. La formaldeide è presente anche nelle tende, nella carta da parati e nelle moquette.
Viene usata come conservante anche in alcuni prodotti come i cosmetici, il sapone, lo shampoo, il
dentifricio, le vernici e per il trattamento di alcuni tessuti. È ancora largamente impiegata in certe
resine, come la fenolo-formaldeide, di largo impiego nell'industria del legno per esempio in molti
pannelli truciolari. "Agisce" in modo subdolo: si libera rapidamente nell'aria all'inizio, poi molto
lentamente e a lungo, ha un tempo di dimezzamento addirittura di sei anni. Il tasso di emissione
aumenta con il calore e con l'umidità. Vediamo come agisce sull'uomo. Se inalata provoca irritazione
degli occhi, del naso e del tratto respiratorio; edema e spasmo laringeo, disfagia, bronchite,
polmonite. Sintomi da contatto cutaneo sono: irritazione, necrosi da coagulazione, dermatite. Non è
invece ancora definitivamente accertato se sia cancerogena.
La camera dei bimbi
Nella sua stanza il bambino non solo dorme, ma trascorre molto del suo tempo. È quindi importante
che il locale sia quanto più possibile sano e sicuro. Ma i mobili, i tendaggi, le carte da parati, le
vernici per le pareti, come abbiamo già detto, non ci danno sufficienti garanzie di salubrità. Le
lavorazioni industriali, infatti, comportano molti trattamenti chimici e spesso legni, carte, tessuti, e
altri prodotti contengono, ed emettono, vapori tossici. Oltre alla formaldeide, sono molte le sostanze
guardate oggi con un certo sospetto, come i fenoli (presenti nei legni compensati e truciolati),
l'ammoniaca e il benzene (entrambi presenti nelle vernici). Quindi, mobili, tappezzerie, tendaggi
potrebbero provocare nell'ambiente domestico, e in particolare nella camera del bambino,
l'accumulo di vapori organici irritanti o comunque nocivi. Allo stato attuale delle conoscenze è
difficile stabilire che cosa è realmente dannoso e in quali quantità: perciò non ci si deve allarmare
eccessivamente. È però utile "stare in guardia", informarsi e scegliere, quando è possibile, prodotti
sicuri.
Ecco qualche consiglio pratico.
Scegliere i prodotti di aziende che esportano molto in Germania e nei Paesi nordici dove esiste una
normativa abbastanza restrittiva: la loro produzione per il mercato italiano generalmente rispetta gli
stessi livelli di sicurezza di quella per l'estero.
Usare il naso. Se aprendo un armadio o un cassetto sentiamo un odore acre e irritante, evitiamo di
acquistarlo.
Dopo aver arredato la cameretta, aerarla bene e frequentemente: a poco a poco le eventuali sostanze
nocive (a eccezione della formaldeide che, purtroppo, persiste piuttosto a lungo) se ne andranno
dalla finestra.
SOTTO I PIEDI
Il pavimento è un elemento fondamentale degli spazi in cui viviamo: contribuisce a creare il
"carattere" di un arredamento, conferisce o meno calore ai locali, può essere più o meno facile da
pulire e conservare. Al di là, quindi, del puro impatto estetico è la parte della casa con cui abbiamo
un contatto fisico continuo e diretto. È perciò importante che sia gradevole e confortevole al
massimo. Varie sono le soluzioni per rivestire i pavimenti in modo sano e funzionale.
Il legno
Caldo, naturale, con buone proprietà isolanti, il legno non deve però essere trattato con vernici
chimiche, poichè la pellicola protettiva plastificante porta a un eccessivo accumulo superficiale delle
cariche elettrostatiche facendo perdere al legno la sua capacità di interagire con il microclima
interno. Se invece è trattato con oli e cere naturali, che tengono lontani parassiti e muffe, il legno ci
darà il massimo dei vantaggi. Una buona scelta è quella dei legni nazionali, provenienti da alberi
tagliati su indicazione del Corpo forestale, come il legno di rovere, larice, abete, ontano, castagno e
betulla. In commercio si trovano le assi piallate, già pronte per essere incollate, avvitate o inchiodate
a vista. La robinia, indicata soprattutto per il parquet, è un'altra essenza nostrana da riscoprire, che
fornisce ottime prestazioni e durata. Anche le lastre di sughero - alto circa 1.0 mm e posate
direttamente sulla soletta - sono da prendere in considerazione per un pavimento piuttosto caldo e
durevole.
Il cotto
Sempre in tema di pavimentazione, un materiale da consigliare, bello da vedere e da calpestare a
piedi nudi, è il cotto. Realizzato con un impasto di acqua e argilla è un antico e splendido prodotto
della tradizione costruttiva e decorativa italiana validissimo ancora oggi. Anche le piastrelle di
ceramica sono una scelta funzionale e bio-compatibile, a patto che si possa escludere la presenza di
cariche radioattive nel composto di base e nei colori. Applicate sul fondo di calcestruzzo, le
piastrelle vanno saldate con uno strato di malta cementizia o di colla speciale: ne esistono di
atossiche.
Il pavimento in Tetrapak
Una novità interessante è il rivestimento da pavimenti in Tetrapak riciclato, una proposta ideale per
la camera dei ragazzi e per le zone di servizio: è resistente al calpestio, facile da pulire con il solo
straccio inumidito e ad alto isolamento termo-acustico. Disponibile in pannelli, è ricavato da scatole
di Tetrapak riciclate al 100 per cento, non ha formaldeide ed è trattato in modo da essere resistente a
batteri e miceti e da essere nuovamente riciclato al termine del suo utilizzo.
La moquette
È, insieme ai rivestimenti continui come le fibre di cocco e il linoleum, il rivestimento più facile ed
economico per cambiare "faccia" a un pavimento. Da un po' di anni, però, la moquette riscuote
minori consensi, soprattutto per i problemi di igiene (può essere ricettacolo di acari e batteri), di
carica elettrostatica (tende a trattenere la polvere), di pulizia (non basta il solito colpo di spazzolane e
straccio, ma serve passare spesso il battitappeto e lavarla è impegnativo).
L' IMBIANCHINO ECOLOGICO
Il requisito principale per intonaci, pitture e vernici è quello di lasciar traspirare la superficie su cui
vengono applicati: le pareti devono poter funzionare da filtri naturali dell'aria e svolgere una funzione
equilibratrice dell'umidità che, specialmente in cucina e nel bagno, può raggiungere livelli alti. I
prodotti ecologici, in vendita nei negozi specializzati, costano più degli altri, a parità di quantità,
tuttavia compensano ampiamente tale svantaggio con l'aumento del benessere in casa, la resa molto
alta, la facilità di applicazione dei successivi interventi e il freno all'inquinamento ambientale.
Smalti e vernici
Tra i maggiori inquinanti domestici ci sono gli smalti, che rientrano nella categoria delle vernici. Per
gli interni è preferibile evitare l'uso di vernici a base di metalli pesanti o funghicidi (antimuffa). Anche
il piombo, lo zinco e il cromo possono infatti provocare danni alla salute. Da preferire sono le lacche
con una bassa percentuale di solventi e vernici antiruggine a basso contenuto di metalli pesanti.
Piombo e non solo
Oltre che nelle vernici, il piombo si trova nelle tubature, negli accumulatori, nelle ceramiche e in
alcuni insetticidi. È tossico per il sistema nervoso centrale e può interferire con la sintesi
dell'emoglobina. Può dare cefalea, nausea, irritabilità, ipotensione. In particolare, bisogna fare
attenzione alle vernici che contengono il piombo come essiccante. Il piombo, comunque, non è
l'unica sostanza nociva presente nelle vernici. Quelle "sintetiche" ad esempio, durante la fase di
essiccazione liberano nell'aria molecole di resina e, nel caso di vernici poliuretaniche, una sostanza
dal nome difficile: isocianato. Basti sapere che è un elemento molto tossico per l'organismo umano e
per l'ambiente. Se ne sconsiglia l'uso nei locali chiusi.
Vernici "naturali"
Esistono anche vernici non tossiche, realizzate in conformità alle norme Cee. Sono le vernici
"sintetiche acriliche". La loro caratteristica è che non usano principalmente solventi chimici, ma
l'acqua, come diluente. Sono quindi sicuramente meno tossiche per l'uomo, pur contenendo il 15%
circa di solvente. Un malcostume adottato da molti è quello di versare gli avanzi delle pitture pitture e
vernici all'acqua nel lavandino o nei water: sarebbe meglio, invece, smaltirli in sedi più adeguate, le
stesse dove si depositano i rifiuti tossici.
Le "vernici ecologiche", sono prodotte quasi esclusiva mente con materie prime naturali come la
caseina, la creta, la cellulosa di faggio, la borace, l'olio di rosmarino e altro. Inquinano poco ma
presentano un altro problema: essendo senza conservanti di sintesi rischiano di "andare a male" nel
barattolo, se non usate entro una certa scadenza. Attenzione, quindi, a eventuali strani odori
all'apertura delle latte e, nel caso, richiedere al rivenditore la sostituzione.
Alcuni esperti e ricercatori ritengono che le pitture e le vernici ecologiche potrebbero creare muffe e
provocare allergie per l'alta presenza di componenti naturali, animali e vegetali. I produttori, dal
canto loro assicurano adeguati trattamenti con sali di boro e oli essenziali, battericidi e funghicidi. Il
rischio, comunque, può essere superato verificando i certificati di qualità che accompagnano i
prodotti e la data di scadenza.
FUORI E DENTRO CASA
L'inquinamento può anche venire dall'esterno. La minaccia non è solo lo smog cittadino, provocato
dai tubi di scappamento e dagli impianti di riscaldamento, che annerisce le facciate dei palazzi e i
polmoni. Dentro la nostra dimora possono penetrare anche altri tipi di inquinamento spesso
sottovalutati, come elettrosmog, gas naturali pericolosi, rumori.
L'elettrosmog
Se state comprando casa, sia in città che in campagna, controllate se dalla finestra si vedono grandi
antenne, trasmettitori tivù o cavi dell'alta tensione, o se sul terrazzo condominiale sorge un traliccio
della telefonia mobile. Tra i nuovi rischi dell'inquinamento ambientale, infatti, c'è anche quello da
radiazioni elettromagnetiche. È ancora poco conosciuto. Si stanno però raccogliendo dati sugli
effetti che queste radiazioni possono indurre nelle persone che abitano vicino a linee elettriche ad
alta tensione, radar e grossi ripetitori per le telecomunicazioni. L'esposizione prolungata si presume
che possa provocare disturbi di vario tipo, dallo stress nervoso, all'insonnia, fino ad alterazioni
cellulari anche gravi (si sospetta un allarmante collegamento con la frequenza dei casi di tumore
nelle zone attorno a potenti postazioni radar). La zona a rischio si estende, secondo gli esperti, fino a
un raggio di due chilometri dal punto di emissione nel caso dei ripetitori televisivi e dei radar, mentre
per distanze superiori non dovrebbe esserci alcun pericolo. Nel caso di tralicci ad alta tensione, la
distanza di sicurezza dovrebbe essere di 300 metri. Si è costituito in Italia un Comitato contro l'alta
tensione, che cerca di informare e tutelare il più possibile i cittadini che a esso si rivolgono per un
aiuto (telefonare allo 0423/487302, chiedendo di Claudio Cazzolato). Anche la Usl di Rimini sta
dimostrando un efficace servizio di assistenza per problemi connessi all'alta tensione e
all'inquinamento elettromagnetico.
La rete di Hartmann
La bioarchitettura prende in considerazione anche il terreno su cui sorge l'edificio. La casa ecologica
- consigliano i suoi fautori - non deve essere costruita su un terreno umido o che presenta una
radioattività naturale superiore alla media. Secondo alcuni ricercatori un reticolo elettromagnetico
(detto "rete di Hartmann' dal nome del suo scopritore) avvolgerebbe la superficie terrestre con una
maglia invisibile, di linee elettromagnetiche e fasce. Questa rete varierebbe però in rapporto alla
resistenza dei diversi materiali ai campi geomagnetici e in corrispondenza delle linee idriche, di fiumi
sotterranei, delle linee del vento. Dove le linee elettromagnetiche si incrociano (i cosiddetti "nodi"),
soprattutto in corrispondenza di crepacci, corsi d'acqua sotterranei e giacimenti minerari, si
ipotizzano effetti negativi sull'organismo umano.
Radon, il nemico dal sottosuolo
Circa il 40 per cento dell'inquinamento interno è causato da esalazioni dei materiali da costruzione.
In prima fila c'è il radon, un gas radioattivo che deriva dal "decadimento" dell'uranio. Inodore,
incolore e dunque invisibile, si raccoglie soprattutto nei luoghi chiusi dove la concentrazione può
risultare ben otto volte superiore che all'esterno. Il radon non è pericoloso di per sè, perché quando
viene respirato non aderisce alle mucose polmonari ed è riespulso velocemente. Sono molto nocive,
invece, le sostanze radioattive generate dal suo "decadimento", in particolare il polonio, che si
deposita nelle particelle di polvere e una volta inalato, si fissa nei polmoni, irraggiandoli. A questo
punto, il rischio di contrarre un tumore è pari a quello di chi fuma più di un pacchetto di sigarette al
giorno.
Le zone a rischio
Il radon è presente naturalmente nel sottosuolo e penetra negli edifici attraverso le fondamenta, le
micro fessure delle solette ai piani terreni, le pareti degli interrati, le giunture tra pavimento e
tubature (e perciò è più concentrato ai piani bassi delle abitazioni). Ma lo si può anche rilevare in
alcuni materiali da costruzione e di rivestimento, come il tufo, la pozzolana, il granito. Per sapere se
ce n'è troppo in casa, ci si può rivolgere a società specializzate come la Eet di Trento (per
informazioni, tel. 0461/239143) e a istituti universitari, come quello di Fisica applicata di Milano (tel.
02/2663163). A pagamento, si riceverà un rilevatore di radon da esporre per alcuni giorni negli
ambienti e riconsegnare al laboratorio per l'analisi. Per ridurre di molto l'effetto radon nelle abitazioni
è comunque sufficiente una buona ventilazione. Basta cambiare l'aria spesso aprendo più volte le
finestre durante la giornata (in particolare, quella della camera da letto prima di andare a dormire).
Silenzio, per favore
La silenziosità è una qualità importante, eppure le moderne case sono costruite con materiali che
non difendono nè dai rumori nè dalle vibrazioni. E non è solo colpa di vicini rumorosi. Le strade e il
traffico sono fonti continue di rumori, le metropolitane provocano vibrazioni alle strutture. Rumori e
suoni ci raggiungono anche durante il sonno: non ce ne accorgiamo, ma il sistema neurovegetativo
li registra. Una soluzione possibile, è applicare alle pareti e ai soffitti pannelli isolanti, utili sia per
l'isolamento acustico che per la coibentazione termica. Ma presentano un inconveniente: sono
realizzati con materiali ritenuti potenzialmente nocivi. Al contrario, i materiali vegetali, purchè non
trattati con sostanze chimiche e tossiche, risultano molto affidabili. In commercio se ne trovano sia
in lastre, sia sotto forma di granulati da inserire nelle intercapedini o da stendere sulle superfici
piane. Il sughero è il "principe" degli isolanti ecologici: difende dal freddo e, grazie alla sua porosità,
è un ottimo fonoassorbente. È permeabile all'aria e permette il ricambio smaltendo le componenti
malsane.
Fitodepurazione
La fitodepurazione verrà senz' altro utilizzata nel caso di lontananza da reti fognarie comunali e
conseguenti alti costi di allacciamento. In caso contrario dovranno essere valutati a fondo i costi ed i
benefici.
Cos'è la fitodepurazione
La fitodepurazione è un processo per depurare le acque di scarico civili (cucina, bagno) che utilizza
le piante come filtri biologici in grado di ridurre le sostanze inquinanti in esse contenute.
I trattamenti di fitodepurazione sfruttano la capacità degli ambienti acquatici, come stagni e paludi, in
cui si sviluppano particolari tipi di piante, come la canna palustre, che hanno la caratteristica di
favorire la crescita di microorganismi mediante i quali avviene la depurazione.
Il ruolo delle piante
Il denso intreccio di rizomi e radici della canna palustre, che attraversa sia in senso orizzontale che
verticale il filtro di sabbia fino alla profondità di un metro, contribuisce a rendere soffice il terreno,
assicura il continuo flusso dell'acqua attraverso il filtro di sabbia e ghiaia, fa si' che il filtro sia
sempre ben ossigenato e che in esso si sviluppino microganismi a carico dei quali avviene la
depurazione delle acque.
Come funziona
Gli impianti di fitodepurazione sono trattamenti biologici di depurazione che operano attraverso l'
azione combinata di batteri e piante. Necessitano di una depurazione preliminare, ottenuta da una
vasca "Imhoff", che opera una sedimentazione primaria. Dalla vasca Imhoff escono le acque di
scarico private delle parti solide, che verranno pompate sul filtro di sabbia attraverso un sistema di
tubi distribuito su tutta la superficie utile. L' acqua passando attraverso il filtro subisce un processo
di depurazione effettuato prevalentemente da microrganismi aerobici. Le acque filtrate vengono
quindi raccolte da un sistema di tubi posti sul fondo che le conduce ad un pozzetto di controllo e poi
pompate in un deposito per il riutilizzo nell' impianto di irrigazione dei giardini, negli scarichi dei WC
o per il lavaggio auto.
Dimensionamento
Per la fitodepurazione occorrono circa 3 metri quadri di impianto per persona collegata. Per mille
persone occorrono sui 3.000 metri quadri, ad esempio 100 m. di lunghezza per 30 di larghezza.
Manutenzione e durata
La manutenzione di un impianto di depurazione non richiede personale specializzato. Gli interventi di
manutenzione sono limitati alla pompa dell'acqua, al sistema di tubi ed alla vasca Imhoff dalla quale
devono essere asportati i fanghi primari 1 o 2 volte l' anno.
Si considera che un impianto abbia una vita media di 20 anni.
Impianto idrico
L' acqua non è una fonte inesauribile: solo lo 0,03% del totale dell'acqua del nostro pianeta è
effettivamente disponibile per gli usi umani. Il cambiamento degli stili di vita ha portato a sprechi
incalcolabili, all' esaurimento o all' inquinamento delle risorse sotterranee e a costi collettivi
crescenti.
Io spreco, tu sprechi, egli spreca....
Il primo spreco avviene nella rete di distribuzione idrica che in molti comuni, specialmente del sud, è
fatiscente e forata come un colabrodo. Le perdite nella distribuzione sono calcolate al 30%.
Nel caso nostro questo non avverrà, perchè le condutture saranno nuove di zecca e saranno anche
di moderna concezione, fatte per durare a lungo, e comunque di facile sostituzione, essendo
canalizzate.
Il secondo spreco è dovuto alla rete unica di distribuzione dell' acqua. Le acque vengono, infatti,
trattate e potabilizzate come se tutta l' acqua dovesse andare a finire nei nostri bicchieri, mentre
invece il 98% va a finire nei lavandini, nel WC, nella doccia, nella lavatrice, nella lavastoviglie, per
lavare l' auto o annaffiare il giardino.
La stragrande maggioranza degli italiani l' acqua da bere, invece, se la va a comprare e a caro
prezzo, in certi casi vicino al prezzo di un vino da tavola sfuso. Vi siete mai domandati a cosa è
dovuto questo prezzo esagerato, quando la materia prima in se stessa ha un costo zero? Incidono
innanzitutto l’ imbottigliamento, il contenitore, le spese di distribuzione, per le acque pubblicizzate
ovviamente la pubblicità e poi incide moltissimo il trasporto: non solo sul nostro portafoglio ma
anche sull' inquinamento e quindi sulla nostra salute. L' acqua è pesantissima (la merce normale
pesa in media 3 quintali a metro cubo, l' acqua ne pesa 10 ed ha un valore molto basso, quindi l'
incidenza del trasporto è altissima. Pensate che per trasportare i circa 25 milioni di litri di acqua
minerale che si bevono in italia giornalmente, occorrono 1000 autotreni! E poi spesso quest' acqua
non viene mica dall' orto dietro casa: sgorga dalle fonti pure e limpide di alta montagna, a centinaia
di chilometri da noi o addirittura viene dall' estero!
Avete fatto mai il conto di quanto vi costa? Considerando un prezzo medio di 350 lire al litro ed un
consumo familiare giornaliero di 2 litri al giorno fanno 255.500 lire l'anno ovvero 132 Euro. Sembra
poco, ma in tanti casi quelle poche centinaia di litri di acqua minerale costano di più del centinaio di
metri cubi (100.000 litri) di acqua del rubinetto consumati in un anno, che mediamente costa sulle 2
lire al litro. Fra acqua minerale e acqua potabile si arriva al 2-3% di un salario medio solo per l'
acqua! E poi si spreca perchè nella testa nostra abbiamo radicata la convinzione che l' acqua non
costa niente...
Per ovviare a questo problema e ridurre sostanzialmente i costi economici ed ambientali derivanti
dagli usi dell' acqua, il progetto SOLARIA prevede una rete di distribuzione idrica interna tripla o
addirittura quadrupla:
una rete di distribuzione dell' acqua per uso generico, prelevata da uno o più pozzi locali e
messa in rete facendogli i trattamenti minimi indispensabili (ad esempio per il calcare se l'
acqua fosse troppo dura), allacciata all' impianto generale della casa. Si potrebbe anche
prevedere il recupero dell' acqua piovana, incanalando verso un deposito od un laghetto
artificiale l' acqua di scarico dei docci. L' acqua piovana è pura ed è ottima per lavare. Se l'
acqua dei pozzi fosse troppo dura, mischiandola all'acqua piovana si eviterebbe di doverla
addolcire;
una rete di distribuzione dell' acqua potabile, cioè da bere, collegata ad un rubinetto separato
posto nella cucina. Ci sono dei trattamenti particolari che possono rendere qualsiasi acqua
gradevole da bere e quindi si potrebbe immettere nella rete dell' acqua potabile quella dei
pozzi, trattata. Se questo sistema non fosse ben accetto dalla maggioranza dei soci, ormai
assuefatti all' uso di acque minerali, si potrebbe prevedere un deposito e farsi trasportare l'
acqua da bere con autocisterne da fonti non troppo lontane. A questo punto però ci sarà chi
la vorrà liscia, chi gassata e chi Ferrarelle. Quindi, se non si vuole tornare ai vecchi tempi e
utilizzare le bustine di Frizzina, occorrerà un’ altra rete ed un secondo rubinetto per l’ acqua
gassata ottenuta aggiungendo localmente anidride carbonica;
una rete per le acque depurate, che escono dall' impianto di depurazione, collegata ai WC, all'
impianto di irrigazione del giardino ed al lavaggio auto. Con questo sistema si ridurrebbe il
fabbisogno di acqua da prelevare dai pozzi.
Una rete di distribuzione quadrupla potrebbe sembrare a prima vista molto costosa. Data, invece, la
disposizione razionale delle case e la predisposizione di un unico condotto per tutti i tubi, la spesa
per ogni rete aggiuntiva si limiterebbe al costo di circa 15 metri di tubo per ogni abitazione!
Il terzo spreco avviene nella fase finale, cioè nei consumi e qui si può fare molto con la tecnica ma
anche con l' educazione personale al risparmio idrico.
La tecnica può intervenire con apparecchiature che vengono definite "acceleratori di flusso" e
consentono di accelerare il flusso dell' acqua sfruttando il principio del "tubo Venturi" risparmiando
fino al 50% sul consumo di acqua sia fredda che calda. Sono utilizzate per il getto delle docce e per i
rubinetti. Questi sistemi evitano depositi di calcare ed evitano le variazioni di flusso di acqua calda
quando si aprono più rubinetti.
Si può anche risparmiare facendo la doccia al posto del bagno in vasca che richiede una quantità
doppia di acqua, non lasciando aperto continuamente il rubinetto mentre ci si lavano le mani o i denti
(da un rubinetto aperto escono 10 litri di acqua al minuto), facendo riparare i rubinetti che perdono e
che possono arrivare a far sprecare dai 20 agli 80 litri di acqua al giorno.
LA CASA ECOLOGICA
Come dare una vera svolta alla propria vita in senso ecologico? Sicuramente acquistando una casa
ad alta efficienza energetica o ristrutturando la propria ai fini del risparmio di energia.
Ma cosa si intende per casa ecologica? Una costruzione realizzata con materiali non inquinanti e
che limiti al massimo il consumo di energie non rinnovabili, offrendo al tempo stesso elevati
standard di qualità di vita e benessere per gli abitanti. Le tecniche usate per la costruzione delle case
ecologiche sono spesso quelle tradizionali ma in alcuni casi si ricorre alla prefabbricazione; infatti,
il mercato mette a disposizione anche case prefabbricate ecologiche, per le quali i produttori
seguono l’intero iter della costruzione, dalla progettazione alla completa realizzazione e successiva
consegna. I produttori di case ecologiche devono fornire l’elenco dei materiali utilizzati ed i
rispettivi certificati di conformità CE. I progetti di bioedilizia e di bioarchitettura sono basati su
tecnologie che tengono sotto controllo temperatura, umidità, campi elettromagnetici e sostanze
inquinanti all’interno degli edifici. Tra i materiali si prediligono quelli naturali, di produzione
locale nonchè poco inquinanti nelle fasi di produzione e smaltimento; si realizzano impianti
elettrici che limitino al massimo la presenza di campi elettromagnetici; le tecniche costruttive
adottate consentono un’adeguata traspirazione e ventilazione delle strutture; si utilizzano impianti
che limitano il consumo energetico e si adottano misure che riducono la dispersione del calore.
Grande importanza riveste anche la scelta del luogo in cui costruire, che dovrà consentire la
massima integrazione tra edificio e ambiente.
I materiali da costruzione selezionati avranno caratteristiche adatte alla funzione che dovranno
svolgere, quindi in particolare: capacità di accumulare calore, coibentazione e igroscopicità
(capacità di assorbire umidità).
Tra i materiali più usati vi sono: il legno, che tra l’altro consente di creare ambienti che infondono
serenità e rilassamento; il sughero che, trasformato in pannelli, garantisce un ottimo isolamento
acustico e termico (coibentazione) ed ha caratteristiche di traspirabilità, impermeabilità e resistenza
all’azione di insetti e roditori; la fibra di cellulosa, ottenuta dal riciclo della carta, anch’essa adatta
alla coibentazione.
Sul fronte del consumo energetico la casa ecologica è progettata e costruita per ridurre al minimo le
dispersioni di energia attraverso un efficiente isolamento termico. Per essere tale deve limitare al
massimo gli sprechi e le dispersioni, e se possibile diventare energeticamente autosufficiente
tramite la produzione di energia elettrica da fonti alternative come il Sole e il vento. Questa
tipologia di abitazione deve quindi integrarsi armoniosamente nell'ambiente circostante senza
deturparlo: per questo motivo, le case ecologiche sono costruzioni di dimensioni modeste e di
pochi piani, circondate dalla natura e da spazi verdi molto curati.
Le fonti di energia rinnovabile utilizzate nelle costruzioni ecologiche sono: energia solare
(pannelli solari termici e pannelli solari a celle fotovoltaiche); energia eolica; energia geotermica;
biomasse (sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come
combustibili per la produzione di energia).
Se costruita in una zona con buona esposizione ai raggi solari, sia per la durata dell’esposizione
nella giornata sia per la percentuale di giornate non nuvolose nell’arco dell’anno, si utilizzeranno i
pannelli solari.
Attraverso i pannelli solari a celle fotovoltaiche è possibile trasformare l’energia derivante dai
raggi solari direttamente in energia elettrica; tali celle sono infatti realizzate con alcuni materiali
semiconduttori (es. il silicio) che, adeguatamente trattati, consentono di generare elettricità quando
vengono colpiti dalle radiazioni del sole (effetto fotovoltaico). Un modulo fotovoltaico tipo è
formato da 36 celle, ha una superficie di circa mezzo metro quadrato ed eroga, in condizioni
standard, circa 50W. Più moduli assemblati insieme formano un pannello.
I sistemi fotovoltaici si distinguono in sistemi isolati (stand-alone) e sistemi collegati alla rete (grid
connected). I sistemi isolati richiedono la realizzazione di un sistema di parziale accumulo – tipo
batterie -, per poter utilizzare l’energia accumulata durante le ore diurne anche nel resto della
giornata. Nei sistemi collegati alla rete non occorre invece l’impianto di accumulo, dato che
l’energia prodotta durante le ore di insolazione viene immessa nella rete; nelle ore notturne
l’energia sarà invece fornita dalla rete e un meter scalerà la differenza del contatore. Dal punto di
vista della continuità del servizio il sistema collegato alla rete è più affidabile di quello isolato.
E i costi? I costi delle case ecologiche sono superiori di circa il 4-10% rispetto a quelli delle case
tradizionali, tuttavia le spese di gestione e manutenzione sono ridotte e la maggiore efficienza dei
servizi installati nell’edificio, riducendo la dispersione di energia, assicura un notevole risparmio
nei consumi. I maggiori costi vengono quindi ammortizzati tra i 5 e i 9 anni, senza dimenticare
che il trend del mercato immobiliare vede crescere la richiesta di questi edifici.
Quanto aiuta lo Stato chi intende investire nella trasformazione della propria abitazione in senso
ecologico? La Finanziaria 2008 (legge 244/07) stabilisce la proroga fino al 2010 delle seguenti
detrazioni Irpef e Ires: il 55% della spesa relativa a misure specifiche, quali la sostituzione di
impianti di riscaldamento, la sostituzione di doppi vetri, l’installazione di pannelli solari,
l’isolamento di pavimenti, coperture e pareti; il 55% della spesa totale per diversi interventi di
riqualificazione energetica che riducano complessivamente i consumi dell’edificio di minimo il
20% rispetto ai limiti di legge. I bonus massimi previsti per queste detrazioni vanno dai 60.000 ai
100.000 euro.
La Finanziaria prevede inoltre che, dal gennaio 2009, sarà obbligatorio presentare in Comune la
certificazione energetica dell’edificio per ottenere il permesso di costruire. Il certificato
energetico, previsto da una direttiva UE vincolante per tutti gli Stati membri, consente di valutare
l’efficienza energetica di un edificio e prevederne i costi di gestione dal punto di vista del consumo
di energia. Deve essere rilasciato da un ufficio indipendente autorizzato e presenta due
classificazioni energetiche: la prima relativa alla classe di isolamento termico dell’edificio, la
seconda alla qualità dell’impiantistica.
Dal 1° gennaio 2009 sarà inoltre obbligatorio dotare i nuovi edifici di impianti di produzione di
energia rinnovabile tali da coprire 1 kW per ogni unità abitativa e 5kW ogni 100 mq in fabbricati
industriali, compatibilmente con la realizzabilità tecnica.
Sempre dal 2009 i Comuni avranno la possibilità di fissare un’aliquota ICI agevolata (sotto il 4
per mille) a chi installa impianti a fonte rinnovabile per la produzione di energia domestica o
termica per uso domestico (durata max da 3 a 5 anni).
Forse non si tratta di provvedimenti di grande portata, tuttavia rappresentano un segnale
importante della svolta ecologica necessaria che tanto lo Stato quanto i cittadini devono compiere
per la salvaguardia dell’ambiente e, con esso, dell’intera umanità.
La casa ecologica
Tecnica di costruzione
Le strutture, concepite come volte "integrali", possono essere prefabbricate in rigidi pezzi singoli
oppure possono essere realizzate con procedimenti di stampaggio ad iniezione su reti metalliche. Le
volte in calcestruzzo a proiezione consentono forme libere ed organiche che garantiscono ambienti
ricchi di luce. Il procedimento di stampaggio ad iniezione è stato impiegato per la prima volta
all’inizio del XX secolo. Il naturalista statunitense Carl Akeley, nel , brevettò uno strumento con cui
era possibile spruzzare cemento a grani fini. La tecnica del calcestruzzo a proiezione viene
impiegata principalmente nelle opere di fondazione e nella costruzione di tunnel, mentre nelle
costruzioni in superficie viene impiegata sostanzialmente negli interventi di risanamento del
calcestruzzo. Pioniere dell’uso della tecnica del calcestruzzo a proiezione nelle costruzioni in
superficie è stato Friederich Kiesler con il suo progetto Unendliches Haus ("casa infinita"). Ad
usare nuovamente questo procedimento e ad ottimizzarlo è stato l’architetto svizzero Peter Vetsch
che con l’ausilio di questa tecnica ha costruito oltre 40 case ecologiche. Con questa tecnica, il
calcestruzzo a proiezione viene applicato su una rete metallica stirata a maglie strette saldata su
armature portanti. Queste vengono piegate e formate in base alla forma della casa prevista.
All’esterno, sulla volta, viene spruzzato uno strato spesso 20 cm di schiuma rigida di poliuretano,
isolante termico. Sopra viene posata una stuoia e la struttura viene ricoperta con uno strato di terra
da 50 cm a 3 metri. Le pareti interne di una casa di terra sono dotate di un intonaco argilloso.
Questo consente un equilibrio di umidità ideale; esso, infine, viene verniciato con tinte a calce
naturali.
Struttura e architettura
Case ecologiche
Le case ecologiche di esponenti come Peter Vetsch o Arthur Quarmby si basano sull’interpretazione
di un’architettura ecologica ma allo stesso tempo anche progressiva. Esse si contraddistinguono per
la vicinanza alla natura e consentono un’innovativa percezione dello spazio diversa dalle normali
pareti ad angoli retti. L’intenzione di base non è di adeguare la terra all’edificio bensì di progettare
quest’ultimo in modo tale che l’originarietà del paesaggio venga conservata il più possibile. Le case
ecologiche del giorno d’oggi possono disporre di tutti gli standard degli arredi interni, come ad
esempio le moderne cucine, i bagni e il sistema di conduzione della casa. Inoltre, gli edifici
vengono concepiti ogni volta in modo nuovo, non essendo fabbricati in serie. Le case ecologiche
possono essere costruite o come case singole o come aree residenziali.
Vantaggi
I vantaggi centrali dell’architettura delle case ecologiche sono rappresentati soprattutto dagli aspetti
ecologici e di sicurezza.
Condizioni climatiche confortevoli
Uno dei vantaggi ecologici principali di tali case è costituito dal loro clima abitativo. Il particolare
sistema architettonico delle case di terra crea condizioni climatiche equilibrate: refrigerazione in
estate e mantenimento del calore in inverno. Un altro vantaggio è l'umidità dell’aria pari al 50%.
Inoltre, la densità dell’aria delle case di terra rappresenta una condizione ideale per una
confortevole ventilazione controllata.
Risparmi di energia e CO2
Una delle conseguenze dirette delle condizioni climatiche migliori sono i comprovati risparmi
energetici che ogni anno ammontano fino al 50%. Dal momento che il fabbisogno di energia e
calore delle abitazioni mal isolate, insieme alla mobilità e ai trasporti, offrono il maggior contributo
al cambiamento climatico nell’ambito del consumo privato, la casa ecologica può favorire la
riduzione dell'emissione di anidride carbonica.
Resistenza ai temporali e ai terremoti
Grazie al loro sistema architettonico, le suddette case sono protette al massimo contro i forti
temporali dal momento che non possono essere né portate via, né abbattute dal vento. La statica e
l’assenza di angoli e componenti costruttivi supplementari (come il tetto), evitano inoltre quasi tutti
i punti d’attacco che altrimenti potrebbero portare ad ingenti danni. La stabilità delle forme
arrotondate combinate con l’armatura a rete costituiscono una condizione ideale per la protezione in
caso di terremoto.
Tutele e impiego del paesaggio
I tetti ricoperti di terra si inseriscono in modo naturale nell’ambiente, tutelando il paesaggio in
modo duraturo. I tetti rinverditi restituiscono una parte del paesaggio, dando così un contributo di
ossigeno-azoto alla casa. Inoltre, grazie alla consistente copertura di terra viene recuperata la
superficie utile. Oltre a ciò, le case ecologiche possono essere costruite anche nelle zone in
pendenza, come i terreni collinosi, in strutture a terrazza. La possibilità di costruire sotto terra fino
ai limiti del terreno edificabile, combinata alla struttura a terrazza, consente uno sfruttamento
economico del territorio. Malgrado l’addensamento architettonico le verdi superfici naturali
vengono conservate.
Protezione antincendio
Confrontate con altri materiali architettonici, come il legno, tali case si contraddistinguono per una
buona resistenza antincendio grazie al fatto che la sostanza principale è il calcestruzzo.
Piantagione sul tetto
Dal momento che come copertura del tetto viene usato materiale di scavo, è possibile piantarvi
piante naturali. Il tetto ricoperto raccoglie gran parte dell’acqua piovana. Questo rilascio di acqua
graduale alleggerisce i fiumi da eccessive quantità spontanee di acqua.
Luce
Contrariamente all’idea che le case ecologiche sono buie all’interno, queste vengono costruite in
modo da disporre di ampie facciate di vetro e rotondi globi di illuminazione che consentono di
ottenere ambienti chiari e ricchi di luce. Anche i bagni e i locali attigui possono essere in parte
illuminati da globi di illuminazione.
Svantaggi
La struttura delle case ecologiche ma soprattutto quelle denominate di terra, normalmente, è
caratterizzata da pareti che non sono perfettamente perpendicolari, bensì presentano forme piuttosto
arrotondate. Questo potrebbe costituire un problema per l’arredamento degli interni, soprattutto per
quanto concerne i mobili e i grandi quadri. È tuttavia possibile anticipare questo aspetto nella
pianificazione e nel progetto di una casa di terra, progettando consapevolmente pareti dritte in
determinati punti.
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LA CASA ECOLOGICA Introduzione: Casa a energia