LA MENOPAUSA d.ssa e-martinelli 1. LA MENOPAUSA 1.1 Meccanismo di regolazione ormonale 1.2 Effetti e disturbi della menopausa 2. TERAPIA FITOESTROGENICA 2.1 La Soia 2.2 Il Trifoglio rosso 2.3 La Cimicifuga racemosa 3. TERAPIA OMEOPATICA 3.1 Lachesis mutus 1 1. LA MENOPAUSA Con l’invecchiarsi della popolazione in Italia, 400.000 donne circa raggiungono ogni anno l'età della menopausa. La speranza di vita delle donne italiane dopo la menopausa si valuta a più di trent’anni, quindi una donna vivrà tanto tempo in menopausa quanto il periodo durante il quale ha avuto dei cicli mestruali! Prima della menopausa, la maggior parte delle donne entra in una importante fase fisiologica: il climaterio. Si tratta di un periodo particolare che dura 5 anni in media durante il quale, le funzioni endocrine femminili sono considerevolmente modificate. È un periodo di grande sconforto psicologico, risentito molto male, sopratutto dalle donne nella attuale civilizzazione occidentale. La conseguenza di ciò è una grande irregolarità del ciclo. I cicli possono essere allungati. Il mestruo può essere più debole (ipomenorrea) o più abbondante (metrorragia). Da questa fase di transizione della vita della donna si passa ad una successiva, nella quale tutto questo quadro sintomatologico appare di gran lunga accentuato: la menopausa. La menopausa viene definita come l'evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell'età fertile. Solitamente la menopausa si presenta intorno ai 50 anni in modo generalmente graduale. Quando compare tra i 40 ed i 45 anni si parla di menopausa prematura, prima dei 40 anni si parla di menopausa precoce, dopo i 53 anni si parla invece di menopausa tardiva. Qualora sia conseguente a interventi di isterectomia (cioè in seguito all'asporto dell'utero) si parla di menopausa chirurgica dovuta fondamentalmente alla cessazione dei naturali cicli ormonali. Il sistema di regolazione del funzionamento delle ovaie si basa su interazioni complesse che coinvolgono il sistema nervoso centrale, l'ipotalamo e l'ipofisi. 2 1.1 Meccanismo di regolazione ormonale. A livello dell’ipotalamo vengono prodotte delle sostanze (releasing hormones, RH tra cui il Gonadotropin Relasing Hormone GNRH) che agendo sull'ipofisi stimolano la produzione di ormoni particolari (le gonadotropine) che, a loro volta, agiscono sulle ovaie e sull'utero regolandone la funzione (produzione di estrogeni e progesterone, induzione dell'ovulazione, regolazione del ciclo mestruale e della funzione placentare in gravidanza). All'interno del circuito, il ritmo di secrezione è costantemente modulato dagli effetti di feed-back lunghi (provenienti cioè dalle ovaie), corti (provenienti dall'ipofisi) e ultracorti (provenienti dall'ipotalamo stesso), creandosi un flusso inverso di regolazione delle ovaie sull'ipofisi e dell'ipofisi sull'ipotalamo. La produzione di estrogeni, progesterone e l'ovulazione sono influenzati direttamente da due ormoni (gonadotropine) elaborati dall'ipofisi: l’ormone follicolo stimolante FSH e l’ormone luteinizzante o luteotropo LH. L’ormone follicolo-stimolante (FSH, follicle-stimulating hormone) è un ormone sintetizzato dalle cellule gonadotrope dell’adenoipofisi Nelle ovaie l’FSH stimola la progressione verso la maturazione dei follicoli di Graaf. Mentre il follicolo cresce, esso rilascia inibina che per feed-back negativo ostacola il rilascio di ulteriore FSH da parte dell’adenoipofisi. L'FSH produce estrogeno e progesterone, mentre l'LH permette la maturazione della mucosa uterina, la zona dell'utero dove si incontrano normalmente la cellula uovo e gli spermatozoi. Ad ogni ciclo mestruale molti migliaia di follicoli ovarici iniziano un viaggio dal centro dell’ovaio verso la superficie. durante questo tragitto producono enormi quantità di ormoni femminili (estrogeni), che stimolano la crescita dell’endometrio, la parte interna dell’utero che viene eliminata ogni mese con la mestruazione, ed inducono le tipiche modificazioni cicliche della mammella. Uno solo dei follicoli raggiungerà la superficie dell’ovaio ed espellerà la cellula uovo che sarà catturata dalle tube uterine e spinta fino 3 nella cavità dell’utero. Il follicolo che ha ovulato si trasforma in corpo luteo, una struttura deputata alla produzione soprattutto di progesterone, l’ormone che prepara l’utero alla gravidanza. Se la gravidanza non è intervenuta, la produzione ormonale del corpo luteo si interrompe, compare la mestruazione e ricomincia un nuovo ciclo mestruale. Quindi, con la cessazione del ciclo mestruale si ha la brusca caduta dei livelli di estrogeni, la scomparsa della produzione ciclica di progesterone e lo spiccato aumento delle gonadotropine FSH e LH. Nelle donne in menopausa una quota importante di estrogeni è prodotta al di fuori dell’ovaio, soprattutto nel tessuto adiposo. Essendo quindi la menopausa una conseguenza della ridotta produzione di ormoni, estrogeni e progesterone, da parte delle ovaie, si associa ad essa una serie di modificazioni generali, corrispondente alla fine della ovulazione e della produzione di estrogeni. Il corpo femminile per un fenomeno naturale comincia a produrre un estrogeno meno potente chiamato estrone a partire dalla fine dei 40 anni o all’inizio dei 50, e se si gode di un buon equilibrio psico-fisico, questa transizione e’ spesso graduale e asintomatica. Ci possono essere fattori che favoriscono la menopausa, come il tabagismo, il sottopeso, la malnutrizione, l’isterectomia, la legatura delle tube, e fattori che la ritardano, come il sovrappeso, il fibroma uterino, il diabete mellito. 1.2 Effetti e disturbi della menopausa Nella maggior parte dei casi la menopausa si può accompagnare a disturbi e malesseri: a volte sono solo fastidiosi, altre volte possono compromettere la qualità della vita. I disturbi possono avere un carattere di tipo neuropsicologico, accompagnato quindi da: insonnia, astenia, irritabilità, ansietà, depressione, gelosia e forte alterazione dell’umore. Accanto a questi c’è tutto un quadro di disturbi a carattere per lo più vasomotorio che possono 4 quindi dare: vampate di calore, sudori notturni, cefalee, palpitazioni, capogiri. Nel 70-80% dei casi i problemi più ricorrenti sono le vampate di calore ed i sudori notturni d’intensità e di frequenza variabili. Dopo qualche anno la densità ossea comincia a diminuire portando a problemi di osteoporosi, disturbi osteoarticolari come artrosi, deformità articolari e dolore articolare; si osserva un assottigliamento della parete vaginale che si accompagna a secchezza, oltre che a un indebolimento della vescica. Conseguenti alla menopausa possono però essere anche patologie di maggiore rilevanza. A distanza di dieci anni si corre il rischio maggiore di morire per attacco cardiaco o infarto che non prima della menopausa, quando gli estrogeni in circolo rappresentavano un fattore di protezione. Ci possono essere disturbi urologici e ginecologici, come infezioni ricorrenti quali cistite, incontinenza urinaria, prurito, leucorrea, metrorragie, perdite emorragiche disturbi vasomotori come cefalea, emorroidi, ipertensione. Per far fronte a tutta questa serie di disturbi indesiderati la medicina naturale offre sicuramente dei validi rimedi. Tra questi svolgono un ruolo fondamentale i fito-estrogeni o estrogeni naturali, e la terapia omeopatica. 5 2. TERAPIA FITOESTROGENICA. I fito-estrogeni sono composti vegetali che vengono trasformati in estrogeni nell'intestino e sono ampiamente propagandati negli Stati Uniti come sostituti "naturali" degli estrogeni nella terapia della post-menopausa. Sono degli estrogeni deboli che si trovano in natura nelle piante e devono essere assunti in larga quantità per avere l'effetto desiderato. In natura i fito-estrogeni, ovvero i composti non steroidei di origine vegetale, sono presenti in circa 300 piante, sotto forma di precursori, i quali vengono successivamente metabolizzati nell'organismo, nei corrispondenti principi attivi. I risultati degli effetti favorevoli dei fito-estrogeni nelle donne in postmenopausa sono principalmente di tipo epidemiologico: è stato visto che l’incidenza delle vampate è del 70-80% tra le donne europee e del 14-18% tra le donne orientali che hanno un’alimentazione ricca di soia, la loro azione principale, infatti, è quella di andare a ridurre le vampate di calore, tipiche della menopausa. Alcuni studi hanno dimostrato che l’integrazione con farina di soia può ridurre le vampate del 40% in un periodo di tre mesi. Inoltre è stato visto che una dieta contenente soia può ridurre la colesterolemia e l’incidenza di tumore mammario. I fito-estrogeni sono in grado di ridurre l’incidenza di malattie cardiovascolari. La scoperta dell’esistenza di recettori di tipo beta per gli estrogeni a livello della parete vasale, ha reso plausibile un ruolo funzionale a livello dell’apparato cardiovascolare. L’azione protettiva si realizza sia sui grassi contenuti nel sangue, anche a basse dosi (riduzione delle LDL-colesterolo e del colesterolo totale), sia sulla parete dei vasi arteriosi (rallentamento del processo di aterosclerosi, mediante un’azione antiossidante e una riduzione dell’aggregazione piastrinica). L’eccessivo accumularsi delle piastrine lungo la parete interna dei vasi favorisce, infatti, i microcoaguli responsabili poi dell’ostruzione arteriosa che favorisce infarti e ictus. Non risultano ad oggi documentati effetti di estratti contenenti isoflavoni sulla 6 pressione vasale arteriosa, ma è stato dimostrato un significativo incremento dell’elasticità arteriosa indotto da isoflavoni della soia e del trifoglio rosso, effetto di pari intensità di quello indotto dalla terapia estrogenica sostitutiva. Anche recenti studi ex vivo su piccole arterie sub-cutanee di donne in menopausa con patologie coronariche hanno ben documentato una risposta dilatativa dei vasi dopo incubazione con fitoestrogeni quali genisteina. Possono inoltre agire in senso favorevole nella prevenzione della comparsa dell’osteoporosi. Sempre studi di tipo epidemiologici hanno dimostrato che le popolazioni orientali hanno una minore incidenza di osteoporosi rispetto alle occidentali. I componenti attualmente noti da un punto di vista chimico, dei fitoestrogeni sono i comestoni, gli isoflavoni, i lignami, i lattoni dell'acido resorcilico. Sono presenti in moltissimi vegetali, quali i legumi, le radici, la frutta, la verdura, ed hanno una azione simile anche se più blanda dell'estradiolo prodotto dall'ovaio, ma non per questo sono meno efficaci. I fito-estrogeni vengono attivati e resi disponibili dall'organismo grazie alla azione della flora batterica intestinale, e quindi è bene avere un intestino sano per far si che questi possano essere attivati nell'organismo, è anche facile pensare come l’assorbimento dei fito-estrogeni possa variare da soggetto a soggetto e, anche nella stessa persona in relazione all’alimentazione complessiva, all’uso di antibiotici che alterano la flora batterica intestinale e alla presenza di patologie intestinali, quali colite o stipsi. I comedoni, si trovano, in quasi tutti i germogli e in special modo nei fagioli, nei cavolini di bruxelles, nel trifoglio, nei semi di girasole. Gli isoflavoni, si trovano nei semi della soia, nel trifoglio rosso e nei legumi. I lignami, si trovano in quasi tutti i cereali, come il germe di grano, nel frumento, nel riso, nella crusca, nel luppolo, nei semi di lino, nell'olio di oliva, spremuti a freddo, e in tutte le sostanze vegetali, con una più alta concentrazione nei semi di sesamo e di lino, frutti di bosco, mirtillo, ciliegia e pappa reale. 7 2.1 La Soia. La soia è una pianta erbacea annuale originaria dell’Asia, della quale se ne usano i semi. Le foglie sono trifogliate, i fiori dal colore violaceo o bianco sono riuniti in gruppi di 2-5 a formare delle infiorescenze, dette racemi e sono situati in posizione ascellare. L'olio e le proteine sono concentrati per la massima parte nei cotiledoni. La soia rientra nel gruppo dei flavonoidi cui appartengono gli isoflavonoidi e i fenoli, con struttura simile all'estradiolo. I più studiati sono gli isoflavoni della soia (soja hispida maxim.): genisteina, daidzeina e gliciteina. Dal punto di vista chimico sono fenoli eterociclici con struttura chimica simile a quella dell’estradiolo con azione anche se più debole simile agli estrogeni. Aiuta ad abbassare i grassi nel sangue, è energetica, contribuisce alla costruzione cellulare dei muscoli, delle ossa, dei nervi. E' un potente rimineralizzante ed equilibrante cellulare, contiene inoltre proteine che in una dieta vegetariana possono sostituire tranquillamente la carne. La lecitina di soia, favorisce la digestione dei grassi, abbassa il colesterolo, previene la aterosclerosi, l'infarto e l'ictus cerebrale, evita la formazione dei calcoli biliari, contribuisce alla depurazione del fegato e dei reni, riduce le lipoproteine a bassa densità, LDL nocive e fa aumentare quelle ad alta densità, le HDL benefiche. E' utile nei casi di affaticamento mentale, 8 favorisce i processi di memorizzazione, aumenta i livelli del metabolismo energetico, mantiene la fluidità cellulare; è coadiuvante nelle psicosi affettive, nelle malattie maniaco depressive, nella cura dell'epatite, svolge anche una azione antivirale, previene le malattie cardiache, ed è di aiuto nei problemi dell’apparato genitale femminile e maschile. I fitoestrogeni hanno due tipi di azione: simil-ormonale e non-ormonale. L’azione di tipo simil-ormonale permette la protezione da alcuni tumori ormono-dipendenti, dalle malattie cardiovascolari e dall’osteoporosi. I fitoestrogeni, infatti, si legano ai recettori degli estrogeni, cioè a quelle strutture chimiche dalle quali dipende l’innesco di processi cellulari, regolati da questi ormoni. Possono comportarsi da estrogeni deboli, ossia da agonisti, o da antiestrogeni, ossia da antagonisti, in base al tipo di recettore, alfa o beta, cui si legano. L’azione non-ormonale consente di ridurre il rischio di alcuni tumori. I fitoestrogeni sono in grado di inibire la differenziazione e la proliferazione di cellule maligne, cioè la loro capacità di moltiplicarsi e di invadere l’organismo; inoltre impediscono la formazione di nuovi vasi sanguigni, elemento importante perché un tumore possa crescere. Infine, i fito-estrogeni possiedono anche un’attività antiossidante, e quindi riducono i radicali liberi che accelerano i processi d'invecchiamento, e una lieve attività antiinfiammatoria e antiipertensiva. Non è facile stabilire una dose raccomandata specifica. Per conferire protezione nei confronti delle vampate di calore sono state utilizzate dosi di 45-90 mg di isoflavoni della soia, che significano circa 2-3 porzioni di cibi a base di soia al giorno. Essendo quindi molto difficile integrare tale alimento nella nostra dieta, ed in particolare nei quantitativi da poter avere un’efficacia, si evince come sia importante l’acquisizione di tali nutrienti attraverso integratori fitoterapici. 9 2.2 Il Trifoglio rosso. Il trifoglio rosso (Trifoglium Pratense l.) è un altra importante pianta impiegata per la cura dei sintomi pre e post menopausa. E’ una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle leguminose. La specie T. pratense è tra le più comuni e nasce spontanea in pianura. E' una pianta alta fino ai 40 cm e presenta uno stelo peloso sui cui si trovano le foglie. I fiori sono delle infiorescenze color rosso porpora. Il Trifoglio rosso o pratense è comunemente conosciuto con il nome inglese di 'Red Clover' ed ha oggi fama di essere un potente fitormone. In Italia il Trifoglio è assai diffuso e ne esistono decine di specie diverse. Della specie T. pratense si usano le infiorescenze raccolte in estate al momento della massima fioritura, poi essiccate, da cui si ottengono le polveri e gli estratti a scopo fitoterapico: in particolare sono disponibili estratti standardizzati in isoflavoni per la preparazione di forme orali solide. Il principale impiego terapeutico è nella sindrome della menopausa e disturbi correlati, rischio cardiovascolare, affezioni delle vie respiratorie, affezioni della pelle. A questa recente indicazione si associano le proprietà tradizionali: in Cina ed in Asia era assai diffuso l'uso come espettorante e negli attacchi d'asma; inoltre era impiegato 10 come diuretico, sedativo, antinfiammatorio e bechico. Si tramandano inoltre applicazioni topiche su piaghe cutanee ed impacchi nelle affezioni dell'occhio. Preparazioni di Trifoglio rimangono tutt'oggi un rimedio importante nel trattamento esterno di eczemi e di altre affezioni cutanee, nonché come espettorante in caso di tosse e bronchiti. Le prime ipotesi sulle potenzialità fito-estrogeniche della pianta derivarono dall'osservazione di 'effetti contraccettivi' sul bestiame (pecore). Da qui, l'approfondimento dello studio del suo fitocomplesso, a metà del secolo scorso, confermò che il Trifoglio rosso è una fonte concentrata di composti fitoestrogenici. Il fitocomplesso della pianta è infatti caratterizzato principalmente da sostanze di natura isoflavonica. Contiene isoflavonoidi (biocianina A) e isoflavoni (genisteina, daidzeina), derivati cumarinici, glucosidi cianogenici, olii volatili, acidi fenolici (acido salicilico), sitosterolo, tocoferoli, minerali (calcio, rame, magnesio,fosforo). Nel fitocomplesso sono state rilevate anche significative quantità di vitamina E. Il Trifoglio rosso è quindi oggi considerato uno dei rimedi utili per alleviare i disturbi correlati alla menopausa e una efficace alternativa naturale alla terapia ormonale sostitutiva. Gli studi farmacologici e clinici indicano che gli isoflavoni del Trifoglio pratense sono attivi sui sintomi vasomotori della sindrome della menopausa, bilanciando le concentrazione degli ormoni sessuali nelle donne nel periodo perimenopausale. Osservazioni positive si hanno anche sulla modificazione della densità ossea, con riduzione della perdita di massa ossea a seguito della somministrazione a lungo termine di estratti standardizzati di Trifoglio rosso. Infine, non meno importante, è l'influenza sul quadro lipidico e cardiovascolare concomitante alla menopausa: il trattamento con estratti di Trifoglio contribuisce alla prevenzione del rischio cardiovascolare associato allo sbilancio estrogenico. L'efficacia del Trifoglio è quindi evidente e ampiamente sostenuta da studi clinici controllati e contro placebo. Sono noti 11 anche dati di farmacocinetica che confermano il profilo di assorbimento e biodisponibilità sia nell'acuto che per trattamenti prolungati. Molto più di recente, altri approfondimenti farmacologici sulla pianta hanno rilevato proprietà antivirali e antifungine attribuibili alla produzione di fitoalexine in risposta all'infezione. Il limite giornaliero stabilito per l'integrazione con isoflavoni è di 80 milligrammi. Generalmente ben tollerati, gli isoflavoni, quando assunti in forma di integratori, soprattutto a dosi elevate (escludendo quindi l'uso alimentare della soia e dei suoi derivati), non sono del tutto esenti da effetti collaterali, legati prevalentemente alla loro attività estrogenica. Gli studi farmacologici e clinici indicano il Trifoglio come una pianta sicura. Possono verificarsi in rari casi, disturbi a livello intestinale (stitichezza e nausea) e più occasionalmente rash-cutanei, emicrania e perdite vaginali. Cautela nell'uso va fatta, inoltre, per il possibile potenziamento di attività tra le varie piante ad attività estrogenica, quali la soia, il trifoglio rosso, la cimicifuga, la liquirizia. Il rischio di effetti collaterali aumenta quando l'uso dell'integratore è inserito in un regime dietetico ricco di proteine di soia: in questi casi diventa, infatti, difficile stabilire la dose giornaliera di isoflavoni effettivamente assunta. L'uso di integratori a base di isoflavoni in associazione a un'eventuale terapia estrogenica o contraccettiva, per la possibile azione di competizione con i recettori degli estrogeni, è di esclusiva pertinenza medica. Da non sottovalutare sono le possibili interazioni, sempre relative agli effetti estrogenici di tali integratori, con il tamoxifene: la genisteina potrebbe infatti antagonizzare gli effetti del farmaco. Il trifoglio rosso può essere utilizzato in associazione con la soia o da solo. L’utilizzo del trifoglio piuttosto che la soia può esserci in caso di donne che manifestano delle reazioni avverse se non casi di allergia conclamata alle proteine della soia stessa. 12 2.3 La Cimicifuga. Altra buona fonte di fitoestrogeni naturali è la Cimicifuga racemosa l.. E’una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, originaria del nord–america. Contiene glicosidi triterpenici, in particolare acteina e 27desossiacteina. Vi sono poi flavonoidi, acido isoferulico e una percentuale piuttosto abbondante di tannini. Questa pianta ha azione anti-infiammatoria e antireumatica, in particolare in pazienti con artrosi, dolori muscolari e nevralgie conseguenti a fatti reumatici, e sembra piuttosto attiva anche contro la cefalea, particolarmente in quella di origine muscolo-tensiva. L’azione più nota di questa pianta è quella sui disturbi neurovegetativi della menopausa, in particolare sulle vampate di calore. Uno studio nel ratto ha cercato di chiarire il meccanismo d’azione della cimicifuga per quel che riguarda la sua azione sui disturbi neurovegetativi della menopausa. Molto interessante è stata l’osservazione che l’estratto di cimicifuga poteva legarsi assai bene ai recettori per la serotonina posti nell’ipotalamo (un nucleo di cellule nervose situato nella parte bassa del cervello), svolgendo così un’azione simile a quella della serotonina. Questi dati indicano che l’effetto positivo della cimicifuga sulle vampate di calore può essere dovuto ad un effetto stimolante 13 sui recettori per la serotonina a livello ipotalamico. Essa allevia notevolmente i dolori frequenti in molte donne in vicinanza del ciclo mestruale e veniva anche usata in passato per preparare la donna al travaglio del parto. Sono stati fatti 9 studi clinici per valutare l’efficacia e la tollerabilità della Cimicifuga nei disturbi neurovegetativi della menopausa. In totale si trattava di 1166 donne. La durata media di questi studi è stata di 3 mesi. Si è visto che l’80% delle pazienti ha ottenuto risposte positive, con significativi miglioramenti nei sintomi neurovegetativi tipo vampate di calore, sudorazioni, cefalea, palpitazioni cardiache, ronzii alle orecchie, nervosismo e irritabilità, disturbi del sonno e stati depressivi. Il 93% delle donne coinvolte non ha notato la comparsa di effetti collaterali rilevanti. Solo nel 7% delle pazienti sono stati segnalati moderati disturbi gastrointestinali, prontamente regrediti con la sospensione della terapia. Altri studi hanno valutato l'effetto della Cimicifuga sui livelli di calcio e di fosforo nel sangue e sulla densità ossea in ratti privati delle ovaie. Si è notato che questa pianta tende a ridurre i livelli di calcio e di fosforo nel sangue e favorisce l'aumento della massa ossea, potendo quindi essere utile per combattere l'osteoporosi tipica della donna in menopausa. E’ controindicata in gravidanza perché può aumentare la contrazione della muscolatura liscia uterina. Controindicata anche durante l’allattamento. La somministrazione per 6 mesi nel ratto di un estratto di Cimicifuga a dosi 90 volte più alte di quella terapeutica non ha provocato segni. 14 3. TERAPIA OMEOPATICA. Lo scopo della terapia omeopatica è quello di individuare ( attraverso indagini molto diverse da quelle della medicina allopatica) e di correggere, con la somministrazione di rimedi omeopatici altamente diluiti e dinamizzati, lo squilibrio che sta danneggiando la struttura energetico-organica dell’organismo in esame. L’Omeopatia non tratta mai un sintomo isolatamente, ossia non si contrappone a quello che è un modo di esprimersi dell’organismo, nel suo sforzo affannoso di ritornare da solo all’equilibrio, bensì invece cerca, attraverso terapie personalizzate ed individualizzate, di mantenere se c’è, o di ristabilire se non c’è, l’equilibrio psico-fisicoenergetico di ogni essere vivente. In quest’ottica è chiaro che non esiste un protocollo terapeutico standard per la menopausa e per i suoi disturbi,così come per ogni altra patologia. La menopausa è vista come un passaggio naturale ed obbligato della vita di ogni donna. Alcuni rimedi omeopatici, in virtù dell’azione generale e profonda che li contraddistingue, possono diventare un valido trattamento alternativo o complementare per i disturbi della menopausa. Prima di intervenire con un trattamento omeopatico è utile ricordare che, se si identifica un rimedio di fondo che corrisponde bene alla persona nella sua interezza (il che richiede l'assistenza di un medico esperto), la somministrazione di quel rimedio agisce contemporaneamente su tutte le funzioni dell'organismo, rendendo inutile l'associazione di più medicamenti. Questo è valido in particolare per rimedi come Lachesis, Sepia e Graphites, che agiscono bene sulle vampate ma anche su altre condizioni come l'osteoporosi e le palpitazioni. Ove questo non sia possibile ci si accontenterà di agire invece in modo 'misto' sulle varie situazioni di disturbo, scegliendo uno o due rimedi in base alla descrizione che meglio corrisponde ai sintomi presentati. Molto efficace può essere anche l’associazione della terapia 15 omeopatica con i rimedi che la fitoterapia ci offre, pratica che in genere consente comunque di evitare o ridurre al minimo l'uso di preparati ormonali o chimici. In questa tesina è stato preso in esame un trattamento omeopatico a base di lachesis mutus. 3.1 Lachesis Mutus. Lachesis Mutus è il rimedio più utilizzato in menopausa. Appartiene alla famiglia dei viperidi (Viperidae). Esistono numerosi serpenti del genere Lachesis, la specie Lachesis muta, nota anche come crotalo muto o surucucù, è un grande serpente velenoso diffuso in parte del Centro e Sudamerica. Si tratta di un serpente della lunghezza di circa due metri, dal morso chiaramente mortale, che vive nella giungla dell'America del sud. Nel 1928 Hering, famoso omeopata tedesco, poi trasferitosi negli Stati Uniti, si recò nell'alta Amazzonia allo scopo di catturare un esemplare vivente di Lachesis mutus per estrarne il veleno e studiarne le eventuali applicazioni in ambito omeopatico. Dietro promessa di una grossa ricompensa, lo studioso invitò gli indigeni alla cattura di un esemplare del terribile Surucucù, temuto dagli stessi 16 perché considerato letale al solo avvicinarcisi. Essi riuscirono a catturare un serpente delle dimensioni superiori ai due metri, Hering riuscì così con un bastone a stordire il serpente e con molta cautela spremette il contenuto della ghiandola velenosa in un recipiente di vetro. Il semplice fatto di avere effettuato questa manipolazione lo avvelenò ad un punto tale che fu colto inizialmente da febbre, poi delirio ed infine coma che durò diversi giorni. Il veleno del Lachesis irrita le mucose, provoca l’infiammazione e necrosi dei tessuti, distrugge gli elementi nobili del sangue cioè le emazia, i leucociti e le albumine del siero, ne deriva che il soggetto presenta disturbi di irritazione, necrosi, emorragie e suppurazioni. Questo veleno determina accelerazione della velocità di coagulazione sanguigna seguita da incoagulabilità e rallenta la velocità di sedimentazione. La dose mortale del veleno di Lachesis è un centesimo di milligrammo per ogni chilo del peso dell’essere vivente aggredito. In omeopatia Lachesis, si presenta molto bene come rimedio prettamente femminile e dalle caratteristiche senz’altro particolari e ben riconoscibili. Il neonato Lachesis è un soggetto che ha avuto dei problemi respiratori durante il parto, spesso è stato rianimato appena nato (dobbiamo ricordarci che il veleno di serpente blocca gli atti respiratori); è sonnolento, dispnoico, con delle difficoltà ad addormentarsi, con una spiccata ipersensibilità cutanea (appena lo si tocca piange, il pediatra non riesce mai a visitarlo), si sveglia spesso di notte con un pianto disperato inconsolabile. Il bambino Lachesis non riesce molto bene a scuola, è indolente, sempre stanco, ha poca memoria, candidato ideale ad ogni tipo di ricostituente, timido ed apatico. La donna Lachesis di solito è bruna e magra. Non ama essere contraddetta, ma contraddice tutti, non tollera i propri errori facendoli diventare gli errori degli altri. E’ una persona intrigante e curiosa. Ha una spiccata memoria soprattutto per i particolari, si ricorda perfettamente situazioni accadute diversi anni prima con dovizia di particolari a dir poco 17 maniacale. Lachesis rappresenta la donna gelosissima che prova sospetti ingiustificati su chiunque, ha un'aggressività molto marcata. E' invidiosa, sospettosa fino alla paranoia, con una marcata tendenza a mettersi sempre in evidenza e non accetta che qualcuno sia meglio di lei. In realtà questo denota un profondo complesso di inferiorità, un profondo senso di colpa, non si sa bene di che cosa. Questo deragliamento di sentimenti la spinge verso il delirio di persecuzione. Molto spesso sono persone che vivono malissimo la malattia, la vivono come una persecuzione, come un segno divino e cercano in ogni modo di incolpare gli altri di quanto soffrono. La sua estrema sospettosità la porta a pensare che si parli male di lei, che si trami contro di lei. Bisogna stare attenti alle Lachesis arrabbiate in quanto, come i serpenti, attaccano senza esitazioni. Kent, importante omeopata del 900, scrive: “Lachesis sembra adattarsi perfettamente all'umanità intera, poiché essa è piena di veleno, ed il veleno non fa altro che metter in evidenza ciò che è inerente all'uomo; la mentalità di Lachesis mette in evidenza l'orgoglio, la vanità, l'invidia, l'odio, lo spirito di vendetta e di crudeltà dell'uomo”. Tutti questi sentimenti altro non sono che una conseguenza dell'orgoglio e di un amore di se stessi mal riposto. Caratteristica fisica peculiare di Lachesis, è senz’altro la lateralità sinistra, le faringiti di Lachesis iniziano sempre a sinistra e poi interessano la parte destra della gola, peggiorano con la deglutizione di liquidi caldi. E’ caratterizzata nell’ avere la testa calda e le estremità fredde, onde per cui non sopporta il calore del sole sul capo, preferisce degli impacchi freddi ma non sopporta il freddo in quanto tale. Lachesis non tollera indumenti che costringono la regione del collo come sciarpe, maglioni a dolce vita, cravatte e camicie, in quanto le danno la sensazione di non poter respirare; alle volte non tollera neppure il peso delle coperte perché le provocano una sensazione di mancamento di respiro. Le gengive di Lachesis sono rosse, gonfie, quasi violacee (come Mercurius, che presenta però l'impronta dei denti sulla 18 lingua), facilmente sanguinabili con sangue rosso scuro, violaceo. L'addome di Lachesis è globoso e meteorico e per questo motivo non sopporta alcun tipo di cintura né vestiti stretti in vita. Il colore preferito dalle Lachesis è il viola. Lachesis è il grande rimedio omeopatico della menopausa, delle vampate di calore che si accompagnano ad un freddo glaciale ai piedi, associate a palpitazioni, cefalee violente (maggiormente alla parte sinistra del capo) e senso di soffocamento con bisogno di respirare aria fresca. Dal punto di vista umorale è un ciclotimico: al mattino in genere si presenta depressa, ansiosa e astenica, nel tardo pomeriggio e alla sera, al contrario, diventa attiva e si mostra spesso eccitata e piena di energia. Anche sul piano caratteriale riscontriamo la stessa bipolarità: di indole sostanzialmente schiva (in genere perché molto diffidente), reagisce con estrema aggressività a qualsiasi stimolo negativo. Altra caratteristica fondamentale del Lachesis è la loquacità: parla in maniera a volte ininterrotta, passando da un argomento all'altro senza apparente logicità, non dando modo al proprio interlocutore di intervenire e non ascoltando le sue risposte. A livello terapeutico il Lachesis si segnala principalmente per i seguenti disturbi: -sindrome premestruale, vampate di calore, cefalea, ipertensione arteriosa, sbalzi di umore e altre manifestazioni psichiche (gelosia, depressione, paure) riferibili alla diminuzione del flusso mestruale del climaterio ed alla menopausa; -sinusite, faringiti e tonsilliti che iniziano a sinistra e poi interessano anche la parte destra della gola, con colorazione purpurea della gola e dolore a seguito di deglutizione di liquidi caldi -abuso di sostanze alcoliche con disturbi del carattere, del sonno e della digestione (il Lachesis viene considerato un inibitore degli effetti dell'alcool) 19 -epistassi, ecchimosi -insonnia con -cefalea ed risvegli con ematomi ad bruschi e senso insorgenza vampate di spontanea di calore vertigini - dolori addominali e disturbi gastrointestinali. Tutti i sintomi Lachesis, che hanno almeno inizialmente una lateralità sinistra, peggiorano con la diminuzione o la scomparsa dei flussi fisiologici o patologici (mestruo, sudorazione, rinorrea), con il contatto cutaneo, con il caldo e al risveglio mentre migliorano all'aria aperta, con la ricomparsa dei flussi e con un clima temperato. Il Lachesis Mutus, come tutti i prodotti omeopatici, è disponibile in diverse forme commerciali. Le più utilizzate sono la Tintura madre e le sue varie diluizioni decimali e i granuli con le differenti diluizioni centesimali. Un valido approccio terapeutico per donne che manifestano i sintomi tipici della menopausa, potrebbe essere l’assunzione di Lachesis 5CH cinque granuli al risveglio, quindi una dose di Lachesis ogni sette giorni partendo dalla 7,9,15,30CH, quindi 30,200,1000 e 10000CH, ripetendo questa cura per almeno 5 cicli sino alla riduzione quasi totale dei sintomi. Concludendo di può affermare che dagli studi epidemiologici recentemente condotti Lachesis è il rimedio che più corrisponde con significatività, per la sua similitudine sintomatologia e per l’efficacia terapeutica, alla sindrome psichica della menopausa. 20 BIBLIOGRAFIA Corletto F, Menopausa e terapie naturali - Tecniche Nuove, Milano 1998 D. Demarque, J. Jouanny, B. Poitevin, V. Saint Jean Farmacologia e materia medica omeopatica Tecniche Nuove Kreijkamp-Kaspers S, Kok L, et al . Effects of soy protein containing isoflavones on cognitive function , bone mineral density, and plasma lipids in postmenopausal women: JAMA2004;292(1):65-74 a randomized General Hospital controlled eand University trial. of Massachussets. Adlercreutz H: Phytoestrogens: Epidemiology and a possible role in cancer protection. Environ Health Perspect, 1995. Fitoestrogeni. Medical Letter 2000. Borrelli F. et al. Cimicifuga racemosa: a systematic review of its clinical efficacy. Eur J Clin Pharmacol . 2002. 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