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tra
parentesi
Nel mondo
Dall’Europa agli Usa
vince la multimedialità
Così i telespettatori, piccoli e adolescenti,
sono “coltivati” su numerose piattaforme
ALESSANDRA COMAZZI
L
L’ascolto
dei bimbi
I bambini
fanno ascolto.
Sono diventati
fondamentali
nelle scelte
delle famiglie
e così anche
nei palinsesti
Le tecnologie
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LO STREAMING NETFLIX
Il servizio offerto dalla società
statunitense, oltre al noleggio di
film e videogiochi, permette anche
di accedere - con un
abbonamento - ad un’infinità di
canali “on demand” via streaming
come la nuova Playstation, che ha
un canale tutto suo, o mini network in rete come Vine, Vimeo,
Dailymotion o iTube che consente di vedere i filmati anche offline.
Un fenomeno planetario che si ripete in Germania, Italia, Francia,
Gran Bretagna... la tv ovunque la
fa da padrona a tal punto che i
produttori televisivi si stanno ingegnando per non perdere definitivamente gli spettatori del futuro,
che altro non sono che i teenager
di oggi. “E il problema non è solo
per i network, ma anche per i genitori che, soprattutto con i figli
più giovani, sembrano non aver
più alcun controllo - ricorda Erina
Fazioli Biaggio, autrice di più libri
dedicati a bambini e tv come “Videodipendenti o Videointelligenti?” -. Cambia lo strumento, ma il
principio resta lo stesso e forse la
dipendenza è anche maggiore. È
vero, la libertà è bella e poter seguire la trasmissione preferita
senza dipendere dagli orari tv è
comodo, come è vero che l’offerta
si è moltiplicata, ma chi ne garantisce la qualità?”.
E anche la radio non è immune dalla tendenza. Uno studio
della Bbc, infatti, segnala che tra
gli utenti dai 16 ai 24 anni, il 30% si
avvale dello streaming e solo il
24% ascolta la radio. Insomma, le
nuove generazioni non sanno che
farsene dei vecchi media, preferiscono ascoltare musica, guardare
film, serie, cartoni, video musicali
e altro utilizzando smartphone e
tablet.
[email protected]
Q@EzioRocchiBalbi
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La novità
E ora arriva Tino,
il pupazzo che farà
da tata ai bambini
I
Due personaggi
che si inscrivono
nella tradizione
dei “muppets”
televisivi
UN PO’ REGISTI CON VINE
Vine è un'applicazione gratuita
che permette agli utenti di creare
video e condividerli su numerosi
social network, come Twitter
o Facebook
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LE CONSOLE DI GIOCO
Un modo per accedere a canali
dedicati o a servizi particolari
online è quello di “transitare”
attraverso console di gioco come
Playstation o XBox
TUTTA LA MUSICA SU ITUBE
Questa app si distingue per una
funzione chiave: una volta
completato il caricamento del
video musicale, sarà disponibile
senza collegamento ad internet
a tv cattiva maestra, diceva il filosofo Karl Popper. A parte che la
televisione può essere il mezzo pedagogico per eccellenza, tra
un po’ il problema non si porrà neanche più, perché i programmi per bambini e adolescenti, nel mondo, sono un pacchetto trasversale tra le reti, generaliste e tematiche, e trasversale tra i mezzi di comunicazione, video, web, social network. Con fiction, animazione,
divulgazione scientifica e culturale. Negli Stati Uniti opera “Sesame
Workshop”, organizzazione non-profit specializzata in programmi
educativi per i piccoli. Credono nell’animazione, ormai costantemente 3D. Dicono: “Guardate negli occhi un pupazzo, e vedete quale
senso di completo affidamento riesce a trasmettere. Più degli adulti”.
Così nascono i pupazzi dell’era digitale, con le up e il pacchetto dell’interattività. Ovunque nell’universo ci fosse tv, c’era una volta la tv
dei ragazzi. Confinata a orari ben precisi. Ora non che ogni cosa sia tv
dei ragazzi, ma la tendenza globale esiste. I bambini fanno ascolto.
Sono diventati fondamentali nelle scelte delle famiglie: così, anche i
palinsesti serali sono spesso bambini-oriented. Gli adolescenti, poi:
non tutti vanno ai talent. E non tutti sono maltrattati in famiglia.
C’è una bella normalità che difficilmente viene descritta: esiste un difetto di rappresentazione che interessa i minorenni come tante altre categorie di cittadini. E quando si
rappresentano tradizionalmente, li si descrivono canterini, vedi la serie della Disney “Violetta”, bella signorina con la passione per canto
e ballo. Ma cominciano a
sbocciare i tentativi di programmi dedicati alla normalità di tanti giovani multiculturali, multietnici, multitasking.
Mentre la televisione classicamente intesa continua per la sua
strada consolidata, con programmi che pure quando sono nuovi,
sembrano vecchi, c’è un fermento di cose veramente “altre”, diverse,
trasmissioni fatte di clip con il collegamento costante ai siti, dove si
possono anche scaricare le applicazioni per iOS, o Android, o Ipad,
avendo dunque a portata di telefonino o di tablet tutto ciò che si vuole condividere. Tra le storie a cartoni, molte parlano di ecologia, rifiuti, risparmio energetico, ma anche di tolleranza e accettazione del diverso: problemi che nascono dalla convivenza. Se una serie animata
riuscisse a infondere alcuni basilari principi di educazione civica agli
spettatori più piccoli, sarebbe già un bel risultato, una dimostrazione
che la televisione non è necessariamente «cattiva maestra».
Per i ragazzi più grandi, la tendenza internazionale è aprire finestre sul mondo della musica; condividere in rete lettere e mail dedicate ai temi che interessano gli adolescenti; coltivare su diverse piattaforme, compresi web e social network, i videogiochi, che tecnicamente, sono sempre all’avanguardia e precorrono programmi veri e
propri. Dall’America continuano ad impazzare i vampiri: ma ormai il
vero valore strategico non sono i canali ma è la multimedialità.
mmaginiamo che la tata sia
uscita. Che cosa capita nella
camera dei bambini? Capita
che arrivi “A tutto Tino”, il nuovissimo programma di DeA Junior,
Sky, canale 623 (dal 15 settembre), in onda dal lunedì al venerdì. Con lui l’amico Ciuffetto, a
sua volta dj animato di un altro
programma per i più piccoli:
“Radio Crock’n’dolls” di Cristina
D’Avena, l’ex cantantina del “Valzer del moscerino” allo Zecchino
d’oro. Tino e Ciuffetto sono due
pupazzi, che si inscrivono nella
tradizione dei “muppets” televisivi, cominciata in Italia prima
del 1959, l’anno di nascita di Topo Gigio, “cosa mi dici-dici mai!”.
Tradizione proseguita con personaggi come Provolino e Floradora, per arrivare alla satira degli
Sgommati, format israeliano, per
non dimenticare l’angloamericano “Muppet Show”. Ora, l’animazione in tv non è mai stata così attiva e interattiva, vivace, pimpante. Il pubblico di destinazione è
in questo caso di età prescolare,
l’impianto del programma è
dunque pedagogico. Non soltanto sul piano pratico, insegnare un
po’ di aritmetica, ad esempio, ma
pure su quello sociale: piano piano vengono introdotti i concetti
di malattia, di
povertà, di morte anche. Sempre con sorvegliatissima delicatezza.
Massimo
Bruno è il direttore dei canali tv
De Agostini Editore, un gruppo
che ha nello spirito educativo,
nel rispetto per
l’infanzia e nella
concretezza dei
fini la sua linea
editoriale.
“Questi - dice - sono pupazzi di
nuova generazione, pensati per
computer, tablet, ipad: ma comunque vanno sempre animati,
e non è mai semplice. La com-
Ragazzi
e network
Tra gli
adolescenti
c’è una bella
normalità che
difficilmente
viene descritta
e i network se
ne sono accorti
plessità è però soprattutto tecnica, se non altro non si devono gestire i più variabili temperamenti
delle persone. Nella camera dei
piccoli, Tino parla di argomenti
della vita quotidiana dei bambini, e alla fine c’è sempre la morale, l’insegnamento, come in una
favola contemporanea, con un
formato semplice e diretto, rivolto ai ragazzini, ma che affascina
anche gli adulti. D’altronde, pensiamo a quanto il nostro amico di
peluche dell’infanzia ci susciti
ancora tenerezza e ci trasporti in
momenti del passato ancora vividi accanto a noi. Certo Tino è
un pupazzo dell’era digitale,
quindi ci saranno le app e tutto il
pacchetto
dell’interattività”.
Chiamato per l’appunto con una
App, arriverà pure Andrea Pellizzari, dj e conduttore radiofonico,
qui nelle vesti di Andrea l’Aggiustatutto, bizzarro personaggio
che spiegherà il comportamento
degli animali più disparati, dalla
giraffa all’elefante, dalla renna alla foca.
a.c.
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