Illuminotecnica
Introduzione
al calcolo illuminotecnico
1
Illuminotecnica
La radiazione luminosa
Con il termine luce si intende l’insieme delle onde elettromagnetiche
percepibili dall’occhio umano.
Le onde elettromagnetiche sono caratterizzate da:
•
lunghezza d’onda λ
•
frequenza f
Le quali sono legate dalla relazione:
λ=
c
f
2
Definizione di Colore
sensazione visiva di colore è caratterizzata essenzialmente da
tre aspetti:
• tono/tinta: è legato alla lunghezza d’onda dominante e
individua il colore con cui viene visto un oggetto
• purezza/saturazione: rappresenta la quantità di dominante
presente ed è la vivacità del colore che si differenzia dalla
visione di grigio (una lunghezza d’onda monocromatica
fornisce un colore puro; lo stesso colore può essere
ottenuto con luci diverse ma la sua saturazione diminuisce)
• luminanza/luminosità: esprime l’intensità luminosa nella
direzione della visione (quantità di bianco).
3
La sensazione visiva, a differenza di quella uditiva, non
permette di distinguere in un fascio luminoso policromatico le
componenti monocromatiche.
Il sistema CIE adottato a partire dal 1931 definisce
univocamente ed in modo matematico una radiazione
luminosa dal punto di vista cromatico, attraverso la
quantificazione di due coordinate numeriche.
Il sistema CIE nasce dalla constatazione sperimentale che
dalla combinazione di tre luci colorate è sempre possibile
ottenere un fascio luminoso che dia la stessa sensazione di
colore di una luce qualsiasi.
4
La percezione di un colore dipende da:
• parametri oggettivi (composizione spettrale della
radiazione)
• parametri soggettivi (sensibilità dell’occhio ad alcune
radiazioni)
Si rende necessaria la definizione di un sistema univoco di
valutazione, per l’importanza che il colore assume in ambito
commerciale ed industriale. La CIE (Commissione
Internazionale dell’Illuminazione) ha introdotto il triangolo
tricromatico per determinare le caratteristiche spettrali di
sorgenti primarie normalizzate, capaci di riprodurre tutti i
colori per miscela additiva. Dal diagramma tricromatico è
possibile ricavare, note le coordinate del colore, la sua
lunghezza d’onda e la sua saturazione.
5
Il CIE ha definito tre colori fondamentali, con le seguenti
caratteristiche:
• ROSSO (R) λ=700 nm
Luminanza Rosso = 1 nit (cd/m2)
• VERDE (V) λ=546,1 nm
Luminanza Verde = 4,5909 nit (cd/m2)
• BLU (B) λ=435,8 nm
Luminanza Blu = 0,06012 nit (cd/m2)
Luminanza (L, nit o cd/m2) rapporto tra l’intensità
luminosa irradiata e la superficie emittente apparente
(proiezione della superficie emittente sull’ortogonale alla
direzione)
6
7
Il diagramma colorimetrico CIE è una rappresentazione piana
di uno stimolo di colore. In esso si riconoscono le aree dei
colori fondamentali (nei tre vertici, blu, rosso e verde) e dei
tre complementari (giallo, magenta e ciano)
Il diagramma CIE è un triangolo equilatero, ai cui vertici sono
posti i tre colori primari rosso, verde e blu, appunto, indicati
come X, Y e Z, considerati ipersaturi in modo da racchiudere
nella propria configurazione la curva dei colori spettrali,
evitando valori positivi o negativi delle coordinate.
8
9
10
Illuminotecnica
Lo spettro visibile
Lo spettro del visibile ricade nell’intervallo di lunghezze d’onda:
380 ⋅10 −9 [m ] < λ < 780 ⋅10 −9 [m ]
Al di fuori di tale fascia le radiazioni luminose non sono più visibili e si
entra nel campo:
•
Ultravioletto
•
Infrarosso
λ < 380⋅10−9 [m]
λ > 780⋅10−9 [m]
11
Illuminotecnica
I Colori
Lunghezza d’onda λ in
10
−9
[m ]
Colore
380→420
violetto
420→495
blu
495→566
verde
566→589
giallo
589→627
arancio
627→780
rosso
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Illuminotecnica
Potenza luminosa
Una sorgente luminosa può emettere:
•
Una lunghezza d’onda
•
Un insieme discreto di lunghezze d’onda
•
Uno spettro continuo di lunghezze d’onda
Ad ogni lunghezza d’onda proveniente dalla sorgente corrisponde una
potenza emessa detta potenza radiante associata alla lunghezza d’onda λ.
La potenza radiante
PR
della sorgente è la somma delle potenze radianti
associate a tutte le lunghezze d’onda emesse:
λ2
1
PR =
⋅ ∫ Pλ ⋅ dλ
(λ2 − λ1 ) λ1
13
Illuminotecnica
L’occhio umano
L’occhio umano stima in maniera diversa la luce emessa alle varie
lunghezze d’onda.
Esso presenta sensibilità massima alla lunghezza d’onda del giallo-verde
mentre ha sensibilità nulla all’esterno dello spettro visibile.
λ[10−9 m]
Sλ
440 460 480 500 520 540 555 560 580 600 620 640 660
0.05 0.08 0.15
0.3
0.7
0.9
1
0.95
0.9
0.6
0.35 0.18 0.08
Sarà dunque nescessario ricorrere a sorgenti luminose in grado di
emettere lunghezze d’onda nel campo del giallo-verde.
E’ detta allora potenza luminosa
sensibilità:
PL il prodotto tra potenza radiata e
PL = PR ⋅ S
14
Illuminotecnica
Efficienza cromatica
Il rapporto tra la potenza luminosa
PL e la potenza radiante PR
definisce l’efficienza cromatica della sorgente:
PL
η1 =
PR
Esso è un numero puro che indica la capacità della sorgente di emettere
radiazioni nel giallo-verde, cioè nel campo di massima sensibilità
dell’occhio umano.
15
Illuminotecnica
Esempio
Sia data una sorgente che emette tre lunghezze d’onda:
[m ] con potenza
⋅ 10 − 9 [m ]con potenza
⋅ 10 − 9 [m ] con potenza
λ 1 = 580 ⋅ 10
λ 2 = 600
−9
Pλ 1 = 6 [W
Pλ 1 =
]
4 [W ]
5 [W ]
Pλ 1 =
La potenza radiante totale è:
P R = Pλ 1 + Pλ 2 + Pλ 3 = 15 [W ]
La potenza luminosa totale è:
P L = Pλ 1 ⋅ S λ 1 + Pλ 2 ⋅ S λ 2 + Pλ 3 ⋅ S λ 3 = 9 , 55 [W
λ 3 = 620
]
L’efficienza cromatica è:
PL
η1 =
= 0 , 637
PR
Cioè il 63,7% della potenza radiante emessa dalla sorgente è
rilevata dall’occhio umano
16
Resa dei Colori delle Sorgenti Luminose
Un vetro trasparente colorato appare di un determinato colore
perché si lascia attraversare dalle lunghezze d’onda relative a
quel colore mentre assorbe o riflette tutte le rimanenti. Se
nello spettro di emissione della sorgente incidente non sono
presenti le lunghezze d’onda del materiale osservato, il suo
colore sarà alterato. È quindi importante per avere una buona
resa dei colori che nello spettro di emissione della sorgente
luminosa siano presenti tutte le lunghezze d’onda, ciascuna
con valori quantitativi equilibrati
17
La Temperatura di Colore (TC, K) è definita come la
temperatura di un corpo nero espressa in Kelvin che emette
luce avente lo stesso colore della luce emessa dalla lampada
(la luce rossastra ha una bassa TC, la luce bluastra ha
un’elevata TC)
Il sole ha una TC di circa 6000 K, il filamento di una
lampadina normale ha una TC di circa 2200 K mentre una
lampada allo iodio ha una TC di circa 2500 K.
TC (K) è un parametro che individua in modo oggettivo il
colore della luce di una sorgente luminosa confrontata con la
sorgente campione (il corpo nero). Il corpo nero emette in
tutte le zone dello spettro il massimo dell’energia raggiante ed
assorbe completamente l’energia raggiante che lo colpisce.
Dire che una lampada ha una TC di 3000 K, significa che il
corpo nero, a questa temperatura, emette luce della stessa
tonalità.
18
19
L’indice di Resa Cromatica (IRC, %)
L’effetto cromatico di una superficie dipende sia dal suo colore effettivo
che dal tipo di sorgente luminosa.
L’indice di resa cromatica (IRC Colour Rendering Index) è la misura di
quanto una sorgente luminosa è capace di rendere i colori.
IRC è un fattore numerico ed ha indice 100. La resa cromatica è:
• ottima con IRC tra 85 e 100
• buona con IRC tra 70 e 85
• discreta con IRC tra 50 e 70.
La sorgente campione, a rigore il corpo nero, è un metallo, al quale viene
somministrata una quantità di calore crescente, portandolo
all’incandescenza. Aumentando la temperatura, cambierà colore passando
dal rosso cupo fino all’azzurro, per il bianco.
20
21
22
23
Illuminotecnica
Efficienza radiante
Una sorgente luminosa (lampada) trasforma in potenza radiante
solo una piccola parte della potenza elettrica
PR
PE assorbita dalla linea
di alimentazione.
Il rapporto tra la potenza radiante
la potenza elettrica
della sorgente:
PR emessa dalla sorgente e
PE assorbita definisce l’efficienza radiante
PR
η2 =
PE
La differenza tra la potenza elettrica assorbita e la potenza radiante
definisce la porzione di potenza trasformata in calore dalla lampada:
PQ = PE − PR
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Illuminotecnica
Esempio
Sia data una lampada:
con potenza elettrica assorbita PE
con efficienza radiante
= 60 [W
η 2 = 0 ,13
]
La potenza radiante totale è:
PR = PE ⋅ η 2 = 7 ,8 [W
]
La potenza trasformata in calore è:
PQ = PE ⋅ (1 − η 2 ) = 52 , 2[W ]
25
Illuminotecnica
Efficienza totale
L’efficienza totale definisce la capacità di una sorgente di trasformare in
potenza luminosa
PL la potenza elettrica assorbita PE :
PL
η =
PE
Che si può anche esprimere in funzione dell’efficienza cromatica
e dell’efficienza radiante
η1
η 2:
PL
PL ⋅ PR
PL PR
η =
=
=
⋅
= η 1 ⋅η 2
PE
PE ⋅ PR
PR PE
26
Illuminotecnica
Efficienza totale
Dunque la potenza termica è: PQ = PE ⋅ (1 − η 2 )
E la potenza radiante è: PR = PE ⋅ η 2
La potenza radiante non visibile è: PRR = PR ⋅ (1 − η 1 )
La potenza radiante visibile è: PL = PR ⋅ η 1
Alcuni valori indicativi…..
per una lampada con potenza 40W, il 35% si trasforma in potenza
radiante di cui ancora il 22% stimola effettivamente l’occhio umano.
In definitiva solo circa il 7% della potenza elettrica assorbita si
trasforma in potenza luminosa, mentre il 65% è calore ed il 27% è
radiazione luminosa non visibile!
27
Illuminotecnica
Flusso luminoso
E’ detto flusso luminosa emesso da una sorgente: φ = 680 ⋅ PL [lumen ]
Un lumen equivale a una potenza luminosa:
PL =
1
[W ] = 1,5 [mW
680
]
Ed ovviamente 1[W] equivale a 680[lm]
Il Flusso Luminoso può anche essere espresso in funzione di efficienza
cromatica, efficienza radiante, potenza elettrica assorbita:
φ = 680 ⋅ η 1 ⋅ η 2 ⋅ PE
28
Illuminotecnica
Esempio
Sia data una sorgente S che emette una lunghezza d’onda:
λ = 555 ⋅ 10
−9
[m ]
Se si verifica che:
η1 = 1
η2 = 1
cioè S emette solo λ
tutta la P elettrica è P radiante
Allora si ottiene:
φ = 680 ⋅ η 1 ⋅ η 2 ⋅ PE = 680 ⋅ PR
Con efficienza totale:
η =1
Dunque la sorgente che emette solo λ è IDEALE e converte
in luce tutta la potenza elettrica assorbita.
29
Illuminotecnica
Efficienza luminosa
Il rapporto tra il flusso luminoso φ e la potenza elettrica assorbita PE
definisce l’efficienza luminosa della sorgente:
ηL =
φ
PE
[lm / W ]
Una Sorgente che converte in luce di lunghezza d’onda
λ = 555 ⋅ 10
−9
[m ]
tutta la potenza elettrica assorbita presenta una efficienza luminosa:
η L = 680 ⋅ η 1 ⋅ η 2 = 680 ⋅ 1 ⋅ 1 = 680 [lm / W
]
30
Illuminotecnica
Illuminamento
Data una superficie di area S investita da un flusso luminoso φ ,
si definisce Illuminamento E il rapporto:
E =
φ
S
[lux ]
Si introduce poi una superficie di calcolo chiamata Piano di Lavoro,
convenzionalmente posta a 0,85 metri da piano di calpestio sulla quale si
effettuano tutti i calcoli dei fattori di illuminamento.
31
Illuminotecnica
Illuminamento
Tra le varie tipologie di illuminazione ricordiamo:
•
Illluminazione diretta
Ove la sorgente emette radiazione direttamente verso il piano di lavoro
•
Illuminazione indiretta
Ove la radiazione luminosa emessa raggiunge il piano di lavoro per
riflessioni successive, dunque indirettamente.
In ogni caso tutti gli apparecchi illuminanti emettono secondo un
proprio Cono di Emissione che dipende dalla parabola riflettente ed in
minima parte dalla lampada
32
Illuminotecnica
Disposizione delle Lampade
Per una superficie illuminata si definisce:
•
Illuminamento Medio
•
Coefficienti di Uniformità
α =
E min
Em
Em
E max + E min
=
2
β =
E min
E max
Criterio generale per la disposizione in campo degli apparecchi è che la
distanza d tra i centri luminosi non sia maggiore del raggio r dei coni di
emissione dei singoli apparecchi illuminanti.
33
ILLUMINAZIONE DEI POSTI DI LAVORO NEGLI INTERNI
NUOVA NORMA UNI 12464-1
OBIETTIVI della NORMA UNI EN 12464-1
ILLUMINAZIONE
ADEGUATA
ED APPROPRIATA
SVOLGIMENTO EFFICACE ED ACCURATO
DEI COMPITI VISIVI
TIPO E DURATA
MINIMO SFORZO
E MINIMI ERRORI
34
ART.33 D.LGS 626-94
SICUREZZA
SALUTE
BENESSERE
(PRESTAZIONI VISIVE)
(IGIENE VISIVA )
(COMFORT VISIVO)
COMPITO VISIVO
• LUMINANZA
• CONTRASTI
• DURATA DELLA PRESTAZIONE
• DIMENSIONE OGGETTI
• VISIBILITA’ DETTAGLI
• NUMERO DI OGGETTI PRESENTI
(ERGONOMIA DELLA VISIONE)
35
CONDIZIONI DI QUALITÀ DELL’ILLUMINAZIONE
• Valori di illuminamento
• Uniformità di illuminamento
• Luminanze
• Distribuzione delle luminanze
• Distribuzione spettrale della luce
• Flicker
• Disegno di luci
I valori Em della UNI 12464-1 sono validi per
condizioni visive abituali
e tengono conto dei seguenti fattori:
• aspetti psico-fisiologici (comfort e benessere)
• requisiti dei compiti visivi
• ergonomia della visione
• esperienza pratica
• sicurezza
• economia
36
DECISIONI DEL PROGETTISTA
lux
• CONDIZIONI DI VISIBILITA’ ABITUALI
Em(UNI)
• COMPITO VISIVO CRITICO
1.5 Em
• ERRORI COSTOSI
1.5 Em
• ALTA PRODUTTIVITA’
1.5 Em
• CAPACITA’ VISIVE RIDOTTE
1.5 Em
• DETTAGLI MOLTO PICCOLI
1.5 Em
• TEMPI DI LAVORO LUNGHI
1.5 Em
• DETTAGLI MOLTO GRANDI
Em/1.5
• TEMPI DI LAVORO BREVI
Em/1.5
37
VARIAZIONE DELLA PRESTAZIONE VISIVA
(SICUREZZA)
Con illuminamento Em=500 lux
LIVELLO DI IMPEGNO MEDIO
COMPITO
PRESTAZIONE VISIVA
PRESTAZIONE VISIVA
facile
0.97
0.83
medio
0.85
0.7
difficile
0.7
0.45
GIOVANI
ANZIANI
Con illuminamento Em=500 lux
LIVELLO DI IMPEGNO ELEVATO
COMPITO
PRESTAZIONE VISIVA
PRESTAZIONE VISIVA
facile
0.83
0.75
medio
0.7
0.6
difficile
0.6
0.4
GIOVANI
ANZIANI
38
E’ CONSENTITO RIDURRE L’ILLUMINAMENTO
NELLA ZONA IMMEDIATAMENTE CIRCOSTANTE
IL COMPITO VISIVO
FASCIA DI ALMENO 0,5 m DI
LARGHEZZA INTORNO ALLA ZONA
DEL COMPITO VISIVO
39
ILLUMINAMENTO DEL COMPITO
ILLUMINAMENTO DELLE ZONE
IMMEDIATAMANTE CIRCOSTANTI
lx
lx
≥750
500
500
300
300
200
≤200
Ecompito
Uniformità:≥0.7
Uniformità:≥0.5
40
TERMINI MINIMI INTRODOTTI
20 LUX MINIMO ESSENZIALE
200 LUX ZONE OCCUPATE PERMANENTEMENTE
UNIFORMITA’ Emin/ Emed
= 0.7 ZONA DI LAVORO
= 0.5 ZONA CIRCOSTANTE
41
DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE
Fattori di riflessione consigliati
SOFFITTO
0.6 ÷ 0.9
PARETI
0.3 ÷ 0.8
PIANO DI LAVORO
0.2 ÷ 0.6
PAVIMENTO
0.1 ÷ 0.5
42
COMFORT
RAPPORTI DI LUMINANZA ADEGUATI
NEL COMPITO VISIVO
da 1 A 3
COMPITO VISIVO/ AMBIENTE
da 1 A 5
AFFATICAMENTO VISIVO
CATTIVO ADATTAMENTO
NEL COMPITO VISIVO
CATTIVO ADATTAMENTO
DEL COMPITO VISIVO - AMBIENTE
43
ERGONOMIA DELLA VISIONE
LUMINANZE ALTE
ABBAGLIAMENTI
LUMINANZE TROPPO BASSE
AMBIENTE PIATTO E MONOTONO
NUMERO ECCESSIVO DI
OGGETTI NEL COMPITO VISIVO
44
ABBAGLIAMENTI
MOLESTO O DEBILITANTE
LUMINANZE ELEVATE ANCHE CON ILLUMINAZIONE
INDIRETTA
• ERRORI
• AFFATICAMENTI
• INCIDENTI
45
INDICE UGR
ABBAGLIAMENTO MOLESTO
UGR
= 8 log
10
0,25
(
Lb
∑
L 2ω
)
2
p
Lb LUMINANZA DI SFONDO IN cd x m-2
calcolata con Eindiretto / π (Ev SULL’OCCHIO)
L LUMINANZA DELLE PARTI LUMINOSE
ω ANGOLO SOLIDO, IN STERADIANTI, DELLE PARTI
LUMINOSE
p INDICE DI POSIZIONE DI GUTH, CHE E’ FUNZIONE
DELLO SCOSTAMENTO ANGOLARE RISPETTO
ALL’ASSE DELLA VISIONE, PER OGNI SINGOLO
APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE
(funzione di:
d = distanza longitudinale
s= distanza trasversale)
46
p = INDICE DI POSIZIONE DI GUTH
1
d2A
= 2
+ 0,12(1 − A)
p d + 1,5d + 4,6
A=e
( −0 ,18
s2
s3
+ 0 , 01 )
d
d
d = distanza longitudin ale tra l' occhio e la sorgente
s = distanza trasversale tra l' occhio e la sorgente
47
SCHERMATURA DEGLI APPARECCHI
Luminanza della lampada
kcd / m2
Angolo minimo di schermatura
da 20 a <50
15°
da 50 a < 500
20°
≥500
30°
48
RIFLESSIONI VELANTI E
ABBAGLIAMENTO RIFLESSO
RIDUZIONE MEDIANTE
• sistemazione adeguata degli apparecchi d’illuminazione e dei posti di lavoro
• finitura della superficie (superfici opache)
• riduzione della luminanza degli apparecchi d’illuminazione
• aumento dell’area luminosa dell’apparecchio d’illuminazione
• pareti e soffitti chiari
N.B. I COLORI DELLE SUPERFICI SONO DI COMPETENZA DI DIVERSE
FIGURE PROFESSIONALI
49
ILLUMINAZIONE DIREZIONALE
PUO’ INFLUENZARE LA VISIBILITA’
DEL COMPITO VISIVO
MODELLATO =
RAPPORTO OTTIMALE TRA
ILLUMINAZIONE DIFFUSA E
ILLUMINAZIONE DIREZIONALE
(creazione di ombre gradatamente marcate)
50
CARATTERISTICHE DELLE OMBRE
EVIDENZIARE I DETTAGLI
E LE INFORMAZIONI VISIVE
DIREZIONE OPPORTUNA DELLA LUCE IN RELAZIONE
ALLA DIMENSIONE MEDIA DEI DETTAGLI
ASPETTI E APPARENZA DEL COLORE
RICONOSCERE IL COLORE DEGLI OGGETTI
E RISPETTARE LA LORO CROMATICITA’
ATTRAVERSO LA TONALITA’ DELLA LUCE
PER AMBIENTI FREQUENTATI
INDICE Resa del colore Ra ≥ 80
51
IL COLORE DELLA LUCE
(TONALITA’ CROMATICA)
Apparenza del colore
Temperatura correlata del colore TCP
K
Calda
minore di 3 300 K
Intermedia
da 3 300 K a 5 300 K
Fredda
maggiore di 5 300 K
52
EVITARE SFARFALLAMENTI
ED EFFETTI STROBOSCOPICO
• PROVOCA CEFALEE
• PROVOCA PERICOLO CON PARTI IN MOVIMENTO
• PROVOCA CATTIVA VISIONE DEGLI OGGETTI IN
MOVIMENTO
53
VIDEOTERMINALI
COMPITI SU CUI EVITARE RIFLESSIONI
• LETTURA DELLO SCHERMO
• LETTURA DEL TESTO STAMPATO
• SCRITTURA SU CARTA
• LAVORO SULLA TASTIERA
EVITARE LE ZONE D’INSTALLAZIONE CRITICHE
LIMITI DI LUMINANZE
Classe dello schermo secondo la ISO 9241-7
Qualità dello schermo
Luminanza media degli apparecchi che sono
riflessi nello schermo
I
buona
II
media
≤1 000 cd / m2
III
bassa
≤200
cd / m2
54
ESTRATTO TABELLA UNI 12464-1
N.RIF.
ATTIVITA’
Em
Lx
UGR
Ra
NOTE
K
1.2.6
V.MEDICA
500
16
90
>4000
2.6.5
L.PRECIS.
750
19
80
1.5.2
CORRIDOI
150
22
60
Em a 0m
2.4.1
INDUSTRIA
150
28
20
COLORI
SICUR.
55
CRITERI DI PROGETTAZIONE
ILLUMINOTECNICA
Em= ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO
Eo= ILLUMINAMENTO INIZIO IMPIANTO (>100h)
Eo
Eo’
Em
Em= TABELLE UNI12464-1
necessario per garantire comfort e prestazioni visive
qualunque sia l’età e lo stato dell’installazione
56
FATTORE DI MANUTENZIONE
DELLA VECCHIA NORMA
(NON E’ PRESENTE NELLA NUOVA)
TABELLA E DELLA UNI 10380
Grado di impolveramento
del locale
Tipo di lampade
Ad incande- scenza
A vapore di
mercurio
Ad alogenuri
Minimo
0.85
0.75
0.65
Medio
0.7
0.65
0.55
Elevato
0.6
0.5
0.45
57
FATTORE DI MANUTEZIONE
IL PROGETTISTA DEVE:
• stabilire il fattore di manutenzione ed elencare
tutte le ipotesi richieste per la valutazione di
questo valore
• specificare gli apparecchi d’illuminazione idonei
all’ambiente
• preparare un programma di manutenzione completo che comprenda
la frequenza del ricambio delle lampade, gli intervalli di pulizia degli
apparecchi d’illuminazione, del locale ed il metodo di pulizia più
adeguato
58
IL FATTORE DI MANUTENZIONE
“Il rapporto tra l’illuminamento medio sul piano di lavoro dopo un certo
periodo di uso dell’impianto (1°manutenzione) rispetto al valore medio
dell’illuminamento ottenuto sotto le stesse condizioni quando l’impianto è
nuovo” [IEC/CIE 17.4]
FM
= LSF
(t ) ⋅
LLO
(t ) ⋅
LOR
(t )
LSF: (Fattore di Sopravvivenza delle Lampada);
LLO: (Lighting Lumen Output) fattore
manutenzione della lampada;
LOR:
(Lighting
Output
Ratio)
fattore
manutenzione dell’apparecchio
di
di
(WFM) Fattore di manutenzione dei muri
59
SOSTITUZIONE PROGRAMMATA MASSICCIA DI LAMPADE PIÙ
PULIZIA PROGRAMMATA MASSICCIA DI APPARECCHI
Numero di pulizie
dell’apparecchio illuminante
eseguite nello stesso tipo di
politica
Tempo, in mesi, tra due
sostituzioni programmate
60
SOSTITUZIONE PROGRAMMATA
E CORRETTIVA
MASSICCIA DI LAMPADE PIÙ PULIZIA PROGRAMMATA
MASSICCIA DI APPARECCHI
Numero di pulizie
dell’apparecchio illuminante
eseguite nello stesso tipo di
politica.
Tempo, in mesi, tra due
sostituzioni programmate
61
VERIFICHE
• Em
(Illuminamento)
•U
(Uniformità)
• Ra
(Resa del colore della luce)
• K lampade (Temperatura di colore nella luce)
• UGR
(Indice di abbagliamento molesto)
• Luminanza apparecchi
• Luminanze ambiente
• Contrasti
(compito visivo – ambiente)
62
Grazie della Vostra attenzione
63
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