La rivoluzione industriale
Rivoluzione industriale
David Landes (Prometeo liberato, 1969):
un “complesso di progressi tecnologici: la
sostituzione delle macchine all’abilità e alla forza
dell’uomo; lo sviluppo di fonti di energia inanimata
(il combustibile fossile e la macchina a vapore);
l’invenzione, produzione ed uso di nuovi materiali (il
ferro al posto del legno, sostanze vegetali al posto di
sostanze animali, sostanze minerali al posto di
sostanze vegetali); l’introduzione di un nuovo modo
di produzione, noto ai contemporanei come sistema di
fabbrica.
Il 700
• Grande importanza riveste il commercio e il
commercio transoceanico in particolare
• I circuiti commerciali aperti tra il XV e il XVI
secolo quello delle Indie orientali e quello delle
Inde occidentali.
• Indie orientali. Spezie , prima di tutto, e poi tra
fine 600 e inizio 700 acquistano maggiore
importanza tessuti, tè e caffè . Vi si esportano
prodotti finiti armi, beni di lusso, dopo aver
buttato fuori la Cina.
Circuito delle Indie occidentali
• Il circuito delle Indie occidentali: oro, argento,
rame e altri minerali, caffè, canna da zucchero,
tabacco, cotone, pelli. Si esporta essenzialmente
• La triangolazione
• Ma tra fine 600 e inizi 700 le colonie, in cui si
sono trasferiti molti europei chiedono anche beni
di consumo e utensili.
• Sviluppo di attività manifatturiere e dei porti
transoceanici.
La rivoluzione agraria
• concentramento della proprietà, fondi più
ampi, enclosures
• affittuari
• Rotazione delle colture
• sviluppo della coltivazione di riso, patate,
mais ch danno maggiori rendimenti del
grano, e soprattutto resistono gli ultimi due
in particolare a climi più rigidi
La rivoluzione demografica
• Si muore di meno, perché si mangia meglio
e un po’ di più, e perché si trovano cure ad
alcune malattie.
• Migliora l’igiene,
• e soprattutto cala la mortalità infantile e
perinatale, e forse anche perché il latte
materno e delle balie, entrambe meglio
nutrite e più sane è migliore
Rivoluzione industriale
Per Zamagni .“il vero ruolo strategico nel determinare
il dinamismo delle varie società è stato giocato dalle
visioni filosofico-religiose del mondo e dalla
organizzazione che ne è derivata.
In particolare tre sono stati i principi filosoficoreligiosi fondativi di “civiltà progressiste”:
1) l’individuo sacro ed inviolabile, la libertà e
l’uguaglianza, che in campo economico ha voluto dire
libertà d’iniziativa.
Rivoluzione industriale
2) l’esaltazione dello spirito come razionalità:
(rivoluzione scientifica,)
• 3) la superiorità dell’uomo sulla naturahomo faber, che modifica la natura a suo
uso.
• Se la prima è frutto dell’illuminismo- ma
già libertini ed utopisti avevano rivendicato
la centralità dell’uomo- e si afferma con le
rivoluzioni di fine 700 (americana e
francese) le altre due hanno un percorso che
parte dai secoli XV e XVI.
.
Rivoluzione industriale
• In Europa si affermano anche alcune istituzioni
economiche indispensabili alla rivoluzione
industriale:
• la banca, l’assicurazione, la commenda
• Il servizio postale- nasce con l’imperatore SRI
Massimiliano nel XV secolo.
• La borsa, come luogo di operazioni commerciali
e finanziarie. La prima borsa venne aperta ad
Anversa nel 1531
• Il brevetto, che tutelava lo sfruttamento
commerciale delle nuove invenzioni, introdotto in
gran Bretagna nel 1624
Rivoluzione industriale
E’ questo, a parere di Zamagni, l’humus
istituzionale adatto all’allargamento e
migliore organizzazione dei mercati e alla
predisposizione di manifatture su larga scala
che favorisce la rivoluzione industriale.
2- Perché in Gran Bretagna?
Rivoluzione industriale- Gran
Bretagna
• La rivoluzione industriale avviene in diversi
momenti, nei diversi paesi. Si considera
luogo d’inizio l’Inghilterra del 700.
• Avviene in modi in parte diversi da paese a
paese, p.es. in Inghilterra è preceduto una
profonda trasformazione dei rapporti di
produzione della terra, e da un periodo di
prosperità agricola.
Rivoluzione industriale- Gran Bretagna
Condizioni favorevoli dal punto di vista politico: dal
1215- Magna Charta- i re non avevano potere
totalmente assoluto, ulteriormente llimitato dalla
lotta contro gli Stewart, che culminò nela
rivoluzione di Cromwell nel 600. Dalla fine del
600 il prlamento assunse il controllo diretto della
finanza pubblica, istituì un debito pubblico
distinto dalle finanze del re e fondò la Banca
d’Inghilterra (1624: Ridotti i poteri della
monarchia, che non governava.
Rivoluzione industriale-Gran
Bretagna
• Dal punto di vista del diritto: la Common law,
che seguiva il sentire pubblico predominante.
Favorì la protezione degli interessi privati,
consentendo la privatizzazione delle terreenclosures.
• Inoltre non aveva un sistema feudale rigido come
quello del continente.
• Aveva risorse economiche:
• Energia e materia prima
• Cioè giacimenti di carbone, le pecore da lana; il
cotone dalle colonie.
• .
Rivoluzione industriale-Gran
Bretagna
• Aggiungiamo
• il predominio della Gran Bretagna sui mari;
• il suo esteso impero coloniale. che le dava basi
marittime- in Asia, America del Nord, isole
caraibiche, Australia e annessi, in Africa.
• Controllava non solo l’importazione di materie
prime, ma anche l’esportazione di prodotti finiti. ,
• L’Inghilterra si affermò nel 700, dopo secoli di
conflitto con Spagna e Portogallo, e per più lungo
tempo con l’Olanda, e Francia, come maggiore
potenza marittima e commerciale.
.
.
Rivoluzione industriale- Gran
Bretagna
Progressi tecnologici:
macchine inventate tra il 1760 e il 1780 in Inghilterra
per la filatura
la spinning jenny, mossa a mano, che permetteva ad
un operaio di lavorare contemporaneamente a 8
fusi, la water frame, che utilizzava l’energia
idraulica, ma produceva un filo troppo fragile, e
infine la mule jenny, che eliminava questo
problema.
Rivoluzione industriale
Tra il 1765 e il 1782 James Watt inventa e perfeziona
la macchina a vapore.
Applicata inizialmente all’industria estrattiva, per
prosciugare con pompe i pozzi delle miniere di
carbone, alla fine del secolo era largamente diffusa
nell’industria tessile.
Poteva essere applicata alla siderurgia e alla
meccanica.
Nel 1785 viene inventato il telaio meccanico.
Rivoluzione industriale
Lo sviluppo del tessile- mette in moto altre
industrie
per le macchine metallurgia e meccanica, per i
trasporti:cantieristica e ferrovie.
L’introduzione di macchine e la conseguente
necessità di capitali per il loro acquisto e
manutenzione rovinano
l’industria a
domicilio.
Rivoluzione industriale
A fine 700 la famiglia ormai tesseva la lana
non in proprio, o per vari clienti, ma per un
unico maestro pannaiolo, che acquistava la
lana e pagava per la filatura, la tessitura,
l’orditura, la tintura.
La filatura per prima viene portata in fabbrica.
Rivoluzione industriale
In questo modo aumentò la produzione di filo,
aumentando la richiesta di tessitori e
tessitrici. Molte famiglie in campagna e in
città fecero di questa attività la principale,
per es., tralasciando le attività agricole.
la tessitura si faceva ancora a domicilio,
usando un nuovo congegno la navetta
volante, inventata da John Kay nel 1733.
Rivoluzione industriale
• 1785 invenzione del telaio meccanico.
• Cotone supera la lana
• Le nuove macchine consentono di produrre un
maggior numero di pezzi in un tempo minore.
• I prezzi dei prodotti si abbassano, consentendone a
un maggior numero di persone d’acquisirli.
Rivoluzione industriale
• la manifattura consente costi e prezzi più
bassi; anche tessitori e tessitrici vanno in
fabbrica, diventano salariati.
• L’industrializzazione porta alla fine della
produzione artigianale, con la rovina degli
artigiani e dei loro lavoranti, non più protetti
dall’ammortizzatore
sociale
delle
corporazioni: nasce il proletariato
Ricardo: Salario e profitto
• Il salario naturale (distinto da quello corrente che
è determinato dalla domanda e dall'offerta, ma che
forze insite nel sistema riconducono a quello
naturale) è determinato da quanto è necessario al
mantenimento e alla riproduzione del complesso
della manodopera esistente senza aumenti e
diminuzioni (livello minimo di sussistenza
fisiologico, ma legato alle abitudini e ai costumi di
ogni popolo)
• Il profitto è determinato da ciò che rimane ai
capitalisti una volta pagati i salari e le rendite.
Conflitto di classe
• Nel capitalismo il conflitto di classe deriva
dall’incompatibilità tra lo sviluppo delle forze
produttive e il modo di produzione.
• Una minoranza di non produttori che controlla i
mezzi di produzione utilizza questa posizione di
controllo per estrarre dalla maggioranza dei
produttori un sovrappiù di prodotto.
• Mentre il proletariato moderno è il produttore
espropriato della proprietà dei mezzi di
produzione e del prodotto del suo lavoro.
La rivoluzione industriale
Società capitalista
• Marx: La società capitalistica ha come
condizione del suo sviluppo la libera
vendibilità i mezzi di produzione, terra
compresa, e la libera vendibilità della forzalavoro,
• Una
società
capitalista
è
quella
caratterizzata dalla separazione tra capitali e
proprietà dei mezzi di produzione e
produttori.
.
Caratteri del capitalismo
• Quello che contraddistingue il capitalismo è
che si fronteggiano due classi nate dal
processo di produzione dominante e che
tendono a polarizzare la struttura sociale,
vale a dire che le classi intermedie perdono
rilievo economico, e tendono ad uniformarsi
ai comportamenti delle due classi principali,
a cui le avvicinano le condizioni
economiche
Caratteri del capitalismo
• Quello che contraddistingue il capitalismo è che la
rivoluzione industriale ha prodotto due classi
nuove entrambe “progressive”
• Marx condivide la convinzione dei contemporanei
che il progresso tecnologico libererà l’uomo dal
bisogno, consentirà a tutti una ricchezza diffusa,
una vita felice, se le forze produttive verranno
liberate dalla costrizione della proprietà privata,
dal monopolio dei capitalisti, e diventeranno
proprietà collettiva
Profitto e plusvalore
• I capitali impiegati sono frutto
principalmente dei profitti che si
formano nel processo di produzione.
• Marx Il profitto è la differenza tra il
valore che il lavoro umano ha aggiunto
ad una certa merce
(plusvalore), e
quanto i lavoratori che questo valore
hanno prodotto sono costati.
Profitto/plusvalore
Questa teoria del plusvalore fu formulata per la prima
volta dall’ economista inglese David Ricardo (1772 1823).
Ricardo pose a fondamento del valore di scambio di
un bene la quantità di lavoro necessaria per ottenerlo.
Inoltre nel lavoro necessario alla produzione di un
bene considerò incluso anche il lavoro impiegato per
la fabbricazione degli utensili, macchine ed edifici
utilizzati nella produzione stessa.
Ricardo Legge ferrea dei salari
A Ricardo si deve la legge ferrea dei salari,
secondo la quale, in base alla legge della
domanda e dell'offerta, i salari tendono ad
abbassarsi sempre più, per attestarsi al mero
limite di sopravvivenza del lavoratore.
Il ruolo dello Stato in campo
economico
Stato minimale
L’intervento si riduce a law and order, vale a dire
una legislazione che stabilisca le regole del
mercato, fra cui prima di tutto la difesa della
concorrenza e la faccia osservare attraverso
l’amministrazione della giustizia, e qualche bene
pubblico essenziale: moneta- sistema monetario
statale- e una banca centrale che l’amministra.; la
posta; una spesa pubblica grazie a un sistema di
tassazione
Stato ad economia mista
• Quello che produce molti beni pubblici
(istruzione, welfare, infrastrutture, compresa
l’edilizia popolare), e assume ruoli di supplenza
del privato in alcune aeree: in imprese pubbliche
in aree ritenute strategiche, o ereditate in seguito a
fallimenti- IRI, sviluppo di aeree depresse con le
cosiddette politiche regionali.
• Una parte dell’economia capitalistica è gestita
dallo Stato sotto forma di monopoli o d’imprese.
• Per coordinare i suoi interventi, lo stato può
attivare schemi di programmazione che tuttavia
mai arrivano a negare il mercato
Stato massimale
• Lo stato che si assume tutte le responsabilità
produttive;
azzera
il
capitalismo,
eliminando sia la concorrenza sia il
mercato. URSS
• Lo stato minimale non esiste più da almeno
un secolo; il caso più vicino gli USA.
• Lo stato massimale, se si esclude la Corea
del Nord, non esiste più.
Gerschenkron, Il problema storico
dell’arretratezza economica
• Teoria dei prerequisiti dell’industrializzazione, che
a suo parere sono quelli che aveva la Gran
Bretagna.
• Il paese più “vicino” alla Gran Bretagna è quello
che ha maggior probabilità di poter imitarla senza
ritardi e senza importanti varianti.
• Quanto più ci si allontana dalle condizioni della
società inglese, tanto più difficile diventa
l’imitazione e sempre più probabile il ritardo.
Gerschenkron, Il problema storico
dell’arretratezza economica
I paesi ritardatari possono attivare fattori sostitutivi
che possono svolgere lo stesso ruolo dei
prerequisiti.
• Esempi di paesi vicini al modello:
• Il Belgio: ha miniere di carbone, tradizioni
marittimo-commerciali- importanza dei vari porti,
tra cui quello di Anversa- , una tradizione tessilefine 700 sviluppo dell’industria cotoniera,
La fabbrica
.
Fabbrica e disciplina
• . Il primo problema degli industriali è
disciplinare la manodopera: abituarla a stare in
fabbrica per un lungo periodo, a lavorare senza
distrarsi, a non uscire dallo stabilimento se non
negli orari consentiti, a non fare assenze arbitrarie.
• Nelle società preindustriali il tempo è misurato
in base al compito
• Nei lavori agricoli, nella la fabbricazione di
oggetti la giornata lavorativa si allunga e si
accorcia a seconda dei compiti
Contadini e artigiani
• Non c’è una netta distinzione tra lavoro e vita. Si
alternano diversi mestieri (tessitore contadino)
• Relazioni sociali e lavoro sono intrecciati.
• Vi sono momenti di riposo, di uscita dal luogo di
lavoro.
• La domenica si fa festa, e il lunedì si riprende a
lavorare più tardi.
• In fabbrica c’è un orario fisso, non si può
interrompere il lavoro, c’è l’orologio
Fabbrica e disciplina. Il controllo
• Contro il furto: nelle manifatture più semplicifilatoio, cantieri, corderie- gli operai vanno in
fabbrica con i loro strumenti; si fornisce ad essi
solo la materia prima.
• Combattere il furto della materia prima e
controllare la qualità dei prodotti finiti sono le
preoccupazioni principali dei fabbricanti.
• Strumenti
per
il
disciplinamento
sono:
sorveglianti e capisquadra; multe e minaccia di
licenziamento
Gerschenkron, Il problema storico
dell’arretratezza economica
• Franciainizio 800, in quanto condizione
istituzionale- monarchia assoluta, residui feudali–
hanno frenato il suo sviluppo.
• Germania, più tardi, ma con un sistema bancario
sviluppato già a metà 800. Ferrovie che stimolano
la crescita di settori come metallurgico e
meccanico.
• Unione doganale Zollverein- 1834
• Importanza delle ferrovie: in Germania e Francia
stimolano lo sviluppo.
Teoria di W. Rostow
•
•
•
•
Basata su diverse fasi
Società tradizionale
TransizioneDecollo – take off (accelerazione dei tassi
di crescita)
• Maturità
• Età dei consumi di massa
Teoria di W. Rostow
• Dal decollo alla maturità vi è un periodo di
compressione dei consumi, dopo si procede alla
distribuzione del reddito.
• Sviluppo della produzione di beni di consumo,
standardizzazione della loro produzione, per
abbassare i costi e allargare quel mercato dei beni
dei consumo, che diventa cruciale per il
mantenimento del tasso di crescita del sistema.
Teoria di Pollard
• Non è la nazione ma la regione che decolla
economicamente. Solo in Gran Bretagna le regioni
hanno decollato più o meno contemporaneamente.
• 2interferenza,
o
differenziale
della
contemporaneità: ci sono fattori internazionali che
interferiscono con i sentieri predisposti dalle
decisioni dei singoli paesi, e possono influenzare
negativamente o positivamente.
Austria-Ungheria
• Il feudalesimo venne aboliti solo nel 1848 e
solo nel 1850 si procedette ad un’unione
dogale tipo zollverein tedesco• Applicando Pollard alcune regioni avevano
buone prospettive- Lombardia, per esempio, ma furono frenate dalla struttura
complessiva.
Italia
• Istituzioni poco adatte.
• Le ferrovie vengono costruite ma si ricorre
all’acquisto di materiali esteri . Un buon tessile ma
mercato ristretto, in Piemonte, e in Lombardia
concorrenza all’interno dell’impero austriaco.
• Anche il Regno d’Italia: rotezionismo granario, e
non dell’industria, banche che non intendono
finanziarie attività industriali, industriali quindi
che si finanziano solo con i propri profitti, non
esigui peraltro, visti i bassissimi salari.
Italia
Per molti studiosi solo dal 1896 circa si formerebbe
la base industriale italiana, in quanto per essi è
condizione l’esistenza di alcuni fenomeni
economici, l’accumulazione di capitale, la
creazione d’infrastrutture o di pre-requisiti
(schema Gershenkron),.
Quindi non possono chefarla risalire agli anni in cui
si riscontra grosso-modo una presenza accentuata
del capitale azionario e del capitale bancario,
dell’intervento dello stato nell’economia, e il
prevalere dell’industria pesante.
Italia
• Ma per altri storici già tra il 1860 e il 1880 si era
formata una prima “base industriale”. Di questa
ipotesi Stefano Merli, è stato il più convinto
sostenitore- Proletariato di fabbrica e capitalismo
industriale , 1976, ripresa da Hunecke, Classe
operaia e rivoluzione industriale a Milano, 1982.
• Merli prende come referenti alcuni aspetti
originari”
dell’industrializzazione,
che
si
manifestano in Italia già negli anni 70.
Italia
• E sono:
• il sistema di fabbrica, la trasformazione dei
rapporti di produzione, il rivolgimento tecnico,
l’aumento della popolazione, la industriale e
commerciale, e del lavoro salariato, il
prolungamento illimitato della giornata lavorativa,
l’intensificazione dei ritmi di lavoro e dello
sfruttamento, l’impiego massimo delle donne e dei
minorenni nelle fabbriche
Italia
• In Italia come in Inghilterra, la rivoluzione
industriale investe primieramente quelle industrie
che già avevano una base manifatturiera
autoctona; appunto l’industria della seta, della
canapa, della lana e del cotone.
• Filatura e tessitura in fabbrica..
• Per
quanto
scarsamente
attrezzata
tecnologicamente l’industria italiana poteva
giovarsi di maggiore possibilità di sfruttamento
della manodopera, e di salari più bassi di altri
paesi europei
Italia
• Tessitura
• Il telaio meccani venne introdotto intorno al 1870.
• In Italia si fabbricavano macchine a vapore.
Macchine per la tessitura.
• Dallo sviluppo dell’industria tessile e delle
attività collaterali o similari prendono avvio la
metallurgia e la meccanica,
Italia
• Forte presenza in fabbrica di donne e minori
• Censimento industriale 1876
• La presenza femminile e minorile è molto forte
soprattutto nel tessile, e nella manifattura tabacchi
che è azienda di stato.
• Le donne sono il 60% degli addetti nella
lavorazione della seta, il 50,5% in quella del
cotone.
Italia
• Censimento 1901,
• Sono donne circa il 27% dei lavoratori industriali.
• Mentre al censimento industriale (1903) le donne
risultano il 39%. Essenzialmente perché l’impiego
di donne nell’industria era più massiccio in settori
che avevano nel complesso una struttura di tipo
più moderno, come il tessile.
• Minori: le ragazze tra il 9-15 anni sono 26,7%, i
ragazzi il 14,5%
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