Anno 1°, Numero 2, Ottobre 2012 Aut. Trib. Bologna n° 8248 del 24/05/2012 Spedizione Postale non indirizzata In questo numero: Una vacanza libera pag. 2 Il Setta, il fiume che muore pag. 3 Il piacere dell’orto pag. 4-5 Scoprire e riscoprire i mestieri pag. 6 La Lucciola: un risveglio interiore possibile pag. 7 Periodico della Comunità e del Territorio L’angolo del Tapiro pag. 8 EDITORIALE La Redazione Quante volte abbiamo saltato la fila, fingendo con consumata indifferenza di non vedere chi era avanti a noi. Quante volte abbiamo trovato una scorciatoia, chiesto un favore, per lasciare altri indietro e conquistare con furbizia quello che desideravamo. “Il mondo è competitivo”... “ogni mezzo è lecito per il nostro fine”... Raccontiamo di un mondo egoista e di noi, perenni vittime. Piano piano abbiamo costruito un paese dove l’arroganza è un vanto, dove il diritto non esiste, dove il dovere è un obbligo a cui ribellarsi, con le file non rispettate, con le raccomandazioni chieste per i più futili motivi, con le carte truccate, le case abusive, i lavori fatti in nero, i motori truccati, i compiti copiati. Abbiamo ridicolizzato la morale, sbeffeggiato il merito, distrutto ogni credibilità. Eritropoietina e puoi marciare cinquanta chilometri anche se non li meriti. Puoi vincere una medaglia e passare alla storia, se non se ne accorgono, se nessuno ti ferma a saltare la fila, se non ti beccano a copiare i compiti. E si ti beccano sei stato fesso, ti sei fatto beccare non sei stato abbastanza furbo. Alex non è diverso da tanti di noi, Alex è un “italiano” pensano in Germania. E oggi gli interessi sul debito che paghiamo tutti noi, sono così alti proprio perché saltiamo le file, copiamo i compiti, ci facciamo di eritropoieina... e ci hanno beccati, lo sanno, ci conoscono. Ecco perché la nostra crisi durerà ancora a lungo, molto più a lungo che in altri paesi, durerà fino a che avremo recuperato una morale comune, giusta e condivisa. La crisi in Italia finirà quando i con- corsi li vinceranno i più meritevoli, quando chiedere una raccomandazione sarà motivo di vergogna, quando memorizzeremo con attenzione e rispetteremo chi ci precede dal droghiere, quando i nostri ciclomotori rispetteranno i limiti, quando chi durante il lavoro va a fare la spesa quel lavoro lo perderà come Alex ha perso la sua medaglia di bugie. GIPA/ER/CONV/0001/2012 2 - ottobre 2012 REPORTAGE [email protected] di Eleonora Cappelli UNA VACANZA “LIBERA” Il giorno 10 luglio, sono partita con altre 3 colleghe e amiche del Sindacato pensionati della Cgil, per una esperienza nei campi sequestrati alla mafia e dati in gestione a Libera Terra. La nostra destinazione era la bellissima Puglia esattamente a Torchiarolo in provincia di Brindisi, la villa circondata da vigneti e terreni confiscati, che ospita in questo periodo i campi lavoro, apparteneva al cassiere della Sacra Corona Unita Tonino Screti. Solo nell’anno 2009 Screti ha dovuto lasciare la Villa ed essa è passata nelle mani dell’amministrazione comunale che l’ha consegnata in gestione alla cooperativa Libera Terra, realtà questa che ha aiutato la politica e il legislatore a capire quanto fosse importante toccare il portafoglio dei clan mafiosi; partendo dalla Legge La Torre si è potuti giungere alla destinazione sociale dei beni confiscati, azione che ha permesso la restituzione degli stessi al territorio. Il 2012 è il secondo anno che alla Villa si svolgono i campi lavoro con lo slogan E!STATE LIBERI, i campi sono organizzati da Arci, Libera e Spi/Cgil. Ai campi partecipano per turno circa 20 ragazzi tra i 16 e i 20 anni (è la capienza massima della Villa), tre coordinatori designati da Arci e 4/5 pensionati/e dello Spi/Cgil, i turni sono di 10 giorni ciascuno e si svol- gono su più campi: in Puglia, Calabria, Sicilia, Lombardia. Il programma prevede sveglia alle ore 04.30 colazione e partenza per il lavoro nei campi, rientro in tarda mattina, prima che il caldo africano (la colonnina di mercurio a segnato fino 45°) fiaccasse tutte le nostre risorse, doccia, pranzo e, nel pomeriggio, formazione specifica con Ospiti che quotidianamente operano nell’antimafia e nella lotta all’illegalità. La mia conoscenza della mafia era limitata a quello che ho appreso dai mass-media, dai libri letti; sentire raccontare in prima persona da chi convive quotidianamente con questa spada di Damocle sulla testa, da chi subisce ricatti e o minacce, è qualcosa che ti lascia annichilito. La presenza di tanti giovani che decidono di passare una parte delle loro vacanze estive a contatto con una realtà così cruda e così lontana da noi è altamente qualificante per le giovani generazioni, tutti insieme, giovani e pensionati abbiamo capito quanto sia importante combattere in tutti i modi possibili la criminalità organizzata, sempre più potente e sempre più ricca. Negli ultimi anni sono stati sequestrati beni per un valore di 11 miliardi di euro, quasi una manovra finanziaria, che oggi si presenta con un “look” diverso, più ammiccante e non è più solo al sud, come la maggior parte di noi pensa, ma anche in modo rilevante al nord. Il segreto per non rimanere schiacciati è condividere le esperienze più dirette e reagire alle intimidazioni fatte dalla mafia stessa. Per partecipare i giovani possono rivolgersi all’Arci ed i pensionati allo Spi/Cgil, anche se bisognerà pensare alla prossima estate, per quest’anno tutti i posti sono già prenotati! Dir. Resp. Raffaele Donini Redazione: Via Stazione 10 40036 Vado di Monzuno (Bo) Redazione: Raffaele Donini (Dir. Responsabile) Nino Bertozzi, Francesco Manieri, Matteo Masina, Cristina Milani, Silvia Sibani, Federica Tonelli. Stampa: Tipolito Pieffepi S.n.c. Via Michelangelo, 6 40033 Casalecchio di Reno (Bo) [email protected] www.comunitaeterritorio.org facebook://oramonzuno [email protected] di Francesco Manieri S IL SETTA, IL FIUME CHE MUORE i parla molto di “Parco Fluviale”, ma se il fiume non c’è come si fa? Il rischio che il nostro territorio sta correndo è proprio quello di vedere messa profondamente in discussione la vita stessa del Torrente che dà il nome alla Valle che ad Ovest, da Sud a Nord, caratterizza il nostro territorio, il Setta! Da quando nel 2009 è stato inaugurato il canale adduttore “Reno – Setta”, costruito per aumentare la potenzialità produttiva della centrale di potabilizzazione di Sasso Marconi, gestita da Hera, e la riduzione del prelievo da pozzi in pianura, via via con il trascorrere delle estati la quantità di acqua che scende dal Bacino del Brasimone è calata drasticamente. Il motivo purtroppo è semplice e di stretta natura economica: l’acqua che dal Brasimone deve essere rilasciata per alimentare la centrale “costa”, mentre quella presa dal Fiume Reno è gratuita in quanto è quella che è servita ad ENEL per produrre energia. Ancora una volta sembra che ragioni puramente commerciali ed econo- miche siano le uniche a determinare addirittura la vita di un corso d’acqua dell’importanza come il Setta. Domenica 5 Agosto, nell’ambito delle iniziative organizzate dal Partito Democratico di Monzuno per la Festa dell’Unità di Vado, si è svolto un dibattito pubblico sul tema ed è emersa chiaramente la necessità di chiedere ad ENEL, concessionaria della gestione dei bacini del Brasimone e di Suviana per la produzione di energia elettrica, l’aumento della quantità di ottobre 2012 - 3 AMBIENTE acqua rilasciata a garanzia del minimo vitale per il torrente in quanto, vista la morfologia dell’alveo del Setta, quasi la totalità della risorsa che oggi esce dal bacino si disperde in falda e non emerge in superficie causando così il proliferare di alghe ed il prosciugamento di gran parte del torrente con la conseguente moria della fauna che nel fiume e del fiume vive. Naturalmente sappiamo bene quanto l’acqua non sia una risorsa infinita e che la sua gestione ed utilizzo siano legati ad equilibri complessi, soprattutto in periodi siccitosi concomitanti con la stagione estiva. Ciò nonostante crediamo che un maggior deflusso dal Brasimone contribuirebbe alla buona salute del torrente, migliorando l’economia ambientale della Valle. Dal confronto con Luigi Castagna di Hera e Loretta Lambertini, sindaco di Granarolo abbiamo capito che il percorso da intraprendere è quello di coinvolgere i sindaci della Valle affinchè, tramite il referente dell’Unione dei Comuni del Reno e del Setta (Sandra Focci), si possa arrivare a chiedere alla Regione Emilia Romagna che venga modificata la modalità di deflusso dai bacini a favore di un maggior apporto dal Brasimone sul Setta. Andrea Caselli, del comitato “Acqua bene comune”, ci ha invece ricordato che dobbiamo cominciare anche da qui a cambiare il concetto di economia, che non può ridursi a semplice risparmio di denaro o produzione di profitto, ma che deve giocarsi su una attenzione e ridistribuzione naturale dei beni, e l’acqua è uno di questi. 4 - ottobre 2012 AGRICOLTURA [email protected] di Nino Bertozzi N ella montagna Bolognese molti residenti che erano contadini, dopo aver trovato occupazione nell’industria negli anni 50, hanno conservato il loro legame profondo con la terra coltivando orti e allevando galline e conigli. Nel nostro territorio vi sono numerosi orti di persone che coltivano come passatempo e in senso amatoriale un pezzetto di terra di loro proprietà. Spesso allevano animali da cortile per carne e uova e ne utilizzano gli escrementi per la concimazione di base; chi non ha animali si rivolge agli allevamenti vicini, che forniscono volentieri letame di bovini e ovini, al costo praticamente del solo trasporto: è il riprodursi di una gestione tradizionale dell’orto che cerca una “integrazione naturale” del ciclo produttivo. Spesso i coltivatori amatoriali sono accusati di utilizzare in modo indiscriminato nella coltivazione dell’orto prodotti chimici inquinanti. A differenza di quanto si crede, succede negli orti cittadini, coltivati più che altro dai pensionati, che si usino concimi, anticrittogamici e veleni chimici vari per avere dei prodotti “belli e grandi”. Nei nostri luoghi si usa ancora fertilizzare il terreno con letame di animali nella fase preparatoria, e poi con concime granulare durante la crescita degli ortaggi. Una piccola indagine, svolta con interviste a coltivatori non professionisti del territorio di Monzuno, mostra grande omogeneità di comportamento in questo senso e mette in evidenza come gli unici trattamenti, effettuati occasionalmente, siano quelli antifungini a base di solfato di rame o poltiglia bordolese o quelli insetticidi a base di macerati di ortica o di erbe varie (influenza dei nuovi metodi di coltivazione biologica/naturale). A ciò si unisce l’alternanza delle colture, allo scopo di prevenire le infestazioni di parassiti, che prevede di non ricollocare gli ortaggi nella stessa posizione L’ERBA DE NON È SEMPR ALLA SCOPERTA DEI P Orto sinergico per almeno tre anni. D’altro canto una delle motivazioni che muovono questi orticoltori casalinghi, oltre al fatto di avere alimenti sicuramente migliori in gusto e salubrità rispetto a quelli dei grandi magazzini provenienti da agricoltura industriale, è anche il risparmio. In questo contesto non si considera il tempo impiegato nella coltivazione e lavorazione della terra: il lavoro non viene considerato un costo, è risorsa personale che si è deciso di impiegare in questo modo per soddisfazione personale, e il conto economico che ne risulta è un “conto d’uso” e non un “conto di mercato”, il lavoro serve per avere un prodotto da consumare direttamente, non da produrre per la vendita o per il guadagno. Allora spesso è il lavoro a essere impiegato, più di ogni altra risorsa, per esempio per eliminare le erbe infestanti non si usano prodotti chimici diserbanti, avvelenatori della terra, ma zappa ed estirpazione manuale e tanto tempo. In queste terre il recupero delle metodiche e delle colture orticole e agrarie può essere anche una riserva di redditto, in queste congiunture negative. Ma l’orticultura può anche essere vista come un’occupazione che riempie il tempo libero con un impegno fisico e mentale che contiene in sé una spinta all’agire (forse anche per questo la si pensa così adatta ai pensionati). Quale migliore motivazione al perfezionamento delle proprie tecniche colturali che vedere i frutti del proprio lavoro, quando spuntano e crescono radicchi, maturano i rossi pomodori pieni di sapore e vitamine, risultato di fatiche, lavori manuali e di accurate fasi di progettazione invernale: la soddisfazione di portare a tavola i propri prodotti colti [email protected] EL VICINO PRE PIÙ VERDE! I PIACERI DELL’ORTO ORTO SINERGICO Si basa sul principio che, mentre la terra fa crescere le piante, le piante creano suolo fertile attraverso i propri “essudati radicali”, i residui organici che lasciano e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. La terra viene mantenuta costantemente coperta con pacciamatura di paglia o sfalcio e la terra, dopo la prima preparazione, non viene mai lavorata né concimata. Da www.agricolturasinergica.it e mangiati direttamente, insomma, il vero “chilometro zero”. La bontà della terra dipende da tutta la sua storia e da com’è stata trattata negli ultimi anni, quindi il rispetto della terra, dei suoi tempi e della sua fertilità, insieme al mantenimento delle varietà coltivate negli anni passati, formano il retaggio che ci viene dai tempi antichi. Oggigiorno ci sono vari percorsi di pensiero per una agricoltura NON industriale che si salda con la coltura antica, aggiornando le metodiche con i più recenti studi di microbiologia e agronomia alternativa. In questi ultimi tempi uomini e donne che non avevano mai toccato la terra si avvicinano ad essa e alla coltivazione di ortaggi come a qualcosa di speciale, che contiene un’intera concezione di vita: si documentano su libri e forum dedicati appositamente alle metodiche agrarie che seguono le nuove filosofie di pensiero, come la coltura sinergica, la biodinamica, la permacoltura. Le implicazioni di questi principi vanno al di là della pura tecnica colturale, teorizzano ORTO TRADIZIONALE Il terreno è sottoposto ad aratura o fresatura meccanica ogni anno, con concimazione a base di stallatico. Il livellamento del terreno e la preparazione alle semine e agli impianti sono effettuati manualmente. Terreno è lasciato “nudo”, cioè senza pacciamatura. Viene effettuata la concimazione chimica (in granuli) degli ortaggi durante la crescita e leggeri trattamenti a base di rame, occasionali. approcci complessivi a modi di vita della comunità in cui il rispetto della terra e la sostenibilità sono concetti chiave. Anche queste metodiche, che se applicate correttamente possono dare ottimi risultati con risparmio nell’impiego di carburante e agenti chimici, richiedono un impegno maggiore in applicazione e lavoro umano. Per queste coltivazioni non sono previste macchine, ma un impegno costante nella cura e nello studio della propria terra, con consociazioni tra le varie piante per aumentare la fertilità e la loro sinergia. Si usa meno forza o potenza tecnologica e si aumenta l’impegno: forse è una delle chiavi della sostenibilità. ottobre 2012 - 5 AGRICOLTURA SINERGICA L’Agricoltura Sinergica è un metodo di coltivazione elaborato dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Attraverso questo modo di coltivare l’orto, in cui vengono mescolati e abbinati vari ortaggi e fiori secondo una precisa associazione e posizionamento su bancali rialzati, viene restituito alla terra, in termini energetici, più di quanto si prenda, promuovendo i meccanismi di autofertilità del suolo e facendo dell’agricoltura un’attività umana sostenibile. Per diffondere questo metodo vengono promossi corsi itineranti teoricopratici in cui viene progettato e costruito un orto sinergico che viene poi affidato, completamente funzionante, alle cure del gestore che ha ospitato il corso. PERMACOLTURA La Permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico. Applicando i principi e le strategie ecologiche si può ripristinare l’equilibrio di quei sistemi che sono alla base della vita. La Permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali. COLTURA BIODINAMICA Il principio fondamentale della coltura biodinamica è attivare la vita nella terra, in modo che le sostanze presenti nella terra in quantità enormemente superiore al bisogno possano essere liberate e assimilate dalle piante nella misura necessaria. Questo processo naturale si svolge grazie ai lombrichi, ad altre tipologie di vermi, ai microrganismi e ogni intervento deve avere come scopo proteggere e intensificare questa “microstalla”. [email protected] 6 - ottobre 2012 LAVORO di Matteo Masina SCOPRIRE E RISCOPRIRE I MESTIERI O ggigiorno si parla di crisi economica, disoccupazione, precariato e della difficoltà a trovare un posto di lavoro sicuro che permetta un tenore di vita migliore. Raramente si parla di chi si è “inventato un lavoro”. Questo è il caso di Elisabetta, che da brillante progettista è diventata un agricoltore, ed è titolare dell’Azienda Agricola HORTUS COELI, nella località di Jano a Sasso Marconi! Un tempo, quando i nostri antenati tornavano dalla guerra, si ritrovavano con una famiglia da sfamare. Ma come? Inventandosi un lavoro!!! Elisabetta, quando hai iniziato l’attività? - Ho iniziato nel 2007. Ero progettista di allestimenti fieristici, ma prima di interrompere il mio lavoro, avevo già messo a dimora 3500 piantine di lavanda in un terreno non coltivato di nostra proprietà. Come mai l’idea di lasciare un lavoro “tradizionale” e sicuro per buttarsi in questa nuova esperienza? - Mi piaceva moltissimo il mio lavoro, ma per motivi personali, mi sono licenziata. Non avevo voglia di ricominciare in un’altra azienda del settore e avendo le piantine di lavanda che stavano crescendo nel campo, ho iniziato quasi per gioco a dedicarmi all’agricoltura e devo dire che è un tunnel dal quale non si esce più! Non torneresti indietro? - No! Anche se ho iniziato tardi... bisognerebbe iniziare prima, visto che il lavoro fisico è molto impegnativo . Consiglieresti questo lavoro ad altri? - Si! C’è grande bisogno di staccarsi dai computer e di tornare a lavorare la terra. L’agricoltura, la natura l’abbiamo nel nostro DNA, quindi ci credo! Credo nel mio lavoro! Se cominci questa attività, sei talmente padrona della tua vita, senza dipendere da nessuno, che è impagabile! Il contatto stesso con la natura ti ripaga dei sacrifici fatti. Sconsiglio però di intraprendere un’attività agricola a chi pensa di arricchirsi. Coltivazione di lavanda Cosa si dovrebbe fare per iniziare? - Naturalmente se non si possiede il terreno occorre comprarlo o affittarlo, in collina o in montagna i prezzi sono accessibili. Abbiamo creato l’azienda, partita iva, ecc, fatto dei corsi obbligatori, come quello sulla sicurezza, ci siamo iscritti a una cooperativa di produttori di lavanda che ci ha fornito le piante. Tu Elisabetta hai iniziato con la lavanda, ma a tutt’oggi non vendi solo quello, vero? - La lavanda è un prodotto non facile da vendere in tempi di crisi ... Occorre integrare con altre scelte colturali. Noi abbiamo piantato alberi da frutto di antiche varietà della zona, quasi scomparse perché considerate poco commerciali. Ad esempio certe mele o pere sono di pezzatura molto piccola, oppure vanno degustate solo cotte, ma hanno un sapore unico e le confetture sono davvero buone. Inoltre abbiamo piantato delle orticole per fare pesti e paté dal gusto insolito. Recuperare le antiche varietà di frutta e verdura del nostro territorio quasi sparite, è un’operazione culturale molto importante! Quanto si può guadagnare? Ci si può vivere? - Molti miei colleghi agricoltori hanno tradizioni famigliari, ma chi comincia da zero, non deve pensare di arricchirsi. L’agricoltura oggi è quasi un “voto di povertà”, magari in passato non era così, ma, senza troppe pretese, ci si può vivere. Che tipo di impegno richiede questa attività? - 7 giorni su 7. Generalmente nei weekend vado ai mercati e alle sagre paesane, durante gli altri giorni sono nel campo, gestisco la burocrazia (sono certificata biologica), preparo i mercati e porto la frutta e la verdura nei laboratori certificati a lavorarla, perché non si può assolutamente trasformare nulla in casa! Elisabetta è la dimostrazione che con volontà, “fantasia” e senza paura di faticare, si può “scoprire”, anzi, “inventarsi”, un mestiere. Per essere sempre informato: collegati alla pagina facebook di ORAMONZUNO e clicca “mi piace” [email protected] ottobre 2012 - 7 SPECIALE DAL TERREMOTO D a molti anni, da moltissimi anni, vengono a Monzuno per periodi prevalentemente estivi degli ospiti che si sono guadagnati la simpatia degli abitanti. In realtà non si vedono molto in giro perché si spostano col loro pulmino verso luoghi decentrati dove possono essere più a diretto contatto con la natura, luoghi come Monte Venere, Val Serena o la Fattoria Lama Grande a Gabbiano. Sono i Bimbi speciali de La Lucciola. Si tratta del Centro di Terapia Integrata per l’Infanzia, il cui nome è stato scelto perché, come il piccolo coleottero, i bimbi diversamente abili comunicando con difficoltà si “accendono” in modo intermittente nella relazione con l’esterno di sé. Fino al terremoto, durante l’anno l’attività era semiresidenziale e si svolgeva nel Centro di Terapia Integrata per l’Infanzia con sede a Stuffione di Ravarino (Mo) che accoglieva durante l’anno scolastico bambini e ragazzi – dai 3 ai 18 anni – con disabilità e disturbi dello sviluppo. Normalmente, le attività integrano le tecniche pedagogiche educative, riabilitative, psicoterapiche nelle esperienze di apprendimento proprie della vita quotidiana per aiutare e permettere, nei bambini e nelle loro famiglie, il riconoscimento, la maturazione e l’espressione delle proprie qualità e delle proprie potenzialità. Come detto, quanto sopra si riferisce ad una gestione normale antecedente il sisma del 20 e 29 Maggio; ora le energie dei responsabili de La LA LUCCIOLA: UN RISVEGLIO INTERIORE POSSIBILE Il segretario del circolo PD di Monzuno consegna alla Dott.ssa Emma Lamacchia parte del ricavato della festa dell’unità di Vado Lucciola sono rivolte a recuperare la situazione e a portarla a standard vicini alla normalità. Oggi l’attività si svolge sotto le tende e all’aperto. Si tratta di un lavoro immane e di una spesa ingente. A fronte di tale impegno si è ���������������������������������� ������� ����������������������� ���� !���������������� �!#�#������������������� �$ �����������%�&��� �������������� �� �� �� �� ��#&����'� ���� �!'�((�!��&���� �'�#�� ��� ������� ���' ���������� #� ���!��&#! !**�� ���!!+���!�� !'! !**�� ��+�����! ��#�!����,#����& !��� �'�*!�! �����&��-�!���*�� � �������� �� ��������� ���������� ��������� ��������� ������� ���������� �������� �������� ����"��� ������� ����� ������� ������� ������ ������� ������� �������� ������� ������� ��"����� ������ �������� ��������� ��"��� ����"��) ����"��� ������� ������� ������� �������� ��)��� ���������� ���������� ���� ���� ��������!������������������"���� ������#����� ��������� ���������� ��������� ���������� ������� ���������� ���������� ���$�%&��'())&*+,�%&��-.-/&+*�0��1 �(/*������� ������.���/.01��2�3���4.���50����6�3���7�8�0��������.���50�8��2�7�20�8���82��9��3��6�1�3�0��0�0����:��� potuta però constatare un grande solidarietà proveniente da varie regioni e comuni italiani a cominciare da Monzuno stessa. Prima di settembre dovrà essere completato il montaggio delle “casette” sostitutive per pensare poi alla raccolta di un milione di euro necessari per il restauro della struttura disastrata e al momento inagibile. La cifra è enorme per una realtà come questa: indipendente, senza fini di lucro, concentrata principalmente sulle attività educative. Ma grazie al passaparola stanno arrivando forme concrete e inaspettate di aiuto. Oltre al sostegno tramite la raccolta organizzata dal nostro Comune, chi vuole contribuire direttamente può donare una somma, anche simbolica, usando il conto solidarietà IBAN IT90P0200812932000102111630 oppure dal sito www.lalucciola.org attraverso PayPal. [email protected] 8 - ottobre 2012 L’ANGOLO DEL TAPIRO Monzuno, via Petrarca località La Cà Savena, Via Mulino del Pero Savena ...invece di “gestire” ... si “chiude” e “privatizza” !!! Monzuno, ingresso bosco del castellazzo Comunicato stampa Il Partito Democratico di Monzuno, appresa dalla stampa la notizia che il sindaco Mastacchi ha rivolto un pubblico invito a Matteo Renzi, sindaco di Firenze e candidato alle Primarie del Partito Democratico, per una visita da lui guidata ai luoghi della memoria di Monte Sole, con l’intento di dargli “visibilità” e “sostegno” in questo suo momento di particolarissimo impegno (testuali dichiarazioni del nostro sindaco), sorpresi dalla originale attenzione che il sindaco, dopo tante nostre sollecitazioni in passato, oggi mostra per i luoghi della memoria, denuncia e condanna questo atteggiamento di semplicistico opportunismo politico, (non a caso coerente con i comportamenti del massimo esponente della destra, Silvio Berlusconi) nel palese tentativo di corteggiare una persona oggi ai clamori delle cronache ma che non appartiene assolutamente all’ideologia di Mastacchi! Forse che il nostro sindaco sente il bisogno di spostare l’attenzione dei concittadini da sé e dalla propria incapacità di tenere unita una coalizione che ha visto sfaldarsi e perder pezzi a poche settimane dall’entrata in carica, vuole distrarre l’opinione pubblica dal suo immobilismo dimostrato nel non aver realizzato ancora nessuna opera fra le tante che atten- dono il via sul nostro territorio, come il poliambulatorio, la tangenziale di Vado, il Parco Fluviale del Setta, il parcheggio di Vado, vuole addirittura fare scordare ai cittadini che proprio lui ha impedito la realizzazione di opere già pronte e progettate come la scuola materna ed il nido di Vado? Marco Mastacchi continua a negare che la sua sia una lista di Centro Destra! Ma dove ha seduto per 14 anni? All’opposizione di chi è stato fino alla primavera del 2009? Anche Comunità e Territorio è una “lista Civica” (come ama sempre definire la sua il nostro primo cittadino), ma dichiaratamente ed onestamente sostenuta, oltre che da cittadini indipendenti, dai partiti della schiera del Centro Sinistra! Ricordiamo allora noi a Mastacchi (che forse non se ne è accorto) che lui è stato sostenuto e votato in maggior parte proprio dagli elettori di destra. Non ha poi notato che alcuni dei suoi consiglieri sono chiara espressione della Lega, di Alleanza Nazionale o come adesso si voglia chiamare? Dobbiamo dire a questi elettori che si sono sbagliati? Che hanno capito male? È cambiato qualcosa. È oggi il “compagno” Marco che parla? Allora, siamo seri. Chiediamo al sindaco, visto che non perde occasione di affermare che non vuole prendere posizioni politiche ma che vuole solo “amministratre”, che lo faccia, che non perda tempo a creare confusione fra i suoi sostenitori e fra gli elettori della sinistra che penseranno da soli a promuovere correttamente i propri candidati! Se un’altra volta vorrà invitare qualcuno in veste istituzionale, per favore, scriva all’interessato e non ai giornali! 27 settembre 2012