Anno 1°, Numero 2, Ottobre 2012
Aut. Trib. Bologna n° 8248 del 24/05/2012
Spedizione Postale non indirizzata
In questo numero:
Una vacanza libera
pag. 2
Il Setta, il fiume che muore pag. 3
Il piacere dell’orto
pag. 4-5
Scoprire e riscoprire i mestieri
pag. 6
La Lucciola: un risveglio interiore
possibile
pag. 7
Periodico della Comunità
e del Territorio
L’angolo del Tapiro
pag. 8
EDITORIALE
La Redazione
Quante volte abbiamo saltato la fila,
fingendo con consumata indifferenza
di non vedere chi era avanti a noi.
Quante volte abbiamo trovato una
scorciatoia, chiesto un favore, per lasciare altri indietro e conquistare con
furbizia quello che desideravamo.
“Il mondo è competitivo”... “ogni
mezzo è lecito per il nostro fine”...
Raccontiamo di un mondo egoista e
di noi, perenni vittime.
Piano piano abbiamo costruito un
paese dove l’arroganza è un vanto, dove il diritto non esiste, dove il
dovere è un obbligo a cui ribellarsi,
con le file non rispettate, con le
raccomandazioni chieste
per
i più futili motivi, con le carte truccate, le case abusive, i lavori fatti
in nero, i motori truccati, i compiti
copiati.
Abbiamo ridicolizzato la morale, sbeffeggiato il merito, distrutto
ogni credibilità.
Eritropoietina e puoi marciare
cinquanta chilometri anche se
non li meriti.
Puoi vincere una medaglia e passare
alla storia, se non se ne accorgono,
se nessuno ti ferma a saltare la fila, se
non ti beccano a copiare i compiti.
E si ti beccano sei stato fesso, ti
sei fatto beccare non sei stato
abbastanza furbo.
Alex non è diverso da tanti di noi,
Alex è un “italiano” pensano in
Germania.
E oggi gli interessi sul debito che paghiamo tutti noi, sono così alti proprio perché saltiamo le file, copiamo
i compiti, ci facciamo di eritropoieina... e ci hanno beccati, lo sanno, ci
conoscono.
Ecco perché la nostra crisi durerà ancora a lungo, molto più a lungo che
in altri paesi, durerà fino a che avremo recuperato una morale comune,
giusta e condivisa.
La crisi in Italia finirà quando i con-
corsi li vinceranno i più meritevoli,
quando chiedere una raccomandazione sarà motivo di vergogna, quando memorizzeremo con attenzione e
rispetteremo chi ci precede dal droghiere, quando i nostri ciclomotori
rispetteranno i limiti, quando chi durante il lavoro va a fare la spesa quel
lavoro lo perderà come Alex ha perso
la sua medaglia di bugie.
GIPA/ER/CONV/0001/2012
2 - ottobre 2012
REPORTAGE
[email protected]
di Eleonora Cappelli
UNA VACANZA “LIBERA”
Il giorno 10 luglio, sono partita con
altre 3 colleghe e amiche del Sindacato pensionati della Cgil, per una
esperienza nei campi sequestrati
alla mafia e dati in gestione a Libera
Terra.
La nostra destinazione era la bellissima Puglia esattamente a Torchiarolo in provincia di Brindisi, la villa
circondata da vigneti e terreni confiscati, che ospita in questo periodo i
campi lavoro, apparteneva al cassiere della Sacra Corona Unita Tonino
Screti.
Solo nell’anno 2009 Screti ha dovuto lasciare la Villa ed essa è passata
nelle mani dell’amministrazione comunale che l’ha consegnata in gestione alla cooperativa Libera Terra,
realtà questa che ha aiutato la politica e il legislatore a capire quanto
fosse importante toccare il portafoglio dei clan mafiosi; partendo dalla
Legge La Torre si è potuti giungere
alla destinazione sociale dei beni
confiscati, azione che ha permesso
la restituzione degli stessi al territorio.
Il 2012 è il secondo anno che alla
Villa si svolgono i campi lavoro con
lo slogan E!STATE LIBERI, i campi
sono organizzati da Arci, Libera e
Spi/Cgil.
Ai campi partecipano per turno circa 20 ragazzi tra i 16 e i 20 anni (è
la capienza massima della Villa), tre
coordinatori designati da Arci e 4/5
pensionati/e dello Spi/Cgil, i turni
sono di 10 giorni ciascuno e si svol-
gono su più campi: in Puglia, Calabria, Sicilia, Lombardia.
Il programma prevede sveglia alle
ore 04.30 colazione e partenza per
il lavoro nei campi, rientro in tarda
mattina, prima che il caldo africano
(la colonnina di mercurio a segnato fino 45°) fiaccasse tutte le nostre
risorse, doccia, pranzo e, nel pomeriggio, formazione specifica con
Ospiti che quotidianamente operano nell’antimafia e nella lotta all’illegalità.
La mia conoscenza della mafia era
limitata a quello che ho appreso dai
mass-media, dai libri letti; sentire
raccontare in prima persona da chi
convive quotidianamente con questa spada di Damocle sulla testa,
da chi subisce ricatti e o minacce, è
qualcosa che ti lascia annichilito.
La presenza di tanti giovani che decidono di passare una parte delle
loro vacanze estive a contatto con
una realtà così cruda e così lontana
da noi è altamente qualificante per
le giovani generazioni, tutti insieme,
giovani e pensionati abbiamo capito
quanto sia importante combattere in
tutti i modi possibili la criminalità
organizzata, sempre più potente e
sempre più ricca. Negli ultimi anni
sono stati sequestrati beni per un
valore di 11 miliardi di euro, quasi
una manovra finanziaria, che oggi
si presenta con un “look” diverso,
più ammiccante e non è più solo al
sud, come la maggior parte di noi
pensa, ma anche in modo rilevante
al nord.
Il segreto per non rimanere schiacciati è condividere le esperienze più
dirette e reagire alle intimidazioni
fatte dalla mafia stessa.
Per partecipare i giovani possono rivolgersi all’Arci ed i pensionati allo
Spi/Cgil, anche se bisognerà pensare
alla prossima estate, per quest’anno
tutti i posti sono già prenotati!
Dir. Resp. Raffaele Donini
Redazione: Via Stazione 10
40036 Vado di Monzuno (Bo)
Redazione: Raffaele Donini
(Dir. Responsabile)
Nino Bertozzi, Francesco Manieri,
Matteo Masina, Cristina Milani,
Silvia Sibani, Federica Tonelli.
Stampa: Tipolito Pieffepi S.n.c.
Via Michelangelo, 6
40033 Casalecchio di Reno (Bo)
[email protected]
www.comunitaeterritorio.org
facebook://oramonzuno
[email protected]
di Francesco Manieri
S
IL SETTA,
IL FIUME
CHE MUORE
i parla molto di “Parco Fluviale”, ma se il fiume non c’è
come si fa?
Il rischio che il nostro territorio sta
correndo è proprio quello di vedere
messa profondamente in discussione la vita stessa del Torrente che dà il
nome alla Valle che ad Ovest, da Sud
a Nord, caratterizza il nostro territorio,
il Setta!
Da quando nel 2009 è stato inaugurato il canale adduttore “Reno – Setta”,
costruito per aumentare la potenzialità
produttiva della centrale di potabilizzazione di Sasso Marconi, gestita da
Hera, e la riduzione del prelievo da
pozzi in pianura, via via con il trascorrere delle estati la quantità di acqua
che scende dal Bacino del Brasimone
è calata drasticamente. Il motivo purtroppo è semplice e di stretta natura
economica: l’acqua che dal Brasimone deve essere rilasciata per alimentare la centrale “costa”, mentre quella presa dal Fiume Reno è gratuita in
quanto è quella che è servita ad ENEL
per produrre energia.
Ancora una volta sembra che ragioni
puramente commerciali ed econo-
miche siano le uniche a determinare
addirittura la vita di un corso d’acqua
dell’importanza come il Setta.
Domenica 5 Agosto, nell’ambito delle
iniziative organizzate dal Partito Democratico di Monzuno per la Festa
dell’Unità di Vado, si è svolto un dibattito pubblico sul tema ed è emersa
chiaramente la necessità di chiedere
ad ENEL, concessionaria della gestione dei bacini del Brasimone e di
Suviana per la produzione di energia
elettrica, l’aumento della quantità di
ottobre 2012 - 3
AMBIENTE
acqua rilasciata a garanzia del minimo
vitale per il torrente in quanto, vista la
morfologia dell’alveo del Setta, quasi
la totalità della risorsa che oggi esce
dal bacino si disperde in falda e non
emerge in superficie causando così
il proliferare di alghe ed il prosciugamento di gran parte del torrente con la
conseguente moria della fauna che nel
fiume e del fiume vive.
Naturalmente sappiamo bene quanto
l’acqua non sia una risorsa infinita e
che la sua gestione ed utilizzo siano
legati ad equilibri complessi, soprattutto in periodi siccitosi concomitanti
con la stagione estiva. Ciò nonostante
crediamo che un maggior deflusso dal
Brasimone contribuirebbe alla buona
salute del torrente, migliorando l’economia ambientale della Valle.
Dal confronto con Luigi Castagna di
Hera e Loretta Lambertini, sindaco
di Granarolo abbiamo capito che il
percorso da intraprendere è quello di
coinvolgere i sindaci della Valle affinchè, tramite il referente dell’Unione
dei Comuni del Reno e del Setta (Sandra Focci), si possa arrivare a chiedere
alla Regione Emilia Romagna che venga modificata la modalità di deflusso
dai bacini a favore di un maggior apporto dal Brasimone sul Setta.
Andrea Caselli, del comitato “Acqua
bene comune”, ci ha invece ricordato
che dobbiamo cominciare anche da
qui a cambiare il concetto di economia, che non può ridursi a semplice
risparmio di denaro o produzione di
profitto, ma che deve giocarsi su una
attenzione e ridistribuzione naturale
dei beni, e l’acqua è uno di questi.
4 - ottobre 2012
AGRICOLTURA
[email protected]
di Nino Bertozzi
N
ella montagna Bolognese
molti residenti che erano
contadini, dopo aver trovato
occupazione nell’industria negli anni
50, hanno conservato il loro legame
profondo con la terra coltivando orti e
allevando galline e conigli.
Nel nostro territorio vi sono numerosi orti di persone che coltivano come
passatempo e in senso amatoriale un
pezzetto di terra di loro proprietà.
Spesso allevano animali da cortile per
carne e uova e ne utilizzano gli escrementi per la concimazione di base;
chi non ha animali si rivolge agli allevamenti vicini, che forniscono volentieri letame di bovini e ovini, al costo
praticamente del solo trasporto: è il riprodursi di una gestione tradizionale
dell’orto che cerca una “integrazione
naturale” del ciclo produttivo.
Spesso i coltivatori amatoriali sono
accusati di utilizzare in modo indiscriminato nella coltivazione dell’orto
prodotti chimici inquinanti.
A differenza di quanto si crede, succede negli orti cittadini, coltivati più
che altro dai pensionati, che si usino
concimi, anticrittogamici e veleni chimici vari per avere dei prodotti “belli
e grandi”.
Nei nostri luoghi si usa
ancora fertilizzare il terreno con letame di animali
nella fase preparatoria, e
poi con concime granulare durante la crescita degli
ortaggi.
Una piccola indagine, svolta con interviste a coltivatori non professionisti del territorio di Monzuno, mostra
grande omogeneità di comportamento in questo senso e mette in evidenza
come gli unici trattamenti, effettuati
occasionalmente, siano quelli antifungini a base di solfato di rame o poltiglia bordolese o quelli insetticidi a
base di macerati di ortica o di erbe varie (influenza dei nuovi metodi di coltivazione biologica/naturale). A ciò si
unisce l’alternanza delle colture, allo
scopo di prevenire le infestazioni di
parassiti, che prevede di non ricollocare gli ortaggi nella stessa posizione
L’ERBA DE
NON È SEMPR
ALLA SCOPERTA DEI P
Orto sinergico
per almeno tre anni.
D’altro canto una delle motivazioni
che muovono questi orticoltori casalinghi, oltre al fatto di avere alimenti
sicuramente migliori in gusto e salubrità rispetto a quelli dei grandi magazzini provenienti da agricoltura
industriale, è anche il risparmio. In
questo contesto non si considera il
tempo impiegato nella coltivazione e
lavorazione della terra: il lavoro non
viene considerato un costo, è risorsa
personale che si è deciso di impiegare in questo modo per soddisfazione
personale, e il conto economico che
ne risulta è un “conto d’uso” e non
un “conto di mercato”, il lavoro serve
per avere un prodotto da consumare
direttamente, non da produrre per la
vendita o per il guadagno.
Allora spesso è il lavoro a essere impiegato, più di ogni altra risorsa,
per esempio per eliminare
le erbe infestanti non si
usano prodotti chimici
diserbanti, avvelenatori della terra, ma
zappa ed estirpazione manuale e
tanto tempo.
In queste terre il recupero delle metodiche e delle colture orticole e agrarie
può essere anche una riserva di redditto, in queste congiunture negative.
Ma l’orticultura può anche essere vista
come un’occupazione che riempie il
tempo libero con un impegno fisico e
mentale che contiene in sé una spinta all’agire (forse anche per questo la
si pensa così adatta ai pensionati).
Quale migliore motivazione al perfezionamento delle proprie tecniche
colturali che vedere i frutti del proprio
lavoro, quando spuntano e crescono
radicchi, maturano i rossi pomodori
pieni di sapore e vitamine, risultato
di fatiche, lavori manuali e di accurate fasi di progettazione invernale:
la soddisfazione di portare a tavola i
propri prodotti colti
[email protected]
EL VICINO
PRE PIÙ VERDE!
I PIACERI DELL’ORTO
ORTO SINERGICO
Si basa sul principio che, mentre la
terra fa crescere le piante, le piante creano suolo fertile attraverso i
propri “essudati radicali”, i residui
organici che lasciano e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi.
La terra viene mantenuta costantemente coperta con pacciamatura di paglia o sfalcio e la terra,
dopo la prima preparazione, non
viene mai lavorata né concimata.
Da www.agricolturasinergica.it
e mangiati direttamente, insomma, il
vero “chilometro zero”.
La bontà della terra dipende da tutta
la sua storia e da com’è stata trattata negli ultimi anni, quindi il rispetto
della terra, dei suoi tempi e della sua
fertilità, insieme al mantenimento delle varietà coltivate negli anni passati,
formano il retaggio che ci viene dai
tempi antichi.
Oggigiorno ci sono vari percorsi di
pensiero per una agricoltura NON
industriale che si salda con la coltura
antica, aggiornando le metodiche con
i più recenti studi di microbiologia e
agronomia alternativa. In questi ultimi
tempi uomini e donne che non avevano mai toccato la terra si avvicinano
ad essa e alla coltivazione di ortaggi
come a qualcosa di speciale, che contiene un’intera concezione di vita: si
documentano su libri e forum dedicati appositamente alle metodiche agrarie che seguono le nuove filosofie di
pensiero, come la coltura sinergica, la
biodinamica, la permacoltura.
Le implicazioni di
questi
principi
vanno al di là
della pura
tecnica
colturale,
teorizzano
ORTO TRADIZIONALE
Il terreno è sottoposto ad aratura o
fresatura meccanica ogni anno, con
concimazione a base di stallatico.
Il livellamento del terreno e la preparazione alle semine e agli impianti sono effettuati manualmente.
Terreno è lasciato “nudo”, cioè senza
pacciamatura. Viene effettuata la concimazione chimica (in granuli) degli
ortaggi durante la crescita e leggeri
trattamenti a base di rame, occasionali.
approcci complessivi a modi di vita
della comunità in cui il rispetto della
terra e la sostenibilità sono concetti
chiave.
Anche queste metodiche, che se applicate correttamente possono dare
ottimi risultati con risparmio nell’impiego di carburante e agenti chimici,
richiedono un impegno maggiore in
applicazione e lavoro umano.
Per queste coltivazioni non sono previste macchine, ma un impegno costante nella cura e nello studio della
propria terra, con consociazioni tra le
varie piante per aumentare la fertilità
e la loro sinergia. Si usa meno forza
o potenza tecnologica e si aumenta
l’impegno: forse è una delle chiavi
della sostenibilità.
ottobre 2012 - 5
AGRICOLTURA SINERGICA
L’Agricoltura Sinergica è un metodo di coltivazione elaborato
dall’agricoltrice spagnola Emilia
Hazelip. Attraverso questo modo
di coltivare l’orto, in cui vengono mescolati e abbinati vari ortaggi e fiori secondo una precisa
associazione e posizionamento
su bancali rialzati, viene restituito alla terra, in termini energetici, più di quanto si prenda,
promuovendo i meccanismi di
autofertilità del suolo e facendo
dell’agricoltura un’attività umana sostenibile. Per diffondere
questo metodo vengono promossi corsi itineranti teoricopratici in cui viene progettato e
costruito un orto sinergico che
viene poi affidato, completamente funzionante, alle cure del
gestore che ha ospitato il corso.
PERMACOLTURA
La Permacultura è un processo
integrato di progettazione che
dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed
estetico. Applicando i principi
e le strategie ecologiche si può
ripristinare l’equilibrio di quei
sistemi che sono alla base della
vita. La Permacultura è la progettazione, la conservazione
consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la
diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali.
COLTURA BIODINAMICA
Il principio fondamentale della
coltura biodinamica è attivare
la vita nella terra, in modo che
le sostanze presenti nella terra
in quantità enormemente superiore al bisogno possano essere
liberate e assimilate dalle piante
nella misura necessaria. Questo
processo naturale si svolge grazie ai lombrichi, ad altre tipologie di vermi, ai microrganismi e
ogni intervento deve avere come
scopo proteggere e intensificare
questa “microstalla”.
[email protected]
6 - ottobre 2012
LAVORO
di Matteo Masina
SCOPRIRE E RISCOPRIRE
I MESTIERI
O
ggigiorno si parla di crisi
economica, disoccupazione,
precariato e della difficoltà a
trovare un posto di lavoro sicuro che
permetta un tenore di vita migliore.
Raramente si parla di chi si è “inventato
un lavoro”.
Questo è il caso di Elisabetta, che da brillante progettista è diventata un agricoltore, ed è titolare dell’Azienda Agricola
HORTUS COELI, nella località di Jano a
Sasso Marconi!
Un tempo, quando i nostri antenati tornavano dalla guerra, si ritrovavano con
una famiglia da sfamare.
Ma come? Inventandosi un lavoro!!!
Elisabetta, quando hai iniziato l’attività?
- Ho iniziato nel 2007. Ero progettista di
allestimenti fieristici, ma prima di interrompere il mio lavoro, avevo già messo
a dimora 3500 piantine di lavanda in un
terreno non coltivato di nostra proprietà.
Come mai l’idea di lasciare un lavoro
“tradizionale” e sicuro per buttarsi in
questa nuova esperienza?
- Mi piaceva moltissimo il mio lavoro, ma
per motivi personali, mi sono licenziata.
Non avevo voglia di ricominciare in
un’altra azienda del settore e avendo
le piantine di lavanda che stavano crescendo nel campo, ho iniziato quasi per
gioco a dedicarmi all’agricoltura e devo
dire che è un tunnel dal quale non si esce
più!
Non torneresti indietro?
- No! Anche se ho iniziato tardi... bisognerebbe iniziare prima, visto che il lavoro fisico è molto impegnativo .
Consiglieresti questo lavoro ad altri?
- Si! C’è grande bisogno di staccarsi dai
computer e di tornare a lavorare la terra.
L’agricoltura, la natura l’abbiamo nel nostro DNA, quindi ci credo! Credo nel
mio lavoro! Se cominci questa attività,
sei talmente padrona della tua vita, senza dipendere da nessuno, che è impagabile! Il contatto stesso con la natura ti
ripaga dei sacrifici fatti. Sconsiglio però
di intraprendere un’attività agricola a chi
pensa di arricchirsi.
Coltivazione di lavanda
Cosa si dovrebbe fare per iniziare?
- Naturalmente se non si possiede il terreno occorre comprarlo o affittarlo, in collina o in montagna i prezzi sono accessibili. Abbiamo creato l’azienda, partita
iva, ecc, fatto dei corsi obbligatori, come
quello sulla sicurezza, ci siamo iscritti a
una cooperativa di produttori di lavanda
che ci ha fornito le piante.
Tu Elisabetta hai iniziato con la lavanda, ma a tutt’oggi non vendi solo quello,
vero?
- La lavanda è un prodotto non facile
da vendere in tempi di crisi ... Occorre integrare con altre scelte colturali. Noi
abbiamo piantato alberi da frutto di antiche varietà della zona, quasi scomparse
perché considerate poco commerciali.
Ad esempio certe mele o pere sono di
pezzatura molto piccola, oppure vanno
degustate solo cotte, ma hanno un sapore unico e le confetture sono davvero
buone. Inoltre abbiamo piantato delle
orticole per fare pesti e paté dal gusto
insolito. Recuperare le antiche varietà di
frutta e verdura del nostro territorio quasi
sparite, è un’operazione culturale molto
importante!
Quanto si può guadagnare?
Ci si può vivere?
- Molti miei colleghi agricoltori hanno
tradizioni famigliari, ma chi comincia da
zero, non deve pensare di arricchirsi.
L’agricoltura oggi è quasi un “voto di povertà”, magari in passato non era così, ma,
senza troppe pretese, ci si può vivere.
Che tipo di impegno richiede questa attività?
- 7 giorni su 7. Generalmente nei weekend vado ai mercati e alle sagre paesane,
durante gli altri giorni sono nel campo,
gestisco la burocrazia (sono certificata
biologica), preparo i mercati e porto la
frutta e la verdura nei laboratori certificati
a lavorarla, perché non si può assolutamente trasformare nulla in casa!
Elisabetta è la dimostrazione che con volontà, “fantasia” e senza paura di faticare, si può “scoprire”, anzi, “inventarsi”,
un mestiere.
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ottobre 2012 - 7
SPECIALE DAL TERREMOTO
D
a molti anni, da moltissimi
anni, vengono a Monzuno per
periodi prevalentemente estivi degli ospiti che si sono guadagnati
la simpatia degli abitanti. In realtà non
si vedono molto in giro perché si spostano col loro pulmino verso luoghi
decentrati dove possono essere più a
diretto contatto con la natura, luoghi
come Monte Venere, Val Serena o la
Fattoria Lama Grande a Gabbiano.
Sono i Bimbi speciali de La Lucciola.
Si tratta del Centro di Terapia Integrata per l’Infanzia, il cui nome è stato
scelto perché, come il piccolo coleottero, i bimbi diversamente abili comunicando con difficoltà si “accendono”
in modo intermittente nella relazione
con l’esterno di sé.
Fino al terremoto, durante l’anno l’attività era semiresidenziale e si svolgeva nel Centro di Terapia Integrata
per l’Infanzia con sede a Stuffione di
Ravarino (Mo) che accoglieva durante l’anno scolastico bambini e ragazzi
– dai 3 ai 18 anni – con disabilità e
disturbi dello sviluppo. Normalmente,
le attività integrano le tecniche pedagogiche educative, riabilitative, psicoterapiche nelle esperienze di apprendimento proprie della vita quotidiana
per aiutare e permettere, nei bambini e
nelle loro famiglie, il riconoscimento,
la maturazione e l’espressione delle
proprie qualità e delle proprie potenzialità. Come detto, quanto sopra si
riferisce ad una gestione normale antecedente il sisma del 20 e 29 Maggio;
ora le energie dei responsabili de La
LA LUCCIOLA:
UN RISVEGLIO INTERIORE
POSSIBILE
Il segretario del circolo PD di Monzuno consegna
alla Dott.ssa Emma Lamacchia parte del ricavato della festa dell’unità di Vado
Lucciola sono rivolte a recuperare la
situazione e a portarla a standard vicini alla normalità. Oggi l’attività si svolge sotto le tende e all’aperto. Si tratta
di un lavoro immane e di una spesa
ingente. A fronte di tale impegno si è
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potuta però constatare un grande solidarietà proveniente da varie regioni e
comuni italiani a cominciare da Monzuno stessa.
Prima di settembre dovrà essere completato il montaggio delle “casette”
sostitutive per pensare poi alla raccolta di un milione di euro necessari per
il restauro della struttura disastrata e al
momento inagibile. La cifra è enorme
per una realtà come questa: indipendente, senza fini di lucro, concentrata
principalmente sulle attività educative. Ma grazie al passaparola stanno
arrivando forme concrete e inaspettate
di aiuto.
Oltre al sostegno tramite la raccolta
organizzata dal nostro Comune, chi
vuole contribuire direttamente può
donare una somma, anche simbolica, usando il conto solidarietà IBAN
IT90P0200812932000102111630
oppure dal sito www.lalucciola.org
attraverso PayPal.
[email protected]
8 - ottobre 2012
L’ANGOLO DEL TAPIRO
Monzuno, via Petrarca località La Cà
Savena, Via Mulino del Pero
Savena
...invece di “gestire”
... si “chiude” e “privatizza” !!!
Monzuno, ingresso bosco del castellazzo
Comunicato stampa
Il Partito Democratico di Monzuno,
appresa dalla stampa la notizia che il
sindaco Mastacchi ha rivolto un pubblico invito a Matteo Renzi, sindaco
di Firenze e candidato alle Primarie
del Partito Democratico, per una visita
da lui guidata ai luoghi della memoria
di Monte Sole, con l’intento di dargli
“visibilità” e “sostegno” in questo suo
momento di particolarissimo impegno (testuali dichiarazioni del nostro
sindaco), sorpresi dalla originale attenzione che il sindaco, dopo tante
nostre sollecitazioni in passato, oggi
mostra per i luoghi della memoria, denuncia e condanna questo atteggiamento di semplicistico opportunismo
politico, (non a caso coerente con i
comportamenti del massimo esponente della destra, Silvio Berlusconi)
nel palese tentativo di corteggiare una
persona oggi ai clamori delle cronache ma che non appartiene assolutamente all’ideologia di Mastacchi!
Forse che il nostro sindaco sente il
bisogno di spostare l’attenzione dei
concittadini da sé e dalla propria
incapacità di tenere unita una coalizione che ha visto sfaldarsi e perder
pezzi a poche settimane dall’entrata
in carica, vuole distrarre l’opinione
pubblica dal suo immobilismo dimostrato nel non aver realizzato ancora
nessuna opera fra le tante che atten-
dono il via sul nostro territorio, come
il poliambulatorio, la tangenziale di
Vado, il Parco Fluviale del Setta, il parcheggio di Vado, vuole addirittura fare
scordare ai cittadini che proprio lui ha
impedito la realizzazione di opere già
pronte e progettate come la scuola
materna ed il nido di Vado?
Marco Mastacchi continua a negare
che la sua sia una lista di Centro Destra!
Ma dove ha seduto per 14 anni? All’opposizione di chi è stato fino alla
primavera del 2009?
Anche Comunità e Territorio è una
“lista Civica” (come ama sempre definire la sua il nostro primo cittadino),
ma dichiaratamente ed onestamente
sostenuta, oltre che da cittadini indipendenti, dai partiti della schiera del
Centro Sinistra!
Ricordiamo allora noi a Mastacchi
(che forse non se ne è accorto) che lui
è stato sostenuto e votato in maggior
parte proprio dagli elettori di destra.
Non ha poi notato che alcuni dei suoi
consiglieri sono chiara espressione
della Lega, di Alleanza Nazionale o
come adesso si voglia chiamare?
Dobbiamo dire a questi elettori che
si sono sbagliati? Che hanno capito
male? È cambiato qualcosa.
È oggi il “compagno” Marco che parla?
Allora, siamo seri.
Chiediamo al sindaco, visto che non
perde occasione di affermare che non
vuole prendere posizioni politiche
ma che vuole solo “amministratre”,
che lo faccia, che non perda tempo
a creare confusione fra i suoi sostenitori e fra gli elettori della sinistra
che penseranno da soli a promuovere
correttamente i propri candidati!
Se un’altra volta vorrà invitare qualcuno in veste istituzionale, per favore, scriva all’interessato e non ai
giornali!
27 settembre 2012
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