Freddo sotto controllo EDIZIONI SEMANTICA PER L'AUTOMOBILE Aprile 2007 ▲ di Gianpaolo Riva per MTE L’impianto di climatizzazione non è solo un accessorio per il confort, ma ben si un sistema che garantisce condizioni ottime nell’abitacolo, ovvero lo stato necessario per assicurare la massima attenzione nella guida. Descriviamo le metodologie fondamentali per verificare il corretto funzionamento di tale impianto. Quello che impropriamente viene chiamato condimosso tramite cinghia dal propulsore termico. Tale zionatore e che deve essere invece indicato come elemento ha il compito di aumentare la pressione climatizzatore, è ormai presente su tutte le vetture, di un fluido chiamato r134a (fino a qualche hanno anche quelle di fascia bassa che un tempo prendefa era l’r12, abbandonato poi per motivi di inquinavano il nome di utilitarie. Poiché questo sistema ha la mento). A causa dell’aumento di pressione il gas si funzione di migliorare le condizioni scalda e dunque viene fatto circodi guida del conducente e dunque lare in uno scambiatore di calore di preservare il suo stato di attendetto condensatore. Qui gli viene Prima di immettere zione, può essere considerato un sottratto calore e passa dallo stato elemento di sicurezza. E’ sostanzialgassoso a quello liquido. Il condenil gas in un impianto che mente diviso in due parti principali: satore si trova nella parte frontale è stato precedentemente una di controllo e il circuito frigoridella vettura, insieme al radiatore geno. Il principio di funzionamento del motore, dunque viene investito svuotato, occorre fare della prima parte varia da vettura a dall’aria ed è sottoposto all’azione il vuoto nell’impianto stesso vettura, in funzione degli equipagdella ventola di raffreddamento. Il giamenti. Può essere ad esempio tramite la pompa integrata fluido refrigerante viene poi spindi tipo elettronico, semiautomatico to all’interno di un filtro chiamato nella stazione di ricarica o completamente manuale e può essiccatore, che ha la funzione di interagire con gli altri dispositivi togliere le eventuali tracce di umidi gestione del veicolo con diverse dità presenti nel fluido stesso e strategie. Il circuito frigorigeno è invece, eccetto svolge anche l’azione di serbatoio. Il gas arriva poi specifiche varianti, simile su tutte le vetture e funalla valvola di espansione, costituita sostanzialmente ziona secondo un principio comune, che descriviada una strozzatura attraverso la quale deve passare. mo brevemente. All’interno del circuito situato nel Avviene dunque un cambiamento di stato con travano motore della vettura, esiste un compressore sformazione da fase liquida a quella gassosa. Tale 18 PAGINE DI TECNICA ARIA ESTERNA ELETTROVENTOLA CONDENSATORE FILTRO ALTA PRESSIONE LIQUIDO COMPRESSORE ALTA PRESSIONE VAPORE ARIA ESTERNA E/O DI RICIRCOLO BASSA PRESSIONE LIQUIDO ELETTROVENTILATORE VALVOLA DI ESPANSIONE BASSA PRESSIONE VAPORE EVAPORATORE ARIA TRATTATA (ALL’ABITACOLO) mutamento continua all’interno dell’evaporatore, un secondo scambiatore posto nell’abitacolo ed investito sulla sua superficie esterna dall’aria ambiente, spinta verso l’abitacolo stesso dalla ventola dell’impianto di climatizzazione. L’aria viene perciò raffreddata poiché l’espansione del gas assorbe il calore, inoltre l’umidità in essa contenuta si condensa e dunque viene anche deumidificata (le tracce di acqua condensata vengono trasportate all’esterno del veicolo da uno specifico condotto che le raccoglie). Il fluido refrigerante viene poi riaspirato dal compressore e il ciclo inizia nuovamente. Si noti che insieme al gas si trova miscelato anche uno specifico olio, indispensabile per lubrificare il compressore. Tale componente deve essere perfettamente miscelabile con il gas stesso e dunque è assolutamente necessario usare quello raccomandato dal costruttore del veicolo. Anche gli O-ring di tenuta che sono presenti sui raccordi dei diversi elementi e tubi, sono specifici. Perciò in caso di sostituzione (vivamente consigliata quando si svolge un intervento) è obbligatorio utilizzare quelli espressamente indicati per l’impianto su cui si sta operando e non altri di equivalente misura ma realizzati con materiale comune. Si noti inoltre che se occorre smontare un particolare del circuito frigorigeno, è quasi sempre necessario scaricare il circuito stesso (ovvero evacuare il fluido presente al suo interno). alta pressione 1 6 5 bassa pressione Lo schema mostra il circuito frigorigeno con valvola di espansione. E’ evidente la zona di bassa pressione, quella di alta pressione, quella in cui il fluido refrigerante è in fase liquida e quella in cui è in fase gassosa (vapore). 2 7 4 3 1) compressore 2) condensatore elettroventilato 3) filtro 4) valvola di espansione 5) evaporatore 6) elettroventilatore 7) tubi Questa operazione deve essere fatta con le moderne attrezzature che permettono di riaspirare il gas, senza disperderlo in atmosfera, in modo da non inquinare e poterlo riutilizzare nuovamente. Inoltre tali strumentazioni sono in grado all’atto della ricarica, di aggiungere automaticamente la corretta quantità d’olio nel fluido refrigerante che, ricordiamo ancora una volta, deve essere assolutamente presente per preservare la funzionalità del compressore. Si noti che il lubrificante deve essere aggiunto anche L’immagine mostra gli elementi che compongono il circuito frigorigeno. Eccetto l’evaporatore che si trova nella cabina del veicolo, tutti gli altri dispositivi sono posizionati nel vano motore. Il compressore è azionato dal motore termico tramite una cinghia. 19 Freddo sotto controllo Nell’evaporatore entra il fluido che inizia la sua trasformazione da fase liquida a fase gassosa. Durante questo mutamento l’aria che lambisce esternamente l’evaporatore cede il suo calore. Sulla superficie dell’evaporatore si condensa perciò l’umidità presente nell’aria stessa, che oltre a raffreddarsi viene perciò anche deumidificata. (Denso) Nella scatola del condizionatore, posizionata solitamente sotto alla plancia della vettura ovvero nell’abitacolo, si trova l’evaporatore, il radiatore del riscaldamento e le palette che permettono di indirizzare i flussi d’aria all’interno della scatola stessa. Fondamentale è quella della miscelazione tra aria calda e fredda (3). in caso di sostituzione di un elemento dell’impianto frigorigeno, per compensare quello che viene eliminato poiché rimasto all’interno dell’elemento stesso cambiato con uno nuovo. Anche in questo caso è comunque buona norma attenersi alle indicazioni del costruttore del veicolo. Prima di immettere il gas in un impianto che è stato precedentemente svuotato, occorre fare il vuoto nell’impianto stesso tramite la pompa integrata nella stazione di ricarica. Questa funzione è importantissima poiché permette di creare le condizioni per le quali il fluido refrigerante possa essere risucchiato all’interno del circuito, inoltre consente di eliminare tutte le tracce di impurità e umidità che potrebbero essersi annidate negli elementi durante le fasi di riparazione (per questo motivo è indispensabile sigillare sempre tutti i raccordi dei tubi e dei componenti, quando sono stati smontati). Infine la fase di generazione del vuoto può svelare una eventuale perdita nell’impianto, se il vuoto 1) elettroventilatore 2) batteria evaporante 3) portello di termomiscelazione 4) scambiatore di calore 5) involucro >) flusso refrigerante >) flusso fluido riscaldamento >) flusso aria 1 3 5 2 4 20 stesso non è perfettamente mantenuto per un certo intervallo di tempo (qualche decina di minuti). Dopo aver caricato il circuito con il fluido refrigerante, o in caso sia necessario verificare la funzionalità del circuito stesso, occorre controllare sempre le pressioni presenti nelle sue diverse parti. Si definiscono due sezioni fondamentali dell’impianto, quella che va dall’uscita del compressore all’ingresso della valvola di espansione detta di alta pressione, la restante chiamata di bassa pressione. L’analisi di queste due pressioni è fondamentale per verificare lo stato operativo del sistema e può essere effettuata con due manometri o con una strumentazione specificatamente progettata per fare questo controllo. Nell’impianto sono generalmente presenti (ma non sempre perché a volte sostituiti con altri dispositivi che funzionano con diverse strategie), due importanti elementi: il primo è il pressostato a tre funzioni, mentre il secondo è il misuratore di temperatura dell’evaporatore. Il pressostato aziona la ventola del condensatore quando l’alta pressione assume valori elevati. In questo modo togliendo più calore al fluido la pressione stessa diminuisce. Interrompe il funzionamento del compressore se la pressione nel circuito è troppo bassa (questa condizione non permettere infatti di far circolare il lubrificante e il compressore stesso si 16 15 8 4 5 14 6 1 7 10 9 13 3 2 12 11 LEGENDA: 1) albero 2) rotore a camma (disco inclinato) 3) flangia comando bielle 4) pistone con anello di tenuta 5) ingranaggio di guida 6) cuscinetti a rullini 7) valvola combinata di aspirazione/scarico 8) piatto valvole 9) guarnizione testa cilindri 10) testa cilindri 11) copererchio anteriore con mozzo guida frizione elettomagnetica 12) guarnizione O-Ring a sezione quadra per tenuta fra coperchio e corpo 13) corpo compressore 14) tappo immissionescarico olio 15) raccordo attacco tubi 16) valvola di servizio. Lo spaccato mette in evidenza i componenti fondamentali del compressore con pistoni assiali e cilindrata fissa. L’attivazione di questo elemento avviene tramite la frizione elettromagnetica, che permette di innestare la puleggia trascinata dalla cinghia con il suo albero. 3 4 5 6 7 8 9 10 11 2 Freddo sotto controllo 1 danneggerebbe). Infine se l’alta pressione diventa troppo elevata, interrompe ancora il funzionamento del compressore, evitando lo scoppio dei tubi in gomma. Nel caso in cui la temperatura dell’evaporatore diventi troppo bassa, accade che l’umidità presente nell’aria che lo attraversa esternamente, formi uno strato di brina sulla sua superficie, riducendo di fatto il passaggio dell’aria stessa. In questo caso il sensore di temperatura dell’evaporatore è in grado di rilevare l’anomala condizione di funzionamento e tramite una specifica centralina che riceve l’informazione dal sensore stesso, viene interrotta la funzionalità del compressore, fino a quando la temperatura non ha raggiunto il valore coretto. Quelli fino ad ora descritti sono gli elementi fondamentali presenti in un sistema di climatizzazione tipico, nel quale indipendentemente dalle sue specificità, rimane comunque sempre indispensabile verificare lo stato delle pressioni, alta e bassa, già citate, per verificare il suo perfetto funzionamento. Se il compressore è a cilindrata fissa, il sistema di controllo tramite la frizione elettromagnetica presente sulla sua puleggia, definisce i suoi cicli di lavoro (attivazione e disattivazione provocate dalla temperatura del evaporatore ed evidenziate dalle variazioni delle pressioni oltre che dal rumore provocato dall’inserimento della frizione stessa). Quando il circuito funziona correttamente e il compressore è attivo, si devono avere valori di alta e bassa pressione specifici, dipendenti dalla temperatura ambiente. Se il compressore è a cilindrata variabile, la frizione elettromagnetica verrà attivata solo in condizioni di emergenza (pressione troppo bassa o troppo alta), ma nel normale funzionamento del sistema le pressioni e dunque la resa dell’impianto di climatizzatore, verrà regolata modificando la cilindrata stessa e cioè in definitiva l’azione del compressore (elevata cilindrata = grande capacità di compressione, bassa cilindrata = limitata capacità di compressione). In questo caso non si potranno osservare delle oscillazioni nette delle pressioni, evidenti quando la frizione elettromagnetica viene attivata o disattivata nel caso di cilindrata fissa, ma ben si delle variazioni continue delle grandezze fisiche. Ovviamente queste grandezze dipendono anche dal fluido refrigerante utilizzato, che come detto è ormai unicamente l’r134a. Durante le verifiche dell’operatività dell’impianto frigorigeno, occorre ovviamente accendere il climatizzatore e regolarlo sul freddo intenso, portare alla massima velocità il ventilatore abitacolo, mantenere porte e vetri chiusi e verificare in queste condizioni la temperatura dell’aria all’uscita delle bocchette di aerazione. Il motore deve inoltre ruotare ad un regime stabilizzato di circa 2000 giri/min., condizione alla quale devono essere verificate le pressioni. 22 12 13 14 15 23 22 21 20 19 18 17 16 LEGENDA: 1) collettore di aspirazione 2) testata posteriore 3) Collettore di mandata 4) pistone 5) biella 6) piastra oscillante non rotante 7) cuscinetto reggispinta 8) piastra oscillante rotante 9) colonnetta di trascinamento 10) perno 11) terminale elettrico della frizione 12) gruppo di trascinamento della frizione 13) anello di tenuta 14) cuscinetto della puleggia 15) gruppo puleggia 16) bobina 17) perno di guida 18) cuscinetto reggispinta 19) manicotto scorrevole 20) albero 21) molla 22) cuscinetto posteriore 23) gruppo valvola di regolazione. Nel compressore con pistoni assiali e a cilindrata variabile, il piatto che mette in movimento i pistoni stessi ha l’inclinazione che può essere modificata, modulando perciò conseguentemente la corsa e dunque la cilindrata. L’inclinazione di questo elemento viene comandata dalla valvola di regolazione (23), sensibile alla pressione presente nell’impianto. 1 0,5 1 2 4 6 2 7 8 5 1) gruppo disco di trascinamento 2) puleggia 3) bobina 4) cuscinetto 5) mozzo supporto puleggia 6) testata compressore 7) corpo compressore 8) albero compressore 3 11 4 3 1 10 2 5 6 7 8 9 1) bullone fissaggio disco frontale 2) rosetta piana 3) gruppo di trascinamento 4) puleggia completa 5) puleggia 6) parapolvere 7) cuscinetto 8) anello di arresto 9) anello di arresto 10) vite fissaggio bobina magnetica 11) bobina magnetica La frizione elettromagnetica permette di scollegare l’albero del compressore dalla puleggia trascinata in continuo dalla cinghia, a sua volta azionata dal motore termico. Il condensatore trova posto nella parte anteriore del veicolo, è investito dalla corrente d’aria generata dal movimento del veicolo stesso o dalla rotazione della ventola. Questo scambiatore permette di trasformare la fase del fluido refrigerante da gassosa a liquida. (Denso) PAGINE DI TECNICA 4 2 Y 1 X 3 1) valvola di espansione 2) tubo dal condensatore 3) evaporatore 4) tubo al compressore X) raccordo ingresso evaporatore Y) raccordo uscita evaporatore >) flusso refrigerante Il filtro essiccatore ha la fondamentale funzione di trattenere l’inevitabile umidità presente nel circuito frigorigeno, che altrimenti bloccherebbe le funzionalità della valvola di espansione. La valvola di espansione da inizio alla trasformazione di fase del fluido refrigerante da liquida a gassosa. Questa trasformazione continua poi nel evaporatore e permette di assorbire il calore dell’aria che lambisce la parte esterna dell’evaporatore stesso. ARIA ESTERNA ELETTROVENTOLA CONDENSATORE ALTA PRESSIONE LIQUIDO COMPRESSORE ALTA PRESSIONE VAPORE 2 4 6 BASSA PRESSIONE LIQUIDO ARIA ESTERNA E/O DI RICIRCOLO ELETTROVENTOLA BASSA PRESSIONE VAPORE EVAPORATORE TUBO DI ESPANSIONE (OT) 5 1 3 ACCUMULATORE/ DISIDRATATORE (A/D) ARIA TRATTATA (ALL’ABITACOLO) In particolari impianti frigorigeni, la valvola di espansione non è esterna ma è posizionata all’interno dei condotti e dunque non visibile. Il principio di funzionamento dell’impianto però non cambia. LEGENDA: 1) tubo di espansione 2) filtro ingresso 3) filtro uscita 4) O-Ring 5) ingresso (dal condensatore) 6) uscita (all’evaporatore). Il disegno mostra la struttura della valvola di espansione detta anche tubo di espansione, inserita all’interno del condotto del circuito frigorigeno, che precede immediatamente l’evaporatore. 23 Freddo sotto controllo TABELLA A TEMPERATURA AMBIENTE (°C) ALTA PRESSIONE (kg/cm2) BASSA PRESSIONE (kg/cm2) 15 circa 11 circa 1.5 21 circa 15 circa 1.5 26 circa 17 circa 1.5 32 circa 20 circa 1.5 38 circa 22 circa 2 43 circa 25 circa 2.5 ANOMALIA SINTOMI CAUSE E RIMEDI Poco gas nell’impianto Pressioni basse. Raffreddamento non sufficiente Possibile perdita, riparare e ricaricare Aria nell’impianto Pressioni troppo elevate. Raffreddamento insufficiente Scaricare l’impianto ed effettuare correttamente il vuoto. Ricaricare l’impianto TABELLA B La bassa pressione ha valori Presenza di umidità nell’impianto Scaricare l’impianto, sostituire troppo bassi, dopo pochi minuti (formazione di ghiaccio sulla il filtro essiccatore, effettuare di funzionamento il climatizzatore valvola di espansione) correttamente il vuoto e la ricarica non genera più aria fredda Per poter utilizzare lo strumento A/C DIAG della Tecnomotor è sufficiente collegare i trasduttori di pressione alla sezione di alta e bassa pressione del circuito frigorigeno, nei punti dove normalmente si effettua la ricarica. Va inoltre messa una sonda di temperatura all’uscita di una bocchetta di aerazione. Condensatore inefficiente Pressioni elevate. Raffreddamento insufficiente Verificare il corretto funzionamento del ventilatore, il suo senso di rotazione, la pulizia della massa radiante Valvola di espansione bloccata o funzionante non correttamente Pressioni non corrette, resa dell’impianto insufficiente Sostituire la valvola di espansione Sensore temperatura evaporatore non funzionante correttamente I cicli di funzionamento del compressore con cilindrata fissa non sono corretti. La portata dell’aria nell’abitacolo è molto bassa (ghiaccia l’evaporatore) Sostituire il sensore di temperatura evaporatore La cinghia di comando del compressore slitta Le pressioni non sono regolari. La resa dell’impianto è non sufficiente Tendere o sostituire la cinghia Il compressore è rumoroso Cuscinetto puleggia rovinato. Impianto eccessivamente carico. Compressore rovinato Controllare le pressioni nel circuito e procedere ad una verifica del compressore Non esce aria fredda dalle bocchette Verificare le strategie di funzionamento del sistema di controllo. Verificare i meccanisimi di azionamento dello sportello e il movimento dello sportello stesso Non funziona lo sportello miscelatore del climatizzatore La tabella A mostra i valori medi della pressione nella sezione di alta e bassa pressione del circuito frigorigeno, in funzione della temperatura ambiente. La tabella B mostra, invece, le possibili cause (non tutte ovviamente), che possono provocare malfunzionamenti comuni negli impianti di climatizzazione. Un’interfaccia alla quale sono collegati i trasduttori, comunica con lo strumento di diagnosi polivalente SOCIO, che con i dati ricevuti eseguirà la diagnosi dell’impianto. 24 GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI Per poter verificare le pressioni nel circuito del climatizzatore è sufficiente utilizzare due manometri, dotati di opportuni attacchi per essere collegati alle canalizzazioni della sezione di alta e bassa pressione. Questi manometri sono sempre presenti sulle stazioni di ricarica. E’ ovvio che i dati letti devono poi essere interpretati con esperienza, per poter risalire alle cause che provocano valori non corretti e un funzionamento inefficiente dell’impianto. Può dunque essere utile usufruire di strumentazione caratterizzata da maggior flessibilità d’uso. Un esempio di tale strumentazione è dato dal A/C DIAG prodotto dalla Tecnomotor Freddo sotto controllo Sulla diagnosi occorre selezionare il tipo di gas usato nel circuito, se la valvola di espansione è esterna (tradizionale) o annegata nel tubo in ingresso all’evaporatore. Bisogna poi immettere manualmente la temperatura ambiente, poiché quella misurata dall’interfaccia che si trova in prossimità del propulsore caldo, potrebbe non essere reale. 26 Con i sensori di pressione scollegati occorre tarare lo strumento, che si posizionerà perciò al valore di pressione relativa paria a 0 bar. Collegando i trasduttori di pressione all’impianto frigorigeno, ma mantenendo il climatizzatore spento, ovviamente le pressioni nella sezione di bassa e di alta si equivalgono. ed integrato nel strumento di diagnosi multimarca SOCIO, già da tempo commercializzato. Questo dispositivo è dotato fondamentalmente da due trasduttori di pressione che vengono collegati alle già citate sezioni di alta e bassa pressione. Tali elementi generano perciò un segnale elettrico che viene inviato alla diagnosi tramite un’interfaccia con trasmettitore Bluetooth. Oltre alle informazioni delle pressioni, viene rilevata anche la temperatura dell’aria all’uscita delle bocchette, tramite uno specifico trasduttore opportunamente posizionato davanti ad una di esse. Questi parametri confrontati con la temperatura ambiente che l’operatore deve inserire come dato PAGINE DI TECNICA Con il climatizzatore in funzione si può notare la differenza tra alta pressione (in uscita dal compressore) e bassa pressione (in ingresso al compressore). L’andamento delle pressioni e della temperatura in uscita dalla bocchetta di aerazione, può essere visualizzato dal SOCIO anche graficamente. Dopo aver attivato la procedura di diagnosi automatica, lo strumento monitorizza le pressioni e la temperatura all’uscita della bocchetta di aerazione per un breve periodo ti tempo. In questo periodo mostra i valori attuali delle grandezze analizzate. nello strumento, permettono allo strumento stesso di elaborare in modo autonomo una diagnosi dell’impianto di climatizzazione, suggerendo una serie di anomalie possibili. Dunque l’A/C DIAG non è solo un rilevatore di grandezze fisiche (pressioni e temperature nel caso specifico) e cioè non fa semplicemente ciò che normalmente esegue un manometro Terminata la diagnosi vengono forniti gli esiti che possono essere ovviamente positivi o negativi. In questo ultimo caso vengono indicati anche i possibili malfunzionamenti. o un termometro, ma ben si è in grado di elaborare le informazioni ricevute, indicando poi una serie di possibili malfunzionamenti che l’operatore deve verificare con cura e se presenti, riparare. L’uso di questo strumento è molto semplice ed intuitivo inoltre le dimensioni ridotte garantiscono una elevata praticità. 27