Università degli Studi di Padova
Corso di Laurea in Infermieristica
Insegnamento di Psicologia
Clinica
Docente: dott.ssa
Margherita De Masi
DEFINIZIONI
Psicologia: “discorso intorno all’anima”
Studia il funzionamento psichico negli
aspetti:
• cognitivo
• affettivo
•comportamentale
Corrisponde in medicina alle conoscenze
relative alla fisiologia.
Su tale funzionamento vi sono vari
MODELLI INTERPRETATIVI
• Comportamentista
• Cognitivista
• Sistemico-relazionale
• umanistico-esistenziale-fenomenologico
• Costruttivista, ecc.
• Psicoanalitico-psicodinamico (nelle varie
diramazioni).
Vi sono, inoltre, diversi AMBITI OPERATIVI
• Psicologia Clinica e di Comunità
• Psicologia del Lavoro (organizzazione,
•
•
•
orientamento, selezione, formazione)
Psicologia dello sviluppo (sv affettivo-cognitivosociale-morale da 0 a 25 anni)
Psicologia forense: problematiche nella pratica
giudiziaria. Si distingue: “psicologia giudiziaria”:
imputabilità e attendibilità; “Psicologia criminale”:
riabilitazione detenuti.
Psicologia Generale, Psicologia Sociale,
Psicobiologia, Psicologia fisiologica,
neuropsicologia, PPsicofisiologia, ecc.
Psicopatologia: processi patologici a carico delle
diverse funzioni psichiche (cognitive, affettive,
comportamentali). Corrisponde in medicina alla
patologia o fisiopatologia.
Neurologia: branca della medicina che studia i
processi patologici del SNC e del SNP di natura
organica.
Psichiatria: branca della medicina che studia e
classifica le malattie mentali e i disturbi psichici in
cui si manifestano le alterazioni psicopatologiche.
Vi sono criteri di classificazione diversa (categoriale,
dimensionale) una volta distinte in: Nevrosi, Psicosi,
Patologie Borderline.
All’interno della psichiatria:
1) Psichiatria Forense, 2) Etnopsichiatria.
Neuropsicologia: branca della neurologia che studia
le relazioni tra aree cerebrali e funzioni cognitive
(rapporto tra lesioni cerebrali localizzate e funzioni
linguistiche, simboliche e senso-motorie).
Psicoterapia: terapia con mezzi psicologici, diversa a
seconda del modello di riferimento anche se lo
strumento è lo stesso: linguaggio verbale e non.
Psicofarmacologia: terapia con sostanze psicotrope.
Psicologia Clinica: si occupa del comportamento
umano e del funzionamento mentale con lo scopo
di migliorare l’adattamento dell’individuo. Lo fa
favorendo le risoluzione di disagi e conflitti
derivanti dalle difficoltà di armonizzare bisogni,
affetti, desideri del mondo interno ed adattamento
al mondo esterno.
“Klinè”= letto, atteggiamento di ascolto verso il
malato.
Dunque Clinico: Luogo della cura, operare a stretto
contatto col malato.
Ci sono più psicologie cliniche a
seconda del modello di riferimento
In termini generali la Psicologia Clinica si
definisce
come
“…la
disciplina che
comprende l’insieme delle conoscenze e
delle competenze psicologiche utilizzate per
affrontare i problemi dell’adattamento e i
disturbi del comportamento sul piano della
ricerca, della prevenzione, della valutazione
psicodiagnostica,
dell’intervento
psicoterapeutico” Tombini G. (a cura di),
1994, p.3.
Psicologia Clinica a orientamento
psicodinamico
“sulla base di una comprensione dinamica
della mente e del comportamento umano, ha
come sua competenza specifica quella di
comprendere il soggetto nella sua
individualità e di aiutarlo (se possibile, utile e
necessario) a risolvere in maniera più o
meno adeguata disagi e problemi derivanti
dalla sua difficoltà nell’armonizzare bisogni,
affetti, desideri del mondo interno ed
adattamento esterno…” Musatti C., 1988.
Psicologia medica: branca della psicologia che
studia le reazioni psico-affettive all’esperienza
di malattia (non psichica) e alle sue
conseguenze sul piano interno ed esterno.
Psicosomatica: studia le relazioni tra mente e
corpo, affetti e soma. A differenza della
psicologia medica che studia gli effetti
dell’evento malattia sul mondo psicoaffettivo
del soggetto, la psicosomatica tiene in
considerazione le variabili emotive ed
esperenziali sullo stato di salute-malattia del
corpo.
Psicodinamica: insieme di teorie che vedono la
psiche e il suo funzionamento dato da forze in
equilibrio e/o in contrasto che determinano
l’espressione di comportamenti, affetti e
pensieri.
Psicoanalisi: teoria e scienza che interpreta
fenomeni psichici sulla base del
riconoscimento dell’inconscio e sulla base di
certi assunti (conscio-inconscio; Io-EsSuperio). La psicoanalisi oltre che un modello
teorico, è anche una specifica tecnica di
intervento terapeutico.
Il modellopsicoanalitico-psicodinamico
• Modello strutturale delle pulsioni: Freud
• Psicoanalisi interpersonale: Sullivan,
Fromm
• Klein: tra il modello pulsione e quello delle
relazioni oggettuali
• Modello strutturale delle relazioni
oggettuali: Fairbairn, Winnicott
• Psicologia dell’Io: Hartmann, Mahler,
Kernberg
• Psicologia del sé: Kohut
Sigmund Freud
• Partito da soggetti con patologie: continuità
•
•
•
•
normalità-patologia: stessi processi sottostanti.
Ricostruzione processi evolutivi dell’infanzia da
ricordi, sogni, rappresentazioni interne dei
pazienti.
Importanza esperienze infantili e quelle
traumatiche
Ricerche su trauma rimosso: scoperta inconscio
e costruzione del modello psicoanalitico.
Determinismo psichico.
Aspetto genetico: stadi
• Aspetto metapsicologico:
•
•
•
Punto di vista dinamico
Punto di vista economico
Punto di vista topico: prima topica: inconsciopreconscio-conscio; seconda topica: Es-IoSuperio.
Principi: di piacere, costanza, realtà
Pulsione: fonte, scopo, oggetto, pressione. La
pulsione “è un concetto al limite tra psichico e
somatico” Freud, 1905 (Tre saggi sulla teoria
sessuale); è sessuale ed aggressiva
Metodo: libere associazioni, analisi dei sogni,
transfert, (lapsus, atti mancati, dimenticanze).
Teoria topografica:Prima Topica
• Conscio: materiale psichico di cui siamo
•
•
consapevoli, tollerato, non pericoloso.
Preconscio: materiale psichico di cui il soggetto è
inconsapevole (ricordi penosi, per antipatia), ma
richiamato alla coscienza con sforzo di volontà
(nome sulla punta della lingua).
Inconscio: materiale psichico di cui il soggetto e
inconsapevole anche se fa uno sforzo di volontà,
non tollerato e fonte di angoscia se cosciente
(sogni, lapsus, dimenticanze). Viene fuori solo in
analisi.
Teoria Strutturale:Seconda Topica
Es: è inconscio, dato da pulsioni libidiche (vita, sess.) ed
aggressive (odio, morte). Le prime: base della sessualità,
spinta ad amore, creazione, azione.
Le seconde: spinta originaria a distruzione, morte.
Alla coscienza i “derivati pulsionali” uguali o diversi da
pulsioni.
Il desiderio legato alle pulsioni può essere soddisfatto o no
Funziona secondo: “principio di piacere”
Pulsione ≠ istinto
Istinto: biologico, serve all’integrità somatica, deve essere
soddisfatto.
Pulsione: tra corpo e mente, serve all’integrità psichica, può
essere soddisfatta come no.
Superio: morale, senso del limita. Deriva da
introiezione regole genitoriali.
La parte inconscia in conflitto con pulsioni
Parte conscia: regole, doveri. Spesso
specchio della parte inconscia: se rigida, la
morale sarà rigida.
A volte non è così: cosciente elastica,
incosciente rigida (impotenza, frigidità,ecc).
Io: è in contatto con la realtà, media tra mondo
interno ed esterno.
Funziona secondo il “principio di realtà” : rimandare
il soddisfacimento della scarica.
Parte conscia: funzioni dell’Io (intelligenza, memoria,
percezione, ecc).
Parte inconscia: meccanismi di difesa.
Il mondo reale, l’Es, il Superio esprimono le proprie
richieste all’Io: angoscia per l’io.
Pericoli Es: pulsioni e desideri (angoscia nevrotica)
Pericoli del mondo esterno: perdita lavoro, ecc
(angoscia reale)
Pericoli Superio: inibisce l’io coi sensi di colpa
(angoscia morale)
In che modo l’Io riduce l’angoscia?
1) soluzione realistica al problema (lavoro sicuro)
2) ricorre a meccanismi di difesa.
L’io avverte (3° teoria dell’angoscia) pericolo di
perdere controllo su pulsioni inconsce inaccettabili.
Il pericolo deriva anche da proibizioni genitoriali,
superio.
Affetti segnale:
1) Paura: pericolo esterno; reazioni somatiche
(attivaz. SNA) e psichiche (lotta, fuga)
2) Angoscia: pericolo interno, inconscio. La lotta è
interna: conflitto. Esprime un timore profondo,
mentre l’ansia il sintomo manifesto.
Paura: presenta reazioni somatiche e psichiche
utili ad avvertire le fonti del pericolo e ad evitarle:
acutizza i sensi, rende precisi ed attenti i processi
ideativi che si focalizzano sul pericolo, favorendo
la messa in atto di difese.
Reazioni difensive di fronte al pericolo esterno:
1) lotta; 2) fuga.
Si accompagnano a modificazioni fisiologiche del
SNA simpatico (ipersecrezione ormonale
surrenalica, iperglicemia, tachicardia, iperpnea,
ipertensione arteriosa).
Lotta: eliminazione pericolo.
Fuga: mantenere una certa distanza di
sicurezza dalla fonte di pericolo.
Entrambe le risposte attenuano la minaccia
riducendo la paura.
Angoscia: segnale di allarme di pericolo
interno. Non può utilizzare le due reazioni
difensive usate per il pericolo esterno.
Non si può fuggire da se stessi o attaccare ciò
che viene dall’intrapsichico in cui c’è già una
lotta tra parti di sè: conflitto).
La scelta della difesa la fa l’Io che media tra realtà
esterna, realtà interna e tra parti diverse del mondo
interno.
L’Io usa i meccanismi di difesa: “processi automatici e
inconsci” che
• eliminano ogni fonte di pericolo interno, quindi di
•
•
angoscia;
Proteggono l’integrità psicologica del soggetto;
Si trovano in ogni soggetto in gradi e intensità
diverse, a seconda della maturità, sono rigidi o no,
di stadi cronologici più antichi o no.
Casi in cui paura e angoscia si confondono
sono dati dalle reazioni ansiose alla malattie
somatiche o dalle fobie.
Nelle malattie somatiche il pericolo è interno
(idea di corpo) che ha caratteristiche di
pericolo esterno (corpo). Interno ed esterno
in relazione al sé somatico e psicologico.
Nelle fobie il pericolo è esterno, ma si tratta
di uno spostamento di un pericolo interno.
Teoria dell’angoscia di Freud:
• Angoscia deriva da libido non soddisfatta.
Dopo posta in relazione con rimozione
• Angoscia deriva dal trauma della nascita
• Angoscia segnale di pericolo dell’Io che
mobilita le difese
Altri affetti segnale
Depressione
segnala una perdita imminente reale o
fantasmatica di un oggetto amato o del
suo amore o della sua approvazione.
Stato affettivo messo in relazione con il
“lutto” da Freud.
Si tratta della depressione.
Essa implica la pulsione aggressiva:
aggressività introiettata tesa a colpire
l’oggetto perduto che ci ha abbondonati e
che dopo il lutto è stato introiettato.
Ciò è dovuto alla presenza di precedenti
sentimenti ambivalenti (amore-odio) verso
l’oggetto perduto, sentimenti riferiti a
problematiche precoci (fase separazione del
b. dalla madre nel primo anno di vita)
Senso di colpa
segnala la disapprovazione del superio e
delle norme genitoriali introiettate.
In patologia promuove le nevrosi.
Vergogna
segnala il pericolo di venir giudicati non
all’altezza di una certa immagine di sé,
inadeguati.
In patologia è in relazione con patologie
narcisistiche.
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