[L’ITALIA DEI SAPORI] DI TONI SÀRCINA ([email protected]) S iamo a Cremona, patria indiscussa del torrone? Niente affatto, siamo lontanissimi, in Campania e precisamente in provincia di Benevento dove, a circa 700 metri d’altezza, sul culmine di una collina, è insediato un paesino di 3.500 abitanti il quale, grazie alla sua vocazione dolciaria, San Marco dei Cavoti LA RICETTA DEL MESE porta con orgoglio il titolo di “paese del torrone”. E proprio al torrone, dal 1200, San Marco dei Cavoti dedica una bella festa che dura dall’8 al 22 dicembre, per sottolineare la vocazione natalizia di questo prodotto. Qui si prepara il torrone classico, quello con mandorle, albumi e miele, anche se il vero protagonista della festa, quello che si identifica col paese e finisce per attirare golosissimi visitatori è il “croccantino”, eccellente croccante di mandorle, nocciole, zucchero e miele rivesti- IL TORRONE CAMPANO CON AVI PROVENZALI Cavoti deriva da “gavots”, gli abitanti di Gap che scesero nel regno di Napoli al seguito degli Angioini Per restare in tema di torrone (in questo caso, quello bianco) e in sintonia col clima natalizio, ecco la proposta di un dolce adatto all’occasione; un po’ lungo per la preparazione ma di non difficile esecuzione. Tempo di esecuzione: un’ora oltre il tempo di riposo in congelatore. Ingredienti per 5-8 persone: un pan di Spagna già pronto, 300 g di torrone classico alle mandorle, 300 g di panna freschissima, 5 tuorli d’uovo, la buccia grattugiata di mezza arancia non trattata. Per lo sciroppo: 1/4 di litro d’acqua, 3 cucchiai di zucchero, 4 scorzette d’arancia non trattata. Per la finitura: 300 g di panna freschissima. Preparazione dello sciroppo: in un tegame far bollire l’acqua con lo zucchero e le scorzette d’arancia per qualche minuto sciogliendo lo zucchero. Tagliare il pan di Spagna in senso orizzontale, in dischi dello spessore di 1,5 cm circa; foderare uno stampo da zuccotto con un disco di pasta e spennellarla con lo sciroppo. Preparazione del semifreddo al torroncino: tritare finemente il torrone. Mettere in una casseruola un dl d’acqua e lo zucchero, portarli a ebollizione e cuocere per 6-7 minuti fino a ottenere uno sciroppo denso e trasparente alla temperatura di 120-130˚ circa (meglio usare l’apposito termometro). Lavorare i tuorli d’uovo e la buccia d’arancia con le fruste eletZUCCOTTO triche fino a ottenere un composto gonfio e spumoso; incorAL porarvi lo sciroppo caldo versandolo a filo, lavorando sempre con le fruste elettriche finché il composto sarà freddo. TORRONCINO Aggiungere il torrone tritato e incorporarvi delicatamente la panna montata a parte. Versare il composto al torroncino nello stampo foderato, livellarlo con la spatola, richiuderlo con un altro disco di pan di Spagna (oppure con i ritagli rimasti), spennellarli con un po’ di sciroppo e porre nel congelatore per almeno tre ore. Togliere lo zuccotto dal congelatore, sformarlo, spennellarlo con lo sciroppo rimasto, dividerlo a fette e ricomporlo. Montare la panna per la finitura e distribuirla sopra lo zuccotto con una tasca da pasticceria con bocchetta dentellata e porlo di nuovo in congelatore. Prima di servirlo, toglierlo dal congelatore almeno mezz’ora prima e tenerlo in frigorifero affinché si ammorbidisca un po’. to da una morbida glassa al cioccolato. La storia del “croccantino” inizia nel 1891 quando Innocenzo Borrillo, emigrato anni prima per un lungo tirocinio nelle migliori pasticcerie napoletane, tornò a San Marco, dando vita al suo primo laboratorio, nel quale vide la luce il primo dei “croccantini baci”, un insieme perfetto di zucchero con nocciole e mandorle tostate, rivestito infine di glassa al cacao. Il successo fu immediato e Borrillo, insignito del titolo di “cavaliere”, depositò il brevetto della sua creazione. Nello stesso periodo, un altro pasticciere, Saverio Serio, creò una personale versio- COME ARRIVARE 쎲 Per chi proviene da Roma: sulla A1, uscire a Caianello, proseguire in direzione Fragneto 134 DICEMBRE 2007 CLUB3 ne del croccantino, chiamata “preferito”. I due prodotti divennero talmente richiesti che fu necessario costruire delle fabbriche per far fronte alla domanda. Attualmente operano alcuni laboratori che garantiscono l’eccellenza del prodotto. Assieme al classico croccantino, sono proposte molte varianti: al cocco, all’arancia, al limone, alle noci, al caffè, i teneri al gianduia. A San Marco dei Cavoti, i croccantini vengono gustati come accompagnamento per il caffè, per il tè e in ogni momento della giornata quale goloso intermezzo. Naturalmente si trovano altre specialità che segnaliamo. 씮 Monteforte; proseguire per Pescosannita e quindi per San Marco dei Cavoti. Per chi proviene da Napoli o Bari: sulla A16, uscire al casello di Benevento; proseguire sul raccordo autostradale, uscire a Benevento ovest e proseguire per Pietrelcina, quindi per Pescosannita e poi per San Marco dei Cavoti. DOVE PRANZARE 쎲 Ristorante Il leone d’oro via Papa Giovanni XXIII tel. 0824.98.44.62 chiusura: venerdì 쎲 Ristorante La mimosa via Montelse tel. 0824.98.47.73 sempre aperto 쎲 Ristorante pizzeria La torretta centro storico tel. 0824.99.51.77 sempre aperto 쎲 Pizzeria Il segreto di Pulcinella via II traversa Garibaldi tel. 0824.99.50.09 chiusura: lunedì CLUB3 135 DICEMBRE 2007 [L’ITALIA DEI SAPORI] A TAVOL A C O N I C O R D O N S B LE U S IL POLLO FARCITO DI LA VARENNE I nviando a tutti i Commandeurs des Cordons Bleus i migliori auguri per le prossime feste, proseguiamo sul tema della “cultura storica in cucina” con un piatto antico, ma nello stesso tempo moderno, della grande cucina francese. Col volume Le cuisinier français, il celebre cuoco La Varenne, nel XVII secolo, impresse un’importante svolta alla cucina francese, fino a quel momento asservita e succube della cucina rinascimentale italiana. La Varenne operò una peculiare ricerca di tutte le caratteristiche culinarie delle regioni francesi per tentare un primo 씮 DOVE PERNOTTARE BED&BREAKFAST 쎲 Vicidomini via Vicidomini 26 tel. 0824.98.46.37 328.16.37.764 (dimora storica) AGRITURISMO 쎲 Agriturismo Santa Maria di Pia Soriano contrada S. Maria La Macchia tel. 0824.98.48.37 339.34.72.385 쎲 Agriturismo Antiche Terre di Checola Angela Maria contrada Coperchiata tel. 0824.99.33.95 136 DICEMBRE 2007 CLUB3 esperimento di cucina nazionale. Il suo volume, cui faranno seguito poderose pubblicazioni di altri celebri autori, ottenne un lusinghiero risultato, con preparazioni molto elaborate e gradite alla corte di Francia. Ne è un valido esempio il piatto scelto che, pur avendo come oggetto principale un semplice pollo, è arricchito da molti elementi, fra i quali spicca per originalità l’aggiunta insolita di ostriche che, a preparazione ultimata, si dimostra tutt’altro che azzardata. Si ottiene così un piatto raffinatissimo e di grande effetto, Le cassatine Splendidi dolcetti composti da pasta di mandorle, pan di Spagna, ricotta fresca, pezzi di cioccolato, glassa di zucchero, sapientemente amalgamati secondo una ricetta di antica tradizione. Le cassatine di San Marco dei Cavoti si distinguono dalle omonime cassate siciliane e napoletane per alcune variazioni che le rendono uniche. Sono di piccole dimensioni e si prestano a essere servite come piccola pasticceria di fine pranzo. I taralli artigianali Con un’antica procedura artigianale si preparano biscotti di rara finezza, i taralli dolci e i celebri “grancantucci”, che non fanno rimpiangere i più noti biscotti toscani. Tra le specialità salate si segnalano i taralli rustici, gli eccellenti formaggi prodotti con latte di ovini, il miele e l’olio extravergine. Vediamo più da vicino, ora, il paese che offre luoghi pregevoli anche per il turista che ama l’arte e, soprattutto, i paesaggi naturali. San Marco dei Cavoti è situato sopra uno degli ultimi contrafforti dell’Appennino meri- adatto ai grandi banchetti dell’epoca ma tuttora di attualità per occasioni di un certo impegno. LA RICETTA Ingredienti per 6 persone: un pollo del peso di 1,300 kg circa; 350 g di petto di pollo; 80 g di lardo; 20 g di pinoli; 12 ostriche; 200 g di piselli (in questa stagione ovviamente surgelati); un dl di panna; 2 uova; 3 dl di vino bianco secco; 3 cucchiai di vino Malvasia; mezza cipolla; un pizzico di zenzero in polvere; 3 cucchiai d’aceto di vino bianco; 4 cucchiai d’olio dionale da cui si dominano la vallata del fiume Tammaro e del torrente Tammarecchia. Il suo centro data dal XIV secolo e fu originato dall’insediamento di una colonia di provenzali al seguito degli Angioini nel regno di Napoli. Il nome del paese, dedicato a San Marco, ha l’aggiunta di Cavoti, derivato da “gavots”, che indicava gli abitanti di Gap, città della Provenza dalla quale pare provenissero i fondatori del paese. Il centro storico, rimasto inalterato nelle strutture principali, è ben conservato ed è protetto dalle mura con tre porte di accesso: Porta Grande, Porta di Rose, Porta Palazzo. La storia della signoria del paese è vivace, con numerosi passaggi tra famiglie assai diverse fra loro, a seconda delle vicende del regno di Napoli per giungere, all’inizio del XIX secolo, alla famiglia Caracciolo. Dopo il periodo napoleonico e le vicende storiche successive, entrò a far parte della provincia di Benevento. Da visitare, Palazzo Jelardi, dove ha sede la Mostra permanente del torrone, la torre dei Provenzali, la chiesa di San Marco Evangelista, il Palazzo marchesale e l’originale Museo degli Orologi. 왎 extravergine; 250 g di reticella di maiale; sale; pepe. Pulire accuratamente il pollo, fiammeggiarlo, lavarlo e asciugarlo; disossarlo facendo attenzione a non rompere la pelle, adagiarlo in una terrina, irrorarlo con l’aceto e 2 decilitri di vino bianco; insaporirlo con un pizzico di pepe e lasciarlo marinare per un’ora circa. Nel frattempo, tritare grossolanamente il lardo. Privare il petto di pollo di tutti i nervetti, tritarlo e metterlo nel bicchiere del frullatore; unire il lardo, la panna e le uova, lo zenzero e un pizzico di sale e pepe; frullare fino a ottenere un composto omogeneo. Sbucciare la cipolla, lavarla, affettarla finemente e farla appassire, in un tegame, con un cucchiaio d’olio, senza lasciarla colorire; unire le ostriche e il vino Malvasia, lasciare evaporare il vino per un attimo a fuoco vivace; togliere il tegame dal fuoco. In una casseruola con acqua salata in ebollizione far scottare per due minuti i piselli. Scolare il petto di pollo e asciugarlo con un canovaccio; adagiarlo sopra la reticella di maiale distesa sul piano di lavoro, con la parte della pelle a contatto con la reticella. Unire al composto di petto di pollo frullato i pinoli e i piselli, amalgamarli e adagiarne tre quarti sopra il pollo. Disporre al centro le ostriche scolate, nel senso della lunghezza e ricoprire con il composto rimasto. Richiudere il pollo e cucire l’apertura con un filo bianco da cucina; avvolgerlo nella reticella di maiale, adagiarlo in una teglia sul fuoco con l’olio rimasto, e farlo rosolare da ogni parte facendolo dorare. Porre la teglia in forno, preriscaldato a 180˚, far cuocere il pollo per un’ora circa, aggiungendo di tanto in tanto il vino bianco rimasto. Servirlo caldo, accompagnato da verdure di stagione glassate.