Andrea Agosti Valentina Depetri Claudia Gargiulo Alberto Mari Roberto Pantaleoni Rifrazione e dispersione della luce nel prisma Frequenze e colori Che cos’è un prisma? • Un prisma ottico è un solido di materiale omogeneo trasparente alla radiazione visibile che permette la dispersione della luce nelle sue componenti cromatiche in relazione alla lunghezza d’onda Proprietà di un prisma ottico • Si supponga inizialmente che il raggio di luce sia monocromatico e che esso formi con la perpendicolare alla faccia del prisma un angolo di incidenza i . • Chiameremo e l’angolo di emergenza, l’angolo di deviazione e l’angolo di rifrangenza. Si può dimostrare che vale la relazione: i e Poiché il valore di e dipende sia dall’angolo di incidenza, sia dall’angolo di rifrangenza, sia dall’indice di rifrazione del materiale, da queste grandezze dipende il valore di . Dimostrazione della formula i e • Poiché è un angolo esterno al triangolo EBC vale la relazione: (i r ' ) (e r" ) • Inoltre nel quadrilatero VBKC si ha: BKˆ C 180 • Essendo però BKˆ C 180 (r 'r" ) risulta r 'r" e quindi: i e Angolo di deviazione minima assume il suo valore minimo quando gli angoli i ed e sono uguali. Si ottiene min 2i da cui: i min 2 • Nel caso particolare in cui gli angoli i , e , siano tutti piuttosto piccoli, assume un’espressione molto semplice: (n 1) • Tale espressione mostra che l’angolo di deviazione di un raggio di luce che attraversa un prisma dipende dal valore dell’indice di rifrazione del materiale di cui il prisma è fatto • Prismi di identico angolo di rifrangenza, realizzati con materiali aventi indice di rifrazione diverso, devieranno diversamente i raggi di luce. Dimostrazione della formula (n 1) • Per giustificare questa formula, cominciamo ad osservare che, applicando la legge della rifrazione alle rifrazioni nei punti B e C della prima figura si ottengono le seguenti relazioni: n2 [a] senr " n n1 [b] • seni n1, 2 2 ,1 sene n2 senr ' n1 • Nell’ipotesi in cui gli angoli i ed e, e quindi gli angoli r 'e r ' ', siano piccoli, i valori degli angoli espressi in [rad] coincidono con ottima approssimazione con i corrispondenti valori dei seni degli angoli. (n 1) • Mentre l’arco A’B’ corrispondente a un angolo piuttosto grande è nettamente diverso dalla corrispondente corda A’B’, l’arco AB corrispondente a un angolo piuttosto piccolo è pressoché identico alla corrispondente corda AB ( tale proprietà può essere dimostrata con i metodi dell’analisi matematica). • Tenendo conto di quanto ora affermato le relazioni [a] e [b] diventano: i n2 r ' n1 r ' ' n1 e n2 • e quindi: n r' i 1 n2 r' ' e n1 n • Essendo r 'r ' ' per la dimostrazione precedente si ricava che: n1 n2 i e i e n2 n1 • L’angolo di deviazione risulta perciò: n2 1 n1 . • Quando il mezzo 1 è l’aria il rapporto n2 n1 coincide praticamente con l’indice di rifrazione del materiale con cui è costruito il prisma; perciò: (n 1) Dispersione della luce • Le sorgenti di luce, compreso il Sole, sono policromatiche • A ogni radiazione monocromatica corrisponde un particolare indice di rifrazione • Un raggio di luce incidente un prisma viene disperso in più raggi di diverso colore Dispersione ottica • La dispersione è un fenomeno che causa la separazione di un’onda in componenti spettrali con diverse lunghezze d’onda,da cui dipende la velocità dell’onda (dispersione cromatica): 1. Dispersione di materiale 2. Dispersione di guida d’onda Dispersione di materiale la risposta del materiale alle onde dipende dalla frequenza • Velocità di fase di un’onda v in un mezzo uniforme: c v n dove c è la velocità della luce nel vuoto ed n è l’indice di rifrazione del mezzo che è una funzione della frequenza o della lunghezza d’onda della luce Legge di Snell n1 sen(1 ) n2 sen( 2 ) L’angolo di rifrazione della luce in un prisma: • dipende dall’indice di rifrazione del materiale di cui è composto il prisma • varia in dipendenza della lunghezza d’onda l’angolo con cui la luce viene rifratta varia con la lunghezza d’onda causando la dispersione angolare. • Dispersione normale: indice di rifrazione decresce all’aumentare della lunghezza d’onda (materiali trasparenti) 1 n(rosso) n(giallo) n(blu ) • Dispersione anomala: indice cresce il crescere della lunghezza d’onda n1 sen(1 ) n2 sen( 2 ) sen 1 sen 1 sen 2 2 arcsen n n Le radiazioni con indice di rifrazione più alto vengono inclinate maggiormente (arcobaleno) • Fu Newton che nel 1666 chiamò spettro l’insieme dei colori in cui si scompone la luce (spettro continuo) • 1. 2. 3. 4. Applicazioni: Spettrometri Spettroradiometri Spettroscopi Spettrografi Rifrazione e dispersione della luce nel prisma Frequenze e colori PERCEZIONE DEL COLORE Vede tre fasi: • Stimolo visivo: un gruppo di fotoni arriva all’occhio dal quale viene assorbito e produzione di segnali nervosi. • Elaborazione e comprensione dei segnali nervosi prodotti dall’occhio e creazione di segnali opponenti. • Interpretazione dei segnali opponenti da parte del cervello e percezione. Ad ogni lunghezza d’onda corrisponde un colore diverso: normalmente la luce (solare) appare bianca ma essa è formata dalla sovrapposizione dei colori dello spettro. IL COLORE DEI CORPI I corpi sono visibili perché, illuminati, effettuano sulla luce che li investe una selezione assorbendo alcune frequenze e diffondendo le rimanenti. Un corpo appare rosso se diffonde le radiazioni rosse e riflette tutte le altre. Appare invece bianco se diffonde tutte le radiazioni e non ne assorbe alcuna. Il colore dei corpi dipende anche dal colore della luce che li investe: un oggetto che appare rosso se illuminato con luce bianca, lo sarà anche se illuminato da luce rossa; invece apparirà nero se illuminato con luce di qualsiasi altro colore. Spiegazione analoga vale per il colore dei corpi osservati in trasparenza: la luce che li rende visibili è quella che li attraversa senza essere assorbita. Questa trasmissione selettiva permette la costruzione di filtri colorati. • Secondo la teoria della diffrazione, la dispersione dei massimi di luminosità dipende dal rapporto tra il valore della lunghezza d’onda che investe la fenditura e la sua larghezza. • il colore dipende dalla lunghezza d’onda della radiazione che ne è responsabile fisico • Lunghezza e frequenza d’onda sono legate dalla v relazione: f LE RIGHE NERE • Scoperte da Wollastron nel 1802. • 1914 Fraunhofer le studia e scopre una regolarità nella loro sequenza. LEGGE DI KIRCHOFF: per ogni sostanza il comportamento rispetto all'emissione e all'assorbimento, a parità di temperature, è il medesimo. L’emissione di una sostanza incandescente è costituita da onde luminose di diversa lunghezza e intensità; ad esempio il sodio emette onde dal violetto al rosso il cui risultato corrisponde al giallo (sostanze che eccitate producono luce propria). LA TEORIA DEI COLORI COLORE : luce, effetto visibile materia colorante, pigmento Le due definizioni di colore determinano rispettivamente due teorie dei colori: • Teoria di sintesi additiva • Teoria di sintesi sottrattiva COLORI PRIMARI e COMPLEMENTARI Non esiste una definizione ufficiale di colori primari, ma essa dipende dalla teoria dei colori; allo stesso modo due colori si dicono complementari a seconda della teoria considerata. SINTESI SOTTRATTIVA Una mescolanza sottrativa può essere fatta con un numero qualunque di colori: questi sono detti colori primari sottrattivi. Si considerano colori fondamentali sottrattivi ciano, magenta e giallo, perché dalla loro mescolanza si ottengono il maggior numero di colori. Sono complementari sottrattivi due colori che mescolati generano il luce nera. SINTESI ADDITIVA I color primari di una mescolanza additiva sono i colori che ne fanno parte. Rosso verde e blu sono impropriamente detti “primari additivi”, ma sono invece i “colori fondamentali” perché da essi si ricavano tutte le tonalità dello spettro di luce bianca. Sono complementari additivi due colori che sovrapposti formano il bianco. TEORIA DI HERING Vede protagoniste tre coppie opponenti di colori: bianco e nero, rosso e verde, giallo e blu. Questi sei colori sono detti puri, unici; sono alla base della teoria e sono detti “colori primari psicologici”. CONTRASTI CROMATICI Vi sono tre tipi di contrasti cromatici: • Contrasto fra colori puri • Contrasto fra colori complementari • Contrasti di quantità IL FENOMENO DELL’ARCOBALENO Si verifica dopo un temporale quando un raggio di luce solare subisce una doppia rifrazione nell’attraversare una goccia d’acqua separandosi nei colori dello spettro: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco, violetto. IL DISCO DI NEWTON È un disco diviso in radialmente in settori di diversa estensione angolare che, posto in rapida rotazione, appare bianco. La condizione è che la velocità angolare sia tale che il colore riflesso da ogni settore all’occhio vi permanga per meno di un decimo di secondo. GRAZIE DELL’ATTENZIONE…. Andrea Agosti Valentina Depetri Claudia Gargiulo Alberto Mari Roberto Pantaleoni