ANALISI DELLA POESIA
“X AGOSTO” di GIOVANNI PASCOLI (1855 – 1912)
PARAFRASI
San Lorenzo, io lo so perchè tante stelle si incendiano e precipitano dal cielo, perchè un così
grande pianto risplende nella cupola della volta celeste.
Una rondine ritornava al suo nido ma l'uccisero; cadde in mezzo a cespugli spinosi ed aveva nel
becco un insetto che era la cena per i suoi rondinini.
Ora è là con le ali aperte come se fosse in croce e tende quel verme al cielo lontano mentre i suoi
piccoli attendono nel buio e pigolano sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero; esclamò "Perdono" e negli occhi spalancati rimase
la voglia di gridare, tanto la morte fu improvvisa: anch'egli portava in dono due bambole per le sue
figlie piccole.
Ora là, nella casa solitaria, l'aspettano inutilmente: egli immobile, incredulo indica le bambole al
cielo lontano. E tu Cielo, dall'alto dei mondi sereni, tu che sei infinito e immortale, inonda con un
pianto di luce la terra, piccola parte dell'universo priva di luce e dominata dal male.
STRUTTURA E ANALISI METRICA
E' costituita da 6 quartine costituite da decasillabi e novenari con rima alternata ABAB.
FIGURE RETORICHE (DI SUONO E SIGNIFICATO)
Sono presenti alcune allitterazioni: "l" nella prima e nella sesta strofa, "r" nella seconda strofa e "t"
nella quinta. Nel dodicesimo verso si può individuare un termine onomatopeico (pigola). Si può
riconoscere nella rondine una metafora che rappresenta il padre; il nido e il tetto sono due
metonimie (una parte per il tutto) che simboleggiano il mondo familiare degli affetti turbato dal
dolore e dalla morte; l'"atomo opaco" a cui si fa riferimento nell'ultimo verso vuole indicare in realtà
l'intero pianeta Terra. Il cielo che piange (lacrime = stelle cadenti) è una personificazione che ha lo
scopo di manifestare la partecipazione della natura al dolore dell'uomo e in quest'ultima immagine
poetica si può anche individuare il tema dominante della poesia.
SOMMARIO DEI CONTENUTI
La poesia inizia con un'invocazione a San Lorenzo che si festeggia il 10 agosto; in quella data il
padre del poeta venne ucciso e ogni anno, in quella notte, sono visibili a occhio nudo le stelle
cadenti che il poeta paragona a lacrime del cielo.
Le due strofe seguenti parlano di una rondine che venne uccisa mentre tornava dai suoi rondinini
per portare loro il cibo di cui avevano bisogno.
La quarta e la quinta strofa descrivono la scena dell'assassinio del padre del poeta, ucciso da
ignoti mentre tornava a casa con un regalo per le sue figliole.
L'ultima strofa è quasi una preghiera al cielo, affinché doni la luce a questa Terra dominata dal
male.
COMMENTO
Pascoli, a distanza di anni da quel 10 agosto 1867, coglie un legame tra il dolore della sua famiglia
e il fenomeno astronomico delle stelle cadenti che vengono assimilate alle lacrime del cielo; la
natura quindi sembra partecipare al dolore dell'uomo che sulla Terra deve sopportare ingiustizie e
disgrazie.
Si può notare che i verbi della seconda e quarta strofa sono al passato e vogliono creare l'effetto
del flashback (analessi) cioè di un ricordo tragico dell'infanzia; nella prima e nell'ultima strofa
invece, i verbi sono al presente e descrivono il momento in cui il poeta osserva le stelle cadenti e
gli sembra che perfino il cielo pianga per partecipare al dolore dell'uomo ed essere solidale con la
sua triste condizione.
Leggendo questa poesia mi sono commossa perché, immedesimandomi nella scena descritta dal
poeta, ho provato dolore per l'ingiustizia subita e rabbia per la sofferenza che colpisce
ingiustamente alcune persone innocenti e per la cattiveria e il male che purtroppo esistono in
questo nostro mondo.
Scarica

ultima strofa