ConvegnointerdisciplinareTecnica,multimedialitàenuoveformedinarrazione
Tavolarotonda“Èpossibileestendereeinnalzareillivellodicomplessitàdellenostrepratiche
multimediali?”
Roma,UniversitàLaSapienza,29maggio2015
Lytro.Lacameracomeipersensore
RuggeroEugeni
UniversitàCattolicadelSacroCuore–MilanoeBrescia
Youdon’ttakeaphotograph,youmakeit.
AnselAdams
LytroIllum
Nell’aprile 2014 è stata messa in commercio la Lytro Illum, una macchina fotografica digitale. Il
nomedellamacchinaderivadaquellodellacasaproduttrice,laLytroappunto,aziendafondatanel
2006daRenNg,unricercatoredegliStanfordUniversityComputerGraphicsLaboratory.LaLytro
aveva già commercializzato un primo modello di macchina digitale portatile nel 2012, senza
enorme successo: si trattava di un modello particolare, un tubo a sezione quadrata lungo una
dozzina di centimetri, con un obiettivo da un lato e uno schermo touch dall’altro. La Illum, di
seconda generazione, è invece più simile a una normale macchina fotografica, per quando di
designinnovativo.InoltreselaprimaLytroeraindirizzataaunmercatoconsumer,laLytroIllumha
comedestinatariiprofessionistidellafotografiaoperlomenoiprosumer(costainfattiintornoai
1500dollari).
Devo confessare che fin qui ho commesso un piccolo, ma decisivo errore terminologico: ho
continuatoaparlaredelleLytrocome“macchinefotografiche(digitali)”.Inrealtà,purproducendo
delleimmagini,idispositividellaLytrosonoconcettualmenteetecnologicamentediversidauna
macchinafotografica.RenNghainfattisviluppatoepoiapplicatoindustrialmentealcunericerche
nelcampodellefotocamereacampoluminoso(light-fieldcamera),ocamereplenottiche.
1
Campiluminosiecamereplenottiche
Infisica,sidefiniscecampoluminoso(light-field)lafunzionevettorialechedescrivelaquantitàdi
luce che fluisce in ogni direzione attraverso ciascun punto dello spazio. Si tratta di un concetto
introdottonel1846daMichaelFaraday,inunaconferenzadaltitoloThoughtsonRayVibrations1:
ilfisicoingleseproposediinterpretarelapropagazionedellalucecomeladiffusionedivibrazioni
nell’ariainognidirezione–inanalogiaconilcampomagneticochestavastudiandodaalcunianni
-.Nel1936ilsuocollegarussoAlexanderGershunusòperprimoiltermine"campoluminoso"in
unostudiodedicatoalleproprietàradiometrichedellaluceinunospaziotridimensionale2.
Il concetto di “campo luminoso” venne ripreso e applicato fin dagli anni trenta nelle teorie e
tecnichedellafotometria(conunpassaggio,giàprospettatoinGershun,dall’otticafisicaall’ottica
geometrica). Di qui il concetto passò, all’inizio degli anni novanta del Novecento, agli studi di
computer graphic: i ricercatori erano a questo punto interessati alla possibilità di simulare
attraverso le immagini generate al computer (CGI) i meccanismi ottico fisiologici della visione
umana,einparticolarelapercezionediilluminazionieombreggiature3.Inquest’ambitoEdwardH.
Adelson e James R. Bergen parlarono di “funzione plenottica”, atta a misurare la radianza di
(ovverolaquantitàdilucetraportatada)ogniraggiodilucepresenteinunospaziotridimensionale
illuminatoinmodouniformeestabile;qualorainquestospaziovengaintrodottounoggetto,esso
produrràovviamenteunacertariflessionedeiraggipresentinelcamporendendopiùcomplessala
funzione.
Nacqueinquestocontestoilproblemadicomeparametrareerappresentareuncampoluminoso;
iricercatoriripreseroaquestopropositoun’ideaemersaall’iniziodelNovecento.Nel1908Gabriel
Lippmann(PremioNobelperlafisicanellostessoannograzieallesuericerchesullafotografiaa
colori),avevaimmaginatoundispositivodifotografiaintegrale(photographieintégrale):sitratta
di disporre una griglia di micro lenti, ciascuna delle quali è collegata a una minuscola camera
oscura e quindi capace di impressionare una altrettanto minuscola area sensibile. Un simile
1
Michael Faraday, “Thoughts on Ray Vibrations”, in Philosophical Magazine, Series 3, Volume 28, issue 188, May
1846, pp. 345-350, poi in Id., Experimental Researches in Electricity, Vol 3, 1855, pp. 447-452, available on line
http://www-spof.gsfc.nasa.gov/Education/wfarad1846.html
2
AlexanderGershun,Svetovoepole,Moscow,1936,(“TheLightField”,translatedbyP.MoonandG.Timoshenko,in
JournalofMathematicsandPhysicsVol.XVIII,1939,pp.51–151)
3
WilliamB.Thompsonetal.,VisualperceptionfromaComputerGraphicsPerspective,BocaRaton–London–New
York, CRC Press, 2011, pp. 193-232. La matrice fenomenologica di questi approcci è messa in luce da Sylvia C. Pont
“Spatial and Form-Giving Qualities of Light”, in Liliana Albertazzi (ed.), Handbook of Experimental Phenomenology.
VisualPerceptionofShape,SpaceandAppearance,Malden(Ma)–Oxford,Wiley-Blackwell,2013,pp.205-222
2
dispositivo sarebbe in grado di produrre una iper-immagine che, una volta ricomposta in
unitarietà, permetterebbe di simulare il normale approccio sensomotorio (e stereoscopico) alla
realtà:
En résumé, la pellicule constituée comme il a été dit plus haut permet de prendre des vues sans chambre
noireetmontreensuitelesobjetsphotographiésenvraiegrandeuretenrelief,sansappareilstéréoscopique.
De plus, leur aspect change avec la position du spectateur, comme si celui-ci se trouvait en présence de la
4
réalité” Aprimavistal’ideadiLippmannvenivaripresanell’ambitodellacomputergraphicsoloperessere
amplificataall’ennesimapotenza.SeinfattiLippmanpensavaaundispositivochepermettessedi
simulare in fase di visione della fotografia la situazione sensomotoria di un soggetto di fronte a
unascenareale,glistudiosidicomputergraphicsintendevanoprogettareuniper-occhiocapacedi
riprendereunoggettodaqualunquedirezioneeaqualunquedistanza:
A true holographic movie would allow reconstruction of every possible view, at every moment, from every
position,ateverywavelength,withintheboundsofthespace-timewavelengthregionunderconsideration.
Theplenopticfunctionsisequivalenttothiscompleteholographicrepresentationofthevisualworld.Sucha
completerepresentationwouldcontain,implicitly,adescriptionofeverypossiblephotographthatcouldbe
takenofaparticularspace-timechunkoftheworld(neglectingthepolarizationandinstantaneousphaseof
theincominglight)[…]Tomeasuretheplenopticfunctiononecanimagineplacinganidealizedeyeatevery
possible[…]locationandrecordingtheintensityofthelightrayspassingthroughthecenterofthepupilat
5
everypossibleangle[…],foreverywavelength,[…]ateverytime. In altri termini un campo luminoso era inteso a questo punto come una matrice di potenziali
visualizzazionidiunoggettodaunnumeroinfinitodipuntidivistaedidistanzepossibili(siparla
infattidilightfieldrendering)6.
Difattoperòl’applicazionedellightfieldrenderingallafotografiaeralimitatodaproblemitecnici;
in questo senso, tra le varie soluzioni possibili (uso di molteplici camere, uso di camere in
movimento etc.) emerse quella più economica, molto vicina al dispositivo di photographie
4
Gabriel Lippmann, "Épreuves réversibles. Photographies intégrales", Comptes Rendus de l'Académie des Sciences,
146(9),2March1908,pp.446–451,cit.ap.449;cfr.ancheId.,“Épreuvesréversiblesdonnantlasensationdurelief”,
inJournaldePhysique,4esérie,t.VII,novembre1908,pp.54-58.
5
EdwardH.Adelson,JamesR.Bergen,“ThePlenopticFunctionandtheElementsofEarlyVision”,inM.LandyandJ.A.
Movshon(eds),ComputationalModelsofVisualProcessing,Cambridge,MA,MITPress,1991,pp.3-20,cit.ap.5.
6
MarcLevoy,“Lightfieldsandcomputationalimaging”,inIEEEComputer,August2006,pp.46-55.
3
intégrale di Lippmann. Nel 1992 Edward Andelson e John Wang proposero un modello di
fotocamera digitale che poneva tra la lente principale (field lens) e il sensore una griglia di
microlenti(lenslets):siottennecosìunaprimacameraplenottica7.Nel2004ilteamdiricercadella
StanfordUniversitycostruìunmodellodicameraplenotticacheusava90.000microlentiperuna
superficiedi16megapixel,concentrandolericerchesullapossibilerifocalizzazionedellaimmagine
finale più che sugli effetti di tridimensionalità. Di fatto i ricercatori fecero sì che ciascuna
microlentemisurassenonsololaquantitàtotaledilucemalaquantitàdiciascunraggiodilucee
la sua direzione – ovvero ricavasse informazioni circa la distanza degli oggetti dalla camera e la
loroposizione8.
Da qui derivano direttamente le applicazioni della Lytro9. Se la prima macchina prodotta
dall’azienda di Ng catturava 11 megarays (o milioni di raggi) per immagine, la nuova Illum ne
cattura40,grazieaunagrigliadimicrolentipiùfittaeunsensorediultimagenerazionebasatosu
tecnologiaCMOS10.Difatto,questidispositiviproduconounfilegrezzodiinformazioni,apartire
7
Edward H. Adelson and John Y.A. Wang, “Single Lens Stereo with a Plenoptic Camera”, in IEEE Transactions On
PatternAnalysisAndMachineIntelligence,Vol.14,No.2,February1992,pp.99-106.
8
RenNgetal.“LightFieldPhotographywithaHand-HeldPlenopticCamera”,inStanfordUniversityComputerScience
Tech Report, CSTR 2005-02, April 2005, pp. 1-11. In sintesi: “Traditional cameras – analog or digital – only record a
two-dimensionalrepresentationofascene,usingthetwoavailabledimensions(lengthandwidth;pixelsalongthex
andyaxis)ofthefilm/sensor.Contrarytothat,LightFieldcameras(alsocalledplenopticcameras)haveamicrolense
array just in front of the imaging sensor. Such arrays consist of many microscopic lenses (often in the range of
100,000)withtinyfocallengths(aslowas0.15mm),andsplitupwhatwouldhavebecomea2D-pixelintoindividual
lightraysjustbeforereachingthesensor.Theresultingrawimageisacompositionofasmanytinyimagesasthereare
microlenses.Here’sthefascinatingpart:everysub-imagediffersalittlebitfromitsneighbours,becausethelightrays
were diverted slightly differently depending on the corresponding microlense’s position in the array. Next,
sophisticated software is used to find matching lightrays across all these images. Once it has collected a list of (1)
matching lightrays, (2) their position in the microlense array and (3) within the sub-image, the information can be
usedtoreconstructasharp3Dmodelofthescene.Usingthismodel,youhavealloftheLightFieldcapabilitiesatyour
fingertips:youcandefinewhatpartsoftheimageshouldbeinfocusoroutoffocus,definethedepthoffield,youcan
seteverythinginfocus,youcanshifttheperspectiveorparallaxabit,…Youcanevenusetheparallaxdatatocreate
3DpicturesfromasingleLightFieldlenseandcapture.Allofthiscanbedoneafteryou’verecordedtheimage”.Light
FieldForum.YourNewsSourceforallthingsLightField,http://lightfield-forum.com/what-is-the-lightfield/.
9
IlprogettoLytrononèl’uniconelsettoredellecamereacampoluminoso:peresempiolaAdobehasviluppatoun
prototipoa100megapixelcheusa19lentialorovoltaattrezzateconmicrolentiinterne.Inquestosensolacamera
plenotticaacampoluminosocongrigliapiattadifferiscedaquella“autosteroscopica”cheusainveceunagrigliacirca
inmododaconsentireeffetti3D–ancheseuneffettosimilesiottieneriproducendol’effettodellavisionebinoculare.
Iprincipidellacameraplenotticastandardsonoillustratimoltobeneinhttp://www.plenoptic.info/index.html.Molti
esempi in https://pictures.lytro.com/. Per un esame delel ricerche sui display tridimensionali che sfruttano la
tecnologiadelcampoluminosocfr.RolfR.Hainich,OliverBimber,Displays.Fundamentals&Applications,BocaRaton
–London–NewYork,CRCPress,2011,pp.407-419.
10
“Lytro measures the resolution of their sensors in ‘Megarays’, which is just a simple term describing how many
megapixelstheunderlyingsensorhasanddenotingthatamicrolensarrayhasbeenplacedontop.Forexample,the
40MegarayLytroILLUMisinfacta40MPsensorthathasa200,000microlensarrayplacedontopofit.However,the
endresolutionwon’tbea40MPimageduetothewaydataisbrokendownandanalyzed.IntheILLUM,theresulting
image has a ‘peak’ of 4 MP, which may sound small, but is still beyond 1080p (2 MP) by a decent margin”, in The
Science Behind Lytro’s Light Field Technology and Megaray Sensors, http://petapixel.com/2015/06/22/the-sciencebehind-lytros-light-field-technology-and-megaray-sensors/
4
dal quale è possibile trarre attraverso un apposito software una serie potenzialmente infinita di
immagini che differiscono per la collocazione del punto di vista in orizzontale e in verticale
(all’internodiunrangelimitato),perfocalizzazionedeglioggettiall’internodelcampovisivo,eper
lapossibilitàdidarluogoaimmaginiin3Ddavedereattraversoinormalivisoridiquestotipo11.
L’immagineplenotticael’immaginazioneinterattiva
Non è difficile individuare alcuni motivi di interesse teorico della Lytro e, più in generale, della
camera plenottica. Ne enucleerò due, in forma più di appunto da sviluppare che di riflessione
conclusa.
In primo luogo l’immagine prodotta dalla macchina plenottica modifica il legame tra immagine
fotografica e prospettiva. L’immagine prospettica rappresentava infatti la trascrizione grafica di
uno specifico posizionamento nello spazio di un occhio disincorporato all’interno di un istante
puntuale,ilchedeterminal’aspettomonocularedellascenaelasceltafissadifocale.L’immagine
plenotticariprendel’azzeramentotemporaledell’immagineprospettica,matrascriveleposizioni
deglioggettipresentinellascenainrelazioneallamacchinadadifferentipuntidivistaedadiverse
distanze contemporaneamente; in tal modo, essa produce un’immagine tridimensionale
esplorabile e focalizzabile interattivamente da un osservatore che vi intervenga dopo la sua
produzione. Non si tratta in questo caso semplicemente di affermare una natura incorporata
dell’osservatore finale dell’immagine, e il passaggio correlato da una relazione metaforica a una
metonimicatraocchioedispositivoottico-comeavvienenellostereoscopioottocentescoinbase
alla ben nota tesi di Jonathan Crary12. In questo caso infatti è la nozione stessa di immagine
fotograficaeilsuostatutoontologicoaessererimessiindiscussione-sullasciadellaphotographie
intégralediLippmandiinizioNovecento.
L’atto fotografico ordinario trascrive infatti una scena visibile prospettica sulla pellicola (oppure
sullasuperficiediunsensore),invistadiunasuccessivaepiùomenoimmediatavisualizzazione;
11
“Unlikeaconventionaldigitalcamera,theLYTROILLUMcapturesthelightfield,whichincludesthedirectionoflight.
Mostrecently,lightfieldcameraslivedonlyinacademiclabs–viaaroomfulofcamerastetheredtoasupercomputer.
Lytro’sscientistsandengineershaveoptimizedthistechnologysothatthepowerofthelightfieldcanfitrightinyour
hands. Capturing this fundamentally new data gives consumers unprecedented capabilities, including the ability to
focus,changetheperspective,changetheaperture,andviewin3D-allafterapictureistaken.Photographersusing
theLYTROILLUMhavenewcreativeopportunitiestotellstoriesandcapturemoments,deliveringLivingPicturesto
friends,family,andclients”,http://manuals.lytro.com/illum/benefits-of-the-light-field/.
12
Jonathan Crary, Techniques of the Observer. On Vision and Modernity in the Nineteenth Century, Boston (Mass.),
MITPress,1990(Letecnichedell’osservatore.VisioneemodernitànelXIXsecolo,Torino,Einaudi,2013)
5
l’attofotograficoplenotticoalcontrariotrascriveunaseriealtissimaepotenzialmenteinfinitadi
scene prospettiche, e produce in tal modo una immagine “raw” che non è in sé visualizzabile in
alcunmodo.L’immagineprodottaèdunquecostituitadaundatasetchecostituiscelamatricedi
infinitepossibiliereciprocamenteesclusivevisualizzazioni(monoostereoscopiche).Sottoquesto
aspetto possiamo pensare che la logica della camera plenottica sia la stessa implicata dalla
gestionedeibigdata,edallequestioniimplicatedallalorovisualizzazione13.Intalmodocambialo
statuto stesso dell’immagine, non più documento di una esperienza visuale ma repository di
informazionivariamentevisualizzabili,matricedisoluzionipotenzialmenteinfiniteapartiredalle
formediinterazioneconl’osservatore.
Intalmodol’immagineplenotticanonsiconfigurapropriamentecomeunoggetto,mapiuttosto
come un processo, o per meglio dire come una matrice di processualità. Sotto questo aspetto,
essa riprende alcuni caratteri che alcuni hanno considerato propri dell’immagine digitale. Per
esempioMarkHansenhaosservatoche
Digitization requires us to reconceive the correlation between the user’s body and the image in a […]
profoundmanner.Itisnotsimplythattheimageprovidesatoolfortheusertocontrolthe“infoscape”of
contemporary material culture, as Manovich suggests, but rather that the “image” has itself become a
processand,assuch,hasbecomeirreduciblyboundupwiththeactivityofthebody.Thus,ratherthansimply
abandoningittoitsownobsolescenceortransformingitintoavehicleforinterfacingwithinformation,we
mustfundamentallyreconfiguretheimage.Specifically,wemustacceptthattheimage,ratherthanfinding
instantiation in a privileged technical form (including the computer interface), now demarcates the very
process through which the body, in conjunction with the various apparatuses for rendering information
perceptible,givesformtoorin-formsinformation.Insum,theimagecannolongerberestrictedtothelevel
ofsurfaceappearance,butmustbeextendedtoencompasstheentireprocessbywhichinformationismade
14
perceivablethroughembodiedexperience.ThisiswhatIproposetocallthedigitalimage .
Nelcommentarel’ideadiHansen,WilliamJohnThomasMitchellsostieneche
[…]Theimage[…]hasalwaysbeenboundupwiththebody,butthatinterconnectionisnowmadeevident
bytheonsetofdigitalimaging,inthesenseofbinarycomputation.Justasphotographyrevealedunseenand
overlooked visual realities, an "optical unconscious" in Walter Benjamin's phrase, and just as cinema
13
ViktorMayer-SchönbergerandKennethCukier,Bigdata.ARevolutionThatWillTransformHowWeLive,Workand
Think, John Murray, London 2013; Valentina Manchia (a cura di), Immagini che fanno segno. Modi e pratiche di
rappresentazionediagrammaticanelleinformationalimages,CarteSemiotiche,SerieAnnali,n.2,2014.
14
Mark B. N. Hansen, New Philosophy for New Media, Cambridge (Mass.), The MIT Press, 2004, p. 10. La reazione
polemicadiHansenècontroilbennotoLevManovich,Thelanguageofnewmedia,Cambridge(Mass.)-London,The
MitPress,2001(Illinguaggiodeinuovimedia,Milano,Olivares,2002).
6
produced both a new analysis and a historical transformation of human visual experience, digital imaging
may be uncovering yet another layer of the perceptible cognitive world that we will recognize as having
15
alwaysbeenthere .(76)
In un altro contesto (più merleau-pontyano che bergsoniano), Roberto Diodato ha valorizzato
l’ideadi“corpovirtuale”inquanto“ambientestrutturalmenterelazionale”,caratterizzatoinpari
misuradavirtualitàerelazionalitàetaledunquedasfuggiresiaalladicotomiainterno–esterno
cheaquellaoggetto–evento16.Uncorpo–ambienteche,comel’immaginedelsognoperFoucault
checommentaBinswanger,“nonèunamodalitàdell’immaginazione.Neèlacondizioneprimadi
possibilità”17.L’immagineplenotticacostituisceevidentementeuntipodicorpo-ambientevirtuale
diquestoordine.
Occorre tuttavia sottolineare, rispetto ai discorsi fin qui richiamati, che nel caso dell’immagine
plenottica la matrice virtuale di visualizzazioni, focalizzazioni e spostamenti dell’osservatore non
deriva da una costruzione ex novo ed ex nihilo effettuata in computer graphics (per quanto i
principi moderni della sua costituzione abbiano incrociato come abbiamo visto procedure e
algoritmi della CGI). Al contrario, si tratta in questo caso di una matrice costituita da molteplici
immagini indicali, caratterizzate da quel “è stato” che come è noto costituisce il noema della
fotografia18. In questo senso (e sempre sulla linea già incrociata con Diodato) la valenza teorica
dell’immagine plenottica emerge in modo specifico all’interno di una estetica intesa come
“riflessionecriticasullequalitàeleprestazionidellasensibilitàumana”,einparticolaresulruolo
all’interno di essa di una immaginazione interattiva che nell’epoca presente viene sempre più
“istruitatecnicamente”19,secondolapiùriflessionediPietroMontani.Inquestocontestoinfatti
l’immagine plenottica mette in scena intersoggettivamente, dilata temporalmente e rende
ripetibile, reversibile, infinito quel lavoro interattivo dell’immaginazione sui dati sensibili che
15
W.J.T.Mitchell,“Image”,inW.J.T.Mitchell,MarkHansen(eds.),Criticaltermsformediastudies,Chicago–London,
TheUniversityofChcagopress,2010,pp.63-79,cit.ap.76.
16
RobertoDiodato,“Virtualitàdellachair”,inId.,L’invisibilevisibile.Itineraridiontologiaestetica,Milano,Mimesis,
2012,pp.29-55;cfr.ancheId.Esteticadelvirtuale,Milano,BrunoMondadori,2005
17
Michel Foucault, “Introduzione”, in L. Binswanger, Sogno ed esistenza, Milano, SE, 1993, p. 73, cit. in R. Diodato,
“Virtualità…”,cit..p.52
18
L’ovvioriferimentoèaRolandBarthes,Lachambreclaire,Paris,Seuil,1980(Lacamerachiara.Notasullafotografia,
Torino, Einaudi, 2003. Sulla problematicità di una sovrapposizione tra indicale e analogico (e quindi tra virtuale e
digitale) cfr. tra gli altri David Norman Rodowick, The Virtual Life of Cinema, Cambridge (Mass.) - London, Harvard
UniversityPress,2007(Ilcinemanell’eradelvirtuale,Milano,Olivares,2008);AnthonyBryant,GriseldaPollock(eds.),
Digital and Other Virtualities, New York, Tauris, 2010, pp. 5-6; Jacques Khalip, Robert Mitchell (eds.), Releasing the
Image.FromLiteraturetoNewMedia,Stanford(Calif.),StanfordUniversityPress,2011.
19
PietroMontani,Tecnologiedellasensibilità.Esteticaeimmaginazioneinterattiva,Milano,Cortina,2014,pp.29e48
7
incessantemente ritaglia, profila e raccoglie pertinenze salienti e sopravvenienti della
indeterminatamanondispersascenadelvisibile.
Perunasemioticadelsensore
Ilsecondomotivodiinteressedellacameraplenotticadigitalerisiedenelsuoprincipiodifondo:il
ruolodeterminantedelsensore.
Richiamosolovelocementeilmotivodiinteressediunariflessionesulsensore,oggi.Apartireda
una serie di fenomeni ben noti (perdita di specificità dei singoli media, perdita di centralità di
alcuni media rispetto alla galassia mediale, e infine perdita di confini tra ambiti mediali e non
mediali) si delinea attualmente una “condizione postmediale” - seguendo le indicazioni per un
verso di Rosalind Krauss e per altro verso di Felix Guattari20. A fronte di tali fenomeni, appare a
nostro avviso inadeguato lo sforzo di piegare al nuovo contesto modelli e concetti elaborati in
riferimento ai media precedenti - parlando per esempio di universi e condizioni postcinematografici, post-cinematici, post-televisivi, e così via. Occorre piuttosto individuare una
strategia di ricerca che si focalizzi su alcuni oggetti elementari tali da attraversare il campo dei
media e della rappresentazione, portando però ben oltre tali limiti. Uno di questi oggetti è
appuntoilsensore.
Ingeneralesidefiniscesensoreundispositivochericeveerispondeaunsegnaleoaunostimolo.
Insensopiùristrettotuttavia“asensorisadevicethatreceivesastimulusandrespondswithan
electrical signal”, siano questi elettrochimici come nel caso di sensori biologici, o siano essi
elettronici come nel caso di sensori artificiali21. In base a tale proprietà, I sensori possono
costituireun’interfacciatrailmondoeisistemidigitali,inquantoisegnalielettricipossonoessere
codificati in byte. Per esempio, nel caso di un sensore di macchina fotografica, il sensore CCD
(Charge Coupled Device) codifica l’immagine proiettata dalla lente sulla sua superficie in impulsi
elettricichevengonosuccessivamentetradottiinstringhebinariedaunconvertitoreAnalogico/
20
Rosalind Krauss, “A voyage on the North Sea”: Art in the Age of the Post-Medium Condition, London, Thames &
Hudson, 1999 (L’arte nell’era postmediale. Marcel Broodthaers, ad esempio, Milano, Postmedia Books, 2005); Felix
Guattari, “Vers une ère post-média” (1990), in Chimères, 28 (1996), pp. 5-6; A. Pethő, (a cura di), Film in the Post
MediaAge,NewcastleuponTyne,CambridgeScholar,2012;ClementAppritchetal.(eds.),ProvocativeAlloys:aPostMedia Anthology, Lünenburg , Post-Media Lab & Mute Books, 2013; Ruggero Eugeni, La condizione postmediale,
Brescia,laScuola,2015..
21
Jacob Fraden, Handbook of Modern Sensors. Physics, Designs, and Application, Fourth Edition, New York -
Heidelberg-Dordrecht–London,Springer,2010,p.15.
8
Digitale; nel sensori CMOS (Complementary Metal Oxide Semiconductor) invece la converzione
avvieneall’internodelsensorestesso.
Il sensore è un caso particolare di trasduttore, ovvero di dispositivo che traduce (più o meno
proporzionalmente)unacertaformadienergiainunaformadifferente;iltrasduttoreoppostoal
sensore è l’attuatore, che traduce impulsi elettrici in energia meccanica, o di altro tipo. Per
esempioildisplaydellamacchinadigitale,chetrasformagliimpulsielettriciemessidalsensorein
fotoni, per esempio sfruttando le capacitò polarizzanti dei cristalli liquidi, è un attuatore. Come
l’esempio della macchina fotografica mostra chiaramente, i sensori si trovano incorporati in
sistemicomplessiassiemeadaltrecomponenti,einparticolareinsiemeatrasduttorieattuatori:
Insummary,therearetwotypesofsensors;directandcomplex.Adirectsensorconvertsastimulusintoan
electrical signal or modifies an electrical signal by using an appropriate physical effect, whereas a complex
sensor in addition needs one or more transducers of energy before a direct sensor can be employed to
22
generateanelectricaloutput .
Imotividiinteresseteoricodeisensorisonomolteplici.Ilprimoèche(comeaccennavosopra)i
sensorinonnascononell’ambitodeimediaedellarappresentazione,maperscopiindustriali,di
sicurezza, di misurazione, ecc. Essi sono tutt’ora presenti in tali ambiti23, e al tempo stesso atta
versanoilcampodeimediarappresentativiconunoscambiocostanteditecnologie,diesperienze
ediforme(sipensiperesempioacomeivisorinotturnivenganousatiinvideogiochidiguerra,
video virali, film mainstream, etc.). Il secondo motivo di interesse deriva dalla possibilità di
connettereeibridaresensoribiologiciefisiologici(ditipoabbiamovistoelettrochimico)esensori
elettronici:moltidispositivimedicieprostetici,daipeacemakerainuoviorganiartificiali,adottano
sistematicamentequestotipodiibridazioni.Infine,unterzomotivodiinteresseèpiùstrettamente
teoricoeriguardalapossibilitàdipensareisensoricomedispositivielementaridienunciazione.In
questa chiave vorrei proporre una distinzione basilare tra tre tipi di sensore: gli agency sensors
(sensoricheaccoppiatiadattuatorifannoscattareunprocessofisico,peresempioirilevatoridi
movimentoainfrarossichefannoscattareautomaticamentelamacchinafotograficaallorchéun
22
Ivi,p.18
“[Sensors are] small devices […] designed to sense and measure an object’s physical characteristics such as size,
speed,acceleration,color,temperature,pressure,volume,flowrate,altitude,latitude,shape,orientation,quantity,
deformation, homogeneity, topography, viscosity, electric voltage, electric current, electric resistance, surface
textures, microcracks, vibrations, noise, acidity, contamination, active ingredient, assay concentration, chemical
compositionofpharmaceuticaldrugs,andbloodviruses”,SabrieSoloman,SensorsHandbook,2ndedition,NewYork–
Chicago–etc.,McGrawHill,2010,p.xxv
23
9
soggettopassadavantiadessa);displaysensors(sensorichecollegatiaundisplayproduconouna
immagine,comequellacheappareneidisplaydellamacchinafotografica)etracksensors(sensori
checollegatiaunaunitàdimemoriaproduconounatraccia:ilcasotipicoèilfileraw,ovveronon
ancoralavoratodaiprocessoridigitali,dellamacchinafotografica).
Queste ultime considerazioni ci riportano infine alla Lytro e alle problematiche della camera
plenottica. Il sensore della Lytro è un ipersensore, ovvero un sensore CMOS ad alta densità
costruitoperessereaccoppiatoaldoppiosistemadilentidellamacchinaplenottica(lenteunicae
griglia di microlenti) e raccogliere in tal modo un altissimo numero di informazioni dalla scena
visibile. Tuttavia, emerge una differenza essenziale rispetto ai sensori delle macchine digitali
tradizionali:sequesteinfattipossonodarevitaimmediatamenteaunaimmaginesuldisplaydella
macchina,. Nel caso della Lytro tale immagine non può rispecchiare se non riduttivamente la
quantità di informazioni accumulabili dallo scatto; in tal modo il sensore della Lytro è solo
apparentementeundisplaysensoresirivelainrealtàunpurotracksensor,destinatoaprodurre
una matrice di informazioni che solo altri devices potranno successivamente e parzialmente
visualizzare.
10
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