COSTRUZIONE DI UN MODELLO DI PROCESSO PEDAGOGICO un modello generale ed unitario di analisi passa attraverso: •la valutazione dei soggetti, delle loro caratteristiche e dei loro bisogni, •la rappresentazione delle attività fisiche che serviranno di supporto alla loro educazione, .la valutazione degli stessi soggetti in situazioni di pratica, Infatti il soggetto e l’attività, così come il soggetto in attività, devono essere necessariamente confrontati attraverso la stessa unità di misura perché sia mantenuta la coerenza pedagogica. si devono proporre e mettere in evidenza due precauzioni: • una di ordine epistemologico, • l’ altra di ordine metodologico. La prima riguarda la nozione stessa di modello. Proporre un modello suscettibile di integrare, di volta in volta, la scoperte scientifiche recenti con quelle future richiede una certa flessibilità; in nessun caso il modello dovrà essere considerato definitivo e consolidato, esso, anzi, deve potersi evolvere per non perdere il suo valore e, quindi, la sua potenzialità. La seconda precisa (definisce) la nozione di schema. Se uno schema permette di intuire, di rendersi conto, del crearsi di una realtà facilitandone la rappresentazione, in nessun caso sarà in grado, però, di rappresentarne, in pochi tratti, la complessità e l’interezza; tale schema non dovrà avere, perciò, né valore né pretesa di verità assoluta. Così, il modello proposto, riduttore per definizione come per necessità, deve essere considerato solamente uno strumento metodologico, un aiuto alla elaborazione ed alla realizzazione pratica di un intervento pedagogico. SCHEMA CHE METTE A CONFRONTO I TRE PRINCIPI FONDAMENTALI. Il progetto pedagogico emerge dalla valutazione degli allievi. Per determinare i loro bisogni e per fissare gli obiettivi da raggiungere, attraverso il ricorso ad una Azione Performante Sportiva (APS), per la realizzazione del progetto stesso è estremamente importante la scelta di APS adatte. Per migliorare le possibilità di realizzare l’obiettivo individuato e scelto è opportuno il ricorso ad altre discipline scientifiche che vanno dalle tecniche dell’informazione e comunicazione alla valutazione del peso e valenza sociale dell’attività sportiva, dalla psichiatria e psicologia, alla genetica, alla fisiologia, allo studio dello sviluppo psicomotorio. Eccetera. Ulteriori aiuti possono venire dal ricorso ad attività legate ad una metodologia di organizzazione: giochi didattici, di fortuna, di fantasia, di ruolo, di confronto, ecc., collettivi e individuali. Nessuna di queste classificazioni, però, permette di avvicinare la totalità degli allievi per orientarne gli obiettivi. E’ necessaria, la complementarità delle pratiche scientifiche e delle metodologie di organizzazione per attivare le azioni che tendono a conseguire l’insieme dei benefici attesi. Occorre analizzare la genesi dei giochi e degli sports per far emergere il senso che ne percepisce il soggetto così da poter attivare unità di misura in grado di verificare la differenza o la coincidenza del soggetto rispetto all’attività. Per preservare l’individualità del soggetto si devono correlare le caratteristiche intrinseche del soggetto (quelle che costituiscono il suo ESSERE) alle esigenze dell’attività che deve essere realizzata. Uno degli aspetti più interessanti dei giochi regolati sta nella precisione delle condizioni necessarie al conseguimento del risultato(vittoria). I giochi regolati permettono di conseguire una soddisfazione personale o collettiva che può essere inserita in modalità differenzianti: la misura, la conformità ed il punteggio. Modello della realizzazione dell’azione educativa o dell’azione performante sportiva tecnica funzionalità struttura Questi tre modelli fondamentali riprendono grandi categorie di riferimento che sono: misura = conformità Si misura, si valuta e si apprezza in rapporto alla corrispondenza dell’azione rispetto ad un modello dato, corrisponde al Saper Fare, alla TECNICA. misura = punteggio Si misura attraverso la “capacità di comprensione”, la “capacità di adattamento”. Corrisponde alla FUNZIONALITA’ nel perseguire il risultato. misura = forza. si misura attraverso la distanza, il tempo, il carico. Corrisponde alla STRUTTURA (qualità fisica) del soggetto. Se la STRUTTURA si sviluppa e cresce attraverso il potenziamento, la TECNICA si impara attraverso l’allenamento ed attraverso la educazione della FUNZIONALITA’. ASPETTO DOMINANTE DELL’ATTIVITA’ E PRINCIPIO DIRETTORE Questi tre poli possono restare relativamente indipendenti o combinarsi nella definizione di Principio Direttore di ogni APS. Il Principio Direttore rappresenta la relazione intima che lega queste tre dimensioni: strutturale, tecnica e funzionale, ciascuna in rapporto con le altre, rappresenta le loro proporzioni, il loro contributo nella esecuzione della prestazione tecnica X y O funzionalità struttura L’asse che materializza il Principio Direttore parte dal punto “ O “ per arrivare al punto “X “ che rappresenta la prestazione massima. Ogni punto “ Y “ che lo compone rappresenta il rispetto del principio, la relazione esatta fra i suoi componenti, la sua ottimizzazione in funzione delle possibilità e dei modi disponibili. Questo principio non è fisico né materiale, né operativo, né d’azione, né di gestione, benchè attenga all’attività: è l’”autoconsapevolezza”, la CAPACITA’. DOMINANTE DI UNA ATTIVITA’ Se la componente principale, in una APS data, è chiaramente evidenziata dalla modalità dell’ottenimento del risultato, essa si può esprimere, quasi esclusivamente, in una certa forma; quando esige necessariamente una combinazione con altre componenti, si potrà esprimere in forme diverse. Così si differenziano tre grandi tipi di attività: tecnica le attività assiali, che si esprimono quasi esclusivamente su uno solo degli assi. 1 La corsa veloce, per esempio, attiene prevalentemente all’asse strutturale (più sono forte, più corro), mentre l’arte dei tuffi e la ginnastica attengono maggiormente all’asse tecnico (bisogna saper fare), lo sport della vela attiene di più all’asse funzionale (occorre forza, tecnica conoscenza della direzione e dell’effetto del vento). struttura funzionalità tecnica 2 le attività di “superficie”, di “interfaccia” che si esprimono attraverso due dimensioni: esempio il nuoto (occorre saper nuotare prima di gareggiare) o il ciclismo (occorre saper andare in bicicletta prima di incominciare a correre). struttura funzionalità tecnica le attività che si esprimono attraverso tutte e tre le dimensioni, non trascurandone nessuna. 3 Esempio: il JUDO che richiede forza (struttura) perché lo sviluppo tecnico possa raggiungere un adeguato livello funzionale consapevole. struttura funzionalità Per alcune attività sono possibili diverse modalità di pratica e sono possibili condizioni anche molto differenti per ottenere il risultato; esse usano, naturalmente, dominanti differenti. In alcuni sports si può parlare di attività con uso di strumento, nella quale la forza propulsiva è data dall’atleta (ciclismo) che fornisce anche l’attività di pilotaggio, si può parlare di attività con uso di strumento nel quale la forza propulsiva non è fornita dall’atleta (sci, bob) che fornisce solo l’attività di guida. Si parlerà, allora, di attività con modalità energetica (ciclismo) e di attività con modalità funzionale (sci e bob), ma l’asse da coinvolgere, per valutare la prestazione, sarà sempre quello della struttura Anche le attività non competitive entrano perfettamente nel modello di valutazione e d’analisi, anche se i praticanti attribuiscono agli assi dello stesso definizioni diverse: gli assi saranno il più = forza = struttura; il meglio = conformità al modello dato = tecnica; il migliore = punteggio = funzionalità Lo sviluppo strutturale, quando non è impedito o condizionato, segue una curva ortogenetica caratterizzata da : struttura una forte crescita durante l’infanzia, inferiore durante l’adolescenza, poi da una relativa stagnazione in caso di allenamento, o da una leggera regressione in mancanza di allenamento fra i 20 ed i 60 anni di età, infine da una caduta importante, in progressiva accelerazione, dopo i 60 anni. età L’educazione delle funzioni può subire delle battute d’arresto provvisorie ( atrofia del non uso), ma i risultati, più si fissano nei SENSI e più sono ripercorribili e riconseguibili: è sufficiente ritrovare il senso per ritrovare il passo, riscoprire il procedimento. A titolo di esempio si propone la rappresentazione grafica di due soggetti differenti: tecnica Soggetto uno: grande struttura, grande tecnica e discrete capacità funzionali funzionalità struttura Soggetto due: modeste capacità tecniche e strutturali ma notevoli capacità funzionali. LOGICA DELL’ATTIVITA’, LOGICA DEL SOGGETTO. PRESTAZIONE O EDUCAZIONE? La scelta di una Azione Performante Sportiva di sostegno dovrà, in principio, rispondere ad una scelta: uso di una logica di prestazione (ricerca del risultato), oppure uso di una logica educativa . Facciamo un esempio: una arrampicata in montagna: all’inizio le differenze morfologiche degli attori sembrano condizionare pesantemente i risultati, anche quelli dati per scontati dall’ educatore. Si devono prevedere degli abbandoni, particolarmente fra i soggetti meno dotati fisicamente o sovrapeso. Se l’attività avesse come scopo la velocità di salita o l’estetica gestuale, quei soggetti si impegnerebbero in una competizione persa in partenza? Invece, se l’istruttore proponesse semplicemente di salire, di trovare il modo di arrivare in cima, superando solo le proprie ansie, ognuno sarebbe in grado di farlo, anche se, per raggiungere lo scopo, l’educatore dovesse prestare (mettere in scena) provvisoriamente, qualche scala (artificio). Una differenza troppo grande fra praticante e pratica comporterebbe un investimento sproporzionato in una dimensione insignificante quale quella del gioco, ma se la natura di un impegno è determinata dai suoi contenuti e scopi, ad uno scopo ALTO potrebbe corrispondere un investimento altrettanto ALTO e la grafica del Principio Direttore saprebbe rappresentarlo. Il Principio Direttore sarà non la vittoria ma il divertimento, la soddisfazione personale,il riuscire a fare . Sovrapponendo il volume (la rappresentazione grafica delle capacità personali complessive) dei soggetti alla quantità e qualità delle proposte operative, analizzandone le proporzioni, si potranno attivare le strategie più appropriate. La logica del risultato richiederà che si metta una differenza minima fra soggetto ed attività ( il soggetto va potenziato in quello che serve); è, infatti, una logica descrittiva (in sé, legata alle regole, univoca) e riprende in modo meccanico lo schema della ottimizzazione della prestazione (miglior prestazione assoluta), e risponde alla domanda del COME; è sempre riferita ad un ideale: quello del campione (come fa?, come bisogna fare?)., la logica educativa (del soggetto) raccomanderà una differenza mirata ed ottimale (il soggetto va potenziato in tutte le possibilità); è, infatti, “EURISTICA” ( per sé, di ricerca approfondita, per la crescita personale) e, quindi, evolutiva; riporta, attraverso le richieste di interpretazione e spiegazione, alla domanda del PERCHE’. La risposta al PERCHE’ è complessa, infatti dipende dal rapporto fra soggetto ed attività che può essere iscritto in molteplici categorie di senso, in funzione di quello che l’esperienza e la capacità del soggetto lasciano a disposizione dell’azione; attraverso queste categorie di senso si può determinare il livello percettivo del soggetto in esame. questa scelta compete all’Insegnante o all’Istituzione Sportiva, o alla famiglia e deve essere condizionata e guidata dalle caratteristiche degli allievi. Si propongono tre esempi di sovrapposizione delle “caratteristiche del soggetto” rispetto al “volume dell’attività”. tecnica Logica del risultato Volume della attività Caratteristiche del soggetto funzionalità struttura Differenza minima fra prestazione e caratteristiche del soggetto. Il soggetto preso in esame è dotato di buone capacità tecniche combinate con grandi capacità funzionali ma la struttura è debole Logica del risultato tecnica Volume del soggetto funzionalità struttura Volume della prestazione Differenza minima fra prestazione e caratteristiche del soggetto Il soggetto preso in esame è dotato di grandi capacità fisiche e di buone capacità tecniche ma sono carenti le capacità creative Logica educativa tecnica Volume della prestazione volume del soggetto funzionalità struttura Differenza mirata fra prestazione e caratteristiche del soggetto, identità di forma. Il soggetto esprime il meglio di Forma, Tecnica, Intuizione. PERCORSO PERCETTIVO IN OGNI ATTIVITA’ si definisce percorso percettivo l’insieme di motivazioni che spingono all’azione ed il progresso di donazione di senso all’azione stessa. Questo percorso non è dato a priori, ma è individuato in funzione delle estensioni possibili dei sensi di: STRUTTURA, TECNICA E FUNZIONE, mano a mano che il soggetto acquisisce esperienza nell’attività. Qualunque sia l’attività data, è possibile analizzare il percorso cognitivo di un praticante qualunque che tenta di progredire lungo il cammino delle competenze; La prima tappa è emozionale. Al momento dell’inizio dell’attività l’emozione prevale sulle capacità analitiche in quanto la tecnica è ancora ignorata. tecnica prima tappa Il soggetto non può esprimersi che attraverso l’impiego della struttura. funzionalità struttura La seconda tappa è funzionale : quando l’emozione è controllata il soggetto si domanda: “come funziona?”, tecnica seconda tappa formula delle ipotesi più o meno esatte e le verifica. funzionalità struttura La terza tappa è tecnica : avendo raggiunto, più o meno rapidamente i propri limiti di funzionalità, il soggetto si pone la domanda “come fanno quelli che riescono, come fanno quelli che vincono?). terza tappa tecnica La sua risposta non può che essere: “usano delle tecniche”. Il soggetto si concentra, quindi, sul tirocinio rappresentato dall’allenamento e sul miglioramento dell’esecuzione tecnica. struttura funzionalità La quarta tappa è contestuale : quando il soggetto sa andare oltre la semplice esecuzione tecnica, può intravedere l’intero contesto dell’azione e la sua prestazione risulterà più complessa. quarta tappa tecnica Saprà usare, infatti, l’associazione di due registri, fino a quel momento, separati: la funzionalità e la tecnica. La scelta funzionale va, allora, ad attingere nella funzione tecnica e sfocia nella concatenazione. struttura funzionalità Praticamente, più aumenta la tecnica e più cresce la funzionalità e viceversa. La quinta tappa è quella dell’abilità e della creatività . La capacità del soggetto gli consente la esplorazione e la scoperta, in modo autonomo, delle tre funzioni e delle loro interrelazioni. tecnica quinta tappa Quando il soggetto è in grado di poter creare un proprio stile, si dice che ha acquisito una ABILITA’. funzionalità struttura La combinazione delle tre funzioni porta alla ricerca dell’ottimizzazione delle potenzialità del soggetto. Si deve evidenziare che il potenziamento di una funzione fra le tre, non esclude assolutamente la presenza e l’influenza delle altre. Si deve evidenziare anche che il miglioramento delle funzioni di uno dei tre assi, attraverso l’intervento sugli altri due, facilita il miglioramento complessivo delle prestazioni inscrivibili sui tre. REGOLE IMPLICITE E LORO RAPPORTO AL PRINCIPIO DIRETTORE. Il Principio Direttore di una attività può essere rappresentato attraverso la risultante della proiezione, su ciascun asse, delle risultanti di ciascuna delle dimensioni : strutturale, tecnica e funzionale relative all’attività in esame. Ogni concetto nasce da una competenza, esprime, al tempo stesso, sia una relazione di quantità, sia una relazione di qualità, o, ancora, di utilizzazione; in ultima analisi, si può dire che il mezzo per conseguire il risultato è ORIENTARE in quel senso il concetto stesso. La preparazione può rispondere, allora, al principio dinamometrico del confronto delle forze (a maggior sforzo richiesto maggior potenziamento fornito), oppure al principio fisiologico del contenimento della spesa energetica (miglioramento della tecnica per risparmiare l’energia). La ginnastica si riferirà al principio cinematico della riproduzione ottimale dei movimenti (selezionerà i soggetti più adatti all’attività per la loro struttura, eliminando i troppo alti o troppo pesanti, forse funzionali all’azione ma non funzionali al risultato). Gli sports collettivi di spiegamento (calcio, rugby) useranno il principio matematico del soprannumero attraverso la creazione, a mezzo di schemi, di spazi vuoti e spazi pieni ed organizzando il gioco negli spazi pieni di propri giocatori e vuoto di giocatori avversari. Il golf fa riferimento al principio economico della riduzione e del risparmio dei colpi. Il Judo lega la gestione della pratica ai principi della biomeccanica, puntando allo sfruttamento del proprio equilibrio per rompere quello dell’avversario. Si deve prendere atto che, se il principio base di una attività resta costante come le regole per vincere, per partecipare all’attività non è indispensabile conoscere il principio, basta conoscere le regole. Il principiante, infatti, all’inizio, partecipa al gioco, fino ad un certo livello, al di fuori del principio, ma solo dentro le regole; spesso le regole vengono dettate dall’educatore in corso d’opera e l’ignoranza dell’allievo contribuisce a stimolare l’attività pedagogica dell’Insegnante. Infatti, se le difficoltà delle regole o dell’azione scoraggiassero la presenza dell’allievo inibendogli di provare, cesserebbe di esistere l’attività. tecnica 4 Principio direttore 5 3 attività O 2 1 struttura funzionalità Occorre che l’allievo entri nel gioco qualunque sia la sua collocazione sull’asse del Principio Direttore e che sia libero di darsi, per qualche tempo, anche delle regole personali e delle procedure diverse dalle consegne attinenti l’attività intrapresa. L’intervento educativo, guidando il principiante sul cammino della verifica della qualità delle regole date, attraverso il confronto con procedure non corrette, consentirà, al tempo stesso, l’accettazione delle regole del gioco e la corretta collocazione dello studente sull’asse del Principio Direttore che gli compete. La prassi evolve quando il concetto si stabilizza. Più il giocatore entra in simbiosi col gioco e più complesse potranno essere le regole che sarà in grado di comprendere ed accettare e più complesse le soluzioni che saprà trovare per mantenersi nel gioco e / o vincere. riassumendo La corretta collocazione del giocatore nel gioco passa attraverso cinque livelli di valutazione: Primo livello . L’espressione della struttura è dominante perché il fattore emozionale condiziona troppo l’azione. Secondo livello. Comincia, dopo il controllo dell’emozione, la fase di riflessione sul cosa e come fare, inizia la fase funzionale di studio per tentativi. Terzo livello. Lo sviluppo delle capacità funzionali induce a pensare all’uso di tecniche da aggiungere alla forza (struttura, livello1) per migliorare le prestazioni. Quarto livello. L’aumento delle prestazioni attraverso il miglioramento del livello 1 (struttura), del livello 3 (tecnica) con l’uso delle funzioni 2 (capacità funzionali), induce un ulteriore miglioramento delle funzioni 2 che a loro volta migliorano 1 e 3 con un innesco del circolo virtuoso dell’apprendimento. Quinto livello. Il soggetto è, ora, ad un livello molto alto. Le competenze tecniche e la maturità delle quali dispone gli possono consentire la ricerca di un modo personale e creativo di seguire la pratica . Grazie per l’attenzione ed arrivederci al prossimo appuntamento