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La fragile
rete
logistica
La Liguria, per ragioni storiche
e geografiche ma anche per
le funzioni che svolge sia come “nodo” del corridoio tirrenico Roma-Lisbona, sia come
“porta” del corridoio “dei due
mari” (tra Mediterraneo e Mare del Nord), ha una dotazione infrastrutturale di trasporto
di prima grandezza in rapporto alle sue dimensioni. Strade, ferrovie, porti e aeroporti
costituiscono una fitta rete di
collegamenti, diffusa su tutto
il territorio, fin quasi ad alimentare il sospetto - coltivato nei
settori dell'ambientalismo radicale - che la regione sia sovradimensionata e che la necessità reale sia oggi quella di
gestire l'esistente, puntando
sulla diminuzione delle servitù
e sul miglioramento della qualità ambientale.
Ma che questo sia un discorso fuorviante appare del tutto
evidente. La rete infrastrutturale ligure, e savonese in particolare, non ha una robusta e
rassicurante ossatura: è fragile per costituzione e, nelle
sue componenti fondamenta-
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Piano triennale del turismo
Approvato il documento di programmazione del nuovo STL savonese
“Italian Riviera”, il sistema
turistico locale della provincia di Savona, esce dalle nebbie e si propone come efficace strumento di rilancio e sviluppo di uno “stile turistico”
che ha fatto scuola in Italia e
in Europa, proponendosi per
molti decenni come modello
da imitare. Oggi la sfida si ripropone, in altri termini, ma
non è meno importante, perché si tratta di ricreare attrattività in un territorio turisticamente maturo, che oggi sconta anche il fatto di essere percepito come “troppo conosciuto” in un mondo alla spasmodica ricerca dell'originalità,
della vacanza a sensazione.
A fine gennaio l'assemblea generale del Sistema Turistico
Locale Italian Riviera ha approvato il piano triennale di
sviluppo turistico redatto dalla Camera di Commercio (curatori Luciano Colla, Giancarlo Dallara, Sergio Ravera e
Mauro Santinato), documento che in 20 capitoli e 259 pagine traccia le linee di indirizzo strategico-programmatiche per lo sviluppo turistico
del territorio provinciale in base alle indicazioni contenute
nella legge regionale istitutiva degli STL (L. n. 14/2007).
Un sistema turistico, quello
savonese, alla ricerca di una
forte sinergia tra le risorse “pri-
marie” (mare e spiaggia) e
quelle dell'entroterra, sostenute da una comunque rilevante armatura ricettiva. Il piano triennale attende la definitiva approvazione della Regione Liguria, che consentirà
l'accesso ai finanziamenti dei
futuri progetti di sviluppo portati avanti da enti pubblici e
privati. Attualmente aderiscono allo STL 141 soggetti tra
enti, associazioni ed imprese:
la Provincia, la Camera di
Commercio, 67 Comuni della Provincia, le quattro Comunità Montane, l'Ente Parco del
Beigua, 14 Pro Loco, l'Unione Nazionale Pro Loco d'Ita-
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N°1 - 2008
Al sistema savonese
2,6 milioni di euro
lia e 52 tra associazioni di categoria, consorzi e imprese del
settore.
Gli asset strategici proposti dal
piano sono quattro: il collaudato binomio mare e spiaggia,
il sistema ricettivo costiero, lo
sviluppo turistico legato all'utilizzo delle specificità e della ricettività nell'entroterra, il
sistema delle eccellenze locali. “Quello che è stato messo
in cantiere - ha sottolineato il
presidente di “Italian Riviera”, Carlo Scrivano, assessore provinciale al Turismo - pone le premesse per un lavoro
che deve essere efficace nel
tempo. Non vogliamo creare
false o miracolistiche aspettative, non ci saranno risultati
clamorosi a breve scadenza,
ma saranno poste le basi per
un graduale e duraturo consolidamento del settore”.
“Non dobbiamo inventare nuovi prodotti turistici - ha aggiunto il vicepresidente Massimo Parodi, membro di giunta della Camera di Commercio -, ma valorizzare quelli che
già abbiamo, promuoverli e
venderli meglio. Dobbiamo
anche fare la differenza in bassa stagione, con un'offerta che
sappia utilizzare al meglio il
fattore clima, una risorsa che
ci consente, anche nei mesi invernali, di dare risposte alle
esigenze degli ospiti. E' chiaro che tutto questo deve essere sostenuto da una promozione incisiva e mirata, che prima di ogni altra cosa convinca il turista a inserire la nostra
provincia nelle sue scelte di
vacanza. Quindi, è evidente,
servono innanzi tutto risorse
adeguate”.
li, è avviata alla saturazione, a
breve termine. Basta un movimento franoso peraltro prevedibile (Capo Noli) o dei lavori urgenti (Punta Murena ad Alassio)
per mettere fuori uso, o comunque “fuori mercato”, la via Aurelia, che resta priva di un'alternativa credibile. Sono sufficienti alcuni (ma frequenti) picchi di traffico per rendere impercorribile
l'Autostrada dei Fiori, un guasto
al locomotore per interrompere
il servizio ferroviario in tutto il Ponente. La ferrovia costiera è a
binario unico come nell'Ottocento, con la previsione di dover
aspettare almeno sino al 2015
per transitare sul doppio binario
tra Finale Ligure e Andora. L'aeroporto di Albenga, in perpetua
attesa di rilancio, non è attualmente in grado di svolgere incisive azioni a sostegno dell'economia locale.
Eppure, si diceva, sotto il profilo quantitativo la Liguria è ai primi posti per presenza di strutture trasportistiche, anche senza
tener conto della forte armatura
portuale che, se fosse considerata, renderebbe improponibile
una graduatoria nazionale in
quanto molte province sono impossibilitate a ospitare navi e
banchine. E Savona è prima tra
le quattro province liguri, nonché al settimo posto nella graduatoria nazionale. Una posizione determinata dal primato assoluto per quanto riguarda l'indice di dotazione della rete stradale, dal 18° nell'indice di dotazione ferroviaria e dal 27° nell'indice delle strutture aeroportuali. Le classifiche sono state
elaborate dall'istituto Tagliacarne, uno dei più prestigiosi centri di ricerca italiani, e sono attendibili. Tuttavia, a parte la fragilità strutturale sopra richiamata e “non misurabile” con gli indicatori della ricerca, la potenzialità infrastrutturale nel sistema trasporti andrebbe completata con la dotazione delle strutture e dei servizi logistici, compresi quelli affidati alle reti informatiche.
Ecco quindi che sommando la
necessità di evitare emergenze
alle opportunità di sviluppare la
rete trasportistica in senso innovativo, emerge evidente la necessità di migliorare le strutture esistenti e di realizzare nuove opere. Nuove, oltretutto, fino
ad un certo punto, perché fanno ormai parte della storia del
Novecento le iniziative del rad-
doppio ferroviario, dell'Aurelia
bis, dell'ammodernamento delle linee ferroviarie di penetrazione verso Valle Bormida e Piemonte e, a livello interregionale, è da almeno mezzo secolo
che si parla di una piattaforma
logistica tra Liguria e Basso Piemonte.
Proprio quest'ultimo sembra tuttora rappresentare il vero grande progetto a valenza strategica per il Nord Ovest. Geograficamente disposto su un'area dove si incontrano due grandi assi di interesse europeo, un sistema logistico ligure-piemontese è in grado, contando su un
crescente flusso di merci e di opportunità di trasformazione dei
prodotti, di dare un forte impulso alla nascita di nuove imprese. La natura stessa di “sistema”, inoltre, costituirà un robusto incentivo alla soluzione di tutti i nodi infrastrutturali all'interno
dell'area. E anche i progetti che
oggi appaiono ricacciati sul fondo dello scenario a causa della
loro complessità e delle ingenti
risorse necessarie - come l'autostrada tra Albenga, Millesimo
e l'Alessandrino - potrebbero sollecitamente tornare di stretta attualità.
Piastra logistica strategica
tra Liguria e Piemonte Sud
La Regione ha erogato quale
primo contributo di avvio una
somma di 335 mila euro. Nel
caso della Provincia di Savona, per effetto di una ipotesi
di accordo fra l'Assessorato
Regionale al Turismo ed i rappresentanti degli S.T.L. attivi in Liguria, si è previsto che
ad “Italian Riviera” dovrebbero spettare un milione 785
mila euro, quale quota regionale di finanziamento (pari
all'80% del valore dei proget-
ti da attivare). Mentre il restante 20% di cofinanziamento (circa 446.000 euro) sarà
a carico del Sistema Turistico Locale, ovvero dei soci.
La massa complessiva delle
risorse disponibili per azioni
progettuali di sviluppo turistico sarà quindi pari a due
milioni 231 mila euro.
L'assemblea generale di “Italian Riviera” ha individuato
come soggetto attuatore e braccio operativo dello STL la
società Ips, l'agenzia di sviluppo economico savonese a
capitale misto che ha già gestito con successo il Patto Territoriale della Provincia di Savona ed altri strumenti finanziari complessi.
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Noberasco: in campo
la quarta generazione
Spazio ai giovani, a cento anni dalla fondazione
Giovane (solo 31 anni), rapido,
appassionato, consapevole. Così appare Mattia Noberasco a
Savona Economica, che lo ha
incontrato in occasione dei 100
anni dalla fondazione della prima azienda del gruppo.
Laureato in economia aziendale a Pavia, con una tesi che lo
ha portato per 4 mesi in California, nel 2003 è entrato in azienda, a fianco del direttore tecnico. Dopo un impegno di circa
due anni, ha sentito il bisogno
di proseguire il suo percorso formativo con un master in strategia aziendale presso la SDA Bocconi.
Contento di essere tornato sui
banchi?
“Moltissimo: sono stati 12 mesi entusiasmanti, non solo per
gli approfondimenti delle conoscenze, ma anche per il confronto con le migliori realtà imprenditoriali e manageriali e l'ingresso in una rete di relazioni alla
quale poter agganciare, come
già stiamo facendo, anche i progetti delle nostre imprese.”
Com'è stato il rientro in azienda?
“Molto bello ma ricco di cambiamenti. A febbraio del 2007
ho ripreso il mio percorso a fianco del direttore tecnico, spostandomi gradualmente sullo stabilimento Agri Food di Vado; a
giugno sono stato nominato amministratore delegato di Agri
Food, con deleghe specifiche
sulla gestione delle procedure,
il che mi ha portato a confrontarmi, da un lato, con i responsabili di settore e, dall'altro, con
mio zio Giabetto (Gian Benedetto), punto di riferimento per
le decisioni più importanti.
A settembre, poi, il direttore tecnico (che è stato il mio mentore fin dagli inizi) ha lasciato il
gruppo: in un primo momento
si è pensato di sostituirlo ma poi
abbiamo ritenuto meglio suddividere internamente i ruoli che
ricopriva; con il coordinamento di quelle autentiche forze della natura che sono i miei zii Giabetto e Gabriele - e con alcuni collaboratori molto giovani e preparati, siamo riusciti a
ricreare una situazione positiva,
nella quale sono stato affiancato al marketing per la gestione
tecnica dei nuovi progetti del
gruppo.”
Ha già nominato due volte i suoi
zii …
“Giabetto e Gabriele sono due
persone fantastiche, dotate di
un'energia e di una visione prospettica straordinarie. Come miei
zii voglio loro molto bene, ma
come imprenditori e managers
li ammiro sinceramente!”
Oggi sono loro ai vertici del
gruppo.
“Si, Giabetto è l'amministratore delegato ed è operativo in particolare su una parte strategica
e sensibile della nostra attività
come l'acquisto delle materie
prime. Gabriele è direttore generale della Noberasco e coordina le attività commerciali e di
marketing.
E soprattutto è a loro che devo
il mio ingresso in azienda e la
mia crescita professionale.”
In che senso?
“Vede, al termine degli studi liceali, i miei cugini più o meno
coetanei ed io siamo stati “chiamati a rapporto” come rappresentanti della quarta generazione e ci è stato chiesto: chi di voi
si sente di continuare? A me, che
naturalmente ho risposto di voler fare questo mestiere, è stato
replicato: bene, ma allora ti dovrai preparare ad entrare nella
maniera giusta, dimostrando di
avere le carte in regola.”
Ha detto di aver risposto di si
“naturalmente”. Non è poi così scontato per la quarta generazione di un'azienda a forte impronta familiare.
“Ma io ho sempre voluto lavorare in Noberasco: l'azienda, a
mia memoria, non mi ha mai
dato altro che sensazioni
positive. Come oggi ai miei
cugini più piccoli, anche
a me è capitato spesso di
giocare a pallone nei piazzali dello stabilimento …
E questa relazione positiva tra la famiglia e l'impresa sono convinto che riverberi anche sui nostri dipendenti; non solo chi collabora
con noi da 30 anni, ma anche
i ragazzi sentono l'azienda come cosa loro: lo si capisce da
molti dettagli.”
Ha detto di dovere ai suoi zii
anche la crescita professionale.
“Si, perché ogni mio passo in
azienda è stato costantemente e
attentamente valutato e monitorizzato; il dirigente al quale
sono stato affiancato ha prepa-
rato relazioni mensili ai miei zii
su come svolgevo le funzioni
affidatemi: relazioni che contenevano anche valutazioni caratteriali”
Un training impegnativo.
“Senza dubbio ma, vede, quando si entra in azienda provenendo dall'azionariato bisogna
confrontarsi con il giustificato
scetticismo dei collaboratori,
ai quali devi dimostrare di valere la chance che ti è stata data. Penso di poter dire che quella fase sia ormai definitivamente superata ma, senza quella costante messa alla prova, sarebbe stato tutto molto più lungo
e difficile.”
Cosa caratterizza in particolare l'affacciarsi della Noberasco
sul suo secondo secolo?
“Molti fattori, ma se dovessi sceglierne uno, indicherei l'innovazione tecnologica. Grazie allo stabilimento di Vado, siamo
gli unici in Italia a produrre frutta essiccata morbida senza conservanti e a confezionarla subito dopo la pastorizzazione. Questa è un'altra intuizione di
Giabetto, che ci ha permesso di acquisire un
vantaggio competitivo ancora incolmato dai nostri
concorrenti;
l'ottenimento della
certi-
ficazione BRC IFS ci ha consentito di accedere ai mercati
europei della grande distribuzione e, grazie alla flessibilità e
alla prontezza di reazione delle
linee produttive, siamo riusciti a sottrarre commesse ad alcune fra le
più
grandi
aziende europee, che non
hanno fatto gli
stessi
nostri
investimenti.
Investimenti che
peraltro continuano: già
per il prossimo
mese abbiamo
in programma un
ampliamento dello stabilimento e
l'implementazione
di nuove tecnologie.”
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A sentire il suo entusiasmo, non
ci dovrebbero essere dubbi sul
consiglio che darebbe ai cuginetti che oggi giocano nei cortili dell'azienda …
“Certo, sarebbe molto bello poter proseguire l'avventura della
Noberasco nei suoi “secondi
cento anni” con loro che, per
età, rappresentano in un certo
senso la quinta generazione. Auguro loro di avere la stessa opportunità che è stata data a me,
di poter fare un percorso di crescita che sia - insieme - voluto,
autonomo e preparato”.
Paolo Milani
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I prodotti
Italian Riviera
nelle piazze
di Offenburg
Prove di “sbarco” in Germania
con il gemellaggio con Pietra Ligure
Dal gemellaggio tra Pietra Ligure e la città di Offenburg,
al centro di una ricca zona sudorientale della Germania poco distante dal confine francese, scaturisce un nuovo modello di presentazione del territorio del Ponente ligure.
E' l'iniziativa portata a compimento, tra il 7 e il 9 marzo,
dalla Camera di Commercio
di Savona d'intesa con il Consorzio Palmahotel, l'Acea, il
Riviera Quality Club, l'Associazione Floras e le organizzazioni agrituristiche, con la
collaborazione dell'Istituto Alberghiero Miretti di Varazze
che ha curato gli aspetti gastronomici della manifestazione. Operazione finalizzata alla promozione del nostro territorio con l'allestimento di
una tensostruttura di oltre 200
mq nella centrale Markplatz,
dove le aziende della provincia di Savona, in appo-
siti spazi, hanno presentato i
loro prodotti grazie al lavoro
di otto addetti turistici del consorzio Palmahotel e di tre colleghi tedeschi che sono stati
incaricati dell'animazione: offerti, con l'occasione, vasetti
e mimosa per la “festa della
donna” di sabato 8, un vaso di
ceramica al Borgomastro e cestini di agroalimentari alle autorità intervenute. Coinvolti
nell'iniziativa anche gli esercizi pubblici del centro della
città tedesca invitati ad allestire le vetrine a tema italiano. A dare tono e ufficialità
alla delegazione savonese anche il console italiano e i sindaci di alcune città della Riviera delle Palme, mentre una
webcam ha permesso a curiosi ed interessati di visitare in
tempo reale la vetrina ligure
direttamente da casa grazie al
sito www.d'albenga.it
Piante in vaso, aromatiche e
margherite, pesto, olio, vino,
ma anche amaretti, acciughe salate e insaccati:
questi alcuni dei
prodotti in mostra ad Offenburg
per la
missione
promozionale denominata “Italian Riviera stellt sich
vor”; occasione
senza dubbio di
grande valenza considerando la presenza di oltre 50 mila visitatori provenienti dalla
Germania e dalla vicina Francia per vendere a potenziali
clienti l'aria di mare della nostra Riviera ed i suoi prodotti enogastronomici. Tra l'altro, assieme all'allestimento
di un'area con piante albenganesi, è stato previsto infatti
uno spazio con ambientazione balneare.
L'iniziativa è stata inserita dall'Ente camerale savonese nell'ambito del programma pubblicitario abbinato al concorso “Compra una pianta e vinci una vacanza”. Il progetto,
ormai giunto alla terza edizione, ha visto coinvolti fino ad
oggi 9 mila partecipanti, in
prevalenza tedeschi. Ottima
partecipazione, che potrà essere ulteriormente incrementata dalla manifestazione di
metà marzo in Germania, sulla scia del successo già ottenuto alla mostra internazionale florovivaistica di Essen.
«La vetrina savonese in Offenburg, oltre a dare visibilità
al concorso a premi per chi
compra le nostre piante - ha
sottolineato Giancarlo Grasso, presidente camerale - si
pone l'obiettivo di valorizzare i vari settori economici della provincia di
Savona attraverso la
presenza di imprenditori e di un vasto
campionario di
prodotti tipici locali a disposizione per la
degustazio-
ne del pubblico tedesco.»
Offenburg ha accolto i prodotti delle aziende agroalimentari della provincia, tra cui il
Consorzio d'Andora della filiera del basilico e del pesto,
il salumificio Chiesa di Finale Ligure, Le Terre del Barone di Borghetto Santo Spirito
e Le Terre di Garlenda per la
filiera olivicola, mentre tra le
aziende fornitrici di prodotti
si sono distinte La Strada dell'Olio e del Vino; la Cooperativa Ortofrutticola di Albenga, la ditta savonese Besio con
gli storici chinotti, la Santamaria di Calizzano per le castagne, le Bontà del Belvedere di Altare per i
trasformati di frutta ed
i distillati di erbe aromatiche della ditta
Origine di Cengio.
Presenti anche i liquori tipici di Dego.
Vetrina d'eccezione
anche per il turismo, con l'offerta
di alberghi di qualità, residence ed
agriturismi, da sempre fattore d'attrattività per la Germania e i suoi vacanzieri che hanno già potuto ricevere una prima proposta di pacchetti turistici per la Pasqua e l'estate
2008.
Tra le iniziative, come si accennava dianzi, una selezione di piatti tipici offerti dal
Centro di Formazione Turistico Alberghiero Miretti di Varazze, accompagnati dall'intrattenimento musicale di
complessi liguri
presenti presso lo
stand.
L.B.
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Aromi
d’Albenga
ad Essen
Vetrina europea per piante e fiori
La produzione dell'Albenganese
è stata ancora una volta protagonista alla mostra internazionale di fiori e piante in vaso ad Essen, in Germania. Un'edizione che, con oltre 1.400
“
espositori di 40 Paesi, ha confermato, a fine gennaio, quanto
IPM resti l'appuntamento più importante del florovivaismo in Europa. Un'esposizione di 110 mila mq dove 70 mila visitatori accorsi da oltre 80 Paesi hanno ammirato una produzione che andava dalle piante da vaso in fiore a quelle verdi passando
attraverso le arboree da
vivaio, le perenni e i
fiori recisi fino alle attrezzature tecnologiche
Spinta
positiva
per piante
e fiori
ingauni
dopo le
delusioni
di fine
2007 per le
produzioni
di stelle di
natale,
crisantemi,
ciclamini e
aromatiche
per l'irrigazione, il drenaggio o il
raffreddamento delle colture.
Lo stand savonese promosso da
Regione e Unioncamere Liguria
era intitolato un “mare di aromatiche”: un'area vetrina di 24 mq
con un tappeto di piante sormontato da immagini della costa ligure tra Albenga e Alassio. L'edizione 2008 della mostra va a inserirsi nell'ambito del programma regionale annuale degli esportatori albenganesi, aderenti al
consorzio ACEA, per la promozione agroalimentare con uno
spazio dedicato alle produzioni
con marchio “d'Albenga”.
La partecipazione all'evento di
Essen ha rappresentato, inoltre,
l'occasione di maggior visibilità
per la terza edizione del concorso “Compra una pianta e vinci
una vacanza”. Iniziativa della Camera di Commercio di Savona
che si è fatta promotrice di molte attività collaterali per dare visibilità alla Riviera.
Tra le iniziative di maggior rilievo la distribuzione sugli oltre 300
tavoli dei ristoranti in fiera di 5 milioni di piante aromatiche in vaso contrassegnate dall'etichetta
“d'Albenga” contenenti il tagliando per partecipare all'estrazione
di soggiorni in Riviera. «Un momento importante per la promozione del nostro territorio e della
sua economia. - dice Ennio Fazio, rappresentante della Camera di Commercio di Savona. Essen non solo conferma il forte interesse europeo per le nostre
piante aromatiche ma è l'occasione per ragionare su prospettive commerciali future in un mercato che per le piante in vaso si
sta allargando ai Paesi dell'Est».
Non solo aromi ma anche fiori e
piante ornamentali tra i prodotti
liguri promossi alla mostra internazionale dalle 250 aziende aderenti alla Floras (Floricoltori associati savonesi).
Altro materiale pubblicitario sulla Riviera delle Palme e sul percorso enogastronomico “Strada
del vino e dell'olio”
veniva poi distribuito
dallo stand che ha proposto una forte immagine turistica del territorio anche in virtù della sua produzione floricola e florovivaistica oltre che dell'attrattiva marina. Tra le aziende liguri in mostra gli albenganesi MB Plant
Srl, Merloflor Srl,
l'Ortofrutticola Scarl,
RB Plant Srl, Terraalta Srl importexport aderenti al
consorzio Acea ,
l'azienda agricola Lorenzetto, Vigo Gerolamo Srl
e un rapresentante di Sanremo.
Novità assolta della manifestazione
la distribuzione al
pubblico e agli operatori dei nuovi cataloghi
floricoli: una guida completa
che illustra le caratteristiche delle produzioni albenganesi oltre
che in italiano, in francese, tedesco, inglese e russo in modo da
avvicinare la produzione ligure ai
produttori dell'est europeo. Una
presenza consolidata quella italiana a Essen iniziata con 12 aziende, oggi diventate 50 nel padiglione italiano ed oltre 100 in tutta la fiera. Un'alta adesione che
porta l'Italia al secondo posto tra
gli espositori stranieri, dopo gli
olandesi.
“C'è ottimismo ad Essen, con una
situazione positiva per gli operatori tedeschi che già ad inizio anno registrano un buon fatturato dice Giorgio Delfino, presidente
di Acea. Il dato appare ancora
più positivo se si pensa che la
Germania guarda da sempre con
favore al mercato italiano e il fatto che le piante aromatiche dello stand siano state vendute a un
distributore locale non fa che confermare questa tendenza”.
Luisa Barberis
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Catalogo
floricolo
La Camera di Commercio di Savona ripropone,
a cura di Ricardo Galbusera, la terza edizione del
catalogo floricolo savonese dal titolo “Piante in
vaso, aromatiche, fiorite,
ornamentali”. Si tratta di
uno strumento di lavoro
dettagliato, dal formato
tascabile e tradotto in più
lingue, che raccoglie l'esperienza di 8 anni fa,
quando il Centro di Sperimentazione ed Assistenza Agricola, una delle
aziende speciali della Camera di Commercio, in
collaborazione con le associazioni dei produttori
Floras e Acea di Albenga, aveva realizzato il primo catalogo.
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L'appuntamento
con la relazione programmatica di accompagnamento al
bilancio 2008 ha
consentito a Giancarlo Grasso, presidente della
Camera di Commercio, di tracciare una panoramica a 360 gradi sullo stato dell'economia locale.
Sulla base dei risultati dello scorso anno, ne è emerso un quadro previsionale carico di incognite, con
la pressante richiesta di un impegno corale di tutte le forze istituzionali e sociali della provincia a
sostegno di azioni in grado di sostenere i progetti di sviluppo, che non mancano
Bilancio
camerale 2008
Appare evidente come da tempo, nel Nord Ovest del Paese l'Indice di Benessere Economico Familiare (Ibef) abbia
toccato i minimi storici, senza peraltro che si intraveda
una rete di protezione in grado di arrestarne la caduta. Un
pessimismo che nasce dal rialzo dei tassi d'interesse e dell'inflazione con ripercussioni
su consumi e risparmi delle
famiglie. Un quadro che ha
subito una metamorfosi rispetto al 2006 e che non prelude
a nulla di buono per il 2008,
se si guarda alla brusca frenata che il Prodotto Interno
Lordo potrebbe subire laddove si verificassero le indicazioni di Unioncamere, attualmente attestate sulla linea del
Piave di una modesta crescita (1% in Italia), con una Liguria fanalino di coda tra le
regioni settentrionali.
Prodotto Interno Lordo che il
Commissario Ue per gli Affari Economici preannuncia in
ulteriore peggioramento qualora permanessero i fattori penalizzanti in atto durante questo primo scorcio dell'anno,
con il prezzo del petrolio sempre su livelli record. In particolare per l'Italia si tratterebbe del risultato più basso dell'
Un altro anno in trincea
per l'economia savonese
Eurozona, per la quale s'intravede una decelerazione nel
biennio 2008/2009 per effetto anche (e soprattutto) delle
turbolenze dei mercati destinate a restringere la disponibilità del credito.
Le aree periferiche, come quella savonese, solitamente seguono i grandi mutamenti sociali ed economici, ma qualche volta li anticipano, almeno nei comportamenti. Da tempo, i cittadini si sono resi conto del cambiamento epocale
in atto, dell'evoluzione delle
forme di produzione, della
composizione sociale, dei modi di rappresentare interessi
e desideri. Qui appaiono ben
visibili e diretti sia i grandi problemi connessi alla modernizzazione, sia quelli impropriamente definiti “minori”, caratterizzati da forme di convivenza di una società sull'onda del
cambiamento.
Caso emblematico quello della nostra provincia nel movimento demografico. Non
aprendosi il Savonese a nuo-
ve strategie di sviluppo territoriale, né tanto meno sembrando in grado di cogliere
nuove occasioni di crescita,
non basteranno i tradizionali
punti di forza: né il posizionamento geografico, né la diversificazione produttiva a far
guadagnare terreno ad un territorio la cui popolazione è la
più vecchia di un'Italia in procinto di diventare il Paese più
vecchio del continente più vecchio. Nel mondo metà degli
abitanti ha meno di 28 anni;
valori che corrispondono per
l'Europa a 39, per
l'Italia a 42, per la provincia a
49 anni. Pertanto, la sfida dell'invecchiamento demografico nel Savonese dovrebbe
rappresentare per il Governo
stesso l'occasione di formulare scelte di prospettiva nello stesso ambito nazionale.
Una situazione non meno impegnativa emerge nell'analisi economica. Oggi, anche
con livelli occupazionali che
denunciano per la provincia
un tasso di disoccupazione in
discesa rimango-
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no dubbi interpretativi sul posizionamento effettivo del mercato del lavoro nel Savonese:
dinanzi ad un largo ricorso ai
contratti a tempo determinato e stagionali, dinanzi soprattutto alle difficoltà delle imprese nel disporre di maestranze altamente qualificate, qualche riserva è per lecito mantenerla. Altre valutazioni, possono trarsi in ordine a fattori
quali il tasso di crescita effettiva della produttività ed in particolare il tasso di attività generale, o di impiego, che resta lontano dall'obiettivo del
70% per il 2010, ovvero del
tasso di occupazione femminile che l'Ue stessa pone al
60 per cento. Per non sottacere del trend negativo, ovvero in ascesa, delle ore di
cassa integrazione guadagni,
Ancora una volta sono diminuite le unità del commercio, degli esercizi alberghieri, dell'industria e dell'autotrasporto; in particolare le
aziende agricole, escludendo le florovivaistiche, mentre colgono nuovi successi
costruzioni ed attività collaterali, oltre che ristoranti e
servizi alla persona.
E' una selezione “darwiniana”
quella che, peraltro da tempo, si sta manifestando soprattutto nelle micro e piccole unità, che in provincia pesano per un buon 94% sull'intero sistema.
Certamente, come ha sottolineato ancora recentemente il
ministero per lo Sviluppo Economico, occorre mettere in secondo piano la burocrazia, piegando le norme ai progetti e
non viceversa. Anche se non
meno problematiche sono le
criticità legate alla concorrenza, ai prezzi delle materie pri-
me, alle difficoltà di controllo
prezzi/costi, alla carenza di
infrastrutture di trasporto e comunicazione, all'innovazione
del prodotto, alla difficoltà di
reperimento di manodopera
specializzata.
Una “selezione feroce”, come
ha sottolineato Unioncamere,
che sta coinvolgendo il sistema delle imprese, la peggiore degli ultimi 8 anni, per cui
è più che mai necessario
che gli operatori costruiscano
reti, lavorino in filiera; in sostanza, laddove possibile, si
prefiggano una dimensione
competitiva.
Selezione che interessa a fondo il commercio al dettaglio.
Le vendite, dopo la stagnazione del 2005 ed i valori non
certo esaltanti espressi l'anno successivo, sono soltanto
aumentate dello 0,5% lo scorso anno, precostituendo un
quadro non cer-
“
Una selezione feroce coinvolge
il sistema delle imprese, la peggiore
degli ultimi 8 anni, per cui è più
che mai necessario che gli operatori
costruiscano reti e lavorino in filiera
per essere più competitivi
to esaltante per l'andamento
dei consumi nel corso del 2008,
alle prese con un'autentica
bufera finanziaria e con una
sostanziale stagnazione economica.
Capacità di spesa ridotta, famiglie disorientate, negozi in
diminuzione: una situazione
da tenere sotto controllo da
parte degli enti locali se, come paventato, la congiuntura
non presenterà nei prossimi
anni indici costanti di ripresa
vicini al 3%; ciò in riferimento sia ai
nuovi modelli di consumo che
vedono la fascia media dei
beni schiacciata tra lusso e
low cost.
Innegabilmente, non è più tempo di contrapposizioni fine a
se stesse tra Grande Distribuzione Organizzata e Filiera Alimentare, pur rimanendo
il rapporto delicato, cruciale e
determinante per una crescita equilibrata del settore.
Confortano, invece,
nel deli-
7
neare il quadro socio-economico:
- l'andamento positivo dell'export, caratterizzato soprattutto da un'espansione verso le aree extra euro;
- l'ulteriore rialzo degli impieghi bancari che hanno segnato un forte incremento rispetto all'anno precedente
in una regione, come la Liguria, che rispetto al Nord
Italia si colloca all'ultimo posto del valore assoluto delle
sofferenze e al sesto posto
su 8 regioni come livello di
tassi d'interesse. Da rilevare altresì i risultati di un'indagine condotta dall'Istituto
Tagliacarne per il 2006; riferendoci alla Liguria si scopre
che nelle 4 province il denaro è costato mediamente il
35% in più di piazze come
Trento, Firenze e Bolzano,
con un salasso che è ricaduto sulle spalle di famiglie, imprese e pubblica amministrazione.
Per quanto poi riguarda Savona per un credito da restituire in 18 mesi le banche
avrebbero applicato un tasso del 7,47% (al 77° posto
tra le province italiane) lontano da Trento (5,46) e da altre
aree ad economia forte, oltre che superiore allo stesso
dato medio nazionale (6,43%).
Un dato che, in valori assoluti, non dovrebbe valere per le
nostre imprese non tanto in
riferimento alla loro struttura,
quanto per la forte concorrenzialità tra le numerose banche presenti sul territorio.
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Bilancio
camerale 2008
Luci ed ombre, eccellenze e
criticità, potenzialità e squilibri caratterizzano, dunque,
il Savonese nel suo complesso, dove, al di là di aziende che hanno riconvertito le
produzioni, migliorato i prodotti, adeguato le strategie
di mercato, rimane un quadro dell'economia reale dai
contorni non del tutto rassicuranti.
Il comprensorio di ponente
sostanzialmente tiene. La situazione, però, potrebbe implodere per difficoltà potenzialmente preannunciabili nel
breve-medio periodo. Campi da golf ed approdi turistici possono fornire prime risposte all'industria del tempo libero, mentre ricerche di
mercato per il comparto florovivaistico potrebbero meglio orientare l'offerta dei nostri produttori.
Ma crescita e sviluppo debbono gioco forza riferirsi ad
un piano organico. La Camera di Commercio, a tal proposito, ha prospettato 22 progetti che configurano tempi
di realizzazione e collegamenti intersettoriali quanto a
Grandi opere sulla costa
Val Bormida da ripensare
“
settore delle
“Globalizzacostruzioni, ai
zione dell'agriAnalizzando la situazione per
prodotti alifloricoltura”,
comprensorio, al di là delle aziende mentari ad al“Centralità del
t u r i s m o ” , che hanno riconvertito le produzioni, to valore aggiunto, alle
“Consolidamigliorato i prodotti, adeguato
azioni connesmento ed amle strategie di mercato, rimane un
se al potenziapliamento delmento dell'ofla base produtquadro dell'economia reale dai
ferta di aree
tiva” e “Sistecontorni non del tutto rassicuranti
per insediama delle inframenti produtstrutture”.
L'area valbormidese, nuova- Millesimo che agevolerà in- tivi, all'incubatore di impremente colpita nel quinquen- terventi anche in una logica sa, alla diffusione dell'innonio scorso dalla chiusura e di retroporto; il progetto di vazione, alla valorizzazione
dal ridimensionamento di Altare come segnale di ripre- delle produzioni tipiche, al
aziende “guida”, offre all'e- sa e riqualificazione di zone progetto appennino, all'organizzazione della rete, rilevansterno un quadro d'assieme abbandonate.
delicato, seppure oggi carat- Al pari dell'Ingaunia, la Ca- do nel contempo il ruolo delterizzato da una serie di fat- mera di Commercio approntò, la comunicazione.
tori positivi: l'attivazione di all'indomani delle difficoltà Il comprensorio savonese, in
piccole imprese in competi- che investirono la Ferrania a cui, accanto all'area servizi,
zione su realtà limitrofe; l'in- fine 2003, talune proposte per s'intrecciano prospettive delteresse per la zona della Bor- un recupero dell'economia l'economia del mare con realtà
mida di Spigno da parte di comprensoriale: una quindi- (a levante) ed aspirazioni (a
imprenditori quanto a siti in- cina di progetti che ricondu- ponente) turistiche, ad iniziadustriali dismessi; la scelta cono alla logistica portuale, re dal capoluogo alla ricerca
del futuro utilizzo delle aree alla promozione e qualifica- di una leadership, ma che sta
ex Acna, dove un Centro di zione della subfornitura me- scontando le difficoltà del
competenza idrologica ed talmeccanica, alla centrale passaggio da città industriaidrogeologica monitorerà lo termoelettrica e alla produ- le a città di servizi ad alta quastato ambientale; qui si sta zione di energia da biomas- lità, per un sistema trainato
pensando alla realizzazione se, al porto delle auto, ai le- fino agli anni 60/70 del sedi una bretella tra Cengio e ganti e materie prime per il colo scorso da complessi in-
dustriali, la cui progressiva
espulsione di manodopera si
è tradotta in una forte polverizzazione di negozi al dettaglio, oggi in allarme nella previsione di nuove unità della
Grande Distribuzione.
Esistono comunque presupposti per un'inversione di tendenza: sia nel campo dell'ospitalità con la costruzione
di nuovi alberghi (a Savona
oltre che Varazze e Celle Ligure) e di porti turistici; sia
nel settore produttivo con l'insediamento di 25 piccole
aziende nelle aree di Parco
Doria; sia nelle funzioni portuali laddove alla realizzazione della piattaforma contenitori di Vado si aggiungessero nuove aree nel bacino storico lungo la banchina 33 della Darsena Alti Fondali. Pertanto, la Camera non può non
sollecitare l'avvio di un'Aurelia bis nel levante per assicurare anche a Savona, oltre che ai comuni limitrofi,
quella qualità della vita, recentemente riconosciuta con
la pagella ambiente, posizionandosi la città al 14° posto
tra i capoluoghi di provincia.
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Patto tra enti e imprese
su ricerca e innovazione
Nel quadro della disponibilità
di una nuova classe dirigente
va manifestandosi cruciale la
configurazione di una politica
di alta formazione manageriale. La Camera di Commercio,
a metà degli anni '80, fu promotrice della sede universitaria di Savona, allo scopo di dare al sistema produttivo strutture formative vicine alle imprese e di sostenere la ricerca
applicata all'industria.
In seguito, l'Ente ha ripreso i
contatti con il Rettorato di Genova per dotare Albenga di corsi innovativi, nel convincimento che il differenziale negativo
dei costi di produzione si potesse superare, oltre che sul
terreno del miglioramento dell'efficienza e della sperimentazione, attraverso la conoscenza, la crescita e la valorizzazione del capitale umano, la
capacità di creare nuovi prodotti e servizi evoluti.
Innovazione
e ricerca
Anche in provincia di Savona
occorre avvicinare sistema delle imprese e mondo della ricerca, compiere un salto culturale che presuppone l'intelligenza di affrontare i mercati da un
punto di vista globale e di diffondere una cultura brevettuale
nell'ottica di superare l'antica
incomunicabilità, per far emergere riserve d'ingegno in innovazioni di sistema e di prodotto.
L'internazionalizzazione costa.
Pertanto, accanto all'azione
che svolge Liguria International, società partecipata da Regione e Camere di Commercio che organizza
missioni imprenditoriali e sostiene la partecipazione delle
aziende nelle fiere, operano
apposite strutture per l'internazionalizzazione delle imprese
che erogano servizi di informazione, formazione ed assistenza alle imprese di tipo promozionale, oltre che finanziario ed
assicurativo.
Di qui la proposta di costituzione di un'Aggregazione per l'innovazione nelle PMI, onde favorire l'incontro tra la domanda d'innovazione espressa dalle imprese e le risposte emerse dalla ricerca - svolta con la
partecipazione di Camera di
Commercio, Provincia, Comuni e Organizzazioni imprenditoriali - nell'ambito di un sistema connotato da aziende di
piccola e media dimensione e
di scarsa specializzazione settoriale. Partendo dalla formazione di un fondo provinciale
per il sostegno e lo sviluppo dell'innovazione e della ricerca nelle Pmi che punti su due linee
d'intervento: il sostegno ai processi di brevettazione delle piccole imprese e l'incentivazione
di borse di dottorato e assegni
di ricerca in collaborazione con
università, centri di ricerca e imprese della provincia.
Imprese
e credito
Il rapporto tra credito alle imprese e sviluppo del sistema
economico costituisce una delle priorità su cui si concentra
l'azione del sistema camerale. A maggior ra-
gione, oggi, quando le turbolenze sui mercati finanziari hanno determinato rapporti maggiormente complessi con gli
istituti bancari.
La Camera di Savona sta dedicando, da tempo, particolare attenzione alle problematiche relative all'accesso al credito degli imprenditori locali, soprattutto dopo l'entrata in vigore del nuovo accordo di Basilea Due che ha comportato un
nuovo orientamento delle relazioni tra banche e imprese. In
questa visione, la Camera si
è attivata per favorire il ricorso
al credito delle imprese della
provincia, impegnandosi non
solo nella sensibilizzazione degli operatori economici verso i
temi degli accordi di Basilea,
ma predisponendo alcuni strumenti in grado di accrescere la capacità
delle
“
imprese nel chiedere credito al
sistema bancario.
La Camera di Commercio ha
messo in campo un nuovo quadro di interventi per favorire la
nascita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese savonesi di
tutti i settori, attraverso il contributo delle associazioni di categoria e dei loro consorzi fidi, delle banche e dei principali organismi gestori di incentivi pubblici e di strumenti di sostegno del
finanziamento delle imprese.
Completano il progetto la creazione di un quadro ad elevata qualificazione tecnica degli
interventi - finanziari e non -,
da perseguire attraverso il
coinvolgimento e il contributo creativo
di quel-
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le realtà interessate
a lavorare insieme
per lo sviluppo dell'economia e la ricerca di una forte selettività degli interventi, da
realizzare attraverso la concentrazione delle risorse su iniziative di comprovata e
condivisa validità.
Dal punto di vista operativo ci saremmo attesi l'avvio di uno strumento finanziario in grado di sostenere l'impresa attraverso la partecipazione al capitale di
rischio. E' comunque
operativo uno strumento di tipo rotativo, che agisce secondo una logica di
sussidiarietà rispetto
all'insieme degli strumenti già esistenti, con lo scopo di operare nei casi in
cui tali strumenti non possano essere utilizzati, ovvero il loro intervento sia
insufficiente. Beneficiarie
degli interventi, le iniziative
imprenditoriali locali maggiormente significative, in particolare di nuova costituzione (creazione d'impresa).
Gli interventi finanziari vengono realizzati mediante il
sostegno all'attività dei Confidi sotto forma di prestazione di controgaranzie prestate dall'Ente Camerale per favorire la concessione di finanziamenti
alle imprese.
Occorre avvicinare sistema
delle imprese e mondo della ricerca,
compiere un salto di qualità che
consenta di diffondere una cultura
brevettuale con l'obiettivo di superare
l'antica incomunicabilità, per far
emergere riserve d'ingegno in
innovazioni di sistema e di prodotto.
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Bilancio
camerale 2008
Obiettivo
sviluppo
in 12 punti
Il Consiglio Camerale, per favorire la crescita del Sistema
Savona, conferma la volontà
di puntare su 12 obiettivi pilastro finalizzati a:
1) potenziare la rete infrastrutturale: per la Val Bormida
inserita nei collegamenti
porto di Savona Vado Nord Ovest Italia - Centro
Europa, potrebbero manifestarsi nuove possibilità
di crescita; per il comprensorio ingauno, in cui i distretti florovivaistico e turistico rappresentano realtà
di rilevanza nazionale, tenuta e sviluppo sono credibili se supportate da un
efficiente sistema logistico;
2) incentivare la formazione
per la quale occorrono sia
modalità nuove di organizzazione dell'offerta formativa rivolta alle esigenze
aziendali, sia la creazione
di campus e poli d'eccellenza. Non dimenticando
la funzione dell'apprendistato;
3) riprogettare il credito, con
la messa a disposizione di
un fondo di garanzia, ma
soprattutto il ricorso ad un
azionariato pubblico-privato, che, attraverso la
costituzione di un fondo
di rotazione, preveda la
compartecipazione al capitale di rischio in settori
da incentivare;
4) rafforzare il ramo industriale per decenni pilastro dell'economia,
5) sostenere le produzioni
agricole;
6) recuperare gli spazi perduti nell'industria dell'ospitalità e del tempo libero,
soprattutto nella componente estera, attraverso una
politica pubblico-privata
d'incentivazione della nostra offerta mediante l'individuazione di sistemi e
di prodotti d'eccellenza;
7) esaminare la rete commerciale attraverso la valutazione dei consumi interni;
8) ridurre i costi energetici
che pesano sui conti delle
imprese. Esercizi alberghieri, aziende agricole,
imprese artigiane, industrie
manifatturiere sono particolarmente condizionate
dalla mancanza di una politica locale di settore;
9) promuovere l'innovazione
attraverso partnership tra
piccole e medio-grandi
aziende;
10) favorire il potenziamento
“
Sono quattro le priorità da
sostenere: la piattaforma contenitori
e il potenziamento, ambientalmente
sostenibile, del polo termoelettrico
di Vado, il nuovo insediamento
Piaggio a Villanova, la soluzione
del “nodo” Ferrania
commerciale delle Pmi sul
mercato estero attraverso
una migliore sinergia con
il mondo della ricerca e
una forte spinta alle aggregazioni,
11) internazionalizzare le nostre imprese, penalizzate
dalla piccola dimensione;
12) individuare proposte di
marketing territoriale.
Le 4 iniziative
irrinunciabili
Sono quattro, in particolare, le
iniziative nel contesto provinciale che enti ed imprese so-
sterranno per la rivitalizzazione e lo sviluppo del sistema
economico locale, che oggi vede in priorità:
- la piattaforma contenitori, in
considerazione dei forti volumi di traffico che vanno
consolidandosi verso l'Europa con le compagnie armatoriali che stanno scegliendo
i punti di attracco;
- il potenziamento della centrale termoelettrica di Vado,
onde disporre delle necessarie risorse energetiche, perché se è vero che ci sono
nuovi giacimenti di gas, car-
bone e petrolio, è altrettanto
certo che mancano pozzi
esplorativi, tubazioni, navi,
raffinerie, terminali di liquefazione e di rigassificazione;
sicché i consumi di energia
per il 2008 subiranno ulteriori rincari con punte fino
al +25%;
- la delocalizzazione della Piaggio a Villanova per consolidare il Distretto Trasporti,
mantenendo nel Ponente un'industria ad alta tecnologia.
Per la sola realizzazione di questi tre interventi si prevedono
investimenti dell'ordine di 1.500
milioni di euro. Al pari occorre in questi mesi superare l'incertezza che frena, in Val Bormida, i piani industriali di rilancio di Ferrania.
Grandi obiettivi per impegno
finanziario, oltre che per le ipotesi di nuova occupazione che
produrrebbero. Ma è la situazione congiunturale - che rende prioritarie le iniziative riguardanti infrastrutture e logistica, internazionalizzazione, credito e formazione a sostegno dell'economia locale a sollecitare un maggiore coinvolgimento delle Aziende Speciali della Camera di Commercio per fronteggiare con sollecitudine le aspettative del mondo delle imprese.
Priorità assoluta
alle infrastrutture
La Giunta camerale sottolinea
il ruolo essenziale dell'Ente nel
settore autostradale (Albenga Predosa), aeroportuale (scalo
di Villanova), interportuale (piattaforma logistica ingauna). Si
tratta di interventi inseriti nel
quadro degli obiettivi prioritari dell' Unione Europea nell'area delle Alpi sud-occidentali:
il collegamento Fs BarcellonaMarsiglia-Nizza-Savona-Ge-
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nova e l'autostrada del mare
Spagna-Francia-Italia. In questa ottica è stata offerta dalla
Provincia alla Camera la compartecipazione nel disegno di
riordino della mobilità sul tutto il territorio.
Nel settore dei trasporti e delle
comunicazioni ha preso il via
la presenza della Camera in Slala, la società che si è trasformata il 27 novembre 2007 in Fondazione, nell'intento di ottenere dallo Stato il riconoscimento di Authority per presiedere
alla logistica del Nord Ovest
italiano.
Si innesta in questo discorso
l'auspicio dell'ampliamento dei
rapporti con le regioni confinanti in relazione alle ipotesi di sviluppo degli scambi tra Europa
e Stati africani della sponda sud
del Mediterraneo con l'avvicinarsi del 2010, quando l'ex Mare Nostrum diverrà “area di libero scambio” e gli scali della
Liguria la porta dell'Unione verso l'Africa Settentrionale.
Per una “provincia di frontiera” come la nostra disporre di
una mobilità efficiente non solo rafforza la competitività del
tessuto produttivo locale, ma
favorisce il passaggio di merci
e quindi l'insediamento di nuove attività manifatturiere.
Il prezzo dei carburanti non sta
frenando il traffico autostradale per il quale ci sarà un ulteriore colpo di acceleratore, se
si confermeranno le previsioni
di un aumento del 3-4% nell'anno in corso; tasso che sembra
superare la soglia di una crescita tra il 2006 e il 2010 del 10
per cento, per cui è prevedibile nel Ponente Ligure una paralisi sui nodi e sulle tratte già
oggi soggette a congestionamento.
La Camera di Commercio è consapevole di dover fronteggiare
problemi cristallizzati nel tempo anche per una forte conflittualità delle varie lobby, quindi delle difficoltà che incontrano i pubblici amministratori
costretti dalla politica del consenso a rimandare nel tempo la
soluzione di conflitti a tutto
svantaggio della collettività.
Non è, infatti, un buon risultato per il Ponente ligure che la
situazione della rete di trasporto e comunicazioni rimanga insoddisfacente, non foss'altro di
fronte al crescente flusso di veicoli ed autoarticolati.
Ciò a cui miriamo è l'equilibrio
modale, non facile da conseguire a causa dei forti ritardi che
caratterizzano:
1) il raddoppio ferroviario costiero nel Ponente per costruzione ed investimenti; sulla linea Genova-Ventimiglia sono
in corso i lavori tra Andora
e San Lorenzo al Mare (ultimazione nel 2009?), mentre
per completare il raddoppio
manca il tratto Finale-Andora,
con la necessità di ulteriori stanziamenti per riuscire ad operare contemporaneamente nel-
“
La Camera di Commercio è
consapevole di dover fronteggiare
problemi cristallizzati nel tempo sia
per una forte conflittualità delle varie
lobby sia per le difficoltà che
incontrano i pubblici amministratori
costretti dalla politica del consenso a
rinviare nel tempo le scelte, a tutto
svantaggio della collettività
le due direzioni (previsioni di
fine lavori al 2014/2015);
2) il progetto delle “Autostrade
del mare”, per fronteggiare i 3
milioni e più di Tir che passano ogni giorno da Ventimiglia.
Problema in parte oggi superabile con l'ecobonus; strumento che, potrebbe imprimere
una svolta nel trasferimento di
parte del traffico gommato sulle lunghe distanze, tra cui appunto la rotta Penisola Iberica, Francia del Sud e Riviera
di Ponente;
3) la proposta di un'autostrada
tra Albenga ed Alessandria, per
la quale s'attendono proposte
dagli enti locali ed interventi
legislativi da parte delle due
Regioni Piemonte e Liguria,
quindi la realizzazione mediante lo strumento del project financing e l'affidamento della
gestione ad una concessionaria.
4) il rilancio dello scalo aereo di
Villanova in un contesto mondiale in cui il traffico dovrebbe continuare a crescere ad un
ritmo del 5,1% annuo per i passeggeri e del 4,8% per le merci, determinando ulteriori fenomeni di congestionamento.
11
Puntare su Villanova è auspicabile, pur dinanzi ad un aeroporto tuttora caratterizzato da
una difficile gestione (sostenuta dall'aumento del capitale
passato da 308 a 900 mila euro). Lanciata e voluta dalla Camera di Commercio, l'operazione Piaggio (insediamento a
Villanova del nuovo stabilimento su un'area di 127.000
mq., di cui 40.000 coperti) dovrà dare risposte positive all'economia del comprensorio ingauno Per lo scalo ingauno, si
apre un percorso di privatizzazione, tanto più percorribile se
le strutture aeroportuali, ad iniziare dall'allungamento della
pista, venissero potenziate e la
gestione dell'Ava portata su
buoni livelli operativi da un
management di alto profilo, tra
cui professionisti di marketing
aziendale;
5) l'avvio nel porto di Savona di
opere che oggi riguardano in
particolare la piattaforma contenitori di Capo Vado (Savona è 10° in Italia in questi traffici), ma che per competere in
Europa deve fronteggiare le attuali carenze di strutture ed infrastrutture, in un quadro ambientale sostenibile ma al di
fuori di opinioni preconcette.
Savona ha la possibilità reale di accedere a nuove risorse per grandi opere: un'occasione unica, al di là dell'auspicabile sistema di autonomia finanziaria dell'Autorità
Portuale, che consentirebbe
modernizzazione ed autonomia di scelte dinanzi ad un
mercato, quello dei contenitori, che offre garanzie di
crescita anche a lungo termine.
Savona Vado ha la ferma volontà di porsi, nelle previsioni di medio periodo, su questa rotta. Nell'arco del triennio 2008-2010 sono previsti
interventi per circa 58 milioni sia a completamento di impegni intrapresi, sia per logistica e nuove opere.
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Dossier
trasporti
L'apertura, a fine febbraio, della galleria San Nicolò, sotto il
promontorio di Capo Vado, e
la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della delibera Cipe che approva e finanzia il
tratto di Aurelia bis tra Albisola Superiore (Luceto) e Savona (Mongrifone), hanno riportato in primo piano le iniziative per rafforzare la rete delle
infrastrutture di trasporto nel
Savonese, quale pilastro fondamentale per la crescita dell'economia provinciale. L'ultimazione del collegamento tra
il nodo autostradale di Savona e la via Aurelia a ponente
di Vado Ligure, assieme all'entrata in funzione, dall'autunno
scorso, del nuovo raccordo
ferroviario tra le banchine vadesi e Parco Doria (Legino),
costituiscono due potenti fattori al servizio di uno sviluppo
sostenibile delle attività portuali. Al tempo stesso la disponibilità di un nuovo itinerario
che da Savona, attraverso la
strada interquartieri e quella
di scorrimento, raggiunge la
costa a Capo Vado, consente di risolvere una parte dei
problemi della mobilità nel comprensorio savonese e di migliorare il flusso del traffico turistico tra il casello autostradale di Savona e il Ponente.
Il taglio del nastro a Capo Vado ha coinciso con una ripresa di iniziativa sul fronte dell'Aurelia bis “savonese”. La registrazione della delibera Cipe e la sua pubblicazione hanno messo in moto gli adempimenti che porteranno al bando d'appalto dei lavori per i 5,5
km. di variante alla via Aurelia
tra l'ex statale del Sassello
(monte Castellaro di Albisola)
e la zona di Savona Mongrifone. Esaudita, il 10 marzo scorso la richiesta Anas di riavere
sul territorio ligure diretta competenza sulla via Aurelia, trasferita al demanio delle quattro province, l’ultimo ostacolo
formale è stato rimosso. Il ritorno alla “dignità” di strada
statale per l'ex SS numero 1
consente di sbloccare l'iter della variante savonese e, in prospettiva, di avviare a completamento il disegno strategico
di realizzare una seconda Aurelia lungo tutto l'arco ligure,
tra Ortonovo e Ventimiglia.
Un'opera oggettivamente impegnativa, assai più di quanto, a prima vista, apparirebbe
la realizzazione della nuova
ferrovia Genova-Ventimiglia
Due tasselli a posto
ma la rete è bucata
La nuova Aurelia bis che collega i raccordi autostradali di Savona con Capo Vado; sotto, la ferrovia portuale di Vado Ligure
Infrastrutture di trasporto decisive per lo sviluppo
spostata a monte. Eppure il
doppio binario resta una grande incompiuta, con lavori fermi da oltre un anno sulla tratta in costruzione tra Andora e
San Lorenzo al Mare, mentre
ancora più arretrate sono le
iniziative rivolte a completare
l'intera linea con la costruzione del pezzo mancante, quello tra Andora e Finale Ligure,
in provincia di Savona. La “luce” dovrebbe vedersi non prima del 2015.
Tempi che, ragionevolmente,
sarebbero invece da ritenere
“accettabili” per l'apertura al
traffico di un altro oggetto dei
desideri del sistema economico savonese: l'autostrada di
cornice Albenga - Calizzano Millesimo - Predosa, da tempo in attesa di un deciso colpo d'ala che ne consenta il
passaggio dallo stadio degli
auspicio a quello dei progetti
concreti. Sarebbe, questo collegamento, la carta vincente
nella partita per lo sviluppo
della Valle Bormida. Partita
che comunque si sta giocando con altre carte, magari me-
no imponenti e suggestive, ma
certo più concrete e mirate. E'
il caso (stradale) della variante all'ex statale 29 (Nazionale del Piemonte) tra il casello
autostradale di Altare e le aree
ex Agrimont di Cairo, un collegamento che oltre ad aggirare gli abitati di Vispa e di Carcare, consentirà di migliorare
la mobilità di persone e di merci nell'area industriale di Ferrania. La variante, in avanzato stato di avanzamento, sarà
aperta al traffico nella primavera del prossimo anno. Tem-
pi meno ravvicinati, ma neppure futuribili, per altre due iniziative trasportistiche annunciate nei mesi scorsi: il nuovo
collegamento tra le aree ex
Acna, di cui è imminente il riuso per insediamenti logistici e
produttivi, e per il riutilizzo, dopo un completo rifacimento,
del raccordo ferroviario tra la
stazione di Ferrania e la grande area industriale dove dovrebbe trovare spazio, tra le
altre iniziative, anche un laminatoio che dipenderà da quei
binari per le forniture di semilavorati e la spedizione dei prodotti finiti.
Non secondari, nel campo delle infrastrutture di trasporto,
sono gli interventi previsti - e
già in corso di attuazione - per
l'ammodernamento del sistema funiviario tra il porto di Savona e i parchi di San Giuseppe di Cairo: 25 milioni per il
collegamento sottomarino con
nastro trasportatore tra il terminal marittimi Alti Fondali e
la stazione di caricamento dei
vagoncini in località San Rocco; 30 milioni per la realizzazione di nuove strutture coperte di stoccaggio nel terminal
cairese. Sono tasselli di un disegno che procede per “lotti
funzionali”, ma che, per essere completato, avrebbe bisogno del decollo della piattaforma logistica ligure-piemontese. A quel punto sia la nuova
autostrada tra Albenga e l'Alessandrino, sia le linee ferroviarie interne diventerebbero
interventi di importanza strategica.
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La modernità
delle Funivie
L'Aurelia bis è pronta
sui blocchi di partenza
“
Un'opera che migliora il sistema
viario, con positive ricadute socioeconomiche e di salute pubblica, e che
si caratterizza per la possibilità di un
utile percorso alternativo di attraversamento dell'area e per la generazione
di accessi in corrispondenza del porto,
decongestionando la viabilità costiera
Cinque chilometri e mezzo di
strada tra il monte Castellaro
di Albisola, lungo la direttrice
di Sassello (ex SS 334), e la
sponda destra del Letimbro a
Savona, sulla direttrice di Carcare (ex SS 29). E' il tratto di
Aurelia bis che dopo essere stato approvato e finanziato dal
Cipe, ha ottenuto l'imprimatur
della Corte dei Conti ed è stato pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale, ricevendo come dote immediata la somma di 23,4
milioni di euro (su un costo
massimo presunto di 240 milioni che sarà sostenuto attingendo ai contributi quindicennali previsti dal comma 977
della Finanziaria 2007).
Il definitivo via libera, che spiana la strada al progetto esecutivo ed al bando di gara per l'esecuzione dei lavori, è giunto
a cinque anni dall'approvazione del progetto definitivo da
parte del consiglio di amministrazione Anas (18 giugno 2003)
ed a tre anni dal pronunciamento positivo di valutazione d'im-
patto ambientale da parte della Regione Liguria. Con la firma - avvenuta a Savona il 10
marzo scorso alla presenza del
ministro per le Infrastrutture
Antonio Di Pietro, del presidente dell'Anas Pietro Ciucci
e del presidente della Regione
Claudio Burlando - del protocollo d'intesa per l'avvio delle
procedure di riconsegna all'Anas del tratto ligure della via
Aurelia (oltre che delle ex statali 29 del Colle di Cadibona e
30 della Valle Bormida), la cui
competenza era passata nel
2001 alle quattro province, è
di fatto caduto l'ultimo ostacolo che si frapponeva alla realizzazione dell'Aurelia bis. E'
stato concordato che la gara
d'appalto sia pubblicata entro
il prossimo maggio per consentire la conclusione delle procedure di aggiudicazione nel
febbraio 2009. La stipula del
contratto e l'incarico di progettazione esecutiva avverrà entro aprile 2009 e il progetto dovrà essere definito entro il suc-
cessivo mese di settembre. Poi
altri due mesi per l'approvazione del progetto e la consegna
dei lavori, seguita dall'avvio
dei cantieri. Tempo di realizzazione 1.350 giorni, per cui
l'Aurelia bis tra Albisola e Savona dovrebbe essere percorribile nell'agosto 2013.
Un'opera, ha sottolineato il Cipe, che “ha la finalità di migliorare il sistema viario, con
positive ricadute socio-economiche e di salute pubblica, e
che si caratterizza soprattutto
per la possibilità di un utile percorso alternativo di attraversamento dell'area e per la generazione di accessi in corrispondenza della zona portuale, decongestionando la viabilità costiera e restituendo gran parte
della rete viaria cittadina al traffico locale”.
Ma anche un'opera che già in
origine nasce come tratto funzionale di un itinerario più ambizioso, come sottolineato dal
fatto che la stessa Anas si è
posta l'obiettivo di realizzare
una “seconda Aurelia”, spostata a monte, tra Sarzana e
Ventimiglia. Quando sarà realizzato il tratto tra Mongrifone e i raccordi autostradali di
Legino e sarà posto mano all'altrettanto necessaria porzione di Aurelia bis tra Albisola
e Celle Ligure, tutto il comprensorio beneficerà di un radicale miglioramento del sistema di mobilità, sia delle
persone sia delle merci.
Trenta milioni di euro saranno
nella disponibilità della società
Funivie per una completa ristrutturazione
dei parchi carbone nell'area
industriale di
San Giuseppe di Cairo. E'
questo uno
dei risultati
strategici ottenuti con la
firma della
nuova concessione venticinquennale
che assegna
alla società presieduta
dall'ingegner
Rino Canavese e controllata
dai gruppi Campostano e Ascheri - la gestione delle linee funiviarie che collegano il porto di
Savona con le aree di stoccaggio valbormidesi. Lo sblocco
della concessione, dopo due
anni di commissariamento dell'attività trasportistica, ha messo in moto un ampio processo
di ambientalizzazione e ammodernamento degli impianti, dando nuovo impulso alle iniziative per dare efficienza e redditività al “sistema carbone” savonese. Iniziative peraltro già
in corso, come la costruzione
del tunnel sottomarino e sotterraneo di raccordo tra il terminal rinfuse Alti Fondali e la stazione di caricamento dei “vagonetti”, in località Parco San
Rocco alle spalle di Savona.
Anche in questo caso di tratta
di un investimento rilevante, pari a circa 25 milioni di euro, rivolto a trasferire il carbone e
altri tipi di rinfuse solide
dalla banchina alla funivia utilizzando un nastro
trasportatore
sistemato all'interno del
tunnel.
L'insieme degli interventi
- nuovo terminal di sbarco, nastro trasportatore,
adeguamento dei parchi
- consentirà di aumentare la potenzialità degli impianti, portandola a 2 milioni di tonnellate/anno e consolidando l'importanza delle funivie come parte di
un sistema intermodale di trasporto, non inquinante e ambientalmente sicuro, importante risorsa per lo sviluppo dei
traffici portuali.
La ristrutturazione delle aree
di stoccaggio cairesi, con la
costruzione di due grandi capannoni coperti, consentirà
anche di migliorare e razionalizzare l'attività produttiva di
Italiana Coke, la cokeria di Bragno insediata su aree confinanti con i parchi di Funivie.
Uno dei capannoni sarà infatti al servizio della cokeria, consentendo di eliminare gli attuali stoccaggi di materia prima in fabbrica.
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N°1 - 2008
Dossier
trasporti
Tabella di marcia rivoluzionata
per il completamento del raddoppio ferroviario tra Finale Ligure e San Lorenzo al Mare. Il
rallentamento dei lavori sulla
tratta imperiese, tra Andora e
San Lorenzo (18,8 km.), con
previsione di apertura al transito dei primi treni spostata a fine 2010, e il mancato inserimento in Finanziaria delle risorse necessarie ad avviare la realizzazione dell'ultimo “pezzo”
mancante, i 31,4 km. tra Finale Ligure e Andora, allungano
sino al 2016 i tempi della prevedibile ultimazione dell'opera.
Il problema è che allo stato dei
fatti l'iniziativa ferroviaria, nel
Savonese, è tuttora ancorata al
progetto preliminare trasmesso a Roma dalla Regione Liguria fin dal 2003. Solo nel mese
di luglio di due anni fa il Cipe
(Comitato Interministeriale per
la Programmazione Economica) aveva deliberato l'approvazione dell'opera, sulla base di
una spesa prevista in 1.545 milioni di euro. Ma non c'è ancora traccia - anche per residuali dubbi sul tracciato espressi
da alcuni Comuni attraversati del progetto definitivo che avrebbe dovuto essere predisposto
entro il 2007. Slittando di un
anno questo adempimento, è
da mettere in conto che, anche
se sarà approntato nel corso
del 2008, il progetto sarà finanziabile solo nel 2009 - sempre
che l'intervento resti tra le priorità infrastrutturali del prossimo Governo. Tenuto conto della complessità delle procedure e dei tempi burocratici necessari per la progettazione
esecutiva e lo svolgimento delle gare d'appalto, l'apertura dei
cantieri non potrà verosimilmente avvenire prima del 2011
ed i lavori richiederanno 69 mesi (5 anni e 9 mesi) per essere completati.
L'iniziativa strategica - riconosciuta come tale dalla Legge
Obiettivo del 2001 - del raddoppio della ferrovia del Ponente,
oggi rimasta l'unica strettoia nel
corridoio tirrenico che collega
Roma con la Spagna, riguarda
una tratta complessiva di 144
chilometri, tra Genova e Ventimiglia. Di questi sono oggi percorribili a doppio binario 101
chilometri, mentre 43 sono a binario semplice. In particolare,
si va su due binari tra Genova
e Finale Ligure (59 km.), poi a
binario unico tra Finale e Loano (9 km.), per tornare su doppio binario tra Loano e Albenga (9 km.), ancora a binario
semplice tra Albenga e San Lo-
Il primo treno per Andora?
E' in arrivo, tra otto anni
renzo al Mare (34 km.) e nuovamente su due tra San Lorenzo e Ventimiglia (33 km.).
I lavori per lo spostamento a
monte e la sistemazione del
doppio binario sono in corso
(con qualche “pausa” di troppo)
dal 2005 sui 18,8 km. che separano Andora e San Lorenzo
al Mare. Un'opera impegnativa, che prevede la costruzione
delle nuove stazioni di Andora
e Imperia e della fermata di Diano Marina; e che, soprattutto,
deve essere realizzata per la
massima parte (16 km.) in galleria. Il costo complessivo è di
505 milioni di euro.
Il vero “buco nero” della ferrovia è tuttavia rappresentato dai 31,4 chilometri che separano la stazione di Finale
Ligure da Andora. Anche gran
parte di questa tratta è prevista in galleria (25 km., pari
al 78% del totale) e quasi 2
chilometri su viadotto. La galleria più lunga sarà quella di
Alassio Est, che si svilupperà
per 4.837 metri, mentre la soluzione in viadotto sarà adottata per scavalcare la piana
di Borghetto Santo Spirito,
per una lunghezza di 585 metri. Lungo il tratto savonese
sono previste tre stazioni (una
unica per Borghetto - Loano
- Ceriale, poi Albenga e Andora), oltre alle due fermate
di Pietra Ligure e Alassio. Si
tratta tuttavia di scelte non
ancora definitive e su cui c'è
ancora un confronto in corso
tra gli enti locali e le Ferrovie. D'altra parte, visti i tempi lunghi dell'iniziativa, il rimettere continuamente in discussione il tracciato sembra
più funzionale a ingannare i
tempi dell'attesa che alla ricerca di soluzioni miracolistiche che non esistono.
In cantiere due leggi regionali
per l'autostrada delle Bormide
Sarà la prima autostrada interregionale promossa d'intesa tra due
Regioni, Piemonte e Liguria. Si tratta della “bretella” tra Albenga e Predosa, nell'Alessandrino, che collegherà l'Autofiori all'Autostrada dei Trafori (Voltri-Gravellona), passando da Calizzano e
Millesimo. All'esame della giunta Burlando è il disegno di legge
che consentirà alla Regione Liguria di promuovere la realizzazione di opere infrastrutturali prioritarie di interesse locale mentre la
giunta piemontese ha predisposto un provvedimento analogo. Sarà
lo strumento normativo che consentirà di dare una soluzione a problemi che in sede nazionale avrebbero scarse possibilità di finanziamento. Le due Regioni, d'intesa, pensano invece di agire come
“soggetti promotori”, proponendo a imprenditori privati di intervenire con propri capitali (project financing) nella realizzazione
di opere, come l'autostrada ligure - piemontese. Il capitale verrebbe poi recuperato e remunerato con una concessione pluriennale
modulata sull'entità dell'impegno finanziario.
L'autostrada tra Albenga e Predosa, in attesa che le due leggi regionali diventino operative, non può andare oltre lo studio di fattibilità, che tuttavia ha dato indicazioni importanti. Il tracciato
ha il pregio di creare una relazione diretta tra la costa e la Valle
Padana, offrendo una risposta unitaria alle esigenze che in precedenza erano state alla base delle iniziative per due diversi tronchi autostradali: Albenga - Garessio - Ceva e Carcare - Predosa.
Elemento fondamentale di questa “bretella unica” è il raccordo
che, da Calizzano potrebbe raggiungere Garessio, per intercettare il traffico della Valle Tanaro. Rispetto ai due tronchi studiati in precedenza, inoltre, il collegamento tra Albenga (o Ceriale) e lo svincolo per Milano della A27 è in grado di raccogliere
un ampio bacino di traffico giustificando così l'investimento, che
si ipotizza intorno ai 4 miliardi di euro.
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Ipotesi “direttissima”
tra Acna e Millesimo
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L'importanza di una nuova strada
che metta in diretta connessione le aree
ex Acna con il casello della A6 SavonaTorino a Millesimo. Un raccordo che
oltre a consentire operazioni logistiche
più rapide, eviterà l'attraversamento di
Cengio al traffico pesante generato
della zona di nuova industrializzazione.
L'insediamento ex Acna può diventare un importante fattore di
ripresa economica per il comprensorio di Cengio e Saliceto.
Le operazioni di bonifica sono
quasi completate e consentiranno di recuperare ad uso produttivo circa 25 ettari di aree che sino a 15 anni fa hanno ospitato
rilevanti (e contestate) lavorazioni chimiche. Non basta tuttavia la disponibilità dei terreni per
garantire il loro recupero in funzione economica; occorre anche
disporre delle infrastrutture che,
migliorando l'efficienza del sito, lo renda capace di attrarre
nuovi insediamenti. Un compito che, nei limiti del proprio mandato, si è assunto il commissario governativo per la bonifica
Acna, il prefetto Giuseppe Romano, che impegnando fondi per
150 mila euro, ha fatto eseguire
lo studio di prefattibilità di un
nuovo collegamento stradale che
metta in diretta connessione le
aree ex Acna con il casello della A6 Savona - Torino a Millesimo. Un raccordo che, oltre a
consentire operazioni logistiche
più rapide, eviterà l'attraversamento del centro urbano di Cengio al traffico pesante generato
dalla zona di nuova industrializzazione.
Lo studio preliminare, affidato
dal prefetto Romano a due studi di ingegneria, ha indicato sei
diverse opzioni di tracciato, ciascuna con diverso impatto ambientale, che sono ora all'esame
delle amministrazioni comunali interessate, ovvero i comuni
di Cengio, Roccavignale e Mil-
lesimo. Quando sarà raggiunta
un'intesa sull'ipotesi ritenuta più
valida, si potrà passare allo studio di fattibilità vero e proprio e
alle varie fasi progettuali. Fattore determinante per la scelta potrebbe essere il costo, in quanto
le sei opzioni, comportando la
realizzazione di opere d'arte più
o meno complesse, avrebbero
dei costi compresi tra i 37 ed i
93 milioni di euro. La più semplice riguarda un tracciato con
tre sole gallerie, ma altre ipotesi prevedono più raccordi, via-
dotti, tunnel più impegnativi per
limitare l'impatto ambientale. Il
nuovo collegamento, inoltre, dovrà tener conto delle iniziative
in corso per realizzare la nuova
autostrada che collegherà Albenga con Predosa e che proprio a
Millesimo avrà uno snodo importante, andando a intersecarsi
con la Savona - Torino.
Tra progetti che stentano a passare dalle scrivanie ai cantieri
e lavori che segnano il passo,
c'è anche qualche opera che
potrebbe essere completata prima del previsto. Si tratta della
variante di Vispa - Carcare all'ex statale 29 in costruzione sui
4 km. tra il casello di Altare della A6 e la sponda sinistra del
fiume Bormida, appena oltre il
sottopasso ferroviario a San
Giuseppe di Cairo. La variante dovrebbe essere aperta al
traffico nel novembre del 2009,
ma - con un maggiore impiego
di mezzi e di personale i lavo-
ri potrebbero concludersi con
circa sei mesi di anticipo, nella primavera del prossimo anno. Le imprese appaltatrici si
sono dichiarate disponibili, ma
è evidente che il maggiore impegno dovrebbe essere riconosciuto dal committente (Anas)
con la corresponsione di un premio di accelerazione lavori. In
questo senso gli amministratori valbormidesi hanno scritto al
compartimento di Genova dell'Azienda Strade Statali, sollecitando inoltre una modifica al
progetto che consenta la realizzazione di un nuovo svinco-
lo in località Curagnata, al servizio degli insediamenti produttivi esistenti e del nuovo cementificio Unicem.
La possibilità di un'apertura anticipata della variante, peraltro,
ha un retrogusto amaro. Perché se di anticipo si può oggi
parlare, sarebbe meglio definirlo un piccolo sconto sui tempi biblici di attesa. Quest'opera, sollecitata dagli anni Ottanta nell'ambito di una rivisitazione complessiva delle strade statali 29 e 30 (Savona - Acqui Alessandria) quale risposta alle pressioni che già allora giun-
gevano dagli enti savonesi per
la costruzione di un'autostrada
tra Carcare e l'Alessandrino, ha
attraversato problemi di ogni
genere: dall'annullamento di
una prima gara di appalto (anno 1999) quando già dal '93 l'opera era stata inserita in un accordo di programma Stato - Regione Liguria con 55 miliardi (in
lire) di dotazione, alla rinuncia
da parte dell'impresa confermata vincitrice, la Fincosit, per
il mancato adeguamento del
valore dell'appalto. Il secondo
appalto, nel 2005, è stato infine vinto dal raggruppamento
Coestra - Geodeta per 45 milioni (in euro) e alla fine del 2006
sono iniziati i lavori.
La variante di Vispa, oltre ad
alleggerire il traffico in un tratto congestionato (tra Carcare
e San Giuseppe di Cairo) è
funzionale al miglioramento
della competitività per le attività economiche insediate nell'area di Ferrania e di Bragno.
L'importanza del collegamento è sottolineata dal suo inserimento nell'accordo di programma per lo sviluppo della
Valle Bormida quale infrastruttura indispensabile.
Lavori a tempo di record
sulla nuova variante di Vispa
Sopra, bonifica in
dirittura d'arrivo sulle aree Acna di Cengio, in attesa di recupero industriale e
logistico.
Sotto, lavori in
corso lungo i quattro chilometri di
variante tra Altare
e San Giuseppe
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2007: forte ricambio
nell'anagrafe imprese
Record di iscrizioni e cessazioni, il saldo è positivo
Nel 2007 si è registrato il record di iscrizioni alle Camere
di Commercio, un dato, però
compensato da un altro record:
quello delle cessazioni. E' questo, in estrema sintesi, il dato
saliente che emerge dai dati
nazionali Movimprese 2007,
dato che trova conferma nella dinamica provinciale. Infatti, nel 2007, al Registro Imprese della Camera di Commercio di Savona si sono iscritte 2.609 nuove imprese e 2.409
sono risultate le imprese cessate (al netto delle cancellazioni di ufficio), il numero più
elevato riscontrato negli ultimi anni.
Il 2007 si è chiuso con un saldo positivo di 200 imprese, per
un tasso di crescita della base
imprenditoriale savonese pari
a +0,62%.
A spiegare gli aspetti positivi
del saldo sono principalmente
due fenomeni: la crescita delle imprese costituite in forma
di società e i buoni risultati del
settore “costruzioni”.
Sull'altro piatto della bilancia
pesano i saldi negativi delle imprese individuali e, per quanto riguarda le attività, la diminuzione in particolare del settore “commercio”.
“I dati del 2007 confermano
nella provincia di Savona una
forte inclinazione a cercare nell'impresa e nell'auto-impiego
una via per la realizzazione personale, ma questa vitalità riesce sempre meno a compensare le fuoriuscite dal mercato
delle imprese marginali o meno strutturate per competere”
dichiara il presidente camerale, Giancarlo Grasso. “Per attrarre nuovi investimenti pri-
vati e favorire il rafforzamento delle imprese esistenti, il territorio ha necessita che i piani
di sviluppo delle infrastrutture siano realizzati in tempi certi. Si tratta di una vera e propria emergenza che la Camera di Commercio da tempo pone in primo piano tra gli obiettivi della propria azione a sostegno del sistema locale delle imprese.”
Rispetto all'anno precedente
sono aumentate sia le cessazioni (da 2.152 a 2.409), sia le
iscrizioni (da 2.490 a 2.609).
Il saldo è pari a +200 imprese,
in diminuzione rispetto al valore dell'anno scorso (pari a
+338 imprese).
Savona, l'area
più dinamica
La dinamica del sistema im-
prenditoriale risulta rallentata
in diverse aree del Paese: il dato medio italiano presenta infatti una variazione dello 0,75%
contro l'1,21% dell'anno scorso. Al di sopra della media risulta il contributo del Nord Ovest (+0,99%). All'interno di quest'area, però, soltanto la Lombardia ha fatto registrare un tasso di crescita (1,29%) superiore a quello nazionale (+0,75%),
mentre Piemonte (+0,69%),
Valle d'Aosta (+0,48%) e Liguria (+0,17%) sono restate al
di sotto.
Nella nostra regione Savona,
con Imperia, risulta la provincia più dinamica (+0,62% per
entrambe); su valori inferiori
si posiziona La Spezia (+0,24%).
Sul dato complessivo ligure pesa, però, il bilancio negativo di
Genova, l'unica provincia ligure a presentare un esubero di
cancellazioni rispetto alle nuove iscrizioni di imprese (-0,16%).
Per inciso, a Genova l'andamento negativo della nati-mortalità delle imprese riflette la
dinamica demografica: la provincia del capoluogo regionale è infatti l'unica a veder diminuire anche il numero di persone residenti.
Le costruzioni
guidano la corsa
Per quanto riguarda le imprese registrate (cioè la totalità delle imprese, comprese le unità
in fallimento, in liquidazione
e le nuove imprese che devono ancora comunicare al Registro Imprese l'attività economica prevalente esercitata), risultano 32.348 a fine
2007, con una crescita dello
0,6% rispetto alla stock dell'anno precedente. Il confronto per settori di attività conferma come i settori in espansione siano l'edilizia ed alcune attività terziarie.
In valori assoluti, la variazione di segno positivo più
elevata è messa a segno dalle costruzioni, ormai il secondo settore in ordine di numerosità di imprese nella
provincia, dopo il commercio. Le imprese delle costruzioni sono infatti aumentate
di 250 unità in dodici mesi,
con un incremento percentuale del 4,4%. Anche a livello nazionale il settore più
dinamico è risultato quello
delle costruzioni.
Rilevante risulta anche la dinamica per le imprese delle attività immobiliari, noleggio,
informatica e servizi alle imprese (+2,7%, settanta imprese in più), mentre una crescita di circa trenta imprese (+1%)
si rileva per il settore degli alberghi e ristoranti.
Andamento positivo anche
per i servizi personali (+1,7%).
Continua invece a diminuire
il numero di imprese nei settori dove si concentra il maggior numero di imprese, ossia il commercio (-0,8%), l'agricoltura (-1,8%) e le attività
manifatturiere (-1,3%).
Particolarmente pesante risulta l'andamento nei trasporti:
nell'ultimo anno il settore ha
perso quaranta imprese (4,5%). In calo risulta anche
il numero di imprese che esercitano le attività finanziarie
(-1,7%).
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Gli alberghi aspettano
il ritorno degli stranieri
La congiuntura in alcuni settori produttivi
Un'economia, quella della provincia di Savona, che ha nel
terziario attività di punta, ma
che nel contempo ha subito,
più di altri settori, in particolare rispetto all'industria, all'artigianato e all'agricoltura,
l'avversa fase congiunturale
che sta attraversando il nostro Paese.
«C'è anche da noi un cambiamento dei consumi - dice Vincenzo Bertino, presidente della Confcommercio savonese con i generi di prima necessità
che hanno subito un brusco rallentamento. Manca la liquidità;
poi, essendo Savona una provincia popolata più da anziani
che da giovani si avverte un ritorno ai metodi tradizionali di
consumo con la spesa fatta preferibilmente di giorno in giorno
e risparmiando il più possibile».
Restano competitivi, nondimeno, alcuni comparti quali l'abbigliamento, i prodotti per la
persona e quelli della piccola
e media distribuzione organizzata, con attenzione particolare da parte della clientela ai saldi di fine stagione.
Alcune novità stanno giungendo a sostegno del settore, tra
cui la riforma degli interventi di
sostegno alle attività commerciali, approvata in consiglio regionale il 28 febbraio. «Un ulteriore passo in avanti verso il
completamento del quadro normativo in favore del settore.dice Renzo Guccinelli, assessore regionale all'Industria e al
Commercio. - Stiamo puntando su un commercio avanzato
e innovativo, con una linea finanziaria di sostegno per la
creazione di nuove imprese
commerciali con prestiti rimborsabili, uno strumento affidato
alla FiLSE, l'organo regionale
erogante».
Meno negativo rispetto alle attese il dato turistico dinanzi ad
un aumento del 0,13% degli arrivi nella Riviera delle Palme,
che tuttavia contrasta con un
ulteriore calo delle presenze
(-1,39% rispetto al 2006) ed in
questo contesto la continua erosione della componente estera che oggi rappresenta non
più del 18,5%.
«Cifre negative dovute alla chiusura di importanti strutture alberghiere che sono andate a
gravare sulla ricettività di tutta
la provincia determinando una
consistente perdita di posti letto - dice Angelo Galtieri, presidente dell'Unione Provinciale
Albergatori (Federturismo Confindustria). Il tasso di occupazione delle camere si è comunque mantenuto sostanzialmente stabile e i riscontri alla fiera
BIT di Milano confermano il Po-
nente ligure e la regione nel
suo complesso, clima permettendo, come una delle mete
favorite nella prossima stagione. Naturalmente non ci si
potevano attendere miracoli
dalla stagione invernale, ma
già prenotazioni per i ponti primaverili possono far ben sperare gli operatori del settore”.
Le previsioni degli albergatori annunciano un ritorno di visitatori provenienti dall'Europa del nord, tedeschi e olandesi in primis.
Per Confesercenti il quadro è
in movimento rispetto ad un anno fa quando una leggera crisi aveva spinto le associazioni
a scendere in campo per tutelare le aziende sul mercato. Oggi, si sta guardando con ottimismo al 2008, sebbene alle prime battute il quadro complessivo non offra grandi spunti.
«La necessità è quella di soddisfare al meglio i settori in grado di fungere da volano dell'auspicata ripresa economica spiega Vincenzo Bertino presidente di Confcommercio. - Le
aziende devono prima di tutto
investire in modo da produrre
offerte per consumatori e turisti nel contesto di prezzi di mercato sostenibili».
Un cambiamento di mentalità
dunque che si assomma ad
emergenze strutturali legate alla natura di un territorio dove
mancano spazi per l'insediamento di nuove realtà produttive e, come insiste da anni la
Camera di Commercio, una
compiuta infrastrutturazione nei
diversi segmenti di traffico.
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Un 2007 positivo quello dell'artigianato in provincia di Savona esaminando i dati al 31
dicembre: infatti, si registra
un incremento di 143 aziende,
portando così a 9.546 il numero degli operatori del settore.
Performance savonese rilevata dalle Associazioni di Confartigianato e CNA, che mettono in rilievo il diverso trend
rispetto all'andamento delle altre province liguri che hanno
visto Genova, Imperia e La
Spezia in pieno rallentamento nei ritmi di crescita di domanda e fatturato.
La chiusura del 2007, che aveva fatto registrare nell'ultimo
quadrimestre un saldo negativo di 32 unità, con 208 cessazioni contro le sole 176 iscrizioni all'albo delle imprese artigiane, non ha inciso sul quadro complessivo dell'anno passato. Rispetto al 2006 è stato
favorevole l'aumento del 4,7%
del settore delle costruzioni
con l'attività edilizia a rappresentare il 49,6% dell'intero sistema artigiano savonese. Un
dato emerso dalle ultime riunioni della Commissione Provinciale dell'Artigianato, dove il numero maggiore di imprese di recente costituzione
è proprio nell'edilizia. Un settore in crescita da oltre un biennio, grazie al quale si va a riequilibrare il numero delle imprese costrette a cessare l'attività, ma caratterizzato da un
alto tasso di volatilità dovuto
alla mancanza di una precisa
normativa. Situazione particolare quella dell'edilizia che pre-
L'artigianato savonese
punta su quota diecimila
In crescita il numero delle aziende in provincia di Savona
sto verrà regolata da una legge che, come era già successo per l'impiantistica, richiederà stringenti requisiti per l'iscrizione all'albo delle imprese.
Incremento dell' 1, 9 % nel
2007 anche per i servizi alle
imprese e dell' 1,3% per le attività connesse agli esercizi
pubblici, sociali e personali.
Bilancio negativo soprattutto
per le attività manufatturiere
con una perdita del 1,8% dovuta a continue pressioni sul
fronte dei prezzi delle materie
prime che hanno gravato su un
settore, la cui presenza sul mercato provinciale è pari al 21,8%.
Saldo in passivo del 7,2% e
quindi situazione più critica
dell'anno passato quella del
settore trasporti, il 6% dell'attività artigiana savonese, che
ha visto gli operatori costretti ad un fermo nel mese di dicembre. Una sofferenza avvertita non solo nel Savonese ma
a livello nazionale, dovuta al
costo del gasolio in continuo
aumento e alle recenti limitazioni europee delle ore di guida degli autisti.
La diminuzione del fatturato
rispetto al 2006 ha visto gli
artigiani ricorrere, nel corso
del 2007, all'indebitamento
bancario: problemi di liquidità
hanno interessato il settore industriale, mentre il settore trasporti e i servizi alle persone,
se pur in carenza di liquidità,
hanno ridotto al minimo indispensabile l'esposizione debitoria. In aiuto dei loro associati CNA e Confartigianato, attraverso il Confart, organo di
garanzia regionale, agevolano
l'accesso al credito dei loro associati in modo da facilitare
l'ottenimento di liquidità per
futuri investimenti. Un intervento che col tempo acquisterà
importanza soprattutto in vista delle restrittive norme creditizie di Basilea 2 che definiscono criteri difficili da soddisfare per le piccole e medie
imprese che caratterizzano il
settore.
Le prime battute del 2008 non
presentano grandi variazioni
della congiuntura economica
savonese rispetto all'anno appena concluso.
Le aziende artigiane continua-
no a crescere anche se a piccoli passi, che però indicano
voglia di sviluppo soprattutto
fuori dal tessuto urbano, in zone dove poter trovare ampi spazi, ormai esauriti all'interno
delle città, e infrastrutture, requisiti entrambi indispensabili affinchè un'area diventi attrattiva per l'insediamento delle imprese.
Il 2008 offre a Savona e al suo
artigianato una grande opportunità da sfruttare con il progetto della piattaforma Maersk di Vado che potrebbe portare alla provincia consistenti indotti e l'arrivo di nuovi
traffici nel porto di Savona ,
quali le brame di ferro destinate al laminatoio di Ferrania
e uno scaricatore, attivo da
poco tempo, per rinfuse solide. Due occasioni di crescita
importanti da non perdere per
un settore che sopravvive bene alla crisi, ma che senza
nuovi incentivi rischia di incorrere in un futuro occupazionale difficile.
Lucia Barberis
Registrazione:
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del 17 ottobre 1957
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CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E
ASSISTENZA AGRICOLA
AZIENDA SPECIALE
DELLA CAMERA DI COMMERCIO
DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE
DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E
LA PROMOZIONE TECNOLOGICA
E COMMERCIALE
C.C.I.A.A. DI SAVONA
N. 1/2008
Potenziati i laboratori camerali di Albenga
Nelle due aziende speciali, ampliate
le strutture per dare nuovi servizi
Con una spesa di un milione e mezzo di euro e più di ventidue mesi di tempo sono in via
di completamento la ristrutturazione e l’ampliamento dei laboratori fitopatologico e chimico
Nelle foto,
i lavori di ristrutturazione
in regione Rollo
ad Albenga.
Nell’immagine in basso,
il corpo di fabbrica
del nuovo laboratorio
fitopatologico.
U
na spesa complessiva
di quasi un milione e
mezzo di euro e più di
ventidue mesi di tempo è
quanto hanno richiesto gli
interventi di ristrutturazione e ampliamento delle
strutture camerali in regione Rollo di Albenga, sede amministrativa e operativa delle due aziende
speciali costituite dalla
Camera di Commercio di
Savona.
Le linee di intervento sono
state quattro: la costruzione
di un piccolo edificio di due
piani per ospitare il nuovo
laboratorio fitopatologico; un
corpo di fabbrica su due piani per ampliare il laboratorio
chimico merceologico; nuovi
magazzini e locali di servizio
per l’azienda agraria sperimentale e dimostrativa; uffici e sale riunioni preesistenti
ristrutturate per una nuova
funzionalità.
Questo per quanto riguarda
la costruzione dei contenitori. Dentro a questi sono da
mettere in conto altri duecentocinquantaduemila euro
di nuove strumentazioni, attrezzature e arredi, a carico
della Regione Liguria, per il
laboratorio fitopatologico camerale entrato a far parte
del sistema regionale LaRAF
(Laboratori Regionali di
Analisi Fitopatologiche) e circa centotremila euro per nuove strumentazioni tecniche
DOCUMENTO STORICO DEL 1961
“… allo scopo di attuare studi
e ricerche inerenti le colture
in serra e in pieno campo…”
del laboratorio chimico merceologico e microbiologico.
L’impegno finanziario della
Camera di Commercio si attesta quindi, in questa prima fase, in complessivi un
milione e cinquecentosessantacinquemila euro (più di tre
miliardi delle vecchie lire).
Seguirà in breve tempo l’avvio della seconda fase del progetto, la realizzazione del
complesso comprendente un
auditorium da trecentocinquanta posti, tre aule per attività di formazione a diversi
livelli (master post universitari compresi), laboratori didattici, biblioteca, uffici e locali di servizio.
Strutture definite da un progetto preliminare già approvato in conferenza dei servizi, oggi in procinto di essere
sviluppato in progetto esecutivo per dare avvio alle procedure di appalto e quindi di
realizzazione.
Una seconda fase che doterà
l’Albenganese di una strut-
tura di grande potenza, per
ogni possibile azione volta al
progresso tecnico e allo sviluppo economico delle imprese, ovviamente non solo
del comparto agricolo.
L’ulteriore importo di spesa
che affronterà la Camera di
Commercio, può essere grossolanamente indicato tra tre
e quattro milioni di euro.
Nuovi forti investimenti camerali sul territorio ingauno, che proseguono senza
interruzione una linea di
intervento iniziata nel lontanissimo 1959, quando la
Giunta della Camera di
Commercio deliberò l’acquisto di un terreno in regione Bottino di Albenga,
per realizzare il Centro Ortofrutticolo Sperimentale,
poi costituito come azienda
speciale il primo febbraio
1961, predecessore dell’attuale Centro di sperimentazione intestato alla memoria del dott. Franco Ugo.
Riccardo Galbussera
Alcuni riferimenti storici tratti da una relazione del dottor
Lamonarca, allora Segretario del Comitato tecnico del
Centro Ortofrutticolo Sperimentale, datata 15 dicembre 1981.
Il Centro Ortofrutticolo Sperimentale è stato istituito in Albenga, a
seguito della deliberazione della Giunta camerale n. 5/5 del primo
febbraio 1961, allo scopo di attuare studi e ricerche inerenti le coltivazioni ortive, con particolare riferimento ai problemi che influenzano negativamente le produzioni specializzate, diffuse soprattutto nelle zone rivierasche, sia in serra che in pieno campo.
La Camera di Commercio di Savona ha intrapreso nel 1961 questa iniziativa spinta dal desiderio di soddisfare l’esigenza, prospettata dagli Uffici e dalle Organizzazioni operanti nel settore agricolo
della nostra provincia, di fornire agli imprenditori agricoli di queste
zone, caratterizzate da una elevata specializzazione colturale,
un’assistenza tecnica in grado di trasferire le scoperte scientifiche
e le novità tecniche dei laboratori di ricerca alle aziende, tenendo
conto di tutte le condizioni ambientali che possono influenzare i risultati derivanti dall’adozione di tecniche colturali moderne.
Il Centro è sorto su un appezzamento di terreno della superficie di
mq 6.874, integrato successivamente con altri 1.100 mq.
LE NUOVE STRUTTURE IN CIFRE
Queste le superfici disponibili:
359 mq la superficie del nuovo laboratorio fitopatologico;
130 mq l’ampliamento a 358 mq complessivi del laboratorio chimico;
76 mq i nuovi locali di deposito e servizi per l’azienda agraria.
Le somme sinora spese per il progetto complessivo:
1.462.375 € l’importo complessivo del progetto realizzato;
1.140.890 € l’importo dei lavori a base d’appalto;
321.485 € le somme a disposizione per acquisti e oneri diversi;
147.651 € per oneri contributivi e IVA;
103.000 € per acquisto di attrezzature per il laboratorio chimico.
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CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Curato dal Centro di Sperimentazione
e Assistenza Agricola “F. Ugo”
Ora gli operatori della
floricoltura hanno uno
strumento promozionale
Il sistema floricolo savonese produce ogni
anno circa 120 milioni di piante, più di metà
sono piante aromatiche, circa il 16 per cento
margherite, il 7 per cento sono ciclamini
terza edizione del
delle piante
Lin aCatalogo
vaso aromatiche e fio-
Sopra: La copertina del nuovo catalogo “Piante in vaso aromatiche fiorite ornamentali”.
In basso, da destra: 1) Settembrino (Dendranthema indicum)”; 2) Ciclamino (Cyclamen persicum).
LA GASTRONOMIA, UN PUNTO DI FORZA
La gastronomia è uno dei punti di forza di
una offerta turistica competitiva. Partendo
da questo presupposto, lo Slow Food, tramite il suo responsabile di zona, Alessandro Scarpa, ha organizzato un intelligente
“stage” per sedici “allievi” dell’Università
di Scienze gastronomiche di Pollenzo
(Bra, Cuneo) con lo scopo di promuovere
la conoscenza della gastronomia del ponente savonese.
I partecipanti provenivano dall’Italia (9),
ma anche dal Kenya (2), dall’Austria (1),
dalla Germania (1), dalla Svizzera (2) e da
Trinidad Tobago (1) ed erano accompagnati
da un tutor argentino.
Gli studenti hanno visitato i presidi dello
Slow food della toma di pecora brigasca,
dell’aglio di Vessalico e dell’asparago violetto d’Albenga, gli Orti scolastici (progettati
dalla Comunità Montana Ingauna), le aziende Gestro, Gibelli, Anfossi e Buccella, e
alcuni ristoranti della zona (Scola, Panama,
Puppo, Due gemelle). Fra i momenti più interessanti vissuti dalla comitiva, guidata da
Veronica Fernandez, oltre alla visita alle
cantine di Aimone Vio di Bastia e al Centro
enologico di Ortovero, il laboratorio chimico
e le sale di assaggio della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di
regione Rollo (vedi foto).
rite, che qui presentiamo, è una pubblicazione
concepita come strumento di lavoro per i tecnici,
voluta per promuovere
l’internazionalizzazione
delle imprese di questo
specifico settore che, in
provincia di Savona, sono più di millecinquecento, producono oltre
trecento milioni di euro
di reddito e muovono un
indotto con più di quattromila addetti.
La Camera di Commercio,
per sostenere il settore floricolo, ha quindi deciso di
riproporre una nuova e diversa edizione del catalogo:
più specifico e dettagliato,
innovato nei contenuti e
tradotto in più lingue, con
una nuova impostazione ed
un nuovo formato tascabile,
per una più efficace promozione dei prodotti floricoli
savonesi sui nuovi mercati
europei ed extraeuropei.
Il sistema produttivo e
commerciale floricolo savonese, va ricordato, per la
massima parte è dedicato
alle piante in vaso, aromatiche, fiorite e ornamentali, senza peraltro che manchino fiori recisi e fronde
ornamentali.
Oltre al complesso degli
operatori della filiera, sono
attivi nel sistema produttivo regionale due istituti di
ricerca per la floricoltura,
uno di valenza regionale
ed uno di valenza nazionale, con tecniche di grande
esperienza scientifica e laboratori d’avanguardia.
L’aggregazione, consolidata nel tempo, di tutti questi elementi determina la
qualità del sistema floricolo savonese, una macchina
efficiente e potente, che
produce e commercializza
ogni anno circa 120 milioni di piante in vaso.
Più della metà sono piante
aromatiche, circa il 16 per
cento sono margherite, il 7
per cento sono ciclamini,
poi mesembriantemi, stelle di natale, crisantemi,
lantane, ortensie, rose, gerani, fucsie, dimorfoteche,
calle e via via altre trecento e più specie, in una quasi infinita gamma di presentazioni commerciali: cespugli, alberelli, piramidi,
colonne, basket, archetti,
spalliere ecc., in vasi che
vanno dai dieci a sessanta
centimetri di diametro.
Il Catalogo è stato accolto
con viva soddisfazione dagli operatori del settore.
Giorgio Delfino, presidente dell’Acea (l’associazione
dei commercianti floricoli)
afferma: «Attendevamo
questa riedizione del catalogo, necessaria per il nostro lavoro. Abbiamo anche collaborato, soprattutto per quanto riguarda la
traduzione in russo, in caratteri cirillici, grazie ad
una nostra collaboratrice.
Ora bisogna curare con attenzione la distribuzione
del catalogo».
«Noi della Floras ci siamo
occupati di reperire e mettere a disposizione dei fotografi le piante in vaso,
consentendo così di avere
ora una pubblicazione che
più che una riedizione è
un vero e proprio nuovo
catalogo», così saluta la
pubblicazione Gerolamo
Calleri, presidente della
Floras (Floricoltori associati savonesi).
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CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
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AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
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Prezioso ed indispensabile strumento di lavoro per la filiera floricola
Ecco la terza edizione del catalogo
delle piante in vaso del Savonese
Pubblicazione concepita per promuovere e sostenere l’internazionalizzazione delle 1500
imprese del settore – L’iniziativa camerale grazie a fondi per la promozione economica
lavoro è stato lungo e
Ilalnon
senza difficoltà, ma
terza edizione del catalogo del sistema produttivo e commerciale floricolo
savonese è ora a disposizione di tutti gli operatori
e i tecnici della filiera.
Si tratta di uno strumento di
lavoro specifico e settoriale, concepito per promuovere e sostenere l’internazionalizzazione
delle imprese della filiera, più
di mille e cinquecento nella provincia di Savona, che producono oltre trecento milioni di euro
di reddito e muovono un indotto con più di quattromila addetti. La prima edizione del catalogo era stata proposta dalla
Camera di Commercio nel 1999
(prima non esisteva nulla) e
realizzata in collaborazione e
compartecipazione di spesa con
l’associazione dei produttori
FlorAS e l’associazione dei commercianti esportatori ACEA.
Nel 2002, esaurita la prima edizione, i Floricoltori associati savonesi (FlorAS), utilizzando opportunamente una occasione di
finanziamento regionale, si erano fatti carico di mandare in
stampa una seconda edizione
del catalogo, aggiornandolo con
l’inserimento di nuove schede.
Esaurita anche la seconda edizione, la Camera di Commercio, utilizzando finanziamenti
del sistema camerale per la promozione economica, tramite la
sua azienda speciale operante
in ambito agricolo, ha realizzato questa terza edizione, totalmente rinnovata nella grafica,
In
■
■
■
■
■
ampliata a trecentoventotto
schede, con traduzioni in francese, inglese, tedesco e russo,
per i nuovi mercati dell’Est europeo ed extra europeo già raggiunti dalle imprese commerciali savonesi del comparto floricolo. Si è trattato di un lavoro
complesso, appesantito da problemi tecnici dovuti anche all’impiego dei caratteri cirillici,
al quale hanno collaborato, oltre a FlorAS e ACEA, molte
strutture di natura pubblica e
privata e molte persone, con diverse qualificazioni professionali. Ogni scheda del catalogo
(due schede per ogni pagina) riporta una o più foto della pianta descritta, in diverse presentazioni commerciali standard,
una serie di simboli grafici, il
calendario commerciale e di fioritura, il diametro del vaso, la
quantità di vasi per pianale di
carrello e per carrello intero, il
nome latino secondo la classificazione botanica più accreditata, il nome o più nomi comuni
in italiano, tedesco, francese,
inglese e russo. Alcune pagine
introduttive illustrano, in cinque lingue, il sistema produttivo e commerciale floricolo savonese ed evidenziano avvertenze esplicative. Sei indici (in più
il latino) individuano le piante
con i loro nomi più comuni e la
legenda, riportata anche nei risvolti di copertina, spiega il significato dei simboli usati nelle
schede, peraltro graficamente
studiati per una facilissima lettura intuitiva.
Riccardo Galbussera
questa pagina, in alto
3) Gloxinia speciosa
4) Euphorbia pulcherrima
5) Calceolaria x herbeohybrida
6) Helianthus annuus
7) Argyranthemum frutescens
In questa pagina, a destra:
■ 8) Passiflora alata
■ 9) Dieffenbachia seguine ‘Tropic’
■ 10) Miltonia x hybrida
SONO STATE INVENTARIATE 328 PIANTE
Le trecentoventotto schede del catalogo si riferiscono ad altrettante piante, prodotte o commercializzate dal sistema di filiera savonese,
ognuna delle quali può presentarsi in molte varianti di offerta commerciale.
Secondo le forme di allevamento le piante possono essere: ad alberetto, ad archetto, in balconiera
(vasi rettangolari), in basket (vasi sospesi), a cespuglio (la forma più classica), in ciotola, a colonna, a piramide, a spalliera. Ci sono però anche forme speciali espanse (piante di grandi dimensioni)
e forme speciali composte (ad esempio abbinamenti tra alberetti e cespugli). Ognuna di queste
forme può essere in vasi più o meno grandi, da
dieci centimetri di diametro fino a sessanta centimetri. I diametri più usuali sono il quattordici e il diciotto centimetri. Vasi più piccoli del dieci (3,5; 5,5;
7 e 8 centimetri) si usano, in genere, solo per le
cactacee e le crassulacee (piante grasse). La combinazione delle specie, moltiplicate per le varietà
(ad esempio margherite a fiore bianco o a fiore colorato, giallo o rosa), moltiplicate per le forme di allevamento, moltiplicate per i vasi di vario diametro,
dà una gamma quasi infinita di varianti. I produttori
savonesi, in particolare quelli dell’Albenganese,
dove si concentra la maggior parte della produzione, sono comunque sempre pronti per soddisfare
qualunque altra richiesta con nuovi prodotti.
LO STAFF REALIZZATIVO DEL CATALOGO
PIANTE IN VASO AROMATICHE FIORITE
ORNAMENTALI
Catalogo del sistema produttivo e commerciale floricolo
savonese - Camera di Commercio Industria Artigianato
Agricoltura di Savona - Azienda speciale Centro di
sperimentazione e assistenza agricola “Franco Ugo”
Il catalogo è stato realizzato con il contributo di
Unioncamere Roma nell’ambito del progetto miglioramento della competitività della filiera floricola savonese,
coordinato dalla dott.ssa Costantina de Stefano della
CCIAA di Savona.
Progetto e coordinamento editoriale
Riccardo Galbussera
Realizzazione grafica
Fabrizio Gioberti
A cura di
Riccardo Galbussera, Paolo Barbera,
Sandrino Vio
Con la partecipazione di
Andrea Allavena, Claudio Cervelli,
Fiorenzo Gimelli
8
9
Con la collaborazione di
Guglielmo Bonaccorti, Gerolamo Calleri,
Giorgio Cappato, Giorgio Delfino, Luca Michelis,
Associazione FlorAS – Floricoltori Associati
Savonesi, Centro regionale servizi per la floricoltura
della Regione Liguria, Consiglio per la ricerca e
la sperimentazione in agricoltura – Unità di ricerca
per la floricoltura e le specie ornamentali,
Consorzio ACEA srl
Coordinamento dei servizi fotografici
Paolo Barbera, Sandrino Vio
Fotografie
Giorgio Ammirati, Mauro Della Valle
Traduzioni
Karin Capezzuoli (Tedesco), OxfordSchool
(Francese), Antonella Simonetti (Inglese),
Valentina Mennillo (Russo)
Stampa
Litografia Bacchetta – Albenga
Un ringraziamento alle aziende produttrici, le imprese
commerciali, tecnici ed operatori del settore floricolo.
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CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Per la serricoltura
Impianti eolici per le piccole
medie impresedell’agricoltura
I pannelli a base di diseleniuro di rame e indio, sperimentati al
CeRSAA, sono in grado di erogare 4 KWp e di sostituire i vetri normali
LA MICROEOLICO:
UN’IDEA PER LE PMI
AGRICOLE
lo mondiale sono circa una cin- pannelli a base di diseleniu- 1
quantina, mentre i modelli ro di rame e indio (CIS) di
prodotti e commercializzati cui abbiamo già trattato in
sono un centinaio.
un numero precedente di SaFavorire l’introduzione del mi- vona Economica. L’impianto
croeolico nella serricoltura, in sperimentale, frutto di una
modo che questa possa giovar- collaborazione tra il CeRSAA
si della riduzione della dipen- e l’Istituto Regionale per la
denza dagli idrocarburi è una Floricoltura di Sanremo, readelle priorità del CeRSAA nel- lizzato grazie ad un finanl’ambito del progetto FLORE- ziamento che la Regione
NER e di altre iniziative at- Liguria ha ottenuto dal
tualmente in corso. Le mac- MIPAAF, sarà in grado di
chine in fase di sviluppo par- erogare circa 4 KWp. L’innotono da quelle già disponibili vazione risiede nell’installasul mercato (figura 1) e di que- zione dell’impianto, del tutto
ste si valuta l’aspetto del ren- particolare, innovativa e oridimento energetico, verifican- 2
do l’opportunità di eventuali
migliorie per meglio adattarle
al particolare campo di impiego. Obiettivo finale è quello di
riuscire ad integrare in un sistema ibrido multi sorgente il
microeolico assieme al fotovoltaico e alle altre fonti di energia rinnovabile.
Gli impianti eolici di piccola
taglia, ovvero quelli di potenza compresa tra i 0,3 e i 5 KW
possono essere una risorsa
per le PMI agricole che hanno
necessità di differenziare la
fonte di approvvigionamento
di energia, di ridurre i costi
della fornitura e di garantire
una gestione energetica sostenibile della serra.
La tecnologia è semplice e
consente tempi rapidi di recupero dell’investimento, con
un costo attuale – installazione compresa – pari a 5-6.000
€/KW per impianti composti
da un solo aeromotore, e più
bassi del 20-30% per impianti grandi, con molti aeromotori. Questo costo è concorrenziale con quello degli impianti fotovoltaici.
Gli aeromotori eolici di piccola
taglia possono essere una fonFOTOVOLTAICO CIS:
te rinnovabile di energia inteAL CeRSAA NASCE
ressante per le imprese agriIL PRIMO IMPIANTO
cole ed in particolare per la
SPERIMENTALE
serricoltura che si sviluppa in
prossimità delle coste del no- È ormai alle battute finali
stro Paese e già rappresenta- l’installazione dell’impianto
no una realtà diffusa nei pae- fotovoltaico realizzato con
si del Nordeuropa come Dani- 3
marca, Germania e Olanda.
Nel solo 2004 sono stati installati circa 5.800 Mw di impianti eolici con una crescita
del 20% rispetto all’anno prima. Rispetto ai 16 GW della
Germania, agli 8 GW della
Spagna e ai 3,2 GW della Danimarca, l’Italia è il fanalino
di coda, con circa 1 GW di potenza installata. Nell’insieme,con l’eolico l’Europa riduce
già oggi di 50 milioni di tonnellate all’anno l’emissione di
CO2. Le aziende produttrici di
piccole turbine eoliche a livel-
mente di 4 mm di spessore,
su cui viene disposto il diseleniuro di rame e indio, e di
3 mm di spessore sovrapposto al primo – ha uno spessore totale di 7 mm facilmente
integrabile nelle strutture
esistenti delle serre. Al fine
di limitare l’effetto di ombreggiamento gli stessi pannelli sono stati disposti a file
alterne sul tetto di una delle
serre di sperimentazione del
CeRSAA, realizzando un im-
4
5
ginale, come immaginato dai
tecnici del CeRSAA: al posto
dei normali vetri di copertura delle serre.
Sfruttando, infatti, la possibilità offerta da questo particolare materiale fotosensibile ad essere filmato su vetro
secondo necessità, si è scelto
di realizzare un pannello fotovoltaico semi-trasparente
in cui solo il 50% della superficie dello stesso è occupata
dal materiale fotosensibile
(figura 2). Il pannello così ottenuto – e realizzato accoppiando due vetri rispettiva-
Figura 1. Turbina microelica
ad asse verticale.
Figura 2. Pannello
fotovoltaico semi-trasparente
protetto.
Figura 3. Fasi di montaggio
dell’impianto.
Figura 4. Integrazione
dell’impianto nella struttura
(vista dall’interno).
Figura 5. Integrazione
dell’impianto nella struttura
(vista dall’esterno).
pianto che consentirà sia di
produrre energia, sia di continuare a produrre fiori e ortaggi. Nei prossimi mesi il lavoro di sperimentazione si
concentrerà, quindi, in due
direzioni: verificare l’efficienza e la produttività di questo
impianto innovativo e originale e quantificare l’effetto
limitante – se presente – dell’ombreggiamento sulle colture che vi verranno effettuate sotto.
Quantità e qualità dell’ombreggiamento saranno opportunamente verificati nel corso di almeno 12 mesi, durante i quali si succederanno le
coltivazioni delle più rappresentative colture orticole e
floricole. Al momento, l’unica
nota di rilevo è la semplicità
con la quale l’impianto è stato montato (figura 3) e la perfetta integrazione dello stesso sulla copertura delle serre
(figura 4 e 5), che non ha necessitato di alcuna modifica.
Giovanni Minuto
N° 1/2008
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE E ASSISTENZA AGRICOLA AZIENDA SPECIALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI SAVONA
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AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE E LA PROMOZIONE TECNOLOGICA E COMMERCIALE
Sempre più all’avanguardia con nuove strumentazioni
Nuove prospettiveper il laboratorio chimico
e merceologicodella Camera di Commercio
La prospettiva è quella di potenziare la struttura per realizzare un servizio di analisi
e consulenze per la nostra realtà locale e regionale. Ampliata la gamma delle offerte
n dato confortante
U
emerso da un’apposita indagine svolta presso gli utilizzatori è riferibile alla elevata qualità tecnica delle analisi
effettuate, come testimoniato anche dai numerosi riconoscimenti di parte terza ottenuti sia in
ambito nazionale che
internazionale.
Le osservazioni dei clienti riguardavano soprattutto la richiesta di una ancora maggiore elasticità del servizio, nell’ambito delle specifiche necessità legate alle diverse
realtà imprenditoriali.
A tale proposito, abbiamo curato in modo particolare i rapporti con i nostri interlocutori,
dedicando professionalità specifiche per ogni esigenza sia
nell’ambito analitico sia nella
consulenza scientifica.
La nostra filosofia è quella di
mettersi al servizio delle imprese in modo concreto e reale, analizzandone le specifiche esigenze e costruendo un
progetto personalizzato per
ogni azienda che richiede i nostri servizi. Sono stati quindi
ideati pacchetti di servizi ed
analisi appositamente conformati affinché ogni azienda
possa individuare nel laboratorio un efficace supporto per
affrontare tutte le esigenze
commerciali, amministrative
e legislative. I risultati ottenuti nel secondo semestre dell’anno 2007 hanno premiato
la bontà della scelta operata.
Infatti è sensibilmente aumentato l’interesse delle
aziende nei confronti dei servizi offerti dal laboratorio e
di conseguenza sono cresciute le richieste di analisi e
consulenze.
In seguito ai risultati ottenuti
e alle informazioni di ritorno
ricevute, il laboratorio ha potuto pianificare l’attività per
l’anno 2008, identificando i
settori cui dedicare maggiormente le risorse a disposizione per affrontare al meglio le
crescenti richieste.
Per perseguire un miglioramento continuo il laboratorio
ha investito in nuove attrezzature e strumenti all’avanguardia, in modo da velocizzare i
tempi di analisi ed allinearsi a
quanto indicato dall’evoluzione tecnico-scientifica.
Negli ultimi due anni il laboratorio ha operato in una struttura in fase di ristrutturazione ed ampliamento che, nono-
stante gli ovvi disagi arrecati,
consentiranno a breve di realizzare un centro adeguato alle nostre esigenze operative.
Un aspetto importante che dovrà essere affrontato riguarda
la qualità e il riconoscimento
dell’operato del laboratorio.
Sin dall’inizio la nostra struttura ha sposato la scelta di
qualificare il proprio lavoro
mediante i riconoscimenti citati in precedenza, ottenendo
da subito la certificazione del
proprio sistema di gestione
per la qualità secondo la norma UNI EN ISO 9002 e successivamente accreditando le
prove maggiormente richieste
in conformità alla norma UNI
CEI EN 45001.
Oggi le due norme sono state
sostituite rispettivamente
dalla UNI EN ISO 9001: 2000
e dalla UNI CEI EN ISO/IEC
17025:2005 cui il laboratorio
ha continuato a riferirsi in
ambito di certificazione ed
accreditamento, ampliando
negli anni il numero e la varietà delle prove oggetto dell’accreditamento.
L’aspetto qualitativo del servizio offerto è evidenziato anche da altri riconoscimenti
ottenuti tra i quali si ricordano l’Autorizzazione da parte
del Ministero delle Politiche
Agricole ad eseguire per l’intero territorio nazionale delle
analisi ufficiali nel settore
oleicolo e vitivinicolo e l’iscrizione all’elenco della Regione
Liguria dei laboratori che effettuano analisi ai fini dell’autocontrollo per le industrie alimentari.
In quest’ottica sono stati individuati nuovi settori normativi di riferimento cui accredi-
prodotto con rapporti di prova
riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale.
La prospettiva quindi è quella
di valorizzare ulteriormente
la nostra struttura, per realizzare un laboratorio di riferi-
Nelle foto,
analisti al lavoro
nei locali del laboratorio
chimico merceologico
di regione Rollo
ad Albenga.
In forte crescita l’utilizzo
delle aziende a livello
provinciale e nazionale
per i servizi resi.
mento per i servizi di analisi e
consulenza, per la nostra
realtà locale e per la regione.
La gamma delle analisi offerte, già di per sé notevole, può
essere ampliata ulteriormente considerando il fatto che la
nostra struttura è parte integrante di una rete nazionale
di laboratori delle Camere di
Commercio italiane, che annovera realtà di eccellenza in
ogni settore d’interesse in
quanto situate in zone a forte
caratterizzazione imprenditoriale (Como e Biella per i tessuti, Vicenza per i metalli preziosi, Lucca per la carta, Udine per i mobili ecc.).
Nei prossimi numeri di Savona Economica saranno illustrate in dettaglio le principali attività e le novità riguardanti il nostro operato.
Rimaniamo a disposizione
per ogni chiarimento ed informazione ricordando i nostri
riferimenti:
www.lab-sv.camcom.it
[email protected]
tel e fax 018250960
Luca Medini *
*Direttore del laboratorio
chimico merceologico
Dal secondo semestre dell’anno 2007 il laboratorio
chimico merceologico della CCIAA di Savona ha un
nuovo direttore. Tra gli
obiettivi, la verifica, presso
la platea degli utilizzatori,
della qualità del servizio
offerto, al fine di evidenziarne i pregi ed i difetti.
tare l’operato del laboratorio
per poter offrire un servizio
realmente utile alle aziende
che vogliono qualificare il loro
te per prodotti freddi. Il deposito funzionerà come un gigantesco freezer di elevata potenza
(la temperatura di esercizio può raggiungere
25 gradi sottozero).
Inoltre all'esterno sarà predisposta un'area per
lo stoccaggio di contenitori frigoriferi, attrezza-
ta con colonnine per la fornitura di energia.
La decisione di ampliare gli spazi di stoccaggio è dovuta a due fattori. Da un lato all'esaurimento delle disponibilità all'interno dell'ex capannone Fiat, dall'altro al sempre più consistente sviluppo dei traffici contenitori nel porto
di Vado Ligure, dove sono attestate sempre
più numerose linee “giramondo”. Il Multiterminal, fin qui specializzato nei traffici di caffè e di
prodotti coloniali, si accinge a diventare un polo internazionale per l'import di surgelati e di
carne di produzione sudamericana.
10:13
Entro la fine di aprile sarà completato a Porto
Vado il nuovo grande magazzino climatizzato,
realizzato accanto al capannone di Multiterminal (ex Fiat). Cinquemila metri quadrati di superficie, alto 12 metri, il deposito sarà in grado di accogliere 6 mila pallets, in celle separa-
13-03-2008
VISTA SUL FUTURO
c
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N1 2008 - Savona Economica on-line