n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p. EDITORIALE Divulgare bene per uscire dalla crisi La crisi morde - e in profondità - il mercato dell’elettronica di consumo, con tassi di decresita nel 2011 superiori al 20% (dati gfk). Non c’è una sola causa dietro questa batosta, ma una concomitanza di nodi che stanno venendo al pettine tutti insieme. Certo, la crisi internazionale rende tutto più difficile. Anche il fatto che il confronto sia con il 2010 (anno dei più importanti Switch-off) è un’attenuante: un segno meno era facilmente preventivabile. Un altro fattore chiave è stata la “svalutazione” del prodotto, con prezzi che durante lo scorso anno hanno avuto andamenti in picchiata. L’elemento che appare però più subdolo, tanto che il mercato non ha tanta voglia di ammetterne l’esistenza, è l’affievolirsi dell’appeal di molte categorie di prodotto, in parte bruciate dagli smartphone e in parte arrivate alla fine di un ciclo di vita. Effetto “smartphone”: con 3400 euro di “telefonino” (tanto quanto costavano i cellulari qualche anno fa) oggi l’utente sostitiusce una serie ampia di altri apparecchi: fotocamere compatte, videocamere per uso occasionale, navigatori satellitari, audio player, console game portatili e così via. Tutti prodotti che comunque continuano ad essere disponibili pur diventando sempre meno “sexy”. Effetto “ciclo di vita”: alcune categorie importanti, come per esempio i TV, finto un ciclo di grandi innovazioni, oggi puntano su aspetti sui quali l’utente non è competente o semplicemente è troppo pigro per capirli. In realtà ci sono nuove categorie di prodotto (i NAS per esempio) in grado di risvegliare l’appetito digitale degli utenti, come anche aspetti innovativi delle vecchie categorie in grado di “ringovanirle”. Ma serve maggiore competenza nell’utenza: i grandi marchi dovrebbero investire di più nella divulgazione. Sono sforzi che non rendono nella gestione corrente, ma che assicurerebbero un futuro sano a questo mercato, quando la crisi internazionale sarà passata. I leader saranno abbastanza lungimiranti o prevarrà il “si salvi chi può” alla Schettino? Gianfranco Giardina TV & VIDEO / L’accesso a Internet porterà i servizi on demand? MySky HD: guida e menù HD Attivata la porta di rete Sky ha rivisto l’interfaccia grafica dei decoder MySky HD rendendola HD È stata abilitata anche la porta di Rete per interattività e Primafila DDAY.it magazine 41 In questo fascicolo tra le altre cose... TV & VIDEO PEOPLE & MARKET 02 Abbasso le TV OLED anoressiche 03 Panasonic apre al FLAC sui TV 2012 MOBILE 04 Windows Phone 8 tante novità in arrivo 07 Sci e snowboard, tutti in pista con la tecnologia 08 Come trasferire i contatti su uno smartphone DIGITAL IMAGING di M. Dalli D al 9 febbraio sera alcuni decoder MySky HD possono essere aggiornati a un software che implementa una nuova veste grafica e l’abilitazione della porta di Rete. Al momento l’aggiornamento va fatto manualmente dal menu (non si aggiorna automaticamente di notte) e riguarda soltanto alcuni modelli tra i decoder Samsung; tutti gli altri arriveranno progressivamente nel corso delle prossime settimane. I decoder Sky HD, secondo Sky, non verranno, invece, aggiornati alle nuove funzioni, anche se alcuni rumor sulla Rete sostengono il contrario. La veste grafica del nuovo software, come si vede nel video qui sotto, è ora più accattivante e finalmente in alta definizione, e consente di scorrere nella lista programmi direttamente dall’EPG, accedendo a tutte le informazioni sui programmi futuri senza dover accedere alla Guida TV. Nei menù del decoder, che ora sono completamente navigabili con le frecce del telecomando, rimane sempre visibile un riquadro con la diretta del canale che si stava seguendo prima di entrare nel menù; viene quindi abbandonata la musica di sottofondo. La seconda novità riguarda l’interfaccia di Rete, presente sui decoder ma finora disabilitata. L’abilitazione della porta Ethernet al momento trova utilizzo nell’acquisto degli eventi Primafila, per i quali non sarà più necessario telefonare o acquistare da Internet, ma il tutto potrà essere fatto direttamente dal decoder, tra cui anche controllare gli acquisti effettuati. La stessa porta viene inoltre utilizzata per l’interattività e per votare direttamente dal telecomando, operazioni finora possibili solo se il decoder era collegato alla linea del telefono. In futuro, però, non è da escludere che la porta venga utilizzata anche per nuovi servizi, come ad esempio lo streaming video da Internet (come già avviene per Premium Play di Mediaset) o la condivisione dei programmi registrati nel decoder verso un dispositivo portatile (smartphone o tablet) all’interno della rete domestica. video Il video con la veste grafica del nuovo software. 11 Pentax K-01 arriva a marzo 12 Fujifilm X-Pro1, le foto che fanno paura PC & MULTIMEDIA 13 Videochiamate HD di Skype 15 IPv6: cosa faranno gli operatori italiani? PEOPLE & MARKET 16 Sony malata? Ecco la ricetta di Kaz Hirai HIFI & HOME THEATER 17 Pro-Ject presenta i media player Hi-End GAME & MOVIE 19 Finalmente Soul Calibur V, l’abbiamo provato per voi TEST 21 JBL OnBeat Extreme 22 Samsung PS43D490 24 Motorola Razr 26 Vivitek Qumi n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / L’elettronica è nascosta nella base del televisore, a scapito dell’estetica del piedistallo e del TV stesso p.2 Abbasso le TV OLED anoressiche, vogliamo carne Arrivano i televisori OLED con il loro spessore da sogno, 4 mm. Ma dopo le prime foto dei TV LG si capisce che forse era meglio un TV più in carne di R. Pezzali L G ha presentato qualche giorno fa in Corea il suo TV OLED. Il TV LG, noi che l’abbiamo visto al CES di Las Vegas, ce lo ricordiamo così, in tutto il suo splendore con il suo corpo ultraslim da soli 4 mm di spessore. Un foglio di cartoncino, talmente sottile che fa quasi paura toccarla. Durante la presentazione ufficiale, però, del bellissimo TV che abbiamo visto a Las Vegas non c’è stata traccia: appoggiata su una mensola, infatti, la TV veniva sorretta da una base grossolana che sarebbe davvero gentile definire orribile. Ovviamente non sarà questa la base con cui LG lancerà la TV sul mercato (almeno lo speriamo), ma la cosa fa riflettere: le aziende non sanno dove nascondere l’elettronica. Negli anni passati tutti i tentativi di TV ultrasottile sono miseramente falliti: nel 2008 Sony lanciò lo ZX1, la prima TV LED Edge sul mercato talmente sottile che tutta l’elettronica era in un box esterno wireless. Una scelta questa che il mercato non ha accolto molto bene, il box esterno non funziona più. Ci ha provato qualche anno dopo Samsung con la serie C9000: bellissimi, costosi, ma quel piedistallo così spesso rispetto all’elegante base degli altri modelli non ha certo fatto breccia nel cuore della gente. Che dire poi del LEX-8 LG: chi l’ha visto? Qualche offerta da volantino quest’estate per far finire i fondi di magazzino, ma un design rovinato da quella base simile a un Blu-ray: bello LG OLED Sony ZX TV & VIDEO / Piattaforma Smart TV per i modelli di punta solo se attaccato al muro. Ora arrivano gli OLED, e lo spessore sembra sia l’argomento principale da usare per differenziare gli OLED dai sempre più sottili LCD. La stessa LG, nel corso della conferenza stampa, ha mostrato con orgoglio la sua creazione di fianco a un iPhone (ma non avevano uno smartphone LG?). Dopo quattro anni il problema resta: il pannello è sempre più sottile ma l’elettronica, i connettori, l’alimenta- Samsung C9000 tore da qualche parte devono essere infilati. Con un aumento di costi per la miniaturizzazione e con il rischio di avere un risultato che, all’occhio, proprio non ci soddisfa. Abbasso la TV anoressica e ultraslim. LG LEX-8 TV & VIDEO / Intervento dell’autorità per la pubblicità americana LG crede ancora negli HDD Recorder LG arrogante sul 3D, viene fermata Tre nuovi HDD Recorder con disco integrato, doppio tuner, lettore Blu-ray 3D Fermate le campagne LG sul 3D: schernivano Sony e Samsung senza prove di R. Pezzali di M. Dalli L G ha annunciato i nuovi modelli di HDD Recorder per il mercato europeo: HR929D, HR925D e HR825T. I modelli di punta avranno un doppio sintonizzatore digitale, 500 GB di disco integrato (1 TB sul modello HR929D) e supporto ai dischi Bluray 3D, oltre alla nuova piattaforma Smart TV 2.0 e DLNA grazie al Wi-Fi integrato. Interessante la doppia porta USB, in grado di leggere i più comuni formati audio video, inclusi MKV, DivX Plus HD e M2TS. Caratteristiche simili per il modello HR825T, che eredita il lettore Blu-ray 3D e il disco da 500 GB, ma perde uno dei due tuner e la piattaforma Smart TV; rimane la doppia presa USB, il Wi-Fi integrato, il lettore multimediale e il DLNA. Arriverà anche il modello HR720T, privo di disco integrato e Wi-Fi. Su tutti i modelli è possibile registrare anche su supporto esterno USB. I nuovi modelli arriveranno sul mercato in primavera. L G è finita nel mirino del Better Business Bureau, una sorta di agenzia garante per la correttezza della pubblicità, per la pubblicità realizzata negli States per promuovere le TV Cinema 3D. Due versioni dove LG stuzzica Sony e Samsung dicendo che 4 persone su 5 hanno preferito il loro TV rispetto a un TV 3D Sony o Samsung. LG ha commissionato un test alla cieca tra un suo LW570, un Sony EX720 e un Samsung 46D6420, e a quanto pare la gente ha scelto LG. Il Better Business Bureau però non è convinto della metodologia usata dall’azienda scelta da LG per realizzare questo benchmark, anche perché un semplice test su 3 modelli in condizioni standard non è affatto significativo. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / Oltre al formato FLAC, saranno supportati anche i formati DivX, MKV e gli MPO Panasonic apre al FLAC sui TV 202 I TV supporteranno molti formati nel media player integrato. Ecco quelli supportati, modello per modello di M. Dalli I l 2012 sarà l’anno del FLAC in casa Panasonic: oltre ai Blu-ray, infatti, il formato audio ad alta qualità verrà supportato anche sui TV della gamma 2012, sia LCD che Plasma. In particolare, il supporto al FLAC sarà esteso a tutta la gamma, eccezione fatta per i modelli di fascia bassa, ovvero il Plasma X50 e gli LCD U50, X50 e C50. Interessante anche la compatibilità con gli altri formati audio e video: oltre ai classici DivX troviamo anche gli MKV e gli MPO per le foto 3D (ovviamente solo sui modelli 3D). Nel complesso, quindi, un vasto parco di formati che allineano la gamma Panasonic ai migliori media player integrati. In attesa, ovviamente, di poterli testare con mano. p.3 TV & VIDEO Samsung vuole TV ancora più economici Secondo Samsung la richiesta di TV di fascia bassa per sostituire molti cinescopi obsoleti presenti nelle case è ancora molto elevata. Se ne sono accorti quando, in Corea, un grosso retailer ha introdotto sul mercato una serie di TV LED a un prezzo del 40% più basso rispetto a quello dei normali TV Samsung. Il segmento è chiaramente quello dei TV da centro commerciale, e in un’intervista alla Reuters Kim Hyun-suk, Executive Vice President della divisione Visual display di Samsung, ha detto che Samsung è pronta a entrare in questo segmento: “Ci stiamo preparando a lanciare modelli economicissimi e stiamo studiando le soluzioni per ottimizzare i costi di produzione e per abbassare i prezzi. Questi modelli ultra-economici saranno pronti per la vendita in uno o due mesi”. Non è certo sapere se questa strategia sarà per ora limitata alla Corea o se nel resto del mondo arriveranno anche TV Samsung dal prezzo ultracompetitivo; quel che è certo è che l’azienda ha già chiaro come superare la crisi, puntando anche sui mercati in via di sviluppo. TV & VIDEO / Un convertitore tra sorgente e display che trasforma il display in uno schermo 3D, grazie a un emettitore e a occhialini 3D 3Dfury porta la terza dimensione su qualsiasi TV Voglia di 3D, senza cambiare il TV? 3Dfury promette di rendere compatibile con i filmati tridimensionali qualsiasi TV, display o proiettore. Funzionerà? di M. Dalli C hi ha comprato di recente un TV non 3D e vuole godersi i film in tre dimensioni, senza però disfarsi del televisore, può ora contare su 3Dfury, un piccolo convertitore, realizzato dai creatori dell’HDCP Stripper “HDfury”, che si frappone tra sorgente e display e che, grazie a un emettitore e a occhialini 3D, consente di trasformare qualsiasi display in uno schermo 3D. In ingresso il 3Dfury accetta qualsiasi sorgente 3D, dai Blu-ray 3D alle console, passando per i decoder, in qualsiasi formato (Side by Side, Top/Bottom e Frame Sequential). In uscita, invece, il segnale viene inviato al TV, senza modificare l’audio, con 1 frame di ritardo, il che dovrebbe renderlo indicato anche per i giochi. Il TV processerà poi l’immagine a velocità doppia (50/60 o 100/120 Hz), mentre gli occhialini, con emettitore collegato al 3Dfury, si occuperanno di chiudere alternativamente l’occhio non interessato dal fotogramma presente in quel momento sullo schermo. Per chi ha un proiettore, 3Dfury può funzionare sia con i modelli DLP Link (in tal caso richiede occhialini di questo tipo) sia in modalità a doppia uscita, usando proiettori per i fotogrammi sinistro e destro (in questo caso è possibile utilizzare occhialini di tipo polarizzato). 3Dfury può funzionare con qualsiasi occhialino a Radio Frequenza provvisto di emettitore che supporti lo standard mini-DIN a tre poli, tuttavia è possibile acquistare, assieme al 3Dfury, anche occhialini e trasmettitore che siano configurabili al meglio. Il 3Dfury al momento è in prenotazione sullo store europeo a 350 euro, sprovvisto di occhialini ed emettitore (rispettivamente 100 e 50 dollari). Le spedizioni dei preordini dovrebbero cominciare il 15 febbraio. Non possiamo sapere se e come funziona questo convertitore, tuttavia rappresenta una spesa sicuramente inferiore rispetto a qualsiasi TV 3D, anche se il costo totale, non proprio economicissimo, ne fa un buon affare soltanto se si intende salvare un TV di fascia medio-alta. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it MOBILE / Grossi cambiamenti tra cui Skype per Windows Phone e funzioni per l’utenza business Windows Phone 8: tante novità in arrivo Un video finisce in rete e svela tutte le novità della prossima versione di Windows Phone, nome in codice “Apollo” di P. Centofanti P ocketNow ha ottenuto un video interno di Microsoft in cui il capo progetto di Windows Phone, Joe Belfiore, illustra alcune delle novità che verranno introdotte in Windows Phone 8, e i cambiamenti sono tanti e importanti. La prossima versione del sistema operativo mobile di Microsoft, che attualmente ha il nome in codice di “Apollo”, sarà innanzitutto basata sullo stesso kernel di Windows 8, a differenza dell’attuale Windows Phone 7.5 che è ancora basato su Windows CE. Ciò permetterà di offrire un’estrema integrazione tra i due ambienti sia come funzionalità sia come esperienza di utilizzo. Questo cambio profondo di architettura non romperà comunque la compatibilità delle attuali applicazioni con la nuova versione del sistema operativo. L’altra grossa novità è che con Apollo arriverà anche Skype per Windows MOBILE JVC trasforma la docking in un tavolino Un “comodino-speaker”, da mettere di fianco al letto per caricare iPhone e iPad. È la nuova idea di JVC che ha integrato in un mobile una docking dotata di due altoparlanti da 30 watt, di radio FM e di sistema StudioSound HD per migliorare la resa. L’N-BX3, questa la sigla del prodotto, è abbastanza resistente per appoggiare libri e altri oggetti. Il “comodino” digitale è disponibile in due finiture, il prezzo è di 40.000 yen, circa 400 euro, e ancora non sappiamo se e quando arriverà in Italia. Phone e lo farà anche in questo caso all’insegna dell’integrazione nel sistema operativo: essenzialmente, da quello che si intuisce, la funzione di chiamata di Skype sarà direttamente integrata con le normali funzioni telefoniche; su questo punto c’è chi dice che le cose non staranno così, ma che Skype sarà una normale app. In ogni caso, le applicazioni potranno ora comunicare tra di loro, mentre la fotocamera avrà un’app tutta nuova denominata “Lens”. Arriverà il supporto all’NFC e ci sarà una maggiore integrazione del servizio cloud SkyDrive “alla iCloud”. Inoltre, sarà presente una nuova funzionalità denominata “Data Smart” che permetterà di monitorare e ridurre la quantità di dati scambiati sulla rete telefonica, mentre Internet Explorer 10 si appoggerà a un motore “esterno” per velocizzare il caricamento delle pagine e minimizzare i dati scambiati alla Opera Mini. Infine, aumenteranno le funzionalità dedicate all’utenza business tra cui nuove funzioni di sicurezza per le aziende e la possibilità di criptare il contenuto della memoria. Importanti novità anche sul fronte della varietà dell’hardware, visto che, oltre all’NFC, Windows Phone 8 supporterà fino a quattro risoluzioni diverse di schermo, la possibilità di utilizzare schede microSD e arriverà il supporto ai processori multi-core. p.4 MOBILE Google assume un buttafuori per il Market Introdotto sul Market un meccanismo automatico per cacciare dallo store le applicazioni che nascondono software malevolo di P. Centofanti Il rovescio della medaglia della politica di apertura fin qui seguita nell’Android Market è che in mancanza di controlli possono finire sugli smartphone degli utenti applicazioni truffaldine contenenti malware. Spesso sviluppatori senza scrupoli pubblicano infatti app con nomi che traggono in inganno sfruttando la popolarità di altri programmi, diffondendo così software che possono rappresentare un rischio per la sicurezza. Il team di sviluppo di Android ha però svelato ieri un nuovo sistema di sicurezza per l’Android Market denominato “Buttafuori” (leggi qui). SMARTHOME Genio, la nuova Nescafé Dolce Gusto Un tocco di Genio anche nel mondo delle macchine per caffè Due differenti colori per i modelli proposti da Krups e De’ Longhi di S. Zucca Nescafé Dolce Gusto, in collaborazione con Krups e De’ Longhi, presenta Genio, la nuova macchina per il caffè dotata di un particolare sistema automatico per l’erogazione delle bevande. Genio permette infatti di preparare cinque varietà di caffè espresso e 16 bevande a base di caffè, latte, cacao e tè. Basta scegliere la bevanda, verificare sulla capsula il dosaggio consigliato e selezionarlo sul display della macchina. La macchina Genio di Krups (disponibile nel colore grigio-titanio) e quella De’ Longhi (disponibile in nero) hanno un serbatoio dell’acqua removibile da 0,6 litri, il sistema Eco-Mode, che spegne automaticamente la macchina dopo 20 minuti di inutilizzo, e il sistema Thermo Block, che prepara la macchina in 30 secondi mantenendo la temperatura costante. I due modelli Genio di Nescafé Dolce Gusto sono disponibili nei migliori negozi specializzati e ipermercati e sul sito www-dolce-gusto.it al prezzo consigliato di 129 euro. Come suggerisce bene il nome, lo scopo di questa nuova contromisura è quello di individuare preventivamente quelle applicazioni malevole che si insinuano nel Market e di rimuoverle dallo store. Quando una nuova applicazione viene caricata sul Market, il sistema innanzitutto ispeziona il codice per verificare la presenza di malware o trojan noti. Poi controlla il comportamento dell’applicazione per verificare se ha delle similitudini con altre applicazioni che hanno già provocato dei problemi. Ciò avviene facendo girare di fatto tutte le applicazioni in una macchina virtuale, simulando il comportamento su un dispositivo Android. Il nostro nuovo “amico” Buttafuori sarebbe già entrato in azione “da qualche tempo” e nella seconda metà del 2011 Google ha constatato un crollo del 40% delle applicazioni sospette presenti sul Market rispetto ai sei mesi precedenti. Tocca lo schermo resta al caldo iTECHgloves Il guanto che funziona con tutti i display touchscreen e tiene al caldo le dita. Ideale per smartphone e tablet www.gebl.net n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it MOBILE Galaxy S Advance passaggio al dual core Samsung ritocca il suo vecchio Galaxy S proponendo una rinfrescata versione Advance. Siglato GT-i9070, questo nuovo smartphone guadagna un processore Exynos dual core e uno schermo da 4” OLED leggermente curvato come quello del Nexus S, con risoluzione di 800 x 480. La fotocamera, da 5 Megapixel, guadagna anche un flash LED. Samsung presenterà ufficialmente il nuovo Galaxy S Advance al Mobile World Congress di Barcellona di fine febbraio. Il sistema operativo sarà Gingerbread 2.3 (ma non è escluso un futuro update al 4.0) e il prezzo non è ancora stato stabilito, ma viste le caratteristiche ipotizziamo possa andare dai 250 ai 350 euro. MOBILE / In arrivo una versione mobile della televisione live? MOBILE Il portale Rai.tv abbandona (in parte) la piattaforma Silverlight di Microsoft Questo per rendersi compatibile con i dispositivi Apple, iPhone e iPad Sembra proprio che il mercato degli smartphone voglia sempre più assomigliare a quello dei PC, in cui ogni due per tre si fanno piccoli ritocchi alle specifiche tecniche. E così, spulciando negli score di popolari servizi di benchmark, succede di trovare un Galaxy Nexus con processore grafico PowerVR SGX544 invece dell’SGX540. Ciò sembrerebbe indicare che qualcuno stia giocherellando con un Galaxy Nexus con il nuovo chipset Texas Instruments OMAP4470 che potrebbe portare il clock dello smartphone Google fino a 1.8 GHz. Quello che più conta è che la nuova versione offrirebbe un bel balzo in termini di prestazioni grafiche. E a questo punto viene da chiedersi cosa ne penseranno i primi acquirenti del Galaxy Nexus, che in poco più di due mesi potrebbero vedere il proprio smartphone prematuramente “invecchiato”. Rai.tv in diretta su Apple di M. Dalli O rmai già da un po’ di tempo il portale Rai.tv, storicamente legato alla piattaforma Silverlight di Microsoft, è visibile (e con esso i canali in diretta streaming) anche sui dispositivi Apple, come iPhone e iPad. Il sito Rai ha infatti implementato la diretta in streaming dei propri canali utilizzando il protocollo HTTP Live Streaming di Apple, anche se il portale stesso non ha una versione mobile facilmente consultabile dal display di uno smartphone. Vista la tecnologia adottata, purtroppo, gli smartphone che integrano il sistema operativo Android sono al momento esclusi. Ci pare ad ogni modo una notizia importante, perché potrebbe aprire finalmente “le porte” alla diretta televisiva anche a tutti i dispositivi mobili che non siano Windows Phone 7. E chissà che, oltre all’HTTP Live Streaming, in futuro non arrivi anche una versione HTML5 finalmente universale e senza il tanto odiato DRM, visibile da qualsiasi dispositivo che sia in grado di supportarlo? MOBILE / Forse è in arrivo a fine febbraio al prossimo Mobile World Congress di Barcellona Retina per tablet: il prototipo Samsung Samsung ha mostrato un prototipo di tablet col processore Exynos da 2 GHz e schermo da 2.560x1.600 pixel di P. Centofanti D opo le indiscrezioni dello scorso marzo 2011, Samsung ha recentemente mostrato alla stampa americana un prototipo di tablet con due caratteristiche interessanti: la prima è la presenza del nuovo processore dual core Exynos 5 da 2 GHz, costruito con processo produttivo a 32 nm (contro i 45 nm della generazione precedente e degli altri chip, come ad esempio il Tegra 3 di NVIDIA); una caratteristica che consente di ridurre i consumi del 40% circa. L’altra peculiarità del prototipo Samsung è lo schermo: un display da 11,6 p. pollici con risoluzione WQXGA, ovvero 2.560x1.600 pixel (16:10). Tanto per fare un confronto, il tanto rumoreggiato display Retina del futuro iPad 3 potrebbe avere risoluzione QXGA, ovvero 2.048x1.535 pixel (4:3), su un display da 10,1 pollici. Schermo e processore di Samsung potrebbero vedere la luce in un tablet assemblato in tempo per il prossimo Mobile World Congress di Barcellona, in programma a partire dal 26 febbraio. Questo potrebbe essere un buon motivo per Samsung per farsi “perdonare” l’assenza alla manifestazione del Galaxy S III. Google è affetto da “upgradite”? MOBILE Il Galaxy S III snobba Barcellona Samsung ha annunciato con un comunicato ufficiale una voce che girava già da qualche tempo: al Mobile World Congress che si terrà a Barcellona a fine febbraio l’azienda non proporrà il successore dell’apprezzatissimo Galaxy S II. Il Galaxy S III verrà presentato più avanti in un evento completamente dedicato, in una data più vicina al lancio effettivo del prodotto sul mercato. Del resto Samsung aveva organizzato un (estenuante) evento di lancio lo scorso anno a Barcellona a metà febbraio, ma il Galaxy S II non arrivò nei negozi europei se non a ridosso dell’estate e negli Stati Uniti addirittura l’autunno seguente. In ogni caso Samsung assicura che sarà presente all’MWC 2012 con altre importanti novità di prodotto. Tablet? Windows Phone? Noi saremo a Barcellona per raccontarvele. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it MOBILE / Le nostre performance sulle piste possono essere ben documentate da prodotti altamente tecnologici ormai irrinunciabili p. Sci e snowboard: tutti in pista con la tecnologia Smartphone, fotocamere, videocamere e accessori: sono sempre di più i prodotti studiati per gli sport invernali. Una panoramica di ciò che offre il mercato di R. Pezzali L a neve è arrivata (anche troppa direbbe qualcuno): la stagione dello sci è ormai avviata e andrà avanti ancora per qualche mese. Siete sicuri di essere super attrezzati per le piste? Negli ultimi anni i gadget tecnologici dedicati agli sport invernali e a quelli estremi si stanno diffondendo sempre di più: dalle videocamere alle maschere, ormai per l’appassionato non c’è che l’imbarazzo della scelta. Abbiamo pensato di fare una carrellata dei prodotti più interessanti presenti sul mercato. L’immancabile videocamera sul caschetto Con l’esplosione di Facebook e di YouTube ogni sciata è un ricordo e sono sempre di più gli sciatori che attaccano al caschetto una videocamera per immortalare le loro imprese ad alta definizione. Non tutte le sport camera però sono adeguate allo scopo: negli ultimi anni sono state lanciate sul mercato tante videocamere HD rugged e waterproof, ma solo chi le ha usate sa quanto sia importante avere una lente grandangolare estrema, quasi un fish-eye. Sul mercato le migliori scelte disponibili sono due: Drift HD e Go Pro seconda edizione. Due videocamere waterproof, capaci di riprendere a 1080p e a 720 anche a 60 fps con un grandangolo di circa 170 gradi, indispensabile se si attacca la camera al caschetto o alla maschera. La Drift HD ha un pratico telecomando, un display per vedere subito quello che si riprende e dispone anche di una lente orientabile per correggere l’inquadratura; la GoPro dalla sua ha un numero maggiore di accessori per poterla attaccare a diversi dispositivi. Chi invece vuole evitare una videoca- no un telefono sostitutivo, e in questo caso c’è chi ha realizzato smartphone corazzati waterproof e shockproof pensati proprio per chi fa sport. Sony Ericsson ha lanciato da tempo l’Xperia Active, uno smartphone “extreme” con processore da 1 GHz, fotocamera da 5 Megapixel e schermo da 3”: con Android Gingerbread a bordo è un vero e proprio smartphone che può essere usato anche nella vita di tutti i giorni. Da qualche giorno è disponibile anche la versione “Billabong”, pensata per Videocamera Drift HD mera sul caschetto può guardare con interesse alla Apex HD di Liquid Image: è una maschera da sci o snowboard con lenti intercambiabili all’interno della quale è stata inserita una videocamera HD con ripresa 1080p grazie a un sensore da 12 Megapixel. La Apex non ha un display, ma ha due interessanti funzionalità: è Wi-Fi e può fare streaming di video; inoltre ha un modulo GPS integrato per memorizzare le informazioni di geolocalizzazione. Altra soluzione di maschera/videocamera integrata è quella proposta da Zeal Optics, che con la sua Ion offre una videocamera HD 1080p e può ospitare il visore Recon interno per controllare in tempo reale le riprese. tro ancora da posizionare all’interno di una serie di maschere predisposte. Il modulo ora è disponibile anche in versione Live, ovvero collegabile in Bluetooth a uno smartphone e a una videocamera in Wi-Fi: trasmette la posizione degli amici, fa da navigatore per i fuoripista e mostra anche il segnale di un’eventuale videocamera posizionata alle spalle (clicca qui per vedere il video). I moduli Recon sono inseribili in diverse marche di maschere predisposte, dalla Alpina alla Zeal alla Briko. Buhel G33 gli amanti della tavola da snow. Della stessa famiglia anche il Motorola Defy: sempre corazzato ma con uno schermo touchscreen più grande, 3.7”. Il prezzo di questi telefoni si aggira attorno ai 250 / 300 euro. Non solo sulla neve Maschere da sogno Sempre restando in ambito di maschere, una soluzione interessante è quella della Buhel: il modello G33 include un sistema di comunicazione Bluetooth che si collega a player MP3 o smartphone per ascoltare musica o rispondere a telefonate usando i due tasti sul lato. La maschera funziona anche da microfono grazie a due sensori che captano i movimenti e le contrazioni dei muscoli facciali. Oltre a questo è stato inserito anche un interfono che mette in comunicazione tra loro fino a sei maschere, che possono così dialogare senza problemi in un raggio di 500 metri circa. Chi però vuole esagerare può sempre dotarsi del modulo Recon da inserire nella maschera: è un visore HUD che mostra informazioni come la velocità di discesa, la posizione, la durata di un eventuale salto e al- SonyEricsson Xperia Active Smartphone antighiaccio Portare uno smartphone sulla neve non è sempre indicato. Basta una caduta o la giacca bagnata per creare problemi. Anche perché, non tutti lo sanno, gli smartphone moderni hanno un indicatore di “bagnato” nascosto spesso dentro il jack della cuffia: l’indicatore serve ai centri di assistenza per vedere se un telefono, apparentemente sanissimo ma non funzionante, è magari scivolato in acqua. In caso di condizioni atmosferiche precarie, di una caduta nella neve o di eccessiva umidità, l’indicatore potrebbe segnalare contatto con l’acqua e creare futuri problemi nel caso in cui si debba portare il telefono in assistenza. Ecco perché molti scelgo- Non potevano mancare gli indumenti riscaldanti: non sono una novità assoluta, perché già in commercio esistono prodotti simili, ma i nuovi guanti riscaldanti in queste fredde giornate potrebbero dare grandi soddisfazioni. Isolati con una sottile pellicola 3M Thinsultate e dotati di serpentine riscaldanti regolabili su quattro temperature, questi guanti integrano una batteria che garantisce fino a 8 ore di calore con una singola carica. E non costano nemmeno troppo: 159$. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it MOBILE / Windows Phone, Android e iOS: gestisci al meglio il tuo dispositivo portatile in base al sistema operativo integrato p.8 Guida: come trasferire i contatti su uno smartphone Vediamo quali sono le soluzioni disponibili per trasferire i contatti della propria rubrica dal vecchio telefono allo smartphone appena acquistato di M. Monti P assare da un telefono “normale” a uno smartphone porta con sé tanti vantaggi e comodità, consentendo, ad esempio, un accesso al web e a tutte le applicazioni ad esso collegate sfruttando ampi schermi multitouch, per non parlare del vasto settore del gaming in mobilità. Il primo passo da compiere al momento dello switch tra i due telefoni consiste però nel passare i contatti da un terminale all’altro. Un’operazione semplice sulla carta ma che può nascondere non poche insidie e diventare abbastanza complessa e macchinosa in particolari situazioni. Con questa guida cercheremo di fare un po’ di chiarezza prendendo in considerazione alcune regole e procedimenti generali di buon uso e gestione dei contatti, quindi andremo a vedere i casi specifici dei tre maggiori sistemi operativi per smartphone: Windows Phone, Android e iOS. I contatti sono nel telefono La maggior parte degli utenti in possesso di un telefono hanno i contatti salvati nel telefono o nella SIM, senza la possibilità di connettere il terminale al PC o di effettuare backup online. I passaggi da compiere in questo caso sono: Copiare i contatti dal telefono alla SIM Inserire la SIM nel nuovo smartphone e copiare i contatti nella memoria dello smartphone Nel caso la SIM non sia sufficientemente capiente per contenere tutti i contatti, si dovrà ripetere l’operazione di copia più volte, fino ad averli trasportati tutti all’interno della memoria dello smartphone, che non ha praticamente limiti come numero di contatti salvabili e di campi associabili a ogni nominativo Collegare lo smartphone al PC e usare il software a corredo per modificare i contatti. Nei telefoni più vecchi, ad esempio, il campo utilizzabile per salvare il numero di telefono era univoco, mentre con uno smartphone è possibile associare a un unico nominativo il numero del cellulare, dell’ufficio, del fax, oltre a completare la scheda • • • • Windows Phone si appoggia, per contatti e calendario, a Windows Live, anche se una volta sincronizzati e sistemati questi non compaiono come sul telefono nell’interfaccia web di Live. Urgono da questo punto di vista notevoli miglioramenti e, possibilmente, un’integrazione più efficace con Zune, che consente di gestire tutto il resto dello smartphone tranne, appunto, la rubrica contatti. di ogni nominativo con e-mail, indirizzo di casa, account dei vari social network, ecc Una volta ordinati e raggruppati i contatti nella rubrica, è consigliabile sincronizzarla con un account mail come Gmail o Hotmail, così da avere il backup della rubrica sempre aggiornato. Attenzione però che la sincronizzazione funziona a due vie, quindi aggiungendo un account mail verranno importati i contatti e gli indirizzi mail relativi, che si andranno ad aggiungere a quelli esistenti che andranno, molto probabilmente, riorganizzati con le nuove entrate. Si tratta, come visto, di un lavoro da compiere per gradi, occupandosi prima dei contatti nudi e crudi importati dal vecchio telefono e sistemati mettendo insieme i vari “Lory cell”, “Lory uff”, “Lory fax”, ecc, in un unico contatto ben strutturato, da completare poi in un passaggio successivo con la sincronizzazione tramite l’account mail - o più probabilmente, i molteplici account mail posseduti -, completando l’opera con l’associazione ai profili Facebook, Twitter e così via. • I contatti sono nel telefono ma posso trasferirli nel PC e-mail come Outlook, Eudora o Thunderbird, unire tutti i contatti presenti organizzandoli e sistemandoli a dovere e quindi caricare il tutto sempre su un servizio mail come Gmail. Windows Phone centralizza tutto I possessori di uno smartphone Windows Phone hanno a disposizione una serie di pagine di approfondimento sulla questione “come scarico i contatti nel telefono” che affrontano in maniera abbastanza chiara le varie opzioni a disposizione (clicca qui per vederle). Per importare contatti che sono già online è sufficiente aggiungere l’account che si desidera importare nel telefono e attendere che avvenga la sincronizzazione. Poiché i vari account e social network possono venir raggruppati sotto ogni nominativo nell’Hub Contatti, è possibile filtrare gli account di cui si desidera visualizzare i contatti, così da evitare, ad esempio, che nell’Hub Contatti compaiano centinaia di indirizzi mail appartenenti all’indirizzo mail che usiamo per ricevere comunicati stampa, proposte commerciali, newsletter e quant’altro. La rubrica del Mac è l’ideale per l’iPhone Passando da un telefono a un iPhone c’è innanzitutto da considerare se si tratta di un 3GS o un 4/4S, visto che nel primo caso le operazioni di copia della rubrica avverranno tra due SIM uguali, mentre nel secondo caso si dovrà cambiare tipologia di SIM passando a una micro-SIM. Con un iPhone 3GS è quindi sufficiente copiare i contatti dal vecchio telefono alla SIM e poi inserirla nell’iPhone 3GS per poterli gestire in maniera completa. Con un iPhone 4/4S è invece necessario spostare tutti i vecchi contatti nel telefono, inserire la micro-SIM non ancora staccata dal supporto mini-SIM, copiarci i contatti del vecchio telefono e quindi inserirla nello smartphone Apple dopo aver staccato la microSIM dal supporto. Una volta che i contatti sono nell’iPhone è possibile collegarlo a un computer con iTunes, preferibilmente un Mac per sfruttare la Rubrica integrata con la quale gestire ogni singolo contatto al meglio e poter caricare e sincronizzare questi contatti anche con quelli presenti in un account Gmail e Yahoo!. Anche gli Nel caso in cui si possieda il cavo dati/ USB per collegare il telefono al PC, la soluzione migliore consiste nell’esportare la rubrica contatti in formato CSV, che può poi essere facilmente importato da servizi mail come Gmail e da qui scaricato sullo smartphone configurando l’account di posta nel quale si è importato il CSV. Volendo è possibile effettuare prima un ulteriore passaggio e importare il CSV in un client segue a pag. 9 n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p.9 GAME & MOVIE / Processore e scheda grafica quad core, display touchscreen OLED e fotocamera PS Vita arriverà in Italia con Vodafone La versione 3G sarà disponibile con abbonamento di due anni a Vodafone, 19 euro al mese e 1 GB di dati di P. Centofanti I l 22 febbraio sarà finalmente disponibile anche in Italia la nuova console portatile di Sony, PlayStation Vita. La console sarà disponibile sia in versione Wi-Fi sia con connessione 3G e recentemente è stata svelata l’offerta relativa a quest’ultimo modello, che inizialmente verrà lanciato in partnership con Vodafone. L’operatore darà, infatti, la possibilità di avere PlayStation Vita sottoscrivendo un abbonamento di due anni a 19 euro al mese, senza anticipo (solo fino al 31 marzo, poi con un contributo iniziale di 49 euro) e con una SIM con traffico dati illimitato. Fino a 1 GB di dati si potrà navigare a 1.8 Mbit/s, ma superata la soglia la velocità verrà limitata a 64 Kbit/s. Chi opterà per l’acquisto senza abbonamento troverà, invece, in dotazione una SIM Vodafone ricaricabile con 5 euro di traffico. La ricaricabile prevede navigazione illimitata a 1 euro al giorno con canone mensile di 5 euro. Con la sottoscrizione di un abbonamento o caricando sulla ricaricabile almeno 15 euro, gli utenti potranno inoltre scaricare gratuitamente il gioco Wipeout 2048. PlayStation Vita, che DDay.it ha già avuto modo di provare (per leggere la prova completa, clicca qui), è la console portatile di nuova generazione con processore e scheda grafica quad core, display touchscreen OLED da 5 pollici, fotocamera po- steriore e anteriore. La console integra nuove funzionalità interessanti, come ad esempio un potente motore di realtà aumentata (per vedere il video clicca qui), ma introduce anche un nuovo formato di memory card proprietario per la distribuzione dei giochi che potranno essere acquistati anche sul PlayStation Network Store. PEOPLE & MARKET Telecom: 00 Mbit per 99 comuni entro il 204 Banda ultra-larga? Telecom Italia ci sta lavorando e prevede, entro il 2014, di portare connessioni ultra-veloci in 99 comuni italiani. Il processo avverrà in due fasi: la prima consisterà nel portare la fibra negli armadi, in modalità FTTCAB, e da lì proseguire verso l’abitazione con tecnologie come la VDSL2, che consente di raggiungere su rame velocità di 30 o 50 e più Mbit/s. Solo in una seconda fase si passerà alla FTTH, ovvero a raggiungere le case con la fibra, portando così connessioni da 100 Mbit/s. Entro il 2020, inoltre, la presenza delle soluzioni FTTCAB crescerà fino a 200 comuni, coprendo così il 50% della popolazione. Si spera che i prezzi scendano rispetto all’attuale offerta Fibra. Sul fronte digital divide, entro il 2013 oltre il 98% della popolazione sarà coperta da servizi a banda larga da almeno 640 Kbit/s. Un aiuto potrebbe arrivare dall’LTE, la rete mobile di quarta generazione, che promette di coprire il 45% della popolazione entro il 2014, per poi passare all’85% entro il 2020; per quell’anno il progetto è di portare almeno 30 Mbit/s a tutti. Ce la faranno? MOBILE Trasferire i contatti su uno smartphone segue da pag. 8 utenti Windows comunque possono sincronizzare il tutto sfruttando la rubrica di Outlook o le funzioni Rubrica (Windows XP) o Contatti (Windows Vista / 7) e importando i contatti degli account mail posseduti o in formato file, come CSV e vCard. La pagina di supporto Apple è disponibile qui. Android, flessibile ma meno “standard” Android tiene fede alla nomea di sistema operativo molto flessibile ma anche molto frammentato, con i vari costruttori che mettono a disposizione suite personalizzate o di terze parti mediante le quali gestire il trasferimento dei contatti dalla SIM del vecchio telefono allo smartphone Android. In tutti i casi il passaggio da Gmail è praticamente scontato e ovvio e l’uso della sezione Contatti di Gmail rappresenta il modo più semplice per organizzare e sincronizzare i propri nominativi. Il modo più immediato per trasferire i contatti consiste nel copiare la rubrica del vecchio telefono nella SIM e importare nella Rubrica dello smartphone Android i nominativi, che andranno poi sincronizzati con l’account Google, uniti con altri contatti preesistenti e sistemati a dovere. L’importazione può avvenire anche con i contatti dei social network come Facebook e programmi come Skype, i quali andranno associati e uniti ai contatti già nella rubrica. Nel caso si abbiano contatti sparsi in altre rubriche in locale, come quella del client e-mail (Outlook, Eudora, Mail), è preferibile unire sul PC i vari contatti esistenti ed esportarli in formato CSV, da importare poi in Gmail. Molte risorse sono disponibili all’interno del forum di supporto cliccando qui. Importare i contatti è una buona scusa per fare ordine Quale che sia il sistema operativo e il modello di smartphone a cui si sta passando, la migrazione dei contatti dalla vecchia SIM al nuovo super-cell rappresenta sicuramente una buona occasione per fare ordine al (probabile) caos che regna nella propria rubrica contatti. Il passaggio da un account mail è praticamente universale e Google rappresenta la scelta più logi- ca visto il suo saper essere multipiattaforma e ben supportato anche dai sistemi operativi non-Android. Ci sono certamente degli aspetti da migliorare per ogni piattaforma: Windows Phone deve far compiere un notevole passo in avanti all’interfaccia web di Windows Live e alla relativa sezione dei Contatti, assolutamente non adeguata a gestire la controparte presente sul terminale nell’Hub Contatti; iOS potrebbe fornire un’integrazione migliore dell’aspetto social all’interno di ogni nominativo, mentre Android è un mondo con tanti terminali e diverse versioni software installate, dove proliferano bug e intoppi di piccola entità ma difficili da tappare in quanto appartenenti a un universo decisamente variegato. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it DIGITAL IMAGING Olympus OM-D micro 4:3 (molto) retrò Potrebbe essere presentata a breve la nuova fotocamera Micro Quattro Terzi di Olympus, la OM-D, caratterizzata da un look estremamente retrò di M. Dalli Olympus starebbe per lanciare sul mercato una nuova fotocamera Micro Quattro Terzi chiamata OM-D. La macchina, secondo quanto rivelato da PhotoRumors, potrebbe avere un sensore CMOS da 16 Megapixel con sistema di stabilizzazione a 5 assi integrato nel corpo macchina. Interessante anche la sensibilità, che andrebbe da 200 a 25.600 ISO (non è chiaro se in modalità estesa oppure no). Caratteristica rara tra le mirrorless, inoltre, la OM-D potrebbe avere anche un mirino elettronico integrato da 1,44 Megapixel, che si affiancherebbe al display OLED touch da 3 pollici. Tra le altre presunte caratteristiche, spiccano la possibilità di scattare a raffica a 4 fps e una velocità dell’otturatore che andrebbe da 1 minuto a 1/4000 sec, oltre alla registrazione Full HD limitata, come di consueto, a 29 minuti. La Olympus OM-D potrebbe essere presentata a breve, per poi arrivare sul mercato a un prezzo di circa 1.100 euro. Insieme alla macchina, Olympus potrebbe presentare anche due nuove ottiche con attacco Micro Quattro Terzi, un 75mm f/1.8 e un 60mm f/2.8 macro, oltre a un battery grip. DIGITAL IMAGING / Sensore APS-C da 16,28 MP e alta sensibilità Pentax K-0 arriva a marzo Una mirrorless realizzata in collaborazione con il designer Mark Newson di M. Dalli P entax ha presentato una nuova fotocamera mirrorless, la K-01. A differenza delle altre mirrorless del produttore giapponese, questa K-01 monta un sensore APS-C da 16,28 Megapixel, capace di scattare a raffiche di 6 frame al secondo. Molto buona anche la sensibilità, che arriva fino a 12.800 ISO (25.600 ISO in modalità estesa), e il sistema di autofocus a ricerca di contrasto con 81 punti di messa a fuoco selezionabili. La K-01 avrà anche alcune interessanti funzioni, come la registrazione video a 1080p in H.264, a 24, 25 o 30 fotogrammi al secondo, e una modalità HDR automatica, direttamente selezionabile dalla ghiera dei modi e personalizzabile tramite la selezione di uno dei tre incrementi di esposizione. Sul dorso della fotocamera trova invece posto un display LCD da 3 pollici e 921.000 pixel. Questa nuova K-01 sarà inoltre compatibile con tutte le ottiche Pentax per reflex, con attacco K. Ciononostante, insieme alla K-01 Pentax introdurrà anche una nuova lente, un 40mm f/2.8 XS. La disponibilità della K-01 è prevista per metà marzo, nelle tre colorazioni giallo, bianco e nero. Siamo ancora in attesa di conoscere il prezzo ufficiale per l’Italia; negli USA, tuttavia, la fotocamera arriverà a 750 dollari solo corpo macchina, 900 dollari per il kit con il 40mm (la lente separatamente costerà 250 dollari). p. DIGITAL IMAGING Panasonic TZ30 la 20x più compatta Secondo l’azienda la TZ30 è la superzoom più compatta sul mercato. E registra anche a 1080 e 60 fps di R. Pezzali Panasonic ha annunciato la Lumix DMC-TZ30, a suo dire la superzoom più compatta presente sul mercato. La TZ30 è una fotocamera di fascia alta (370 euro da marzo), che in poco meno di 3 cm riesce a inserire uno zoom da ben 20x equivalenti a un 24-480 mm. Il sensore è da 14 Megapixel MOS e, grazie a un nuovo processore, riesce a scattare a ben 10 fps di burst. Non mancano poi pieni controlli manuali, effetti d’immagine, un GPS per il geotag delle foto e la modalità di registrazione video che arriva a 1080p@60 fps. Per risparmiare c’è la TZ25 (300 euro), simile al modello top ma con sensore da 12 Megapixel, zoom 16x e registrazione video 1080i@60 fps. DIGITAL IMAGING Nikon D800, 3 Megapixel di Full Frame Arriverà a marzo negli Stati Uniti la reflex Nikon, disponibile a 3000$ di M. Dalli I rumor di corridoio sono stati confermati: la prossima reflex Full Frame di Nikon, la D800, avrà effettivamente un sensore da 36 Megapixel. Ma non è solo questa la caratteristica impressionante di questa macchina: molte novità sono già presenti nella top di gamma D4, come per esempio l’esposimetro RGB da 91.005 pixel, il display da 3,2 pollici (921.000 pixel), il processore Expeed 3 che promette tempi di avvio di 0,12 secondi e il sistema di autofocus a 51 punti a croce. Rispetto alla D4, però, nella D800 la sensibilità scende a 6400 ISO, espandibili a 25.600 ISO; niente slot XQD, ma per le foto c’è un doppio sistema Compact Flash e SD. Interessanti anche l’uscita HDMI non compressa, soprattutto per le riprese video professionali, oltre alla porta USB 3.0, necessaria vista l’enorme mole di dati da muovere (un TIFF a 36 Megapixel sfiora facilmente i 200 MB). Sempre per i videoamatori, la D800 è capace di riprendere video a 1080p a 24, 25 o 30 frame al secondo, oppure a 720p a 25, 30 e 60 frame al secondo. La Nikon D800 arriverà sul mercato americano a marzo, a 3.000 dollari. Con 300 dollari in più sarà possibile acquistare la D800E, una macchina con le stesse caratteristiche ma senza filtro antialiasing, ideale per chi fa scatti di moda, per sfruttare appieno i 36 Megapixel. Siamo in attesa di conoscere prezzi e disponibilità per il mercato italiano. Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Alessandra Lojacono Simona Zucca Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, - 205 Milano P.I. 90054 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it DIGITAL IMAGING / Il sensore Xtrans CMOS dimostra sul campo la sua qualità in termini di rumore Fujifilm X-Pro, le foto che fanno paura Alcuni scatti che abbiamo effettuato a diversi ISO con la mirrorless Fujifilm X-Pro1 confermano la bontà del sensore di R. Pezzali N el mondo della fotografia c’è molto fermento attorno alla nuova X-Pro1 di Fujifilm, la mirrorless con sensore Xtrans CMOS che secondo l’azienda riesce a garantire prestazioni, in termini di rumore e dinamica, pari o migliori a quelle di una reflex Full Frame. Fujifilm l’ha sparata davvero così grossa? Della X-Pro1 abbiamo già parlato (clicca qui), ma dopo un meeting con gli ingegneri Fujifilm siamo in grado di dare qualche informazione in più sul sensore CMOS Xtrans. Approfondiamo il discorso sul sensore, per spiegare cosa cambia rispetto a un CMOS di tipo tradizionale. Un sensore CMOS tradizionale è realizza- to applicando un filtro colore (CFA, Color Filter Array) sugli elementi fotosensibili: ad ogni pixel corrisponde un singolo colore R, G o B secondo uno schema ricorrente, denominato schema Bayer (foto qui sotto). Il processore della fotocamera, che conosce lo schema dei pixel, può costruire così il colore del singolo pixel usando i dati del pixel stesso insieme a quelli dei pixel adiacenti. Il processo, denominato “demosaicizzazione”, è lo stesso che viene fatto dai software che trasformano le fotografie da RAW in JPEG. Il filtro Bayer, però, usa uno p.2 DIGITAL IMAGING Sony TX200V nelle botti piccole... Sony lancia una nuova ultracompatta waterproof di fascia alta: sensore CMOS da 18 Megapixel, zoom ottico 5x, ripresa Full HD, OLED e GPS di R. Pezzali schema ricorrente: tanti gruppi di quattro pixel dove due fotorecettori hanno filtro verde, un fotorecettore ha filtro blu e uno rosso. Questo schema ricorrente ha un vantaggio e uno svantaggio: è semplice da “demosaicizzare” e richiede poca potenza di calcolo, ma produce effetto moirè. Per eliminare questo effetto sulle fotocamere viene aggiunto un filtro passa basso, che toglie il moirè ma abbassa anche un po’ la risoluzione globale della foto. Il sensore XTrans CMOS è diverso (immagine in basso): al posto del filtro di Bayer usa un nuovo filtro ispirato alla grana della pellicola analogica. I filtri cromatici sono disposti in modo casuale e questo permette a Fuji di eliminare il filtro passa basso perché il moirè, che è comunque presente, è davvero limitatissimo e invisibile ad occhio nudo. L’assenza di filtro passa basso, ovviamente, permette una risoluzione maggiore. Fujifilm per poter usare questo sensore ha dovuto sviluppare un nuovo processore più potente anche perché la demosaicizzazione di questo schema particolare non è affatto “leggera”. Questo vuol dire che al momento i vari software di sviluppo RAW non sono ancora pronti a gestire questo nuovo particolare RAW, pertanto ci sarà da aspettare un po’, anche se Fuji assicura che stanno lavorando per sviluppare dei plugin. In dotazione con la X-Pro1 ci sarà in ogni caso un software di sviluppo RAW proprietario. Cliccando qui si possono vedere alcuni scatti a piena risoluzione e a diversi ISO della X-Pro1. Non siamo riusciti a fare il confronto con altre fotocamere, ma la resa sembra promettere davvero bene. Sony con la TX200V ha cercato di creare la fotocamera compatta più pratica e completa possibile, anche se tutto questo ha un suo prezzo. La TX200V, infatti, è sottilissima, ma nonostante questo il corpo è waterproof e dustproof. Sotto la scocca impermeabilizzata si nasconde un CMOS da 18 Megapixel Exmor-R con sensore da 1/2.3”, accompagnato da un’ottica 5x 26-130mm equivalenti: una dotazione di tutto rispetto, alla quale si aggiunge anche un nuovissimo sistema di messa a fuoco a ricerca di contrasto che dovrebbe indovinare in che direzione muovere l’ottica per trovare la messa a fuoco perfetta. Le fotocamere con sistema a ricerca di contrasto, infatti, mettono a fuoco per tentativi: spostano l’ottica prima avanti e poi indietro cercando di capire qual è la direzione giusta per mettere a fuoco l’immagine. Riducendo questi movimenti con algoritmi predittivi, la Sony dovrebbe far guadagnare istanti preziosi per lo scatto. La TX200V ha un pannello posteriore tutto touch con display OLED da 3.3”, riprende in Full HD e ha anche il GPS integrato. Una fotocamera completissima (manca solo il Wi-Fi) proposta però a un prezzo decisamente di élite: negli USA si parla infatti di 499$, non proprio un prezzo da compatta. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p.3 PC & MULTIMEDIA PC & MULTIMEDIA / All’insegna dell’integrazione e condivisione PC & MULTIMEDIA Lo standard di trasmissione senza fili WiGig è in dirittura d’arrivo e Panasonic ha mostrato le sue potenzialità utilizzando una scheda SD in grado di aggiungere questo tipo di connessione a dispositivi come i tablet. Utilizzando la modalità a 60 GHz, Panasonic ha dimostrato come è possibile trasferire da un dispositivo a un altro (da un tablet a un impianto car stereo, come si può vedere in questo video) un film con qualità DVD in appena un minuto. WiGig è uno standard che si pone come estensione delle capacità dell’attuale generazione IEEE 802.11 mantenendo la retrocompatibilità con supporto per le frequenze di 2.4, 5 e 60 GHz. È quest’ultima modalità che permette di raggiungere velocità dell’ordine dei 7 Gbit/s seppure su distanze sensibilmente più ridotte: in questo caso il raggio d’azione, come altre tecnologie che impiegano questa banda, è inferiore ai 10 metri e in campo praticamente libero, seppure la tecnica del beamforming permetta di “superare” gli ostacoli. Il sistema mostrato da Panasonic è ancora un prototipo e l’azienda parla di 2013 per vedere i primi prodotti. L’aggiornamento di Skype per Windows (versione 5.8) porta diverse novità L’alluvione in Thailandia dello scorso ottobre avrà ripercussioni ancora nel 2012, almeno nel settore dei dischi rigidi. Western Digital, che è la più colpita, ha dichiarato che la produzione ritornerà ai livelli pre-alluvione solo nel terzo trimestre dell’anno. Seagate, dal canto suo, non ha avuto problemi diretti, ma sta pagando a causa dei danni subìti dai fornitori di componenti, che non hanno capitali sufficienti per riparare velocemente i macchinari e riprendere la produzione. La previsione è di produrre nel 2012 150 milioni di dischi in meno rispetto alla domanda, un valore che mostra un piccolo miglioramento rispetto ai 175 milioni di dischi non prodotti negli ultimi mesi del 2011. Questa situazione potrebbe anche avere ricadute sul mercato dei PC, sia fissi che portatili. I problemi, stando a quanto stimato da Gartner, potrebbero però essere solo temporanei. Involontariamente, però, il 2012 potrebbe essere l’anno degli Ultrabook, che montando SSD al posto dei tradizionali dischi rigidi, non dovrebbero risentire troppo degli effetti dell’alluvione. Un film in 0 secondi con WiGig PC & MULTIMEDIA Windows 8 addio al tasto Start? Dopo oltre 15 anni di “onorato servizio”, il tasto Start potrebbe uscire di scena con l’introduzione di Windows 8. In un primo tempo Microsoft aveva lasciato il tasto Start nell’interfaccia Desktop di Windows 8 Developer Preview, collegandolo all’interfaccia Metro. Nella “Consumer Preview”, però, pare che il tasto sia sparito. Potrebbe trattarsi di una soluzione temporanea e, se anche così non fosse, Microsoft potrebbe reintrodurlo facilmente, oppure lasciare la possibilità all’utente di crearlo o meno. A questo punto non resta che attendere la pubblicazione della versione “Beta”, oltre che di quella finale, per capire come Microsoft intende muoversi. Videochiamate HD di Skype di M. Dalli S kype ha recentemente rilasciato la versione 5.8 del client per Windows, portando con sé diverse novità: videochiamate Full HD, condivisione del desktop tra più utenti e videochiamate a utenti Facebook. Andando con ordine, le videochiamate Full HD richiedono da un lato la nuova webcam Logitech c920, in grado di effettuare la codifica video direttamente in hardware, scaricando il lavoro della CPU, dall’altro una connessione a Internet con almeno 2 Mbit/s di banda in upload (e quindi le ADSL sono escluse a priori, si salva solo la fibra ottica e qualche connessione 3G HSUPA particolarmente performante). Skype prosegue poi l’integrazione con Facebook, consentendo ora chiamate audio e video verso utenti del social network, anche se non sono utenti Skype. Nella nuova versione c’è anche la possibilità di nascondere gli utenti Facebook offline. Novità anche per quanto riguarda il mondo dei gamer che, grazie alla funzione Push to Talk, possono avviare una chiamata semplicemente premendo una combinazione di tasti, utile quando si sta giocando in multiplayer. Per gli utenti Skype Premium, inoltre, arriva la condivisione del desktop (o di solo una finestra) con un gruppo di contatti. Da questa versione, infine, arrivano i primi (non molto utili, finora) frutti dell’acquisizione da parte di Microsoft: l’integrazione della Bing Toolbar nella finestra di Skype. PC & MULTIMEDIA Asus O!Play TV Pro, tuner e 3D presenti Asus lancia O!Play TV Pro, il nuovo media player con funzione PVR È compatibile 3D e supporta oltre 50 tipi di formati audio e video di R. Pezzali Asus rinnova la sua gamma di media player O!Play con l’introduzione di O!Play TV Pro, dotato anche di tuner e quindi funzione PVR integrata. Tra le novità, oltre alla compatibilità con oltre 50 formati audio e video, anche la possibilità di riprodurre contenuti 3D da file TS, M2TS e BD ISO, quindi immagini di dischi intere. O!Play TV va oltre però il normale media player: Asus ha già caricato e pre-configurato all’interno una serie di applicazioni per lo streaming video, da YouTube a DailyMotion a AceTrax per il video on demand. La connettività è garantita dalla porta gigabit Ethernet e dalla connessione Wi-Fi N, mentre il caricamento dei contenuti viene agevolato dalla presenza di una porta USB 3.0. Il TV Pro dispone di un alloggiamento per disco da 3.5”, disco che però non è incluso nella confezione. Resta solo da capire se è presente un servizio di server DLNA capace di condividere sulla rete i contenuti registrati, permettendo così anche l’accesso a tablet e altri TV o device presenti sulla rete domestica. Il prezzo è fissato a 229 euro. Carestia di dischi rigidi nel 202 MOBILE London, il primo BlackBerry 0? Girano in rete le immagini del primo smartphone BlackBerry 10 (prima noto come BBX), il nuovo sistema operativo basato su QNX con cui RIM punta a rilanciare il suo marchio. Negli scorsi mesi avevamo già sentito parlare di uno smartphone denominato London, ma aveva un design diverso. CrackBerry.com, il sito autore dello scoop, sostiene che RIM starebbe valutando come alternative i chipset Texas Instruments e Qualcomm, in entrambi i casi dual core a 1.5 GHz, il che vuol dire anche che prima di vedere un prodotto in commercio occorrerà aspettare ancora. RIM sembrerebbe sulla strada giusta, sempre che non sia troppo tardi. CATTURA OGNI FRAZIONE DI SECONDO. AFFERRA OGNI MOMENTO. Quello scatto epico che capita una sola volta nella vita potrebbe avvenire in qualsiasi momento e sarà tutto tuo se sarai pronto. La nuova videocamera JVC GC-PX10 con il suo sensore CMOS retroilluminato da 1:2,3” a 12 megapixel e il nuovissimo motore grafico FALCONBRID™ ad alta velocità ti permette di catturare le scene e scoprire che cosa contengono realmente – mediante fotografie digitali ad alta definizione a 50 fotogrammi per secondo, o video progressivi Full HD da cui potrai estrarre il miglior fotogramma sotto forma di fotografia digitale in alta definizione o con registrazioni ad alta velocità a 250 fps per rallentare l’azione e vedere che cosa ti sei perso. La vita può cambiare in una frazione di secondo. www.jvcitalia.it Seguici su facebook: JVC Italia Distribuito in esclusiva in Italia da: Kenwood Electronics Italia S.p.A - Via Sirtori 7/9 - 20129 Milano Per maggiori informazioni: [email protected] - Tel. +39 02204821 n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA / Vodafone è attenta, Fastweb sperimenta, Telecom Italia non risponde IPv: cosa faranno gli operatori italiani? Abbiamo chiesto ai più grandi operatori italiani quali piani intendono attuare per la partenza dell’IPv6 il 6 giugno di M. Dalli I l prossimo 6 giugno partirà definitivamente il protocollo Internet IPv6, dopo l’esaurimento degli indirizzi IPv4 e dopo i test dello scorso anno. Ma come sono messi gli operatori italiani? Cosa succederà il 6 giugno? Abbiamo chiesto ai maggiori Internet Provider del Paese, ecco cosa ci hanno risposto. Fastweb Nel 2012 proseguirà la sperimentazione già avviata in occasione dell’IPv6 Day lo scorso 8 giugno. La sperimentazione, raggiungibile a questo indirizzo, dà la possibilità agli utenti Fastweb di creare un tunnel IPv6 tra il proprio PC (o router) e i server di Fastweb per navigare nel mondo IPv6. Questa soluzione, per quanto lodevole, richiede che l’utente sia a conoscenza della questione, che sia in grado di aprire un tunnel (le spiegazioni sul sito sono comunque esaustive) ma, soprattutto, richiede di aprire un tunnel su ogni macchina che si desidera dotare di connettività IPv6 o, in alternativa, aprire il tunnel sul proprio router, a patto però che questo supporti questa possibilità (la lista non è molto ampia, purtroppo). Telecom Italia L’ex-monopolista, interrogato sulla questione, non ci ha ancora fatto pervenire una risposta. Vi aggiorneremo qualora dovessimo ricevere ulteriori comunicazioni. Vodafone Entro il 2012 la rete fissa dell’operatore inglese sarà in grado di supportare entrambi gli standard, IPv4 e IPv6, in modalità dual stack. Questa modalità permette di fornire agli utenti due indirizzi, uno IPv4 e uno IPv6, contemporaneamente, per facilitare la transizione da uno all’altro senza che l’utente se ne accorga. Sulla rete mobile, invece, l’IPv6 farà il suo debutto sulla rete di quarta generazione LTE, prevista anch’essa per il 2012. Le altre tecnologie seguiranno, ma la transizione, in tutti i casi, durerà alcuni anni. Wind Infostrada L’operatore è al lavoro dal 2011 per abilitare la tecnologia IPv6 sulla propria rete, sia fissa che mobile. Al momento non ci sono ancora date certe circa l’effettiva disponibilità per gli utenti, ma l’azienda si aspetta di avere maggiori informazioni in prossimità di giugno. Si può vivere senza IPv6? Cosa succede se il 6 giugno (o più in là) un utente non avrà ancora un indirizzo IPv6? Diciamo subito che non c’è alcun bisogno di allarmarsi né inveire contro il proprio ISP; semplicemente non saranno raggiungibili i siti con indirizzo IPv6, ma quelli con indirizzo IPv4 continueranno ad esserlo. Tradotto in termini più semplici, tutti i siti che adesso sono raggiungibili dall’attuale versione di IP continueranno a essere visibili tali e quali, mentre saranno irraggiungibili i nuovi siti che nasceranno con il solo indirizzo IPv6. La cosa diventerà quindi preoccupante tra diversi anni, quando (magari) ci saranno dei nuovi “Google” o “Facebook” soltanto in IPv6. Almeno agli inizi, però, questo non sarà un problema, pertanto gli operatori - e gli utenti - avranno tutto il tempo per attrezzarsi. Volendo quindi fare un paragone col mondo della televisione, il passaggio da IPv4 a IPv6 non sarà un vero e proprio switch off, in cui da un giorno con l’altro uno dei due sparisce, quanto piuttosto una sorta di switch over, in cui le due tecnologie continueranno a convivere ancora a lungo (potenzialmente qualche decennio, per quanto ne possiamo sapere). PC & MULTIMEDIA / L’apetto interessante è il prezzo: 49 euro Elvira, media player low cost Xtreamer lancerà a marzo un lettore multimediale senza interfacce di rete di M. Dalli A rriverà a marzo (o così è stato annunciato) il nuovo lettore multimediale di Xtreamer, Elvira. L’aspetto più interessante di questo media player è senza dubbio il prezzo: 49 euro. Dietro a questa cifra, però, si nascondono alcune limitazioni: la prima è l’assenza della porta Ethernet, sostituibile (opzionalmente) dal Wi-Fi. Elvira è, infatti, pensato principalmente per la riproduzione di contenuti su supporti USB, in viaggio e non, grazie anche alla forma estremamente compatta. Ciononostante, al suo interno trova posto un processore Realtek da 500 MHz, capace di riprodurre i più comuni formati audio e video, tra cui MKV-H264, MP4, DivX, WMV, RMVB, ISO DVD, ISO Blu-Ray, MP3, WMA, TS, FLAC oltre a DTS HD e Dolby TrueHD fino a 7.1 canali. Sul fronte delle uscite video, è presente l’immancabile HDMI 1.3a. Sempre nel mese di marzo Xtreamer dovrebbe lanciare anche un negozio online europeo, che dovrebbe così far risparmiare dazi doganali e IVA a chi acquista online. Comprandolo dall’estremo oriente, il prezzo dell’Elvira rischia di non essere più così tanto economico: ai 49 euro di listino vanno infatti aggiunti ben 25 euro di spedizione oltre ai dazi doganali. p.5 PC & MULTIMEDIA AMD: futuro nei tablet, cloud e bassi consumi AMD ha svelato la roadmap per il 2012 e il 2013: il focus si sposta sui dispositivi a basso consumo, come i tablet, e sul cloud. Addio alla fascia alta? di M. Dalli Il futuro di AMD è stato svelato durante la recente tradizionale giornata per gli investitori. Il biennio 20122013 vedrà il produttore americano concentrarsi principalmente su dispositivi mobili, come notebook e tablet, e sul cloud computing. Grande interesse verrà posto anche nei mercati emergenti, che tradotto significa processori economici. Nel 2012 vedranno la luce Brazos 2.0, per PC a basse prestazioni, e il già visto Trinity, a cui si affiancherà una versione a basso voltaggio per portatili ultrasottili. La piattaforma di punta per desktop prenderà invece il nome di Vishera e arriverà nella seconda metà dell’anno. Sul fronte mobile, invece, sarà Hondo a debuttare sui tablet, nella seconda metà del 2012; Hondo avrà al suo interno un core Bobcat e sarà compatibile con le librerie DirectX 11. Il 2013 vedrà invece l’introduzione della tecnologia HSA (Heterogeneous Systems Architecture) per facilitare la programmazione e migliorare le prestazioni di CPU e GPU, permettendo alla GPU di lavorare come co-processore. Il primo sistema a implementare l’HSA sarà Kaveri, l’APU di terza generazione, seguito da Kabini nel segmento a basso consumo. Kabini sarà anche il primo SoC (System-on-Chip) di AMD e sarà dedicato essenzialmente ai notebook di fascia medio-bassa. Per i tablet il 2013 porterà invece Temash, il successore di Hondo, con core Jaguar x86 e tecnologia HSA. A differenza di Intel, AMD si è detta aperta anche a sfruttare proprietà intellettuali altrui per i propri chip (leggi ARM), anche se per il momento esclude di entrare nel mondo degli smartphone. Per i server, invece, il focus è spostato sul cloud e sui web server, con particolare attenzione al risparmio energetico. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it PEOPLE & MARKET / Stringer rimane in Sony come presidente del consiglio di amministrazione Sony: Sir Stringer passa la palla a Kaz Hirai Dal 1° aprile la guida di Sony passerà a Kazuo Hirai nel doppio ruolo di presidente e CEO. Si chiude l’era dei TV di P. Centofanti D al prossimo 1° aprile 2012 il nuovo presidente e CEO di Sony sarà Kazuo Hirai, che subentrerà a Sir Howard Stringer, che a sua volta rimarrà in Sony come presidente del consiglio di amministrazione. Il passaggio di consegne a Kazuo Hirai sigilla a suo modo l’inizio del nuovo corso di Sony, da colosso dell’elettronica famoso per TV e componenti Hi-Fi a multinazionale dell’intrattenimento. La storia di “Kaz” Hirai in Sony è legata soprattutto alla PlayStation e alla divisione Sony Computer Entertainment di cui è divenuto la figura chiave. È sotto la guida di Hirai che sono nati i servizi di contenuti di Sony che sono oggi sfociati nel Sony Entertainment Network, che è il fulcro della nuova strategia dell’azienda: offrire una piattaforma di intrattenimento comune a tutti i dispositivi. Non più solo TV quindi, business notevolmente ridimensionato rispetto al passato, ma anche tablet, console, PC e smartphone, tutti legati dal filo conduttore del Sony Entertainment Network con film, musica e app. Un progetto ambizioso che starà a Hirai trasformare nel futuro di Sony. PEOPLE & MARKET / Sony corre ai ripari dopo vendite in calo e gravi perdite nel 3° trimestre 2011 Sony malata? Ecco la ricetta di Mr. Playstation Il neo presidente Kazuo Hirai taglia gli LCD, punta su Crystal LED, OLED, fotocamere e console. Funzionerà? di M. Dalli I l terzo trimestre conclusosi il 31 dicembre 2011 ha visto gravi perdite per Sony: le vendite sono calate del 17% rispetto allo scorso anno e le perdite nette si attestano a quasi 2 miliardi di dollari. Particolarmente colpita la divisione dei prodotti di consumo e servizi (TV, PS3, ecc), che mostra una perdita di oltre un miliardo di dollari e un calo del 24%. Un’azienda malata quindi? Forse, ma il suo neo presidente, Kazuo Hirai, ha la ricetta per risollevare le sorti del colosso giapponese. In primo luogo bisogna consolidare i core business di Sony, come il digital imaging e le console, per rafforzare il crescente mercato mobile (smartphone e tablet in primis), in cui Sony è appena entrata grazie all’acquisizione di Sony Ericsson. I dispositivi mobili, inoltre, potrebbero beneficiare dell’esperienza nel mondo gaming di Sony, per creare prodotti unici (speriamo non si riferisca all’Xperia Play, ndr). Grande attenzione anche al mercato delle TV, dove gli LCD sono diventati ormai una commodity e bisogna quindi scegliere con cura quali risorse investire e quali collaborazioni stringere, per ridurre il più possibile i costi. Allo stesso tempo, però, Hirai intende investire forte sul Crystal LED, di cui abbiamo visto il primo prototipo al CES, e OLED. Il terzo punto riguarda la riduzione generale dei costi, cercando di capire quali prodotti non sono più profittevoli ed eventualmente tagliare le fronde secche. Nel frattempo bisogna anche accelerare l’innovazione, per esempio nel settore medico. Sony ha bisogno inoltre di rinforzare i legami tra il reparto ricerca e sviluppo e gruppi business. Il piano di battaglia sembra quindi pronto: riuscirà il nuovo generale giapponese a riportare Sony agli splendori di un tempo prima che sia troppo tardi? p. PEOPLE & MARKET Sky UK: IPTV nel 202. Italia a seguire? Tra le pieghe dei risultati finanziari, la pay TV britannica Sky ha annunciato che nella prima metà dell’anno vedrà la luce una nuova IPTV a pagamento, dedicata a chi non ha ancora un abbonamento a una TV a pagamento. Il nuovo servizio all’inizio consentirà di vedere solo film on demand, ma successivamente l’offerta si amplierà a eventi sportivi e intrattenimento in generale. Il pagamento sarà in modalità ricaricabile o con un abbonamento mensile. Il servizio sarà raggiungibile da PC, tablet, smartphone, console e TV connesse. Un’iniziativa interessante, da seguire con attenzione; e chissà che, prima o poi, non venga “copiata” anche dalla sorella Sky Italia... PEOPLE & MARKET Germania espelle iPhone e iPad Motorola ha incassato due vittorie preliminari in Germania nella guerra sui brevetti: una relativa ad iCloud e una sul GPRS dei vecchi modelli di iPhone e iPad 3G. Motorola ha ottenuto un’ingiunzione che ha portato alla rimozione dall’Apple Store online tedesco dell’iPhone 3GS, dell’iPhone 4 e dell’iPad 3G, tutti modelli basati su un chipset Infineon. L’altro caso riguarda la metodologia con cui Apple ha implementato l’email push in iCloud, ma i prodotti rimarrano regolarmente in vendita. Apple si è appellata alla decisione: in particolare per il blocco dei prodotti ha sollevato le stesse obiezioni mosse contro un caso simile avanzato da Samsung, e lamenterebbe un abuso di brevetti FRAND (Fair, Reasonable and Non-Discriminatory) da parte di Motorola, circostanza per la quale Samsung è sotto inchiesta da parte dell’Unione Europea. Apple ha dunque comunicato che ha ottenuto una sospensione dell’ingiunzione e che la vendita dei prodotti riprenderà a breve. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p. HIFI & HOME THEATER Neil Young in soccorso dell’alta fedeltà Neil Young vuole riportare la qualità del suono nella distribuzione digitale della musica. Con Jobs stava lavorando a un nuovo formato di P. Centofanti La rivoluzione digitale non è stata molto buona con gli appassionati di alta fedeltà o comunque con chi alla qualità di una registrazione ci tiene: tra MP3, Napster, iPod e iTunes, digitale fa ormai rima non con CD ma con musica compressa “che ha solo il 5% dei dati presenti nella registrazione originale”. A dirlo è niente meno che Neil Young, leggenda della musica che alla conferenza D: Dive Into Media (per vedere il video, clicca qui) rilancia il suo impegno per riportare la qualità audio al centro della rivoluzione digitale: “La comodità dell’era digitale ha costretto la gente a scegliere tra qualità e comodità, ma non dovrebbe essere obbligata a scegliere”. Nostalgia per i vecchi tempi andati di una rockstar? Manco per sogno. Neil Young ha cercato seriamente di realizzare un nuovo formato audio ad altissima qualità da accoppiare a una sorta di “iPod audiophile”con un complice d’eccezione, Steve Jobs di Apple: “Il mio obiettivo è cercare di salvare la forma d’arte che ho esercitato negli ultimi 50 anni. [...] Steve Jobs era un pioniere della musica digitale e la sua eredità è enorme, ma quando andava a casa ascoltava i vinili. E credetemi, se avesse vissuto più a lungo, avrebbe fatto quello che sto cercando di fare io”. Oggi sono pochissimi gli store che danno quanto meno la possibilità di acquistare musica in formato lossless e tutti hanno un catalogo limitatissimo. Ancora meno sono le alternative per chi cerca musica registrata ad alta risoluzione. A oggi gli standard sono l’MP3 a 320 Kbit/s (Amazon, ad esempio) e l’AAC a 256 Kbit/s. Sfortunatamente le uniche alternative che offrono questa scelta non sono legali. E sulla pirateria online Neil Young ha una sua idea: “La pirateria è la nuova radio, è ciò che fa girare la musica”. HIFI & HOME THEATER / Media Box S e Stream Box DS sono distribuiti in Italia da Audiogamma Pro-Ject presenta i media player Hi-End I due lettori multimediali della serie Box Design per la musica liquida hanno piccole dimensioni e grandi prezzi di M. Dalli P ro-Ject continua la sua espansione di sorgenti audio della serie Box Design: le elettroniche ultra compatte vedono ora l’introduzione di due lettori multimediali, il Media Box S (già intravisto lo scorso luglio) e lo Stream Box DS. Il primo e più compatto accetta come supporti esterni soltanto schede di memoria SD e dispositivi USB (chiavette, dischi esterni). La compatibilità si ferma ai file MP3, WMA e AAC, anche se sono supportati data rate maggiori di 384 Kbps. Il Media Box S è dotato inoltre di DAC 24 bit / 96 kHz, con upsampling e circuito di riduzione del jitter; in uscita troviamo le classiche connessioni analogiche RCA e una digitale coassiale. Più completo invece lo Stream Box DS, che amplia la compatibilità file con FLAC (fino a 24 bit / 192 kHz), WMA-9 Lossless, Ogg Vorbis e LPCM (fino a 24 bit / 192 kHz), oltre a MP3 e AAC. Grazie alle connessioni WiFi 802.11 b/g ed Ethernet, inoltre, è possibile anche ascoltare le Internet Radio e attingere la propria musica da server DLNA e UPnP. C’è anche una porta USB, per supporti di memoria esterna e dispositivi Apple. Rispetto al Media Box S, questo Stream Box DS ha un convertitore D/A 24 bit/192 kHz, sempre con possibilità di upsampling e circuito di riduzione del jitter; sul frontale, in- vece, trova posto un display a colori da 3,5 pollici per scegliere il brano da riprodurre, sia esso da Internet, da archivio all’interno della rete domestica o su supporto USB. Media Box S e Stream Box DS sono distribuiti in Italia da Audiogamma e proposti, purtroppo, a prezzi decisamente poco popolari: per il primo si parla di 275 euro, mentre il più completo Stream Box DS ha un prezzo di listino di 699 euro. HIFI & HOME THEATER / I prezzi del diffusore portatile non sono proprio contenuti, ma ancora interessanti In arrivo il microdiffusore della NASA Un ex collaboratore dell’ente spaziale si è cimentato nella progettazione dei nuovi Soundmatters Foxl di R. Faggiano M isura 15 cm e pesa 269 grammi il nuovo diffusore portatile che arriva dagli Stati Uniti. Si chima Foxl, per rimandare alla genialità e furbizia della volpe, e racchiude in uno spazio piccolissimo molte soluzioni esclusive. L’ha progettato Guenther Godehard, già collaboratore alla NASA con lauree in astronomia, fisica nucleare e fisica chimica, e appassionato di musica. Il Foxl utilizza speciali altoparlanti che consentono di ottenere prestazioni fuori dal comune in dimensioni contenute. Il woofer è un pannello piatto che comprende anche la batteria al litio che alimenta il diffusore, per le frequenze medie e alte ci sono due trasduttori da 25 mm definiti Twoofer con speciali magneti al neodimio. Tra le caratteristiche tecniche dichiarate una risposta in frequen- za tra 80 e 20.000 Hz e la sensibilità di 97 dB con 5 volt a 50 cm. L’autonomia della batteria è fino a 12 ore mentre la potenza erogata di 2x4 watt, ma si può alimentare anche da una presa fissa. La sorgente può essere il consueto cavetto minijack per qualsiasi dispositivo portatile o il collegamento senza fili Bluetooth per l’apposita versione. Già annunciato anche il Fox Lo, un piccolo subwoofer dedicato al diffusore. I prezzi non sono contenuti ma interessanti: il Foxl con custodia, alimentatore e cavetto minijack costa 169 euro, la versione con Bluetooth 199 euro; c’è poi una versione Platinum a 229 euro in colore silver, compatibile con segnali Bluetooth aptx, con batteria di maggiore durata e in dotazione un cavetto audio di alta qualità. Tra gli accessori anche un piccolo supporto per montare il Foxl sul manubrio della bicicletta. I modelli con Bluetooth possono diventare vivavoce grazie al microfono integrato. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p.8 HIFI & HOME THEATER / In prova Streamer II e iStreamer : il primo per portare musica dal PC all’impianto, il secondo da un dispositivo Apple Con i due Streamer di HRT i file suonano molto meglio Se il vostro impianto stereo non conosce la musica liquida archiviata sul PC o sull’iPhone, ecco gli strumenti giusti per farli finalmente incontrare di R. Faggiano I grandi marchi dell’elettronica non stanno prendendo in grande considerazione la musica liquida, lasciando spazio a nuovi piccoli marchi specializzati. Uno di questi è la californiana HRT, High Resolution Technology, che propone una serie di piccole interfacce per portare la musica liquida sui tradizionali impianti stereo. L’ambizione non nascosta è quella di attrarre il pubblico degli audiofili più appassionati e con maggiori risorse. I prodotti HRT sono basati su un piccolo modulo metallico in pressofusione simile per tutti i modelli ma di colore diverso. DDay.it ha messo alla prova il modulo rosso Music Streamer II (175 euro) e il bianco iStreamer per dispositivi Apple (199 euro). Andiamo a vederli e soprattutto ascoltarli. Music Streamer II, dal computer all’ impianto in semplicità Difficile immaginare qualcosa di più semplice per portare la musica dal computer a un impianto stereo: presa USB da un lato, uscite analogiche RCA dall’altro. Non serve nemmeno l’alimentazione dato che viene prelevata direttamente dalla presa USB, la dotazione non prevede altro. Le spie colorate poste accanto alla presa USB ci dicono già che questo modulo HRT può accettare segnali fino a 96 kHz, andando quindi già oltre le più comuni esigenze per accontentare anche i pochi utilizzatori di musica Flac ad alta risoluzione. La costruzione è accurata e senza filatura, come convertitore viene usato un eccellente Burr Brown PCM 1793, in grado di trattare nel migliore dei modi anche la musica ad alta risoluzione. La circuitazione è già ottimizzata per evitare le interferenze elettriche con un collegamento asincrono dal PC, eliminando ogni residuo di rumore che possa sfuggire dal computer lungo il cavo USB. Per chi utilizza musica in risoluzione normale non è necessaria alcuna impostazione, chi invece possiede musica liquida a 96 kHz in archivio dovrà passare per la finestra delle impostazioni (sistemi Windows) e portare la risoluzione appunto sui 24 bit- 96 kHz, altrimenti il computer la abbasserà ai soliti 44 kHz. Ce ne si può accorgere solo grazie alle spie luminose del modulo, dato che le istruzioni relative sono visibili solo sul sito HRT e non accluse al prodotto. L’ascolto ha prodotto ottimi risultati con i migliori file Flac a 96 kHz, riuscendo a esaltare la resa sonora ben oltre le prestazioni di un compact disc (così come dovrebbe teoricamente essere, ma non sempre accade) e dando comunque un ascolto ancora ottimo di musica compressa MP3 oppure scaricata da iTunes o anche non compressa ma con risoluzione normale. La qualità sonora della riproduzione è tale che si può tranquillamente notare la differenza tra una buona registrazione e altre fatte decisamente male. La resa è complessivamente neutrale, non esalta troppo il dettaglio ma ha ottima dinamica e si adatta a diversi sistemi stereo senza problemi. Il rapporto qualità/prezzo tutto sommato ci sembra più che adeguato, quasi conveniente se andiamo a vedere i migliori concorrenti. Certo, ci si poteva sforzare di includere nella dotazione almeno il cavetto USB. Unico limite del Music Streamer II è l’unico ingresso USB, che impedisce di usare il convertitore e la sua eccellente circuitazione per altri dispositivi, come invece possibile con altri concorrenti (generalmente però ancora più cari). iStreamer, da Apple a sistema stereo tradizionale Il modulo bianco di HRT permette di sfruttare il segnale digitale dei dispositivi Apple come sorgente per un sistema stereo tradizionale. La compatibilità dichiarata è con iPod Classic, Nano e Touch, iPhone 3 e 4, iPad; nella lista dei modelli non vengono citati gli ultimi nati iPad2 e iPhone 4S, ma ne abbiamo verificato la compatibilità. Il prezzo non è trascurabile in rapporto a quello degli iPod più economici e quindi ci sentiamo di consigliare questo dispositivo solo ai possessori di iPad, iPhone e iPod Touch di ultima generazione. Bisogna comunque notare che ci sono in commercio semplici cavi analogici che portano il segnale dalla presa cuffia a un sistema hi-fi, che costano poco meno dell’iStreamer: le follie legate al mondo Apple non mancano. Per questo modulo la dotazione è completa: troviamo un alimentatore da rete con doppia uscita USB, in modo da poter anche caricare un dispositivo Apple mentre se ne ascolta un altro, il cavetto USB-mini USB per l’alimentazione del modulo, un cavo con lo specifico terminale Apple verso USB per il segnale digitale e un cavetto stereo (di qualità non eccelsa). Da segnalare che è in arrivo una versione 12 volt dell’iStreamer, utilizzabile in auto. Anche in questo convertitore la costruzione è ottima e viene usato sempre un convertitore Burr Brown PCM 1793, spicca un circuito Xmos come interfaccia USB audio. Impostazioni molto semplici anche in questo caso, basta seguire un ordine preciso nei collegamenti e usare il cavetto in dotazione, simile nell’aspet- to, ma non identico nella cablatura interna, a quello già fornito con ogni dispositivo Apple. In particolare, bisogna collegare e scollegare il cavo con il dispositivo Apple già acceso ma modulo HRT ancora spento. Il cavo purtroppo è corto e quindi impedisce di usare il dispositivo Apple come un telecomando a distanza, a meno che l’impianto hi-fi non sia vicinissimo al punto di ascolto. Poi comincia il piacere di ascoltare le vere potenzialità di un iPod (nel nostro caso): la differenza tra l’ascolto tramite l’uscita cuffia e il modulo iStreamer è netta, pari a quella che esiste tra un MP3 e un brano non compresso; si assottigliano anche le differenze tra la versione iTunes e il compact disc di uno stesso brano musicale, forse con impianti di livello medio non ci saranno più differenze udibili. Chi ha scelto un dispositivo Apple come unica sorgente musicale dovrebbe ascoltare questa soluzione HRT, un apparecchio costoso (e con pochi concorrenti), ma in grado di fare la differenza all’ascolto. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / È la modalità online il punto di forza di questo “picchiaduro cappa e spada”, per ore ininterrotte di gioco p.9 Finalmente Soul Calibur V; l’abbiamo provato per voi Dopo 4 anni di attesa ecco Soul Calibur V, ennesima fatica di Project Soul e Namco Bandai. Noi l’abbiamo provato giocando alla versione per Xbox di F. Sottocornola Q uella di Soul Calibur è una saga firmata Namco Bandai che dal 1996 riscuote grande successo. Il capitolo precedente per PS3 e Xbox 360, però, non era riuscito a sfruttare appieno le potenzialità delle nuove console e aveva un po’ deluso le aspettative dei fan. Ora le due console sono ampiamente addomesticate e l’attesa per il nuovo picchiaduro è stata tanta. Noi abbiamo provato la versione per Xbox 360. Finalmente siamo di fronte a quello che avrebbe dovuto sempre essere questo titolo, un ottimo mix di modalità online e offline, con modalità giocatore singolo interessanti e un gameplay migliorato nell’aspetto principale del gioco, il combattimento. Come in passato, ci troviamo a combattere con le nostre armi bianche e a controllare l’azione con 4 bottoni (il calcio, la parata, un attacco verticale e un attacco orizzontale). Gli altri bottoni del pad sono associati a facilitazioni nelle combinazioni dei bottoni (ad esempio, possiamo associare a un bottone la pressione simultanea dei 3 pulsanti di attacco). Molte le combo e le mosse, tutte consultabili mentre si combatte, ma la novità è una piccola barra a fianco della barra della salute che si carica malmenando l’avversario. Gli sviluppatori hanno lavorato molto per rendere la lotta più interessante, concentrandosi su meccaniche di gioco che favoriscono soprattutto un combattimento più aggressivo e meno difensivo. Con la barra speciale piena possiamo effettuare una super mossa (due mezzelune e tutti e tre i bottoni di attacco), che farà molti danni ma che consumerà tutta la barra speciale. Altre mosse speciali sono correlate a questa nuova barra e tutte le mosse sono consultabili mentre si gioca premendo start e andando nella lista mosse. Soul Calibur ci permette di giocare con una trentina di personaggi, e special guest come un certo Ezio Auditore che i giocatori di Assassin’s Creed conoscono bene. Single player non banale Un titolo come questo va sfruttato combattendo contro amici in partite in locale o online, ma Soul Calibur V non ci fa mancare interessanti modalità single player. La modalità “Storia” continua la saga dal 1607 portando avanti le vicende di Patroklos: ci troveremo a combattere contro vari avversari governati dal computer, combattimenti generalmente semplici ma intermezzati da brevi cutscene tra un episodio e l’altro con resoconti storici spesso un po’ troppo prolissi, in perfetto stile giapponese. Vi sono poi altre modalità classiche, come il “Versus” per giocare contro amici o la CPU, “Allenamento”, “Anime Leggendarie” (una modalità con difficoltà elevata che si sblocca finendo la storia), “Battaglia rapida” e “Arcade” (dove affronteremo sei incontri di fila e conterà il tempo con cui li porteremo a termine). La difficoltà di queste modalità, escludendo la storia, non è banale e ci terrà occupati non poco per portarle a termine. Vi è poi la modalità “Creazione”, dove possiamo creare innumerevoli personaggi e il loro stile di combattimento: si può creare da zero oppure modificando quello degli altri personaggi, personalizzando la corporatura, l’abbigliamento, i gadget e anche gli accessori. Una vera chicca, che rende l’esperienza più divertente rispetto al passato tool di creazione e che qui finalmente raggiunge una completezza senza paragoni in titoli del genere. La vera sfida è online La modalità online sembra essere il fiore all’occhiello del titolo. Purtroppo non possiamo sapere come si comporteranno i server quando ci sarà il “pienone”, ma per quello che abbiamo visto la gestione delle partite è ben fatta e fornisce gli strumenti essenziali per combattere con amici o persone in giro per il mondo. Possiamo entrare nel Colosseo e sfidare fino a 50 giocatori. Le stanze sono già esistenti e divise geograficamente e, quando presenti, possiamo partecipare a tornei ufficiali. Possiamo fare partite per alzare la nostra posizione in classifica sfidando giocatori del nostro grado o superiore (e vincendo alzare il nostro), e rivedere replay delle nostre partite o vedere le partite di altri giocatori. Possiamo creare stanze aperte a tutti o solo ai nostri amici per tornei privati. Un picchiaduro da comprare Soul Calibur V è senza dubbio il titolo definitivo per tutti gli amanti del “picchiaduro cappa e spada”, ma anche il must have degli amanti della saga che in questo capitolo troveranno tutto quello che avrebbe dovuto esserci in Soul Calibur IV. Questo titolo è senza dubbio indirizzato a tutti quegli hardcore gamer che amano passare le nottate a scontrarsi online o contro amici. Un picchiaduro che sa essere veramente tecnico e che offre un sacco di modalità che non possono che essere apprezzate sia dai giocatori online che da quelli offline. Per gli amanti del genere è da avere. Prezzo: 9.99 euro Studio: Project Soul Distributore: Namco Bandai Games Giocatori: - 2 Multiplayer: sì DLC: sì PEGI dichiarato: Disponibile per: Xbox 30, PS3 Quando ti appoggi a un solo cavo devi poterti fidare Non tutti gli HDMI sono uguali I cavi HDMI G&BL, grazie alla loro qualità, hanno ottenuto l’approvazione dell’HDMI Association www.gebl.net n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it TEST / Prezzo e prestazioni fanno di OnBeat Extreme un modello di punta JBL e una delle migliori docking station presenti sul mercato p.2 JBL OnBeat Extreme, docking station con Bluetooth In prova la docking station JBL di punta, pronta per il mondo Apple ma aperta agli smartphone Android grazie al collegamento wireless Bluetooth di R. Faggiano C hi desidera una docking station di elevate prestazioni non ha molta scelta sul mercato; adesso in questa elite è arrivata la OnBeat Extreme di JBL, modello di punta per prezzo (499 euro) e prestazioni. Contrariamente ad altri concorrenti, JBL ha scelto il Bluetooth come collegamento senza fili: manca AirPlay, ma i dispositivi Apple sono comunque privilegiati grazie a un attacco predisposto, già pronto anche per il voluminoso iPad. La OnBeat non disdegna però tutti gli smartphone con Bluetooth, Android compresi. Usando come sorgente uno smartphone si potrà usufruire anche della funzione vivavoce, dato che troviamo un microfono integrato e mimetizzato nel logo di fabbrica. La linea estetica è molto originale, con un gioco di linee cromate che sembra formare un grande fiocco e che divide i due canali destro e sinistro del diffusore; utile anche l’elemento superiore di raccordo, che si trasforma in una pratica maniglia, seppure la docking necessiti dell’alimentazione di rete. Originale anche il supporto per i dispositivi Apple, orientabile di 90° per consentire un collocamento anche orizzontale dei riproduttori musicali, ideale per chi preferisce la funzione “cover flow”. Per l’iPad c’è in più un supporto dedicato adatto alla sua mole, in grado di sostenerlo anche in posizione orizzontale. Sul lato destro ci sono i comandi manuali che integrano spie colorate per segnalare le diverse funzioni. In dotazione un piccolo telecomando, in grado di gestire oltre al volume anche i menù Apple se il dispositivo è fissato alla docking. Bluetooth e ottime finiture La docking JBL permette di connettere in Bluetooth qualsiasi dispositivo predisposto e quindi apre le porte a ogni smartphone, Android compresi; il classico connettore Apple invece permette anche la ricarica dei dispositivi e non toglie comodità visto il telecomando predisposto in dotazione. Rimane poi l’alternativa del cavetto minijack per qualsiasi sorgente analogica. In uscita troviamo una presa video composito per portare a un TV eventuali filmati e immagini archiviati sui dispositivi Apple. Troviamo anche una presa USB, da usare però esclusivamente per la sincronizzazione dei contenuti di iTunes sul PC (funzione utile solo per gli iPod base sprovvisti di connettività Wi-Fi). Il prezzo di listino di questa docking impone cura in ogni dettaglio e su questo punto JBL non delude le aspettative. L’insieme è realizzato con materiali di pregio e molto ben rifiniti. Su tutti spiccano gli altoparlanti esclusivi JBL, un sistema a due vie con woofer Atlas e tweeter a cupola Ridge; la potenza disponibile è di 30 watt ciascuno per i woofer e 15 Watt ciascuno per i tweeter. Gli altoparlanti sono posizionati in modo da allargare per quanto possibile il fronte sonoro, si nota però che usando un iPad sul suo supporto lo stesso va a intralciare la diffusione sonora. Nella circuitazione è previsto un DSP sonoro, impostato in fabbrica su Music, che può essere però variato in modalità Film, Giochi, Chat o Radio internet. Quest’ultima posizione è giustificata da una applicazione JBL per il mondo Apple che aggiunge alla docking appunto la funzione di ricevitore radio web e la modalità sveglia, sempre sfruttando un dispositivo Apple. Gamma bassa eccellente Per testare la docking JBL abbiamo utilizzato un iPod Touch nella doppia modalità, senza filo JBL OnBeat Extreme- DA 499 EURO Quality Longevity Design 8 8 8 e sul supporto. L’aggancio segnale in modalità Bluetooth è immediato e permette di tenere tra le mani il dispositivo quando non serve la ricarica. Il posizionamento sul supporto avvia subito la ricarica, in posizione orizzontale però è meglio usare il piccolo supporto in dotazione per non rischiare la caduta del dispositivo. Il telecomando in dotazione (a destra) copre praticamente tutte le funzioni ed è abbastanza ergonomico, qualche problema solo con la doppia serie di comandi concentrici, che può indurre in errore tra variazione volume e cambio traccia. La resa musicale conferma le aspettative e non si discosta di molto da quanto potrebbero fornire due piccoli diffusori tradizionali. Eccelle soprattutto la gamma bassa, probabilmente aiutata dall’equalizzatore interno, che restituisce ottima dinamica e una pressione sonora inaspettata anche senza alzare troppo il volume. Ottime anche le voci maschili e femminili, non manca un pizzico di tridimensionalità nonostante la sorgente sia praticamente monofonica. La gamma acuta è ben dettagliata ma mai fastidiosa e Simplicity D-Factor 8 8 Value 8 invita a proseguire l’ascolto. Non si notano nemmeno particolari fenomeni di compressione e la dinamica sembra quella di musica non compressa. OnBeat Extreme quindi si può accostare alle migliori docking station sul mercato, nonostante il prezzo molto elevato. La mancanza di AirPlay non è trascurabile per chi usa iTunes, ma in compenso il Bluetooth allarga i potenziali utenti a tutto il mondo Android. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it TEST / Dotazione e prestazioni di questo televisore sono assolutamente più che soddisfacenti se paragonate ai circa 400 euro di costo p.22 TV Samsung PS43D490, il plasma 3D è in saldo Il plasma 43 pollici di Samsung è perfetto per coloro che vogliono un televisore 3D di grandi dimensioni, facile da usare e dal prezzo veramente appetibile di C. Stellari I l prezzo è a dir poco allettante, il Samsung PS43D490 nelle offerte online si trova a meno di 400 euro: un plasma da 43 pollici 3D che costa poco più di un TV di piccolo taglio da mettere in cucina. Qualche rinuncia rispetto ai modelli top di pari dimensione ovviamente deve per forza esserci e, infatti, il Samsung 43PS490 non è Full HD, il suo pannello ha una risoluzione di 1024x768 pixel, ma questa potrebbe anche essere una limitazione accettabile: quanto si nota davvero, alla prova dei fatti, la minor risoluzione? Poco, probabilmente, specie se si utilizza il TV prevalentemente per guardare i programmi televisivi e qualche DVD. Il PS43D490 potrebbe essere quindi un ottimo affare; diamo uno sguardo alla dotazione per vedere cosa offre questo TV Samsung. Connessioni complete, ma niente Smart TV Il design del D490 non può reggere il confronto con i modelli più costosi, ma l’aspetto del TV è comunque elegante e gradevole. La cornice dello schermo non è delle più sottili ma ha pur sempre dimensioni ridotte, così come lo spessore del pannello, pari a 5,6 centimetri: il D490 non farà segnare il record del settore, ma il suo spessore è comunque contenuto. Le connessioni sono complete: tro- viamo in tutto tre ingressi HDMI (uno laterale), un ingresso video component, uno PC (D-sub) e perfino la rassicurante presenza di una Scart. Di lato è previsto lo slot CI+ e una presa USB per riprodurre musica, foto e video contenute nelle memorie. Niente presa di rete e Wi-Fi, non servirebbe visto che il D490 è privo della piattaforma Smart TV, situazione a cui però si può facilmente rimediare, ad esempio con un lettore dotato di funzioni Internet TV. Fin qui tutto bene, qualche rinuncia è inevitabile rispetto ai TV top di gamma, ma quello che serve c’è: il PS43D490 potrebbe essere una scelta perfetta per chi desidera un TV di grandi dimensioni, economico, semplice da utilizzare e in più 3D. Un vero affare a patto che sia capace di prestazioni all’altezza, fatto che abbiamo verificato. Qualità video sufficiente Il setup del TV non pone problemi; la procedura di sintonia dei canali è rapida e precisa, il D490 offre la consueta interfaccia Samsung, un po’ invasiva in alcuni casi ma ricca di impostazioni, sufficientemente chiara e semplice da utilizzare. Per le impostazioni video sono disponibili alcune modalità di visione predefinite, ampiamente personalizzabili. Tra queste abbiamo scelto la modalità Standard su cui siamo intervenuti per ottimizzare il comportamento del TV in base alle nostre condizioni di visione. Il primo parametro su cui abbiamo agito è “Luce cella”, abbassando decisamente l’impostazione di fabbrica: questo parametro interviene sulla luminosità dei pixel, l’effetto è simile a quello della regolazione della lampada per i TV LCD. Anche luminosità e contrasto hanno richiesto una leggera modifica, e dopo ciò il TV è pronto Le connessioni del PS43D490: tre ingressi ad offrire una qualità delle HDMI, un video component, un PC (D-sub) e una immagini soddisfacente. Scart. Di lato lo slot CI+ e una presa USB. Samsung PS43D490 Quality Longevity Design 8 8 Simplicity D-Factor Value 9 La visione dei programmi televisivi mette in luce un comportamento altalenante, influenzato dalla qualità della trasmissione. Quello che si nota è un livello del nero lontano dai riferimenti dei migliori TV al plasma: il nero del Samsung D490 non è mai tale, ma piuttosto simile a un grigio scuro. Le conferme arrivano dalla visione dei DVD: il plasma Samsung ha un nero un po’ alto ma non taglia i particolari in penombra e, una volta fatta l’abitudine alle bande laterali che nere non sono, la visione risulta piacevole. Il dettaglio è buono, anche se non da primato; il pannello non è tra i più rumorosi ma, specie nelle scene scure, affiora un po’ di dithering. I colori sono saturi, verde e rosso in particolare sono un po’ troppo accesi, ritoccando i livelli si riesce però a correggere il problema e ad ottenere un buon equilibrio generale. Si nota qualche incertezza di troppo sui contorni delle immagini e qualche scatto durante i panning: offrendo al segue a pag. 23 n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p.23 PEOPLE & MARKET / Volunia, unione dei termini “volo” e “luna”, è un progetto finora costato 2 milioni di euro e 3 anni di lavoro Volunia, il motore di ricerca anti-Google è un Epic Fail Presentato il motore di ricerca italiano che doveva far paura a Google. Ma sulla Rete i pareri sono unanimi: è un Epic Fail, e l’Italia digitale cola a picco di R. Pezzali L’ Italia popolo di navigatori, ma pare che per i prossimi anni saranno ancora Google e Bing a guidare gli italiani che navigano in Rete. Certo, perché il progetto Volunia, annunciato mesi fa come una vera minaccia per Google e per i motori di ricerca mondiali ha fatto fare l’ennesima figuraccia al nostro Paese. Al ponte di comando c’è Massimo Marchiori, professore dell’Università di Padova ideatore di Hyper Search, uno degli algoritmi che ha ispirato Google nella creazione del suo Page Rank: tre anni di lavoro con l’università e che al momento è costato già 2 milioni di euro (investiti dall’imprenditore sardo Mariano Pireddu). Volunia, il cui nome è l’unione di Volo e Luna, vuole approcciare la ricerca web in modo diverso, unendo alla ricerca stessa l’esperienza social. Come ha detto nel corso della conferenza stampa lo stesso Marchiori, i motori di ricerca attuali ci offrono una visione limitata dei risultati, mentre Volunia grazie a un metodo di esplorazione dei siti “a volo di gallina” offre un risultato più completo, con la possibilità di condividere l’esperienza di ricerca con gli altri utenti e di creare un network di amici basato sulle nostre preferenze di navigazione. Offre anche una navigazione a mappa visuale. Una sorta di Social Search che però tutti coloro che hanno provato in anteprima hanno bocciato: “mezza sola”, “flop”, “fail” sono solo alcuni dei nomi più carini dati a Volunia. Tant’è che nel corso della conferenza stampa Marchiori ha subito ridimensionato le parole bellicose di qualche mese fa e ha ammesso che è impossibile competere con Google. Oltre al progetto, caratterizzato da un impatto grafico poco moderno, anche la conferenza stampa (in diretta streaming e con banda non sempre perfetta) ha raccolto molte critiche. Una conferenza partita in ritardo per cercare qualcuno che sistemasse il proiettore non funzionante, fatta in italiano senza sottotitoli e senza ritmo, a tratti addirittura noiosa se non fosse per la metafora delle galline che ha strappato qualche sorriso. Marchiori è un matematico e non certo un uomo di comunicazione, ma un progetto così ambizioso, soprattutto legato al nome del nostro paese, andava gestito meglio. Come ha reagito il mondo? I commenti che si leggono in Rete mettono in evidenza la disfatta del made in Italy, basta cercare su Twitter per leggerne un po’. Volunia però non è ancora attivo, se non per un gruppo di beta-tester: è vero che una presentazione vuol dire tanto, ma un minimo di credito, in quanto progetto italiano, lo merita proprio. visione dei Blu-ray, con la curiosità di indagare se la minor risoluzione rispetto a uno schermo Full-HD si nota e quanto. L’immagine paragonata a quella ottenuta dalla visione dei DVD è più dettagliata, a prima vista non sembrano esserci differenze rispetto a un’immagine 1080p, occorre un occhio attento per accorgersi delle differenze. La minor risoluzione del D490 si nota più facilmente in alcuni casi, ad esempio sulle scritte dei titoli dove emerge la presenza dei pixel sui contorni, o nei particolari in primo piano, come la trama di un tessuto o sullo sfondo delle immagini che perdono un po’ di nitidezza e definizione. Piccole differenze che per chi cerca la perfezione sono importanti, ma che passano inosservate per la stragrande maggioranza degli utenti. In 3D l’abbattimento di luminosità è abbastanza evidente e il famigerato effetto crosstalk affiora in qualche scena, più spesso ancora però si nota una certa perdita di precisione nei contorni delle immagini, specie sui particolari in secondo piano o in rapido movimento. Una prestazione non perfetta quella in 3D, sicuramente non al top ma tutto sommato accettabile. A proposito: gli occhiali attivi Bluetooth non sono in dotazione e vanno acquistati separatamente. rando il diverso prezzo di acquisto. Il pannello del D490 non è certo di ultima generazione, non è Full-HD, il nero è un po’ alto e inoltre mancano alcune funzioni, tra cui la Smart TV. Le prestazioni sono tuttavia buone, il TV è capace di offrire una qualità di visione più che soddisfacente, specie se si tratta di guardare prevalentemente programmi TV e DVD, ed è facile da utilizzare. Mettendo tutte queste considerazioni su un piatto della bilancia e sull’altro il prezzo, l’ago pende decisamente in favore dell’acquisto. Il PS43D490 in particolare è un buon affare per chi desidera un TV con grande schermo ma non è disposto a spendere non è invece il TV giusto per gli appassionati che desiderano prestazioni al top, ma questo si sapeva fin dall’inizio. TEST Samsung PS43D490 segue da pag. 22 TV immagini scalate a 720p (risoluzione prossima a quella del pannello) gli artefatti diminuiscono in modo considerevole, i bordi delle figure in primo piano divengono più netti e le immagini acquistano precisione e dettaglio. In queste condizioni la qualità offerta dal TV è buona, decisamente interessante, specie in rapporto al conveniente prezzo di acquisto. Con queste premesse passiamo alla Gli occhiali attivi Bluetooth vanno acquistati separatamente. Buone prestazioni per un ottimo prezzo Il Samsung PS43D490 non è certo perfetto: le sue prestazioni non possono essere paragonate a quelle di un TV top di gamma, ovviamente non potrebbe essere altrimenti conside- n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it TEST / Dalla nostra prova sul campo lo smartphone Motorola è risultato veloce e scattante con interessanti applicazioni esclusive p.24 Motorola Razr, l’Android più sottile e accattivante Il top di gamma di Motorola è uno smartphone Android con processore dual core, fotocamera da 8 MP e display OLED da 4.3”. Lo abbiamo provato di P. Centofanti M otorola resuscita il brand Razr con questo smartphone, il top di gamma per quanto riguarda l’offerta Android di Motorola, ma anche il più sottile sul mercato con i suoi 7 mm di spessore per quasi tutta la sua interezza. Display OLED da 4.3”, processore dual core da 1.2 GHz e fotocamera da 8 Megapixel sono le caratteristiche principali di questo prodotto con cui Motorola cerca di farsi strada in un mercato sempre più affollato. Design bello con qualche pecca Razr (no, non il telefonino a conchiglia di dieci anni fa) è se vogliamo la risposta di Motorola al Samsung Galaxy S II: d’altra parte le caratteristiche tecniche sono molto simili. Il Razr è uno degli smartphone più sottili (e leggeri) sul mercato con il suo spessore di appena 7.1 mm. Ma ha anche un ampio display OLED da 4.3” con risoluzione di 540 x 960 pixel, processore dual core da 1.2 GHz e fotocamera con sensore da 8 Megapixel capace di riprendere video in 1080p. Insomma, Razr è uno smartphone top di gamma vero e proprio, basato su Android 2.3 con interfaccia customizzata da Motorola, a cui non mancano anche soluzioni costruttive intriganti come il guscio in kevlar, il gorilla glass frontale e un particolare “nano-rivestimento” interno che protegge ogni componente. A livello di design il Razr lascia un misto di sensazioni. Il frontale ha un suo perché, è lucido e con la sagoma che ricorda il tablet Xoom in piccolo. La sensazione al tocco è ottima, ma il retro e il profilo sono meno eleganti. Il telefono diventa infatti molto più spesso all’altezza della fotocamera rompendo la simmetria, mentre il pannello posteriore è proprio video Il video della prova del Motorola Razr. brutto. Le connessioni includono, oltre all’immancabile porta micro USB, anche l’uscita HDMI con connettore micro e lo slot per carte di memoria microSD. Il Razr supporta poi la dock webtop per trasformare lo smartphone in un netbook. Il telefono integra anche 16 GB di memoria, di cui 8 disponibili per documenti e file multimediali, 4 per l’installazione di applicazioni. Lo slot per le card di memoria è nascosto sotto uno sportellino laterale insieme a quello della SIM: il Motorola Razr utilizza però micro SIM. La batteria è invece integrata e non sostituibile dall’utente e offre una capacità di 1780 mAh. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, il Razr utilizza il processore OMAP 4430 di Texas Instruments che integra una CPU dual core da 1.2 GHz e la GPU PowerVR SGX540, affiancato da 1 GB di RAM. La connettività è di tipo HSPA (fino a 14.4 Mbit/s in download), più Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 4.0. Completano il quadro l’accelerometro, la bussola digitale, il sensore di prossimità e il GPS. Applicazioni personalizzate Il Motorola Razr è arrivato nei negozi con una versione personalizzata di Android 2.3 Gingerbread (un aggiornamento a Ice Cream Sandwich è in lavorazione). La customizzazione si porta con sé cambiamenti grafici e alcune applicazioni preinstallate molto interessanti. Il Razr presenta icone e widget customizzati: contatti preferiti, riproduzione audio, social stream, calendario e così via. Una delle applicazioni più interessanti è MOTOPRINT che consente di stampare direttamente dal telefono diversi tipi di documenti, utilizzando delle stampanti di rete (che supportano i linguaggi PDL PostScript, Epson ESC/P-R, PCL3GUI), oppure qualsiasi stampante collegata a un PC condivisa tramite l’utility MOTOPRINT Host. Motorola ha poi personalizzato sia l’app per la riproduzione musicale che quella della galleria fotografica e dei video. Entrambe le applicazioni permettono di riprodurre i contenuti direttamente da un PC su cui è installato il software MotoCast. L’applicativo è disponibile sia per Windows che per Mac OS X e Motorola Razr - DA 599 EURO Quality Longevity Design 8 9 consente di riprodurre in streaming i file disponibili sul PC oppure di sincronizzare automaticamente i contenuti della propria libreria (nel caso dei computer Apple è supportata la libreria di iPhoto). Alternativamente le applicazioni consentono la riproduzione anche da server DLNA compatibili. Molto interessante la funzionalità Azioni Smart che consente di creare praticamente dei profili di utilizzo, cioè delle configurazioni ad hoc del telefono, che possono essere impostate automaticamente in funzione di eventi specifici, come l’avvicinarsi a una posizione o lo scendere della batteria sotto un certo livello di carica e così via. Ci sono tanti esempi pre-impostati oppure è possi- Simplicity D-Factor 8 Value 8 bile creare un’azione smart da zero e le possibilità sono tantissime. Davvero un’ottima applicazione che consente tra le altre cose di ottimizzare il consumo energetico della batteria. Per il resto vale la pena segnalare il completo file manager, che anche in questo caso permette di accedere a cartelle condivise in Rete, la suite QuickOffice per la lettura e modifica di documenti Office, e un’applicazione integrata per gestire i principali social network. Display brillante Il Razr monta un display OLED ma con configurazione pentile della matrice dei pixel: lo si vede dalla retinatura che si nota guardando lo schermo da vicino e che comporta una riduzione della risoluzione effettiva percepita. La luminosità dello smartphone può essere impostata per la regolazione automatica ma in questo caso ci troviamo di fronte a una brillantezza non sempre sufficiente, meglio quindi impostarla manualmente anche se ciò andrà a incidere sulla durata della batteria. Detto questo lo schermo è ottimo per brillantezza dei colori e rapporto di segue a pag. 25 n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p.25 MOBILE / Lumia 800, Lumia 900 ed E7 sono gli smartphone Nokia dotati di schermo ClearBlack MOBILE Come funziona lo schermo ClearBlack di Nokia? Ce lo spiega l’azienda stessa con un disegno davvero chiaro Spulciando nel codice dell’ultima beta di iOS 5.1 e, più precisamente, nei file di configurazione di un operatore è spuntata una data, che sembrerebbe quella fatidica del riascio della nuova versione del sistema operativo mobile di Apple: 9 marzo 2012. E il periodo è proprio quello in cui si attende il lancio dell’iPad 3. E in rete circolano oltre che a nuove (presunte) immagini di componenti del prossimo tablet anche nuove indiscrezioni. Da più parti sembrerebbero arrivare conferme dell’impiego di un display con la mirabolante risoluzione di 2048 x 1536 pixel e di un nuovo processore prodotto da Apple e denominato A6. Secondo quanto riportato dalle fonti di The Verge però, il nuovo chipset integrerà sì una nuova e ancora più potente scheda grafica, ma la CPU non sarà quad-core. L’azienda avrebbe fatto richiesta di marchio registrato per il termine Macroscalar, una tecnologia brevettata Apple che permetterebbe di aumentare l’efficienza dei processori multi-core. Nokia svela il segreto dello schermo nero di R. Pezzali L umia 800, Lumia 900 e Nokia E7 sono dotati di uno schermo OLED denominato ClearBlack: l’obiettivo di Nokia è ottenere performance perfette sui neri anche quando la luce ambientale è molto forte. Obiettivo che stanno cercando di perseguire anche molti altri produttori, non solo di smartphone: la luce, infatti, cambia radicalmente il contrasto percepito di un dispositivo. Ora Nokia spiega come funziona il sistema ClearBlack, basato su tre sottili filtri: un polarizzatore lineare, un filtro che ritarda l’onda e una superficie riflettente. La luce non polarizzata, da pensare come forma d’onda, passa attraverso il polarizzatore lineare e diventa luce polarizzata verticalmente. Il passaggio nel filtro ritardante cambia la polarizzazione: da lineare a circolare con movimento verso destra. Lo stato riflettente funziona come uno specchio che cambia la rotazione, e la luce riflessa a sua volta ripassa dal filtro ritardante che porta la polarizzazione da circolare a lineare, ma questa volta orizzontale. Il primo filtro, che ha fatto passare la prima volta la luce, a questo punto funziona come barriera e non lascia più passare il riflesso. Il sistema non interviene sulla luce di retroillumi- nazione del display (o sulla luce del display come in questo caso, trattandosi di OLED): questa viene emessa dietro il filtro che riflette, pertanto non subisce la doppia polarizzazione e non viene annullata. il che ne pregiudica un po’ l’utilizzo come lettore multimediale sfruttando l’uscita HDMI. Nel caso dell’esemplare in nostro possesso abbiamo notato un paio di problemi software. Uno riguarda l’integrazione dei vari social network visto che non siamo riusciti in alcun modo ad aggiungere account diversi da quello Google. Le applicazioni dedicate funzionano senza problemi, è solo l’applicativo che integra il tutto a livello di sistema operativo che non sembra accettare gli altri account. Poi mentre i diversi giochi funzionano piuttosto bene, abbiamo riscontrato un serio problema di compatibilità con un’app popolare come Fruit Ninja che praticamente lo rende ingiocabile. Per quanto riguarda la batteria tra dimensioni dello schermo e processore sappiamo già cosa ci può aspettare, e l’utilizzo lo conferma: tra navigazione web, sin- cronizzazione dei dati in background e 3G, arrivare a fine giornata in condizioni normali è un’impresa. Le funzioni di risparmio energetico aiutano a spremere qualcosa in più, ma siate pronti a ricaricare spesso lo smartphone. iPad 3 in arrivo entro il 9 marzo? TEST Motorola Razr segue da pag. 24 contrasto. Durante il quotidiano utilizzo lo smartphone si è rivelato veloce e scattante. Il passaggio da una pagina all’altra della homescreen è sempre fluido e in generale si ha l’impressione di utilizzare una macchina ben oliata. La resa del browser varia soprattutto in funzione dei contenuti flash presenti eventualmente sulla pagina ma il telefono non presenta vistosi rallentamenti. Più che altro la leggibilità dei font al minimo ingrandimento è minata dalla configurazione pentile del display. Per quanto riguarda i contenuti Flash abbiamo verificato la capacità di riprodurre senza problemi anche contenuti in alta definizione. Lo stesso vale per diversi formati video compresi file MKV e MP4 con video H.264 anche in 1080p. Purtroppo il telefono ha un supporto codec audio molto limitato (in particolare non legge Dolby Digital o DTS) Immagini dettagliate L’applicazione della fotocamera offre diverse funzionalità: programmi di autoesposizione, scatto a raffica e modalità panorama, alcuni effetti speciali (come seppia e solarizzazione), regolazione manuale dell’esposizione e stabilizzazione per la modalità video. L’applicazione è accessibile anche direttamente dal lock-screen in pochissimi secondi per essere subito pronti a scattare. La fotocamera realizza immagini sufficientemente dettagliate, anche se un po’ granulose. I contorni sono comunque piuttosto puliti e non si notano effetti di Edge Enhancing. A livello cromatico le immagini sono abbastanza bilanciate. In interni la messa a fuoco lascia un po’ a desiderare e l’opzione touch-to-focus non è sempre precisissima. Sul versante video il Razr riprende in 1080p a 30 frame al secondo, ma il livello di dettaglio lascia un po’ a desiderare. Uno smartphone veloce e scattante Nel complesso il Motorola Razr è un’ottima alternativa da prendere in considerazione nell’offerta dei “super smartphone”. Avremmo preferito un display Full RGB e un design un po’ più curato, ma si tratta di uno smartphone Android veloce e scattante e con un’ottima dotazione software. Il vero neo rimane la durata della batteria, ma il Razr è in buona compagnia. n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it TEST / Proiettore portatile per presentazioni di lavoro o proiezioni cinematografiche estemporanee. Prezzo non economico, ma adeguato p.2 Vivitek Qumi, la proiezione HD in palmo di mano Abbiamo provato il proiettore Vivitek Qumi, capace di proiettare fino a 90 pollici un’immagine 720p. Come si comporta? Quali sono i suoi pregi e i difetti? di M. Dalli V ivitek ha da pochi mesi lanciato sul mercato un proiettore portatile decisamente interessante: si chiama Qumi e consente di proiettare un’immagine 1.280x800 pixel con dimensione massima di 90 pollici da tre metri di distanza. Il Qumi si basa su una matrice DLP e come sorgente luminosa sfrutta una lampada LED, della durata dichiarata di 30.000 ore, capace di generare 300 lumen ANSI. Si tratta di un proiettore flessibile, indicato sia per chi vuole gustarsi i film sul grande schermo ovunque vada (il Qumi accetta in ingresso HDMI, video-composito e ha persino un lettore multimediale integrato per file su USB o micro SD), sia per l’utenza più professionale che necessita di un proiettore portatile per le presentazioni itineranti (in questo caso è possibile collegare al Qumi un PC tramite VGA, oppure un iPhone o iPad, grazie al cavo fornito in dotazione, o ancora leggere documenti Office direttamente da USB o micro SD). Ma come si comporta nel mondo reale? Quali sono i suoi limiti e le sue potenzialità? Confezione curata e completa Contrariamente a molti altri prodotti, il Qumi si distingue fin dal primo momento con cui ci si ha a che fare: la confezione è infatti molto curata, in stile Apple, e al suo interno troviamo tutti gli accessori di cui avremo bisogno per far funzionare correttamente il proiettore: cavi per tutti gli ingressi, HDMI-mini HDMI, mini HDMI-mini HDMI (per collegare una fotocamera o una videocamera), VGA e un cavo per collegare iPhone e iPad. Manca il videocomposito, ma francamente non se ne sente la mancanza. Nella confezione, oltre all’alimentatore, sono presenti un piccolo teleco- mando e una pochette, a dire il vero un po’ stretta, per proteggere il Qumi durante il trasporto. Niente da dire sulle connessioni Per collegare il Qumi a una sorgente esterna bisogna utilizzare le connessioni poste sul retro, protette da uno sportellino magnetico; quest’ultimo non resta attaccatto al proiettore, pertanto c’è il rischio di perderlo se non si fa attenzione a dove lo si ripone quando il proiettore è in funzione. Venendo alle connessioni, da sinistra a destra troviamo la presa per l’alimentazione, l’uscita audio per cuffie o altoparlanti esterni, l’ingresso AV per iPhone o iPad e videocomposito (quest’ultimo richiede un cavo non fornito in dotazione), la presa USB e lo slot micro SD, con sotto il sensore IR per il telecomando. A destra, invece, troviamo l’ingresso mini HDMI e la porta Universal I/O per il collegamento al PC tramite VGA; da VGA, inoltre, il Qumi è in grado di accettare anche segnali 3D, visibili con occhialini DLP Link (venduti separatamente). Sulla parte sinistra del proiettore troviamo invece il fuoco manuale e la griglia di areazione, mentre il pulsante di accensione è posto sul lato destro. Nella parte anteriore, infine, il Qumi presenta una seconda griglia di aerazione e la lente; quest’ultima è sprovvista di qualsiasi mezzo di protezione, sia integrata (otturatore), sia esterna (tappo), lasciandola pertanto esposta e soggetta a sporco o, peggio, a graffi. Considerato che il Qumi è un proiettore portatile, siamo rimasti stupiti di questa scelta piuttosto inspiegabile. Sulla parte superiore, infine, troviamo i comandi per configurare il proiettore (replicati sul telecomando) e, nella Vivitek Qumi - DA 599 EURO Quality Longevity Design 8 9 9 Simplicity D-Factor 9 8 Value 9 parte inferiore, un attacco a vite per posizionare il proiettore su un cavalletto e una presa da collegare a una batteria esterna opzionale, in grado di far andare il Qumi anche in assenza di una presa elettrica. essere girata, ma allo stesso tempo è molto sensibile, per cui piccoli spostamenti provocano grandi cambiamenti. Con un minimo di pratica, ad ogni modo, si riesce a ottenere il fuoco perfetto in ogni situazione. Un po’ elaborata la ricerca del fuoco perfetto Lettore multimediale integrato La natura “portatile” del Qumi ci ha indotto a provarlo “sul campo”, utilizzando come superficie per la proiezione muri e pareti, anziché teli appositi. In questa circostanza il Qumi si è comportato piuttosto bene: la scarsa luminosità della lampada impone però un ambiente almeno parzialmente oscurato, se non completamente buio, dove il Qumi riesce a dare il meglio di sé. Nel menù, inoltre, troviamo anche una voce per correggere la distorsione trapezoidale, utile quando si proietta inclinando il Qumi; non è purtroppo possibile correggere la distorsione dovuta alla proiezione fuori asse, né operare sullo zoom, se non in modalità digitale. Per mettere a fuoco l’immagine, invece, è necessario operare sulla piccola rotella posta accanto alla lente; la rotella è un po’ dura e richiede quindi una discreta forza per Interessante anche il lettore multimediale integrato nel Qumi, in grado di leggere da supporti USB esterni o schedine micro SD. Da lì è possibile riprodurre direttamente foto, musica e video, con un ampio numero di formati supportati. Per quanto riguarda i video il Qumi supporta i più moderni codec audio e video, come H.264, VC-1, WMV9, DivX, RealVideo e Motion JPEG, oltre a MP3, AAC e AC3. Interessante soprattutto la compatibilità con i file MKV, anche se manca il supporto ai sottotitoli. Il processore all’interno del Qumi non è però molto potente e la compatibilità è pertanto assicurata soltanto con file a bassa complessità (Main profile livello 3.1) fino a 720p. Siamo riusciti anche a riprodurre qualche video a 1080p, ma la fluidità non è perfetta. La speranza di avere un lettore multimesegue a pag. 2 n. 4 / 3 febbraio 202 estratto da www.dday.it p.2 TEST Vivitek Qumi segue da pag. 2 diale completo integrato nel proiettore è quindi (parzialmente) vanificata: chi desidera portarsi appresso il solo Qumi dovrà fare i conti con la compatibilità dei singoli file, altrimenti la soluzione più semplice consiste nel dotarsi di un piccolo lettore multimediale esterno. Restando in ambito “Home Cinema”, il Qumi ha integrato un solo altoparlante mono da 1 Watt, una potenza insufficiente che si traduce in una riproduzione del suono improponibile. Inoltre, la ventola del Qumi è piuttosto rumorosa e si avverte chiaramente quando è in funzione, anche in modalità Eco; in quest’ottica la riproduzione di video e di file audio richiede obbligatoriamente il collegamento del Qumi a un paio di cuffie o altoparlanti esterni. Dove invece la ventola non dà fastidio è nella riproduzione di documenti Office: Qumi supporta infatti documenti Word, Excel e PowerPoint, oltre a file di testo e PDF. Grazie a questa funzione è possibile fare presentazioni itineranti senza necessariamente collegare un PC al proiettore, né portarsi appresso il computer. Immagini compatte, nitide e definite La qualità video, nel complesso, ci ha soddisfatto particolarmente: pur fermandosi a 720p come risoluzione, anche proiettando alla dimensione massima consentita (90 pollici) l’immagine risulta sempre compatta, nitida e ben definita; non è visibile nemmeno la classica “zanzariera”. Con materiale nativo in alta definizione (il Qumi accetta in ingresso segnali fino a 1080p) la resa è molto buona e non si nota la risoluzione non Full HD. Per quanto riguarda invece il collegamento ai dispositivi Apple, la qualità video non è particolarmente elevata, vista la scelta di sfruttare l’uscita videocomposita di iPhone e iPad; con i dispositivi di ultima generazione, però, è possibile dotarsi di un connettore dock con uscita HDMI, che porta il segnale video a 1080p in digitale. Prodotto interessante a un prezzo adeguato Nel complesso il Qumi è un prodotto interessante e flessibile, adatto tanto a chi deve fare presentazioni itineranti, quanto a chi vuole realizzare una piccola stazione Home Theater portatile (a patto, ovviamente, di dotarsi di una coppia di altoparlanti e di un lettore multimediale esterno, se non si vuole riconvertire i video perché risultino compatibili col Qumi). Ci sentiamo solo di criticare due aspetti del Qumi: il primo è il telecomando, adatto per l’uso da dietro il proiettore, ma poco sensibile se ci si trova davanti al Qumi (nel qual caso va puntato all’indietro nella speranza di centrare il sensore IR, posto tra le varie connessioni). Il secondo aspetto è la mancanza di un tappo per la lente, che alla lunga può portare a problemi seri se si viaggia spesso col proiettore, unito alla pochette in dotazione che, per quanto sia un’ottima idea, è un po’ stretta e si fatica a infilarci il Qumi all’interno. Il prezzo di 599 euro non è certo dei più economici, ma considerata la natura “portatile” e la poliedricità del Qumi non ci sentiamo di giudicarlo nemmeno eccessivo. La notizia prosegue su DDAY.it... DIGITAL IMAGING HIFI & HOME THEATER Nikon ha presentato due fotocamere Coolpix destinate a fotoamatori evoluti: la P310 e la P510 (nella foto). Entrambe condividono il sensore CMOS backilluminated da 16.1 Megapixel e il display LCD da 3” e 921.000 punti; non può mancare la registrazione video fino a 1080p e, sulla P510, il GPS integrato. Dove le due macchine differiscono è nell’ottica: la P510 è una bridge con zoom 42x, la P310 è una compatta indicata a chi ama scattare al buio o in condizioni di scarsa luminosità grazie all’ottica capace di raggiungere l’apertura focale di f/1.8. Alzi la mano chi quando si infila gli auricolari non bada troppo al loro “orientamento”stereo. L’agenzia giapponese per la scienza e la tecnologia ha sviluppato una soluzione per tutti quelli che si perdono il corretto mix stereo. Questo paio di auricolari è dotato di un sensore di prossimità su uno dei due altoparlanti che permette alle cuffie di “capire”su quale orecchio sono indossate e quindi di indirizzare il giusto canale stereo. Le cuffie sono in grado di riconoscere se state condividendo l’auricolare con un amico e in questo caso di effettuare un downmix mono su entrambi i canali così da non far perdere nulla della registrazione originale. MOBILE DIGITAL IMAGING Google Chrome arriva finalmente sugli smartphone e sui tablet Android. Google ha infatti rilasciato la versione beta del suo famoso browser scaricabile gratuitamente dal market per tutti coloro che hanno un device Android 4.0. Chrome promette performance da urlo e una velocità mai vista grazie a un nuovo engine di rendering, all’architettura multiprocesso e alle funzionalità già presenti sul noto browser desktop. Senza Flash integrato ma forte di un supporto totale ad HTML 5, Chrome garantisce la navigazione seamless tra mondo desktop e mobile. Sottile, compatta e anche decisamente cheap: la nuova Samsung ST77 infatti arriverà a marzo con un prezzo di listino di circa 110 euro. Offre un sensore decisamente risoluto, 16 Megapixel e un’ottica zoom 5x da f2.5 con un grandangolo di 25 mm. La Samsung ST77 ha uno schermo da 2.7” e riprende anche video a 720p. Come sempre Samsung farcisce le fotocamere di fascia bassa di funzionalità creative più o meno utili: ad esempio, Funny Face per deformare i volti, Magic Frame per aggiungere cornici e Picture In Picture per sommare due foto una sopra l’altra. Nikon: zoom 42x o f/.8 la Coolpix è servita Destra o sinistra? Le cuffie si “girano” da sole PEOPLE & MARKET DIGITAL IMAGING PC & MULTIMEDIA Canon rinfresca la sua gamma con quattro nuovi modelli di fotocamere compatte di fascia media. I due modelli più intriganti sono la Ixus 510HS (380 euro) e la Ixus 240HS (310 euro), due compattissime che guadagnano la connettività Wi-Fi e che, grazie all’applicazione per iOS Canon CameraWindow, possono trasferire le foto verso dispositivi Apple. La 510HS ha un corpo sottilissimo un po’ retrò, ha un sensore da 10 Megapixel, uno zoom ottico 12x e il processore Digic 5. La 240HS (nella foto) ha un sensore da 16 Megapixel, uno zoom 5x e il processore Digic 5. Entrambi i modelli riprendono a 1080p. Canon ha ampliato la propria gamma di stampanti multifunzione Wi-Fi con supporto ad AirPrint. I due modelli Pixma MX435 e MX515 hanno connettività Wi-Fi, fax e alimentatore dei documenti (ADF) integrato da 30 fogli. La stampa da dispositivi mobili è possibile nativamente da iOS grazie ad AirPrint, oppure tramite l’app Easy-PhotoPrint, disponibile sia per Android che per iOS. Canon ha introdotto anche una stampante a sublimazione, la Selphy CP810, che produce immagini in formato cartolina o carta di credito da scheda di memoria o stampante compatibile PictBridge via USB. Libertà sul web l’Italia (per ora) è salva In Parlamento sono stati approvati degli emendamenti che cancellano l’art. 18 nato da una proposta dell’on. Giovanni Fava della Lega Nord. La proposta prevedeva l’introduzione nel nostro Paese di una misura antipirateria simile alla SOPA americana, che ha portato il popolo della rete d’oltreoceano a ribellarsi e far sì che non venisse approvato. La proposta Fava prevedeva di rendere responsabili i provider per i contenuti che gli utenti caricano sulle piattaforme. Fava ha dichiarato, nonostante la sconfitta, di voler continuare la propria guerra “per sconfiggere un fenomeno di contraffazione che sottrae importanti risorse economiche”. Canon Ixus 50HS e 240HS look retrò e Wi-Fi Google Chrome arriva (in beta) su Android Canon: sempre più AirPrint ma non nella Selphy S, Samsung la chiama SuperSlim MOBILE LG lo vuole grosso smartphone 5” e 4:3 Smartphone o tablet? L’Optimus Vu di LG sembra porsi perfettamente a cavallo dei due. Il dispositivo, mostrato in un video dalla casa madre coreana, ha uno schermo da ben 5”, ma a colpire è l’insolito rapporto d’aspetto di 4:3, che lo rende una sorta di piccola “mattonella”. Informazioni trapelate in rete, inoltre, rivelano che l’Optimus Vu potrebbe avere un processore Qualcomm Snapdragon dual core da 1,5 GHz, 1 GB di RAM, 8 GB di memoria, NFC e fotocamera da 8 Megapixel. Il sistema operativo sarà Android 2.3. Farà capolino al MWC di Barcellona, in programma per l’ultima settimana di febbraio?