n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
p.
EDITORIALE
Divulgare bene
per uscire dalla crisi
La crisi morde - e in profondità
- il mercato dell’elettronica di
consumo, con tassi di decresita
nel 2011 superiori al 20% (dati
gfk). Non c’è una sola causa
dietro questa batosta, ma una
concomitanza di nodi che stanno
venendo al pettine tutti insieme.
Certo, la crisi internazionale
rende tutto più difficile. Anche
il fatto che il confronto sia con
il 2010 (anno dei più importanti
Switch-off) è un’attenuante:
un segno meno era facilmente
preventivabile. Un altro fattore
chiave è stata la “svalutazione”
del prodotto, con prezzi che
durante lo scorso anno hanno
avuto andamenti in picchiata.
L’elemento che appare però più
subdolo, tanto che il mercato non
ha tanta voglia di ammetterne
l’esistenza, è l’affievolirsi
dell’appeal di molte categorie di
prodotto, in parte bruciate dagli
smartphone e in parte arrivate
alla fine di un ciclo di vita.
Effetto “smartphone”: con 3400 euro di “telefonino” (tanto
quanto costavano i cellulari
qualche anno fa) oggi l’utente
sostitiusce una serie ampia di
altri apparecchi: fotocamere
compatte, videocamere per uso
occasionale, navigatori satellitari,
audio player, console game
portatili e così via. Tutti prodotti
che comunque continuano ad
essere disponibili pur diventando
sempre meno “sexy”.
Effetto “ciclo di vita”: alcune
categorie importanti, come per
esempio i TV, finto un ciclo di
grandi innovazioni, oggi puntano
su aspetti sui quali l’utente non è
competente o semplicemente è
troppo pigro per capirli.
In realtà ci sono nuove categorie
di prodotto (i NAS per esempio)
in grado di risvegliare l’appetito
digitale degli utenti, come
anche aspetti innovativi delle
vecchie categorie in grado di
“ringovanirle”. Ma serve maggiore
competenza nell’utenza: i grandi
marchi dovrebbero investire
di più nella divulgazione. Sono
sforzi che non rendono nella
gestione corrente, ma che
assicurerebbero un futuro sano
a questo mercato, quando la
crisi internazionale sarà passata.
I leader saranno abbastanza
lungimiranti o prevarrà il “si salvi
chi può” alla Schettino?
Gianfranco Giardina
TV & VIDEO / L’accesso a Internet porterà i servizi on demand?
MySky HD: guida e menù HD
Attivata la porta di rete
Sky ha rivisto l’interfaccia grafica dei decoder MySky HD rendendola HD
È stata abilitata anche la porta di Rete per interattività e Primafila
DDAY.it magazine 41
In questo fascicolo
tra le altre cose...
TV & VIDEO
PEOPLE
& MARKET
02 Abbasso le TV OLED
anoressiche
03 Panasonic apre al FLAC
sui TV 2012
MOBILE
04 Windows Phone 8
tante novità in arrivo
07 Sci e snowboard, tutti
in pista con la tecnologia
08 Come trasferire i contatti
su uno smartphone
DIGITAL IMAGING
di M. Dalli
D
al 9 febbraio sera alcuni
decoder MySky HD possono
essere aggiornati a un software che implementa una nuova veste
grafica e l’abilitazione della porta di
Rete. Al momento l’aggiornamento va fatto manualmente dal menu
(non si aggiorna automaticamente
di notte) e riguarda soltanto alcuni
modelli tra i decoder Samsung; tutti
gli altri arriveranno progressivamente
nel corso delle prossime settimane.
I decoder Sky HD, secondo Sky, non
verranno, invece, aggiornati alle nuove funzioni, anche se alcuni rumor
sulla Rete sostengono il contrario.
La veste grafica del nuovo software,
come si vede nel video qui sotto, è
ora più accattivante e finalmente in
alta definizione, e consente di scorrere nella lista programmi direttamente dall’EPG, accedendo a tutte
le informazioni sui programmi futuri
senza dover accedere alla Guida TV.
Nei menù del decoder, che ora sono
completamente navigabili con le frecce del telecomando, rimane sempre
visibile un riquadro con la diretta del
canale che si stava seguendo prima
di entrare nel menù; viene quindi abbandonata la musica di sottofondo.
La seconda novità riguarda l’interfaccia di Rete, presente sui decoder ma
finora disabilitata. L’abilitazione della
porta Ethernet al momento trova utilizzo nell’acquisto degli eventi Primafila, per i quali non sarà più necessario
telefonare o acquistare da Internet,
ma il tutto potrà essere fatto direttamente dal decoder, tra cui anche controllare gli acquisti effettuati. La stessa
porta viene inoltre utilizzata per l’interattività e per votare direttamente
dal telecomando, operazioni finora
possibili solo se il decoder era collegato alla linea del telefono. In futuro,
però, non è da escludere che la porta
venga utilizzata anche per nuovi servizi, come ad esempio lo streaming
video da Internet (come già avviene
per Premium Play di Mediaset) o la
condivisione dei programmi registrati
nel decoder verso un dispositivo portatile (smartphone o tablet) all’interno della rete domestica.
video
Il video con la veste grafica
del nuovo software.
11 Pentax K-01 arriva
a marzo
12 Fujifilm X-Pro1, le foto
che fanno paura
PC & MULTIMEDIA
13 Videochiamate HD
di Skype
15 IPv6: cosa faranno
gli operatori italiani?
PEOPLE & MARKET
16 Sony malata? Ecco
la ricetta di Kaz Hirai
HIFI & HOME THEATER
17 Pro-Ject presenta
i media player Hi-End
GAME & MOVIE
19 Finalmente Soul Calibur V,
l’abbiamo provato per voi
TEST
21 JBL OnBeat Extreme
22 Samsung PS43D490
24 Motorola Razr
26 Vivitek Qumi
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / L’elettronica è nascosta nella base del televisore, a scapito dell’estetica del piedistallo e del TV stesso
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Abbasso le TV OLED anoressiche, vogliamo carne
Arrivano i televisori OLED con il loro spessore da sogno, 4 mm. Ma dopo le prime foto dei TV LG si capisce che forse era meglio un TV più in carne
di R. Pezzali
L
G ha presentato qualche giorno
fa in Corea il suo TV OLED. Il TV
LG, noi che l’abbiamo visto al CES
di Las Vegas, ce lo ricordiamo così, in
tutto il suo splendore con il suo corpo
ultraslim da soli 4 mm di spessore. Un
foglio di cartoncino, talmente sottile
che fa quasi paura toccarla.
Durante la presentazione ufficiale,
però, del bellissimo TV che abbiamo
visto a Las Vegas non c’è stata traccia:
appoggiata su una mensola, infatti, la
TV veniva sorretta da una base grossolana che sarebbe davvero gentile
definire orribile.
Ovviamente non sarà questa la base
con cui LG lancerà la TV sul mercato
(almeno lo speriamo), ma la cosa fa
riflettere: le aziende non sanno dove
nascondere l’elettronica.
Negli anni passati tutti i tentativi di TV
ultrasottile sono miseramente falliti:
nel 2008 Sony lanciò lo ZX1, la prima
TV LED Edge sul mercato talmente
sottile che tutta l’elettronica era in
un box esterno wireless. Una scelta
questa che il mercato non ha accolto
molto bene, il box esterno non funziona più.
Ci ha provato qualche anno dopo
Samsung con la serie C9000: bellissimi, costosi, ma quel piedistallo così
spesso rispetto all’elegante base degli
altri modelli non ha certo fatto breccia nel cuore della gente.
Che dire poi del LEX-8 LG: chi l’ha
visto? Qualche offerta da volantino
quest’estate per far finire i fondi di
magazzino, ma un design rovinato da
quella base simile a un Blu-ray: bello
LG OLED
Sony ZX
TV & VIDEO / Piattaforma Smart TV per i modelli di punta
solo se attaccato
al muro.
Ora arrivano gli
OLED, e lo spessore sembra sia
l’argomento principale da usare
per differenziare
gli OLED dai sempre più sottili LCD.
La stessa LG, nel
corso della conferenza stampa,
ha mostrato con
orgoglio la sua creazione di fianco
a un iPhone (ma non avevano uno
smartphone LG?).
Dopo quattro anni il problema resta:
il pannello è sempre più sottile ma
l’elettronica, i connettori, l’alimenta-
Samsung C9000
tore da qualche parte devono essere
infilati. Con un aumento di costi per
la miniaturizzazione e con il rischio di
avere un risultato che, all’occhio, proprio non ci soddisfa.
Abbasso la TV anoressica e ultraslim.
LG LEX-8
TV & VIDEO / Intervento dell’autorità per la pubblicità americana
LG crede ancora negli HDD Recorder LG arrogante sul 3D, viene fermata
Tre nuovi HDD Recorder con disco integrato, doppio tuner, lettore Blu-ray 3D Fermate le campagne LG sul 3D: schernivano Sony e Samsung senza prove
di R. Pezzali
di M. Dalli
L
G ha annunciato i nuovi modelli
di HDD Recorder per il mercato
europeo: HR929D, HR925D e
HR825T. I modelli di punta avranno
un doppio sintonizzatore digitale, 500
GB di disco integrato (1 TB sul modello HR929D) e supporto ai dischi Bluray 3D, oltre alla nuova piattaforma
Smart TV 2.0 e DLNA grazie al Wi-Fi integrato. Interessante la doppia porta
USB, in grado di leggere i più comuni formati audio video,
inclusi MKV, DivX Plus
HD e M2TS. Caratteristiche simili per il modello
HR825T, che eredita il
lettore Blu-ray 3D e il disco da 500 GB,
ma perde uno dei due tuner e la piattaforma Smart TV; rimane la doppia
presa USB, il Wi-Fi integrato, il lettore
multimediale e il DLNA. Arriverà anche il modello HR720T, privo di disco
integrato e Wi-Fi. Su tutti i modelli è
possibile registrare anche su supporto esterno USB. I nuovi modelli arriveranno sul mercato in primavera.
L
G è finita nel mirino del Better
Business Bureau, una sorta di
agenzia garante per la correttezza della pubblicità, per la pubblicità
realizzata negli States per promuovere
le TV Cinema 3D. Due versioni dove
LG stuzzica Sony e Samsung dicendo
che 4 persone su 5 hanno preferito
il loro TV rispetto a un TV 3D Sony o
Samsung. LG ha commissionato un
test alla cieca tra un suo LW570, un
Sony EX720 e un Samsung 46D6420,
e a quanto pare la gente ha scelto LG.
Il Better Business Bureau però non
è convinto della metodologia usata
dall’azienda scelta da LG per realizzare
questo benchmark, anche perché un
semplice test su 3 modelli in condizioni standard non è affatto significativo.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / Oltre al formato FLAC, saranno supportati anche i formati DivX, MKV e gli MPO
Panasonic apre al FLAC sui TV 202
I TV supporteranno molti formati nel media player integrato. Ecco quelli supportati, modello per modello
di M. Dalli
I
l 2012 sarà l’anno del FLAC in casa
Panasonic: oltre ai Blu-ray, infatti, il
formato audio ad alta qualità verrà
supportato anche sui TV della gamma
2012, sia LCD che Plasma. In particolare, il supporto al FLAC sarà esteso a
tutta la gamma, eccezione fatta per i
modelli di fascia bassa, ovvero il Plasma X50 e gli LCD U50, X50 e C50. Interessante anche la compatibilità con gli
altri formati audio e video: oltre ai classici DivX troviamo anche gli MKV e gli
MPO per le foto 3D (ovviamente solo
sui modelli 3D). Nel complesso, quindi,
un vasto parco di formati che allineano
la gamma Panasonic ai migliori media
player integrati. In attesa, ovviamente,
di poterli testare con mano.
p.3
TV & VIDEO
Samsung vuole
TV ancora più
economici
Secondo Samsung la richiesta di
TV di fascia bassa per sostituire
molti cinescopi obsoleti presenti
nelle case è ancora molto elevata.
Se ne sono accorti quando,
in Corea, un grosso retailer ha
introdotto sul mercato una
serie di TV LED a un prezzo del
40% più basso rispetto a quello
dei normali TV Samsung. Il
segmento è chiaramente quello
dei TV da centro commerciale,
e in un’intervista alla Reuters
Kim Hyun-suk, Executive Vice
President della divisione Visual
display di Samsung, ha detto
che Samsung è pronta a entrare
in questo segmento: “Ci stiamo
preparando a lanciare modelli
economicissimi e stiamo studiando
le soluzioni per ottimizzare i costi di
produzione e per abbassare i prezzi.
Questi modelli ultra-economici
saranno pronti per la vendita in
uno o due mesi”. Non è certo
sapere se questa strategia sarà
per ora limitata alla Corea o se
nel resto del mondo arriveranno
anche TV Samsung dal prezzo
ultracompetitivo; quel che è certo
è che l’azienda ha già chiaro come
superare la crisi, puntando anche
sui mercati in via di sviluppo.
TV & VIDEO / Un convertitore tra sorgente e display che trasforma il display in uno schermo 3D, grazie a un emettitore e a occhialini 3D
3Dfury porta la terza dimensione su qualsiasi TV
Voglia di 3D, senza cambiare il TV? 3Dfury promette di rendere compatibile con i filmati tridimensionali qualsiasi TV, display o proiettore. Funzionerà?
di M. Dalli
C
hi ha comprato di recente un TV
non 3D e vuole godersi i film in
tre dimensioni, senza però disfarsi del televisore, può ora contare su
3Dfury, un piccolo convertitore, realizzato dai creatori dell’HDCP Stripper
“HDfury”, che si frappone tra sorgente
e display e che, grazie a un emettitore e
a occhialini 3D, consente di trasformare qualsiasi display in uno schermo 3D.
In ingresso il 3Dfury accetta qualsiasi
sorgente 3D, dai Blu-ray 3D alle console, passando per i decoder, in qualsiasi
formato (Side by Side, Top/Bottom e
Frame Sequential). In uscita, invece, il
segnale viene inviato al TV, senza modificare l’audio, con 1
frame di ritardo, il che
dovrebbe renderlo
indicato anche per i
giochi. Il TV processerà poi l’immagine
a velocità doppia
(50/60 o 100/120 Hz),
mentre gli occhialini, con emettitore
collegato al 3Dfury, si occuperanno
di chiudere alternativamente l’occhio
non interessato dal fotogramma presente in quel momento sullo schermo.
Per chi ha un proiettore, 3Dfury può
funzionare sia con i modelli DLP Link
(in tal caso richiede occhialini di questo tipo) sia in modalità a doppia uscita, usando proiettori per i fotogrammi
sinistro e destro (in questo caso è possibile utilizzare occhialini di tipo polarizzato). 3Dfury può funzionare con
qualsiasi occhialino a Radio Frequenza
provvisto di emettitore che supporti lo
standard mini-DIN a tre poli, tuttavia è
possibile acquistare, assieme al 3Dfury,
anche occhialini e trasmettitore che
siano configurabili al meglio. Il 3Dfury
al momento è in prenotazione sullo
store europeo a 350 euro, sprovvisto
di occhialini ed emettitore (rispettivamente 100 e 50 dollari). Le spedizioni
dei preordini dovrebbero cominciare il
15 febbraio. Non possiamo sapere se
e come funziona questo convertitore,
tuttavia rappresenta una spesa sicuramente inferiore rispetto a qualsiasi TV
3D, anche se il costo totale, non proprio economicissimo, ne fa un buon
affare soltanto se si intende salvare un
TV di fascia medio-alta.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
MOBILE / Grossi cambiamenti tra cui Skype per Windows Phone e funzioni per l’utenza business
Windows Phone 8: tante novità in arrivo
Un video finisce in rete e svela tutte le novità della prossima versione di Windows Phone, nome in codice “Apollo”
di P. Centofanti
P
ocketNow ha ottenuto un video interno di Microsoft in cui
il capo progetto di Windows
Phone, Joe Belfiore, illustra alcune
delle novità che verranno introdotte
in Windows Phone 8, e i cambiamenti sono tanti e importanti.
La prossima versione del sistema
operativo mobile di Microsoft, che
attualmente ha il nome in codice
di “Apollo”, sarà innanzitutto basata sullo stesso kernel di Windows 8,
a differenza dell’attuale Windows
Phone 7.5 che è ancora basato su
Windows CE. Ciò permetterà di offrire un’estrema integrazione tra i due
ambienti sia come funzionalità sia
come esperienza di utilizzo. Questo
cambio profondo di architettura non
romperà comunque la compatibilità
delle attuali applicazioni con la nuova versione del sistema operativo.
L’altra grossa novità è che con Apollo
arriverà anche Skype per Windows
MOBILE
JVC trasforma
la docking
in un tavolino
Un “comodino-speaker”, da
mettere di fianco al letto per
caricare iPhone e iPad. È la nuova
idea di JVC che ha integrato
in un mobile una docking
dotata di due altoparlanti da 30
watt, di radio FM e di sistema
StudioSound HD per migliorare
la resa. L’N-BX3, questa la sigla
del prodotto, è abbastanza
resistente per appoggiare libri
e altri oggetti. Il “comodino”
digitale è disponibile in due
finiture, il prezzo è di 40.000 yen,
circa 400 euro, e ancora non
sappiamo se e quando arriverà
in Italia.
Phone e lo farà anche in questo caso
all’insegna dell’integrazione nel sistema operativo: essenzialmente, da
quello che si intuisce, la funzione di
chiamata di Skype sarà direttamente integrata con le normali funzioni
telefoniche; su questo punto c’è chi
dice che le cose non staranno così,
ma che Skype sarà una normale app.
In ogni caso, le applicazioni potranno
ora comunicare tra di loro, mentre la
fotocamera avrà un’app tutta nuova
denominata “Lens”. Arriverà il supporto all’NFC e ci sarà una maggiore integrazione del servizio cloud SkyDrive
“alla iCloud”. Inoltre, sarà presente
una nuova funzionalità denominata
“Data Smart” che permetterà di monitorare e ridurre la quantità di dati
scambiati sulla rete telefonica, mentre Internet Explorer 10 si appoggerà
a un motore “esterno” per velocizzare
il caricamento delle pagine e minimizzare i dati scambiati alla Opera
Mini. Infine, aumenteranno le funzionalità dedicate all’utenza business tra
cui nuove funzioni di sicurezza per le
aziende e la possibilità di criptare il
contenuto della memoria. Importanti novità anche sul fronte della varietà
dell’hardware, visto che, oltre all’NFC,
Windows Phone 8 supporterà fino a
quattro risoluzioni diverse di schermo, la possibilità di utilizzare schede
microSD e arriverà il supporto ai processori multi-core.
p.4
MOBILE
Google assume
un buttafuori
per il Market
Introdotto sul Market
un meccanismo automatico
per cacciare dallo store
le applicazioni che nascondono
software malevolo
di P. Centofanti
Il rovescio della medaglia della
politica di apertura fin qui seguita
nell’Android Market è che in mancanza di controlli possono finire
sugli smartphone degli utenti applicazioni truffaldine contenenti
malware. Spesso sviluppatori senza scrupoli pubblicano infatti app
con nomi che traggono in inganno sfruttando la popolarità di altri
programmi, diffondendo così software che possono rappresentare
un rischio per la sicurezza. Il team
di sviluppo di Android ha però
svelato ieri un nuovo sistema di
sicurezza per l’Android Market denominato “Buttafuori” (leggi qui).
SMARTHOME
Genio, la nuova Nescafé Dolce Gusto
Un tocco di Genio anche nel mondo delle macchine per caffè
Due differenti colori per i modelli proposti da Krups e De’ Longhi
di S. Zucca
Nescafé Dolce Gusto, in collaborazione con Krups e De’ Longhi, presenta
Genio, la nuova macchina per il caffè dotata di un particolare sistema automatico per l’erogazione delle bevande. Genio permette infatti di preparare
cinque varietà di caffè espresso e 16 bevande a base di caffè, latte, cacao e
tè. Basta scegliere la bevanda, verificare sulla capsula il
dosaggio consigliato e selezionarlo sul display della
macchina.
La macchina Genio di Krups (disponibile nel
colore grigio-titanio) e quella De’ Longhi (disponibile in nero) hanno un serbatoio dell’acqua
removibile da 0,6 litri, il sistema Eco-Mode,
che spegne automaticamente la macchina
dopo 20 minuti di inutilizzo, e il sistema
Thermo Block, che prepara la macchina in
30 secondi mantenendo la temperatura
costante.
I due modelli Genio di Nescafé Dolce
Gusto sono disponibili nei migliori negozi specializzati e ipermercati e sul sito
www-dolce-gusto.it al prezzo consigliato
di 129 euro.
Come suggerisce bene il nome,
lo scopo di questa nuova contromisura è quello di individuare
preventivamente quelle applicazioni malevole che si insinuano nel
Market e di rimuoverle dallo store.
Quando una nuova applicazione
viene caricata sul Market, il sistema
innanzitutto ispeziona il codice per
verificare la presenza di malware
o trojan noti. Poi controlla il comportamento dell’applicazione per
verificare se ha delle similitudini
con altre applicazioni che hanno
già provocato dei problemi. Ciò
avviene facendo girare di fatto tutte le applicazioni in una macchina
virtuale, simulando il comportamento su un dispositivo Android.
Il nostro nuovo “amico” Buttafuori
sarebbe già entrato in azione “da
qualche tempo” e nella seconda
metà del 2011 Google ha constatato un crollo del 40% delle applicazioni sospette presenti sul Market
rispetto ai sei mesi precedenti.
Tocca lo schermo
resta al caldo
iTECHgloves
Il guanto che funziona con tutti
i display touchscreen e tiene al caldo le dita.
Ideale per smartphone e tablet
www.gebl.net
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
MOBILE
Galaxy S Advance
passaggio
al dual core
Samsung ritocca il suo vecchio
Galaxy S proponendo una rinfrescata versione Advance. Siglato GT-i9070, questo nuovo
smartphone guadagna un processore Exynos dual core e uno
schermo da 4” OLED leggermente curvato come quello del Nexus
S, con risoluzione di 800 x 480. La
fotocamera, da 5 Megapixel, guadagna anche un flash LED. Samsung presenterà ufficialmente il
nuovo Galaxy S Advance al Mobile World Congress di Barcellona di
fine febbraio. Il sistema operativo
sarà Gingerbread
2.3 (ma non
è escluso un
futuro update al 4.0) e il
prezzo non
è
ancora
stato stabilito, ma viste
le
caratteristiche
ipotizziamo possa
andare
dai 250 ai
350 euro.
MOBILE / In arrivo una versione mobile della televisione live?
MOBILE
Il portale Rai.tv abbandona (in parte) la piattaforma Silverlight di Microsoft
Questo per rendersi compatibile con i dispositivi Apple, iPhone e iPad
Sembra proprio che il mercato
degli smartphone voglia sempre
più assomigliare a quello dei PC,
in cui ogni due per tre si fanno
piccoli ritocchi alle specifiche
tecniche. E così, spulciando
negli score di popolari servizi di
benchmark, succede di trovare
un Galaxy Nexus con processore
grafico PowerVR SGX544 invece
dell’SGX540. Ciò sembrerebbe
indicare che qualcuno stia
giocherellando con un Galaxy
Nexus con il nuovo chipset Texas
Instruments OMAP4470 che
potrebbe portare il clock dello
smartphone Google fino a 1.8
GHz. Quello che più conta è che
la nuova versione offrirebbe un
bel balzo in termini di prestazioni
grafiche. E a questo punto viene
da chiedersi cosa ne penseranno
i primi acquirenti del Galaxy
Nexus, che in poco più di due
mesi potrebbero vedere il proprio
smartphone prematuramente
“invecchiato”.
Rai.tv in diretta su Apple
di M. Dalli
O
rmai già da un po’ di tempo
il portale Rai.tv, storicamente legato alla piattaforma
Silverlight di Microsoft, è visibile
(e con esso i canali in diretta streaming) anche sui dispositivi Apple,
come iPhone e iPad. Il sito Rai ha
infatti implementato la diretta in
streaming dei propri canali utilizzando il protocollo HTTP Live
Streaming di Apple, anche se il
portale stesso non ha una versione
mobile facilmente consultabile dal
display di uno smartphone. Vista la
tecnologia adottata, purtroppo, gli
smartphone che integrano il sistema operativo Android sono al momento esclusi.
Ci pare ad ogni modo una notizia
importante, perché potrebbe aprire finalmente “le porte” alla diretta
televisiva anche a tutti i dispositivi mobili che non siano Windows
Phone 7.
E chissà che, oltre all’HTTP Live
Streaming, in futuro non arrivi anche una versione HTML5 finalmente universale e senza il tanto odiato
DRM, visibile da qualsiasi dispositivo che sia in grado di supportarlo?
MOBILE / Forse è in arrivo a fine febbraio al prossimo Mobile World Congress di Barcellona
Retina per tablet: il prototipo Samsung
Samsung ha mostrato un prototipo di tablet col processore Exynos da 2 GHz e schermo da 2.560x1.600 pixel
di P. Centofanti
D
opo le indiscrezioni dello
scorso marzo 2011, Samsung
ha recentemente mostrato
alla stampa americana un prototipo di tablet con due caratteristiche
interessanti: la prima è la presenza
del nuovo processore dual core
Exynos 5 da 2 GHz, costruito con
processo produttivo a 32 nm (contro i 45 nm della generazione precedente e degli altri chip, come ad
esempio il Tegra 3 di NVIDIA); una
caratteristica che consente di ridurre i consumi del 40% circa.
L’altra peculiarità del prototipo Samsung è lo schermo: un display da 11,6
p.
pollici con risoluzione WQXGA, ovvero 2.560x1.600 pixel (16:10). Tanto per
fare un confronto, il tanto rumoreggiato display Retina del futuro iPad 3
potrebbe avere risoluzione QXGA, ovvero 2.048x1.535 pixel (4:3), su un display da 10,1 pollici.
Schermo e processore di Samsung
potrebbero vedere la luce in un tablet
assemblato in tempo per il prossimo
Mobile World Congress di Barcellona, in programma a partire dal 26
febbraio. Questo potrebbe essere un
buon motivo per Samsung per farsi
“perdonare” l’assenza alla manifestazione del Galaxy S III.
Google è affetto
da “upgradite”?
MOBILE
Il Galaxy S III
snobba Barcellona
Samsung ha annunciato con
un comunicato ufficiale una
voce che girava già da qualche
tempo: al Mobile World Congress
che si terrà a Barcellona a fine
febbraio l’azienda non proporrà il
successore dell’apprezzatissimo
Galaxy S II. Il Galaxy S III verrà
presentato più avanti in
un evento completamente
dedicato, in una data più
vicina al lancio effettivo del
prodotto sul mercato. Del resto
Samsung aveva organizzato un
(estenuante) evento di lancio
lo scorso anno a Barcellona a
metà febbraio, ma il Galaxy S II
non arrivò nei negozi europei
se non a ridosso dell’estate
e negli Stati Uniti addirittura
l’autunno seguente. In ogni
caso Samsung assicura che sarà
presente all’MWC 2012 con altre
importanti novità di prodotto.
Tablet? Windows Phone?
Noi saremo a Barcellona per
raccontarvele.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
MOBILE / Le nostre performance sulle piste possono essere ben documentate da prodotti altamente tecnologici ormai irrinunciabili
p.
Sci e snowboard: tutti in pista con la tecnologia
Smartphone, fotocamere, videocamere e accessori: sono sempre di più i prodotti studiati per gli sport invernali. Una panoramica di ciò che offre il mercato
di R. Pezzali
L
a neve è arrivata (anche troppa
direbbe qualcuno): la stagione
dello sci è ormai avviata e andrà
avanti ancora per qualche mese. Siete
sicuri di essere super attrezzati per le
piste? Negli ultimi anni i gadget tecnologici dedicati agli sport invernali e
a quelli estremi si stanno diffondendo
sempre di più: dalle videocamere alle
maschere, ormai per l’appassionato
non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Abbiamo pensato di fare una carrellata
dei prodotti più interessanti presenti
sul mercato.
L’immancabile videocamera
sul caschetto
Con l’esplosione di Facebook e di
YouTube ogni sciata è un ricordo e
sono sempre di più gli sciatori che attaccano al caschetto una videocamera
per immortalare le loro imprese ad alta
definizione. Non tutte le sport camera
però sono adeguate allo scopo: negli
ultimi anni sono state lanciate sul mercato tante videocamere HD rugged e
waterproof, ma solo chi le ha usate sa
quanto sia importante avere una lente grandangolare estrema, quasi un
fish-eye. Sul mercato le migliori scelte
disponibili sono due: Drift HD e Go Pro
seconda edizione. Due videocamere waterproof, capaci di riprendere a
1080p e a 720 anche a 60 fps con un
grandangolo di circa 170 gradi, indispensabile se si attacca la camera al
caschetto o alla maschera.
La Drift HD ha un pratico telecomando, un display per vedere subito quello che si riprende e dispone anche di
una lente orientabile per correggere
l’inquadratura; la GoPro dalla sua ha un
numero maggiore di accessori per poterla attaccare a diversi dispositivi.
Chi invece vuole evitare una videoca-
no un telefono sostitutivo, e in questo
caso c’è chi ha realizzato smartphone
corazzati waterproof e shockproof
pensati proprio per chi fa sport. Sony
Ericsson ha lanciato da tempo l’Xperia
Active, uno smartphone “extreme” con
processore da 1 GHz, fotocamera da 5
Megapixel e schermo da 3”: con Android Gingerbread a bordo è un vero
e proprio smartphone che può essere
usato anche nella vita di tutti i giorni.
Da qualche giorno è disponibile anche la versione “Billabong”, pensata per
Videocamera Drift HD
mera sul caschetto può guardare con
interesse alla Apex HD di Liquid Image:
è una maschera da sci o snowboard
con lenti intercambiabili all’interno
della quale è stata inserita una videocamera HD con ripresa 1080p grazie a
un sensore da 12 Megapixel. La Apex
non ha un display, ma ha due interessanti funzionalità: è Wi-Fi e può fare
streaming di video; inoltre ha un modulo GPS integrato per memorizzare le
informazioni di geolocalizzazione.
Altra soluzione di maschera/videocamera integrata è quella proposta da
Zeal Optics, che con la sua Ion offre una
videocamera HD 1080p e può ospitare
il visore Recon interno per controllare
in tempo reale le riprese.
tro ancora da posizionare all’interno di
una serie di maschere predisposte.
Il modulo ora è disponibile anche in
versione Live, ovvero collegabile in
Bluetooth a uno smartphone e a una
videocamera in Wi-Fi: trasmette la posizione degli amici, fa da navigatore per i
fuoripista e mostra anche il segnale di
un’eventuale videocamera posizionata
alle spalle (clicca qui per vedere il video). I moduli Recon sono inseribili in
diverse marche di maschere predisposte, dalla Alpina alla Zeal alla Briko.
Buhel G33
gli amanti della tavola da snow. Della
stessa famiglia anche il Motorola Defy:
sempre corazzato ma con uno schermo touchscreen più grande, 3.7”. Il
prezzo di questi telefoni si aggira attorno ai 250 / 300 euro.
Non solo sulla neve
Maschere da sogno
Sempre restando in ambito di maschere, una soluzione interessante è
quella della Buhel: il modello G33 include un sistema di comunicazione
Bluetooth che si collega a player MP3
o smartphone per ascoltare musica o
rispondere a telefonate usando i due
tasti sul lato. La maschera funziona anche da microfono grazie a due sensori
che captano i movimenti e le contrazioni dei muscoli facciali. Oltre a questo è stato inserito anche un interfono
che mette in comunicazione tra loro
fino a sei maschere, che possono così
dialogare senza problemi in un raggio
di 500 metri circa. Chi però vuole esagerare può sempre dotarsi del modulo
Recon da inserire nella maschera: è un
visore HUD che mostra informazioni
come la velocità di discesa, la posizione, la durata di un eventuale salto e al-
SonyEricsson Xperia Active
Smartphone antighiaccio
Portare uno smartphone sulla neve non
è sempre indicato. Basta una caduta o
la giacca bagnata per creare problemi.
Anche perché, non tutti lo sanno, gli
smartphone moderni hanno un indicatore di “bagnato” nascosto spesso
dentro il jack della cuffia: l’indicatore
serve ai centri di assistenza per vedere
se un telefono, apparentemente sanissimo ma non funzionante, è magari
scivolato in acqua. In caso di condizioni atmosferiche precarie, di una caduta
nella neve o di eccessiva umidità, l’indicatore potrebbe segnalare contatto
con l’acqua e creare futuri problemi nel
caso in cui si debba portare il telefono
in assistenza. Ecco perché molti scelgo-
Non potevano mancare gli indumenti
riscaldanti: non sono una novità assoluta, perché già in commercio esistono
prodotti simili, ma i nuovi guanti riscaldanti in queste fredde giornate potrebbero dare grandi soddisfazioni. Isolati
con una sottile pellicola 3M Thinsultate
e dotati di serpentine riscaldanti regolabili su quattro temperature, questi
guanti integrano una batteria che garantisce fino a 8 ore di calore con una
singola carica. E non costano nemmeno troppo: 159$.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
MOBILE / Windows Phone, Android e iOS: gestisci al meglio il tuo dispositivo portatile in base al sistema operativo integrato
p.8
Guida: come trasferire i contatti su uno smartphone
Vediamo quali sono le soluzioni disponibili per trasferire i contatti della propria rubrica dal vecchio telefono allo smartphone appena acquistato
di M. Monti
P
assare da un telefono “normale”
a uno smartphone porta con sé
tanti vantaggi e comodità, consentendo, ad esempio, un accesso al
web e a tutte le applicazioni ad esso
collegate sfruttando ampi schermi
multitouch, per non parlare del vasto
settore del gaming in mobilità. Il primo
passo da compiere al momento dello
switch tra i due telefoni consiste però
nel passare i contatti da un terminale
all’altro. Un’operazione semplice sulla
carta ma che può nascondere non
poche insidie e diventare abbastanza
complessa e macchinosa in particolari
situazioni. Con questa guida cercheremo di fare un po’ di chiarezza prendendo in considerazione alcune regole e
procedimenti generali di buon uso e
gestione dei contatti, quindi andremo
a vedere i casi specifici dei tre maggiori sistemi operativi per smartphone:
Windows Phone, Android e iOS.
I contatti sono nel telefono
La maggior parte degli utenti in possesso di un telefono hanno i contatti
salvati nel telefono o nella SIM, senza
la possibilità di connettere il terminale
al PC o di effettuare backup online. I
passaggi da compiere in questo caso
sono:
Copiare i contatti dal telefono alla
SIM
Inserire la SIM nel nuovo smartphone e copiare i contatti nella memoria
dello smartphone
Nel caso la SIM non sia sufficientemente capiente per contenere tutti i
contatti, si dovrà ripetere l’operazione
di copia più volte, fino ad averli trasportati tutti all’interno della memoria
dello smartphone, che non ha praticamente limiti come numero di contatti
salvabili e di campi associabili a ogni
nominativo
Collegare lo smartphone al PC e
usare il software a corredo per modificare i contatti. Nei telefoni più vecchi,
ad esempio, il campo utilizzabile per
salvare il numero di telefono era univoco, mentre con uno smartphone è
possibile associare a un unico nominativo il numero del cellulare, dell’ufficio,
del fax, oltre a completare la scheda
•
•
•
•
Windows Phone si appoggia, per contatti e calendario, a Windows Live, anche se una volta sincronizzati e sistemati questi non compaiono come sul
telefono nell’interfaccia web di Live.
Urgono da questo punto di vista notevoli miglioramenti e, possibilmente,
un’integrazione più efficace con Zune,
che consente di gestire tutto il resto
dello smartphone tranne, appunto, la
rubrica contatti.
di ogni nominativo con e-mail, indirizzo di casa, account dei vari social
network, ecc
Una volta ordinati e raggruppati i
contatti nella rubrica, è consigliabile
sincronizzarla con un account mail
come Gmail o Hotmail, così da avere
il backup della rubrica sempre aggiornato. Attenzione però che la sincronizzazione funziona a due vie, quindi aggiungendo un account mail verranno
importati i contatti e gli indirizzi mail
relativi, che si andranno ad aggiungere
a quelli esistenti che andranno, molto
probabilmente, riorganizzati con le
nuove entrate.
Si tratta, come visto, di un lavoro da
compiere per gradi, occupandosi prima dei contatti nudi e crudi importati
dal vecchio telefono e sistemati mettendo insieme i vari “Lory cell”, “Lory
uff”, “Lory fax”, ecc, in un unico contatto ben strutturato, da completare
poi in un passaggio successivo con
la sincronizzazione tramite l’account
mail - o più probabilmente, i molteplici
account mail posseduti -, completando l’opera con l’associazione ai profili
Facebook, Twitter e così via.
•
I contatti sono nel telefono
ma posso trasferirli nel PC
e-mail come Outlook, Eudora o Thunderbird, unire tutti i contatti presenti
organizzandoli e sistemandoli a dovere e quindi caricare il tutto sempre su
un servizio mail come Gmail.
Windows Phone
centralizza tutto
I possessori di uno smartphone
Windows Phone hanno a disposizione una serie di pagine di approfondimento sulla questione “come scarico
i contatti nel telefono” che affrontano
in maniera abbastanza chiara le varie
opzioni a disposizione (clicca qui per
vederle). Per importare contatti che
sono già online è sufficiente aggiungere l’account che si desidera importare nel telefono e attendere che avvenga la sincronizzazione. Poiché i vari
account e social network possono venir raggruppati sotto ogni nominativo
nell’Hub Contatti, è possibile filtrare gli
account di cui si desidera visualizzare
i contatti, così da evitare, ad esempio,
che nell’Hub Contatti compaiano centinaia di indirizzi mail appartenenti
all’indirizzo mail che usiamo per ricevere comunicati stampa, proposte
commerciali, newsletter e quant’altro.
La rubrica del Mac
è l’ideale per l’iPhone
Passando da un telefono a un iPhone
c’è innanzitutto da considerare se si
tratta di un 3GS o un 4/4S, visto che
nel primo caso le operazioni di copia
della rubrica avverranno tra due SIM
uguali, mentre nel secondo caso si
dovrà cambiare tipologia di SIM passando a una micro-SIM. Con un iPhone 3GS è quindi sufficiente copiare i
contatti dal vecchio telefono alla SIM
e poi inserirla nell’iPhone 3GS per poterli gestire in maniera completa. Con
un iPhone 4/4S è invece necessario
spostare tutti i vecchi contatti nel telefono, inserire la micro-SIM non ancora staccata dal supporto mini-SIM,
copiarci i contatti del vecchio telefono
e quindi inserirla nello smartphone
Apple dopo aver staccato la microSIM dal supporto. Una volta che i
contatti sono nell’iPhone è possibile
collegarlo a un computer con iTunes,
preferibilmente un Mac per sfruttare
la Rubrica integrata con la quale gestire ogni singolo contatto al meglio
e poter caricare e sincronizzare questi
contatti anche con quelli presenti in
un account Gmail e Yahoo!. Anche gli
Nel caso in cui si possieda il cavo dati/
USB per collegare il telefono al PC, la
soluzione migliore consiste nell’esportare la rubrica contatti in formato CSV,
che può poi essere facilmente importato da servizi mail come Gmail e da
qui scaricato sullo smartphone configurando l’account di posta nel quale
si è importato il CSV. Volendo è possibile effettuare prima un ulteriore passaggio e importare il CSV in un client
segue a pag. 9
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
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GAME & MOVIE / Processore e scheda grafica quad core, display touchscreen OLED e fotocamera
PS Vita arriverà in Italia con Vodafone
La versione 3G sarà disponibile con abbonamento di due anni a Vodafone, 19 euro al mese e 1 GB di dati
di P. Centofanti
I
l 22 febbraio sarà finalmente disponibile anche in Italia la nuova
console portatile di Sony, PlayStation Vita.
La console sarà disponibile sia in versione Wi-Fi sia con connessione 3G
e recentemente è stata svelata l’offerta relativa a quest’ultimo modello, che inizialmente verrà lanciato in
partnership con Vodafone. L’operatore darà, infatti, la possibilità di avere PlayStation Vita sottoscrivendo un
abbonamento di due anni a 19 euro
al mese, senza anticipo (solo fino al
31 marzo, poi con un contributo iniziale di 49 euro) e con una SIM con
traffico dati illimitato. Fino a 1 GB di
dati si potrà navigare a 1.8 Mbit/s,
ma superata la soglia la velocità verrà limitata a 64 Kbit/s.
Chi opterà per l’acquisto senza abbonamento troverà, invece, in dotazione una SIM Vodafone ricaricabile
con 5 euro di traffico. La ricaricabile
prevede navigazione illimitata a 1
euro al giorno con canone mensile
di 5 euro.
Con la sottoscrizione di un abbonamento o caricando sulla ricaricabile
almeno 15 euro, gli utenti potranno
inoltre scaricare gratuitamente il gioco Wipeout 2048.
PlayStation Vita, che DDay.it ha già
avuto modo di provare (per leggere
la prova completa, clicca qui), è la
console portatile di nuova generazione con processore e scheda grafica quad core, display touchscreen
OLED da 5 pollici, fotocamera po-
steriore e anteriore. La console integra nuove funzionalità interessanti,
come ad esempio un potente motore di realtà aumentata (per vedere il video clicca qui), ma introduce
anche un nuovo formato di memory
card proprietario per la distribuzione dei giochi che potranno essere
acquistati anche sul PlayStation
Network Store.
PEOPLE & MARKET
Telecom: 00 Mbit
per 99 comuni
entro il 204
Banda ultra-larga? Telecom Italia
ci sta lavorando e prevede, entro
il 2014, di portare connessioni
ultra-veloci in 99 comuni italiani.
Il processo avverrà in due fasi: la
prima consisterà nel portare la fibra
negli armadi, in modalità FTTCAB,
e da lì proseguire verso l’abitazione
con tecnologie come la VDSL2, che
consente di raggiungere su rame
velocità di 30 o 50 e più Mbit/s.
Solo in una seconda fase si passerà
alla FTTH, ovvero a raggiungere
le case con la fibra, portando così
connessioni da 100 Mbit/s. Entro
il 2020, inoltre, la presenza delle
soluzioni FTTCAB crescerà fino a
200 comuni, coprendo così il 50%
della popolazione. Si spera che i
prezzi scendano rispetto all’attuale
offerta Fibra. Sul fronte digital
divide, entro il 2013 oltre il 98%
della popolazione sarà coperta da
servizi a banda larga da almeno
640 Kbit/s. Un aiuto potrebbe
arrivare dall’LTE, la rete mobile di
quarta generazione, che promette
di coprire il 45% della popolazione
entro il 2014, per poi passare
all’85% entro il 2020; per quell’anno
il progetto è di portare almeno 30
Mbit/s a tutti. Ce la faranno?
MOBILE
Trasferire i contatti su uno smartphone
segue da pag. 8
utenti Windows comunque possono
sincronizzare il tutto sfruttando la rubrica di Outlook o le funzioni Rubrica
(Windows XP) o Contatti (Windows
Vista / 7) e importando i contatti degli
account mail posseduti o in formato
file, come CSV e vCard. La pagina di
supporto Apple è disponibile qui.
Android, flessibile
ma meno “standard”
Android tiene fede alla nomea di sistema operativo molto flessibile ma
anche molto frammentato, con i vari
costruttori che mettono a disposizione suite personalizzate o di terze parti
mediante le quali gestire il trasferimento dei contatti dalla SIM del vecchio
telefono allo smartphone Android. In
tutti i casi il passaggio da Gmail è praticamente scontato e ovvio e l’uso della
sezione Contatti di Gmail rappresenta
il modo più semplice per organizzare
e sincronizzare i propri nominativi. Il
modo più immediato per trasferire i
contatti consiste nel copiare la rubrica
del vecchio telefono nella SIM e importare nella Rubrica dello smartphone Android i nominativi, che andranno
poi sincronizzati con l’account Google,
uniti con altri contatti preesistenti e
sistemati a dovere. L’importazione può
avvenire anche con i contatti dei social
network come Facebook e programmi
come Skype, i quali andranno associati
e uniti ai contatti già nella rubrica. Nel
caso si abbiano contatti sparsi in altre
rubriche in locale, come quella del
client e-mail (Outlook, Eudora, Mail),
è preferibile unire sul PC i vari contatti esistenti ed esportarli in formato
CSV, da importare poi in Gmail. Molte
risorse sono disponibili all’interno del
forum di supporto cliccando qui.
Importare i contatti è una
buona scusa per fare ordine
Quale che sia il sistema operativo e
il modello di smartphone a cui si sta
passando, la migrazione dei contatti
dalla vecchia SIM al nuovo super-cell
rappresenta sicuramente una buona
occasione per fare ordine al (probabile) caos che regna nella propria rubrica
contatti. Il passaggio da un account
mail è praticamente universale e
Google rappresenta la scelta più logi-
ca visto il suo saper essere multipiattaforma e ben supportato anche dai
sistemi operativi non-Android. Ci sono
certamente degli aspetti da migliorare
per ogni piattaforma: Windows Phone
deve far compiere un notevole passo
in avanti all’interfaccia web di Windows
Live e alla relativa sezione dei Contatti,
assolutamente non adeguata a gestire
la controparte presente sul terminale
nell’Hub Contatti; iOS potrebbe fornire
un’integrazione migliore dell’aspetto
social all’interno di ogni nominativo,
mentre Android è un mondo con tanti
terminali e diverse versioni software installate, dove proliferano bug e intoppi
di piccola entità ma difficili da tappare
in quanto appartenenti a un universo
decisamente variegato.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
DIGITAL IMAGING
Olympus
OM-D micro 4:3
(molto) retrò
Potrebbe essere presentata
a breve la nuova fotocamera
Micro Quattro Terzi di Olympus,
la OM-D, caratterizzata da un
look estremamente retrò
di M. Dalli
Olympus starebbe per lanciare sul
mercato una nuova fotocamera
Micro Quattro Terzi chiamata OM-D.
La macchina, secondo quanto rivelato da PhotoRumors, potrebbe
avere un sensore CMOS da 16
Megapixel con sistema di stabilizzazione a 5 assi integrato nel corpo
macchina. Interessante anche la
sensibilità, che andrebbe da 200 a
25.600 ISO (non è chiaro se in modalità estesa oppure no). Caratteristica rara tra le mirrorless, inoltre,
la OM-D potrebbe avere anche un
mirino elettronico integrato da 1,44
Megapixel, che si affiancherebbe
al display OLED touch da 3 pollici.
Tra le altre presunte caratteristiche,
spiccano la possibilità di scattare a
raffica a 4 fps e una velocità dell’otturatore che andrebbe da 1 minuto
a 1/4000 sec, oltre alla registrazione
Full HD limitata, come di consueto,
a 29 minuti.
La Olympus OM-D potrebbe essere
presentata a breve, per poi arrivare sul mercato a un prezzo di circa
1.100 euro. Insieme alla macchina,
Olympus potrebbe presentare anche due nuove ottiche con attacco
Micro Quattro Terzi, un 75mm f/1.8
e un 60mm f/2.8 macro, oltre a un
battery grip.
DIGITAL IMAGING / Sensore APS-C da 16,28 MP e alta sensibilità
Pentax K-0 arriva a marzo
Una mirrorless realizzata in collaborazione con il designer Mark Newson
di M. Dalli
P
entax ha presentato una nuova
fotocamera mirrorless, la K-01. A
differenza delle altre mirrorless
del produttore giapponese, questa
K-01 monta un sensore APS-C da
16,28 Megapixel, capace di scattare a
raffiche di 6 frame al secondo. Molto
buona anche la sensibilità, che arriva fino a 12.800 ISO (25.600 ISO in
modalità estesa), e il sistema di autofocus a ricerca di contrasto con 81
punti di messa a fuoco selezionabili.
La K-01 avrà anche alcune interessanti funzioni, come la registrazione
video a 1080p in H.264, a 24, 25 o 30
fotogrammi al secondo, e una modalità HDR automatica, direttamente
selezionabile dalla ghiera dei modi e
personalizzabile tramite la selezione
di uno dei tre incrementi di esposizione. Sul dorso della fotocamera
trova invece posto un display LCD
da 3 pollici e 921.000 pixel. Questa
nuova K-01 sarà inoltre compatibile
con tutte le ottiche Pentax per reflex,
con attacco K. Ciononostante, insieme alla K-01 Pentax introdurrà anche
una nuova lente, un 40mm f/2.8 XS.
La disponibilità della K-01 è prevista
per metà marzo, nelle tre colorazioni
giallo, bianco e nero. Siamo ancora in
attesa di conoscere il prezzo ufficiale
per l’Italia; negli USA, tuttavia, la fotocamera arriverà a 750 dollari solo
corpo macchina, 900 dollari per il kit
con il 40mm (la lente separatamente
costerà 250 dollari).
p.
DIGITAL IMAGING
Panasonic TZ30
la 20x più
compatta
Secondo l’azienda la TZ30
è la superzoom più compatta
sul mercato. E registra anche
a 1080 e 60 fps
di R. Pezzali
Panasonic ha annunciato la Lumix
DMC-TZ30, a suo dire la superzoom
più compatta presente sul mercato. La TZ30 è una fotocamera di fascia alta (370 euro da marzo), che in
poco meno di 3 cm riesce a inserire
uno zoom da ben 20x equivalenti
a un 24-480 mm. Il sensore è da 14
Megapixel MOS e, grazie a un nuovo processore, riesce a scattare a
ben 10 fps di burst. Non mancano
poi pieni controlli manuali, effetti
d’immagine, un GPS per il geotag
delle foto e la modalità di registrazione video che arriva a 1080p@60
fps. Per risparmiare c’è la TZ25 (300
euro), simile al modello top ma con
sensore da 12 Megapixel, zoom 16x
e registrazione video 1080i@60 fps.
DIGITAL IMAGING
Nikon D800, 3 Megapixel di Full Frame
Arriverà a marzo negli Stati Uniti la reflex Nikon, disponibile a 3000$
di M. Dalli
I rumor di corridoio sono stati confermati: la prossima reflex Full Frame di Nikon,
la D800, avrà effettivamente un sensore da 36 Megapixel. Ma non è solo questa
la caratteristica impressionante di questa macchina: molte novità sono già presenti nella top di gamma D4, come per esempio l’esposimetro RGB da 91.005
pixel, il display da 3,2 pollici (921.000 pixel), il processore Expeed 3 che promette tempi di avvio di 0,12 secondi e il sistema di autofocus a 51 punti a croce.
Rispetto alla D4, però, nella D800 la sensibilità scende a 6400 ISO, espandibili
a 25.600 ISO; niente slot XQD, ma per le foto c’è un doppio sistema Compact
Flash e SD. Interessanti anche l’uscita HDMI non compressa, soprattutto per le
riprese video professionali, oltre alla porta USB 3.0, necessaria vista l’enorme
mole di dati da muovere (un TIFF a 36 Megapixel sfiora facilmente i 200 MB).
Sempre per i videoamatori, la D800 è capace di riprendere video a 1080p a 24,
25 o 30 frame al secondo, oppure a 720p a 25, 30 e 60 frame
al secondo. La Nikon D800 arriverà sul mercato americano a marzo, a 3.000 dollari. Con
300 dollari in più sarà possibile acquistare la
D800E, una macchina con le stesse caratteristiche ma senza filtro antialiasing, ideale per
chi fa scatti di moda, per sfruttare appieno i
36 Megapixel. Siamo in attesa di conoscere
prezzi e disponibilità per il mercato italiano.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Alessandra Lojacono
Simona Zucca
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Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, - 205 Milano
P.I. 90054
Per informazioni
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Per la pubblicità
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n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
DIGITAL IMAGING / Il sensore Xtrans CMOS dimostra sul campo la sua qualità in termini di rumore
Fujifilm X-Pro, le foto che fanno paura
Alcuni scatti che abbiamo effettuato a diversi ISO con la mirrorless Fujifilm X-Pro1 confermano la bontà del sensore
di R. Pezzali
N
el mondo della fotografia c’è
molto fermento attorno alla
nuova X-Pro1 di Fujifilm, la
mirrorless con sensore Xtrans CMOS
che secondo l’azienda riesce a garantire prestazioni, in termini di rumore
e dinamica, pari o migliori a quelle
di una reflex Full Frame. Fujifilm l’ha
sparata davvero così grossa?
Della X-Pro1 abbiamo già parlato
(clicca qui), ma dopo un meeting
con gli ingegneri Fujifilm siamo in
grado di dare qualche informazione
in più sul sensore CMOS Xtrans.
Approfondiamo il discorso sul sensore, per spiegare cosa cambia rispetto
a un CMOS di tipo tradizionale. Un
sensore CMOS tradizionale è realizza-
to applicando un filtro colore (CFA, Color Filter Array)
sugli elementi fotosensibili:
ad ogni pixel corrisponde
un singolo colore R, G o B
secondo uno schema ricorrente, denominato schema
Bayer (foto qui sotto). Il
processore della fotocamera, che conosce lo schema
dei pixel, può costruire così
il colore del singolo pixel usando i
dati del pixel stesso insieme a quelli
dei pixel adiacenti. Il processo, denominato “demosaicizzazione”, è lo
stesso che viene fatto dai software
che trasformano le fotografie da RAW
in JPEG. Il filtro Bayer, però, usa uno
p.2
DIGITAL IMAGING
Sony TX200V
nelle botti
piccole...
Sony lancia una nuova
ultracompatta waterproof di
fascia alta: sensore CMOS da
18 Megapixel, zoom ottico 5x,
ripresa Full HD, OLED e GPS
di R. Pezzali
schema ricorrente: tanti gruppi di
quattro pixel dove due fotorecettori
hanno filtro verde, un fotorecettore ha filtro blu e uno rosso. Questo
schema ricorrente ha un vantaggio
e uno svantaggio: è semplice da
“demosaicizzare” e richiede poca potenza di calcolo, ma produce effetto
moirè. Per eliminare questo effetto
sulle fotocamere viene aggiunto un
filtro passa basso, che toglie il moirè
ma abbassa anche un po’ la risoluzione globale della foto.
Il sensore XTrans CMOS è diverso (immagine in basso): al posto del filtro
di Bayer usa un nuovo filtro ispirato
alla grana della pellicola analogica. I
filtri cromatici sono disposti in modo
casuale e questo permette a Fuji di
eliminare il filtro passa basso perché
il moirè, che è comunque presente,
è davvero limitatissimo e invisibile ad
occhio nudo. L’assenza di filtro passa
basso, ovviamente, permette una risoluzione maggiore.
Fujifilm per poter usare questo sensore ha dovuto sviluppare un nuovo
processore più potente anche perché
la demosaicizzazione di questo schema particolare non è affatto “leggera”. Questo vuol dire che al momento
i vari software di sviluppo RAW non
sono ancora pronti a gestire questo
nuovo particolare RAW, pertanto ci
sarà da aspettare un po’, anche se Fuji
assicura che stanno lavorando per
sviluppare dei plugin. In dotazione
con la X-Pro1 ci sarà in ogni caso un
software di sviluppo RAW proprietario. Cliccando qui si possono vedere
alcuni scatti a piena risoluzione e a
diversi ISO della X-Pro1. Non siamo
riusciti a fare il confronto con altre
fotocamere, ma la resa sembra promettere davvero bene.
Sony con la TX200V ha cercato
di creare la fotocamera compatta
più pratica e completa possibile,
anche se tutto questo ha un
suo prezzo. La TX200V, infatti, è
sottilissima, ma nonostante questo
il corpo è waterproof e dustproof.
Sotto la scocca impermeabilizzata
si nasconde un CMOS da 18
Megapixel Exmor-R con sensore da
1/2.3”, accompagnato da un’ottica
5x 26-130mm equivalenti: una
dotazione di tutto rispetto, alla
quale si aggiunge anche un
nuovissimo sistema di messa
a fuoco a ricerca di contrasto
che dovrebbe indovinare in che
direzione muovere l’ottica per
trovare la messa a fuoco perfetta.
Le fotocamere con sistema
a ricerca di contrasto, infatti,
mettono a fuoco per tentativi:
spostano l’ottica prima avanti e poi
indietro cercando di capire qual è
la direzione giusta per mettere
a fuoco l’immagine. Riducendo
questi movimenti con algoritmi
predittivi, la Sony dovrebbe far
guadagnare istanti preziosi per lo
scatto. La TX200V ha un pannello
posteriore tutto touch con display
OLED da 3.3”, riprende in Full
HD e ha anche il GPS integrato.
Una fotocamera completissima
(manca solo il Wi-Fi) proposta
però a un prezzo decisamente di
élite: negli USA si parla infatti di
499$, non proprio un prezzo da
compatta.
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estratto da www.dday.it
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PC & MULTIMEDIA
PC & MULTIMEDIA / All’insegna dell’integrazione e condivisione
PC & MULTIMEDIA
Lo standard di trasmissione
senza fili WiGig è in dirittura
d’arrivo e Panasonic ha mostrato
le sue potenzialità utilizzando
una scheda SD in grado di
aggiungere questo tipo di
connessione a dispositivi come i
tablet. Utilizzando la modalità a
60 GHz, Panasonic ha dimostrato
come è possibile trasferire da un
dispositivo a un altro (da un tablet
a un impianto car stereo, come si
può vedere in questo video) un
film con qualità DVD in appena
un minuto. WiGig è uno standard
che si pone come estensione delle
capacità dell’attuale generazione
IEEE 802.11 mantenendo la
retrocompatibilità con supporto
per le frequenze di 2.4, 5 e 60
GHz. È quest’ultima modalità che
permette di raggiungere velocità
dell’ordine dei 7 Gbit/s seppure
su distanze sensibilmente più
ridotte: in questo caso il raggio
d’azione, come altre tecnologie
che impiegano questa banda, è
inferiore ai 10 metri e in campo
praticamente libero, seppure
la tecnica del beamforming
permetta di “superare” gli ostacoli.
Il sistema mostrato da Panasonic
è ancora un prototipo e l’azienda
parla di 2013 per vedere i primi
prodotti.
L’aggiornamento di Skype per Windows (versione 5.8) porta diverse novità
L’alluvione in Thailandia dello
scorso ottobre avrà ripercussioni
ancora nel 2012, almeno nel
settore dei dischi rigidi. Western
Digital, che è la più colpita, ha
dichiarato che la produzione
ritornerà ai livelli pre-alluvione
solo nel terzo trimestre dell’anno.
Seagate, dal canto suo, non ha
avuto problemi diretti, ma sta
pagando a causa dei danni subìti
dai fornitori di componenti, che
non hanno capitali sufficienti
per riparare velocemente i
macchinari e riprendere la
produzione. La previsione è di
produrre nel 2012 150 milioni
di dischi in meno rispetto alla
domanda, un valore che mostra
un piccolo miglioramento
rispetto ai 175 milioni di dischi
non prodotti negli ultimi mesi
del 2011. Questa situazione
potrebbe anche avere ricadute
sul mercato dei PC, sia fissi che
portatili. I problemi, stando
a quanto stimato da Gartner,
potrebbero però essere solo
temporanei. Involontariamente,
però, il 2012 potrebbe essere
l’anno degli Ultrabook, che
montando SSD al posto dei
tradizionali dischi rigidi, non
dovrebbero risentire troppo degli
effetti dell’alluvione.
Un film in 0
secondi con WiGig
PC & MULTIMEDIA
Windows 8 addio
al tasto Start?
Dopo oltre 15 anni di “onorato
servizio”, il tasto Start potrebbe
uscire di scena con l’introduzione
di Windows 8. In un primo tempo
Microsoft aveva lasciato il tasto
Start nell’interfaccia Desktop di
Windows 8 Developer Preview,
collegandolo all’interfaccia
Metro. Nella “Consumer Preview”,
però, pare che il tasto sia sparito.
Potrebbe trattarsi di una soluzione
temporanea e, se anche così
non fosse, Microsoft potrebbe
reintrodurlo facilmente, oppure
lasciare la possibilità all’utente
di crearlo o meno. A questo
punto non resta che attendere la
pubblicazione della versione “Beta”,
oltre che di quella finale, per capire
come Microsoft intende muoversi.
Videochiamate HD di Skype
di M. Dalli
S
kype ha recentemente rilasciato la versione 5.8 del client
per Windows, portando con sé
diverse novità: videochiamate Full
HD, condivisione del desktop tra
più utenti e videochiamate a utenti
Facebook. Andando con ordine, le
videochiamate Full HD richiedono da
un lato la nuova webcam Logitech
c920, in grado di effettuare la codifica
video direttamente in hardware, scaricando il lavoro della CPU, dall’altro
una connessione a Internet con almeno 2 Mbit/s di banda in upload (e
quindi le ADSL sono escluse a priori,
si salva solo la fibra ottica e qualche
connessione 3G HSUPA particolarmente performante). Skype prosegue poi l’integrazione con Facebook,
consentendo ora chiamate audio e
video verso utenti del social network,
anche se non sono utenti Skype.
Nella nuova versione c’è anche la
possibilità di nascondere gli utenti
Facebook offline. Novità anche per
quanto riguarda il mondo dei gamer
che, grazie alla funzione Push to Talk,
possono avviare una chiamata semplicemente premendo una combinazione di tasti, utile quando si sta
giocando in multiplayer. Per gli utenti
Skype Premium, inoltre, arriva la condivisione del desktop (o di solo una
finestra) con un gruppo di contatti.
Da questa versione, infine, arrivano i primi (non molto utili, finora)
frutti dell’acquisizione da parte di
Microsoft: l’integrazione della Bing
Toolbar nella finestra di Skype.
PC & MULTIMEDIA
Asus O!Play TV Pro, tuner e 3D presenti
Asus lancia O!Play TV Pro, il nuovo media player con funzione PVR
È compatibile 3D e supporta oltre 50 tipi di formati audio e video
di R. Pezzali
Asus rinnova la sua gamma di media player O!Play con l’introduzione di O!Play TV
Pro, dotato anche di tuner e quindi funzione PVR integrata. Tra le novità, oltre alla
compatibilità con oltre 50 formati audio e video, anche la possibilità di riprodurre
contenuti 3D da file TS, M2TS e BD ISO, quindi immagini di dischi intere. O!Play
TV va oltre però il normale media player: Asus ha già caricato e pre-configurato
all’interno una serie di applicazioni per lo streaming video, da YouTube a DailyMotion a AceTrax per il video on demand. La connettività è garantita dalla porta
gigabit Ethernet e dalla connessione Wi-Fi N, mentre il caricamento dei contenuti viene agevolato dalla presenza di una porta USB 3.0. Il TV Pro dispone di un
alloggiamento per disco da 3.5”, disco che però non è incluso nella confezione.
Resta solo da capire se è presente un servizio di server DLNA capace di condividere sulla rete i contenuti registrati, permettendo così anche l’accesso a tablet e
altri TV o device presenti sulla rete domestica. Il prezzo è fissato a 229 euro.
Carestia di dischi
rigidi nel 202
MOBILE
London, il primo
BlackBerry 0?
Girano in rete le immagini del
primo smartphone BlackBerry 10
(prima noto come BBX), il nuovo
sistema operativo basato su QNX
con cui RIM punta a rilanciare il
suo marchio. Negli scorsi mesi
avevamo già sentito parlare di
uno smartphone denominato
London, ma aveva un design
diverso. CrackBerry.com, il sito
autore dello scoop, sostiene
che RIM starebbe valutando
come alternative i chipset Texas
Instruments e Qualcomm, in
entrambi i casi dual core a 1.5 GHz,
il che vuol dire anche che prima di
vedere un prodotto in commercio
occorrerà aspettare ancora. RIM
sembrerebbe sulla strada giusta,
sempre che non sia troppo tardi.
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n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA / Vodafone è attenta, Fastweb sperimenta, Telecom Italia non risponde
IPv: cosa faranno gli operatori italiani?
Abbiamo chiesto ai più grandi operatori italiani quali piani intendono attuare per la partenza dell’IPv6 il 6 giugno
di M. Dalli
I
l prossimo 6 giugno partirà definitivamente il protocollo Internet IPv6,
dopo l’esaurimento degli indirizzi
IPv4 e dopo i test dello scorso anno. Ma
come sono messi gli operatori italiani?
Cosa succederà il 6 giugno? Abbiamo
chiesto ai maggiori Internet Provider
del Paese, ecco cosa ci hanno risposto.
Fastweb Nel 2012 proseguirà la sperimentazione già avviata in occasione dell’IPv6 Day lo scorso 8 giugno.
La sperimentazione, raggiungibile
a questo indirizzo, dà la possibilità
agli utenti Fastweb di creare un tunnel IPv6 tra il proprio PC (o router) e
i server di Fastweb per navigare nel
mondo IPv6. Questa soluzione, per
quanto lodevole, richiede che l’utente sia a conoscenza della questione,
che sia in grado di aprire un tunnel (le
spiegazioni sul sito sono comunque
esaustive) ma, soprattutto, richiede
di aprire un tunnel su ogni macchina
che si desidera dotare di connettività
IPv6 o, in alternativa, aprire il tunnel
sul proprio router, a patto però che
questo supporti questa possibilità (la
lista non è molto ampia, purtroppo).
Telecom Italia L’ex-monopolista, interrogato sulla questione, non ci ha
ancora fatto pervenire una risposta.
Vi aggiorneremo qualora dovessimo
ricevere ulteriori comunicazioni.
Vodafone Entro il 2012 la rete fissa
dell’operatore inglese sarà in grado
di supportare entrambi gli standard,
IPv4 e IPv6, in modalità dual stack.
Questa modalità permette di fornire
agli utenti due indirizzi, uno IPv4 e
uno IPv6, contemporaneamente, per
facilitare la transizione da uno all’altro
senza che l’utente se ne accorga. Sulla rete mobile, invece, l’IPv6 farà il suo
debutto sulla rete di quarta generazione LTE, prevista anch’essa per il
2012. Le altre tecnologie seguiranno,
ma la transizione, in tutti i casi, durerà
alcuni anni.
Wind Infostrada L’operatore è al
lavoro dal 2011 per abilitare la tecnologia IPv6 sulla propria rete, sia fissa
che mobile. Al momento non ci sono
ancora date certe circa l’effettiva disponibilità per gli utenti, ma l’azienda
si aspetta di avere maggiori informazioni in prossimità di giugno.
Si può vivere senza IPv6?
Cosa succede se il 6 giugno (o più
in là) un utente non avrà ancora un
indirizzo IPv6? Diciamo subito che
non c’è alcun bisogno di allarmarsi né
inveire contro il proprio ISP; semplicemente non saranno raggiungibili i siti
con indirizzo IPv6, ma quelli con indirizzo IPv4 continueranno ad esserlo.
Tradotto in termini più semplici, tutti i
siti che adesso sono raggiungibili dall’attuale versione di IP continueranno
a essere visibili tali
e quali, mentre saranno irraggiungibili i nuovi siti che
nasceranno con il
solo indirizzo IPv6.
La cosa diventerà
quindi preoccupante tra diversi
anni, quando (magari) ci saranno dei
nuovi “Google” o “Facebook” soltanto
in IPv6. Almeno agli inizi, però, questo non sarà un problema, pertanto
gli operatori - e gli utenti - avranno
tutto il tempo per attrezzarsi. Volendo
quindi fare un paragone col mondo
della televisione, il passaggio da IPv4
a IPv6 non sarà un vero e proprio
switch off, in cui da un giorno con l’altro uno dei due sparisce, quanto piuttosto una sorta di switch over, in cui le
due tecnologie
continueranno a convivere
ancora a lungo (potenzialmente qualche
decennio, per
quanto ne possiamo sapere).
PC & MULTIMEDIA / L’apetto interessante è il prezzo: 49 euro
Elvira, media player low cost
Xtreamer lancerà a marzo un lettore multimediale senza interfacce di rete
di M. Dalli
A
rriverà a marzo (o così è stato
annunciato) il nuovo lettore multimediale di Xtreamer,
Elvira. L’aspetto più interessante di
questo media player è senza dubbio
il prezzo: 49 euro. Dietro a questa
cifra, però, si nascondono alcune limitazioni: la prima è l’assenza della
porta Ethernet, sostituibile (opzionalmente) dal Wi-Fi. Elvira è, infatti,
pensato principalmente per la riproduzione di contenuti su supporti
USB, in viaggio e non, grazie anche
alla forma estremamente compatta.
Ciononostante, al suo interno trova
posto un processore Realtek da 500
MHz, capace di riprodurre i più comuni formati audio e video, tra cui
MKV-H264, MP4, DivX, WMV, RMVB,
ISO DVD, ISO Blu-Ray, MP3, WMA, TS,
FLAC oltre a DTS HD e Dolby TrueHD
fino a 7.1 canali. Sul fronte delle
uscite video, è presente l’immancabile HDMI 1.3a. Sempre nel mese di
marzo Xtreamer dovrebbe lanciare
anche un negozio online europeo,
che dovrebbe così far risparmiare
dazi doganali e IVA a chi acquista
online. Comprandolo dall’estremo oriente, il prezzo dell’Elvira
rischia di non essere
più così tanto economico: ai 49 euro di
listino vanno infatti
aggiunti ben 25 euro
di spedizione oltre ai
dazi doganali.
p.5
PC & MULTIMEDIA
AMD: futuro
nei tablet, cloud
e bassi consumi
AMD ha svelato la roadmap
per il 2012 e il 2013: il focus si
sposta sui dispositivi a basso
consumo, come i tablet, e sul
cloud. Addio alla fascia alta?
di M. Dalli
Il futuro di AMD è stato svelato durante la recente tradizionale giornata per gli investitori. Il biennio 20122013 vedrà il produttore americano
concentrarsi principalmente su dispositivi mobili, come notebook e
tablet, e sul cloud computing.
Grande interesse verrà posto anche
nei mercati emergenti, che tradotto significa processori economici.
Nel 2012 vedranno la luce Brazos
2.0, per PC a basse prestazioni, e il
già visto Trinity, a cui si affiancherà
una versione a basso voltaggio per
portatili ultrasottili. La piattaforma
di punta per desktop prenderà invece il nome di Vishera e arriverà
nella seconda metà dell’anno. Sul
fronte mobile, invece, sarà Hondo a
debuttare sui tablet, nella seconda
metà del 2012; Hondo avrà al suo
interno un core Bobcat e sarà compatibile con le librerie DirectX 11.
Il 2013 vedrà invece l’introduzione
della tecnologia HSA (Heterogeneous Systems Architecture) per
facilitare la programmazione e migliorare le prestazioni di CPU e GPU,
permettendo alla GPU di lavorare
come co-processore. Il primo sistema a implementare l’HSA sarà
Kaveri, l’APU di terza generazione,
seguito da Kabini nel segmento a
basso consumo. Kabini sarà anche
il primo SoC (System-on-Chip) di
AMD e sarà dedicato essenzialmente ai notebook di fascia medio-bassa. Per i tablet il 2013 porterà invece Temash, il successore di Hondo,
con core Jaguar x86 e tecnologia
HSA. A differenza di Intel, AMD si
è detta aperta anche a sfruttare
proprietà intellettuali altrui per i
propri chip (leggi ARM), anche se
per il momento esclude di entrare
nel mondo degli smartphone. Per
i server, invece, il focus è spostato sul cloud e sui web server, con
particolare attenzione al risparmio
energetico.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET / Stringer rimane in Sony come presidente del consiglio di amministrazione
Sony: Sir Stringer passa la palla a Kaz Hirai
Dal 1° aprile la guida di Sony passerà a Kazuo Hirai nel doppio ruolo di presidente e CEO. Si chiude l’era dei TV
di P. Centofanti
D
al prossimo 1° aprile 2012 il
nuovo presidente e CEO di Sony
sarà Kazuo Hirai, che subentrerà
a Sir Howard Stringer, che a sua volta
rimarrà in Sony come presidente del
consiglio di amministrazione.
Il passaggio di consegne a Kazuo Hirai
sigilla a suo modo l’inizio del nuovo
corso di Sony, da colosso dell’elettronica famoso per TV e componenti
Hi-Fi a multinazionale dell’intrattenimento. La storia di “Kaz” Hirai in Sony
è legata soprattutto alla PlayStation e
alla divisione Sony Computer Entertainment di cui è divenuto la figura
chiave. È sotto la guida di Hirai che
sono nati i servizi di contenuti di Sony
che sono oggi sfociati nel Sony Entertainment Network, che è il fulcro della nuova strategia dell’azienda: offrire
una
piattaforma
di intrattenimento
comune a tutti i
dispositivi. Non più
solo TV quindi, business notevolmente ridimensionato
rispetto al passato,
ma anche tablet,
console, PC e smartphone, tutti legati
dal filo conduttore
del Sony Entertainment Network con
film, musica e app. Un progetto ambizioso che starà a Hirai trasformare nel
futuro di Sony.
PEOPLE & MARKET / Sony corre ai ripari dopo vendite in calo e gravi perdite nel 3° trimestre 2011
Sony malata? Ecco la ricetta di Mr. Playstation
Il neo presidente Kazuo Hirai taglia gli LCD, punta su Crystal LED, OLED, fotocamere e console. Funzionerà?
di M. Dalli
I
l terzo trimestre conclusosi il 31
dicembre 2011 ha visto gravi
perdite per Sony: le vendite sono
calate del 17% rispetto allo scorso
anno e le perdite nette si attestano
a quasi 2 miliardi di dollari. Particolarmente colpita la divisione dei prodotti di consumo e servizi (TV, PS3,
ecc), che mostra una perdita di oltre
un miliardo di dollari e un calo del
24%. Un’azienda malata quindi? Forse, ma il suo neo presidente, Kazuo
Hirai, ha la ricetta per risollevare le
sorti del colosso giapponese.
In primo luogo bisogna consolidare i core business di Sony, come
il digital imaging e le console, per
rafforzare il crescente mercato mobile (smartphone e tablet in primis),
in cui Sony è appena entrata grazie
all’acquisizione di Sony Ericsson. I dispositivi mobili, inoltre, potrebbero
beneficiare dell’esperienza nel mondo gaming di Sony, per creare prodotti unici (speriamo non si riferisca
all’Xperia Play, ndr).
Grande attenzione anche al mercato
delle TV, dove gli LCD sono diventati ormai una commodity e bisogna
quindi scegliere con cura quali risorse investire e quali collaborazioni
stringere, per ridurre il più possibile
i costi. Allo stesso tempo, però, Hirai
intende investire forte sul Crystal
LED, di cui abbiamo visto il primo
prototipo al CES, e OLED.
Il terzo punto riguarda la riduzione
generale dei costi, cercando di capire quali prodotti non sono più profittevoli ed eventualmente tagliare
le fronde secche. Nel frattempo bisogna anche accelerare l’innovazione, per esempio nel settore medico.
Sony ha bisogno inoltre di rinforzare
i legami tra il reparto ricerca e sviluppo e gruppi business.
Il piano di battaglia sembra quindi
pronto: riuscirà il nuovo generale
giapponese a riportare Sony agli
splendori di un tempo prima che sia
troppo tardi?
p.
PEOPLE & MARKET
Sky UK: IPTV
nel 202. Italia
a seguire?
Tra le pieghe dei risultati
finanziari, la pay TV britannica
Sky ha annunciato che nella
prima metà dell’anno vedrà
la luce una nuova IPTV a
pagamento, dedicata a chi non
ha ancora un abbonamento a
una TV a pagamento. Il nuovo
servizio all’inizio consentirà
di vedere solo film on
demand, ma successivamente
l’offerta si amplierà a eventi
sportivi e intrattenimento in
generale. Il pagamento sarà in
modalità ricaricabile o con un
abbonamento mensile.
Il servizio sarà raggiungibile da
PC, tablet, smartphone, console
e TV connesse. Un’iniziativa
interessante, da seguire con
attenzione; e chissà che, prima
o poi, non venga “copiata” anche
dalla sorella Sky Italia...
PEOPLE & MARKET
Germania espelle
iPhone e iPad
Motorola ha incassato due
vittorie preliminari in Germania
nella guerra sui brevetti: una
relativa ad iCloud e una sul GPRS
dei vecchi modelli di iPhone e
iPad 3G. Motorola ha ottenuto
un’ingiunzione che ha portato
alla rimozione dall’Apple Store
online tedesco dell’iPhone 3GS,
dell’iPhone 4 e dell’iPad 3G, tutti
modelli basati su un chipset
Infineon. L’altro caso riguarda la
metodologia con cui Apple ha
implementato l’email push in
iCloud, ma i prodotti rimarrano
regolarmente in vendita. Apple
si è appellata alla decisione:
in particolare per il blocco dei
prodotti ha sollevato le stesse
obiezioni mosse contro un caso
simile avanzato da Samsung,
e lamenterebbe un abuso di
brevetti FRAND (Fair, Reasonable
and Non-Discriminatory) da parte
di Motorola, circostanza per la
quale Samsung è sotto inchiesta
da parte dell’Unione Europea.
Apple ha dunque comunicato
che ha ottenuto una sospensione
dell’ingiunzione e che la vendita
dei prodotti riprenderà a breve.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
p.
HIFI & HOME THEATER
Neil Young
in soccorso
dell’alta fedeltà
Neil Young vuole riportare
la qualità del suono nella
distribuzione digitale della
musica. Con Jobs stava
lavorando a un nuovo formato
di P. Centofanti
La rivoluzione digitale non è stata
molto buona con gli appassionati
di alta fedeltà o comunque con
chi alla qualità di una registrazione
ci tiene: tra MP3, Napster, iPod e
iTunes, digitale fa ormai rima non
con CD ma con musica compressa
“che ha solo il 5% dei dati presenti
nella registrazione originale”. A dirlo è niente meno che Neil Young,
leggenda della musica che alla
conferenza D: Dive Into Media (per
vedere il video, clicca qui) rilancia il
suo impegno per riportare la qualità
audio al centro della rivoluzione digitale: “La comodità dell’era digitale
ha costretto la gente a scegliere tra
qualità e comodità, ma non dovrebbe essere obbligata a scegliere”.
Nostalgia per i vecchi tempi andati
di una rockstar? Manco per sogno.
Neil Young ha cercato seriamente di
realizzare un nuovo formato audio
ad altissima qualità da accoppiare a
una sorta di “iPod audiophile”con un
complice d’eccezione, Steve Jobs di
Apple: “Il mio obiettivo è cercare di
salvare la forma d’arte che ho esercitato negli ultimi 50 anni. [...] Steve
Jobs era un pioniere della musica
digitale e la sua eredità è enorme,
ma quando andava a casa ascoltava
i vinili. E credetemi, se avesse vissuto più a lungo, avrebbe fatto quello
che sto cercando di fare io”.
Oggi sono pochissimi gli store che
danno quanto meno la possibilità
di acquistare musica in formato
lossless e tutti hanno un catalogo
limitatissimo. Ancora meno sono
le alternative per chi cerca musica
registrata ad alta risoluzione. A oggi
gli standard sono l’MP3 a 320 Kbit/s
(Amazon, ad esempio) e l’AAC a 256
Kbit/s. Sfortunatamente le uniche
alternative che offrono questa scelta non sono legali. E sulla pirateria
online Neil Young ha una sua idea:
“La pirateria è la nuova radio, è ciò
che fa girare la musica”.
HIFI & HOME THEATER / Media Box S e Stream Box DS sono distribuiti in Italia da Audiogamma
Pro-Ject presenta i media player Hi-End
I due lettori multimediali della serie Box Design per la musica liquida hanno piccole dimensioni e grandi prezzi
di M. Dalli
P
ro-Ject continua la sua espansione di sorgenti audio della
serie Box Design: le elettroniche ultra compatte vedono ora l’introduzione di due lettori multimediali, il Media Box S (già intravisto lo
scorso luglio) e lo Stream Box DS. Il
primo e più compatto accetta come
supporti esterni soltanto schede di
memoria SD e dispositivi USB (chiavette, dischi esterni). La compatibilità si ferma ai file MP3, WMA e AAC,
anche se sono supportati data rate
maggiori di 384 Kbps. Il Media Box
S è dotato inoltre di DAC 24 bit / 96
kHz, con upsampling e circuito di riduzione del jitter; in uscita troviamo
le classiche connessioni analogiche
RCA e una digitale coassiale.
Più completo invece lo Stream Box
DS, che amplia la compatibilità file
con FLAC (fino a 24 bit / 192 kHz),
WMA-9 Lossless, Ogg Vorbis e LPCM
(fino a 24 bit / 192 kHz), oltre a MP3
e AAC. Grazie alle connessioni WiFi 802.11 b/g ed Ethernet, inoltre,
è possibile anche ascoltare le Internet Radio e attingere la propria
musica da server DLNA e UPnP. C’è
anche una porta USB, per supporti
di memoria esterna e dispositivi Apple. Rispetto al Media Box S, questo
Stream Box DS ha un convertitore
D/A 24 bit/192 kHz, sempre con
possibilità di upsampling e circuito
di riduzione del jitter; sul frontale, in-
vece, trova posto un display a colori
da 3,5 pollici per scegliere il brano
da riprodurre, sia esso da Internet, da
archivio all’interno della rete domestica o su supporto USB.
Media Box S e Stream Box DS sono
distribuiti in Italia da Audiogamma e
proposti, purtroppo, a prezzi decisamente poco popolari: per il primo si
parla di 275 euro, mentre il più completo Stream Box DS ha un prezzo di
listino di 699 euro.
HIFI & HOME THEATER / I prezzi del diffusore portatile non sono proprio contenuti, ma ancora interessanti
In arrivo il microdiffusore della NASA
Un ex collaboratore dell’ente spaziale si è cimentato nella progettazione dei nuovi Soundmatters Foxl
di R. Faggiano
M
isura 15 cm e pesa 269 grammi il nuovo diffusore portatile
che arriva dagli Stati Uniti. Si
chima Foxl, per rimandare alla genialità e furbizia della volpe, e racchiude in uno spazio piccolissimo molte
soluzioni esclusive. L’ha progettato
Guenther Godehard, già collaboratore
alla NASA con lauree in astronomia,
fisica nucleare e fisica chimica, e appassionato di musica. Il Foxl utilizza
speciali altoparlanti che consentono
di ottenere prestazioni fuori dal comune in dimensioni contenute. Il woofer
è un pannello piatto che comprende
anche la batteria al litio che alimenta
il diffusore, per le frequenze medie e
alte ci sono due trasduttori da 25 mm
definiti Twoofer con speciali magneti
al neodimio. Tra le caratteristiche tecniche dichiarate una risposta in frequen-
za tra 80 e 20.000 Hz e la sensibilità di
97 dB con 5 volt a 50 cm. L’autonomia
della batteria è fino a 12 ore mentre la
potenza erogata di 2x4 watt, ma si può
alimentare anche da una presa fissa. La
sorgente può essere il consueto cavetto minijack per qualsiasi dispositivo
portatile o il collegamento senza fili
Bluetooth per l’apposita
versione. Già annunciato
anche il Fox Lo, un piccolo
subwoofer dedicato al diffusore.
I prezzi non sono contenuti ma interessanti: il Foxl
con custodia, alimentatore e cavetto minijack costa
169 euro, la versione con
Bluetooth 199 euro; c’è
poi una versione Platinum
a 229 euro in colore silver,
compatibile con segnali Bluetooth
aptx, con batteria di maggiore durata e in dotazione un cavetto audio di
alta qualità. Tra gli accessori anche un
piccolo supporto per montare il Foxl
sul manubrio della bicicletta. I modelli
con Bluetooth possono diventare vivavoce grazie al microfono integrato.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
p.8
HIFI & HOME THEATER / In prova Streamer II e iStreamer : il primo per portare musica dal PC all’impianto, il secondo da un dispositivo Apple
Con i due Streamer di HRT i file suonano molto meglio
Se il vostro impianto stereo non conosce la musica liquida archiviata sul PC o sull’iPhone, ecco gli strumenti giusti per farli finalmente incontrare
di R. Faggiano
I
grandi marchi dell’elettronica non
stanno prendendo in grande considerazione la musica liquida, lasciando spazio a nuovi piccoli marchi specializzati. Uno di questi è la californiana
HRT, High Resolution Technology, che
propone una serie di piccole interfacce per portare la musica liquida sui
tradizionali impianti stereo. L’ambizione non nascosta è quella di attrarre il
pubblico degli audiofili più appassionati e con maggiori risorse. I prodotti
HRT sono basati su un piccolo modulo
metallico in pressofusione simile per
tutti i modelli ma di colore diverso.
DDay.it ha messo alla prova il modulo
rosso Music Streamer II (175 euro) e il
bianco iStreamer per dispositivi Apple
(199 euro). Andiamo a vederli e soprattutto ascoltarli.
Music Streamer II, dal
computer all’ impianto
in semplicità
Difficile immaginare qualcosa di più
semplice per portare la musica dal
computer a un impianto stereo: presa USB da un lato, uscite analogiche
RCA dall’altro. Non serve nemmeno
l’alimentazione dato che viene prelevata direttamente dalla presa USB, la
dotazione non prevede altro. Le spie
colorate poste accanto alla presa USB
ci dicono già che questo modulo HRT
può accettare segnali fino a 96 kHz,
andando quindi già oltre le più comuni esigenze per accontentare anche i
pochi utilizzatori di musica Flac ad alta
risoluzione.
La costruzione è accurata e senza filatura, come convertitore viene usato
un eccellente Burr Brown PCM 1793, in
grado di trattare nel migliore dei modi
anche la musica ad alta risoluzione.
La circuitazione è già ottimizzata per
evitare le interferenze elettriche con
un collegamento asincrono dal PC,
eliminando ogni residuo di rumore
che possa sfuggire dal computer lungo il cavo USB. Per chi utilizza musica
in risoluzione normale non è necessaria alcuna impostazione, chi invece
possiede musica liquida a 96 kHz in
archivio dovrà passare per la finestra
delle impostazioni (sistemi Windows)
e portare la risoluzione appunto sui
24 bit- 96 kHz, altrimenti il computer la
abbasserà ai soliti 44 kHz. Ce ne si può
accorgere solo grazie alle spie luminose del modulo, dato che le istruzioni
relative sono visibili solo sul sito HRT e
non accluse al prodotto.
L’ascolto ha prodotto ottimi risultati
con i migliori file Flac a 96 kHz, riuscendo a esaltare la resa sonora ben
oltre le prestazioni di un compact
disc (così come dovrebbe teoricamente essere, ma non sempre accade) e dando comunque un ascolto
ancora ottimo di musica compressa
MP3 oppure scaricata da iTunes o
anche non compressa ma con risoluzione normale. La qualità sonora della
riproduzione è tale che si può tranquillamente notare la differenza tra
una buona registrazione e altre fatte
decisamente male. La resa è complessivamente neutrale, non esalta
troppo il dettaglio ma ha ottima dinamica e si adatta a diversi sistemi stereo senza problemi. Il rapporto qualità/prezzo tutto sommato ci sembra
più che adeguato, quasi conveniente
se andiamo a vedere i migliori concorrenti. Certo, ci si poteva sforzare
di includere nella dotazione almeno
il cavetto USB. Unico limite del Music
Streamer II è l’unico ingresso USB, che
impedisce di usare il convertitore e la
sua eccellente circuitazione per altri
dispositivi, come invece possibile con
altri concorrenti (generalmente però
ancora più cari).
iStreamer, da Apple a sistema
stereo tradizionale
Il modulo bianco di HRT permette di
sfruttare il segnale digitale dei dispositivi Apple come sorgente per un sistema stereo tradizionale. La compatibilità dichiarata è con iPod Classic,
Nano e Touch, iPhone 3 e 4, iPad;
nella lista dei modelli non vengono
citati gli ultimi nati iPad2 e iPhone 4S,
ma ne abbiamo verificato la compatibilità. Il prezzo non è trascurabile in
rapporto a quello degli iPod più economici e quindi ci sentiamo di consigliare questo dispositivo solo ai possessori di iPad, iPhone e iPod Touch di
ultima generazione. Bisogna comunque notare che ci sono in commercio
semplici cavi analogici che portano
il segnale dalla presa cuffia a un sistema hi-fi, che costano poco meno
dell’iStreamer: le follie legate al mondo Apple non mancano. Per questo
modulo la dotazione è completa:
troviamo un alimentatore da rete
con doppia uscita USB, in modo da
poter anche caricare un dispositivo
Apple mentre se ne ascolta un altro,
il cavetto USB-mini USB per l’alimentazione del modulo, un cavo con lo
specifico terminale Apple verso USB
per il segnale digitale e un cavetto
stereo (di qualità non eccelsa). Da segnalare che è in arrivo una versione
12 volt dell’iStreamer, utilizzabile in
auto. Anche in questo convertitore
la costruzione è ottima e viene usato
sempre un convertitore Burr Brown
PCM 1793, spicca un circuito Xmos
come interfaccia USB audio.
Impostazioni molto semplici anche in
questo caso, basta seguire un ordine
preciso nei collegamenti e usare il cavetto in dotazione, simile nell’aspet-
to, ma non identico nella cablatura
interna, a quello già fornito con ogni
dispositivo Apple. In particolare, bisogna collegare e scollegare il cavo con
il dispositivo Apple già acceso ma
modulo HRT ancora spento. Il cavo
purtroppo è corto e quindi impedisce
di usare il dispositivo Apple come un
telecomando a distanza, a meno che
l’impianto hi-fi non sia vicinissimo al
punto di ascolto. Poi comincia il piacere di ascoltare le vere potenzialità
di un iPod (nel nostro caso): la differenza tra l’ascolto tramite l’uscita cuffia e il modulo iStreamer è netta, pari
a quella che esiste tra un MP3 e un
brano non compresso; si assottigliano anche le differenze tra la versione
iTunes e il compact disc di uno stesso
brano musicale, forse con impianti di
livello medio non ci saranno più differenze udibili.
Chi ha scelto un dispositivo Apple
come unica sorgente musicale dovrebbe ascoltare questa soluzione
HRT, un apparecchio costoso (e con
pochi concorrenti), ma in grado di
fare la differenza all’ascolto.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / È la modalità online il punto di forza di questo “picchiaduro cappa e spada”, per ore ininterrotte di gioco
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Finalmente Soul Calibur V; l’abbiamo provato per voi
Dopo 4 anni di attesa ecco Soul Calibur V, ennesima fatica di Project Soul e Namco Bandai. Noi l’abbiamo provato giocando alla versione per Xbox
di F. Sottocornola
Q
uella di Soul Calibur è una
saga firmata Namco Bandai
che dal 1996 riscuote grande
successo. Il capitolo precedente per
PS3 e Xbox 360, però, non era riuscito a sfruttare appieno le potenzialità
delle nuove console e aveva un po’
deluso le aspettative dei fan. Ora le
due console sono ampiamente addomesticate e l’attesa per il nuovo
picchiaduro è stata tanta.
Noi abbiamo provato la versione
per Xbox 360. Finalmente siamo di
fronte a quello che avrebbe dovuto
sempre essere questo titolo, un ottimo mix di modalità online e offline,
con modalità giocatore singolo interessanti e un gameplay migliorato
nell’aspetto principale del gioco, il
combattimento. Come in passato,
ci troviamo a combattere con le
nostre armi bianche e a controllare
l’azione con 4 bottoni (il calcio, la
parata, un attacco verticale e un attacco orizzontale). Gli altri bottoni
del pad sono associati a facilitazioni nelle combinazioni dei bottoni
(ad esempio, possiamo associare a
un bottone la pressione simultanea
dei 3 pulsanti di attacco). Molte le
combo e le mosse, tutte consultabili
mentre si combatte, ma la novità è
una piccola barra a fianco della barra
della salute che si carica malmenando l’avversario.
Gli sviluppatori hanno lavorato molto per rendere la lotta più interessante, concentrandosi su meccaniche di
gioco che favoriscono soprattutto
un combattimento più aggressivo
e meno difensivo. Con la barra speciale piena possiamo effettuare una
super mossa (due mezzelune e tutti
e tre i bottoni di attacco), che farà
molti danni ma che consumerà tutta
la barra speciale. Altre mosse speciali
sono correlate a questa nuova barra
e tutte le mosse sono consultabili mentre si gioca premendo start
e andando nella lista mosse. Soul
Calibur ci permette di giocare con
una trentina di personaggi, e special
guest come un certo Ezio Auditore
che i giocatori di Assassin’s Creed conoscono bene.
Single player non banale
Un titolo come questo va sfruttato
combattendo contro amici in partite
in locale o online, ma Soul Calibur V
non ci fa mancare interessanti modalità single player. La modalità “Storia”
continua la saga dal 1607 portando
avanti le vicende di Patroklos: ci troveremo a combattere contro vari
avversari governati dal computer,
combattimenti generalmente semplici ma intermezzati da brevi cutscene tra un episodio e l’altro con
resoconti storici spesso un po’ troppo
prolissi, in perfetto stile giapponese.
Vi sono poi altre modalità classiche,
come il “Versus” per giocare contro
amici o la CPU, “Allenamento”, “Anime
Leggendarie” (una modalità con difficoltà elevata che si sblocca finendo
la storia), “Battaglia rapida” e “Arcade”
(dove affronteremo sei incontri di fila
e conterà il tempo con cui li porteremo a termine). La difficoltà di queste
modalità, escludendo la storia, non è
banale e ci terrà occupati non poco
per portarle a termine.
Vi è poi la modalità “Creazione”, dove
possiamo creare innumerevoli personaggi e il loro stile di combattimento:
si può creare da zero oppure modificando quello degli altri personaggi, personalizzando la corporatura,
l’abbigliamento, i gadget e anche gli
accessori. Una vera chicca, che rende
l’esperienza più divertente rispetto
al passato tool di creazione e che
qui finalmente raggiunge una completezza senza paragoni in titoli del
genere.
La vera sfida è online
La modalità online sembra essere il
fiore all’occhiello del titolo. Purtroppo non possiamo sapere come si
comporteranno i server quando ci
sarà il “pienone”, ma per quello che
abbiamo visto la gestione delle partite è ben fatta e fornisce gli strumenti
essenziali per combattere con amici
o persone in giro per il mondo. Possiamo entrare nel Colosseo e sfidare
fino a 50 giocatori. Le stanze sono già
esistenti e divise geograficamente e,
quando presenti, possiamo partecipare a tornei ufficiali. Possiamo fare
partite per alzare la nostra posizione
in classifica sfidando giocatori del
nostro grado o superiore (e vincendo
alzare il nostro), e rivedere replay delle nostre partite o vedere le partite di
altri giocatori. Possiamo creare stanze
aperte a tutti o solo ai nostri amici per
tornei privati.
Un picchiaduro da comprare
Soul Calibur V è senza dubbio il titolo
definitivo per tutti gli amanti del “picchiaduro cappa e spada”, ma anche
il must have degli amanti della saga
che in questo capitolo troveranno
tutto quello che avrebbe dovuto esserci in Soul Calibur IV. Questo titolo è
senza dubbio indirizzato a tutti quegli
hardcore gamer che amano passare le
nottate a scontrarsi online o contro
amici. Un picchiaduro che sa essere veramente tecnico e che offre un
sacco di modalità che non possono
che essere apprezzate sia dai giocatori online che da quelli offline. Per gli
amanti del genere è da avere.
Prezzo: 9.99 euro
Studio: Project Soul
Distributore: Namco Bandai Games
Giocatori: - 2
Multiplayer: sì
DLC: sì
PEGI dichiarato: Disponibile per: Xbox 30, PS3
Quando ti appoggi a un solo cavo
devi poterti fidare
Non tutti gli HDMI
sono uguali
I cavi HDMI G&BL, grazie alla loro qualità, hanno
ottenuto l’approvazione dell’HDMI Association
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n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
TEST / Prezzo e prestazioni fanno di OnBeat Extreme un modello di punta JBL e una delle migliori docking station presenti sul mercato
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JBL OnBeat Extreme, docking station con Bluetooth
In prova la docking station JBL di punta, pronta per il mondo Apple ma aperta agli smartphone Android grazie al collegamento wireless Bluetooth
di R. Faggiano
C
hi desidera una docking station
di elevate prestazioni non ha
molta scelta sul mercato; adesso in questa elite è arrivata la OnBeat
Extreme di JBL, modello di punta per
prezzo (499 euro) e prestazioni. Contrariamente ad altri concorrenti, JBL ha
scelto il Bluetooth come collegamento
senza fili: manca AirPlay, ma i dispositivi Apple sono comunque privilegiati
grazie a un attacco predisposto, già
pronto anche per il voluminoso iPad.
La OnBeat non disdegna però tutti gli
smartphone con Bluetooth, Android
compresi.
Usando
come
sorgente
uno
smartphone si potrà usufruire anche
della funzione vivavoce, dato che troviamo un microfono integrato e mimetizzato nel logo di fabbrica.
La linea estetica è molto originale, con
un gioco di linee cromate che sembra
formare un grande fiocco e che divide
i due canali destro e sinistro del diffusore; utile anche l’elemento superiore
di raccordo, che si trasforma in una
pratica maniglia, seppure la docking
necessiti dell’alimentazione di rete.
Originale anche il supporto per i dispositivi Apple, orientabile di 90° per
consentire un collocamento anche
orizzontale dei riproduttori musicali,
ideale per chi preferisce la funzione
“cover flow”. Per l’iPad c’è in più un supporto dedicato adatto alla sua mole, in
grado di sostenerlo anche in posizione
orizzontale. Sul lato destro ci sono i comandi manuali che integrano spie colorate per segnalare le diverse funzioni.
In dotazione un piccolo telecomando,
in grado di gestire oltre al volume anche i menù Apple se il dispositivo è
fissato alla docking.
Bluetooth e ottime finiture
La docking JBL permette di connettere in Bluetooth qualsiasi dispositivo
predisposto e quindi apre le porte a
ogni smartphone, Android compresi;
il classico connettore Apple invece
permette anche la ricarica dei dispositivi e non toglie comodità visto il telecomando predisposto in dotazione.
Rimane poi l’alternativa del cavetto
minijack per qualsiasi sorgente analogica. In uscita troviamo una presa
video composito per portare a un TV
eventuali filmati e immagini archiviati
sui dispositivi Apple. Troviamo anche
una presa USB, da usare però esclusivamente per la sincronizzazione dei
contenuti di iTunes sul PC (funzione
utile solo per gli iPod base sprovvisti di
connettività Wi-Fi).
Il prezzo di listino di questa docking
impone cura in ogni dettaglio e su
questo punto JBL non delude le aspettative. L’insieme è realizzato con materiali di pregio e molto ben rifiniti. Su
tutti spiccano gli altoparlanti esclusivi
JBL, un sistema a due vie con woofer
Atlas e tweeter a cupola Ridge; la potenza disponibile è di 30 watt ciascuno
per i woofer e 15 Watt ciascuno per i
tweeter. Gli altoparlanti sono posizionati in modo da allargare per quanto
possibile il fronte sonoro, si nota però
che usando un iPad sul suo supporto
lo stesso va a intralciare la diffusione
sonora. Nella circuitazione è previsto
un DSP sonoro, impostato in
fabbrica su Music, che può essere però variato in modalità Film,
Giochi, Chat o Radio internet.
Quest’ultima posizione è giustificata da una applicazione JBL per
il mondo Apple che aggiunge
alla docking appunto la funzione
di ricevitore radio web e la modalità sveglia, sempre sfruttando un
dispositivo Apple.
Gamma bassa eccellente
Per testare la docking JBL abbiamo utilizzato un iPod Touch
nella doppia modalità, senza filo
JBL OnBeat Extreme- DA 499 EURO
Quality
Longevity
Design
8
8
8
e sul supporto. L’aggancio segnale
in modalità Bluetooth è immediato
e permette di tenere tra le mani il dispositivo quando non serve la ricarica.
Il posizionamento sul supporto avvia
subito la ricarica, in posizione orizzontale però è meglio usare il piccolo supporto in dotazione per non rischiare la
caduta del dispositivo.
Il telecomando in dotazione (a destra)
copre praticamente tutte le funzioni
ed è abbastanza ergonomico, qualche
problema solo con la doppia serie di
comandi concentrici, che può indurre
in errore tra variazione volume e cambio traccia.
La resa musicale conferma le aspettative e non si discosta di molto da
quanto potrebbero fornire due piccoli
diffusori tradizionali. Eccelle soprattutto la gamma bassa, probabilmente aiutata dall’equalizzatore interno,
che restituisce ottima dinamica e una
pressione sonora inaspettata anche
senza alzare troppo il volume. Ottime
anche le voci maschili e femminili, non
manca un pizzico di tridimensionalità
nonostante la sorgente sia praticamente monofonica. La gamma acuta
è ben dettagliata ma mai fastidiosa e
Simplicity D-Factor
8
8
Value
8
invita a proseguire l’ascolto. Non si notano nemmeno particolari fenomeni
di compressione e la dinamica sembra quella di musica non compressa.
OnBeat Extreme quindi si può accostare alle migliori docking station sul
mercato, nonostante il prezzo molto
elevato. La mancanza di AirPlay non
è trascurabile per chi usa iTunes, ma
in compenso il Bluetooth allarga i
potenziali utenti a tutto il mondo Android.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
TEST / Dotazione e prestazioni di questo televisore sono assolutamente più che soddisfacenti se paragonate ai circa 400 euro di costo
p.22
TV Samsung PS43D490, il plasma 3D è in saldo
Il plasma 43 pollici di Samsung è perfetto per coloro che vogliono un televisore 3D di grandi dimensioni, facile da usare e dal prezzo veramente appetibile
di C. Stellari
I
l prezzo è a dir poco allettante, il
Samsung PS43D490 nelle offerte online si trova a meno di 400
euro: un plasma da 43 pollici 3D che
costa poco più di un TV di piccolo
taglio da mettere in cucina. Qualche
rinuncia rispetto ai modelli top di
pari dimensione ovviamente deve
per forza esserci e, infatti, il Samsung
43PS490 non è Full HD, il suo pannello ha una risoluzione di 1024x768
pixel, ma questa potrebbe anche
essere una limitazione accettabile:
quanto si nota davvero, alla prova
dei fatti, la minor risoluzione? Poco,
probabilmente, specie se si utilizza
il TV prevalentemente per guardare i
programmi televisivi e qualche DVD.
Il PS43D490 potrebbe essere quindi
un ottimo affare; diamo uno sguardo
alla dotazione per vedere cosa offre
questo TV Samsung.
Connessioni complete,
ma niente Smart TV
Il design del D490 non può reggere
il confronto con i modelli più costosi,
ma l’aspetto del TV è comunque elegante e gradevole. La cornice dello
schermo non è delle più sottili ma ha
pur sempre dimensioni ridotte, così
come lo spessore del pannello, pari
a 5,6 centimetri: il D490 non farà segnare il record del settore, ma il suo
spessore è comunque contenuto.
Le connessioni sono complete: tro-
viamo in tutto tre ingressi HDMI (uno
laterale), un ingresso video component, uno PC (D-sub) e perfino la
rassicurante presenza di una Scart.
Di lato è previsto lo slot CI+ e una
presa USB per riprodurre musica, foto
e video contenute nelle memorie.
Niente presa di rete e Wi-Fi, non servirebbe visto che il D490 è privo della
piattaforma Smart TV, situazione a
cui però si può facilmente rimediare,
ad esempio con un lettore dotato di
funzioni Internet TV.
Fin qui tutto bene, qualche rinuncia è inevitabile rispetto ai TV top di
gamma, ma quello che serve c’è: il
PS43D490 potrebbe essere una scelta perfetta per chi desidera un TV di
grandi dimensioni, economico, semplice da utilizzare e in più 3D. Un vero
affare a patto che sia capace di prestazioni all’altezza, fatto che abbiamo
verificato.
Qualità video sufficiente
Il setup del TV non pone problemi;
la procedura di sintonia dei canali è rapida e precisa, il D490 offre la
consueta interfaccia Samsung, un po’
invasiva in alcuni casi ma ricca di impostazioni, sufficientemente chiara e
semplice da utilizzare. Per le impostazioni video sono disponibili alcune
modalità di visione predefinite, ampiamente personalizzabili. Tra queste
abbiamo scelto la modalità Standard
su cui siamo intervenuti
per ottimizzare il comportamento del TV in base alle
nostre condizioni di visione. Il primo parametro su
cui abbiamo agito è “Luce
cella”, abbassando decisamente l’impostazione di
fabbrica: questo parametro interviene sulla luminosità dei pixel, l’effetto è
simile a quello della regolazione della lampada per
i TV LCD. Anche luminosità
e contrasto hanno richiesto una leggera modifica,
e dopo ciò il TV è pronto
Le connessioni del PS43D490: tre ingressi ad offrire una qualità delle
HDMI, un video component, un PC (D-sub) e una immagini soddisfacente.
Scart. Di lato lo slot CI+ e una presa USB.
Samsung PS43D490
Quality
Longevity
Design
8
8
Simplicity D-Factor
Value
9
La visione dei programmi televisivi
mette in luce un comportamento
altalenante, influenzato dalla qualità della trasmissione. Quello che si
nota è un livello del nero lontano dai
riferimenti dei migliori TV al plasma:
il nero del Samsung D490 non è mai
tale, ma piuttosto simile a un grigio
scuro. Le conferme arrivano dalla visione dei DVD: il plasma Samsung ha
un nero un po’ alto ma non taglia i
particolari in penombra e, una volta
fatta l’abitudine alle bande laterali
che nere non sono, la visione risulta
piacevole. Il dettaglio è buono, anche
se non da primato; il pannello non è
tra i più rumorosi ma, specie nelle
scene scure, affiora un po’ di dithering. I colori sono saturi, verde e rosso
in particolare sono un po’ troppo accesi, ritoccando i livelli si riesce però
a correggere il problema e ad ottenere un buon equilibrio generale. Si
nota qualche incertezza di troppo sui
contorni delle immagini e qualche
scatto durante i panning: offrendo al
segue a pag. 23
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
p.23
PEOPLE & MARKET / Volunia, unione dei termini “volo” e “luna”, è un progetto finora costato 2 milioni di euro e 3 anni di lavoro
Volunia, il motore di ricerca anti-Google è un Epic Fail
Presentato il motore di ricerca italiano che doveva far paura a Google. Ma sulla Rete i pareri sono unanimi: è un Epic Fail, e l’Italia digitale cola a picco
di R. Pezzali
L’
Italia popolo di navigatori, ma
pare che per i prossimi anni
saranno ancora Google e Bing
a guidare gli italiani che navigano in
Rete. Certo, perché il progetto Volunia, annunciato mesi fa come una
vera minaccia per Google e per i motori di ricerca mondiali ha fatto fare
l’ennesima figuraccia al nostro Paese.
Al ponte di comando c’è Massimo
Marchiori, professore dell’Università
di Padova ideatore di Hyper Search,
uno degli algoritmi che ha ispirato
Google nella creazione del suo Page
Rank: tre anni di lavoro con l’università e che al momento è costato già 2
milioni di euro (investiti dall’imprenditore sardo Mariano Pireddu).
Volunia, il cui nome è l’unione di Volo
e Luna, vuole approcciare la ricerca
web in modo diverso, unendo alla ricerca stessa l’esperienza social. Come
ha detto nel corso della conferenza
stampa lo stesso Marchiori, i motori di ricerca attuali ci offrono una
visione limitata dei risultati, mentre
Volunia grazie a un metodo di esplorazione dei siti “a volo di gallina” offre
un risultato più completo, con la possibilità di condividere l’esperienza di
ricerca con gli altri utenti e di creare
un network di amici basato sulle nostre preferenze di navigazione. Offre
anche una navigazione a mappa visuale. Una sorta di Social Search che
però tutti coloro che hanno provato
in anteprima hanno bocciato: “mezza
sola”, “flop”, “fail” sono solo alcuni dei
nomi più carini dati a Volunia. Tant’è
che nel corso della conferenza stampa Marchiori ha subito ridimensionato le parole bellicose di qualche mese
fa e ha ammesso che è impossibile
competere con Google. Oltre al progetto, caratterizzato da un impatto
grafico poco moderno, anche la conferenza stampa (in diretta streaming
e con banda non sempre perfetta)
ha raccolto molte critiche. Una conferenza partita in ritardo per cercare
qualcuno che sistemasse il proiettore non funzionante, fatta in italiano
senza sottotitoli e senza ritmo, a tratti
addirittura noiosa se non fosse per la
metafora delle galline che ha strappato qualche sorriso. Marchiori è un
matematico e non certo un uomo
di comunicazione, ma un progetto
così ambizioso, soprattutto legato
al nome del nostro paese, andava
gestito meglio. Come ha reagito il
mondo? I commenti che si leggono
in Rete mettono in evidenza la disfatta del made in Italy, basta cercare su
Twitter per leggerne un po’. Volunia
però non è ancora attivo, se non per
un gruppo di beta-tester: è vero che
una presentazione vuol dire tanto,
ma un minimo di credito, in quanto
progetto italiano, lo merita proprio.
visione dei Blu-ray, con la curiosità di
indagare se la minor risoluzione rispetto a uno schermo Full-HD si nota
e quanto. L’immagine paragonata a
quella ottenuta dalla visione dei DVD
è più dettagliata, a prima vista non
sembrano esserci differenze rispetto
a un’immagine 1080p, occorre un
occhio attento per accorgersi delle
differenze. La minor risoluzione del
D490 si nota più facilmente in alcuni
casi, ad esempio sulle scritte dei titoli
dove emerge la presenza dei pixel sui
contorni, o nei particolari in primo
piano, come la trama di un tessuto
o sullo sfondo delle immagini che
perdono un po’ di nitidezza e definizione. Piccole differenze che per chi
cerca la perfezione sono importanti,
ma che passano inosservate per la
stragrande maggioranza degli utenti.
In 3D l’abbattimento di luminosità è
abbastanza evidente e il famigerato
effetto crosstalk affiora in qualche
scena, più spesso ancora però si nota
una certa perdita di precisione nei
contorni delle immagini, specie sui
particolari in secondo piano o in rapido movimento. Una prestazione non
perfetta quella in 3D, sicuramente
non al top ma tutto sommato accettabile. A proposito: gli occhiali attivi
Bluetooth non sono in dotazione e
vanno acquistati separatamente.
rando il diverso prezzo di acquisto.
Il pannello del D490 non è certo di
ultima generazione, non è Full-HD, il
nero è un po’ alto e inoltre mancano
alcune funzioni, tra cui la Smart TV.
Le prestazioni sono tuttavia buone,
il TV è capace di offrire una qualità di
visione più che soddisfacente, specie se si tratta di guardare prevalentemente programmi TV e DVD, ed è
facile da utilizzare. Mettendo tutte
queste considerazioni su un piatto
della bilancia e sull’altro il prezzo,
l’ago pende decisamente in favore
dell’acquisto. Il PS43D490 in particolare è un buon affare per chi desidera un TV con grande schermo ma
non è disposto a spendere non è invece il TV giusto per gli appassionati
che desiderano prestazioni al top,
ma questo si sapeva fin dall’inizio.
TEST
Samsung PS43D490
segue da pag. 22
TV immagini scalate a 720p (risoluzione prossima a quella del pannello)
gli artefatti diminuiscono in modo
considerevole, i bordi delle figure in
primo piano divengono più netti e
le immagini acquistano precisione
e dettaglio. In queste condizioni la
qualità offerta dal TV è buona, decisamente interessante, specie in rapporto al conveniente prezzo di acquisto.
Con queste premesse passiamo alla
Gli occhiali attivi Bluetooth vanno
acquistati separatamente.
Buone prestazioni
per un ottimo prezzo
Il Samsung PS43D490 non è certo
perfetto: le sue prestazioni non possono essere paragonate a quelle di
un TV top di gamma, ovviamente non
potrebbe essere altrimenti conside-
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
TEST / Dalla nostra prova sul campo lo smartphone Motorola è risultato veloce e scattante con interessanti applicazioni esclusive
p.24
Motorola Razr, l’Android più sottile e accattivante
Il top di gamma di Motorola è uno smartphone Android con processore dual core, fotocamera da 8 MP e display OLED da 4.3”. Lo abbiamo provato
di P. Centofanti
M
otorola resuscita il brand Razr
con questo smartphone, il
top di gamma per quanto
riguarda l’offerta Android di Motorola,
ma anche il più sottile sul mercato con
i suoi 7 mm di spessore per quasi tutta
la sua interezza. Display OLED da 4.3”,
processore dual core da 1.2 GHz e fotocamera da 8 Megapixel sono le caratteristiche principali di questo prodotto
con cui Motorola cerca di farsi strada in
un mercato sempre più affollato.
Design bello con qualche pecca
Razr (no, non il telefonino a conchiglia
di dieci anni fa) è se vogliamo la risposta di Motorola al Samsung Galaxy S II:
d’altra parte le caratteristiche tecniche
sono molto simili. Il Razr è uno degli
smartphone più sottili (e leggeri) sul
mercato con il suo spessore di appena 7.1 mm. Ma ha anche un ampio
display OLED da 4.3” con risoluzione di
540 x 960 pixel, processore dual core
da 1.2 GHz e fotocamera con sensore
da 8 Megapixel capace di riprendere video in 1080p. Insomma, Razr è
uno smartphone top di gamma vero
e proprio, basato su Android 2.3 con
interfaccia customizzata da Motorola,
a cui non mancano anche soluzioni
costruttive intriganti come il guscio in
kevlar, il gorilla glass frontale e un particolare “nano-rivestimento” interno che
protegge ogni componente. A livello
di design il Razr lascia un misto di sensazioni. Il frontale ha un suo perché, è
lucido e con la sagoma che ricorda il
tablet Xoom in piccolo. La sensazione
al tocco è ottima, ma il retro e il profilo
sono meno eleganti. Il telefono diventa
infatti molto più spesso all’altezza della
fotocamera rompendo la simmetria,
mentre il pannello posteriore è proprio
video
Il video della prova
del Motorola Razr.
brutto. Le connessioni includono, oltre
all’immancabile porta micro USB, anche
l’uscita HDMI con connettore micro e
lo slot per carte di memoria microSD.
Il Razr supporta poi la dock webtop
per trasformare lo smartphone in un
netbook. Il telefono integra anche 16
GB di memoria, di cui 8 disponibili per
documenti e file multimediali, 4 per l’installazione di applicazioni. Lo slot per le
card di memoria è nascosto sotto uno
sportellino laterale insieme a quello
della SIM: il Motorola Razr utilizza però
micro SIM. La batteria è invece integrata e non sostituibile dall’utente e offre
una capacità di 1780 mAh. Per quanto
riguarda le caratteristiche tecniche, il
Razr utilizza il processore OMAP 4430 di
Texas Instruments che integra una CPU
dual core da 1.2 GHz e la GPU PowerVR
SGX540, affiancato da 1 GB di RAM. La
connettività è di tipo HSPA (fino a 14.4
Mbit/s in download), più Wi-Fi 802.11n
e Bluetooth 4.0. Completano il quadro
l’accelerometro, la bussola digitale, il
sensore di prossimità e il GPS.
Applicazioni personalizzate
Il Motorola Razr è arrivato nei negozi
con una versione personalizzata di
Android 2.3 Gingerbread (un aggiornamento a Ice Cream Sandwich è in lavorazione). La customizzazione si porta
con sé cambiamenti grafici e alcune
applicazioni preinstallate molto interessanti. Il Razr presenta icone e widget
customizzati: contatti preferiti, riproduzione audio, social stream, calendario e
così via. Una delle applicazioni più interessanti è MOTOPRINT che consente
di stampare direttamente dal telefono
diversi tipi di documenti, utilizzando
delle stampanti di rete (che supportano i linguaggi PDL PostScript, Epson
ESC/P-R, PCL3GUI), oppure qualsiasi
stampante collegata a un PC condivisa
tramite l’utility MOTOPRINT Host. Motorola ha poi personalizzato sia l’app
per la riproduzione musicale che quella della galleria fotografica e dei video.
Entrambe le applicazioni permettono
di riprodurre i contenuti direttamente
da un PC su cui è installato il software
MotoCast. L’applicativo è disponibile
sia per Windows che per Mac OS X e
Motorola Razr - DA 599 EURO
Quality
Longevity
Design
8
9
consente di riprodurre in streaming
i file disponibili sul PC oppure di sincronizzare automaticamente i contenuti della propria libreria (nel caso
dei computer Apple è supportata la
libreria di iPhoto). Alternativamente le
applicazioni consentono la riproduzione anche da server DLNA compatibili.
Molto interessante la funzionalità Azioni Smart che consente di creare praticamente dei profili di utilizzo, cioè delle
configurazioni ad hoc del telefono, che
possono essere impostate automaticamente in funzione di eventi specifici,
come l’avvicinarsi a una posizione o lo
scendere della batteria sotto un certo
livello di carica e così via. Ci sono tanti
esempi pre-impostati oppure è possi-
Simplicity D-Factor
8
Value
8
bile creare un’azione smart da zero e
le possibilità sono tantissime. Davvero
un’ottima applicazione che consente
tra le altre cose di ottimizzare il consumo energetico della batteria. Per il resto vale la pena segnalare il completo
file manager, che anche in questo caso
permette di accedere a cartelle condivise in Rete, la suite QuickOffice per la
lettura e modifica di documenti Office,
e un’applicazione integrata per gestire
i principali social network.
Display brillante
Il Razr monta un display OLED ma con
configurazione pentile della matrice
dei pixel: lo si vede dalla retinatura che
si nota guardando lo schermo da vicino e che comporta una riduzione della
risoluzione effettiva percepita. La luminosità dello smartphone può essere
impostata per la regolazione automatica ma in questo caso ci troviamo di
fronte a una brillantezza non sempre
sufficiente, meglio quindi impostarla manualmente anche se ciò andrà
a incidere sulla durata della batteria.
Detto questo lo schermo è ottimo per
brillantezza dei colori e rapporto di
segue a pag. 25
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
p.25
MOBILE / Lumia 800, Lumia 900 ed E7 sono gli smartphone Nokia dotati di schermo ClearBlack
MOBILE
Come funziona lo schermo ClearBlack di Nokia? Ce lo spiega l’azienda stessa con un disegno davvero chiaro
Spulciando nel codice dell’ultima
beta di iOS 5.1 e, più precisamente,
nei file di configurazione di un
operatore è spuntata una data,
che sembrerebbe quella fatidica
del riascio della nuova versione
del sistema operativo mobile di
Apple: 9 marzo 2012. E il periodo
è proprio quello in cui si attende il
lancio dell’iPad 3. E in rete circolano
oltre che a nuove (presunte)
immagini di componenti del
prossimo tablet anche nuove
indiscrezioni. Da più parti
sembrerebbero arrivare conferme
dell’impiego di un display con
la mirabolante risoluzione di
2048 x 1536 pixel e di un nuovo
processore prodotto da Apple e
denominato A6. Secondo quanto
riportato dalle fonti di The Verge
però, il nuovo chipset integrerà sì
una nuova e ancora più potente
scheda grafica, ma la CPU non
sarà quad-core. L’azienda avrebbe
fatto richiesta di marchio registrato
per il termine Macroscalar, una
tecnologia brevettata Apple che
permetterebbe di aumentare
l’efficienza dei processori
multi-core.
Nokia svela il segreto dello schermo nero
di R. Pezzali
L
umia 800, Lumia 900 e Nokia
E7 sono dotati di uno schermo
OLED denominato ClearBlack:
l’obiettivo di Nokia è ottenere performance perfette sui neri anche
quando la luce ambientale è molto
forte. Obiettivo che stanno cercando
di perseguire anche molti altri produttori, non solo di smartphone: la
luce, infatti, cambia radicalmente il
contrasto percepito di un dispositivo. Ora Nokia spiega come funziona
il sistema ClearBlack, basato su tre
sottili filtri: un polarizzatore lineare, un filtro che ritarda l’onda e una
superficie riflettente. La luce non
polarizzata, da pensare come forma
d’onda, passa attraverso il polarizzatore lineare e diventa luce polarizzata
verticalmente. Il passaggio nel filtro
ritardante cambia la polarizzazione:
da lineare a circolare con movimento
verso destra. Lo stato riflettente funziona come uno specchio che cambia la rotazione, e la luce riflessa a sua
volta ripassa dal filtro ritardante che
porta la polarizzazione da circolare a
lineare, ma questa volta orizzontale.
Il primo filtro, che ha fatto passare la
prima volta la luce, a questo punto
funziona come barriera e non lascia
più passare il riflesso. Il sistema non
interviene sulla luce di retroillumi-
nazione del display (o sulla luce del
display come in questo caso, trattandosi di OLED): questa viene emessa
dietro il filtro che riflette, pertanto
non subisce la doppia polarizzazione
e non viene annullata.
il che ne pregiudica un po’ l’utilizzo
come lettore multimediale sfruttando
l’uscita HDMI. Nel caso dell’esemplare
in nostro possesso abbiamo notato un
paio di problemi software. Uno riguarda l’integrazione dei vari social network
visto che non siamo riusciti in alcun
modo ad aggiungere account diversi
da quello Google. Le applicazioni dedicate funzionano senza problemi, è solo
l’applicativo che integra il tutto a livello
di sistema operativo che non sembra
accettare gli altri account. Poi mentre
i diversi giochi funzionano piuttosto
bene, abbiamo riscontrato un serio
problema di compatibilità con un’app
popolare come Fruit Ninja che praticamente lo rende ingiocabile. Per quanto riguarda la batteria tra dimensioni
dello schermo e processore sappiamo
già cosa ci può aspettare, e l’utilizzo lo
conferma: tra navigazione web, sin-
cronizzazione dei dati in background
e 3G, arrivare a fine giornata in condizioni normali è un’impresa. Le funzioni
di risparmio energetico aiutano a spremere qualcosa in più, ma siate pronti a
ricaricare spesso lo smartphone.
iPad 3 in arrivo
entro il 9 marzo?
TEST
Motorola Razr
segue da pag. 24
contrasto. Durante il quotidiano utilizzo lo smartphone si è rivelato veloce e
scattante. Il passaggio da una pagina
all’altra della homescreen è sempre
fluido e in generale si ha l’impressione
di utilizzare una macchina ben oliata.
La resa del browser varia soprattutto
in funzione dei contenuti flash presenti
eventualmente sulla pagina ma il telefono non presenta vistosi rallentamenti. Più che altro la leggibilità dei font al
minimo ingrandimento è minata dalla
configurazione pentile del display. Per
quanto riguarda i contenuti Flash abbiamo verificato la capacità di riprodurre senza problemi anche contenuti
in alta definizione. Lo stesso vale per
diversi formati video compresi file MKV
e MP4 con video H.264 anche in 1080p.
Purtroppo il telefono ha un supporto
codec audio molto limitato (in particolare non legge Dolby Digital o DTS)
Immagini dettagliate
L’applicazione della fotocamera offre diverse funzionalità: programmi
di autoesposizione, scatto a raffica e
modalità panorama, alcuni effetti speciali (come seppia e solarizzazione),
regolazione manuale dell’esposizione
e stabilizzazione per la modalità video.
L’applicazione è accessibile anche direttamente dal lock-screen in pochissimi secondi per essere subito pronti
a scattare. La fotocamera realizza immagini sufficientemente dettagliate,
anche se un po’ granulose. I contorni
sono comunque piuttosto puliti e non
si notano effetti di Edge Enhancing. A
livello cromatico le immagini sono abbastanza bilanciate. In interni la messa
a fuoco lascia un po’ a desiderare e
l’opzione touch-to-focus non è sempre
precisissima. Sul versante video il Razr
riprende in 1080p a 30 frame al secondo, ma il livello di dettaglio lascia un po’
a desiderare.
Uno smartphone
veloce e scattante
Nel complesso il Motorola Razr è
un’ottima alternativa da prendere in
considerazione nell’offerta dei “super
smartphone”. Avremmo preferito un
display Full RGB e un design un po’ più
curato, ma si tratta di uno smartphone
Android veloce e scattante e con un’ottima dotazione software. Il vero neo rimane la durata della batteria, ma il Razr
è in buona compagnia.
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
TEST / Proiettore portatile per presentazioni di lavoro o proiezioni cinematografiche estemporanee. Prezzo non economico, ma adeguato
p.2
Vivitek Qumi, la proiezione HD in palmo di mano
Abbiamo provato il proiettore Vivitek Qumi, capace di proiettare fino a 90 pollici un’immagine 720p. Come si comporta? Quali sono i suoi pregi e i difetti?
di M. Dalli
V
ivitek ha da pochi mesi lanciato
sul mercato un proiettore portatile decisamente interessante: si
chiama Qumi e consente di proiettare un’immagine 1.280x800 pixel con
dimensione massima di 90 pollici da
tre metri di distanza. Il Qumi si basa su
una matrice DLP e come sorgente luminosa sfrutta una lampada LED, della
durata dichiarata di 30.000 ore, capace
di generare 300 lumen ANSI. Si tratta
di un proiettore flessibile, indicato sia
per chi vuole gustarsi i film sul grande
schermo ovunque vada (il Qumi accetta in ingresso HDMI, video-composito e ha persino un lettore multimediale integrato per file su USB o micro
SD), sia per l’utenza più professionale
che necessita di un proiettore portatile per le presentazioni itineranti (in
questo caso è possibile collegare al
Qumi un PC tramite VGA, oppure un
iPhone o iPad, grazie al cavo fornito
in dotazione, o ancora leggere documenti Office direttamente da USB o
micro SD). Ma come si comporta nel
mondo reale? Quali sono i suoi limiti e
le sue potenzialità?
Confezione curata e completa
Contrariamente a molti altri prodotti,
il Qumi si distingue fin dal primo momento con cui ci si ha a che fare: la
confezione è infatti molto curata, in
stile Apple, e al suo interno troviamo
tutti gli accessori di cui avremo bisogno per far funzionare correttamente
il proiettore: cavi per tutti gli ingressi,
HDMI-mini HDMI, mini HDMI-mini
HDMI (per collegare una fotocamera
o una videocamera), VGA e un cavo
per collegare iPhone e iPad. Manca
il videocomposito, ma francamente
non se ne sente la mancanza.
Nella confezione, oltre all’alimentatore, sono presenti un piccolo teleco-
mando e una pochette, a dire il vero
un po’ stretta, per proteggere il Qumi
durante il trasporto.
Niente da dire
sulle connessioni
Per collegare il Qumi a una sorgente
esterna bisogna utilizzare le connessioni poste sul retro, protette da uno
sportellino magnetico; quest’ultimo
non resta attaccatto al proiettore,
pertanto c’è il rischio di perderlo se
non si fa attenzione a dove lo si ripone quando il proiettore è in funzione.
Venendo alle connessioni, da sinistra
a destra troviamo la presa per l’alimentazione, l’uscita audio per cuffie
o altoparlanti esterni, l’ingresso AV
per iPhone o iPad e videocomposito
(quest’ultimo richiede un cavo non
fornito in dotazione), la presa USB e
lo slot micro SD, con sotto il sensore
IR per il telecomando. A destra, invece, troviamo l’ingresso mini HDMI e la
porta Universal I/O per il collegamento al PC tramite VGA; da VGA, inoltre,
il Qumi è in grado di accettare anche
segnali 3D, visibili con occhialini DLP
Link (venduti separatamente).
Sulla parte sinistra del proiettore troviamo invece il fuoco manuale e la
griglia di areazione, mentre il pulsante
di accensione è posto sul lato destro.
Nella parte anteriore, infine, il Qumi
presenta una seconda griglia di aerazione e la lente; quest’ultima è sprovvista di qualsiasi mezzo di protezione,
sia integrata (otturatore), sia esterna
(tappo), lasciandola pertanto esposta
e soggetta a sporco o, peggio, a graffi.
Considerato che il Qumi è un proiettore portatile, siamo rimasti stupiti di
questa scelta piuttosto inspiegabile.
Sulla parte superiore, infine, troviamo
i comandi per configurare il proiettore (replicati sul telecomando) e, nella
Vivitek Qumi - DA 599 EURO
Quality
Longevity
Design
8
9
9
Simplicity D-Factor
9
8
Value
9
parte inferiore, un attacco a vite per
posizionare il proiettore su un cavalletto e una presa da collegare a una
batteria esterna opzionale, in grado di
far andare il Qumi anche in assenza di
una presa elettrica.
essere girata, ma allo stesso tempo è
molto sensibile, per cui piccoli spostamenti provocano grandi cambiamenti. Con un minimo di pratica, ad
ogni modo, si riesce a ottenere il fuoco perfetto in ogni situazione.
Un po’ elaborata la ricerca
del fuoco perfetto
Lettore multimediale
integrato
La natura “portatile” del Qumi ci ha indotto a provarlo “sul campo”, utilizzando come superficie per la proiezione
muri e pareti, anziché teli appositi. In
questa circostanza il Qumi si è comportato piuttosto bene: la scarsa luminosità della lampada impone però
un ambiente almeno parzialmente
oscurato, se non completamente
buio, dove il Qumi riesce a dare il meglio di sé. Nel menù, inoltre, troviamo
anche una voce per correggere la distorsione trapezoidale, utile quando
si proietta inclinando il Qumi; non è
purtroppo possibile correggere la distorsione dovuta alla proiezione fuori
asse, né operare sullo zoom, se non in
modalità digitale. Per mettere a fuoco
l’immagine, invece, è necessario operare sulla piccola rotella posta accanto alla lente; la rotella è un po’ dura e
richiede quindi una discreta forza per
Interessante anche il lettore multimediale integrato nel Qumi, in grado
di leggere da supporti USB esterni o
schedine micro SD. Da lì è possibile
riprodurre direttamente foto, musica
e video, con un ampio numero di formati supportati.
Per quanto riguarda i video il Qumi
supporta i più moderni codec audio e
video, come H.264, VC-1, WMV9, DivX,
RealVideo e Motion JPEG, oltre a MP3,
AAC e AC3. Interessante soprattutto
la compatibilità con i file MKV, anche
se manca il supporto ai sottotitoli. Il
processore all’interno del Qumi non è
però molto potente e la compatibilità è pertanto assicurata soltanto con
file a bassa complessità (Main profile
livello 3.1) fino a 720p. Siamo riusciti
anche a riprodurre qualche video a
1080p, ma la fluidità non è perfetta. La
speranza di avere un lettore multimesegue a pag. 2
n. 4 / 3 febbraio 202
estratto da www.dday.it
p.2
TEST
Vivitek Qumi
segue da pag. 2
diale completo integrato nel proiettore è quindi (parzialmente) vanificata:
chi desidera portarsi appresso il solo
Qumi dovrà fare i conti con la compatibilità dei singoli file, altrimenti la
soluzione più semplice consiste nel
dotarsi di un piccolo lettore multimediale esterno.
Restando in ambito “Home Cinema”,
il Qumi ha integrato un solo altoparlante mono da 1 Watt, una potenza
insufficiente che si traduce in una riproduzione del suono improponibile.
Inoltre, la ventola del Qumi è piuttosto rumorosa e si avverte chiaramente
quando è in funzione, anche in modalità Eco; in quest’ottica la riproduzione
di video e di file audio richiede obbligatoriamente il collegamento del
Qumi a un paio di cuffie o altoparlanti
esterni.
Dove invece la ventola non dà fastidio
è nella riproduzione di documenti Office: Qumi supporta infatti documenti
Word, Excel e PowerPoint, oltre a file di
testo e PDF. Grazie a questa funzione
è possibile fare presentazioni itineranti senza necessariamente collegare un
PC al proiettore, né portarsi appresso
il computer.
Immagini compatte,
nitide e definite
La qualità video, nel complesso, ci
ha soddisfatto particolarmente: pur
fermandosi a 720p come risoluzione,
anche proiettando alla dimensione
massima consentita (90 pollici) l’immagine risulta sempre compatta,
nitida e ben definita; non è visibile
nemmeno la classica “zanzariera”. Con
materiale nativo in alta definizione (il
Qumi accetta in ingresso segnali fino
a 1080p) la resa è molto buona e non
si nota la risoluzione non Full HD.
Per quanto riguarda invece il collegamento ai dispositivi Apple, la qualità
video non è particolarmente elevata,
vista la scelta di sfruttare l’uscita videocomposita di iPhone e iPad; con
i dispositivi di ultima generazione,
però, è possibile dotarsi di un connettore dock con uscita HDMI, che porta
il segnale video a 1080p in digitale.
Prodotto interessante
a un prezzo adeguato
Nel complesso il Qumi è un prodotto
interessante e flessibile, adatto tanto a
chi deve fare presentazioni itineranti,
quanto a chi vuole realizzare una piccola stazione Home Theater portatile
(a patto, ovviamente, di dotarsi di una
coppia di altoparlanti e di un lettore
multimediale esterno, se non si vuole
riconvertire i video perché risultino compatibili
col Qumi).
Ci sentiamo solo di criticare due aspetti del
Qumi: il primo è il telecomando, adatto per l’uso
da dietro il proiettore,
ma poco sensibile se ci
si trova davanti al Qumi
(nel qual caso va puntato all’indietro
nella speranza di centrare il sensore
IR, posto tra le varie connessioni). Il
secondo aspetto è la mancanza di un
tappo per la lente, che alla lunga può
portare a problemi seri se si viaggia
spesso col proiettore, unito alla pochette in dotazione che, per quanto
sia un’ottima idea, è un po’ stretta e
si fatica a infilarci il Qumi all’interno. Il
prezzo di 599 euro non è certo dei più
economici, ma considerata la natura
“portatile” e la poliedricità del Qumi
non ci sentiamo di giudicarlo nemmeno eccessivo.
La notizia prosegue su DDAY.it...
DIGITAL IMAGING
HIFI & HOME THEATER
Nikon ha presentato due fotocamere Coolpix destinate
a fotoamatori evoluti: la P310 e la P510 (nella foto).
Entrambe condividono il sensore CMOS backilluminated da 16.1 Megapixel e il display LCD da 3”
e 921.000 punti; non può mancare la registrazione
video fino a 1080p e, sulla P510, il GPS integrato. Dove
le due macchine differiscono è nell’ottica: la P510 è
una bridge con zoom 42x,
la P310 è una compatta
indicata a chi ama scattare al
buio o in condizioni di scarsa
luminosità grazie all’ottica
capace di raggiungere
l’apertura focale di f/1.8.
Alzi la mano chi quando si infila gli auricolari non
bada troppo al loro “orientamento”stereo. L’agenzia
giapponese per la scienza e la tecnologia ha
sviluppato una soluzione per tutti quelli che si perdono
il corretto mix stereo. Questo paio di auricolari è dotato
di un sensore di prossimità su uno dei due altoparlanti
che permette alle cuffie di “capire”su quale orecchio
sono indossate e quindi di indirizzare il giusto canale
stereo. Le cuffie sono in grado di riconoscere se state
condividendo l’auricolare con un amico e in questo
caso di effettuare un downmix
mono su entrambi i canali così
da non far perdere nulla della
registrazione originale.
MOBILE
DIGITAL IMAGING
Google Chrome arriva finalmente sugli smartphone
e sui tablet Android. Google ha infatti rilasciato la
versione beta del suo famoso browser scaricabile
gratuitamente dal market per tutti coloro che hanno
un device Android 4.0. Chrome promette performance
da urlo e una velocità mai vista grazie a un nuovo
engine di rendering, all’architettura multiprocesso e
alle funzionalità già presenti sul noto browser desktop.
Senza Flash integrato
ma forte di un supporto
totale ad HTML 5, Chrome
garantisce la navigazione
seamless tra mondo
desktop e mobile.
Sottile, compatta e anche decisamente cheap: la
nuova Samsung ST77 infatti arriverà a marzo con un
prezzo di listino di circa 110 euro. Offre un sensore
decisamente risoluto, 16 Megapixel e un’ottica
zoom 5x da f2.5 con un grandangolo di 25 mm. La
Samsung ST77 ha uno schermo da 2.7” e riprende
anche video a 720p. Come sempre Samsung
farcisce le fotocamere di fascia bassa di funzionalità
creative più o meno utili: ad esempio, Funny Face
per deformare i volti, Magic
Frame per aggiungere
cornici e Picture In Picture
per sommare due foto una
sopra l’altra.
Nikon: zoom 42x o f/.8
la Coolpix è servita
Destra o sinistra? Le cuffie
si “girano” da sole
PEOPLE & MARKET
DIGITAL IMAGING
PC & MULTIMEDIA
Canon rinfresca la sua gamma con quattro nuovi
modelli di fotocamere compatte di fascia media. I
due modelli più intriganti sono la Ixus 510HS (380
euro) e la Ixus 240HS (310 euro), due compattissime
che guadagnano la connettività Wi-Fi e che, grazie
all’applicazione per iOS Canon CameraWindow,
possono trasferire le foto verso dispositivi Apple.
La 510HS ha un corpo sottilissimo un po’ retrò, ha
un sensore da 10 Megapixel, uno zoom ottico 12x
e il processore Digic 5. La 240HS (nella foto) ha un
sensore da 16 Megapixel, uno
zoom 5x e il processore Digic 5.
Entrambi i modelli riprendono
a 1080p.
Canon ha ampliato la propria gamma di stampanti
multifunzione Wi-Fi con supporto ad AirPrint. I due
modelli Pixma MX435 e MX515 hanno connettività
Wi-Fi, fax e alimentatore dei documenti (ADF) integrato
da 30 fogli. La stampa da dispositivi mobili è possibile
nativamente da iOS grazie ad AirPrint, oppure tramite
l’app Easy-PhotoPrint, disponibile sia per Android che
per iOS. Canon ha introdotto anche una stampante a
sublimazione, la Selphy CP810, che produce immagini
in formato cartolina o
carta di credito da scheda
di memoria o stampante
compatibile PictBridge
via USB.
Libertà sul web
l’Italia (per ora) è salva
In Parlamento sono stati approvati degli emendamenti
che cancellano l’art. 18 nato da una proposta dell’on.
Giovanni Fava della Lega Nord. La proposta prevedeva
l’introduzione nel nostro Paese di una misura antipirateria simile alla SOPA americana, che ha portato il
popolo della rete d’oltreoceano a ribellarsi e far sì che
non venisse approvato. La proposta Fava prevedeva di
rendere responsabili i provider per i contenuti che gli
utenti caricano sulle piattaforme. Fava ha dichiarato,
nonostante la sconfitta, di voler continuare la propria
guerra “per sconfiggere un
fenomeno di contraffazione
che sottrae importanti risorse
economiche”.
Canon Ixus 50HS e 240HS
look retrò e Wi-Fi
Google Chrome arriva
(in beta) su Android
Canon: sempre più AirPrint
ma non nella Selphy
S, Samsung la chiama
SuperSlim
MOBILE
LG lo vuole grosso
smartphone 5” e 4:3
Smartphone o tablet? L’Optimus Vu di LG sembra porsi
perfettamente a cavallo dei due. Il dispositivo, mostrato
in un video dalla casa madre coreana, ha uno schermo
da ben 5”, ma a colpire è l’insolito rapporto d’aspetto
di 4:3, che lo rende una sorta di piccola “mattonella”.
Informazioni trapelate in rete, inoltre, rivelano che
l’Optimus Vu potrebbe avere un processore Qualcomm
Snapdragon dual core da 1,5 GHz, 1 GB di RAM, 8 GB di
memoria, NFC e fotocamera da 8 Megapixel. Il sistema
operativo sarà Android 2.3.
Farà capolino al MWC di
Barcellona, in programma
per l’ultima settimana di
febbraio?
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MySky HD: guida e menù HD Attivata la porta di rete