15/11/2015 v Giovanni Pace www.matfis.weebly.com GRANDEZZE FISICHE Una grandezza fisica è una proprietà che è possibile misurare. Es. Sensazione di caldo/freddo, non è una grandezza fisica (soggettiva) Temperatura, è una grandezza fisica (oggettiva) Misurare una grandezza fisica vuol dire confrontarla con una grandezza campione, detta unità di misura. Le grandezze fisiche si dividono in: Fondamentali, grandezze fisiche indipendenti e non definibili in termini di altre grandezze Derivate, grandezze fisiche non indipendenti e definibili attraverso le grandezze fondamentali 1 15/11/2015 SISTEMA DI UNITÀ DI MISURA Nel Sistema Internazionale di Unità (SI) o MKSA sono state selezionate 7 grandezze fondamentali. UNITÀ DI MISURA SIMBOLO DIMENSIONE metro kilogrammo m kg L M secondo Kelvin Ampere candela mole s K A cd mol T K i L m GRANDEZZA Lunghezza Massa Tempo Temperatura Intensità di corrente Intensità luminosa Quantità di sostanza MKSA, Metro - Kelvin - Secondo - Ampere ALTRI SISTEMI DI UNITÀ DI MISURA cgs – centimetro grammo secondo GRANDEZZA Lunghezza Massa Tempo UNITÀ DI MISURA SIMBOLO centimetro grammo secondo cm g s SISTEMA TECNICO GRANDEZZA Forza UNITÀ DI MISURA SIMBOLO kilogrammopeso kgP 1 kg p 9,8 N 2 15/11/2015 MULTIPLI E SOTTOMULTIPLI FATTORE MOLTIPLICATIVO PREFISSO SIMBOLO 1012 Tera T 109 Giga G 106 Mega M 103 Kilo k 102 Etto h 101 Deca da … … … 10–1 deci d 10–2 centi c 10–3 milli m 10–6 micro μ 10–9 nano n 10–12 pico p EQUIVALENZE Le principali scale di grandezza sono: Per convertire un'unità di misura in un'altra, occorre contare quanti gradini le separano e verificare se sono in discesa o in salita. Bisogna ricordare che ogni gradino vale 10 quindi se si scende un gradino si moltiplica per dieci, se si sale un gradino si divide per 10. Moltiplicare o dividere per 10 significa esattamente spostare la virgola a destra o sinistra. 3 15/11/2015 EQUIVALENZE Di seguito vengono convertiti 125 centimetri in metri: Occorre spostare la virgola in corrispondenza dei metri cioè di due posti verso sinistra. Questo equivale a dividere per 100 (salire due gradini): 125 cm = 1,25 m EQUIVALENZE Di seguito vengono convertiti 6,7 metri in ettometri: Occorre spostare la virgola in corrispondenza degli ettometri cioè di due posti verso sinistra. Questo equivale a dividere per 100 (salire due gradini). In questo caso ci sono due caselle vuote: quella degli ettometri e quella dei decametri. All'interno di queste caselle si metterà 0 (zero): 6,7 m = 0,067 hm 4 15/11/2015 EQUIVALENZE Per quanto riguarda le unità di misura al quadrato, vuol dire che ogni gradino vale due posti. Quindi per esempio da decimetri a metri c’è un gradino, di conseguenza si sposterà la virgola di due posti. Di seguito vengono convertiti 15,3 decametri quadrati in ettometri quadrati: Questo equivale a dividere per 100 (salire un gradino, perché stavolta le unità di misura sono al quadrato). 15,3 dam2 = 0,153 hm2 EQUIVALENZE Per quanto riguarda le unità di misura al cubo, vuol dire che ogni gradino vale tre posti. Quindi per esempio da centimetri a metri ci sono due gradini, di conseguenza si sposterà la virgola di sei posti. Di seguito vengono convertiti 29,3 metri cubi in decimetri cubi: Questo equivale a moltiplicare per 1000 (scendere un gradino, perché stavolta le unità di misura sono al cubo). 29,3 m3 = 29300 dm3 5 15/11/2015 ANALISI DIMENSIONALE L’analisi dimensionale permette di calcolare le dimensioni di una grandezza fisica derivata. Esempio velocità spazio L LT 1 tempo T accelerazione velocità L T L 2 LT 2 tempo T T GRANDEZZE FISICHE DIRETTAMENTE PROPORZIONALI Due grandezze si dicono direttamente proporzionali se, all’aumentare dell’una, l’altra aumenta in modo proporzionale. INVERSAMENTE PROPORZIONALI Due grandezze si dicono inversamente proporzionali se, all’aumentare dell’una, l’altra diminuisce in modo proporzionale. Se due grandezze sono direttamente proporzionali, il loro rapporto è sempre costante: Se due grandezze sono inversamente proporzionali, il loro prodotto è sempre costante: y kx y k x y k yx k x 6 15/11/2015 GRANDEZZE FISICHE GRANDEZZE SCALARI GRANDEZZE VETTORIALI Sono definite da: Sono definite da: un numero, detto modulo, seguito dall’unità di misura un numero, detto modulo, seguito dall’unità di misura direzione verso Si rappresentano graficamente con un segmento orientato detto vettore PRODOTTO TRA UNO SCALARE E UN VETTORE Il prodotto tra uno scalare e un vettore dà come risultato un vettore, le cui caratteristiche sono: w s v modulo: w = s ∙ v direzione: la stessa direzione di v verso: • se s > 0, uguale a quello di v • se s < 0, opposto a quello di v v w w Esempio F ma 7 15/11/2015 PRODOTTO SCALARE Il prodotto scalare viene fatto tra due vettori e dà come risultato uno scalare, le cui caratteristiche sono: s v w modulo: s = v ∙ w ∙ cosα dove α è l’angolo formato da v e w w α v Esempio L F s F s cos α PRODOTTO VETTORIALE Il prodotto vettoriale viene fatto tra due vettori e dà come risultato un vettore, le cui caratteristiche sono: v uw modulo: v = u ∙ w ∙ senα dove α è l’angolo formato da u e w direzione: perpendicolare al piano formato da u e w verso: entrante o uscente dal piano. Viene ottenuto con la regola della mano destra Esempio w u α u v w FLorenz q v B q v B sen α 8 15/11/2015 SOMMA TRA VETTORI STESSA DIREZIONE E STESSO VERSO STESSA DIREZIONE E VERSO OPPOSTO Il risultato è un vettore le cui caratteristiche sono: Il risultato è un vettore le cui caratteristiche sono: v uw v uw modulo: v = u + w direzione: quella di u e w verso: quello di u e w modulo: v = |u − w| direzione: quella di u e w verso: quello del vettore più grande w u w u v v SOMMA TRA VETTORI STESSO MODULO E DIVERSA DIREZIONE Il risultato è un vettore le cui caratteristiche sono: v uu modulo: v = 2u ∙ cos(½α) Direzione, verso: calcolati parallelogramma con la regola del u α v u 9 15/11/2015 SOMMA TRA VETTORI DIVERSA DIREZIONE Il risultato è un vettore le cui caratteristiche sono: v uw modulo: v u2 w 2 2 u w cos α Direzione, verso: calcolati con la parallelogramma regola del regola del u v α w DIFFERENZA TRA VETTORI DIVERSA DIREZIONE Il risultato è un vettore le cui caratteristiche sono: v uw modulo: v u2 w 2 2 u w cos α Direzione, verso: calcolati con parallelogramma u α w v la La punta della freccia è diretta verso il primo termine della differenza (in questo caso, il vettore u) 10 15/11/2015 SCOMPOSIZIONE DI UN VETTORE y vy v α vx x v x v cos α v y v senα 11 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com MECCANICA La Meccanica è la parte della fisica che studia il moto dei corpi. MECCANICA MECCANICA DEI FLUIDI MECCANICA DEI SOLIDI FLUIDOSTATICA CINEMATICA STATICA FLUIDODINAMICA DINAMICA 1 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com CINEMATICA La Cinematica è la parte della Meccanica che studia il moto dei corpi senza tener conto delle cause che lo producono. Un corpo si dice in moto quando, rispetto ad un punto fisso (sistema di riferimento), occupa nello spazio posizioni differenti. Un corpo si dice in quiete quando, rispetto ad un punto fisso (sistema di riferimento), rimane sempre nella stessa posizione. Un corpo, durante il suo movimento, descrive una linea. Tale linea si chiama traiettoria e può essere rettilinea, circolare, parabolica, ecc. 2 15/11/2015 VELOCITÀ MEDIA La velocità media di un corpo è un vettore il cui modulo si calcola con la seguente formula: vm spazio percorso s f si Δs tempo impiegato t f t i Δt Unità di misura TRASFORMAZIONE • [SI] → m/s • [cgs] → cm/s • km/h 3,6 km h : 3,6 ms VELOCITÀ RELATIVA STESSE DIREZIONI v AB v A v B vB vA DIREZIONI OPPOSTE v AB v A v B vB vA 3 15/11/2015 ACCELERAZIONE MEDIA L’accelerazione media di un corpo è un vettore il cui modulo si calcola con la seguente formula: am variazione di velocità v f vi Δv tempo impiegato t f t i Δt Unità di misura • [SI] → m/s2 • [cgs] → cm/s2 MOTO RETTILINEO UNIFORME Un corpo si muove di moto rettilineo uniforme se percorre una traiettoria rettilinea e mantiene una velocità costante in modulo, direzione e verso. Legge oraria: Velocità: s s0 vt Se s0 = 0: s vt v costante Accelerazione: a0 4 15/11/2015 MOTO UNIFORMEMENTE ACCELERATO Un corpo si muove di moto uniformemente accelerato se è sottoposto ad un'accelerazione costante in modulo, direzione e verso. Legge oraria: s s0 v0t 12 at 2 Se il corpo parte da fermo, s0 = 0 e v0 = 0 Velocità: v v0 at 2 2 v v 0 2as Accelerazione: a costante s 12 at 2 FRENATA Se un corpo frena, allora a è negativa. Se il corpo frena fino a fermarsi, allora a è negativa e vfinale = 0. MOTO NATURALMENTE ACCELERATO Un esempio di moto rettilineo uniformemente accelerato è costituito dalla caduta libera dei corpi o dal lancio di un corpo verso l’alto. In questo caso, l’accelerazione che entra in gioco è quella di gravità, g = 9,81 m/s2. Legge oraria: Velocità: s s0 v0t 12 gt 2 v v0 gt 2 2 v v 2 gs 0 Accelerazione: g costante 5 15/11/2015 MOTO NATURALMENTE ACCELERATO CADUTA LIBERA s0 0 v 0 0 g Tempo di caduta: Velocità finale: h v 0 Esperimento nel vuoto: si trascura l’attrito dell’aria. t 2h g v 2 gh Nel vuoto, i tempi di caduta e le velocità finali dipendono dall’altezza e da g. Quindi, due corpi con diverse masse lasciati cadere dalla stessa altezza, arriveranno a terra nello stesso istante, con la stessa velocità e seguendo la stessa traiettoria (rettilinea). MOTO NATURALMENTE ACCELERATO LANCIO VERSO L’ALTO v 0 h In questo caso, l’accelerazione di gravità g ha un’azione frenante. Infatti è di verso opposto rispetto al movimento. Si assume quindi g = −9,81 m/s2. g s0 0 v 0 0 Di conseguenza, quando il corpo raggiunge la massima altezza, si ferma. Esperimento nel vuoto: si trascura l’attrito dell’aria. 6 15/11/2015 MOTO PERIODICO Un corpo si muove di moto periodico quando ripassa per le stesse posizioni ad intervalli regolari. Periodo T [sec]: tempo impiegato dal corpo per ripassare da una posizione Frequenza f [Hz]: numero di oscillazioni o giri fatti in un secondo A Queste due grandezze inversamente proporzionali: B T sono f T1 1 f MOTO CIRCOLARE UNIFORME Un corpo si muove di moto circolare uniforme quando percorre una traiettoria circolare con velocità costante in modulo, ma non in direzione e verso. v Velocità tangenziale [m/s]: v 2πr v 2πrf T Velocità angolare [rad/s]: ω 2π 2πf T v ωr v O Periodo T: tempo impiegato per fare un giro completo Frequenza f: numero di giri fatti in un secondo 7 15/11/2015 MOTO CIRCOLARE UNIFORME Un corpo si muove di moto circolare uniforme quando percorre una traiettoria circolare con velocità costante in modulo, ma non in direzione e verso. CONVERSIONE DA giri/min A Hz f 20 giri 1 11 1 20 Hz min 60 s 3 s 3 CONVERSIONE DA giri/min A rad/s ω 20 giri 2π rad 2 rad 20 π min 60 s 3 s MOTO CIRCOLARE UNIFORME Un corpo si muove di moto circolare uniforme quando percorre una traiettoria circolare con velocità costante in modulo, ma non in direzione e verso. ac Accelerazione centripeta: v2 ac ω2r r L’accelerazione centripeta è sempre diretta verso il centro O A volte si considera anche l’accelerazione centrifuga, opposta a quella centripeta ac O ac ac acentrifuga acentripeta 8 15/11/2015 MOTO ARMONICO Un corpo si muove di moto armonico se ripassa per le stesse posizioni ad intervalli regolari (moto periodico) ed oscilla attorno alla propria posizione di equilibrio. 1. Si consideri la proiezione sul diametro di un punto che si muove su una circonferenza di moto circolare uniforme 2. Si consideri una pallina che rotola su una superficie parabolica Posizione d’equilibrio Posizione d’equilibrio IL PENDOLO SEMPLICE Il pendolo semplice è costituito da un corpo di massa m appeso ad un filo di lunghezza L. Per piccole oscillazioni, il periodo T: non dipende dalla massa m non dipende dall’ampiezza delle oscillazioni θ dipende dalla lunghezza del filo L dipende dall’accelerazione di gravità g L T 2π g v 0 amax vmax v 0 amax Posizione d’equilibrio 9 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com DINAMICA La Dinamica è la parte della Meccanica che studia il moto dei corpi in relazione alle cause che lo producono o lo modificano. 10 15/11/2015 PRIMO PRINCIPIO DELLA DINAMICA Il primo principio della Dinamica, detto anche principio d’inerzia, dice che, se la somma delle forze applicate ad un corpo è zero, allora il corpo rimane in quiete o continua a muoversi con velocità costante. R P F ed R hanno lo stesso modulo, ma verso opposto, per cui la forza totale agente sui libri è zero. Di conseguenza, i libri rimangono fermi. SECONDO PRINCIPIO DELLA DINAMICA Il secondo principio della Dinamica, detto anche legge fondamentale della Dinamica, dice che, se applico ad un corpo di massa m una forza F, esso subirà un’accelerazione a direttamente proporzionale alla forza. F ma Unità di misura • [SI] → Newton, N • [cgs] → dyne 1N 105 dyne 1dyne 105 N 11 15/11/2015 TERZO PRINCIPIO DELLA DINAMICA Il terzo principio della Dinamica, detto anche principio di azione e reazione, dice che, quando un corpo A esercita una forza su un corpo B, il corpo B ne esercita una uguale e opposta sul corpo A. F A su B F B su A R Il libro esercita sul tavolo la forza P e il tavolo reagisce con la forza R, uguale e opposta a P. P LA LEGGE DI GRAVITAZIONE UNIVERSALE Due corpi si attraggono con una forza di intensità direttamente proporzionale al prodotto delle masse dei singoli corpi e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. FG G m1 m2 d2 G 6,67 10 11 N m2 kg2 12 15/11/2015 FORZA PESO La forza peso è la forza con cui la Terra attrae a sé ogni corpo dotato di massa. P m g m Accelerazione di gravità P g 9,81 m s2 ACCELERAZIONE DI GRAVITÀ L’accelerazione di gravità g varia al variare della latitudine: m ai poli è massima: g 9,83 2 s m all’equatore è minima: g 9,79 2 s + − << − Ciò accade perché la Terra è più schiacciata ai Poli. + L’accelerazione di gravità g varia al variare dell’altitudine: g diminuisce all’aumentare dell’altitudine 13 15/11/2015 FORZA PESO E MASSA FORZA PESO MASSA La forza peso P: La massa m: 1. È una grandezza vettoriale 1. È una grandezza scalare 2. Si misura in Newton, N 2. Si misura in kilogrammi, kg 3. Non è costante (varia in funzione del luogo), P = m∙g (se g varia con l’altitudine e la latitudine, varia anche la forza peso) 3. È costante (indipendente dal luogo) PIANO INCLINATO P|| P senα P|| P P|| h L P h L α P P P cos α 14 15/11/2015 PESO APPARENTE Il peso apparente di un oggetto è la misura della forza di reazione all'attrazione gravitazionale, da distinguere dal peso vero che è la misura della forza gravitazionale applicata a tale oggetto. Esempi sono dati da una persona in ascensore, da un astronauta lanciato nello spazio, ecc. Consideriamo una persona in ascensore. La persona si sentirà più pesante quando l'ascensore si muove verso l'alto, si sentirà più leggera quando l'ascensore si muove verso il basso. VERSO IL BASSO a Papp m g m a VERSO L’ALTO a Papp m g m a FORZA ELASTICA La forza elastica è quella che tende a fare ritornare una molla deformata nella sua posizione iniziale. Fe kx dove k è una costante caratteristica della molla misurata in N/m e x è l’allungamento/compressione della molla rispetto alla posizione iniziale. Il segno meno sta ad indicare che la forza si oppone alla sollecitazione. 15 15/11/2015 FORZA CENTRIPETA Un corpo che si muove di moto circolare uniforme è soggetto ad un’accelerazione centripeta diretta verso il centro della traiettoria circolare. Per il secondo principio della dinamica, allora il corpo è soggetto ad una forza diretta verso il centro della traiettoria circolare, detta forza centripeta. v2 Fc m ac m m ω2 r r LAVORO Una forza F compie lavoro se produce uno spostamento s. L F s F s cos α F α s Unità di misura • [SI] → Joule, J • [cgs] → erg 1 J 107 erg 1erg 107 J 16 15/11/2015 LAVORO Una forza F compie lavoro se produce uno spostamento s. L F s F s cosα Il lavoro è nullo in tre casi: 1. Non c’è forza, F = 0 2. Non c’è spostamento, s = 0 3. F ed s sono perpendicolari, α = 90° F s LAVORO Se la forza favorisce lo spostamento, allora si parla di lavoro motore (positivo). Si ottiene lavoro motore quando la forza e lo spostamento formano un angolo acuto (minore di 90°). Se la forza ostacola lo spostamento, allora si parla di lavoro resistente (negativo). Si ottiene lavoro resistente quando la forza e lo spostamento formano un angolo ottuso (maggiore di 90°). 17 15/11/2015 POTENZA Un lavoro può essere svolto più o meno rapidamente. La potenza è il rapporto tra il lavoro compiuto e il tempo necessario a svolgerlo. Unità di misura • [SI] → Watt, W P L t L F s P t t ENERGIA L'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro. È una grandezza scalare L’unità di misura è il Joule, J Energia e Lavoro sono grandezze omogenee Hanno la stessa unità di misura 18 15/11/2015 KILOWATTORA Il kilowattora è una delle unità di misura dell’energia. La potenza P si calcola: Quindi, E P t cioè L E P t t . Energia Potenza tempo 1kWh 3,6 106 J ENERGIA CINETICA Un corpo in movimento può compiere lavoro: possiede, dunque, energia cinetica, K. 1 K mv 2 2 È una grandezza scalare L’unità di misura è il Joule, J È sempre positiva 19 15/11/2015 TEOREMA DELL’ENERGIA CINETICA Il lavoro esercitato da una forza su un corpo è pari alla differenza tra l'energia cinetica finale e iniziale del corpo. 1 1 L mv 2f mvi2 2 2 FORZE CONSERVATIVE E DISSIPATIVE Una forza si dice conservativa se il lavoro che compie per spostare un corpo da un punto A ad un punto B, dipende solo da A e B, non dal percorso effettuato. Β 3 A Da ciò segue che il lavoro fatto in un percorso chiuso è nullo Una forza non conservativa si dice dissipativa. FORZE CONSERVATIVE Forza peso Forza elettrica Forza elastica FORZE DISSIPATIVE Forza d’attrito 20 15/11/2015 ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE L'energia potenziale gravitazionale U è l'energia che possiede un corpo a causa della posizione (altezza) che occupa. È una grandezza scalare L’unità di misura è il Joule, J È sempre positiva U mgh CORSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA E mecc K U Se il sistema è isolato (non agiscono forze esterne) e agiscono solo forze conservative, l’energia meccanica si mantiene costante. K i Ui K f U f h h0 Culmine: K f 0 U f mgh Base: K i 12 mvi2 U i 0 21 15/11/2015 ENERGIA POTENZIALE ELASTICA Una molla deformata può compiere lavoro per tornare verso l’equilibrio: possiede energia potenziale elastica. L’energia potenziale elastica è pari a: 1 U e kx 2 2 QUANTITÀ DI MOTO La quantità di moto è un vettore definito come il prodotto tra la massa di un corpo e la sua velocità. p mv Unità di misura • [SI] → kg∙ 𝑚 𝑠 Un autobus, ad esempio, può avere una grande quantità di moto anche se possiede una bassa velocità, poiché ha una grande massa. 22 15/11/2015 CONSERVAZIONE DELLA QUANTITÀ DI MOTO Se su un sistema non agiscono forze esterne (sistema isolato), la quantità di moto totale del sistema si mantiene costante. pTOTi pTOT f IMPULSO DI UNA FORZA L’impulso di una forza è un vettore definito come il prodotto tra la forza e l’intervallo di tempo in cui essa agisce. I F Δt Unità di misura • [SI] → N∙s oppure kg∙ 𝑚 𝑠 TEOREMA DELL’IMPULSO L’impulso di una forza, che agisce su un corpo per un intervallo di tempo Δt, è uguale alla variazione della quantità di moto del corpo. I Δp F Δt mv f mv i 23 15/11/2015 URTI ELASTICI Prima e dopo l’urto si mantengono costanti: l’energia cinetica la quantità di moto 1 1 1 1 m1v12 m2v22 m1V12 m2V22 2 2 2 2 m1v1 m2v2 m1V1 m2V2 URTI ANELASTICI Prima e dopo l’urto si mantiene costante solo: la quantità di moto m1v1 m2v2 m1V1 m2V2 URTI TOTALMENTE ANELASTICI Dopo l’urto i corpi rimangono uniti e procedono con la stessa velocità V. Prima e dopo l’urto si mantiene costante solo: la quantità di moto m1v1 m2v2 m1 m2 V 24 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com STATICA La Statica è la parte della Meccanica che studia le condizioni di equilibrio dei corpi. Esistono tre tipi di equilibrio: stabile, instabile e indifferente. 25 15/11/2015 MOMENTO DI UNA FORZA Il momento di una forza F rispetto ad un punto O è un vettore che definisce l’effetto di rotazione della forza. M F b F b senα dove b, braccio ovvero la distanza tra il punto di applicazione della forza e il punto O. Unità di misura • [SI] → N∙m CONDIZIONI DI EQUILIBRIO Affinché un corpo rimanga in equilibrio devono essere rispettate le seguente condizioni: 1. La somma vettoriale delle forze applicate al corpo deve essere nulla (il corpo non si sposta) 2. Il momento totale di tali forze è nullo (il corpo non ruota) F TOT 0 M TOT 0 26 15/11/2015 EQUILIBRIO DI UNA LEVA F1 b3 b1 fulcro F3 b2 F2 1. Si considerano positive le forze verso l’alto ↑ e negative quelle verso il basso ↓ 2. La leva diventa un’equazione in cui il fulcro si comporta come l’uguale = dell’equazione, separando il primo membro (parte sinistra della leva) dal secondo membro (parte destra della leva) 3. Per ogni forza, si calcola il relativo momento e lo si inserisce nell’equazione F1b1 F3b3 F2b2 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com 27 15/11/2015 FLUIDOSTATICA La Fluidostatica è la parte della Meccanica che studia le proprietà dei fluidi (liquidi ed aeriformi) in quiete. FLUIDI LIQUIDI GAS 1. Non si possono comprimere 1. Si possono comprimere 2. Non hanno forma, ma assumono quella del contenitore 2. Si possono espandere 3. 3. Hanno un proprio Non hanno ne volume, ne forma propria volume Un fluido ideale è incomprimibile (densità costante) e senza attrito interno (non viscoso). LA DENSITÀ La densità di un corpo è una grandezza scalare pari al rapporto tra la massa del corpo ed il suo volume. ρ m V Unità di misura • [SI] → 𝑘𝑔 𝑚3 𝑔 • [cgs] → 𝑐𝑚3 ρ Acqua 1000 kg g 1 m3 cm3 ρGhiaccio 900 kg g 0 , 9 m3 cm3 28 15/11/2015 IL PESO SPECIFICO Il peso specifico di un corpo è una grandezza scalare pari al rapporto tra il peso del corpo ed il suo volume. γ P V Unità di misura • [SI] → 3 𝑚 𝑑𝑦𝑛𝑒 • [cgs] → γ Il peso specifico dipende da g, quindi varia a seconda del luogo in cui si trova il corpo. 𝑁 𝑐𝑚3 P V γ mg V γ m g V γ ρg LA PRESSIONE Il pressione è una grandezza scalare pari al rapporto tra la forza e la superficie su cui è applicata la forza. p F S Unità di misura • [SI] → Pascal, Pa • [cgs] → Baria, Ba 1Pa 10Ba 1Ba 101 Pa 29 15/11/2015 LA PRESSIONE Altre unità di misura • • • • atmosfera, atm bar torricelli, torr millimetro di Mercurio, mmHg 1atm 1,01 105 Pa 1bar 105 Pa 1atm 760torr 1atm 760 mmHg LEGGE DI STEVINO La pressione dovuta al peso di un liquido è direttamente proporzionale sia alla densità del liquido, che alla sua profondità. p ρ gh h ρ pa p La pressione a profondità h non dipende dalla forma del contenitore. p pa ρ g h 30 15/11/2015 VASI COMUNICANTI I vasi comunicanti sono due o più recipienti uniti tra loro da un tubo di comunicazione. Un liquido versato in un sistema di vasi comunicanti, raggiunge in tutti i recipienti lo stesso livello. Si supponga che in entrambi i vasi ci sia lo stesso liquido. Affinché avvenga una situazione del genere, deve succedere che pA > pB. VASI COMUNICANTI – LIQUIDI NON MISCIBILI Si supponga di versare in un sistema di vasi comunicanti due liquidi non miscibili, ad esempio acqua e mercurio. ρ1 ρ2 ρ1h1 ρ2h2 Il liquido con densità minore raggiunge un’altezza maggiore Il liquido con densità maggiore raggiunge un’altezza minore 31 15/11/2015 LEGGE DI PASCAL La pressione applicata in un punto qualunque di un fluido si trasmette inalterata in tutte le direzioni. IL TORCHIO IDRAULICO Un interessante dispositivo basato sulla legge di Pascal è il torchio idraulico. Il torchio idraulico è una macchina che consente di equilibrare una forza molto intensa applicandone una piccola. p1 F1 S1 p2 F2 S2 p1 p2 F1 F2 S1 S2 F2 S2 F1 S1 32 15/11/2015 PRINCIPIO DI ARCHIMEDE Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto di intensità pari al peso del volume del fluido spostato. S m fluido g ρ fluido Vcorpo g S ρcorpo P ρ fluido IL GALLEGGIAMENTO DEI CORPI S S S Vimmerso P P ρcorpo ρ fluido P ρcorpo ρρfluido Vimmerso corpo VPtotale S ρ fluido ρcorpo ρ fluido PS ρ ghiaccio ρacqua 0,9 g cm3 1 g cm3 0,9 90% PS Papp 0 ρ fluido 33 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com FLUIDODINAMICA La Fluidodinamica è la parte della Meccanica che studia le proprietà dei fluidi (liquidi ed aeriformi) in moto. 34 15/11/2015 LA PORTATA La portata q è il rapporto tra il volume di un fluido ΔV che attraversa una sezione in un tempo Δt ed il tempo Δt stesso. q ΔV Δt Unità di misura • [SI] → 𝑚3 • [cgs] → 𝑠 3 𝑐𝑚 𝑠 S v q S v EQUAZIONE DI CONTINUITÀ In un fluido in movimento la portata si mantiene sempre costante. S A v A S B vB La velocità è inversamente proporzionale alla sezione. 35 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com TERMOLOGIA La Termologia è la parte della fisica che studia i fenomeni termici. TERMOLOGIA TERMOMETRIA TERMODINAMICA CALORIMETRIA 1 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com TERMOMETRIA La Termometria è la parte della Termologia che studia e misura la temperatura dei corpi. 2 15/11/2015 TEMPERATURA La temperatura è una grandezza scalare associata allo stato termico di un corpo. Essa dipende dall’agitazione termica delle molecole ovvero dall’energia cinetica media delle molecole. Unità di misura • [SI] → kelvin, K • grado celsius o centigrado, °C • grado Fahrenheit, °F Sia K che °C sono scale centigrade. Quindi ΔTK = ΔT°C Usata nei anglosassoni paesi SCALA KELVIN SCALA CELSIUS SCALA FAHRENHEIT 373 K 273 K 0K 100°C 0°C −273°C 212°F 32°F −459°F Zero assoluto CONVERSIONE DELLE SCALE TERMOMETRICHE SCALA KELVIN SCALA CELSIUS SCALA FAHRENHEIT 373 K 273 K 0K 100°C 0°C −273°C 212°F 32°F −459°F TK TC 273 TC TK 273 TC : 100 TF 32 : 180 3 15/11/2015 LA DILATAZIONE TERMICA Per dilatazione termica si intende l’aumento delle dimensioni di un corpo dovuto all’aumento della temperatura. I liquidi si dilatano più dei solidi DILATAZIONE LINEARE Se una dimensione prevale sulle altre due, allora si parla di dilatazione lineare. L’aumento di lunghezza Δl dipende dalla sostanza di cui è fatto il corpo: Δl λ l0 ΔT dove l0 è la lunghezza iniziale, ΔT è la variazione di temperatura e λ è il coefficiente di dilatazione lineare (caratteristico di ogni corpo). l0 Δl l 4 15/11/2015 DILATAZIONE VOLUMICA Se l’aumento interessa tutte e tre le dimensioni, allora si parla di dilatazione volumica. L’aumento di lunghezza ΔV dipende dalla sostanza di cui è fatto il corpo: ΔV α V0 ΔT dove V0 è il volume iniziale, ΔT è la variazione di temperatura e α è il coefficiente di dilatazione volumica (caratteristico di ogni corpo). Giovanni Pace www.matfis.weebly.com 5 15/11/2015 CALORIMETRIA La Calorimetria è la parte della Termologia che studia e misura il calore dei corpi. CALORE Il calore è la parte di energia (energia termica) che un corpo cede o riceve a causa di una differenza di temperatura con altri corpi. CALORE SENSIBILE CALORE LATENTE Il calore sensibile causa una variazione di temperatura ΔT. Unità di misura • [SI] → Joule, J • caloria, cal Il calore latente dà origine ad un cambiamento di stato. Quantità di energia necessaria per far variare di 1°C (o di 1 K) la temperatura di 1 g di acqua 1cal 4,186 J 1kcal 4186 J 1 J 0,24cal 6 15/11/2015 CALORE SENSIBILE E CALORE SPECIFICO Il calore Q necessario per far variare di ΔT la temperatura di un corpo di massa m si calcola come: Q m c ΔT dove c è il calore specifico. Quantità di energia necessaria per far variare di 1°C (o di 1 K) la temperatura di 1 kg di sostanza Unità di misura del calore specifico • [SI] → • 𝐽 𝑘𝑔∙𝐾 𝑐𝑎𝑙 c Acqua 4186 𝑔∙°𝐶 J cal 1 kg K g C CAPACITÀ TERMICA La capacità termica C è la quantità di energia necessaria per far variare di 1°C (o di 1 K) la temperatura di un corpo di massa m. C mc Q C ΔT C Q ΔT La capacità termica dipende dalla massa e dalla sostanza di cui è fatto il corpo Unità di misura • [SI] → • 𝑐𝑎𝑙 𝐽 𝐾 °𝐶 7 15/11/2015 EQUILIBRIO TERMICO E TEMPERATURA DI EQUILIBRIO Due corpi sono in equilibrio termico se si trovano entrambi alla stessa temperatura. Te m1c1T1 m2c1T2 m1c1 m2c1 STESSA SOSTANZA – MASSA DIVERSA c1 = c2 e m1 ≠ m2 : Te m1T1 m2T2 m1 m2 STESSA SOSTANZA – STESSA MASSA c1 = c2 e m1 = m2 : Te T1 T2 2 CAMBIAMENTO DI STATO Il cambiamento di stato è il passaggio di una sostanza da uno stato di aggregazione ad un altro. vaporizzazione Tf, temperatura di fusione Te, temperatura di ebollizione Durante un cambiamento di stato la temperatura si mantiene costante. 8 15/11/2015 CALORE LATENTE FUSIONE Se una massa m di una sostanza solida si trova alla temperatura di fusione Tf, il calore Q necessario per farla fondere si calcola come: Q m Lf dove Lf è il calore latente di fusione. Quantità di energia necessaria per far fondere 1 kg di sostanza Unità di misura del calore latente di fusione • [SI] → • 𝐽 𝑘𝑔 𝑐𝑎𝑙 L f Ghiaccio 80 𝑔 cal g CALORE LATENTE VAPORIZZAZIONE Se una massa m di una sostanza solida si trova alla temperatura di ebollizione Te, il calore Q necessario per farla vaporizzare si calcola come: Q m Lv dove Lv è il calore latente di evaporazione. Quantità di energia necessaria per far vaporizzare 1 kg di sostanza Unità di misura del calore latente di vaporizzazione • [SI] → • 𝑐𝑎𝑙 𝑔 𝐽 𝑘𝑔 Lv Acqua 540 cal g 9 15/11/2015 DIAGRAMMA DEI CAMBIAMENTI DI STATO T Te Tf 100C Liquido + Aeriforme 0C Solido + Liquido Q mc ΔT Q mL f Q mcΔT Q mLv Q mc ΔT Q PROPAGAZIONE DEL CALORE Il calore si propaga attraverso tre modalità: conduzione, convezione ed irraggiamento. CONDUZIONE La conduzione è una modalità di propagazione del calore tipica dei corpi solidi. Il calore si propaga senza che vi sia spostamento di materia. Le molecole calde trasferiscono energia alle molecole fredde, fino a quando tutto il corpo non si trova alla stessa temperatura. La velocità con cui si trasmette il calore in tutto il corpo dipende dalla conducibilità termica K del materiale. 10 15/11/2015 PROPAGAZIONE DEL CALORE Il calore si propaga attraverso tre modalità: conduzione, convezione ed irraggiamento. CONVEZIONE La conduzione è una modalità di propagazione del calore tipica dei fluidi. Essa è dovuta al movimento delle molecole contenute nei fluidi. Questi movimenti sono detti moti convettivi (spostamento di materia). Le molecole calde, meno dense, salgono in superficie. Le molecole fredde, più dense, scendono in basso. PROPAGAZIONE DEL CALORE Il calore si propaga attraverso tre modalità: conduzione, convezione ed irraggiamento. IRRAGGIAMENTO L’irraggiamento o radiazione è una modalità di propagazione del calore che avviene senza che vi sia spostamento di materia. In questo caso si trasmette il calore mediante onde elettromagnetiche. 11 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com TERMODINAMICA La Termodinamica è la parte della Termologia che studia i principi che regolano le trasformazioni reciproche di calore in lavoro. 12 15/11/2015 GAS PERFETTI E GAS REALI Un gas perfetto ha le seguenti caratteristiche: Le molecole del gas possono essere considerate puntiformi Non esistono forze di interazione tra le molecole del gas Le molecole del gas interagiscono tra loro e con le pareti del recipiente mediante urti perfettamente elastici Un gas reale ha le seguenti caratteristiche: Pressione alta e bassa temperatura Le molecole del gas non sono puntiformi Le forze di interazione non sono trascurabili Gas reale Gas perfetto p bassa T alta LO STATO DI UN GAS Lo stato di un gas viene definito attraverso quattro grandezze: la massa m del gas il volume V, calcolabile come S∙h la temperatura T, misurabile con un termometro la pressione p, misurabile con un manometro PRINCIPALI TRASFORMAZIONI CARATTERISTICA NOME Pressione costante Isobara Volume costante Isocora Temperatura costante Isoterma Nessuno scambio di calore Adiabatica 13 15/11/2015 PRIMA LEGGE DI GAY-LUSSAC (p COSTANTE) In una trasformazione isobara, cioè con p costante, il volume V e la temperatura T del gas sono direttamente proporzionali: V cost T Vi V f Ti T f PRIMA LEGGE DI GAY-LUSSAC (p COSTANTE) In una trasformazione isobara, cioè con p costante, il volume V e la temperatura T del gas sono direttamente proporzionali: A B 14 15/11/2015 SECONDA LEGGE DI GAY-LUSSAC (V COSTANTE) In una trasformazione isocora, cioè con V costante, la pressione p e la temperatura T del gas sono direttamente proporzionali: pi p f Ti T f p cost T SECONDA LEGGE DI GAY-LUSSAC (V COSTANTE) In una trasformazione isocora, cioè con V costante, la pressione p e la temperatura T del gas sono direttamente proporzionali: B A 15 15/11/2015 LEGGE DI BOYLE (T COSTANTE) In una trasformazione isoterma, cioè con T costante, la pressione p e il volume V del gas sono inversamente proporzionali: pV cost piVi p f V f LEGGE DI BOYLE (T COSTANTE) In una trasformazione isoterma, cioè con T costante, la pressione p e il volume V del gas sono inversamente proporzionali: Più la curva è lontana dagli assi, più è grande la temperatura a cui avviene la trasformazione 16 15/11/2015 EQUAZIONE DI STATO DEI GAS PERFETTI Per un gas perfetto, le tre leggi precedenti possono essere riassunte da un’unica equazione generale, detta equazione di stato dei gas perfetti: pV nRT dove n è il numero di moli del gas e R è la costante universale dei gas: R 8,31 J mol K TRASFORMAZIONE ADIABATICA In una trasformazione adiabatica, cioè con Q nullo, non avviene alcuno scambio di calore: Pendenza maggiore rispetto all’isoterma 17 15/11/2015 TRASFORMAZIONE CICLICA Un insieme di trasformazioni che, partendo da uno stato iniziale, riportano il gas nuovamente allo stato iniziale è detto ciclo termodinamico: 1. A → B 2. B → A B 1 2 A TRASFORMAZIONI TERMODINAMICHE Nel diagramma p, V: 1. un punto rappresenta uno stato del gas 2. una linea rappresenta la trasformazione tra due stati 3. l’area al di sotto della linea rappresenta il lavoro scambiato dal gas con l’esterno L p ΔV L0 18 15/11/2015 ENERGIA INTERNA DEL GAS L’energia totale di un gas perfetto contenente n moli, detta energia interna U, è interamente cinetica ed è direttamente proporzionale alla temperatura: 3 U nRT 2 Una qualunque variazione della temperatura equivale a una variazione dell’energia interna del gas: 3 ΔU nRΔT 2 PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA La variazione di energia interna ΔU è pari alla differenza tra il calore Q e il lavoro L scambiato dal sistema. ΔU Q L Calore ceduto Compressione Espansione Calore assorbito 19 15/11/2015 PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Trasformazione isoterma: T cost ΔT 0 ΔU 0 Q L Se il sistema assorbe calore, Q>0 … Sistema ...il sistema si espande, L>0 ...il sistema cede calore, Q<0 Sistema Se il sistema si comprime, L<0 ... PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Trasformazione isocora: V cost L 0 ΔU Q Se il sistema assorbe calore, Q>0 … ...il sistema cede calore, Q<0 Sistema ...il sistema aumenta la sua temperatura, ΔU>0 → ΔT>0 Sistema Se il sistema diminuisce la sua temperatura, ΔT<0 → ΔU<0 20 15/11/2015 PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Trasformazione adiabatica: Q 0 ΔU L Se si diminuisce la temperatura, ΔT<0 ΔU<0 … Sistema ...il sistema si espande, L>0 ...la temperatura aumenta, ΔU>0 → ΔT>0 Sistema Se il sistema si comprime, L<0 … MACCHINA TERMICA Una macchina termica è un dispositivo che compie un processo ciclico (ciclo termodinamico), in cui produce un lavoro L, assorbendo calore da una sorgente calda e cedendone una parte ad una sorgente fredda. L Qass Qced 21 15/11/2015 RENDIMENTO DI MACCHINA TERMICA Il rendimento misura l’efficienza con cui una macchina termica converte calore in lavoro: L Qass Qced η Q L Qass Qced 1 ced Qass Qass Qass Il rendimento è un numero adimensionale Il rendimento di una qualsiasi macchina termica è sempre minore di 1 (o del 100%) CICLO DI CARNOT Il ciclo di Carnot è una trasformazione termodinamica ciclica costituita da: 2 trasformazioni adiabatiche 2 trasformazioni isoterme Qass TC Q 0 Q 0 TF η1 TF TC Qced 22 15/11/2015 SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA ENUNCIATO DI KELVIN-PLANK È impossibile realizzare una trasformazione ciclica in cui tutto il calore assorbito si trasforma in lavoro. Calore MACCHINA ANTI-KELVIN Lavoro ENUNCIATO DI CLAUSIUS È impossibile realizzare una trasformazione in cui si trasferisce calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l'apporto di lavoro esterno. Refrigerante Calore MACCHINA ANTI-CLAUSIUS Calore Caldaia 23 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com ELETTROLOGIA L’Elettrologia è la parte della fisica che studia i fenomeni elettrici e magnetici. ELETTROLOGIA ELETTROSTATICA ELETTRODINAMICA … MAGNETISMO 1 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com ELETTROSTATICA L’Elettrostatica è la parte dell’Elettrologia che studia i fenomeni relativi allo stato d’equilibrio delle cariche elettriche. 2 15/11/2015 LA STRUTTURA ELETTRICA DELLA MATERIA Alla base della materia c’è l’atomo. Esso è composto da un nucleo, a sua volta costituito da particelle cariche positivamente, i protoni, da particelle neutre, i neutroni, e dagli elettroni, particelle molto più leggere dei protoni e con carica negativa, uguale in valore assoluto a quella dei protoni. Gli elettroni ruotano su diverse orbite intorno al nucleo. PARTICELLA CARICA Protone Neutrone Elettrone +e 0 −e L’atomo è complessivamente neutro perché il numero di elettroni è uguale a quello dei protoni. LA CARICA ELETTRICA La carica elettrica q è una grandezza scalare dotata di segno ed è una proprietà fondamentale della materia (proprietà che un corpo può acquisire). Unità di misura • [SI] → Coulomb, C Un elettrone possiede una carica il cui valore è –e = –1,6 ∙ 1019 C. Il protone ha invece carica pari a +e. LEGGE DI CONSERVAZIONE DELLA CARICA La carica totale di un sistema rimane invariata. q1 q2 q3 costante 3 15/11/2015 ELETTRIZZAZIONE L’elettrizzazione può avvenire per: Strofinio: strofinando due corpi, uno dei due perde elettroni, diventando così carico positivamente, e l'altro li acquista, diventando carico negativamente ELETTRIZZAZIONE L’elettrizzazione può avvenire per: Contatto: un conduttore neutro può essere caricato mettendolo a contatto con un secondo corpo che possiede un eccesso di cariche elettriche dello stesso segno −−− −−−− −−−− Corpo carico negativamente −−−− −−−− ++−− ++−− Corpo neutro −−−− −−−− −−−− −−−− Trasferimento di elettroni −−−− −−−− I due corpi si respingono 4 15/11/2015 ELETTRIZZAZIONE L’elettrizzazione può avvenire per: Induzione: avviene quando un corpo carico viene posto vicino ad un conduttore. In questo caso le cariche che si trovano su di esso si ridistribuiscono − − − LA LEGGE DI COULOMB Il modulo della forza di attrazione o repulsione elettrostatica tra due cariche elettriche è direttamente proporzionale al prodotto delle cariche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza: F k q1 q2 d2 q1 q1 q2 d q2 d La costante k dipende dal mezzo in cui si trovano le cariche. Nel vuoto, in unità di misura SI, si ha k = 9∙109 𝑁∙𝑚2 𝐶2 . Il verso della forza è attrattivo per cariche discordi, repulsivo per cariche concordi. La direzione della forza è lungo la congiungente delle cariche. 5 15/11/2015 LA LEGGE DI COULOMB Vale il principio di sovrapposizione: in un sistema di cariche, la forza su una carica q è la somma vettoriale delle forze esercitate su q dalle altre cariche del sistema. IL CAMPO ELETTRICO Le cariche elettriche non esercitano forze direttamente sulle altre cariche. Esse generano un campo elettrico che agisce sulle altre cariche poste nello spazio. Si supponga che la carica puntiforme Q, detta carica sorgente del campo, generi un campo elettrico. Ponendo in un punto P una carica di prova q, il vettore campo elettrico in P è uguale a: E F q Unità di misura • [SI] → 𝑁 𝐶 6 15/11/2015 IL CAMPO ELETTRICO Qq F k d2 Q E k 2 q q d Modulo: Direzione: la congiungente Q e q Verso: uscente se la carica sorgente di campo Q è positiva, entrante se Q è negativa Q q Q q IL CAMPO ELETTRICO Il campo elettrico generato da un sistema di cariche elettriche è la somma vettoriale dei campi elettrici generati dalle singole cariche: E E1 E2 E3 q q q 7 15/11/2015 IL CAMPO ELETTRICO Graficamente il campo elettrico è rappresentato attraverso le linee di forza (tangenti in ogni punto ad E): LAVORO E DIFFERENZA DI POTENZIALE Un campo elettrico uniforme è uguale in tutti i punti dello spazio. Il lavoro compiuto dalle forze del campo elettrico uniforme per spostare una carica q da A a B è: L F s qE s E F q 8 15/11/2015 LAVORO E DIFFERENZA DI POTENZIALE La differenza di potenziale (ddp) fra due punti A e B del campo è il rapporto tra il lavoro compiuto dalle forze del campo per spostare la carica q tra A e B e la carica stessa: VA VB ΔV L q Unità di misura • [SI] → Volt, V L Es q ΔV Es E ΔV s Unità di misura del campo elettrico • 𝑉/𝑚 LAVORO E DIFFERENZA DI POTENZIALE Se la differenza di potenziale (ddp) fra due punti A e B del campo è pari a ΔV, allora il lavoro compiuto dalle forze del campo per spostare una carica q tra A e B vale: L VA VB q ΔV q Se ΔV = 1V e la carica q è l’elettrone e, allora il lavoro compiuto dalle forze del campo per spostare l’elettrone e si chiama elettronVolt: 1eV 1,6 1019 C 1V 1,6 1019 J 9 15/11/2015 CONDENSATORI E CAPACITÀ Un condensatore è costituito da due conduttori (armature) separati da un isolante (dielettrico). In ogni istante le quantità di carica sulle due armature sono uguali e opposte. S ΔV La quantità di carica Q è direttamente proporzionale alla ddp tra le armature ΔV e la costante di proporzionalità si chiama capacità elettrica, C: C Q ΔV Unità di misura • [SI] → Farad, F CONDENSATORI E CAPACITÀ In un condensatore la capacità può essere calcolata come: C ε S S d d dove ε è la permittività elettrica assoluta e dipende dal dielettrico interposto fra le armature. 10 15/11/2015 CONDENSATORI ED ENERGIA IMMAGAZZINATA Se si applica una ddp alle armature, le cariche elettriche si separano e si genera un campo elettrico all'interno del dielettrico. L'armatura collegata al potenziale più alto si carica positivamente, negativamente l'altra. L'energia immagazzinata in un condensatore è pari al lavoro fatto per caricarlo: 1 1 L Q ΔV C ΔV ΔV 2 2 1 E C ΔV 2 2 CONDENSATORI IN SERIE C1 C2 C eq ΔV ΔV 1 1 1 C eq C1 C 2 Se ci sono N condensatori in serie tutti con la stessa capacità C, allora: La capacità equivalente è più piccola delle singole capacità C eq C N 11 15/11/2015 CONDENSATORI IN PARALLELO C eq C2 C1 ΔV ΔV C eq C1 C 2 La capacità equivalente è più grande delle singole capacità Giovanni Pace www.matfis.weebly.com 12 15/11/2015 ELETTROSTATICA L’Elettrodinamica è la parte dell’Elettrologia che studia i fenomeni e le leggi relativi al moto delle cariche elettriche (correnti). CORRENTE ELETTRICA Si chiama generatore elettrico un dispositivo capace di creare e mantenere una differenza di potenziale costante tra due punti diversi (detti poli). Collegando tra loro i poli di un generatore per mezzo di un filo conduttore le cariche elettriche si mettono in movimento senza raggiungere mai l’equilibrio perché il generatore mantiene sempre una differenza di potenziale tra i poli. Si definisce corrente elettrica un flusso continuo di cariche elettriche determinato da una differenza di potenziale ΔV creata da un generatore. 13 15/11/2015 INTENSITÀ DI CORRENTE ELETTRICA In una cascata, a causa del campo gravitazionale, l’acqua si muove dal punto più alto al punto più basso. Analogamente, il moto delle cariche elettriche in un conduttore è causato dalla ddp tra due punti A e B, uno a potenziale più alto e uno a potenziale più basso. L’intensità di corrente elettrica si calcola: I Q Δt Unità di misura • [SI] → Ampere, A AMPEROMETRO E VOLTMETRO L’Amperometro è uno strumento che serve a misurare l’intensità di corrente elettrica, mentre il Voltmetro serve a misurare la differenza di potenziale. ΔV ΔV f.e.m: è la differenza di potenziale ai capi di una pila quando non è attraversata da corrente elettrica 14 15/11/2015 RESISTENZA ELETTRICA Il rapporto tra la differenza di potenziale applicata ΔV e l’intensità di corrente I definisce una nuova grandezza, caratteristica di ciascun conduttore, cioè quella di opporre più o meno resistenza al passaggio della corrente. Si è quindi deciso di chiamare questa grandezza resistenza elettrica: I R ΔV I ΔV Unità di misura • [SI] → Ohm, Ω PRIMA LEGGE DI OHM Nei metalli, a temperatura costante, l’intensità della corrente elettrica che circola in un conduttore è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata e la costante di proporzionalità è proprio la resistenza elettrica del conduttore: ΔV R I SECONDA LEGGE DI OHM La resistenza elettrica di un conduttore dipende non solo dal materiale di cui è costituito ma anche dalle sue caratteristiche geometriche: Rρ l S La costante di proporzionalità ρ, misurata in Ω∙m, si chiama resistività. Dipende dal materiale di cui è fatto il conduttore e dalla sua temperatura. 15 15/11/2015 RESISTENZE IN SERIE R1 R2 Req ΔV ΔV Req R1 R2 La resistenza equivalente è più grande delle singole resistenze CONDENSATORI IN PARALLELO R2 Req R1 ΔV ΔV 1 1 1 Req R1 R2 Se ci sono N resistenze in parallelo tutte uguali a R, allora: Req La resistenza equivalente è più piccola delle singole resistenze R N 16 15/11/2015 POTENZA ELETTRICA La potenza elettrica assorbita o dissipata da un conduttore è uguale al prodotto tra la differenza di potenziale applicata ai capi del conduttore e l’intensità di corrente elettrica che scorre nel conduttore: P ΔV I Unità di misura • [SI] → Watt, W Poiché R = V∙I, allora la potenza elettrica si può calcolare come: ΔV 2 P R P R I2 POTENZA ELETTRICA IN SERIE P1 P2 Peq ΔV ΔV 1 1 1 Peq P1 P2 Per misurare l’efficienza luminosa di una lampada occorre considerare la potenza erogata. Più questo valore è alto, più la lampadina emette luce. 17 15/11/2015 POTENZA ELETTRICA IN PARALLELO P2 Peq P1 ΔV ΔV Peq P1 P2 EFFETTO JOULE Un conduttore percorso da corrente si riscalda, ovvero disperde calore Q nell’ambiente: Q ΔV I t Poiché R = V∙I, allora il calore si può calcolare come: ΔV 2 Q t R Q R I2 t 18 15/11/2015 Giovanni Pace www.matfis.weebly.com MAGNETISMO Il Magnetismo è la parte dell’Elettrologia che studia i fenomeni magnetici. 19 15/11/2015 MAGNETE Ogni magnete ha un polo Nord e un polo Sud che si individuano avvicinandolo ad una calamita: Poli magnetici uguali si respingono Poli magnetici opposti si attraggono I poli Nord e Sud di un magnete non possono essere separati. Se si spezza un magnete in due parti, si ottengono due nuovi magneti, dotati ciascuno di un polo Nord e un polo Sud. IL CAMPO MAGNETICO Le forze agenti tra magneti si descrivono introducendo il campo magnetico B, che ogni magnete genera nello spazio circostante. Utilizzando un ago magnetico, è possibile definire in ogni punto: la direzione del campo magnetico, come la retta passante per i due poli dell’ago il verso, come quello che va dal polo Sud al polo Nord 20 15/11/2015 INTENSITÀ DEL CAMPO MAGNETICO Intorno a un filo percorso da corrente è sempre presente un campo magnetico. Per calcolare B, allora si utilizza un filo di prova di lunghezza l, percorso dalla corrente i, disposto perpendicolarmente al campo. B esercita una forza F sul filo: B F i l Unità di misura • [SI] → Tesla, T LEGGE DI BIOT-SAVART Un filo rettilineo percorso da corrente genera attorno a se un campo magnetico le cui linee di forza sono circonferenze concentriche. μ i B 0 2π d dove, i è la corrente, d è la distanza dal filo e μ0 è la permeabilità magnetica nel vuoto, misurata in N/A2. 21 15/11/2015 FILI PERCORSI DA CORRENTE Due fili rettilinei e paralleli percorsi da correnti equiverse si attraggono. Se invece le correnti circolano in verso opposto, i due fili si respingono. FORZA DI LORENTZ Una particella carica q, che entra in un campo magnetico B, viene deviata dal suo percorso rettilineo perché il campo esercita una forza F, detta forza di Lorentz: modulo: F q v B q v B senα direzione: perpendicolare al piano individuato da v e B verso: dettato dalla regola della mano destra 22 15/11/2015 INDUZIONE ELETTROMAGNETICA Il movimento di un magnete e la conseguente variazione del suo campo magnetico generano in un circuito privo di generatore un passaggio di corrente elettrica. Tale fenomeno prende il nome di induzione magnetica e la corrente generata viene detta corrente indotta. 23