3-B1 3-B2 impianti per illuminazione di interni • lampade fluorescenti TPS a.s. 2015/2016 L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza 1 3-B1 3-B2 la lampada fluorescente • la lampada fluorescente è un particolare tipo di lampada a scarica in cui l'emissione luminosa visibile è indiretta, ovvero non è emessa direttamente dal gas ionizzato, ma da un materiale fluorescente • questo tipo di lampada è erroneamente chiamata lampada al neon o tubo al neon, ma non sempre contiene neon e in realtà il suo funzionamento è dovuto principalmente alla presenza di vapori di mercurio e di materiali fluorescenti, e non al neon. • è costituita da un tubo di vetro, che può essere lineare, circolare o variamente sagomato (si distinguono in particolare le lampade CFL, Compact Fluorescent Lamp, che hanno il tubo di forma tale da avere poco ingombro) al cui interno è dapprima praticato il vuoto, poi introdotto un gas nobile (argon, xeno, neon, o krypton) a bassa pressione ed una piccola quantità di mercurio liquido, che in parte evapora mescolandosi al gas nobile • la superficie interna del tubo è rivestita di un materiale fluorescente, dall'aspetto di una polvere bianca • ai due estremi del tubo sono presenti due elettrodi . mercurio e gas inerte tipo di lampada tradizionale lineare elettrodo strato di materiale fluorescente tipo di lampada CFL TPS L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza base con attacco particolari costruttivi di una lampada fluorescente a.s. 2015/2016 2 1 3-B1 3-B2 la lampada fluorescente: principio di funzionamento • gli elettrodi, posti alle due estremità del tubo sono ricoperti da speciali sostanze atte ad emettere, in determinate condizioni, una notevole quantità di elettroni la cui presenza vale a favorire l'innesco della scarica collegando le lampade alla rete di alimentazione, una parte degli atomi di mercurio contenuti nel tubo si scinde in elettroni; questi ultimi urtano contro gli atomi di mercurio non ancora dissociati liberando altri elettroni che, in parte si uniscono al flusso costituente la scarica ed in parte tornano ad associarsi agli atomi da cui erano stati allontanati l'energia che tali elettroni cedono nell'atto di ritornare a far parte degli atomi di mercurio da cui erano stati allontanati, danno luogo all'emissione di radiazioni ultraviolette invisibili soprattutto di lunghezza d'onda di 254 nm (nanometri). Queste radiazioni vanno a colpire lo strato di polveri fluorescenti che ricopre la parete interna del tubo le polveri fluorescenti, eccitate dalle radiazioni polvere radiazione ultraviolette invisibili da cui sono colpite, fluoresente ultravioletta trasformano le stesse in radiazioni di radiazione elettrodo lunghezza d'onda maggiore, rientranti nel visibile (luce) campo del visibile e quindi la lampada si elettroni atomo di mercurio illumina la tonalità della luce emessa è funzione del tipo di materiale fluorescente impiegato; una differente composizione del materiale fluorescente permette di produrre una luce più calda oppure più fredda. • • • • TPS a.s. 2015/2016 L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza 3 3-B1 3-B2 procedura di accensione • • • • • • gli elettrodi di un tubo fluorescente, al contrario di una lampada ad incandescenza non possono essere collegati direttamente alla rete elettrica per la sua caratteristica tensione-corrente, la lampada deve essere alimentata in limitazione di corrente per questo motivo si pone in serie alla lampada un dispositivo in grado di limitare la corrente, solitamente una induttanza, chiamata comunemente reattore, il reattore, oltre che a limitare la corrente, permette di generare, nella fase di accensione, in combinazione con un altro dispositivo chiamato starter, una sovratensione che agevola l'innesco in parallelo allo starter viene collegato un condensatore per la soppressione dei disturbi elettromagnetici indotti dallo starter esistono due categorie di alimentatori: elettromagnetici ed elettronici starter condensatore lampada reattore TPS circuito di alimentazione elettromagnetica di una lampada fluorescente L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza a.s. 2015/2016 4 2 3-B1 3-B2 starter • lo starter è sostanzialmente un interruttore in cui il contatto mobile è costituito da due lamine bimetalliche che si deformano riscaldandosi.. lamine bimetalliche lamine fredde (lamine separate) • lamine calde (lamine a contatto) la sequenza di accensione del tubo è la seguente: – inizialmente (starter freddo) il contatto interno è aperto – applicando tensione al circuito, il gas contenuto nello starter si ionizza provocando il riscaldamento delle lamine bimetalliche interne che, in seguito alla dilatazione termica, chiudono il contatto interno, riscaldando al contempo i filamenti della lampada fluorescente grazie al passaggio di corrente – la chiusura del contatto interno provoca l'azzeramento della tensione ai capi delle lamine, che quindi si raffreddano contraendosi, riaprendo così il contatto interno dopo circa un secondo – l'apertura del circuito causata dallo starter provoca, per effetto dell‘ autoinduzione sul reattore, una sovratensione tale da causare la scarica e conseguente ionizzazione del gas della lampada, con la sua accensione. – nel caso l'accensione non andasse a buon fine, lo starter ripete automaticamente la sequenza descritta. TPS a.s. 2015/2016 L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza 5 3-B1 3-B2 reattore • l’alimentatore tradizionale (o reattore) è quello elettromagnetico (induttivo), che è un componente passivo che ha due diverse funzioni: • durante la fase di accensione, in combinazione con lo starter, consente di ottenere una sovratensione che innesca la scarica nel gas; • nel funzionamento a regime esso funge da limitatore di corrente; ciò è importante perché, a scarica avvenuta, il tubo diviene un percorso a bassissima impedenza che potrebbe causare assorbimenti eccessivi. • poiché il reattore è avvolto su nucleo di materiale ferromagnetico (laminato per limitare la dispersione di energia per riscaldamento da correnti parassite), durante il funzionamento regolare si originano delle vibrazioni alla frequenza di rete (50 Hz in Italia) che causano il caratteristico ronzio delle lampade fluorescenti. TPS L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza a.s. 2015/2016 6 3 3-B1 3-B2 • lampade fluorescenti fasi di accensione della lampada fluorescente TPS a.s. 2015/2016 L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza 7 3-B1 3-B2 Fase 1: starter aperto tubo fluorescente Lr Rf S sg V1 S starter V1 S starter Rsg Rf alta impedenza Rf V1 lampada spenta Rf Lr TPS L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza a.s. 2015/2016 8 4 3-B1 3-B2 Fase 2: scarica fra le lamelle dello starter tubo fluorescente Lr Rf S sg V1 S starter V1 S starter R sg Rf alta impedenza Rf lampada spenta Rf Lr V1 TPS a.s. 2015/2016 L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza 9 3-B1 3-B2 Fase 3: starter chiuso accensione filamenti della lampada tubo fluorescente Lr Rf S sg V1 S starter 0 S starter R sg Rf alta impedenza Rf V1 lampada spenta Rf Lr TPS L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza a.s. 2015/2016 10 5 3-B1 3-B2 Fase 4: riapertura starter e creazione di extratensione ai capi degli elettrodi tubo fluorescente Lr Rf V2 >> V1 S sg V1 V2 S starter V2 S starter Rsg Rf Rf flash di innesco scarica Rf Lr V1 TPS a.s. 2015/2016 L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza 11 3-B1 3-B2 Fase 5: scarica nel gas e accensione lampada tubo fluorescente Lr Rf S sg V1 S starter V S starter Rsg Rf bassa impedenza Rf V1 lampada accesa Rf Lr TPS L. Agarossi - ITIS “P. Hensemberger - Monza a.s. 2015/2016 12 6