Regione Lombardia Provincia di Mantova PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COORDINATO DI 6 COMUNI DELL'OLTREPO PIEVE DI CORIANO SAN BENEDETTO PO QUINGENTOLE SAN GIACOMO DELLE SEGNATE QUISTELLO VILLA POMA COMUNE DI SAN BENEDETTO PO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO 08-040 PGT 6 COMUNI RELAZIONE ILLUSTRATIVA 13 LUGLIO 2010 SBP_REL Adozione con delibera C.C. n: -------------- Data: --------------Pubblicazione: ------------ IL PROGETTISTA: Approvazione con delibera C.C. n: -------------- Data: --------------Pubblicazione B.U.R.L.: ---------- n.------------------ Data: --------------- IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: IL SINDACO: COORDINATORE DI PROGETTO: ARCH. FRANCESCO CAPRINI URBANISTICA: ARCH. FRANCESCO CAPRINI, ARCH. DANIELA GABUTTI, ARCH. SAMANTHA OLOCOTINO, ARCH. PATRIZIA PENITENTI INDICE 1 PREMESSA 3 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 5 2.1 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.3 2.3.1 2.3.2 2.3.3 2.3.4 2.3.5 Collocazione dei 6 comuni all’interno della Provincia di Mantova Evoluzione storica del territorio Territorio e paesaggio: una terra fra acque e cielo Evoluzione del sistema infrastrutturale Evoluzione del sistema insediativo Analisi della situazione attualmente esistente Il sistema agricolo e rurale Il sistema paesaggistico e ambientale Il sistema infrastrutturale Il sistema dei vincoli Impianti tecnologici 5 5 5 7 8 9 9 10 12 13 13 3 SISTEMA SOCIO ECONOMICO 14 3.1 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.1.4 3.1.5 3.2 3.2.1 3.2.2 3.2.3 3.2.4 3.2.5 3.2.6 Lo sviluppo demografico dei 6 comuni Andamento della popolazione L’età dei residenti Il movimento anagrafico La popolazione straniera Possibili proiezioni future Lo sviluppo socioeconomico L’attività della popolazione La struttura produttiva locale Il settore commerciale Il settore agricolo L’allevamento di bestiame Valutazioni di sintesi e prospettive di sviluppo 14 14 17 17 18 18 19 19 20 23 23 25 26 4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA 29 4.1 4.1.1 4.1.2 4.1.3 4.2 4.3 4.3.1 4.3.2 4.3.3 4.3.4 4.4 4.5 Il comparto residenziale Il patrimonio abitativo L’attività edilizia Stima dei fabbisogni futuri Il settore produttivo Il sistema dei servizi Servizi di interesse generale Servizi per l’istruzione Sistema del verde e attrezzature sportive Valutazioni complessive Gli insediamenti commerciali Gli insediamenti rurali 29 29 31 31 33 33 33 33 35 35 36 36 5 LA PIANIFICAZIONE IN ATTO 37 5.1 5.1.1 5.1.2 5.1.3 5.2 5.2.1 5.2.2 5.2.3 5.3 5.3.1 5.3.2 5.3.3 5.3.4 5.4 5.4.1 5.4.2 5.4.3 5.4.4 5.5 5.5.1 5.5.2 Il PRG di Pieve di Coriano Il sistema insediativo I servizi Il sistema del paesaggio e vincoli Il PRG di Quingentole Il sistema insediativo I servizi Il sistema del paesaggio e vincoli Il PRG di Quistello Il sistema insediativo I servizi Il sistema del paesaggio e vincoli Il sistema infrastrutturale Il PRG di San Benedetto Po Il sistema insediativo I servizi Il sistema del paesaggio e vincoli Il sistema infrastrutturale Il PRG di San Giacomo delle Segnate Il sistema insediativo I servizi 37 37 37 38 38 38 38 39 39 39 40 40 41 41 41 42 42 42 43 43 43 Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 1 di 88 5.5.3 5.5.4 5.6 5.6.1 5.6.2 5.6.3 5.6.4 Il sistema del paesaggio e dei vincoli Il sistema infrastrutturale Il PRG di Villa Poma Il sistema insediativo I servizi Il sistema del paesaggio e dei vincoli Il sistema infrastrutturale 44 44 44 44 45 45 45 6 PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI DI LIVELLO SOVRALOCALE 47 6.1 6.2 6.2.1 6.3 6.3.1 6.3.2 6.3.3 6.4 6.4.1 6.4.2 6.4.3 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Il PAI Il Parco delle Golene di Secchia IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Premessa Gli obiettivi strategici I contenuti prescrittivi e di indirizzo L’IDEA DI SVILUPPO CONDIVISA PER L’OLTREPO’ MANTOVANO Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti urbani Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti produttivi Obiettivi di qualità e sostenibilità del territorio non edificato 47 48 48 48 48 49 49 55 55 56 56 7 GLI INDIRIZZI STRATEGICI DEl PGT COORDINATO DEI 6 COMUNI 57 7.1 7.2 7.3 7.3.1 7.3.2 7.3.3 7.4 7.5 7.6 Ambiti ed elementi di rischio degrado e compromissione paesaggistica Sistema paesaggistico e ambientale Sistema insediativo e poli produttivi Dimensionamento Localizzazione Elementi di qualità / sostenibilità ambientale Sistema dei servizi Infrastrutture e mobilità Sistema agricolo e rurale 57 58 59 59 60 62 62 63 64 8 IL PGT DI SAN BENEDETTO 65 8.1 8.1.1 8.1.2 8.1.3 8.1.4 8.1.5 8.2 8.3 8.3.1 8.3.2 8.3.3 8.3.4 8.3.5 8.3.6 8.4 8.4.1 8.4.2 8.4.3 8.4.4 8.4.5 8.5 8.5.1 8.5.2 8.5.3 8.5.4 8.5.5 Analisi dei dati locali Dati demografici Popolazione straniera Attività della popolazione Il settore agricolo Il patrimonio abitativo Prescrizioni di carattere generale Il Documento di Piano Lo scenario strategico di piano Le determinazioni di piano Le politiche di intervento per i sistemi funzionali L’individuazione degli ambiti di trasformazione Previsioni prevalenti di livello sovracomunale Il processo di VAS Il Piano dei Servizi Ambito territoriale di riferimento Inventario dei servizi esistenti Stato dei bisogni e della domanda di servizi Confronto offerta / domanda Individuazione di nuovi ambiti destinati a servizi Il Piano delle Regole Gli ambiti del tessuto urbano consolidato Le aree di valore paesaggistico- ambientale ed ecologiche Le aree non soggette a trasformazione urbanistica Le aree e gli edifici a rischio di compromissione e degrado Le aree destinate all’attività agricola 65 65 68 69 72 73 75 75 76 76 77 77 78 79 80 80 81 84 84 84 85 85 86 87 87 87 Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 2 di 88 1 PREMESSA La redazione di un PGT coordinato, esteso a sei diversi comuni, offre l’opportunità di affrontare i temi della pianificazione urbanistica partendo da un livello territoriale di area vasta, per arrivare poi al dettaglio delle previsioni di assetto urbanistico alla scala locale. Questo tipo di lavoro, abbastanza unico nel suo genere, ha comportato la necessità di analizzare, discutere, elaborare e gestire nel tempo una serie di temi che solitamente per la predisposizione di un PGT indipendente non vengono toccati, o sono solo sfiorati, perché travalicano l’interesse, le competenze, le responsabilità e le possibilità di intervento di un singolo comune. Sono temi che si ritengono, a torto o a ragione, di competenza della Provincia e della Regione, ma che possono oggi essere affrontati in termini di complementarietà e di sussidiarietà, seguendo un principio richiamato dalla stessa legge urbanistica regionale; anche i temi più propriamente locali, quali ad esempio quello dei servizi, si possono affrontare in un’ottica allargata di coordinamento e collaborazione intercomunale. Per la predisposizione di un PGT coordinato non erano presenti, al momento della programmazione del lavoro, esperienze positive consolidate cui fare riferimento; per la progressiva messa a punto dei problemi da affrontare di volta in volta e per l’individuazione delle scelte di pianificazione si è quindi fatto costante riferimento a un coordinamento tecnico, formato dagli uffici tecnici e dai professionisti incaricati della stesura del piano, e a un coordinamento politico amministrativo; il tutto finalizzato alla elaborazione di indirizzi condivisi. Si è pertanto messo a punto un metodo di lavoro articolato per fasi: Una prima fase, unitaria e condivisa, di analisi e individuazione degli indirizzi territoriali; la fase ha portato alla messa a punto del Documento di Inquadramento e della corrispondente proposta di Documento di Piano di livello territoriale. Su queste basi è stata sviluppata e conclusa la V.A.S. che, a partire dal documento di scoping per finire al Rapporto Ambientale è pure stata condotta a livello unitario e condiviso una seconda fase, autonoma per ogni comune, è stata dedicata all’approfondimento dei problemi locali, ed ha portato alla messa a punto dei singoli strumenti di pianificazione previsti dalla legge urbanistica regionale, “personalizzando” il percorso di ogni Comune senza svuotamenti dei contenuti di livello generale. Formalmente questa fase ha inizio con il “parere motivato” previsto dalla procedura ambientale di VAS, e si concluderà con la delibera di approvazione definitiva del PGT da parte dei sei consigli comunali una terza fase, infine, di nuovo unitaria, che dovrà essere dedicata alla gestione, al monitoraggio, alla verifica e agli eventuali aggiornamenti unitari dei Documenti di Piano. In termini di contenuti, la fase unitaria è stata portata avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo di: definire un Documento di Inquadramento unico per l’intero territorio sovracomunale; definire un Documento di Piano coerente per l’intero comprensorio, sulla base delle linee strategiche condivise di livello territoriale; redigere un unico “Rapporto ambientale” con strumentazione di valutazione connessa; avviare un’unica procedura di VAS (da concludere con la predisposizione di un “parere motivato” coordinato, anche se formalmente approvato dei singoli comuni); definire un Piano dei Servizi coerente per l’intero territorio, riguardante il sistema dei servizi di scala sovracomunale, compreso il sistema del verde; definire le linee fondamentali del Piano delle Regole, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti agricoli, il paesaggio e l’ambiente e la normativa generale di riferimento Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 3 di 88 Analogamente gli elaborati predisposti a livello unitario (sia per la costruzione del quadro conoscitivo di riferimento, sia per le strategie, gli obiettivi e le proposte di piano) sono stati poi integrati con opportuni approfondimenti alla scala locale; questo vale per: la messa a punto dell’apparato conoscitivo, che è stato integrato con schede di approfondimento per ogni singolo comune; l’individuazione delle strategie e degli obiettivi di piano, specificati più in dettaglio nella fase di approfondimento individuale; la predisposizione, per ciascun comune, degli elaborati previsti dalla legge n.12/2005, necessari per l’adozione formale in consiglio comunale; l’inserimento in normativa di dettagli specifici per ogni comune (in particolare per il trattamento delle aree urbanizzate) che comunque hanno consentito di mantenere un corpus unico riferito ai fondamentali temi condivisi quali: le previsioni sovralocali, i beni vincolati, gli ambiti agricoli, il paesaggio e l’ambiente, le procedure, ed anche, entro ampi limiti, gli indici e i parametri Nella fase di stesura finale, si è infine tenuto conto dei pareri espressi dai diversi enti competenti in materia ambientale a conclusione del processo di VAS; tali pareri sono stati per quanto possibile recepiti tramite aggiornamento e integrazione della cartografia di piano e integrazione delle Norme tecniche attuative. Gli elaborati di PGT sono inoltre integrati dallo studio della componente geologica, idrogeologica e sismica elaborato dai tecnici di GEAS; analogamente le norme tecniche geologiche sono inserite (come parte integrante) in allegato nelle NTA del PGT. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 4 di 88 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2.1 Collocazione dei 6 comuni all’interno della Provincia di Mantova I comuni per i quali si stati predisposti i PGT coordinati fanno parte dell’area dell’Oltrepo’ mantovano; tutti sono collocati sulla riva destra del Secchia, tranne San Benedetto che si trova in riva sinistra. Il corso del fiume Po corrisponde al confine settentrionale di San Benedetto e Quingentole, che risultano tra loro separati da una lingua di territorio corrispondente alla foce del Secchia, amministrativamente rientrante nel comune di Quistello; Pieve di Coriano si differenzia dagli altri perché il suo territorio si estende anche oltre il Po, fino a comprendere una parte di area golenale a nord del fiume; i territori di San Giacomo delle Segnate e Villa Poma non risultano invece interessati dai fiumi citati. I comuni confinanti sono: Motteggiana e Pegognaga, a est di San Benedetto Moglia a sud di San Benedetto e a ovest di Quistello; Revere a est di Pieve di Coriano e a nord di Villa Poma; Magnacavallo a est e Poggio Rusco a est e a sud di Villa Poma. Il comune di Schivenoglia si insinua all’interno del territorio interessato, a sud di Quingentole, a est di Quistello e a ovest di Villa Poma, mentre San Giacomo delle Segnate confina a est con San Giovanni del Dosso e a sud con l’Emilia Romagna. In questi 6 comuni risiedono, al 31.12.2009, 19.696 abitanti distribuiti su un territorio di 172,5 Kmq; rispetto all’intera provincia la popolazione qui residente rappresenta il 4,8%, mentre l’estensione territoriale è pari al 7%; questo porta a una densità media di 114,2 abitanti/Kmq contro i 172,6 dell’intera Provincia. Si tratta quindi di un ambito di estensione contenuta, con una densità abitativa abbastanza rarefatta e una popolazione che ha un peso inferiore al 5% su tutta la provincia. 2.2 Evoluzione storica del territorio Per documentare in modo immediato e evidente l’evoluzione storica del territorio si è proceduto attraverso il confronto delle carte topografiche redatte nel tempo; generalmente un’indagine attendibile viene desunta dalla lettura e dal confronto della cartografia alla scala 1:25.000 messa a punto in diverse soglie storiche dall’Istituto Geografico Militare (IGM) a partire dal 1885. Vengono di seguito illustrate le trasformazioni rilevabili appunto dal confronto delle suddette carte storiche, sviluppando l’analisi svolta per sistemi territoriali. 2.2.1 Territorio e paesaggio: una terra fra acque e cielo “Esiste una terra, dai riquadri in vario modo colorati a seconda della stagione, che appare piatta come il panno del biliardo, leggermente declinante da ovest verso est, con all’orizzonte il cielo che si tuffa nelle sue acque sapientemente governate dall’uomo, si stende sui prati o si intrufola tra i pioppi. Appoggiata all’argine del Po essa cambia nome di pianura occidentale in quello di pianura orientale allorché attraversa il fiume Secchia, per dare vita all’Oltrepo mantovano, che costituisce l’estremo lembo a sud del territorio lombardo confinante con l’Emilia. E’ una terra fertilissima costruita dal Po, dai suoi laboriosi affluenti appenninici e dall’uomo; questi, nel corso di due millenni, l’ha organizzata per ospitare un’agricoltura fra le migliori d’Europa. Il lavoro svolto si è manifestato a tal punto paziente, tenace e collettivo da Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 5 di 88 formare anche i caratteri distintivi di una plurisecolare eredità storica dei suoi abitanti; gli stessi caratteri che sono riconoscibili nelle contigue basse modenese e reggiana: lo stretto rapporto uomo-acqua-terra, la diffusione dell’associazionismo come grande idea-forza, il pragmatismo creativo nella pluralità dei protagonisti, un’economia che nel corso del Novecento si è mantenuta prevalentemente agricola, con un‘industria a questa correlata.” (“Una terra fra acqua e cielo: bonifica e territorio nell’Oltrepo mantovano”: pag.1: testo a cura di Luigi Cavazzoli, Edizioni il Fiorino, 2008). L’incipit della interessante pubblicazione che traccia la storia della bonifica, e quindi del territorio dell’Oltrepo mantovano, dipinge poeticamente la natura e l’immagine del paesaggio dei sei Comuni; e ripercorre e sintetizza la storia e la cultura di questa terra, inscindibilmente legata alle alterne fortune con cui i suoi abitanti hanno tentato di governare la natura e le acque che ne sono qui l’elemento dominante. Il corso dei fiumi principali, dopo aver divagato nei secoli precedenti, lasciando traccia nei paleoalvei ancor oggi riconoscibili, dalla fine dell’800 ad oggi non subisce ulteriori trasformazioni, risultando “ragionevolmente” (anche se sempre “provvisoriamente”) stabilizzato. Complementare e integrata ai corsi d’acqua naturali è poi la fitta rete di canali, frutto della secolare opera di bonifica avviata nel Medioevo dai frati benedettini, e compiuta solo nella prima metà del secolo scorso. Infatti rispetto al quadro che ci viene presentato dalla cartografia IGM della fine del XIX secolo l’idrografia artificiale risulta notevolmente trasformata. In particolare non si ritrovano i due manufatti fondamentali: il canale “Sabbioncello”, che con andamento sud-nord parallelo al Secchia organizza il territorio immediatamente in destra Secchia; e soprattutto il canale della “Bonifica Mantovana” che, provenendo dal territorio di Pegognaga, procede per un tratto parallelamente al “Cavo”, sottopassa il Secchia (complesso di opere idrauliche di S. Siro), per proseguire poi sempre in direzione ovest-est attraversando, senza significativi scambi idrici, i territori di Quistello, Quingentole e Pieve di Coriano, per recapitare infine nel grande manufatto di Moglia di Sermide; altri canali minori conservano invece l’originario andamento sinuoso. Sempre nella carta IGM si riconoscono numerosi terreni acquitrinosi (oggi definitivamente bonificati), in particolare nella parte bassa del territorio di San Benedetto. La suddivisione dei fondi, quasi una tessitura a trama grossa del territorio costituita dai fossi e dalle strade, si riconosce facilmente nella attuale, poichè non sembra aver subito grandi trasformazioni: rispetto alla rappresentazione del XIX secolo risulta invece estremamente ridotto il patrimonio arboreo e la presenza della vite, originariamente molto diffusa a San Benedetto, Quistello e San Giacomo delle Segnate. Determinante ai fini della organizzazione territoriale e della caratterizzazione del paesaggio si presenta comunque il poderoso complesso di opere di bonifica che “….iniziate nei primi del Novecento, durarono per alcuni decenni e terminarono, almeno come attuazione, alla fine dei successivi anni trenta.” (ibidem, p. 87). La bonifica prometteva di risolvere la sicurezza del territorio rispetto ai fenomeni di piena e il drenaggio dei terreni ancora acquitrinosi, garantendo contemporaneamente il regime delle acque per uso irriguo. Il sistema tecnico adottato fu quello “ …….. a scolo meccanico alternato, ovvero avente la possibilità di scaricare in vasi ricettori a gravità, in periodi più o meno lunghi, e/o attraverso le azioni di sollevamento esercitati da impianti idrovori quando il ricettore principale è interessato da eventi di piena. Questa sistemazione fa in modo che il territorio in destra Po mantovano sia contrassegnato e caratterizzato dalla presenza di tali impianti, quasi sempre costituiti da imponenti costruzioni Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 6 di 88 come, ad esempio, il complesso di Moglia di Sermide, funzionali a garantire la sicurezza idraulica del territorio stesso, ed altri invece, nei comuni di Moglie S. Benedetto Po, più funzionali a garantire, più che il territorio mantovano, quello di ampie zone delle provincie di Reggio Emilia e Modena:” (ibidem, pag.88) La cartografia allegata consente di verificare, anche se in termini abbastanza approssimati, le trasformazioni indotte sul territorio da questo vasto e complesso intervento di bonifica, che volta a volta si è sovrapposto, ha integrato, sostituito o radicalmente innovato rispetto alla situazione preesistente. Più in dettaglio. Nel territorio in sinistra Secchia il canale della Bonifica Mantovana e il nuovo corso del Cavo Spazzacampagne procedono parallelamente (anche se a distanze variabili) da sud-ovest verso nord-est, e costituiscono proprio per questo andamento parallelo un segno territoriale fortissimo, cui però si affiancano solo marginali interventi di integrazione/potenziamento della rete minore esistente. L’ambito compreso fra la foce Secchia e l’immissione in Po del canale Sabbioncello rappresenta il nodo complesso e affascinante dell’intero sistema: tre manufatti di grande rilevanza consentono: • al canale della Bonifica Mantovana di sottopassare il Secchia e riprendere il percorso verso est che si concluderà a Moglia di Sermide • al Cavo Spazzacampagne di vuotare nel Secchia • al canale Sabbioncello di vuotare in Po. In queste tre opere le costruzioni delle chiaviche, così come i movimenti di terra delle arginature e delle controchiaviche, oltre a rappresentare veri e propri monumenti di ingegneria, costituiscono degli elementi essenziali di caratterizzazione e qualificazione del paesaggio. In destra Secchia, infine, l’elemento di novità essenziale è rappresentato dal canale Sabbioncello, che corre in direzione sud-nord parallelamente al fiume, ed ha originato una serie di interventi di riqualificazione, razionalizzazione e potenziamento della rete minore, prevalentemente orientatala ovest a est. Oggi questo complesso di opere risulta completamente integrato nel territorio e nel paesaggio, tanto da formarne uno dei tratti distintivi e qualificanti. Anche alla vista lontana (soprattutto dalle strade d’argine che, seppur sopraelevate di poco, consentono allo sguardo di spaziare e divagare sulla campagna) il tracciato dei grandi canali, spesso sottolineato da lunghi filari di alberi, rappresenta il riferimento e l’elemento d’ordine della terra e delle attività agricole che vi si svolgono. 2.2.2 Evoluzione del sistema infrastrutturale Alla soglia del 1885 risulta in costruzione la ferrovia Suzzara Ferrara; si riconosce il tratto che arriva da est, fino all’attraversamento del Secchia in prossimità di Quistello, mentre da ovest esce da Suzzara e si arresta a Pegognaga. Non c’è alcuna traccia invece della linea ferroviaria del Brennero. Non è ancora stata realizzata la strada statale n.413, che collega Mantova con San Benedetto, Moglia e Carpi. In particolare non esiste ancora il ponte sul fiume Po, il quale risulta attraversabile grazie a un traghetto ubicato a nord di Gorgo; restano invece abbastanza invariati i tracciati della statale n.496, tranne che per l’attraversamento del centro di Quistello, e la statale n.12, eccetto che per il ponte sul Po, che approdava direttamente di fronte la castello dei Revere. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 7 di 88 Risulta inoltre rettificata, e affiancata al corso del canale, la strada di collegamento tra Quingentole e Pieve di Coriano, mentre da qui, per raggiungere Revere, è necessario dirigersi prima verso sud per collegarsi con la strada proveniente da Villa Poma. Sono invece ancora riconoscibili diversi tracciati stradali che collegano i centri abitati in direzione nord sud, come ad esempio da Camatte, Brede, Mirasole, Sabbioncello, Quingentole, mentre sono meno riconoscibili i percorsi est ovest. 2.2.3 Evoluzione del sistema insediativo Il sistema insediativo del territorio dei 6 Comuni è rappresentato da una fitta trama di centri abitati, di differenti dimensioni fisiche e demografiche, che fanno riferimento al sistema insediativo tradizionale tramandato dalla storia. Confrontando la cartografia in data odierna con la cartografia IGM di “prima levatura” (1885) si constata immediatamente che i centri attuali coincidono esattamente con i nuclei preesistenti, ove si trascurino le espansioni registrate negli ultimi 50 anni. E allo stesso modo gran parte dell’edificato disseminato sul territorio in forma sparsa e isolata si può ricondurre all’edificato preesistente che, pur essendo di evidente derivazione agricola, si presenta con caratteristiche “quasi urbane”, richiamate dal modello insediativo organizzato in forma lineare lungo la rete capillare di strade minori che “da sempre” servono il territorio e la edificazione rurale sparsa. I sei centri abitati capoluogo di Comune costituiscono i nodi principali del sistema insediativo: sono collocati a una distanza reciproca non superiore ai 5 Km, e si organizzano lungo tre direttrici che corrispondono ai principali percorsi esistenti sul territorio: * S. Benedetto – Quistello – S. Giacomo (e più oltre S. Giovanni e Poggio Rusco) * S. Benedetto – Quingentole –Pieve di Coriano (e più oltre Revere) * Pieve di Coriano – Villa Poma (e più oltre Poggio Rusco). Quistello, e soprattutto S. Benedetto, presentano un impianto urbano vero e proprio, anche se di dimensioni contenute; anche a Quingentole risulta già chiaramente leggibile l’impianto urbano impostato su una maglia ortogonale di strade; gli altri centri, che in termini semplificati si potrebbero considerare conclusi ognuno in un unico “episodio urbano”, possiedono comunque caratteri distintivi e rappresentativi di una propria identità, magari emblematicamente condensata in un insigne monumento, come nel caso di Pieve di Coriano e della millenaria pieve matildica. A questi centri abitati “principali” si affiancano alcuni centri frazionali di dimensioni minori, ma anch’essi derivanti direttamente dal sistema insediativo tradizionale: Portiolo, localizzato all’estremità Ovest del territorio del comune di S. Benedetto il sistema lineare appoggiato all’argine di Po, e costituito dalle frazioni di Gorgo – Bardelle –Mirasole e S. Siro Nuvolato e S. Rocco, situate rispettivamente a Nord e Est del capoluogo Quistello Soprattutto per queste frazioni risulta evidente e tuttora leggibile la struttura lineare del modello insediativo. Al medesimo modello insediativo lineare si richiama pure una serie di insediamenti sparsi, di origine chiaramente rurale, che si diffondono in modo capillare sul territorio allineando, lungo la viabilità minore di riferimento, i piccoli insediamenti isolati costituiti dall’abitazione e annessi edifici agricoli della piccola proprietà contadina. Si tratta dei tradizionali “loghini”, molti dei quali oggi abbandonati, che rappresentano tuttora una importante testimonianza delle modalità di insediamento di questa parte della pianura Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 8 di 88 padana, intimamente connesse alla attività agricola tradizionale ed al millenario processo di antropizzazione del territorio. Completa il panorama degli elementi costitutivi del sistema insediativo una serie di “episodi isolati”, destinati a funzioni anche molto differenziate: si passa infatti dalla grande azienda agricola, allo stabilimento industriale, ai manufatti idraulici, a servizi quali cimiteri, ospedale, campi sportivi. Si tratta in genere di elementi di dimensioni che non instaurano relazioni con altri episodi edificati più o meno prossimi; che spesso non hanno rapporti diretti con il sistema della viabilità di servizio; che non presentano caratteristiche tali da rendere evidenti i motivi della localizzazione; che (anche nel caso della nuova edificazione di edifici destinati alla produzione agricola) rappresentano elementi “fuori scala” rispetto al territorio. Questi ultimi elementi possono costituire delle vere e proprie criticità del sistema insediativo: anche se, come non di rado avviene, possono favorevolmente prestarsi a diventare opportunità per interventi di riqualificazione e valorizzazione, in grado di realizzare inversioni di tendenza per la costruzione di nuove polarità: si pensi, ad esempio, alle cave dismesse. 2.3 Analisi della situazione attualmente esistente Le trasformazioni brevemente illustrate al capitolo precedente si sono consolidate nel tempo, fino ad arrivare ad una situazione del territorio che caratterizza questa parte dell’Oltrepo’ mantovano, ed è di nuovo leggibile procedendo per sistemi. Alcuni degli aspetti di seguito illustrati sono state desunti dall’analisi delle informazioni fornite dai singoli comuni e dalle indagini sul campo; lo stesso PTCP della Provincia di Mantova, grazie al recente aggiornamento e alla sistematizzazione dei dati analitici, è risultato un’utile fonte di approfondimento dei diversi temi considerati per la messa a punto del quadro conoscitivo. Si tratta chiaramente di una situazione in evoluzione, che subirà sicuramente ulteriori trasformazioni nel tempo, ma che interessa qui analizzare nelle sue caratteristiche attuali per fornire un quadro conoscitivo di riferimento in grado di costituire la base per le scelte di pianificazione urbanistica proprie di un PGT coordinato. 2.3.1 Il sistema agricolo e rurale Il sistema territoriale dei 6 Comuni, come del resto quello della Provincia di Mantova, è caratterizzato dalla presenza storica di una attività agricola fiorente e bene integrata con il territorio, tanto da costituirne uno degli elementi paesaggistici fondamentali. La progressiva antropizzazione del territorio, segnata all’origine dalla costruzione della rete dei collegamenti e degli insediamenti, e perfezionata con la sistemazione del regime idraulico e delle bonifiche (sostanzialmente completata entro la prima metà del secolo scorso) si è modellata in funzione delle esigenze della produzione agricola, registrandone nel tempo le evoluzioni che si sono intrecciate con il progressivo sviluppo della organizzazione sociale, produttiva, economica e politica. Il territorio considerato, in base agli ultimi dati disponibili, risulta in gran parte coltivato a seminativo semplice; caratteristici sono inoltre i pioppeti, coltivati soprattutto nelle zone golenali; a questi si aggiungono alcuni vigneti, in particolare a San Benedetto e Quistello, e frutteti, diffusi in tutti i comuni considerati. A San Benedetto, Quingentole e Pieve sono anche presenti colture orto-floro vivaistiche protette, oltre che a pieno campo. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 9 di 88 In anni recenti gli equilibri sui quali si basava l’attività agricola e l’organizzazione territoriale conseguente sono stati messi in crisi per motivi sia interni che esterni al mondo agricolo: basti pensare da un lato alle trasformazioni dei modi di produzione, del mercato e della trasformazione dei prodotti agricoli, dall’altro alle prepotenti trasformazioni del sistema insediativo derivanti dalla realizzazione delle nuove infrastrutture e dalla massiccia e incontrollata espansione della urbanizzazione di tutti i centri abitati. Altre informazioni sulla vocazione agricola e sul valore agricolo forestale dei suoli si possono desumere dall’Allegato D4 del PTCP; esso, tramite l’applicazione del metodo “Metland”, (per la cui illustrazione si rinvia all’allegato stesso) fornisce una classificazione dei terreni basata sulla valutazione della capacità d’uso agricolo del suolo e sulla destinazione d’uso agricolo–forestale; tali dati sono stati quindi calibrati in riduzione tramite confronto con la destinazione agricola reale desumibile dal sistema informativo Dusaf. Secondo questo tipo di valutazione l’ambito territoriale dei 6 comuni, grazie alla presenza di terreni di depositi alluvionali molto profondi, spesso argillosi, ma talvolta molto sabbiosi e di elevata fertilità, è contraddistinto dalla predominanza di zone con alto valore agricolo forestale intercalate a zone più ridotte con valore medio. 2.3.2 Il sistema paesaggistico e ambientale Il territorio analizzato viene classificato dal PTPR come appartenente al sistema delle valli fluviali, in particolare alle Unità di Paesaggio della piana alluvionale (UDP5), della fascia fluviale del Po (UDP9) e della fascia fluviale del Secchia (UDP10); in questi ambiti è riconoscibile una omogeneità percettiva fondata sulla ripetitività delle combinazioni di fattori naturali ed elementi storico culturali. Per le loro caratteristiche pedologiche, queste zone sono classificate come “Piane alluvionali inondabili con dinamica deposizionale, costituite da sedimenti recenti od attuali (Olocene recente ed attuale); la litologia dei depositi superficiali, strettamente connessa alla capacità di trasporto dei corsi d’acqua attuali, varia dalle argille più o meno pure alle sabbie fini e medie; la natura dei terreni condiziona poi le caratteristiche naturalistiche e ambientali. Lo stretto legame con i fiumi, che ne hanno condizionato in modo incisivo l’assetto e il paesaggio, è testimoniato dalla presenza dei tipici dossi, aree blandamente rilevate, ad andamento sinuoso, corrispondenti ad antichi percorsi fluviali; tra queste emergenze locali si estendono le valli della bonifica. Va qui ricordato che il corso del fiume Po si è progressivamente spostato nei secoli verso nord; durante il Medioevo esso percorreva il Po Vecchio e l’attuale scolo Zara (presente ai margini del territorio di San Benedetto), in sinistra Secchia; in destra Secchia si ha notizia di numerosi rami, fra cui quello che andava da Quistello a Poggio Rusco, Dragoncello e Pilastri e quello poi occupato dal Secchia da Quistello alla foce. Complessivamente, il paesaggio si presenta quindi ricco di risorse e di ambienti: dai paesaggi fluviali e golenali del Po e del Secchia, che includono i biotopi di più spiccato interesse naturalistico e faunistico, al “segno” degli argini, particolarmente alti e “presenti” in un territorio altrimenti piatto, all’accostamento e intreccio di colture agrarie diversificate, che connotano il paesaggio in modo diverso a seconda delle stagioni. Vi è una straordinaria rete di canali e fossati irrigui che si associa ad una grande varietà di tipologie agrarie che caratterizzano i vari ambiti territoriali; l’idrografia attuale è composta da una serie di canali che confluiscono nel Po attraverso grossi collettori, frutto dell’opera dell’uomo, che talvolta ha però seguito antichi percorsi fluviali; ad esclusione del Sabbioncello che attraversa i territori di Quistello e San Giacomo delle Segnate, questi collettori hanno un percorso orientato da ovest a est. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 10 di 88 Il paesaggio agrario è tendenzialmente omogeneo, interessato prevalentemente dal seminativo irriguo (cereali, bietola, soia) e dalle colture foraggiere, diffuse nelle aree a più forte concentrazione zootecnica; gli elementi di difformità colturale presenti riguardano la vite, il frutteto, le colture orticole e quelle florovivaistiche; l’elemento verde caratteristico di questa zona è la “piantata padana”, forma originaria di allevamento della vite “maritata” ad alberi, di cui attualmente rimangono solo tracce sporadiche. Il paesaggio è anche segnato dalla presenza del patrimonio edilizio rurale, con le classiche cascine a corte, i caratteristici “loghini” e “barchesse”, la ricchezza monumentale delle pievi matildiche, delle chiese e delle ville padronali. Un fattore di pregio particolare di questo paesaggio è il suo carattere “aperto”, che si ritrova anche nella disposizione dei campi, nella trama delle strade, dei filari alberati e dei fossati irrigui e degli stessi nuclei di cascinali che, nella classica corte mantovana, rivela il significato di uno spazio delimitato da edifici con funzioni diverse che si presenta comune ma non isolato, aperto ma non separato dal paesaggio coltivato circostante. I nuclei abitati, molti dei quali di origine storica, manifestano una presenza discreta ed equilibrata, sia per le limitate estensioni, sia per l’altezza delle masse edificate (normalmente a due, massimo tre piani) sulle quali spiccano i campanili che costituiscono il riferimento visivo più importante. Accanto ai centri abitati si notano spesso delle formazioni di edificazione lineare lungo le strade e anche lungo gli argini di Po: la edificazione in questi casi è costituita da elementi isolati, posti a distanza reciproca alquanto variabile, ma comunque in grado di consolidare un rapporto di continuità che sposa le caratteristiche del nucleo abitato e dell’insediamento rurale. Tuttavia anche questo paesaggio non è esente da criticità e da rischi che vanno dalla presenza in territorio rurale di edificazioni non congrue con il contesto, quali insediamenti zootecnici o produttivi e residenziali isolati di recente costruzione, dalla diffusione sul territorio di aree industriali situate ai margini dei centri urbanizzati di antica formazione, in ambiti di particolare pregio naturalistico e ambientale e lungo le arterie di maggior transito, alla presenza di allevamenti zootecnici intensivi, per i quali si ravvisa una particolare concentrazione a San Giacomo delle Segnate. Gli approfondimenti di tipo conoscitivo forniti dal PTCP riguardano, all’interno di questo sistema, due componenti fondamentali: una di tipo naturalistico e l’altra di tipo storico culturale, che vengono dettagliate in due distinte cartografie di piano: la componente di valore fisico e naturale (Tav.1 a); la componente di valore storico culturale (Tav.1 b). Tra gli elementi di valore fisico e naturale vengono specificamente individuati: • il sistema idrico di valore provinciale, che nel nostro territorio individua lo Zara come canale di rilevante valore naturalistico -ambientale; • le zone umide di rilevanza provinciale, che riguardano anche i bugni e laghetti di cava rinaturalizzati o da rinaturalizzare, per i quali viene fornita una individuazione di massima che è stata ulteriormente approfondita nella messa a punto dei PGT comunali; • le emergenze vegetazionali comprendenti boschi, aree a vegetazione naturale rilevante, sistemi verdi lineari e alberi monumentali, puntualmente censiti; • le aree golenali aperte e protette ubicate lungo il Po e il Secchia per le quali viene richiesta la tutela idraulica, la salvaguardia della vegetazione, la eliminazione dei fabbricati impropri, il recupero delle cave dismesse; • gli elementi geomorfologici di interesse provinciale costituiti dagli argini di Po e di Secchia, per i quali si prescrive la tutela idraulica e la salvaguardia come elementi costitutivi e caratterizzanti del paesaggio. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 11 di 88 La componente storico culturale comprende invece: • i siti archeologici, suddivisi in siti di valore archeologico (da D.Lgs 42/2004) presenti nella fascia più prossima al Po, tra San Benedetto, Quistello e Quingentole, e altri siti archeologici, con localizzazione più diffusa; • il sistema insediativo di matrice storica, con evidenziati i nuclei di antica formazione, comprendenti oltre ai centri storici di San Benedetto e Quistello, le frazioni disseminate lungo il Po e la parte centrale dell’abitato di Quingentole, e i beni di rilevante valore storico culturale, con i luoghi della religione, dell’abitare, della produzione e spazi ed elementi di interesse civico , corti rurali e cascine, segni minori, parchi e giardini; • il sistema della mobilità di matrice storica, comprendente per il nostro territorio la linea ferroviaria Suzzara – Ferrara, con stazione storica a Quistello e un piccolo tratto della SS 12 dell’Abetone e Brennero che attraversa l’abitato di Villa Poma • il sistema irriguo di matrice storica, con numerosi canali dall’andamento sinuoso • i luoghi della percezione e della memoria, di rilevanza paesaggistica quali alcuni bugni e laghetti di cava, e di rilevanza storica, per i quali è evidenziato il monastero di San Benedetto; • i percorsi paesaggistici, ubicati lungo gli argini di Po e di Secchia Il PTCP individua inoltre, tra i possibili fattori di degrado e compromissione paesaggistica, alcuni elementi detrattori, che nel nostro territorio, oltre alle diverse aree produttive e previste, comprendono in particolare l’impianto di compostaggio di Pieve di Coriano e due elettrodotti dell’alta tensione che attraversano da nord a sud i territori di San Benedetto e Villa Poma; bisogna peraltro rilevare che non sono qui presenti ulteriori elementi detrattori, che caratterizzano invece altre zone della provincia quali centri commerciali o ambiti territoriali estrattivi. Utilizzando questi temi e informazioni, sempre nel citato allegato D4 del PTCP, si è messa a punto una carta del valore paesaggistico del territorio provinciale, che individua diversi ambiti ed elementi di dominanza ambientale di rilevante valenza paesistica. Vengono inoltre individuate le aree assoggettate a specifica tutela, comprendenti : • i beni tutelati dal “codice dei beni culturali e del paesaggio” • la rete dei Siti Natura 2000, presente nel nostro territorio con la ZPS IT0BO501 “Viadana, Portiolo, S. Benedetto Po, Ostiglia” con Ente Gestore la Provincia di Mantova • il sistema delle aree naturali protette, già presenti con: o il PLIS Golene foce Secchia, in territorio dei Comuni di Quistello (capofila), Quingentole, S. Benedetto; o il PLIS della Golena del Po, lungo un tratto di sponda del Po, in territorio di Pieve di Coriano (Ostiglia capofila). 2.3.3 Il sistema infrastrutturale Il sistema infrastrutturale è condizionato e riprende le giaciture geografiche fondamentali ricorrenti nella pianura padana, vale a dire l’andamento Ovest – Est del corso del Po e gli andamenti Nord – Sud (e viceversa Sud – Nord) degli affluenti di sinistra e di destra. L’andamento Nord – Sud si può ricondurre al “corridoio del Brennero”, ed è rappresentato: • dalla direttrice Verona – Ostiglia – Poggio Rusco – Bologna, costituita dalla linea ferroviaria (attualmente in corso di trasformazione per l’Alta Velocità) e dalla SS 12 (Abetone – Brennero) che corre parallela ed a brevissima distanza; • più a Ovest dalla direttrice Verona – Mantova – Modena, costituita dalla linea ferroviaria regionale, dalle due statali n. 62 (Cisa) e 413 (Verona Mantova Moglia Carpi Modena), e soprattutto dalla A 22 (AutoBrennero). L’andamento Est – Ovest è rappresentato: • dalla linea ferroviaria interregionale Parma – Suzzara – Poggio Rusco – Ferrara Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 12 di 88 • • • dalla SS 482 (Mantova – Ostiglia –Ferrara) a Nord del Po dalle SS 413-496 (Mantova – S. Benedetto – Quistello – S. Giacomo – Poggio Rusco) a Sud del Po infine, in territorio emiliano, dalla nuova autostrada Cispadana (Guastalla – Reggiolo – Mirandola) in corso di realizzazione Il sistema è più forte, riconoscibile ed efficace nella direzione Nord – Sud rispetto alla direzione Est – Ovest, probabilmente a causa degli attraversamenti del Po, che avvengono oggi ad una certa distanza uno dall’altro, e rafforzano di conseguenza le direttrici che convergono sui ponti. Per altro verso il territorio delimitato a Nord dal corso del Po e compreso fra le due dorsali infrastrutturali (e quindi fra S. Benedetto e il nodo di Ostiglia-Revere) è inevitabilmente lasciato a margine rispetto alle dorsali stesse, come dimostra l’armatura urbana e la rete infrastrutturale minore. Né questa marginalità viene mitigata dalla presenza di altri elementi portanti forti, che non esistono o sono intrinsecamente insufficienti per strutturare il territorio e costituirne riferimento: e anche in prospettiva l’entrata in funzione dell’intera Cispadana (oggi agibile in modo discontinuo) non promette effetti risolutori, vista la consistente distanza dall’area in questione. 2.3.4 Il sistema dei vincoli Indipendentemente dalle scelte di livello locale, le trasformazioni del territorio risultano condizionate da un sistema di vincoli riconducibili alla pianificazione e programmazione di livello sovralocale, compresi i progetti di nuove infrastrutture per la mobilità, a vincoli di tutela e salvaguardia delle bellezze naturali, quali l’individuazione di parchi e zone protette. Sul territorio comunale gravano poi una serie di ulteriori vincoli puntuali, fra i quali qui si richiamano in particolare: vincoli di aree ed edifici della Soprintendenza per i Beni Culturali (Brescia) vincoli di aree ed edifici della Soprintendenza Archeologica fasce di rispetto dei corsi d’acqua (ex Galasso). A questi si aggiungono vincoli di origine antropica, quali i tracciati degli elettrodotti o dei metanodotti, gli impianti di ricetrasmissione delle comunicazioni aeree (antenne radiobase e per la telefonia mobile), i cimiteri, i pozzi per l’approvvigionamento idrico e i depuratori delle reti fognarie con le relative aree di rispetto nonché la presenza di industrie a Rischio di Incidente Rilevante (R.I.R.). 2.3.5 Impianti tecnologici Il territorio è interessato dalla rete di distribuzione dell’energia elettrica; in particolare le linee dell’alta tensione impongono l’individuazione di fasce di rispetto al fine di evitare l’influenza di possibili radiazioni non ionizzanti, prodotte come noto dal passaggio di corrente a bassa frequenza nelle linee di distribuzione e trasporto della corrente elettrica. Il tracciato della rete è riportato nella cartografia allegata; è da segnalare in particolare un elettrodotto da 132 Kv che interessa le zone residenziali di Villa Poma. Sempre a livello di impianti tecnologici, al fine della successiva individuazione delle necessarie fasce di rispetto, sono stati localizzati i pozzi utilizzati per la fornitura dell’acqua potabile nei comuni dotati di acquedotto (tutti tranne San Benedetto) e i depuratori delle reti fognarie; altri tracciati che impongono distanze di rispetto sono quelli di adduzione e distribuzione della rete del gas metano. Da ultimi sono evidenziati i cimiteri, all’intorno dei quali vengono individuate apposite aree di rispetto da sottoporre a normativa specifica. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 13 di 88 3 SISTEMA SOCIO ECONOMICO 3.1 Lo sviluppo demografico dei 6 comuni 3.1.1 Andamento della popolazione La provincia di Mantova, la cui popolazione al 31.12.2007 risultava essere di 403.665 abitanti, è costituita da 70 comuni con una dimensione media di 5.767 abitanti per comune; nel contesto provinciale i comuni di Pieve di Coriano (1.001 abitanti), Quingentole (1.210), San Giacomo delle Segnate (1.775) e Villa Poma (2.072) rientrano nella fascia dei comuni più piccoli; Quistello (5.923) supera di poco la media provinciale, mentre San Benedetto Po (7.643) risulta nettamente superiore a tale media. Anche le dimensioni territoriali di questi comuni differiscono nettamente: San Benedetto, con una superficie di 69,6 Kmq è quello più esteso, seguito da Quistello con 45,4 Kmq, San Giacomo con 16,3 Kmq, Quingentole, Villa Poma con 14,3 Kmq e Pieve di Coriano con 12,6 Kmq; come conseguenza di ciò il comune con maggiore densità abitativa risulta essere Villa Poma (145,0 abitanti per Kmq), seguito da Quistello (130,3 ab /kmq) San Benedetto e San Giacomo (109,0), Quingentole (84,6) e Pieve di Coriano (79,3). L’andamento demografico, così come risulta dai dati dei censimenti generali della popolazione (dal 1871 al 1991 – v. Tab.1) si discosta, per i comuni analizzati, dall’andamento registrato per l’intera provincia: mentre infatti a livello provinciale la popolazione risulta in aumento dal 1871 al 1951, qui la popolazione registra il proprio apice nel 1931 (passando da 24.810 a 32.909 abitanti), da allora comincia a calare in maniera consistente (fino ad arrivare a 19.792 abitanti nel 1991). T ab. 1 P opolaz ione res idente alle date dei c ens imenti anni 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 P ieve di C oriano 1.268 1.254 1.301 1.484 1.549 1.467 1.488 1.459 1.181 1.004 881 823 841 Quing entole Quis tello 2.701 2.490 2.501 2.679 2.583 2.697 2.671 2.715 1.858 1.552 1.387 1.301 1.181 6.546 6619 7191 8495 9054 9596 9404 9261 7786 6885 6442 5982 5651 S . B enedetto S . G iac omo d/ Po S eg nate 10.399 2.056 10.484 2.079 10.908 2.149 12.192 2.548 13.121 2.712 13.578 3.145 13.573 3.229 13.127 3.127 10.651 2.740 8.788 2.245 8.148 2.029 7.696 1.858 7.206 1.691 T otale 6 C omuni 24.810 24.675 25.952 29.693 31.557 32.909 32.869 32.272 26.240 22.408 21.054 19.792 18.545 Villa P oma 1.840 1.749 1.902 2.295 2.538 2.426 2.504 2.583 2.024 1.934 2.167 2.132 1.975 T otale P rovinc ia 292.737 300.311 315.448 353.006 380.802 403.422 407.977 424.753 387.255 376.892 377.158 369.630 377.790 S erie s toric a dal 1871 al 2001 T otale 6 c omuni 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 1871 Data 16/07/2010 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc 1971 1981 1991 2001 Pag. 14 di 88 Tale tendenza alla riduzione demografica registra una modesta inversione di tendenza negli anni successivi al 2001 ma, a differenza del dato medio provinciale che vede la popolazione totale in netta ripresa, nei comuni considerati, il livello demografico raggiunto nel 1991 non subisce consistenti variazioni; si discosta da questo trend solo il comune più piccolo – Pieve di Coriano - che registra un costante incremento, superando nel 2007 la soglia delle 1.000 unità, con un incremento del 21,6% rispetto al dato del 1991 (v. tab.2). T ab. 2 P opolaz ione res idente al 31.12 P ieve di C oriano 837 838 820 828 839 824 834 848 851 841 862 874 910 927 998 1.001 anni 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Quing entole Q uis tello 1.303 1.295 1.256 1.239 1.233 1.219 1.231 1.244 1.233 1.181 1.239 1.256 1.267 1.238 1.220 1.210 5.937 5.892 5.829 5.790 5.827 5.821 5.830 5.853 5.901 5.865 5.846 5.794 5.847 5.843 5.897 5.923 S . B enedetto S . G iac omo d/ Po S eg nate 7.625 1.831 7.568 1.818 7.522 1.826 7.534 1.800 7.558 1.774 7.564 1.758 7.556 1.761 7.516 1.743 7.534 1.715 7.498 1.691 7.519 1.704 7.568 1.716 7.607 1.745 7.582 1.760 7.550 1.756 7.643 1.775 Villa P oma 2.134 2.124 2.082 2.071 2.064 2.053 2.035 2.007 2.022 2.042 2.034 2.022 2.057 2.101 2.047 2.072 T otale 6 C omuni 19.667 19.535 19.335 19.262 19.295 19.239 19.247 19.211 19.256 19.118 19.204 19.230 19.433 19.451 19.468 19.624 8.000 7.000 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 P ieve di C oriano Quingentole Quis tello S . B enedetto P o S . G iac omo d/ S egnate V illa P oma Considerando invece il numero di famiglie residenti, si può verificare che tale dato, in linea con la media provinciale, risulta comunque in aumento, con un numero medio di componenti per famiglia che passa da 3,06 nel 1991 a 2,49 nel 2007; tale tendenza non si manifesta in maniera omogenea per tutti i comuni: rispetto alle famiglie residenti nel 1991 l’incremento risulta essere del 15,9% a Quistello e del 14,4% a S. Benedetto (i comuni più grandi), seguiti da Villa Poma con il 12,95% e da Pieve di Coriano con il 9,8%; negli altri due comuni di San Giacomo e Quingentole il numero delle famiglie residenti risulta invece pressoché stazionario (v. Tab.3). Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 15 di 88 T ab. 3 F amig lie res identi P ieve di C oriano 284 292 357 355 350 353 361 364 364 366 351 359 377 388 392 anno 1971 1981 1991 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Q uing entole Quis tello 445 479 495 492 488 488 494 497 503 503 506 508 504 496 502 1.994 1.989 2.101 2.260 2.254 2.254 2.243 2.268 2.343 2.304 2.316 2.360 2.387 2.407 2.436 S . B enedetto S . G iac omo d/ Po S eg nate 2.539 689 2.570 678 2.593 692 2.691 751 2.719 749 2.739 758 2.742 767 2.788 708 2.826 709 2.827 748 2.859 756 2.902 711 2.914 714 2.928 707 2.967 715 Villa P oma 509 663 749 767 770 770 768 785 806 827 842 863 846 838 846 T otale 6 C omuni 6.460 6.671 6.987 7.316 7.330 7.362 7.375 7.410 7.551 7.575 7.630 7.703 7.742 7.764 7.858 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 1971 1981 1991 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 P ieve di C oriano Q uingentole Q uis tello S . B enedetto P o S . G iac omo d/ S egnate V illa P oma Se poi ci soffermiamo sull’andamento dell’ultimo decennio possiamo verificare che l’incremento medio annuo risulta essere pari a 25 famiglie a S. Benedetto, 18 a Quistello, 7,6 a Villa Poma, 4,2 a Pieve di Coriano, 1,4 a Quingentole e addirittura 3,4 a San Giacomo delle Segnate (v. Tab.4). In quasi tutti i comuni, pur con singole variazioni, la maggior parte delle famiglie (intorno al 30%) risulta costituita da due componenti, con una tendenza all’aumento del numero di famiglie monocomponente; si discosta dagli altri Pieve di Coriano, dove le famiglie costituite da una sola persona hanno un peso maggiore, arrivando nel 2007 al 36,2% sul totale delle famiglie residenti. 2005 2006 2007 T ab.4 - C o ns is tenza dei nuc lei famig liari anno 1971 1981 1991 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 P opolaz ione res idente 22.408 21.054 19.792 19.295 19.239 19.247 19.211 19.256 19.118 19.204 19.230 19.433 19.451 19.468 19.624 F amig lie res identi 6.460 6.671 6.987 7.316 7.330 7.362 7.375 7.410 7.551 7.575 7.630 7.703 7.742 7.764 7.858 C ons is tenz a media 3,47 3,16 2,83 2,64 2,62 2,61 2,60 2,60 2,53 2,54 2,52 2,52 2,51 2,51 2,50 Considerando poi la distribuzione della popolazione sul territorio, si rileva per tutti i comuni, in linea con quanto si registra a livello provinciale, una tendenza alla concentrazione di residenti e famiglie nei centri abitati; anche in questo caso vi sono differenze: nei comuni di Pieve di Coriano, San Benedetto e Villa Poma la percentuale di residenti nei centri abitati è – nel 2001 Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 16 di 88 prossima all’80%; negli altri tre comuni, alla stessa data, il 25% della popolazione risulta risiedere tuttora in campagna, cioè nei nuclei (10%) e nelle case sparse (16%). 3.1.2 L’età dei residenti Valutando in complesso la popolazione dei 6 comuni distribuita per fasce di età al 31.12.2007 si rileva una maggiore presenza di popolazione anziana con età superiore ai 65 anni (25,28%), rispetto alla media provinciale (21,59%); la stessa considerazione vale per la popolazione in età lavorativa compresa nella fascia 45-64 anni che qui rappresenta il 26,62% dei residenti, contro il 21,59 della media provinciale; risultano di conseguenza meno consistenti le fasce più giovani. T ab. 5 - P opo lazione res idente per partic olari c las s i d i età P ieve di C oriano Quing entole S . B enedetto S . G iac omo d/ Po S eg nate Quis tello T otale 6 C omuni Villa P oma T otale P rovinc ia C las s i di età P opola zione da 1 a 5 a nni n % 51 5,09 48 3,97 240 4,05 310 4,06 64 3,53 78 3,76 791 4,02 22410 5,55 P opola zione da 6 a 14 anni n % 76 7,59 104 8,60 435 7,34 579 7,58 129 7,12 146 7,05 1469 7,47 30801 7,63 P opola zione da 15 a 44 anni n % 392 39,16 437 36,12 2.118 35,76 2.792 36,53 675 37,27 781 37,69 7.195 36,60 158.661 39,31 P opola zione da 45 a 64 anni n % 255 25,47 314 25,95 1.599 27,00 1.999 26,15 492 27,17 575 27,75 5.234 26,62 104.614 25,92 P opola zione con oltre 65 anni n % 227 22,68 307 25,37 1.531 25,85 1.963 25,68 451 24,90 492 23,75 4.971 25,28 87.159 21,59 P opola zione totale n % 1.001 100,00 1.210 100,00 5.923 100,00 7.643 100,00 1.811 100,00 2.072 100,00 19.660 100,00 403.645 100,00 3000 Il comune in cui l’età della popolazione risulta più allineata con la media provinciale è Pieve di Coriano, che è il comune in cui si è parallelamente registrata una tendenza al progressivo aumento demografico. 2500 2000 1500 1000 500 0 da 1 a 5 anni da 6 a 14 anni da 15 a 44 anni da 45 a 64 anni P ieve di C oriano Q uingentole Quis tello S . B enedetto P o S . G iacomo d/ S egnate V illa P oma c on oltre 65 anni 3.1.3 Il movimento anagrafico Considerando i movimenti della popolazione registrati dagli uffici anagrafe comunali, si rileva che il saldo naturale (differenza tra nati e morti) risulta in genere negativo per tutti i comuni, mentre è spesso positivo il saldo migratorio; l’incremento demografico registrato è quindi dovuto alla prevalenza delle nuove iscrizioni rispetto alle cancellazioni e alla prevalenza del saldo migratorio su quello naturale. Confrontando i tassi di crescita naturale e migratoria dei 6 comuni con la media provinciale, si rileva una discreta analogia nell’andamento annuale, anche se talvolta nei comuni analizzati si registrano tassi di mortalità più elevati e tassi di natalità più bassi. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 17 di 88 3.1.4 La popolazione straniera Anche la tendenza all’incremento della popolazione straniera risulta in linea con l’andamento provinciale; la percentuale di stranieri residenti, che nel 1991 non raggiungevano l’1%, è andata progressivamente aumentando; in particolare nei comuni di Quingentole (11,2% al 31.12.2007) e San Giacomo delle Segnate (12,6 %), tale proporzione risulta addirittura superiore rispetto alla media di tutti i comuni della provincia (10,1%). T ab.6 - P opolaz ione s traniera res idente al 31.12 % popolaz ione s traniera s u res idente Anni 1991 2001 2003 2004 2005 2006 2007 P ieve di C oriano 0,5% 2,1% 3,8% 5,2% 6,6% 6,5% 7,7% Quing entole 0,5% 5,8% 9,4% 11,0% 10,2% 11,3% 11,2% Quis tello 0,3% 2,9% 4,4% 5,7% 6,1% 6,6% 7,4% S . B enedetto S . G iac omo d/ Po S eg nate 0,2% 0,3% 3,5% 1,5% 3,4% 5,4% 4,4% 8,5% 4,7% 10,5% 5,1% 11,5% 5,7% 12,6% Villa P oma 0,1% 1,5% 2,8% 3,5% 3,5% 3,6% 4,9% T otale P rovinc ia 0,7% 4,2% 6,2% 7,4% 8,1% 8,8% 10,1% T otale 6 C omuni 0,3% 2,9% 4,9% 6,4% 6,9% 7,4% 8,3% Si tratta di persone giovani, in età lavorativa, che una volta insediate tendono a stabilizzarsi in loco con le loro famiglie, dando un contributo positivo all’incremento delle nascite; la tendenza ad avere un maggior numero di figli rispetto alle famiglie italiane, con un’età media al parto più bassa, ha poi come conseguenza un incremento della componente straniera anche tra le fasce più giovani, soprattutto in età scolare. 3.1.5 Possibili proiezioni future A livello demografico, il quadro che emerge è quello di un progressivo spopolamento, con incremento del tasso di invecchiamento dei residenti e riduzione della presenza di popolazione in età lavorativa. L’apporto di nuova popolazione straniera, sia in termini di immigrazione che in termini di natalità, può contribuire a produrre una inversione di tendenza nell’andamento demografico; l’elevato tasso di invecchiamento e il ridotto indice di ricambio contribuiscono però a rendere molto limitato il peso di tale possibile incremento. Sulla base di proiezioni elaborate dall’Ufficio Statistica della Provincia di Mantova, anche con un’ipotesi di fecondità crescente, l’incremento che potrebbe registrare la popolazione nel 2012 non supererebbe il 2,1% rispetto ai residenti presenti al 31.12.2007 (+418 unità), mentre l’incremento per il decennio 2007-2017 risulterebbe pari al 4,2% (v. Tab.7). In estrema sintesi, i problemi con cui le amministrazioni locali dovranno confrontarsi in un prossimo futuro saranno fondamentalmente legati a un aumento della popolazione anziana, che avrà bisogno di strutture di servizio, assistenza e anche di mobilità adeguate, e all’incremento della componente straniera, anche nelle fasce di popolazione in età scolare, con ricadute sul tipo di domanda abitativa e sull’istruzione dell’obbligo. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 18 di 88 Tab.7 - Proiezioni di sviluppo demografico per i prossimi 10 anni - ipotesi con fecondità costante e crescente Elaborazioni Ufficio Statistica Provincia di Mantova anni Comuni 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 fecondità Pieve di Coriano Quingentole Quistello San Benedetto Po S. Giacomo delle Segnate Villa Poma Totale 6 comuni costante 1.001 1.010 1.019 1.027 1.035 1.042 1.049 1.056 1.062 1.069 1.076 crescente 1.001 1.010 1.019 1.027 1.035 1.042 1.049 1.056 1.063 1.070 1.077 costante 1.210 1.213 1.216 1.218 1.220 1.221 1.222 1.222 1.221 1.221 1.220 crescente 1.210 1.213 1.216 1.220 1.223 1.225 1.228 1.230 1.232 1.235 1.237 costante 5.923 5.936 5.948 5.957 5.963 5.968 5.971 5.972 5.973 5.972 5.970 crescente 5.923 5.936 5.950 5.963 5.975 5.987 5.999 6.011 6.022 6.034 6.046 costante 7.643 7.691 7.736 7.778 7.819 7.858 7.896 7.933 7.970 8.006 8.042 crescente 7.643 7.691 7.738 7.784 7.829 7.875 7.921 7.967 8.015 8.062 8.111 costante 1.811 1.822 1.834 1.845 1.855 1.865 1.875 1.885 1.894 1.903 1.912 crescente 1.811 1.822 1.834 1.847 1.859 1.872 1.885 1.898 1.911 1.925 1.938 costante 2.072 2.072 2.072 2.072 2.070 2.068 2.066 2.063 2.059 2.055 2.051 crescente 2.072 2.072 2.073 2.074 2.075 2.076 2.078 2.079 2.081 2.082 2.084 costante 19.660 19.745 19.824 19.897 19.962 20.022 20.078 20.130 20.179 20.225 20.270 crescente 19.660 19.745 19.830 19.914 19.996 20.078 20.160 20.242 20.324 20.407 20.492 3.2 Lo sviluppo socioeconomico 3.2.1 L’attività della popolazione Considerando la presenza di popolazione attiva nei diversi comuni si rileva che il numero di attivi tende a ridursi leggermente nei comuni di Quingentole, Quistello, San Benedetto e San Giacomo delle Segnate, mentre resta abbastanza costante a Pieve e Villa Poma (v. Tab.8). T ab.8 - P op olazione res id ente attiva in c ondiz ione profes s ionale per s ettore di attività ec ono mic a Dati IS T A T 1981 - 1991 - 2001 Anni 1981 1991 2001 P ieve di S . B enedetto S . G iac omo d/ C omune Quing entole Quis tello V illa P oma C oriano Po S eg nate S ettori ag ric oltura 118 184 801 854 228 238 indus tria 126 196 1.032 1.424 344 395 altro 109 148 894 1.004 219 260 tot. 353 528 2.727 3.282 791 893 ag ric oltura 75 131 537 577 145 137 indus tria 150 213 1.057 1.361 368 418 altro 119 173 1.081 1.290 272 336 tot. 344 517 2.675 3.228 785 891 ag ric oltura 43 68 328 378 107 99 indus tria 159 227 1.162 1.361 352 402 altro 156 200 1.076 1.364 289 391 tot. 358 495 2.566 3.103 748 892 T otale 6 C omuni 2.185 28,4% 3.122 40,6% 2.374 30,9% 7.681 100,0% 1.465 19,4% 3.149 41,7% 2.935 38,9% 7.549 100,0% 924 12,7% 3.261 44,9% 3.085 42,4% 7.270 100,0% T otale P rovinc ia 25.515 66.944 61.916 154.375 18.289 71.013 71.996 161.298 13.856 74.542 79.994 168.392 16,5% 43,4% 40,1% 100,0% 11,3% 44,0% 44,6% 100,0% 8,2% 44,3% 47,5% 100,0% Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc altro indus tria agric oltura altro indus tria agric oltura altro indus tria agric oltura Se andiamo ad analizzare la 1.600 distribuzione degli attivi nei 1.400 diversi settori di attività 1.200 economica possiamo 1.000 P ieve di C oriano constatare come gli occupati 800 Quingentole in agricoltura nel 1961 600 Quis tello rappresentassero più del S . B enedetto P o 400 50% degli attivi censiti in tutti S . G iac omo d/ 200 i comuni considerati, con S egnate V illa P oma punte oltre il 59% a Pieve di 0 Coriano e Villa Poma; negli anni successivi si registra 1981 1991 2001 una tendenza alla riduzione degli occupati in agricoltura e un aumento del settore terziario; si rileva però che la riduzione del peso del settore agricolo (dal 28,26% del 1981 al 12,53% del 2001) risulta in questa zona meno consistente rispetto all’intera provincia e, in parallelo, risulta più ridotto l’aumento del peso del settore terziario, mentre rimane abbastanza costante la presenza di occupati nell’industria. Pag. 19 di 88 Analizzando più in dettaglio i dati sull’età della popolazione attiva, occupata nei diversi settori, si rilevano alcuni scostamenti rispetto alla media provinciale; in particolare nei comuni di Quingentole e Villa Poma si sono ridotti drasticamente gli attivi con meno di 30 anni e occupati in agricoltura, mentre risultano leggermente più numerosi quelli occupati nell’industria; tra gli attivi, la fascia di età più consistente risulta in genere quella compresa tra i 30 e i 54 anni, ma a San Giacomo delle Segnate più del 30% degli attivi in agricoltura risulta avere più di 55 anni. Cambia anche negli anni il rapporto delle diverse posizioni nella professione, che vede aumentare le categorie dei lavoratori dipendenti (che nel 2001 rappresentano circa al 68% degli occupati di Quingentole, Quistello, San Giacomo e Villa Poma e il 63,8% negli altri due comuni) e degli imprenditori e liberi professionisti (che passano dall1% del 1961 al 5 –7% del 2001); risultano invece in diminuzione i lavoratori in proprio e in netto calo le categorie dei coadiuvanti familiari (da più del 20% a meno del 5%). Scendendo più nel dettaglio, il settore in cui c’è una maggiore presenza di lavoratori dipendenti in posizione subordinata risulta quello industriale (87,2% a Quingentole, 71,6% a San Giacomo e intorno all’80% negli altri comuni), i lavoratori in proprio risultano più consistenti nel settore dell’agricoltura (con punte massime oltre il 62% a Villa Poma e Pieve di Coriano e minime del 40,7% a Quingentole) mentre nel settore terziario prevalgono sempre i dipendenti , ma vi è una discreta presenza anche di lavoratori in proprio. Considerando il rapporto tra popolazione attiva e residenti si rileva che, nei comuni considerati, il tasso di attività risulta generalmente inferiore rispetto al dato medio provinciale, che nel 2001 risultava essere pari al 52,5%; in tale data, le punte più basse si registrano a Quingentole (46,7%) e San Benedetto Po (47,7%) ed anche a Quistello si registra un tasso leggermente inferiore (50,1%).mentre l’unico comune che risulta allineato alla media provinciale risulta essere Villa Poma (52,0%) (v.Tab.9). T ab.9 - P opolaz ione res idente da 15 anni in poi - attiva e non attiva C ens imento IS T AT 2001 condiz ione occupati C omuni n % P ieve di C oriano 358 48,2% Q uing entole 495 45,6% Q uis tello 2.566 48,5% S an B enedetto P o3.103 46,1% S . G iacomo d/S egnate 748 48,8% V illa P oma 892 49,3% T otale 6 comuni 8.162 47,5% popolazione attiva in cerca occupaz. n % 2 0,3% 12 1,1% 85 1,6% 109 1,6% 8 0,5% 48 2,7% 264 1,5% totale n 360 507 2.651 3.212 756 940 8.426 % 48,5% 46,7% 50,1% 47,7% 49,3% 52,0% 49,0% popolaz ione non attiva n % 382 51,5% 579 53,3% 2.638 49,9% 3.521 52,3% 776 50,7% 868 48,0% 8.764 51,0% T otale n 742 1.086 5.289 6.733 1.532 1.808 17.190 % 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Villa Poma e Quistello sono anche i comuni ove la presenza di popolazione non attiva, tra i residenti con più di 15 anni, risulta inferiore al 50%, mentre negli altri comuni i non attivi superano tale soglia, con punte massime a Quingentole (53,3%) e San Benedetto Po (52,3%); tra i non attivi prevalgono i ritirati dal lavoro, con punte del 65,8% a Quingentole e 63,6% a Pieve di Coriano; in tutti i comuni risulta invece in consistente diminuzione la categoria degli studenti. 3.2.2 La struttura produttiva locale I dati censuari sulle unità locali e sugli addetti forniscono utili indicazioni sulla consistenza e sulla diversificazione della struttura produttiva locale; analizzando i dati in serie storica per tutti i comuni considerati, si rileva una tendenza all’aumento del numero di unità locali presenti nel decennio 1971-1981; negli anni successivi si registra invece una progressiva riduzione del numero di unità locali, che raggiunge punte estreme a Quingentole (- 36,7% dal 1981 al 2001), Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 20 di 88 San Giacomo delle Segnate (-30%), Villa Poma (-24%) e Quistello (-20%), mentre il fenomeno risulta più contenuto a San Benedetto Po (-7,9%) e Pieve di Coriano (-6.8%). Cala di conseguenza, ma con proporzioni diverse, anche il numero degli addetti: il comune in cui il fenomeno, per i 20 anni considerati, assume proporzioni più rilevanti è ancora Quingentole (-24,8%), seguito da San Giacomo delle Segnate (-16,2%) e San Benedetto Po (-14,3%); a Quistello e Villa Poma, pur in presenza di una riduzione del numero delle unità locali, il numero degli addetti risulta invece stazionario, mentre a Pieve di Coriano tale dato registra un netto aumento (v. Tab.9). T ab.10 - Unità loc ali e addetti Dati c ens imenti IS T AT anni C omuni P ieve di C oriano Q uingentole Q uis tello S an B enedetto P o S . G iacomo d/S egnate V illa P oma T otale 6 comuni 1971 addetti 59 96 112 210 453 1.277 459 1.123 146 289 114 428 1.343 3.423 u.l. 1981 addetti 73 137 158 262 596 1.813 595 1.806 220 617 208 796 1.850 5.431 u.l. 1991 addetti 83 179 121 219 536 1.467 560 1.730 176 587 196 839 1.672 5.021 u.l. 2001 addetti 68 166 100 197 477 1.807 548 1.548 154 517 157 804 1.504 5.039 u.l. unità loc ali 700 600 500 400 300 200 100 0 1971 1981 1991 2001 P ieve di C oriano Q uingentole Q uis tello S an B enedetto P o S . G iacomo d/S egnate V illa P oma addetti 2.000 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 1971 1981 1991 2001 P ieve di C oriano Q uingentole Quis tello S an B enedetto P o S . G iac omo d/S egnate V illa P oma I settori produttivi più rappresentati risultano, nella maggior parte dei comuni considerati, quelli delle costruzioni e del commercio e riparazioni (v.Tab.11), sia in termini di unità locali che di Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 21 di 88 addetti; un altro settore discretamente rappresentato è quello classificato come “altri servizi”; le industrie manifatturiere sono altresì presenti sempre nel 2001, con un numero consistente di addetti, a Quistello (1.060 addetti), San Benedetto (602 addetti), Villa Poma (424 addetti) e San Giacomo (287 addetti). T ab.11 - Unità loc ali per s ettori di attività ec onomic a Dati c ens imenti IS T A T 2001 S ettori di attività Ag ricoltura e pes ca Indus trie es trattive Indus trie manifatturiere E nerg ia, gas e acqua C os truz ioni C ommercio e riparaz ioni Alberg hi e pubblici es erciz i T ras porti e telecomunicaz ioni C redito e as s icuraz ioni Altri s erviz i T otale T otale 6 C omuni T otale P rovinc ia n % n % 29 2,1% 427 1,3% 2 0,1% 61 0,2% 243 18,0% 5.338 16,1% 1 0,1% 47 0,1% 231 17,1% 5.120 15,5% 378 28,0% 9.591 29,0% 67 5,0% 1.562 4,7% 53 3,9% 1.407 4,3% 39 2,9% 1.015 3,1% 307 22,7% 8.534 25,8% 1.350 100,0% 33.102 100,0% unità lo c ali add etti Altri s erviz i 100,0% C redito e as s ic uraz ioni 90,0% A ltri s erviz i 100,0% C redito e as s icuraz ioni Tras porti e telecomunic az ioni 90,0% Alberg hi e pubblici es erciz i 80,0% C ommerc io e riparaz ioni 70,0% 60,0% C os truz ioni 60,0% C os truz ioni 50,0% E nergia, gas e ac qua 50,0% E nergia, gas e ac qua 40,0% Indus trie manifatturiere 40,0% Indus trie manifatturiere Indus trie es trattive 30,0% Indus trie es trattive 30,0% 20,0% A gric oltura e pes ca 80,0% 70,0% Ag ricoltura e pes ca 20,0% Tras porti e telec omunicaz ioni A lberghi e pubblic i es erc iz i C ommerc io e riparaz ioni 10,0% 10,0% d. om o Vi Se de ne Be lla gn Po m a at e Po tto st e ll o ui Q G ia c S. in ge nt ria Qu Co di ev e Pi om o S. V illa gn Po m a at e Po d. ne d Se et to ui st el lo Be S. G ia c ge ui n Q S. nt ol e o or ia n Q C di e Pi ev ol e no 0,0% 0,0% Vi è poi da rilevare la presenza di una industria estrattiva con 30 addetti a San Benedetto e un’altra dello stesso settore con 14 addetti a Quingentole; in quest’ultimo comune risulta inoltre presente al 2001 una struttura con 11 addetti riconducibile al settore energia, gas e acqua, ma tale unità non compare più nei dati aggiornati al 2007. Considerando infine il numero medio di addetti per unità locale va segnalata in particolare la situazione di Villa Poma che registra in complesso un dato medio di 5,1 addetti /u.l. per la presenza di industrie manifatturiere con 13,3 addetti/u.l. e attività di trasporto e telecomunicazione con 7,6 addetti /u.l. Considerando poi i dati forniti dalla Camera di Commercio per l’anno 2004 relativi alle unità locali divise per macrosettori, il confronto con il dato medio provinciale evidenzia un maggior peso dei settori dell’industria (24,4% contro il 18,4%) e un‘incidenza minore delle attività dei servizi (25,9% rispetto al 29,7%); gli scostamenti più significativi si rilevano a Pieve di Coriano, dove l’industria ha un peso molto ridotto a favore del settore commercio, e a San Giacomo delle Segnate, in cui si ha invece un maggior peso del settore industriale e un’incidenza più ridotta del settore delle costruzioni e dei servizi. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 22 di 88 Dati relativi ai 6 comuni - Le unità locali per macrosettore di attività - anno 2004 (valori assoluti e composizione % riga=100) Pieve di Coriano Quistello San Benedetto Po San Giacomo delle Segnate Villa Poma Ind.* Costruz. v.a. Comm. Servizi Totale Ind.* Costruz. % Comm. Servizi Totale 7 19 27 19 72 9,7 26,4 37,5 26,4 100 112 85 152 137 486 23,0 17,5 31,3 28,2 100 127 116 178 143 564 22,5 20,6 31,6 25,4 100 62 28 45 37 172 36,0 16,3 26,2 21,5 100 30 47 42 167 28,7 18,0 28,1 25,1 100 278 449 378 1.461 24,4 19,0 30,7 25,9 100 7.337 11.251 10.613 35.773 18,4 20,5 31,5 29,7 100 48 TOTALE 6 356 COMUNI PROVINCIA 6.572 Fonte: elaborazioni su dati Camera di Commercio *Manifattura e produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua Considerando più in dettaglio i settori manifatturieri presenti nel territorio considerato si rileva una consistente presenza del settore tessile e manifatturiero (in particolare a Quistello e San Giacomo), delle industrie di trasformazione alimentare (Quistello e San Benedetto), della produzione di prodotti in metallo e di macchine elettroniche ed elettriche. 3.2.3 Il settore commerciale I dati dell’Osservatorio regionale del Commercio, relativi ai 6 comuni considerati, evidenziano la presenza di una rete commerciale proporzionata con il numero di abitanti insediati; complessivamente le attività insediate nel giugno 2005 risultano essere 255; di queste il 71% mostra una specializzazione nei generi non alimentari, cui si affianca un 7% di tipo misto. Per quanto riguarda in particolare il settore non alimentare, oltre a una buona disponibilità nei comuni più grandi di Quistello e San Benedetto, si segnala una consistete presenza di esercizi commerciali non alimentari a Villa Poma, ove risultano censite 182 attività per una superficie complessiva di 1.742 mq. Commercio al dettaglio negli esercizi di vicinato nei comuni coordinati Comune N° MQ Alimentare Alimentare Pieve di Coriano N° non MQ alimentare 2 74 non N° misto MQ misto alimentare 4 221 1 40 4 193 4 187 5 167 Quistello 19 814 63 4.295 2 100 San Benedetto Po 15 484 67 3.592 9 476 San Giacomo delle Segnate 7 270 15 741 - - Villa Poma 7 419 29 1.742 2 122 54 2.254 182 10.778 19 905 Quingentole Totale 6 comuni Fonte: Osservatorio Regionale del Commercio, 30 Giugno 2005 3.2.4 Il settore agricolo Confrontando i dati sulle aziende agricole relativi agli anni 1982 e 2000 si rileva, in tutti i comuni, una tendenza all’incremento della superficie media aziendale: infatti, a fronte di una consistente diminuzione del numero delle aziende agricole presenti sul territorio (che supera il 30% in tutti i comuni con una punta del 48,2% a San Giacomo), la superficie da queste coltivata si riduce al massimo dell’8.8% a San Giacomo, mentre negli altri comuni tale riduzione non supera il 5,7%). Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 23 di 88 T ab.12 - Aziende ag ric ole e s uperfic ie az iendale Dati IS T AT anni C omuni P ieve di C oriano Q uingentole Q uis tello S an B enedetto P o S . G iacomo d/S egnate Villa P oma T otale 6 comuni a ziende 97 139 483 606 166 159 1.650 1982 s uperficie s up. media 689,41 7,11 1.186,87 8,54 3.966,02 8,21 5.346,48 8,82 1.588,14 9,57 1.291,16 8,12 14.068,08 8,53 aziende 63 98 298 414 86 101 1.060 2001 s uperficie s up. 649,52 1.298,21 3.765,92 5.249,00 1.447,99 1.247,97 13.658,61 media 10,31 13,25 12,64 12,68 16,84 12,36 12,89 La superficie agricola utilizzata nell’anno 2000, secondo i dati del censimento dell’agricoltura, era di circa 12.000 ettari, pari al 7% dalla SAU provinciale; la superficie mediamente utilizzata dalle aziende risulta leggermente inferiore rispetto alla media provinciale (11,3 ettari contro i 14,1 della provincia). La superficie agricola utilizzata si riduce leggermente in tutti i comuni (con proporzioni dal 3,8% di Pieve di Coriano al 9,2% di San Giacomo delle Segnate) tranne che a Quingentole dove si ha addirittura un aumento del 4,9% della SAU. T ab. 13 - S uperfic ie aziendale s ec ondo l'utilizz az io ne dei terreni Dati IS T AT 2000 s eminativi P ieve di C oriano Quing entole Quis tello S . B enedetto Po S an G iac omo d. S eg nate Villa P oma T otale 6 C omuni T otale P rovinc ia n % n % n % n % n % n % n % n % 456,22 85,0% 1.023,19 84,5% 3.222,13 86,3% 4.295,14 89,2% 1.269,96 77,4% 1.074,62 88,5% 11.341,26 86,2% 153.508,02 80,6% S uperfic ie ag ric ola utilizza ta c oltivaz ioni prati c oltivazioni leg nos e permanenti e permanenti ag rarie pas c oli 42,13 5,00 7,8% 0,9% 0,0% 76,06 8,73 6,3% 0,7% 0,0% 228,31 18,11 6,1% 0,5% 0,0% 183,80 9,59 3,8% 0,2% 0,0% 42,46 2,6% 0,0% 0,0% 41,64 3,4% 0,0% 0,0% 614,40 41,43 4,7% 0,3% 0,0% 4.906,39 8.425,22 2,6% 4,4% 0,0% tota le s uperfic ie a bos c hi 503,35 93,8% 1.107,98 91,5% 3.468,55 92,9% 4.488,53 93,2% 1.312,42 80,0% 1.116,26 91,9% 11.997,09 91,2% 166.839,63 87,6% 0,60 0,1% 2,82 0,2% 2,05 0,1% 14,48 0,3% 14,48 0,9% 0,0% 34,43 0,3% 762,87 0,4% altra s uperfic ie 32,78 6,1% 99,97 8,3% 264,87 7,1% 313,02 6,5% 313,02 19,1% 97,98 8,1% 1.121,64 8,5% 12.454,38 6,5% T OT AL E 536,73 100,0% 1.210,77 100,0% 3.735,47 100,0% 4.816,03 100,0% 1.639,92 100,0% 1.214,24 100,0% 13.153,16 100,0% 190.393,51 100,0% Considerando i dati della Camera di Commercio alla fine del 2004, le unità locali attive erano 863, con una riduzione di 197 unità nel triennio 2001-2004; il ridimensionamento del comparto agricolo è stato in questa zona molto consistente, con un peso rilevante rispetto al territorio provinciale, in cui la diminuzione complessiva risulta di 683 unità Aziende agricole, Sau (in ettari) e dimensioni medie nei 6 comuni Aziende SAU* SAU Censite* Media Pieve di Coriano 63 503 8,0 Quingentole 98 1.108 11,3 Quistello 298 3.469 11,6 San Benedetto Po 414 4.488 10,8 San Giacomo delle Segnate 86 1.312 15,3 Villa Poma 101 1.116 11,0 Totale Area 6 Comuni 1.060 11.996 11,3 Totale provincia di Mantova 11.819 166.840 14,1 U.l. 2004** 41 68 249 322 106 77 863 10.320 Variazione 2001-2004 -7 -5 -36 -26 -6 -7 -197 -683 Fonte: elaborazioni su dati 5° censimento generale dell'agricoltura 2000 - dati Camera di Commercio di Mantova Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 24 di 88 La forma di conduzione prevalente è quella diretta del coltivatore che si avvale in genere di manodopera familiare; si discosta leggermente dagli altri comuni Quingentole, ove risulta presente un 15,3% di aziende con salariati; a tale tipo di conduzione corrisponde in genere una superficie aziendale più estesa. Tra le coltivazioni praticate prevalgono i seminativi, che generalmente superano l’80% della SAU; sono presenti anche coltivazioni legnose agrarie e in alcuni casi (in particolare a San Giacomo e San Benedetto) superfici a boschi; non risultano più presenti invece le coltivazioni permanenti (che coprivano nel 1982 dal 5 al 10% della SAU). Scendendo più nel dettaglio, si può rilevare come a Pieve di Coriano e Quingentole la coltura di cereali rappresenta, tra i seminativi, quella maggiormente praticata (oltre il 65%) sia in termini di numero di aziende che in termini di superficie; a San Giacomo delle Segnate la coltivazione dei cereali risulta quasi equivalente alle coltivazioni foraggere avvicendate; queste risultano invece più estese a San Benedetto (51,8%) e Quistello (57,7%); va inoltre rilevata una discreta presenza di coltivazioni ortive a Villa Poma (11,4% le aziende, 6,4% la superficie coltivata). Dall’analisi dell’età dei lavoratori in agricoltura nell’anno 2000, confrontata con il dato medio provinciale si può verificare come la fascia di età più consistente risulti essere quella compresa tra i 60 e i 64 anni; rispetto alla media provinciale, ove tale fascia rappresenta il 25,7%, tale dato risulta più consistente a Pieve di Coriano (40,8%), mentre nei comuni di Quingentole, San Giacomo e Villa Poma tale presenza si attesta intorno al 30-31%; più in linea con la media provinciale risultano Quistello e San Benedetto Po; in questi ultimi due comuni, va inoltre rilevata una discreta presenza di lavoratori giovani (circa 12% con età inferiore ai 25 anni). T ab.14 - Numero di lavoratori in ag ric oltura per c las s i d'età C ens imento IS T AT Ag ric oltura 2000 età n % n Quing entole % n Q uis tello % S . B enedetto n Po % S an G iac omo n % d. S eg nate n Villa P oma % n T otale % 6 C omuni n T otale P rovinc ia % P ieve di C oriano < 20 8 4,6% 8 3,1% 41 4,5% 79 6,2% 13 4,8% 17 5,7% 166 5,2% 1.731 4,9% 20-24 5 2,9% 9 3,5% 73 8,0% 78 6,1% 12 4,4% 15 5,1% 192 6,0% 2.263 6,4% 25-29 9 5,2% 21 8,1% 58 6,4% 63 4,9% 10 3,7% 17 5,7% 178 5,6% 2.237 6,4% 30-34 8 4,6% 21 8,1% 48 5,3% 89 7,0% 22 8,1% 24 8,1% 212 6,6% 2.461 7,0% 35-39 7 4,0% 17 6,6% 53 5,8% 83 6,5% 21 7,7% 15 5,1% 196 6,1% 2.441 6,9% 40-44 8 4,6% 24 9,3% 59 6,5% 75 5,9% 16 5,9% 24 8,1% 206 6,5% 2.524 7,2% 45-49 16 9,2% 17 6,6% 91 10,0% 133 10,4% 21 7,7% 24 8,1% 302 9,5% 3.326 9,4% 50-54 16 9,2% 23 8,9% 73 8,0% 86 6,7% 19 7,0% 28 9,4% 245 7,7% 2.724 7,7% 55-59 16 9,2% 18 6,9% 99 10,9% 114 8,9% 24 8,8% 25 8,4% 296 9,3% 3.401 9,7% 60-64 71 40,8% 82 31,7% 237 26,0% 356 27,9% 86 31,5% 89 30,0% 921 28,8% 9.039 25,7% > 65 10 5,7% 19 7,3% 80 8,8% 122 9,5% 29 10,6% 19 6,4% 279 8,7% 3.076 8,7% totale 174 100,0% 259 100,0% 912 100,0% 1278 100,0% 273 100,0% 297 100,0% 3193 100,0% 35.223 100,0% 3.2.5 L’allevamento di bestiame In tutto il territorio considerato, confrontando i dati del 2000 e del 2009, si riscontra una netta riduzione del numero di aziende con allevamento di bestiame, cui consegue però un aumento del numero medio di capi per azienda, che passano da 80 a 127. Il territorio dei 6 comuni nel 2009 raggruppa un numero di capi bovini di 18.100 pari al 5,3% del totale dei bovini della Provincia e un numero di capi suini di 58.233 pari al 5,6% del totale dei suini della Provincia. Informazioni più aggiornate sono reperibili presso il Servizio di Medicina Veterinaria dell’ASL (v. Tab15); dalla lettura dei dati forniti si può rilevare come il settore dell’allevamento abbia un peso quasi inesistente a Pieve di Coriano, che al 2006 registrava una carico di peso vivo di 1,66 quintali per ettaro, contro il dato medio provinciale di 16,20; abbastanza bassa la presenza di allevamenti anche a Villa Poma (10,02 Qli/ha) e Quingentole (10,76 Qli/ha) Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 25 di 88 Tab15 - Patrimonio zootecnico al 2006 elaborazione su dati ASL Mantova - Servizio Medicina Veterinaria SAU ha P ieve di C oriano Q uing entole Q uis tello S an B enedetto P o S . G iacomo d/S egnate V illa P oma 503,35 1.107,98 3.468,55 4.488,53 1.312,42 1.116,26 BOVINI n° capi q p.v. 208 1.804 6.754 7.990 1.871 1.819 832 7.216 27.016 31.960 7.484 7.276 n° capi SUINI q p.v. 2 4.701 26.880 35.662 25.028 3.835 2 4.701 26.880 35.662 25.028 3.835 AVICOLI n° capi q p.v. 0 500 56.100 60.221 35.789 3.713 0 10 1.066 1.144 680 71 CUNICOLI n° capi q p .v. 0 0 0 1.000 0 0 0 0 0 25 0 0 P.V. TOTALE q q/ha 834 11.927 54.962 68.791 33.192 11.182 1,66 10,76 15,85 15,33 25,29 10,02 PROVINCIA q/ha 16,20 Più in linea con la media provinciale risultano essere San Benedetto (15,33 Qli/ha) e Quistello (15,85 Qli/ha) in cui si rileva, accanto a una buona presenza di allevamenti bovini, un consistente peso degli allevamenti suini ed avicoli; particolarmente pesante risulta invece la situazione di San Giacomo delle Segnate, in cui alla presenza di un numero rilevante di suini e avicoli corrisponde un carico di peso vivo di 25,29 Qli per ettaro. 3.2.6 Valutazioni di sintesi e prospettive di sviluppo I dati analizzati confermano, con i necessari aggiornamenti, quanto già evidenziato in altri studi sviluppati per la zona dell’Oltrepò mantovano e in particolare per l’area del Destra Secchia (v. “Linee Strategiche per il Patto Territoriale del Destra Secchia” – Nomisma – dicembre 2000). A livello produttivo, si è registrato un “gap” di sviluppo di questa zona rispetto al resto della provincia; qui si registra una minor intensità economico –produttiva, con un tasso di disoccupazione più alto, rispetto alla media provinciale e regionale; qui l’agricoltura riveste ancora un ruolo significativo, mentre si è registrato un calo delle unità locali oepranti nei settori secondario e terziario. Le imprese presenti si caratterizzano per attività di subfornitura verso sistemi produttivi di aree limitrofe, alle quali viene demandata la commercializzazione del prodotto finito; per questo il ruolo della produzione locale risulta molto marginale in termini di export. La struttura produttiva dell’area risente di “lacune infrastrutturali” – non razionale utilizzo degli scali ferroviari esistenti e mancata costruzione di strade a lunga percorrenza - che rendono poco appetibili per nuovi insediamenti le aree produttive disponibili, caratterizzate anche da carenze nei servizi accessori. Tali dati mettono in evidenza il mancato sviluppo dell’area, in un contesto regionale ed anche nazionale contraddistinto da una progressiva terziarizzazione dell’economia, mentre l’agricoltura, pur in un contesto di rapida contrazione, riveste ancora un ruolo significativo, in termini di occupati, rispetto alla media provinciale. I punti di forza e di debolezza evidenziati nel dicembre 2000 in occasione della predisposizione, da parte di Nomisma, delle “Linee strategiche per il Patto Territoriale del Destra Secchia” possono essere riproposti nel 2010 senza consistenti variazioni. I dati emergenti a livello di quadro complessivo si possono così sintetizzare: debolezza dell’ambito considerato rispetto all’intera provincia, ma anche presenza di potenzialità che possono ancora essere utilizzate. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 26 di 88 Figura 9 - Analisi SWOT generale dell’area del Destra Secchia Punti di forza Punti di debolezza Disponibilità di manodopera qualificata Disponibilità di spazi per aree insediative Elevata dotazione infrastrutturale per gli impianti di produzione di energia elettrica Presenza di vie fluviali utilizzabili a fini commerciali e per finalità turistico-ricreative Presenza di risorse naturali di pregio (parchi e oasi) e di bellezze artistiche ed architettoniche Tendenza allo spopolamento Invecchiamento della popolazione Livelli di disoccupazione più alti rispetto alla media provinciale Sistema economico con un ruolo ancora importante dell’agricoltura Scarsa propensione all’iniziativa imprenditoriale Rete infrastrutturale viaria, ferroviaria, fluviale, elettrica insufficiente Difficoltà di coordinamento fra i comuni Scarsa tendenza all’iniziativa associativa fra imprese Opportunità Rischi Disponibilità di strumenti e risorse Attrattività delle altre aree del Mantovano finanziarie per lo sviluppo dell’area (oltre al a maggiore sviluppo socio-economico e Patto, Leader+ e Obiettivo 2) delle province confinanti Fonte: elaborazioni Nomisma. Stesso discorso vale per il sistema economico contraddistinto da una generale debolezza del sistema produttivo e inadeguatezza del sistema dei servizi e delle strutture ricettive. Figura 10 - Analisi SWOT del sistema economico del Destra Secchia Punti di forza Posizione geografica di confine con aree industrializzate e sature (province di Modena, Ferrara, Verona) Presenza di protosistemi industriali locali (Poggio Rusco e Quistello) Presenza di risorse naturali ed artistiche di pregio Bacino di approvvigionamento e produzione di prodotti agroalimentari di qualità (DOP, IGP, certificati ISO, produzione integrata, biologico) Differente vocazionalità produttiva agricola dei sub-territori dell’area Data 16/07/2010 Punti di debolezza Polverizzazione delle imprese in tutti i settori Senilizzazione e difficoltà di ricambio generazionale in agricoltura Carenza di impianti di trasformazione e stoccaggio Scarsa integrazione di filiera nel sistema agroalimentare Rete logistica penalizzante per le merci agroalimentari Scarsa attrattività delle aree insediative disponibili Ridotta capacità complessiva di attrazione degli investimenti industriali dell’area Presenza di imprese manifatturiere subfornitrici legate a rapporti di monocommittenza Scarsa capacità esportativa delle imprese e scarso livello di innovazione Difficoltà di raccordo fra Agenzia di Sviluppo e imprese locali Difficoltà nella commercializzazione dei prodotti Mancanza di un’immagine promozionale del territorio Bassa qualificazione delle strutture ricettive e di ristorazione File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 27 di 88 Mancanza di un’adeguata rete di servizi e formazione professionale alle imprese, di centri di ricerca e altri servizi avanzati Rischi Opportunità Integrazione con altre politiche di sviluppo legate ai Fondi Strutturali (Leader+ e Obiettivo 2) Attuazione della legge Bassanini che definisce nuovi ruoli e autonomie agli Enti locali Diversificazione dell’attività di Enel in settori legati alle telecomunicazioni Tendenza alla crescita della domanda dei prodotti tipici ed identificativi del territorio Implementazione di circuiti enogastronomici (strade del vino) Presenza aree limitrofe in grado di attrarre investimenti industriali “potenzialmente” orientabili al Destra Secchia Presenza di distretti industriali limitrofi in grado di attrarre forza lavoro agricola Modifica del quadro della Politica Agricola Comunitaria Nuove dinamiche legate alla globalizzazione dei mercati ed ai negoziati WTO e loro effetti sul sistema industriale e agricolo Rilevanza del fattore competitività nei sistemi economici che può portare alla fuoriuscita del mercato delle produzioni a basso valore aggiunto Impatto ambientale delle attività produttive inquinanti Fonte: elaborazioni Nomisma. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 28 di 88 4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA 4.1 Il comparto residenziale 4.1.1 Il patrimonio abitativo Utili indicazioni sulla consistenza del patrimonio abitativo possono essere desunte dai rilievi eseguiti in occasione dei censimenti della popolazione e delle abitazioni; sulla scorta di tali dati è possibile ricostruire la serie storica del numero delle abitazioni e stanze occupate, a partire dal 1971. In tutti i comuni considerati, dal 1971 al 2001, il numero delle abitazioni e delle stanze occupate risulta in continuo aumento; tale fenomeno risulta particolarmente vistoso a Villa Poma dove nei trent’anni considerati le abitazioni occupate aumentano del 57,1% e le stanze del 70,2%; segue Pieve di Coriano, con un incremento del 30,7% delle abitazioni e del 39,0% delle stanze; a Quistello, Quingentole e San Benedetto Po tali percentuali non superano invece il 20% per le abitazioni e il 35% per le stanze; si discosta dall’andamento evidenziato San Giacomo delle Segnate ove l’incremento rispetto al 1971 è del 3,1% per le abitazioni e dell’11,8% per le stanze; se però si confrontano i dati del 1991 e 2001 si registra in dieci anni una riduzione di ben 77 abitazioni. Per tutti i comuni si rileva inoltre una tendenza all’incremento delle superficie media per abitazione che passa da 90-100 mq a 120-135 mq per abitazione; aumenta anche il numero medio di stanze che nel 2001 risulta di poco superiore alle 5 stanze per abitazione in tutti i comuni; rispetto alla media provinciale si rileva, sempre nel 2001, una maggiore presenza di abitazioni dotate di un consistente numero di stanze: le abitazioni con più di 5 stanze superano in genere il 57% del patrimonio abitativo esistente, con l’unica eccezione di Quingentole che si attesta al 52,3% (50,8% a livello provinciale). Se consideriamo invece l’epoca di costruzione delle abitazioni censite (v. Tab.16), si registra una situazione diversa da un comune all’altro: a Villa Poma, a partire dagli anni ’70, si è registrato un rinnovo del parco abitativo abbastanza consistente; dai dati del censimento 2001 emerge che il 46,8% delle abitazioni censite risulta costruito dopo il 1972 (di cui il 51,5% nel periodo 19721981), mentre quelle costruite prima del 1919 rappresentano il 16,4%; a Quistello, lo sviluppo abitativo è stato invece più lineare: prevalgono le abitazioni realizzate prima del 1919 (22,5% al 2001), ma sono abbastanza uniformemente rappresentate le altre epoche di costruzione, tranne quelle più recenti; una situazione abbastanza analoga si registra a San Giacomo delle Segnate, ove nel 2001 le abitazioni costruite prima del 1919 rappresentano ancora il 28%, e a San Benedetto Po, che però presenta un parco abitativo storico più consistente (32,3% costruito prima del 1919); Pieve di Coriano è il comune in cui, a fianco di una buona presenza di abitazioni risalenti a prima del 1919, si registra comunque una forte tendenza all’incremento e al rinnovo del parco abitativo, con il 14,2% di abitazioni costruite dopo il 1991; la situazione di Quingentole si discosta nettamente da quella di tutti gli altri comuni: qui le abitazioni costruite prima del 1919 rappresentano il 61,5% di quelle censite nel 2001; poiché rispetto ai censimenti precedenti tale dato aumenta si evidenzia in questo comune una forte tendenza al recupero del patrimonio edilizio esistente. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 29 di 88 T ab. 16 - Abitaz ioni per epoc a di c os truz ione Dati IS T AT 2001 P ieve di C oriano Quing entole Q uis tello S . B enedetto Po S an G iac omo d. S eg nate Villa P oma T otale 6 C omuni T otale P rovinc ia n % n % n % n % n % n % n % n % prima del 1919 89 23,9 400 61,5 559 22,5 1024 32,3 196 28,0 136 16,4 2.404 29,3 31.460 19,9 1919 - 1945 1946 - 1961 1962 - 1971 1972 - 1981 1982 - 1991 30 8,1 42 6,5 376 15,1 382 12,1 89 12,7 62 7,5 981 12,0 12.745 8,1 57 15,3 23 3,5 365 14,7 338 10,7 92 13,1 46 5,6 921 11,2 18.842 11,9 45 12,1 61 9,4 376 15,1 374 11,8 118 16,8 196 23,7 1.170 14,3 29.644 18,8 67 18,0 64 9,8 423 17,0 498 15,7 114 16,3 261 31,5 1.427 17,4 28.643 18,1 31 8,3 52 8,0 209 8,4 350 11,0 65 9,3 58 7,0 765 9,3 17.797 11,3 dopo il 1991 53 14,2 8 1 179 7 204 6,4 27 3,9 69 8,3 540 6,6 18.769 11,9 totale 372 100,0 650 100,0 2.487 100,0 3170 100,0 701 100,0 828 100,0 8.208 100,0 157.900 100,0 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 dopo il 1991 50,0 1982 - 1991 1972 - 1981 40,0 1962 - 1971 30,0 1946 - 1961 1919 - 1945 20,0 prima del 1919 10,0 n om co m o Vi la P gn d/ Se tto de ne Be a at e Po lo ui st el Q en S. G ia ui ng Q Sa Pi ev e di Co ria to l e no 0,0 La distribuzione delle abitazioni occupate per titolo di godimento non presenta invece grossi scostamenti; in tutti i comuni si è verificata la tendenza, registrata anche a livello provinciale, all’aumento delle abitazioni in proprietà, che risultano avere un peso più consistente (82,8%) a Pieve di Coriano e più ridotto a Quingentole (68,8%), ove permane una discreta presenza di abitazioni in affitto (20,4%) con una distribuzione più simile alla media provinciale. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 30 di 88 T ab.17 - A bitaz ioni oc c upate per titolo di g odimento D ati IS T A T 2001 P ieve di C oriano Quing entole Q uis tello S . B enedetto Po S an G iac omo d/ S eg nate Villa P oma T otale 6 C omuni T otale P rovinc ia n % n % n % n % n % n % n % n % proprietà 279 82,8 348 68,8 1.652 73,1 2.128 75,7 478 73,1 551 70,5 5.436 74,0 102.486 70,2 affitto 40 11,9 103 20,4 382 16,9 423 15,1 98 15,0 151 19,3 1.197 16,3 30.714 21,0 altro titolo 18 5,3 55 10,9 227 10,0 259 9,2 78 11,9 80 10,2 717 9,8 12.774 8,8 totale 337 100,0 506 100,0 2.261 100,0 2.810 100,0 654 100,0 782 100,0 7.350 100,0 145.974 100,0 Con il censimento del 2001 sono stati rilevati anche dati relativi alla dotazione in termini di impianti di riscaldamento e di fornitura di acqua calda sanitaria; la maggior parte delle abitazioni censite risulta dotata di impianto fisso di riscaldamento ad uso esclusivo dell’abitazione (dal 70 al 74% nei vari comuni, tranne Pieve di Coriano che raggiunge l’88%); esiste ancora una quota di abitazioni (dal 9 al 16%) in cui il riscaldamento è affidato a impianti fissi che riscaldano solo parti dell’abitazione, molto più ridotta risulta invece la presenza di impianti centralizzati ad uso di più abitazioni (3-4% con punte del 6 e 8% a Quistello e Quingentole). La maggior parte degli impianti (con proporzioni variabili tra il 67 e l’80%) risulta alimentata con gas metano, ma è comunque presente una parte abbastanza consistente di abitazioni che utilizza la legna come fonte di riscaldamento (con variazioni comprese tra l’8% a Quistello e il 14% di Pieve di Coriano). 4.1.2 L’attività edilizia I dati sull’attività edilizia relativa ai fabbricati residenziali di nuova costruzione sono rilevati tramite le schede ISTAT che vengono consegnate ai comuni al momento della richiesta di permesso di costruire; tali registrazioni sono state reperite per tutti i comuni per gli anni compresi tra il 1990 e il 2002; per Villa Poma e Pieve di Coriano è stato anche fornito l’aggiornamento al 2008. L’attività edilizia che emerge da tali registrazioni risulta molto contenuta nei comuni più piccoli, ove la media annua delle nuove abitazioni costruite dal 1990 al 2002 varia dall’1,4 di San Giacomo delle Segnate alle 3,8 abitazioni/anno di Villa Poma, con un volume medio che non supera i 2.000 mc/anno. Diversa risulta la situazione dei comuni più grandi nei quali l’attività edilizia ha una maggiore consistenza, pur rimanendo entro livelli molto contenuti: a San Benedetto Po, negli anni considerati risultano realizzate in media 16,6 abitazioni all’anno con una volumetria media di 9.722 mc/anno; a Quistello il numero di abitazioni realizzato è superiore (20 abitazioni/anno), ma il volume medio è più ridotto (8.619 mc/anno). 4.1.3 Stima dei fabbisogni futuri Considerando il numero di alloggi occupati in rapporto alle famiglie residenti, non emerge la presenza di fabbisogni abitativi pregressi; il patrimonio abitativo oggi presente soddisfa in pratica le esigenze della popolazione residente, anche in termini di qualità e dotazione di servizi. Il fisiologico aumento del numero delle famiglie residenti, che negli ultimi dieci anni sono incrementate di 528 unità, comporta comunque un fabbisogno insorgente di nuove abitazioni, Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 31 di 88 parte delle quali dovrebbe derivare da interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente; tale ipostesi trova conferma nei dati sull’attività edilizia illustrati al punto precedente. La proiezione lineare dei dati sull’attività edilizia sopra riportati, per i 5 anni di validità del Documento di Piano, porta a un dimensionamento del fabbisogno abitativo di circa 50.000 mc per ciascuno dei comuni più grandi (Quistello e San Benedetto) e di 10.000 mc per quelli più piccoli (Quingentole, Pieve di Coriano, San Giacomo delle Segnate e Villa Poma). Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 32 di 88 4.2 Il settore produttivo Ciascun comune si è dotato nel tempo di specifiche aree per insediamenti produttivi, poste ai margini degli abitati, lungo le principali arterie di traffico. Lo sviluppo di queste aree risulta diverso, rapportandosi in genere con le dimensioni del comune: infatti San Benedetto e Quistello dispongono di insediamenti produttivi più consistenti e abbastanza diversificati; nei comuni più piccoli le attività produttive presenti sono in genere di tipo artigianale. Fa eccezione il comune di Villa Poma ove, grazie alla presenza di infrastrutture viabilistiche di interesse nazionale e anche per la vicinanza con il polo di Poggio Rusco, si è insediato un grosso impianto Saint Gobain per la lavorazione del vetro e un'altra industria per il recupero dei materiali vetrosi. L’estensione delle zone produttive urbanizzate e insediate è pari a 1.220.513 mq, e tutti i comuni dispongono di nuove aree, ancora libere per l’80-100%, per un totale di ulteriori 1.068.991 mq. 4.3 Il sistema dei servizi 4.3.1 Servizi di interesse generale Tutti i comuni godono di una buona disponibilità di aree e attrezzature destinate all’uso pubblico, che rapportate alla popolazione residente portano a una dotazione pro capite di gran lunga superiore agli standard minimi di legge. In quasi tutti i comuni sono presenti attrezzature di livello sovralocale, per le quali il bacino di influenza si estende oltre i confini comunali, quali ad esempio: l’ospedale e la discarica a Pieve di Coriano; la casa di riposo a Quistello e San Benedetto Po; le scuole medie a Quistello, San Benedetto e San Giacomo delle Segnate; la caserma dei carabinieri ancora a Quistello, San Benedetto e San Giacomo. Esistono poi attrezzature culturali, quali il museo Polironiano a San Benedetto e il museo Gorni a Nuvolato, che hanno rilevanza sovracomunale; tra queste può essere annoverata anche l’area per spettacoli viaggianti di Villa Poma. In tutti i comuni sono presenti il municipio, biblioteche, sale civiche, attrezzature religiose con chiese e centri parrocchiali distribuiti anche nelle frazioni minori. Anche la dotazione di parcheggi risulta soddisfacente rispetto alle esigenze locali, sia in termini quantitativi che di localizzazione. 4.3.2 Servizi per l’istruzione Il sistema scolastico ha una diffusione molto capillare, con: asili nido a Pieve di Coriano, Quistello e San Benedetto Po; scuole materne ed elementari presenti in tutti i comuni; scuole medie a Quistello, San Benedetto e San Giacomo. L’affluenza scolastica è proporzionata alle dimensioni demografiche dei singoli comuni: gli iscritti alle scuole dell’infanzia (v.Tab18) nei comuni di Pieve, Quingentole e San Giacomo (28 unità per l’anno scolastico 2004/2005) giustificano la presenza di una sezione, mentre Villa Poma, con 46 iscritti ne ha 2; a Quistello (con 142 iscritti) c’è Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 33 di 88 - - un’unica scuola materna con 5 sezioni, mentre a San Benedetto le scuole dell’infanzia sono due, ciascuna con tre sezioni (81 e 75 iscritti); per quanto riguarda le scuole elementari (v.Tab.19) la meno frequentata risulta quella di Pieve, con soli 31 iscritti, sempre per l’anno scolastico 2004/2005, ripartiti su tutte le 5 classi; a Quingentole gli iscritti totali risultano essere 47, a San Giacomo 64 u a Villa Poma 68; non presentano problemi San Benedetto con 263 iscritti ripartiti in 13 classi e Quistello con 200 alunni e 10 classi; le scuole medie (v. Tab.20) registrano un’affluenza di 66 alunni a San Giacomo (3 classi), 124 a Quistello (6 classi) e 157 a San Benedetto (7 classi). TAB 18 - SCUOLE DELL'INFANZIA - ALUNNI ISCRITTI ANNO SCOLASTICO 2004/2005 classi/sezioni M F totale A.S. 2003/04 totale iscritti disabili stranieri trasportati PIEVE DI CORIANO "M. Teresa di Calcutta" A 12 16 28 0 9 0 20 QUINGENTOLE Piazza Italia I 18 10 28 0 11 2 22 I II III IV V Totale 20 13 19 16 14 82 8 14 9 14 15 60 28 27 28 30 29 142 0 0 0 0 1 1 4 4 10 5 3 26 3 2 5 5 7 22 29 28 26 27 28 138 A B C Totale 15 16 15 46 13 12 10 35 28 28 25 81 0 0 0 0 3 6 2 11 3 7 4 14 25 28 26 79 A B C Totale 15 10 13 38 13 13 11 37 28 23 24 75 0 1 0 1 4 6 4 14 4 4 6 14 25 28 53 I 17 11 28 0 4 7 25 I II Totale 13 13 26 10 10 20 23 23 46 0 0 0 4 2 6 0 0 0 24 22 46 QUISTELLO Via Oberdan, 40 SAN BENEDETTO PO "Il Girotondo" Via Dugoni,28 "G. Garibaldi" Via G. D'Annunzio, 20 SAN GIACOMO D.S. Via Ferrari, 35 VILLA POMA Via Marconi, 7 TAB 19 - SCUOLE ELEMENTARI - ALUNNI ISCRITTI ANNO SCOLASTICO 2004/2005 classi/sezioni Data 16/07/2010 n° classi M F TOTALE disabili stranieri tra sportati PIEVE DI CORIANO "G.Pascoli" Via A. Gramsci, 29 I II III IV V Totale 1 1 1 1 1 5 2 4 2 2 1 11 1 5 5 1 8 20 3 9 7 3 9 31 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2 3 0 0 0 0 0 0 QUINGENTOLE Piazza Italia, 23 I II III IV V Totale 1 1 1 1 1 5 5 6 5 6 8 30 2 8 2 5 0 17 7 14 7 11 8 47 0 0 0 1 1 2 3 4 2 4 2 15 2 3 1 1 0 7 QUISTELLO "E. De Amicis" Via Allende, 5 I II III IV V Totale 2 2 2 2 2 10 16 27 21 17 19 100 21 18 23 22 16 100 37 45 44 39 35 200 0 1 1 1 1 4 7 6 3 5 4 25 15 14 16 13 8 66 S. BENEDETTO "Arcobaleno" Via A. Bertazzoni, 3 I II III IV V Totale 2 3 3 2 3 13 23 28 30 28 31 140 23 27 28 17 28 123 46 55 58 45 59 263 1 1 2 3 3 10 13 11 11 9 11 55 10 9 14 15 18 66 S.GIACOMO D. S. "D. Alighieri" Via U. Roncada, 53 I II II IV V Totale 1 1 1 1 1 5 7 8 8 7 11 41 4 3 4 5 7 23 11 11 12 12 18 64 0 0 0 1 0 1 3 3 2 4 4 16 2 4 5 5 4 20 VILLA POMA Via Arvati, 1 I II III IV V Totale 1 1 1 1 1 5 9 4 8 1 8 30 9 7 8 6 8 38 18 11 16 7 16 68 1 0 0 0 0 1 3 1 1 1 2 8 6 8 6 1 9 30 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 34 di 88 TAB.20 - SCUOLE MEDIE INFERIORI - ALUNNI ISCRITTI ALL'ANNO SCOLASTICO 2004/2005 classi/sezioni n° classi M F TOTALE ripetenti disabili str anieri trasportati QUISTELLO "M. di Belfiore" Via Allende, 7 I II III Totale 2 2 2 6 25 25 20 70 18 12 24 54 43 37 44 124 0 0 0 0 2 3 0 5 6 5 6 17 17 8 17 42 S. BENEDETTO PO "Ferri" Via M. Bertazzoni, 5 I II III Totale 3 2 2 7 32 27 32 91 25 27 14 66 57 54 46 157 2 2 0 4 4 0 1 5 12 4 8 24 15 16 20 51 S. GIACOMO D/S "E. Fermi" Via della Pace, 7 I II III Totale 1 1 1 3 8 11 13 32 12 11 11 34 20 22 24 66 1 1 0 2 0 1 0 1 4 1 4 9 13 6 12 31 In tutte le scuole sono inseriti alunni stranieri; tale presenza risulta particolarmente significativa a Quingentole, ove la componente straniera rappresenta il 39% degli iscritti alla scuola materna e il 32% degli alunni della scuola elementare; da segnalare anche la materna di Pieve, con il 32% di alunni stranieri. A San Benedetto Po è inoltre presente l’Istituto professionale “San Giovanni Bosco” per agricoltura, ambiente, servizi sociali, industria e artigianato (gli iscritti nell’anno scolastico 2004/2005 risultano 113 distribuiti in 6 classi); altri istituti superiori di riferimento, cui possono indirizzarsi gli studenti residenti nei sei comuni, sono localizzati a Suzzara, Gonzaga e Ostiglia;. TAB.21 - ISTITUTI SUPERIORI - ALUNNI ISCRITTI ALL'ANNO SCOLASTICO 2004/2005 S. BENEDETTO "San Giovanni Bosco" Istituto professionale per agricoltura, ambiente, servizi sociali , industria artigianato I II III IV V Totale 1 2 1 1 1 6 20 30 15 16 11 92 6 6 3 2 4 21 26 36 18 18 15 113 3 1 0 0 3 7 5 3 6 3 3 20 4 3 1 1 0 9 20 30 12 15 12 89 In tutti i comuni, tranne Pieve, sono stati attivati servizi di scuolabus, utilizzati da un buon numero di studenti per tutti i tipi di scuola. 4.3.3 Sistema del verde e attrezzature sportive Tutti i comuni sono dotati di campi sportivi attrezzati con aree di pertinenza di superficie superiore ai 10.000 mq; oltre a questi, si rileva a Quistello la presenza di un centro sportivo polivalente, mentre a San Benedetto è attiva la piscina comunale. Pieve di Coriano dispone di un palazzetto dello sport, mentre altri comuni usufruiscono delle palestre di pertinenza delle scuole per attività sportive extra scolastiche; a Quistello è stato attivato anche un impianto di tiro a volo di proprietà privata, ma convenzionato con il comune. Aree verdi attrezzate a giardino pubblico sono presenti in prossimità delle piazze storiche cittadine o all’interno delle zone residenziali di espansione più recente; San Giacomo delle Segnate dispone anche di una zona verde ubicata all’interno di un ambito di tipo produttivo. Alle aree verdi attrezzate interne ai centri abitati si affiancano poi, in campagna, zone naturalistiche già dotate di particolari vincoli, usufruibili per attività turistico –ambientali, quali il PLIS delle Golene del Secchia, o le ZPS lungo il Po, con attracchi fluviali a San Benedetto e Pieve di Coriano e in previsione anche a Quingentole. 4.3.4 Valutazioni complessive In termini quantitativi, la dotazione complessiva di aree destinate all’uso pubblico risulta in media pari a 68,34 mq per abitante, considerando la grande quantità apportata dal comune di Pieve di Coriano con l’area dell’ospedale e della discarica; il dato è alto, ma anche se si Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 35 di 88 computa ogni singolo comune il dato minore è quello di San Giacomo, di 35mq/ab, comunque più alto del valore secondo la norma di 26,5mq/ab. Oltre a queste aree già disponibili, gli strumenti urbanistici vigenti ne individuano altre che potranno essere cedute nell’ipotesi di attuazione dei piani di lottizzazione previsti. Anche a livello qualitativo si può comunque affermare che sono presenti tutti i servizi essenziali in grado di soddisfare diversi tipi di esigenze di tipo sociale, culturale, sportivo e aggregativo; questo può essere considerato un punto di forza significativo per il permanere della popolazione residente e per attrarre eventualmente nuovi residenti. 4.4 Gli insediamenti commerciali In tutto il territorio non sono presenti centri commerciali o grandi strutture di vendita; medie superfici di vendita, sia di tipo alimentare che non alimentare, sono presenti nei centri maggiori, ove esistono le condizioni per garantire un discreto bacino di utenza. La struttura commerciale di questa zona del mantovano si basa ancora sulla diffusione di esercizi di piccole dimensioni: quasi tutti i centri abitati dispongono infatti di esercizi di vicinato in grado di soddisfare le esigenze primarie della popolazione locale, anche se nei centri minori alcuni negozi sono stati costretti a chiudere e i residenti devono spostarsi nei centri maggiori per i loro acquisti. 4.5 Gli insediamenti rurali La campagna risulta ancora molto popolata, anche se il numero dei residenti nelle zone rurali è notevolmente diminuito; percorrendo le strade che collegano i diversi centri abitati si rileva la presenza di un’edificazione diffusa, caratterizzata da tipologie di carattere tradizionale: si tratta in genere di corti aperte, sviluppate intorno ad un edificio residenziale principale, spesso di pianta quadrata, con la facciata principale rivolta a sud; gli altri edifici si sviluppano intorno all’aia centrale con le tradizionali barchesse, le stalle e le altre attrezzature di deposito; vi è pure un discreto numero di “loghini”, caratterizzati dalla presenza di stalla/barchessa costruite in linea con l’edificio residenziale. Lungo le strade secondarie è possibile rilevare anche la presenza di edifici rurali abbandonati ma, rispetto ad altre zone del mantovano, si può affermare che il fenomeno dell’abbandono risulta poco frequente; sussiste comunque per molti fabbricati il problema della manutenzione: non sempre le condizioni statiche e delle finiture interne ed esterne in generale sono delle migliori; questo vale soprattutto per le corti di maggiore pregio storico-ambientale, presenti praticamente in tutti i comuni analizzati: gli interventi di restauro necessari per questo tipo di costruzioni risulta particolarmente gravoso e, in assenza di adeguati sussidi con cui finanziare le necessarie opere di recupero, tale patrimonio edilizio subisce le ingiurie del tempo e va incontro a un progressivo degrado. Va inoltre ricordato che questa zona dell’Oltrepo mantovano è caratterizzata dalla produzione del “Parmigiano Reggiano”; per questo sono molto diffusi gli allevamenti di bovini da latte, che riforniscono i numerosi caseifici presenti in diverse parti del territorio; essendo legati alla stessa filiera produttiva, si rileva una consistente presenza di allevamenti intensivi di suini, diffusi in tutti i comuni e particolarmente concentrati nel territorio di San Giacomo delle Segnate. La presenza di tali attività che, pur rimanendo legate alla produzione agricola, necessitano di una concentrazione di nuove costruzioni, spesso realizzate con prefabbricati di tipo industriale, è venuta progressivamente ad incidere negativamente sulle caratteristiche paesaggistiche e ambientali del territorio rurale; a ciò si aggiunga che alcuni di questi insediamenti non hanno potuto competere con la concorrenza del mercato e sono stati abbandonati. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 36 di 88 5 LA PIANIFICAZIONE IN ATTO Tutti i comuni sono dotati, a livello di pianificazione urbanistica, di Piano Regolatore Generale aggiornato in data abbastanza recente. Le previsioni degli strumenti urbanistici generali hanno contenuti abbastanza analoghi per i diversi comuni; in funzione del contesto locale alcuni PRG hanno maggiormente approfondito alcuni temi specifici, come ad esempio Quistello, che ha realizzato una schedatura di tutte le corti agricole. Particolarmente sviluppati, grazie ad un’azione coordinata a partire dall’esperienza di Agenda 21, sono stati i temi relativi all’ambiente e al paesaggio, dando origine a linee guida e orientamenti condivisi, ai quali sarà necessario fare riferimento nella messa a punto dei singoli PGT. Per ciascun comune sono state prese in considerazione le previsioni dello strumento urbanistico generale attualmente in vigore; sono state valutate in particolare le previsioni di espansione, sia per ambiti residenziali, che produttivi o terziario –commerciali, al fine di valutare la capacità insediativa residua e arrivare a un dimensionamento complessivo dell’offerta insediativa dei nuovi PGT. 5.1 Il PRG di Pieve di Coriano Lo strumento urbanistico vigente risale al marzo 2004; in seguito, nel 2006, è stata approvata una variante a procedura semplificata che contemplava modifiche all’azzonamento e adeguamento e precisazioni alla normativa vigente. La variante non ha in alcun modo interferito con l’impostazione generale del Piano. 5.1.1 Il sistema insediativo Il tessuto edificato è principalmente concentrato nel centro abitato di Pieve, a meno di qualche piccolo nucleo ubicato in aperta campagna. Il centro risulta essere privo di un vero e proprio nucleo storico definibile come zona “A”, ma presenta una zona “B0” che contraddistingue quelle zone edificate “che hanno conservato la struttura urbanistica dell’insediamento originario”. Il centro abitato è occupato principalmente da zone “B1” e “B2”, ma vede anche la presenza di 8 piani attuativi residenziali ( zone C1 e C2) in parte completati, in parte in attuazione, in parte solo previsti da PRG ma mai attuati. Gli ambiti produttivi sono principalmente concentrati in due zone distinte: una a ovest del centro abitato, confinante con il Comune di Quingentole e una a sud est del centro abitato e a sud dell’Ospedale. Entrambi gli ambiti vedono prevalere la presenza di zone “D2 – per attività produttive commerciali e di servizio all’industria”. La zona ovest ospita un impianto per il trattamento rifiuti (impianto di compostaggio). Sono cartograficamente individuati 4 piani attuativi di cui due completati, uno in attuazione e uno previsto nel PRG ma mai adottato. 5.1.2 I servizi I servizi esistenti comprendono la sede municipale, le scuole materna ed elementare, il campo sportivo con il palazzetto dello sport, le attrezzature religiose con la pieve matildica e le opere parrocchiali, la biblioteca con ambulatorio medico, tutti concentrati nel nucleo centrale dell’abitato di Pieve; vi è anche un asilo nido ubicato in una zona di espansione più recente, mentre nuovi parcheggi sono stati attrezzati nelle aree residenziali di espansione. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 37 di 88 Lungo il Po è inoltre presente un attracco fluviale, realizzato su area demaniale, raggiungibile dalla strada d’argine e dotato di verde attrezzato. Da segnalare la presenza dell’Ospedale, identificato ovviamente come servizio di carattere sovracomunale, posto a est dell’abitato e la centrale di compostaggio, ubicata a ovest quasi al confine con Quingentole. 5.1.3 Il sistema del paesaggio e vincoli Tutta la zona nord del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del Po. Tutte le aree di sponda ed in alveo del fiume, individuate dal PRG come zona “E3” di tutela ambientale e paesistica, sono interessate da vegetazione naturale da conservare, o in stato di degrado con possibilità di evoluzione verso un equilibrio tra vegetazione e condizioni ambientali. Tutta l’area golenale rientra nella ZPS di “Viadana, Portiolo, San Benedetto Po” e parte della stessa rientra nel PLIS che chiameremo “PLIS di Ostiglia” La zona sud del territorio è invece caratterizzata dall’attraversamento da ovest a est del “Canale Emissario del Consorzio di Bonifica dell’Agro Mantovano Reggiano”, con vincolo ex Galasso. Il PRG non fornisce indicazioni riguardo a eventuali edifici vincolati ma il PTCP individua 6 edifici con vincolo monumentale ( ex 1089/39) e una cascina con vincolo paesaggistico (ex 1497). 5.2 Il PRG di Quingentole Per il PRG di Quingentole l’ultima variante è del 2007 e a questa si è fatto riferimento per l’analisi dello stato di attuazione. 5.2.1 Il sistema insediativo Il centro abitato di Quingentole ha origini storiche, confermate dal PRG che individua zone A1 di centro storico intorno alla grande piazza Italia e lungo gli assi di via Roma, via Mazzini, via Cavour e via Alberini; l’impianto viario su assi ortogonali dell’abitato era già leggibile nella carta IGM del 1889; l’abitato ha conservato tale impianto basato su isolati molto ampi che risultano edificati ai margini, lungo le strade, e conservano ampie aree verdi inedificate al centro. In prosecuzione con queste sono poi individuate zone B1, sature o di completamento caratterizzate da edilizia residenziale priva di caratteri storici; il PRG individua inoltre alcune zone “C” di espansione residenziale, quali il PL1, a nord-ovest dell’abitato, che, non essendo stato attuato viene individuato come ambito di espansione dal DdP e il PL2, che il PRG ha individuato come completamento del nucleo insediativo, sviluppatosi a est dell’abitato storico e che è attualmente in fase di realizzazione. Sono previsti anche due ambiti PEEP, il primo collocato a nord-est del nucleo storico e completamente attuato, il secondo previsto a ridosso del PL2, mai attuato e non confermato dal DdP. Il PRG individua inoltre due distinti ambiti di espansione per insediamenti produttivi: il PL3, di cui è partito un primo stralcio, mentre il secondo stralcio viene recepito dal DdP e il PL4 ora in fase di attuazione. 5.2.2 I servizi Il PRG conferma la localizzazione dei servizi esistenti quali: le attrezzature scolastiche con scuola elementare e materna, le attrezzature sportive (campo di calcio, palestra, campi da Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 38 di 88 tennis), le attrezzature di interesse comune (municipio, sala civica) e quelle di carattere religioso e le aree di verde attrezzato. Gran parte di tali servizi si concentra nella zona centrale dell’abitato di Quingentole, a ridosso della sede municipale; altri piccoli spazi di verde attrezzato sono stati individuati all’interno del PEEP 1. Non si segnala nel PRG la presenza di aree per servizi in previsione. 5.2.3 Il sistema del paesaggio e vincoli Tutta la zona nord del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del Po. Il PRG individua, sottoponendole ad apposita normativa, zone “PN” a parco naturale, corrispondenti alle aree golenali del Po e zone vincolate al rispetto fluviale; una piccola parte dell’area intorno all’isola del Po rientra anche nella ZPS di “Viadana, Portiolo, San Benedetto Po”. Il PRG individua inoltre la zona del centro storico, intorno al nucleo centrale dell’abitato, fornendo indicazioni sui tipi di intervento da prevedere per i singoli edifici, in funzione delle specifiche caratteristiche; viene individuata anche una zona soggetta a piani di recupero. Vengono inoltre appositamente individuati gli edifici e i complessi isolati, presenti nelle zone rurali, con valore storico, artistico, monumentale e/o ambientale. Si segnala infine una consistente presenza di zone di interesse archeologico, il cui elenco è riportato anche nelle NTA del PRG. 5.3 Il PRG di Quistello Il Piano Regolatore Generale Comunale nella sua stesura originale risale al 1987. Successivamente sono state apportate una serie di varianti parziali, fino ad arrivare alla variante generale del 2004, che costituisce lo strumento urbanistico oggi vigente; in seguito, nel 2006, è stata approvata una variante a procedura semplificata che contemplava modifiche all’azzonamento e adeguamento e precisazioni alla normativa vigente. La variante non ha in alcun modo interferito con l’impostazione generale del Piano. 5.3.1 Il sistema insediativo Quistello conserva un nucleo storico (zone A e A1) di modeste dimensioni, e prevede due piani di recupero puntualmente normati dalle NTA vigenti. Il centro abitato è occupato da zone residenziali edificate “B1”, caratterizzate dalla sedimentazione della prima espansione edificatoria comunale dagli anni '20 agli anni '50, contenente sia edifici di pregio segnalati dalla apposita schedatura sia edifici di minore rilevanza che tuttavia contribuiscono a conferire alla zona caratteri stilistici ricorrenti e una certa omogeneità di tessuto urbanistico, e da zone residenziali di completamento “B2” edificate in epoca più recente con densità edilizie più estensive. Sempre nel centro abitato di Quistello sono presenti numerosi piani attuativi, di cui almeno due risultano quasi conclusi (uno nella zona nord e l’altro a sud ovest); un terzo, posto anch’esso a nord, è in fase di realizzazione e 6 piani individuati nel PRG ma mai adottati, tra cui il PEEP. Il PRG vigente inoltre individua una serie di aree di espansione residenziale da assoggettare a P.L. nelle varie frazioni, ma tali piani non sono mai stati adottati e rimangono quindi una pura indicazione di PRG. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 39 di 88 Gli ambiti produttivi principali sono concentrati a sud e ad est di Quistello e vedono entrambi la prevalenza di zone “D1” artigianali – industriali edificate e di completamento e l’individuazione di alcuni PL (zone “D2” artigianali – industriali di espansione) anche di dimensioni importanti, alcuni in corso di realizzazione e altri solo previsti nel PRG ma mai adottati. Dislocati un po’ su tutto il territorio comunale, ma principalmente nella zona sud, troviamo attività artigianali-industriali-commerciali poste in zona agricola (denominate zone “SD4”). All’interno del centro abitato di Quistello, localizzati a sud dello stesso si trovano due zone “D3” artigianali – commerciali – direzionali soggette a PL in fase di realizzazione, mentre un terzo ambito, di dimensioni consistenti, è individuato dal PRG in zona sud-ovest, ma ad oggi non risulta adottato. 5.3.2 I servizi Il Comune di Quistello è dotato di Piano dei Servizi dal 2004. Il documento dimostra che la dotazione dei servizi pubblici esistenti alla data di approvazione soddisfa il dato generale di dotazione minima pro capite di 26,50 mq/ab anche nei confronti della capacità insediativa teorica prevista dal PRG. Il centro abitato di Quistello vede la presenza di alcuni servizi importanti come la sede ASL, il Parco Fiera, un Centro Culturale Polivalente, Caserma dei Carabinieri e Casa di Riposo. I servizi per l’istruzione sono costituiti da: asilo nido, scuola materna e plesso scolastico con elementari e medie adiacente al grande centro sportivo e ricreativo. Altri servizi di livello locale (principalmente verde e parcheggi) risultano dislocati nei centri abitati del capoluogo e delle frazioni. Nella frazione di Nuvolato si segnala inoltre la presenza della ex scuola elementare, in parte sede di comunità alloggio per minori e in parte sede di museo permanente; è inoltre presente un campo da calcio attrezzato. I servizi sopra elencati, sempre con riferimento al Piano dei Servizi del 2004, presentano una serie di problematiche di seguito riportate: • carenza di utilizzo dell'edificio dell’ASL; • carenza di utilizzazione del centro civico culturale; • necessità di ampliamento della scuola materna; • necessità di adeguamento tecnologico e ristrutturazione per la Casa di riposo; • necessità di eliminazione della copertura in fibrocemento plesso scolastico; • necessità di interventi per potenziamento servizi ed impianti nel centro sportivo polivalente; • necessità di intervento di restauro dell'ex scuola elementare. Il Piano dei servizi vigente individua inoltre due ampie zone verdi di progetto lungo il canale Sabbioncello, di cui una in fase di acquisizione da parte del Comune nell’ambito dell’attuazione di un PL e l’altra da acquisire direttamente. 5.3.3 Il sistema del paesaggio e vincoli Tutta la zona ovest del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del fiume Secchia; tale zona rientra nel perimetro del PLIS “Parco delle Golene del Secchia”. Tutto il territorio è interessato dalla presenza di una fitta rete di canali a servizio dell’agricoltura; tra questi risultano vincolati ai sensi della ex Galasso il “Dugale Fossalta”, di matrice storica, e il canale di bonifica Sabbioncello che confluisce nel Po oltre a un tratto del Canale della Bonifica Mantovana. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 40 di 88 Il PRG individua alcuni edifici (confermati dal PTCP) sottoposti a vincolo monumentale ( ex 1089/39), principalmente localizzati a Quistello. Risultano inoltre dislocate nella zona nord del territorio comunale alcune zone di interesse archeologico. Per quanto riguarda gli ambiti agricoli, il PRG li suddivide, in modo molto articolato, in 8 zone differenti; tra queste si sottolineano le zone “E4” di tutela di paesaggi di elevato pregio storico che comprendono aree utilizzate a scopi agricoli, corrispondenti ad antichi percorsi fluviali identificabili in antichi dossi ad andamento sinuoso. Da segnalare inoltre la zona “E5” che individua le aree prossime al corso attuale del Fiume Secchia destinate ad usi agricoli estensivi, la zona “E6” che comprende aree i cui suoli presentano caratteristiche che influiscono sulla loro suscettibilità specifica a farsi attraversare da inquinanti provenienti dalla superficie, che possono dunque essere veicolati nella prima falda acquifera. In queste aree, localizzate principalmente nella zona centrale del territorio comunale, allo scopo di realizzare la maggior protezione di tutte le acque dall’inquinamento di nitrati, in ottemperanza a quanto previsto dalla Direttiva Comunitaria n. 91/676, è obbligatoria l’applicazione del CBPA (Codice di Buona pratica Agricola – DM 19/4/99) che consentirà una riduzione dell’impatto ambientale derivante dell’attività agricola, attraverso una più attenta gestione del bilancio dell’azoto. Le zone “E7” (a carattere puntuale) individuano invece alcuni corpi d’acqua naturali (bugni) e zone boschive di pregio naturalistico presenti nel territorio comunale. 5.3.4 Il sistema infrastrutturale Il PRG individua il tracciato di progetto della “PO-PE” (Poggio Rusco - Pegognaga) a sud del centro abitato di Quistello. 5.4 Il PRG di San Benedetto Po Lo strumento urbanistico vigente risale 1984; in seguito sono state apportate numerose varianti. L’ultima risale al giugno del 2005. 5.4.1 Il sistema insediativo San Benedetto conserva il nucleo storico (zone A1) fortemente contraddistinto dalla presenza del “Monastero Polironiano”. Individua inoltre le zone “A2” che comprendono insediamenti di interesse storico, artistico o naturale, al di fuori del centro storico di San Benedetto. Il centro abitato è occupato principalmente da zone “B2” di completamento prevalentemente edificate dopo il 1945 e da zone “B1” residenziali prevalentemente edificate prima del 1945. Il PRG individua inoltre alcune zone “B3” interessate da piani esecutivi approvati e in corso di attuazione. Le frazioni risultano quasi sempre contraddistinte da zone “B1” sviluppatesi lungo i percorsi stradali. Il PRG vigente registra inoltre 7 ambiti di espansione residenziale (zone “C”) sottoposti a piano attuativo, principalmente localizzati nel centro abitato di San Benedetto, a meno di uno individuato nella frazione di Portiolo. Di questi 2 possono considerarsi conclusi, 2 sono in fase di attuazione e i rimanenti 3 non sono mai stati adottati. L’ambito produttivo principale si sviluppa a nord di San Benedetto e collega San Benedetto con Gorgo e Bardelle; tende poi ad estendersi ulteriormente a nord verso il Po, dove è presente una importante zona di stoccaggio e lavorazione inerti. Altre zone produttive di modeste dimensioni sono localizzate in aperta campagna o a ridosso delle frazioni. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 41 di 88 Il PRG individua 5 piani di lottizzazione di cui uno di iniziativa privata; due ambiti possono considerarsi conclusi (di cui uno è il PIP), due sono ad oggi in fase di attuazione e uno non risulta essere stato adottato. Sono presenti numerosi allevamenti intensivi, in genere legati all’attività casearia. 5.4.2 I servizi Il Piano dei Servizi (approvato nel marzo 2001) registra una dotazione complessiva di aree standard superiore al fabbisogno. Le aree standard sono prevalentemente concentrate nel capoluogo in quattro grossi nuclei polifunzionali: • l’isolato del Monastero di San Benedetto, con le piazze e le aree verdi adiacenti: il monastero e’ un grande contenitore utilizzato per attività civiche, scolastiche (scuola di agraria), culturali (museo della civiltà contadina, ecc.); • una consistente area centrale comprendente tutte le scuole comunali dell’obbligo, la piscina coperta, ed un’ampia area sistemata a verde; • il centro sportivo in via Ronchetti, per ora limitato ad un campo di calcio, ma che nelle intenzioni della Amministrazione Comunale dovrebbe essere ampliato e integrato con altri impianti sportivi • la Casa di Riposo con l’area adiacente comprendente anche un gruppo di minialloggi per anziani Altre aree sparse sono distribuite specialmente nelle zone di recente costruzione; tali aree sono state ottenute per cessione gratuita nell’ambito di piani di lottizzazione. Nelle frazioni le aree pubbliche si limitano al campo sportivo ed alla chiesa con servizi parrocchiali; gli edifici scolatici delle frazioni, non più utilizzati, sono stati in genere venduti o destinati ad altri scopi. Da segnalare la presenza, sul Po, di una zona per attrezzature portuali e di una zona per attrezzature turistico ricettive (lido attrezzato). 5.4.3 Il sistema del paesaggio e vincoli Tutta la zona nord ovest del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del Po; le aree di sponda del fiume risultano vincolate e tutelate ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/2004. Parte di tale area è stata inoltre individuata come ZPS di “Viadana, Portiolo, San Benedetto Po”. La zona est del territorio è invece caratterizzata dal fiume Secchia, che segna il confine con il Comune di Quistello. Tutta l’area fa parte del PLIS “Parco delle Golene del Secchia”. La parte sud del territorio è attraversata da due importanti canali di bonifica: canale della Bonifica Reggiana e canale della Bonifica Mantovana tutelato ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs 42/2004. Il PRG individua numerosi edifici (confermati dal PTCP) sottoposti a vincolo monumentale ( ex 1089/39), principalmente localizzati a San Benedetto e Portiolo. Risultano inoltre numerose e dislocate su tutto il territorio comunale ( ma in particolare lungo la strada di collegamento tra San Benedetto e San Siro), le zone di interesse archeologico. 5.4.4 Il sistema infrastrutturale Le principali vie di comunicazione che attraversano il territorio comunale sono costituite dalla linea ferroviaria Suzzara-Ferrara, con stazione a San Benedetto, dalle strade statali n. 413 “Romana” da Mantova per Carpi e Modena e n. 469 “Virgiliana” per Ferrara, e dall’Autostrada Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 42 di 88 del Brennero, accessibile a Nord dal casello di Mantova Sud, ed a sud dal casello di Pegognaga. Il PRG individua due importanti tracciati stradali di progetto: la circonvallazione est di San Benedetto e parte della “PO.PE” (Poggio Rusco - Pegognaga) a sud del centro abitato di San Benedetto. Tali previsioni sono riportate anche nel PTCP. 5.5 Il PRG di San Giacomo delle Segnate Lo strumento urbanistico vigente è stato aggiornato nel 2005 con una Variante generale. 5.5.1 Il sistema insediativo Il PRG vigente individua il nucleo storico dell’abitato di San Giacomo, suddividendolo in zone A1, di valore storico-ambientale al cui interno sono inseriti gli edifici vincolati e zone A2 di antica formazione, caratterizzate da strutture residenziali diversificate, non sempre riconducibili a valenze architettoniche tipologiche di interesse storico, ma per le quali si è ritenuto opportuno un coordinamento dell’attività di trasformazione, subordinando gli interventi edilizi all’individuazione di comparti di intervento con successiva definizione di unità minime di intervento. Vengono poi individuate zone B1 di completamento estensivo caratterizzate da edificazione per corpi singoli con densità edilizie non elevate (1-1,5 mc/mq), zone B2 assoggettate a convenzione, e una zona B3, soggetta a Piano di Recupero, interessata da un caseificio dismesso. Le zone di espansione sono suddivise in C1, interessate da PL operanti, e C2 soggette alla predisposizione di nuovi piani attuativi, interessanti tre nuovi comparti. Gli ambiti per insediamenti produttivi sono ubicati a ovest dell’abitato e comprendono: una zona D1 di completamento, occupata da insediamenti di tipo artigianale una zona D2, a questa adiacente, anch’essa con destinazione artigianale e soggetta a piano attuativo una zona D3 destinata ad insediamenti legati al settore agroalimentare una zona D4 per attività industriali, inserita con finalità di riqualificazione ambientale per mitigare l’impatto della vicina industria di prefabbricazione. Altre aree con destinazione produttiva sono infine individuate in zona agricola e comprendono aree per attività artigianali slegate dal contesto urbano e quelle connesse con caseifici e allevamenti intensivi, regolati da norme specifiche. Sono altresì individuate come zone D7 quelle interessate da attrezzature per la erogazione di carburante, mentre non si rileva la presenza di zone con destinazione unicamente commerciale. 5.5.2 I servizi Le aree di uso pubblico sono localizzate nell’abitato di San Giacomo e comprendono, oltre ai servizi di livello locale quali il municipio, la biblioteca con sala civica, il campo sportivo, la scuola materna ed elementare, anche attrezzature di livello sovralocale: la scuola media, la caserma dei carabinieri e il centro culturale “Ca’ di Pom”. Nel Piano dei Servizi, che costituisce parte integrante della Variante generale, viene verificata la dotazione di aree esistenti e previste in rapporto alla popolazione presente e a quella insediabile nelle aree residenziali di espansione; le valutazioni quantitative, nel rispetto dei parametri indicati dalla L.R. n.51/75, sono integrate da schede di valutazione qualitativa. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 43 di 88 5.5.3 Il sistema del paesaggio e dei vincoli A differenza di altri comuni del comprensorio, il territorio di San Giacomo delle Segnate non è interessato dai corsi dei fiumi Po e Secchia; esso risulta invece interamente attraversato dal Canale Gronda Sud che scorre in direzione Est – Ovest. Il PRG vigente individua diverse zone con destinazione agricola, in funzione delle caratteristiche paesaggistico ambientali esistenti e della prossimità dei centri abitati: nelle zone E2, di rispetto del centro abitato, poste tra questo e le zone produttive, non è ammesso l’insediamento di nuovi allevamenti; le zone E3, ubicate tra l’abitato e il Canale Gronda sud, hanno maggiore valenza ecologica; a nord di Malcantone è individuata una zona E4 di elevato valore paesistico, caratterizzata dalla presenza di elementi vegetali naturali legati alla vecchia fornace e alle relative cave. Il restante territorio agricolo è classificato come zona E1 e risulta destinato alla produzione agricola senza particolari limitazioni. Sono inoltre individuati gli edifici storici vincolati, tra cui la corte Arrigona, e gli edifici di rilevante interesse storico – tipologico – ambientale, con indicazione degli interventi ammessi sui fabbricati e nelle aree di pertinenza; analogamente sono individuati i siti di interesse archeologico. 5.5.4 Il sistema infrastrutturale Il territorio di San Giacomo è interessato dal progetto di riqualificazione della “PO-PE”, l’asse di collegamento Pegognaga – Poggio Rusco, con la realizzazione di un nuovo tracciato che corre a nord dell’abitato di Malcantone e San Giacomo. 5.6 Il PRG di Villa Poma Il Piano Regolatore Generale di Villa Poma risale al 1988 ed è stato oggetto di successive varianti, l’ultima delle quali risale al gennaio 2008. 5.6.1 Il sistema insediativo Il centro abitato di Villa Poma non è caratterizzato dalla presenza di un vero e proprio centro storico; di conseguenza il PRG individua come zone A alcuni nuclei agricoli di antica origine, inserendo in tali ambiti alcune corti agricole di origine storica e il nucleo abitato del Ghisione. Gli ambiti residenziali consolidati sono suddivisi in zone B1 di completamento con densità massima di 3 mc/mq, poste lungo la strada statale in prossimità del municipio e zone B2, con densità massima di 2 mc/mq. Era stata anche individuata una speciale zona B3, ubicata in posizione centrale rispetto all’abitato con destinazione turistica per alberghi, attrezzature private sportive ricreative e culturali; preso atto di un tentativo di insediarvi nuove attrezzature alberghiere avviato negli anni 80 e mai completato, l’amministrazione comunale, con la variante n.6, ha modificato la destinazione di questa zona, riclassificandola come zona B di completamento, con possibilità di insediamento di attrezzature commerciali e paracommerciali Il PRG individua inoltre diverse zone di espansione residenziale a ridosso dell’abitato, alcune delle quali risultano già urbanizzate. Le zone destinate agli insediamenti produttivi consolidati sono suddivise in zone artigianali di completamento e zone riservate alle attività industriali, in corrispondenza con gli insediamenti di tipo industriale dislocati lungo la statale Abetone Brennero. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 44 di 88 Per quanto riguarda le aree di espansione per insediamenti produttivi il PRG ne prevede diversi tipi: zone artigianali, zone destinate allo stoccaggio merci, zone destinate ad attività produttive di trasformazione dei prodotti agricoli. Per gli insediamenti di tipo terziario è infine stata prevista una zona alberghiera, sempre collocata in zona Ghisione ai margini della statale. 5.6.2 I servizi I servizi esistenti comprendono il municipio, la biblioteca con sala riunioni, la scuola elementare con palestra e sala polivalente, la scuola materna, il centro sportivo, le chiese con le attrezzature religiose e alcune aree verdi private; rientrano in aree per servizi anche alcuni alloggi di proprietà pubblica. Il PRG, a livello di previsioni, garantisce una consistente dotazione di aree per standard urbanistici, solo in parte effettivamente attrezzate; con il nuovo Piano dei Servizi potrà essere opportuno verificare se confermare la destinazione pubblica di tutte queste aree, con una attenta valutazione dei fabbisogni pregressi e futuri. 5.6.3 Il sistema del paesaggio e dei vincoli Il PRG di Villa Poma non fornisce indicazioni particolari per gli ambiti agricoli: le parti di territorio non urbanizzate sono generalmente classificate come zone destinate all’attività agricola, tranne un piccolo ambito (Corte Olianina) riservato ad attività agricola speciale. Non sono previsti vincoli paesaggistici particolari anche perché, come già precedentemente evidenziato, il territorio di Villa Poma non risulta interessato dalla presenza di fiumi né di grandi canali di bonifica; si potrà valutare se, in conformità con quanto già previsto dagli altri comuni, individuare alcuni ambiti agricoli di rispetto del tessuto insediativo. 5.6.4 Il sistema infrastrutturale Nelle previsioni di PRG hanno un peso rilevante gli “ambiti di determinazione di intervento di opere di grande viabilità stradale e ferroviaria”, conseguenti alla presenza delle due linee ferroviarie Suzzara – Ferrara e Bologna – Verona e della statale Abetone – Brennero che attraversa da Nord a Sud tutto il territorio comunale. Per tale strada è previsto un nuovo tracciato, confermato anche dal recente PTCP; a ridosso della linea ferroviaria, con andamento Nord Sud fino all’abitato di Villa Poma e deviazione verso Sud-Ovest in prossimità delle zone produttive poste a Sud del capoluogo. Era previsto anche un nuovo tracciato per il raccordo della Suzzara - Ferrara con la Bologna – Verona; tale opera non è mai stata realizzata e risulta ormai superata; risulta pertanto necessario un ripensamento della destinazione delle aree attraversate da questa ipotetica infrastruttura. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 45 di 88 DATI GENERALI SULLA CAPACITA’ (aggiornamento marzo 2009) Data 16/07/2010 INSEDIATIVA RESIDUA DEI File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc 6 COMUNI Pag. 46 di 88 6 PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI DI LIVELLO SOVRALOCALE La Legge regionale n.12/2005 (Art.2) stabilisce che “il governo del territorio si attua mediante una pluralità di piani, fra loro coordinati e differenziati, i quali, nel loro insieme, costituiscono la pianificazione del territorio stesso”; l’articolazione di tali piani varia in funzione del diverso ambito territoriale di riferimento e del contenuto e funzione svolti da ciascun piano; “i piani territoriali regionale e provinciale hanno efficacia di orientamento, indirizzo e coordinamento, fatte salve le previsioni che, ai sensi della presente legge, abbiano efficacia prevalente e vincolante”. Per garantire una corretta impostazione del Piano di Governo del Territorio sarà quindi necessario conoscere i contenuti di orientamento, indirizzo e coordinamento dei piani di livello sovralocale, ponendo particolare attenzione a alle previsioni “prescrittive” contenute negli stessi; questo orientamento vale sia per il PGT di un singolo comune sia per il PGT coordinato di 6 comuni. 6.1 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE La Regione Lombardia ha messo a punto una proposta di Piano Territoriale Regionale, che è stata approvata dalla Giunta Regionale con DGR del 16 gennaio 2008, n.6447, dopo incontri istituzionali di partecipazione e informazione, che hanno coinvolto gli enti locali e altri soggetti aventi a vario titolo responsabilità di governo del territorio; il PTR è stato definitivamente approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n.951 del 19/01/2010. Sulla base delle caratteristiche peculiari dei diversi ambiti regionali, il PTR individua differenti sistemi territoriali, per ognuno dei quali vengono forniti indirizzi generali di pianificazione, indicando i punti di forza e di debolezza e gli obiettivi da perseguire con il PTR stesso e con la successiva pianificazione di dettaglio. Gli obiettivi per questa zona sono, per il PTR, finalizzati a preservare le caratteristiche del paesaggio planiziale, con l’obiettivo di evitare ulteriori riduzioni delle coperture vegetali naturali, che hanno come conseguenza l’impoverimento naturalistico e della biodiversità e promuovere un maggiore equilibrio tra attività produttiva agricola, qualità dell’ambiente e fruizione antropica. L’agricoltura e l’allevamento intensivo rappresentano tradizionalmente, in questa zona, fattori di elevata produttività, tra le maggiori in Europa. Nel territorio agricolo il PTR si pone quindi l’obiettivo di conservare la capacità produttiva dei suoli, in termini di qualità, estensione e localizzazione delle aree destinate alla produzione agricola, che non devono essere considerate come uno spazio di riserva per i futuri sviluppi urbani, ma come ambiti in cui prevalgono le caratteristiche naturalistiche e ambientali da salvaguardare come ricchezza non riproducibile. Gran parte del territorio dei 6 comuni risulta inoltre interessato dal “Sistema Territoriale del Po e dei Grandi Fiumi”, che si sovrappone parzialmente al sistema della Pianura Irrigua, estendendosi oltre i confini regionali verso l’Emilia Romagna. I caratteri originari di questi territori hanno subito consistenti trasformazioni, a partire dalle grandi deforestazioni ad opera dei Romani, passando per le grandi bonifiche dei monaci dopo il Mille, che hanno visto in questo ambito l’opera centenaria dei monaci del Monastero del Polirone a San Benedetto, fino alla consistente riduzione delle coperture naturali vegetali, con prevalenza di seminativi monoculturali, conseguente alla meccanizzazione dell’agricoltura. Nel 2005 è stato sottoscritto dall’Autorità di Bacino e dalle 13 Province rivierasche, tra cui Mantova, il Protocollo d’Intesa per la tutela e la valorizzazione della sicurezza delle popolazioni Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 47 di 88 della valle del Po, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza, tutelare le fasce fluviali e la risorsa idrica, incentivare la fruizione delle risorse ambientali e storico-culturali, la promozione dell’immagine del Po e del turismo fluviale e il sostegno alle attività ecocompatibili e all’educazione e sensibilizzazione ambientale. 6.2 Il PAI Un altro piano di livello sovralocale, che deve essere considerato ai fini di una messa a punto della pianificazione locale, è il Piano di Assetto idraulico e idrogeologico elaborato dall’Autorità di Bacino del Fiume Po; tale piano, adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 18 in data 26 aprile 2001 in base alla Legge 18 Maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6 ter, classifica il territorio in tre fasce di tutela: • Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento; • Fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento come definita nell'Allegato 3. Il limite di tale fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento). • Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento. Per quanto riguarda il territorio dei 6 comuni si rileva che tutti gli ambiti ricadenti all’interno degli argini dei fiumi Po e Secchia rientrano in fascia “A” o “B” del PAI; questo pone grossi limiti alle possibili trasformazioni; il restante territorio ricade, per tutti i comuni considerati, in fascia “C”; per questo dovrà essere attentamente verificata la compatibilità delle previsioni di trasformazione urbanistica con le condizioni di dissesto idraulico e idrogeologico presenti o potenziali. 6.2.1 Il Parco delle Golene di Secchia Altri ambiti di particolare attenzione sono quelli ricadenti all’interno del PLIS – Parco delle Golene del Fiume Secchia, riconosciuto con delibera di Giunta provinciale n.56 del 24/02/2005; esso si estende su una superficie di 11,43 Kmq, interessando i territori di San Benedetto, Quistello, Quingentole e Moglia e comprendendo i terreni golenali del tratto terminale del Secchia, fino alla confluenza con il Po. Il territorio del PLIS si caratterizza per gli aspetti geomorfologici, dominati dai fitti meandri del fiume Secchia e per le imponenti opere di bonifica, testimonianza dell’azione di governo delle acque; esso racchiude sistemi agricoli e ambienti naturali tipici degli ambiti fluviali, collegati da un diffuso sistema di strade interpoderali, che si irradiano a partire dalle alzaie degli argini maestri. 6.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 6.3.1 Premessa Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ai sensi della L.R. 12/2005, costituisce: 1. strumento di attuazione della programmazione regionale; 2. strumento di assetto e tutela del territorio ed atto di indirizzo della programmazione socioeconomica, ambientale e infrastrutturale provinciale; 3. piano di valore paesaggistico – ambientale; Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 48 di 88 4. atto di indirizzo e orientamento della pianificazione comunale, garante dei limiti di sostenibilità individuati. La Provincia di Mantova ha approvato il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale con Delibera di Consiglio Provinciale del 8/02/2010, al fine di adeguare quello entrato in vigore dal 28.11.2002; tale piano determina pertanto, in coerenza con la normativa vigente e con la programmazione regionale, gli indirizzi per i processi di trasformazione territoriale e di sviluppo socioeconomico, in modo da garantirne la compatibilità con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, di equità nell’uso delle risorse, di contenimento del consumo di territorio e con i caratteri pesistico – ambientali del territorio. Il PTCP ha quindi carattere di flessibilità e processualità ed è suscettibile di successivi completamenti e integrazioni; alcune delle disposizioni in esso contenute hanno carattere prescrittivo e riguardano fondamentalmente il paesaggio, la difesa del suolo, le infrastrutture della mobilità e gli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico; altre hanno valore di indirizzo e sono riferite alle finalità e modalità operative da osservare nella elaborazione dei contenuti dei piani sott’ordinati, settoriali, ecc. Il PTCP della Provincia di Mantova individua inoltre una serie di obiettivi strategici con i quali deve confrontarsi la pianificazione locale; le indicazioni cui fare riferimento sono fornite tramite supporti cartografici (Tavole di piano), ma soprattutto tramite indirizzi normativi. Le analisi di supporto riportate in cartografia e gli “Indirizzi normativi di piano” del nuovo PTCP fanno riferimento a quattro sistemi fondamentali; viene qui proposta una sintesi ragionata dei documenti elaborati, finalizzata a mettere in evidenza i temi, gli argomenti e le indicazioni di più specifico interesse del territorio considerato. 6.3.2 Gli obiettivi strategici Gli obiettivi generali che dovranno orientare gli atti e le azioni che incidono sull’assetto del territorio provinciale sono i seguenti: 1. Promuovere e rafforzare il sistema territoriale come sistema reticolare e di relazioni 2. Garantire la qualità dell’abitare e governare il processo di diffusione 3. Promuovere una mobilità efficiente e sostenibile e garantire un sistema infrastrutturale intermodale, sicuro ed adeguato 4. Promuovere la difesa e la valorizzazione degli spazi rurali e delle attività agricole 5. Attivare politiche per un territorio più vivibile e sicuro 6. Perseguire la valorizzazione del paesaggio e la costruzione delle reti ecologiche 7. Valorizzare il sistema turistico e integrare i valori plurali del territorio 8. Promuovere il sistema economico, valorizzando il legame tra territori e produzioni 9. Incrementale le occasioni e le capacità di cooperazione, programmazione e progettazione tra gli enti locali 10. Garantire l’uso razionale ed l’efficienza distributiva delle risorse energetiche. 6.3.3 I contenuti prescrittivi e di indirizzo L’apparato normativo del PTCP, seguendo l’impostazione utilizzata per la messa a punto del quadro conoscitivo, è organizzato per sistemi tematici; a questi sistemi sono quindi riferite le indicazioni prescrittive e di indirizzo che vengono qui sintetizzate con specifico riferimento al territorio dei 6 comuni. 6.3.3.1 Sistema paesaggistico e ambientale II PTCP assume il paesaggio come testimonianza e documento del processo storico- evolutivo del rapporto tra l'uomo, la sua cultura e l'ambiente ed indica nella tutela, valorizzazione e ricomposizione dei caratteri paesistici, nella protezione delle risorse fisico- naturali, nella difesa del suolo, nella regimazione idraulica e nella ricomposizione degli ecosistemi, gli obiettivi verso i quali finalizzare le proprie azioni. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 49 di 88 In particolare, in coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica della Convenzione Europea sul Paesaggio, del D.Lgs. 42/04 e della LR 12/05, i contenuti paesaggistici del PTCP e le relative disposizioni normative sono finalizzati a: 1. salvaguardare gli aspetti caratteristici e significativi dei paesaggi riconosciuti, attraverso: 2. gestire le trasformazioni del territorio in una prospettiva di sviluppo sostenibile, attraverso: 3. pianificare il paesaggio mantovano, attraverso: 4. incentivare forme di cooperazione inter-istituzionale per la salvaguardia, la gestione e la pianificazione condivisa del paesaggio mantovano. Al livello delle salvaguardie, vengono individuate le aree assoggettate a specifica tutela di legge: 1. i beni tutelati dal D.Lgs 42/2004; 2. la rete dei Siti Natura 2000, tra le quali è compresa la ZPS IT20B0501, Viadana, Portiolo, San Benedetto Po, Ostiglia, già menzionata; 3. il sistema delle aree naturali protette, in cui sono inseriti il PLIS delle Golene Foce Secchia, che interessa i comuni di Quistello, Quingentole, Moglia e San Benedetto, e il PLIS in area golenale lungo un tratto di sponda del Po, che vede interessati i comuni di Ostiglia, Sustinente, Serravalle a Po e Pieve di Coriano Vengono quindi individuati, tra gli elementi della pianificazione paesaggistica regionale, gli ambiti geografici nonché le Unità tipologiche di paesaggio, già indicate dal PTPR; per le quali vengono forniti indirizzi specifici. Le disposizioni per gli ambiti e gli interventi soggetti ad autorizzazione paesaggistica di competenza provinciale riguardano in particolare le ZPS; gli interventi previsti al loro interno dovranno acquisire i pareri degli organi provinciali competenti. All’interno del sistema idrico vengono individuati i canali di rilevante valore naturalistico– ambientale (tra quelli elencati si segnala che nel territorio dei 6 comuni ricade il tratto terminale del Po di Zara), lungo i quali andranno previsti interventi di rinaturazione, salvaguardando le caratteristiche naturali degli alvei e valorizzando gli elementi di interesse idraulico. Le norme del PTCP forniscono poi indicazioni per la salvaguardia delle zone umide comprendenti bugni e laghetti di cava rinaturalizzati o da rinaturalizzare in quanto biotopi di elevato interesse ecologico e naturalistico e per le emergenze vegetazionali – boschi, aree a vegetazione naturale rilevante, sistemi verdi lineari e alberi proposti come monumentali – da valorizzare e salvaguardare tramite eventuali interventi di compensazione e mitigazione; questi elementi vengono puntualmente individuati negli elaborati di PGT. Particolari prescrizioni riguardano le aree golenali, presenti nei territori di 4 comuni su 6, che devono essere riconosciute come elementi di rilevante caratterizzazione paesistica, gli elementi geomorfologici di tipo lineare quali gli orli di terrazzo, i dossi fluviali e i paleoalvei, di cui vanno preservate la morfologia, l’acclività e la naturalità, e le arginature,. Vengono posti vincoli di tutela e valorizzazione dei siti archeologici e del sistema insediativo di matrice storica con l’individuazione dei nuclei di antica formazione di cui deve essere preservata la permanenza, la continuità e la leggibilità del tracciato. Si forniscono prescrizioni sul sistema della mobilità di matrice storica di cui vanno promosse la permanenza, la continuità e la leggibilità del tracciato, sul sistema irriguo di matrice storica, che costituisce la trama strutturante del paesaggio, e sui sistemi dell’organizzazione del paesaggio agrario; queste prescrizioni devono essere riportate nelle norme di PGT. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 50 di 88 Considerando poi il valore simbolico e sociale, fruitivo e percettivo degli ambiti e sistemi di rilevanza provinciale, il PTCP individua i luoghi della percezione e della memoria di rilevanza paesaggistica quali elementi identitari a cui affidare il compito di trasmettere la testimonianza di un passato da valorizzare; tra “i luoghi dell’identità” riconosciuti dalla Regione rientra ad esempio l’abbazia di San Benedetto Po. Vengono altresì individuati percorsi paesaggistici di interesse naturalistico e storico culturale di livello provinciale: in prima applicazione vengono individuati i “Tracciati guida paesaggistici” e le “Strade panoramiche” indicati dal Piano paesaggistico del PTR; come viabilità di fruizione ambientale viene inoltre individuata una rete dei percorsi e delle piste ciclopedonali da collegare a una rete dell’ospitalità diffusa. In attuazione delle indicazioni del PTPR, il PTCP individua come obiettivo strategico la costruzione della Rete Verde Provinciale avente funzione ecologica e fruitiva, con gli obiettivi di garantire la tutela di habitat e/o specie animali e vegetali rare o minacciate; gli assi portanti di questa rete sono i corsi d’acqua e i canali, collegati tra loro dagli elementi naturali e seminaturali nel territorio rurale e integrati da parchi e giardini pubblici. Gli elementi significativi della Rete Verde Provinciale presenti nel territorio dei 6 comuni comprendono: l’area di confluenza del Secchia con il Po, individuata come ganglio primario al quale garantire salvaguardia assoluta; le aste fluviali del Secchia e del Po comprese entro gli argini maestri, classificate come corridoi ambientali sovrasistemici, costituenti l primo livello della rete; i canali di valore naturale che rappresentano il secondo livello della rete; come aree ecologiche di terzo livello il PTCP individua gli ambiti agricoli considerati aree di conservazione e ripristino dei valori di naturalità dei territori agricoli, in cui è richiesta una maggiore attenzione alla localizzazione e realizzazione di manufatti di supporto all’attività agricola. Si considerano inoltre gli elementi di interferenza nel progetto di rete, costituiti da ambiti insediativi e barriere infrastrutturali e, tra gli altri elementi della rete, i PLIS, ulteriori nodi di implementazione, e le zone di ripopolamento e cattura, destinate ad incrementare la riproduzione naturale di specie selvatiche autoctone e a favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie. Gli indirizzi del PTCP per la costruzione della Rete Verde Provinciale sono stati ripresi nelle prescrizioni dei singoli PGT per quanto riguarda i possibili interventi a scala comunale, mentre alla Provincia resta il compito di promuovere programmi e progetti specifici per la realizzazione e valorizzazione degli elementi della rete verde, da attuarsi in collaborazione con le amministrazioni comunali e/o gli altri soggetti. 6.3.3.2 Le Zone di Protezione Speciale L’ambito dei sei comuni risulta parzialmente interessato dalle zone protette della Rete Natura 2000, individuate come ZPS IT20B0501; i siti sono stati designati tali ai sensi della direttiva 79/409/CEE n.8/1791 del 25.01.2006, e l’ente gestore di riferimento è la Provincia di Mantova; la ZPS, che interessa i territori di diversi comuni ripariali, comprende le aree golenali del fiume Po, in cui sono presenti isole e depositi alluvionali, zone umide create dal divagare del fiume e boschi igrofili ripariali: molte specie di uccelli popolano questo tipo di habitat naturale, che riveste particolare interesse anche per la fauna ittica, con esemplari di interesse comunitario. La Giunta regionale ha inoltre approvato, con delibera n.6648 del 20 febbraio 2008, la nuova classificazione delle Zone di Protezione Speciale e l’individuazione di relativi divieti, obblighi e attività; tali prescrizioni verranno recepite dai PGT comunali, mentre le previsioni di trasformazione che possono interferire con gli ambiti protetti dovranno essere sottoposte a Valutazione di Incidenza. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 51 di 88 6.3.3.3 Vincoli di carattere storico e antropologico Nel territorio considerato sono presenti numerosi edifici di interesse storico monumentale, sui quali ricade il vincolo della Soprintendenza per i Beni culturali; di particolare rilevanza risulta essere il grande complesso del Monastero del Polirone presente a San Benedetto Po; sono inoltre presenti episodi più puntuali, ma di analogo valore storico monumentale, quali la chiesa matildica di Pieve di Coriano, la chiesa matildica di Nuvolato e molti altri edifici monumentali inseriti all’interno degli abitati o sparsi nella campagna (v. ad esempio Villa Arrigona a San Giacomo delle Segnate). Oltre a questi beni di rilevanza monumentale, all’interno degli ambiti urbani sono presenti altri edifici storici le cui caratteristiche formali e tipologiche devono essere comunque salvaguardate; analoga attenzione meritano alcune corti agricole storiche situate in campagna; i diversi tipi di vincoli sono già stati inseriti nei PRG vigenti e verranno recepiti, previa verifica puntuale, dai PGT; tali approfondimenti saranno oggetto dei singoli Piani delle Regole. Durante gli scavi eseguiti a vario titolo nei territori comunali sono emersi diversi reperti di natura archeologica, che sono stati censiti e vincolati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici; questa li ha inseriti in appositi elenchi che sono stati forniti ai comuni interessati; la localizzazione dei diversi siti viene riportata su apposita cartografia e per gli ambiti individuati si dovranno mettere in atto particolari attenzioni da applicare a tutti gli interventi di trasformazione urbanistica o edilizia; analogamente a quanto riportato al paragrafo recedente, tali approfondimenti saranno approfonditi nei singoli Piani delle Regole. 6.3.3.4 Sistema insediativo e produttivo Per questo sistema gli obiettivi generali e tematici che dovrebbero orientare le azioni di piano sono i seguenti: 1. assicurare la sostenibilità degli impatti degli insediamenti sulle risorse del territorio 2. perseguire una governance unitaria delle politiche insediative a scala territoriale 3. assicurare e mantenere una elevata qualità sociale e vitalità economica degli insediamenti 4. promuovere lo sviluppo razionale e sostenibile delle aree produttive 5. promuovere il miglioramento della qualità ecologica degli insediamenti Vengono poi presi in considerazione i caratteri e gli elementi di rilevanza sovralocale, con specifiche indicazioni per: I poli attrattori rappresentati dai centri che costituiscono un elemento di gravitazione di persone non residenti per motivi diversificati – studio, lavoro, fruizione di servizi, turismo, esistenza di centri commerciali; tra i 6 comuni, l’unico polo attrattore di 2 livello, grazie alla presenza dell’ospedale, risulta essere Pieve di Coriano. I poli insediativi sono costituiti dagli ambiti che per dimensione o complessità delle funzioni insediate assumono una rilevanza sovralocale, secondo le seguenti categorie di poli: sanitario, universitario, commerciale, fieristico, intermodale e culturale; l’unica indicazione per il territorio considerato riguarda l’attracco fluviale a servizio delle attività produttive localizzato a San Benedetto in prossimità del ponte per Bagnolo San Vito, classificato come polo intermodale con porto di tipo commerciale. I Comuni possono integrare la localizzazione proposta dalla Provincia purché le proposte siano sufficientemente documentate e rispondano a precisi requisiti di compatibilità e sostenibilità, oltre alla redditività economica dell’investimento nel medio /lungo periodo. Il PTCP individua i servizi ed insediamenti di rilevanza sovralocale che hanno cioè ricadute ed impatti territoriali non circoscrivibili al territorio di un solo comune o che rappresentano attuazione di previsioni contenute in strumenti di pianificazione e programmazione sovracomunale; tra questi viene segnalato l’ospedale di Pieve di Coriano come servizio sanitario di rilevanza sovralocale e, tra i servizi tecnologici, depuratori. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 52 di 88 Per gli ambiti specializzati per attività produttive vengono forniti indirizzi di carattere generale finalizzati alla riutilizzazione del patrimonio dismesso, alla continuità dei nuovi insediamenti con il tessuto urbano consolidato, all’utilizzazione delle disponibilità dei poli di livello comunale per il soddisfacimento delle richieste indotte dal sistema produttivo locale, concentrando le attività in un contenuto numero di poli di livello sovracomunale, distribuito in modo equilibrato sul territorio provinciale. Il PTCP opera inoltre una distinzione tra ambiti produttivi consolidati e ambiti suscettibili di sviluppo per far fronte a possibili domande future; il territorio dei 6 comuni non risulta interessato da ambiti produttivi di rilievo provinciale o superiore, mentre per gli ambiti produttivi di rilievo sovralocale, che vengono riconosciuti come nodi di secondo livello in cui indirizzare la componente esogena, devono essere previste modalità di concertazione; in essi dovrà inoltre essere garantito il raggiungimento di condizioni e prestazioni di “area ecologicamente attrezzata”. Secondo le indicazioni del PTCP, tale tipo di poli produttivi è individuato nei territori di San Benedetto, Quistello e San Giacomo delle Segnate; i singoli Documenti di Piano possono in ogni caso modificare la gerarchizzazione proposta dal PTCP e l’espressione di parere favorevole in sede di valutazione di compatibilità costituisce aggiornamento e integrazione del PTCP. Gli “altri insediamenti produttivi”, corrispondenti alle “aree produttive” di PRG, sono invece indirizzati al soddisfacimento di esigenze insediative manifestate dalle imprese già insediate e possono essere incrementati nei limiti indicati come “quota base”. Per quanto riguarda gli insediamenti commerciali gli indirizzi del PTCP comprendono tra i diversi criteri il sostegno allo sviluppo dei sistemi commerciali urbani e il disincentivo al consumo di aree in contesti extraurbani per la localizzazione di nuove funzioni commerciali; per l’insediamento di grandi o medie strutture di vendita sono richieste adeguate valutazioni di sostenibilità con previsioni di adeguate mitigazioni. Vengono infine specificati i criteri per la verifica dimensionale delle iniziative insediative dei PGT con l’obiettivo generale di minimizzare l’ulteriore consumo di suolo, privilegiando la riqualificazione urbana; i parametri indicati fanno riferimento alla “superficie urbana consolidata” (SUC), che può essere incrementata di una “quota massima insediabile” costituita da una “quota base” (QB) per dare risposta alle iniziative insediative di valenza locale e da una “quota condizionata” (QC), che deve essere accompagnata da adeguate misure compensative di sostenibilità. In sede di prima applicazione, le previsioni insediative non attuate individuate dal PRG vigente e riconfermate nei nuovi PGT, sono riferibili alla Quota Base che può essere incrementata sino a comprendere tutte le previsioni insediative non attuate; a questo è possibile aggiungere nuove previsioni riferite alla Quota Convenzionata ed eventualmente riconducibili alla gestione coordinata; queste indicazioni sono servite per verificare il dimensionamento delle previsioni delle aree di espansione. I parametri da applicare per la quantificazione delle quote ammissibili variano in funzione della popolazione insediata all’ultimo rilevamento censuario: per i comuni A, con meno di 2.000 abitanti, la quota massima insediabile è definita nel 3% all’anno (15% per i 5 anni di validità del DdP), di cui l’1,5% di quota base e l’1,5% di quota convenzionata; a questa categoria, facendo riferimento al censimento 2001, appartengono Quingentole, Pieve di Coriano, San Giacomo delle Segnate e Villa Poma; per i comuni B, tra i 2.000 e i 5000 abitanti la quota massima insediabile è definita nel 2,5% annuo di cui 1,5% di quota base e 1,5% di quota condizionata; Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 53 di 88 per i comuni C, con più di 5.000 residenti, comprendenti San Benedetto e Quistello, la quota massima insediabile è definita nel 2,5% all’anno, con l’1% di quota base e l’1,5% di quota convenzionata. 6.3.3.5 Sistema tematico rischio degrado e compromissione paesaggistica A livello generale, per questo sistema tematico, il PTCP individua (art.48) l’obiettivo strategico di attivare politiche per un territorio più vivibile e sicuro tramite i seguenti indirizzi: 1. reintegrare i valori paesaggistici nelle aree e negli ambiti degradati o compromessi da riqualificare; 2. perseguire il rallentamento dei deflusso delle acque tramite il convogliamento in aree appositamente individuate; 3. mettere in atto misure di prevenzione e contenimento dei processi che determinano rischi di degrado e compromissione paesaggistica; 4. concentrare gli interventi di compensazione in tali aree; 5. perseguire la multifunzionalità insediativa dei poli urbani esistenti. I temi affrontati nell’apparato normativo riguardano: le aree a rischio geologico molto elevato; il rischio idraulico delle aste principali; la vulnerabilità degli acquiferi; le criticità ambientali e i rischi connessi con la componente paesaggistica. 6.3.3.6 Sistema della mobilità e dei trasporti Gli obiettivi generali indicati dal PTCP per li sistema della mobilità e dei trasporti sono i seguenti: utilizzare le opportunità della maglia infrastrutturale per incentivare la creazione di un sistema policentrico; intervenire sul sistema delle infrastrutture di collegamento per favorire l’accessibilità alla rete regionale, nazionale ed europea; migliorare l’accessibilità interna del territorio in termini di sicurezza, efficienza e velocità; consentire un accesso sicuro , economicamente attuabile, socialmente accettabile ed ambientalmente sostenibile a persone, luoghi, beni e servizi; riorganizzare il sistema delle merci per uno sviluppo del settore più sostenibile; garantire un servizio di trasporto pubblico locale di qualità; ridurre i carichi di traffico nelle aree congestionate; metter in atto politiche di innovazione a lungo termine nel campo della mobilità; individuare le reti tecnologiche e promuoverne la pianificazione integrata; promuovere la pianificazione integrata delle reti infrastrutturali che vanno integrate paesisticamente e ambientalmente Per quanto riguarda le componenti del sistema della mobilità di rilevanza provinciale, l’assetto indicato dal PTCP ha carattere vincolante per quanto riguarda il rango funzionale e la classificazione di ciascuna infrastruttura, mentre ha valore indicativo per il posizionamento e sviluppo planimetrico dei tracciati; per il territorio dei 6 comuni riveste particolare rilevanza l’asse della PO-PE. Sono inoltre presi in considerazione i corridoi tecnologici dove realizzare infrastrutture a rete facendo riferimento all’individuazione effettuata nel PTR della Regione Lombardia. Per la definizione degli interventi di competenza provinciale sugli elementi della rete indicati dal PTCP si fa riferimento al Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che ne individua le priorità; i comuni sono tenuti a recepire nei PGT le indicazioni di salvaguardia ponendo particolari attenzioni per le trasformazioni consentite nell’intorno dei nodi viabilistici e intermodali; eventuali modifiche di tracciato di infrastrutture di rango provinciale possono essere proposte da singoli comuni sulla base di studi di prefattibilità e di valutazioni sommarie dei costi e benefici e portate avanti con la procedura di un Accordo di Programma, che coinvolga anche gli altri comuni interessati dalla proposta di modifica. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 54 di 88 6.3.3.7 Sistema agricolo e rurale Tra gli obiettivi generali del PTCP per il sistema agricolo e rurale rientrano la difesa e la valorizzazione degli spazi rurali e delle attività agricole, la promozione di un’agricoltura sostenibile e multifunzionale, il contenimento del consumo di suolo agricolo per usi urbani, il potenziamento della funzione paesaggistica ed ecosistemica dello spazio rurale, la preservazione dei suoli ad elevata vocazione agricola e di quelli destinati alle produzioni tipiche locali. Il PTCP propone inoltre una articolazione degli ambiti destinati all’attività agricola da verificare e integrare a livello più dettagliato con i PGT, distinguendo tra: ambiti agricoli ad elevata caratterizzazione produttiva, assicurando la continuità delle aree agricole e dei sistemi agroforestali e disincentivano processi di frammentazione del sistema poderale delle aziende agricole; ambiti agricoli ad elevata valenza paesaggistica, entro i quali indirizzare e controllare le eventuali trasformazioni prescrivendo il corretto inserimento degli interventi edilizi ammessi; ambiti agricoli di interazione tra il sistema insediativo ed il sistema agricolo, per i quali, in assenza di altre indicazioni, si può fare riferimento a una fascia di interferenza di 200 m dal perimetro del tessuto urbano consolidato; aree agricole soggette a trasformazione, già indicate dai PRG vigenti e recepite nel Documento di Piano al cui interno vanno promosse soluzioni progettuali orientate al miglioramento dei contesti territoriali periurbani. 6.4 L’IDEA DI SVILUPPO CONDIVISA PER L’OLTREPO’ MANTOVANO I 6 comuni che hanno intrapreso il percorso di coordinamento dei PGT hanno precedentemente aderito al “Progetto di rafforzamento della capacità programmatoria degli enti locali a scala territoriale e raccordo con gli strumenti di pianificazione ordinari” cofinanziato DOCUP Ob2 2000-2006 Misura 2.5. Tale progetto si inserisce in una tradizione già in parte consolidata e in continua evoluzione che ha visto i diversi attori del territorio dell’Oltrepo partecipare a differenti iniziative volte alla valorizzazione del territorio e alla progettazione congiunta di ipotesi di intervento (PISL; Agenda 21, Documento sul Paesaggio, Leader plus Padus, Marketing territoriale). Il lavoro di confronto e concertazione si è concluso con la messa a punto di “Obiettivi di qualità e sostenibilità” condivisi che rappresentano l’elemento di riferimento generale per la messa a punto dei singoli PGT comunali. In particolare il tema della sostenibilità dello sviluppo è stato confrontato con le vocazioni territoriali presenti e con la compresenza vitale dei diversi sistemi socio-economici, per approdare alla individuazione di una serie di obiettivi preordinati all’individuazione degli ambiti di tessuto urbano consolidato, di trasformazione, recupero, riqualificazione e ristrutturazione. 6.4.1 Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti urbani 1) Promuovere l’identità dei nuclei urbani tutelando la qualità e l’articolazione del sistema degli spazi pubblici, ivi compresi gli spazi verdi urbani e i servizi alla cittadinanza, di cui valutare la qualità e le possibilità di connessione al sistema dei percorsi di fruibilità del paesaggio extraurbano. 2) Incentivare il recupero e la riqualificazione dell’edilizia esistente (storica e recente). 3) Garantire un’espansione armonica e razionale dei centri abitati, integrandovi l’estensione del sistema degli spazi pubblici, del verde e dei servizi, valutandone l’impatto sul sistema paesistico e agricolo. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 55 di 88 4) Salvaguardare e promuovere le unità commerciali al dettaglio nei centri urbani in relazione al sistema degli spazi pubblici nonché delle infrastrutture a servizio della mobilità anche disincentivando l’insediamento dei centri commerciali. 5) Implementare misure a favore dell’edilizia sostenibile (requisiti energetici; utilizzo di materiali con certificazioni di impatto; miglioramento gestione reti idriche; ecc.) attraverso azioni miratela inserire nel Documento di Piano e nel Piano delle Regole. 6.4.2 Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti produttivi 6) Concentrare le nuove previsioni di insediamenti produttivi (industriali e commerciali) di dimensioni rilevanti (> di 30.000 mq di area interessata) nei maggiori poli e comunque in prossimità delle infrastrutture viabilistiche esistenti, prevedendo forme di perequazione e compensazione per le realtà esterne a tali polarità. 7) Rifiutare nuovi insediamenti produttivi che possano compromettere pesantemente e per un lungo periodo i principali elementi dell’ambiente: aria, acqua, suolo e sottosuolo (compresi gli allevamenti, nel rispetto della direttiva nitrati) e favorire l’insediamento e l’ammodernamento di tali insediamenti secondo il principio del risparmio energetico. 8) Tendere alla predisposizione di Aree Ecologicamente Attrezzate, capaci quindi di associare le politiche di attrazione e sviluppo dell’imprenditorialità gestibili dai Comuni (costi area, scomputo oneri, agevolazioni fiscali, fornitura servizi, ecc.) a quelle di promozione della qualità ambientale e progettuale degli insediamenti, misurabile anche con benchmarking (MTD) o certificazioni (energetica, EMAS, ISO 14001, ecc.) e comunque non contraddittoria con nessuno degli obiettivi condivisi. 6.4.3 Obiettivi di qualità e sostenibilità del territorio non edificato 9) Tutelare e valorizzare i siti di interesse storico, ambientale, archeologico e culturale, quali elementi fondanti l’identità storica dell’area, nonché elementi distintivi della sua immagine. 10) Incentivare il recupero degli insediamenti agricoli esistenti, con particolare attenzione al recupero e alla utilizzazione degli edifici rurali residenziali, in un’ottica di contenimento dell’uso del suolo. 11) Favorire negli ambiti agricoli lo sviluppo di produzioni tipiche e delle loro commercializzazioni, energetiche (biomasse, Biogas …), turismo rurale e manutenzione territorio convenzionata attraverso nuove forme di imprenditorialità. 12) Associare le politiche i promozione dell’imprenditorialità negli ambiti agricoli legati alle produzioni di qualità e alla loro trasformazione e commercializzazione diretta, a politiche di promozione della qualità ambientale degli insediamenti e delle relative attività, misurabili con certificazioni e comunque non contraddittorie con nessuno degli obiettivi condivisi. 13) Garantire compatibilità tra i diversi sistemi della mobilità e il paesaggio, mediante sistemi di controllo, mitigazione e compensazione. 14) Promuovere l’intermodalità e l’uso di ferrovia e idrovie. 15) Riqualificare il sistema a servizio della mobilità alla luce della intermodalità e della necessità di collegamento con la viabilità dei territori vicini, con le seguenti priorità: a. PO-PE: realizzazione del tratto Pegognaga – Quistello, Quistello – Poggio Rusco e riqualificazione del tratto Poggio Rusco – Sermide, con possibile realizzazione di collegamenti agli snodi intermodali (es. Schivenoglia); b. Riqualificazione e potenziamento dell’asse ferroviario Parma – Suzzara – Poggio Rusco – Ferrara (di competenza della Provincia di Mantova) e degli interventi concordati con il concessionario. c. Collegamenti con i caselli della futura Cispadana e A13. 16) Riqualificare il sistema a servizio della mobilità promuovendo l’innovazione tecnologica per contribuire alla sostenibilità del trasporto pubblico su gomma. 17) Garantire la compatibilità e l’interscambio tra i diversi sistemi a servizio della mobilità: territoriali /locali; gomma /acqua /ferro; ciclopedonalità /percorsi naturalistici /mobilità veloce. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 56 di 88 7 GLI INDIRIZZI STRATEGICI DEl PGT COORDINATO DEI 6 COMUNI La proposta di Documento di Piano alla scala territoriale ha rappresentato la conclusione della prima fase di lavoro, sviluppata in modo coordinato e condiviso da tutti i Comuni. Tale fase è stata sviluppata tenendo in considerazione, confrontando e verificando: • la situazione esistente sul territorio, analizzata nelle sue varie componenti (geografica, ambientale, demografica, insediativa, infrastrutturale, ecc.); • le previsioni del PTCP di recente approvazione; • le previsioni e lo stato di attuazione dei Piani Regolatori vigenti nei vari comuni. Parallelamente, con la predisposizione del “Documento di Scoping”, presentato nel corso di un’apposita conferenza di valutazione, è stata avviata la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), proseguita poi con la pubblicazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica sui siti dei singoli comuni; tale procedura si conclude con la conferenza finale di valutazione e la predisposizione del parere motivato. Gli obiettivi ed i contenuti degli elaborati grafici relativi a questa prima fase sono stati esplicitamente limitati al livello territoriale, relativamente al quale si è proceduto in modo condiviso: i successivi contenuti di livello comunale sono stati invece oggetto di approfondimenti, valutazioni e decisioni autonome dei singoli Comuni. In questo senso la proposta di Documento di Piano ha costituito il “quadro di riferimento” che: • è stato assunto come base per i successivi sviluppi dei PGT dei singoli Comuni; • ha consentito un approfondito e documentato confronto con il PTCP; • ha permesso di avviare il processo condiviso di VAS. Per omogeneità di esposizione con l’impostazione del PTCP i contenuti della proposta di documento di piano vengono affrontati secondo l’articolazione del PTCP stesso, che considera 4 sistemi: • paesaggistico -ambientale • insediativo e dei poli produttivi • infrastrutturale • agricolo e rurale cui si antepongono le considerazioni relative agli elementi di rischio, degrado e compromissione paesaggistica. Si è infine tenuto conto delle disposizioni regionali in materia di redazione dei PGT, in particolare per quanto riguarda i contenuti del Documento di Piano. 7.1 Ambiti ed elementi di rischio degrado e compromissione paesaggistica Complessivamente la situazione oggi presente sul territorio è soddisfacente, e ciò è sicuramente dovuto alla grande attenzione che da tempo la comunità locale pone al problema, sia a livello istituzionale, sia a livello informale e di partecipazione. L’individuazione di questi ambiti nella proposta di Documento di Piano si richiama innanzitutto alla normativa sovraordinata, in particolare per quanto riguarda: • le prescrizioni del PAI, in particolare per l’individuazione delle fasce “A” e “B”; • le componenti geologiche, idrogeologiche e sismiche, con divieto di interventi di trasformazione ricadenti in classe 3 e 4. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 57 di 88 Sull’intero territorio considerato non risultano presenti ambiti e/o insediamenti a rischio di incidente rilevante (R.I.R.) Esistono peraltro situazioni di potenziale rischio, degrado e/o compromissione paesaggistica, derivanti da fenomeni puntuali di abbandono o uso improprio del patrimonio edilizio diffuso, con particolare riferimento agli ambiti agricoli. Negli elaborati grafici vengono riportati gli elementi di maggiore impatto/rischio, fermo restando che la individuazione generale e le modalità di intervento sono state compiutamente delineate in sede di predisposizione del Piano delle Regole con particolare riferimento alla scala Comunale. Va comunque segnalato che, a fianco di prescrizioni finalizzate ad incentivare le operazioni di recupero, sono state prese in considerazione le possibilità di concentrare gli interventi di compensazione ecologica preventiva proprio negli ambiti puntuali oggetto di possibile rischio/degrado: in questo modo sarà possibile contemporaneamente risolvere alcune criticità e realizzare interventi di recupero/compensazione sul versante ambientale. Analogo indirizzo si è assunto riguardo ai piccoli specchi d’acqua che punteggiano il territorio, in modo tale da prevenirne il potenziale degrado e da valorizzarne il ruolo anche dal punto di vista ecologico-ambientale. Il rischio della compromissione paesaggistica connesso alle trasformazioni urbanistico-edilizie del territorio, evidenziato dal PTCP, è stato affrontato con idonea normativa riguardante sia la nuova edificazione “urbana” (residenziale, produttiva, terziaria) sia la nuova edificazione rurale, sia, infine, la realizzazione delle nuove infrastrutture viabilistiche, per le quali in particolare devono essere previste stringenti prescrizioni per gli interventi di mitigazione/compensazione. In sintesi gli elementi di rischio, degrado, compromissione considerati nella costruzione della proposta di documento di piano sono: 1. le fasce A e B del PAI; 2. gli ambiti in classe 3; 4 della “zonizzazione geologica”; 3. i complessi edilizi dismessi, con particolare riferimento ai complessi agricoli e produttivi; 4. gli specchi d’acqua disseminati (“bugni”); 5. gli allevamenti intensivi; 6. le cave, attive e/o dismesse; 7. l’impianto di compostaggio; 8. le nuove infrastrutture per la viabilità; 9. gli insediamenti/impianti produttivi di tipologie particolari (produzione energetica); Non si ritiene infine opportuno o significativo considerare altre ventilate ipotesi di intervento “macro” lungo il corso del Po, quali il sistema di dighe/sostegni o l’insediamento di nuovi grandi impianti energetici. Si considera infatti che tali ipotesi di intervento siano al momento prive di un livello di approfondimento utile anche per una sommaria valutazione, e tali comunque da coinvolgere livelli di governo che travalicano la scala territoriale di questa proposta. 7.2 Sistema paesaggistico e ambientale Come risulta dagli appositi elaborati del Piano Territoriale Paesistico Regionale, il territorio è caratterizzato dalla presenza di diverse Unità di Paesaggio: “UDP5 – Piana alluvionale; UDP9 Fascia fluviale del Po; UDP10 – Fascia fluviale del Secchia” Tale individuazione, di livello generale, è stata già recepita, elaborata ed articolata in sede di PTCP. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 58 di 88 La proposta di Documento di Piano recepisce anche altre indicazioni contenute nel PTCP, e più precisamente individua: 1. i “corridoi ecologici fondamentali” costituiti dagli ambiti del fiume Po e del fiume Secchia; 2. i “corridoi ecologici secondari” che, risultando fondamentalmente legati alla rete dei principali canali esistenti, sono estesi a comprendere gli “ambiti di ripopolamento e cattura”; essi sono stati ulteriormente ampliati secondo le indicazioni espresse dalle Amministrazioni Comunali interessate; 3. la ZPS “IT20B0501” – Viadana, Portiolo, San Benedetto Po, Ostiglia; 4. i PLIS già costituiti e operanti, e più precisamente: a. il Parco delle Golene foce Secchia tra Quistello e San Benedetto; b. il PLIS in area golenale lungo un tratto di sponda del Po, che interessa il Comune di Pieve di Coriano e ha individuato come comune capofila Ostiglia; 5. gli ambiti per i quali viene proposta l’istituzione di nuovi PLIS, e più precisamente: a. gli ambiti del Po Vecchio e dello Zara che interessano il comune di San Benedetto Po; b. gli ambiti delle golene di Po in sinistra Secchia, riguardanti il comune di San Benedetto Po; c. gli ambiti delle golene di Po in destra Secchia, con i comuni di Quistello, Quingentole e Pieve di Coriano. Le individuazioni cartografiche derivanti evidenziano una consistente “copertura” dell’intero territorio, che è stata ulteriormente integrata, articolata e specificata in sede di predisposizione dei Piani delle Regole, utilizzando al meglio le elaborazioni condotte per lo studio “BIOBAM”. In sede di normativa applicativa (Piano delle Regole), è stata inoltre predisposta per il sistema paesaggistico e ambientale, una versione omogenea per tutti i comuni; tale normativa fa riferimento anche al documento “Politica del paesaggio agrario del Basso Mantovano”: l’obiettivo è quello di costruire una base di riferimento omogenea e condivisa per questa componente, come espressamente richiesto anche dal documento delle linee guida sottoscritto da tutti i comuni. 7.3 Sistema insediativo e poli produttivi 7.3.1 Dimensionamento Nella nuova versione del PTCP il tema centrale del dimensionamento dei PGT è strettamente correlato al tema del consumo di suolo: l’obiettivo dichiarato è quello di realizzare, seppur progressivamente, una inversione di tendenza rispetto a quanto si è fin qui verificato. Gli “Indirizzi normativi di Piano” del PTCP, di conseguenza, determinano alcuni parametri che pongono dei limiti misurabili alle eventuali previsioni insediative di espansione, rapportando l’entità delle espansioni all’estensione, in termini di superficie, del tessuto urbano consolidato già presente sul territorio. Sebbene il tema del dimensionamento delle previsioni di piano abbia prevalente influenza sulla scala comunale del PGT, è stato comunque considerato di notevole importanza anche a livello territoriale, soprattutto in relazione alle previsioni per ambiti produttivi di valenza sovralocale. Nella proposta di Documento di Piano, pertanto: a. il perimetro del Tessuto Urbano Consolidato (TUC) che rappresenta l’indispensabile elemento di riferimento, viene definito secondo criteri omogenei per tutti i Comuni, vale a dire: nel TUC vengono compresi tutti gli ambiti consolidati, rilevati come tali e/o azzonati negli strumenti urbanistici vigenti come zone “A” e “B” e “D” (completamento e/o consolidati), nonché gli ambiti destinati a servizi di interesse pubblico; Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 59 di 88 nel TUC vengono altresì compresi tutti gli ambiti che i PRG vigenti assoggettano a pianificazione esecutiva, ove i relativi piani risultino approvati ed operanti, indipendentemente dallo stato di realizzazione della edificazione; nel TUC, infine, non vengono compresi gli ambiti come sopra per i quali non siano stati predisposti o non siano comunque operanti i relativi piani attuativi. b. nella aree di trasformazione (che sono l’oggetto specifico del Documento di Piano) sono incluse prioritariamente le aree che i PRG vigenti già individuano come “aree di espansione” già soggette quindi a piano attuativo; c. in caso di individuazione di nuove aree viene prevista una “compensazione” tramite lo stralcio di altre aree già previste e non poste in attuazione. - Per l’individuazione degli ambiti di trasformazione si fa quindi riferimento alla specifica previsione del PTCP in base alla quale, in sede di prima applicazione, è comunque ammesso “confermare” come ambiti di trasformazione le aree già così individuate dai PRG vigenti, anche ove fossero eccedenti rispetto al dimensionamento ammissibile per la cosiddetta “quota base” alla quale può essere aggiunta la “quota condizionata”indicata: la individuazione di ulteriori aree di trasformazione, è oggetto di accordi di livello sovralocale. Le ipotesi di dimensionamento vengono riassunte nella seguente tabella che riporta i dati dei singoli comuni, nonché i dati aggregati. 7.3.2 Localizzazione Nella proposta di Documento di Piano la localizzazione degli ambiti di trasformazione tiene conto, per quanto possibile, delle previsioni dei PRG vigenti e delle indicazioni contenute negli elaborati grafici del PTCP (in particolare la tav. 2 “Sistema insediativo”) e negli “indirizzi normativi”. Insediamenti residenziali Salve eccezioni motivate, le aree di espansione residenziale già previste dai PRG e non ancora attuate vengono confermate, previa verifica di compatibilità condotta sulla base dei “criteri localizzativi” e delle relative elaborazioni grafiche contenute nel PTCP. In alcuni casi circoscritti, peraltro, ove la conformazione territoriale ed urbanistica molto vincolante aveva pesantemente limitato, all’origine, le alternative di localizzazione dei PRG vigenti, la conferma delle localizzazioni comporta alcuni scostamenti rispetto ai “criteri localizzativi” del PTCP. Per riportare queste situazioni a idonei livelli di compatibilità con quanto previsto dal PTCP, la conferma delle localizzazioni dei PRG vigenti viene accompagnata da normative vincolanti per la realizzazione di idonei interventi di mitigazione/compensazione. Insediamenti produttivi La localizzazione è stata individuata considerando la situazione esistente e le previsioni dei PRG, messe a confronto con le indicazioni della Provincia sulla localizzazione degli ambiti Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 60 di 88 produttivi (con particolare riferimento agli ambiti di rilievo sovralocale, individuati dal PTCP a San Benedetto, Quistello e San Giacomo delle Segnate ). Nella proposta di Documento di Piano vengono complessivamente confermate le aree di trasformazione, di ridotta entità, già previste dai PRG vigenti a completamento/integrazione di insediamenti esistenti e consolidati. Vengono pure confermate, anche se in modo selettivo, le aree di ridotta entità individuate dai vigenti PRG come “ex novo”, motivate essenzialmente dalla opportunità di dare pronta risposta a limitate esigenze di livello locale, di dimensioni contenute e spesso derivanti da intenzioni di rilocalizzazione. Viene infine confermata la individuazione degli ambiti di rilevanza sovralocale, che vengono individuati nei Comuni di S: Benedetto, Quistello, S. Giacomo In conformità con i criteri di impostazione delle “Linee guida per la redazione dei PGT coordinati” e con gli indirizzi normativi del PTCP, vengono anche indicati due livelli di priorità, da assegnare al polo di Quistello (I° livello di pri orità) e S. Benedetto e S. Giacomo (II° livello di priorità). Relativamente al polo prioritario, questa scelta tiene conto di effettive opportunità quali: • l’accessibilità delle principali infrastrutture stradali e ferroviarie • la possibilità di integrazione con insediamenti esistenti A Quistello, l’ambito si pone come possibile ampliamento dell’area già esistente a Sud-Est del centro abitato. Recependo anche un possibile orientamento espresso dal Comune di San Giacomo, l’ampliamento potrebbe essere indirizzato anche allo sviluppo di iniziative (non solo o esclusivamente produttive) nel settore della filiera agroalimentare, in relazione alla presenza sul territorio di significative specializzazioni della produzione agricola. L’ambito individuato, può contare su una ottima accessibilità sia autoveicolare (nuovo tracciato PO-PE) sia ferroviaria (raccordo immediato dalla stazione di Quistello). Per questo ambito il Documento di Piano prevede: • lo sviluppo dell’ambito di trasformazione in stretta correlazione con la realizzazione degli interventi di riassetto/potenziamento del sistema infrastrutturale • la realizzazione di insediamenti caratterizzati da elevata sostenibilità ambientale, sia per quanto riguarda le modalità di urbanizzazione (secondo il “modulo” delle “aree produttive ecologicamente attrezzate” come individuate dal PTCP), sia per quanto riguarda la edificazione e le tipologie di impianti e processi. Sempre in applicazione delle indicazioni del PTCP le modalità di realizzazione di questi ambiti di valenza sovralocale faranno riferimento ad accordi di programma e modalità operative concordati fra i comuni partecipanti. Insediamenti commerciali Per quanto riguarda gli insediamenti commerciali la proposta di Documento di Piano, aderendo agli orientamenti espressi dai Comuni, non prevede ipotesi di nuovi ambiti per insediamenti a specializzazione terziaria-commerciale, nella dichiarata intenzione di favorire, anche in questo modo, il recupero e la valorizzazione della tradizionale rete del commercio al dettaglio che viene considerata importante per il mantenimento/rafforzamento della qualità insediativa dei centri abitati esistenti. Eventuali modalità innovative o sperimentali nel settore della distribuzione possono semmai esplorate in direzione della commercializzazione “diretta” delle produzioni agricole (accorciamento della filiera; prodotti “a km zero”, ecc.). Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 61 di 88 La disciplina e l’orientamento delle attività commerciali vengono più specificamente affrontati con maggiore dettaglio ed approfondimento alla scala locale, e tramite apposita normativa da includere nel Piano delle Regole. 7.3.3 Elementi di qualità / sostenibilità ambientale Relativamente agli ambiti di trasformazione destinati all’espansione insediativa, il PTCP vincola al rispetto di elementi di qualità: • le aree di trasformazione residenziale dimensionate in relazione alla cosiddetta “quota aggiuntiva”; • gli ambiti destinati a poli produttivi di livello sovralocale. Nella proposta di Documento di Piano si stabilisce invece di definire e applicare i criteri di qualità, che si riferiscono sostanzialmente al miglioramento dei livelli di sostenibilità ambientale, a TUTTI gli ambiti di trasformazione, con possibili differenziazioni derivanti dalle destinazioni e dalle tipologie di intervento. Tale estensione è fra l’altro rispondente alla nuova normativa regionale in materia di “oneri di compensazione ecologica” e agli indirizzi strategici già maturati dai Comuni. La concreta realizzazione di questo indirizzo è stata demandata alla predisposizione di apposita normativa di carattere generale, omogenea e valida per tutti i tre elementi costitutivi dei PGT. 7.4 Sistema dei servizi Nella proposta di Documento di Piano vengono presi in considerazione essenzialmente i servizi di livello sovralocale, che rappresentano elementi essenziali per la organizzazione territoriale di livello territoriale. Vengono quindi individuati i servizi che possono rivestire una valenza sovralocale, più precisamente: • l’ospedale di Pieve di Coriano, • la centrale di compostaggio di Pieve di Coriano • le attrezzature scolastiche: scuole medie inferiori e istituti superiori • le attrezzature di interesse sociale: case di riposo, alloggi protetti • i servizi culturali: musei • le attrezzature sportive e di fruizione ambientale: parchi locali e attracchi fluviali Per i servizi di livello locale, che pure svolgono una funzione strutturante essenziale per la qualificazione dei centri abitati, si segnala l’utilità di avviare considerazioni sulla possibile messa in rete, finalizzata a una maggiore economia di gestione. In particolare si dovrà fare un’attenta valutazione sull’opportunità di conservare servizi locali che dispongono di utenze molto ridotte, aprendo la possibilità di verificare soluzioni diverse rispetto alla semplice accettazione dello status quo. Va comunque segnalato che, tranne che per gli indirizzi strategici generali, il tema dei servizi non rientra nella proposta di Documento di Piano, ma nello strumento “dedicato” che è il Piano dei Servizi, che è stato sviluppato fondamentalmente alla scala locale. Anche in considerazione degli attualissimi provvedimenti di livello nazionale e regionale in materia (il cosiddetto “piano casa” e la recentissima modifica/integrazione alla l.r. 12/2005), nella proposta di Documento di Piano viene infine avanzata la proposta che una quota parte delle aree per servizi siano destinate all’edilizia residenziale sociale, sulla base di un piano pluriennale unitario per tutti i comuni interessati, che preveda interventi piccoli e diffusi, dotati di Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 62 di 88 caratteristiche di sostenibilità e sperimentazione e destinati ad utenze diverse: dall’edilizia residenziale pubblica a quella convenzionata, agli alloggi per anziani e per altre categorie protette, deboli o svantaggiate. Tale proposta dovrà essere recepita e articolata nel Piano dei Servizi dei singoli Comuni. 7.5 Infrastrutture e mobilità Si conferma la valenza strategica della infrastruttura ferroviaria (linea Suzzara – Ferrara): l’effettiva valorizzazione della stessa, peraltro, deriva solo parzialmente da interventi alla scala degli strumenti urbanistici locali. Nella proposta di Documento di Piano si prende atto delle indicazioni del PTCP relative alla maglia infrastrutturale principale, in particolare per quanto riguarda il completamento della POPE, come asse fondamentale in direzione est-ovest, necessario per garantire i collegamenti di livello locale e i raccordi con le aste nord-sud della mobilità regionale e nazionale, rappresentate sul territorio dall’autostrada del Brennero, con il casello di Pegognaga, e dalla strada statale n.12. Al fine di consentire il progressivo affinamento delle previsioni operative, vengono in alcuni casi riportati anche i possibili tracciati alternativi, che dovranno essere discussi, valutati e definiti nel confronto interistituzionale. Relativamente al tracciato della PO-PE, vanno più in dettaglio verificati alcuni elementi del tracciato, in particolare nel “nodo” centrale fra Quistello e S. Giacomo (approssimativamente all’altezza della frazione di S. Rocco e oltre, verso S. Giovanni), ove fra l’altro potrebbe essere individuato il tracciato di collegamento in direzione della “Cispadana” che corre appena a Sud, e che dovrebbe rappresentare un importante elemento di collegamento con il sistema della mobilità autoveicolare di livello regionale -nazionale. In questo ambito, che con il riassetto infrastrutturale previsto risulterebbe particolarmente servito sul versante della mobilità, la proposta di Documento di Piano contiene la previsione di un polo sovralocale per insediamenti produttivi da svilupparsi con priorità. Per quanto riguarda la SS. 12 viene riportata la previsione del PTCP relativa alla riqualificazione (parallela all’analogo intervento sulla linea ferroviaria) che interessa direttamente il centro abitato di Villa Poma con un by-pass in grado di eliminare il pesante carico di traffico di attraversamento. Anche in questo caso la proposta di Documento di Piano individua proprio in questo ambito la previsione di un polo sovralocale per insediamenti produttivi, che risulterebbe ben servito anche sul versante della mobilità ferroviaria e rappresenterebbe il naturale completamento dell’ambito consolidato in territorio di Poggio Rusco. Viene inoltre confermata la previsione del PRG relativa alla circonvallazione di San Benedetto, recepita dal PTCP, che potrebbe rappresentare un importante miglioramento dei percorsi NordSud (in direzione di Moglia); è peraltro da segnalare che, in particolare per il tronco ad Est dell’abitato, il tracciato oggi considerato dovrebbe essere soggetto ad ulteriori approfondimenti, volti in particolare ad evitare o ridurre il consumo di suolo e la scomposizione di fondi agricoli: verificando ad esempio se sia possibile la riqualificazione di una strada esistente, che corre parallelamente al tracciato ipotizzato, oppure se sia possibile seguire con la nuova infrastruttura viaria il tracciato della linea di alta tensione esistente. Da ultimo si segnala che nelle successive elaborazioni di livello locale e nel Piano dei Servizi è stato sviluppato l’obiettivo della valorizzazione della rete della viabilità locale esistente che è chiamata a svolgere una funzione essenziale per la realizzazione del disegno complessivo di Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 63 di 88 “messa in rete” dei centri abitati, dei servizi, della residenza diffusa sul territorio rurale, dei luoghi di lavoro. L’obiettivo non è tanto quello di riconfigurare i tracciati esistenti, ma di razionalizzarli/riqualificarli e renderli “riconoscibili e dedicati” per la mobilità autoveicolare lenta (la cosiddetta “rete 50 KM/ora”) e capillarmente diffusa, verificandone anche la possibilità di adeguamento per un uso integrato auto-ciclabile. Per quanto riguarda infine i temi legati al trasporto pubblico, si ritiene che essi non rientrino nell’ambito di pertinenza della pianificazione urbanistica, se non per questioni legate alla localizzazione o sistemazione delle infrastrutture di servizio, quali stazioni, eventuali nodi di interscambio o parcheggi. 7.6 Sistema agricolo e rurale Nella proposta di Documento di Piano viene condivisa l’impostazione generale data dal PTCP con l’individuazione diffusa e generalizzata degli “ambiti agricoli strategici”. Questa condivisione si evidenzia e si rafforza anche in relazione alla individuazione degli ambiti di valore paesaggistico-ambientale, che offrono una “copertura” molto estesa per l’intero territorio, e che rappresentano un efficace e valido strumento di contenimento delle spinte all’espansione delle urbanizzazioni e delle infrastrutture. Vengono inoltre individuati, all’intorno dei nuclei edificati principali, gli ambiti di interazione tra il sistema insediativo e quello agricolo; all’interno di questi ambiti le trasformazioni possibili saranno soggette ad alcune restrizioni, sia per quanto riguarda nuove costruzioni e allevamenti, sia per quanto riguarda l’edilizia esistente. Circa la individuazione di questi ambiti, si è fatto riferimento, ove esistenti, alle previsioni dei PRG vigenti: altrimenti si è provveduto alla indicazione di perimetri che sono stati puntualmente verificati in sede di approfondimento dei singoli Comuni. La disciplina delle trasformazioni realizzabili negli ambiti rurali è stata demandata al Piano delle Regole, che fornisce indicazioni: • per gli insediamenti connessi con la produzione agricola; • per le residenze; • per gli insediamenti produttivi esterni al tessuto urbano consolidato; • per quelli agroindustriali; • per i manufatti di pregio da salvaguardare; • per gli impianti di produzione agroenergetica. Sempre legato al sistema agricolo è il tema della città diffusa, riconoscibile come sistema territoriale, da raccordare con i nodi dei centri abitati tramite una rete di mobilità capillare che funzioni; si tratta di un sistema insediativo diffuso, con matrice e individuazione consolidata che, se ben disciplinato, può integrarsi con il sistema agricolo senza comprometterne l’efficienza. Questi sistemi insediativi rurali possono rappresentare un “serbatoio residenziale” aggiuntivo per la popolazione già oggi presente sul territorio. In termini esemplificativi e non esaustivi, si può fare ad esempio riferimento: • agli insediamenti lineari sparsi, che caratterizzano il paesaggio lungo la viabilità minore; • alle grandi corti dimesse o in via di dismissione, che spesso presentano caratteristiche storico-ambientali di pregio, e che si prestano ottimamente per interventi di recupero e valorizzazione sia degli elementi di pregio, sia della capacità insediativa. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 64 di 88 8 IL PGT DI SAN BENEDETTO Partendo dalla proposta di Documento di Piano in scala 1:25.000, che è stata predisposta sulla base delle indicazioni degli amministratori del Comune di San Benedetto, ma condivisa con gli altri 5 comuni che hanno partecipato alla redazione del PGT coordinato e come tale sottoposta a VAS, si è proceduto agli opportuni approfondimenti delle esigenze locali per arrivare alla redazione di tutti gli atti del PGT da portare all’adozione del Consiglio comunale. 8.1 Analisi dei dati locali I dati analizzati a livello globale per i 6 comuni relativamente al sistema socioeconomico e alla struttura insediativa, sono stati sviluppati anche alla scala locale, in modo da fornire un quadro più dettagliato per questi due temi del quadro conoscitivo. Si riportano qui di seguito le tabelle e i grafici dei dati comunali più significativi accompagnati da brevi note illustrative. 8.1.1 Dati demografici Tab. 1 Popolazione residente alle date dei censimenti anni 6.592 5.376 4.468 4.204 4.006 3.659 Totale Comune 10.399 10.484 10.908 12.192 13.121 13.578 13.573 13.127 10.651 8.788 8.148 7.696 7.206 Totale Provincia 292.737 300.311 315.448 353.006 380.802 403.422 407.977 424.753 387.255 376.892 377.158 369.630 377.790 variazione 1871 - 1951 assoluta % 2.728 26,2% 132.016 45,1% variazione 1951 - 2001 assoluta % -5.921 -45,1% -46.963 -11,1% variazione 1871 - 2001 assoluta % -3.193 -30,7% 85.053 29,1% 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1938 1951 1961 1971 1981 1991 2001 maschi 6.535 5.275 4.320 3.944 3.690 3.547 femmine La popolazione residente alle date dei censimenti (v.Tab.1) a S. Benedetto raggiunge il suo massimo storico nel 1931 con 13.578 abitanti; da quell’anno inizia a diminuire per arrivare alle 7.206 unità del 2001. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 65 di 88 Serie storica dal 1871 al 2001 Comune di San Bnedetto Po 16.000 14.000 n° abitanti 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 0 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1938 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Anno Negli anni successivi (v. Tab.2) l’andamento demografico sembra consolidarsi, segnando una leggera inversione di tendenza, per arrivare ai 7.748 residenti al 31.12.2009. Tab.2 Popolazione residente al 31.12 anni 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 maschi 3.690 3.661 3.630 3.612 3.608 3.627 3.643 3.646 3.640 3.660 3.648 3.670 3.700 3.739 3.716 3.702 3.773 3.819 3.844 femmine Totale Comune 4.006 3.964 3.938 3.910 3.926 3.931 3.921 3.910 3.876 3.874 3.850 3.849 3.868 3.868 3.866 3.848 3.870 3.889 3.904 7.696 7.625 7.568 7.522 7.534 7.558 7.564 7.556 7.516 7.534 7.498 7.519 7.568 7.607 7.582 7.550 7.643 7.708 7.748 Considerando l’età dei residenti (v. Tab.3), si rileva un incremento del peso delle fasce più anziane; restano comunque stazionarie le fasce più giovani. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 66 di 88 Tab.3 Popolazione residente per particolari classi di età Dati censimenti ISTAT Anni 1991 2001 2005 2006 2007 Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Classi di età Popolazione da 1 a 5 anni n % 123 3,33 130 3,25 253 3,29 135 3,81 109 2,98 244 3,39 155 4,17 139 3,60 294 3,88 146 3,94 138 3,59 284 3,76 157 4,16 153 3,95 310 4,06 Popolazione da 6 a 14 anni n % 333 9,02 306 7,64 639 8,30 260 7,33 265 7,24 525 7,29 293 7,88 242 6,26 535 7,06 301 8,13 260 6,76 561 7,43 306 8,11 273 7,05 579 7,58 Popolazione da 15 a 44 anni n % 1.525 41,33 1.441 2966 35,97 38,54 1.498 42,23 1.365 2863 37,31 39,73 1448 38,97 1345 34,79 2793 36,84 1428 38,58 1315 34,18 2743 36,34 1469 38,94 1323 34,18 2792 36,53 Popolazione da 45 a 64 anni n % 979 26,53 1.025 25,59 941 26,53 941 25,72 Popolazione n con oltre 65 anni % Popolazione totale 730 19,78 n 3.690 % 100,00 1.104 27,56 2004 26,04 1834 23,83 713 20,10 4.006 7.696 3.547 100,00 100,00 100,00 979 26,76 1882 995 26,12 26,78 1692 23,48 825 22,20 3.659 7.206 3.716 100,00 100,00 100,00 959 24,81 1.181 30,55 1954 1.001 25,77 27,05 2006 26,46 825 22,29 3.866 7.582 3.701 100,00 100,00 100,00 982 25,53 1152 29,95 1983 1.015 26,27 26,91 1977 26,19 825 21,87 3.847 7.548 3.772 100,00 100,00 100,00 984 25,42 1138 29,40 1999 26,15 1963 25,68 3.871 7.643 100,00 100,00 Il saldo demografico (v. Tab.4) risulta spesso negativo, come conseguenza di una prevalenza dei morti sui nati; non sempre il saldo migratorio, generalmente attivo, riesce a controbilanciare questo dato. Tab.4 Movimento anagrafico della popolazione residente anno 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 nati 45 47 43 42 30 50 43 41 47 47 64 53 43 59 64 64 69 saldo morti naturale 107 -62 108 -61 112 -69 114 -72 107 -77 97 -47 113 -70 100 -59 94 -47 114 -67 106 -42 87 -34 105 -62 89 -30 128 -64 125 -61 101 -32 iscritti 151 151 138 146 192 196 199 197 162 234 220 253 343 258 260 266 331 cancellati 111 148 126 120 103 125 123 146 155 149 181 198 232 189 221 237 206 saldo migratorio 40 3 12 26 89 71 76 51 7 85 39 55 111 69 39 29 125 saldo Popolaz. totale al 31.12 -22 7.696 -58 7.625 -57 7.568 -46 7.522 12 7.534 24 7.558 6 7.564 -8 7.556 -40 7.516 18 7.534 -3 7.498 21 7.519 49 7.568 39 7.607 -25 7.582 -32 7.550 93 7.643 Il numero delle famiglie residenti (v.Tab.5) risulta in costante aumento, con conseguente riduzione della consistenza media dei nuclei familiari; aumentano in particolare i nuclei familiari numerosi (v. Tab.6). Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 67 di 88 Tab.5 Consistenza dei nuclei famigliari anno 1971 1981 1991 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 popolaz. famiglie consistenza residente residenti media 8.788 2.539 3,5 8.148 2.570 3,2 7.696 2.593 3,0 7.558 2.691 2,8 7.564 2.719 2,8 7.553 2.739 2,8 7.516 2.742 2,7 7.534 2.788 2,7 7.206 2.826 2,5 7.519 2.827 2,7 7.568 2.859 2,6 7.607 2.902 2,6 7.582 2.914 2,6 7.548 2.928 2,6 7.643 2.967 2,6 Tab.6 Famiglie residenti per ampiezza della famiglia n componenti anni n 1991 % n 1996 % n 1997 % n 1998 % n 1999 % n 2000 % n 2001 % n 2002 % n 2003 % n 2004 % n 2005 % n 2006 % n 2007 % 1 2 3 4 457 17,6 536 19,9 545 20,0 555 20,3 567 20,7 598 21,4 622 22,0 611 21,6 632 22,1 670 23,1 688 23,6 697 23,8 715 24,1 679 26,2 750 27,9 772 28,4 781 28,5 801 29,2 811 29,1 840 29,7 838 29,6 856 29,9 864 29,8 868 29,8 892 30,5 906 30,5 632 24,4 646 24,0 652 24,0 662 24,2 654 23,9 656 23,5 655 23,2 695 24,6 706 24,7 701 24,2 704 24,2 701 23,9 699 23,6 455 17,5 456 16,9 467 17,2 466 17,0 461 16,8 468 16,8 474 16,8 452 16,0 436 15,3 445 15,3 424 14,6 422 14,4 421 14,2 5 6 7 220 8,5 198 7,4 185 6,8 178 6,5 177 6,5 164 5,9 155 5,5 152 5,4 152 5,3 141 4,9 151 5,2 147 5,0 144 4,9 150 5,8 64 2,4 64 2,4 64 2,3 56 2,0 56 2,0 48 1,7 48 1,7 51 1,8 52 1,8 56 1,9 43 1,5 52 1,8 29 1,1 24 0,9 22 0,8 24 0,9 22 0,8 20 0,7 21 0,7 19 0,7 18 0,6 13 0,4 14 0,5 18 0,6 8 e più Totale Incremento 2.593 100,0 12 2.691 0,4 100,0 10 2.719 28 0,4 100,0 11 2.739 20 0,4 100,0 2 2.742 3 0,1 100,0 13 2.788 46 0,5 100,0 12 2.826 38 0,4 100 10 2.827 1 0,4 100,0 7 2.859 32 0,2 100,0 11 2.902 43 0,4 100,0 10 2.914 12 0,3 100,0 12 2.928 14 0,4 100,0 12 2.967 39 0,4 100,0 8.1.2 Popolazione straniera Determinante sull’andamento demografico è la componente straniera che risulta in costante aumento (v. Tab.7), risultando nettamente inferiore, come peso percentuale, rispetto alla media provinciale. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 68 di 88 Tab.7 Popolazione straniera residente al 31.12 Nel Comune di San Benedetto Po Anni pop. % stranieri residente su resid. popolazione straniera maschi femmine totale 1991 *2001 2003 2004 2005 2006 2007 165 135 171 180 199 223 15 264 257 334 354 388 439 99 122 163 174 189 216 7696 7498 7568 7607 7582 7550 7643 0,2% 3,5% 3,4% 4,4% 4,7% 5,1% 5,7% Popolazione straniera residente al 31/12 di ogni anno nel Comune di San Benedetto Po e nella Provincia di Mantova 10% 8,8% 9% 8,1% 8% 7,4% 7% 6,2% 6% 5,1% 5% 4% 4,4% 4,2% 3,5% 4,7% 3,4% 3% 2% 1% 0% *2001 2003 2004 2005 2006 anno % stranieri rispetto ai residenti Comune di San Benedetto Po % stranieri rispetto ai residenti nella Provincia 8.1.3 Attività della popolazione Tab.8 Popolazione residente attiva in condizione professionale per settore di attività economica Dati ISTAT 1961 - 1971 - 1981 - 1991 - 2001 Settori agricoltura industria altra attività totale Anni 1961 1971 1981 1991 2001 comune provincia n % n % n % n % n % % 2.123 50,0% 1.278 39,5% 854 26,0% 577 17,9% 378 12,2% 8,2% 1.270 29,9% 1.146 35,4% 1.424 43,4% 1.361 42,2% 1.361 43,9% 44,30% 852 20,1% 815 25,2% 1.004 30,6% 1.290 40,0% 1.364 44,0% 47,50% 4.245 100,0% 3.239 100,0% 3.282 100,0% 3.228 100,0% 3.103 100,0% 100,0% L’attività della popolazione residente (v. Tab.8) si è spostata negli anni dall’agricoltura all’industria e al terziario; al censimento 2001, gli occupati in agricoltura costituivano ancora il 12,2% della popolazione attiva, presenza consistente se rapportata al dato medio provinciale dell’8,2%. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 69 di 88 Popolazione residente attiva in condizione professionale per settore di attività economica 60% 50,0% 50% 43,4% 40% 44,0% 43,9% 42,2% 40,0% 39,5% 35,4% 30% 30,6% 29,9% 26,0% 25,2% 20% 20,1% 17,9% 12,2% 10% 0% 1961 1971 1981 agricoltura industria 1991 2001 altra attività Il tasso di attività (v. Tab.9 e 10) risulta in aumento ma risulta più basso rispetto alla media provinciale. Tab.9 Popolazione residente da 15 anni in poi - attiva e non attiva Dati ISTAT 1971 - 1981 - 1991 - 2001 condizione occupati Anni 1971 1981 1991 2001 maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale n 2.553 686 3.239 2.210 1.072 3.282 1.968 1.041 3.009 1.899 1.204 3.103 % 71,4 18,4 44,3 56,0 25,5 40,3 53,3 26,0 39,1 58,5 34,5 46,1 popolazione attiva in cerca occupaz. n % 59 1,7 70 1,9 129 1,8 50 1,3 88 2,1 138 1,7 90 2,4 128 3,2 218 2,8 41 1,3 68 2,0 109 1,6 pop. non attiva Totale totale n 2.612 756 3.368 2.260 1.160 3.420 2.058 1.169 3.227 1.940 1.272 3.212 % 73,1 20,2 46,1 57,3 27,6 42,0 55,8 29,2 41,9 59,8 36,5 47,7 n 962 2.979 3.941 1.684 3.044 4.728 1.632 2.837 4.469 1.306 2.215 3.521 % 26,9 79,8 53,9 42,7 72,4 58,0 44,2 70,8 58,1 40,2 63,5 52,3 n 3.574 3.735 7.309 3.944 4.204 8.148 3.690 4.006 7.696 3.246 3.487 6.733 % 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tab.10 Indicatori per la popolazione attiva Censimenti ISTAT 1991 - 2001 Indici Anni Comune Provincia Comune 2001 Provincia 1991 tasso di attività maschi femmine totale 55,8% 29,2% 41,9% 58,2% 32,6% 44,9% 59,8% 36,5% 47,7% 64,6% 41,4% 52,5% tasso di disoccupazione tasso disoccupazione giovanile maschi femmine totale maschi femmine totale 4,4% 10,9% 6,8% 10,9% 21,3% 15,6% 4,3% 8,7% 6,0% 9,8% 16,1% 12,6% 2,1% 5,4% 3,4% 9,6% 14,6% 11,8% 2,4% 5,3% 3,6% 8,1% 13,1% 10,3% Considerando la posizione nella professione (v.Tab.11), si rileva una netta prevalenza di dipendenti in posizione subordinata nell’industria e nel terziario, mentre in agricoltura prevalgono i lavoratori in proprio. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 70 di 88 Tab.11 Popolazione attiva per posizione nella professione e attività economica Dati ISTAT 2001 Settore di attività economica Industria Condizione professionale n Imprenditore e libero professionista Lavoratore in proprio Socio di cooperativa Coadiuvante familiare Dipendente in posiz. subordinata Totale n % n % n % n % n % n % 46 3,4% 177 13,0% 15 1,1% 22 1,6% 1.101 80,9% 1.361 100,0% Agricoltura n % 28,4% 29,5% 31,9% 24,4% 51,6% 44,9% 14 4,6% 149 48,5% 9 2,9% 24 7,8% 111 36,2% 307 100,0% % Altre attività n 8,6% 24,8% 19,1% 26,7% 5,2% 10,1% 102 7,5% 274 20,1% 23 1,7% 44 3,2% 921 67,5% 1.364 100,0% % 63,0% 45,7% 48,9% 48,9% 43,2% 45,0% Totale n % 162 5,3% 600 19,8% 47 1,6% 90 3,0% 2.133 70,3% 3.032 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Tra i non attivi (v. Tab.12), prevalgono i ritirati dal lavoro, mentre sono in diminuzione gli studenti e le casalinghe. Tab.12 Popolazione residente da 15 anni in poi - non attiva Dati ISTAT 1981 - 1991 - 2001 condizione Studenti 2001 1991 1981 1971 1961 anni maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale maschi femmine totale n 429 302 731 212 168 380 189 235 424 195 221 416 156 181 337 % 40,1 7,9 14,9 22,0 5,6 9,6 17,1 9,5 11,9 11,9 7,8 9,3 11,9 8,2 9,6 Casalinghe n 0 2.959 2.959 0 2.182 2.182 0 1.303 1.303 0 958 958 2 761 763 % 77,1 60,3 73,2 55,4 52,8 36,5 33,8 21,4 0,2 34,4 21,7 Ritirati dal lavoro In altra condizione Totale n % n % n 463 43,3 178 16,6 1.070 458 11,9 121 3,2 3.840 921 18,8 299 6,1 4.910 706 73,4 44 4,6 962 590 19,8 39 1,3 2.979 1.296 32,9 83 2,1 3.941 779 70,6 136 12,3 1.104 867 35,2 61 2,5 2.466 1.646 46,1 197 5,5 3.570 951 58,3 486 29,8 1.632 1.236 43,6 422 14,9 2.837 2.187 48,9 908 20,3 4.469 1.043 79,9 105 8,0 1.306 1.100 49,7 173 7,8 2.215 2.143 60,9 278 7,9 3.521 % 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Scendendo ad analizzare l’età dei lavoratori (v.Tab.13), il 20,9% degli occupati in agricoltura risulta avere, al 2001, un’età superiore ai 55 anni, mentre prevalgono nettamente, in tutti i settori, i lavoratori con età compresa fra i 30 e i 54 anni. Tab.13 Popolazione residente attiva per attività economica e classi di età Censimenti ISTAT 1971 - 1981 - 1991 - 2001 Anni 1971 1981 1991 2001 Settori agricoltura industria altre attività Classi di età 14 - 19 20 - 29 30 - 54 oltre 55 totale 14 - 19 20 - 29 30 - 54 oltre 55 totale 14 - 19 20 - 29 30 - 54 oltre 55 totale Comune n 50 112 687 429 1.278 199 315 537 95 1.146 28 139 504 144 815 % 3,9% 8,8% 53,8% 33,6% 100% 17,4% 27,5% 46,9% 8,3% 100% 3,4% 17,1% 61,8% 17,7% 100% Comune n 23 102 495 234 854 123 423 761 117 1.424 33 237 577 157 1.004 % 2,7% 11,9% 58,0% 27,4% 100% 8,6% 29,7% 53,4% 8,2% 100% 3,3% 23,6% 57,5% 15,6% 100% n 9 86 293 189 577 65 378 726 91 1.260 33 325 789 143 1.290 Comune % 1,2% 16,0% 54,5% 28,3% 100% 3,7% 31,5% 58,8% 6,0% 100% 1,8% 27,5% 63,1% 7,6% 100% Provincia % 2,1% 15,2% 52,1% 30,6% 100% 7,4% 31,2% 54,9% 6,5% 100% 2,4% 25,2% 62,6% 9,8% 100% n 2 43 254 79 378 31 321 917 92 1.361 16 234 977 137 1.364 Comune % 0,5% 11,4% 67,2% 20,9% 100% 2,3% 23,6% 67,4% 6,8% 100% 1,2% 17,2% 71,6% 10,0% 100% Provincia % 1,1% 11,7% 60,5% 26,7% 100% 2,5% 26,0% 64,8% 6,7% 100% 1,1% 19,6% 69,5% 9,8% 100% Considerando infine le attività locali si rileva (v.Tab.14) che al 2001il 38,9% degli addetti risulta occupato in industrie manifatturiere, mentre a livello di unità locali si rileva una prevalenza del settore commercio e riparazioni e una buona presenza di attività di costruzioni, oltre alle citate industrie manifatturiere. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 71 di 88 Tab. 14 Unità locali e addetti per settori di attività economica Dati censimenti ISTAT Anni u.l. Settori di attività Agricoltura e pesca Industrie estrattive Industrie manifatturiere Energia, gas e acqua Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e pubblici esercizi Trasporti e telecomunicazioni Credito e assicurazioni Altri servizi Totale 1971 addetti u.l. 1981 addetti 1991 addetti u.l. u.l. n 27 2 121 1 49 163 27 27 7 35 459 110 5 397 3 144 277 56 51 20 60 1.123 22 7 107 3 84 194 28 47 22 81 595 102 95 635 4 202 364 66 64 46 228 1.806 18 2 118 1 87 166 31 27 9 101 560 49 25 642 2 190 305 81 52 30 354 1.730 % 2,0% 0,2% 19,9% 0,0% 16,6% 26,6% 5,8% 3,8% 2,6% 22,4% 100,0% 11 1 109 91 146 32 21 14 123 548 2001 addetti n 31 30 602 234 273 66 48 41 223 1.548 addetti/u.l. n 2,8 30,0 5,5 % 2,0% 1,9% 38,9% 0,0% 15,1% 17,6% 4,3% 3,1% 2,6% 14,4% 100,0% 2,6 1,9 2,1 2,3 2,9 1,8 2,8 Anche il numero medio di addetti per unità locale (v. Tab.15) risulta leggermente inferiore rispetto alla media provinciale. Tab.15 Unità locali e addetti per settore di attività economica Confronto Comune di San Benedetto Po - Provincia di Mantova Dati ISTAT 2001 Comune Provincia valore assoluto % n medio add/u.l. valore assoluto % n medio add/u.l. DELLE IMPRESE DELLE ISTITUZIONI imprese: industria imprese: commercio imprese: altri servizi istituzioni u.l. addetti u.l. addetti u.l. addetti u.l. addetti 204 878 170 308 163 519 48 175 34,9 46,7 29,1 16,4 27,9 27,6 8,2 9,3 4,3 1,8 3,2 3,6 10.271 72.123 9.972 24.062 9.836 32.679 2.543 22.704 31,5 47,6 30,6 15,9 30,2 21,6 7,8 15,0 7,0 2,4 3,3 8,9 TOTALE u.l. 585 100 3,2 32.622 100,0 4,6 addetti 1.880 100 151.568 100,0 8.1.4 Il settore agricolo Tab.16 Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni Dati ISTAT coltivazioni anni 1982 2000 n % n % Superficie agricola utilizzata coltivazioni prati coltivazioni seminativi legnose permanenti e permanenti agrarie pascoli 4.390,50 28,79 285,38 82,1% 0,0% 0,5% 5,3% 4.295,14 183,80 9,59 89,2% 3,8% 0,2% 0,0% superficie a boschi totale 4.704,67 88,0% 4.488,53 93,2% altra superficie 354,12 6,6% 14,48 0,3% 287,69 5,4% 313,02 6,5% TOTALE 5.346,48 100,0% 4.816,03 100,0% Tab.17 Aziende con seminativi per principali coltivazioni DATI ISTAT coltivazioni anni 1982 2000 n % n % cereali totale di cui frumento aziende superficie aziende superficie 442 1.400,82 360 820,50 47,4% 34,2% 38,6% 20,1% 277 1.730,26 123 397,27 53,8% 47,7% 23,9% 11,0% coltivazioni ortive aziende superficie 46 25,83 4,9% 0,6% 16 16,21 3,1% 0,4% coltivazioni foraggere aziende superficie 445 2.665,45 47,7% 65,1% 222 1.879,09 43,1% 51,8% totale aziende superficie 933 4.092,10 100,0% 100,0% 515 3.625,56 100,0% 100,0% Tab.18 Aziende agricole per forma di conduzione Dati ISTAT CONDUZIONE DIRETTA DEL COLTIVATORE anni 1982 2000 con solo manodopera familiare aziende superficie 472 3.288,87 77,9% 61,5% 379 3.736,99 91,5% 71,2% Data 16/07/2010 con manodopera familiare prevalente aziende superficie 28 681,99 4,6% 12,8% 13 405,98 3,1% 7,7% con manodopera extrafamiliare prevalente Totale aziende superficie 12 397,54 2,0% 7,4% 8 557,29 1,9% 10,6% aziende superficie 512 4.368,40 84,5% 81,7% 400 4.700,26 96,6% 89,5% conduzione con salariati aziende superficie 88 887,12 14,5% 16,6% 14 548,74 3,4% 10,5% File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc a colonia parziaria appoderata aziende 6 1,0% superficie 90,96 1,7% 0,0% 0,0% TOTALE GENERALE aziende superficie 606 5.346,48 100,0% 100,0% 414 5.249,00 100,0% 100,0% superficie media ha 8,82 12,68 Pag. 72 di 88 Tab.19 Numero di lavoratori in agricoltura per classi d'età Censimento ISTAT Agricoltura 2000 età n % n % comune provincia < 20 79 6,2% 1.731 4,9% 20-24 78 6,1% 2.263 6,4% 25-29 63 4,9% 2.237 6,4% 30-34 89 7,0% 2.461 7,0% 35-39 83 6,5% 2.441 6,9% 40-44 75 5,9% 2.524 7,2% 45-49 133 10,4% 3.326 9,4% 50-54 86 6,7% 2.724 7,7% 55-59 114 8,9% 3.401 9,7% 60-64 356 27,9% 9.039 25,7% >65 122 9,5% 3.076 8,7% totale 1278 100,0% 35.223 100,0% Tab.19 Aziende con allevamenti per principali categorie di bestiame DATI ISTAT anni n % n % 1982 2000 totale aziende con allevam. 487 217 aziende 304 62,4% 97 44,7% BOVINI capi n medio/ totale azienda 15.191 50 AVICOLI di cui vacche 5.269 aziende capi OVINI aziende SUINI capi 38 7,8% 22 10,1% 0,0% 8.413 87 3.653 0,0% aziende 0,0% n medio/ azienda capi 31.523 830 15.611 710 Tab.20 Patrimonio zootecnico elaborazione su dati ASL Mantova - Servizio Medicina Veterinaria anni 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 SAU ha 4786,58 4786,58 4786,58 4786,58 4786,58 4488,53 4488,53 4488,53 4488,53 4488,53 BOVINI SUINI AVICOLI CUNICOLI n° capi q p.v. n° capi q p.v. n° capi q p.v. n° capi qp 10052 40208 20738 20738 30000 570 1200 13413 53652 24590 24590 30000 570 1200 9760 39040 23989 23989 33500 636,5 1200 9540 38160 28950 28950 33500 636,5 900 8935 35740 35433 35433 29500 560,5 900 8505 34020 33515 33515 28500 541,5 900 8044 32176 40281 40281 28480 541,12 1300 7447 29788 39741 39741 28480 541,12 1300 7553 30212 34246 34246 35700 678,3 1000 7990 31960 35662 35662 60221 1144,199 1000 .v. 30 30 30 22,5 22,5 22,5 32,5 32,5 25 25 P.V. TOTALE PROVINCIA q q/ha q/ha 61546,0 12,86 15,10 78842,0 16,47 15,93 63695,5 13,31 15,64 67769,0 14,16 15,90 71756,0 14,99 16,33 68099,0 15,17 16,68 73030,6 16,27 17,22 70102,6 15,62 16,66 65161,3 14,52 17,06 68791,2 15,33 16,20 8.1.5 Il patrimonio abitativo Le abitazioni costruite prima del 1919 (v. Tab.21) conservano un peso consistente nei diversi anni analizzati rappresentando al 2001 il 32,3% il patrimonio abitativo del comune risulta realizzato abbastanza uniformemente nei diversi periodi analizzati e è anche una discreta presenza di abitazioni costruite dopo il 1991 (6,4%). Tab. 21 Abitazioni per epoca di costruzione Dati ISTAT Anni 1971 1981 1991 2001 n % n % n % n % prima del 1919 abitaz. stanze 788 3.552 33,3 745 3.782 30,1 903 4.762 34,9 1.024 32,3 1919 - 1945 abitaz. stanze 339 1.632 14,3 371 2.086 15,0 312 1.729 12,1 382 12,1 1946 - 1961 abitaz. stanze 372 1.793 15,7 331 1.705 13,4 321 1.654 12,4 338 10,7 abitazioni costruite 1962 - 1971 1972 - 1981 abitaz. stanze abitaz. stanze 543 2.625 325 1.471 22,9 13,7 483 2.635 516 2.810 19,5 20,9 379 2.175 455 2.368 14,7 17,6 374 498 11,8 15,7 1982 - 1991 abitaz. stanze 28 1,1 216 8,4 350 11,0 dopo il 1991 abitaz. stanze 143 1.205 204 6,4 totale abitaz. stanze 2.367 11.073 100,0 2.474 13.161 100,0 2.586 13.893 100,0 3.170 100,0 Tra gli edifici ad uso abitativo censiti al 2001 (v. Tab.23), prevalgono quelli con due piani fuori terra (71,6%), seguite da quelle ad un solo piano (15,7%) ma sono anche presenti altezze maggiori; in larga parte (v. Tab.24) si presentano in buono stato di conservazione anche se sono presenti anche edifici considerati in mediocre e cattivo stato di conservazione. Tende ad aumentare (v. Tab.25) la superficie media delle abitazioni occupate che passa dai 97,89 mq del 1971 ai 124,85 del 2001. Buone risultano le disponibilità di impianti di riscaldamento e acqua calda rilevate al censimento 2001 (v. Tab.26 e 27), anche se il l’8,5% delle abitazioni dispone di apparecchi fissi che riscaldano solo parti dell’abitazione. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 73 di 88 Tab.22 Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione Dati ISTAT 2001 Comune Provincia n % % prima del 1919 1.024 32,3 19,9% 1919 - 1945 382 12,1 8,1% EDIFICI COSTRUITI 1946 - 1961 1962 - 1971 1972 - 1981 338 374 498 10,7 11,8 15,7 11,9% 18,8% 18,1% 1982 - 1991 dopo il 1991 350 204 11,0 6,4 11,3% 11,9% Totale 3.170 100,0 100,0% Tab.23 Edifici ad uso abitativo per numero di piani fuori terra Dati ISTAT 2001 NUMERO DI PIANI FUORI TERRA 2 piani 3 piani 4 e più piani 276 1.802 423 15 11,0 71,6 16,8 0,6 15,7% 69,8% 12,0% 2,5% Totale 1 piano Comune Provincia n % % 2.516 100,0 100,0% Tab.24 Edifici ad uso abitativo per stato di conservazione Dati ISTAT 2001 Comune Provincia ottimo 1191 47,3 31,9% n % % STATO DI CONSERVAZIONE buono mediocre 998 286 39,7 11,4 50,6% 16,0% Totale pessimo 41 1,6 1,5% 2.516 100,0 100,0% Tab.25 Superficie e stanze delle abitazioni occupate Dati ISTAT 1971 -1981 - 1991 - 2001 Anni abitazioni occupate superficie mq n totale media stanze totale occupanti stanze/ab. famiglie compon. 1971 2.367 231.707 97,89 11.073 4,7 2.521 8.669 1981 2.474 253.928 102,64 13.161 5,3 2.677 8.086 1991 2.586 - 13.893 5,4 2.593 7.608 2001 2.821 124,85 14.590 5,2 2.810 352.208 Tab.26 Abitazioni occupate dai residenti per disponibilità di riscaldamento Dati ISTAT 2001 n Totale abitazioni occupate % 3.094 con impianto centralizzato ad uso di più abitazioni con impianto fisso autonomo ad uso esclusivo dell'abitazione con apparecchi fissi che riscaldano la maggior parte dell'abitazione con apparecchi singoli fissi che riscaldano solo parti dell'abitazione 143 4,62% 2.312 74,73% 262 8,47% 377 12,18% Tab.27 Abitazioni occupate dai residenti per disponibilità di acqua calda Dati ISTAT 2001 n % Totale abitazioni occupate 2.770 con impianto comune con riscaldamento 2.035 73,47% con impianto diverso, di cui: 735 26,53% alimentato da gas metano o gas naturale 452 16,32% alimentato da energia elettrica 129 4,66% 3 0,11% 176 6,35% alimentato da energia solare alimentato da altra fonte Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 74 di 88 8.2 Prescrizioni di carattere generale In fase di redazione del PGT di San Benedetto si è verificata l’opportunità di predisporre alcune tavole prescrittive di carattere generale, quali la carta dei vincoli sovraordinati, quella della sensibilità paesistica e le classi di fattibilità geologica, che valgono sia per gli interventi di trasformazione previsti e normati dal Documento di Piano, sia per quelli oggetto del Piano dei Servizi, sia per quelli che fanno riferimento al Piano delle Regole. Il territorio di San Benedetto risulta marginalmente interessato da piani e programmi sovracomunali relativi alla rete infrastrutturale. Del tutto ininfluente è la previsione della “terza corsia” dell’AutoBrennero (che incide sul territorio comunale per breve tratto, a Ovest di Portiolo): mentre di rilievo è la previsione del nuovo asse viabilistico “PO.PE” che attraversa il territorio comunale a sud del capoluogo, in prossimità di Zovo. Il relativo tracciato (ancorché non esecutivo) risulta concordato dall’Amministrazione Comunale e dalla Provincia. Altra previsione di livello sovralocale recepita dal PdR riguarda il percorso ciclabile “Eurovelo” che interessa le strade arginali lungo il Po ed è stato recepito in specifico nel Piano dei Servizi. Nella “Carta dei vincoli sovraordinati” (Tav. PG01) sono localizzati con idonea rappresentazione i vincoli derivanti da piani e programmi di carattere sovracomunale o da normative specifiche; essa comprende: o vincoli ambientali e monumentali, riguardanti aspetti paesistici (ZPS, PLIS, fasce di protezione di fiumi, torrenti e corsi d’acqua) e storico-culturali (edifici vincolati e siti di interesse archeologico, localizzati sulla base delle indicazioni fornite dalla Soprintendenza archeologica, integrandole con quanto rilevato dal Gruppo Archeologico Ostigliese); o vincoli di natura idrogeologica derivanti dal Piano di Assetto Idrogeologico (fasce di inondabilità del PAI, con le fasce A e B corrispondenti con le aree golenali del Po); o vincoli da infrastrutture e attività antropiche, quali le fasce di tutela dei pozzi pubblici e dei depuratori, le fasce di rispetto stradali e cimiteriali, quelle di rispetto degli elettrodotti e dei metanodotti; o gli allevamenti attivi, così come localizzati sulla base delle indicazioni fornite dall’ASL al momento dell’indagine conoscitiva; le eventuali nuove costruzioni dovranno essere ubicate rispettando le fasce di rispetto stabilite dal Regolamento Locale di Igiene, previa verifica di possibili variazioni rispetto agli allevamenti attivi censiti per il PGT. La “Carta della sensibilità paesaggistica” è stata costruita sulla base della “Carta condivisa del paesaggio” attribuendo alle diverse parti del territorio la seguente classificazione: o molto alta per le aree individuate dal PTCP come corridoi di primo livello, corrispondenti alle fasce di rispetto del fiume Po; o alta per le aree attraversate dai principali canali della rete irrigua e di bonifica; o media per tutto il restante territorio agricolo; o bassa per le aree interne al perimetro del tessuto urbano residenziale consolidato; o molto bassa per le aree per insediamenti produttivi. Le classi di fattibilità geologica derivano infine dall’aggiornamento dello Studio geologico, idrogeologico e sismico redatto in base alle indicazioni della normativa regionale. Le tavole suddette trovano adeguati riferimenti nelle Norme Tecniche di Attuazione del PGT. 8.3 Il Documento di Piano La versione definitiva del Documento di Piano del Comune di San Benedetto recepisce e sviluppa in scala più dettagliata (1:10.000) quanto già indicato nella proposta di DdP condivisa, sia per quanto riguarda gli ambiti di trasformazione residenziale, sia per quanto riguarda quelli per insediamenti produttivi. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 75 di 88 Vengono inoltre recepite le indicazioni del PTCP di Mantova con particolare riferimento a quanto indicato nelle Linee guida metodologiche – Allegato D3 – Contenuti minimi dei PGT. 8.3.1 Lo scenario strategico di piano Lo scenario strategico del Documento di Piano del Comune di San Benedetto applica in maniera più dettagliata gli indirizzi strategici dei PGT coordinati illustrati al precedente capitolo 7. Il DdP recepisce anche le prescrizioni indicate dal PTCP riguardanti i temi del paesaggio, della difesa del suolo, delle infrastrutture della mobilità e degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico; tali temi sono stati sviluppati in modo più dettagliato nella fase di predisposizione del Piano delle Regole, attraverso la redazione di cartografie tematiche e di specifiche normative, facendo riferimento a quanto indicato dall’art.10 della L.R. n.12/2005 ; si è quindi operata un’operazione di “feed-back” per la messa a punto finale del DdP, indicando le tematiche derivate dal PdR stesso. A livello strategico, in coerenza con gli obiettivi e le azioni della pianificazione generale, gli obiettivi di riferimento per la messa a punto del Documento di Piano di Quingentole sono stati: La “fisiologica” transizione dal PRG vigente al nuovo strumento, da attuare con il minimo possibile di alterazioni rispetto all’impostazione originaria, complessivamente condivisibile, dello strumento vigente la valorizzazione degli elementi paesaggistici, legati in particolare alla presenza del fiume Po e del fiume Secchia e delle relative aree golenali, per i quali viene perseguito il recupero di un migliore standard di naturalità; la salvaguardia degli ambiti agricoli in modo da garantirne la conservazione come ricchezza non riproducibile; la tutela del sistema idrico e delle zone umide, delle emergenze vegetazionali e degli elementi geomorfologici; la tutela dei beni culturali e del paesaggio, anche con riferimento alla componente storico- culturale. Questi elementi sono stati inseriti in una “Carta condivisa del Paesaggio”, di cui al punto precedente, che costituisce la base per la redazione della Carta della sensibilità paesaggistica, avente carattere prescrittivo. Il PGT recepisce inoltre le indicazioni derivanti dai piani settoriali di livello sovraordinato vigenti alla data della sua approvazione; si è in particolare verificata la coerenza con i piani e programmi di livello regionale e provinciale. Si è infine tenuto conto delle valutazioni di compatibilità e delle indicazioni di criticità evidenziate dal Rapporto Ambientale della VAS nonché dalla risultanze della VIC, recependo nella normativa di PGT, in termini di prescrizioni, gli accorgimenti da adottare e le misure di mitigazione e/o compensazione da prevedere per i nuovi ambiti di trasformazione. 8.3.2 Le determinazioni di piano Dalle indagini demografiche svolte non sono emerse particolari indicazioni sulla presenza di fabbisogni abitativi pregressi o insorgenti tali da giustificare consistenti espansioni del tessuto urbano consolidato. Pur in presenza di un numero di residenti pressoché costante negli ultimi anni, si è verificata comunque una discreta tendenza verso la costruzione di nuove abitazioni, tale da giustificare la conferma nel PGT degli ambiti di espansione residenziale già previsti dal PRG previgente. La localizzazione delle nuove espansioni si pone l’obiettivo di accorpare verso ovest tali ambiti all’edificato esistente recuperando parzialmente edificazioni sparse o di tipo lineare che si sono sviluppate in anni recenti. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 76 di 88 Per quanto riguarda invece gli ambiti destinati ad insediamenti produttivi, si è preso atto che le aree messe a disposizione dal PRG sono state rapidamente edificate, confermando l’esistenza di una discreta domanda per questo tipo di edificazione; rispetto a quanto già previsto dal PRG previgente, non viene confermata la localizzazione di un ambito produttivo posto a Villa Garibaldi a sud della linea ferroviaria; in sostituzione e ampliamento di tale ambito viene individuata una nuova zona di trasformazione immediatamente a nord del PIP già attuato. Il dimensionamento complessivo dei nuovi ambiti di trasformazione rientra nei limiti indicati dal PTCP- vedi tabella- perseguendo in tal modo l’obiettivo della minimizzazione dei consumi di suolo; per gli ambiti di maggiore estensione si è infine prevista la possibilità di realizzazione per stralci successivi, in modo da garantire uno sviluppo ordinato e coerente del tessuto urbano consolidato e una possibilità di sviluppo nel tempo che può andare oltre rispetto alla durata quinquennale del DdP. 2. PREVISIONI INSEDIATIVE DI PIANO 1. TUC E DIMENSIONAMENTO SECONDO IL PTCP 1.3 - QC:Quota 2.3. Nuove 1.4-QM=(QB+QC): 2.2. Previsioni 1.2 - QB :Quota 2.1. SUP: condizionata base Provincia Quota massima insediative non previsioni 1.1 - SUC superficie Provincia (1,5% (1% annuo x 5 anni ammissibile attuate (da insediative (da urbana prevista annuo x 5 anni = = 5%) PGT) Provincia 12,5% PRG) 7,5%) 3.194.195 159.710 239.565 399.274 387.636 357.636 30.000 PRIMA ATTUAZIONE PGT (Prev da PRG>QM Prov.) Quota Base PGT 57.636 Quota condizionata PGT 30.000 Quota da coordinare PGT 0 Per tutti gli interventi di nuova edificazione è prescritta la realizzazione di opere di compensazione ecologica preventiva, garantendo in questo modo adeguate condizioni di sostenibilità ambientale. Per quanto riguarda infine gli obiettivi di riqualificazione urbanistica, paesistica e ambientale essi sono stati oggetto di specifici approfondimenti nella fase di messa a punto del Piano delle Regole. 8.3.3 Le politiche di intervento per i sistemi funzionali Il PGT di San Benedetto si è attenuto pienamente a quanto indicato per i diversi sistemi funzionali nella fase di predisposizione del PGT condiviso, secondo quanto illustrato al precedente capitolo 7. 8.3.4 L’individuazione degli ambiti di trasformazione Nella tavola del Documento di Piano sono state evidenziate le aree facenti parte del tessuto urbano consolidato, differenziandole in base alla destinazione prevalente (residenziale, produttiva e terziaria), demandando ulteriori approfondimenti alla messa a punto del Piano delle Regole; sono state inoltre riportate le aree destinate a servizi e attrezzature d’uso pubblico sviluppate poi nello specifico nel Piano dei Servizi. Gli ambiti di trasformazione individuati comprendono quattro comparti con destinazione prevalentemente residenziale (tre nel capoluogo, uno a Portiolo) e due comparti con destinazione prevalentemente produttiva (peraltro funzionalmente ben differenziati) a Nord del capoluogo; mettendo a disposizione tali aree per possibili espansioni l’amministrazione comunale di San Benedetto conferma le strategie di sviluppo dell’edificato esistente già indicate dal PRG vigente, seppure con alcuni aggiustaggi dimensionali e di localizzazione. L’inserimento di queste aree nel Documento di Piano non produce però, come stabilito dalla L.R. n.12/2005, effetti diretti sul regime giuridico dei suoli; esse potranno essere considerate edificabili solo dopo l’approvazione di specifici piani attuativi, da predisporre seguendo le indicazioni riportate nelle apposite schede delle Norme Tecniche di Attuazione. I comparti residenziali “CR1” e “CR3”, localizzati a Est del capoluogo, riprendono le previsioni del PRG previgente, seppure in diminuzione (viene infatti stralciata la parte del comparto “CR1” posta più a Est). Questi comparti hanno da un lato la funzione di collegare per linee interne il Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 77 di 88 capoluogo con lo sviluppo insediativo lineare originato dalla frazione di Villa Garibaldi; dall’altro completano e concludono lo sviluppo residenziale del capoluogo verso Est, realizzando anche una nuova area a servizi che integra e completa il piccolo comparto standard già esistente in fregio alla strada per S. Siro. Il comparto residenziale “CR2”, che pure riprende una previsione del PRG previgente (con lieve ampliamento) persegue lo stesso obiettivo del completamento e conclusione dello sviluppo residenziale del capoluogo verso Nord, in prossimità dell’ambito ove, con altro intervento, l’Amministrazione comunale intende trasferire il campo sportivo. Infine il comparto “CR4”, che pure conferma la previsione del PRG previgente, trova giustificazione nella opportunità di confermare e consolidare la piccola ma vitale frazione di Portiolo, garantendo una seppur ridotta offerta insediativa opportunamente localizzata all’interno del tessuto consolidato esistente. A differenza di quanto previsto per gli ambiti di trasformazione residenziali (ove il nuovo PGT conferma in modo pressoché totale le previsioni del PRG previgente) per gli ambiti destinati agli insediamenti produttivi il nuovo strumento urbanistico introduce consistenti modifiche. Prendendo infatti atto degli indirizzi del PTCP, che localizzano sul territorio comunale un possibile polo di razionalizzazione e sviluppo per insediamenti produttivi di livello sovralocale, il PGT non conferma la destinazione produttiva per alcune aree (in particolare quelle poste a Sud del capoluogo) e individua una nuova direttrice di sviluppo nel settore Nord del territorio comunale, in ragione di tre elementi di significativo interesse: a) lo sviluppo, già in parte attuato, del P.I.P. b) il nuovo schema infrastrutturale previsto (e recepito anche dal PTCP) per il by-pass dell’attraversamento del centro abitato c) la nuova prospettiva di razionalizzazione, sviluppo e riqualificazione ambientale dell’insediamento esistente in zona per lo stoccaggio, commercializzazione e trasporto di inerti. Il PGT prefigura pertanto la realizzazione di due ambiti di trasformazione in prossimità del ponte sul Po con obiettivi simili e congruenti: • il primo ha la finalità di recuperare i deficit insediativi dell’ambito, derivanti da una situazione di incompleta realizzazione e da problematiche situazioni “al contorno” e offrire una soluzione positiva per la risoluzione dell’esistente insediamento di inerti in ambito golenale, in grado di risolvere al meglio anche i problemi ambientali oggi presenti (si prevede infatti il trasferimento dell’attività a Sud dell’argine maestro, e il contemporaneo recupero dell’area di golena come ambito da destinare a opere di compensazione ecologica preventiva); • il secondo si pone l’obiettivo di realizzare, anche se per stralci successivi e progressivi, un intervento complessivo altamente qualificato sotto il profilo ambientale, in armonia con i criteri informatori delle Aree Ecologicamente Attrezzate, partecipando alla realizzazione almeno del primo tronco della prevista circonvallazione da raccordare anche con l’attracco fluviale già presente nella zona. 8.3.5 Previsioni prevalenti di livello sovracomunale Il territorio di San Benedetto, come già accennato, è interessato da progetti di livello sovracomunale per la realizzazione di nuove infrastrutture viabilistiche: i tracciati e le relative fasce di salvaguardia vengono pertanto recepiti nel nuovo PGT. Di particolare rilevanza risulta inoltre la presenza della rete verde di primo e secondo livello, grazie alla presenza del fiume Po e del fiume Secchia, con le relative aree golenali ricche di potenzialità ambientali, e i canali di bonifica. L’intero territorio comunale risulta infatti ordinato dalla rete dei canali di bonifica (memoria dell’operosità benedettina) e da alcuni tratti di grandi Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 78 di 88 canali, vere e proprie dorsali del sistema idraulico, che vengono giustamente individuati come aste dei corridoi ecologici di secondo livello. L’abitato di Portiolo e, per certi versi, anche il centro abitato del capoluogo risultano inoltre prossimi alla ZPS IT20B0501, il cui vincolo specifico riguarda le isole Macallè e Santa Scoalstica e gli ambiti golenali immediatamente circostanti; le trasformazioni previste dal PGT vengono per questo sottoposte a Valutazione di Incidenza. Per quanto riguarda la tutela paesaggistica, per tutti gli ambiti di trasformazione viene richiesta la formazione di fasce alberate sui margini verso la campagna, in modo da mitigare l’impatto dei nuovi insediamenti rispetto al territorio agricolo circostante; per tutti i nuovi interventi sono inoltre prescritte opere di compensazione ecologica preventiva. Tutte le aree golenali del fiume Po e del fiume Secchia ricadono in fascia A e B del PAI, mentre il resto del territorio comunale ricade interamente in fascia C; queste indicazioni vengono recepite sia nel Documento di Piano che nel Piano delle Regole, per il quale sono previste normative specifiche. Per quanto riguarda infine la componente geologica idrogeologica e sismica, è stato predisposto l’aggiornamento dello studio geologico, secondo quanto indicato dalla L.R. n.12/2005, e ad esso fanno riferimento i diversi atti del PGT. 8.3.6 Il processo di VAS Il Documento di Piano è stato sottoposto, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, a Valutazione Ambientale Strategica; il processo di VAS è stato avviato a livello coordinato con una prima Conferenza di Valutazione del 25 maggio 2009 con la presentazione del Documento di Scoping. E’ stato quindi predisposto il Rapporto Ambientale, completo di Sintesi non tecnica che, a partire dal 22 febbraio 2010, sono stati resi disponibili sui siti web dei singoli comuni, insieme alla proposta di DdP coordinato. La seconda Conferenza di Valutazione si è svolta il 24 maggio 2010 e in quella occasione gli enti competenti hanno illustrato i pareri espressi sui diversi documenti proposti, fornendo suggerimenti e indicazioni sia su questioni di carattere generale, sia con riferimento a singole situazioni locali. Le indicazioni di carattere generale sono state recepite tramite la messa a punto finale del Rapporto Ambientale e degli altri documenti di VAS; quelle di carattere locale sono state recepite con l’aggiornamento delle cartografie di piano e l’integrazione delle Norme tecniche Attuative. Le osservazioni specifiche relative al Documento di Piano di San Benedetto Po fanno riferimento: • alla presenza di due ipotesi di tracciato per la nuova PO-PE (settore viabilità Provincia); • all’assenza di acquedotto comunale (ASL); • alle criticità della localizzazione dei nuovi comparti produttivi (settore urbanistica e ambiente della Provincia) derivanti dalla prossimità della ZPS e degli ambiti golenali di elevato pregio naturalistico e ambientale, oltre che dall’elevato grado di vulnerabilità geologica; • alla possibilità di impatto dei percorsi ciclabili sulle ZPS in funzione della intensità e tipologia di fruizione (settore ambiente Provincia); • alla presenza dell’Osservatorio astronomico di Gorgo, che richiede uno specifico controllo dell’inquinamento luminoso (ARPA); Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 79 di 88 • alla necessità di valutare la capacità di smaltimento del depuratore in vista dell’incremento insediativo previsto. L’amministrazione comunale ha seriamente valutato le osservazioni pervenute arrivando alle seguenti decisioni: per il tracciato della PO-PE è stato recepito quello indicato dalla Provincia adeguando le cartografie di piano; il nuovo acquedotto comunale è considerato un’ opera sicuramente necessaria, ma attualmente non finanziabile; vengono in ogni caso fornite per i nuovi ambiti di trasformazione prescrizioni finalizzate alla predisposizione di tutte le canalizzazioni necessarie per un futuro allacciamento alla rete acquedottistica; per la localizzazione dei nuovi comparti produttivi viene confermata la localizzazione prevista in quanto: o è già stato realizzato l’attracco fluviale sul Po, la cui effettiva utilizzazione potrebbe alleggerire il traffico pesante che transita sulle strade; o è stata in parte finanziata la realizzazione del tracciato alternativo alla strada statale a cui i nuovi comparti dovranno collegarsi; o il nuovo comparto per la commercializzazione e stoccaggio inerti è già stato sottoposto a Valutazione di incidenza nei confronti della vicina ZPS; o anche la pianificazione del nuovo comparto produttivo CP5 dovrà essere comunque sottoposta a Valutazione di incidenza e le nuove costruzioni dovranno rispettare le prescrizioni di natura geologica e sismica, oltre che mettere in atto tutti gli accorgimenti ambientali previsti per le Aree produttive ecologicamente attrezzate. Il controllo dell’inquinamento luminoso viene applicato per norma a tutti i nuovi insediamenti ed è specificamente indicato nelle norme per la sostenibilità dei piani attuativi; per i percorsi ciclabili, il comune ha recepito indirizzi di livello sovalocale; i nuovi insediamenti previsti sono compatibili con le capacità del depuratore. 8.4 Il Piano dei Servizi 8.4.1 Ambito territoriale di riferimento Il comune di San Benedetto rientra nel Circondario C esteso all’Oltrepo mantovano, sinistra Secchia. All’interno di questo ambito il Comune, per dimensione demografica e per dotazione di servizi, gioca un ruolo di riferimento per un territorio più ampio dell’ambito comunale vero e proprio. Ne sono elementi emblematici il complesso polironiano, che rappresenta una eccellenza assoluta nel settore artistico e culturale; il grande comparto, prossimo al monastero, dedicato ai servizi e attrezzature scolastiche e sportive; la casa di riposo; il campo sportivo (oggetto di un significativo programma di spostamento e riqualificazione interessante una vasto ambito posto fra l’abitato e il cimitero; i numerosi servizi (dalle aree verdi, ai parcheggi, alle scuole primarie) diffusi sul territorio anche nelle frazioni. Sono anche da segnalare le importanti dotazioni di attrezzature e i servizi tecnologici, fra le quali spiccano una centrale a biomasse a Gorgo e i manufatti idraulici di S. Siro. Da ultimo vanno ricordati servizi speciali e caratteristici, quali l’approdo fluviale lungo il Po (in prossimità del ponte) e l’osservatorio astronomico di Gorgo. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 80 di 88 8.4.2 Inventario dei servizi esistenti Per l’inventario dei servizi esistenti sono state censite, in base alle indicazioni fornite dall’ufficio tecnico comunale, tutte le attrezzature e le aree destinate all’uso pubblico; sono state individuate in particolare: o le attrezzature religiose, con le chiese parrocchiali e le relative attrezzature di servizio; o le attrezzature per l’istruzione, comprendenti asilo nido, scuole materne, scuola elementare, scuola media inferiore; o gli impianti tecnologici (includendo in questa categoria anche la centrale a biomasse di Gorgo); o le numerose e variegate attrezzature di interesse comune (sede municipale, biblioteca, sale polivalenti, museo e complesso polironiano, ecc); o i servizi sociali; o i servizi sanitari (sede ASL; poliambulatorio); o I parcheggi; o le attrezzature sportive (palestre, piscina, campo sportivo, palazzetto dello sport, campi da calcio, da calcetto e da tennis con relativi spogliatoi, ecc.); o le altre aree di verde attrezzato per il tempo libero e per i giochi dei bambini. Si è inoltre operata una distinzione tra i servizi di livello locale e sovralocale, e tra quelli a servizio della residenza e quelli a servizio di attività produttive o terziarie; le superfici delle aree così individuate sono state calcolate graficamente e riportate in una tabella che fa parte integrante del Piano dei Servizi. Fra i servizi di livello sovracomunale sono stati compresi: l’Istituto Superiore S. Giovanni Bosco; la casa di riposo; la caserma dei Carabinieri; il complesso polironiano, l’attracco fluviale turistico e commerciale; l’osservatorio astronomico. Dai rilievi effettuati risulta che il comune di San Benedetto dispone di una superficie complessiva di 288.448,50 mq di aree destinate a servizi di livello comunale; rapportando tale dato con i 7.708 residenti al 31.12.2008 si può constatare come per ogni cittadino insediato siano disponibili 37,42 mq di aree standard, senza tener conto in questo calcolo delle aree presenti a servizio degli insediamenti produttivi. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 81 di 88 Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 82 di 88 Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 83 di 88 8.4.3 Stato dei bisogni e della domanda di servizi I servizi esistenti, considerando sia la diversificazione degli stessi che la loro localizzazione, si possono considerare pienamente rispondenti ai bisogni della popolazione residente; non si rilevano pertanto particolari carenze da colmare; per questo nei nuovi ambiti di trasformazione di dimensione contenuta si ritiene opportuno ammettere la monetizzazione parziale delle aree da cedere. Anche per quanto riguarda gli insediamenti produttivi e terziari, le aree d’uso pubblico esistenti soddisfano le esigenze di tali funzioni. 8.4.4 Confronto offerta / domanda L’offerta di servizi, considerando anche le possibili integrazioni derivanti dalla attuazione dei nuovi ambiti di trasformazione, risulta pienamente rispondente alla domanda locale, anche nella prospettiva di eventuali incrementi demografici, che a San Benedetto Po, in base alle proiezioni riportate nella prima parte di questa relazione, risultano abbastanza limitati. 8.4.5 Individuazione di nuovi ambiti destinati a servizi La situazione complessivamente soddisfacente sia in termini di qualità ed efficienza, sia in termini di quantità e localizzazione, ha consentito di contenere le previsioni del Piano dei Servizi, indirizzando i nuovi interventi al completamento ed alla valorizzazione della rete esistente. Il PGT, pertanto, recepisce sostanzialmente le previsioni del PRG previgente, puntando soprattutto sui seguenti interventi: • Il programma urbano di rinnovo del campo sportivo esistente, che prevede la valorizzazione e utilizzazione edificatori dell’area attualmente occupata dal campo di calcio, e la contemporanea realizzazione del nuovo campo di calcio e di una ampia area destinata a parco urbano • l’incremento della dotazione delle aree di verde primario, sia nel capoluogo che nelle frazioni, da realizzare normalmente tramite l’ampliamento/accorpamento delle aree esistenti • l’incremento, come sopra, di alcune aree destinate ad attrezzature di interesse pubblico da realizzare tramite la opportuna localizzazione (idoneamente prevista e normata nelle “schede progetto” dei piani attuativi) delle aree standard da cedere a cura degli operatori che promuovono e realizzano i piani attuativi stessi Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 84 di 88 • • • • • l’ampliamento del cimitero del capoluogo la messa a disposizione di una porzione di area standard a servizio del P.I.P. per la realizzazione di una piccola centrale di cogenerazione l’ampliamento e il potenziamento della piazzola ecologica posta ad Est del capoluogo la previsione (da concretizzare tramite il piano attuativo di valenza sovralocale) di un ampio comparto di aree da destinare a servizio della nuova zona per insediamenti produttivi infine Sono stati inoltre indicati i percorsi ciclabili di progetto, in genere corrispondenti a tracciati stradali già esistenti, in modo da integrare e completare la rete di ciclabili esistente lungo la strada d’argine e all’interno del centro abitato. Le previsioni più puntuali e dettagliate relative alla attuazione delle previsioni del Piano dei Servizi (ed in particolare gli interventi sopra elencati) sono di proposito demandate al piano triennale delle Opere Pubbliche, ed ai relativi periodici aggiornamenti, che consentono di aggiornare ed adeguare, quasi in “tempo reale”, le previsioni alle esigenze ed alla risorse disponibili. 8.5 Il Piano delle Regole 8.5.1 Gli ambiti del tessuto urbano consolidato All’interno del tessuto urbano consolidato vengono individuati diversi tipi di ambiti sulla base della destinazione prevalente e delle caratteristiche storiche e tipologiche dell’edificato esistente, recependo sostanzialmente le indicazioni del PRG previdente. Vengono pertanto individuati: il centro storico del capoluogo, comprendente il nucleo originario localizzato a fianco del complesso polironiano; gli ambiti di interesse storico e insediativo tradizionale, che presentano caratteristiche insediative, tipologiche, architettoniche da salvaguardare; gli ambiti prevalentemente residenziali, che nel capoluogo vengono suddivisi in ambiti a media e ambiti a bassa densità, e comprendenti anche alcuni nuclei caratterizzati da edificazione piuttosto densa da assoggettare a piano di recupero nel caso di interventi di tipo innovativo; le aree per insediamenti produttivi, che sostanzialmente comprendono gli ambiti già utilizzati o in corso di utilizzazione per funzioni produttive industriali e/o artigianali. Tali aree risultano per la quasi totalità concentrate nel settore Nord del territorio comunale, fra il centro abitato del capoluogo e il fiume Po; le aree per insediamenti terziari, anche se risultano ridotte di numero, dimensionalmente contenute e sostanzialmente utilizzate per strutture di vendita di media superficie localizzate in prossimità del capoluogo. Sono state inoltre comprese nell’ambito del tessuto urbano consolidato anche tutte le aree (a qualsiasi funzione destinate) comprese in piani attuativi operanti (cioè approvati e convenzionati da meno di dieci anni) indipendentemente dallo stato di attuazione dei piani stessi. La normativa a tale proposito precisa che, fino a scadenza del periodo di validità del singolo piano attuativo, le trasformazioni devono seguire il regime normativo vigente all’atto dell’approvazione del piano. E’ stata infine individuata, con destinazione specifica, l’area posta in ambito golenale, utilizzata per stoccaggio e lavorazione di inerti; per questo ambito una normativa specifica consente il permanere “ad esaurimento” di tale attività, peraltro collegata alla previsione del nuovo insediamento che lo stesso operatore intende realizzare a Sud dell’argine maestro di Po: l’esercizio dell’attività dovrà in ogni modo rispettare i limiti di compatibilità con la vicina ZPS Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 85 di 88 previsti dalla Valutazione di Incidenza. In concreto ciò significa che il nuovo insediamento (comunque da realizzare in base a idoneo piano attuativo) potrà entrare in funzione solo in seguito alla dismissione dell’attività oggi presente, e l’area oggi occupata dovrà essere unicamente utilizzata, previa eventuale bonifica, come ambito per interventi di compensazione ecologica preventiva. Per ciascuno di questi ambiti le Norme Tecniche di Attuazione precisano gli obiettivi e le finalità delle trasformazioni, le destinazioni d’uso, le possibilità di intervento sul patrimonio edilizio esistente e i criteri da seguire per la nuova edificazione. 8.5.2 Le aree di valore paesaggistico- ambientale ed ecologiche Per quanto riguarda le aree di valore paesaggistico –ambientale con caratteri fisico naturali sono stati individuati, integrando le indicazioni fornite dal PTCP con lo studio BIOBAM: o i corsi d’acqua di valore paesaggistico e ambientale, corrispondenti anche alle aste dei corridoi ecologici di secondo livello; o le emergenze vegetazionali, con la localizzazione dei boschi, delle aree a vegetazione naturale rilevante, dei sistemi verdi lineari costituiti dai filari alberati presenti in molte zone della campagna, e degli alberi monumentali; o le aree golenali, comprese nel PLIS esistente e in quello proposto. In questo tipo di aree sono stati compresi anche i parchi e giardini privati, includendo in tale classificazione gli ambiti destinati a verde privato sottoposti a tutela. Le indicazioni e gli indirizzi espressi dal PTCP (ed anche dal PTR) relativamente ai corridoi ecologici, finalizzati alla individuazione della rete ecologica provinciale sono stati recepiti nella fase di analisi, sono stati dettagliati (come d’altronde richiesto dal PTCP stesso) e sono stati utilizzati per la definizione degli elaborati cartografici individuanti: o gli ambiti agricoli strategici di particolare valenza paesistica, e conseguentemente o per la costruzione della tavola delle classi di fattibilità paesistica Corrispondentemente è stato anche possibile definire contenuti normativi e procedurali precisi e specifici, che altrimenti sarebbero inevitabilmente rimasti a livello alquanto generico. Va anche sottolineato il fatto che, indipendentemente dalle classificazioni, la normativa che viene proposta per le aree agricole prevede la sostanziale realizzazione di una rete ecologica diffusa in tutto il territorio agricolo: ad esempio viene prescritta la tutela dei filari e degli elementi arborei esistenti, con previsione di integrazioni, tramite opere di recupero del paesaggio legate alla realizzazione di nuove costruzioni in campagna o come interventi di compensazione ecologica preventiva legati all’attuazione degli ambiti di trasformazione. Per questo nelle tavole di piano vengono riportati i filari alberati esistenti, che devono essere integrati e salvaguardati; viene prevista inoltre la prosecuzione e/o la realizzazione di filari lungo i principali canali esistenti. Per quanto riguarda le aree di valore storico- culturale, sono stati individuati e riportati nelle cartografie di piano: o i nuclei di antica formazione, indicati come centri storici all’interno del tessuto urbano consolidato, facendo riferimento in prima istanza alla documentazione fornita dalla cartografia IGM del XIX secolo; o le bellezze individue o altri beni e/o singoli edifici, ovunque localizzati nel territorio, di rilevante valore storico – culturale (per tale individuazione si è fatto riferimento, in prima istanza, alle previsioni del PRG previgente, verificate e aggiornate in base a sopralluogo); o gli elementi del sistema della mobilità di matrice storica; Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 86 di 88 o i canali di matrice storica e i manufatti idraulici di rilevante interesse storico, presenti a San Benedetto in coincidenza delle opere idrauliche attorno all’abitato di S. Siro. Ciascuno degli ambiti o elementi individuati trova un riferimento nell’apparato normativo del Piano delle Regole, ove sono precisate le destinazioni e gli interventi ammessi e non ammessi e gli eventuali vincoli da rispettare. 8.5.3 Le aree non soggette a trasformazione urbanistica Vengono considerate non soggette a trasformazione urbanistica le aree di fatto inedificabili in quanto rientranti in fasce di rispetto di elementi di origine naturale o antropica, quali: o le aree golenali e le fasce di rispetto dei corsi d’acqua facenti parte del reticolo idrico; o le fasce di rispetto stradale; o le fasce di rispetto cimiteriale; o le fasce di rispetto di pozzi e depuratori o le eventuali aree di compensazione ecologica preventiva Tali fasce risultano di fatto inedificabili, anche se la loro superficie può essere calcolata a fini edificatori per le costruzioni realizzabili nelle aree limitrofe non vincolate. 8.5.4 Le aree e gli edifici a rischio di compromissione e degrado Nel territorio di San Benedetto non sono presenti aree con particolari problemi di rischio o degrado. Nella carta condivisa del paesaggio, comunque, vengono individuati (sulla base delle indicazioni fornite dall’Amministrazione e di successivo sopralluogo) gli elementi puntiformi diffusi che possono costituire elementi di rischio, quali complessi produttivi dismessi, specchi d’acqua e cave dismesse, allevamenti intensivi, elettrodotti e altre infrastrutture (esistenti e/o previste) che possono incidere negativamente sul territorio. 8.5.5 Le aree destinate all’attività agricola Per gli ambiti agricoli è stata operata la suddivisione in tre categorie fondamentali, secondo quanto indicato dal PTCP vigente; segnalando peraltro che, come espressamente previsto dal PTCP stesso, si è proceduto ad una riperimetrazione degli ambiti, in modo da sostituire al “buffer” un perimetro appoggiato a confini riconoscibili sul territorio e/o sulle mappe, quali strade, fossi, mappali. Sono pertanto stati individuati: gli ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva, nei quali l’obiettivo prevalente è il mantenimento dell’efficienza della produzione agricola; le trasformazioni consentite comprendono anche la possibilità di nuove edificazioni purché connesse con la produzione agricola; al fine di favorire il recupero degli edifici esistenti, in particolare per quelli che hanno conservato caratteristiche tradizionali, è ammesso l’inserimento di funzioni residenziali o di piccolo artigianato, nel pieno rispetto delle caratteristiche tipologiche e formali esistenti.; gli ambiti agricoli strategici a elevata valenza paesaggistica nei quali, pur garantendo l’obiettivo prioritario della salvaguardia dell’attività agricola, le trasformazioni del territorio vengono più rigidamente disciplinate, ammettendo sempre il recupero/potenziamento e anche l’ampliamento fino al 10% della edificazione connessa all’attività agricola, ma non sono ammessi interventi di nuova edificazione; gli ambiti di rispetto del sistema insediativo, che hanno una funzione di cuscinetto interposto tra il tessuto urbano e la campagna; anche in questi ambiti è consentito il permanere della attività esistenti, ma non sono ammesse nuove costruzioni. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 87 di 88 Per gli edifici ricadenti all’interno delle aree destinate all’attività agricola la normativa di piano è stata graduata in funzione di una precisa classificazione, che distingue: l’edificazione rurale funzionale e funzionante che può essere trasformata e ampliata purché gli interventi previsti risultino funzionalmente connessi con la conduzione agricola; l’edificazione estranea all’ambito rurale, che viene considerata ad esaurimento, consentendo solo interventi di tipo manutentivo; gli edifici o complessi dismessi, per i quali sono previste possibilità di recupero, purché collegate alla tutela e valorizzazione del territorio, con possibilità di insediare residenze o anche attività produttive di servizio fino a un massimo di 250 mq di Slp. Il PGT, inoltre, provvede ad individuare, anche sulla base di quanto già previsto dal PRG previgente, i nuclei insediativi agricoli di interesse storico artistico e ambientale da tutelare in quanto testimonianza della storia e della tradizione edilizia locale. Sono state infine individuate, senza includerle nel perimetro di tessuto urbano consolidato, le attività industriali e commerciali connesse con l’agricoltura corrispondenti in genere ad allevamenti intensivi di suini, spesso associati alla presenza di caseifici; per tali strutture si ammette la possibilità di ampliamento fino a un massimo del 20% della Slp; nuove attività produttive anche connesse con la trasformazione dei prodotti agricoli dovranno però essere localizzate all’interno degli ambiti per insediamenti produttivi al fine di evitare nuove compromissioni di territorio agricolo. Data 16/07/2010 File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc Pag. 88 di 88