Forme di Governo Cosa si intende per forme di governo? • La forma di organizzazione dei poteri riconosciuti e i rapporti che si instaurano tra gli organi costituzionali dello Stato Osservare le forme di governo • 1) significa osservare il modo in cui il potere legittimo si articola • 2) individuare storicamente il modo di distribuirsi dei poteri a partire dallo Stato liberale • 3) definire la assolutezza o democraticità dei poteri sovrani Ancora……. • Quando parliamo di forma di governo, innanzitutto ci riferiamo a uno Stato in cui il potere sovrano viene esercitato da più organi, c'è insomma una separazione. Poiché esistono più organi si deve decidere: • - quale parte del potere ha ciascuno di essi; • - quali rapporti hanno fra di loro gli organi. Avvertenza • Un'ampia gamma di forme di governo sono state teorizzate e/o applicate in pratica. Le forme di governo classiche sono: parlamentare, presidenziale, semipresidenziale e direttoriale. La seguente è una lista non esaustiva. È da notare che è possibile combinare tra di loro più forme di governo. Un giurista italiano ebbe a definire le forme di governo come forme idealtipiche e figurine vuote. Quindi studiare le forme di governo significa in definitiva se analizzate in fondo il modo di governare dei paesi più rappresentativi! La tipologia delle forme di governo all’interno della classica ripartizione di Monarchia e repubblica • 1 Repubblica • 1.1 Repubblica parlamentare – 1.2 Repubblica semi-presidenziale – 1.3 Repubblica presidenziale – 1.4 Repubblica socialista – 1.5 Repubblica popolare – 1.6 Repubblica federale – 1.7 Repubblica islamica – 1.8 Repubblica federale islamica – 1.9 Repubblica democratica federale • 2 Monarchia – 2.1 Federazione di Emirati – 2.2 Monarchia costituzionale – 2.3 Monarchia federale costituzionale – 2.4 Federazione di monarchie costituzionali – 2.5 Monarchia costituzionale con governatorato generale I colori delle forme di governo • Le variabili formi di governo nei diversi Stati Monarchia costituzionale • La monarchia costituzionale è la forma di governo che si afferma nel passaggio dallo Stato assoluto allo Stato liberale, una forma "attenuata" di monarchia nella quale il sovrano è controllato, più o meno efficacemente, da altri organi dello Stato in base ad una costituzione o leggi e usanze equivalenti (come in U.K.). Di solito ciò implica che esista un parlamento che legifera e un governo-Re. La monarchia costituzionale si caratterizza per la netta separazione dei poteri tra il Re ed il Parlamento, titolari rispettivamente del potere esecutivo e del potere legislativo. • In Italia la monarchia sabauda divenne costituzionale con Carlo Alberto (1848, la Costituzione del Regno di Sardegna prese il nome di Statuto Albertino). Lo stesso "Statuto" fu poi costituzione del Regno d’Italia dal 1861 fino al 1946, anno nel quale l'Italia divenne una Repubblica. Monarchia parlamentare: il rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento • La monarchia parlamentare rappresenta la naturale evoluzione storica della monarchia costituzionale. Se nel secondo caso il re, seppur privato del potere legislativo e di quello giudiziario, è ancora titolare del potere esecutivo e dunque della guida politica dello Stato, nel sistema parlamentare il re viene ridotto ad essere una figura puramente cerimoniale, il rappresentante dell'unità nazionale. Il passaggio tra le due forme di governo è sottolineato dall'istituto del voto di fiducia del parlamento verso il governo, che sottrae progressivamente al monarca ogni discrezionalità nella scelta del Primo ministro. Se l'accoglimento di tale forma di governo nei vari sistemi istituzionali fu il portato della transizione dallo Stato liberale alla democrazia, la sua prima manifestazione storica, quella della Gran Bretagna ottocentesca, si sviluppò quando ancora il parlamento era eletto da un corpo elettorale molto ristretto in una condizione di oligarchia. La durata vitalizia della carica del Capo dello Stato è sostanzialmente l'unico elemento di rilievo che differenzia questo sistema dalla repubblica parlamentare. Anzi, se la legittimazione popolare, seppure mediata dalle Assemblee parlamentari, del Capo dello Stato negli ordinamenti repubblicani gli consente di ergersi alla funzione di arbitro del sistema politico, nelle ordinamenti monarchici il Sovrano si configura come un notaio incaricato della verifica della pura regolarità formale della formazione degli Atti dello Stato. Origine storica della centralità del ruolo del Parlamento: dall’accusa penale alla fiducia • Il Paese che per primo ha sperimentato il sistema parlamentare è stato L’Inghilterra. Lo strumento su cui il Parlamento ha patuto fare imporre il rapporto di fiducia è la responsabilità penale dei ministri ( la messa in stato d’accusa - impeachment , su cui decide il Parlamento. Minacciando tale strumento il parlamento chiede l’allontanamento dei Ministri sgraditi, si affermò gradualmente nel 700 la responsabilità politica dei ministri per gli atti del Re che essi controfirmavano. A poco a poco il re prese a nominare ministri graditi al Parlamento si da affermare un ruolo centrale dello stesso. Si ebbe poi, sotto la dinastia degli Hannover (1714), poiché Giorgio I non sapeva l’inglese, una sostituzione del Re con un organo terzo legato da un rapporto di Fiducia con entrambi. In Breve • Monarchia costituzionale Parlamento eletto rappresentante interessi • Capo dello Stato- Re ( ereditario) Assenza rapporto Fiduciario • Potere esecutivo e nomina giurisdizionale • La Monarchia costituzionale si fondava perciò su due centri di potere ciascuno con proprie prerogative e legittimazioni politiche distinte: da una parte il principio monarchico-ereditario, dall’altro il principio elettivo sia pure circoscritto ai cittadini abbienti e istruiti. La progressiva evoluzione della monarchia costituzionale e la natura flessibile della costituzione • Governo parlamentare o Monarchia parlamentare • Re- Capo dello Stato • Nomina Parlamento Governo rapporto di fiducia • Il Governo seppur nominato dal Re, deve ottenere il voto favorevole del parlamento sul bilancio annuale, sulle leggi tributarie e sul programma di indirizzo politico. È inevitabile pertanto che Il Governo non possa reggersi sulla sola nomina del re ma deve avere una fiducia piena del Parlamento: la forma di governo parlamentare, detta in tal modo perché l’elemento monarchico è sempre più ininfluente (modello Westmister), è caratterizzato dal rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento, il quale può costringerlo alle dimissioni votando la sfiducia. Se il Parlamento inizia ad assumere un valore………. • 1) distinguere tra Parlamentarismo dualista e monista • 2) Il Parlamentarismo nella democrazia pluralista e il legame con il sistema dei partiti • 3) Il Parlamentarismo e le sue variabili e meccanismi razionalizzaione del potere • 4) Parlamentarismo maggioritario e compromissorio Parlamentarismo dualista e monista • La forma di Governo parlamentare si è affermata con l’evoluzione dello Stato liberale. Possiamo tuttavia distinguere due momenti: Il parlamentarismo dualista che si distingue: • Potere esecutivo ripartito tra Capo dello Stato e Governo ( Esecutivo bicefalo) • Governo doveva ottenere doppia fiducia, del Re e del Parlamento • Capo dello Stato aveva potere di scioglimento anticipato del parlamento che fungeva da contrappeso alla responsabilità politica del Governo • Questo sistema affermatosi in Inghilterra nel XVIII secolo poi si è sviluppato negli altri stati. Ciò è avvenuto in Italia con lo Statuto Albertino. Il dualismo riflette l’equilibrio sociale tra monarchia e Parlamento borghese. Parlamentarismo monista • Sistema in cui il Governo ha un rapporto di fiducia esclusivamente con il Parlamento ed il capo dello Stato è relegato in un ruolo di garanzia, estraneo al circuito di decisione politica. Il principale strumento attraverso cui si esprime tale trasformazione del ruolo del capo dello Stato è la Controfirma . Essa ha assunto una funzione di trasferire al Governo, controfirmante, la responsabilità politica per gli atti del capo dello Stato; ed ha comportato il sostanziale spostamento al Governo di funzioni importanti. Il parlamento è diventato così monista perché la direzione politica si è concentrata nel sistema Parlamento- Governo, intimamente legati grazie al rapporto di fiducia! L’ambigua parlamentarizzazione dello Statuto Albertino • Lo Statuto Albertino (1848) prevedeva una forma di governo apparentemente di tipo monarchico costituzionale. Il Re era titolare del potere esecutivo, i ministri suoi collaboratori, non esisteva un organo collegiale di Consiglio dei ministri. Un ruolo importante gioca l’esperienza di Cavour (1852-1861) che riuscì nell’intento di creare una maggioranza parlamentare autonoma. Ma la costruzione di tale maggioranza non era dettata dalla forma di governo, ma piuttosto dalla debolezza alterna del Re o del capo del Governo e la sua maggioranza parlamentare. Per questi motivi si può dire che la parlamentarizzazione dello Statuto sia a fasi alterne ed ambigua. Le forme di governo nella democrazia pluralista • Nella democrazia pluralista il funzionamento della forma di governo è influenzata dalla presenza di una pluralità di partiti e gruppi organizzati. Più esattamente il funzionamento ed il rendimento non possono essere considerati solo dalle regole costituzionali (costituzione formale) ma dal concreto attuarsi ed operare delle istituzioni ( Costituzione materiale) che risulta condizionato dalle caratteristiche del sistema politico. • Si usa dire che le norme costituzionali sulla forma di governo sono a fattispecie aperta. Sistema dei partiti e forme di governo • Sistema dei partiti ( complesso dei partiti e loro relazione). • Quanto più le ali estreme sono radicali tanto più un sistema di governo difficilmente si regge ( partiti anti sistema) Pertanto il sistema funziona basandosi su una molteplicità di poli politici (sistema multipolare). • Quanto un sistema si permea su due grossi poli complessivi di partiti (sistema bipolare) la competizione elettorale è vissuta come competizione tra poli alternativi. Quindi emerge dopo le elezioni una maggioranza che esprimerà il Governo. Perciò il sistema bipolare può avere modalità di funzionamento simile a quelle di un sistema bipartitico, in cui esistono due soli partiti (Whigs and Tories) che si alternano nella gestione. Tra forma di governo e sistema dei partiti esiste un rapporto di condizionamento reciproco. Le principali forme di governo nel sistema di democrazia pluralista. • Il sistema Parlamentare ( con le sue varianti) diffuso soprattutto in Europa. • Il sistema Presidenziale, prevalentemente gli Stati Uniti • Il sistema semipresidenziale, in specie la Francia. Il sistema parlamentare e le sue varianti • La forma di governo parlamentare si caratterizza per l’esistenza di un rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento, il primo costituisce emanazione permanente del secondo, il quale può costringerlo alle dimissioni votandogli la sfiducia. Se il parlamento è Bicamerale (modello Italia) il voto deve essere dato dalle due camere, se la fiducia o no viene data solo da una Camera, la camera politica , il sistema è monocamerale per ciò che riguarda la fiducia. La razionalizzazione del Parlamento • Dopo la parentesi totalitaria gran parte degli stati si dotarono progressivamente di modelli razionalizzati e scritti di disposizioni costituzionali per ciò che riguarda il funzionamento del parlamento. (Italia 1948, Francia 1946, Repubblica federale tedesca 1949, Svezia 1975, Belgio 1994, Grecia 1975, Spagna 1978). Scopo è la stabilità del Governo con la sua capacità di realizzare l’indirizzo politico generale. Occorre però dire che la nostra costituzione prevede una scarsa forma di governo parlamentare razionalizzata (il problema delle riserve di legge). Mentre quella tedesca risulta essere razionalizzata e prevede una specie di parlamento che attribuisce particolare risalto al capo del Governo, chiamato Cancelliere federale. In particolare il cancellierato prevede che il cancelliere sia eletto senza dibattito dalla camera politica (il Bundestag) su proposta del Presidente federale, a maggioranza dei suoi membri. Se il candidato non viene eletto la camera può indicarne un altro ed eleggerlo nei 14 giorni successivi. Due obiettivi: consentire formazione Governo forte legittimato dal parlamento. La sfiducia costruttiva: serve davvero? • Lo strumento più interessante nel sistema del cancellierato è la sfiducia costruttiva, in base alla quale la camera politica può votare la sfiducia al cancelliere solamente se contestualmente elegge, a maggioranza assoluta, un successore. In questo modo si evita la crisi al buoi, crisi di Governo che si aprono senza sbocchi politici. Tuttavia tale istituto è stato usato raramente e con scarsi effetti (1972-82), anche perché il sistema tedesco seppur proporzionale è effettivamente bipolare. Parlamentarismo maggioritario e parlamentarismo compromissorio • Il funzionamento delle forme di governo va inoltre associato al sistema complessivo dei partiti politici. • E necessario pertanto distinguere tra un parlamentarismo maggioritario ed un parlamentarismo compromissorio. • Quello maggioritario si caratterizza per la prevalenza del governo e un sistema bipolare o bipartitico. Lo stretto legame tra il capo di Governo (presidente del Consiglio o cancelliere) e la sua maggioranza definisce una stabilità della legislatura (Governo di legislatura). L’elettore formalmente vota per il rappresentante di collegio ma indirettamente in quel rappresentante si riconosce un partito o una coalizione che ha già indicato chi assumerà la carica di Primo ministro. Il Governo dispone di una maggioranza per farsi approvare i suoi disegni di legge sicché si dice costituisca il comitato direttivo del parlamento. Ruolo non marginale è svolto dall’opposizione che controllo l’operato del Governo. La funzione della opposizione trova fondamento normativo in pratiche consuetudinarie o regolamenti parlamentari. In U.K. addirittura l’opposizione da vita ad un Governo alternativo detto Shadow Cabinet , un vero e proprio governo ombra contrapposto a quello esistente. Un parlamentarismo maggioritario: Il Sistema Westminster • Il modello (di) Westminster o sistema (di) Westminster è un sistema di governo democratico sviluppatosi nel Regno Unito e utilizzato da molti fra i paesi che appartengono (o hanno appartenuto) al Commonwealth (per esempio Australia, India, Irlanda, Malesia, Nuova Zelanda e Singapore). Viene generalmente citato come il prototipo più significativo del sistema politico maggioritario. Origini • Il modello Westminster non è il risultato di una costituzione scritta, bensì di una plurisecolare evoluzione storica che ha portato al concetto del responsible party government. Tale evoluzione ha anche fortemente condizionato la costituzione del sistema partitico: i partiti politici nel Regno Unito, infatti, "hanno dovuto adattarsi al sistema di governo parlamentare e di gabinetto" (Jean Blondel). Il ruolo del parlamento • Ruolo centrale nel modello Westminster ha certamente l'istituzione parlamentare. Dalla Gloriosa Rivoluzione del 1688, che con la Carta dei Diritti consacra il parlamento come luogo della sovranità - secondo il motto "King in Parliament" - l'istituzione parlamentare rappresenta l'arena centrale del paese all'interno di una società sostanzialmente omogenea (si vedano a questo proposito il pensiero e le opere del politologo Stein Rokkan). Sia che venga inteso come "la grande inchiesta della nazione" (Somerset, 1734), come "congresso di opinioni" (Stuart Mill 1861), o come uno "specchio non solo degli interessi materiali ma anche dello spirito dell'Inghilterra", il parlamento gioca sempre un ruolo fondamentale negli sviluppi sociali e culturali del paese. • Una prima qualificazione del governo parlamentare classico è quella di essere un "governo rappresentativo e responsabile" (Anthony Birch). Vi ha poi un ruolo importante l'idea whig di rappresentanza che attribuisce al parlamento un ruolo nel processo del decision-making: in altre parole, la Camera dei Comuni è non solo un corpo rappresentativo ma anche un corpo deliberativo, e quindi non è solo rappresentanza degli interessi e delle critiche del paese. Ciò implica che i deputati devono rappresentare non solo i vari interessi sezionali, e perciò frammentati, ma l'interesse generale, "il pubblico bene in generale" . Il parlamento non è un congresso di ambasciatori o delegati, ma un'assemblea deliberativa di fiduciari (trustees), chiamati a perseguire l'interesse della nazione. Un felice sistema: Il ruolo del governo • Conseguenza di tale concezione è che il governo sia considerato responsabile verso il parlamento. La responsabilità collettiva del governo verso il parlamento implica anche la responsabiltà individuale anche dei singoli ministri. Quest'idea si fonda a sua volta su tre presupposti (che corrispondono al concetto politico di accountability): • l'unità del Gabinetto (Cabinet); • l'effettivo controllo del Gabinetto da parte del Primo ministro; • le dimissioni del primo ministro oppure lo scioglimento del parlamento se il governo viene sconfitto in parlamento. • Un'altra responsabilità del governo è la responsiveness, il dovere di rispondere al paese e al popolo. Quest'idea non è escusivamente effetto della democratizzazione, dell'allargamento del suffragio o dell'avvento del concetto di partito di massa (vedi le teorie politiche di Giovanni Sartori); esso è anche il risultato sia del primato del parlamento che del cosiddetto governo aristocratico. Si incontrano in tale modello la concezione tory del parlamento come espressione degli interessi della nazione e la concezione whig del parlamento come deliberativo. Ancora il governo e Parlamento Inglese • È questa la responsabilità indipendente e funzionale di cui parla Sartori, la quale richiede indipendenza di giudizio e di decisione; si differenzia dalla concezione di responsabilità dipendente o personale, caratterizzata invece dal rapporto verso un altro soggetto di volontà. Fra le due concezioni regna il conflitto e la tensione politica: il responsive government porta in sé la dottrina del governo della responsible leadership, della responsabilità morale come prerogativa personale. Non a caso Bagehot (1963) vedeva uno dei principi del parlamento nell'obbedienza a leaders efficienti ed autorevoli. Altra conseguenza della responsabilità trova luogo nel fatto che i membri del parlamento dovrebbero essere indipendenti dalle loro constituencies, dovrebbero agire in accordo con il proprio giudizio e non comportarsi come delegati delle loro sopradette constituencies. "Nella teoria politica britannica, i rappresentanti non sono delegati e non devono seguire istruzioni". La centralità del parlamento, la sua supremazia o sovranità, implica l'indipendenza della rappresentanza parlamentare nel suo complesso e l'indipendenza dei suoi singoli membri: parlamento quale luogo di sovranità effettiva, caratterizzato da una grande continuità storica, da un'egemonia politico-culturale, da una legittimità mai sfidata, da una forte capacità integratrice. La dialettica dei partiti • Fondamentale la stretta correlazione tra sistema parlamentare e sistema bipartitico, favorita dall'assenza di fratture sociali o politico-istituzionali per tutto il XVIII secolo, che avrebbero contrariamente dato impulso allo sviluppo del multipartitismo. Il conflitto politico fu perciò confinato all'arena politica parlamentare, ove comincia a concretizzarsi il twoparty system". La condizione normale del sistema parlamentare è una divisione tra due partiti, ciascuno dei quali è pronto ad assumere l'ufficio quando l'altro perde la sua maggioranza. Una divisione tra due partiti è la condizione essenziale per il successo del sistema parlamentare"(Lowell). La divisione attorno al governo favorì l'emergere di un contesto bipartitico, di una dualità tra governo ed opposizione che sarebbe sfociata nella formazione di partiti ideologicamente distinti. Dualità partitica come contesto permanente della dialettica e dei conflitti politici. Il party government • Uno sviluppo importante del governo parlamentare è la sua trasformazione in party government: il partito è sentito come unità essenziale,è necessario assicurarsi stabili maggioranze, si avvia la crescita dell'organizzazione partitica. L'assenza di una salda maggioranza parlamentare e la disorganizzazione dei partiti avevano infatti prodotto uno stato di caos e di inefficienza dei lavori parlamentari. "Senza coerenti divisioni partitiche, la Camera dei Comuni non era altro che una caotica e disorganizzata massa"(Massari). Il rimedio poteva essere individuato soltanto in uno strong party government (Salisbury). Premierato • Premierato (dall'inglese premier: presidente del consiglio dei ministri - primo ministro) è il termine con il quale è usualmente chiamata, in Italia, quella particolare versione del sistema parlamentare che prevede un ruolo forte ed autonomo, sia rispetto al consiglio dei ministri sia alla stessa maggioranza parlamentare, del capo della compagine governativa (in Italia: presidente del Consiglio dei ministri) ed una sua, diretta o "semidiretta", investitura popolare. Il parlamentarismo compromissorio: Prevalenza del Parlamento • Caratterizzato da un modello multipolare e multipartitico. Non esistono indicazioni chiare dei partiti che durante le elezioni si sfidano, né tantomeno dalle elezioni escono chiare maggioranze o minoranze . È Il Parlamento il nucleo di accordi partitici, che sono sostenuti anche da un sistema di regolamenti parlamentari che implementano tali accordi. Lo stesso governo non è indicato indirettamente dal popolo, ma è frutto di una concertazione anche oscura tra i partiti. Il Capo del governo e i suoi ministri hanno la fiducia a tempo nel senso che sono legati dal vincolo compromissorio dei partiti che possono appoggiare il governo direttamente o indirettamente. Paesi europei dove vige il sistema di Parlamentarismo compromissorio sono L’Olanda, Danimarca, Belgio e per certi versi lo è stata anche l’Italia (pentapartito e governi balneari). Il parlamentarismo compromissorio si fonda pertanto su una garanzia del pluripartitismo e da una debolezza del Governo. Sistema Presidenziale • Nel sistema di governo chiamato repubblica presidenziale, il potere esecutivo si concentra nella figura del Presidente che è sia il capo dello Stato sia il capo del governo. Eletto direttamente dai cittadini, egli forma il suo governo, che non ha bisogno di voto di fiducia parlamentare in quanto, avendo già la fiducia esplicita dei cittadini tramite il loro voto, non ha bisogno della fiducia dei loro rappresentanti. La legittimazione attraverso il voto conferisce al presidente una chiara superiorità rispetto ai suoi ministri. • Il Parlamento, eletto indipendentemente dal Presidente, è il solo titolare del potere legislativo. Per controbilanciare il grande potere politico affidato al Presidente, infatti, ai deputati viene affidata l'esclusiva potestà di iniziativa legislativa. Il Presidente non può assolutamente modificare le leggi se non affidandosi a deputati a lui vicini che agiscano secondo i desideri del Capo dello Stato. La potestà legislativa non può essere delegata in alcun modo al governo neanche per motivi d'urgenza. Questa netta divisione funzionale fra Parlamento e Presidente si riflette nell'insindacabilità politica reciproca fra i due organi: il Parlamento non può licenziare il Presidente il quale a sua volta non può sciogliere le Camere. È il principio cardine della Divisione dei Poteri che garantisce la democraticità di questa forma di governo. • A corollario del sistema, secondo i principi di Montesquieu, vi è l'indipendenza del potere giudiziario il quale, diretto da una Corte Suprema nominata dal Presidente, ne è comunque totalmente autonoma in quanto non revocabile e vitalizia. Un esempio di repubblica presidenziale: gli Stati Uniti d'America • La legittimazione popolare diretta pone il Presidente dell'Unione nella condizione, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, di poter sostituire, o comunque costringere alle dimissioni, i ministri. Tale prerogativa è una garanzia per quella che viene definita "accountability", cioè il rendere conto all'elettorato di quello che si è fatto mentre si era al governo: infatti l'unico responsabile della scelta dei ministri è il Presidente dell' Unione, e dunque è lui l'unico responsabile di eventuali scelte "infelici". Anche se comunque principalmente per ogni problema legato ad un singolo Stato agisce una sorta di presidente regionale e poi successivamete se diventa un caso nazionale (quindi federale) viene chiamato in causa il presidente. • La durata dei mandati sia del presidente, quadriennale, che del parlamento, biennale, è fissa: il governo non può sciogliere il parlamento, ma questo a sua volta non può sfiduciare il presidente, in quanto entrambi gli organi costituzionali traggono la loro legittimità da due diversi voti popolari. L'assemblea può comunque mettere in stato d'accusa il presidente per attentato alla Costituzione - quello che si usa chiamare "impeachment", il quale tuttavia, si badi bene, non è un'azione politica , ma un'azione giudiziaria. • Il potere legislativo è affidato al Congresso: il presidente non può introdurre disegni di legge, se non appoggiandosi in sua vece a deputati del suo partito. Il parlamento può approvare disegni di legge che però possono essere bloccati dal presidente, grazie al suo potere di veto, per superare il quale l'assemblea ha bisogno di una maggioranza qualificata di due terzi. Le nomine dei funzionari federali, ministri compresi, sono operate dal presidente dietro approvazione del Senato. Un Governo Gabinetto: i segretari di Stato • Il presidente degli Stati Uniti gode della forte legittimazione politica e popolare ( sistema dei grandi elettori) ha alle sue dipendenze l’amministrazione federale e nomina i suoi collaboratori ( segretari di Stato) che insieme riuniti formano il Gabinetto. Il Parlamento prende il nome di Congresso ed ha struttura bicamerale . Le due camere sono Il Senato formato da due rappresentanti per ogni Stato membro, rinnovati parzialmente ogni due anni; la Camera dei rappresentanti formata su base nazionale, in modo proporzionale alla popolazione degli Stati, da deputati dalla durata biennale. Il Congresso è titolare del potere legislativo; approva il bilancio annuale, mette sotto stato di accusa il Presidente. Presidente e Congresso sono indipendenti. Pertanto il Presidente è seprato dal sostegno Parlamentare e viceversa (bilanciamento dei poteri) Il Presidente non può sciogliere il Parlamento. Formato così un Dualismo monistico. Tale dualismo ha di solito riflessi anche elettorali raramente Parlamento e Presidente sono stati di uguale colore. Tale contrapposizione funziona per il ruolo effettivamente marginale, non ideologico e privatistico dei partiti e dei deputati che sono visti come comitati elettorali e possono essere contrattati dalla stesso Presidente (Political Bargaining). Presidenzialismi a rischio democratico • Sotto l'esempio statunitense, il modello presidenzialista si espanse di regola nell'Ottocento nelle repubbliche dell' America Latina man mano che raggiungevano l'indipendenza; nella seconda metà del Novecento, questa forma di governo fu ripresa anche in Stati appena emancipatisi dalle potenze coloniali in Africa e Asia. Tuttavia tutte queste copiature del governo dell'Unione nordamericana mancavano, e mancano tuttora, di quell'elemento fondamentale di garanzia democratica che è la Divisione dei Poteri. • Ciò ha dato storicamente luogo a periodici episodi di abusi di potere presidenziali e ricorrentissimi colpi di Stato con cui i Presidenti si sono trasformati in Dittatori. Esempi di Repubbliche presidenziali • • • • • • Argentina Brasile Colombia Messico Dittature presidenziali Tunisia La Repubblica parlamentare • Nel sistema politico detto repubblica parlamentare il Parlamento è l'unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare, in quanto tale elegge in modalità differenti sia il governo che il presidente. • Il presidente ha una funzione di garanzia verso le parti politiche e di rappresentanza dell'unità nazionale, per ciò usualmente non ha forti poteri di influenza politica sulle istituzioni. • Il parlamento si rapporta con il governo tramite il voto di fiducia, in questo modo esso ha perennemente il controllo sull'agire dell'esecutivo con la possibilità di revocarlo e nominarne un altro. • Il giudizio sull'operato di una certa maggioranza parlamentare e del suo governo viene quindi espresso dai cittadini solo tramite il rinnovo dell'assemblea legislativa, diversamente da quanto avviene nelle repubbliche presidenziali. • Tale forma di governo è quella attualmente dominante in Europa. Un esempio di repubblica parlamentare: l'Italia • L'Italia è un esempio di repubblica parlamentare. Il parlamento italiano è diviso in Camera dei deputati e Senato della Repubblica e viene eletto ogni cinque anni dai cittadini. Esso detiene il potere di nomina del presidente della repubblica e di concessione o revoca della fiducia al governo. • Il presidente della repubblica viene eletto ogni sette anni dal parlamento in seduta comune tramite voto segreto e con la maggioranza qualificata (o con la maggioranza assoluta dalla quarta votazione in poi). Egli ha il potere di sciogliere le camere e di nominare il governo ma non può essere sfiduciato dal parlamento, anche se in seguito a gravi violazioni della costituzione può essere messo sotto accusa dalle camere per alto tradimento. La sua eventuale destituzione verrà decisa dalla corte costituzionale. …………….ancora • Il governo è composto dal presidente del consiglio e dai vari ministri; una volta nominato dal presidente della repubblica esso deve presentarsi alle camere per ottenere la fiducia. Una mozione di sfiducia può essere presentata in qualsiasi momento da un decimo dei componenti di una camera, e nel caso il governo sia sfiduciato il presidente della repubblica può nominarne un altro o decidere di sciogliere le camere qualora non fosse possibile trovare un'altra valida maggioranza parlamentare. Repubbliche parlamentari • • • • • • • • Austria Germania Polonia Grecia India Israele Italia San Marino Semipresidenzialismo • Nel sistema di governo detto Repubblica Semipresidenziale o Semipresidenzialismo, il Governo si trova a dipendere dalla fiducia di due organi designati da due differenti consultazioni elettorali, il Presidente della Repubblica e il Parlamento. Il Primo Ministro viene perciò nominato dal Presidente, ma necessita, insieme al resto del suo esecutivo, della fiducia parlamentare. La struttura è pertanto diarchica o bicefala del potere di governo: Il Presidente della Repubblica e il primo Ministro. L’uno però è legato ad una investitura popolare senza alcuna rapporto di fiducia con il parlamento mentre l’altro nominato dal Presidente ma deve avere la fiducia anche dal parlamento. Pertanto a seconda della forza delle due teste avremo: forma di governo semipresidenziale con presidente forte( V rep. Francese) ; forme di governo semipresidenziale con prevalenza del Governo ( caso Austria e Irlanda). Questa forma di governo è caratterizzata dai seguenti punti: • l'elezione del Presidente della Repubblica avviene con voto popolare distinto ed autonomo rispetto a quello del parlamento. • il potere esecutivo è condiviso con il primo ministro che però può scegliere e revocare. • l'elezione popolare fa sì che il Presidente della Repubblica non sia sfiduciabile dal parlamento. Il primo ministro ed il governo possono essere sfiduciati dal parlamento e revocati dal presidente. • lo scioglimento del parlamento da parte del Presidente della Repubblica avviene nei limiti costituzionali. • Gli obiettivi di questa forma di governo sono di diminuire la rigidità del sistema presidenziale senza avere i problemi legati alla partitocrazia quando non esiste una maggioranza forte. Questo sistema fa sì che il presidente abbia la possibilità di indirizzare politicamente il governo e non essere solo un garante al di sopra delle parti. Un esempio di repubblica semipresidenziale: la Francia • Il modello semipresidenzila fu introdotto in Francia dal generale De Gaulle nel 1958, e perfezionato con una successiva modifica che introduceva l'elezione a suffragio universale del Presidente. • Sebbene il Presidente sia eletto direttamente dai cittadini e non sfiduciabile, egli non è titolare esclusivo del potere esecutivo, dovendolo dividere con il Primo ministro. Il Premier, nominato dal Presidente della repubblica, deve avere per il suo governo la fiducia, o almeno la non sfiducia, da parte del parlamento. Il presidente può sciogliere l'Assemblea Nazionale, mentre il parlamento non può sostituire il presidente anche se può metterlo in stato d'accusa per motivi giudiziari. Il ruolo forte del presidente • Nomina il primo ministro; sottopone a referendum ogni progetto di legge concernente l’organizzazione dei pubblici poteri; scioglie L’assemblea nazionale; deferisce al Consiglio costituzionale una legge prima della sua promulgazione, affinché si veda la legittimità costituzionale. Nomina tre membri del Consiglio costituzionale; presiede le riunioni del Consiglio dei ministri, può adottare misure necessarie e d’urgenza in casi particolari. Tale idea in realtà presuppone che quasi sempre assemblea e presidente abbiamo uguale posizione politica e allora Il Presidente è il più legittimato a formare l’indirizzo politico di un Paese. La coabitazione: due conviventi litigiosi ! • Qualora il Presidente perda le elezioni parlamentari, evento verificatosi nel 1986 e 1993 sotto la presidenza Mitterrand, e nel 1997 con Chirac, si instaura una forzata coabitazione fra Presidente e un Premier a lui ostile. • Potrebbe accadere se In Francia vincesse la Royal. Semipresidenzialismo e partitocrazia • Se l'attuale modello di governo semipresidenziale è quello francese, i primi casi storici di tale ordinamento possono essere considerati le contemporanee Costituzioni della Repubblica di Weimar in Germania e della neo-indipendente Finlandia. In tal senso era congegnata anche la Costituzione della Repubblica d' Austria. Tuttavia, col passare degli anni, la pressione dei partiti politici presenti in Parlamento, unita alla debolezza di taluni presidenti e ad una concezione imperante che vedeva in forti poteri presidenziali una minaccia alla democrazia, portò ad un indebolimento de facto delle possibilità d'intervento e dei poteri esercitabili dal Presidente in molti paesi. Se a presidenti eletti con la forza del mandato popolare viene comunque garantita voce in capitolo in politica estera, oggigiorno molti sistemi semipresidenziali vedono la privazione del Presidente di ogni potere in politica interna, tanto che numerosi autori tendono a declassare diversi Stati, quali ad esempio la Finlandia e il Portogallo, e ad unanime consenso l'Austria, a repubbliche parlamentari, nonostante la loro diversa origine storica. Falsi semipresidenzialismi • Formalmente, il sistema semipresidenziale fu adottato anche in numerosi Stati del Terzo Mondo. Tuttavia la stragrande maggioranza di queste nazioni è totalmente o in gran parte priva di ogni crisma di democraticità, essendo assenti elezioni multipartitiche o svolgendosi consultazioni popolari assolutamente non libere, con minacce ed incarcerazioni di esponenti dell'opposizione e monopolio dell'informazione da parte del Governo. In tali casi il partito del Presidente è o unico o schiacciantemente maggioritario, e dunque ogni controllo parlamentare sull'operato del Capo dello Stato è puramente formale. Il Presidente, che di norma tende a mantenere la carica a vita, non è nient'altro che un Dittatore più discreto, attuando quella che in spagnolo viene chiamata una dictablanda. Tali sistemi, estranei alle forme di Stato democratiche, sono dunque da considerarsi vere e proprie dittature. Esempi…………. • • • • • • • • • • • • • • • • Esempi di Repubbliche semipresidenziali Francia Romania Moldavia Ucraina Russia Taiwan Semipresidenzialismi a tendenza parlamentaristica Finlandia Portogallo Polonia Libano Mongolia Regimi personali falsamente semipresidenziali Egitto (Hosni Mubarak) Pakistan (Pervez Musharraf) In sintesi … • Tutte le forme di governo parlamentare nella democrazia pluralista hanno i seguenti caratteri: • 1) Rapporto di fiducia Governo – Parlamento • 2) Elezione popolare diretta del Primo Ministro • 3)L’elezione contestuale di Primo Ministro e parlamento • 4) Un Governo di legislatura Governo direttoriale • Forma di governo direttoriale, in tale sistema istituzionale un collegio composto da più persone funge da Capo dello Stato e del Governo. Tale forma di governo - il cui primo esempio è rappresentato dal Direttorio francese del 1795 - è attualmente adottata soltanto dalla Svizzera e da tutti i Cantoni membri della Confederazione, a livello cantonale però – differenza non da poco – l’esecutivo è eletto direttamente dal popolo. Nel passato, tale sistema costituzionale fu copiato soltanto in Uruguay e oltretutto, seppure a due riprese nel 1917 e nel 1951, in ambo i casi per un breve lasso di tempo. Storia del sistema direttoriale • L’idea di un esecutivo direttoriale risale alla fine del XVIII secolo. Coloro che avevano posto fine al governo di Robespierre si posero infatti un ben preciso obbiettivo: evitare in qualsiasi modo che il potere potesse nuovamente concentrarsi nelle mani di un'unica persona con gli esiti sanguinosi dell’anno di governo di Robespierre. • La cosiddetta costituzione dell’anno terzo - promulgata nel settembre del 1795 - fu quindi redatta sulla base di una rigida applicazione del principio della separazione dei poteri, cercando oltretutto di tenere l’Esecutivo per quanto possibile sotto scacco. Il Governo fu pertanto affidato ad un direttorio di cinque membri, alle cui dipendenze vi erano altri sei ministri. In questa forma il governo direttoriale tradisce maggiormente la propria somiglianza con il sistema presidenziale, nella quale appunto il Presidente, si avvale della collaborazione di ministri da lui nominati. Ancora un po’ di storia • • • • Grazie al Bonaparte il governo direttoriale venne esportato al di fuori dei confini francesi nelle altre Repubbliche satelliti, fra le quali la Repubblica Elvetica e la Repubblica Cisalpina. Scomparsa a livello nazionale svizzero dopo l' Atto di Mediazione del 1803, la forma di governo direttoriale rimase tuttavia viva a livello cantonale, anche dopo la Restaurazione nel 1815. Tale tipo di governo - per sua natura poco adatto alla concentrazione di eccessivo potere - si confaceva particolarmente all’instaurarsi nei vari Cantoni, a partire dal 1830, di governi di tipo liberale. Fu così che, quando una commissione fu chiamata nel 1848 a dare agli Svizzeri la prima costituzione federale (dopo la guerra civile del Sonderbund che aveva diviso i Cantoni cattolici conservatori favorevoli al mantenimento di lievi legami confederali e i Cantoni liberali che auspicavano un vincolo più forte), essa ebbe davanti agli occhi un modello di organo esecutivo che si prestava a non ingenerare eccessive ansie sia nei liberali per i motivi più volte delineati, ma anche in coloro che volevano preservare la massima sovranità dei Cantoni e avversano quindi un governo centrale troppo forte. All’epoca, i governi cantonali erano eletti dall’assemblea legislativa e non, come ora, direttamente dal popolo. Fu quindi altrettanto naturale prevedere che il Consiglio federale andasse eletto dall’ Assemblea federale in riunione congiunta. Nel caso svizzero la forma di governo direttoriale ha potuto esplicare al meglio le proprie potenzialità grazie ad altre caratteristiche politiche in parte uniche del Paese. Da un lato la dimensione ridotta della Svizzera congiunta a una peculiare complessità culturale, dall’altro l’ampio uso degli strumenti (referendum e iniziativa) della democrazia diretta nonché la conservazione di quest’ultima addirittura nella sua forma integrale nei Cantoni a Landsgemeinde, nei quali l’intera popolazione esercita direttamente la funzione legislativa senza demandarla ad un’assemblea rappresentativa. Governo direttorio svizzero • Assemblea federale: rappresenta i cantoni con le loro diversità • Consiglio federale ( Direttorio- formato da sette membri, eletto ma non revocabile dal primo): svolge contemporaneamente funzioni di Governo e di capo dello Stato. • Un Governo confederale che impone che Governo e Capo dello Stato abbiano una struttura unica e collegiale proprio per comprendere una pluralità di comunità etniche, linguistiche e religiose. Un governo assembleare? • Non si può sostenere che esista un vero e proprio governo assembleare dove sia il governo sia improvvise maggioranze mutano in seno ai cambiamenti parlamentari. Come assemblee di condomino! Ma piuttosto sia una forma di degenerazione delle forme classiche di governo sinora illustrate e dove il sistema della rappresentanza, i poteri dello Stato e i meccanismi sono inceppati. Manuali di riferimento