12 [ TuttoFLAMINIA.it sabato 1 marzo SCHEGGIA ] Insegna all’università di Strasburgo e ama tornare in paese: “Quante feste, d’estate è stupendo” “Ci si ritrova tutti, inclusi quelli che hanno fatto fortuna all’estero” [ di Anna Maria Polidori ] tali che sembra lontano dal vero. Benché mi manca un pò di grammatica, uso parole che non esistono più, come parole pascelupane che mi ha insegnato mia nonna. Ma non conosco la vita reale dell'Italia, benché per il lavoro seguo qualcsa. Anche la mia cultura italiana moderna è limitata. Non sono nella posizione adatta per scegliere quello che mi piace o infastidisce. Posso solo dire che amo la tv italiana pubblica: troppi talkshow, ma i tg sono migliori dei nostri. Ha amici qui da noi? Conserva dei contatti? Gli amici della mia gioventù a Pascelupo sono come quelli di Audun-le-Tiche. L'allontanamento, il tempo, hanno fatto sorgere un certo disagio. Rimane la famiglia, ma anche il contatto che segue dopo il periodo estivo. La cosa più strana è che ci si rincontra e si parla di più con loro che con i miei. Tornerà presto a Pascelupo? Forse: un giorno o l'altro. Le manca qualche cosa dell'Italia in Francia? La dolcezza della vita. Ancora una volta, è la mia visione dell'Italia. Mi sembra che i rapporti tra la gente siano più aperti che non in Francia. Si parla più facilmente. Penso a quest'estate. Ero su un treno: la gente conversava amabilmente senza conoscersi. Cose totalmente impensabili da noi. Una curiosità: cosa pensa del vostro attuale presidente? Se si riferisce alla relazione con Carla Bruni non penso niente se non che quel che importa è il suo modo di governare. Quale personaggio storico le piacerebbe essere? Solo io. Mi piace Napoleone. Naturalmente, penso anche a De Gaulle e Papa Pacelli. E la sua epoca storica preferita? Sono specializzato sulle relazioni internazionali del XIX secolo, da Napoleone a oggi. Mi piace anche la storia dei nostri giorni, che parla con metodo storico del nostro tempo. Gerald Arboit è uno dei più importanti storici contemporanei francesi. Ha al suo attivo molti libri pubblicati. Le sue origini sono di Pascelupo. Lo abbiamo rintracciato e lui si è lasciato coinvolgere volentieri. Ci parla della sua famiglia? Com’è arrivata sua mamma in Francia? Mia mamma, Irma Cecconi, è emigrata in Francia nel 1956. Aveva solo 4 anni e mezzo. Era con sua mamma, Giuseppina Brunamonti, e andavano a raggiungere il padre Elio, emigrato con una banda pascelupese nel 1949. All'inizio era andato a lavorare nel sud, a Cajarc, per sostituire una strada ferrata distrutta durante la guerra. Quando poi ha sentito che cercavano operai nell'industria lorena, tutta la banda pascelupana è emigrata nel nord. Elio ha poi lavorato in una cava a Audun-le-Tiche, nella Moselle, poi, quando la moglie con i bambini è arrivata in Francia, nell'azienda di Micheville, a Villerupt. Vivevano in una casa per italiani a Thil gestita da una paesana, Margherita Bonanni. La mamma ha incontrato mio padre, Yves, nel 1967. Due anni dopo sono nato io. Ho frequentato storia all'università di Strasburgo e ora insegno scienze dell'informazione e della comunicazione in questa università. Sono esperto per l'insegnamento della storia per la Santa Sede e il Consiglio d'Europa. Quante volte si è recato a Pascelupo? La prima volta dovevo avere dieci anni. Siamo stati qualche estate con mia nonna nella casa di famiglia, sotto la chiesa ai confini del paese. Dal 2000 torniamo almeno ogni due anni con i miei genitori e, da due anni, con mia moglie Laurence e la nostra bimba, Mathilde. Durante l’infanzia ha visitato la zona? Amavo giocare con i ragazzi tra Pascelupo e Coldipeccio, La vera ricchezza di questi posti è la gente: porta con sé un’altra forma di vita Francese un po’ italiano Gerald Arboit e (sopra) le sue donne: la moglie Laurence, mamma Irma, nonna Peppa e la figlia Mathilde a Pascelupo Arboit, il Napoleone che viene da Pascelupo Uno dei maggiori storici francesi è figlio di un’emigrante locale senza andare più avanti nei boschi per paura delle vipere. Da grande Pascelupo è diventato un punto di soggiorno, permettendomi di andare verso Fabriano, Sassoferrato, ma anche Gubbio, Gualdo, Assisi o Perugia. Che ricordi ha della gente del posto? Ritroviamo cugini, vicini. In estate ci sono tante feste ed è così bello perché ci ritroviamo tutti, inclusi gli emigrati come noi che han fatto fortuna in Francia e America. La vera richezza di questi paesi di montagna è la gente che porta con sé un'altra forma di vita. Nell'animo si sente più francese o italiano? Senza dubbio sono francese. Ma di origine italiana. La mia italianità l'ho scoperto realmente nel 1997 quando scrivevo un libro sull'industria di Audun-le-Tiche. Dovevo parlare dell' immigrazione e mi sono documentato. Un libro di Pierre Milza mi ha mostra- to che la mia eredità non era solo fatta di lasagne e cannelloni di mia nonna o di vacanze estive a Pascelupo. Sono francese, ho ricevuto un'educazione francese ma ho un ricchezza che mi viene dall'Italia. E non so perché da quando è nata parlo a Mathilde in italiano. Dev’esserci una ragione... Cosa le piace dell'Italia e di Pascelupo e cosa invece la infastidisce? È un insieme di elementi culturali e sentimen- FINCAPITAL