UNITÀ 3
Roma: il più grande impero del mondo
Capitolo 10
Le origini di Roma nell’Italia arcaica
1. L’Italia dell’VIII secolo a.C. era abitata da qualche decina di popoli di origine indoeuropea e da
un popolo di origine asiatica, gli Etruschi. Come molti altri Italici, anch’essi entrarono in contatto
con le colonie greche della Sicilia e della Magna Grecia, alle quali offrivano il preziosissimo ferro
di cui era ricca l’isola d’Elba in cambio di monete d’oro e d’argento. La moneta mise in moto un
intenso circuito di scambi. Subito dopo, gli Etruschi adottarono l’alfabeto, trasformarono i loro
villaggi in città, costruirono flotte commerciali e da guerra, crearono sepolcri fastosi e li
collocarono in vaste necropoli.
2. La straordinaria fioritura della civiltà etrusca durò dall’VIII al VI secolo a.C.
Nel Tirreno gli Etruschi esercitarono il commercio e la pirateria.
Le città-Stato etrusche erano governate da gruppi aristocratici.
La vita religiosa era governata dagli indovini.
3. Le città etrusche sorgevano sulla sommità di un colle e vicino a un corso d’acqua dolce, spesso in
vista del mare.
Gli Etruschi potenziarono l’agricoltura con opere idrauliche: canali di irrigazione e opere di
bonifica.
Le ricchezze del suolo erano i cereali, la vite, l’olivo, il legname, i metalli.
Gli Etruschi furono grandi anche nell’edilizia perché inventarono l’arco a tutto sesto e la volta.
4. V; F; F; F; V; F.
5. Dal 753 al 509 a.C. Roma fu governata da una monarchia.
La leggenda attribuisce a Roma 7 re.
Gli ultimi tre re di Roma avevano origine etrusca.
Servio Tullio per la città costruì delle mura difensive.
A Roma finì la monarchia in seguito al suicidio di Lucrezia, che era stata insidiata da Tarquinio il
Superbo.
Capitolo 11
Roma repubblicana
1. I patrizi erano i patres, i “padri” fondatori della città. Essi erano i discendenti dei più antichi
occupanti dei sette colli, tribù sabina compresa. Si erano appropriati dei terreni migliori.
Formavano l’aristocrazia.
In origine i plebei erano immigrati arrivati dopo la fondazione di Roma.
Erano stati incoraggiati dai patrizi allo scopo di popolare Roma e di rinforzare il suo esercito, la
legione.
Roma era una città aperta.
Arrivando a Roma, i plebei avevano ottenuto un campo da coltivare e la cittadinanza.
I proletari (cioè “proprietari soltanto della propria prole”) erano i nullatenenti.
Non avevano la cittadinanza poiché non potevano pagarsi le armi per militare nella legione.
2. “Repubblica” indica uno Stato i cui governanti, eletti periodicamente dai cittadini, devono per
legge rendere conto agli elettori del proprio operato.
3. Per ventitré anni la Repubblica ebbe un carattere democratico e ogni anno la massima carica
repubblicana, il consolato, fu equamente assegnata a un patrizio e a un plebeo.
Nel 486 a.C., però, i patrizi si impadronirono del governo con un colpo di mano e imposero allo
Stato la forma di una repubblica oligarchica. I plebei scatenarono allora durissime lotte, chiamate
appunto “lotte della plebe” che durarono più di un secolo.
4. Il tribunato della plebe era costituito da 2 tribuni eletti dalla plebe e dichiarati sacri e
inviolabili, che convocavano le Assemblee della plebe in cui decidevano i plebisciti con valore di
legge.
5. La secessione era l’uscita dei plebei in armi dalla città; essa veniva usata durante le guerre
periodiche contro i popoli vicini.
6. Leggi scritte (Dodici Tavole); matrimonio tra patrizi e plebei; assegnazione di campi più grandi e
redditizi; riammissione al consolato.
7. Potere democratico: potere di tutto il popolo, esercitato dai Comizi centuriati e tributi (ovvero
dalle Assemblee plenarie di tutta la cittadinanza) che eleggevano i magistrati, proponevano e
approvavano le leggi e decidevano la pace e la guerra.
Potere oligarchico: era rappresentato dalla casta dei senatori che detenevano l’unica carica a vita
della Repubblica e formavano la nobiltà.
Contropotere plebeo: Assemblee della plebe, tribuni ecc., che avrebbero dovuto moderare il potere
oligarchico.
8. Il Senato aveva pochi poteri palesi ma molti poteri occulti. Per esempio, non poteva dichiarare la
guerra e la pace, però amministrava tutti i rifornimenti di armi, navi e vettovaglie alle legioni. Di
conseguenza, se non era d’accordo su una dichiarazione di guerra o non aveva simpatia per il
console che la comandava, disponeva di tutti i mezzi per boicottarlo. Inoltre, poiché amministrava i
territori conquistati, poteva negare cariche di altissima responsabilità ai suoi avversari e favorire i
suoi protetti.
Capitolo 12
La conquista dell’Italia e dell’Impero
1. Roma riuscì a espugnare Veio e Tarquinia, proprietarie delle preziose saline tirreniche. Subì un
attacco di tribù galliche, poi attaccò i Sanniti. Le Guerre sannitiche durarono più di 70 anni, ma i
Romani alla fine prevalsero. Poi dilagarono a nord in tutta l’Italia centrale e a sud nella Magna
Grecia, dove batterono anche un sovrano ellenistico, Pirro, re dell’Epiro.
2. Il successo dei Romani non fu un fuoco di paglia perché essi seppero non solo vincere, ma anche
conservare la vittoria, creare forme di governo in grado di durare nei secoli, di resistere ai nuovi
nemici, di assorbire i popoli sottomessi rendendoli partecipi del potere e della cultura dei vincitori.
3. Vedi schema a pag. 128.
4. Le strade erano piste di terra battuta.
Si chiamano strade “consolari” quelle riservate al passaggio dei consoli.
Il pontefice era il magistrato che si occupava della costruzione delle strade.
Le stazioni di sosta erano riservate ai viaggiatori privati.
5. I Romani non potevano inviare i propri mercanti in Sicilia perché un antico trattato di alleanza tra
Roma e Cartagine assegnava a quest’ultima l’esclusiva dei commerci siciliani.
6. Prima guerra punica Eventi: si combatté sul mare e costrinse i Romani a costruire dal nulla una
flotta. Nonostante la sua inesperienza, e anche grazie a un ingegnoso accorgimento chiamato
“corvo”, Roma sbaragliò la rivale. I territori conquistati da Roma: Sicilia, Sardegna, Corsica.
Seconda guerra punica Eventi: dopo aver conquistato la Spagna, i Cartaginesi guidati da Annibale
marciano contro Roma e annientano le sue legioni a Canne. I Romani guidati da Scipione attaccano
Cartagine e vincono a Zama. I territori conquistati da Roma: l’Africa settentrionale, la Pianura
padana e le Gallie cisalpina e transalpina.
Terza guerra punica Eventi: i Romani misero Cartagine a ferro e fuoco e la rasero al suolo. I
territori conquistati da Roma: Cartagine e subito dopo la Macedonia, la Grecia e la zona costiera
dell’Asia Minore.
7. Nel 146 a.C. Roma era ormai padrona di quasi tutte le terre che si affacciavano sul Mediterraneo
occidentale.
I nuovi territori furono chiamati province.
I loro abitanti erano sudditi sottoposti a pesanti tributi.
Si dice che un popolo domina un impero quando toglie ad altri popoli l’indipendenza e impone
tributi destinati unicamente a riempire le proprie casse.
La parola “impero” comincia a essere attribuita a Roma quando dal governo dell’Italia passò al
dominio (imperium) delle province.
L’Impero romano nacque dopo le guerre puniche.
Capitolo 13
La crisi della Repubblica
1. Poiché nelle province i proconsoli duravano in carica solo un anno, Roma appaltò una serie di
funzioni ai pubblicani, i quali avevano il compito di riscuotere i tributi e venivano pagati a
percentuale. Ciò permise il dilagare della corruzione. Rendendosi conto della gravità del
problema, un tribuno della plebe fece approvare una Legge cautelativa, in base alla quale chi
aspirava a ricoprire cariche politiche doveva dimostrare di possedere solo terreni agricoli e di non
essere coinvolto in altri affari.
2. La legge cautelativa divise la società dei ricchi in senatori – impegnati nella carriera politica e
proprietari di vasti possedimenti ma esclusi dai commerci e dagli affari – e cavalieri – che
potevano guadagnare e investire denaro facendo i mercanti o i pubblicani ma non potevano
assumere le cariche politiche principali.
3. In seguito alle conquiste esplose il fenomeno della schiavitù.
Gli schiavi erano per lo più prigionieri di guerra.
4. Rientrati dalle Guerre puniche i legionari trovarono i loro campi abbandonati e la crisi
economica. Di conseguenza i piccoli proprietari si indebitarono con la nobiltà e le offrirono il
proprio lavoro come braccianti, ma essa ormai faceva coltivare la terra agli schiavi. Di
conseguenza i piccoli proprietari svendettero i propri campi ai grandi proprietari terrieri, che
costituirono i latifondi. Di conseguenza un’intera categoria di piccoli proprietari emigrò nelle città
trasformandosi in proletariato disoccupato. Di conseguenza le campagne si spopolarono e nelle
città nacque il fenomeno dell’urbanesimo.
5. Tiberio e Gaio Gracco proposero la legge frumentaria e agraria ma i possessori di latifondi
compirono un atto contro la legge e la religione facendo uccidere i due tribuni della plebe.
6. I Popolari Chi erano: la maggioranza dei plebei e una minoranza di aristocratici. Che cosa
volevano: ridimensionare gli enormi poteri del Senato e attenuare lo squilibrio tra ricchi e poveri
ridistribuendo la terra con la proposta di nuove leggi agrarie.
Chi erano: la maggiorparte degli aristocratici, che avevano dalla loro parte anche le proprie schiere
di clienti. Che cosa volevano: rafforzare ulteriormente i poteri del Senato.
7. 1. l’esercito sarebbe stato formato esclusivamente da volontari;
2. poteva arruolarsi anche chi non possedeva terra;
3. i legionari non dovevano più pagarsi l’equipaggiamento, anzi avrebbero ricevuto una paga
giornaliera e premi in caso di vittoria;
4. chi fosse diventato veterano, cioè avesse compiuto 16 anni di servizio militare, avrebbe ricevuto
come liquidazione un appezzamento di terra diventando un piccolo proprietario.
8. I “signori della guerra” erano i consoli che si servirono delle legioni di Roma contro Roma stessa.
9. Gli alleati italici nel 90 a.C. non avevano ancora diritto alla cittadinanza romana.
Alle proposte del tribuno Saturnino, Mario rispose facendo uccidere Saturnino.
I tribuni fatti uccidere dagli Ottimati furono quattro.
La Guerra sociale fu scatenata dagli Alleati italici.
I Romani vinsero la guerra ma dovettero concedere ai Socii tutto ciò che avevano chiesto.
I Galli e i Veneti ottennero la cittadinanza latina.
10. Il Senato affida a Silla il compito di punire Mitridate => Atto illegale dell’Assemblea della
plebe: tolse a Silla il comando della guerra e lo affidò a Mario / Atto illegale di Silla: marciò
con le sue legioni contro Roma. => Inizio delle Guerre civili.
11. Silla assunse la carica di dittatore a tempo indeterminato.
Le tavole di proscrizione erano elenchi appesi nel Foro contenenti i nomi di chi poteva essere
ucciso da chiunque, a vista e senza processo.
In seguito alle tavole di proscrizione morirono così 80 senatori, 1500 cavalieri e migliaia di cittadini
in tutta Italia, ai quali furono anche confiscati i beni.
Delle terre confiscate: parte furono distribuite da Silla ai veterani che avevano combattuto nelle sue
legioni; molte altre, invece, furono incamerate dagli Ottimati che sostenevano Silla e dai loro
clienti.
12. Quei decenni terribili si chiusero nel 73 a.C. con un’altra tragedia, quella di una folla miserabile
di 150 000 persone, formata da schiavi ribelli e contadini poveri, che tentarono di fuggire
dall’Italia con donne e bambini. Li guidava Spartaco, uno schiavo costretto a combattere
nell’anfiteatro, che era fuggito da una scuola per gladiatori di Capua. Egli tentò di portare in tutta
fretta i suoi seguaci al di là delle Alpi, con l’intenzione di occupare i territori liberi della Gallia, ma
molti si dispersero attardandosi in inutili saccheggi e diedero alle legioni romane il tempo di
tagliare loro la strada. Tornati fino alla Puglia, con la speranza di imbarcarsi per l’Asia Minore, gli
schiavi furono bloccati e annientati dal console Marco Licinio Crasso. Il capo della rivolta e 6000
uomini superstiti furono crocifissi lungo la via Appia.
13. Tiberio e Gaio Gracco propongono la legge frumentaria e la legge agricola: 133 e 123 a.C.
Inizio e fine della Guerra sociale: 90-88 a.C.
Inizio e fine delle Guerre civili: 88-31 a.C.
Silla diventa dittatore a tempo indeterminato: 82 a.C.
Capitolo 14
Giulio Cesare: la fine della Repubblica
1. Illegalità di Catilina: prevedeva l’assassinio di uno dei consoli e la presa del potere con l’aiuto
della plebe e degli schiavi. Illegalità di Cicerone: fece strangolare in carcere i congiurati senza
processo.
2. F; V; F; V; F; V.
3. Illegalità del Senato: gelosi dei suoi successi militari, i senatori rimandarono di giorno in giorno
l’approvazione dei provvedimenti che egli aveva deciso in Oriente e non assegnarono le terre
stabilite dalla legge varata da Mario ai veterani delle sue legioni.
Illegalità di Pompeo: strinse un patto segreto di governo con Crasso e Pompeo.
4. 1. Cesare diventa proconsole delle Gallie romane.
2. Gli Elvezi, incalzati dai Germani, tentano di entrare nella Gallia Transalpina.
3. Cesare batte gli Elvezi, blocca i Germani e attacca i Galli belgi.
4. Cesare effettua una spedizione in Britannia.
5. Vercingetorìge guida la ribellione della Gallia.
6. Cesare assedia Alesia e Vercingetorìge si arrende.
7. Cesare trasforma la “Gallia libera” in provincia.
8. Il confine tra Germani e Romani viene fissato lungo il fiume Reno, che diventa il limes.
5. La conquista della Gallia da parte di Cesare non rese contenti né il Senato né Pompeo perché
Cesare aveva acquistato troppo potere e la gloria militare lo aveva reso troppo popolare presso la
plebe.
L’atto illegale di Cesare che diede inizio a una nuova fase delle Guerre civili fu il passaggio del
Rubicone.
La Guerra civile si concluse nel 45 a.C. con il trionfo di Cesare sui Pompeiani.
6. La crisi politica: il Senato aveva cessato da tempo di essere super partes, “al di sopra delle
parti”, e usava i suoi poteri occulti per bloccare le iniziative di chiunque gli facesse ombra; le
Assemblee erano in mano a politici corrotti; la Costituzione era morta.
La crisi economica e sociale: il reddito dei legionari dipendeva dalla bravura dei loro generali; i
contadini continuavano a subire la perdita dei campi e a confluire nelle città in cerca di un lavoro
che non c’era; i cavalieri avevano una buona posizione economica ma scarsissimo potere
decisionale; i senatori erano in taluni casi individualisti corrotti, privi di senso dello Stato.
7. Escludendo di poter collaborare con il Senato per compiere una rivoluzione sociale, Cesare
manifestò la volontà di istituire un regime forte e autoritario accentrato nelle sue mani. Si fece
quindi nominare dittatore a tempo indeterminato e varò le primissime riforme di un progetto che
prometteva di essere ben più vasto.
8. 1. una grande riforma agraria simile a quella dei Gracchi; 2. il condono di un anno di affitto per
gli inquilini morosi; 3. una vasta serie di opere pubbliche che diede lavoro a molti nullatenenti della
capitale; 4. l’aumento del numero dei senatori da 600 a 900, con l’immissione di seguaci di Cesare
provenienti da tutte le regioni dell’Impero, che garantivano di votare leggi in armonia con le sue
riforme.
9. Il Senato temeva la plebe di Roma, che adorava Cesare. Di conseguenza il Senato gli attribuì il
titolo di imperator a vita e cambiò il nome del quinto mese del calendario romano, Quintilis, in
Iulius, “luglio”; stabilì inoltre (cosa inaudita a Roma) che fosse divinizzato dopo la morte.
Il Senato odiava Cesare per le sue riforme. Di conseguenza, il 15 marzo del 44 a.C., un gruppo di
senatori, che lo identificava come il nemico della Costituzione repubblicana e il futuro
padrone di Roma, lo uccise a pugnalate mentre entrava nell’aula del Senato.
Capitolo 15
Augusto: la fondazione del Principato
1. 1. Marco Antonio, Emilio Lepido e Ottaviano fondano il Secondo triumvirato.
2. Bruto e Cassio radunano in Grecia un esercito di loro sostenitori.
3. Comincia l’ultima fase delle Guerre civili.
4. 300 senatori e 2000 cavalieri vengono giustiziati.
5. Antonio e Ottaviano sconfiggono Bruto e Cassio a Filippi.
6. Si sfascia il patto tra Antonio e Ottaviano.
7. Antonio viene accusato di voler staccare l’Oriente dall’Impero romano.
8. Ottaviano sconfigge Antonio nella battaglia di Azio.
2. La battaglia di Azio si svolse nel 31 a.C.; le sue conseguenze furono: la fine delle Guerre civili;
la fine del regime repubblicano; l’inizio del periodo più pacifico e splendido della storia di Roma.
3. Tribuno della plebe: Ottaviano diviene “sacro e inviolabile”, controlla le Assemblee della plebe.
Proconsole per tutto l’Impero: Ottaviano governa le province più importanti; ha il comando
supremo di tutte le legioni; ha a disposizione le tasse destinate a finanziare le guerre.
Pontefice massimo: Ottaviano ha il controllo di tutte le cerimonie religiose.
4. 1. Congedò 300 000 legionari;
2. fece rispettare le leggi dello Stato;
3. annullò i debiti dei privati;
4. ridiede forza ai culti religiosi;
5. ricostruì i templi.
5. Senatori: tolse loro la maggior parte dei poteri politici; però compensò astutamente i singoli
senatori con incarichi inutili ma onorifici e mantenne il loro diritto ormai secolare al governo delle
province (incarico, questo, anche altamente redditizio).
Cavalieri: di questa categoria, che anche a Cesare appariva la più fidata, Augusto fece la classe
dirigente dell’Impero. A quattro di essi affidò addirittura: il comando dei pretoriani; la prefettura
dell’annona; la prefettura della flotta; la prefettura dell’Egitto.
Classe media: sostenne Augusto.
Plebe: legatissima ad Augusto.
Liberti: Augusto affidò loro l’amministrazione del fisco.
6. Augusto creò uno Stato autoritario, fondato sul privilegio dei cavalieri e dei senatori.
7. A Per la plebe romana, che in molti casi non sapeva né leggere né scrivere, e per i sudditi delle
province, dove non tutti conoscevano il latino, fece erigere templi, statue, monumenti che
esaltavano la sua grandezza e che si accompagnavano alle grandi opere di pubblica utilità restaurate
o costruite in tutto l’Impero.
B Della propaganda tra gli intellettuali si occupò Mecenate, suo amico inseparabile e consigliere.
C Mecenate ebbe l’abilità e l’intelligenza di portare gli intellettuali lentamente ad apprezzare e a
esaltare il regime augusteo togliendoli dalla miseria se erano poveri, trattandoli con benevolenza e
rispetto, facendoli entrare nella cerchia degli amici più intimi dell’imperatore.
D La protezione degli artisti da parte di un potente si chiamò poi “mecenatismo”.
8. Augusto lasciò l’Impero a Tiberio, figlio di Livia. Con Augusto per la prima volta nel mondo
greco-romano un potente designò il proprio successore e fondò una dinastia, cioè una famiglia
che si trasmette il potere da una generazione all’altra. La Repubblica era morta e nasceva l’Impero.
Dopo la sua morte, Augusto fu proclamato divus e i suoi successori ottennero addirittura di essere
divinizzati nel momento dell’ascesa al trono.
Fare sacrifici di fronte alle loro statue divenne un obbligo per tutti e infrangere questa legge
comportò il reato di alto tradimento punibile con la morte.
Capitolo 16
I “secoli d’oro”
1. Con Tiberio ebbe inizio la dinastia Giulio-Claudia, che regnò dal 14 al 68 d.C. Durante il regno
di Tiberio, nel 33 d.C., Gesù morì sulla croce. La dinastia Giulio-Claudia espresse quattro
imperatori: Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. I loro regni furono nel complesso tormentati ed
ebbero spesso un epilogo drammatico. Inoltre, il Palazzo imperiale dove risiedeva la corte,
divenne un luogo infido. Insomma, era solido il regime imperiale, ma non era tranquillo
l’imperatore. Caligola fu assassinato dai suoi stessi pretoriani, Nerone fu costretto a uccidersi,
Claudio fu avvelenato dalla moglie.
2. Claudio riconobbe alle aristocrazie della Gallia il diritto di entrare nel Senato romano, legando
alle sorti dello Stato una provincia importantissima che stava diventando una delle più ricche e
fedeli dell’Impero.
3. 1. L’imperatore della dinastia Giulio-Claudia che assassinò la propria madre è Nerone.
2. Durante l’incendio di Roma del 64 d.C. Nerone allestì i soccorsi; poi però circolò la voce che
fosse stato lui ad appiccare l’incendio. Per difendersi, Nerone accusò e perseguitò i cristiani.
3. Nerone perseguitò i cristiani, mentre gli scrittori cristiani lo dipinsero come una belva
sanguinaria.
4. Dopo la dinastia Flavia l’imperatore fu scelto secondo il sistema dell’adozione.
Traiano e Adriano erano provinciali.
Traiano conquistò la Dacia e la striscia settentrionale dell’Arabia.
Dopo queste ultime acquisizioni Roma si preoccupò di conservare i risultati raggiunti.
Il limes fu rafforzato.
5. I Romani misero in comunicazione ogni luogo del proprio territorio con una grandissima
efficienza. Anzitutto, costruirono con enorme perizia le vie terrestri. Coprirono tutto l’Impero di
una rete fittissima di strade, collegando centri maggiori e minori. Alle vie terrestri percorse dai carri
si affiancavano poi le rotte marittime, molto più economiche.
Capitolo 17
I secoli di crisi e la fine dell’Impero
1. Militare: crisi determinata da Parti e Germani.
Economica: aumentano le tasse per sostenere le spese militari, il commercio si dimezza, i campi
sono abbandonati, aumentano i prezzi.
Sociale: dilaga la corruzione, scoppia un’epidemia di peste.
Politica: incapacità degli imperatori di risolvere la situazione.
Spirituale: derivò dalla somma di tutte le crisi precedenti.
2. Il messaggio cristiano risaliva a Gesù di Nazareth, nato in Palestina e crocifisso nel 33 d.C. Gli
ultimi tre anni della sua vita erano stati impegnati nella predicazione del Vangelo, la “buona
novella”, che annunciava l’avvento del Regno di Dio. Molti Ebrei avevano ascoltato Gesù e alcuni
avevano riconosciuto in lui il Messia. Il tribunale ebraico tuttavia lo condannò per aver
bestemmiato proclamandosi figlio di Dio e Ponzio Pilato lo mise a morte per sovversione contro lo
Stato. Gli Apostoli diffusero il suo messaggio prima tra gli Ebrei poi tra i pagani. Il capo degli
Apostoli era Pietro, ma fu Paolo che portò il cristianesimo fino a Roma. Entrambi furono i martiri
della prima persecuzione, indetta da Nerone, ma il cristianesimo continuò a diffondersi.
3. I martiri furono vittime non dell’intolleranza religiosa ma della “ragion politica” perché furono
repressi come ribelli, non come eretici.
4. Le donazioni diventavano beni dell’episcopo.
Le banche create con le donazioni prestavano denaro senza interessi sia ai cristiani sia ai pagani.
5. L’Editto di Caracalla concedeva la cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’Impero; esso
rispecchiava il carattere di Roma città “aperta”.
6. A Roma aveva manifestato per la prima volta il suo carattere di città “aperta” sin dalle origini,
accogliendo gli immigrati e concedendo loro la cittadinanza.
B Il calo demografico e la resistenza dei contadini al reclutamento determinarono il massiccio
arruolamento di barbari nell’esercito.
C La grande novità della riforma fiscale promossa da Diocleziano fu l’idea che un contadino
equivaleva all’unità di superficie che riusciva a lavorare.
D L’aspetto repressivo di tale riforma fu che era necessario che né i coloni né i loro discendenti si
allontanassero dai campi in cui erano stati censiti.
E Tale aspetto nel Medioevo si trasformò in servitù della gleba opprimendo per molti secoli la
popolazione contadina.
7. Nel 286 Diocleziano divide l’Impero in Impero d’Occidente e Impero d’Oriente e nomina due
imperatori chiamati Augusti e due collaboratori chiamati Cesari creando un sistema chiamato
tetrarchia.
8. Costantino portò a compimento il declino di Roma e della parte occidentale dell’Impero
trasferendo la capitale a Bisanzio, che fu poi ribattezzata con il nome di Costantinopoli.
Nel 313 riconobbe il cristianesimo come “religione lecita” e pochi anni dopo Teodosio la proclamò
“religione ufficiale” proibendo i culti pagani.
9. 1. I Visigoti chiedono ai Romani di poter oltrepassare il Danubio.
2. I Visigoti sconfiggono i Romani ad Adrianopoli.
3. Alcune tribù germaniche guadano il Reno e penetrano nell’Impero d’Occidente.
4. I Visigoti saccheggiano Roma e gli Unni conquistano Aquileia.
5. Gli Unni saccheggiano Milano.
6. Gli Unni dilagano in Europa.
7. Odoacre depone dal trono Romolo Augùstolo.
10. 476 d.C.
Verifica dell’Unità 3
Roma: il più grande impero del mondo
1. Nella storia di Roma, da un punto di vista cronologico, la successione corretta è Monarchia,
Repubblica, Principato.
Rispetto alle lotte della plebe, l’Impero romano, con le sue prime province, nacque dopo.
Rispetto alla Guerra sociale, le guerre civili furono combattute dopo.
Rispetto alla nascita del Principato, Giulio Cesare fu assassinato prima.
Rispetto alla crisi dell’Impero, la religione cristiana fu proclamata religione ufficiale dopo.
2. I Sabini e i Romani si fondono in unico popolo.
Le lotte della plebe terminano con l’ottenimento di una Costituzione “mista”.
Viene concessa la cittadinanza agli Italici.
L’imperatore Claudio fa entrare in Senato le aristocrazie delle Gallie.
Caracalla allarga la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’Impero.
3. Orizzontali
1. Senatori 2. Cavalieri 3. Popolari 4. Patrizi
Verticali
1. Schiavi 2. Proletari 3. Plebei 4. Ottimati
4. Senato potere => oligarchico
Comizi centuriati => potere democratico
Tribunato e Assemblee => contropotere plebeo
5. 123 a.C. e 133 a.C. Assassinio di Tiberio e Caio Gracco
82 a.C. Durante le guerre civili Silla si proclama dittatore
63 a.C. Congiura di Catilina
60 a.C. Primo Triumvirato
49 a.C. Cesare con le sue truppe passa il Rubicone
44 a.C. Assassinio di Cesare
Questa serie di atti illegali segnò la fine della Repubblica.
6. Battaglia che pose fine alla Seconda guerra punica: Zama
Battaglia che determinò la conquista della Gallia: Alesia
Battaglia che pose fine alle Guerre civili: Azio
7. Augusto, concentrando nelle sue mani le tre cariche di tribuno della plebe, proconsole per
tutto l’Impero, pontefice massimo trasforma la Repubblica in Principato cioè in uno Stato
autoritario.
8. I secoli d’oro per l’Impero romano furono il I e il II d.C.
I secoli di crisi per l’Impero romano furono il III, il IV e il V d.C.
9. Fondazione di Roma secondo la leggenda: 753 a.C.
Nascita della Repubblica: 509 a.C.
Fine della Repubblica: 31 a.C.
Caduta dell’Impero romano d’Occidente: 476 d.C.
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