PROTEZIONE CIVILE E SISTEMA DI EMERGENZA SANITARIA 118 NELLA GESTIONE DELLE MAXIEMERGENZE 17 Novembre 2009 [email protected] Inf./ Dott. David Desantis LA PROTEZIONE CIVILE Strutture e attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, catastrofi e da altri eventi calamitosi. RIFERIMENTI LEGISLATIVI Legge 24 febbraio 1992, n. 225 Istituzione del servizio nazionale della protezione civile Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59 Decreto 28 marzo 2003 Presidente Consiglio dei Ministri Dipartimento Protezione Civile Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla tutela della pubblica incolumità nell'attuale situazione internazionale Decreto 12 aprile 2002 Presidente Consiglio dei Ministri Dipartimento Protezione Civile Costituzione della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 2 marzo 2002 Costituzione del Comitato operativo della protezione civile Decreto Presidente della Repubblica 194/2001 Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle organizzazioni di volontariato nelle attività di Protezione Civile Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 20 dicembre 2001 Linee guida relative ai piani regionali per la programmazione delle attivita' di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi Legge 9 novembre 2001, n. 401 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile Decreto Legge n. 343 del 7 settembre 2001 Modificazioni al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 Modificazioni al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303 Modificazioni alla legge 21 novembre 2000, n. 353 Legge 21 novembre 2000, n. 353 Legge-quadro in materia di incendi boschivi Legge 10 agosto 2000 n. 246 Potenziamento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco Decreto Legislativo del 17 agosto 1999, n.334 Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incendi rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 maggio 1998, n. 429 Regolamento concernente norme per l'organizzazione e il funzionamento della Commissione nazionale per la previsione e le prevenzione dei grandi rischi Legge 18 maggio 1989, n. 183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo IL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE Legge 24 Febbraio 1992 n. 225 Coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento della Protezione Civile. Composto dalle: •Amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche; •Regioni; •Provincie; •Comuni; •Enti pubblici nazionali e territoriali; •Altre Istituzioni ed Enti Pubblici e privati presenti sul territorio Legge 24 febbraio 1992, n. 225 Istituzione del servizio nazionale della protezione civile Art. 2 – Tipologia degli eventi ed ambiti di Competenze A. Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via Ordinaria B. Eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria Soccorso C. Calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari Legge 24 febbraio 1992, n. 225 Istituzione del servizio nazionale della protezione civile Art. 3 – Attività di protezione civile Previsione Prevenzione Soccorso Superamento dell’emergenza Interviene in tutte le situazioni, anche atipiche, in cui siano necessari capacità organizzativa e gestionale di operazioni complesse, il coordinamento efficace ed autorevole di numerose amministrazioni ed istituzioni, come nel caso di “grandi eventi” o, più di recente, nell’affrontare i rischi nuovi che si presentano all’Italia dal versante del terrorismo internazionale, o da quello della diffusione di pericolose epidemie. ATTIVITA’ DEL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE IL SOCCORSO la protezione civile è una macchina di intervento in emergenza” ben organizzata, in grado di ridurre al minimo il tempo che intercorre tra un evento calamitoso e i primi soccorsi e interventi. A questo obiettivo è dedicato il lavoro di definizione dei ”piani di emergenza” elaborati a livello nazionale e locale. PREVISIONE: per proteggere con efficacia la vita dei cittadini e il patrimonio delle comunità, non bisogna puntare solo su soccorsi tempestivi, ma occorre dedicare energie e risorse importanti alla previsione e alla prevenzione delle calamità. Questa attività è assicurata da un sistema di reti che collegano la PC ai centri nazionali di ricerca scientifica, a sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione di informazioni sui diversi rischi e condizioni di pericolo. PREVENZIONE: la conoscenza del territorio e delle soglie di pericolo per i vari rischi costituisce anche la base per individuare gli indirizzi e le linee dei vari tipi di interventi di prevenzione possibili. E’ compito della PC individuare e segnalare alle autorità competenti gli interventi utili a ridurre entro soglie accettabili la probabilità che si verifichino eventi disastrosi, o almeno a limitarne il più possibile il danno. La PC infatti tiene sottocontrollo il rischio sismico, i rischi idrogeologici, la mappa delle aree più soggette agli incendi boschivi e le aree dove più probabili sono i rischi legati all’alto livello di industrializzazione. DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE Consiglio dei Ministri COMPITI Promozione e coordinamento dell’intero sistema; Intervento diretto in caso di calamità nazionali; Definizione di procedure di intervento ed azione comuni a tutto il sistema; COMPITI Orientamento della legislazione relativa alla prevenzione dei rischi; Sostegno alle strutture periferiche del sistema, specie le più deboli e meno dotate di risorse proprie; Promozione e sostegno alle attività di formazione e alla crescita dell’associazionisno di Protezione Civile; COMPITI Informazione dell’opinione pubblica e di promozione della Cultura della Protezione Civile specie nei confronti delle giovani generazioni; Regia nella costruzione e nella gestione delle reti informative indispensabili per la prevenzione dei rischi; Produzione e gestione delle normative eccezionali e derogatorie – le ordinanze – indispensabili per accelerare gli interventi di emergenza e far fronte alle calamità, al fine di ridurre al minimo il danno alle persone e alle cose. MAXIEMERGENZA Le maxiemergenze sono eventi dannosi che colpiscono le comunità umane sovvertendo il normale ordine delle cose, causando: un elevato numero di vittime, considerando non solo i morti e i feriti, ma anche coloro che sono stati Danneggiati negli affetti e nelle proprie risorse economiche; un improvviso, ma temporaneo, squilibrio tra le richieste delle popolazioni coinvolte e gli aiuti immediatamente disponibili. Ogni sforzo organizzativo-gestionale deve essere finalizzato alla costituzione della cosiddetta “Catena dei soccorsi” cioè una “sequenza di dispositivi funzionali e/o strutturali che consentono la gestione del complesso delle vittime di una catastrofe ad effetto più o meno limitato. Per raggiungere questi obiettivi risulta indispensabile adottare criteri universalmente condivisi e metodologie ben codificate e coinvolgere tutte le componenti operative del sistema sanitario. piani di emergenza che individuino risorse umane e materiali, attribuiscano responsabilità decisionali e definiscano chiaramente le azioni da coordinare e le relazioni fra le organizzazioni sanitarie e tutte le altre componenti coinvolte nelle operazioni di soccorso. Pianificazione nazionale La Pianificazione nazionale ha l’obiettivo di definire e coordinare gli interventi di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite da eventi che la normativa vigente definisce di “tipo c” cioè “calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari” Pianificazione regionale Nell’ambito delle funzioni in materia di protezione civile conferite alle Regioni, queste ultime devono provvedere alla predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi anche dal punto di vista sanitario. Pianificazione provinciale Rappresenta una pianificazione idonea a fronteggiare nel territorio provinciale gli eventi con dimensioni superiori alla capacità di risposta organizzata dal Sindaco. In caso di emergenza il Presidente della Provincia di concerto con il Prefetto, al fine di garantire nell’area del disastro il massimo coordinamento delle operazioni di soccorso, esplica la propria funzione con l’ausilio di tre strutture distinte: -Il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) massimo organo di coordinamento delle attività di protezione civile a livello provinciale. E’ composto dai responsabili di tutte le componenti e strutture operative presenti nella Provincia che dovranno individuare le strategie di intervento, razionalizzare le risorse disponibili e garantire il coordinamento delle attività dei Centri Operativi Misti; La Sala Operativa articolata in 14 funzioni (Tab B), ciascuna delle quali è competente per il proprio settore della risposta operativa ed è coordinata da un responsabile. Per quanto concerne la Funzione di supporto n. 2 – Sanità umana e veterinaria, assistenza sociale – si deve sottolineare che, sebbene le tematiche che devono essere affrontate siano molteplici, in quanto riguardano il primo soccorso, la sanità pubblica, l’assistenza psicologica e l’assistenza sociale, abbastanza comunemente la responsabilità di questo settore viene affidata al responsabile dei servizi territoriali di emergenza o direttamente al responsabile medico della Centrale Operativa 118; I Centri Operativi Misti (COM), strutture decentrate costituite da rappresentanti dei Comuni e delle strutture operative in cui si raccordano gli indirizzi forniti dalle Provincie con quelle dei Comuni. Pianificazione comunale Rappresenta, ovviamente, lo strumento di programmazione e gestione dell’emergenza a livello comunale. Anche in questo ambito il Responsabile della Funzione di supporto n. 2 Sanità umana e veterinaria, assistenza sociale – dovrà aggiornare in “tempo di pace” i dati relativi alla propria funzione ed affiancherà il Sindaco nelle operazioni di soccorso. Centrali Operative sanitarie 118 La Centrale Operativa (C.O.) sanitaria 118, con la sua organizzazione funzionale di norma di dimensioni provinciali, raccordata con le strutture territoriali ed ospedaliere e con le istituzioni pubbliche e private che cooperano nella risposta dell’emergenza (Atto d’intesa Stato e regioni, G.U.17.5.96), costituisce l’interlocutore privilegiato per la pianificazione in campo sanitario. Per svolgere correttamente i compiti assegnati alla Funzione n.2, la Centrale 118, in collaborazione con la Prefettura ed i servizi territoriali delle AA.SS.LL. deputati alle urgenze/emergenze sanitarie, sulla base dei contenuti del Piano provinciale- Conferenza Stato Regioni 14 Gennaio 1992 Dimensionamento e contenuti tecnologici delle Centrali Operative D.P.R. 27 Marzo 1992 “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza” D.M. 15 Maggio 1992 Criteri e requisiti per la classificazione degli interventi di emergenza 118 Capacita’ di rispondere a tutte le esigenze del comune cittadino che rivestono carattere di emergenza sanitaria LA PIANIFICAZIONE DELL’ EMERGENZA Il peggior piano di emergenza è non avere alcun piano Il secondo peggior piano è averne due METODO AUGUSTUS strumento di pianificazione semplice, snello e flessibile Si propone di: Fornire criteri ed indirizzi per la pianificazione di qualsiasi emergenza a prescindere dall’estensione e dall’entità del fenomeno calamitoso e dal numero degli Enti e delle Amministrazioni coinvolte; Creare linguaggi e procedure unificate che consentano un’immediata comunicazione e un’efficiente collaborazione tra tutti i soggetti implicati nella gestione e nel superamento dell’emergenza. METODO AUGUSTUS IL PIANO DI EMERGENZA NON E’ UN ELENCO DI UOMINI E MEZZI MA UNA VALUTAZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DELLE RISORSE METODO AUGUSTUS base comune per la pianificazione dell’emergenza , strumento flessibile adattabile ai rischi presenti su ogni territorio, delinea con chiarezza un sistema di lavoro capace di attivare e coordinare risposte di protezione civile a livello :comunale, provinciale , regionale e nazionale , FUNZIONI DI SUPPORTO Attraverso l’attivazione delle funzioni di supporto si conseguono quattro distinti obiettivi: 1° obiettivo Si individuano i responsabili per ogni funzione ed il loro coordinatore. 2° obiettivo I singoli responsabili mantengono vivo, e quindi efficace, il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria funzione di supporto. 3° obiettivo In caso di emergenza i singoli responsabili di funzione assumono la veste di operatori specializzati nell’ambito della propria funzione di supporto. 4° obiettivo Si struttura la Sala Operativa a seconda del numero di funzioni di supporto da attivare. LA FUNZIONE DI SUPPORTO DUE l’intervento sanitario in seguito a un disastro deve fare fronte ad una complessa rete di problemi che si inquadrano nell’ambito della medicina delle catastrofi e che prevedono la programmazione ed il coordinamento delle seguenti attività : Primo soccorso e assistenza sanitaria - soccorso immediato ai feriti; - aspetti medico legali connessi al recupero delle salme ; - gestione di pazienti ospitati in strutture ospedaliere danneggiate; - fornitura farmaci ; - assistenza sanitaria di base e specialistica ; Sanità pubblica - vigilanza igienico sanitaria; - controlli sulle acque potabili; - disinfezione e disinfestazione; - profilassi delle malattie infettive; - problematiche veterinarie; - ecc. Assistenza psicologica e sociale alla popolazione - assistenza psicologica ; - igiene mentale ; - assistenza sociale ,domiciliare, geriatrica . ATTIVAZIONE DEI SOCCORSI Fase di allarme, nel corso della quale si cercheranno di acquisire tutti quegli elementi che possono essere utili a dimensionare l’evento sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Fase di emergenza nella quale si effettueranno tutti gli interventi necessari alla realizzazione della “Catena dei soccorsi”. I QUATTRO LIVELLI DI ALLARME DELLA C.O.-118 Lo stato di allertamento della c.o.-118 si distingue nei seguenti livelli: LIVELLO 0: è presente quando ci sono condizioni ordinarie, non si è a conoscenza di possibili situazioni a rischio che possono creare uno stato di maxiemergenza. LIVELLO 1: è presente quando si verificano possibili situazioni a rischio, grandi affluenze di pubblico per manifestazioni sportive, concerti gare, ecc. Si può prevedere di aggiungere al dispositivo di soccorso ordinario un modico aumento delle risorse disponibili sulla base delle possibili emergenze. LIVELLO 2: è presente ogni qual volta aumentano le situazioni a rischio, piogge torrenziali, frane allagamenti, ecc. Si allertano e si mettono in preallarme un certo numero di risorse aggiuntive, che devono essere pronte ad intervenire in tempi brevi. LIVELLO 3: scatta l’allarme per il verificarsi improvvisamente della maxiemergenza. Si mettono in moto e si attivano le procedure per il richiamo, l’invio ed il coordinamento di tutte le risorse aggiuntive, che vengono inviate sul luogo dell’evento, e per l’allertamento di tutte le strutture ospedaliere del territorio. Definizione di CATASTROFE: – E’ un evento, improvviso e per lo più inatteso, che determina gravissimi danni per la collettività che lo subisce. – Determina un’inadeguatezza, anche se temporanea, tra i bisogni delle vittime e i soccorsi. – Può interessare una vasta estensione territoriale e strutture di soccorso e di assistenza (ospedali). – Coinvolge un grandissimo numero di persone e determina un numero elevato di vittime > 50 – Può avere una estensione temporale > 24 ore. CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE: in base al numero delle vittime LIMITATA < 100 vittime MEDIA tra 100 e 1000 vittime MAGGIORE > 1000 vittime inoltre SEMPLICE COMPLESSA durata dei soccorsi < 6 ore durata dei soccorsi > 6 ore. CLASSIFICAZIONE DEI DISASTRI (secondo Prozeski 1979) TOTALE DELLE PERSONE COINVOLTE, VIVE O MORTE NUMERO DEI PAZIENTI CHE RICHIEDONO UN TRATTAMENTO OSPEDALIERO PICCOLA TRA 25 E 99 TRA 10 E 49 MEDIA TRA 100 E 999 TRA 50 E 249 GRANDE PIU' DI 1000 PIU' DI 250 ENTITA' ? DEFINIZIONE DI CATASTROFE E DI INCIDENTE MAGGIORE Si definisce un evento come “CATASTROFE” quando N x S > CR Si definisce un evento come “INCIDENTE MAGGIORE” quando N x S < CR N = numero vittime S = severità evento CR = capacità di risposta Definizione di INCIDENTE MAGGIORE: – Le strutture di soccorso territoriali rimangono integre. – C’è un ridotto coinvolgimento feriti >10 <50. – Limitata estensione territoriale. – Limitata estensione temporale < 24 ore CATASTROFE > 50 INCIDENTE MAGGIORE 10 50 INCIDENTE INDIVIDUALE 1 10 Numero feriti: Altre definizioni: SINISTRO: evento dovuto alle forze della natura, scatenato dall’uomo; CATACLISMA: evento dovuto alle forze della natura, senza intervento dall’uomo; CALAMITA’: evento inteso come disgrazia pubblica con numerose vittime; DISASTRO: evento, una volta, imputato all’influenza sfavorevole di un astro; In caso di catastrofi deve essere cambiata la filosofia del soccorso. La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta contro il tempo. Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili (persone e mezzi). E’ fondamentale riconoscere (TRIAGE) e successivamente soccorrere, prima i feriti più gravi,ma non quelli gravissimi, dal momento che è impossibile assistere, trasportare e curare tutte le vittime in tempi brevi. L’obiettivo principale è salvare più vite possibile. La situazione straordinaria impone un comportamento d’intervento diverso, che può apparire quasi disumano. Infatti, talvolta si impongono scelte dolorose ma necessarie. Abbandonare pazienti gravissimi (CODICI BLU), sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo ed utilizzare, mezzi e persone, verso coloro che, soccorsi prontamente, hanno maggiore probabilità di sopravvivenza (CODICI ROSSI) L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI: STRATEGIA: Elaborazione di piani di soccorso (piani comunali, provinciali, regionali), che in caso di catastrofi definiscono il ruolo e le modalità d’intervento delle varie componenti interessate (VVFF, Protezione Civile, 118, FFOO, ecc) L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI LOGISTICA: Disponibilità di materiali, mezzi, risorse, necessari al soccorso non solo sanitario, e di personale, prontamente disponibile, sufficientemente preparato ed addestrato, capace di collaborare in equipes multidisciplinari. L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI TATTICA: Applicazione dei piani di soccorso che prevedono come utilizzare (OTTIMIZZARE) le varie strutture disponibili della catena dei soccorsi (INTEGRAZIONE). ? C.O. 118 PIANO DI INTERVENTO PER LE MAXIEMERGENZE Si definisce come piano per le maxiemergenze l’insieme delle procedure da attuare per diffondere immediatamente l’allarme alle strutture deputate al soccorso sanitario e per coordinare e gestire le risposte idonee a poter affrontare le esigenze sanitarie e a poter dare un’assistenza qualificata alle vittime dell’evento catastrofico ? C.O. 118 COMPITI : 1. Conoscere le possibili situazioni a rischio presenti nel suo territorio; 2. Predisporre un piano per far intervenire il proprio personale sia in CO-118 che sul luogo dell’evento; 3. Garantire le comunicazioni con il “luogo dell’evento”; 4. Tenere pronte le procedure per ottenere un immediato intervento delle componenti che affiancano e collaborano col SSN (Protezione Civile, Associazioni di volontariato); 5. Conoscere le potenzialità territoriali delle Associazioni di volontariato e della Protezione Civile provinciale; 6. Conoscere le potenzialità di ricovero delle strutture sanitarie provinciali e delle province confinanti (PEIMAF, Unità specialistiche presenti negli Ospedali). ? C.O. 118 GRAVITA’ DELL’EVENTO : A secondo della gravità dell’evento e del tipo si dovrà tenere in considerazione se è: 1. Ad effetto limitato: • • • Le strutture sanitarie sono integre, Gli interventi di soccorso sono limitati nel tempo < 12 o Il gap tra esigenze e risorse non è “incolmabile”. ? C.O. 118 GRAVITA’ DELL’EVENTO : 2. Ad effetto estensivo: • • • • • Le strutture sanitarie possono essere distrutte o parzialmente danneggiate, Le vie di comunicazione possono essere interrotte e presentare gravi danni, La rete telefonica, idrica ed energetica può essere danneggiata, Gli interventi di soccorso si prolungano nel tempo > 12 ore, Il gap tra esigenze e risorse è fin dall’inizio “incolmabile”. ? C.O. 118 TIPO DI RISPOSTA : MAXIEMERGENZA 1. Ad effetto limitato: (INCIDENTE MAGGIORE) quasi sicuramente basterà una risposta immediata, utilizzando risorse locali e alcune risorse aggiuntive extra-provinciale 2. Ad effetto estensivo (CATASTROFE) si avrà anche una risposta differita, perché dovranno intervenire apporti esterni alla provincia (altre CO-118; UMSS extra-provinciali, Protezione Civile regionale e nazionale, CRI nazionale, Esercito ecc) Catastrofe o Incidente maggiore Zona evento Richiesta di soccorso per MAXIEMERGENZA CENTRALE OPERATIVA 118 FASE DI ALLARME: Zona evento FASI C.O. 118 DELL’INTERVENTO: 1. Verifica e conferma evento 2. Richiamo personale di CO 3. Allertamento strutture 4. Suddivisione compiti tra il personale 5. Reperimento ed invio mezzi soccorso 6. Coordinamento dei soccorsi 7. Collegamento con il DSS e strutture sanitarie 1°. FASE DI ALLARME: Altre Centrali Operative 118 Zona evento Direzione Sanitaria OSPEDALE C.O. 118 PREFETTURA e PROTEZIONE CIVILE Responsabile Responsabile COCO CO Responsabile Pronto Pronto Pronto Disponibili Disponibili Disponibili COCO CO - Medici --Medici Medici - Infermieri --Infermieri Infermieri - Autisti --Autisti Autisti Unità di Crisi Centrale Operativa Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa SI ADOTTA UN MECCANISMO A CASCATA PER L’ALLERTAMENTO E IL RICHIAMO IN SERVIZIO DEL PERSONALE DI C.O. Il Personale PD prima di venire in CO deve “PREALLERTARE” per telefono chiamando il primo nominativo della “lista in suo possesso”, con l’esclusione di coloro che la CO avrà comunicato essere già in servizio, qualora il primo non rispondesse si passa al successivo fino a colui che risponderà. La comunicazione dovrà essere: ”Attenzione sono ……….. mi reco in CO perché è scattato l’allarme Maxiemergenza, chiama il successivo della lista e ordina di venire in servizio dopo aver chiamato a sua volta il collega successivo”. IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO SARA’ : 4 MEDICI MEDICO APPOGGIO CO EQUIPAGGIO ALS RESP.PMA DSS Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 Zona evento PMA PCO-A IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO SARA’ : 5 INFERMIERI CS EQUIPAGGIO ALS Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 Zona evento PMA PCO-A IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO SARA’ : 4 AUTISTI Unità di Crisi Centrale Operativa Zona evento C.O. 118 PMA PCO-A Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO PRESSO LA CENTRALE OPERATIVA SARA’ : • 1 MEDICO DI CO • 2 Inf Prof. esperti di CO • 1 radiotelefonista Zona evento C.O. 118 PERSONALE DA FAR INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO: ¨ PRIMA equipaggio: UMSS IN PARTENZA DALLA 1 medico, CO: DSS (?) 1 infermiere, COORDINATORE TRIAGE E SOCCORSO SANITARIO 1 autista COORDINATORE TRASPORTI ED EVACUAZIONE MATERIALI DA INVIARE CON LA I° AMBULANZA: ¨ Casacche colorate, ¨ ¨ ¨ ¨ ¨ cartellini Triage, per la zona recupero e PMA casse con materiale per il triage di 50 pazienti n° 5 apparecchi radio a frequenza riservata, 1 telefono satellitare 5 rotoli di strisce plasticate per segnalazione, Zona evento ¨PERSONALE C.O. 118 DA FAR INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO SECONDA equipaggio: UMSS IN PARTENZA DALLA CO, SQUADRA ALS 1 medico, 2 infermieri, 2 autisti questa squadra ALS ha il compito di mettersi a disposizione del DSS per: • affiancare le squadre di recupero e di triage della piccola noria • trattare i feriti che richiedono manovre sanitarie complesse per la disincarcerazione • aiutare il personale del PMA nella stabilizzazione delle vittime. Zona evento C.O. 118 ¨PERSONALE DA FAR INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO TERZA UMSS IN PARTENZA DALL’OSPEDALE TASK-FORCE Equipaggio può essere costituito da: 1 1 1 1 1 1 1 chirurgo, anestesista, ferrista, IP anestesia, psicologo, ostetrica autista Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa COMPITI DEL PERSONALE DELLA SALA DI MAXI-EMERGENZE DELLA CENTRALE OPERATIVA 118: 1 medico di appoggio alla CO; (DELTA) 2 Infermieri primo ricerca e programma i ricoveri negli ospedali limitrofi e tiene i contatti con gli ospedali di destinazione secondo 1 operatore radio, volontario protezione civile, tiene comunicazioni con DSS, ricerca ambulanze e personale volontario, prepara la cartografia evento comunica con ambulanze della grande noria tiene i contatti con il responsabile della Protezione Civile per tutte le necessità non sanitarie Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 1°) CERCA DI VALUTARE LE PROPORZIONI DELL’INCIDENTE MAGGIORE O DELLA CATASTROFE: tabella di conversione: - Incendio moltiplicare X 2 il n° vittime stimate dai primi soccorritori - Attentato moltiplicare X 3 il n° vittime stimate dai primi soccorritori - Trasporti moltiplicare X 3 o 4 il n°vittime stimate dai primi soccorritori Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 1°) CERCA DI VALUTARE LE PROPORZIONI DELL’INCIDENTE MAGGIORE O DELLA CATASTROFE: Tenere conto che : 1. I Codici rossi sono il 5 – 7 % delle vittime 2. I Codici gialli sono il 12 – 15 % delle vittime 3. I Codici verdi sono il 33 – 35 % delle vittime 4. I Codici bianchi sono il 50 – 57 % delle vittime 5. I Codici blu sono il ? % delle vittime Zona evento Unità di Crisi Centrale Operativa C.O. 118 Compiti della CO: Vittime PMA Protezi one Civile Provinc iale Protezi one Civile Region ale N° Ambulan ze Medicali zzate N° Ambulan ze Associazi oni Equipe anestesiologica chirurgica C.R.I. Nazional e Ospeda li della Provinc ia Ospeda li della regione eliam bulan za CME >10 <20 NO NO NO =/>3 5 –10 NO NO SI NO SI NO >20 - <50 1 SI SI >5 10-25 ? NO Si SI SI NO >50 - < 100 1 SI SI >10 25-50 Si SI Si SI SI NO > 100 <1000 4 SI SI >20 >50 Si SI SI SI SI SI >1000 >4 SI SI >20 >50 Si SI Si SI SI SI Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 2°) VALUTA LE RISORSE NECESSARIE (MEZZI DI SOCCORSO E PERSONALE) SIA PER INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO CHE PER TRASPORTARE LE VITTIME NELLE STRUTTURE SANITARIE IDONEE: Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 3°) PREDISPONE CARTOGRAFIA DETTAGLIATA PER PIANIFICARE GLI INTERVENTI: Dalla quale poter identificare: •la zona dell’evento, •la zona di sicurezza, •le vie di afflusso e deflusso mezzi di soccorso, •il PMA, •l’area sosta mezzi, •la superficie elisoccorso Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 4°) REPERISCE I MEZZI DI SOCCORSO : facendo intervenire prioritariamente le UMSS e le Associazioni di volontariato più vicine al luogo dell’evento e quelle che hanno in dotazione più mezzi disponibili. Ogni Associazione dovrà comunicare alla CO il numero e il tipo di ambulanze che è in grado di fornire ed i tempi stimati di intervento Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 5°) TROVA I POSTI LETTO NECESSARI: In base a: •stima iniziale e successive valutazioni •zona dell’evento •gravità (codici) •PEIMAF di ogni Ospedale. Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: 6°) REPERISCE MATERIALI NECESSARI PER LA REALIZZAZIONE DEL PMA E DEL PCO-A: Allerta la Prefettura per far intervenire la Protezione Civile Provinciale o Regionale. Zona evento C.O. 118 Unità di Crisi Centrale Operativa Compiti della CO: una volta che il medico dell’UMSS avrà comunicato •la stima delle vittime, •i bisogni sanitari •la patologia prevalente, la CO cercherà di inviare il personale e le risorse necessarie cercando di ridurre il più possibile il gap iniziale tra necessità e risorse disponibili Incidente maggiore o Catastrofe FASI DELL’INTERVENTO: • • • • • • Ricognizione, Settorizzazione, Integrazione, Triage, Recupero, Soccorso Triage, Valutazione clinica, Stabilizzazione, Evacuazione. Zona evento Altre C.O. 118 OSPEDALI PREFETTURA Unità di Crisi CO-118 ALLERTA C.O. 118 FFOO 112-113 elisoccorso UMSS VVFF 115 2°. FASE D’INTERVENTO:improvvisazione e raccolta informazioni Zona evento Altre C.O. 118 OSPEDALI PREFETTURA Unità di Crisi CO-118 C.O. 118 FFOO 112-113 AREA di SICUREZZA + VIABILITA’ elisoccorso RICOGNIZIONE UMSS VVFF 115 TRIAGE PMA SICUREZZA CANTIERI Zona evento Altre C.O. 118 OSPEDALI PREFETTURA C.O. 118 Unità di Crisi CO-118 REPERISCE I MEZZI E IL PERSONALE NECESSARIO FFOO 112-113 elisoccorso UMSS VVFF 115 Zona evento C.O. 118 elisoccorso VVFF 115 OBIETTIVI DELLE SQUADRE DI RICOGNIZIONE Individuare vie di accesso per i mezzi di soccorso, (AUTISTA) FFOO 112-113 UMSS Individuare i luoghi idonei per allestire PMA o raccolta feriti, (MEDICO) Eseguire eventuale salvataggio, (VVFF) Iniziare primo Triage START. (I.P. e VOLONTARI) elisoccorso RICOGNIZIONE AEREA (quando possibile) VVFF - 115 AUTORIZZA INTERVENTO SQUADRE DI SOCCORSO salvataggio senza triage se presente rischio evolutivo ZONA EVENTO “A” Con rischio evolutivo ZONA EVENTO “B” Senza rischio evolutivo SETTORIZZAZIONE ZONA EVENTO: Settore “B” Settore “A” ZONA “A” Settore “C” ZONA “B” Settore”D” VVFF 115 ULTERIORE DIVISIONE IN CANTIERI Cantiere 1 Settore “B” Cantiere 2 Settore “A” ZONA “A” Settore “C” ZONA “B” Cantiere 3 Settore”D” VVFF 115 FFOO 112-113 FUNZIONE: •Sorveglianza •Controllo vie di comunicazione FFOO 112-113 Perimetro interno Zona sicurezza ZONA EVENTO VVFF 115 ZONA DI SICUREZZA Perimetro esterno della zona di sicurezza UMSS della PoTES più vicina Unità Mobile di Soccorso Sanitario Costituita dal medico e dal personale del 118 della PoTES più vicina. • Il medico assumerà la funzione di DSS fino all’arrivo di altro collega più esperto • l’Infermiere sarà il Coordinatore dei Soccorsi fino all’arrivo di altro collega più esperto CASACCHE DI IDENTIFICAZIONE DEI RUOLI Responsabile C. S. D. S. S.. Casacca rossa Casacca gialla Casacca bianca Casacca azzurra “Delta” “Mike” “Tango” “Charlie” COORDINATORE SOCCORSI DIRETTORE SOCCORSI SANITARI P. M. A. RESPONSABILE POSTO MEDICO AVANZATO COORDINATORE TRASPORTI Medico - UMSS Il Primo medico dell’UMSS giunto sul posto assume il ruolo di Direttore dei Soccorsi Sanitari (Può essere sostituito da un medico più esperto su decisione della CO) Casacca Gialla (DELTA) COMPITI DEL DSS: 1. Valutare e comunicare alla CO l’estensione, la tipologia dell’evento, il numero e la tipologia delle vittime, 2. Assumere il controllo ed il coordinamento di tutte le operazioni sanitarie, 3. Tenere i contatti con la CO 118 e richiedere i mezzi e personale necessari, PMA. 4. Decidere su richiesta del Responsabile medico del PMA, quali feriti far evacuare e su quali mezzi e in accordo con la CO 118 stabilire la destinazione secondo la patologia e la disponibilità di posti letto, 5. Assicurare l’attivazione della catena dei soccorsi dal recupero fino al trasferimento negli ospedali, 6. Collaborare con i responsabili delle FFOO, VVFF, Protezione Civile, nel coordinamento e nel funzionamento del PCO-A