Il giornale della società Atletica Villafranca VR
Giugno 2011
n. 7
AZZETTA
G
DELL’ TLETA
A
LA
MEMORIAL PITCH 2011
PERIOSTITE
Un osso duro
da guarire
Ormai immancabile
gara a Villafranca
LUMINI 2011
Invito a
GIARE 2011!!
CAMPESTRI
Le fatiche invernali
viste da Linda
MUSIC & DOPING
Perché corri?? Non ti
porterà mai a niente..!
Corro perché mi piace e mi fa sentire bene, libero, sereno. Mi permette di non
pensare ai problemi. Ecco perché corro..
SOMMARIO
n.7 - Giugno 2011
MEMORIAL PITCH 2011
Ormai immancabile gara a Villafranca
Pagina 4-5
LUMINI 2011
Il campo invernale e l’invito a GIARE 2011
Pagina 6-7
CAMPESTRI!!
Le fatiche invernali viste da Linda
Pagina 8-9
UN OSSO DURO: LA PERIOSTITE
I dolorini degli atleti
Pagina 10-11
MUSIC & DOPING
La musica e lo sport
Pagina 12
IL SALTO
Sentimenti del Manu
Pagina 13
PAGELLA 2011
Finita la scuola e anche ad atletica escono le paglle
Pagina 14-15
TANTO PER RIDERE..
By Daniele Aloe
Pagina 16
ORGANIGRAMMA
Pagina 17
SPONSOR
Pagina 18-19
1
28-052011
MEMORIAL PITCH
Anche quest’anno, immancabilmente
arriva il giorno del lavoro e della preparazione del campo per l’Evento!!!
27 maggio 2011: è il giorno prima del
5° Memorial Pitch.
Come ben sanno gli addetti ai lavori, i
preparativi per l’ormai tradizionale
Memorial Pitch iniziano qualche giorno prima rispetto alla manifestazione. A dire il vero gli organizzatori potrebbero ribattere che il meeting viene organizzato con mesi di anticipo,
per poter garantire magliette, ristoro
e gadget vari. Ma non prendiamola
così alla lontana. Già a partire dagli
allenamenti di giovedì e venerdì, è
compito di tutti rendere accogliente e
funzionale il nostro bell’impianto di
atletica leggera, tanto è vero che sulle tabelle di allenamento dei nostri
giovani atleti il venerdì è stato proprio adibito alla preparazione del
campo…una forma alternativa di allenamento.
Così c’è chi dà una mano a deforestare le buche del salto in lungo, chi aiuta a spianare la sabbia portata da
nuovo come rabbocco a quella che il
vento, col tempo, si porta via, chi appende gli striscioni, chi prepara la
pedana del getto del peso e chi quella
del tiro del vortex. Anche quest’anno
atleti, genitori e conoscenti vari hanno contribuito dando una mano prima, durante e dopo la manifestazione. E per questo un sentito grazie va
a tutti loro.
2
Poi cala il sole sul venerdì di lavoro e arriva finalmente il sabato.
28 maggio 2011: sotto un cielo splendente ha finalmente inizio il 5° Memorial
Pitch.
Al fischio di Enzo si inaugura il meeting
con la partenza dei 50 metri piani esordienti, i quali si sono visti impegnati anche nella gara di tiro del vortex. Questo
ormai tradizionale biathlon ha visto la
partecipazione di un gran numero di
giovani atleti e, a parte qualche ritardo
iniziale nelle gare di corsa, è proceduto
senza intoppi grazie ad una efficiente
giuria della pedana del vortex.
Poi è la volta delle categorie ragazzi e
cadetti che ottengono buoni risultati,
ma soprattutto la partecipazione è molto buona.
Nella categoria allievi successo annunciato nei 100 metri per il ragazzo di casa
Cephas e nei 1500 bella gara di Nicolò
che porta a casa il nuovo primato personale e ritocca il suo record sociale.
Infine è l’ora dei grandi che corrono 400
e 1500. Lo spettacolo come sempre è
assicurato; sia maschi che femmine
danno vita a gare tirate e combattute
che esaltano il pubblico sugli spalti, noi
organizzatori e allenatori ed atleti tutti.
Poi poco prima che tutto finisca il momento voluto da Enzo dei Cotillions ci
regala un momento molto toccante in
cui noi ragazzi consegniamo a Riccardo
e Rosanna un bel mazzo di fiori per ringraziarli della loro presenza e per ringraziarli di essere un po’ i genitori di
tutti noi.
Possiamo andare a mangiare un bel
piatto gli gnocchi?...Ancora no!!!...C’è da
sistemare il campo e mettere tutto in
ordine come era venerdì.
In un’oretta si fa tutto e finalmente gli
gnocchi sono nostri e tra una chiacchiera e l’altra obiettivo è già preparare
mentalmente il Meeting dell’anno prossimo.
Daniele Aloe, Alessandro Saccà
3
È tempo di vacanze invernali, ma tra pochi giorni si torna a scuola. Bisogna ancora concludere i
compiti delle vacanze ma si vuole avere anche il tempo di divertirsi e di allenarsi. Da un paio di anni
a questa parte tutte queste esigenze hanno trovato un luogo in grado di soddisfarle. Il campo invernale di Lumini si è dimostrato anche quest’anno un luogo nel quale è possibile divertirsi, allenarsi
(quest’anno purtroppo poco a causa della pioggia), studiare e dare una mano a tenere in ordine la
casa nella quale siamo ospitati. Ma procediamo con ordine a raccontare questa quattro giorni. Il
campo è stato organizzato per i ragazzi del ’96 e più grandi, quindi tutti i ragazzi delle scuole superiori. Essendo grandi, i ragazzi conoscevano già la casa e i ritmi giornalieri: sveglia alle 8:00
(bisogna ammettere che siamo stati un po’ poltroni rispetto ai bimbi che ad Agosto hanno partecipato al campo di Giare: per loro la sveglia era alle 7:30. E nessuno ritardava alla colazione! Ma si può
sapere a che ora andavate a letto?? Viste le loro facce durante il giorno, lo chiedo soprattutto alla
Linda e alle sue compagne di stanza – Fede, Laura & co.), dunque dopo la sveglia una buona colazione nella quale si è tentato di sperimentare una cosa denominata “pappetta del campione” (mele,
arachidi, marmellata e latte. Il tutto frullato), da molti bistrattata e da pochi apprezzata, ma in grado
di resuscitare Andrea da un’influenza che rischiava di compromettere i suoi ultimi giorni di vacanza.
A proposito di bacilli vaganti, quest’anno è toccato pure al buon Alberto passare qualche giorno a
letto. Ma coriaceo com’è questo nostro universitario, è riuscito pure a trovare la forza di riprendersi
e studiare per degli imminenti esami. Dopo la colazione si passava sotto la direzione del Mamo per
il risveglio muscolare mattutino, seguito poi da una corsetta all’aperto. Purtroppo quest’anno il tempo non ci ha permesso di uscire molto e di goderci l’aria e i panorami di montagna, ma nonostante
questo le attività svolte in casa non sono mai state noiose. Subito dopo pranzo iniziava il periodo di
studio per tutti, il che voleva dire darsi una mano, soprattutto in quelle materie ostiche come matematica, fisica, inglese e latino. Ma anche fare delle schede di libri che non erano stati letti!
4
Il pomeriggio proseguiva poi con delle attività ricreative come giochi di gruppo, ping-pong o la tradizionale
partita di calcetto sulla neve, che quest’anno ha avuto più varianti del solito: anzi tutto il campo era ancora più
impraticabile del solito, dato che era coperto di neve sciolta, c’era la nebbia e soprattutto non è stata svolta tra
di noi ma contro un gruppo di ragazzi ospitati in un’altra casa del paese. Nonostante le condizioni più che avverse, la vittoria si vedeva che era ambita da entrambe le formazioni. Alla fine la nostra squadra è riuscita a
spuntarla e, cosa forse migliore della giornata, ha avuto modo di rifocillarsi per la fatica con una squisita cioccolata calda preparata da Lara ed Elisa.
Calata la notte su Lumini e svolte le mansioni di pulizia post-cena arrivava il momento degli inguaribili del
poker o del risiko. L’ultima sera abbiamo avuto modo di testare le nostre conoscenze di cultura generale, la
nostra abilità nel disegnare, mimare e creare col pongo grazie ad un gioco di società che ha coinvolto tutti.
E come alla fine di ogni campo, estivo o invernale che sia, Giare o Lumini che sia (Lara, abbiamo capito qual
è l’uno e qual è l’altro? Io mi sbaglierò ancora, ne sono certo) c’è da ripulire la casa da cima a fondo, perché i
nuovi arrivati la trovino come nuova. Anche l’ultima mattina, nel bel mezzo dei preparativi per la partenza,
qualcuno ha avuto la forza di intavolare una sfida a chi mangiava più mascarpone. Dopo qualche minuto di
bagarre, Marta e Stefano si sono ritrovati da soli a difendere, rispettivamente, il titolo di “pozzi senza fondo”
delle ragazze e dei ragazzi. Purtroppo il mestolo era uno solo e non siamo sicuri su chi dei due abbia vinto…
Ragazzi, alla prossima.
Alessandro Saccà
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Campestri! Campestri! Campestri! Parola che allarma
molti di noi, per non dire tutti. Drin! Drin! Drin! Sono
le 7:00, la sveglia suona e mi “incita” a svegliarmi e a
scendere dal letto, ma io sono troppo stanca per alzarmi
e il primo impatto con la luce mi abbaglierebbe gli occhi. Ammettiamolo, non è una delle tante meraviglie di
questo mondo svegliarsi con un terribile e frastornante
suono e la luce della cameretta che mi renderebbero già
di prima mattina nervosa.
Allora il cuscino si ritrova dopo pochi secondi sopra la
mia testa e le coperte arrivano sino al limite per diminuire l’impatto angosciante con il suono della sveglia e
con la luce.
Ormai sono le 7:10 e io sono ancora nel mio letto che
aspetto un risveglio più gradevole del primo! Ma a
quanto pare mi sbagliavo: la mamma alquanto irritata
si presenta sulla porta della mia camera e urla, senza
alcun timore: “Sono le 7:15, svegliati o arriverai in ritardo!”
Ma gli ultimi 5, o anche 10 minuti, non me li toglie nessuno!
Mentre cerco di alzare almeno un dito, ripenso alla sera
precedente, ovvero sabato, in cui mi sarei dovuta trovare sotto le coperte alcune ore prima, ma so per certa che la settimana dopo avrei fatto lo stesso. Dopo
essermi preparata con una velocità assurda, sono pronta per la spunta del nome sull’immancabile cartellina rossa di Enzo! Anche gli ultimi sono arrivati (io
mi sono salvata per un pelo!), si può partire per la nuova destinazione.
Il primo sguardo al campo su cui correremo e la temperatura che non misura
oltre ai 2-3 °C ci suggeriscono di darci alla fuga e di ritornare nei nostri caldi e
confortevoli letti. Eh sì, il desiderio è tanto e allarmante, ma non abbiamo via
di scampo! La mattinata si conclude a volte con dei premi, a volte purtroppo
no, ma nonostante tutto siamo fiere di noi.
Questa è una delle tante mattine della stagione invernale che richiedono molto
coraggio. Quest’anno le mie “compagne di avventura” mi hanno abbandonata,
ma tutto sommato non sono rimasta sola; nell’ultimo periodo ero infatti in
compagnia di Annachiara, una nuova mezzofondista. Con lei il sorriso è assicurato, anche nei momenti peggiori!
Però le campestri non sono solo questo, ci sono anche dei lati positivi che mi
sentirei ingiusta a non citare: sono un allenamento per la stagione estiva e…
una tavoletta di cioccolata e un bicchiere di the non vengono mai a mancare!
Detto questo, mi preme una domanda: “Credo che le prestazioni siano migliorate rispetto all’anno scorso, vero coach?”
Linda
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UN OSSO DURO
LA PERIOSTITE
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Correre, impegnarsi e sforzarsi fino a star male per raggiungere dei risultati fa parte
della natura di ogni atleta.
Purtroppo lungo l'insidioso percorso di preparazione per conquistare un tempo o una
misura spesso si presentano ostacoli, talvolta insormontabili, che impediscono all'atleta
di raggiungere i meritati risultati.
Si tratta dei “dolorini” da cui ormai quasi ognuno di noi è passato per un motivo o l'altro; ma qual'è il più diffuso, a cosa è dovuto ed esiste un modo per alleviarlo?
Sicuramente tra le patologie più diffuse sulla nostra pista rossa troviamo la sindrome
mediale della tibia, comunemente chiamata da noi profani “periostite”.
Si tratta di una patologia infiammatoria che colpisce il tessuto connettivale (periostio)
che avvolge la tibia.
Tale membrana svolge funzioni di protezione nutrimento e rigenerazione ossea e tramite essa i
muscoli si inseriscono all'osso con l'ausilio di
strutture tendinee.
Questo tipo di infiammazione, frequente nei corridori, è causata da un sovraccarico funzionale
all'origine del muscolo tibiale posteriore, il quale
ricopre un ruolo fondamentale nel mantenimento
dell'equilibrio nel piede.
Il primo sintomo avvertito è un dolore vivo alla
palpazione della parte interna della gamba nella
zona medio-bassa della tibia.
Le origini del dolore spazzano un amplia serie di
cause, ma tra le più frequenti troviamo la tipologia di terreno (ad esempio se irregolare), un repentino cambio di intensità e tipologia di
allenamento, l'inadeguatezza delle scarpe, ma soprattutto un errato appoggio del piede, al quale è bene dare la dovuta attenzione.
Un appoggio non ottimale graverà intensamente sull'insieme di muscoli che controllano
l'equilibrio del piede, è quindi molto importante verificare la meccanica dell'appoggio
durante la fase di spinta per riscontrare eventuali difetti di pronazione.
La cura è essenziale il riposo fino alla scomparsa dei sintomi, velocizzata con l'aiuto di
impacchi di ghiaccio, fisioterapia e stretching; al contrario un mantenimento delle attività sportive su cui agisce un elevato stress sul piede, non farebbe altro che prolungare
all'infinito il problema e nascondere le vere cause della patologia, portando nel peggiore dei casi alla formazione di microfratture e rottura dell'osso.
Durante questo periodo è comunque bene tenersi in forma e rafforzare la muscolatura
con l'aiuto di altri sport come nuoto o bici.
Una volta scomparsi i sintomi si può procedere con l'individuazione della causa tramite
esami clinici, e una volta presi gli opportuni accorgimenti (come cambio di scarpe o
plantari per la correzione dell'appoggio) riprendere gradualmente gli abituali allenamenti, e nel caso si verifichi una ricomparsa dei sintomi valutare la potenziale influenza di
altri fattori.
Purtroppo non sempre i dolori legati allo
stress causato dalla corsa passano con una
borsa del ghiaccio, un paio di plantari, e delle scarpe nuove, a volte le correzioni del piede sono impossibili da effettuare e le ripercussioni che sia hanno sulla totalità delle
gambe, dalle caviglie al bacino, si manifestano con un male spesso molto pesante da
sopportare.
Chi si trova in questi casi è costretto a fare
una scelta, senza altre alternative, mollare o
conviverci, e in nessuno dei due casi si ha
vita facile.
Se si riesce a conviverci diventa un continuo
compromesso tra impegno, voglia, sforzo e
dolore in cui non è mai semplice trovare il
giusto equilibrio dato che l'ultimo fattore agisce come limitante, e accettarlo diventa
un'impresa.
Quando si ha voglia di impegnarsi, mettercela tutta e cercare di dare tutto ciò che si
ha per arrivare ad un obbiettivo, anche semplicemente migliorarsi, la situazione può
diventare un disastro: i dolori diventano sempre più forti e si accumulano allenamento dopo allenamento, tanto da diventare così intensi da donarti quell'aria zoppicante
alla dottor House per i giorni seguenti.
A quel punto il nervoso sale a livelli tali che pensare di non riuscire a portare avanti
neanche in minima parte le potenzialità che si hanno, passa anche la voglia di sforzarsi e di andare a vanti ad un ritmo limitato, e si molla.
Si lascia tutto, magari per una settimana, un mese o un anno, a volte pensando anche che non ha senso ritornare.
Alla fine è impossibile non ritrovarsi ancora su quella splendida e maledetta pista
rossa.
Per quanto mi riguarda ormai ho perso conto di tutte le partenze e arrivi più o meno
lunghi che mi hanno coinvolto, dato che la consapevolezza di non poter impegnarmi
come vorrei per riuscire ad arrivare ad ottenere dei risultati concreti mi ha fatto più
volte saltare i nervi.
Tutto sommato sono arrivato alla conclusione che atletica forse non vuol dire solo
fare un record, raggiungere un minimo, arrivare ad alti livelli o battere un avversario,
ha un'altro significato.
Quando penso ad atletica i primi pensieri che mi passano per la testa sono l'adrenalina prima di uno sparo, la concentrazione assoluta prima di un salto che ti isola dal
resto del mondo, la sabbia nelle scarpe, il senso di potenza durante la corsa e di leggerezza prima di atterrare in buca, l'odore della pista quando piove, i complimenti o
le critiche dell'allenatore, il senso di appagamento quando si migliora o si corregge
un particolare dopo averci messo molto impegno, la soddisfazione di migliorarsi come se fosse una sfida contro se stessi, le risate e i discorsi degli atleti durante gli allenamenti, e quel legame che esiste tra loro, che difficilmente si trova in altri sport, è
più una sorta di amicizia e che non un unione di compagni squadra.
Ecco questo è ciò quello che vedo, non solo decimi da fermare sul cronometro o
centimetri da guadagnare ossessivamente.
Credo che valga la sempre la pena continuare a provarci, mettersi in sfida con se
stessi, perché un motivo se vuoi lo trovi sempre per andare avanti!
Andrea Cordioli
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Durante una gara è successo un fatto che mi ha colpito in
modo particolare, un giudice ha rimproverato un concorrente perché stava ascoltando la musica dalle cuffie durante la gara. Il motivo di questo richiamo sta nel fatto che la
musica viene considerata una droga naturale in grado di
stimolare chimicamente il nostro cervello e portare piacere, migliorando le prestazioni fisiche durante le competizioni. Infatti alcuni studi sostengono che la musica può
portare ad un piacere pari a quello della droga comune,
anche se non ha gli stessi effetti devastanti. Infatti la droga comune porta dipendenza e squilibri all’interno del
corpo umano ma solo il piacere finale è lo stesso. Ascoltare musica è un po’ come drogarsi, insomma ce lo insegna
la storia e la vita. La musica viene utilizzata come accompagnamento ai momenti più stressanti e faticosi della
giornata: in primis quando siamo in macchina, per non
parlare di quando facciamo attività fisica in palestra e per
alcuni anche durante lo studio. Lo usano persino i dottori
durante le operazioni, giusto per farsi un’idea. Peccato
che qualcuno abbia ritenuto che ascoltare musica sia penalizzante durante una competizione sportiva. Quindi, allenarsi a ritmo di musica? Si, grazie. Il connubio tra musica e sport sta diventando sempre più stretto, così mentre
si creano prodotti ad hoc come il Nike+iPod kit studiato
per chi ama fare jogging, o il lettore mp3 per nuotare,
dall'altro lato ogni giorno nascono nuove discipline che vedono la musica protagonista in palestra.
La musica preferibile per la corsa? C’è chi dice rock, gli agonisti arrivano persino a scelte molto precise dove i beat
possano rispecchiare il ritmo di corsa, quindi sempre prodotti piuttosto potenti ma dai ritmi non esasperanti. Insomma, la musica è scientificamente una droga legalizzata
senza effetti collaterali.
Sandri Andrea
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Sei calmo tutto tace dentro di te.
Sei tranquillo, non senti niente, pensi solo a quello che
dovrai fare.
Ti fai trecentomila idee in testa, idee di vittoria, di esultanza, idee che ti fanno rivedere quel salto centinaia di volte.
Poi a un certo punto, quando ti chiamano in pedana per il
salto , arriva.
Arriva quella sensazione di incertezza e timore che ti ha
sempre accompagnato da quando hai saputo cos'è l'atletica. Quella paura di sbagliare, ormai familiare, che se
non c'è vuol dire che sei un dio o che te in quella gara
non farai niente.
Ma come arriva, questa sensazione, se ne va quando incominci a correre verso la buca.
Tutto rallenta e ti sembra di andare ai due all'ora, non
pensi più a niente, non senti nulla finché non arrivi sulla
pedana e stacchi.
In aria tenti di tenere una posizione che ti permetta di arrivare più lontano possibile, poi tocchi la sabbia. Quando
tocchi la sabbia tutto torna normale e ti risvegli da quella
specie di trans in cui eri caduto.
Guardi il salto sembra buono.
Ascolti la misura.
Quando arriva pensi: come ho fatto o perché è così corto.
Però alla fine ti accorgi che stai facendo quello che puoi e
che anche se non porta risultati eccelsi non ti stanca mai.
Perché l'atletica sta anche in un unico salto; che con il
suo carico di emozioni ti fa capire che questo è lo sport
più bello del mondo.
Emanuele Aloe
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ATLETICA VILLAFRANCA VR
PAGELLA 2011
VOTO 10. A Cephas. Banale assegnarlo ad uno che ha fatto il minimo per andare alle nazionali; gareggia sempre quando è chiamato a farlo; si allena con costanza e con
impegno; è simpatico e non rompe le scatole. Forse il voto è di parte perché chi scrive non è imparziale, ma chi ha qualcosa da dire lo dica o taccia per sempre.
Veloce.
VOTO 9. A Ale Saccà. Riuscire ad allenare, sopportare Daniele e laurearsi in questi
primi mesi di 2011 non deve essere stato facile, ma con grande dedizione è riuscito a
stare dietro a tutti gli impegni che si sono profilati; anzi non perde occasione per
fare video ai nostri ragazzi alle gare ed essere di aiuto nei compiti di matematica a
metà ragazzi dell’atletica.
Inoltre il voto di laurea è ottimo e la sbronza successiva non c’è stata, segno di una
dirittura morale veramente esagerata.
Dottore.
VOTO 8. A Elisa. Oltre a curare la redazione del giornalino, aver fatto alla prima
gara della stagione il minimo per andare ai campionati italiani Indoor, aver sbriciolato il record sociale, aver partecipato ai campionati italiani ed essere arrivata 8^,
riesce a partecipare ad un corso per fare volontariato in ambulanza e andare bene a
scuola. Speriamo abbia anche il tempo di allenarsi.
Impegnata…forse troppo.
VOTO 7. A Lisa e Veronica. Queste due ragazze meriterebbero sicuramente di più,
ma il fatto che siano venute a far parte della nostra banda di matti, aiutando Lara,
Ale Saccà e Mamo grande negli allenamenti dei bimbi non depone a favore della loro
salute mentale.
Ovviamente stiamo scherzando e questo voto non è altro che un riconoscimento a
scatola chiusa, quindi sulla fiducia, del loro impegno.
Fidate.
VOTO 6. Ad oggi non si sa ancora se le cadette parteciperanno alla finale regionale
del Campionato di società, ma fra alterne vicende, gare coperte e non, staffette improvvisate, infortuni vari, sfortuna, sbagli e chi più ne ha più ne metta; sicuramente
l’impegno le nostre ragazze lo stanno mettendo nella gare, chi più chi meno, ma i risultati non sono brillantissimi. Speriamo che sia solo una salita che prevede una facile discesa. Affannate.
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VOTO 5. A Norman. Destinatario di questa insufficienza non tanto per il linguaggio
da scaricatore di porto, per la pigrizia cronica che mette in atto costantemente o per
l’andamento “trascinato” della sua camminata, ma soprattutto per le assenze ingiustificate al campo, delle quali neanche il fratello Cephas sa dare una spiegazione.
Incomprensibile…forse incompreso.
VOTO 4. A Giovanni Mondini. Non si capisce come una sorella così brava e diligente
come Veronica posso avere per fratello quel lazzarone di Giovanni. Intendiamoci è un
bravo ragazzo, ma ha sempre qualcosa da fare che non sia allenamento o gare; a scuola ha delle materie in cui non brilla particolarmente e soprattutto ha tirato pacco nella seconda giornata del campionato di società Allievi. Inoltre, ed è questo il vero motivo del voto, buona parte dei discorsi che inizia sono incomprensibili o non portano a
niente. Forse il suo livello è troppo superiore al nostro?...Stiamo ancora tentando di
scoprirlo. Di sicuro se seguiamo il detto “parla come mangi” potremmo cominciare a
preoccuparci per come si alimenta il “Gio”.
Complicato.
VOTO 3. Ai due manifestanti. Alias Stefano Montresor e Nicolò Olivo, che invece di
passare il tempo libero come i comuni mortali loro coetanei, si perdono
nell’organizzazione di manifestazioni studentesche, organizzazioni studentesche e
compagnia bella. Per non parlare delle canzonette da partigiane che ascoltano nelle
trasferte e la predilezione per il colore rosso…non rosso Ferrari ovviamente. Ma ciò
che è peggio cercano di indottrinare il più ingenuo di tutti, cioè il buon Astro, vittima
di questo sopruso psicologico e manipolatorio.
Rivoluzionari.
VOTO 2. A Linda. Per ricordarle che le scarpe sono due e che per venire a fare allenamento servono e non vanno lasciate a casa come già è successo in un paio di occasioni. Si può ipotizzare di farle provare la corsa a piedi nudi come i grandi atleti etiopi del passato, ma poi chi la sopporterebbe più, comincerebbe a lamentarsi e neanche
il buon Nicolò sarebbe in grado di resistere.
Smemorata.
VOTO 1. A Martina De Benedictis. Non sappiamo ancora se sappia correre, saltare,
lanciare; forse sa camminare e lei si va ad avventurare in acrobazie con i pattini, rimediando una bella caduta, il timore di una rottura dell’osso sacro, che si risolve poi
in contusioni multiple e tre settimane di assenza.
Baratro.
VOTO 0. Al proprietario del giubbino nero lasciato in pista da ormai tre mesi con
dentro ad una tasca un mazzo di chiavi. Possibile non sia di nessuno?
Il giubbino tra l’altro è carino e potrebbe essere alla mercé di chiunque.
Il proprietario deve essere veramente sveglio.
13
TANTO PER
RIDERE...
Martina:”Mal di testa, sinusite, dolori articolari,
congestione nasale?...Mi sa
Fede:Ma oggi sei
proprio in arteria di battute!!!”
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Daniele a Laura: ” Annachiara
ha corso con le palle. ”
Laura risponde: ” Ma come?..Non si corre con i piedi??? ”
Nuovi Record Sociali Divertenti
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Distanza Villafranca-Rovigo: 80km. Tempo impiegato da Ale Saccà per
coprire in auto tale distanza: 2 ore e 30 minuti… record sociale!!!
Squadre cadetti e cadette, allievi e allieve non qualificate alle finali dei
campionati società… (triste) record sociale!!!
31/05/2011 Numero di atleti presenti all’allenamento sulla pista di Villafranca… record sociale!!!
Gare consecutive con personale all’ultimo salto tra triplo e lungo… Manu… record sociale!!!
Tempo di pulitura e smobilitazione del campo dopo il Memorial Pitch…
primo anno senza lavorare la domenica mattina… record sociale!!!
Partite vinte a risiko…Nicolò Olivo ha fatto tre su tre… record sociale!!!
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RESPONSABILI GIORNALINO: Elisa Battaglini
Andrea Sandri
ARTICOLI: Daniele Aloe
Linda Cordioli
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Emanuele Aloe
Andrea Cordioli
La distribuzione e l’utilizzo del presente
giornalino è destinata esclusivamente ai soci.
Il giornalino è stato stampato in 80 copie.
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ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA
Atletica Villafranca VR
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Giornalino 7 - estate 2011