TRIBUNALE DI BRESCIA UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI DR. LORENZO BENINI Giudice VERBALE DI UDIENZA REDATTO IN FORMA STENOTIPICA PAGINE VERBALE: n. 155 PROCEDIMENTO PENALE N. 1236-97 R.G. A CARICO DI: MAGGI + ALTRI UDIENZA DEL 1 Aprile 2008 Esito: 1 Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] INDICE ANALITICO PROGRESSIVO Errore. Nessuna voce di sommario trovata. 1236-97 - 1 Aprile 2008 2 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] TRIBUNALE DI BRESCIA - UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI Procedimento penale n. 1236-97 - Udienza del 1 Aprile 2008 DR. LORENZO BENINI DR. FRANCESCO PIANTONI Giudice Pubblico Ministero TIZIANA LIA Trascrittore PROCEDIMENTO A CARICO DI – MAGGI + ALTRI - 1236-97 - 1 Aprile 2008 3 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] G.I.P. – DOTT. BENINI: Iniziamo con la replica delle parti civili. AVVOCATO DI PARTE CIVILE - NARDIN: Io intendo intervenire in sede di replica attenendomi strettamente al concetto e alla funzione espressi dal Codice, che sono quelli di argomentare confutare nei le limiti strettamente argomentazioni necessari avversarie, che per si sono globalmente espresse per una richiesta di pronuncia di una sentenza di carattere liberatorio per tutti quanti gli imputati. E’ chiaro che questa prospettazione offre una visione processuale terminativa a carattere statico, un blocco continentale, e il processo si deve fermare qui perché risulta la estraneità degli imputati ai fatti loro contestati. E’ altrettanto chiaro che si contrappone a questa visione carattere una diversa dinamico. Noi e nettamente chiediamo oppositiva che, dalla a fase strettamente procedimentale, si transiti ad una fase più dinamica, fronte che a è quella dibattimentale. prospettazioni che dibattimento, occorra recupero significato del preliminare, con invece hanno Credo evocato ritornare al della espresso che, funzione un senso di mini e al dell’udienza riferimento alla sua collocazione nell’ambito ordinamentale e, allora, anche e soprattutto dopo i vari interventi del legislatore che hanno contribuito dell’udienza a modificare preliminare la rispetto struttura alla generale delineazione originaria del legislatore. Il primo intervento è quello della Legge dell’8 Aprile 1995, numero 105, provvedimento normativo in cui il legislatore elimina il requisito della evidenza nelle risultanze Dicembre qualche 1236-97 - 1 Aprile 2008 liberatorie. 1999, maniera numero Il 479, ridefinisce 4 secondo la in Legge è la Legge Carotti, termini di che 16 in pregnanza Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] maggiore sia contenuto la struttura decisorio sia la dinamica, dell’udienza sia il preliminare, soprattutto anche con riferimento alla maggior portata di poteri Indagini che vengono Preliminari, attribuiti con al l’espresso Giudice delle riferimento alla possibilità di integrazione probatoria. Ma direi che un ulteriore intervento può essere ravvisato anche nella Legge 7 Dicembre 2000, numero 397, che è quella che istituisce le investigazioni difensive, attribuendo quindi anche ai difensori la possibilità, la capacità e l’intervento di ampliare il materiale su cui è il tema decisorio, quindi iniziativa non più dell’organo amplificato anche limitato promotore fino a alla esclusiva d’accusa, ricomprendere i ma contributi offerti dalle difese. Si può dire allora che vi sia stata una nuova connotazione o una metamorfosi dell’udienza preliminare a seguito di questi interventi novellativi? Io dico di no e l’epilogo decisorio dell’udienza preliminare era, resta e dovrà restare, in questo ambito ordinamentale, come di natura strettamente processuale, non di pura cognizione. Pertanto, non si dovrà parlare, in questa sede, di cognizione più decisione e, quindi, affermazione di un tema di colpevolezza o di un tema di innocenza. Si dovrà verificare esclusivamente questo tema: se il materiale fino ad ora acquisito è di per sé di portata sviluppo tale da potersi dibattimentale offrire che offra ad un ulteriore possibilità di apertura, di evoluzione, di chiarezza e di dispiegamento ulteriore, oppure se sia un materiale congelato in una invernale stagnazione e non piuttosto, come noi auspichiamo, verso una dinamica evoluzione più aperta e più diffusa. Dicevo che l’udienza preliminare si deve collocare come fase necessariamente 1236-97 - 1 Aprile 2008 mediana, che 5 deve verificare la o Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] utilità o superfluità di un eventuale dibattimento e che si pone come linea di mezzo, appunto, tra la originaria richiesta di giudizio promanante dal Pubblico Ministero e l’eventuale futuro intervento dell’organo giurisdizionale, che sarà la Corte d’Assise. E’ una pronuncia, quindi, quella che si chiede al G.U.P., diciamo così, proiezioni, a in itinere, nostro una pronuncia parare, verso il che ha dibattimento e verso un futuro iter processuale. Quali sono i criteri e le regole di giudizio, quindi il canone decisorio che dovrà essere utilizzato nella definizione attuale della fase procedimentale? Esiste una perfetta riguarda il omologia giudizio tra sotto il canone forma di decisorio sentenza di che non luogo a procedere e la decisione che il Giudice delle Indagini Preliminari deve assumere eventualmente su una richiesta di archiviazione promanante dal Pubblico Ministero. Per l’un tipo di decisione e per l’altro tipo di decisione, occorre comunque una verifica che esista un materiale non idoneo a sopportare una verifica, una infondatezza di nostro caso, visione sia notizia che il di reato. materiale qualificabile come Possiamo offerto notizia dire, alla nel vostra infondata di reato? Io credo proprio di no. Credo che occorra verificare con un minimo di attenzione quali sono i caratteri che offre alla nostra indagine l’articolo 425, la sentenza di non luogo a procedere. Intanto, siamo fuori dai casi di esistenza di cause estintive o fuori dai casi di condizioni di improcedibilità. Il primo punto sul quale dobbiamo eventualmente soffermarci è questo: risulta, non con carattere della evidenza, come un tempo era richiesto, dagli atti, che il fatto non sussista o che gli imputati non l’abbiano commesso o che non siano punibili? Io dico che 1236-97 - 1 Aprile 2008 non risulta un bel 6 niente, nel senso che il Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] risultato è comunque un prodotto di distillazione di un processo e acquisito e valutativo di materiali e non emerge, in alcuna pagina di questo procedimento, un qualche elemento che possa far pensare ad una sentenza di non luogo a procedere per estraneità degli imputati al fatto loro contestato. Esistono gravi indizi di colpevolezza consegnati a quei giudicati cautelari, che qualificano appunto il portato accusatorio da parte di Tramonte, per qualificate esempio, con alta di Digilio, probabilità di come notizie colpevolezza, e questo già, secondo me, è un elemento sufficiente per consentire di procedere al transito dalla fase procedimentale alla fase processuale. L’altro problema, sempre con riferimento ai tratti connotativi della sentenza di non luogo a procedere, è: ma esistono, nel corpo possano enorme far di pensare insufficienza, questo alla procedimento, sussistenza contraddittorietà, che di sono atti vizi due che quali specie connotative dell’unico “genus” importante, che è quello della non idoneità del materiale a sostenere l’accusa in giudizio? Io credo, per assoluta i motivi sopra possibilità illustrati, di che non intravedere vi sia queste caratteristiche, quindi che non si possa assolutamente dar luogo ad una sentenza di non luogo a procedere, così come uniformemente le difese hanno invocato. Torno ancora per una volta a trattare il tema della natura dell’epilogo decisorio della udienza preliminare. Qui non è un problema di cognizione e di decisione, è un problema di opzione prognostica. Il Giudice dell’Udienza Preliminare è in grado o no di dire che il materiale finora raccolto è fermentante, è produttivo di una ulteriore apertura ed evoluzione verso il dibattimento? Io credo che ampiamente si possa dire di sì e che ci sia 1236-97 - 1 Aprile 2008 7 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] un’utilità, una necessità, sostengo, di procedere al giudizio. E il giudizio si attiva evidentemente su prospettive che oggi non appaio telescopicamente, sideralmente, lontane, ma sono molto vicine e molto concrete. Un dibattimento che può offrire profilo di aperture, nuove acquisizioni chiarimenti, ma, di probatorie apporti, ulteriormente, sotto di sotto il sviluppi, di il profilo di una diversa o lettura o valutazione o interpretazione. Non dobbiamo dimenticare che, accanto ai Giudici di toga, siedono anche Giudice di fascia. Credo quindi che la sensibilità anche del non addetto ai lavori professionalmente possa avere il suo significato in un giudizio anche di popolo, qual è quello di una Corte d’Assise. Soprattutto il tema della credibilità e della attendibilità delle dichiarazioni di natura etero accusatoria, questi sono temi che sicuramente devono trovare la loro esplicazione, la loro valutazione e la loro definizione in una fase giudiziale. Allora, gli eventuali probatori che si possono teoricamente prospettare con una visione attuale del materiale, io credo che debbano, possano, necessariamente dovranno trovare la loro soluzione nella fase dibattimentale. Ripeto, non è un blocco di ghiaccio ormai ibernato da riporre in freezer, necessita di il un processo passaggio è vivo, alla è fase fermentante valutativa e del dibattimento. Grazie. AVVOCATO DI PARTE CIVILE – VITTORINI: Io mi vorrei soffermare su alcune valutazioni di metodo, credo però, avendo coscienza con lei, signor Giudice, che in determinati casi, non tutti per la verità, ma certamente uno di questi è quello che oggi interessa questo processo, le 1236-97 - 1 Aprile 2008 8 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] questioni di metodo acquisiscono uno spessore di natura sostanziale. Perché, vede, io sono stato più che telegrafico quando lei mi diede la parola, rispettando l’ordine processuale dei contributi all’udienza preliminare e lo sono stato in ragione del fatto che ritenevo opportuno, anzi, più che opportuno, necessario ascoltare i maggiori interlocutori in questo processo, quelli quantomeno essenziali, e cioè l’accusa da una parte e la difesa dall’altra, e ho avuto l’impressione, soprattutto ascoltando le arringhe dei difensori (ma non lo dico per partito preso, mi pongo in una posizione di assoluto equilibrio, ho almeno questa presunzione o questa presunzione hanno le persone offese costituitesi parti civili che questo specifico ufficio mi hanno demandato), ascoltando soprattutto, ripeto, le arringhe dei difensori, ho avuto l’impressione di uno sfasamento, una sorta di, se lei mi permette, o di strabismo o di una volontà di illuminare soltanto una porzione di tutta la vicenda processuale che è oggi demandata alla sua valutazione di Giudice dell’Udienza Preliminare. Perché dico questo? Perché ho avuto l’impressione che si venisse ad affrontare il tema processuale discusso sulla con una valenza opzione non probatoria espressa. soltanto di Si è tre soggetti più o meno collaboranti e si è immaginato, in questo modo, relativa alla di poter vicenda affrontare della tutta strage di la tematica Piazza della Loggia come se essa si fosse ridotta alla fine di una ebollizione durata più di trent’anni, ad una specie di condensato che si chiama Tramonte, Digilio e Siciliano. Dico subito che, sul piano del metodo, avrei anche potuto accettare il contraddittorio su questo punto se fosse stata fatta un’opzione, peraltro, voglio dire, neanche coraggiosa, semplicemente ovvia, aver opzionato un rito alternativo, aver chiesto a lei, Giudice, di diventare 1236-97 - 1 Aprile 2008 9 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] il Giudice di un giudizio abbreviato e conseguentemente utilizzare tutti gli elementi che sono quelle svariate migliaia o decine di migliaia di pagine come elemento sul quale discutere probatoriamente con ampiezza di facoltà valutativa, anche sua. Perché è ovvio che, ove non si voglia immaginare una ridondanza, la sua persona fisica, nel ruolo di Giudice dell’Udienza Preliminare, ha facoltà, poteri, ha giurisdizione, sostanzialmente, ontologicamente, diversa da quella che è la sua persona fisica potrebbe avere nell’esercizio delle funzioni di Giudice del giudizio abbreviato. Allora, in un’ottica di questo genere, correndo i difensori il rischio di una condanna nel merito al fine di conseguire una sentenza assolutoria nel merito, a questo punto, avrei potuto anche accettare il taglio difensivo, per carità, assolutamente valutazione, la legittimo, sua all’apprezzamento di di che ha valutazione, quelli che limitato la esclusivamente sono i contributi, ripeto, di Siciliano, Digilio e Tramonte. Supero subito questi la possibile tre, avendo eccezione reso per la quale dichiarazioni in uno sede di di incidente probatorio, deve essere apprezzato con piena di valenza evidente probatoria. che, se esiste Transeat, norma ma è altrettanto processuale che, anche all’esito dell’incidente probatorio in corso di attività di indagine preliminare, consente la riedizione in sede dibattimentale sia dell’escussione del testimone, come delle dichiarazioni abbia voluto renderle approfondimento, approfondimento eventualmente non della e, di prova, di un quindi, imputato una ripetizione, per tutta una che sorta di ma di serie di ragioni che, dal punto di vista processuale, è inutile che stiamo qui a ripeterci, allora io dico che anche l’incidente probatorio di Digilio non può essere, allo stato, 1236-97 - 1 Aprile 2008 considerato solo ed 10 esclusivamente valutandolo Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] all’interno della bottiglia nella quale esso è stato confezionato. Cosa voglio dire, fuori di metafora? Che il Digilio, da solo, risponde a se stesso esattamente come, per dirla con Socrate, “un libro, per quanto interrogato più e più volte, altro non ti potrà dir se non quel diverso che da confrontare in esso questo, Digilio è stato signor con scritto”, Giudice, tutto il ma è sistema, altro andare con e a tutto l’accumulo, con tutta la valenza probatoria che sta già negli atti, che è suscettibile di valutazione in sede dibattimentale, ma che, soprattutto, potrà essere ulteriormente valutata dandosi la possibilità, in sede dibattimentale, di esaminare, di controesaminare, altri contributi probatori in forma orale perché testimoni, altri contributi probatori per altre vie acquisibili. E, allora, da questo punto di vista, l’indagine su questi signori è una disamina che è stata svolta dalla difesa come guardando dal buco della serratura, volendo cioè inquadrare, collimare, in un’ottica difensiva, soltanto una minima processuale porzione che lei, di quella oggi, ha che sulla è la sua vicenda scrivania. Perché io posso capire che, sul piano del metodo, la valutazione di un contributo probatorio, anche di un collaborante, possa percorrere determinati parametri già dissodati e già definiti anche in sede di giudicato di legittimità. Raramente ho sentito citare la Suprema Corte di Cassazione come in questa aula nelle udienze trascorse, ma, ancora una volta, si corre un rischio ed è sempre il rischio dello strabismo. Io posso discutere amabilmente o non amabilmente, condividendo oppure non condividendo valutazioni della Suprema Corte di Cassazione e di tutti i supremi ordini giudiziari, ma non posso evidentemente dar conto che quelle sentenze, che quei principi di diritto, debbano appartenere ad una 1236-97 - 1 Aprile 2008 11 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] astrattezza insondabile, a un che, a un qualche cosa, che sta tanto al di sopra di noi da non poter avere un correlato empirico con le ragioni che hanno portato alla formazione di quel giudizio e di quel principio. Cosa voglio dire? Che altro è valutare il contributo probatorio di un dichiarante o di un collaboratore di giustizia in tema di droga, in tema di associazione a delinquere di stampo mafioso, altro è invece voler svolgere questo tipo di indagine in relazione ad un processo che abbia ad oggetto un delitto molto particolare, che è il delitto di strage. Perché? Perché, salvo l’episodio Bertoli in quel di Milano, la storia dello stragismo in Italia, che è piuttosto fitta e ricca di episodi, non le riconsegna, Giudice, né a lei né a me, né a chi io rappresento, né a nessuno di noi, il momento fatale azionare un in cui si dispositivo schiacci che un bottone comandi, a per distanza, l’esplosione di un ordigno, non ci riconsegna la mano della persona che effettivamente depone la bomba in un qualche luogo, sia esso un treno, sia esso il cestino dei rifiuti, perché il reato di strage è un reato che non la possibilità, almeno ad oggi, salvo l’episodio Bertoli, di essere configurato come tale, di cogliere in flagranza di reato taluno. E l’ipotesi che la modesta mente umana (in senso generale, non mi riferisco evidentemente a nessuno dei presenti qua dentro, escluso me stesso) possa assolutamente momenti che ricostruire plausibili hanno dato di dando quelli luogo al conto che in sono termini stati concepimento, i alla ideazione, alla realizzazione e al perfezionamento di questo reato, ecco, una pretesa di questo genere è una pretesa che assomigli a quella agostiniana di riversare in una buca il mare con un cucchiaio. 1236-97 - 1 Aprile 2008 12 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Allora, se il tipo di reato che andiamo ad investigare, è di questo genere, io dico che, sul piano del metodo, il procedimento penale deve assestarsi su un piano di ragionevolezza e, aggiungo, di modesta ragionevolezza. Non è questa la sede, per cui non sto qui a leggere esempi, anche perché altrimenti correrei lo stesso, criticabile errore che hanno, secondo me, le difese e, cioè, di parlare qui di un processo che è diverso da questo, perché qui si è parlato di tutti i processi del mondo meno che Loggia, del processo citando della una strage serie di di Piazza sentenze della che non riguardavano, evidentemente, questo processo. Ma vogliamo fare mente locale a processi come quelli per il delitto di Capaci, di Via Amelio, Georgofili, Italicus, Bologna? Lì abbiamo sentenze confermate in Cassazione, abbiamo ergastoli, abbiamo ricostruzione dei fatti. Se qualcuno volesse scommettere che la precisione di quella ricostruzione dei fatti è una sequenza senza soluzione di continuità, di percorso straordinariamente definito e basato su elementi circostanziati, tutti, io dubito che potrebbe quelle conseguire sentenze il siano risultato. delle Credo sentenze tuttavia credibili su che un piano di modesta ragionevolezza, che è quella che si richiede insieme ad una elementi sentenza, che si proprio perché potrebbero hanno definire di messo prova generica, elementi che si potrebbero definire di prova testimoniale, quindi orale e ricostruttiva piena, come anche elementi di ricostruzione probatoria accettata nel nostro sistema, prova logica. Ora, mi si dirà che quello che ho detto adesso è contraddittorio con quanto ho detto precedentemente e, cioè, sto portandole degli esempi di delitti di strage ma che non hanno pertinenza con quella che è la vicenda propria di questa nostra udienza. 1236-97 - 1 Aprile 2008 13 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Io credo che, se lei volesse provare a valutare come sono nati i processi celebrati davanti ai Giudici bresciani per le vicende di Piazza della Loggia, potrebbe avere delle verifiche. Quali sono i due processi fondamentali che la storia, anche giudiziaria, ci riconsegna? Uno lo possiamo definire processo Buzzi, l’altro possiamo definire processo Ferri. Bene, all’interno di questo, vi è una sorta di binomio fra il processo Buzzi e il processo M.A.R., quasi coincidono. Il processo M.A.R. vogliamo ricordarci tutti come nasce? Basta leggere, a pagina 28, ma è soltanto uno dei passaggi, la sentenza: uffici “Il del Brescia 21 Dicembre Nucleo Maifredi 1973 si Investigativo Giovanni, il presentava dei negli Carabinieri quale, di interrogato a verbale dal comandante del reparto, riferiva in ordine alla attività di un gruppo di estremisti della destra extra parlamentare bresciana. Dal complesso delle notizie fornite, si evinceva che detto gruppo attuava programmi di addestramento para militare, faceva capo a Tartaglia, Ezio”, e via dicendo e ci sono tutti i nominativi. “A seguito di tali notizie, il capitano comandante del reparto concordava controllare con il il Maifredi gruppo”. Il un piano nome del di azione per comandante del reparto è Capitano Delfino, Francesco Delfino. Le intercettazioni telefoniche dimostravano l’esistenza di un ampio ventaglio di attività penalmente illecite gravanti su una certa officina e, di seguito, si dà conto di una serie di mandati di cattura, siamo nella vigenza del vecchio Codice, e di attività di indagine. La sentenza, pagina 48, ci dice che Maifredi Giovanni è un personaggio di questo genere: “Mette conto di rilevare a proposito della figura del Maifredi come agente provocatore e non semplice confidente degli organi di 1236-97 - 1 Aprile 2008 14 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Polizia, su cui tanto si è insistito, specie nelle difese da parte di due imputati, Nervi e Borromeo, che la testimonianza Sorsoli ha chiarito come non fu il Maifredi a cercare le persone che furono poi imputate dei reati per cui si procede, ma furono alcune di queste che lo contattarono e gli chiesero assistenza tecnico militare”. Il risultato qual è, signor Giudice? Che, nel processo del M.A.R., noi abbiamo una vicenda che porta a delle condanne per associazione, a pagina 370 se ne dà conto: “Alla stregua delle premesse giuridiche e degli accertamenti in punto di fatto, non vi è alcun dubbio, ad avviso della Corte di Assise, che vi sia stata sussistenza di una associazione cospirativa, in violazione dell’articolo 305”, e così via. Nasce questo processo sulla scorta di dichiarazioni di Maifredi ad una persona, il Capitano o Generale, oggi, Delfino, che, a tutti gli effetti, guarda caso, letta a posteriori, non può che essere configurabile se non in termini assolutamente parametrabili a quella che è la vicenda per la quale lei, oggi, è chiamato a valutare se si debba pronunciare sentenza di proscioglimento o decreto che disponga il giudizio. Come nascono le altre vicende? Non creda che nascano in maniera difforme. Le altre vicende nascono, guarda caso, attraverso un’attività di indagine che si concentra e che ha il suo snodo un bel mattino, in cui, in quel di Cremona, Angiolino Papa rende delle dichiarazioni al Comandante del Nucleo Investigativo che, guarda caso, è ancora il Generale Delfino. A prescindere dall’esito, perché l’esito di una dibattimento non è, evidentemente, dibattimento venga ipotecato aperto, a dal quel fatto che dibattimento quel sia acceda, siamo pronti ad accettare la terza sentenza di assoluzione, 1236-97 - 1 Aprile 2008 ma non riteniamo 15 giusto che ci venga Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] sottratto il diritto al dibattimento, perché quello è un diritto alla nostra prova e lo dirò qui. Sa qual è il sistema con il quale si è istruito il processo di primo grado della strage di Brescia? A pagina 179, il Dottor Maresca ce lo racconta e ci dà conto che sia Bonati, sia Angiolino Papa, sia la signorina Giacomazzi, all’epoca, rendevano una serie di dichiarazioni, il tutto attraverso sempre il medesimo sistema, il continuo racconto dei fatti ossessivamente ripetuto, con l’aggiunta ogni volta di particolari, di fatti e di persone prima immotivatamente taciuti. Stiam parlando di Digilio, stiam parlando di Tramonte, stiam parlando di Siciliano, o stiamo parlando di processi che la Magistrature bresciana ha ritenuto doverosamente di dover celebrare? Stiamo parlando di testimoni, di vicende processuali, torno a ripetere, per circostanziate quanto delinquere complessi di nell’ambito (si stampo pensi mafioso), di ad o comportamenti associazione stiamo parlando a di altro? Io dico che stiamo parlando effettivamente, l’accresciuto temporali, comincia numero di altro e dico che, oggi, che la visione grandangolare distacco, in non tra ad di l’osservatore assicurare studi, ha termini e ormai commenti, la solamente realtà prodotto osservata un notevole ricostruzioni, su quel periodo storico in cui la strage di Piazza della Loggia avvenne, infausti unitamente della conseguentemente, considerato storia ci come uno repubblicana consente dei e più che, valutazioni più appropriate. Non l’ho scritto io, l’ha scritto il Dottor De Antoni, che è il Giudice estensore della sentenza Ferri, pagina 2, primo grado. Il secondo processo di Piazza della Loggia nasce grazie, guarda caso, ad un lavoro assolutamente equiparabile a 1236-97 - 1 Aprile 2008 16 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] quello dei due Pubblici Ministeri di oggi. Torno a ripetere, se si dovesse dire che non si deve fare questo dibattimento in ragione del fatto che altri imputati, per il medesimo tipo di reato, furono assolti, per me sarebbe un fuor d’opera, perché allora io potrei dire che, in ragione del fatto che altri, per altri fatti di strage e di strage fascista, sono stati condannati, lì si troverebbe equivalente ragione per doverlo celebrare. Ma la circostanza che oggi, nel 2008, si sia nelle condizioni di poter meglio valutare determinati tipi di contributo, io credo che sia momento assolutamente rilevante e non relegabile, con tutto il rispetto per la funzione del Giudice dell’Udienza Preliminare, ad una decisione che ci sottragga al dibattimento. Perché dico questo, signor Giudice? Dico questo perché anche il processo Ferri nasce, guarda caso, da un insieme di voci. “I Giudici del primo grado, parlando del processo Buzzi – dice sempre l’estensore della sentenza Ferri – danno una prima, seria, sia pur parziale, smentita all’impostazione della ricostruzione istruttoria. In questa sede, numerosissimi testimoni, nel ritrattare, hanno avuto facile gioco, giustificando con le minacce di arresto ricevute dagli inquirenti, in molti casi poi effettivamente tradottesi in realtà, le loro deposizioni istruttorie”, e, tuttavia, alla luce, guarda caso, di contributi confessori che promanano e provengono da collaboratori di giustizia (Latini, per esempio, e l’altro figuro Danieletti), si istruisce un altro processo. Lei mi dirà che mantenuto io forte vado il parlando loro di contributo persone che probatorio. hanno Io le rispondo che, guarda caso, il metodo è esattamente il medesimo. Torno a ripetere, non sono un autolesionista, io, qui, discutere 1236-97 - 1 Aprile 2008 non la voglio discutere legittimità 17 di un il merito, dibattimento voglio che può Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] basarsi sui medesimi elementi, ancorché suscettibili di dubbio, che hanno motivato altri Giudice della Repubblica e di questa città ad istruirli. Nell’ambito investigativo della Procura fiorentina, si raccoglie una non trascurabile e significativa sequenza di elementi personaggi frangenti di conoscenza della destra andavano attraverso estrema, maturando l’escussione che scelte proprio di in di quei collaborazione con la Magistratura. Stiamo parlando di Digilio? Stiamo parlando di Tramonte? Stiamo parlando di Siciliano? No, signor Giudice, stiamo parlando, per esempio, fra i tanti, di Latini e Latini viene considerato attendibile oppure no? Ci dice la sentenza arrocca, primi bresciana: afferma Giudici di non “Latini, essere (parliamo sulle stato dei ben Giudici prime, capito si dai istruttori) e insiste nel dire che la convinzione della responsabilità di Ferri, Ballan e del loro gruppo milanese la ricavò esclusivamente dai discorsi del primo matrimonio”, e, tuttavia, Latini viene ritenuto elemento utile per dar corso al dibattimento dubitativa è quella e una sentenza che viene stato una persona quale sia con esitata formula grazie al contributo di Latini. Crede lei che lineare? Latini sia Vogliamo vedere assolutamente stato il suo comportamento? E, le chiederò, stiamo parlando di Latini o di Digilio? Stiamo parlando di Latini o, meglio ancora, di Tramonte? “Quanto ai discorsi eventualmente matrimonio, Latini possibilità di fronte della dapprima farmene dato contestazione fattigli nega perché che c’era della da non Ferri aveva gente, futilità ma, al la a della giustificazione addotta, ad un certo punto, dichiara: “Io non volevo dire i discorsi di Ferri, perché (badi) 1236-97 - 1 Aprile 2008 18 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] non ho la sicurezza se dico di rientrare a casa”. Ormai decisosi, spiega che Ferri effettivamente…”. Anche Latini è un signore che vagola, anima blandula, nella ricerca di una soluzione ai suoi problemi, alla sua necessità di portare a casa un qualche risultato. Ci sarebbe da meravigliarsi del contrario, oppure ci sarebbe da meravigliarsi del fatto che su queste basi sia stato istruito e sia stato poi che l’origine celebrato un dibattimento. Io credo conseguentemente dei processi bresciani, così come quelle della vicenda attuale, ci dia conto di un metodo rispetto al quale non si abbia la possibilità di evitare il dibattimento. Aggiungo allora un altro tipo di considerazione. Sia il processo M.A.R., come il processo Buzzi, come il processo Ferri, sono stati istruiti nella vigenza del vecchio Codice. Le persone offese dal reato, all’epoca immediatamente costituibili parte civile, hanno potuto vivere e contribuire alla ricostruzione di quei fatti soltanto come un giocatore che operi di rimessa, nel senso che tutta l’attività di indagine, meglio, l’attività istruttoria di allora, del Pubblico Ministero e del Giudice Istruttore, venne riconsegnata alle parti civili a conti fatti, e tutta l’attività dibattimentale si svolse, giustamente, secondo quella che allora, giustamente, veniva chiamata istruttoria dibattimentale e che oggi si dibattimentale, con etimologico anche chiama, il di che una viceversa, si dà modalità istruzione conto diversa sul di piano operare all’intero di quella fase processuale. Qual è la differenza? Noi abbiamo rispettato quelle regole. Avevamo dei testimoni che si spesso reso sedevano dei dando testimoni dichiarazioni 1236-97 - 1 Aprile 2008 il le che spalle esordivano giorno 19 ai tale, difensori. dicendo: all’ora Erano “Lei ha tale, da Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Tizio, da Caio, da Sempronio? – Confermo – Confermo – Confermo – Prego, si accomodi”. Ci si rivolgeva al Presidente del Collegio giudicante chiedendo la cortesia di porre delle domande, dovendo, a volte, anche dar conto delle ragioni per le quali quelle domande venivano poste. Oggi siamo in una situazione diversa. Oggi, se Dio vuole, anche noi parti civili abbiamo al diritto alla prova e abbiamo il diritto di difendere le nostre posizioni, il nostro caso, provando. Se però do conto della mia Bazzoli, situazione, della esattamente Cisl, nella di chi in questo stessa io condizione rappresento, momento, in io cui mi dei sono trovai gestendo quei processi, non del M.A.R., ma del giudizio di appello della strage del processo Ferri. E, allora, io le chiedo: in base a quale possibilità giuridica mi può essere sottratto il diritto di esaminare o di far esaminare una sequenza di testimoni che, badi, nella mia di ottica, assolutamente personale, ma siamo in un’aula di giustizia dove la singolarità trova tutela, dove si trova il principio giuridico per il quale io debba rinunciare alla facoltà di esaminare e di far esaminare una serie enne probabilmente, addirittura, giurisdizione più nella uno mia di testimoni, testa, nell’esercizio del Giudice del che, nelle mie molto facoltà e, discrezionale della dibattimento, possono essere incommensurabilmente superiori a quelli escussi dal Pubblico Ministero. Perché non mi può essere data la facoltà di poter contribuire, con enne produzioni documentali che magari, nell’ambito di attività di indagine difensiva fino adesso impossibilitata, io posso esprimere in dibattimento, di farlo? Solo perché, a fronte di non so quante decine o centinaia di migliaia di pagine, si è detto che Digilio, che Tramonte, che Siciliano, assomigliano troppo a Latini, 1236-97 - 1 Aprile 2008 20 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] assomigliano troppo ad altri collaboratori di giustizia, Dintino ed altri? Assomigliano troppo a Bonati? Bonati è un signore sul quale la sentenza di primo grado trancia un giudizio inesorabile nel momento in cui, per quanto riguarda Bonati, la Corte è fermamente convinta che egli abbia svolto un ruolo diverso da quello dato ad intendere e ciò per quanto si è osservato con la conclusiva aggiunta di un rilievo di carattere logico e che è questo: se Bonati ha reso dichiarazioni coinvolgenti se stesso nel gravissimo reato di strage, sia pure nella convinzione di mantenere comunque una posizione di testimone, è segno che aveva seri motivi per temere l’incriminazione e Bonati è un signore che concorda, venti, la di Istruttore mattina della strage, presentarsi per dire alle nell’ufficio che, per ore del strada, dieci e Giudice davanti al Tribunale, c’è un signore che si chiama Buzzi e che lui è salito perché era d’accordo con Buzzi che avrebbe reso visita al Dottor Arcai, guarda caso, su suggerimento di Delfino. Io le chiedo, dobbiamo parametrare tutte queste valenze sulla pseudo inattendibilità di testimoni, collaboratori di giustizia, che, guarda caso, e valutando i precedenti giurisprudenziali bresciani, ripeto, al di là di quello che è l’esito o che è stato l’esito delle sentenze, hanno tutti meritato di essere valutati in una pubblica udienza? La mia risposta è no. Io credo che vi sia uno straordinario parallelismo fra le modalità con le quali sono nate, si sono sviluppate e hanno avuto quali quelle modo del di incardinarsi M.A.R., quali vicende quelle giudiziarie del processo Buzzi, quali quelle del processo Ferri. Io credo che questa identità di origine giustifichi assolutamente la necessità della pronuncia di un decreto che disponga il 1236-97 - 1 Aprile 2008 21 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] giudizio. Le chiedo scusa, un accenno a una piccola questione di merito. E’ stato detto che una delle ragioni per le quali risulterebbero inattendibili le ricostruzioni acquisite grazie alle deposizioni consisterebbe nel fatto costantemente spostarsi, dei che “tre questi moschettieri” signori costantemente dovevano fare riunioni, costantemente incontrarsi e che la cosa risulta di per sé inconcepibile. Giudice, siamo nel 1972, 1973, 1974. Io capisco che, vivendo in un’epoca dominata da questo tipo di elettronica che ci rende sempre percepibili, oggi, le cose possano apparire quasi impossibile, ma chi abbia, l’anagrafe responsabilità, non avuto è una colpa, cognizione di non quel è una tempo si ricorderà che era un’Italia con i gettoni, era un’Italia senza autostrade, comunicazioni modo e, non era un’Italia potevano soprattutto, che era nella quale essere svolte un’Italia in nella le quel quale determinate attività, guarda caso, in ogni modo e anche in altre vicende giudiziarie, si documentano proprio attraverso incontri di quel genere. E che la ricostruzione fatta a posteriori, si badi, non di tutta la vicenda, ma solo attraverso l’ottica di questi tre signori, vicenda si accantonare dia conto del ricostruisca e da fatto come gettare in un un che tutta qualche quella cosa cassonetto, da perché l’unica cosa che conta è la valutazione su questi tre signori, su questi tre soggetti, a mio modo di vedere, è una forma paradossale di parametrare un dato che neanche storicamente viene collegato, viene ricostruito, viene dato per riportata acquisito. sulle settimanali, Basterebbe pagine non dei dei scorrere quotidiani, libri di la cronaca non dico dei storia, ma, in quell’epoca, che si discutesse di colpi di Stato, di rumor di 1236-97 - 1 Aprile 2008 sciabole è indubbio. 22 Insomma, abbiamo un Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Presidente della Repubblica che si è preso un coccolone perché esimi rappresentanti della politica del Governo gli han detto: “Giovanotto, così non si ha da fare”. Presumo di poter dire con assoluta tranquillità che mi pare che un certo Presidente della Repubblica che si chiami Sagarat sia intervenuto dopo una vicenda di essere un questo genere. E, allora, la lettura di Digilio, da sola, può elemento con il quale si impedisca a chi io rappresento di poter vedere in dibattimento accertato questo dato? Vengano anche assolti, ma, una volta tanto, mi si consenta la possibilità, in una forma mai concessami prima, di poter investigare, in una pubblica udienza, temi di questo genere. La assoluzione di Bonati, a firma del Giudice Istruttore di Brescia, è la prova provata del fatto che a Brescia avvennero fatti, guarda caso, tutti quanti riconducibili ad una regia e quella regia appartiene ad uno degli imputati di questo processo. Non mi si chieda, Giudice, di convincerla sul merito, non mi spetta, non mi si confà, non ho il termini per farlo, ma, sul piano del metodo, le dico, Giudice, che qui siamo completamente al di fuori dei parametri per i quali mi possa essere negato il diritto ad accertare dibattimentalmente come, se è possibile, sono andate quelle cose. Non ho neanche timore del fatto che l’attendibilità dei tre principali dei testimoni parametri ripetere, tutta del sia una attendibilità chiamante l’esperienza in correità. giudiziaria graduabile Torno italiana a sul tema è una sequenza di valutazioni su questi elementi ed è altrettanto chiaro che non è mia intenzione andare a cercar di dissodare ciò che è già stato dissodato, ma io le faccio soltanto un esempio. Se è vero, come è vero, che si 1236-97 - 1 Aprile 2008 stanno o che si 23 sono ripetute modalità di Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] investigazione parametrabili a quelle che furono alla base delle processo investigazioni M.A.R., nel nel processo processo Ferri, Buzzi, ritiene nel lei che questo difensore possa chiedere a un Giraudo, quando, come, perché, con chi, in quali termini, abbia convinto, abbia sentito, abbia convissuto, abbia condiviso dei pranzi, delle cene, abbia promesso a qualcuno di dir qualcosa che potrebbe essere inattendibile? E’ o non è, anche questa, forse non è questa la ragione più profonda e vera per la quale questo processo s’ha da fare? Badi, se qualcuno ha commesso quella strage nel 1974, ha la mia di anagrafe e avrà la mia età, ma è molto probabile che possa essere anche più vecchio di me. Io ho un mandato preciso, che non è quello di perseguire taluno a tutti i costi, ma di far chiarezza sul perché, fino ad oggi, quell’accertamento sui quei fatti è stato così carente. L’unico modo che ho per farlo, Giudice, ma non perché io conti qualche cosa, ma perché contano le persone che io, modestamente, rappresento, è che lei mi consenta, nel rispetto dei ruoli, delle persone, delle funzioni, su un piede di assoluta parità, di accedere all’unico diritto che mi è rimasto oggi e che non è un diritto ad un risarcimento, non è un diritto ad una vendetta, ma è un diritto alla prova. Qui, in questa fase, l’unico diritto che io ho è di sostenere che, sulla scorta di prova io e ho quanto non poterlo esercitare. diritto alla torno a prova, ripetere, acquisito, vorrei dolermi L’unico luogo posso quel del fatto nel quale esercitare, dall’esito diritto sul a quale, di io, alla non quel prescindere, laicamente, dovremo rimetterci a chi ci giudicherà, l’unico modo che io ho di esercitare quel diritto alla prova con pienezza, è in una sede che si chiama dibattimento. E’ per questo che io mi associo alle richieste dei Pubblici 1236-97 - 1 Aprile 2008 24 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Ministeri che in tal senso hanno concluso. AVVOCATO DI PARTE CIVILE – VIGANI: Buongiorno, signor Giudice. Io devo dire, sia l’intervento dei Pubblici Ministeri che l’intervento dei colleghi di parte civile ha in un certo senso delineato intervento si intervento più prosaico il perimetro svolgerà e entro sarà circoscritto rispetto a quelli e, che il quale il mio inevitabilmente un probabilmente, abbiano più sentito fino adesso. E’ un intervento che trova la sua ragione in un’affermazione secondo me assolutamente condivisibile che è stata fatta da un difensore degli imputati in sede di discussione, ovvero che, in questo processo, la regola di giudizio, in fin dei conti, non può essere diversa dalla regola di giudizio di altri processi e, siccome i colleghi l’Avvocato di Vittorini parte lo ho civile, in particolare sottolineato, in questo processo si è parlato molto poco fino adesso di quello che sono i dati processuali effettivamente riferibili a questo processo, precisazioni in particolarmente mi spetta ordine preciso, il ad un che è compito punto, quello di ad alcune un del tema giudicato cautelare e dei diversi giudicati cautelari che si sono formati in questo processo, nel procedimento cautelare relativo a indiziaria questo e ad processo, alcuni dei relativo punti, se alla non gravità la quasi interezza dei punti qualificanti il quadro accusatorio proposto dai Pubblici Ministeri, anche alla luce degli apporti difensivi che nel corso del riesame si sono succeduti. I difensori degli imputati hanno sostanzialmente tentato di sminuire, di dequalificare giudicati cautelari, la portata riducendoli a una di questi sorta di incidente di percorso, affermando una serie di argomenti per i 1236-97 - 1 Aprile 2008 quali questo giudicato 25 cautelare, in realtà, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] sarebbe privo di una valenza utile alla discussione finalizzata al rinvio a giudizio degli imputati. Premessa metodologica, evidentemente, della dal io gravità mio non punto ritengo indiziaria di vista, che è che, dall’affermazione poi debba dipendere necessariamente ed automaticamente, in modo meccanico, il rinvio a giudizio, ma ritengo altresì che, posto che quello è un processo, dato sia processuale necessario approfondirlo e proprio discussione della giudizio. argomentazioni quanto confrontarsi Questo con maggior degli imputati degli imputati sistematico appoggio ad ha un in meno ad in cercato alla un ragione e, questo valutarlo, questo, finalizzata a discussione acquisito luce rinvio a laddove le generale, la un provvedimento continuo di e questo processo, ovvero all’ordinanza della Dottoressa Morelli, del 30 Gennaio del 2002, che è stato, diciamo, il primo approccio seguito giurisdizionale alla richiesta del di quadro cattura accusatorio nei confronti in di Tramonte, Maggi e Zorzi. Questo perché ripetuto questo e, provvedimento in sede di che ci è discussione, stato ne citato, sono stati riportati ampi stralci, è stato di fatto superato in questo processo, è stato superato da ben tre ordinanze del Tribunale del Riesame ed è stato superato quanto meno da altrettante sentenze della Corte di Cassazione, che non hanno mai censurato l’ordinanza del riesame che superava il provvedimento del Dottoressa Morelli. In questo processo, c’è stato un procedimento cautelare molto articolo e complesso, con cui lei, sicuramente, avrà già avuto modo di confrontarsi, all’esito del quale, però, su punti formato intrinseca qualificanti un del giudicato di quadro accusatorio, cautelare. Tramonte e del si è L’attendibilità suo dichiarato, l’attendibilità di Digilio e il suo ruolo di riscontro 1236-97 - 1 Aprile 2008 26 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] individualizzante, la coerenza delle versione e delle dichiarazioni l’assoluta proposte da consistenza Digilio del e quadro da Tramonte, accusatorio, e sono stati oggetto di discussione per cinque anni, dal 2000 al 2005, che è la data, 17 Febbraio del 2005, dell’ultima sentenza della Corte di Cassazione che, in un’appendice, diciamo, del procedimento principale cautelare relativo alla richiesta di cattura, si occupa (e vedremo come) di rivalutare nuovamente l’attendibilità di Digilio. Io ritengo che questo giudicato cautelare, proprio per le caratteristiche che ha, per il modo particolare in cui è venuto a formarsi, non possa essere superato così facilmente. Dicevo, si è trattato di un procedimento molto articolato. L’ordinanza della Dottoressa Morelli viene superata da un’ordinanza del Tribunale del Riesame del primo Dicembre 2000 che affronta analiticamente il dichiarato di Tramonte, attendibile, giunge sancisce a la ritenerlo intrinsecamente compatibilità e afferma la compatibilità delle versioni di Tramonte e di Digilio, afferma l’attendibilità di Digilio e giunge a sostenere la sussistenza della gravità indiziaria nei confronti di Tramonte. Provvedimento che viene poi annullato dalla Corte di Cassazione, Tribunale del Riesame individualizzante sulla base di delle questo che ritiene dovesse che, invece, valutare dichiarazioni annullamento la il valenza di Digilio e, con rinvio, il Tribunale del Riesame, il 27 Novembre del 2001, procede nuovamente ad una rivalutazione e dell’attendibilità di Tramonte e dell’attendibilità di Digilio e di questi punti qualificanti, ma lo fa attraverso anche l’apporto di elementi che i difensori, in quella sede, portano alla conoscenza del Giudice, i verbali di incidente probatorio di Digilio fino al 27 Novembre del 2001 e 1236-97 - 1 Aprile 2008 27 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] tutta quella serie di verbali dibattimentali relativi a Piazza Fontana di cui si è discusso anche in questa sede, quindi Capitano i verbali Giraudo, del relativi alle Maresciallo escussioni Felli e i del verbali dibattimentali di Tramonte e di Digilio. Alla luce di questi elementi, il Tribunale del Riesame dirà che la conclusione generale di attendibilità, di consistenza e, quindi, sostanzialmente, sulla gravità indiziaria e su tutti quegli elementi di cui parlavamo prima, “non viene inficiata dalle produzioni e dalle argomentazioni svolte dalle difese”. Si arriverà, all’esito anche di questa ordinanza del Tribunale del Riesame, questa volta ad affermare la gravità indiziaria anche nei confronti di Maggi e di Zorzi. Questa ordinanza viene poi annullata per una mera questione processuale, per il supposto mancato rinnovo degli interrogatori di Tramonte ai sensi del 64, comma 3 bis, del Codice di Procedura Penale, tant’è che il 4 Dicembre del 2002 il Tribunale del Riesame, ripercorrendo nuovamente gli stessi percorsi argomentativi e, anche in questo caso, con, diciamo, una stratificazione ulteriore degli apporti difensivi che in quella sede produrranno e i verbali di incidente probatorio di Digilio, fino, se non sbaglio, al 20 Novembre del 2002, quindi comprensivi di quello che viene considerato l’elemento di criticità del dichiarato di Digilio, cioè, la riunione di Rovigo che viene associata alla strage di Brescia e la bomba di Digilio che si trova in mano, in Via della Stella, che diventa la bomba di Brescia, e tutte le questioni relative alla ritrattazione di Tramonte. Alla luce di questi rivalutazione di elementi, Tramonte viene e di effettuata Digilio e, una nuova dicevo, 4 Dicembre 2002, anche nella presente sede “il Collegio non può che pervenire ad un giudizio positivo in proposito”, pagina 14 dell’ordinanza proposta. 1236-97 - 1 Aprile 2008 28 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Questa ordinanza verrà confermata in Cassazione nel 2003. Dal punto di vista della completezza di questo giudicato cautelare, abbiamo visto che, più o meno, gli argomenti (poi lo vedremo sollevati dai più in dettaglio) difensori degli che sono stati imputati sono stati oggetto di valutazione da parte dei Giudici. Qual è l’elemento caratteristico? Posto che è assolutamente vero che non ci si possa limitare alla valutazione dei tre dichiaranti presenti in questo processo, è anche vero che la valutazione circa la attendibilità di questi dichiaranti, in questo processo, è una valutazione che si è spinta fino all’ultimo elemento utile. Tramonte viene valutato attendibile così come le è stato presentato dai difensori degli imputati all’interno di questo procedimento cautelare. Dicevamo, Tramonte viene valutato attendibile dalla prima ordinanza, quella del primo Dicembre del 2002. Da quel momento, l’attendibilità di Tramonte e le motivazioni poste a fondamento dell’attendibilità di Tramonte non vengono mai posizione di censurate, malgrado l’evoluzione Tramonte, malgrado le della retromarce su Alberto, malgrado le incertezze su Luigi. Per arrivare all’ultimo elemento di criticità relativo alla collaborazione, chiamiamola come vogliamo, di Tramonte, cioè, la ritrattazione, sgombriamo il campo da un equivoco: la ritrattazione non viene definita generica e parziale dai Pubblici Ministeri, la ritrattazione viene definita generica e parziale, ma non solo, dall’ordinanza della Dottoressa Morelli, ma soprattutto dal Tribunale del Riesame che, il 4 Dicembre del 2002, si pronuncia sul punto, ovvero una nuova rivalutazione di Tramonte alla luce della ritrattazione svolta. Io conto almeno questa 1236-97 - 1 Aprile 2008 sette aggettivi qualificativi ritrattazione. Viene 29 definita per definire improvvisa, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] tardiva, generica, incomprensibile, illogica, anomala nelle modalità, parziale. La ritrattazione viene sottoposta al vaglio di questi Giudici, che danno motivazioni logiche e coerenti, confermate in Cassazione, per cui questa ritrattazione, da quel punto di vista, è considerata puro in teatro. modo Questa ritrattazione assoluto come priva di viene qualsiasi influenza sull’attendibilità di Tramonte, tanto che il Tribunale del Riesame, sempre nell’ordinanza del 4 Dicembre 2002, ma credo che i Pubblici Ministeri già ne abbiano fatto cenno, conclude affermando che “Il Tribunale ritiene che l’unico fatto nuovo subentrato nel quadro cautelare, principale fonte con riferimento d’accusa, non alla consenta di prima e mutare il giudizio più volte espresso di intrinseca ed estrinseca attendibilità del Tramonte”. Questo viene confermato poi in Cassazione nel 2003. Dalla ritrattazione in poi, noi non abbiamo elementi ulteriori che ci portino a dover rivalutare l’apporto dichiarativo di Tramonte. Ripeto, il Tramonte discussione Corte di è che un le viene Tramonte Cassazione, consegnato ritenuto che in questa attendibile conferma dalla l’ordinanza del Tribunale del Riesame. Quindi, personalmente, dal punto di vista di valutazione dell’attendibilità di Tramonte, il giudicato si forma in maniera completa ed esaustiva. Con riferimento all’altro filone che ha interessato, da un punto di vista particolare, i Tribunali del Riesame e la Cassazione, Digilio ovvero viene l’attendibilità rivalutato di Digilio, costantemente, anche addirittura Digilio viene rivalutato fino al Febbraio del 2005. A parte la prima ordinanza del Tribunale del Riesame che non lo Tramonte, 1236-97 - 1 Aprile 2008 ritiene che un verrà riscontro poi 30 individualizzante censurata dalla a Cassazione, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dall’ordinanza successiva in cui viene affermata questa qualità del dichiarato del Digilio, posto che l’attendibilità di Digilio nasceva già dalla valutazione espressa dall’ordinanza arriviamo fino al della 2005 Dottoressa quando Digilio Morelli, viene noi ritenuto attendibile e con tutta una serie di apporti difensivi volti, ovviamente, a screditarne la valenza. Si tratta evidentemente, fanno lo vedremo, riferimento ai di apporti processi per difensivi la strage che della Questura, per Piazza Fontana. Con riferimento al dichiarato di Digilio, c’è poi un punto che è strettamente connesso alla valutazione del giudicato cautelare, per cui un argomento difensivo è stato che il giudicato cautelare è privo di qualsiasi valore perché poggerebbe sulla compatibilità delle dichiarazioni di Digilio e di Tramonte, che hanno come postulato che la famosa bomba di Via Stella non sia certo che sia la bomba che poi va a finire in Piazza della Loggia. Questo argomento è un argomento processualmente superato, che di fatto è stato superato. Il Tribunale del Riesame, sempre nell’ordinanza investito della del 4 Dicembre questione, tanto del che 2002, i viene difensori affermano la dirompenza delle dichiarazioni di Digilio su questo punto, legittimamente, elemento non esiziale su quello lo so, dal che dai punto viene ritenuto, difensori di vista come del un quadro accusatorio, viene liquidato dal Tribunale del Riesame, a pagina 21: “Il Tribunale ritiene che le difformità delle dichiarazioni dell’incidente precedenze rese probatorio all’Autorità dal Digilio rispetto Giudiziaria a nel quelle milanese corso rese ed in agli inquirenti bresciani non siano di entità e valenza tali da inficiare od anche solo sminuire l’affidabilità del predetto, come vorrebbe la difesa, e siano ampiamente e logicamente giustificabili”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 31 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] A questo punto, il Tribunale del Riesame, con motivazioni che vengono confermate in Cassazione, spiega perché, dal suo punto di vista, definito un Digilio, malgrado infortunio, uno quello svarione, che viene continua a rimanere attendibile e del perché le due versioni non siano assolutamente incompatibili. Ma c’è di più, perché questo punto, che viene ritenuto come un punto qualificante, teorico, era già in stato realtà, risolto dal punto di vista addirittura dal primo Tribunale del Riesame. Quando era stata sottoposta al Tribunale del Riesame la questione della compatibilità tra le due versioni, il Tribunale del Riesame ne afferma la compatibilità dicendo che non vi era prova che la bomba di Via Stella fosse poi l’ordigno che sarebbe stato destinato in Piazza della Loggia, ma prosegue anche dicendo, a pagina 98: “Va comunque precisato che, anche ove si volesse ritenere, come Preliminari, quello affatto poi ritiene che il l’ordigno fatto sussistere esplodere Giudice visto a contrasti per dal Brescia, le Indagini Digilio non irrisolvibili fosse sembrano fra le dichiarazioni dei due dichiaranti”, spiegando poi con una motivazione che non verrà mai censurata. Quindi, questo dato di fatto che vorrebbe sottovalutare questo argomento con cui si tendeva a sminuire la valenza del giudicato cautelare è ampiamente superato. Sempre con riferimento alla valutazione che poi viene fatta da Digilio, i difensori degli imputati dicono: “Ma sì, la Corte di Cassazione, quella del 6 Novembre 2003, non ha tenuto conto di fatti nuovi che sono emersi in concomitanza di quella sentenza e successivamente” e si fa riferimento alla prima sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano per la strage della Questura e alla sentenza della Corte di Cassazione dell’11 Luglio 2003, sempre relativa alla Questura di Milano. 1236-97 - 1 Aprile 2008 32 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] A me risulta che, invece, queste due sentenze fossero state poste al vaglio di attendibilità, prima del Tribunale del Riesame e della Corte di Cassazione poi. Forse, se non sbaglio, sono sentenze che sono state proposte con i motivi aggiunti al ricorso per Cassazione che si concluderà con la sentenza del 6 Novembre 2003. Su queste sentenze che, come tutte le sentenze che sono state citate in questa proposte per Digilio, la udienza demolire, Corte di preliminare, sminuire, sono state l’attendibilità Cassazione, con una di motivazione molto semplice, banale, ma assolutamente condivisibile, afferma che “Il Digilio è stato ritenuto inattendibile per le dichiarazioni rese nella strage avvenuta presso la Questura di Milano. La prodotta sentenza di questa Corte non senso afferma, assoluto ritenuto né del potrebbe, Digilio, inattendibile in l’inattendibilità perché relazione Digilio a uno in viene specifico episodio, mentre la sua eventuale diversa attendibilità su altri episodi criminosi non è oggetto del giudizio pronunciato dalla Quinta Sezione di questa Corte”. Al di là della motivazione, quello che poi a me interessa è, al 2003, la valutazione di Digilio è completa, esaustiva e comprende anche queste sentenze. Questa sentenza della Cassazione, poi, enucleava una serie di argomenti che erano stati proposti dai difensori e che vengono ritenuti un’autonoma dalla istanza ai Cassazione sensi idonei a dell’articolo formare 299, che infatti verrà proposta. In questa sede, verrà proposta da parte dei difensori di Zorzi una istanza di revoca della misura cautelare. Oltre alle sentenze già proposte e su alcune motivazioni che erano già state proposte qualificanti Preliminari indagini 1236-97 - 1 Aprile 2008 che si in poi il troverà difensive sede a di Giudice dover prodotte 33 riesame, per gli elementi le Indagini valutare dai sono: difensori le degli Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] imputati, quindi le questioni relative a Persich e a Minetto, la questione relativa a Charlie Smith e a David Carret, e la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano relativa a Piazza Fontana. All’8 Luglio 2004, il Giudice per le Indagini Preliminari effettua una nuova rivalutazione dell’attendibilità di Digilio e arriva a concludere che “Non vi è motivo di ritenere che le S.I.T. Minetto e Perisch al difensore o le indagini svolte in riferimento all’individuazione di Charlie Smith siano in grado di inficiare un giudizio di complessiva attendibilità individualizzante di rispetto Digilio a quale Tramonte, riscontro così come formulato dai Giudici superiori”. Siamo all’8 Luglio del 2004. Il Tribunale del Riesame, sulle sentenze che negano l’attendibilità di Digilio e che vengono prodotte per contestarne l’attendibilità, non fa altro che ribadire il giudizio già espresso dalla Cassazione, cioè, ribadisce il fatto che il giudizio di inattendibilità che viene espresso in quelle sentenze non è un giudizio di inattendibilità assoluto e non potrà essere assoluto. Arriviamo al 5 Ottobre 2004. A questo punto, con questa ordinanza del Riesame, quella che poi verrà confermata in Cassazione il 17 Febbraio del 2005, anche con Digilio ci ritroviamo ad una rivalutazione cristallizzata, non ci sono più elementi nuovi sulla base dei quali si possa sconvolgere questo quadro di attendibilità. Il giudicato cautelare che si forma da questo punto di vista è un giudicato cautelare completo ed esaustivo. Se noi potessimo, idealmente, disporre di una linea temporale fra le ordinanze del Tribunale del Riesame e le sentenze della Corte di Cassazione e le osservassimo in parallelo con quelli che sono gli elementi di criticità supposti, 1236-97 - 1 Aprile 2008 sollevati dalle 34 difese degli imputati in Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] questa sede, noi ci renderemmo conto che tutti questi argomenti, tutti questi temi, sono stati affrontati e superati dalla Cassazione e dal Tribunale del Riesame, ovviamente, che ne era il presupposto. Questa è una nota a margine, giusto perché ce l’ho sott’occhio. Con riferimento al quadro storico, allo schema investigativo, si è detto che i Pubblici Ministeri avrebbero commesso degli errori a riproporre lo stesso schema storico che era stato proposto per Piazza Fontana e via dicendo. Io leggo solo quello che è un breve giudizio che è contenuto nell’ordinanza della Dottoressa Morelli del 30 Gennaio 2000, quella che aveva ritenuto sostanzialmente l’insussistenza della gravità indiziaria, la quale osservava che “Il quadro degli avvenimenti dell’epoca fornito da Tramonte era assolutamente plausibile e omogeneo rispetto alla mole dei dati raccolti in questa e in altre indagini aventi per oggetto il terrorismo di destra negli dichiarante anni era nell’ambiente narrava. Settanta per persona poter Plausibile e che, del certamente aver appreso l’attribuzione resto, ben le il inserita vicende dell’attentato che alla struttura clandestina di Ordine Nuovo, il legame con gli episodi eversivi precedenti, l’inserimento nella strategia della tensione, il coinvolgimento di figure politiche, di settori istituzionali e di personaggi stranieri”. Questo diceva la Dottoressa Morelli nel Gennaio del 2000. In sede di discussione – e questo credo che sia, ripeto, un elemento che lei potrà tranquillamente valutare nella letteratura enorme che questo ovviamente, incidentale, con procedimento il valore cautelare, che ha il giudicato cautelare, le fornisce, ma le renderà evidente un ulteriore elemento relativo a questa discussione. In questa discussione 1236-97 - 1 Aprile 2008 non sono 35 stati portati elementi Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] ulteriori e diversi rispetto a quelli che già sono stati affrontati nel procedimento incidentale. Con riferimento a Tramonte, ho già detto, siamo arrivati a giudicarlo fino alla ritrattazione. Quindi, retromarcia su Alberto, su Luigi, questioni relative alla giovane età. Con riferimento all’attendibilità di Digilio e, in generale, al dichiarato di Digilio, in sede di discussione sono state dei sollevate racconti Digilio – Digilio relative Emireni, nei riconoscimento Smith, questioni il relative alla di cambio questione relative confronti di al di Carret e alla compatibilità e al rancore presunto Zorzi, la versione il questione su carteggio Via di mancato di Charlie Stella, alle presunte contraddizioni che emergerebbero dalle S.I.T. in investigazioni compatibilità Tutti questi affrontati, difensive Minetto e della storia di Tramonte temi sono temi che superati con motivazioni Perisch, e di sono alla Digilio. già confermate stati dalla Cassazione e in sede di Tribunale del Riesame. E’ evidente – e lo ripeto – che lei, signor Giudice, non è vincolato a queste motivazioni. Io non ritengo che ci sia l’automaticità del rinvio a giudizio perché la gravità indiziaria è stata ritenuta sussistente, ma mi sembra evidente che questo sia il sintomo del fatto che si tratta di temi che sono suscettibili di una diversa valutazione. I Pubblici Ministeri, nella loro replica assolutamente puntuale, le hanno dato la dimostrazione che questo è argomento di dibattimento, si tratta di questioni su cui non esiste, non può esistere un giudizio di decisività in questa fase. Lei potrà condividere o non condividere le motivazioni, non ne è vincolato, però è sintomatico del fatto che si tratta di argomenti che potranno essere valutati 1236-97 - 1 Aprile 2008 diversamente e 36 approfonditi in sede Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dibattimentale. Posto che la regola di giudizio della gravità indiziaria è qualificata probabilità di colpevolezza, allora perché, da una qualifica probabilità di colpevolezza, ripeto, rivalutata quanto meno fino al 2005 nei suoi elementi essenziali, si possa pervenire a una sentenza di non luogo a procedere, o intervengono elementi in grado di sovvertire radicalmente questo giudizio, ma poiché, in questa discussione, di elementi di questa portata non ne sono stati vaglio, forniti io, a semplicemente processuale e non questo sono punto, prendere ritengo atto ragionevole stati che per la sottoposti che si l’unico mole al debba sviluppo degli elementi raccolti dai Pubblici Ministeri sia quello di sottoporli all’unica verifica in grado di trasformarli in qualcosa di più di Pubblico seguito settecento Ministero, al mila cioè, pagine di trasformarli contraddittorio delle fascicoli in del prova parti, in che può svolgersi solo in un dibattimento. Io mi associo, ovviamente, alle considerazioni dei Pubblici Ministeri e dei colleghi di parte civile. Ho concluso. AVVOCATO DI PARTE CIVILE - SINICATO: Giudice, buongiorno. Il collega Vigani ha, devo dire, con molta precisione, con grande lucidità, ripercorso il tema del parallelismo e della compatibilità tra il giudizio espresso in sede cautelare e quello da concludersi nella fase processuale che ci occupa. Era un tema che avevo, seppur magari in nuce, avanzato riprendo, mia evidentemente, integralmente, pensiero. nella Mi considerazioni è parte serve prima discussione, perché lo integrante soltanto ulteriori, in per non faccio anche sede di mio del aggiungere lo mio alcune replica, evidentemente, alle tesi difensive, tesi difensive che, 1236-97 - 1 Aprile 2008 37 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] pacificamente, sono delle cautelari vicende le stesse o, già avanzate comunque, nel nel corso corso della fase di indagine e che non ripropongono nulla di nuovo all’esito della lettura o, perlomeno, dell’analisi dei principali documenti contenuti nel fascicolo del Pubblico Ministero. Mi preme sottolineare tuttavia che, ai fini della complessiva valutazione degli elementi di prova o probatori che servono al Giudice per la valutazione della chiamata in correità e dell’eventuale riscontro alla chiamata in correità, una sentenza del 2001 della Cassazione, Sezione Seconda, definisce con maggior precisione il tipo di elementi che al Giudice servono per questa valutazione, “per il quale – dice la Cassazione – ben possono costituire riscontro alla chiamata medesima plurime dichiarazioni accusatorie rese da soggetti diversi (e, fin qui, nulla di nuovo rispetto alla normale dichiarazioni, sovrapponibili, interpretazione peraltro, ben del tema). Tali non devono essere del tutto potendo invece riguardare altri episodi e diverse situazioni che comunque coinvolgano l’attività criminosa addebitata o riconducano ad essa attraverso deduzioni logiche. In una tale ottica, il necessario carattere individualizzante diviene frutto di una valutazione considerati apparire convergente nella estranei singola alla di elementi che, individualità, persona solo se potrebbero dell’accusato”. Questo soltanto per l’indicazione, Sezione Seconda, 19 Marzo – 13 Giugno 2001, numero 24, 108, il Presidente dichiara la linea di interpretazione da dare, io credo correttamente, al tema dei riscontri individualizzanti. I Pubblici Ministeri, nella loro replica, hanno già parlato e, anche qui, non lo riaffronto, del dato fondamentale della conoscenza tra Tramonte e Serac e tra Zorzi e Serac. La lettera famosa scritta da Serac a Ferrari del 1973, guarda caso proprio del 1973, quindi pochi mesi 1236-97 - 1 Aprile 2008 38 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] prima della strage e l’indicazione che compare di Serac nell’agenda di Buzzi del 1974, proprio del 1974, guarda caso. In questo caso, Vinciguerra viene smentito e il collegamento dell’agenda Buzzi tra l’annotazione Serac e Le Roi, anche, e l’annotazione “carte Maggi”, che è ben nota, ci fanno capire come, in realtà, sulla persona di Buzzi o intorno alla persona di Buzzi si sia incistata una serie di rapporti che hanno un rilievo fondamentale nel processo. Ma c’è un ulteriore dato, che cito soltanto. Tra i tantissimi che ho colto, c’è una dichiarazione del teste Gaetano Orlando, nel fascicolo del Pubblico Ministero. Nel 1997, Gaetano Orlando viene sentito dal Capitano Giraudo per delega della Procura di Brescia e, tra le altre cose (Gaetano Orlando era un estremista di destra, anch’egli fuoriuscito in Spagna), alla domanda se ha mai conosciuto Delfo Zorzi, risponde di sì “o, almeno, ho conosciuto una persona che mi si presentò con questo nome nella locale Pizzeria dove Madrid), nel si di Madrid, riunivano ’75 o ‘76”. i L’Appuntamiento fuoriusciti Siamo di (noto destra naturalmente dopo a la strage, però, guarda caso, il gruppo è lo stesso e, guarda caso, dice Orlando: “E’ possibile che Zorzi abbia partecipato ai fatti di Montejurra, partecipai anch’io, coinvolgeva il mondo dei rifugiati politici in Spagna di diverse nazionalità, ricordo anche cileni e francesi. Partecipò anche Guerin Serac”, oltre a Delle Chiaie, Mario Ricci e avrebbe potuto o potrebbe esserci stato anche Zorzi. Ecco come, quindi, il rapporto Serac-ZorziBuzzi trova nelle carte processuali dei significativi riscontri. Quanto a Digilio logico e, qui, argomentativi appunto, dei rifacendomi colleghi che al percorso mi hanno preceduto, ma aggiungendo soltanto alcuni dati di fatto a riempimento di alcune domande poste o questioni poste 1236-97 - 1 Aprile 2008 39 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dai difensori degli imputati, cito soltanto questi passaggi. Il primo è la questione della perizia, cioè, della capacità di Digilio. Notissimo il fatto che vi siano due perizie rese in momenti diversi e con connotati diversi, anche perché diverso era il quesito originario, quella Bianchi-Scaglione e quella Portigliatti Barbos-Invernizzi. Mi permetto di segnalare al Giudice, per quanto possa valere in questi casi, ma è un dato anche questo, che è ben diversa la qualità intrinseca dei periti nei due casi. Bianchi e Scaglione sono due degnissimi professionisti, evidentemente. Invernizzi, Portigliatti Barbos, il terzo non mi ricordo notissimi, come studiosi, si chiamasse, autori di sono libri e primari di testi universitari di grande prestigio. Proprio a questi il Pubblico Ministero affida, in questo caso, questa consulenza ulteriore. Allora, su questo punto e proprio in modo telegrafico, la sentenza quella d’appello che del assolve processo per di Piazza sostanziale Fontana, insufficienza di prove gli imputati, ritiene che ci sia compatibilità fra le due perizie, la Bianchi e Scaglione e la Portigliatti, proprio con riferimento al fatto che hanno esaminato Digilio in momenti diversi e che, una volta esaurita la fase più critica della malattia, questa non poteva che essere meno invalidante, successivamente, e quindi portare a quel giudizio diverso e più possibilista, anzi, molto più possibilista della perizia Portigliatti Corte Barbos-Invernizzi. d’Appello, quindi, Questo rende giudizio compatibili le della due consulenze e non esclude affatto una capacità, dal punto di vista medico attendibilità alle sue 1236-97 - 1 Aprile 2008 in legale, astratto condizioni di evidentemente, Digilio psicofisiche. 40 con Non e una riferimento poteva tener Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] conto, però, naturalmente, questa sentenza di ciò che avviene in seguito e, quindi, la terza, la consulenza Portigliatti e Invernizzi resa in questo procedimento è di più ampia portata, perché ha alla base la ampia conoscenza che queste due perizie non potevano avere, per il momento in cui sono state fatte, di tutto excursus sia dichiarativo che medico legale del Digilio, ivi compresa registrate messi l’audizione diretta dell’incidente nelle condizioni delle probatorio. migliori cassette Quindi, i erano consulenti del Pubblico Ministero in questo procedimento, per dare una valutazione definitiva e complessiva allo stato delle conoscenze e allo stato del procedimento. Questa positiva valutazione che viene resa dai consulenti in questa fase, evidentemente, non può che essere un elemento in più e diverso col quale valutare poi il giudizio che, in sede di sentenza d’appello del processo per Piazza Fontana, era stato dato dalla Corte d’Assise. Sulla attendibilità di Digilio e a prescindere dalla questione della perizia (sarò sempre telegrafico, naturalmente), si deve però fare chiarezza. Non c’è sentenza che abbia trattato i temi delle dichiarazioni di Digilio Digilio che o non abbia l’attendibilità questioni da lui distinto la di Digilio trattate o credibilità a seconda citate. Non c’è di delle cioè sentenza che non abbia detto, expressis verbis, “Digilio è poco credibile, poco attendibile, su questi argomenti, invece è attendibile su questi altri argomenti”. A partire dalla Cassazione e scendendo per i rami nelle sentenze di merito, sempre questa sostanziale definitiva che dichiarazioni di Ho ripercorro, Digilio. evidentemente, la è la viene già citato sentenza valutazione fatta – e della delle non la Corte d’Assise d’Appello di Milano nel processo per la strage della Questura, Bertoli bis, tanto per intenderci, che, 1236-97 - 1 Aprile 2008 41 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] proprio con riferimento alle dichiarazioni sulla conoscenza del ruolo che la casa di Via Stella che i Soffiati delle avevano colonne sentenza. in quel della momento ricostruzione Digilio, lì è, storico, fonda storica fatta una in fondamentalmente, assolutamente, credibile e, guarda caso, è proprio in Via Stella, come dicevamo prima, che avviene una parte importante delle vicende raccontate da Digilio utili per questo procedimento. Ma la sentenza d’appello, sempre quella assolutoria, per la strage di Piazza Fontana della Corte d’Assise d’Appello di Milano, sul tema “credibilità di Digilio”, ha amplissime pagine che la riconfermano e la sottolineano. Alcune di queste questioni sono collocate in vari punti della sentenza, ma ce ne sono alcune, che è facile ripercorrere, che sono tutte riunite tra le pagine 123 e 160 della sentenza e sono argomenti rilevanti. Sono argomenti rilevanti perché i temi sui quali Digilio viene ritenuto attendibile sono, ad esempio: la provenienza della gelignite cosiddetta di Rotelli. Rotelli era un personaggio veneziano che faceva recupero di navi, di residuati bellici e quant’altro, che, a un certo punto, entra in possesso di notevole qualità di gelignite che poi in parte venderà o a cederà a Zorzi, che poi in parte, naturalmente, cederà ad altri. Su questo tema, Digilio viene ritenuto assolutamente credibile. Tutto il tema relativo alla permanenza in Spagna di Digilio, permanenza in l’inquadramento solo nella Spagna della fase che figura finale della è di fondamentale Digilio. sua Digilio carriera per non italiana, quanto meno, diventa il segretario e il direttore del Poligono di Tiro di Venezia, quindi coordina tutta una serie di situazioni che intorno al Poligono di Tiro, specialmente in quegli anni, evidentemente, si verificavano, ma viene mandato in Spagna (e anche su 1236-97 - 1 Aprile 2008 42 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] questo viene collaborare ritenuto alla assolutamente costruzione di attendibile) una a mitraglietta speciale, che viene costruita da Eleodoro Pomar. Eleodoro Pomar era dell’Euratom, un di ingegnere estrema della destra, sede di Istra naturalmente. Scappa all’estero a un certo punto perché inseguito di ordine di cattura e va in Spagna, dove, tra le altre cose, costruisce, in un’apposita officina, questa mitraglietta. Si dirà poi che è la stessa mitraglietta che aveva studiato e disegnato il Colonnello Spiazzi, a cui erano stati sottratti questi disegni, ma, al di là della origine, non c’è dubbio che un’attività così delicata, così importante dal punto di vista tecnologico e delicata l’attività dal di punto di vista costruzione di sostanziale, armi, perché addirittura, è per l’attività terroristica, viene fatta da Eleodoro Pomar con l’aiuto di Digilio, che viene mandato appositamente in Spagna. Questo a dimostrazione del ruolo che Digilio aveva all’interno di questi gruppi, di quel gruppo, Ordine Nuovo, in particolare, in quegli anni, e delle coperture di all’interno parlamentare certamente, cui Digilio della e area terroristica, dei parlamentare vasta poteva servizi e che godere della ma terroristica solo destra anche quella non vasta in extra parte, area controllavano extra e indirizzavano in quel tempo. Sempre Digilio viene creduto assolutamente credibile nella sua ricostruzione delle vicende collegate all’esistenza di quelli che erano chiamati i Nuclei di difesa dello Stato o il Gruppo Siegfried, che era appunto delle strutture di intelligence e operative anti golpiste, anti comuniste. Tanto si è parlato in Italia della struttura Stay Behind o cosiddetta Gladio, Siegfried e i Nuclei armati per la difesa dello Stato sono i due prodromi di Gladio. 1236-97 - 1 Aprile 2008 Ebbene, anche su 43 questo punto, Digilio viene Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] assolutamente ritenuto credibile e, guarda caso, le persone che partecipano a questi gruppi sono Minetto, Franco ed altri, che hanno una loro storia, anche, una loro partecipazione, un loro ruolo, testimoniale e non solo testimoniale, all’interno della vicenda terroristica degli anni Settanta. Guarda caso, uno dei punti che in questo processo poi avranno un seguito è proprio legato anche alla esistenza del Gruppo Siegfried e dei Nuclei. Altra questione rilevante sulla quale Digilio viene ritenuto credibile è la cessione di esplosivi a Rao e Fachini. Sempre di provenienza veneta, è Digilio che viene richiesto perché venda degli esplosivi, li ceda, li metta a disposizione di Rao e di Fachini, esplosivi che sono proprio gelignite, residuati bellici sono e esplosivi quant’altro, recuperati guarda caso dai proprio quei Rao e Fachini che hanno un ruolo rilevante, Rao in particolare, nella nostra vicenda, basti pensare alle intercettazioni Rao che, da Rao Battiston, quelle alla preoccupazione intercettazioni, emerge. di Ricordo soltanto, per dare il segno dell’importanza di quelle intercettazione, la frase di Rao: “Ma il nonno è a Santo Domingo, lui diceva che andava al Consolato, ti ricordi?”. “Eh…”. “E i servizi?”. “I servizi l’hanno scaricato perché non gli passava più le informazioni”. E, poi, ancora: “Se il nonno dice la verità sulle piccole cose (il nonno è sempre Digilio, naturalmente), potrebbe dirla sulle grandi. Per esempio, era trapelato che il nonno aveva detto che Marcello Soffiati, il giorno prima della strage di Brescia, era partito per Brescia con una valigia pieno di esplosivo. Soffiati è morto, ma il dottore (che è Carlo Maria Maggi) è vivo e Soffiati si 1236-97 - 1 Aprile 2008 44 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] sa perfettamente, certamente, certamente, che era il braccio destro del dottore”. E Battiston che si preoccupa e dice: “Ma no, io, quando c’è stata Brescia, io ero a Venezia”. Naturalmente, è preoccupante, è pericoloso, il fatto che Battiston, che è un milanese, in realtà, fosse a Venezia proprio in quel periodo, perché era anch’egli in fuga da un ordine di cattura milanese. Dice: “No, no, ero latitante, vedevo il Soffiati tutti i giorni. Vedevo il dottore tutti i giorni e vedevo il nonno tutti i giorni”. Risposta di Rao: “Allora, sei rovinato”. E, ancora, in quell’intercettazione, dice Rao: “Maggi mi aveva parlato dei mestrini”. E, quindi, ecco come la cessione di esplosivo da Digilio a Rao proprio questo si colleghi processo e con si gli episodi ripercorrere che interessano questo rapporto proprio anche attraverso le intercettazioni. Dice la sentenza della Corte d’Assise d’Appello che questa cessione di esplosivo da Digilio a Rao era stato proprio su accordo, anzi, con la richiesta esplicita di Maggi. Vi è poi il tema della circuitazione che a volte riaffiora nelle difese degli imputati e, cioè, il tema secondo il quale alcune informazioni venivano passate a Digilio, Digilio quindi le rielaborava e le offriva su un piatto d’argento ai Pubblici Ministeri o al Capitano Giraudo, quindi, sostanzialmente, rimasticando cose non sue. Ebbene, proprio sulla circuitazione e, in particolare, sulla conversazione di Venezia, quella microfonata in Questura del difensori, sentenza 2 dice, Febbraio la assolutoria, Corte 1995, citata d’Assise citando espressamente d’Appello, proprio la sempre frase di Digilio: “Sono saltati fuori un sacco di verbali che ho potuto vedere”, proprio su questo specifico punto, il Collegio non condivide l’argomentare dei difensori “in quanto 1236-97 - 1 Aprile 2008 anche i riferimenti 45 di Digilio a quelle Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] circostanze non provano nella specie alcunché di rilevante, poiché nessuna di queste circostanze versate da Digilio risulta avere interesse nel presente processo e sarebbe facile replicare che, proprio in questi casi di influenzamento, sarebbe operazione lecita in quanto volta esclusivamente ad instaurare una proficua dialettica ed inquisito”. Tolto quindi dal novero degli argomenti perfino quello della circuitazione, anche con riguardo a quello dei mestrini e, quindi, la impossibilità di identificare i mestrini in quelle due persone che sarebbero state indicate da Tramonte come partecipi a quelle vicende, c’è un punto fondamentale della sentenza d’Assise d’Appello di Milano che la difesa d’Appello, a dimentica, prescindere è quando da la altre Corte d’Assise considerazioni, identifica Zorzi come il capo per certo di una cellula terroristica sita a Mestre. “Ritiene il Collegio che la Corte d’Assise di primo grado sia giunta a conclusioni di merito assolutamente corrette, percorrendo un itinerario logico giuridico parimenti ineccepibile, per cui non solo va ribadito che Zorzi fu a capo di un gruppo eversivo costituito a Mestre, poi a Venezia, ma anche, correlativamente, che le dichiarazioni di Siciliano hanno trovato assolutamente conferma”. Allora, se era il capo esclusivo della cellula di Mestre, ecco che la dizione generica “mestrini” a chiunque in particolare faccia riferimento non può che portare alla convinzione che, comunque, sempre dietro, o con presenza fisica o con coordinamento, non poteva che esserci Delfo Zorzi in quanto era il capo di quella cellula, cellula fra l’altro piccola, come è stato più volte ripetuto anche dagli stessi difensori, quindi, evidentemente, cellula che non poteva muoversi se non su indicazioni specifiche di Delfo Zorzi. Veniamo all’ultima questione, quella relativa a un dato, che 1236-97 - 1 Aprile 2008 46 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] nel processo che ci occupa emerge e che non era emerso nel processo relativo alla strage di Piazza Fontana. Viene depositata una relazione dell’Ispettore Cacioppo, su richiesta dei Procuratori della Repubblica, sulle carte depositate a Catanzaro e, in particolare, per quanto ci riguarda, su una documentazione che è l’agenda del 1969 di Giovanni Ventura. Ora, questa agenda di Ventura non è stata esaminata compiutamente nel processo di Piazza Fontana, perché, in quel processo, furono esaminati ed utilizzati l’agenda soprattutto di Freda, altri da due cui elementi risultava documentali una serie di annotazioni, e l’agenda di Fachini. Dall’agenda di Freda, in particolare, risultava l’indirizzo e un numero di telefono di Zorzi, indirizzo napoletano. Su questo argomento, le difese hanno fatto un fuoco di fila di contestazioni, perché quella indicazione a cavallo fra il 1969 e il 1970 poteva essere letta naturalmente in un senso collocata o prima nell’altro, o dopo la a seconda strage di che si Piazza fosse Fontana, quindi a seconda che la conoscenza fra Zorzi e Freda potesse essere fatta risalire prima del 12 Dicembre o successivamente. all’indirizzo Tutta la napoletano questione di Zorzi, era perché legata Zorzi, a Napoli, in effetti, era andato a stare per ragioni di studio universitario a cavallo di quel periodo. L’agenda di Ventura, analizzata nell’anno e, 1969, invece, guarda si non è caso, vedono stata sufficientemente nell’agenda riferimenti di Ventura, importanti e rilevanti non soltanto a Swicht, a Comacchio e ad altri padovani Carlo o veronesi, Digilio, che Pozzan, viene eccetera, citato più eccetera, ma volte in e, particolare, nel Maggio, nel Giugno e nell’Aprile del 1969, e viene citato con alcune annotazioni “Avvocato Sbaiz, Paese”, per esempio. Allora, viene assolutamente evidente che il collegamento che si può fare tra queste 1236-97 - 1 Aprile 2008 47 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] annotazioni, nelle quali compare anche il Dottor Franco, e le dichiarazioni di Digilio in relazione alle tre storiche, perlomeno così identificate, visite a Paese, in questa cascina e in questo casolare, dove Ventura teneva le armi che dovevano essere analizzate, visionate e dove sarebbero avvenute anche alcune prove di esplosività. Poiché il casolare non è mai stato ritrovato, si è messo in dubbio Digilio su questo punto. In, realtà la agenda di Ventura porta ulteriore acqua al mulino della credibilità di Digilio anche con riferimento al casolare di Paese e, guarda casa, lo si trova proprio all’interno di questo fascicolo processuale. Infine, la difesa credibilità ha di citato, Digilio, tra il i fatto motivi di che le scarsa affermazioni relative alla strage di Brescia siano tutte successive all’ictus. Ebbene, non è così vero, perché, se si prende quello che è uno dei documenti e, quindi, in quanto tale, certamente con una sua autonomia, di Digilio e, cioè, il famoso antecedente memoriale all’ictus, col del 9 quale Novembre Digilio, del in 1994, qualche misura, cerca di completare un percorso dichiarativo che fino a quel momento si era svolto all’interno di ben precisi confini, Piazza Fontana perché e era alcuni unicamente temi in la strage particolare di che interessavano al Giudice Istruttore, all’interno di quel memoriale, esattamente alla pagina 5, Digilio poi, verso la fine della sua rielaborazione di dichiarazioni e di dati di sua conoscenza, tocca un tema. Lo tocca in questo modo e dice: “A quei tempi era in effetti il momento storico in cui la situazione del Paese versava in situazioni critiche rispetto alla sicurezza nazionale, e varie furono le iniziative prese per creare delle forze di sostegno all’esercito regolare in caso di insurrezione comunista o di appoggio comunista”. Questo 1236-97 - 1 Aprile 2008 48 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] è proprio il tema di cui parlavo prima dei Nuclei armati di difesa dello Stato e del Gruppo Siegfried sul quale Digilio è stato ritenuto assolutamente credibile. Viene aperto questo fronte nel memoriale con queste parole e vengono elencati alcuni esempi di preparazione di queste misure straordinarie di sostegno e, a un certo punto, Digilio dice: “Ma tornando ai summenzionati interventi straordinari(quindi quelli di sostegno alla lotta anti comunista), famosi…”, si possono come anche quello citare relativo episodi a un rimasti terrorista sudtirolese che non ci interessa e poi parla anche di Pian del Rascino e di Esposti, dicendo di Esposti “quel giovane di destra che poi, da quanto si seppe, sembra dovesse essere un teste utile per far luce sulla strage di Brescia”. Ecco che allora, per la prima volta, in realtà, ma fin dal 9 Novembre del 1994, anche nel memoriale Digilio tocca un altro tema, il tema della strage di Brescia, che poi, interrotto sostanzialmente dagli eventi medici e patologici che lo colpiscono all’inizio del 1995, andrà sviluppando o, meglio, andrà ricostruendo per flash di ricordo in seguito. Non è vero quindi che Digilio inizi la sua partecipazione ai fatti di Brescia soltanto successivamente, ma, in realtà, un cenno, un nuce di una sua conoscenza anche di alcuni aspetti relativi alla strage bresciana è contenuto in questo documento, che ha tutta un’altra diretto al comportamento Piazza Fontana valenza e Giudice di e altro scopo, Istruttore Zorzi alla un in sua relazione chiamata di perché Milano alla in era sul strage correità. di Non riguardava quello ma, anche da questo punto di vista, Digilio lascia una traccia iniziale che poi sviluppa in seguito, come ha sempre fatto perché, se andiamo a vedere i verbali di Carlo Digilio nel corso di questi tutti anni nei vari procedimenti, il metodo mnemonico e 1236-97 - 1 Aprile 2008 49 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] logico col quale Digilio si muove è sempre lo stesso. Il verbale di quel giorno tratta un certo argomento, all’interno di quell’argomento lascia cadere però o gli viene in mente, naturalmente per flash, un certo argomento diverso, argomento che poi viene richiamato successivamente e viene sviluppato successivamente, e così, a cascata, progressivamente, per approssimazioni e per ricordi sempre via via più precisi delle singole circostanze. Credo che, da questo punto di vista, quindi, le obiezioni dei difensori esposte in questa udienza, come è stato detto molto bene prima, siano esattamente quelle che erano già state formulate nel corso delle vicende cautelari e nel corso dell’indagine, che hanno già trovato risposta e motiva risposta dai Giudici che se ne sono occupati e fin alla Corte di Cassazione. Non credo quindi che, in sede di replica (e con questo ho finito), io debba discostarmi o ci si possa discostare dalla richiesta di consenso ai Pubblici Ministeri, che hanno chiesto rinviare a al Giudice giudizio gli che voglia, imputati con davanti decreto, alla Corte d’Assise di Brescia. Grazie. AVVOCATO DI PARTE CIVILE – RICCI: Io vorrei, potrei, anche, tutto sommato rifarmi a quello che è stato detto con molta accuratezza sia dai Magistrati del Pubblico Ministero che dai colleghi di parte civile che hanno parlato prima di me. Mi sembra tuttavia valga la pena di spendere qualche parola su alcune delle figure che sono state alla fine trascurate, concentrando magari di più l’attenzione su una serie di temi che collegano questo processo a quello di Milano e che sono stati sviscerati fino a un momento fa dall’Avvocato Silicato, ma anche dai Magistrati 1236-97 - 1 Aprile 2008 del Pubblico 50 Ministero. Noi, qui, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] parliamo invece di un processo che ha delle radici, che sono le radici che risalgono al 28 Maggio e prima del 1974. Abbiamo inoltre, in questo processo, dei personaggi in veste di imputati, ma dei personaggi che hanno vissuto la vicenda fino a un determinato periodo (poi vedremo perché), personaggi che vanno rivisti con attenzione, diversamente si rischia di limitare l’esame delle posizioni che sono già state approfondite in sede cautelare a una scorsa che poi permette magari di banalizzare gli elementi di accusa che negli atti vi sono nei loro confronti. In particolare, insomma, poi la posizione mi è voglia venuta di dell’allora non trattare Capitano dico l’urgenza, nello specifico Delfino, oggi ma, della Generale Delfino o non più Generale Delfino, perché c’è stata una serie di osservazioni che sono state svolte dalla difesa riguardo al comportamento del Capitano Giraudo che mi sembra che abbiano portato naturalmente a un confronto tra quello che al Capitano Giraudo viene rimproverato come meccanismo, modo, metodo di pressione, violenta ma vellutata, nei confronti di quelli che poi saranno i chiamanti. Questo è un modo, come un altro, senza peraltro essere particolarmente originale alla fine, di svalutare il portato probatorio delle dichiarazioni dei chiamanti, però, procedimento quando nel quale questo imputato viene è fatto l’allora in un Capitano Delfino, val la pena di vedere che cosa è successo. Questo perché qui noi abbiamo sentito dei cenni al famoso colloquio del Marzo, ma, tutto sommato, è meglio fare mente tratta locale, soltanto perché, di una come vedremo rivisitazione poi, non si di un storica vecchio processo, non si tratta soltanto di vedere con più o meno ironia il comportamento, il 6 Marzo, del Capitano Delfino, si tratta di dati che, alla fine, fanno parte degli elementi fondamentali dell’accusa in 1236-97 - 1 Aprile 2008 51 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] questo processo. Noi sappiamo che l’attentato del 28 Maggio viene seguito, a pochi giorni di distanza, dal conflitto a fuoco in Pian del Rascino nel quale muore Esposti, conflitto a fuoco nel quale è coinvolto anche Dintino. E’ Dintino che poi individua la fotografia di Cesare Ferri che era in tasca ad Esposti, permettendo un primo indirizzo delle indagini nei confronti di Cesare Ferri. Piano del Rascino sappiamo essere nella zona di competenza, dal punto di vista politico, di Benardelli, personaggio che, guarda caso, è in stretto contatto con il Capitano D’Ovidio che, secondo la difesa del Generale Delfino, è il vero Capitano Palinuro. Le circostanze della morte di Esposti andranno ancora approfondite. Se noi dovessimo però fare mente locale al 31 Maggio e ai primi giorni di Giugno, noi vediamo che avviene il primo fatto significativo di questa indagine, cioè, abbiamo un fatto eclatante che mette in relazione Pian del Rascino, Esposti, le organizzazioni politiche delle quali Daniletti, Esposti, Dintino facevano parte con Brescia, perché alcuni legati al di questi procedimento personaggi che è in sono personaggi corso all’Ufficio Istruzione di Brescia di cui si è fatto cenno pochi minuti fa da parte dell’Avvocato Vittorini quando si è parlato del processo M.A.R., processo che nasce proprio da una iniziativa d’indagine dell’allora Capitano Delfino che passa attraverso Maifredi. Questo primo dato potrebbe essere un dato che indirizza ancora con maggiore attenzione le indagini anche riferite al fatto di Piazza personaggi Rascino della che sono Loggia vengono partiti visti poi da i tempi nei intercettati Milano. a Inoltre, quali Pian a i del maggior ragione perché Dintino, nell’Ottobre del 1973, insieme con altri, ha compiuto l’attentato alla sede del P.S.I. di Brescia, questo fatto potrebbe indurre a un’indagine ancora 1236-97 - 1 Aprile 2008 nella direzione degli 52 ambienti milanesi o di Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Ordine Nuovo certamente, o in di una Avanguardia direzione Nazionale, che è una però, direzione politicamente qualificata, che spiega una ragione di un attentato grave come quello contro una manifestazione indetta in reazione alla morte di Silvio Ferrari, che era avvenuta il vicinissimo 19 Maggio precedente. Questo è un primo intervento che Gasparotti pubblicata dato, tuttavia porta, prima individui sul a ancora nella giornale questo dato che il fotografia la fotografia segue un sacerdote che di viene Ferri, il giovane che avrebbe visto nella chiesa di Santa Maria in Calchera, prima ancora che il Gasparotti si presenti, a una perquisizione, Ferri si allontana, guarda caso ancora insieme con Dintino e se ne va per tutta l’estate in Grecia. Quando tornerà, sarà avvenuta la seconda parte delle cose rilevanti che riguardano il processo di oggi, cioè, Cesare contemporaneamente Ferri, di Dentino all’allontanamento e, quindi, di di questi personaggi, le indagini si svolgono con un girovagare per l’Italia piuttosto includente, ma è stato preparato e predisposto quello che avete sentito ricordare come lavoro ai fianchi che viene portato avanti dal Capitano Delfino attraverso il Maresciallo Arri, che poi, per avere bene operato, diventerà ufficiale, deve essere in pensione adesso col grado di Tenente Colonnello, lavoro che passa attraverso la famiglia dei Papa. A questo punto, il nostro gruppo, il gruppo cioè dei Buzzi, che avete qui anche sentito descrivere nuovamente come il gruppo dei balordi, eccetera, in realtà è un gruppo che viene individuato anche per una profetica descrizione che ne viene fatta da Pisanò il 3 Giugno del 1974, nella Caserma di Rovato, in presenza del Capitano Delfino e avanti il Giudice di Arcai, in sede di confidenza che viene fatta dal Pisanò agli inquirenti bresciani. Fotografia profetica che dice: “La strage è 1236-97 - 1 Aprile 2008 53 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] opera di un gruppo di balordi pederasti” e via discorrendo. Si vede, insomma, un’attenzione particolare a sviare queste indagini, a depistare queste indagini da un indirizzo che potevano avere in relazione a questa cadenza di riferimento fatti che politico avevano che messo doveva in evidenza essere un invece approfondito. Ricordiamoci che, poco prima della strage, il 25 di Maggio, c’era stato un appunto del Dottor Arcai che, per una serie di informazioni che aveva ricevuto, chiedeva di svolgere delle indagini sull’ambiente della Pizzeria Ariston, che è quello frequentato proprio da queste persone e in particolare poi era quello dove lavorava Ombretta Giacomazzi. Quindi, questo lavoro ai fianchi che viene posto in essere dal Capitano Delfino non ha niente di causale, perché sarà quello che alla fine permetterà di interrompere le indagini nella direzione politicamente qualificata per seguire quelle della fotografia profetica dell’Onorevole Pisanò. A questo punto, ce lo spiega il Capitano Delfino nella sua escussione testimoniale del 15 e 16 Ottobre del 1978, il lavoro ai fianchi consiste, ce lo dice con tutta chiarezza e semplicità, nella accusa che viene formulata nei confronti di questo gruppo di essere gli autori del furto del quadro del Romanino. Per cui, vengono messi in carcere come imputati di furto, ma qui succede quello che poi avrà l’esito che conosciamo tutti del 6 Marzo, perché, caso eccezionale, come imputati di furto tutti costoro, cioè, Buzzi, Papa Angiolino, Papa Raffaele, Cosimo Giordano, eccetera, vengono messi in isolamento e, dopo mesi di isolamento, avviene l’episodio del 6 Marzo, ma non avviene in presenza di avvocati difensori. Questi imputati, tenuti in isolamento (Angiolino Papa è un ragazzo che ha compiuto diciotto anni fra il 16 Maggio del 1974 e il 28 Maggio del 197, quindi è un ragazzino, 1236-97 - 1 Aprile 2008 54 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] semi infermo di mente, perché questo viene accertato da una perizia in atti), vengono interrogati come testimoni nel procedimento per la morte di Silvio Ferrari che non è riunito ancora al processo per la strage o al processo del M.A.R., e in questa condizione, dopo mesi di isolamento, senza la presenza di un difensore, testimoni nel processo di Silvio Ferrari, viene fatto quel colloquio. Ora, io capisco che il Capitano Giraudo venga additato e venga denunciato, anche giustamente, perché bisogna essere molto severi con i violenti dalle mani vellutate, però vorrei fare un paragone molto evidente, a questo punto, tra il comportamento del Capitano Giraudo che, in qualche maniera, appunto, forza pare le confessioni degli imputati di questo processo, e quello del Capitano Delfino di allora, che certe attività le pone in essere di sua iniziativa e altre, invece, su mandato, come ci dice nelle sue deposizioni, dei Magistrati inquirenti. Ricordiamoci che la figura del Giudice Istruttore di allora aveva ben diversa capacità di incidere nelle indagini. Ebbene, è lì che avviene Delfino, con due il colloquio lauree, si dove confronta il con Capitano Angiolino Papa, diciottenne, semi infermo di mente, col discorso dei dieci stato, milioni anche se che, nella alla fine, forma del conferma periodo esserci ipotetico dell’irrealtà, cosa che è il pane di tutti i giorni per una figura come quella di Angiolino Papa. Di qui, comincia una serie di incriminazioni che passano sempre attraverso le dichiarazioni di questo Angiolino e di Ugo nella Bonati stessa che viene maniera. interrogato, Ci sarà poi evidentemente, un intervento dell’Avvocato Savi che riferisce di un colloquio diretto (Savi era il difensore di Angiolino Papa) con Ugo Bonati, nel quale questi ammetteva essere avvenuta una cosa simile a quella avvenuta con Angiolino Papa. Ugo 1236-97 - 1 Aprile 2008 55 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Bonati resterà testimone per tutto il tempo del processo e Angiolino noi sappiamo che alla fine sarà condannato per poi essere assolto in appello. Dobbiamo dire che questa strategia processuale, che passa attraverso una evidenza forzatura che viene realizzata nei confronti sempre di ritenuto sviamento, questi essere perché, imputati una nel e forzatura frattempo, che noi abbiamo destinata le a indagini uno nei confronti di Ferri e di tutto il contesto nel quale si era svolto quanto all’epilogo nell’episodio di Pian del Rascino, questa operazione di lavoro ai fianchi, che noi chiamiamo molto più semplicemente operazione di depistaggio, ottenuta, realizzata usando questi metodi ben più violenti, possiamo dire, di quanto non sia il modo violento ma vellutato che viene attribuito al Capitano Giraudo, degli effetti alla fine li ha, perché allontana completamente le indagini. I politici cosiddetti che verranno implicati nelle indagini, alla fine, saranno ragazzi di cui credo nessuno raggiungesse l’età di vent’anni. attenzione alla Per matrice cui, si politica cancella della qualsiasi strage, la fotografia profetica di Pisanò diventerà la fotografia profetica che si realizza con grande stupore dello stesso Capitano Delfino, che conferma questo suo stupore alla Corte d’Assise. Naturalmente, la banda dei balordi è guidata da Buzzi, il ladro d’arte, il quale, si dice, è personaggio che fa rubare le opere e poi, quando non riesce a piazzarle, si mette in contatto con i Carabinieri per farle trovare, così fanno una bella figura per uno e sono tutti contenti. Sennonché noi Brescia, sappiamo arriva che una il 21 lettera Maggio, al “Giornale dattiloscritta. di Questa lettera dattiloscritta preannuncia, per la fine del mese di Maggio, che ci sarà un gravissimo attentato contro 1236-97 - 1 Aprile 2008 56 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] installazioni militari, cioè, pare che il riferimento sia a un attentato contro militari. Noi poi sappiamo che è una delle ipotesi che si è sviluppata successivamente che l’attentato contro la manifestazione anti fascista fosse invece realizzato nei piani contro i Carabinieri, sulla base degli argomenti che abbiamo sentito anche poco fa da parte politico ai fini dell’Avvocato di una Sinicato strategia di golpista. un uso Quella lettera del 21 di Maggio è veramente una lettera di Ermanno Buzzi, cioè, Ermanno Buzzi non è soltanto il pittoresco personaggio che ruba quadri, che poi si veste da generale d’aviazione, che si spaccia per il Conte di Blanchery, quasi quasi una macchietta che serve poi a svalutare anche il dato politico perché, attribuire a questo personaggio una caratura politica, sembra cosa contro natura. No, lì c’è proprio la prova, negli atti di quel processo 319 del 1974, che quella lettera del 21 è lettera scritta da Buzzi, perché viene trovata la macchina da scrivere che era stata buttata, occultata dal Buzzi. Era la macchina di Buzzi, è lui l’autore. Allora, quando noi sentiamo che Tramonte, che altri personaggi di questo processo parlano di Ermanno Buzzi come se non fosse una macchietta, non è un problema di “carte Maggi”. Nel processo del 1974, il fatto che Buzzi sia personaggio non fino in fondo indagato ed esplorato è già un dato. Ma c’è un secondo dato, che riguarda i rapporti tra Buzzi e Delfino, perché uno dice: “Ma, guarda, il fatto che Buzzi sia un personaggio implicato con la strage, tutto sommato, è stato oggetto di tre gradi di giudizio e uno è un giudizio di rinvio, quindi non c’è di sicuro bisogno che arrivi l’Avvocato Ricci a dircelo”, però c’è un’altra circostanza, che questa comunicazione del 21 è una comunicazione comunicazione 1236-97 - 1 Aprile 2008 stessa che, e per per 57 il la gravità credito che della viene Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] attribuito alla comunicazione da Carabinieri, Questura e Prefettura, viene occultata, cioè, non viene pubblicata, su disposizione del Prefetto, che viene poi comunicata al Direttore, Dottor Cecchini, del “Giornale di Brescia” di allora attraverso il Tenente Colonnello Lo Sacco, che era il superiore diretto del Capitano Delfino. E’ proprio in questi giorni che il Capitano Delfino deve andare a testimoniare in Sardegna, spiega alla Corte d’Assise: “Certo, avevo già fatto due o tre rinvii di quella mia testimonianza per impegni di servizio”. Quindi, quando si sa che il 19 Maggio è morto Silvio Ferrari, quando si sa che il 28 Maggio vi sarà una manifestazione, infatti di lì poco viene indetta, il 23 viene indetta, il 24 o 25 la notizia diventa pubblica, il 25 il Capitano Delfino se ne va in Sardegna. Invece di svolgere il suo lavoro con la maggiore attenzione possibile per potere sventare l’eventuale attentato che entro la fine del mese di Maggio dovrebbe realizzarsi, no, lui va a testimoniare in Sardegna. Anche qui si può dire: “Ma perché il Capitano Delfino avrebbe dovuto immaginare che chi aveva scritto la lettera fosse una persona in qualche modo attendibile?”. Diciamo che i suoi superiori l’han creduto. Diciamo che il Prefetto lo ha creduto. Il Capitano Delfino non aveva nessun motivo per crederlo. Benissimo, prendiamo atto di questa possibile valutazione, però è sempre il Capitano Delfino che ci dà un dettaglio che ha una qualche importanza, perché non è soltanto il Conte di Blanchery confidente per far recuperare i quadri che non riesce a piazzare, perché Lavera, ci racconta detentori anche di dell’episodio esplosivo, e ci dei fratelli spiega che è proprio l’episodio dei fratelli Lavera, che avviene poco tempo dopo la strage, nell’estate del 1974, quando Buzzi fa rinvenire l’esplosivo che questi che stavano in Val Trompia 1236-97 - 1 Aprile 2008 occultavano, è proprio 58 quell’episodio che, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] nell’estate del 1974, gli fa pensare che Buzzi sia persona che può avere a che vedere con l’esplosivo e, quindi, attività illecite, non soltanto caratterizzate dal fatto di essere dirette contro il patrimonio, ma magari con qualche significato politico. A questo punto, c’è qualche cosa di particolare, perché il capitano nega, sempre, che Buzzi sia un suo collaboratore, però, alla fine della deposizione, quando viene messo alle strette sul fatto dei fratelli Lavera, dice: “Eh, be’, non è stato un mio collaboratore, ma l’episodio dei fratelli Lavera mi fa pensare che possa essere stato un collaboratore, un confidente, dei miei collaboratori”. neanche Siccome dei l’avrebbero miei detto” aveva detto subordinati, e siccome prima: perché al Nucleo “Non era sennò me Investigativo erano quindici sottufficiali, qualificati, fra l’altro, e lo stesso Capitano Delfino non è certamente l’ultimo degli sprovveduti, allora è lecito pensare che la lettera del 21, che è di Buzzi, e il fatto che Buzzi fosse un confidente dei Carabinieri, non sono cose che vengono a essere note al Capitano Delfino successivamente. Non è soltanto il Tramonte che ci dice di un ruolo di Buzzi, probabilmente noi possiamo immaginare oggi, e sarà tema da approfondire, che questo Buzzi, confidente dei Carabinieri, sia confidente dei Carabinieri sia per la materia, diciamo così, letteraria e artistica, sia per la materia politica, perché lo stesso Buzzi ci ricorda che nei giorni immediatamente successivi alla strage, quando si effettua una perquisizione a casa del defunto Silvio Ferrari, vede comparire, Buzzi, Angiolino Papa con Ugo Bonati, che si fermano davanti alla casa. Buzzi si esibisce in un saluto fascista, perché? Perché, come vi ha ricordato un attimo fa l’Avvocato Vittorini, il Buzzi sarebbe quello che, sulla base dell’intervento di Bonati presso Arcai, 1236-97 - 1 Aprile 2008 59 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] immediatamente si qualifica come persona che si cerca un alibi. E come mai aveva questa idea di potersi cercare un alibi? Non viene forse in mente un parallelo con Maifredi, che, invece, secondo le indagini svolte dalla Procura, questo alibi l’avrebbe avuto o questa protezione, il giorno del 28 Maggio, li avrebbe avuti proprio su disposizione del Capitano Delfino? Io credo che questi siano elementi significativi. Quello che voglio dire è che noi, se dobbiamo ricostruire la vicenda del 28 Maggio, ha ragione Vittorini, noi non cerchiamo una condanna a tutti i costi di tutti gli imputati, noi cerchiamo prima di tutto di capire quali siano state le circostanze approfondite o trascurate. Una delle circostanze indizianti è una condotta così palesemente rivolta al depistaggio delle indagini. Non mi si dica che Delfino era un maresciallo di campagna, pieno di zelo, che allora forza la norma per ottenere una confessione. Delfino è un capitano credo anche che ha fatto la scuola di stato maggiore, con due lauree, che immediatamente direttore del dopo, Centro di nel 1978, è maggiore, controspionaggio in è il Turchia; successivamente collabora con il Colonnello Giovannone in Libano, alla ricerca di luoghi di addestramento delle Brigate Rosse. Non è uno sprovveduto, tuttavia è uno che il 28 Maggio non a Brescia benché ci sia la lettera del 21 presa sul serio da tutti gli altri suoi superiori e, successivamente, è quello che conduce l’indagine in una direzione che è una direzione chiaramente destinata al fallimento, che poi, effettivamente, incontrerà esito del dibattimento. Ma c’è qualche cosa di più, perché, come vi è stato ricordato, il processo contro Ferri aveva anche l’accusa dell’omicidio di Buzzi. Secondo una certa prospettazione accusatoria, messaggio 1236-97 - 1 Aprile 2008 di era Ferri morte quello attraverso 60 che aveva Latini a dato Tuti il e Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Concutelli. Io adesso faccio una domanda, nella mia semplicità di provinciale. C’è un detenuto in carcere, in un processo nel quale è imputato di strage, in un processo nel quale si è dimostrato che lui, la soffiata, l’ha fatta il 21 di Maggio, l’ha fatta perché, ormai, al dibattimento, la perizia sulla macchina da scrivere di Buzzi è stata già effettuata, quindi è già personaggio che non soltanto è contiguo, ma è ricavato delle contiguo a un ambiente informazioni, e dal potrebbe quale essere ha un personaggio un po’ troppo furbo. Alla fine della sua deposizione e proprio nelle ultime righe della deposizione, il Capitano Delfino non dice soltanto che Buzzi è uno che forse all’Ariston ha orecchiato qualcosa e ha pensato di raccontarlo. Dice che, probabilmente, è un confidente di uno dei suoi collaboratori, cioè, un suo confidente. Dire questo di un personaggio come Buzzi, detenuto, vuol dire che quando Buzzi, alla fine del processo di primo grado, sarà trasferito a Novara, il primo giorno si chiuderà in cella, il secondo giorno uscirà all’aria e sarà ucciso da Tuti e Concutelli con il rituale di schiacciargli occhi, che serve per dire: “Ti abbiamo ucciso perché eri confidente”. Il capitano con due lauree ignorava che potessero esserci certi effetti della sua affermazione che Buzzi era un suo confidente? E l’altro personaggio di cui abbiamo parlato prima, cioè, Ugo Bonati, che rimane testimone per tutto il processo e poi, nel momento in cui la Corte pronuncia la sentenza, viene assolto dalla falsa testimonianza, che era l’unico reato che gli veniva contestato, e rimesso al giudizio della Procura della Repubblica di Brescia per l’ipotesi del reato momento di Buzzi strage? era Non stato dimentichiamo condannato che in quel all’ergastolo, Angiolino Papa a undici anni e mezzo, mi pare. Quel 1236-97 - 1 Aprile 2008 61 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Bonati, che durante il dibattimento si era assentato per andare al funerale immediatamente nessuno lo diventato una ripescato guardi un di dai più, zia di era Carabinieri, benché imputato ed da quel strage, fa stato senza che momento sia in tempo a squagliarsi e, da quel giorno, non se ne è più saputo nulla. Buzzi sappiamo con certezza che è stato ucciso, Bonati no, ma, a questo punto, mi sembra che sul piano delle attività di controllo e delle attività di indagine al Capitano Delfino si possa rimproverare qualche cosa di più di una incompetenza che sarebbe difficilissimo rimproverargli. Allora, io credo che questi dati siano i dati e che siano dati incontrovertibili. appoggia Questi l’indagine che sono dal i dati 1997 in sui quali avanti è si stata sviluppata dalla Procura della Repubblica di Brescia. Qui non si tratta di dire che sono farneticazioni quelle di Clara Tognoli. inventa”, perché, ricostruzioni attendibile, Non si tratta guarda fatte delle da di caso, dire: i Tramonte, riunioni che “Tramonte tempi delle ritenuto fonte precedono la strage, coincidono esattamente con la lettera che Buzzi manda al “Giornale di dichiarazioni rapporti Brescia”. di Tramonte all’interno appartenevano Dico dei all’area questo riguardo servizi della a tra perché una serie personaggi eversione di le di che destra corrispondo e alla fine trovano coincidenza proprio nei tempi e nelle condotte processuali di certi personaggi all’interno di questi processi. Perché come Vinciguerra farà il suo esperimento con strage di Peteano lasciando elementi di prova che i Carabinieri disattendono sistematicamente, così, in questo processo, nel processo 319, avverrà, per quelli che erano elementi di indagine disponibili all’Autorità Giudiziaria, che vengano confusi e poi vanificati dall’attività di indagine fatta 1236-97 - 1 Aprile 2008 62 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] spesso in via autonoma proprio dal nostro Capitano Delfino, oggi imputato Francesco Delfino. Per cui, io non credo proprio che si possa dire, come è stato sostenuto, difesa, che secondo in fantasticherie me, con questo di troppo processo personaggi entusiasmo ci di sono poco dalla soltanto conto o le di personaggi scomparsi, magari forzate dalle pressioni di una Capitano Giraudo, elementi che si riducono alla fine alle confidenze di un Tramonte. Le confidenze di un Tramonte sono quelle che potranno essere verificate. Il punto è che, per non seguire la strada di trasformare in un atipico procedimento con rito abbreviato questa udienza, questi sono gli elementi di fatto sui quali l’indagine del 1997 si è appoggiata e ancorata. E’ su questi elementi si deve fare la verifica di quanto dice Tramonte e già un primo esame superficiale ci dimostra che non è una verifica fondata sul niente. Questo significa che, in sede di udienza preliminare, questi elementi sono elementi che ci permettono di dire che la richiesta di verifica dibattimentale è l’unica richiesta che può concludere questa fase del procedimento, perché questi elementi sono domani indiziari elementi (questi sono oggi indiziari, sempre stati anche processi indiziari), ma non sono elementi fondati semplicemente su una prova di confessione riscontrata da altra confessione. Sono elementi che hanno dei fondamenti ben più solidi in situazioni processuali e accertamenti processuali sulla generica, come si diceva una volta, che nel 1974 sono stati fatti e criticati, che ci permettono oggi di dare il significato che viene dato con la richiesta di rinvio a giudizio alle dichiarazioni dei vari chiamanti che sono a fondamento dell’accusa che oggi viene mossa. Per cui io mi associo, con i miei colleghi, alla richiesta di rinvio a giudizio che vi è stata formulata dalla Procura 1236-97 - 1 Aprile 2008 63 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] della Repubblica di Brescia. G.I.P. – DOTT. BENINI: Nessun’altra delle parti civili, allora. Chi degli imputati prende la parola adesso? Ci vediamo fra dieci minuti allora. AVVOCATO DIFENSORE MASCIALINO: Sono l’Avvocato Mascialino e difendo Maurizio Tramonte. Ho ascoltato questa mattina quanto detto dalle parti civili e credo che anche necessario fare di quanto alcune detto i precisazioni, colleghi sia soprattutto per quanto riguarda la questione del giudicato cautelare. Credo sia semplificativo, il collega stesso lo ha sottolineato, dire che il fatto che ci sia un giudicato cautelare che stabilisce che effettivamente Tramonte è attendibile e via dicendo, sia sufficiente per determinare un automatico rinvio a giudizio. Non credo sia questa la strada che si possa perseguire. Credo che in realtà il G.U.P. abbia il dovere di fare un valutazione alla luce di quello che è il pensiero suo, indipendentemente da quello che è quanto già sostenuto da Giudici diversi. Tanto più che poi, in realtà, gli elementi che sono stati sottoposti al G.U.P., a differenza di quanto sostengono le parti civili, sotto alcuni aspetti non sono esattamente gli stessi rispetto a quelli che hanno valutato il Tribunale del Riesame e la Cassazione. Verremmo poi ad esporre anche questo. Per quanto riguarda quanto sostenuto e detto in maniera estremamente suggestiva dall’Avvocato Ricci in relazione alla figura di Buzzi, è indubbiamente da sottolineare che la figura di Buzzi è figura piuttosto controversa, nel senso che agli atti non vi è solo quanto detto dall’Avvocato Ricci in relazione alla figura di Buzzi, ma vi 1236-97 - 1 Aprile 2008 sono anche (questo 64 è già stato detto, ma Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] semplicemente consulenze per o rispondere forse le al perizie collega) addirittura delle relative a quella che è la situazione, diciamo così, mentale di Buzzi stesso. Per cui diciamo che la figura di Buzzi è figura piuttosto controversa ed è difficile farne una valutazione oggi, alla luce poi del fatto che Buzzi non c’è e, quindi, diventa tutto estremamente più complesso. Detto questo, quanto io ha ho ascoltato detto il anche Pubblico con molta Ministero attenzione nell’udienza scorsa. Ho ascoltato quanto ha detto in relazione in modo particolare alla figura di Buzzi. Ho ascoltato anche quanto detto e quanto il Pubblico Ministero ha mosso alla difesa, in maniera, a mio giudizio, anche piuttosto dura sotto alcuni aspetti. Io non voglio portare via molto tempo, io sarò molto breve. Credo che in realtà non sia necessario, anche perché abbiamo già esposto, in sede di discussione, quello che riteniamo sia necessario che il G.U.P. sappia. Semplicemente per chiarezza, credo sia necessario fare delle repliche. Ritengo necessarie delle repliche prima di tutto sul punto che Tramonte sappiamo essere qui non rispondere di un’eventuale appartenenza al movimento di Ordine Nuovo. Tramonte è qui perché deve rispondere, secondo la pubblica accusa, della strage di Piazza della Loggia, e ne risponde, anche questo argomento è già stato affrontato in maniera molto ampia dalla difesa, a titolo di concorso ritenga e morale. abbia qui Sebbene detto il che Pubblico la difesa Ministero non ha ben chiaro questo istituto del concorso morale, io ritengo invece di averlo molto chiaro e ritengo anche di aver esposto tutto quanto ho esposto la volta scorsa non sulla scorta di quella che è la mia idea del concorso morale, ma sulla scorta di quanto è detto e scritto più volte dai illustri giuristi. Quindi, non credo di essere 1236-97 - 1 Aprile 2008 65 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] io l’interprete del concorso morale, ma credo che quanto io ho esposto sia in realtà di altri. Detto questo, non condivido quindi l’assunto del Pubblico Ministero che ritiene che la difesa questo istituto non lo conosca, ma non condivido nemmeno l’altro assunto del Pubblico Ministero, secondo il quale Tramonte concorre nel reato della strage di Brescia perché è stato, secondo il Pubblico Ministero, designato da Maggi quale esecutore della strage. Peraltro, poi, è questo elemento già affrontato, che non intendo affrontare nuovamente, ma elemento che non corrisponde al vero, perché questa designazione in realtà non c’è mai stata. Quindi, non credo che si possa sostenere, così come fa la pubblica accusa, che il concorso di Tramonte stia proprio nel fatto che vi è stata questa designazione, che, ripeto, peraltro non c’è stata, e non credo che si possa dedurre una responsabilità di Maurizio Tramonte nel reato di strage cercando di inserire a tutti i costi Maurizio Tramonte in quello che è il movimento dell’estrema destra di Ordine Nuovo o Ordine Nero che sia, anche perché non è questo il punto. Ripeto, non siamo qui per parlare e per fare il processo a coloro che hanno aderito o meno ad Ordine Nero o Ordine Nuovo, siamo qui per rispondere della strage di Piazza della Loggia. Quindi, quello che in realtà il Pubblico Ministero ha fatto in sede di replica è quello di sottolineare alcune questioni che a suo giudizio avvicinerebbero Maurizio Tramonte all’ambiente eversivo di destra, visto che in sede di discussione si era trovato a dovere ammettere che, sul presunto terrorista Maurizio Tramonte, nulla c’era, se non le famose “cosucce”. Quindi, si trova costretto, in sede di replica, a dover dire alcune cose per cercare a tutti i costi di inserire Maurizio nel mondo dell’eversione, consapevolezza, 1236-97 - 1 Aprile 2008 anche l’accusa, 66 che perché non vi ha è piena persona, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] all’interno dell’intero del movimento della destra estrema, che conosca Maurizio. Quindi, a tutti i costi, ce lo deve inserire e come? Primo fra tutti, lo vuole inserire a tutti i costi a questa famosa riunione di cui parla Affatigato, che è una riunione del 1974 che, devo dire, poco rileva, nel senso che vi fosse o non vi fosse Maurizio Tramonte non è questo il dicendo punto. appunto Ne ha che, parlato forse, a soltanto Affatigato, quella riunione, c’era questa persona, che lui non conosce e che riconosce in realtà in una fotografia. Al verbale di Affatigato, sono allegate delle fotografie di Maurizio Tramonte, credo di non essere fotografia fotografie stata in che allegate negli anni seguire. stabilire di Affatigato Tramonte a grado non anni chi quale riconosce, sono cui ma, di ci anche fosse la le Maurizio soprattutto, diventa effettivamente fosse perché fotografie Settanta, Per capire degli difficile a questa fantomatica riunione. Quindi, la prima cosa che il Pubblico Ministero fa è questa, cioè, cercare dell’eversione di e me inserire lo Tramonte colloca alla nel mondo riunione con Affatigato e non so chi altri. E poi, cosa fa? Sempre per fare in modo che Maurizio Tramonte diventi effettivamente un uomo inserito all’interno del mondo dell’eversione, vuole che Maurizio Tramonte abbia fatto un viaggio a Roma con Romani e con Maggi. Questi sono i due elementi che il Pubblico Ministero sottolinea per fare in modo che Tramonte effettivamente risulti essere persona di una determinata caratura. Io credo che siano effettivamente questi gli argomenti privi di qualsivoglia interesse, cioè, il fatto che Tramonte ci fosse o non ci fosse a un incontro con Affatigato, circostanza 1236-97 - 1 Aprile 2008 che peraltro 67 Tramonte ha sempre negato, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Maurizio Tramonte ha sempre detto di non esserci andato a questo incontro. Indipendentemente da questo, non ha alcuna valenza, è proprio argomento privo di qualsiasi contenuto ed è questa un’espressione che uso in quanto usata dal Pubblico Ministero. Ripeto, Tramonte non è qui per stabilire se fosse o non fosse addentro un determinato ambiente, fosse o non fosse vicino a persone dell’estrema destra, fosse lui stesso all’interno del movimento Ordine Nuovo. Maurizio Tramonte è qui per rispondere di una strage che, a detta della pubblica accusa, sarebbe stata organizzata presso la casa di Romani il 25 di Maggio, ad Abano Terme. Quindi, quello che la Procura deve fare non è cercare di sostenere che Maurizio Tramonte era uomo addentro a Ordine Nero, ma deve dimostrare se Maurizio Tramonte ha una qualche responsabilità in relazione alla strage di Piazza della Loggia che, ripeto, sulla base della ricostruzione della pubblica accusa, sarebbe stata organizzata il 25 Maggio, ad Abano Terme. Per poter dimostrare un qualsivoglia responsabilità di Tramonte, la Procura sta facendo una strada che ritengo sia estremamente difficile, cioè, la Procura sta facendo uno sforzo immane per cercare di dimostrare che Maurizio Tramonte è credibile ed era credibile prima della sua ritrattazione, che tutto ciò che Maurizio Tramonte ha detto prima della sua ritrattazione fosse effettivamente credibile e sia effettivamente credibile. Il lavoro è molto difficile, sostenere questo è estremamente complesso, è estremamente difficile farlo. Io, questo, lo capisco e non soltanto perché Tramonte ha ritrattato, non solo perché quanto da lui raccontato spesso rasenta il ridicolo, questo lo abbiamo detto tutti quanti, solo la Procura omette di dirlo, ma le dichiarazioni di Tramonte spesso sono molto molto vicine al ridicolo, ma anche perché quanto dichiarato da Tramonte spesso cozza 1236-97 - 1 Aprile 2008 68 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] con quelli che sono gli altri elementi raccolti dalla Procura nel corso delle indagini. Inoltre, spesso la pubblica accusa è costretta a buttare a mare, passatemi il termine, Allora, da molte un delle lato, dichiarazioni secondo di l’accusa, Tramonte. quello che racconta Tramonte corrisponde al vero, dall’altro lato, quello che racconta Maurizio Tramonte viene immediatamente eliminato perché non piace a sufficienza o, comunque, non sostiene quella che è la ricostruzione che la pubblica accusa ha fatto o tendenzialmente cerca di fare dell’evento strage Piazza della Loggia. A questo proposito, messo in atto di questo dalla strano pubblica meccanismo accusa, che voglio viene citare proprio le due veline di cui ha parlato il Pubblico Ministero in sede di replica. Il Pubblico Ministero ci ha parlato delle due veline del Sid. Tendiamo conto che, della produzione di Tramonte del Sid, non sono solo queste due veline, ce ne sono molte altre, che non vengono mai prese in considerazione proprio perché effettivamente diciamo che i discorsi che ne vengono affrontati sono privi di qualsiasi interesse. In queste due veline, invece, la pubblica accusa vede interesse particolare e vorrei che le prendessimo in considerazione. La prima è la famosa velina dell’8 Luglio, quella del 1974, è quella velina che viene redatta da Felli sulla scorta di notizie fornite da Tramonte in un arco di tempo estremamente ampio. La seconda è una velina invece successiva ed è del 3 Agosto del 1974. Nella velina dell’8 Luglio del 1974, dal punto 1) al punto 6) della velina si fa riferimento a questo famoso incontro, il 25 Maggio, a casa di Romani, mentre nella velina del 3 Agosto si fa riferimento a un viaggio a Roma di Maggi e Romani da Rauti. Sono giustappunto le cose di cui 1236-97 - 1 Aprile 2008 69 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] parlava il Pubblico Ministero l’udienza scorsa. Si tenga conto che Tramonte è stato escusso dalla Procura circa settanta volte e in molte occasioni ha commentato quello che è il contenuto delle veline dei servizi. Su alcune velini, si è limitato a confermare quanto scritto da Felli sulla scorta delle notizie che lui aveva fornito. In altre occasioni, invece, Tramonte ha dato sfogo a tutta la contenuto sua fantasia, degli episodi snaturando narrati quello da Felli che era il all’interno della velina. L’episodio avvenuto la sera del 25 Maggio, quello che è nella velina del Luglio del 1974, è così descritto: “La sera del 25 di Maggio ci sarebbe stato un incontro, nel corso del quale Maggi rende noto che è in corso la creazione di una nuova organizzazione extra parlamentare di destra, che comprenderà parte degli ex militanti di Ordine Nuovo e che tale organizzazione sarà strutturata in due tronconi, uno clandestino e l’altro palese”. Non c’è alcun accenno alla strage di Piazza della Loggia, per cui, all’interno della velina, l’incontro del 25 Maggio è un incontro nel corso del quale Maggi parla, solo lui, e dice queste cose, dice cioè che vorrebbe creare quella che è una nuova organizzazione costituita di due tronconi, uno palese e l’altro invece clandestino. Su questa velina, interviene poi Maurizio Tramonte, in sede di escussione da parte della pubblica accusa, e invece cosa ne fa? Sulla scorta della sua fantasia, questo incontro diventa la riunione preparatoria della strage di Brescia. Quindi, l’incontro del 25 Maggio, che, se si legge, effettivamente, in maniera obiettiva, la velina del Sid, nulla ha di prodromico alla strage di Brescia, viene a tal punto snaturato da Maurizio Tramonte che diventa la “conditio sine qua non” della strage. Maurizio Tramonte dice: “Quella era la riunione preparatoria”, quando in realtà, 1236-97 - 1 Aprile 2008 nella velina, nulla 70 si dice della strage di Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Piazza della Loggia in relazione a quel famoso incontro del 25 Maggio. La pubblica accusa, quindi, non dà credito al contenuto della velina dal punto 1) al punto 6), cioè, al fatto che Maggi, nel corso dell’incontro con Romani il 25 Maggio, parli semplicemente della creazione di una nuova struttura, ma in questo caso la pubblica accusa cosa fa? Dà credito alla ricostruzione di Tramonte. Ovviamente, è ben più interessante la ricostruzione di Tramonte, perché fa diventare un incontro quella che è la riunione preparatoria. E’ proprio da questa cosa che prende il via il procedimento per il quale siamo qui oggi, cioè, per il fatto che, a un certo punto, Tramonte trasforma una velina del Sid, nella quale non si fa alcun riferimento ad una riunione preparatoria di improvvisamente, strage. Sulla una la scorta strage, che fa diventare di una serie, Tramonte, preparatoria alla probabilmente, di incontri con Giraudo, il fatto che avesse a disposizione delle carte, il fatto che effettivamente ci fosse stata una sorta, diciamo così, di imbocco, a un certo punto questo è quello che nasce. In questo senso, la Procura cosa fa? Ritiene che sia ben più interessante quanto detto da Tramonte rispetto a quanto è nel documento del Sid. Per quanto riguarda invece l’appunto del 3 Agosto del 1974, nel quale si fa riferimento a questo presunto incontro che avverrà a Roma tra Rauti, Maggi e Romani, incontro al quale, secondo la l’appunto, quindi non partecipare anche la nota del secondo fonte Sid che l’appunto, Tritone, ce lo accompagna dovrebbe ha fatto presente il Pubblico Ministero. Da questo fatto, cioè, dal fatto che vi sia una nota che accompagna l’appunto nella quale si dice che Tramonte parteciperà a questo incontro 1236-97 - 1 Aprile 2008 o, comunque, andrà 71 anch’egli a Roma, il Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Pubblico Ministero ne fa discendere proprio il fatto che Tramonte fosse effettivamente persona molto vicina a queste persone. Il fatto stesso che andasse a Roma ad incontrare Rauti, senz’altro, a detta del Pubblico Ministero, è motivo per pensare che fosse uomo di una certa caratura e via dicendo. In questo caso, però, che cosa ha dovuto dirci il Pubblico Ministero? “Dimentichiamoci dell’interpretazione che ci ha dato Tramonte di questa velina”. E qual è l’interpretazione di Tramonte? Tramonte ha detto che lui, a questo incontro, non c’è mai stato e lo ha detto sin dalle prime escussioni, non è che Tramonte, a un certo punto, decide di dire che non c’era. Tramonte ha sempre sostenuto che a questo incontro non c’era stato. Quindi, in questo caso, il Pubblico Ministero cosa prende per buono, cosa piace al Pubblico Ministero? Piace la velina, non piace più quanto detto da Maurizio Tramonte. Il Pubblico Ministero, qui, butta a mare (e ce lo dice lui stesso: “Dimentichiamoci dell’interpretazione di Tramonte”) la dichiarazione di Tramonte, ma prendiamo per buono quello che ci dice il Sid, mentre sulla velina di Luglio buttiamo a mare quello che c’è scritto nella velina stessa e prendiamo per buono quello che ci racconta Maurizio Tramonte. Io capisco il frazionamento, capisco che uno può essere attendibile su una cosa e non sull’altra. Già mi pare una cosa piuttosto insolita, ma pensiamo davvero che si possa scegliere a piacimento quando l’interpretazione è un’interpretazione da tener per buona e quando invece no? Possiamo davvero credere che, quando ci piace quello che dice il dichiarante, va bene e, allora, in questo caso, è attendibile, quando ci piace meno, non va bene 1236-97 - 1 Aprile 2008 72 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] più e, quindi, non si è più attendibili e, quindi, di quella che è l’interpretazione del dichiarante non teniamone nemmeno conto? Mi sembra riduttivo. Mi sembra soprattutto riduttivo in un processo per strage, nel senso che il estremamente processo grave e è il io processo credo che per non un fatto si possa utilizzare indiscriminatamente quello che è il “taglia e incolla”, cioè, “questo mi piace”, “questo non mi piace”, “questo lo tengo”, “questo lo butto”. Credo che soprattutto in un processo come questo, soprattutto in un processo per un fatto così grave non si possa utilizzare questo meccanismo. Se abbiamo un dichiarante e se questo dichiarante lo ritieni attendibile, è attendibile, non è attendibile quando ti può piacere e meno attendibile quando non ti piace più. Quindi, diciamo che anche l’atteggiamento in questi termini pare atteggiamento piuttosto discutibile. Il Pubblico Ministero ha fatto anche presente che la difesa ha male interpretato discussione e, a su volte questo, quanto se detto così è, in sede di ovviamente, si chiede venia e si chieda scusa. Non toglie però tutto questo che non si possa decidere a piacimento quali siano le veline che possano essere interpretate e quali invece debbano dichiarazioni essere sono prese vere e per quali buone, quali dichiarazioni di Tramonte non lo sono più. Non si può indicare quale riscontro alle dichiarazioni di Tramonte le dichiarazioni di Martino Siciliano del 1996, quando la pubblica incidente Martino accusa sa perfettamente probatorio Siciliano dichiarazioni ha stesse. nel 2003, che nel vi corso sostanzialmente Quindi, non si è stato del quale modificato può un portare le a sostegno verbali di dieci anni prima, che poi in realtà sono venuti meno proprio perché, in sede di incidente 1236-97 - 1 Aprile 2008 73 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] probatorio davanti alla Dottoressa Morelli, le cose son ben cambiate. Non si può sostenere, così come fa la pubblica accusa, che l’agenda di Buzzi è riscontro delle dichiarazioni di Tramonte e, anche in questo caso, quando piace, ma in altri casi non lo è più. Per cui cerchiamo di prendere davvero tutto quello che c’è, così come dicono anche le parti civili, ma cerchiamo di vederlo con occhio obbiettivo, però. Non si può prendere solo una parte e l’altra parte buttarla via. Tenga presente il Giudice che l’agenda di Buzzi, almeno non noi, per carenza nostra, ma né il Tribunale del Riesame né la Corte di Cassazione né il G.I.P., a causa della mole di carte (voglio dire, ottocentomila pagine sono tante e nessuno soprattutto aveva all’epoca guardato non digitalizzate), effettivamente il documento, l’agenda di Buzzi agli atti. Nessuno aveva verificato dove fossero queste scritte, la famosa scritta “carte Maggi” apposta su questa agenda. Nessuno aveva guardato che cosa ci fosse scritto oltre a “carte Maggi” nel documento di Buzzi, quindi in tutta l’agenda di Buzzi. E’ proprio su questo argomento che si vuole attirare anche l’attenzione del Giudice, giudicato cautelare (e, problema), teniamo conto perché, ripeto, che non su se è c’è un questo il questo elemento, effettivamente, non vi è mai stata un’attenzione, non è mai stato preso in considerazione, non è mai stato guardato questo documento. Si è preso quanto c’era, poi, in realtà, prendendolo in mano noi per primi, siamo restati estremamente colpiti. Io davvero non posso pensare di aver capito quando il Pubblico Ministero si è espresso dicendo che “Gli elementi introdotti dalla difesa in relazione alla famosa agenda di Buzzi sono elementi privi di contenuto, non hanno nessun 1236-97 - 1 Aprile 2008 contenuto”, così si 74 è espresso il Pubblico Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Ministero. In realtà, poi lui stesso ha dovuto convenire con la difesa e, quindi, ha dovuto dire in questa sede che la famosa nota “carte Maggi”, che doveva essere di riscontro Buzzi alla velina, (episodio abbiamo visto che, che all’episodio insomma, è è diventato della piuttosto difficoltoso tenuta di bizzarro, per tutti esporlo al Giudice), ha però dovuto dire il Pubblico Ministero stesso che questa scritta famosa “carte Maggi” in realtà non è apposta sulla pagina del 16 Giugno, è apposta sulla pagina del 15 Giugno, perché il 16 Giugno, Buzzi, sulla sua agenda, indica che si trovava a Ponte sul Mincio. Però, a detta del Pubblico Ministero, questa cosa non fa alcuna differenza, perché, a suo giudizio, la valenza dell’annotazione non cambia. Secondo noi, in realtà fa un’enorme differenza e la valenza di questa annotazione, a giudizio della difesa, viene del tutto meno, cioè, cambia la questione, non si può poi, anche in questo caso, sostituire un 15 con un 16, un 16 con un 15, a seconda di quello che è l’interesse. L’agenda di Buzzi dice questo. Se c’è questa scritta, questa scritta non è sul 16, ma è sul 15. Il Pubblico Ministero stesso ce ne ha dato atto. A detta del Pubblico contenuto, difesa, Buzzi Ministero, ribadisco, naturalmente, e alla sera è quello sempre relativo del 25 argomento ancora Maggio di nessun portato dalla all’agenda del 1974. di Io, personalmente, ritengo sia argomento di nessun contenuto quello relativo pomeriggio del a 25 come Maggio Buzzi del abbia 1974, trascorso argomento il non introdotto dalla difesa, così credo che non ci sia alcun contenuto nel sapere se Bedont, la gelateria, sia locale angusto, con tavolini all’esterno, all’interno. E’ di nessun contenuto sapere quante volte Buzzi andasse in pizzeria, ma non è certo argomento di nessun contenuto il fatto che, dall’agenda di Buzzi e dalla lettura dei 1236-97 - 1 Aprile 2008 75 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] verbali redatti sulla scorta delle dichiarazioni dello stesso Buzzi, emerga che la sera del 25 Maggio del 1974 questi si trovava in pizzeria a Brescia, con Marco De Amici e non ad Abano Terme, a casa di Romani. In questo caso, il Pubblico Ministero ha risposto dicendo (e, anche qui, non so bene se ho capito, però mi pare di ricordare) che Tramonte avrebbe detto che Buzzi, se era ad Abano Terme il 25 Maggio (ricordiamo che il 25 Maggio è quella che diventa addirittura riunione preparatoria, è quella nella quale Buzzi dovrebbe aver preso l’ordigni, non è un incontro banale per quanto aveva raccontato Tramonte nelle sue prime escussioni), si sarebbe però fermato solo alcuni minuti ad Abano Terme. Sì, certo è che Abano Terme non è attiguo alla Pizzeria Ariston di chilometri Brescia, della Abano città, ce Terme lo è a ricordava circa cento prima anche Vittorini, insomma, le strade non erano esattamente come quelle che abbiamo adesso, uno ci è dovuto arrivare, ha dovuto anche tornare. Il tempo che Buzzi avrebbe dovuto impiegare per andare e tornare ad Abano, fermarsi a casa di Romani, prendere queste borse e via dicendo, non sono poche decine di minuti, parliamoci chiaro. Parliamoci chiaro anche sul fatto che il Pubblico Ministero, qui, ha detto anche che forse, però, Tramonte non ha detto che proprio l’aveva visto (anche su questo, per carità, prendiamolo con le pinze, non c’è la stenotipia), che era lì, quella sera, Buzzi, che forse non era proprio il 25. Allora, io mi domando: c’era o non c’era Ermanno Buzzi il 25 Maggio del 1974 a casa di Romani, ad Abano Terme, secondo la ricostruzione della pubblica accusa? Io ritengo non ci fosse, ed è provato non solo da quanto dico io, ci mancherebbe, ma è provato da quanto c’è agli atti. E’ chiaro che, se Ermanno Buzzi non era a quella riunione il 25 Maggio, è evidente che tutto quello che 1236-97 - 1 Aprile 2008 76 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] ha raccontato Maurizio Tramonte è soltanto frutto della sua fantasia. Quindi, quello che è molto chiaro e quello che abbiamo compreso tutti è che il pomeriggio del 25 Maggio Buzzi era da Bedont, c’è l’ha detto l’agenda, ce l’ha detto il Pubblico Ministero. La difesa indubbiamente ne conviene, anche se non capisce l’importanza della circostanza, ma, così come è vero che Buzzi era da Bedont il pomeriggio, è altrettanto vero, perché lo dice l’agenda, lo dice Buzzi stesso, non lo dice il Pubblico Ministero, che la sera del 25 Maggio Buzzi era in pizzeria, a Brescia, e non ad Abano Terme, a meno che, permettetemi, non avesse il dono dell’ubiquità, a meno che non si ipotizzi che, anche in questo caso, si voglia fare la sostituzione dei giorni e delle annotazioni Buzzi, per cui non era più il 25, era il 26, andava spesso in pizzeria, eccetera, eccetera. Se dobbiamo prendere questa agenda, l’abbiamo presa per presunto riscontro, allora la dobbiamo prendere nella sua totalità. Sennò il Pubblico Ministero mi deve dire che tutto quello che c’è nell’agenda e tutto quello che Buzzi ha raccontato è palesemente falso. Vogliamo dire davvero che questo argomento è privo di qualsiasi contenuto? Io credo di no, credo che sia estremamente importante questo elemento che mai prima era stato valutato, per questo che sostengo che, in realtà, elementi sui quali il Giudice ha delle novità sui valutare ci siano. Mai prima era stato valutato, forse, allora, come sostiene la difesa, anche quanto detto da Tramonte in relazione alla riunione preparatoria, al viaggio a Brescia finalizzato a testare la tenuta di Buzzi, forse, anche in questo caso, bisognerebbe avere il coraggio, passatemi il termine, di tagliarlo, cioè, di dire che effettivamente anche questo non è vero, quindi avere il coraggio di 1236-97 - 1 Aprile 2008 77 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dire che Maurizio Tramonte ha mentito e questa ne è la prova, in realtà, ne è la conferma. L’agenda di Buzzi non è riscontro alle dichiarazioni alla Tramonte. L’agenda di Buzzi è la prova che Tramonte ha raccontato un’infinità di effettivamente Maggio, non menzogne. questo, stiamo Per cioè, parlando cui quello stiamo di che parlando tutto c’è del quello che è 28 è accaduto prima, nei mesi precedenti, di tutto quello che è accaduto nei mesi successivi. Stiamo parlando della ricostruzione di un fatto che dovrebbe avere avuto un inizio al 25, una riunione preparatoria nel corso della quale vengono consegnate delle borse, dopodichè ci sarebbe stata la strage, dopodichè ci sarebbe stata la tenuta di Buzzi. E’ evidente che, nel momento in cui vi è prova - e vi è prova al fascicolo – che Buzzi non era alla riunione recuperare le preparatoria, borse, Buzzi Buzzi non ha non avuto ha potuto alcun ruolo all’interno di questa questione, è evidente quindi che Maurizio Tramonte menta e abbia sempre mentito. Io credo quindi che non vi siano gli elementi, lo ribadisco e l’ho già detto, per rinviare Maurizio Tramonte a giudizio. AVVOCATO DIFENSORE LUPONIO: Avvocato Luponio, per la difesa di Francesco Delfino. Signor Giudice, della vorrei parte fare civile, da un breve ultimo, cenno all’intervento l’Avvocato Ricci, il quale, esordendo secondo cui le difese avrebbero operato una sorta di svalutazione del Capitano Giraudo, le ha rappresentato un’ipotesi storica che non vorrei definire suggestiva. Ha parlato di Pian del Rascino, di Esposti, di Palinuro, del Capitano D’Ovidio, che porterebbero poi a Brescia, dove si è celebrato il processo M.A.R. e dove è avvenuta la morte di Silvio Ferrari. Questo discorso, secondo me, rimane un’ipotesi storica, ma non 1236-97 - 1 Aprile 2008 78 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] ha alcun contatto diretto, alcun elemento in comune con il fatto di cui occupiamo oggi, tranne quello che dirò dopo a proposito del processo M.A.R., su cui la pubblica accusa si è diffusa a lungo. Ora, si parla anche indirizzata al di una lettera “Giornale di che sarebbe Brescia” il 21 stata Maggio, lettera che non sarebbe stata pubblicata per ordine del Colonnello Lo Sacco, se ho ben capito, e poi si tira in ballo Delfino. Se il divieto lo ha imposto il Colonnello Lo Sacco, non si comprende perché circostanza. Si Delfino passa dovesse poi a sapere sospettare, questa questo è un sospetto bello e buono per come è stato rappresentato, che Delfino si sia allontanato volontariamente da Brescia il 25 Maggio del 1974 per andare a testimoniare in Corte di Assise in Sardegna. Ma, mi domando, come è possibile ipotizzare che un ufficiale vada a testimoniare organizzando una Corte d’Assise? Evidentemente, come c’era testimone una Corte d’Assise Delfino, il quale, che doveva lo hanno sentire detto a chiare lettere e mi pare che sia anche pacifico, era la terza volta che non si presentava e, quindi, era opportuno che si presentasse, anche perché non andava a testimoniare per un furto di pecore, ma credo che andasse a testimoniare per sequestri di persona che lui aveva seguito quando era in Sardegna. Quindi, sospettare che Delfino si sia allontanato volontariamente da Brescia, mi sembra, chiamiamola così, un’ipotesi storica, un’ipotesi che è stata scritta su giornali, su Internet dove si scrive di tutto e di più, ma, nelle aule di giustizia, noi non possiamo pensare, come egregiamente hanno detto altri difensori, di fare il processo alla storia, il processo ai processi o il processo alla vita di una persona, come pure si è ipotizzato. 1236-97 - 1 Aprile 2008 79 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Credo che la conclusione di questo discorso dell’intervento della parte civile dovrebbe essere quello che Delfino, siccome era il comandante del Nucleo investigativo, non poteva non sapere tutto quello che avveniva intorno a lui. Io potrei rispondere che Delfino, risulta dalle carte, il 20 Maggio era impegnato ad arrestare tutti quelli del M.A.R. e credo che fossero decine e decine. In particolare, glielo il ricorderò 20 Maggio, dopo, lo signor riferirà Giudice, Tartaglia, era impegnato proprio qui a Collebeato ad arrestare Tartaglia. Conclude, la parte civile, dicendo, questo è legittimo, noi condividiamo l’aspirazione di arrivare finalmente alla verità, ma il problema in sede di udienza preliminare è sempre lo stesso ed è piuttosto limitato, bisogna stabilire la sostenibilità in giudizio degli elementi che il Pubblico Ministero le ha fornito. Devo respingere come quasi offensiva la insinuazione secondo cui il Delfino dell’omicidio di sarebbe Buzzi, addirittura perché avrebbe il mandante dichiarato in aula che era il suo confidente e questa dichiarazione sarebbe la campana per la condanna a morte di Buzzi. Mi sembra un’ipotesi piuttosto offensiva, dal momento che la stessa dell’ufficiale parte civile Generale richiama Delfino, il la quale carriera è arrivato fino a Generale di divisione, fu promosso per meriti speciali, questo è pacifico, da capitano a maggiore superando duecentocinquanta più anziani di lui, proprio il processo M.A.R. Questo a dimostrazione della pregevole opera compiuta e persino (mi sono permesso di produrle il libretto matricolare dell’ufficiale) venne insignito della medaglia d’argento. Ora, un breve inciso di pochi secondi. Le medaglie d’argento non è che vengono conferite così, c’è una proposta del Comandante Generale dell’Arma, che va da un comitato da Ministri, cui fanno parte il Ministro della Difesa, il Ministro 1236-97 - 1 Aprile 2008 80 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dell’Interno, altri Ministri, e loro decidono se e quale medaglia attribuire. insignito della Quindi, medaglia il Delfino d’argento per è la stato vicenda M.A.R., che è una vicenda che oggi la si vuole guardare in maniera diversa, ma non è così. La storia ci dice che, con l’operazione cosiddetta “basilico”, su cui mi diffonderò un po’ dopo, Delfino aveva ben lavorato. Ora vorrei passare alla difesa di Delfino. Devo riproporle, signor Giudice, una questione che avevamo già proposto in sede di genericità prima del udienza capo di e, cioè, imputazione, l’eccezione che non è di senza conseguenze. Noi sappiamo che l’articolo 417 impone la enunciazione, dice il Codice, in forma chiara e precisa della imputazione, a differenza di quello che dice la norma precedente, il 415 bis, dove si parla di sommaria enunciazione del conclusione delle fatto, quindi, indagini, con basta l’avviso la di sommaria enunciazione del fatto. Con il 417, invece, la legge impone al Pubblico Ministero di esporre l’imputazione in maniera chiara e precisa. L’imputazione noi conosciamo bene qual è, quella che attinge Delfino, è di “avere partecipato a riunioni nelle quali l’attentato veniva organizzato e, comunque, non impedendo, quale ufficiale dei Carabinieri, che lo stesso venisse portato a compimento”. Questo è il capo di imputazione che attinge Delfino. Con ciò stesso, ci darebbe, secondo le versioni, una figura centrale o una posizione marginale. In ogni caso, io voglio dire, questa imputazione, così come formulata, è eccessivamente generica e sicuramente lede il diritto di difesa. Faccio un piccolo esempio. Se il Pubblico Ministero ci avesse detto a quali riunioni il Delfino avesse partecipato, il Delfino avrebbe potuto procurarsi un alibi e dire, la riunione del 16 Maggio, in ipotesi, “Io, il 16 Maggio, ero in servizio”, in qualche posto; il 20 Maggio: “Il 20 Maggio risulta dagli 1236-97 - 1 Aprile 2008 81 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] atti che io stavo eseguendo il mandato di cattura emesso dal Giudice Arcai nei confronti di Ezio Tartaglia”. Qual è l’ulteriore conseguenza? Che, se io posso presentare un alibi sicuro, posso accedere anche al giudizio abbreviato. Perché mi devo sobbarcare ad un giudizio costoso, eventuale, faticoso, quando a un io dibattimento sono sicuro, in lungo, base a quella precisa imputazione, di poter dimostrare, anche se non sono onerato, che, a quella riunione, io, sicuramente, non ho partecipato. Vi è anche da dire, poi, che, di queste riunioni, a partire dal 1969 a scendere fino al 1974, io ne ho sentite di decine e decine, a quali riunioni avrebbe partecipato il Delfino? Né si può pensare di formulare un capo di imputazione cosiddetto “per relationem” in relazione a quello che diranno i vari dichiaranti, i vari Tramonte e quant’altri. Il capo d’imputazione dev’essere enunciato in forma chiara e precisa. Ricordo anche che ella, signor Giudice, respinse questa eccezione dicendo: “Il Pubblico Ministero ha facoltà, eventualmente, nel corso dell’udienza preliminare, di modificare, di integrare il capo d’imputazione”. Questo non è stato fatto, il capo d’imputazione è rimasto quello che è. Quindi, sotto questo profilo, sotto questo primo aspetto, sentenza di trasmissione l’alternativa non luogo degli atti a al potrebbe procedere, Pubblico essere ovvero Ministero una la perché formuli la imputazione in modo esaustivo. Mi permetto di ricordare che c’è giurisprudenza contrastante sul punto, perché una prima giurisprudenza parlava di abnormità del provvedimento Pubblico del G.U.P. Ministero, che restituisce mentre, più di gli atti al recente, per la verità, perché provvedesse il Pubblico Ministero alla insufficiente 1236-97 - 1 Aprile 2008 formulazione, 82 però, più di recente, ho Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] trovato una Cassazione Ministero Cassazione del Ottobre 2003, 3 contro Stefanelli, 2003, in che precisamente processo dà la Pubblico questa seguente massima: “A seguito della modifica del 417, ex articolo 18, Legge 479 del 1999, è legittima la dichiarazione di nullità della richiesta di rinvio a giudizio per imprecisa formulazione della imputazione e non è abnorme l’ordine di trasmissione degli atti al Pubblico Ministero”. Per concludere su questo punto, ricordo anche noi, la nullità, l’abbiamo tempestivamente formulata, perché si tratta di una nullità a regime intermedio e, quindi, l’abbiamo fatta nel momento in cui la potevamo fare, cioè, nella prima occasione utile, alla prima udienza dinanzi alla Signoria Vostra. Per questo motivo, su questo punto, anche se non è contenuto specificamente nella memoria che io e il collega Forzani intendiamo però che depositarle, a verbale una memoria risultasse difensiva, questa nostra vorrei prima eccezione. Passiamo ora al merito degli elementi di accusa che la Procura ritiene di avere nei confronti di Delfino, sempre nell’ottica, cercherò di non allontanarmi mai da questo problema, da questo interrogativo, e, cioè, se questi elementi siano validi per sostenere una eventuale accusa in giudizio. Questo è il tema che dobbiamo trattare, cercando troppo di nei non allontanarci troppo, dettagli e nei di non particolari, scendere perché il processo, sappiamo, è enorme, sono ottocentomila pagine, ma devo dire che a Delfino non sono dedicate molte di queste ottocentomila pagine. Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo concentrato in poche centinaia le pagine che riguardano Delfino. Nella requisitoria, il Pubblico Ministero ha così illustrato le fonti di prova a carico di Delfino. Devo ricordare 1236-97 - 1 Aprile 2008 83 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] che, nel 2002, il Delfino venne interrogato dai Pubblici Ministeri e, in quella occasione, gli furono evidenziate le fonti di prova. Sono esattamente le stesse fonti di prova di oggi, tant’è che noi confidavamo, speravamo, ci eravamo forse illusi, in una archiviazione della posizione di Delfino, perché? Anche perché, per quanto riguarda lui, non è stato fatto alcun atto istruttorio. Per esempio, ricordo che, dopo la famosa storiella di Alberto, il fantomatico Alberto referente di Tramonte per anni anni e anni, finalmente Alberto viene identificato con Lelio Distasio, la Procura dispone un confronto. Quella è l’occasione in cui Tramonte getta la maschera e dice: “Non è vero, non è lui Alberto”, tant’è che poi Tramonte è stato indagato di calunnia nei confronti del Distasio. Perché lo stesso strumento non è stato utilizzato per Delfino? Dal momento che racconta) Tramonte di racconta avere (poi riconosciuto vedremo in quando televisione lo il soggetto che lui aveva visto venti o venticinque anni prima. A parte che ricordare la figura di un soggetto visto venticinque veramente ci vuole anni prima, una memoria per pochi storica, minuti, tant’è che, evidenzio questa contraddizione, il Pubblico Ministero, in sede di replica, quando ha parlato della memoria di Tramonte, Luigi, memoria ha non si così ricordare detto: la può “Per quanto pretendere sviluppata da immagine”, riguarda che Tramonte ricordare però, i il come mestrini, abbia vialetto, diceva una da anche l’Avvocato Mascialino, quando conviene, Tramonte ha una buona memoria, quando non conviene, la memoria non ce l’ha più. Ed allora, Tramonte. Le fonti di prova nei confronti di Delfino possono essere divise in due gruppi. Il primo gruppo comprende Tramonte e Tonoli. 1236-97 - 1 Aprile 2008 Il secondo gruppo 84 comprende i pentiti di Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] ndrangheta, perché Delfino è calabrese, quindi bisogna rivolgersi all’ndrangheta, non ci si può rivolgere alla mafia. Fosse stato siciliano, ci si rivolgeva alla mafia, ma di questo ne parleremo dopo. Per quanto riguarda Tramonte, signor Giudice, sulla inattendibilità, sulla credibilità, sulla inconsistenza soggettiva od oggettiva, è stato già detto molto e io non mi dilungo su questo argomento. Meglio di me, forse lo ha trattato l’Avvocato Pellegrini, che parlato qualche udienza fa. Quello che mi limito a ricordare, è che il G.I.P. differenza Morelli di poi quello non che è stato smentito, sostengono i a Pubblici Ministeri, dal Tribunale del Riesame o dalla Cassazione, almeno per quanto riguarda la posizione di Delfino. Quando il G.I.P. Morelli ha usato l’espressione “rasenta il ridicolo”, questa espressione è stata usata con particolare riferimento, con specifico riferimento, alla figura di Francesco Delfino. Il G.I.P. Morelli ha fatto un discorso sapeva di molto Buzzi, semplice. sapeva di Tramonte Delfino, sapeva però tutto, Delfino e Buzzi, tra di loro, non sapevano niente. Quando poi il Pubblico Ministero ha chiesto spiegazioni di questa incongruenza al Tramonte, il Tramonte ha aumentato la sua posizione ridicola di dichiarante perché ha detto: “Le cellule erano a rigida compartimentazione e, quindi, l’uno non sapeva chi era l’altro”, mentre lui sapeva tutto di tutti. Le ricordo anche le varie incongruenze, le varie falsità, del Tramonte con riguardo ad Alberto, che poi non esiste, Luigi, neppure esiste. Ma l’elemento fondamentale l’attenzione, discrasia, anche forse è su su cui Felli e bene dire vogliamo Maletti, qualcosa. su Il puntare questa Pubblico Ministero sostiene che la fonte Tritone non era poi così negativa, come il Felli ha sempre raccontato, perché? Perché 1236-97 - 1 Aprile 2008 il Generale Maletti, 85 invece, ne aveva parlato Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] come una fonte insostenibile, buona. perché Mi sembra Maletti, Tritone, un argomento non l’ha mai visto. Maletti dice quello che qualcuno gli ha detto, qualche capo servizio, qualcun altro, ma chi gestiva la fonte Tritone era Felli, lui aveva i contatti diretti e quotidiani con la fonte Tritone, cioè, con Tramonte. Si può ricordare tutto quello che dice Felli. Felli dice delle cose molto interessanti: “Feci conoscere il Tramonte al mio direttore, anche perché è una fonte che avanzava questo, spesso di avanzato richieste Tramonte, richieste di perché di denaro”. anche denaro, solo Vecchio qui a che vizio, Brescia ha all’epoca si accontentava di 60 mila Lire al mese, qua mi pare che chiese centinaia e centinaia di milioni. “Ricordo che il Tramonte era una persona che dichiarava e mostrava molto timore che qualcuno del suo ambiente venisse a sapere della sua collaborazione con noi. E’ facile comprendere che, con un soggetto con questo tipo di remore, non si poteva pretendere una collaborazione di alto contatti Tramonte, livello”. Se quotidiani come si lo e fa dice diretti a Felli, per rivalutare che ha qualche la avuto anno fonte con Tramonte perché Maletti ha scritto un qualcosa senza conoscere la fonte? Ma, ancora di più, quando viene chiesto a Felli, che risponde ai R.O.S. su delega della Procura di Brescia, quando è finito il rapporto tra Felli e Tramonte, Felli risponde: “Lo sganciamento avvenne su sollecitazione del mio direttore, alla luce delle limitate potenzialità e del profitto dell’informatore. l’impressione che io ebbi Tengo delle a precisare notizie che che Tramonte forniva è che le stesse non fossero di prima mano, nel senso che, secondo me, lui non aveva un accesso diretto nelle situazioni che a noi interessava sviluppare, ma che le 1236-97 - 1 Aprile 2008 raccogliesse da 86 altri militanti e poi le Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] ricomponesse in un suo collage al fine di ottenere un compenso”. Questa è la verità. Felli ha detto esattamente la verità ed è tanto vero che questo Tramonte, quando ha iniziato le sue dichiarazioni stesso modo, a Brescia, vendeva si è comportato dichiarazioni, nello pretendeva un programma di protezione. Io ho letto da qualche parte che chiedeva accontentava una di fideiussione 300-400 di milioni, miliardi, poi poi voleva si cambiare identità. Questo è Tramonte, questa è la fonte Tritone, quindi, sulla credibilità intrinseca, quando lui riferisce cose apprese da altri. E’ esattamente quello che è avvenuto per Delfino, perché, in quei famosi tre incontri di cui la Procura riferisce a proposito di Delfino, Tramonte avrebbe parlato che Delfino ha partecipato a un incontro con tale Riello, ad un altro incontro, e poi avrebbe appreso da Maggi e da altri che avrebbe partecipato ad una riunione. Questi, questo, anche con riferimento a quello che ho detto sul capo di imputazione, Delfino avrebbe partecipato, secondo il dichiarante, ad una riunione, gli altri due sono incontri, non sono riunioni, con Riello si è incontrato per pochi minuti. A proposito della identificabilità del Delfino, ricordo che Tramonte dichiara che lui era a distanza, lui non ha partecipato, secondo il suo narrato, all’incontro Riello-Delfino, ma si è limitato ad accompagnare Riello a questo incontro e si è mantenuto a debita distanza. Che cosa accade in seguito? Accade che, nel dalla 1998, Procura quando di Tramonte Brescia già era stato decine ascoltato di volte, improvvisamente lui fa comparire sulla scena il Generale Delfino e come lo fa? Qui è importante, 1236-97 - 1 Aprile 2008 signor Giudice, 87 dobbiamo leggere questo Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] documento, perché, quando si parla di svalutare l’opera di Giraudo, io non svaluto l’opera di nessuno, ciascuno fa il suo mestiere come meglio ritiene che lo faccia, però c’è un incontro, c’è la registrazione, non so che valenza processuale possa avere questo, comunque è una trascrizione integrale delle parte di interesse di una conversazione avvenuta il 9 Maggio 1998 nell’Aeroporto di Roma Fiumicino fra il Capitano Giraudo e Tramonte Maurizio. 9 Maggio 1998, il Generale Delfino, purtroppo, era stato attinto da misura cautelare in carcere per la vicenda Soffiantini e, quindi, Giraudo ritiene sia giunto il momento che Tramonte collabori in maniera più efficace. Giraudo inizia questo discorso, poi ci sono gli “omissis”, non sappiamo perché e negli “omissis” che cosa c’è scritto, vorremmo saperlo. La Procura ce l’ha consegnato così nelle carte. C’è una prima frase di Giraudo che dice: “E’ nuovamente in carcere”. Tramonte risponde: “Dici tu che è in carcere, lui, però…” e poi frasi incomprensibili. Ma quello che è un po’ inquietante è che Tramonte quasi si sottrae a questa insistenza, a questo incalzare, di Giraudo e gli dice: “Capisci, Massimo (perché tra loro c’era una notevole confidenza), non è che, arrestando lui, avete risolto il problema”; poi aggiunge: “Lui è potente, eh, il fratello, Don Antonio, lavora ancora là”. E Giraudo, con scarso senso, ché non credo che Giraudo abbia avuto mai l’occasione di conoscere il fratello di Francesco Delfino, Antonio Delfino, che è un giornalista, preside di un istituto di Bovalino, persona stimata, incensurata, però, secondo Giraudo, “è un giornalista scemo, lui”, questo dice Giraudo. “Non ti preoccupare di Antonio Delfino, perché Antonio Delfino è un giornalista scemo”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 88 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Poi Tramonte, sulle insistenze pressanti, continue di Giraudo, a un certo punto risponde: “Senti, voglio dirti, se io dico… se io lo dico che ho visto il Capitano Delfino, lo dico io, se lo dice Arturo… se lo dice Arturo, è la mia parola contro quella di un ufficiale dell’Arma”, e per Arturo credo che si riferisca ad Arturo Francesconi Sartori che, inquisito, indagato, in un primo momento, poi è uscito dalle indagini. Le difese hanno sollecitato di sapere perché tutti questi soggetti indagati in un primo momento sono usciti, la Procura, come è suo diritto, non ce l’ha voluto far sapere. Giraudo dà una spiegazione iniziale resistenza fatto verbali, i e non di gli questa dice: pensavamo sua, “Noi, che chiamiamola, quando tu abbiamo toppavi, caro Tramonte, (quindi avrebbe toppato in qualche occasione). Francesconi Sartori, noi sappiamo quella cosetta lì e nient’altro. Nessuno ti ha chiesto abitudini di vita e altro, cose che ci potevano servire per lavorare, e lì quello è rimasto così, cioè, purtroppo, nessuno ti ha fatto domande”, cioè, nessuno ti ha portato a fare nome e cognome. Poi si parla di quell’altro Franco, che sarebbe il segretario del gobbo, sai, quanto Pecorelli, l’evangelista. ha su parlato, tutto. Giraudo quanto Lo commenta: ha andavano dato a “Quello, una mano su interrogare in barella, non te lo ricordi in telegiornale?”. Ecco, siamo arrivati al punto fondamentale. Qui, signor Giudice, è Giraudo che parla, non è Tramonte, e Giraudo dice, in questa conversazione, “La cosa clou è la riunione”. Tramonte non ha parlato di riunione fino a questo punto, Tramonte ha solo detto: “Io non voglio parlare di Delfino, perché non so che dire Delfino. Fatelo dire a qualcun altro, fatelo dire da Francesconi. Se lo dice anche Arturo Francesconi, lo dico pure io”. “La cosa clou – dice Giraudo – è la riunione, cioè, se lui non 1236-97 - 1 Aprile 2008 89 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] c’è alla riunione, se quello che c’era è morto e quella cosa clou gliel’ho detto, il riscontro dev’essere obiettivo, cioè, sennò, un domani, riscontreremmo che il luogo che lui ci dice non esiste, ebbene la difesa dirà…”. Signor Giudice, la legga lei la frase quando vedrà questo piuttosto documento, scurrile che perché io, in qui c’è aula, una frase la voglio non ripetere. In sostanza, da questo documento, 1998, Tramonte non ha mai parlato di Delfino, è la prima volta che Giraudo e Tramonte si confrontano su questo argomento e si capisce chiaramente che Giraudo insiste perché Tramonte faccia il nome di Delfino. Si capisce perché, nella ulteriore pagina, Tramonte dice: “Io non posso parlare del generale se non ho… Io non posso parlare del generale” e Giraudo, sempre con il suo stile: “Adesso non è più generale, adesso è un detenuto, è un detenuto come un altro”. Mi limito a registrare, signor Giudice, che in quel momento cautelare, il non Generale era ancora Delfino stato era in custodia condannato in via definitiva, quindi un capitano dei Carabinieri che si permette che un generale di divisione è un detenuto come un altro, lascio a lei ogni valutazione e ogni commento. Ecco come entra Delfino in questo processo. Delfino, in questo processo, è stato indotto dalle pressioni che Giraudo ha fatto e che conversazione risultano registrata documentate il 9 in Maggio questa del 1998 all’Aeroporto di Fiumicino. Tuttavia, tutto quello che poi, successivamente, Tramonte ha raccontato di Delfino nasce sempre da questa, questa è la radice consenta a di quell’alberello Tramonte di che arricchire poi il spunta quadro. e che Non ho bisogno di ricordarle, lei lo vedrà, che spesso Tramonte aveva dei chiamiamoli 1236-97 - 1 Aprile 2008 contatti, così, con dei colloqui Giraudo 90 o prima investigativi, o dopo gli Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] interrogatori. Ho una relazione di servizio di Giraudo del 21 Maggio 1997, dove si parla per la prima volta dell’episodio secondo cui Tramonte e l’inesistente Luigi sarebbero stati inviati ad incontrare Buzzi per sapere di chi fosse il confidente. Questa relazione esordisce dicendo che “I sottoscritti Capitano Giraudo e Maresciallo Botticelli, dietro l’autorizzazione verbale del Dottor di Martino e del Dottor Piantoni, consumarono con una cena con il signor Tramonte Maurizio tesa a fornirgli sostegno verbalizzazione”. usata e, psicologico Questa da è questa, la dopo l’impegnativa metodologia deriva, secondo che viene noi, la inattendibilità generale del Tramonte, almeno per quanto riguarda la posizione specifica di Delfino. Poi parleremo brevemente dell’altra fonte, Tonoli e dei pentiti d’ndrangheta. Alla fine del discorso generale, la Procura dice: “Comunque, nonostante la ritrattazione, al dibattimento dobbiamo andarci, perché gli elementi sarebbero sufficienti e poi Tramonte deciderà lui che cosa fare”. Noi ci affidiamo tutti a Tramonte, a questo punto, il processo si regge sulle bizze, sulle fantasie o sulle voglie di Tramonte. Ma che cosa potrebbe succedere al processo, questa speranza che la Procura coltiva in ordine all’atteggiamento di Tramonte? Tramonte può fare ben poco al processo, può rifiutare di rispondere e il discorso è finito. Se Tramonte rifiuta di rispondere, il discorso complessivo è finito e Tramonte ha diritto di rifiutarsi di rispondere. Seconda ipotesi, Tramonte risponde e conferma la ritrattazione. Ora, si potrà dire tutto quello che si vuole sul valore della ritrattazione, se è valida, non è valida, fatto sta che, se Tramonte conferma ancora una volta la ritrattazione, la Corte d’Assise si troverà ad affrontare il problema se, in base alla inconsistenza, 1236-97 - 1 Aprile 2008 91 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] inefficacia, della ritrattazione, possa condannare per strage uno o più soggetti. Oppure Tramonte potrebbe anche ritrattare la ritrattazione. A questo punto, mi domando, ma che credibilità potrebbe avere un soggetto che prima afferma, poi ritratta, poi conferma, poi ritratta d’Assise dovrebbe, capricci, sulle la ritrattazione? chissà, bizze, non forse so La Corte appiattirsi come definirli, sui di un soggetto che, giorno dopo giorno, cambia atteggiamento e idea. Questo per quanto riguarda Tramonte, tutto qui, di Tramonte non c’è altro. La Procura poi prosegue e dice: “Sì, ma, oltre a Tramonte, c’è un’altra fonte, che è la Tonoli Clara”. Sulla base delle dichiarazioni della Tonoli Clara, si tenta di dare al rapporto tra Delfino e Maifredi un connotato diverso da quello che, nell’ambito del processo M.A.R., è stato accertato, oltre tutto in via definitiva. Nella nostra memoria, non gliela ripeto, noi abbiamo riportato fedelmente definito parte il della processo sentenza della M.A.R., nella Cassazione quale viene ha detto come è nata l’operazione basilico, come si è sviluppata e come è stata accertata in sede processuale da parte della Corte di Assise d’Appello. La Cassazione la riporta pari pari. Lì non è affatto detto che i rapporti fra Delfino e Maifredi erano diversi da quelli che sono stati accertati all’esito di un processo che immagino piuttosto lungo e complesso. E’ certo che i rapporti tra Delfino e Maifredi iniziarono nell’Autunno 1973, allorché Maifredi decise, autonomamente, di svincolarsi o tentare di svincolarsi da questa organizzazione e di proporsi al Delfino come collaboratore. Questo è quello che è stato accertato dalla sentenza. La Procura, nel tentativo di dare a questo rapporto una diversa collocazione storica, si rifà alle dichiarazioni 1236-97 - 1 Aprile 2008 92 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] della Tonoli e sostiene che la Tonoli, nell’ambito del processo M.A.R., avrebbe detto che i rapporti risalivano al 1972 e non al 1973. Non è vero. Mi scusi se lo dico così seccamente e brutalmente, non è vero. Noi, oltre la memoria, ci allegarle Procura un degli richiamato in specificamente processuali dibattimento, Tonoli, permessi, estratto ha riguardano atti siamo già non per atti sede la sua processuali di innanzitutto, atti ha di che requisitoria posizione facenti parte sono comodità, Delfino. del dichiarato che Sono fascicolo processuali di che del altri. i la La rapporti Maifredi – Delfino avvennero, la conoscenza, “molti mesi prima dell’arresto L’arresto dei dei ragazzi, ragazzi”, si testuali intendeva gli parole. imputati del M.A.R., è avvenuto pacificamente il 9 Marzo del 1974, “molti mesi prima” significa cinque, sei, sette mesi prima, non di più, perché, se superiamo i dieci mesi, la Tonoli, che sa parlare in italiano, avrebbe detto un anno prima, un anno e mezzo prima. Quindi, non è vero che la Tonoli ha collocato la conoscenza nel 1972. La Tonoli l’ha collocata molti mesi prima del Marzo 1974 e siamo sempre all’Autunno del 1973. La Procura dice, ancora, che, a seguito di questo inizio di rapporto Delfino-Maifredi, improvvisamente, Maifredi comincia a manifestare grande disponibilità di denaro e nasce questo rapporto tra l’allora Capitano Delfino e Maifredi. Anche qui, dobbiamo leggere quello che ha detto la Tonoli, questa volta lo ha detto alla Procura di Brescia, non l’ha detto al processo M.A.R. Ha detto: “Ho vissuto con Maifredi per circa otto anni, dal ’67 sino al ’74. dall’inizio Il molto nostro tenore elevato. Non di vita ho mai è stato saputo sin quanto guadagnasse”, eccetera. “Negli otto anni della mia convivenza, il nostro tenore di vita è stato uniformemente elevato”, quindi come si fa, 1236-97 - 1 Aprile 2008 93 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] oggi, a dire Delfino, che, non appena improvvisamente, Maifredi ha ha conosciuto manifestato grandi disponibilità di denaro? Lo dice la Tonoli, a verbale, 11 Giugno 1994. Poi la Procura, ancora, cerca di dare, sempre al rapporto Maifredi-Delfino, una configurazione diversa da quella che invece è stata consacrata e cristallizzata nel processo M.A.R. e, addirittura, chiama a conforto tale Ezio Tartaglia, di cui dirò dopo. Quindi, conclude la Procura: “Il racconto della donna ci consente di formulare un’ipotesi molto diversa su questi rapporti fra Maifredi e Delfino”. Abbiamo già detto che non può essere così, perché la stessa Tonoli, a questi rapporti, ha dato parlato una di configurazione grande affatto disponibilità di diversa. Non ha denaro, non ha parlato di rapporto iniziato nel 1972 ma iniziato nel 1973, come è stato accertato nel processo M.A.R. Poi la Procura, ma qui non me la sento di fare ulteriori commenti, perché si dice che, dal punto di vista processuale, la vicenda del M.A.R. presenta dei punti molto oscuri. Io l’ho letta la sentenza del M.A.R., la sentenza, come tutte le sentenze, accerta una realtà processuale, la verità vera, quella, la possiamo sapere solo quando andremo chissà dove. La sentenza M.A.R. ha accertato quella organizzazione aveva commesso determinati gravi delitti e sono state irrogate delle pene piuttosto consistenti. Ora, dire che la vicenda presenta punti oscuri, non vedo quale collegamento possa avere con Inoltre, si l’indagine dà di cui addirittura ci dobbiamo occupare. un’interpretazione che è difforme da quello che la sentenza ha accertato, perché qualcuno avrebbe favorito il trasporto di esplosivo che avrebbe dovuto, in cambio, fornire delle armi all’organizzazione del M.A.R. Ci sono punti estremamente oscuri sull’origine di questo esplosivo. Signor Giudice, 1236-97 - 1 Aprile 2008 94 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] io mi permetto di dire che c’è un istituto nel nostro Codice che si chiama revisione. Chi ha interesse e diritto fa la revisione del processo M.A.R. e dirà che il processo M.A.R. non è stato accertato correttamente, perché l’esplosivo non era come hanno detto i Giudici fino alla Quindi, Cassazione, fare qui improduttivo, ma era delle peraltro, una situazione asserzioni diversa. mi sembra della per la stessa ipotesi rapporti tra questa operazione Procura. Altri punti oscuri Delfino e sui la conoscenza che ne aveva di l’Autorità Giudiziaria. Non è vero. Non è vero, perché noi abbiamo riportato la sentenza della Cassazione e la sentenza della Cassazione, ricostruendo il fatto, ha detto che Delfino aveva informato l’Autorità Giudiziaria, che il Pubblico Ministero aveva disposto delle intercettazioni, il Giudice Istruttore aveva emesso dei mandati di cattura. Come si fa a dire che l’Autorità Giudiziaria non era informata? Ma Delfino, veramente, era questo onnipotente che poteva fare tutto? Delfino poteva fare delle indagini, come qualunque ufficiale di P.G., ma i provvedimenti nei confronti delle persone li emette l’Autorità Giudiziaria. Quindi, dire: “L’Autorità Giudiziaria non sapeva”, non capisco questo discorso dove dovrebbe andare a finire, forse soltanto per lumeggiare in senso negativo la figura di Delfino. Ma ci stiamo allontanando dall’argomento principale. Qui stiamo parlando di Piazza della Loggia, che c’entra il M.A.R. con Piazza della Loggia? Qual è il collegamento? I punti oscuri della vicenda M.A.R. come ci portano a Piazza della Loggia non è dato ancora a capire. La Tonoli Clara, ancora. Della conoscenza ho già detto, così come della disponibilità di denaro. Ecco, il secondo punto di forza che la Procura ritiene di 1236-97 - 1 Aprile 2008 95 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] avere tra le mani, ma è costretta ad ammettere che si tratta di un argomento o di una situazione imbarazzante, è una dichiarazione che la Tonoli avrebbe rilasciato all’ex Giudice Dottor Arcai, già Giudice Istruttore del processo M.A.R. Mi sento di poter dire, io non sono del Foro di Brescia, ma, leggendo queste carte, mi sono fatto la convinzione che, all’epoca, nel Foro di Brescia si è celebrata una stagione di veleni del “tutti contro tutti” perché? Perché il figlio del Giudice Arcai fu arrestato, come è noto, insieme ad un altro gruppo di giovani nell’ambito del processo di Piazza Loggia. Ovviamente, Arcai reagì come avrebbe reagito qualunque padre, difendendo il figlio a spada tratta, ma forse poi ha esagerato, perché una cosa è difendere il figlio, perché, credo fosse ancora in servizio come Giudice, manda a chiamare la Tonoli o rispondono a un contatto della Tonoli, la convoca nello studio legale Arcai, presente l’Avvocato Pinna, che è stato poi sentito dai Pubblici Ministeri, dichiarazione documento, in signor e raccoglie cinquantadue Giudice, questa punti. senza sorta Quanto andarlo a di questo nemmeno ad esaminare, quando la Procura sostiene che, in base a questo documento, è possibile vedere i rapporti diversi da quelli consegnati alla storia tra Maifredi e Delfino, noi diciamo semplicemente, questo è un documento giuridicamente inesistente perché non è stato firmato. Non solo non l’Avvocato è Pinna stato che firmato, era ma, presente al come ci dirà colloquio, il documento non venne redatto in quel momento, ma venne redatto dal Giudice Arcai in un momento successivo all’incontro con la donna, sulla base di appunti o di suoi ricordi. Poi Pinna dice: “Sì, forse l’ho anche visto questo documento, non me lo ricordo”, fatto sta che questo documento non vedo che valenza processuale avere in questa sede o in sede dibattimentale. Peraltro, 1236-97 - 1 Aprile 2008 96 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] la donna, purtroppo, come altri protagonisti di questo processo, è deceduta, non potrà né confermare né smentire. Comunque, la donna, interrogata dai Pubblici Ministeri a proposito di questo documento, ha detto: “Sì, io ho avuto questo incontro con il Giudice Arcai, perché volevo sollecitare se poteva aiutarmi per trovare un posto di lavoro, invece mi sono trovata di fronte ad un fuoco di fila di domande. Io ho risposto”, eccetera. Quello che è interessante notare invece è che il Giudice Arcai, a sua volta interrogato dalla Procura di Brescia su questo specifico episodio, ci dice una cosa molto importante a proposito della credibilità intrinseca della Tonoli. Arcai ci dice che la Tonoli era animata da vivo rancore nei confronti di Delfino, non tanto nei confronti del confronti di marito, Delfino. di Era Maifredi, animata ma da proprio vivo nei rancore e Arcai lo dice per ben due volte. Quindi, onestamente, Arcai, che sicuramente non era più amico di Delfino, pur avendoci lavorato insieme per anni, cui poi addebitava l’arresto del figlio, ma non riesco perché, ammette, correttamente, animata da rancore Pertanto, vivo anche questo nei che a la confronti getta una ipoteca comprendere Tonoli di era Delfino. seria sulla credibilità della Tonoli. Quello che ha detto la Tonoli, che è questo, verrebbe poi confermato ancora da tale Tartaglia. Tartaglia è morto, classe 1925, però, con il rispetto dovuto alle persone che non ci sono più, Tartaglia ci ha detto delle cose che, se non fossimo in questa sede a trattare di un caso così grave, ci verrebbe quasi da ridere. Innanzitutto, interrogato Brescia, il Tartaglia, 5 esordisce come Ottobre del dicendo: sempre 1994 “Ho accade, dalla già viene Procura parlato con di il Capitano Giraudo. Ho accettato di buon grado di avere con lui 1236-97 - 1 Aprile 2008 dei colloqui e 97 di mettermi a disposizione Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dell’Autorità riuscito ad Giudiziaria”. ottenere Poi si appuntamento lamenta che con Dottor il non è di Martino o con il Procuratore Capo: “Ho tratto la netta impressione di essere ritenuto persona non affidabile”. E’ vero, per quello che leggeremo dopo è vero. Ecco, Tartaglia ci racconta questa storiella, mi permetto di definirla così, signor Giudice, perché è veramente una storiella. Durante il dibattimento di primo grado del processo M.A.R., lui era presente quando è stata escussa la Tonoli come testimone. Ci riferisce, Tartaglia, che la Tonoli voleva dire, testualmente, che “la sera del 27 Maggio il Capitano Delfino era a cena a casa nostra e disse (il Capitano Delfino): “Gianni, domani sparisci, perché sai che a Brescia farà molto caldo. Io sarò in Sardegna”. Questo avveniva il 27 Maggio del 1974, cioè, la sera prima della strage. Ora, pacificamente Delfino non era qui. Ma che cosa accade? Tartaglia ricorda che la donna voleva dire questo, addirittura sembrerebbe, lo dice Tartaglia, che il Dottor Trovato, Pubblico Ministero nel processo M.A.R., interruppe la donna chiedendo che la frase non venisse messa a verbale. Noi viviamo nelle aule di giustizia tutti i giorni, immaginiamo che avvenga qui, in questo momento, che noi stiamo ascoltando la Tonoli che parla, voglio vedere quale Pubblico Ministero della Repubblica Italiana riesce a dire alla Tonoli: “Questo non lo puoi dire, questo non ci interessa”! Ma c’è un Giudice! Il processo d’Assise, M.A.R. è nemmeno stato di fatto fronte a di un fronte Giudice alla Corte monocratico che, in un momento, si è distratto e non ha sentito la Tonoli. Questo è quello che dice Tartaglia e Tartaglia dovrebbe confermare quello che dice la Tonoli? Dice di essere tornato sull’argomento con la Tonoli, che avrebbe confermato. 1236-97 - 1 Aprile 2008 98 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] E poi, ancora: “La Tonoli sosteneva, anche lei, che il Maifredi era sparito il giorno della strage e diceva che non le aveva lasciato neanche un soldo”. Anche questa ricostruzione è diversa da quello che si dice, perché da qualche parte qualcuno asserisce che Delfino avrebbe preso in consegna Maifredi e la moglie e gli avrebbe portati non so dove. Invece, Tartaglia ci riferisce che la Tonoli si lamentava che Maifredi era sparito e l’aveva lasciata senza un soldo. Ma non solo. “Quello che mi è rimasto impresso – è Tartaglia che parla – di tutta la vicenda è il fatto che il capitano potesse sapere, il giorno successivo ci prima della sarebbe strage, stata la che strage. il giorno Quanto a Maifredi…”, e, qui, ecco, forse questo non credo rientri in quella estate dei velini di cui ho fatto cenno prima, riferisce pure accompagnato da di un avere visto signore e, Maifredi, dopo a Sirmione, qualche giorno, Tartaglia viene in Tribunale e chi è questo signore? E’ il Giudice Vino, per cui Maifredi e Vino passeggiano a Sirmione, Tartaglia ce lo racconta e noi riempiamo pagine di verbali per sentire queste che non so come definire, onestamente, non so come definire. Ci racconta anche che Delfino propose di mettere a disposizione duecento… G.I.P. – DOTTOR BENINI: Un attimo solo, scusi. Deve cambiare il Cd, un attimo. G.I.P. – DOTT. BENINI: Prego! AVVOCATO DIFENSORE – LUPONIO: Grazie, Giudice. Su Tartaglia, penso di poter finire, racconta altre cose che stanno fuori della realtà, che nessuno mai ha riferito. 1236-97 - 1 Aprile 2008 99 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Quindi, non credo che Tartaglia, per quello dice e per come lo dice, dichiarazioni possa della essere Tonoli, di dicono supporto cose alle completamente difformi l’uno dall’altra. La Tonoli non ha mai parlato di una cena del 27, né ne poteva parlare perché, pacificamente, il 27 Maggio 1974 il Delfino non era in Brescia, ma vi fece ritorno, purtroppo, a strage avvenuta. Quanto al secondo gruppo, la Procura (e vado rapidamente alla conclusione) dice: indipendentemente strage di “Poi dal Piazza ci sono altri coinvolgimento della Loggia, aspetti di ci Delfino che, nella consentono di attribuire a Delfino la qualifica di un soggetto che se la faceva con la destra eversiva e con l’ndrangheta, collegata a sua volta alla destra eversiva”. Io mi domando, ma, ammesso che fosse vero, che significa, con la strage di Brescia, c’è qualche collegamento? L’ndrangheta è stata mai chiamata in causa per la strage di Brescia? Non si sa. Ma a questo interrogativo, siccome la Procura ce lo addebita come elemento negativo, dobbiamo rispondere e come rispondiamo? La Procura ci fornisce quelle che definisce delle fonti di prova, che sono rappresentate da dei soggetti che si chiamano Lauro, Pittaresi, Fagà, Spiazzi ed altri. Su questi soggetti, all’ultima udienza, il collega Forzani le ha fatto una produzione documentale. Ebbene, signor Giudice, è molto importante, perché anche questo è un elemento inquietante, perché mi permetto di ricordare che il Pubblico Ministero elementi favorevoli dovrebbe preoccuparsi dovrebbe all’indagato, di valutare anche ma, cercare soprattutto, preventivamente la credibilità dei dichiaranti. Lauro Ubaldo Giacomo, collaboratore 1236-97 - 1 Aprile 2008 viene molto definito importante 100 nella requisitoria dell’ndrangheta. Bene, Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] chi è Lauro Ubaldo Giacomo? Lauro Ubaldo Giacomo, abbiamo prodotto una sentenza, è stato condannato per calunnia ai danni di un Magistrato, ma non un Magistrato qualunque, non un Giudice di Pace, il Presidente Foti, che stava presidendo il processo per l’omicidio del dichiarazioni Giudice di Scopelliti. questo Lauro, Sulla il base Presidente delle Foti è stato attinto da misura cautelare in carcere: all’uscita dell’udienza ha trovato i Carabinieri, che lo hanno portato in carcere, sulla base delle dichiarazioni di questo pentito, ndrangheta. Naturalmente, attualmente, Cassazione, collaboratore il e Quarta importante questo Presidente alla molto Foti Sezione è noto presta della perché, servizio Penale, erano in tutte fandonie quelle che raccontava il Lauro, il quale si voleva vendicare di essere stato condannato dallo stesso Presidente Foti a dieci anni, secondo Lauro ingiustamente. Lo stesso Lauro, poi, guarda caso, aveva accusato il fratello di Francesco Delfino, quell’Antonio Delfino cosiddetto “giornalista scemo”, come lo definisce amabilmente Giraudo. Lauro aveva detto che Antonio Delfino era il mandante dell’omicidio del Sindaco di Platì. Bene, le abbiamo prodotto, signor Giudice, una sentenza del Giudice monocratico di Locri, che ha emesso un decreto di archiviazione su questo argomento e che ha ricordato l’inverosimiglianza del movente dell’omicidio, il rancore personale del Lauro, le documentate calunnie del super pentito rivolte magistrati, non contro politici, imprenditori, ultimo l’ex Presidente della Corte d’Assise di Reggio Calabria, Giacomo Foti, accusato di concorso in associazione a delinquere di stampo mafioso. E questo sarebbe Questo? un Lauro importante collaboratore Ubaldo Giacomo? Questo di giustizia? personaggio ci dovrebbe confermare che Francesco Delfino era contiguo 1236-97 - 1 Aprile 2008 101 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] alla destra eversiva collegata con la ndrangheta? Signor Giudice, io mi esimo dall’effettuare qualunque commento sul punto. Le ho messo a disposizione le sentenze perché lei possa trarre le debite conseguenze da queste circostanze. Altrettanto deve dirsi dell’elenco insieme a dei per un pentiti Lauro, è altro, di stato Serpa, che ndrangheta, condannato fa perché anche parte Serpa, lui per calunnia ai danni di Magistrati, perché fanno il solito giochetto della chiamata di correo incrociata che viene confermata dall’uno e dall’altro. Questi pentiti sono i cosiddetti “pentiti di allevamento”, pronti a dire tutto quello che gli altri vogliono sentir dire. Qui, lo devo dire con fermezza, mi stupisce e mi dispiace che la Procura, sono cose piuttosto note anche nell’ambiente giudiziario, non nell’interesse abbia del avvertito Generale l’esigenza, Delfino, di fare preventivamente questo accertamento, prima di lanciarsi a dire: “Abbiamo tra le mani un collaboratore di ndrangheta molto importante”. Questa è la situazione, queste sono le fonti di prova a carico del Generale Delfino. Ecco, perché, in prima battuta, mi ero permesso di ricordare che forse la Procura, per rispetto di tutti gli indagati, non perché privilegiato essendo un Carabinieri, dovrebbe ex fare Delfino sia appartenente delle indagini un indagato all’Arma un po’ dei più mirate almeno su determinate posizioni. Questo è tutto, nei confronti di Delfino non c’è altro, queste sono le fonti di prova: Tramonte; Tonoli, che si smentisce da se stessa e viene smentita da altri. A proposito di Tonoli, nelle conclusioni della nostra memoria, signor Giudice, sotto un profilo strettamente processuale dell’odierna udienza, noi abbiamo rassegnato delle conclusioni che vado brevemente a commentare. Per quanto riguarda Tramonte, al punto 1), abbiamo chiesto che 1236-97 - 1 Aprile 2008 102 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] venga dichiarata la nullità, per mancato rispetto delle garanzie difensive, di tutti i verbali resi in determinate date, sono gli stessi verbali che già il Tribunale del Riesame aveva dichiarato nulli. Per evitare il problema che si possa dire che quella era una nullità dichiarata valere in in questa sede fase cautelare di udienza e che non può preliminare, noi abbiamo riformulato la stessa richiesta. Questi verbali sono nulli indagato perché di il reato Tramonte, connesso all’epoca, o tale era doveva già essere considerato e, quindi, sono da ritenersi nulli. Dichiarare la inutilizzabilità delle dichiarazioni di Tramonte, tutte quelle che riguardano Delfino, perché il Tramonte doveva essere considerato indagato fin dall’inizio, sin dalle sue prime dichiarazioni. Dallo sviluppo delle dichiarazioni di Tramonte, non c’è una differenza Tramonte tra ha le prime sempre e le raccontato ultime più dichiarazioni. o meno quelle storielle, con qualche particolare in più, ma, sin dalle prime dichiarazioni, si capiva che il Tramonte, secondo il suo narrato, non è credibile, conosceva tutti, partecipava alle riunioni, sapeva. Per questo è stato indagato, questi non si vede perché è stato indagato solo in un secondo tempo. Quindi, anche le precedenti, secondo me, sono affette se non da nullità, quanto meno da inutilizzabilità. Un’altra nullità riguarda la telefonata notturna della Tonoli al Capitano Giraudo del 5 Dicembre 1994, per violazione degli articoli abbastanza P.G. delle può 351 pacifico esimersi dichiarazioni e 357, questo comma principio, dall’effettuare che 2. riceve Ricordo, che la solo ma è l’ufficiale verbalizzazione in casi di eccezionalità e urgenza, classica di scuola e di ipotesi di colui che sta per morire e confida all’ufficiale di 1236-97 - 1 Aprile 2008 103 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] P.G. qualcosa, non c’è il tempo di verbalizzare, l’ufficiale di P.G. fa una relazione di servizio. Ma se la Tonoli, a venti anni e più di distanza, di notte, telefona al Capitano Giraudo, qual è la difficoltà a dire alla Tonoli: “Venga domani mattina in ufficio a riferire quello che vuole dire” o: “Venga dal Pubblico Ministero”? Questi, la relazione di servizio che Giraudo ha fatto su questa telefonata notturna, secondo noi, è affetta da nullità o, comunque, da inutilizzabilità. Mi permetto di ricordare, su questo punto specifico, che i Pubblici Ministeri, in sede di requisitoria, hanno parlato di intercettazione della Tonoli, non credo che sia esatto, perché intercettazioni, io la ho controllato Tonoli è stata l’elenco delle intercettata a partire dal 10 Giugno in avanti, non so come e perché, ché la Tonoli non era indagata, quindi non so, ma non interessa a noi questa posizione. Quello che però posso confermare è che il 5 Dicembre del 1994 la Tonoli non era intercettata, è una relazione di servizio che Giraudo ha ritenuto di poter fare. Da ultimo, che avevo dimenticato di dire, ma me lo ricorda il collega Forzani, a proposito della replica dei Pubblici Ministeri, i Pubblici Ministeri hanno detto che l’Avvocato Forzani non è stato attento perché, quando parlava di tale Pittaresi, un altro collaboratore, un altro campione di verità, Pitarresi avrebbe detto molto di più. Non ci risulta. Pitarresi non solo non ha detto molto di più, ma è stato sonoramente smentito da Borromeo. Borromeo è il principale indagato del processo M.A.R. Perché? Perché Borromeo dice: “Se Pitarresi ha detto una cosa del genere, ha detto una grossa sciocchezza, dal momento che io, Borromeo, nel carcere di San Vittore, non ci sono mai stato. Quindi, se Pitarresi dice che ha saputo da me 1236-97 - 1 Aprile 2008 104 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] una certa circostanza, non dice il vero, perché io, a San Vittore, non sono mai stato”. Quindi, anche sotto questo profilo, non solo noi cerchiamo di stare molto attenti a quello che leggiamo, a quello che diciamo. Per tutti questi motivi, io le rassegno le conclusioni che abbiamo scritto in calce alla memoria, che mi permetto di consegnarle unitamente a quell’estratto degli atti processuali produzione che nuova, avevo preannunciato, quindi non credo che che ci non sia è alcun rilievo da parte della Procura, perché è un estratto degli atti processuali che abbiamo ritenuto di poter fare per sua comodità di consultazione. G.I.P. – DOTT. BENINI: Prego, allora! AVVOCATO DIFENSORE – RONCO: Illustre Magistrato, la ringrazio anzitutto per la sua cortesia nell’avermi consentito di continuare nella replica, di svolgere la replica questo pomeriggio. Io non ho potuto ascoltare direttamente le repliche dei signori Pubblici Ministeri, ma le stesse mi sono state riferite con precisione dai miei colleghi, per cui sono in grado di dare alcune risposte su punti che ritengo importanti. Il primo punto concerne una questione su cui desidero oggi fare la questione massima che ho chiarezza vissuto possibile, anche perché personalmente, è una sempre come difensore di Carlo Maria Maggi, e, dunque, posso dare delle risposte precise sulla base dei documenti. Io non so se, nel grande fascicolo di questo processo, siano integralmente raccolti gli atti relativi all’esposto che Carlo Maria Maggi ebbe a presentare il 29 Luglio del 1995 al Ministro di Grazia e Giustizia dell’epoca, che il Ministrò invio alla Procura della Repubblica di Venezia perché si esaminasse l’eventuale sussistenza di 1236-97 - 1 Aprile 2008 105 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] profili di reato nei confronti del Capitano Giraudo e del Dottor Salvini. Ora, io mi sono portato uno stralcio di questo Signoria questo fascicoletto, Vostra che perché argomento da voglio sicuramente, parte dei consegnare se Pubblici si alla parla di Ministeri, se sicuramente vi è nell’insieme di questa vicenda, alcuni atti sono stati sempre tenuti un poco in sottordine nelle considerazioni della Procura della Repubblica, sia di Milano quando trattavamo il processo di Piazza Fontana, sia di Brescia. Dunque, dice la Procura della Repubblica di Brescia, così come cercò poi di dire la Procura della Repubblica di Milano, seppure non sottolineando troppo questo argomento palesemente privo di fondamento, che l’esposto di Maggi è stato influenzato dalla volontà di Zorzi e che sarebbe stato Zorzi che, attraverso la promessa di denaro, avrebbe indotto Maggi a presentare questa denuncia. Ci si ricollega a una intercettazione in cui la famiglia di Maggi attende con una certa ansia che venga consegnata una somma di denaro che era stata, così, promessa da qualche conoscente, da qualche amico di Zorzi, per la sopravvivenza della famiglia. Non dobbiamo dimenticare che Carlo Maria Maggi era stato destituito sia dall’incarico di aiuto primario dell’Ospedale Giustinian sia dalla professione Sanitario mutua, di medico Nazionale, difficoltà. chiamiamola Avrebbe così, esercitata presso quindi si trovava dovuto anche cioè, il in dalla Servizio gravissima retribuire i suoi difensori, in particolare l’Avvocato Bezzicheri ed il sottoscritto, in particolare l’Avvocato Bezzicheri che si era occupato delle pratiche pregresse e, quindi, si trovava in una situazione di estrema difficoltà. Gli viene fatto ventilare che potrebbe esserci un aiuto da parte, forse, di Zorzi. C’è una telefonata in cui si dà conto di questa possibilità. Ora, su questa telefonata, 1236-97 - 1 Aprile 2008 106 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] è stata creata la artificiosa costruzione di un Maggi che si determina alla denuncia sotto influenza di Zorzi. Nulla di più falso. Devo dire che, invece, la denuncia di Maggi (e lo vedremo attraverso i documenti) nasce fin dall’origine dei contatti che il Giraudo ebbe a intrattenere con lui, secondo il Dottor Casson in modo illecito, secondo il Giudice delle Indagini Preliminari anche in modo illecito. Poi gli atti vennero inviati di nuovo alla Procura della Repubblica, anzi, vennero rinviati al Giudice, all’epoca c’era ancora il Giudice dell’Indagine Preliminare presso la Pretura, perché valutasse la sussistenza del reato di violenza privata tentata nei confronti di Maggi e questo Giudice, invece, si pronunciò diverso. Lui, per la prima volta, “sostenne” la tesi infondata della denuncia esposto di Maggi condizionata dall’interesse di Zorzi. Nulla di più falso, perché Maggi si determinò fin dall’inizio a presentare un atto di denuncia contro Giraudo e che prova su queste carte, perché il comportamento combinato del Dottor Salvini e del Giraudo era tale d’aver fin dall’inizio messo in sospetto il Maggi di un’operazione contro di lui conoscenti, e contro dell’epoca, una per serie creare di una amici, di situazione di apparente prova nei suoi confronti, dietro minaccia di arresti, dietro minaccia di rovina, dietro minaccia di distruzione familiare. Il Maggi, che venne contattato alla fine di Novembre per la prima volta dal Giraudo, si fece assistere in un primo momento dall’Avvocato Bezzicheri. Nella denuncia vi è prova, vi è traccia di questo. Disse al Giraudo: “Sì, sono disponibile ad ascoltare, ma sono disponibile ad avere un incontro con l’Avvocato Bezzicheri”. Il Capitano Giraudo disse che, no, allora non se ne parlava proprio, perché i contatti dovevano essere senza avvocati. Ritornò alla carica dopo qualche settimana e 1236-97 - 1 Aprile 2008 107 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] il Maggi si determinò ad avere l’incontro per sottrarsi alla persecuzione. Ma, in quel momento in cui decide di sottrarsi alla avvocato, al persecuzione, si sottoscritto, rivolge che lo ad un aveva altro difeso a Venezia, una persona estranea all’ambiente politico in cui aveva tutela. vissuto Sin prendere quel nota, succedeva venivano da e l’Avvocato momento, giorno di quelle esercitate Bezzicheri, ci per giorno, che erano nei confronti per avere organizzammo di le per quello che pressioni che del Maggi, per difenderlo. Ricordo che pensammo (e facemmo bene, per la verità, io detti un buon consiglio, perché ho sempre rifiutato i mezzi di carattere se non illecito, i mezzi che abbiano caratteristiche di difformità rispetto alla lealtà) di portarci dei registratori addosso, lui pensò, mi chiese se era il caso di portare dei registratori. Io dissi di no: “Non porti nessun registratore. Lei ascolti con attenzione e, immediatamente dopo i colloqui, mi manda una lettera, mi informa esattamente, ci informiamo giorno per giorno, volta per volta”. Infatti, facemmo questo tipo di controllo, questo tipo di verifica e, fin dall’origine, fin dai primi momenti, fin dai primi contatti, intercorsero fra noi delle conversazioni per appuntare esattamente quello che stava avvenendo e per potere poi avvenuto e documentare con quelle erano che precisione quello state le che era pressioni che contro Maggi venivano fatte al fine di denunciare altre persone. Questo è un dato che si può cogliere perfettamente, se noi leggiamo che cosa? Leggiamo gli atti integrali relativi al processo che venne istruito dal Dottor Casson, Pubblico Ministero certamente al di fuori di ogni sospetto, nel senso che è un Pubblico Ministero che ricevette la denuncia da parte del Procuratore Capo di Venezia, non ricordo all’epoca chi fosse, 1236-97 - 1 Aprile 2008 che era pervenuta dal 108 Ministero e indagò su Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] questa vicenda. Fu grazie all’indagine del Dottor Casson e, prima ancora, grazie alla denuncia di Maggi che si accertò tutta una serie di cose che hanno travolto la realtà che si voleva rappresentare. Fu grazie all’esposto di Maggi e fu grazie all’indagine del Dottor Casson che si accertò in particolare la vicenda relativa a Siciliano, cioè, il fatto che Siciliano era stato pagato al di fuori dei canali ufficiali, da parte direttamente del Sismi, su sollecitazione del Giudice Istruttore di Milano, affinché venisse in qualche modo stipendiato per le sue delazioni. Questa è la realtà che venne accertata in allora. Ma, illustre Magistrato, io vorrei un attimo andare su qualche punto, che forse non è ancora ben noto, sono questi atti che, sicuramente presenti nel fascicolo, io ho raccolta per la Signoria Vostra. Maggi presenta il suo esposto, perché fu un esposto perfettamente controllato dall’avvocato difensore e non si volle dare grossolano, all’esposto nessun tono alcun tono fosse in qualche che di carattere misura, anche la più piccola, al di là della verità. Infatti, Maggi ha sempre detto, sia nell’esposto, sia negli esami cui venne esposto dal Dottor Casson, che il Giraudo trattò con lui in maniera vellutata, in maniera gentile, in maniera velluto, cortese, che nascondeva però una questa cortesia, realtà di questo carattere fondamentalmente violento, perché era una realtà nella quale lo si voleva indurre a dichiarare contra sé, ma, soprattutto, contra alios, anche in termine, direi, di non corrispondenza certamente, esposti, che false”. Sta e alla non l’abbiamo Giraudo di realtà. gli fatto, mai abbia ed Non disse scritto nei detto: è mai, nostri “Racconta risultato in cose modo assolutamente inequivoco, anche attraverso una relazione di servizio 1236-97 - 1 Aprile 2008 che il Capitano 109 Giraudo fece al Giudice Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Salvini, che, una certa volta, al secondo incontro, al terzo incontro, adesso non lo ricordo, il Maggi disse: “Io non so niente. Posso dichiarare delle cose false. Potrei dichiarare delle cose false”. Questa è l’unica cosa che risulta certamente, obiettivamente. Il Capitano Giraudo, in questa occasione, fece una relazione di servizio perfettamente corrispondente a quello che noi avevamo detto, al Dottor Salvini, dicendo: “Ha dichiarato che potrebbe dichiarare delle cose false, ma egli nulla sa della vicenda”. Nonostante questo, si prosegue, si prosegue ancora per circa un mese. Ma, veda, signor Magistrato, il Dottor Maggi presentò il suo esposto il 29 Luglio del 1995, quando noi avemmo la certezza che tutte le pressioni oramai erano esaurite, perché era trascorso qualche tempo rispetto all’ultimo tentativo di incontro che il Capitano Giraudo fece ancora all’inizio dell’Estate o poco prima dell’inizio dell’Estate del 1995 nei nostri confronti. Ora, sta di fatto che io chiesi, sin dall’origine, al Dottor Maggi di darmi delle precise informazioni. Vedano, il Maggi ebbe alcuni incontri, e questo me lo ha scritto nella lettera spedita a me il 14 Marzo del 1995, lettera che io ricevetti pochi giorni dopo e che, per dare data certa, feci spedire a casa mia, dallo studio, in data 22 Marzo del 1995, attraverso attestazioni che ho fatto apporre dalla mia segretaria sulle lettere manoscritte e poi sulla busta raccomandata che veniva spedita, risulta in modo certo che in questa comunicazione che il Maggi mi dette delle pressioni di Giraudo. Sta di fatto che egli mi scrive: “Ho avuto altri tre incontri (dopo quelli del Novembre e del Dicembre) con il Giraudo (in tutto sono sei) all’Aeroporto di Venezia, il 5 Gennaio ‘95. Il 14 Gennaio ‘95 sono venuto a Modena a parlare con lei”. Ecco, noi stavamo monitorando perfettamente, 1236-97 - 1 Aprile 2008 110 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] giorno per giorno, presentare una quello denuncia che nei stava confronti capitando, per di che coloro compivano nei nostri confronti atti che allora non erano assolutamente consentiti da nessuna norma di carattere, per così dire, investigativi, di accertamento, eccetera. investigativi, non Non erano ammessi di colloqui c’erano colloqui all’epoca colloqui investigativi di questa fatta. Il 14 Gennaio 1995, mi dice Maggi, in questa lettera che mi spedì il 14 Marzo, “Egli è venuto a Modena a parlare con me”. Nella cronistoria che egli mi ha mandato, ugualmente, che cosa è detto? E’ detto che, dopo l’incontro, il quarto incontro del 5 Gennaio 1995, 9 Gennaio 1995: “Telefonato Avvocato Ronco con relativa incontri. 14 relazione Gennaio orale 1995: sul incontro contenuto a Modena degli con il Professor Ronco e più ampia relazione orale”. In quel momento gli dissi: “Monitoriamo gli ulteriori incontri”, mi domandò se era il caso di tentare la registrazione, io dissi di no, che non era il caso di farlo, noi avevamo fiducia nei confronti dell’Autorità inquirenti, ancora in quell’epoca e nonostante tutto. Dissi di no, sarebbe bastata la parola sua, confermata dalla parola mia in epoca non sospetta, quando egli mi riferiva di queste cose. Poi vi furono ancora degli ulteriori incontri. Quando questi incontri? 9 Febbraio 1995, però, attenzione, prima del 9 Febbraio 1995, vi fu un altro incontro importante, vi fu l’incontro del 3 Febbraio del 1995, di cui noi diamo ampio conto nella nostra denuncia, quel tentativo di circuitazione e di convincimento del Maggi da parte di Digilio, in quel discorso, convegno, incontro registrato che venne tenuto alla Digos di Venezia tra Digilio e Maggi. Ecco, certamente 1236-97 - 1 Aprile 2008 o un momento probabilmente 111 buio non del sarebbe processo, mai che emerso se Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Maggi non lo avesse fatto emergere nella sua denuncia. Lo abbiamo tentativo fatto di emergere ottenere nella una denuncia, collaborazione ecco il attraverso l’insufflazione di notizie riservate, per la grandissima parte notizie false, per la verità, che venivano propalate attraverso il collaboratore Digilio al Maggi. Incontro del 3 Febbraio del 1995, discorso registrato. Ultimo incontro, Maggi che mi chiede: “Cosa faccio adesso?”. Dico: “Adesso basta, hanno raggiunto il colmo! Hanno raggiunto il punto più basso che si potesse raggiungere, quello di farla incontrare con il suo accusatore, perché l’accusatore convincesse lei ad auto accusarsi e ad accusare altre persone”. Vedremo tra poco alcuni tratti di questo colloquio, perché i tratti di questo colloquio manifestano una determinazione calunniosa da parte di Digilio che è assolutamente clamorosa. Dopo quell’incontro, io dissi al Maggi: “Adesso basta. Adesso occorre attiva chiudere. Adesso dell’esposto coraggio di e soffrire occorre della tutto passare denuncia, quello se che alla lei fase ha soffrirà il sulla base della denuncia che ella presenterà”. Maggi presentò la denuncia, nel mese di Luglio. Altro che insufflazioni, altro che influenzamento da parte di Zorzi! Nulla di tutto questo, vi è soltanto la determinazione di una persona che si consiglia con un avvocato di cui ha fiducia, che è estraneo al suo ambiente originario, di vita politica, di vita attiva, e che opera esclusivamente per il suo bene e perché la giustizia non venga sottoposta alla vergognosa diffamazione e calunniosità di Digilio. Questo è un dato, è per questo che intendo produrre questi documenti affinché lei li possa vedere integralmente, perché sono i documenti da cui emerge con assoluta chiarezza che, fin dal mese di Gennaio del 1995 e, poi, ancora di più, dopo quell’incontro presso la Questura di 1236-97 - 1 Aprile 2008 112 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Venezia tra Digilio e Maggi, registrato, dove qua emerge la calunniosità degli intenti del Digilio e del tentativo di portare Maggi su altre posizioni calunniose nei confronti di terze persone. Vedremo tra poco questi aspetti, signor Magistrato. La denuncia, quindi, nasce da lì, non nasce da Zorzi. Questa documentazione che io ho portato con me in un breve supplemento, per così dire, contiene che cosa? Contiene l’esposto del 29 Luglio, che sicuramente Ella avrà visto nella sua integralità. Contiene poi la mia lettera al Dottor Casson del 26 Settembre 1995, perché il Dottor Casson, dopo che Maggi gli ha detto: “Guardi che tutta questa vicenda è stata registrata dal mio avvocato, attraverso lettere che io gli spedivo”, chiese a me se io li producevo, gli documentavo le lettere che Maggi mi aveva inviato pregressamente, al fine di comprovare o non comprovare quello che Maggi aveva detto a lui. La lettera mia, del 26 Settembre 1995, nella quale invio al Dottor Casson i documenti relativi, queste lettere famose, due lettere, e il promemoria che Maggi mi aveva fatto circa tutti i colloqui che erano stati tenuti. Lettera di Maggi a Ronco, dunque, del 14 Marzo 1995; poi la lettera di Maggi a Ronco il primo Giugno 1995. Certo, debbo dire che io per primo e Maggi anche avevamo un po’ di preoccupazione nel presentare il nostro esposto e, quindi, tardammo parecchio tempo. Io pretesi ancora che Maggi Giugno del mi inviasse 1995, una per seconda vedere le lettera, sue il primo scritturazioni confermavano quelle precedenti del mese di Marzo, se vi era corrispondenza, incertezza, se vi se erano vi erano delle degli ragioni elementi anche di difformi rispetto alle quale che egli mi aveva rappresentato sin dall’origine, i primi giorni di Gennaio del 1995 e, poi, il 14 Gennaio 1995, in un lungo incontro che avemmo a Modena. 1236-97 - 1 Aprile 2008 Se vi erano delle 113 ragioni di difformità con Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] quello che mi aveva narrato l’Avvocato Bezzicheri oppure non vi erano ragioni di difformità, ma tutto combaciava perfettamente, in un quadro di una lucidità assoluta. Se era vero o non era vero che c’era stato l’incontro con il Digilio presso la Questura di Venezia, registrato, del mese di Febbraio. Se era vero o non era vero che Siciliano aveva telefonato a Maggi dicendo: “Fidati di Giraudo, io sono qui che ho i soldi, sto bene, anche tu potrai avere lo stesso destino”. Da qui nacque poi l’accertamento, quell’accertamento del Dottor Casson, che venne ad appurare cose inappurabili, cose che non sarebbero effettivamente, fuori state dai appurate, canali cioè, che, istituzionali, era stata versata una cospicua somma di denaro a Siciliano perché si prestasse dietro la promessa di potersene tornare in Colombia e vivere tranquillo in Colombia. Era stata consegnata una cospicua somma di denaro a Siciliano perché si comportasse in questo modo. Vi è poi la cronistoria di Maggi a Ronco. Vi è il documento “secret”. Poi riprenderò questi concetti in una maniera più ordinata, dopo, fra pochi minuti, per la verità. Il documento “secret”: che cosa veniva fatto vedere a Maggi, così come era stato vedere, lo avremmo appurato dopo la lettura di tutti gli atti di questo processo? Era stato fatto vedere un documento che, all’epoca, non si sapeva, così dichiara il Giraudo in un suo appunto inviato al Giudice Salvini, se fosse falso o non falso, in cui si dava conto di una cosa straordinaria, che Julius Evola, Pino Rauti, soprattutto, ed altri personaggi militari e dell’estrema destra italiana erano tutti degli agenti della C.I.A. Che cosa si voleva dimostrare? E lo si disse, poi vedremo le conferme, signor Magistrato. 1236-97 - 1 Aprile 2008 114 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Si disse a Maggi: “Beh, guarda, è vero quello che dice Digilio”. Digilio dice di aver operato per la C.I.A., non si sa poi se per la Nato, ma, su questo punto, Magistrato, dovrei parlare alcune ore, ma non mi sto a sottoporre a questa fatica, né voglio sottoporre lei a questa fatica. Si voleva dire personaggio che il Digilio sapeva tutto collegato con ambienti perché della era un C.I.A., in particolare con quel famoso Carret di cui abbiamo già parlato la volta scorsa nella nostra discussione. Gli si voleva dimostrare che effettivamente ciò ero verosimile perché, in realtà, tutti coloro che stavano ai vertici della politica dell’estrema destra, in particolare Pino Rauti, e, dall’altro canto, tutti coloro che stavano al vertice della cultura dell’estrema destra, Julius Evola, e coloro che stavano ai vertici dei servizi militari, tutti quanti erano agenti della C.I.A. Maggi mi dette informazione, mi disse: “Mi fece vedere un documento da cui risultava che vi era un asservimento alla C.I.A. di tutti questi personaggi”, e lo scrisse nella sua denuncia del mese di Luglio del 1995. Si venne poi ad accertare che questo documento, effettivamente, era stato fatto circolare, era stato rammostrato e si viene ad accertare che questo documento era un falso costruito ad arte da un certo personaggio millantatore e truffatore, americano, che circolava in quel tempo per l’Olanda e faceva falsificazioni varie, rispetto alle quali soltanto probabilmente i servizi italiani o, comunque, una parte dei servizi, quelli che orientavano il Capitano Giraudo, si lasciavano convincere. Poi abbiamo l’interrogatorio di Maggi dell’11 Ottobre 1995, davanti al Dottor Casson, in cui riferisce tutte le cose così come erano state dette in un interrogatorio, perché venne accusato, prima, in sede di esame, sul suo esposto, poi venne accusato di calunnia da parte del 1236-97 - 1 Aprile 2008 115 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Capitano Giraudo e, allora, ci fu un interrogatorio del 13 Novembre 1995. Vi fu un confronto Maggi – Giraudo del 15 Novembre 1995, in cui il Giraudo si astenne dal rispondere. Maggi dice: “Sono disposto al confronto”. Il Giraudo si astenne dal rispondere. Poi vi fu la richiesta del Pubblico Ministero, Dottor Casson, del 22 Aprile Indagini voglio 1998 e Preliminari dare l’ordinanza del soltanto primo una del Giudice Giugno 1998, brevissima delle di cui lettura, un brevissimo saggio, a prova dell’assoluta verità delle dichiarazioni di Maggi, e del suo esposto, e della sua genuinità, e della sua autenticità come frutto di una determinazione personale spontanea, non motivata e non influenzata da alcuno. In questo quinto foglio dell’atto del Dottor Casson, si dice: “Si dà atto che viene contestato all’indagato Giraudo il contenuto della relazione da lui inviata al Dottor Salvini in data 2 Dicembre 1994 per la parte che dice: “La gravità giunti stati a del brevissima presi personale fatto contestato scadenza provvedimenti per realizzazione alcuni della dal era tale termine, preclusivi soggetti strage”. E’ per sarebbero della libertà coinvolti Giraudo cui, che nella parla a Maggi e poi riferisce al Dottor Salvini, nella relazione di servizio, quello che dice a Maggi. Il Capitano Giraudo concludeva spiegando che non era il lancio del salvagente a dover far paura, ma l’allontanarsi della scialuppa di salvataggio e lo invitata a meditare razionalmente dominando il suo timore. Indi, venne contestata la relazione dal Giudice Istruttore, datata 9 Dicembre 1994, per la parte che dice: “L’incontro con il Maggi si concludeva con il palesare da parte del Maggi una disponibilità” a verbalizzare, ovviamente le cose inventate, che si fossero volute, senza però inguaiare troppa gente. 1236-97 - 1 Aprile 2008 116 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Indi, viene data lettura della relazione del 30 Dicembre 1994 limitatamente a questa parte, questo conferma alla lettera, sillaba per sillaba, quello che Maggi avrebbe scritto nel suo esposto, cioè, che la verbalizzazione delle dichiarazioni non sarebbe avvenuta attraverso un contatto immediato e diretto con il Giudice, ma sarebbe avvenuta attraverso una mediazione filtro operata dalla Polizia Giudiziaria. In mattinata si andava in Polizia Giudiziaria a fare la relazione preparatoria e, poi, si sarebbe stati sentiti dal Giudice nel pomeriggio, il quale non avrebbe posto domande, ma avrebbe ricalcato la traccia, il canovaccio che si era formato nella mattina. Noi lo abbiamo scritto questo e lo abbiamo poi verificato, tra poco le darò alcune conferme di come avvenivano questi interrogatori davanti al Dottor Salvini, sul canovaccio precedente di una relazione di servizio redatta da parte della Polizia Giudiziaria, che aveva previamente formato il canovaccio delle dichiarazioni attraverso il rapporto diretto e illecito con la persona che sarebbe stata poi interrogata. E così il Dottor Casson contesta: “Viene data lettura della relazione del 30 Dicembre 1994 limitatamente alla seguente parte. Al riguardo, veniva precisato al Maggi che la permanenza in Milano sarebbe durata circa tre giorni, con sistemazione alloggiativa in albergo, unitamente allo scrivente e al Dottor Madia (peraltro illegittimamente operante come ufficiale di Polizia Giudiziaria, perché Madia era un ufficiale del Sismi, quindi non Polizia avrebbe potuto Giudiziaria), e partecipare ad attività la redazione cronologica di del memoriale sarebbe stata realizzata nelle ore mattutine (così si chiamava, “il memoriale”), pomeridiane all’acquisizione davanti Giudice al l’approfondimento 1236-97 - 1 Aprile 2008 da ufficiale Istruttore parte 117 dedicando Guido dello Salvini, dell’Autorità quelle scritto e con Giudiziaria Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] delle parti ritenute di rilevante interesse istruttorio”. E ancora: “Viene data lettura della relazione del 4 Febbraio 1995. Nel corso del colloquio con il Maggi, veniva spiegato dallo scrivente (Giraudo spiega) che la battuta d’arresto era stata determinata da una conversazione effettuata dal Maggi con un avvocato cattolico, diverso dal Bezzicheri, l’Avvocato Ronco di Torino”, perché aveva interrotto. Quando si sono accorti che c’ero io, vennero interrotti i colloqui e, per garantire Maggi, “No, no, però vogliamo proseguire ugualmente”. Allora, Giraudo spiega a Maggi: “La battuta conversazione naturalmente d’arresto è determinata effettuata dal Maggi”, che registrata, non ho visto informativa scritta l’autorizzazione mai della della da era stata però registrazione, registrazione, non una la né l’ho mai vista. E’ vero, c’è stato un colloquio telefonico, lungo, tra Maggi e me, ai primi di Gennaio, e ne dà conto Maggi in quel memoriale. “9 di Maggio o 8 di Maggio, parlai con lei lungamente al telefono e le feci vicenda, e poi ci un’ampia relazione incontrammo, a di Modena, tutta il 14 la di Gennaio, in cui le feci un’ampia relazione orale”. Dopo quelle conversazioni, chiamiamoli investigative vengono così, di riprese, i colloqui meglio, Giraudo, il 5 si rexius, investigativi, le interrompono Febbraio, noti, pressioni e, quando illustre Magistrato, due giorni dopo il colloquio fra Digilio e Maggi, in cui si dice a Maggi: “Ti offriamo l’ultima scialuppa, vedi che cosa ormai dice Digilio di questa vicenda. Ormai sei perduto. Digilio ti racconta tutte le cose e ti invita a riferire (attenti) anche tu tutto quello che devi riferire per salvarti”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 118 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Gli viene data questa ulteriore prova di buona volontà, che è il colloquio con Digilio nella Questura di Venezia e, dopo due giorni, si riprende il contatto dicendo: “La battuta d’arresto (ecco, il tono vellutato, me lo immagino) è determinata dalla conversazione effettuata dal Maggi Bezzicheri, con un avvocato cattolico, l’Avvocato Ronco di Torino, diverso dal con il quale aveva un rapporto d’amicizia, che gli aveva spiegato (ed è vero) che, estremamente trattandosi difficile di che, cose dopo molto aver gravi, era parlato, non venisse ristretto in un luogo di reclusione”. Io dissi: “Guardi, a tutto quello che le promettono, io non credo. Delle due l’una: o lei ha commesso questi fatti e, allora, si penta per davvero, non ha bisogno di chiedermi più nulla, ma se non è vero, come lei mi sta dicendo, sappia che il suo destino sarà un destino tragico, più tragico ancora, che se lei avrà il coraggio di resistere con la schiena diritta”. Questo fu il mio discorso orale con Maggi, in data 14 Gennaio del 1995. “Lo scrivente rassicurava il Maggi e questi ribatteva che avrebbe gradito molto se la fiducia del sottoscritto e del Dottor Madia gli fosse confermata anche dal Digilio, che considerava una persona di grande serietà”. Scusi, Magistrato, ho sbagliato prima, il colloquio con Digilio è del giorno successivo, non è antecedente, è del 5, non è del 3. Scusi, questo errore. Il contatto viene ripreso e viene garantito dal colloquio del Digilio. Poi c’è il colloquio del Digilio e c’è l'uscita di Maggi, dopo quel colloquio, indignato, e lo disse a Giraudo e risulta dal verbale di dibattimento che si è celebrato a Milano per il processo di Piazza Fontana, e Giraudo anche ha confermato: “Uscì inferocito Maggi”, per due ragioni. 1236-97 - 1 Aprile 2008 119 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Primo per le menzogne, e lo ha detto Maggi, che il Digilio stava propalando e per il tentativo di farlo calunniare, di fare sì che egli calunniasse terzi, vedremo tra poco. L’altra ragione che indignò Maggi era che anche lo si era fatto bere offrendo la grappa, facendo bere una bottiglia intera di grappa all’uno e all’altro, perché parlassero in libertà e le loro parole venissero registrate come auto accusatorie. Questa fu la ragione per cui il Maggi uscì da quel colloquio indignato, definitivamente dissuaso, da quello che era avvenuto, a voler prestare anche quella minima collaborazione su fatti inventati di cui aveva parlato in precedenza. Conclude il Dottor Casson: “Tali emergenze processuali fanno venire ovviamente meno l’ipotesi di calunnia prospettata nei confronti di Maggi, anche perché le audizioni e acquisizioni documentali hanno fugato ogni dubbio sul contenuto delle lamentele del medesimo, in quanto sono state riscontrate come quasi perfettamente aderenti alla realtà dei fatti”. E, poi, concluderà il Dottor Casson dicendo: “Il delitto di cui all’articolo 323 non è ravvisabile, perché viene meno il discorso relativo, a seguito della riforma, si parlava ancora della riforma intervenuta nell’Agosto del 1997, ultima riforma per la verità, e si dice: “No, manca il profilo del profitto ingiusto”, che è inteso in senso patrimoniale. Oltre il danno ingiusto, lo scopo era quello di ottenere… Residua però l’ipotesi di violenza privata e, per questo motivo, invia gli atti del Giudice dell’Indagine Preliminare per l’archiviazione dal delitto più grave di 323 e perché si proceda eventualmente con l’invio degli atti alla Pretura Circondariale, all’epoca era ancora la Pretura Circondariale, se non sbaglio, al Giudice dell’Indagine Preliminare presso la Pretura Circondariale. 1236-97 - 1 Aprile 2008 120 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Ecco, vedano, vorrei ancora menzionare un punto di questa importantissima richiesta. Qual era il piano che si tentava di operare nei confronti di Maggi? Era il piano che si era già compiuto nei confronti di Siciliano, cioè, far retribuire il Maggi, come da lui stesso detto, attraverso fonti irregolari, fonti speciali del Sismi, e poi, diciamo così, in qualche modo mantenerlo per migliori occasioni, così come sarebbe avvenuto per il Siciliano. Allora, grazie alla nostra denuncia, alla denuncia del Dottor Maggi, quale elemento di informazione ebbe il Dottor Casson? Ebbe l’elemento di informazione che Siciliano era stato pagato. Allora, il Dottor Casson cercò di approfondire come era stato pagato. Si rivolse all’Autorità Giudiziaria di Milano per verificare come fosse stato pagato e poi si rivolse al Sismi, al Generale Siracusa, per sapere come era stato pagato. Allora, pagina 9 di questo foglio, che è la richiesta di archiviazione e di rinvio a giudizio che fece il Dottor Casson: “Il Generale Siracusa (nel 1995 direttore del Sismi) veniva sentito per la prima volta in data 17 Ottobre 1995 come persona informata sui fatti in riferimento ad una richiesta del Giudice Istruttore di Milano (che lui, Casson, aveva trovato presso gli atti milanesi), in data 3 Gennaio 1995, che chiedeva al direttore del Sismi di affiancare al Capitano del R.O.S. Massimo Giraudo il funzionario del Sismi Dottor Aldo Madia, relativamente ad un contatto con il Dottor Carlo Maria Maggi prosecuzione conclusasi (noti, e con Giudice, sviluppo” successo fra virgolette), dell’analoga nei confronti attività di “in già Martino Siciliano, richiesta dal Giudice Istruttore di Milano, consegnata a questo Pubblico Ministero il 27 Settembre 1236-97 - 1 Aprile 2008 121 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] del 1995 dallo stesso Capitano Giraudo”. E’ lo stesso Capitano Giraudo che, su richiesta del Dottor Casson, consegna questo documento e viene chiesto a Siracusa come è stato pagato. Di qui nasce poi un’imputazione nei confronti di Siracusa, perché Siracusa non rivela immediatamente come è stato pagato, poi, nel corso del processo, si accerterà come era stato pagato, con fondi del Ministero, fondi riservati, eccetera, senza passare attraverso i peraltro, canali all’epoca di non carattere consentivano ufficiale, questo che, tipo di retribuzioni, perché ancora non eravamo nella fase in cui questo tipo di contatti potessero essere tenuti attraverso pagamenti per le vie brevi. Allora, Giudice, primo punto a cui dobbiamo dare risposta ai signori Pubblici Ministeri, come, quando e perché sorge l’intenzione della denuncia di Maggi? L’intenzione della denuncia nacque fin dal mese di Gennaio del 1995, perché Maggi, che non era colpevole dei reati che gli venivano in qualche modo ventilati come a lui addossabili e come da lui compiuti, si rifiutò di cedere a questa sollecitazione. giuridico potesse Non avere, importa che certamente significato era una sollecitazione nei confronti di una persona in grande difficoltà umana, personale, familiare, eccetera, ma lasciamo stare questi particolari. Non cedette a questa sollecitazione e si rivolse per essere difeso da un avvocato di questo Stato, perché prendesse in mano la sua posizione umana, perché si curasse di lui, perché lo preservasse da quelle che erano delle influenze non pertinenti. Così dice nel suo esposto, e sono le parole conclusive del suo esposto, signor Magistrato: “All’Avvocato Ronco ho raccontato sin da subito dei miei incontri con il Capitano Giraudo e, su sua richiesta, gli ho inviato anche nel mese di Marzo una dettagliata relazione scritta”. Sia quest'ultimo avvenimento (è un 1236-97 - 1 Aprile 2008 122 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] ultimo avvenimento l’autentica di prolungata cui parliamo ancorché tra vellutata poco), sia persecuzione psicologica del Capitano Massimo Giraudo, dichiaratosi braccio operativo del Giudice Salvini, rappresentano, a mio modesto avviso, un qualche cosa che va al di là di una regolare indagine giudiziaria. Qual è l’ultimo episodio, quello che fa uscire l’ultima goccia dal vaso, fa traboccare il vaso in maniera assoluta? E’ che il Maggi si era lamentato con il Capitano Giraudo. “Scusatemi, ma perché appaiono delle informazioni sui giornali, nei quali fate apparire me, Siciliano, Zorzi, come colpevoli di questi fatti?”. Allora, Giraudo gli rispose: “Be’, abbiamo dei giornalisti amici e facciamo filtrare presso i giornalisti amici queste notizie per potere in qualche modo sollecitare le indagini”, che poi capiamo quali fossero le modalità di sollecitazione delle indagini. Si volevano sottoporre a intercettazioni coloro che venivano accusati di questi reati, per vedere che cosa dicessero nelle loro conversazioni private, questo è ovvio. E’ per creare per paura, per creare spavento. “Le notizie – dice Maggi – anche su di me, sono comparse sul quotidiano “La Nuova Venezia” e su “Il Corriere della Sera” quando erano rigorosamente a segreto istruttorio. Allora, anche questo modo di far filtrare notizie in maniera mirata ad una, diciamo, collaborazione, a questo timore da crearsi, eccetera, mi ha indotto, alla fine, a denunciare questo fatto, a segnalare ciò che, a mio modesto parere, era andato al di là di una regolare indagine giudiziaria”. Ecco, allora, come, quando e perché. Quando io sento ancora questa osservazione, così come mi è stato riferito abbiano fatto i signori Pubblici Ministeri in questa udienza, che la denuncia di Maggi sarebbe 1236-97 - 1 Aprile 2008 frutto della sollecitazione 123 di Zorzi, io mi Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] permetto di dire, come potete dire una cosa del genere? Su quali elementi probatori potete dire una cosa del genere? Perché dove forzare la realtà, che consiste nella circostanza che Maggi si è determinato a compiere questo atto sin da subito, quando si è reso conto di essere destinatario di sollecitazioni che andavano al di là di una regolare vicenda giudiziaria? Perché è importante questa denuncia nel processo? E’ stata molto importante, perché ha consentito di scoprire, anzi tutto, la illegalità dell’operazione di acquisto illecito della delazione di Siciliano, altrimenti non si sarebbe mai accertato questo. Siciliano si presenta spontaneamente e, invece, Siciliano non è un soggetto che si presenta spontaneamente. Perché ha consentito di scoprire l’esistenza del colloquio Digilio – Maggi del 5 Febbraio 1995 e questo colloquio è di un’importanza straordinaria, perché va alle radici dell’attitudine calunniatrice di Digilio, che egli ha sposato fin da subito, credendo in qualche modo di sottrarsi poi alle conseguenze attraverso il racconto di una serie di fiabe. La fiaba della sua appartenenza ai servizi segreti C.I.A. o ai servizi segreti Nato o non si sa che cosa. Questa fiaba che è stata smascherata al dibattimento definitivamente, di primo grado, di Piazza Fontana, grazie, come ho detto già nella scorsa udienza, alle indagini difensive, perché non è che ci si sbaglia su Carret. “Eh, io sbaglio, quello è Carret… non è…”. No, no, è che Carret non esiste, cioè, quella persona non è un altro, ma è un americano ed è un americano che è il Caporale Maggiore Smith, amico di Persich, amico di Bandoli. Non è che mi sono sbagliato sull’uno o sull’altro, non è che ho detto che Carret è Smith. No, no, no, finalmente quello è trovato, Smith, dopo è aver un’altra persona. mentito per mesi, Ho aver raccontato per mesi che c’era un Capitano Carret, che 1236-97 - 1 Aprile 2008 124 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] guidava la struttura, e io non ho mai potuto dire nulla perché non so assolutamente nulla, perché non esisteva nessun Carret, nessun sovraordinato, alla fine mi portano una fotografia in cui c’è un Caporal Maggiore Smith, sì, è questo il Capitano Carret. Non è che io mi sbaglio fra Smith e Carret, questo è Carret, questo è il capitano che Capitano non Carret effettivamente è mai è esistito. questo avevo Ho detto caporal conosciuto, che maggiore che gli il che altri conoscevano, era una persona che frequentava l’ambiente di Bandoli, amico di Bandoli. Anche Smith, negli Stati Uniti, non si riconosce subito, ma certo, cosa vuol dire che non si riconosce subito? Certamente non si riconosce invece, lo conosco capelli rossicci, subito, per di certo cui ho sta di fatto in quel che io, capitano coi raccontato un sacco di fiabe, un sacco di bugie. Ma, signor Magistrato, colloquio Digilio. Questo colloquio lo abbiamo trovato noi, per la verità, perché noi abbiamo difeso fascicolo di fascicolo Salvini, Maggi. Piazza Non Fontana, quello poi era era negli negli relativo a atti del atti del fatti di estremismo milanese, di destra, fascicolo il cui numero adesso non ricordo con precisione. E’ un fascicolo per la gran parte archiviato, che viene poi mandato ad un’altra Corte d’Assise per un giudizio con il vecchio rito. Noi lo trovammo poi, questo colloquio. Allora, io vorrei, Illustre Magistrato, e qui giungiamo al profilo relativo all’attendibilità di Digilio, soltanto leggere alcuni passi di questo colloquio. Qui siamo a pagina 8 della trascrizione. Ecco, Digilio cerca di convincere Maggi, dice che i Giudici sanno tutto, gli manca qualche dettaglio. “Caro Carlo, qui, be’, fregatene altamente, ma visto che sono stati così abili, da Roma, a buttare la merda da noi qua, tu la ributti di 1236-97 - 1 Aprile 2008 125 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] là. Eh, sì, qui, in ‘sta Piazza Fontana qui, ci sono tutti i vari Caccola, i vari Merlino (che sono quelli di Avanguardia Nazionale, che erano stati processati e su cui erano andati in corso i vari processi), lo stesso... ehm… Delfo Zorzi, il quale era presso di noi come un serpente a sonagli”. Maggi risponde: “Delfo Zorzi a me non ha cose su Rauti mai parlato di questo, a te neanche”. “A me, sì, sapevo alcune e pesanti anche. Infatti, il Delfo Zorzi, non so se tu ti ricorderai, l’ho dovuto mettere a verbale sul primo verbale per avere l’aggancio col Giudice, poi, dopo, ho fatto il chiarimento che di queste cose mi ha parlato dopo il ‘72”. Allora, qui abbiamo l’invito ad accusare i vari Caccola, Delle Chiaie, i vari Merlino e Delfo Zorzi. Pagina 10: “E’ passato tanto tempo – è Digilio che parla – non puoi mica ricordarti (perché Maggi continua a dire: “Io, assolutamente, non posso dire nulla”). Comunque, Delfo Zorzi ci entra nella storia, perché me lo ha raccontato lui”. Maggi: “Di?”. Digilio: “Nella storia di Milano”. Maggi: “Di Bertoli?”. “No, di un altro, di questa storia qua, dello Zorzi, lui, quindi, tutta quella gente lì”. Maggi: “Di Piazza della Loggia?”. “No, della Loggia, di Piazza Fontana”. “Ma è sempre di Piazza Fontana, non si spiega assolutamente”, dice Maggi. Digilio: “Non sappiamo un cazzo”, il problema è: riuscirà a sapere se si possono dare flash su Merlino, su Delle Chiaie, eccetera. Ancora, pagina 11, Digilio cerca di convincere Maggi ad accusare Rauti. 1236-97 - 1 Aprile 2008 126 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Maggi: “Quindi, su Rauti, si levi dalla testa il capitano che io sappia qualcosa, io non so nulla”. “Un altro argomento – Digilio – interessante da poter dire, bisogna… bisogna poter dire qualcosa”. Maggi: “Mi dispiace per te, se potessi”. “Ma no, a me non dire niente, lo dirai al Giudice. Io ti sto dando delle dritte, se hai da dire qualcosa su ‘sto cane di Pino Rauti”. Maggi: “Ha detto, ha detto, il capitano, che tu eri della C.I.A., quindi…”. “No, no, nella Nato, nella Nato”. Ecco, la circuitazione delle notizie. Pagina 12, Maggi: “Io, guarda, a me, il Giraudo mi parla spesso di Piazza della Loggia, su Piazza della Loggia io non so nulla”. Digilio: “Va be’, ma quella ormai a noi non interessa, a noi interessa Piazza Fontana, questo è il discorso, perché è di questo, andiamo noi andiamo la storia, con con la storia, capisci? Qui a capisci? noi Noi interessa sapere i Caccola e gente varia, ma, insomma, sono loro che hanno lavorato di lusso, bisogna tirare fuori questi nomi qua”. Trascuro tante pagine, ma bisognerebbe rileggere tutto. Digilio: “Io, la dritta, te la do, se sai qualcosa su questo cazzo Rumor, se sai qualcosa su Zorzi”. Rumor era collegato, c’era la strategia della tensione. Rumor era colui che, secondo della strategia la della ricostruzione tensione, degli aveva dato scrittori il suo assenso alla messa delle bombe a Piazza Fontana e, poi, si sarebbe tirato indietro perché non avrebbe fatto il golpe. Legga qualche libro, lei li ha letti sicuramente, signor Magistrato, i libri dei vari scrittori sulla strategia della tensione. Allora, bisognava raccontare che Rumor era d’accordo. Pagina 20 e, poi, ancora, due, tre passi. 1236-97 - 1 Aprile 2008 127 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Digilio: “E’ una manovra. Negli anni ’85 io non c’ero più qua… però sono saltati fuori un sacco di verbali, che ho potuto vedere, c’erano soldi, poi c’è anche il discorso che Giraudo mi ha fatto vedere… Va be’, questi dicono questo, questo e questo, ma è stato utile anche per me (il verbale). E un pentito dichiara che, negli anni Ottanta, c’era una voce che girava, dopo ho scoperto che l’ha messa in giro Delfo Zorzi. Delfo Zorzi era abilissimo nel depistare”. Maggi, a un certo punto, si mette a ridere, dice: “Bisogna fare allora una roba giusta, smentire in modo…” e Digilio: “Guarda che bisogna essere abili e diabolici. Comunque, succede a un certo punto questo, è semplicissimo: lo Zorzi, nel ’73, riceve ordini da Roma, deve far scappare Ventura (bisogna essere abili e diabolici)”. Pagina 24: “Non lo so quello che tu devi dire – è Digilio che parla – quello che tu devi a ‘sto Capitano, loro vogliono sapere i rapporti con Rauti e se Rauti aveva a che fare con Piazza Fontana”. Maggi dice: “No, questo… non posso assolutamente sapere una cosa del genere, perché io non so assolutamente nulla”. Pagina 25, ancora: “Cosa sai su Rumor? Io sono sincero. Questi sono i discorsi, sapere qualcosa su Piazza Fontana, sugli organizzatori. Tu sai qualcosa sulle Delle Chiaie” e, poi, a pagina 26: “Ma qui bisogna che noi troviamo qualcosa da ributtare sui denti a Roma, al Sid. Maletti, l’hai mai visto e conosciuto, ‘sto paraculo? Il Maletti, Ladura, quella gente”. E poi, il pezzo finale, che mi permetto di ricordare perché è dimostrativo di quanto egli abbia imparato dai documenti falsi, da quel documento top secret: Digilio: “Ci sono gli argomenti, qui bisogna che tu trovi qualcosa da dire perché Siamo sennò, alle 1236-97 - 1 Aprile 2008 a un battute certo punto, conclusive 128 ti del mettono dialogo. dentro”. “Io sono Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] preoccupato di questo per te, perché c’è un’altra cosa: Pino Rauti non se lo inculeranno mai, caro Carlo Maria, perché ormai ci sono documenti che faceva parte della C.I.A.. Lui ha fatto tutto male, benissimo, dice che ha ricevuto l’ordine da Roosvelt, da Roosvelt! Da Roosvelt!, per dire: “Ho ricevuto l’ordine da Kennedy”, lui è a posto. Digilio: “I gruppi Nazionale, Patria, patriottici, ricevevano da chi li gli Ordine Nuovo, ordini per ricevevano? Dai Avanguardia difendere Carabinieri, la i Carabinieri li ricevevano dai servizi segreti”. “Allora i servizi segreti da chi li ricevevano?”. “Bah, li hanno ricevuti dalla C.I.A.”. Insomma, è un profluvio di accozzaglia di ricostruzione storiche che Giraudo gli ha fatto passare e che egli, malamente, ha cercato di memorizzare cercando di individuare qualche nome su cui il Maggi avrebbe dovuto lanciare le sue accuse e chi? Delle Chiaie, Merlino, Zorzi, Rauti soprattutto, perché bisognava dire, provare che Rauti fosse l’organizzatore e il colpevole delle stragi, perché direttamente coinvolto come spia della C.I.A. e, dunque, come spia della C.I.A., a pagamento della C.I.A., e, come spia della C.I.A. e a pagamento della C.I.A., organizzatore in Italia dei bracci armati degli Stati Uniti, che provocavano la strategia della tensione in Italia. Il carattere volgare, Digilio cultura, prima triviale, dell’ictus mancanza di del modo rivela la di sua preparazione, esprimersi di mancanza di mancanza di discrezione nel senso migliore, nel senso elementare, ma anche la sua disponibilità a mentire: bisogna essere abili e diabolici, lui credeva, poi è finito molto male, con la Cassazione che ha detto: “Non è attendibile”. Allora, la denuncia di Maggi, signor Magistrato, non solo non è una denuncia insufflata da Zorzi, ma è la denuncia di 1236-97 - 1 Aprile 2008 129 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] un uomo che ha voluto mantenere il suo onore, la sua rispettabilità, la sua dignità e che si è rivolto ad un avvocato per essere tutelato nel presentare, fiduciosamente, la sua denuncia all’Autorità contro una operazione che, forse, se non ci fosse stata questa denuncia e, a seguito di essa, non si fossero scoperti tutti gli eventi di cui ho parlato, il pagamento a Siciliano, il colloquio Maggi, la falsità della pista, C.I.A., eccetera, forse avrebbe portato alla condanna di innocenti per fatti diversi da questo, ma per fatti che sono stati costruiti sul medesimo canovaccio. Adesso, signor Magistrato, qualche osservazione sul secondo grande tema Ministeri che in è stato affrontato contrapposizione a ciò dai che Pubblici io avevo proposto, il tema relativo alle condizioni di salute del Digilio. Purtroppo, sono stato molto preliminare, non ho adeguatamente, ma, come rapido, siamo potuto lei in un’udienza dilungarmi potrà forse ricordare, io ho parlato non delle condizioni di salute del Digilio, ho parlato delle condizioni di Digilio alla luce e dentro, nel contesto, nella personalità del Digilio. Questa personalità di Digilio è stata in qualche modo aperta attraverso non quella soltanto meravigliosa psichiatrica, indagine ma anche psichiatrica, neurologica, soprattutto psichiatrica che hanno fatto i due periti Scaglione e Bianchi. Come ho ricordato già la volta scorsa, il Giudice dell’Udienza Preliminare, Dottoressa Forleo, era rimasta sconvolta dal fatto che, mentre le dichiarazioni scritte di Digilio, così come apparivano nei verbali, sembravano ricollegarsi, direi, a tutti gli episodi e inserirsi in tutti gli episodi con un certo filo logico, si rese conto, in quell’udienza del 1998, eravamo nel mese di Giugno del 1998, che invece nel discorso di Digilio mancava un filo logico. Ella, come 1236-97 - 1 Aprile 2008 130 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dissi già la volta scorsa, ritenne, molto probabilmente, lo possiamo desumere da alcune sue sollecitazioni al Digilio perché dicesse la verità, che Digilio mentisse o, comunque, non fosse trasparente per voler favorire gli indagati. Allora, dispose questa perizia, che è una perizia, la unica perizia, signor Magistrato, che ha per suo oggetto la capacità di testimoniare, la capacità di rendere dichiarazioni, giudizio, ma la non capacità la capacità di rendere di stare in dichiarazioni. Quindi, è una perizia non solo di carattere neurologico, ma soprattutto di carattere psicologico e psichiatrico, cioè, se persona sia personalità ricollegabili al all’insulto celebrale addietro questa (l’insulto che affetta suo ha cerebrale da ictus patito lo vizi e, della quindi, parecchi patì nel mesi mese di Aprile, se non sbaglio, del 1994, o nel Maggio del 1994, eravamo nel 1998), se, diciamo così, aggravato da questo insulto cerebrale, il suo cervello non è più capace, per vizi sopravvenuti e per struttura originaria, di validamente testimoniare. Ora, io non ripercorro tutto quello che dissi la volta scorsa, perché Ella se lo è appuntato e, d’altra parte, quelle due perizie, la prima e la seconda, dei Dottori Bianchi e Scaglione andare a sono agli rivedere. Io atti, ho quindi svolto lei un se le potrà approfondimento attraverso anche la disamina del Rapaport per verificare tutti i temi relativi proprio alle perseverazioni, alle assimetrie di questo discorso di Digilio, per mostrarvi come l’esame attento dei costituti del Digilio rivela proprio la psichiatrico, parafiliaco, presenza cioè, per la di una quei sorta verità, vizi di più di carattere delirio paranoico, esattamente, di un personaggio affetto da mania di grandezza, che non ha più capacità di autocontrollo, che ha perso la capacità di autocontrollo 1236-97 - 1 Aprile 2008 a seguito 131 dell’insulto di carattere Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] cerebrale. Questi personaggi, Digilio ne è un esempio tipico e clamoroso, danno un’apparenza, diciamo così, di copertura e di obiettività fino a quando le convenzioni sociali gli fanno in qualche modo identici al tipo sociale cui appartengono. Quando però succede un evento, del tipo l’ictus cerebrale, la carcerazione, eccetera, questa cornice esterna, questa copertura tegumentaria scompare completamente e il vizio psichiatrico di fondo emerge in modo palese. Come possiamo scoprire il vizio? Il vizio lo scoprono quei due psichiatri, che lo vedono per qualche ora, in tre occasioni distinte, non sono condizionati da nulla. Sono due psichiatri presi a caso dal Giudice della Udienza Preliminare, Dottoressa Forleo, dicono quello che possono capire. Certo, dicono: “Se noi sapessimo di più sul vissuto di quest’uomo e lo potessimo paragonare a quello che ci sta narrando, forse potremmo giungere a delle conclusioni più sicure”. Per esempio, questo ci narra di essere stato ufficiale dei Carabinieri in viaggio di servizio in Sud America negli Stati Uniti, per molto tempo, per proteggere e difendere la Patria. Certo, se sapessimo se è vero che è stato ufficiale dei Carabinieri, negli Stati Uniti e in Sud America, per difendere la Patria, forse potremmo dire qualcosa di più, perché, se accertassimo che non è vero… Ma questo non è stato mai ufficiale dei Carabinieri, mai! Macché ufficiale dei Carabinieri! Questo stava mentendo spudoratamente, ma questo stava credendo, forse, stava auto convincendosi, in una sorta di paranoia megalomane, che era effettivamente stato un ufficiale dei Carabinieri, che quella sua permanenza oziosa in quel di Santo Domingo era in qualche modo espressione di un suo sentimento di Patria, per svolgere chissà quali indagini, quale attività, soprattutto se 1236-97 - 1 Aprile 2008 132 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] poi sollecitato a ricordare gli eventi in questa maniera pseudo eroica, come qualcuno che in qualche modo ha impedito che la valigetta di Soffiati scoppiasse, che la bomba di Bertoli, che la bomba di Piazza Fontana andasse… Tre vicende, in tutte e tre le vicende racconta che gli ha impedito che la bomba scoppiasse. Allora, quelle due perizie sono drastiche. Poi, si cercare di recuperare, naturalmente, Digilio, ma certo! Digilio verrà sentito quando si dovrà iniziare il processo, quello grosso, vecchio rito, quello in cui, tra l’altro, era compresa la contestazione relativa alla strage di Bertoli, tutte addebitata assolte, sentenza a grazie, della Corte Maggi e ad anche qui, d’Assise altre a persone, una poi meravigliosa d’Appello di Milano, Sezione Seconda, Presidente Belfiore e Giudice estensore Caiazzo, che dissero: “Siamo di fronte ad una grande mistificazione, perché questa vicenda è una vicenda in cui Bertoli ha agito da solo come anarchico invidualista”. Poi questa sentenza verrà annullata dalla Corte di Cassazione, la quale dirà: “Be, no, si è andati troppo oltre, attendibile”. però Si è vero torna che indietro Digilio e non Digilio è viene dichiarato inattendibile e si giungerà a una sentenza di assoluzione ugualmente, che la Cassazione poi confermerà ancora sulla inattendibilità assoluta di Digilio. Ma la sentenza giusta, nella sostanza, nella verità dei fatti, è quella di Caiazzo e di Belfiore, è quella la sentenza giusta, quella che scardina la mistificazione. Allora, all’inizio di questo processo, il Presidente della Corte chiama tre grandi periti: un grande psichiatra, che poi non è uno psichiatra, per la verità, è un criminologo, che è il Professor Portigliatti Barbos, che io conosco, che molti di noi conosceranno; il Professor Invernizzi 1236-97 - 1 Aprile 2008 di Milano e 133 un altro professore. Gli Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] chiederanno se è capace di stare in giudizio. Fanno un esame. “E’ capace di stare in giudizio?”. “Sì, sì, è capace di stare in giudizio”, nessuno nega che sia capace di stare in giudizio. E poi i Pubblici Ministeri qui di Brescia, prima dell’incidente probatorio di Brescia, faranno di nuovo appello a questi periti e chiederanno se è capace di stare in giudizio e se è capace di reggere l’incidente probatorio. Poi, quella perizia che ho potuto leggere, mi hanno accusato di aver fatto il processo su Piazza Fontana,quindi io mi sono andato a leggere questa perizia. Peraltro, è una perizia che è in gran parte ripetitiva di quella della Corte d’Assise di Milano, Sezione Seconda o Prima, non ricordo, quella relativa al processo Bertoli. Alla fine si dice: “Sì, sì”, la domanda è se capace di stare in giudizio. Descrivono l’evoluzione Carlo Digilio della a malattia decorrere che dal ha 10 interessato Maggio 1995, evidenziando quali effetti la stessa abbia prodotto nel corso del tempo sulle capacità intellettiva, cognitive e mnemoniche. “Con riferimento all’attività istruttoria svolta nei suoi confronti, dicano quali sono le condizioni psicofisiche attuali e in situazione particolare clinica successivamente a se il quadro abbiano quanto morboso e la subito evoluzioni riscontrato nell’ambito peritale conferito dalla Corte d’Assise di Milano, e, in caso positivo, se le stesse siano state talmente tali da poter modificare le precedenti conclusioni. Dicano in particolare i consulenti se le attuali condizioni psicofisiche del Digilio siano compatibili con l’espletamento dell’incidente probatorio”. Sì, non c’è la domanda, non c’è la domanda psichiatrica, c’è 1236-97 - 1 Aprile 2008 134 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] la domanda neurologica, ma non quella psichiatrica, se sia soggetto capace di testimoniare, il che implicava un esame di carattere psichiatrico, come avevano fatto, sia pure parzialmente, quei due periti della procedura Forleo. Le conclusioni sono che non ci sono delle modificazioni cognitive. Per carità, lo dicevano anche i due periti. Se gli chiediamo: due più due, fa quattro? Due più due, fa quattro. Se gli chiediamo come si dice rosa in inglese, ci dice come si dice rosa in inglese, perché ha una serie di cognizioni mnemoniche che sono rimaste intatte. Il problema è quello dell’articolazione logica del pensiero, il problema non è quello del ricordare. Al test informativo circa il significato delle parole, aveva risposto, di fronte a quei periti, bene, aveva dato un risultato di 7 o 8 su 10 della scala o viceversa, adesso non ricordo. Fatta una scala a 10, aveva risposto da 7 o da 8. Il problema non è se abbia conservato delle cognizioni, è se abbia ancora la capacità di articolarle logicamente, oppure se la sua malattia psichiatrica di fondo, quella ben individuata da quei periti, abbia ormai completamente travalicato e scardinato l’unità della personalità. Io ho detto, la volta scorsa, signor Magistrato, a lei, che questa personalità è stata disgregata completamente, quando vi ho raccontato l’episodio di Dozier. L’episodio di Dozier. Io sono uomo della C.I.A., sono collegato con la C.I.A., i miei scalzacane amici, che erano anch’essi ultimi della classe, che non avevano nessun’arte né parte, con nessuno, e che frequentavano le osterie, le trattorie del Veneto, insieme con altri fascisti, questi diventano gli uomini che salvano Dozier. E ogni volta di più, e non solo salvano Dozier, ma adesso, addirittura, nell’incidente probatorio di Brescia, sono 1236-97 - 1 Aprile 2008 135 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] quelli che pestano il brigatista rosso, lo torturano, lo fanno confessare per dire dov’è il luogo dove è tenuto Dozier. Dozier viene allora ritrovato non perché vanno su i camion, in giro per le colline, a trovare Dozier, ma perché uno dei loro scalzacani è riuscito a pestare il brigatista rosso che ha confessato e ha rivelato, sotto tortura, dove si trovava Dozier. Questa è la realtà! Allora, la malattia mentale che dimostra la totale assenza di attendibilità di questo personaggio, va riscoperta attraverso l’esame attento degli atti, tutti quegli atti che si formano lentamente, in una maniera completamente inaccettabile, attraverso servizio stilate davanti al prima Giudice, un e di fatti mix di relazioni interrogatori di ripetuti successivamente, nel pomeriggio, secondo quella modalità che abbiamo scoperto attraverso le parole di Giraudo e che Maggi ha riferito in quella denuncia, e che Giraudo poi ha riferito nelle sue relazioni di servizio segrete rivolte al Giudice. “Gli ho detto che sarebbe andato al mattino davanti a noi”, e “noi” voleva dire io e uno del Sismi, tanto è vero che bisognava affiancare a lui un uomo del Sismi, che era il Madia. Dunque, bisognava affiancare questo, bisognava in qualche modo preparare la relazione di servizio, poi bisognava portarlo, bello bello, davanti al Giudice perché confermasse, ma il Giudice non avrebbe fatto domande. Allora, Magistrato, io ho fatto uno sforzo in passato, l’ho rifatto in questi giorni, ho ripreso le dichiarazioni di Digilio detto dopo la la volta ripresa della scorsa, vi sua sono collaborazione. tre fasi Ho nella collaborazione di Digilio, sì, tre fasi. La prima che va dal 1993 fino all’ictus, è quella fase nella quale è ricompreso anche il discorso con Maggi: “Bisogna essere abili e diabolici. Il Capitano Giraudo mi ha raccontato 1236-97 - 1 Aprile 2008 136 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] una serie di cose, mi ha fatto leggere tanti atti. Io debbo utilizzare questi atti per accusare qualcuno, cercando di tirarmi al di fuori, in disparte”. Allora, se ha letto tutte queste dichiarazioni del 1993, 1995, potrà cogliere tutto questo, le bugie, le riferisce, e fa sorgere il discorso menzogne che di se stesso referente di organismi superiori, che non si sa se siano la Nato, la C.I.A., ma non importa, non posso scendere nei particolari. Ecco, allora: “Io sono un osservatore, io vedo, guardo. Mi dicono di smontare dell’esplosivo, una fate mina, smonto attenzione. la mina. C’è C’è dell’altro esplosivo, questo può trasudare. Faccio il tecnico che osserva le cose per conto della C.I.A. o dell’organo di informazione”. Poi c’è l’ictus. L’ictus crea un problema per lui, sicuramente, ma un problema anche per gli inquirenti, che lo hanno ormai ghermito nelle loro spire, ma non sono ancora riusciti a realizzare alcunché. Sì, c’è Siciliano, c’è Maggi, bisognava afferrare, in queste spire, anche Maggi, ma Maggi non ci è entrato, perché Maggi si è rivolto ad un avvocato, e ne sono onorato, sono lieto, di rivendicare questo ruolo di avvocato che ha difeso un cittadino. E allora? E, allora, bisogna condizioni di andare avanti, normalità, bisogna rimettere riprendere in sesto in questo rottame di uomo. Allora, lo vediamo, la seconda fase, quella fase drammatica che rivela ancora il contrasto dentro la coscienza. Sì, la coscienza cos’è? E’ l’anamnesi del bonum che è in ciascuna persona, in ciascun uomo, quindi l’anamnesi del bonum, del vero, che è in ciascuna persona. Quindi, c’è ancora una coscienza, anche in Digilio. La lotta nella 1236-97 - 1 Aprile 2008 137 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] coscienza tra il bonum che si è per natura e quello che invece si è diventati per interesse, per utilità, per convenienza, per pressione, per paura. Ecco, allora, la ripresa e questi interrogatori vanno dal mese di Novembre del 1995 fino al 15 Aprile 1996, all’appello disperato che Digilio lancia ad Emireni: “C’è un capitano che dice che io non ho detto la verità, che bisogna fare delle investigazioni suppletive. Sono oppresso, mi minaccia di perdere tutto quello che ho guadagnato, ma io sono malato, non ce la faccio più a sopportare questa condizione”. Dottoressa Pradella, Il competente Pubblico per le Ministero, indagini su Piazza Fontana, si reca, il 16 Aprile, su sollecitazione dell’Ispettore Emireni, e lo interroga chiedendogli: “Cosa vuole?” e lui lancia questo appello. “Si rivolga al Dottor Salvini”, questa è la frase conclusiva del Pubblico Ministero, Dottoressa Pradella. Il 19 Aprile si rivolge al Dottor Salvini e c’è l’interrogatorio in cui riconoscerà Carret nel Caporal Maggiore Smith, è il passo definitivo verso la bugia, verso la menzogna. Da lì, siamo in un percorso a precipizio verso la menzogna. Lì ricordiamo una frase: “Non voglio mescolare il sacro col profano, ma quello che c’è da fare fallo subito, bisogna fare tutto subito”. Il 19 Aprile già si parla anche in qualche modo di Piazza della Loggia, lo vedremo tra poco. Non si parla di Piazza della Loggia, ma si parla di cose strane, si parla dell’incontro dei rovigotti, dei veneziani, in un discorso che è un’affabulazione menzognera spaventosa. Ma andiamo per ordine. La terza fase, adesso, non ci interessa, ci interessa la seconda fase. Bene, 26 Settembre 1995, incontro Dottoressa Pradella, Digilio: “Non sono in grado di rispondere, voglio il mio 1236-97 - 1 Aprile 2008 138 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] avvocato”. Era stato convocato l’Avvocato Maniaci e notino che il Maggi aveva scritto nel suo esposto: “Mi ha detto il Digilio che io avrei dovuto revocare il mio difensore (in epoca non sospetta lo disse Maggi) e avrei dovuto nominare un difensore dei pentiti, in particolare mi parlò dell’Avvocato Maniaci”. E’ nell’esposto di Maggi del 29 Luglio del 1995, e Digilio aveva l’Avvocato Maniaci, e Siciliano aveva poi l’Avvocato Maniaci. Digilio, in questo interrogatorio, dice: “No, basta, adesso voglio un altro difensore. Non voglio un altro difensore”, voglio sarà poi più il Maniaci, suo amico Avvocato Barbetti, che rimarrà poi fino alla morte come suo difensore. 18 Ottobre, Dottor Salvini, è un interrogatorio che, Magistrato, la prego di leggere. Io mi riferisco agli interrogatori trascritti, integrali, non mi riferisco a quelli, c’era così, una semplificati, legge che riassuntivi. imponeva la Per fortuna, registrazione e la trascrizione. Questo è l’interrogatorio in cui Digilio nega addirittura le cose più elementari, nega addirittura di avere avuto rapporti con “Mancangi”, nega di essere andato a Santo Domingo con un passaporto falso, nega tutto, ma è importante leggerlo, perché qui si coglie il Digilio, com’è veramente, il Digilio senza la pista, il Digilio senza i bocconcini percorso. Tanto è di pane vero che che il servono a fare il Dottor Salvini si spazientisce, dice: “Ma lei non riconosce più nulla, non sa più nulla! Non mi dice quello che mi aveva detto due anni fa”, interrogatorio 18 Ottobre 1995. Interrogatorio 6 Novembre 1995, siamo alle solite, anche qui, le stesse accusatore, cose. ma io Interrogatori non posso frustranti per un soffermarmi. Ella li ricorderà, li leggerà. Discorsi già costruiti con fatica nei mesi precedenti, prima 1236-97 - 1 Aprile 2008 139 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] dell’ictus. La famosa storia della gelignite, dell’esplosivo, tutte storie costruite a fatica, tutte bugie, poi lo abbiamo dimostrato, in Corte d’Assise, che erano menzogne, ben inteso, ma erano già state costruire. Lui non se le ricorda più. 10 Novembre, pagina 49 della trascrizione, è un punto che vorrei ricordare. Dopo che il Digilio continua ad arrancare nel vuoto, il Giudice gli dice: “Be’, però, oggi, proprio siamo stati molto molto generici, può aggiungere qualcosa oggi che può aiutarci? Una cosa che non le chiediamo noi e che… Dica lei! Capisce? Perché noi continuiamo a farle presente cose che dicono altri e che lei poi… Dica una cosa utile e importante che le è venuta in Rotelli, mente”. della dimostrato importante quella Allora, qui gelignite, poi falsa per della una di ma Piazza gelignite la storia totalmente, l’accusa storia racconta che era Fontana, di storia Rotelli di abbiamo un punto perché su bisognava costruire la gelignite di Piazza Fontana, perché era il trait d’union con l’attentato alla Scuola Slovena e con Piazza Fontana. “Dica una cosa utile e importante che le è venuta in mente oggi. Dica una cosa utile e importante”. 2 Dicembre, questo interrogatorio bisogna leggerlo, questo sì perché è il Dottor Casson che si rivolge a lui, che va da lui. Va da lui, gli fa delle domande su cose su cui il Dottor Casson aveva investigato il decennio prima, su cui tutto è ormai assodato, c’erano sentenze passate in giudicato. Era la sentenza sulla saldatrice, era la sentenza sulle armi, era tutto quello che il Dottor Casson aveva assodato. Il 2 Dicembre Casson e, dopo aver rifiutato varie volte chiaramente di che rispondere, non mi sento dicendo: bene, che “Ha non visto posso mettermi a fare verbalizzazioni, ho fatto un infarto, ho 1236-97 - 1 Aprile 2008 140 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] perso un braccio e una gamba, questo mi ha minorato, ho altre minorazioni. I medici specialisti dovranno effetti che, partendo dal cervello, mi hanno rovinato in tanti punti del corpo”. Quindi, dice: “Non voglio rispondere”. Il Dottor Casson va avanti, dice: “Va be’, il medico dice che lei può rispondere”, sì, perché è capace di stare in giudizio, è indubbio questo. Va avanti e nega l’innegabile, ciò che non avrebbe mai potuto negare. Però il tempo stringe, arriviamo al 21 Dicembre del 1995. Il tempo stringe, Digilio di nuovo davanti al Dottor Salvini. Abbiamo visto che il 2 Dicembre, davanti a Casson, è allo zero intellettivo, è allo zero informativo, è allo zero cognitivo. Il 21 Dicembre, invece, a pagina 5 prima si parla di Partigiana una di certa Venezia, cosa, di eccetera, un e attentato il alla Giudice, a un certo punto, dice: “Qui c’è qualcosa da aggiungere, è vero? Dica attentato ad alta alla voce, signor Partigiana, Digilio! abbiamo da Su questo aggiungere qualcosa qui?”. Allora, c’è un canovaccio. C’è un canovaccio. Il Giudice dice: “Su questa storia che lei mi sta raccontando così male, c’è qualcosa da aggiungere? Dica un particolare”. Sì, ma non è l’Avvocato Ronco che lo dice, perché poi è la carta che parla, a pagina 9: “Giudice: Esattamente, però c’è qualcosa da aggiungere sulla cosa di Sant’Elena, vero?”. E poi che ci sia qualcosa, Digilio brancola per ancora quattro pagine, cinque pagine, sei pagine. Arriviamo a pagina 16: “Allora, signor Digilio – è il Giudice che parla – io le leggo parte della relazione di servizio relativa al colloquio da lei avuto il 4 Dicembre 1995 col personale del R.O.S. e che riguarda i rapporti Maggi, Digilio, Cavallini”. Allora, di qui fluirà poi il discorso di Digilio: “Io le leggo”. A pagina 25, dopo questo discorso su Cavallini, le armi di Cavallini, il Digilio dice: “Sono stanco”. Il Giudice: 1236-97 - 1 Aprile 2008 141 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] “Facciamo così, mi vuole solo confermare (pagina 26) quali erano i nomi dei suoi superiori americani?”. “Sì, dottore”. “Mi dica, il primo e il secondo”. “I miei superiori americani erano prima…”. Dice il Giudice: “Prima di tutto, tale David?”. “Sì”, pronuncia non chiara. Giudice: “O Carret?”. “David Carret”. Giudice: “Sì?”. Digilio: “Sissignore”. Giudice: “Fino al?”. “Fino al millenovecento… mille e nove…”. Giudice: “’74, circa?”. Digilio: “Sissignore, ’74 circa”. Giudice: “E dopo?”. “E dopo, fino al 1976…”. Giudice: “Forse qualche anno di più, ’78?”. Digilio: “Forse qualche anno di più, sì, ‘78”. Giudice: “Un capitano?”. “Sissignore”. “E come si chiamava?”. “David”. Giudice: “Carret era il primo? Possiamo dare atto che nella relazione di servizio del personale operante viene indicato Capitano Richard, giusto?”. Digilio: “Sì”. Giudice: “Che era della base di Vicenza, questo vero?”. “Sissignore”. “E che lei incontrava al? A Venezia, vicino a San Marco, no?”. “Sissignore”. Giudice: “Perfetto, e gliel’aveva presentato Carret, il passaggio di consegna, diciamo…”. Digilio: “No, me lo aveva presentato mio padre”. Giudice: “Carret 1236-97 - 1 Aprile 2008 gliel’ha presentato 142 suo padre”, secondo Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] quella bugia secondo cui Carret era il capitano del sommergibile di Creta, salvato dal padre, trovato poi a Venezia e presentato dal padre al figlio. “Perfetto, e gliel’aveva presentato Carret, il passaggio di consegna…” – “No, me l’aveva presentato mio padre”. Giudice: “No, Carret gliel’ha presentato suo padre, no?” “Sissignore”. “E poi Carret le ha presentato Richard?” “Sissignore”. “Dove, a Verona?”. “No, a Venezia”. Giudice: “E anche Richard è andato via dopo?”. “Sissignore”. “In che posto l’hanno mandato?”. “Non ne ho idea”. Be’, questo è un passaggio, illustre Magistrato, che depone per la totale inattendibilità di questo personaggio, in modo certo. Il delfino attivo? Il delfino attivo fa il pari, in via analogica, con la storia della portaerei Eisenhower. Digilio aveva raccontato che lui faceva le esercitazioni sui sommergibili americani e un giorno racconta di un’operazione “delfino attivo”, per svegliare segnali dei i guardacoste sommergibili italiani. Andavano sovietici, lui, con i con i sommergibili americani, a fare questi segnali falsi, per vedere se gli italiani rispondevano, ma lui era lì, era lì con Carret. I sommergibili e l’operazione “delfino attivo” l’ha inventata Carret, e Carret è Smith, Caporal Maggior furiere di Vicenza, amico di Bandoli. Pagina 31: “Le operazioni “delfino sveglio” le ha fatte con Richard, quello dei pescherecci?”. Digilio: “Fu un’operazione molto attiva”. Giudice: “Attiva, sul mare, no?”. Digilio: “Sì”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 143 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Giudice: “Vuole dirci due parole?”. Silenzio. Giudice: “Forse, è un po’ stanco adesso?” Comunque, lei si riserva di spiegarci l’operazione delfino attivo, nel prossimo giusto?”. “Sì, dottore”. “Sul mare?”, dice il Giudice. “Su… Su… Su… Sono un po’ stanco”. Giudice: “Mi riservo – verbalizza – interrogatorio di spiegare”. Giudice: “L’operazione delfino attivo si chiamava così?” “Esatto”. Giudice: “Vuole ripeterlo ad alta voce?”. “L’operazione delfino attivo…”. Giudice: “Che si svolse nell’Adriatico?”. “Sì”, dice Digilio, “perché così chiamavano gli americani tutto ciò che…”. Giudice: “Facevano…”. “Facevano sul mare”. Giudice: “Era per controllare il funzionamento della Marina Italiana?”. Digilio: “Sì, per controllarne la re…”. Giudice: “La resa?”. Digilio: “La resa, la resa, la capacità di…”. Giudice: “Di reazione?”. Digilio: “Di reazione, diciamo”. Giudice: “Perfetto. Un’ultima cosa, il contatto tra Minetto e Spiazzi, chi era quel professore, come si chiamava alla fine?”. “Uno era…”. Giudice: “Il Professore Gonnella”. Non un notizia nuova, non una nuova strada, neanche il nome di Carret, “Sì, David”, l’aveva già inventato prima David Carret, si riserverà poi di trovarlo dopo. 4 Gennaio 1996, qui è qualcosa di strepitoso, qui abbiamo la 1236-97 - 1 Aprile 2008 144 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] mitizzazione megalomane e bugiarda di Lino Franco. Lino Franco è morto nel 1969, ma l’abbiamo già dimostrato a Piazza Fontana, è morto nel 1969 prima dell’Estate del 1969, invece svolte per veniva mettere posto alla insieme gli base delle inneschi in attività quel di Paese, eccetera, ma l’abbiamo smentito. Lino Franco però diventa importante per il Giudice Salvini, perché Lino Franco diventerebbe il collegamento tra i tedeschi della guerra e gli americani. Allora, vedete cosa dice. “Quindi, lei ha conosciuto Di Franco, altri particolari, signor Digilio?”. Di Franco era un professore di ginnastica di Vittorio Veneto, un fascista che aveva fatto a vent’anni la guerra con i fascisti e poi era andato a fare il professore di ginnastica a Vittorio e si era iscritto al Movimento Sociale. Era un fasciatone e niente di più, niente altro. Questo diventa che cosa? “Quindi, lei ha conosciuto Di Franco?”, dice il Giudice a pagina 4, “Altri particolari, signor Digilio, della sua vita, insomma? Vuole ripeterli?”. Digilio: “Sì, ha messo in piedi l’industria tedesca con la famosa utilizzazione del Gewehr 15”. Giudice: “Che è un fucile?”. “Sì, un fucile mitragliatore tedesco”. “Dove l’hanno usato all’inizio?”. Digilio: “Inizialmente, utilizzando i dimostrato, il l’hanno migliori usato a Montecassino, paracadutisti Professor Franco, italiani. di avere Ha delle qualità”. Giudice: “Di istruttore?”. “Di istruttore veramente eccezionale, tanto è vero che si acquisì l’amicizia del Generale Kesserling”. Giudice: “Sì”. “Che era quello che teneva la linea che passava per Cassino”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 145 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Giudice: “Sì”. Queste sono le cose che sa. Quando gli fanno le domande sulle informazioni storiche, sì, 7 di punteggio, perché aveva un’infarinatura di carattere storico, su queste cose aveva letto i giornaletti fin da bambino. Qui parla lui, portando autonomamente: questo “Il fucile, Professore diede la Franco Lino, possibilità di aumentare la vendita da parte della Germania di questi fucili e la fama fu così alta che, a un certo punto, sono stati comperati dalla Spagna, tanto è vero che il fucile che gli assomigli è proprio quello che gli spagnoli hanno in dotazione adesso”. “Ah, il Professor Franco – dice il Giudice – combatteva con la Repubblica Sociale a Montecassino?”. Sì, quello è vero, non aveva fatto Montecassino, aveva fatto una campagna, se sbaglio, vicino ad Anzio. Giudice: “Ed è per questo che il rapporto con i tedeschi (incomprensibile) questo fucile?”. “Sì, un fucile mitragliatore veramente micidiale”. “E lo ha migliorato?”. “E’ dando le notizie necessarie ai tecnici tedeschi perché lo migliorassero, per questo Kesserling gli procurò un sacco di soldi per la collaborazione”. E poi ancora il rapporto con gli americani a Monfalcone e qui c’è tutta la storia di Monfalcone, dei capannoni, è un’altra storia lunga, infinita. Minetto, quell’artigiano infimo, poverino, ma infimo proprio, di Colognola ai Colli, diventa il grande finanziere, economista, industriale, delle attività degli americani che fanno gli elicotteri a Monfalcone. Insomma, io non questi voglio sono più atti, insistere, sono ma, carte signor che Giudice, dimostrano l’affabulazione perversa. 5 Gennaio, abbiamo sempre il canovaccio, notino il passaggio. Il Maresciallo Russo finisce la verbalizzazione, omicidio per 1236-97 - 1 Aprile 2008 146 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] motivi politici, pagina 30, e il Giudice comincia: “Allora, ufficiali americani”. Digilio: “Ufficiali americani”. Giudice: “Mi dica, sì”. Giudice: “Richard”. “Partiamo – dice il Giudice – partiamo da Carret”. Digilio: “Che veniva chiamato…”. Giudice: “Sì, dai suoi colleghi, simpaticamente, Teddy”. Ah, Teddy! Teddy, che è il contrario! Ma sì, ci si può sbagliare, ma Teddy è quello che qualche anno prima gli aveva detto un Giudice, un giorno. Dice, ma, quell’ufficiale americano, Teddy Richard, in realtà non era un ufficiale, era un soldato semplice. Era un soldato semplice, Teddy Richard, abbiamo la prova, la controprova, tutti i documenti che dimostrano che questo qui è un soldato spedito via dagli americani nel 1964, definitivamente, perché aveva rapporti con i fascisti italiani di Verona, e gli americani lo hanno spedito via. In un discorso, per errore, gli dicono: “L’ufficiale Teddy Richard” e questo diventa Teddy Richard il referente americano dopo Davide Carret, quel “Garret” dei fumetti. Garret, sì, Garret, chi? G.I.P. – DOTT. BENINI: Avvocato, possiamo attenerci sul terreno delle repliche, magari? AVVOCATO DIFENSORE - RONCO: Sì, ma io voglio concludere, perché sto per finire la replica, Giudice. Digilio: “Ecco, ecco, le confermo quel coso”. Giudice: “Perfetto, perfetto”. “Le confermo quel coso”. Ma è la replica, Giudice. Mi perdoni, qui stiamo discutendo della capacità mentale di questa persona e io sono nel centro della questione. 1236-97 - 1 Aprile 2008 147 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] G.I.P. – DOTT. BENINI: Tema che lei aveva ampiamente affrontato già in sede di discussione, comunque. AVVOCATO DIFENSORE – RONCO: Sì, sì, ma voglio riprenderlo. Comunque, adesso cercherò di essere, per carità, breve. Lasciamo stare tanti passaggi. Carret che diventa la storia. 5 Gennaio, sommergibili sovietici, e va bene. Poi lo descrive, dice: “Capelli brizzolati, ben piazzato”. “Ben piazzato?”, Giudice. “Sì”. “Capelli brizzolati”. “No, abbiamo detto che era sul rossiccio”. Giudice: “No, quello è Carret”. “Allora, quello era Carret?”, insiste il Maresciallo Russo. Digilio: “Era Carret”. Va bene, lasciamo stare questi e arriviamo al dunque. La portaerei, lasciamo stare tutto, arriviamo al 18 Gennaio. Ecco, questo del 18 Gennaio voglio ricordarlo perché qui si parla di Minetto. Minetto ha dato il suo curriculum. Minetto era un personaggio che ha fatto il soldato semplice acquartierato a Verona, durante il periodo della Repubblica Sociale, in Marina, costruzioni. Quindi, un soldato semplice di fureria. Si era poi iscritto al Partito Socialdemocratico, lo ha dimostrato, lo dice anche in un suo rapporto, in una sua testimonianza il Capitano Giraudo. Giudice: “Lui parlava un po’ di tedesco”, interrogatorio del 21 Gennaio, pagina 6. “Si ricorda?”, Giudice, “Aveva frequentato i tedeschi”. Digilio: “Ha combattuto nell’Appennino Tosco Emiliano e in Germania con le truppe austroungariche”. Giudice: “Austroungariche?”. Digilio: “Sì”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 148 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Giudice: “Con le truppe tedesche?”. Digilio: “Sì. Tedesche, sì, però deve sapere che…”. Giudice: “Dica pure”. Digilio: “Gli austriaci erano riusciti a coltivare di reparti di gendarmeria (incomprensibile)”. Giudice: “Di reparti austriaci? Collegamenti?”. Digilio: “No, no. “Lei si ricorda che il Veneto è sempre stato un territorio di occupazione austriaca, perché gli austroungarici avevano nel Veneto quelle truppe ancora inquadrate a suo tempo”. Qui sono le reminiscenze storiche sull’occupazione veneta da parte degli austroungarici, che vanno confondersi con la partecipazione di Minetto alle attività di gendarmeria austriaca nel corso della seconda guerra mondiale. 31 Gennaio. Questo è importante, anche molto l’attendibilità, bello, signor Giudice, importante perché qui siamo ed proprio di fronte è per al tema dell’attendibilità e giungiamo poi, da vicino, ai nostri interrogatori su Piazza della Loggia. Giudice, pagina 1: “Allora, signor Digilio, vogliamo parlare di altri episodi che si è ricordato, che coinvolgono il gruppo di Minetto e di Maggi?”, qui si arriva al dunque, si vuole arrivare al dunque, “Per esempio, episodi di cui non ci ha ancora raccontato. Si è ricordato qualcosa?”. Silenzio. Giudice: “Dunque, che coinvolgono l’appartamento di Via Stella, a Verona, tutte queste situazioni qua”, qui la costruzione fasulla di Bertoli in Via Stella, è già preparata. L’idea è che Bertoli sarebbe stato addestrato nell’appartamento di Via Stella, a Verona, per andare poi, portato con la violenza, a commettere l’attentato della Questura. “Dunque, che coinvolgono l’appartamento di Via Stella” e Digilio: “Be’, era anche frequentato, l’appartamento di 1236-97 - 1 Aprile 2008 149 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] Via Stella, da un ufficiale della Nato, tale Richard”. Giudice: “Sì”. “Teddy”. Giudice: “Sì, questo l’avevamo già detto”, e qui non va bene, perché non dice quello che doveva essersi ricordato, “E altri episodi in cui Minetto le aveva dato degli incarichi di controllare situazioni, se ne ricorda?”. L’Avvocato Barbetti interviene: “Qualcosa di analogo, come situazioni più quello abbiamo parlato prima”. “No, no, no”. Giudice: “Be’, non proprio incontri, anche importanti, cioè, situazioni in cui Minetto le affida degli incarichi di controllo”, è proprio Bertoli, questa è la vicenda Bertoli e poi il racconto che qualche mese dopo apparirà in Digilio sulla vicenda. Minetto, perché vai a Via Stella e trovi Bertoli? Perché Minetto mi dice di andare a controllare cosa succede, con Bertoli, nell’appartamento di Via Stella. “Va bene – pagina 6 – ci sono altri episodi che coinvolgono interessi per Maggi e per Minetto?”, e qui non emerge nulla. Non emerge nulla e poi il Giudice: “Era una specie di controllo che facevano su di lui? Senta, e chi la mandò a vedere cosa succedeva?”. “Minetto”. E poi, ancora, questo è bello, perché poi qui divaga: “La finalità era di combattere i comunisti, i comunisti titini”, qui ritorna Digilio fascista, “Era di arrivare a Milano (i titini). Furono fermati per la strada degli uomini tra cui i combattenti di Franco, del Professor Franco, e resistette, questo gruppo resistevano di combattenti sul Pian del repubblicani Cansiglio, resistettero sul Pian del Cansiglio con grande amore di Patria, proprio l’Italia”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 Sono per salvare cose la nobili, 150 Patria, ritorna per salvare l’ideologia Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] fascista. E poi come emerge il rovigotto? Il Giudice insiste, dice: “Ma ci sono stati degli incontri, di cui si è ricordato prima?” e dice: “E avvenne qualcosa di interessante?”. Digilio: “In una grossa trattoria, lì nel rovigotto, come li chiamano i veneziani”. Giudice: “Sì, il luogo, cosa avvenne?”. Digilio: “Delle riunioni di gente di destra”. Giudice: “Sì”. “Da dove uscivano discorsi. Era da tempo, erano veneziani che, da Milano fino a Venezia, passavano per Verona: “Bisogna fermare i rossi, bisogna bloccarli”. “Bisogna fermare i rossi, bisogna bloccarli”. Giudice: “Colpire i rossi?”. E Digilio: “Bisogna colpire i rossi. In particolare, fu fatta una grossa cena tra le gente più…”, questa cena che poi diventa l’incontro invece vicenda di della Piazza stretto Loggia, per organizzare invece qui era la una grande cena. “Fu invitata la gente estremista di Venezia, di Rovigo, di Mestre”. “Che tempo?”. “Ah, siamo nell’Aprile del ’74. Dopo i compagni erano piuttosto vivaci e forti, tanto è vero che io associai questo discorso…”. “Con cosa?”. “Con la strage di Piazza della Loggia”. “A Brescia?”. “A Brescia”. “Quando lo ha saputo lei?”. “Lo seppi nell’Estate del ‘74”. Tutto in contrasto con quello che ci narrerà poi dopo, che invece c’era stato un incontro prima, tutto il contrario. 1236-97 - 1 Aprile 2008 151 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] “Quanti uomini c’erano a questa riunione?”. “L’intelligenza veneziana”. Giudice: “Quattro o cinque?”. “No, no, avvocati”, erano avvocati. “Quanti uomini c’erano?”. “Tutti lodigini, rovigotti, mestrini, veneziani, tanto che Maggi, applicando una regola, usò il ballottaggio per la scelta degli uomini da utilizzare”, difatti fecero un ballottaggio estraendo un nome, il capo del manipolo che avrebbe dovuto agire. “Lei è sicuro di questo?”. “Sissignore”. Giudice: “Perché Giudice Zorzi si poteva preoccupa, essere Zorzi già in poteva Giappone”. essere già Il in Giappone. “Ah, io ho sempre avuto fiducia in quello che mi ha detto Soffiati”. “Va bene”. Poi abbiamo l’episodio di cui ho già parlato ampiamente, su cui non insistito, del 16 Aprile, l’interrogatorio della Dottoressa Pradella. l’interrogatorio L’appello della ad Dottoressa Emireni, Pradella, siamo arrivati qui. E poi abbiamo il cedimento definitivo verso la menzogna, il precipizio, dove ci si abbandona. Allora, si parlerà il 19 Aprile di Carret, si riconoscerà Carret, e poi si parlerà della partitina a carte, si parlerà dell’incontro a Colognola ai Colli, quello antecedente. “Un gruppo conviviale, ci troviamo a fare la partitina a carte, mangiamo un boccone”. Il Giudice dice: “Va be’, questo lo approfondiranno i Giudici Brescia, lei, intanto, focalizzi bene”. Ecco come nasce, ecco come nasce. “Com’era la cena?”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 152 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] “La cena era Bruno, Marcello, il dottore, io e Minetto”, poi i nomi vengono tutti cambiati, vengono modificati, ma non importa. 4 Maggio, c’è il discorso della valigetta. Tutto quello che viene detto prima, l’incontro dei rovigotti qualche giorno prima, tutto viene modificato, c’è finalmente la narrazione della valigetta che ricalca lo schema solito, che è la schema del Digilio che vuole salvare qualcuno dal rischio. Però io voglio concludere con questa parte, che incide proprio sulla questione di cui Ella oggi si sta interessando, signor Magistrato. Questa mi sembra sia la riprova della menzogna completa e assoluta, delle dell’affastellarsi prospettive a lui confuso riferite, e confusionante da lui assunte attraverso la letteratura, i giornali, le dichiarazioni degli altri. La cena di Rovigo e la cena di Minetto. Giudice: “Dunque, questo è dopo la cena di Rovigo e dopo la cena di Minetto? E’ una prosecuzione?”, la valigetta. “Sì. Posso dire che la cena di Rovigo fu preludio di tante altre cene in Italia Settentrionale. In quell’anno lì…”. “Siamo nel?”. “Di lì a pochi mesi si videro gli effetti”. “Di quell’incontro?”. Risponde Digilio: “Dell’ordinanza del Generale West Moreland, che ci erano incontri tra civili e militari”. L’ordinanza del Generale West Moreland, su cui tante volte ha insistito l’accusa Fontana), la nella famosa sua ricostruzione direttiva di West di Piazza Moreland di resistere al comunismo a tutti gli effetti nel 1965, quella che un’influenza fonda il americana tentativo anche la di attribuire strage di a Piazza Fontana, 1969. Giudice: “Si pensava al colpo di Stato?”. 1236-97 - 1 Aprile 2008 153 Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] “Sì, si stava preparando quel colpo di Stato”. E qui ha detto bene l’Avvocato Tebaldi, attenzione, nel ’74 non era più tempo di colpi di Stato. Lo ha detto l’Avvocato Tebaldi, ma lei ricorderà, Giudice, che verso la metà del mese di Maggio del ’73, l’Onorevole Taviani fece un intervento importantissimo alla Camera dei Deputati, dichiarando che, in realtà, era stato un errore intendere il doppio estremismo, eccetera, che in realtà l’estremismo vero stava nella destra ed era la fine della copertura, per così dire, da parte del Governo italiano a iniziative anti comuniste in Italia. Dice Digilio: “Siamo alla fine del ’74. Dunque, all’Hotel Parco dei Principi fu fatta la riunione del 5 Maggio del ’75…”. “No – Giudice -‘65”. “No, ‘75”. Giudice: “Al Parco dei Principi la riunione del ‘65”, di cui ha sentito parlare tante volte, che è la famosa riunione da cui sarebbe iniziata la strategia della tensione nel ’65. “Non penso proprio”, dice lui, “Insomma, questa cementazione tra civili e militari a Rovigo andava benissimo, perché il dottore era famosissimo e conosceva militari e conosceva civili”. Cioè, in sostanza, fantasia nella confusa, prospettarsi come sua fantasia nella sua risolutore malata, fantasia di questi nella che sua vuole problemi, il Digilio confonde addirittura la direttiva West Moreland del ’65 con le iniziative del ’74, confonde la iniziativa del Parco dei Principi del ’65 con quelle iniziative che sarebbero avvenute nel ’74 con riferimento alla strage di Piazza della Loggia. Bene, io credo di avere dimostrato, ma si potrebbe, se lei lo consentisse, quando 1236-97 - 1 Aprile 2008 ma invitano io accetto alla i richiami concretezza 154 e dei Magistrati alla brevità, io Redatto da MEETING SERVICE SPA Consorzio Astrea - Lutech Numero verde: 800.177.171 Mail: [email protected] credo di avere dimostrato una cosa fondamentale, che quest'uomo è assolutamente falso, non dico inaffidabile, è assolutamente falso, i suoi racconti non meritano il minimo ascolto. Creare un processo, procedere per la strage, così grave, così dolorosa, così triste per tutti gli italiani, di Piazza della Loggia nei confronti degli imputati, in particolare del Dottor Carlo Maria Maggi, sulla base di dichiarazioni così false, così radicalmente menzognere, così già dimostrate false, significa compiere un qualche cosa che va contro la verità e la giustizia. Per questi motivi, io chiedo che Ella voglia pronunciare una sentenza di non luogo a procedere nei confronti del mio assistito. Grazie. G.I.P. - DOTT. BENINI: Grazie. Ci vediamo giovedì, allora, ore nove. Il presente verbale è composto da totale caratteri (incluso gli spazi):268.808 Il presente verbale è stato redatto a cura di MEETING SERVICE SPA Il trascrittore: TIZIANA LIA TIZIANA LIA ____________________ 1236-97 - 1 Aprile 2008 155 Redatto da MEETING SERVICE SPA