767-772_Zugni 23-11-2005 8:20 Pagina 767 CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 6 PP 767-772 767 Casi clinici /Case reports Tumore solido pseudo-papillare del pancreas: il caso di una giovane donna con una voluminosa massa addominale CHIARA ZUGNIa, MARCO FRISINIa, ABDIUELI ADEN ARDOb, ROSA NEGROc, FIOVO MARZIANIc, PIERLUIGI CATALANOd, FEDERICO MARTINd a Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche, Università degli Studi di Verona Chirurgia Generale, Divisione Cavallari, Policlinico S. Orsola, Università degli Studi di Bologna c Servizio di Anatomia Patologica, Ospedale Centrale di Bolzano d Chirurgia Generale 2, Ospedale Centrale di Bolzano b II Riassunto Il tumore solido pseudo-papillare del pancreas è una neoplasia rara che colpisce prevalentemente le giovani donne. Si presenta più spesso come una voluminosa massa addominale asintomatica la cui diagnosi preoperatoria risulta difficile. Si tratta di un tumore a basso grado di malignità che trova nella chirurgia la terapia di scelta. Gli Autori presentano il caso clinico di una donna di 40 anni con una massa addominale di sospetta origine mesenteriale, risultata essere all’esame istologico un tumore solido pseudo-papillare pancreatico e trattato mediante enucleazione. Vengono inoltre analizzati i dati disponibili in letteratura riguardo all’epidemiologia, all’istogenesi, alla diagnosi e alla terapia. Parole chiave: tumore solido pseudo-papillare, tumori del pancreas, neoplasie rare, massa addominale Summary Solid pseudo-papillary tumor of the pancreas: a case of a big abdominal mass in a young woman. C. Zugni, M. Frisini, A.A. Ardo, R. Negro, F. Marziani, P. Catalano, F. Martin Solid pseudo-papillary tumor of the pancreas is a rare tumor that occurs predominantly in young women. It often presents as a big abdominal mass whose preoperative diagnosis appears to be difficult. It is a low- grade malignancy tumor and surgery is the mainstay of treatment. The Authors report the case of a 40 year-old woman with an abdominal mass supposed to origin from the mesenterium, diagnosed as a solid pseudo-papillary tumor of the pancreas after histological examination and treated by enucleation. Moreover literature data about epidemiology, histogenesis, diagnosis and treatment are analysed. Key words: solid pseudo-papillary tumor, pancreatic tumor, rare neoplasms, abdominal mass Chir Ital 2005; 57, 6: 767-772 Corrispondenza a: Dott.ssa Chiara Zugni - Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche, Policlinico G.B. Rossi, Piazzale L.A. Scuro - 37100 Verona. 767-772_Zugni 23-11-2005 768 8:20 Pagina 768 TUMORE SOLIDO PSEUDO-PAPILLARE DEL PANCREAS: IL CASO DI UNA GIOVANE DONNA Introduzione Il tumore solido pseudo-papillare del pancreas è una neoplasia rara che colpisce prevalentemente il sesso femminile; a differenza della maggior parte delle neoplasie del pancreas esocrino, è da considerarsi a basso grado di malignità e ha una prognosi favorevole. Si presenta generalmente come una voluminosa massa addominale asintomatica e il trattamento di scelta è quello chirurgico, con buoni risultati in termini di sopravvivenza. Caso clinico Nel mese di aprile 2004 una donna colombiana di 40 anni è giunta alla nostra attenzione per una voluminosa massa addominale palpabile, indolente in ipocondrio destro ed estesa fino in regione ombelicale, mobile sui piani profondi. Tale massa era stata indagata in precedenza in altra sede mediante ecografia e descritta come una neoformazione ovalare, capsulata, della grandezza di circa 9 cm, a ecostruttura disomogenea a sviluppo estrinseco di origine epatica. A parte il senso di massa addominale, la paziente era asintomatica. All’anamnesi si rilevava, 5 mesi prima, l’assunzione di farmaci quali progesterone, follicotropina β e gonadotropina corionica per circa 1 mese, nell’ambito di un programma di induzione di fertilità. Inoltre era presente all’ecografia mammaria un quadro di mastopatia fibrocistica bilaterale. Alle indagini di laboratorio si segnalava la negatività dei seguenti marker oncologici: AFP 3.7 μg/l; CEA 2.5 U/ml; Ca19-9 < 0.6 U/ml e CA125 21.2 U/ml; marker delle epatiti negativi. Gli esami ematochimici erano nella norma, fatta eccezione per un modesto rialzo delle amilasi sieriche (104 UI/L) con lipasi nei limiti della norma. Dosaggio delle gamma globuline totali e di alcuni autoanticorpi tissutali non organospecifici (ANA, AMA, ANCA, Anti-KLM) negativi. Alla TC addome il fegato appariva di regolare morfologia e volume. Si evidenziava una modesta dilatazione delle vie biliari intraepatiche senza alterazioni a carico della colecisti e del coledoco. Regolari apparivano la milza, il pancreas e i reni. Si riscontrava in sede verosimilmente retroperitoneale, in emiaddome di destra, una formazione espansiva a densità solida con enhancement contrastografico prevalentemente in sede periferica e diametri trasversi di 7.5 × 5.5 cm ed estensione cranio-caudale di circa 10 cm (Fig. 1). L’ ecografia addominale eseguita successivamente confermava, in sede emiaddominale destra, la presenza di una voluminosa formazione, occupante spa- Fig. 1. La TC addome preoperatoria mostra una voluminosa massa solida retroperitoneale ben demarcata delle dimensioni di 7.5 × 5.5 cm. zio, estesa verso i piani addominali inferiori, relativamente mobile alla variazione del decubito, senza apparenti soluzioni di continuità con le strutture adiacenti sia intestinali sia ghiandolari che appariva ben delimitata dal fegato, di aspetto solido e a contenuto misto, riccamente vascolarizzata sia in sede periferica sia nella sua parte centrale. Dall’aspetto ecografico si ipotizzava un’origine mesenteriale disontogenetica. Alla laparotomia si è rinvenuta una voluminosa massa dislocata all’interno della C duodenale, con sviluppo in senso caudale, delle dimensioni massime di 8.5 cm, capsulata di consistenza solida. Si è proceduto a intervento di enucleazione conservando l’integrità del parenchima pancreatico e del duodeno. Non è stata rilevata evidenza di malattia metastatica. Il decorso postoperatorio è stato regolare e la paziente è stata dimessa in VII giornata postoperatoria in buone condizioni generali. Il materiale inviato in esame appariva macroscopicamente come una neoformazione capsulata di 8.5 cm di asse maggiore e del peso di 161 g. La superficie di taglio appariva di colore giallo-biancastro con aree cistiche a contenuto ematico coagulato. All’indagine microscopica è stata descritta come una neoformazione capsulata a pattern di crescita prevalentemente solido, con area centrale a pattern pseudopapillare con degenerazione cistica (Fig. 2). Le cellule neoplastiche hanno citoplasma eosinofilo, nuclei ovali con cromatina dispersa, cospicui nucleoli (Fig. 3). Nella componente solida si sono repertati, inoltre, aggregati di cellule istiocitarie. All’immunoistochimica si è rilevato positività per NSE, α-1-antitripsina, sinaptofisina, vimentina, CD10, recettori per il progesterone e reazione PAS (Figg. 4 e 5). Rilievo solo di focale positività al CEA e alla somatostatina. La diagnosi istologica definitiva è stata quella di 767-772_Zugni 23-11-2005 8:20 Pagina 769 CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 6 PP 769 767-772 Fig. 2. Area di pattern pseudopapillare con degenerazione cistica (colorazione con ematossilina-eosina, 100×). Fig. 5. Positività immunoistochimica per NSE (colorazione con ematossilina-eosina 200×). tumore solido pseudo-papillare del pancreas, senza evidenza di invasione vascolare né di infiltrazione perineurale, senza evidenti aree di necrosi né evidenza di attività mitotica. Attualmente, a distanza di 13 mesi dall’intervento, la paziente risulta clinicamente in buona salute e, alla TC di controllo, appare libera da malattia (Fig. 6). Discussione Fig. 3. Le cellule tumorali nella componente solida mostrano citoplasma eosinofilo e i nuclei evidenziano cospicui nucleoli (colorazione con ematossilina-eosina, 400×). Fig. 4. Positività immunoistochimica per α-1-antitripsina (colorazione con ematossilina-eosina 200×). Il tumore solido pseudo-papillare del pancreas è una neoplasia molto rara, segnalata per la prima volta da Frantz nel 19591 . Da allora sono stati riportati in letteratura più di 500 casi2, due terzi dei quali diagnosticati negli ultimi 10 anni3. Esso costituisce, nelle diverse casistiche, lo 0.17-2.7% delle neoplasie non endocrine pancreatiche3-5 e il 4.6% dei tumori cistici Fig. 6. La TC addome di controllo, eseguita a distanza di 13 mesi dall’intervento, non evidenzia ripresa di malattia. 767-772_Zugni 23-11-2005 770 8:20 Pagina 770 TUMORE SOLIDO PSEUDO-PAPILLARE DEL PANCREAS: IL CASO DI UNA GIOVANE DONNA del pancreas2. Attualmente esso è indicato dalla maggior parte degli Autori come tumore solido pseudopapillare (definizione accettata dalla WHO nel 1996), ma in passato è stato definito anche papillare cistico, solido-cistico o solido e papillare epiteliale o tumore di Frantz6-8. Questa neoplasia colpisce prevalentemente le donne (90%) tra la seconda e la quarta decade6,9 con un picco massimo compreso fra i 23.9 e i 30 anni. Sembra inoltre essere più frequente nelle razze non caucasiche (soprattutto tra gli Asiatici)7. Nei maschi la neoplasia, oltre a essere molto più rara, tende a presentarsi in età più avanzata (mediamente 10 anni più tardi rispetto alle donne)6,7. Raramente sono stati descritti casi di localizzazione extrapancreatica (3 casi descritti nella letteratura mondiale fino al 2003) o di forme multiple (2 casi)2, che hanno reso più difficile la diagnosi differenziale con altri tipi di neoplasia retroperitoneale, soprattutto con i paragangliomi10. Si tratta di una neoplasia che si manifesta per lo più come una voluminosa massa addominale, ben delimitata dalle strutture circostanti e asintomatica. La presenza di sintomi come nausea, vomito, dolori addominali o ittero è piuttosto rara; in letteratura sono stati segnalati anche rari casi di presentazione della malattia con emoperitoneo massivo secondaria a rottura della neoplasia6,9,11. Solitamente i dati di laboratorio relativi alla funzionalità epatica e pancreatica e i marker oncologici (CEA, Ca 19-9 e AFP) sono nella norma. Negativa è anche la presenza di alterazioni endocrinologiche e di manifestazioni paraneoplastiche2,12. Questo tipo di neoplasia è considerato a basso grado di malignità e il trattamento chirurgico risulta generalmente curativo; solamente in alcuni casi (15%) sono state segnalate recidive e localizzazioni secondarie, soprattutto al fegato (42%), al peritoneo (42%) e ai linfonodi (25%)9. La prognosi è comunque favorevole con una sopravvivenza globale del 97% a 5 anni13,14 e anche pazienti con malattia metastatica presentano, soprattutto se sottoposti a debulking chirurgico, una lunga sopravvivenza , spesso superiore ai 5 anni (range: 6 mesi-17 anni)5,14,15. Le metastasi comunque possono comparire anche a distanza di molti anni dalla diagnosi iniziale (fino oltre i 10 anni), per questo, e data anche l’efficacia del trattamento chirurgico, è consigliato un lungo follow-up3,11. All’esame macroscopico la neoplasia si presenta generalmente come una massa di grosse dimensioni (mediamente 10.8 cm; range: 2-25 cm) con una pseudocapsula fibrosa che la delimita dal pancreas e dai tessuti circostanti2,5. Al taglio essa appare generalmente di aspetto disomogeneo con aree solide e aree cistico-emorragiche e zone di necrosi. Talvolta è possibile trovare calcificazioni all’interno della neoplasia16,17. Istologicamente il tumore è caratterizzato da strutture solide, pseudopapillari e pseudocistiche in varie proporzioni. Le aree solide sono composte di foglietti e cordoni di cellule distribuite attorno a setti fibrovascolari a formare papille; le aree pseudocistiche sono dovute a degenerazione del tessuto neoplastico con emorragie intratumorali2,5,7,12,15. Le cellule sono regolari, poligonali e omogenee con poche mitosi, citoplasma eosinofilo, nuclei ovalari, nucleoli eccentrici e contenuto in mucina e PAS positiva4,7. Alcune presentano all’interno granuli di zimogeno7,18. Le cellule tumorali appaiono monomorfe e all’indagine immunoistochimica esprimono vimentina, NSE, α-1-antitripsina, β-catenina nucleare, CD10, CD56 e recettori del progesterone5,19-22. Non c’è ancora chiarezza sull’origine istologica di questa patologia: in passato alcuni Autori hanno suggerito un’origine delle cellule dai dotti pancreatici4, altri l’hanno attribuita alle cellule acinari18, altri ancora alle cellule endocrine. In tempi più recenti l’evidenza di una netta prevalenza del tumore nella popolazione femminile in età fertile e il riscontro della positività della ricerca dei recettori del progesterone in più del 90% dei casi, ha indotto alcuni Autori a ricercare altrove l’origine di questa neoplasia. Kosmahl et al. hanno escluso una chiara relazione fenotipica tra le cellule tumorali e una definita popolazione cellulare del pancreas; essi attribuirebbero l’origine di questa neoplasia alle cellule staminali pluripotenti derivate dalle pieghe genitali nelle fasi precoci dell’embriogenesi. Vista la stretta relazione topografica esistente tra l’abbozzo pancreatico e le pieghe genitali, si ipotizza una derivazione del tumore da cellule dell’abbozzo ovarico rimaste adese al pancreas23 . Il progesterone potrebbe avere un ruolo nell’accrescimento del tumore piuttosto che nella sua origine7. È tuttora in discussione la possibile relazione tra lo sviluppo e l’accrescimento del tumore e l’uso prolungato di alcuni tipi di contraccettivi orali13, come rilevato nel nostro caso dall’indagine anamnestica. La diagnosi preoperatoria è molto difficile poiché il tumore non presenta aspetti tipici, con ardua diagnosi differenziale rispetto ad altre neoplasie retroperitoneali10. Esso si presenta comunque come una massa voluminosa generalmente ben demarcata, con aspetti cistici o solidi o più spesso misti e talvolta calcificazioni parietali2. Ecografia e TC sono le indagini diagnostiche fondamentali per identificare la massa e le sue caratteristiche, ma anche per definirne i rapporti con il pancreas e gli organi contigui e rilevare l’eventuale presenza di localizzazioni secondarie. Discussa è l’opportunità di eseguire un’agobiopsia preoperatoria per la tipizzazione istologica in considerazione del rischio di disseminazione2,5,8,24. La terapia chirurgica è considerata da tutti il trattamento di scelta sia per il tumore primitivo sia per le lo- 767-772_Zugni 23-11-2005 8:20 Pagina 771 CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 6 PP 767-772 calizzazioni secondarie; un’adeguata resezione chirurgica del tumore primitivo consente alte percentuali di guarigione. La resezione delle metastasi incide positivamente sui tempi di sopravvivenza. In letteratura sono riportati sia interventi di semplice enucleazione della massa neoplastica, sia interventi più demolitivi come duodenocefalopancreasectomia o pancreatectomie distali associate o meno a splenectomia; sono riportati anche casi di pancreasectomia centrale2,5. In generale se il tumore appare ben capsulato e facilmente dissociabile dai tessuti circostanti, la semplice enucleazione è il trattamento di scelta. Interventi più demolitivi andrebbero per lo più riservati alle forme strettamente adese agli organi limitrofi. Bibliografia 771 Poiché le metastasi possono presentarsi anche a distanza di molti anni (in letteratura la metastatizzazione compare in media a 8.5 anni dal primo intervento con casi di recidiva e comparsa di secondarismi epatici anche a 14 anni dalla diagnosi)11, si consiglia un follow- up lungo. La malignità appare più frequente con l’aumentare dell’età e negli individui di sesso maschile7. Segni istologici di malignità e maggiore aggressività del tumore sono: aspetto di crescita diffusa, necrosi tumorale estesa, atipie nucleari significative, tassi mitotici elevati, invasione vascolare e perineurale, invasione del parenchima pancreatico o dei tessuti circostanti8,11,14. 1. Frantz VK. Tumors of the pancreas. In: Atlas of Tumor Pathology, Section VII, Fasc. 27 e 28. Washington DC, Armed Force Institute of Pathology, 1959, 32-3. 2. Serio G, Iacono C. Tumore papillare solido (cistico). In: Tumori del pancreas esocrino. Collana Monografica della Società Italiana di Chirurgia, 2003, 315-24. 3. Costa-Neto GD, Amico EC, Costa GI. Solid-pseudopapillary tumor of the pancreas: report of four cases. Arq Gastroenterol 2004; 41: 259-62. 4. Boor PJ, Swanson MR. Papillary-cystic neoplasm of the pancreas. Am J Surg Pathol 1979; 3: 69-75. 5. Papavramidis T, Papavramidis S. Solid pseudopapillary tumors of the pancreas: review of 718 patients reported in english literature. 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