ANNO XIX N. 18 11 MAGGIO 2012 EURO 1,50 La piccola Denise Pipitone L’alluvione degli sprechi Desaparesidos di Sicilia centonove Più soldi ai politici. Ma il presidente non sa nulla. E rinuncia PAG. 14 Pietro Lo Monaco Nanni Ricevuto Provincia di Messina Lievitano le indennità Spesi cento milioni di euro ma 1300 restano sfollati PAG. 17 Duemila persone sparite. Ragusa “adotta” piano di ricerca PAG. 22 Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Tumpulata SPECIALE ELEZIONI LEOLUCA ORLANDO SPARIGLIA I PARTITI E SFONDA A PALERMO. ECCO LA MAPPA DEL VOTO DAL CAPOLUOGO A SANTA TERESA RIVA. DOVE DE LUCA RECITA DA SINDACO 11 MAGGIO 2012 il punto centonove EDIT Democrazia svuotata QUALE Eʼ il risultato elettorale uscito dalle urne in Sicilia? Solo uno: la democrazia svuotata dei partiti. Da Palermo a Santa Teresa di Riva, dove trionfano Leoluca Orlando e Cateno De Luca, cʼè una evidente prova del nove. I partiti tradizionali non ci sono più. Non trainano.E parole come “Terzo polo”, lo ha ammesso candidamente Casini, “non esistono più”. E allora? Leoluca Orlando, vince, perchè spariglia: le scaramucce seguite alle primarie di Palermo, che hanno bocciato la candidata Borsellino a favore del giovane Ferrandelli, hanno nauseato gli elettori. Gli stessi, nel Pd, che non capoiscono il linguaggio criptico dei Genovese, dei Cracolici, dei Lumia: sostenere Lombardo per spaccare il centrodestra. In frantumi, in Sicilia, cʼè soprattutto il Pd. Come dimostrano le parole di Anna Finocchiarto, capogruppo alla Camera che vira: a Palermo va sostenuto Orlando. Della serie: Lombardo è già antiquariato. Dal canto suo il Pdl si sbricoila da solo: i dati etnei e palermitani sono una cartina di neve al sole. Un candidato come Cateno De Luca, poi, inquisito a Fiumedisini, si diverte a fare la prova di forza e si fa eleggere sindaco a Santa Teresa Riva. Lo scollamento non è più politico,morale e giudiziario: è sociale. E qui la Sicilia brucia: a Gela mille licenziamenti, a Termini Imerese lʼoccupazione non si fa più in fabbrica, ma allʼAgenzia delle entrate. A tasche vuote. Lasciate perdere i centristi Giocolieri delle alleanze variabili, sono stati puniti dagli elettori. Stanchi di dar credito a chi confonde la geometria con la politica DI DOMENICO BARRILÀ LE ANALISI DEL VOTO si fanno da sole, basterebbe limitarsi ai risultati, evitando di ascoltare le valutazioni dei segretari di partito e di quei commentatori che vogliono essere originali a tutti i costi. Il voto del 6/7 maggio 2012 parla, anzi grida. Il centrosinistra tiene bene, il Pdl e la Lega per nulla, il movimento 5 stelle, al netto del suo padroncino, è un tentativo di normalità che fa bene alla politica, di certo se voto di protesta deve essere, meglio i grillini che la Lega. Infine, i centristi, un eterno coito interrotto a cui possono dare credito soltanto coloro che confondono la geometria con la politica. In queste elezioni sono stati quelli di sempre, giocolieri dalle alleanze variabili. Forse non hanno ancora capito che destra e sinistra sottendono due visioni dellʼuomo alternative, individualismo contro solidarismo. Raccontare che le differenze tra gli schieramenti sono cadute è una finzione inventata da questa politica di bottegai senza valori, se qualcuno è dubbioso venga in Lombardia e provi a vedere come se la passano gli immigrati nei luoghi amministrati dalla Lega e dagli alleati del centrodestra. Un paio di anni fa a Cassano dʼAdda, un padre di famiglia albanese è annegato nel fiume mentre soccorreva dei ragazzini di colore che facevano il bagno. Aveva lasciato una vedova e tre bambini piccoli. Unʼassociazione locale lo premiò alla memoria, consegnando una medaglia alla famiglia. Il sindaco, cattolico del Pdl, invitato dallʼorganizzazione, non si presentò alla cerimonia per non dispiacere gli alleati leghisti. In maggioranza cʼera anche lʼUdc, muto come un pesce nellʼoccasione. Eʼ su queste cose che passa il crinale, se i centristi non lo capiscono, stiano per conto loro e, soprattutto, Bersani chieda conto su questi particolari, smetta di inseguirli. I risultati di domenica e lunedì gridano, dicevamo. Le alchimie Vicecaposervizio Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile servono solo per rinviare le decisioni, ma non modificano la realtà. Un paio di quarantenni, amici carissimi, in questa tornata sono diventati sindaci di comuni lombardi. In entrambe le circostanze ci sono delle buone lezioni per tutti, a cominciare dal centrosinistra. Maurizio Donisi, un medico che fa il maestro elementare per vocazione, vince ad Albano SantʼAlessandro, circa diecimila abitanti, santuario leghista. Maurizio vince con la faccia pulita e con una lista civica di omologhi. La Lega si può battere con la buona politica e con una presenza costante sul territorio, ma soprattutto con lo sguardo pulito di candidati che non arrivano dalle sentite dei partiti. Stefania Bonaldi, avvocato, mamma e dirigente pubblica, vince al primo turno a Crema, la città più importante della provincia cremonese. Guida una coalizione di centrosinistra ispirata alla foto di Vasto, arricchita da liste civiche e da Rifondazione comunista. Dopo 5 anni da capogruppo del Pd allʼopposizione, sbaraglia il campo con un mix irresistibile di competenza, onestà, entusiasmo. Passa quasi tutti i giorni della campagna elettorale per i quartieri della città e la gente si innamora. Il giorno dopo lʼinvestitura è tornata nei quartieri ed è sicuro che ci passerà tanti giorni del mandato. Con questi candidati e con questa politica, il centrosinistra vincerebbe in eterno. Si liberi degli impresentabili perché cʼè da rifondare il Paese, un lavoro nobile e difficile, che non possiamo fare coi mestieranti di lungo corso. Non possiamo farlo col pupo-puparo delle olgettine e col suo entourage di vassalli. Non possiamo farlo con i suoi alleati, accademici di Albania, fino a quando parleranno di liberazione di territori inventati. Neppure con i centristi, se non risolvono, e in maniera netta, il problemi di collocazione di cui sopra. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 11 MAGGIO 2012 PRIMO PIANO Orlando sbaraglia i partiti Il risultato palermitano dellʼex sindaco della Primavera frantuma le alleanze. Mettendo lʼonorevole al centro della scena A PAGINA Zambuto, Mr disgiunto TOP SECRET 6 MESSINA Ex Bnl, il Comune boccia i Franza Ad Agrigento lʼuscente sbaraglia Pennica, che va sotto alla sua stessa coalizione A PAGINA Terremoto sotto il Vulcano 7 MESSINA. Il progetto firmato dal presidente dellʼOrdine degli architetti Pino Falzea che prevedeva 16 piani per lʼex sede Bnl di via Santa Cecilia del gruppo Franza, è stato bocciato dai funzionari del Dipartimento Edilizia: il Piano Casa non può essere applicato. Nalla provincia di Catania, condivisa da Mpa e Pdl, cambia la geografia del voto A PAGINA De Luca, lo straniero 8 Lʼex sindaco di Fiumedinisi e deputato regionale vince a mani basse a Santa Teresa di Riva. Surclassando gli altri A PAGINA La politica col rossetto 9 Aiuto, ho perso l’antenna Da Maria Teresa Collica a Barcellona fino a Gina Maniaci a Piraino, le donne vincono in provincia di Messina A PAGINA L’attrice messinese Katia Greco, “fidanzata” di Montalbano A PAGINA Il fair play non abita qui Disastro Cantieri A Pagliara Prestipino caccia dal Comune Di Bella A PAGINA 11 Il Comune paga per i lavori a piazza Cairoli A PAGINA Chi li ha visti? A scuola di Trame...e the 20 A Rodì Milici al via un laboratorio di cucito A PAGINA 38/39 Tutti “matti” per gli scacchi 21 A Mazara del Vallo la prima mostra di scacchi A PAGINA 41 Lady Montalbano sono Lievita in Sicilia il numero dei desaparecidos A PAGINA 22/23 A tu per tu con Katia Greco, la “zita” del commissario nella fiction Rai Spiagge, le “regine” del web Salviamo le altre Nike Appello al neo sindaco da coordinamento antitratta A PAGINA Teatro, Briante direttore Antonio Finanze PAG. 29 Il Tribunale dà ragione al dirigente A PAGINA POLITICA Tributi, forever Riscossione Esecutivo regionale nel limbo in attesa del voto del 21 maggio. E del Pd A PAGINA 13 Laterizi dai piedi d’argilla 29 14 Rivoluzione in farmacia Cosa cambia dopo il decreto di liberalizzazione A PAGINA 31 De Simone, d’...Autorità Il Garante bacchetta Rfi Il capitano di vascello vince la corsa per lʼAuthority di Messina. Tra le polemiche 15 SICILIA Messina, il bilancio in chiaroscuro a tre anni dalla tragica alluvione di Giampilieri La crisi cerca casa A PAGINA 17 Atm, harakiri dei lavoratori Viaggio nellʼAzienda Trasporti di Messina. Sullʼorlo della bancarotta. Ecco perché A PAGINA 18/19 POLICLINICO Acqua non potabile Sanzionato Pecoraro Emanuele lascia il Dipartimento Rifiuti Imprese, la banda degli onesti Lʼokay alla Zona franca per la legalità MESSINA. Il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza ha avviato unʼindagine sulla “autoproroga” del mandato del rettore. Abuso dʼufficio è il reato ipotizzato dagli inquirenti. Lʼautoproroga è stata bocciata dai giudici amministrativi del Tar e del Cga. REGIONE A Messina, multa a Metromare dallʼAntitrust A PAGINA 32 Business Alluvione Autoproga del rettore Indaga la Finanza MESSINA. Una sanzione amministrativa da 10 mila euro è stata irrogata al manager dellʼazienda universitaria di Messina, Giuseppe Pecoraro. Dal mese di febbraio dai rubinetti del Policlinico esce acqua non potabile. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo. A Valdina, il distretto delle tegole in ginocchio A PAGINA 30 Aumenta del 25% lʼindennità del presidente della Provincia di Messina. Che rinuncia A PAGINA Settegiorni Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Uomini & Business Occorre Sapere Notizie dai Consulenti Consumatori Libri/La Classifica Arte Weekend Lettere & Commenti Io, cittadino/Heritage/Ecologi Alfabeto Minimo/Animal House Eliodoro/150Parole/Antibuddaci Varata la nuova società per le tasse Più ricco a mia insaputa A PAGINA 27 ECONOMIA Giunta al secondo turno A PAGINA 26 42 RUBRICHE 4/5 28 28 36 36 36 36 40 43 44/45 46/47 46 47 47 MESSINA. Infermieri senza adeguati titoli professionali e violazione degli standard di qualità: la casa di cura Cristo Re è sotto i controlli incrociati dei Nas dei carabinieri e degli ispettori del dipartimento prevenzione dellʼAsp di Messina. ATENEO MESSINA A PAGINA Le migliori coste siciliane per il popolo internet A PAGINA 24/25 SANITÀ Controlli incrociati sulla clinica Cristo Re POSTER Dal prossimo mese le tv locali passeranno al digitale terrestre 10 PAG.42 A PAGINA 33 A PAGINA 34 PALERMO. Vincenzo Emanuele, già ragioniere generale della Regione, lascerà la direzione generale del Dipartimento Acque e Rifiuti. Crac del mercato immobiliare Crolla il mito Ragusa La provincia più ricca della Sicilia perde colpi A PAGINA 35 pagina 3 Scuola di ricamo a Rodì Milici PAG. 38 7giorni 11 MAGGIO 2012 centonove STRAGE DI CAPACI. POLEMICA TRA LA SORELLA DI FALCONE E IL GOVERNATORE CHI SALE L Armando Di Maria MESSINA. Aabituato a superare ostacoli amministrativi e di bilancio molto elevati, l'amministratore di Messinambiente si dimostra anche un eccellente saltatore: per evitare di essere travolto dalle auto di Viale Giostra, con uno scatto felino ha superato l'alto new jersey del viale, zigzagando abilmente tra le macchine che sfrecciano. L Giuseppe Germanà MESSINA. Il giovane avvocato penalista messinese conquista notorietà. Durante una udienza in Tribunale per il deputato regionale Cateno de Luca, Germanà è stato scelto dallʼavvocato Carlo Taormina a rappresentarlo in tutto e per tutto: «Vai avanti, ché sei alla mia altezza», gli ha detto. L Liliana Modica MESSINA. Si dimostra una combattente pugnace, pur di difendere il suo partito. Su Facebook, lʼex assessore comunale alla Scuola si è arrabbiata con Anna Finocchiaro e Rosy Bindi che, in interviste a quotidiani nazionali, avevano dichiarato di votare Orlando al ballottaggio. “Con queste dirigenti, dove andremo a finire?”, ha scritto. L Carmelo Altomonte Lombardo? Non è ospite gradito Gli inviti alla commemorazione a 20 anni dalla strage escludono il presidente della Regione. Che replica... PALERMO. A due settimane dal tragico ventennale della scomparsa del giudice Falcone, polemica a distanza tra la sorella del magistrato e il governatore della Sicilia. “Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per mafia, non è stato invitato alle celebrazioni del ventesimo anniversario della strage di Capaci”. Per Maria Falcone, sorella di Giovanni, il magistrato ucciso con la moglie e tre poliziotti di scorta il 23 maggio 1992 nellʼattentato lungo lʼautostrada TrapaniPalermo: “La fondazione Giovanni e Francesca Falcone che rappresenta tutti i morti per mafia non può permettersi dʼinvitare persone sospettate di avere avuto contatti con Cosa nostra”. Lombardo è indagato di concorso esterno alla mafia e voto di scambio insieme al fratello Angelo. “Non mi sono permesso di accostarmi a Giovanni Falcone ma ho soltanto ricordato che i sospetti di Leoluca Orlando non hanno risparmiato neppure il magistrato – replica il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, in relazione alle dichiarazioni della sorella del magistrato ucciso dalla mafia – Sugli inviti a manifestazioni antimafia – aggiunge il governatore – non ne ho bisogno perchè dal 29 Maria Falcone marzo, da quando ho MESSINA SOCIETA’ Crollo muro allo stadio, chiesti 4 rinvii a giudizio “Buone Idee in Comune” fino al 31 maggio MESSINA. La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone indagate per il crollo del muro di contenimento dello stadio San Filippo di Messina. Si tratta del progettista e direttore dei lavori, ingegnere Beppe Rodriquez, del collaudatore statico dell'opera, ingegner Tullio Martella, del responsabile del cantiere, il geometra Carmelo Coniglione e del direttore tecnico dell'impresa 'C e C Costruzioni' che eseguì i lavori, Michele D'Agata. Tutti sono accusati di disastro colposo e Rodriquez e Martella anche di falso. Il crollo del muro avvenne il 6 maggio 2011. Il risultato della perizia disposta qualche mese fa dalla Procura fece emergere una serie di errori nell'esecuzione dei lavori tra i quali il montaggio dei conci al contrario. A seguito del crollo del muro fu annullato il concerto di Vasco Rossi a Messina che si sarebbe dovuto svolgere proprio al San Filippo. MESSINA. Il dirigente allʼanagrafe del Comune di Messina fa entrare la città nella modernità. Dal 9 maggio, sono state attivate le procedure per il cambio di residenza “in tempo reale”. Le richieste, infatti, potranno essere presentate nelle sedi dei quartieri e anche per email. MESSINA. E' stato prorogato al 31 maggio il termine per la presentazione delle domande partecipare a “Buone Idee in Comune”, bandito dall'AnciSicilia in collaborazione con l'Inpdap. Il bando è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado dei comuni della Regione. Il concorso si inserisce nel progetto “Percorsi virtuosi: buone pratiche dei comuni siciliani”. I ragazzi delle medie dovranno descrivere l'idea in un testo di massimo 750 parole, mentre quelli delle superiori ne avranno a disposizione 1500. Ai premiati saranno distribuiti 30 ebook e 30 tablet. Per informazioni [email protected]. Ciclismo, 400 atleti al gran fondo Lombardo TRAPANI. Sono oltre 400 i ciclisti che parteciperanno alla seconda edizione della Granfondo Lombardo, la competizione ciclistica organizzata dall'Asd team Lombardo Corsa che si terrà domenica prossima a Buseto Palizzolo. Tra gli atleti tanti nomi noti del ciclismo internazionale come Claudio Chiappucci, Antonino Parrinello, siciliano che nel 2012 ha collezionato tra i dilettanti otto vittorie. Alla Granfondo prenderanno parte anche delegazioni di ciclisti in arrivo da Malta e Germania. Spaccio in barca, cinque arresti alle Eolie L Vincenzo Emanuele PALERMO. Cambio di poltrona per il plenipotenziario della Regione. Il consiglio di amministrazione dell'Irfis, giovedì 10, ha proceduto alla nomina di Vincenzo Emanuele come nuovo direttore generale su designazione del socio di maggioranza, la Regione siciliana. Il funzionario ha contestualmente rassegnato le dimissioni da presidente dell'Istituto. appreso dellʼinchiesta a mio carico, non ho partecipato a iniziative con vittime di mafia e se ne ho promosso per ricordare quei fatti lʼho fatto in silenzio”. Il 23 maggio 1992 lʼauto blindata su cui viaggiavano Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, partiti dallʼaeroporto di Punta Raisi verso Palermo, venne fatta saltare col tritolo. Nellʼattentato morirono i poliziotti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. Si salvò miracolosamente Giuseppe Costanza, lʼautista del magistrato che era seduto dietro perchè Falcone, allʼultimo momento, aveva voluto guidare la macchina. Alle celebrazioni del ventesimo anniversario della strage dovrebbero partecipare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti. A Messina, intanto, lʼattivista “no Ponte” Renato Accorinti, sostenuto dai giovani del Movimento Cinque Stelle, ha chiesto al Questore e al Prefetto di Messina di esporre stabilmente, in una piazza simbolo della città dello Stretto, una delle auto della strage di Capaci, la Fiat Croma grigia esposta nei giorni scorsi davanti al Palazzo della Cultura Antonello. MESSINA. I carabinieri hanno arrestato a Lipari 5 persone con l'accusa di spaccio di droga. La banda di pusher, si approvvigionava di cocaina e hashish a Palermo ed a Catania, avvalendosi di una fitta rete di smercio che offriva, specie ai turisti nel periodo estivo, diverse varietà di stupefacente in qualsiasi momento. I pusher si muovevano a bordo di scooter per raccogliere 'le prenotazioni' ed effettuavano le 'consegne' anche sulle altre isole dell'arcipelago, muovendosi in barca. Portella cade di nuovo a pezzi MESSINA. Non cʼè pace per la strada di Portella (nella foto Lacava), che da anni cade a pezzi dopo ogni acquazzone. Da un paio di giorni il record: la strada, che porta al villaggio collinare di castanea, è franata senza che da settimane cada una sola goccia di pioggia. La stessa strada, aveva riportato danni nelle alluvioni del 2010 e 2011. E, dopo mesi, massi e buche erano ancora delimitate dalla rete arancione, perchè nessuno era intervenuto. Una scena che si è ripetuta di recente. pagina 4 Tindari, al via il Festival Teatro dei due Mari MESSINA. Tutto pronto per il XII ciclo di spettacoli classici Festival Teatro dei due Mari, che torna puntuale a fine maggio nella straordinaria cornice del Teatro di Tindari. A presentarlo, a Palermo, lʼassessore al Turismo Daniele Tranchida, il dirigente generale Marco Salerno ed il presidente dellʼ associazione Teatro dei due Mari, Edoardo Siravo. Lʼedizione 2013 punterà sul coinvolgimento didattico delle scolaresche. In scena, dal 24 maggio al 10 di giugno, a giorni alterni, due nuove produzioni dellʼassociazione Teatro dei Due Mari: il Miles Gloriosus e Andromaca. 7giorni centonove 11 MAGGIO 2012 KERMESSE Parte da Trapani il tour degli aquiloni TURISMO RURALE. IL PROGETTO DELL’ASSESSORATO ALLE RISORSE AGRICOLE Nasce “La via dei borghi” PALERMO. ''La Via dei borghi'', percorso storico e architettonico lungo 200 chilometri da percorrerre a cavallo, in bicicletta o a piedi per gli appassionati di trekking. E' il nuovo progetto dell'assessorato alle Risorse agricole della Regione per recuperare i borghi rurali costruiti durante l'epoca fascista. ''Destinarli a un utilizzo coerente alla trasformazione delle aree rurali interne - secondo l'assessore alle Risorse agricole, Elio D'Antrassi - significa innescare un processo virtuoso di rivalutazione del settore agricolo in grande difficoltà. Una volta ristrutturati, rivitalizzeranno l'economia delle aree interne, orientando nuovi flussi turistici verso la Sicilia più disagiata, destagionalizzando le visite nell'isola''. All'interno di ogni borgo, il progetto prevede strutture ricettive, stazioni di sosta e di ricovero animali. Ma anche locali per esposizioni e vendita, attività didattiche e promozionali. In alcuni borghi, come quelli di Schirò, Borzellino, Petilia e Lupo, storicamente e architettonicamente più importanti, saranno realizzate anche attività di studio e didatticomuseali legate al mondo rurale. Nel disegno complessivo, saranno trasformati i borghi di GOSSIP. FANS IN ALLARME PER L’ATTORE MESSINESE Crespi suicida su Facebook MESSINA. Eʼ bastato un semplice ma ambiguo commento su Facebook, “voglio farla finita“, per scatenare lʼinferno. Nei giorni scorsi Lorenzo Crespi (nella foto), nome dʼarte dellʼattore messinese Vincenzo Leopizzi, ha fatto preoccupare centinaia di fan, pubblicando uno stato dalle mille letture. Che lʼattore volesse suicidarsi? Tempestati da chiamate, gli uomini del 118 hanno subito mandato unʼambulanza sotto lʼabitazione di Crespi, in realtà vivo e vegeto. A detta di Crespi quel post era semplicemente figlio di un leggero malore. Di unʼindigestione, molto probabilmente. Raggiunto dalla polizia, Lorenzo ha poi scherzato sullʼaccaduto, scendendo persino in strada per farsi misurare la pressione. Nessun ricovero al Policlinico per Crespi, così come nessuna depressione. Anche se quello stato, “voglio farla finita”, continua ad avere davvero poco senso. Come, per la verità, molte delle sue uscite. Lʼattore e modello, (lo ricordate nella fiction “Gente di mare”?) è noto per il carattere “difficile” ed ultimamente era un poʼ sparito dalle scene. La sua ultima apparizione lavorativa è stata nel 2010 a Ballando con le Stelle accanto a Natalia Titova (attualmente impegnata a teatro con “Tutto questo danzando”), ma anche li ne combinò una delle sue: abbandonò il programma di punto in bianco rendendosi irreperibile. Bruca, Borzellino, Schirò, Portella della Croce, Vicaretto, Petilia, Baccarato, Lupo, posti lungo un asse trasversale che, partendo dalla provincia di Trapani fino a quella di Catania, attraversa Palermo, Caltanissetta ed Enna. I borghi di Bonsignore, San Giovanni, Schisina e Giuliano, saranno riadattate per il collegamento in rete con altre iniziative e per rendere omogeneo il progetto dell'asse che coinvolge l'area dei monti Nebrodi e Sicani. Le tappe tra un borgo e l'altro non supereranno i 40 chilometri, ma l'assessorato intende coinvolgere altre amministrazioni per realizzare altri punti di ristoro. TRAPANI. Al via il 4° Festival Internazionale degli Aquiloni “Emozioni a naso in su!”, viaggio performativo di aquiloni che da oggi, venerdì 11 maggio fino al 22, percorrerà il territorio siciliano in compagnia di aquilonisti provenienti da Belgio, Francia, Germania, Indonesia, Svizzera, Italia, Inghilterra, Singapore. Tra le tappe del tour anche Augusta, Catania, Capo dʼOrlando (insieme alla Proloco di Capo dʼOrlando) e Mondello. Esibizioni di aquiloni artistici, laboratori didattici, divertenti spettacoli di animazione. Il “4° Festival Internazionale degli AquiloniEmozioni a naso in su!” si svolgerà dal 23 al 27 maggio anche sulla spiaggia di San Vito lo Capo. Previsti workshop, fiera del vento, spettacoli, voli notturni e numerose iniziative per i più piccoli. Ospite dʼonore la “Delegazione della Repubblica di Singapore” con Irene Teo e John Tan, che faranno volare aquiloni grandissimi. Tra le originalità di questʼanno, i concorsi: “Miss e Mister Aquilone” abbinato ad una campagna contro le droghe; “Il sale della poesia”, occasione di confronto tra lettori e scrittori. ROSA E NERO La Regione commemora Bonsignore PALERMO. L'assessorato regionale alle Attività Produttive, in via degli Emiri 43 a Palermo, ha commemorato Giovanni Bonsignore, il dirigente regionale ucciso il 9 maggio 1990. L'assessore alle Attività Produttive, Marco Venturi, in rappresentanza del governo, dopo aver deposto una corona di fiori alla targa affissa al piano terra dell'assessorato, ha ricordato "lo spessore etico e il grande senso di responsabilità, espressi fino all'ultimo da Bonsignore, da sempre ispirato da principi di trasparenza, rettitudine e rispetto della legalità". Gioiosa Marea, è morto Cusmà Piccione GIOIOSA MAREA. Lutto a Gioiosa Marea per la scomparsa, allʼetà di 82 anni, di Basilio Cusmà Piccione, che ha ricoperto la carica di sindaco per ben cinque volte. Protagonista della vita politica gioiosana negli anni ʻ60, 70, 80 e 90, Cusmà Piccione è stato sindaco fino al 2002, prima dellʼavvento di Ignazio Spanò. I funerali si svolgeranno domani, venerdì 11 maggio, alle ore 10,30 nella Chiesa Gesù Buon Pastore di Gioiosa Marea. Catania, è morto il gip Materia CATANIA. E' morto a Catania Rodolfo Materia, presidente dell'ufficio del Giudice per le indagini preliminari del capoluogo etneo. Da tempo era malato. Ricopriva l"incarico dal 2008. I funerali saranno celebrati alle 16 nella chiesa Cristo Re. Dopo la scomparsa, il 4 marzo scorso, del presidente aggiunto Edo Gari, morto per un infarto, l'ufficio del Gip di Catania è adesso senza vertici. Attualmente è coordinato dal giudice 'anziano' Oscar Biondi. pagina 5 CHI SCENDE M Alessandro Notarstefano MESSINA. Il neo direttore della Gazzetta del Sud ha tagliato il codino ma non la retorica: giovedì 10 maggio per spiegare in un fondo perchè va rifondata la politica ha scritto un attacco mozzafiato: trentatrè righe. Cʼè già chi tra i lettori rimpiange lʼOssidiana di Calarco: non si capiva, ma... almeno era breve. M Pippo Naro MESSINA. Il partito cambia ragione sociale e anche il cassiere: Antonio Di Ponte del Partito della Nazione prende il posto di Pippo Naro, il deputato messinese dellʼUdc che ha fatto dellʼaplomb la sua cifra politica. A chiedere di fare un passo indietro al segretario Casini è stato infatti lo stesso Naro... M Fausto Gennuso MESSINA.Il dirigente delle segreterie dellʼUniversità di Mesina una ne fa e una ne azzecca: ha prima convocato gli studenti ri-ammessi al corso di medicina a seguito di una sentenza del tar, ma poi li ha ri-spediti a casa “perchè non aveva letto bene il parere dei legali”. Un numero chiuso fino a quando? M Giuseppe Buzzanca MESSINA. Dopo avere strombazzato per mesi insieme allʼassessore Gianfranco Scoglio lʼarrivo dei privati per gestione in concessione trentennale la “rambla” di via San Martino ha raccolto un flop dʼeccezione. Nessun imprenditore si è infatti interessato al bando pubblicato dallʼamministrazione, lasciando la rambla a... piedi. M Marco Mancini MESSINA. Il giovane segretario dei Democratici messinesi ha dovuto ricorrere alle maniere drastiche: essendo cresciuto troppo di girovita a causa di aperitivi e stuzzichini, ha deciso di dare un taglio e di dedicarsi al ciclismo. Dopo vari rinvii, Mancini ha acquistato una bicicletta con la quale si sposterà in città, sperando di perdere chiletti di troppo. 11 MAGGIO 2012 primopiano centonove RISVOLTI. Il risultato palermitano dell’ex sindaco della Primavera frantuma le alleanze Orlando sbaraglia i partiti Abbandonata Italia dei Valori, il trionfatore del primo turno spezza il Pd con più efficacia di Raffaele Lombardo. Diventanto protagonista della scena con il governatore e Gianfranco Miccichè DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Leoluca Orlando risorge dalle ceneri, “molla” Idv, medita a una “Rete” rivisitata e taglia la strada a tutti: dal Pdl al Pd, dal Mpa al Terzo Polo, sbarrando la strada anche ai grillini. Come nei primi anni Novanta, quando era il simbolo della Primavera di Palermo, il candidato a primo cittadino che ha sfiorato quasi il 48%, staccando di 30 punti il pretendente del Pd (ed ex pupillo) Fabrizio Ferrandelli, si prepara a diventare centro di gravità permanente della politica siciliana. Con lʼaccortezza, però, di non commettere più i passi falsi del passato. Con Orlando, diventano tre i politici siciliani che, da posizioni diverse, “sparigliano” il mazzo dei partiti. Con un effetto ancora più dirompente dei temutissimi grillini. TRE GALLI E UNA REGIONE. Orlando, a un passo dalla sindacatura, è oggi lʼanti Raffaele Lombardo, il presidente della Regione che, in quattro anni, ha rotto più partiti della stessa Tangentopoli. Lʼormai ex esponente di Idv, infatti, ha lacerato il Pd come lo stesso leader autonomista non era riuscito a fare. Lo dimostrano le percentuali di voto dei Democratici, che denotato parecchi “tradimenti” in suo favore e in danno di Ferrandelli. E lo confermano posizioni come quelle dei senatori Enzo Bianco e Anna Finocchiaro che, senza mezzi termini, sarebbero per lʼappoggio a “Leoluca” e non al candidato di bandiera. Orlando ha fatto dellʼattacco al presidente della Regione il suo verbo. E Lombardo ha risposto per le rime. La circostanza più curiosa è che entrambi, comunque, non potranno correre alla presidenza della Regione: il primo, infatti, si dovrebbe dimettere; il secondo, invece, sta per farlo per via della richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Ed è qui che entra il terzo gallo nel pollaio: Gianfranco Miccichè. MICCICHEʼ FOR PRESIDENT. In prima battuta, il leader di Grande Sud, che con il 6,21% ha innalzato i voti complessivi della coalizione a sostegno di Massimo Costa capeggiata dal Pdl (fermo a poco sopra lʼ8%), ha assicurato: «Non faremo alcun alcun apparentamento tecnico in vista del ballottaggio di Palermo», mettendosi fuori dai giochi. Per poi aggiugnere, guardando al futuro: «Non so se ci saranno le condizioni per ricostruire il centrodestra in vista delle prossime regionali, ma se Giuseppe Castiglione (coordinatore regionale Pdl, ndr) continua a dire che il prossimo candidato sarà un uomo del Pdl, allora andremo da soli. Io non mi tiro indietro». Una frase che rende Miccichè il vero “terzo polo”. QUI TERZO POLO. Forte delle somme destinate dalla Finanziaria ai cinquantamila precari, Lombardo, insieme a Fli e Api, ha invece un altro obiettivo: rimpastare la giunta prima delle dimissioni (dando la guida a un suo fedelissimo come Lino Leanza) e rafforzare insieme agli alleati i rapporti con i movimenti civici in vista delle prossime regionali. Con quale candidato verranno affrontate? Questo ancora non si sa, perché dipende anche da quanto accadrà nel Partito democratico dopo il ballottaggio del 21 e lʼassemblea regionale del prossimo 27 maggio. Un uomo da lanciare potrebbe essere Giuseppe Lumia (destinatario di una lettera con minacce di morte risalente allo scorso 3 maggio). Ma, se venisse a mancare il Pd, la speranza è quella di recuperare lʼUdc di Gianpiero DʼAlia, al pari di Orlando contrario ad avere intese con Raffaele Lombardo. MUSOTTO, DOVE VAI? Lo aveva detto prima del voto e lo ha ribadito dopo, senza problemi: «Leoluca è il miglior candidato sindaco di Palermo». Elogi che Francesco Musotto, fresco di abbandono del Mpa e della poltrona di capogruppo allʼArs, sostiene ancora, anche se con vincitore del primo turno «non ci siamo sentiti». «Non mi ha chiamato, ma per me non è un problema. In alto, Leoluca Orlando. Il sindaco della Primavera di Palermo ha fatto il pieno di voti al primo turno, sfiorando la vittoria diretta. Orlando andrà a scontrarsi con lʼuomo del Pd Fabrizio Ferrandelli (a destra). In alto a destra, il candidato del “5 Stelle” Riccardo Nuti. Accanto, Francesco Musotto pagina 6 Conosco bene i “talebani” che lo circondano, pronti a dirgi “Attento a Musotto!”. Ma io non intendevo corteggiare nessuno». Ma dove andrà Musotto, che comunque rappresenta un pezzo di storia passata del Pdl (quando era Forza Italia) e degli autonomisti? «Ci sto pendando e sto riflettendo. Mi sto guardando intorno. Se dovessi trovare dove stare, prenderei una decisione, perché penso che questa terra abbia bisogno di impegno. E perché penso che lʼantipolitica sia una grossa sciocchezza che si azzera con i giusti uomini da parte della politica. Perché - aggiunge - se sono “incazzato” io, figuriamoci la gente. Per questo me ne sono andato dal Mpa. Ero un capogruppo, ma preferisco essere libero e sottrarmi da prassi che non mi piacciono». Orlando ricreerà la Rete? «È presto per dirlo. Lui, in passato, è stato sempre avvantaggiato dai suoi avversari, dagli inutili guru della politica che tramano alleanze». Risponde invece “mai dire mai”, il deputato, quando gli si chiede con chi non andrebbe di sicuro. Anche se, una certa simpatia per Miccichè, oltre che per Orlando, cʼè: «Secondo me Gianfranco ha numeri e potenzialità, ma da solo non ce la può fare. Se chiarisce con chi intende schierarsi, vedremo se ci saranno possibilità di dialogo». STOP AI GRILLINI. Lʼeffetto Orlando ha azzoppato il movimento di Grillo. Infatti il candidato sindaco, Riccardo Nuti, pur essendo stato il più votato (oltre tremila preferenze al consiglio) non siederà sugli scranni di sala delle Lapidi. La lista del Movimento 5 stelle, infatti, non ha superato lo sbarramento del 5%. Per questo i grillini hanno già presentato ricorso. «È accaduto - racconta - che non sono stati attribuiti alla nostra lista numerosi voti solo perché non era stato apposto nessun segno sul nostro simbolo». primopiano centonove AI BALLOTTAGGI. Ad Agrigento, l’uscente supera la coalizione e sbaraglia Pennica Zambuto, Mr disgiunto L’avvocato penalista, che si presentava come società civile, è finito al di sotto delle forze che lo sostenevano. La mappa dei secondi turni. Da Niscemi a Trapani, passando per Pozzallo DI ALIDA AMICO «UN RISULTATO straordinario, di una città che ha compreso lʼazione di governo e lo sforzo di questi anni tra mille difficoltà». Marco Zambuto, il sindaco uscente di Agrigento è raggiante dopo il risultato strappato alle urne: oltre 12 mila voti (il 34,33%) e ben 3.318 preferenze in più, rispetto alle due liste che lʼappoggiavano: lʼUdc (il suo partito) ed il Patto per il territorio, di cui è leader il consigliere provinciale Riccardo Gallo (ultimamente vicino allʼarea del senatore Marcello DellʼUtri). Zambuto, andrà al ballottaggio con lʼavvocato penalista Salvatore Pennica, attestatosi al 19,17%, e sostenuto dal movimento civico Epolis, nonché dal Pdl, Forza del Sud, Cantiere popolare(Pid). Un responso amaro, il primo turno, per il candidato Pennica: non solo ha raccolto appena 6.893 preferenze (quasi 6 mila voti in meno della coalizione), ma anche la lista civica di Epolis si è rivelata un flop, racimolando un migliaio di voti (e non superando lo sbarramento). Al ballottaggio, a svolgere il ruolo di ago della bilancia saranno i partiti del Terzo polo (Mpa, Fli, Api) ed il Pd, che al primo turno sostenevano la segretaria della Cgil Mariella Lo Bello, lʼaltra grande sconfitta da questa competizione elettorale (ha raccolto con il 14,20%, la metà dei voti delle 4 liste che la supportavano).LʼMpa di Roberto Di Mauro & co. avrebbe già intavolato la trattativa con Pennica: anche perché, un eventuale “apparentamento”, grazie ai meccanismi della legge elettorale, potrebbe regalare la maggioranza dei consiglieri a Palazzo dei Giganti. Pennica, insomma, da espressione della società civile, si convertirebbe in “grande assemblatore” dei partiti tout court, se lʼoperazione “apparentamento” andasse in porto. Mentre in casa Pd, dopo il magro risultato (con il 7,64% dei voti), scoppia la polemica: il senatore Benedetto Adragna ha invitato il suo partito a sostenere al ballottaggio Zambuto. Addebitando la sconfitta alle “inconcludenti strategie messe in atto e che coinvolgono una parte del gruppo dirigente del Pd...”. Allusione al rivale interno, il senatore Angelo Capodicasa (propenso a seguire invece la strategia aperturista nei confronti di Pennica). Niente “apparentamenti” invece per Marco Zambuto. Che dopo il pieno di voti disgiunti al primo turno (pescati tra lʼelettorato di Mpa e Pdl), si rivolgerà direttamente agli elettori agrigentini: potrebbe anche intercettare il voto di quel 20% di elettori che hanno votato al primo turno per Peppe Arnone e per Giampiero Carta (di Sel, Rc, Idv). SAN CATALDO. Eʼ uno dei due Comuni, insieme a Niscemi, in cui si svolgerà il ballottaggio. Nella disputa finale si contenderanno la poltrona di Palazzo delle Spighe, Giuseppe Scarantino, candidato del polo di centro (Udc e 5 liste civiche), che è stato il più votato(con il 32,35%). Ed il commercialista sancataldese Francesco Raimondi (che ha raccolto il 25,91%), sostenuto da 11 MAGGIO 2012 Grande Sud (che però non ha superato lo sbarramento del 5%). Mentre registra un flop, il candidato del Pdl e Fli, Gianluca Amico. Nella “roccaforte” dei parlamentari berlusconiani Alessandro Pagano e suo cognato Raimondo Torregrossa, Amico ha racimolato appena il 15,86% dei consensi. A decidere le sorti del ballottaggio sancataldese sarà dunque lʼarea di centro sinistra, che sponsorizzava il candidato del Pd Gianfranco Scarciotta (fermatosi a quota 21,74%). La coalizione del centro sinistra (con in testa il Pd,Idv,Rc, Sel) ha infatti stabilito di “apparentarsi” con il candidato Raimondi (in caso di vittoria, con la nuova legge elettorale, il centro sinistra e la lista civica di Raimondi, potrebbero piazzare ben 12 consiglieri su 20 a Palazzo delle Spighe). NISCEMI. Il duello finale vedrà in campo il sindaco uscente del Pd Giovanni Di Martino (sostenuto dal cartello Pd, Mpa, Grande Sud, e Udc). Il suo rivale, il barista del paese Francesco La Rosa, ex capogruppo del Mpa alla Provincia nissena, è sostenuto invece dal movimento dei Forconi e da Fli (che non ha superato lo sbarramento del 5%). Il responso delle urne avrebbe già consegnato a Di Martino la maggioranza in consiglio comunale (con 14 consiglieri su 20). Mentre rimangono fuori dai giochi il candidato del Pdl e Cantiere popolare Saro Meli (che potrebbe apparentarsi con La Rosa). Mentre Di Martino potrebbe pescare consensi a sinistra, tra gli elettori di Massimo Di Bennardo: che, espulso dal Pd, si è candidato a sindaco, sponsorizzato dal deputato regionale gelese Miguel Donegani. MARSALA. Si profila il ballottaggio tra il deputato regionale dellʼUdc Giulia Adamo (sostenuta anche da Pd,Mps e liste civiche) e Salvatore Ombra (Cantiere popolare, Pdl,Grande Sud , Nuovo Psi e liste civiche). Il gap di 16 punti tra i due contendenti (a favore della Adamo), conclusa la frammentazione a sinistra del primo turno, potrebbero fare pendere la vittoria, verso la candidata. TRAPANI. La sfida sarà tra Vito Damiano (27,42%), generale in pensione e candidato del Pdl, e lʼex deputato forzista Peppe Maurici(37,39%). POZZALLO. Singolare partita tra Roberto Ammatuna, deputato regionale del Pd (sostenuto da Pd e Pdl), ed il suo omonimo Luigi Ammatuna (Sel, Psi e 2 liste civiche). MESSINA Regionali mon amour DEMOCRATICI. Nessuna novità allʼorizzonte. Il Pd punta rano di Palazzo Zanca, Pippo Capurro. Non si sa ancora alla riconferma di Franco Rinaldi. Per quanto riguarda Giu- se correrà per la riconferma Roberto Corona, che potrebseppe Picciolo, la sua ventilata uscita dal partito potrebbe be lasciare il passo a Pippo Isgrò o a Gigi Cartagenova. aprire le porte alla candidatura di un “emergente” come il se- GRANDE SUD. A rappresentare le insegne di Gianfrangretario cittadino Peppe Grioli, ma anche al suo predeces- co Miccichè sarà lʼassessore comunale Elvira Amata. MESSINA. Archiviate le amministrative, a Messina cʼè chi sore Pippo Rao. Infine, si avvia alla riconferma Filippo Pa- UDC. Ad affiancare la riconferma di Giovanni Ardizzone, pensa alle regionali, che saranno un test per il voto del 2013. narello (al secondo mandato). In area Pd, sembrano inten- forse due giovani: il primo di area DʼAlia (Bruno Cilento), il FUTURO E LIBERTAʼ. Il capogruppo al Cozionati a candidarsi l'attuale segretasecondo della Naro (Giorgio Muscolino). mune, Nello Pergolizzi, dovrà gioco-forza canrio Cgil, Lillo Oceano, e il consiglieMPA. La partita sarà tra Carmelo Lo Monte e didarsi anche se il suo obiettivo resta Palazzo re comunale Marcello Greco. Fortunato Romano, ma non si escludono canZanca. In pista anche il coordinatore provinciaPDL. Teoricamente, vista lʼincompadidature di Daniela Bruno e Gaetano Duca. le Giuseppe La Face, ex commissario Iacp, il tibilità, non dovrebbe più candidarsi il PID. A provare a riagguantare il seggio sarà lʼex quale non ha accettato il rinnovo della carica sindaco Giuseppe Buzzanca. A tenMpa Santino Catalano. proprio per non doversi dimettere. Il suo obiettare la riconferma (nonostante la perIDV. Il più interessato è il segretario cittadino tivo è il secondo posto dietro al deputato da ridita dei voti di Fli e Grande Sud) saSalvatore Mammola, visto che il provinciale, confermare, Pippo Currenti. Nessuna notizia, ranno gli uscenti Nino Beninati e Nino Alessi, punta a Montecitorio. per i giovani del partito, della candidatura di AlSanti Formica. Vorrebbe poi provaSEL. Sicura la candidatura del segretario mesElvira Amata Giorgio Muscolino berto De Luca. re il grande salto alla Regione il vetesinese, Andrea Carbone. (D.D.J.) Chi è pronto a candidarsi in autunno pagina 7 primopiano 11 MAGGIO 2012 L’ESPUGNATORE DI MISTERBIANCO. Nino Di Guardo CATANIA. Nella provincia condivisa dai leader di Pdl e Mpa, cambia la geografia Terremoto sotto il Vulcano A prevalere nella tornata elettorale è stato soprattutto il Partito Democratico e i suoi partner. Lo “smacco” al Popolo delle Libertà a Paternò e a Misterbianco. Nonostante alleanze blindate DI DARIO DE LUCA CATANIA. Un tuffo nel vuoto, è la sensazione che a Catania ha vissuto il Popolo delle Libertà del coordinatore Giuseppe Castiglione. Se Palermo rappresentava un test plausibile, tra l'altro ampiamente fallimentare, per tastare le possibili alleanze in vista delle prossime elezioni regionali, attorno al vulcano a doversi valutare era la tenuta dei vecchi “feudi” partitici, compreso quello del nemico Raffaele Lombardo. Il risultato finale è stato quanto mai deludente, tra deputati regionali dissidenti e alleanze di dubbia matrice che hanno condotto il partito ad una situazione di profonda riflessione interna, una volta appurata, numeri alla mano, la debacle elettorale. Differente lo stato di salute degli antagonisti, Mpa e Partito Democratico. Se per il primo il risultato è pressoché accettabile, il secondo è invece, nonostante le profonde divisioni interne a livello regionale che non permettono la definizione di un quadro univoco a livello dirigenziale, il sostanziale vincitore di questa tornate elettorale. PATERNOʼ. Nel Comune che per due legislature (dal 2002 al 2012) è stato il regno del sindaco berlusconiano Pippo Fallica, sotto l'ala protettrice del Senatore Ignazio La Russa a cui Paternò ha dato i natali, il Pdl incassa forse la più sonora sconfitta di queste elezioni. Il candidato Vittorio Lo Presti si attesta infatti al 17,27%, risultando escluso senza mezzi termini dal ballottaggio che invece vedrà protagonisti il candidato del Movimento per le Autonomie Nino Naso 32,79% e quello del Partito Democratico Mauro Mangano, che ha raggiunto il maggior numero di consensi attestandosi al 33,50%. CALTAGIRONE. La città della ceramica e della scala di Santa Maria del Monte è lo specchio dei dissidi interni al Popolo delle Libertà siciliano. Al candidato ufficiale Sergio Gruttadauria, supportato dal deputato regionale Salvo Pogliese (Pdl), è stato contrapposto, in una guerra tutta interna, il candidato Nicola Bonanno sponsorizzato da un altro deputato regionale, quel Marco Falcone (Pdl) ormai in rotta con i vertici siciliani del partito di Castiglione, che ha trovato unità d'intenti affiancando “l'acerrimo nemico” alla regione, Raffaele Lombardo. Gioco forza, Gruttadauria si è visto escluso addirittura dal ballottaggio raggiungendo la percentuale del 18,3%, preceduto dal vice-sindaco uscente Alessandra Foti (Pd e Sel) 19,2% che si giocherà al ballottaggio la con il candidato Bonanno 27,9%. MISTERBIANCO. Ufficialmente è la prima roccaforte ad essere caduta. Per anni dominata dall'autonomista Ninella Caruso, il centro limitrofo a Catania volta pagina con un ritorno al passato, centonove eleggendo al primo turno, con oltre 11.000 voti, Nino Di Guardo, deputato regionale del pd. Risultato apparentemente chiaro che in realtà nasconde una doppia chiave di lettura. A Misterbianco, Pdl e Mpa supportavano lo stesso sindaco, Nino Condorelli. Amicizie politiche locali? Niente affatto! A presentare il candidato in pompa magna erano stati infatti il duo Mpa rappresentato da Raffaele Lombardo e Lino Leanza, indicato come colui che ha delineato la strategia, affiancati dal coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione. Un quadro che ai più ha fatto stropicciare gli occhi, e che non ha comunque consentito al candidato di tagliare il traguardo per primo. Sul neo eletto però poggia il ruolo ombra che avrebbe avuto lo stesso Lombardo, che sotto mentite spoglie avrebbe supportato il deputato. Il 50% dei voti infatti sono andati a liste di cento-destra, mentre il totale dei voti del candidato della stessa coalizione è stato del solo 31%. Percentuali che impongono una riflessione concreta sulle strategie che si sono sviluppate. PALAGONIA. Due volte commissariato, con la pesante eredità della dinastia targata Fagone e la scure di Cosa Nostra, il Comune era chiamato ad una netta cesura con il passato politico. Al ballottaggio andrà infatti il consigliere provinciale e candidato di Federazione di Sinistra e Idv, Salvatore Marletta 23,2% avversario di Francesco Di Stefano 17,1% espressione del Pdl. NEGLI ALTRI COMUNI. L'unico risultato concreto, il Pdl lo raggiunge ad Aci Catena, dove il candidato Ascenzio Maesano andrà al ballottaggio con Francesco Petralia, e nel comune di Linguaglossa, dove al primo turno è stata eletta Rosa Maria Vecchio. Il Movimento per lʼAutonomia mantiene invece i comuni di Sant Agata li Battiati (Carmelo Galati 41,9%) e Calatabiano (Giuseppe Intelisano 41,03%). I restanti Comuni, tutti con dimensioni ridotte, hanno invece espresso candidati non direttamente supportati dai big politici, ma collegati a numerose liste civiche. Quello della Provincia di Catania è solo un piccolo assaggio in vista del prossimo test che arriverà infatti a breve, quando si voterà nel capoluogo, dove è ormai dato certo che ad emergere potrebbero essere nuove spaccature interne al Pdl e allo stesso Mpa. DIETRO L’ANGOLO La sortita dei senatori Enzo Bianco e Anna Finocchiaro avvertono il Pd CATANIA. E in vista dei prossimi appuntamenti allʼombra dellʼEtna, i due maggiorenti del Pd, i senatori Enzo Bianco e Anna Finocchiaro tracciano una linea comune che potrebbe caratterizzare le future regionali e le amministrative catanesi. Entrambi, infatti, si sono espressi a favore del vincitore del primo turno di Palermo, Leoluca Orlando. Ha detto Bianco: «A Palermo abbiamo assistito ad un pasticcio ed ad un evento straordinario. Il pasticcio è quello delle primarie e di chi ha fatto diventare la scelta del candidato del Pd un modo per legittimare il disastroso appoggio del Pd al governo Lombardo. L'evento straordinario è il successo di Leoluca Orlando, un successo figlio di una posizione limpida e coerente sulle questioni regionali e delle comprovate capacitá amministrative del pagina 8 sindaco della primavera di Palermo. Tutte qualità largamente apprezzate dai palermitani, anche dagli elettori del Pd. Faccio un appello a Ferrandelli e a quei dirigenti del Pd che in questi hanno inopinatamente sostenuto la giunta Lombardo. Abbassare i toni e far passare serenamente questi giorni che ci separano dal ballottaggio, senza inutili polemiche. Orlando ha preso 101mila voti con il 48%, Ferrandelli 37mila voti con il 17%. I numeri parlano chiarissimo, credo che si sia svolto in Italia un ballottaggio con questo differenziale». Sulla stessa linea Anna Finocchiaro: «A Palermo sono stati fatti molti errori, ma se il centrosinistra vincesse in tutt' Italia credo che bisognerà farlo anche a Palermo, sostenendo Orlando. È una mia riflessione. Penso che in ogni caso sarebbe un errore fare guerra nel centrosinistra. Avverto una sensazione di timore nei confronti del Movimento 5 stelle. Al contrario - ha aggiunto il capogruppo al Senato del Pd - io non sono spaventata. Si misureranno con il governo dei comuni, con il ruolo di opposizione, con le istituzioni». centonove primopiano SANTA TERESA DI RIVA. Il deputato surclassa Alberto Morabito e Carlo Lo Schiavo De Luca, lo straniero Ha trasformato i comizi in commedie seguite da giovani ed anziani, stravolgendo i pronostici. La candidatura decisa prima della presentazione delle liste. Nella sua Fiumedinisi vince il “delfino” DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Eʼ arrivato lo tsunami che ha cancellato un trentennio di storia politica locale, è arrivato sotto le sembianze dello “straniero “(così lo hanno definito e si è autodefinito) Cateno De Luca che è stato protagonista di un capolavoro di comunicazione che sicuramente da ora in avanti farà parlare del “modello De Luca “. A capo di una lista “raccogliticcia”, nata tra un candidato recuperato mentre era intento allʼacquisto delle sementi di fronte alla segreteria politica in via Regina Margherita, e qualche altro reclutato da qualche amico bontempone scorrendo il menù della rubrica telefonica del proprio cellulare, il leader regionale di Sicilia Vera partendo da una base elettorale accreditata di circa 500600 voti ha raccolto una messe di consensi (2083 voti ) superando di 150 preferenze il grande favorito Cateno De Luca stappa una bottiglia di spumante dopo la vittoria della vigilia, lʼuscente Alberto Morabito, che sarebbero divenuti comizi-evento che resteranno nella storia dettagliatamente la sua travagliata vicenda molti di più se 349 elettori (contro i circa 80 della politica santateresina e non solo. Ben giudiziaria. Ma la punta massima di Lo Schiavo e Morabito) non avessero ventuno uscite oratorie, ognuno con un dellʼaudience è stata toccata con la interpretato male il nuovo sistema tema diverso, nel corso delle quali il commedia “Sei autori in cerca del elettorale che prevede lʼapposizione della deputato regionale ha messo in pratica la personaggio“ serata in cui De Luca ha fatidica “ics” sul nome del candidato a sua strategia vincente che è stata quella di dimostrato di poter tenere testa ai migliori sindaco. A parte le argomentazioni anticipare gli avversari sciorinando in interpreti del palcoscenico cimentandosi in politico-amministrative lʼex sindaco di piazza ed affrontando quelli che erano i una tre ore monologo in cui ha inscenato Fiumedinisi ha saputo cogliere la grande punti di debolezza che avrebbero sei personaggi della storia recente del voglia di cambiamento che aleggiava in focalizzato lʼattenzione degli altri candidati ridente centro jonico. Sin dalla prima uscita paese ed ha messo in atto una vera e a sindaco. Su questa scia va citato quella il neo sindaco santateresino ha avuto un propria “programmazione” mediatica con grosso seguito di gente, seguito popolare incontri e comizi in tutti gli angoli del paese. che è stata intitolata la commedia brillante “La vita e le ricchezze di Cateno De Luca” o che aumentava sera dopo sino a toccare Abbandonata la valigia di cartone, messa il famoso “Nomi e cognomi “ in più atti che livelli di partecipazione mai registrati a da parte la lacrimuccia e banditi buffet di ha fatto il giro della riviera jonica nel corso Santa Teresa, e mentre gli avversari lo vario genere, Robertino, come lo del quale è stata ripercorsa attaccano in maniera incrociata ma univoca chiamano i più intimi, ha inscenato dei 11 MAGGIO 2012 il consenso di De Luca aumentava nelle case dei cittadini disinteressati che, oltre a riempire le piazze, seguivano le repliche dei comizi in maniera massiccia in una emittente locale. Mentre gli altri curavano la ricerca del consenso attraverso lʼattività delle proprie segreterie politiche, il “reuccio” di Fiumedinisi, che anche nel suo feudo ha portato alla vittoria il suo delfino, Alessandro Rasconà, durante il giorno studiava il “ copione “ da mettere in scena la sera nella sua politica di comunicazione che ha schiantato i rivali attraverso video choc sulle reali condizioni del paese o attraverso i dati numerici con tanto di grafici digitali dei costi della politica. Un lavoro di squadra coordinato sapientemente dalla segretaria Loretta Grasso con lʼausilio del consigliere provinciale Giuseppe Lombardo e del delfino Danilo Lo Giudice. Una campagna elettorale, per ritornare al dato tecnico, che ha premiato soprattutto le forze che hanno espresso la maggiore discontinuità rispetto ad una classe politica ingessata sulle stesse posizioni dal 1980. Prova ne sono, oltre al successo di Sicilia Vera, anche i nomi degli eletti nella lista di minoranza che poi è stata la più votata (2584 consensi ) riconducibili ad esponenti di recente primogenitura come Davide Trimarchi primo con 268 voti, seguito a ruota da Santino Veri 260, vera sorpresa della tornata, Brancato (costola dellʼex vicesindaco Lombardo) 244, Pinto e lʼex sindaco di Antillo, Di Ciuccio, con 223 preferenze. Primo dei non eletti un altro giovane, Pippo Arpi (198) seguito a ruota da unʼaltra matricola Sergio Casablanca con 192. Si registrano autorevoli flop tra cui quello dellʼassessore designato Pablo Spadaro che ha raccolto appena 132 suffragi. Anche nella lista guidata da Carlo Lo Schiavo, staccato di quasi ottocento voti dal vincitore, primeggia un candidato di novello conio, Agostino Gullotta rappresentante dei giovani Pd del circolo “Impastato” che con 212 preferenze ha quasi doppiato colleghi più illustri e quotati che godevano dellʼappoggio di onorevoli e strutture partitiche “pesanti”. A suffragare ancor di più la voglia di voltare pagina del corpo elettorale il dato riferito al candidato più votato che sarà con appena 24 anni il consigliere “anziano “che aprirà i lavori del primo consiglio comunale, ossia Danilo Lo Giudice, 342 consensi allʼinterno della lista collegata al sindaco che è giunta terza con 1491 voti ma che comunque porta dieci esponenti in pista per effetto del premio di maggioranza. LETOJANNI Costa, il figlio del popolo Dopo marchesi e baroni arriva un fioraio LETOJANNI. Chi lʼavrebbe mai detto che a diventare sindaco di Letojanni sarebbe stato un figlio del popolo. Marchesi, baroni, gente nobile si erano succeduti alla guida del paese rivierasco dal 1958, anno dellʼautonomia comunale, fino ad oggi. Cʼè riuscito, invece, a 37 anni Alessandro Costa, figlio di un pescatore, Domenico. Cʼè riuscito con la spinta propulsiva di ben 766 elettori contro i 709 di Marilena Bucceri e i 243 voti di Peppino Gullotta. Un successo, frutto del lavoro di squadra fatto dai singoli candidati al Consiglio comunale e dagli assessori designati. Un lavoro che ha portato “Letojanni domani” a trionfare in maniera inaspettata: allʼinizio dellʼavventura nessuno avrebbe scommesso sulla vittoria. E invece ecco la sorpresa. Un trionfo, quello conse- guito dal neosindaco, che sa di speciale, soprattutto per co- Da dire che, come lista, Marilena Bucceri avrebbe vinto con me è arrivato. A metà spoglio Peppino Gullotta e la lista “Le- 84 voti di scarto: 855 a 771 le preferenze, contro le 297 di toj-Crescita in natura” erano fuori dai giochi. A contendersi Gullotta. Nessun candidato della compagine di questʼultimo la poltrona di primo cittadino erano dunque lʼex assessore e è riuscito ad ottenere un posto in Consiglio. Il più votato in il presidente del Consiglio uscente. Una vittoria, quella di Co- assoluto con 206 voti, Salvatore Curcuruto, fratello di Pippo sta arrivata al rush finale, considerato il fatto che nella prima Curcuruto (eletto con 65 consensi) candidato con Costa e di sezione lo scarto è stato di 22 voti, nella seconda invece di Sebastiano con Gullotta. Vanno in minoranza, assieme al79. Costa, fioraio di professione, è stato per quinlʼex assessore alla viabilità, Carmelino Lombardici anni in Consiglio comunale, nove appunto codo con 83 preferenze, Fabio Cicala con 79 voti me garante dellʼassemblea. Vanta esperienze poed Emanuele Savoca con 68 consensi. I nuovi litiche come militante nel partito dei Democratici volti della maggioranza sono invece Antonio Ricdi Sinistra e poi nel Pd fino al 2008. Dunque il pricobene, ex presidente della Misericordia San mo sindaco di sinistra della storia del paese di LeGiuseppe, con 79 suffragi, Domenico Bucceri tojanni. Prima di lui Gianni Mauro( Pdl). Con Cocon 59 voti, Claudio Curcuruto, (74), Alessandra sta, perciò, salgono sul “carro dei vincitori” tutti i Iannino( 35), Salvatore DʼAllura, con 41 voti per consiglieri candidati nella sua squadra(gli assesla seconda volta, Giovanni Interdonato (44 voti) sori designati sono Maria Teresa Rammi ed Eue Daniela Fileti eletta con 45 preferenze. genio Bonsignore, che sarà anche vicesindaco). Alessandro Costa Enrico Scandurra pagina 9 11 MAGGIO 2012 primopiano BARCELLONA. Maria Teresa Collica fa saltare il “sistema” Nania. E approda al ballottaggio La politica col rossetto L’asse Pdl-Udc tentenna di fronte all’avvocato schierato dal centro sinistra. A tingersi di rosa per la prima volta anche Sant’Alessio Siculo e Piraino. Riconfermate Trovato e Grasso BARCELLONA. Eʼ stata una campagna elettorale con il rossetto quella che si è conclusa. Le donne non solo hanno vinto in molti comuni, ma dove sono state sconfitte hanno mostrato tenacia e determinazione. A parte le riconfermate Ornella Trovato a San Piero Patti, Bernadette Grasso a Capri leone (che si è scontrata con Maria Rosalba Todaro), si registra la vittoria di Gina Maniaci a Piraino, Enza Maccora a Sinagra, Rosa Anna Fichera a SantʼAlessio Siculo. Anche dove sono state sconfitte capeggeranno lʼopposizione: da Castelmola con Antonietta Cundari, a Letojanni con Marilena Bucceri, Enza Bonadonna a Pettineo. Ancora da decidere la partita a Barcellona, la città del senatore Mimmo Nania, dove da decenni nessuno riesce a scardinare la perfetta macchina da guerra del Pdl. A provarci, però, è rimasta Maria Teresa Collica che, complice una azzeccata campagna elettorale favorita dal vento dellʼantipolitica che spira a livello nazionale, non solo ha portato lʼassessore provinciale Rosario Catalfamo al ballottaggio nonostante le sei liste a supporto contro le sue due (espressioni del centro sinistra), ma ha sfiorato quasi il 30% contro il 33% del favorito. A favorirla i dibattiti. Tanta determinata lʼavvocatessa, quanto timido e riflessivo il medico. E il sistema Nania comincia a vacillare. Al punto che il consigliere provinciale Salvatore Coppolino ha chiesto ai deputati del Pdl di correre ai ripari puntando su “una nuova squadra di giovani brillanti amministratori” invitando i designati di fare un passo indietro. Un altro successo è stato quello di Piraino. Dove è sorta unʼalba tinta di rosa, “lʼAlba Nuova” di Gina Maniaci, che con 1289 preferenze si aggiudica il “primato” storico di prima donna sindaco che abbia mai amministrato Piraino. Gina Maniaci con il 61,76% di preferenze ha battuto lʼavvocato Maria Teresa Collica Rosa Anna Fichera pirainese Pippo Condipodero che, invece, è riuscito a ottenere il 38,24% delle preferenze, pari a 798 voti. Un risultato, quello della lista “Alba Nuova”, che va ben oltre le aspettative, mentre a Piraino ci si aspettava qualcosa di più dalla “Nuova Piraino” e da Condipodero, già candidato alla massima poltrona nella competizione elettorale del 2002. Tra i dieci eletti al Consiglio Comunale spiccano il giovane neo avvocato Salvatore Cipriano, che ottiene il primo posto in maggioranza con un consistente bagaglio di 202 voti e che viene già indicato dai pirainesi come il nuovo presidente del Consiglio, anche se dovrà vedersela con due suoi compagni di squadra dal pacchetto voti molto consistente, si tratta di Nino Miragliotta, centonove GALLODORO Alfio Currenti, “Mi manda mio cugino” GALLODORO. Per i prossimi cinque anni a sedere sulla poltrona di primo cittadino di gallodoro, uno dei comuni più piccoli del Meridione sarà Alfio Currenti, insegnante di 43 anni, sostenuto da Fli. Ha battuto Domenico Lo Monaco, sindaco uscente di un paese che sta vivendo gli anni più tetri della sua storia. I cittadini gli hanno dimostrato fiducia nel 2007; non è stato così lunedì scorso. Dunque il neosindaco, cugino dellʼonorevole Pippo Currenti, non avrà compito facile, nonostante gli sforzi dellʼex amministrazione, nel risanare il bilancio comunale. Una vittoria sudata, quella dellʼesponente del partito di Fini. Allʼinizio dello spoglio tutto faceva presagire che ci sarebbe stato un testa a testa fino allʼultima scheda. Alcune di queste sono state contestate. Aleggiava allʼinterno del seggio unʼaria strana. Ci sono stati attimi di subbuglio, ma la situazione è andata, poi, lentamente verso la normalità. Dopo un iniziale stand-by, Lo Monaco ha cominciato a perdere terreno, e Currenti alla fine ha trionfato con 18 voti di scarto. Come lista, invece, la differenza è stata di 20 consensi. (Enrico Scandurra) eletto con ben 160 preferenze e dello stimato commercialista Cono Condipodaro che ha ottenuto 157 voti. Buoni piazzamenti anche per il resto della minoranza uscente e per i nuovi volti che si affacciano sulla scena politica pirainese. Tutta da decidere la quota rosa che approderà in giunta. Molti fanno già il nome di Pina Saggio, eletta al consiglio con un ottimo risultato, altri invece puntano sulle due giovani leve prime dei non eletti, ovvero Erminia Calabria e Rossella Domianello, che potrebbero ugualmente ricoprire qualche ruolo allʼinterno della squadra di governo. Lʼopposizione, invece, può vantare un personaggio politico del calibro di Maurizio Ruggeri, assessore uscente della Giunta Campisi e primo in SAN PIER NICETO Calderone espugna la roccaforte Formica Dopo cinque anni si riprende la rivincita. Il vice presidente dell’Ars rappresentante di liste SAN PIER NICETO. Se Barcellona, roccaforte del senatore Mimmo Nania, vacilla, i nemici politici hanno già conquistato un altro avamposto storico, quello dellʼonorevole Santi Formica. Dopo decenni di dominio incontrastato, la coalizione del deputato che riproponeva Franco Pirtrone, è stata sconfitta. Il nuovo sindaco di San Pier Niceto è Luigi Calderone che si è ripreso dalla sconfitta di cinque anni fa. Che il vento era cambiato lʼaveva capito anche lʼonorevole Santi Formica. Il vice subentrare a Nastasi in giunta è stato Fausto Cattafi che presidente dellʼArs ha fatto il rappresentante di lista alla però ha raccolto soltanto 22 preferenze. Una scelta scuola elementare del paese. Ha così potuto trascorrere infelice, visto i risultati. A ruota, ottima affermazione trascorso tutto il tempo nei seggi e salutare gli elettori anche dellʼavvocato Francesco Ruggeri (142) e il prima del voto. A presidiare la scuola anche altri due giovane Rosario Calogero con 133 preferenze. rappresentanti: il vice sindaco Enrico Nellʼopposizione i risultati migliori di Gangemi e Nicola Formica, cugino Valentina Formica, figlia dellʼesperto dellʼonorevole, esperto Nicola, con 132 e la figlia del vice sindaco dellʼamministrazione uscente con una uscente, Valentina Gagemi (112). indennità di 2 mila euro mensili. Riconfermati gli assessori: Francesco Lʼonorevole, però, ha seguito poco lo Ruggeri, il geometra Franco Previti, sfoglio. Appena ha capito la tendenza, ha lʼavvocato Francesca Pitrone. Si salutato tutti. A gongolare anche i fautori aggiungerà, secondo indiscrezioni, di questa vittoria. Domenico Nastasi, vice Rocco Maimone, papà di Giuseppe, presidente del consiglio uscente, che ha Presidente dellʼassociazione lasciato lʼex maggioranza dopo la revoca ambientalista Adasc. Due di loro dovrà dellʼassesorato al padre Biagio, è stato il lasciare il consiglio comunale, in quanto Luigi Calderone più votato con 155 preferenze. A tutti eletti in maggioranza. pagina 10 centonove primopiano 11 MAGGIO 2012 A sinistra il sindaco uscente Santino Di Bella. A destra il neo eletto Domenico Prestipino. Di Bella, se avesse vinto lo schieramento “Vincere per Pagliara” avrebbe ricoperto la carica di presidente del consiglio comunale PAGLIARA. Domenico Prestipino dopo la proclamazione caccia dal comune Di Bella Gina Maniaci assoluto degli eletti con ben 203 preferenze. In squadra con lui lʼex assessore dimissionaria Angelita Terranova e i due nuovi consiglieri Pino Campisi e Mimma Repici. Notte di festeggiamenti, invece, per la dottoressa Gina Maniaci che raggiante di gioia ha affermato che è un onore poter essere la prima donna sindaco a rappresentare il paese. Da subito, però, la dottoressa dovrà mettersi allʼopera per attribuire alla sua squadra le cariche più ambite in giunta. Anche SantʼAlessio Siculo avrà per la prima volta una “sindachessa”. Una vera e propria “valanga rosa” ha premiato Rosa Anna Fichera, 50 anni, docente di italiano e storia. Tra musica, dolci, fiori e tanta commozione, ha brindato allʼhotel Kennedy la sera stessa dello spoglio elettorale il suo gran “trionfo: col 48 per cento di preferenze e ben 485 voti, sbaragliando i due avversari Francesco Santoro, inchiodato a quota 175, e finito fuori dai giochi, mentre Cetto Fleres si è dovuto accontentare della minoranza con i suoi 354 voti che sarà capeggiata da Giuseppe Riggio. Allʼen-plein di Rosa Anna si è aggiunto il crescente peso politico del sindaco uscente Giovanni Foti che ha da sempre sostenuto questa candidatura. Dunque pronostici rispettati. Archiviati i festeggiamenti è iniziata la corsa ai toto assessori che rischia di far nascere diverbi interni, vista le delusione di qualcuno. Il sindaco avrebbe già chiesto a Giuseppe Bartorilla, assessore designato, di dimettersi per far entrare il primo dei non eletti, Natale Ferito. Ma il segretario comunale, Bartorilla non avrebbe accettato. (ha collaborato Caterina Scaffidi) Il fair play non abita qui Il predecessore stava ripulendo la scrivania ma è stato allontanato in malo modo. A Savoca Nino Bartolotta consegna la fascia tricolore a Trimarchi tramite la segretaria DI GIUSEPPE PISTONE PAGLIARA. Il farir play non abita a Pagliara e Savoca. Litigi e ripicche continuano nonostante il responso degli elettori. A Pagliara un vero ribaltone ha rivoluzionato i pronostici della vigilia che davano Sebastiano Gugliotta vincente. I promotori della continuità, speravano che lʼallievo superasse il maestro. Ma lʼex presidente del consiglio è stato superato da Domenico Prestipino per soli 25 voti di scarto. Ma il vero sconfitto di questa tornata elettorale è lʼex sindaco Santino Di Bella che avrebbe voluto lasciare il testimone al suo delfino. Così non è andata, anzi, sarebbe stato allontanato in malo modo dal comune dal suo successore. Questa la versione riportata nel comunicato della lista “Vincere per Pagliara”. «Quello dopo il voto doveva essere un giorno di pace - si legge - dopo unʼaccesa campagna elettorale, ed invece Domenico Prestipino non ha aspettato un minuto e subito dopo la proclamazione da parte del Presidente del seggio, e come prima azione ha pensato bene di usare la forza e la prepotenza. Il sindaco uscente Santi Di Bella è andato al Comune di prima mattina, e comunque prima dellʼavvenuta proclamazione, per risolvere una problematica relativa al pulmino dei bambini delle scuole per evitare disagi alle famiglie; nel frattempo pensava anche di ordinare la scrivania e preparare il normale passaggio di consegne con il nuovo sindaco. Invece il neo sindaco Prestipino si è presentato al Comune scortato dai carabinieri e con toni meritevoli di biasimo, gridando e minacciando, ha cacciato in malo modo fuori dagli uffici il sindaco uscente tra lo sconcerto dei dipendenti ed alla presenza di un attonito ed impotente Giovanni Giacò prossimo presidente del consiglio. Ci auguriamo che questo comportamento sia solo uno strascico della tensione accumulata in questa campagna elettorale. Noi tutti speriamo che tali episodi non si verifichino più e che il nuovo sindaco possa chiedere scusa dellʼazione e del cattivo esempio che ha dato a tutti i suoi concittadini». Di Bella è talmente amareggiato che medita di rinunciare alla carica di consigliere (è stato il primo degli eletti e se Gugliotta avesse vinto avrebbe seduta sulla poltrona di presidente). «Non ho ancora deciso nulla sto meditando – spiega con voce dimessa Di Bella – voglio capire bene prima come sono andate le cose e poi deciderò. Una cosa è certa, siamo usciti sconfitti e non meritavamo questo risultato». Prestipino conferma la circostanza ma preferisce non rilasciare dichiarazioni sullʼargomento. A Savoca un bagno di folla festante lunedì sera ha accolto Paolo Onofrio Trimarchi davanti ai seggi e poi accompagnato in tripudio per le vie del paese. Un brindisi per tutte le 16 frazioni del comune, visitando i più anziani. Il responso delle urne era atteso solo per frugare ogni dubbio. Ma la vittoria era scontata (oltre il 57 per cento). Una vittoria agrodolce. Perché il neo sindaco non perdonerà mai lʼuscente Nino Bartolotta, che prima ha manifestato ampio consenso, e poi gli ha voltato le spalle, sostenendo la lista avversaria di Domenico Famulari. I due non si sarebbero nemmeno incontrati per un abbraccio, ma il sindaco uscente avrebbe mandato la fascia tricolore al neo eletto attraverso la sua segretaria comunale, Giuseppina Minissale. Intanto in consiglio è già in pieno fermento per la composizione della giunta. A contendersi la presidenza del consiglio saranno Giuseppe Meesa e Carmelo Crisafulli. Assessori designati Antonella Savoca e Cettina Pizzolo. VILLAFRANCA La grande alleanza fa trionfare Di Marco L’accordo tra i “nemici” della passata legislatura lo portano al trionfo. Il più votato è Cavallaro Matteo De Marco VILLAFRANCA. Si svolgerà il prossimo 20 maggio l'insediamento del neo eletto consiglio comunale di Villafranca Tirrena. A presiedere lʼaula sarà Giuseppe Cavallaro, candidato che ha ricevuto il maggior numero di preferenze (334 voti). Il nuovo sindaco Matteo De Marco ha già raccolto l'eredità del suo predecessore Piero La Tona mettendosi al lavoro sulla vertenza Telcom che rischia di lasciare senza lavoro 18 operai. Tra i banchi del consiglio due sole donne, elette tra le fila dell'opposizione: Barbara Di Salvo (180 pre- pagina 11 ferenze) e Antonia Lorella Merlino (66). Ma la legge prevede che la giunta sia composta in modo da garantire la rappresentanza di entrambi i sessi e per questo con ogni probabilità rientrerebbe in corsa almeno una delle donne della lista vincente. Resta fuori dal palazzo municipale il gruppo “Nuovamente Villafranca” che annuncia comunque, attraverso il proprio candidato Piero Argurio, un attento antagonismo volto a dare voce agli elettori che hanno creduto nel loro progetto politico. Tra i banchi della maggioranza anche Mario Russo (223 voti) e Alberto DʼAngelo (311), gli esponenti del Pd che insieme all'assessore designato Tito Costa hanno condiviso l'ampia convergenza politica per prospettare a Villafranca cinque anni di crescita all'insegna del buongoverno. «Cercheremo di coinvolgere tutta la cittadinanza, gli ordini professionali e la società civile spiega De Marco - perché avremo bisogno del supporto di tutti durante questi anni di amministrazione. La cittadinanza ha risposto bene alla novità di questa sinergia con il Partito Democratico, ciò significa che è stata apprezzata l'intesa su un progetto costruttivo per il nostro comune». (Antonio Bonaccorso) primopiano 11 MAGGIO 2012 centonove AMARCORD. Nizza di Sicilia e Venetico scelgono l’esperienza e bocciano i giovani NOVARA DI SICILIA Di Tommaso e Rizzo, usato sicuro Gino Bertolami, la vittoria con uno squillo Il medico, nella zona jonica, è un punto di riferimento da 30 anni. L’imprenditore tirrenico ritorna alla guida del comune dopo una breve pausa. Mentre gli oppositori litigano DI GIUSEPPE PISTONE NIZZA DI SICILIA. Giuseppe di Tommaso a Nizza di Sicilia e Franco Rizzo a Venetico sono due dei “grandi vecchi” della politica locale che nonostante lʼetà non hanno alcuna voglia di rinunciare alla politica. Di Tommaso ricopre la carica di sindaco da 29 anni (tranne una pausa dopo due mandati consecutivi). Rizzo è ritornato dopo una esperienza durata dieci anni dal 1997 al 2007. Giuseppe Di Tommaso è stato il sindaco più votato dellʼultimo ventennio, ma lui non si scompone. «La gente mi vuole bene e lo dimostrano sempre con il loro affetto”. Tutto qui. Come se a Nizza di Sicilia, per essere eletti sindaco, bastasse solo questo. Giuseppe Di Tommaso, medico condotto, è fatto così. È diventato per il paese unʼistituzione a cui i cittadini ormai non sanno e non vogliono più rinunciare. La battaglia nel piccolo comune in realtà non era per la sindacatura, ma per accaparrarsi la minoranza consiliare. Ma il consenso incrociato ha premiato Giacomo DʼArrigo con 490 voti, contro i 517 della Brigandì. Lʼopposizione passa così nelle mani di Giacomo DʼArrigo per soli due voti di scarto sulla lista, 665 “Cambia Nizza”, contro i 663, della lista “Libera Nizza”. Ma la professoressa Mimma Brigandì annuncia ricorso al Tar per presunte irregolarità nella valutazione delle schede elettorali. Intanto ha già chiesto la verifica dei verbali e delle tessere. Il presidente ci seggio alle battute finali dello spoglio elettorale avrebbe ripescato due schede già contestate. Nella prima cʼera una x sul sindaco Di Tommaso a accanto scritto: DʼArrigo; lʼaltra una x sul sindaco Di Tommaso e accanto scritto Cintorrino della lista “Cambia Nizza”. Schede che il presidente di seggio avrebbe attribuito al candidato sindaco DʼArrigo, ma che secondo la Brigandì andavano invece Franco Rizzo annullate. Finiti i festeggiamenti per la vittorio schiacciante del sindaco Di Tommaso con un più 40 per cento, il suo entourage è ora di rimbccarsi le maniche per disegnare lʼoganigramma istituzionale. Presidente del consiglio confermato Carmelo Rasconà, assessori designati Tiziana Bonarrigo, ex vice sindaco, Maria Patrizia Parisi, Francesco Santisi e Salvatore Bruno. La vice sindacatura potrebbe essere assegnata a Concita Isaja per aver raccolto ben 176 preferenze. A Venetico a spuntarla è stato Francesco Rizzo, che ha raccolto 923 preferenze. Rizzo ha superato ben tre sfidanti nella corsa a primo cittadino: l'uscente Carlo Lamberti (584 voti), l'ex presidente del consiglio Antonino La Guidara (391) e la new entry Luigi Bonfiglio (145). Primo passo della nuova amministrazione sarà l'approvazione del bilancio per scongiurare che dalla Regione venga nominato un commissario. «Voglio continuare la mia opera di rilancio di Venetico che ho dovuto sospendere cinque anni fa» ha dichiarato lʼimprenditore. NOVARA DI SICILIA. Eʼ stata una telefonata di auguri per la vittoria, fatta dallo “sfidante sconfitto” Luigi Munafò (voti 367 ) al neo sindaco Gino Bertolami, a porre fine alla “ competizione elettorale” a Novara di Sicilia. Si è trattato di una combattuta campagna elettorale, basta pensare che sono stati celebrati circa venti comizi nelle varie piazze del paese e delle frazioni. Centoquarantuno i voti di differenza che hanno permesso al professore Gino Bertolami ( voti 508 ) di essere eletto sindaco di uno dei borghi più belli dʼItalia. Otto i consiglieri eletti nella lista “Libertà e Progresso” collegata al vincitore, si tratta del veterano Bartolotta Salvatore, di Carrozzo Giuseppina che con 68 voti è stata la più votata di tutti ed a lei toccherà presiedere quale consigliere anziano la prima seduta del civico consesso, di Da Campo Luciana (con 67 voti) lʼaltra donna eletta tra gli scranni comunali, buona anche lʼaffermazione dellʼarcheologo Gino Sofia ( 56 i voti per lui, che assieme al deltaplanista Bartolotta ed alla Carrozzo optando per un posto da assessore permetteranno di entrare in consiglio ad altri tre candidati della lista ), tra i consiglieri eletti in prima battuta i due rappresentanti sindacali Orlando Catena ( 44 le preferenze) e Imbesi Aldo ( 34 i voti che continuerà ad essere il presidente del consiglio comunale), 49 invece i voti per Giamboi Cristian e 34 per DʼAloia Domenico. Siederanno tra gli scranni comunali anche il giovanissimo Sofia Alessandro (voti 30) assieme a Calderone Giuseppe e Catalfamo Andrea dopo la nomina dei tre assessori. Raggiante il primo cittadino Bertolami per il quale “… tante sono le cose da fare, tra le prime, la possibilità dellʼutilizzo dellʼospedale del paese, si tratta di una struttura bellissima chiusa da tantissimi anni e che potrebbe trovare un impiego anche grazie alla chiusura ormai prossima dellʼOpg Vittorio Madia di Barcellona Pozzo di Gotto». (Enzo Baglione) MAZZARA SANT’ANDREA Bucolo vince e comincia la battaglia alla discarica Il neo capo della giunta firma come primo atto: la revoca dei componenti del cda di TirrenoAmbiente Salvatore Bucolo MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. Il primo atto ufficiale del neo sindaco Salvatore Bucolo è quello di “mettere mano” a Tirreno Ambiente. A pochi giorni dalla sua nomina, ottenuta conuno scarto di stretta misura su Carmelo Pietrafitta, il neo sindaco prende carta e penna e scrive alla società che gestisce la discarica di Mazzarrà per far sapere che intende subito avviare le procedure per rinnovare il consiglio di amministrazione poiché sono da ritenere ormai decadute tutte le nomine fatte dallʼex sindaco Carmelo Navarra. «Tutte le pagina 12 nomine, designazioni o proposte indicate dall'ex sindaco del comune di Mazzarrà S. Andrea devono intendersi decadute o revocate scrive Bucolo - e sarà cura dello scrivente, anche previa Asssemblea dei Sindaci dei Comuni soci di Tirreno Ambiente, provvedere alle nuove designazioni». Il neo sindaco quindi non intende perdere tempo su un provvedimento che ritiene fondamentale e urgente. «Considerato che spetta al sindaco nominare il presidente e la composizione del consiglio di amministrazione - dichiara Bucolo provvederò subito a sostituire i componenti i quali non hanno portato alcun beneficio alla comunità». Il neo sindaco si riferisce ai proventi che il comune avrebbe dovuto avere per la gestione della discarica e sostiene che lʼente che guida non ha ottenuto quello che gli spettava. «Per questo motivo sono convinto di non potermi fidare di queste persone e ho avviato subito le procedure per sostituirle continua Bucolo - mi sto consultando con varie personalità affinchè si possa individuare un manager di comprovata esperienza che si in grado di dare benefici alla nostra comunità e restituisca lustro alnostro paese». (Pamela Arena) Politica 11 MAGGIO 2012 TRATTATIVE. Esecutivo regionale nel limbo in attesa del voto del 21 maggio. E del Pd Giunta al secondo turno Dal risultato di Fabrizio Ferrandelli contro Leoluca Orlando per la conquista della sindacatura dipende l’esito dell’assemblea dei democratici del 27. Intanto, Lombardo “punisce” Fli PALERMO. Il rimpastino in giunta? Si lega a due passaggi fondamentali. Il primo, da cui dipende il secondo, riguarda lʼesito del ballottaggio su Palermo. Lʼaltro è il dibattito che si svilupperà allʼinterno dellʼassemblea del Pd convocata per il 27 maggio. Quella che ha per oggetto la mozione di sfiducia al segretario regionale dimissionario Giuseppe Lupo, ma che diventerà lʼoccasione per unʼanalisi del voto e della linea politica futura. A scontrarsi, lʼanima “filogovernativa” del partito, capeggiata da Francantonio Genovese (Innovazioni) e il duo Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia (senatore e capogruppo allʼArs), da una parte, e lʼarea legata a Lupo e quella degli oltranzisti che chiedono di chiudere i rapporti con il governo Lombardo. IL DATO ELETTORALE. Un primo passo per definire gli assetti futuri in giunta era legato al risultato alle amministrative di Palermo dei candidati e ancor più delle liste. Uno spoglio che vede lʼasse Mpa-Fli premiata nonostante la coalizione (i dati sono 598 sezioni su 600), al 21,25%, stacchi nettamente il candidato sindaco Alessandro Aricò (targato Futuro e Libertà), fermo allʼ8,76. Un 21,25 che, però vedrà lʼingresso in consiglio comunale dei soli consiglieri autonomisti grazie al superamento dello sbarramento al 5% (Mpa, 7,54) contro il 4,32 di Fli. Da questo punto di vista, quindi, Raffaele Lombardo, in previsione del rimpasto assicura al suo partito la delega rimasta nelle sue mani, al Lavoro, che è già stata promessa a Carmelo Lo Monte (ex capogruppo alla Camera). Sulla base del dato, poi, Fli è destinato a perdere un assessore (quasi sicuramente Sebastiano Di Betta, al Territorio) a favore di Mps di Riccardo Savona, che col suo 3,33% supera abbondantemente lʼApi di Rutelli (1,19), il cui uomo dʼarea Sebastiano Missineo (Beni Culturali), è a rischio. Il 3,48% di Palermo Avvenire-Team Sud blinda invece i loro ispiratori, gli assessori alla Sanità e allʼEconomia, Gaetano Armao e Massimo Russo. In casa Pd, invece, cʼè un apparente crollo: nel 2007, infatti, Ds e Margherita avevano conseguito in tutto il 16 per cento, a fronte dellʼodierno 7,76 attuale. In realtà, unendo i voti di “Ora Palermo Lista Ferrandelli” (6,2%), si sfiora il 14. Tutta la coalizione con Sel e Vizzini In alto a sinistra, Sebastiano Missineo, assessore ai Beni Culturali. A destra, il deputato nazionale del Mpa Carmelo Lo Monte, in attesa del posto di assessore regionale al Lavoro. Sopra e accanto, gli assessori in bilico Giosuè Marino e Sebastiano Di Betta. A destra, lʼassessore allʼEconomia Gaetano Armao, che con il collega alla Sanità Massimo Russo sosteneva due liste in corsa a Palermo pagina 13 centonove Riformisti, ha raggiunto il 18,53, superando di un punto il candidato (17,36). Sul dato, come ha sottolineato in unʼintervista lʼex segretario regionale Genovese, pesa “lo scarso interesse di alcune componenti”. Ma quali sono? Il leader messinese del Pd non lo dice, ma i riflettori sono puntati sullʼarea che fa capo a Bernardo Mattarella, ma anche ai più vicini a “Unʼaltra Storia” di Rita Borsellino che, invece, avrebbero spostato le preferenze verso Leoluca Orlando (47,33%) e e la sua coalizione (Idv 10,26% e la Sinistra e gli Ecologisti per Palermo, 4,76). Adesso, le decisioni del Pd si legano al ballottaggio. INCOGNITA FERRANDELLI. Dal risultato del secondo turno dipenderà tutto. Se Ferrandelli dovesse prevalere su Orlando (ipotesi remota), la linea sarebbe chiara: si continua alla Regione e si punta a una candidatura alla presidenza di Giuseppe Lumia sostenuto dalla stessa maggioranza attuale. Se lʼesito dovesse solo migliorare, invece, sarebbe più facile decidere di mantenere lo stato delle cose, concentrandosi, più che altro solo sulle future regionali e relative nuove alleanze. Se Ferrandelli invece dovesse ottenere proporzionalmente lo stesso risultato, sarebbe un vero e proprio guaio. Con il Pd destinato a “spaccarsi” in due definitivamente tra chi resta con Lombardo e chi vuole uscire dal governo, guardando a nuove e diverse alleanze. E si lega proprio a questʼultima ipotesi il ruolo dellʼUdc, che seppur ha visto pesantemente sconfitto il suo candidato (Massimo Costa), in città ha il 7,65% e in Sicilia è andato bene. Perché unʼalleanza moderata passa soprattutto dal coordinatore regionale dellʼUdc, Gianpiero DʼAlia, che, liquidato ciò che resta del Terzo Polo, non vuol sentir parlare di Mpa e Raffaele Lombardo. I POSTI IN BALLO. Il rimpasto della giunta precedente alle dimissioni del governatore, quindi, è rinviato a dopo il 27. Se Ferrandelli dovesse andar bene, Lombardo è pronto a offrire una poltrona allʼarea Lupo. Diversamente, proverà ad andare avanti, cercando di rafforzare le posizioni di Cracolici e Lumia, spaccando il Pd. In ballo, oltre alla delega al Lavoro, ci sono i posti al Territorio, ai Beni Culturali e allʼEnergia (“facendo fuori” Giosuè Marino). Una nomina, infatti, dovrà essere quella del vicepresidente, con in pole position il deputato Mpa Lino Leanza. (D.D.J.) Politica 11 MAGGIO 2012 PALAZZO DEI LEONI. Aumento del 25% delle indennità di presidente, assessori e consiglieri Più ricco a mia insaputa Il dirigente Antonino Calabrò firma una determina che mette le ali agli stipendi. Grazie alla “città metropolitana”. Ricevuto: “Non ne sapevo nulla. E rinuncio”. E anticipa “indagini interne” DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Le province stanno per essere cancellate, Messina tra qualche mese perderà lo status di città metropolitana, quindi tocca approfittarne. Adesso o mai più. E con determina dirigenziale, a palazzo dei Leoni si aumentano i compensi di presidente della Provincia, vicepresidente, assessori e, a cascata, anche dei consiglieri provinciali. Di quasi il 25%. AUMENTI PER TUTTI. La determina è del 13 aprile, ed è firmata dal dirigente alla Ragioneria Antonino Calabrò. “Rideterminazione dellʼammontare dellʼindennità di funzione degli Amministratori della provincia regionale di Messina. Tre pagine di “visto”, “ritenuto” e considerato”, e lo stipendio mensile del presidente della Provincia Nanni Ricevuto passa da 6972 a 8697 euro (sono tutte cifre al lordo) quello del vicepresidente (mai nominato da Ricevuto) da 5228 a 6522 euro, e quello degli assessori da 4531 a 5653 euro. Nella delibera non sono compresi i consiglieri provinciali, ma lo stipendio sarà aumentato anche a loro “a cascata” fino a 2609 euro, visto che il cumulo massimo dei gettoni di presenza mensili, che tutti raggiungono, è parametrato sul 30% dello stipendio del presidente. Per tutti, la “manna è retroattiva. Calabrò, infatti, specifica che lʼaumento scatta “a far data dal primo gennaio 2012”. Come si è arrivati a questi aumenti? Con tre “balzelli. Che cumulati fanno quasi il 25% in più. COME TI CALCOLO IL BALZELLO. Cʼè un decreto emanato dallʼassessorato regionale alla Famiglia, nel 2008, che stabilisce lʼadeguamento delle indennità in base alle variazioni Istat, fissando un 4,60% in più con decorrenza gennaio 2004, ed un altro 3,70% con decorrenza gennaio 2007. Due anni prima, però, la finanziaria del 2005 aveva tagliato a colpi A MIA INSAPUTA. Nanni Ricevuto di scure il 10% sulle indennità di funzione, provvedimento prima fatto a pezzi dalla Corte dei Conti per le Autonomie nel 2006 e recepito dalla regione Siciliana nel 2008. Al saldo, restano quindi i due aumenti, che sommati danno un 8,30% in più. Basta? nemmeno per sogno. Perchè Calabrò tira fuori dal cilindro un ulteriore aumento del 15% per indennità e gettoni di presenza “per gli amministratori delle Province regionali che ricomprendono aree metropolitane, come dispone una legge del lontano 1986. E siccome Messina ancora per qualche settimana potrà fregiarsi dello status di città metropolitana, visto che a quanto pare dallʼultimo censimento è uscito fuori un numero dʼabitanti inferiore ai 250mila necessari per ritenere metropolitana una città, allʼ8,30% si è sommato un ulteriore 15%. Il risultato? 23 e rotti percento in più. Lʼaumento dellʼindennità del presidente da 6972 a 8697, sulla quale vanno parametrate tutte le altre, ammonta al 24,75%. Unʼaltra “carezzina”. Che non tutti hanno accettato. centonove IO RINUNCIO. Una mossa, quella dellʼaumento, talmente impopolare da scatenare una gara ad allontanarsene il più possibile. Il primo a disconoscerla, la delibera, è stato, qualche ora dopo la pubblicazione e la fuoriuscita della notizia, il primo inquilino di palazzo dei Leoni. “Apprendo solo adesso di unʼautonoma determina dirigenziale del 13 aprile 2012 scrive Nanni Ricevuto - emanata in ottemperanza alle recenti normative regionali con la quale viene rimodulato lʼammontare delle indennità di funzione di presidente ed assessori, e dei consiglieri provinciali. Pur tenendo conto dellʼobbligatorietà del provvedimento dirigenziale di adeguamento alle leggi vigenti - continua la nota - non posso non considerare il momento di grave difficoltà economica che tanti e tanti cittadini stanno attraversando e, pertanto, per quel che mi riguarda, dichiaro di rinunciare allʼaumento dellʼindennit”, conclude il presidente della Provincia, che annuncia unʼindagine amministrativa per chiedere al dirigente conto e ragione del provvedimento. Alla coscienziosita di Ricevuto si accoda anche lʼassessore al Lavoro Renato Fichera: “Rinuncio allʼaumento dellʼindennità per rispetto del momento di difficoltà in cui versa lʼItalia intera”, subito imitato dai colleghi Giuseppe Di Bartolo e Mario DʼAgostino. ALLʼATTACCO DEL PRESIDENTE. A palazzo dei Leoni cʼè chi si mostra scettico sulla possibilità che il reagioniere generale possa agire, pur nel rispetto della legge, senza un mandato politico. E poiu cʼè Roberto Cerreti, consigliere del Mpa, che offre una sua lettura: “Lʼipotetico aumento o “meglio il reale adeguamento dellʼindennità di funzione” per i rappresentanti istituzionali, è obbligatoria e vincolante, e lʼunica reale maniera per rinunziarvi, potrebbe essere quella di devolvere le somme mensilmente prese dal Presidente a qualche Onlus”, scrive polemicamente Cerreti. Che fa riferimento ad un “10% di aumento dovuto per la mancata applicazione della legge regionale 22 del 2008” del tutto diverso dallʼaumento previsto dalla delibera del ragioniere generale Calabrò. Parecchio sarcastici anche i sindacalisti del Csa: “Da rappresentanti dei lavoratori consideriamo il provvedimento la più concreta risposta alle voci di difficoltà economiche dellʼEnte - scrivono - certi che da ora in avanti non sentiremo più parlare di necessità di interventi sulle spese del personale e di tagli vari”, scrivono, sollecitando anche gli adeguamenti dei buoni pasto. PALAZZO ZANCA Quando ci provarono al Comune... Nel 2010, Pippo Previti chiedeva “un adeguamento”. E oggi? Meno30%. Per colpa del patto di stabilità Pippo Previti MESSINA. “Questi sono professionisti, noi in confronto siamo dilettanti di primo pelo...”. Il commento, sarcastico e condito con ampie punte di “invidia”, lʼha rilasciato un consigliere comunale. Perchè a palazzo Zanca, due anni e mezzo fa, i consiglieri comunali ci avevano provato ad aumentarsi lʼindennità. Riuscendoci. Lʼintuizione lʼaveva avuta il presidente del consiglio Pippo Previti: visto che Messina è città universitaria e turistica, nel calcolo della popolazione vanno computati anche gli studenti che, pur non risiedendo in città, ogni giorno la “vivono”, ne frequentano lʼateneo e ne abitano le case, e i turisti che vi sbarcano. Non faceva una grinza, il ragionamento. pagina 14 Senonchè, il segretario generale Santi Alligo, allʼepoca arrivato da un paio di settimane, ha voluto vederci chiaro. “Si chiede lʼadeguamento dellʼindennità di funzione con maggiorazione anche per gli anni pregressi (dal 2000 al 2008, ndr), scriveva Previti ad Alligo ad agosto del 2010, sulla convinzione che la popolazione di Messina (su questo dato si basa il calcolo dellʼindennità percepita dai consiglieri) andasse intesa “dinamicamente e non ad un dato limitato e statistico come espresso nel censimento”. A dargli forza, una decreto della presidenza regionale del 2001, che maggiorava del 5% gli importi per i comuni caratterizzati da “fluttuazioni stagionali della popolazione tali da alterare, incrementandolo del 30%, il parametro della popolazione dimorante”. E chi faceva fluttuare il dato, secondo Previti, erano studenti e turisti. Lʼaumento è andato a buon fine, ma il “karma” si è vendicato. Oggi, infatti, i consiglieri comunali messinesi (e sindaco e assessori) hanno visto il loro compenso decurtato del 30%. Perchè? A causa dello sforamento del patto di stabilità. Poco più di cinquecento euro in meno al mese in busta paga. (A.C.) centonove Politica 11 MAGGIO 2012 IL VINCITORE. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo LO SCONFITTO. Il comandante dei VIgili Calogero Ferlisi MESSINA. Il capitano di vascello Napoletano vince la corsa all’Ente di via Vittorio Emanuele De Simone, d’...Autorità In pole position per il ruolo di segretariuo generale c’è Giuseppe Chiofalo dell’Api. Ecco chi è il vincitore, chi sono gli sconfitti e chi ha ribaltato nomine ed equilibri MESSINA. Archiviata la nomina di Antonino De Simone a presidente dellʼAutorità portuale di Messina, lʼattenzione si sposta sul segretario generale dellʼente, che dovrà succedere a Giuseppe Del Grande. Il nome più accreditato è quello di Giuseppe Chiofalo, già coordinatore provinciale dellʼApi, partito politico che a Palermo sostiene il governo retto da Raffaele Lombardo, vero grande regista dietro la nomina di De Simone allʼente di via Vittorio Emanuele. Ingegnere, classe 1963, un cuore socialista e una fedeltà politica al partito di Francesco Rutelli ed al Terzo Polo, il nome di Chiofalo è circolato insistentemente nei giorni immediatamente successivi alla designazione di De Simone a Messina ad opera del ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Corrado Passera. Secondo la legge che istituisce lʼAutorità portuale, la nomina del segretario generale spetta al presidente, che si esprime dopo lʼinsediamento, circostanza che avverrà tra qualche giorno. Un insediamento, quello di De Simone, che si preannuncia incandescente. DIRETTAMENTE DAL MINISTERO. Cinquantasette anni, capitano di vascello, uomo del ministero e attualmente a capo dellʼufficio atti normativi e parlamentari del Corpo delle Capitanerie di porto, il napoletano IL PRESCELTO. Giuseppe Chiofalo De Simone ha avuto la meglio sui due messinesi che con lui si contendevano la poltrona di presidente allʼAutorità portuale di Messina e Milazzo: Tommaso Santapaola e Giovanni Zuccalà, indicati rispettivamente dal sindaco di Milazzo Carmelo Pino e dal consigliere Mario Rizzo, capogruppo in consiglio comunale a Messina dellʼarea Udc che fa capo al deputato nazionale Pippo Naro. De Simone è salito alla ribalta delle cronache parlamentari per la sua audizione in Senato, a febbraio, nellʼambito delle indagini sulle cause che hanno portato allʼaffondamento della nave da crociera Costa Concordia. CHI VINCE, CHI PERDE. Ad uscire dalle ossa rotta dalla riffa delle nomine è stato Calogero Ferlisi, che fino ad un mese fa già lustrava i braccioli della poltrona dellʼente di via Vittorio Emanuele dopo lʼincoronazione da parte dello stesso ministro Passera, ma il cui nome non è stato gradito dal presidente della Regione, che ha opposto il suo veto, e non era nemmeno in cima alla lista di gradimento del senatore messinese Gianpiero DʼAlia, che lo ha definito “inadatto al ruolo”. Il risultato? Ferlisi imbufalito ha opposto ricorso al Tar: “No comment”, ha ribadito lʼattuale comandante della polizia municipale di Messina, interpellato per telefono. Una mano dʼaiuto, al generale dei vigili urbani, la sta dando anche il presidente del consiglio comunale messinese Pippo Previti, che ha sostenuto Ferlisi nella sua battaglia a colpi di carte bollate con una raccolta di firme. E proprio su Ferlisi aveva scommesso il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, che accanto al comandante dei vigili aveva proposto, come terna, lʼex comandante della capitaneria di porto Antonio Samiani, e Salvatore Leonardi, più volte sindaco e presidente della Provincia. LE PATATE BOLLENTI. Il primo problema che De Simone dovrà affrontare è il piano regolatore portuale, che da cinque anni giace tra le carte del ministero delle Infrastrutture. La vicinanza di De Simone al ministero, in questo caso, potrebbe giocare a favore della velocizzazione della pratica. Poi cʼè sempre lʼannosa questione sulla titolarità delle aree della zona falcata, reclamate sia dallʼAuthority che dallʼEnte porto, al quale il Consiglio di giustizia amministrativa ha dato ragione. (A.C.) FACCE NUOVE La piattaforma di Reset Il movimento presenta il “laboratorio programmatico” e guarda alle amministrative. Al grido “Siamo diversi” Adriana Russo e Alessandro Tinaglia MESSINA. “Vogliamo tagliare i ponti coi vecchi metodi della politica”. Alessandro Tinaglia, animatore del movimento Reset, che ha deciso di cambiare la politica messinese, lo ripete in tutte le salse. “Non ci interessa lʼassessorato o la ricerca del consenso. Quello che vogliamo è una piattaforma condivisa in cui discutere di progetti sui quali tutta la città è dʼaccordo. Se poi saremo noi a portarli avanti, o qualcun altro, questo non è importante”. Reset torna a parlare dopo la presentazione ufficiale di inizio marzo, non per presentare programmi (anche se cʼè lʼammissione di una candidatura propria alle prossime amministrative) ma per lanciare lʼidea della “Piattaforma programmatica comune”: un documento, che verrà “svelato” il 28 pagina 15 luglio, “che vedrà i partecipanti siglare un accordo "etico" che impegnerà tutti quei soggetti che si candideranno alle prossime elezioni comunali, e che avranno ovviamente contribuito alla realizzazione della Piattaforma, ad inserire le azioni condivise individuate all'interno dei programmi con i quali si candideranno alla guida della città”, ha spiegato Tinaglia. “Ci sembra opportuno chiarire, anche in questa fase, come Reset sia un soggetto Politico che sarà presente alle prossime Amministrative al di fuori degli schieramenti partitici, escludendo accordi elettorali con i partiti tradizionali prima, durante e dopo le elezioni”, ha chiarito subito Adriana Russo, che ha anticipato lʼidentikit del candidato che Reset ha intenzione di esprimere per la corsa a sindaco: giovane, professionista e, possibilmente, donna. A sgomberare il campo dalla parola che aleggiava in saletta commissioni alla Provincia ci ha subito pensato Tinaglia: Tale "rigorosa" posizione non significa, però, nè che non siamo disponibili al confronto con chiunque, anche con coloro con i quali non faremo mai accordi elettorali, né che Reset sia a favore dell'antipolitica”. (A.C.) Politica 11 MAGGIO 2012 MILAZZO. Nessun movimento accetta le avance politiche del sindaco Carmelo Pino Il rimpasto? No, grazie Avvicendamento “pilotato” in giunta tra Mariano Bucca e Santi Romagnolo. Il resto della giunta rimane al posto. Occhi puntati sulle Regioni. A cominciare da Lorenzo Italiano MILAZZO. La nomina sarebbe avvenuta nel riserbo più assoluto. Anche lʼAquila che sormonta il simbolo del comune sapeva che prima o poi lʼingegnere Santi Romagnolo, braccio destro del sindaco Carmelo Pino, sarebbe stato nominato in giunta. Ma sui tempi gli addetti ai lavori erano certi che lʼavvicendamento con il responsabile dei lavori Pubblici, Mariano Bucca, sarebbe avvenuto solo dopo il voto sul dissesto. Pino, però, non ha resistito. Anche gli assessori più vicini sostengono di avere avuto la notizia dai siti internet che hanno pubblicato il comunicato stampa. «Lʼassessore Bucca da tempo mi aveva sollecitato la sua sostituzione – afferma il sindaco Carmelo Pino - in quanto riscontrava che lʼimpegno politico era condizionante per la sua attività professionale. Gli ho chiesto di pazientare – e per questo lo ringrazio - per portare a compimento tutte le procedure che lui aveva seguito come parte politica. E così ho proceduto alla nomina dellʼingegnere Romagnolo, il quale, conoscendo lʼapparato tecnicoburocratico dellʼEnte, potrà dare un ulteriore impulso agli impegni programmatici dellʼAmministrazione». Romagnolo, 47 anni, vanta una notevole esperienza nel settore degli Enti Locali. Eʼ stato dirigente del Comune di Milazzo, consulente del comune di Santa Lucia del Mela, responsabile dellʼarea tecnica del Comune di Saponara, consulente in altri Comuni del comprensorio. In passato è stato anche assessore della giunta presieduta da Carmelo Pino sempre con delega ai Lavori Pubblici. Lʼavvicendamento, nei programmi del primo cittadino, però non doveva essere lʼunico. Nonostante i rapporti più o meno distesi, nel limbo rimangono principalmente Gianfranco Nastasi, Massimo DʼAmore e Maurizio Capone. Pino, infatti, è alla ricerca di una maggioranza in aula, ma non trova interlocutori. Il contatto più “serio” è stato con Autonomisti di centro, ma le Da sinistra Capone, Scolaro, Pino e Nastasi Lorenzo Italiano trattative sono in una fase di stallo. Con le difficoltà economiche dellʼente e lʼimmobilismo della macchina burocratica nessuno se a sente di imbarcarsi nellʼesecutivo. «Per il momento non cʼè nessun tipo di accordo - spiega Maurizio Munafò, portavoce degli Autonomisti - la situazione non consente di portare avanti progetti. Non ha senso salire su una barca guidata da altri senza la possibilità si potere dare indicazioni sulla rotta. Sarebbe controproducente per tutti». Chi vociferava del tentativo di sfiduciare lʼesecutivo ha fatto un passo indietro. In questo momento nessuno intende prendere il posto di Carmelo Pino. Al contrario, in molti, poi, cominciano a respirare aria di Regionali. Eʼ scontato il ritorno alle urne in autunno, il governatore Raffaele Lombardo nelle centonove ROMETTA Pd, sede intitolata a Cesare Terranova ROMETTA. Il Pd a Rometta avrà una sede intitolata alla memoria di un giudice antimafia. Sabato 12 maggio alle ore 16:30, sarà intitolata a Cesare Terranova la sezione del Pd di Rometta di via nazionale 221 di fronte al bar Meo. Alla cerimonia di inaugurazione interverranno il deputato nazionale Francantonio Genovese, ed i parlamentari regionali Franco Rinaldi e Filippo Panarello. Cesare Terranova, magistrato palermitano, ha operato come pretore a Rometta ed è stato ucciso dalla mafia il 25 settembre 1979 per difendere i valori della legalità. Terranova fu anche deputato alla Camera, nella lista del PCI, come indipendente di sinistra, dal 1972 al 1979, e fu membro della Commissione parlamentare Antimafia nella VI Legislatura. Durante lʼevento si tratteranno temi di politica nazionale e regionale, “con tutti gli amici simpatizzanti del Pd e non - scrivono gli organizzatori - sarà unʼoccasione anche per i romettesi per conoscere l'unica sede di partito sul territorio dove si scambiano idee con tutti i cittadini anche non simpatizzanti del Pd”. prossime settimane si dimetterà, dunque chi aspira ad un seggio allʼassemblea regionale (Ars) comincia a scaldare i motori elettorali. Ancora non vi sono conferme ufficiali, ma le indiscrezioni si fanno sempre più insistenti nellʼambiente politico. Quattro i candidati mamertini con velleità regionali. In pole position Santino Catalano, già deputato regionale “decaduto”. Catalano si candiderà con la lista “Cantieri Noi Sud”. Poi cʼè lʼex sindaco Lorenzo Italiano che cercherà il consenso per la lista “Grande Sud”, il partito di Gianfranco Miccichè. Da tempo alla ricerca di preferenze per fare un salto a Palermo è lʼex assessore provinciale allʼAmbiente, Piero Petrella con lʼUdc. Infine il Pd potrebbe schierare lʼassessore comunale ai Beni Culturali, Stefania Scolaro. ACLI Antonio Gallo eletto consigliere nazionale La Sicilia piazza tre membri nel direttivo delle Associazioni cristiane dei lavoratori ROMA. Cʼè un poʼ di Messina nel direttivo nazionale delle Acli. Tra i consiglieri nazionali, infatti, è stato eletto il Presidente Provinciale delle Acli di Messina, Antonio Gallo. La Sicilia, tra lʼaltro, è riuscita a far eleggere in tutto tre conbsiglieri nazionali. Gallo è membro della presidenza regionale delle Acli, il cui presidente Santino Scirè è stato riconfermato ad aprile. Con 385.350 preferenze, pari allʼ85,4% degli aventi diritto al voto, lʼassemblea dei delegati delle Acli ha riconfermato mandato dal Congresso nazionale nel 2008. Dallo Andrea Olivero alla guida delle Associazioni cristiane stesso anno è portavoce unico del Forum del Terzo dei lavoratori italiani. Lʼelezione è avvenuta nel corso del Settore. 24° Congresso nazionale in svolgimento a Roma, Andrea Olivero, il cui mandato potrà durare per statuto presso lo Sheraton Golf Parco deʼ Medici. Il punto di altri 2 anni, ha chiesto allʼassociazione di «rilanciare con arrivo di un percorso territoriale caratterizzato da oltre forza la presenza dei circoli nei territori»; ha proposto di 3000 assemblee di circolo e più di 120 congressi lavorare, entro lʼautunno, ad un piano per lʼoccupazione provinciali e regionali. giovanile per «dare risposta concreta ad Andrea Olivero è il dodicesimo presidente una istanza sociale che ha assunto in nazionale nella storia delle Associazioni questi mesi una drammaticità crescente»; cristiane dei lavoratori italiani, che a più di ha lanciato lʼiniziativa dei Comitati 65 anni dalla fondazione contano oggi 1 territoriali per il bene comune, in grado di milione di iscritti e 7500 strutture mantenere «una mobilitazione territoriali, di cui oltre 3000 circoli, 106 sedi permanente propositiva e costruttiva su provinciali e 21 regionali; con una alcune questioni cruciali di questa fase di presenza allʼestero in 30 diversi Paesi. transizione: la legge elettorale, il Eletto presidente nel 2006 dal Consiglio finanziamento pubblico, la riforma dei nazionale delle Acli, ha ricevuto il primo Antonio Gallo partiti e della politica». pagina 16 Sicilia centonove 11 MAGGIO 2012 LA RICOSTRUZIONE “IN SOLDONI” Sopra, Pietro Lo Monaco, commissario delegato dellʼemergenza alluvione. A destra, unʼimmagine del disastro del primo ottobre MESSINA. Il bilancio in chiaro scuro a tre anni dalla tragedia di Giampilieri Business Alluvione Spesi 100 milioni di euro ma gli sfollati sono ancora 1300. I ritardi nonostante il lavoro di uno stuolo di impiegati e di consulenti. E Scaletta Zanclea rimane senza il cimitero DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Sessantotto milioni di euro se ne sono andati in lavori per la messa in sicurezza del territorio. Trentuno milioni di euro in assistenza alla popolazione e risarcimenti: quasi dieci di questi in alberghi. Nonostante uno stuolo di consulenti e decine di dipendenti della regione Sicilia e del Comune di Messina impiegati a pieno ritmo, a quasi tre anni di distanza sono ancora mille e 266 le vittime dellʼalluvione che il 2 ottobre del 2009 ha spazzato via Giampilieri, Scaletta e Itala, che rimangono sfollate e lontane dal ritorno nelle loro abitazioni. Allʼindomani dellʼevento gli sfollati censiti erano mille in più. I dati sono contenuti nei report aggiornati al 7 maggio del 2012 dellʼUfficio del commissario delegato per lʼemergenza alluvione Pietro Lo Monaco. Mille e 266 persone, che danno vita a 561 nuclei familiari, aspettano di tornare nelle loro case e ancora ricevono il Contributo di autonoma sistemazione per pagarsi lʼaffitto. Uno di loro, esaperato dallʼattesa, confida: «Troppa lentezza. Troppi ritardi». Giovanna Famà, responsabile dellʼUfficio del Soggetto attuatore di Messina, si giustifica: «Il nostro compito è fornire assistenza a chi non può tornare a casa: questo dipende dai lavori di messa in sicurezza del territorio. Credo che il nostro mandato lo abbiamo svolto bene». Lʼufficio allʼepoca diretto da Antonio Ruggeri, capo di gabinetto del sindaco Buzzanca, però, è finito nellʼocchio del ciclone perchè ha continuato ad erogare i Cas di 500 euro al mese a famiglia nonostante avessero continuato a vivere nella loro casa, a rischio alluvione: la Procura di Messina ha iscritto 77 capi famiglia con lʼaccusa di truffa. Lo stesso Ufficio ha impiegato due anni e 8 mesi perchè lʼultimo nucleo familiare lasciasse Sono 69 i milioni di euro spesi per i lavori di messa in sicurezza del territorio sui complessivi 118 impegnati. Per lʼassistenza alla popolazione e i risarcimenti per i danni agli immobili sono stati spesi 29 milioni di euro dei 31 finanziati. Di questi, nove milioni e mezzo sono andati invece ai titolari degli alberghi che hanno ospitato gli sfollati. Ammonta a dieci milioni e mezzo la somma distribuita ai nuclei familiari come contributo per gli affitti. Due milioni li hanno ricevuti le vittime della tragedia per ristrutturare le case danneggiate. lʼalbergo in cui, la legge prevedeva un soggiorno per un tempo limitatissimo. Una lancia a favore dellʼoperato di chi lavora a Palermo e Messina per il ritorno alla normalità, la spezza, Filippo Panarello, deputato del Pd, originario di Giampilieri: «I ritardi ci sono e i disagi per chi aspetta di tornare ad una vita normale pure. Certo, oltre mille sfollati non sono pochi, ma in questi casi, come insegnano altre esperienze di altre parti dʼItalia non è facile far tornare abitabili case duramente colpite. Mi è stato riferito che in estate molta altra gente tornerà nelle case messe in sicurezza o ristrutturate grazie ai risarcimenti» Il sindaco di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio, invece la pensa in maniera diversa: «Si è fatto molto ma molte cose non si sono fatte. Il torrente Racinazzi, causa dei maggiori danni, ad esempio, è rimasto nelle stesse condizioni di allora: nessun lavoro è stato fatto. E poi a Scaletta Zanclea cʼè il problema del cimitero rimasto inaccessibile». Almeno sulla carta, perchè nonostante varie ordinanze vietino di percorrere la strada che porta al cimitero perchè a rischio crollo le bare vengono comunque fatte passare. «Eʼ una vergogna. I morti non interessano a nessuno», commenta il sindaco. CONSULENZE. Perchè il lavoro procedesse spedito il Commissario per lʼEmergenza Alluvione, Raffaele Lombardo, si è avvalso di vari consulenti. Angela Fundarò, Gabriele Amato, Felice Zaccone, Dario La Fauci, Francesco Micali, Michele Maugeri, Enrico Foti, Nicola Casagli, Erminia Raciti, Vincenzo Marco Nicolosi, Rosario Caminiti e Cinzia La Rocca: lʼultima infornata ne ha battezzati 15. Si tratta di esperti, alcuni dal curriculum discusso, assunti con contratti a termine, di collaborazione coordinata e continuativa e di consulenza che costeranno nel totale di oltre 400 mila euro in un anno. I loro contratti scadono tutti il 31 ottobre del 2012. FIOCCO ROSA Perse il figlio a Saponara, dà alla luce una bimba MESSINA. Piera Vinci, 33 anni, la donna che fu investita da un'ondata fango insieme al suo bambino Luca Vinci, 10 anni e al suo compagno Gianluca Ghezza durante la tremenda alluvione del 22 novembre scorso a Saponara ha partorito giovedì 10 maggio una bambina. L'altro suo figlio il piccolo Luca, morì sommerso dalla melma, mentre la donna riportò la lesione di una vertebra e il compagno delle contusioni. Durante la tragedia la donna era già incinta e temette di perdere la piccola. Oggi ha partorito al Papardo la piccola Letizia di 2,8 kg. I genitori non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, hanno solo detto di essere felici per la nascita della bimba. IL CASO Calderone, l’alluvionato “scroccone” Dopo 2 anni e 8 mesi in albergo il maresciallo costretto a fare i bagagli dal sindaco Buzzanca MESSINA. Dovevano starci giusto il tempo dellʼemergenza, qualche settimana, un mese al massimo. Dallʼalbergo, invece, sono usciti 2 anni e 8 mesi dopo lʼalluvione del 2 ottobre 2009: ma non è stata operazione facile. Cʼè voluta, infatti, unʼordinanza del sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, per far tornare in una normale abitazione lʼultimo drappello di amanti dei comforts alberghieri, costati alle casse pubbliche 50 euro al giorno a persona. Il Soggetto attuatore del commissario Delegato per lʼEmergenza alluvione il 26 marzo del 2012 ha preso carta e penna e ha fatto notificare a Giovanni Calderone, maresciallo dei Carabinieri, re- sidente a Scaletta, alla moglie e ai 3 figli, “la cessazione dellʼospitalità in albergo a partire dal quindicesimo giorno successivo”. La stessa ordinanza è stata comunicata al titolare dellʼalbergo “Terme acqua Grazia” di Alì Terme: «Non verrà più pagato un solo euro». Il provvedimento di Buzzanca è arrivato al termine di un tira e molla durato mesi di solleciti a lasciare lʼhotel. Per legge, infatti, dopo il primo breve periodo alle famiglie degli alluvionati sarebbe dovuto andare solo il Contributo di autonoma sistemazione di 500 euro mensili. Il maresciallo, però, ha sempre rifiutato di affittarsi una casa. E si è ribellato pure alla possibilità di tornare nella propria, alcuni mesi dopo lʼevento rientrata in zona cosiddetta “verde”, dunque non più a rischio. «Ogni volta che piove il piano terra si allaga», si è opposto. Il sindaco di Scaletta Mario Briguglio ha rinunciato così a dettare lʼordinanza per imporgli di tornarvi. Facendo un rapido conto per garantire lʼalbergo alla famiglia del maresciallo si sono spesi 250mila euro. (M.S.) pagina 17 Giuseppe Buzzanca Sicilia 11 MAGGIO 2012 centonove MESSINA. Viaggio nell’azienda di trasporto municipalizzata sulll’orlo del baratro Atm, harakiri dei lavoratori Straordinario a gò-gò, assenteismo, personale imboscato, furti di benzina e pezzi di ricambio. Dalle carte della Procura emerge che i primi nemici della società erano gli stessi dipendenti. Che ora rischiano il posto DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. «Gli autobus in circolazione per la città non basterebbero a contenere la moltitudine di persone che lavorano nellʼazienda municipalizzata di trasporto». Eugenio, impiegato, da 2 ore alla fermata dellʼAtm di viale Annunziata, senza volerlo, con una metafora dà il senso del fallimento del servizio di trasporto urbano della città di Messina. Fallimento economico, con debiti che toccano i 38 milioni di euro e azienda che il socio unico Comune vorrebbe mettere in liquidazione; e fallimento della qualità del servizio: 40 bus sulle strade a fronte di un piano di esercizio che ne prevede 80, corse soppresse e attese infinite alle fermate. Claudio Conte, direttore generale dellʼAtm da 15 anni, spiega: «Il servizio di trasporto in tutte le città è in perdita e deve essere assistito dal Comune sulla base di contratti di servizio. Palazzo Zanca non lʼha mai sottoscritti e ci deve dare 13 milioni di euro. Senza risorse non possiamo fare investimenti in mezzi e siamo costretti a tagliare le corse e in questo modo otteniamo meno contributi dalle Regione». Ma il dissesto della casse dellʼAtm, che a mala pena riesce a coprire con i ricavi il 18 % dei costi, la metà di quanto impone la normativa alle imprese di trasporto locale, non è solo frutto solo della “taccagneria” degli enti pubblici che dovrebbero sovvenzionarla: il Comune di Messina, peraltro, non approva i bilanci dellʼAtm da anni perchè dovrebbe riconoscere un debito che metterebbe a rischio con effetto domino le sue casse. Sono le carte di unʼinchiesta condotta dalla Procura di Messina che vede imputati 22 persone colpevoli, secondo gli inquirenti, di avere truffato la regione Siciliana, rendicontando molti più chilometri di quelli effettuati per ottenere maggiori contributi, a mostrare che lʼazienda è stata “divorata” dagli stessi dipendenti molti dei quali rappresentanti delle maggiori organizzazioni sindacali. IN SINTESI. Ammanchi di gasolio. Pezzi di ricambio scomparsi. Ferie non godute monetizzate. Straordinario a go-go. Assenteismo. Premi presenza e premi corsa liquidati a quasi tutti i dipendenti sebbene gran parte dei bus rimassero fermi. Imboscati. «Lavoravamo dalle 4 e 30 di mattina alle 23 e 30 di sera. Tutti i giorni. Per tre anni. Senza aver mai usufruito di riposi e ferie», hanno dichiarato agli sbalorditi inquirenti Michele Gugliandolo e Giovanni Di Pasquale, che tra il 2004 e il 2007 hanno arrotondato il loro stipendio base di 52mila euro di straordinario. Ma non ci è andato piano Giuseppe Lampi, responsabile dellʼUfficio paghe ma anche rappresentante regionale della Uil, che nel 2007 era arrivato a mille e 700 ore di straordinario: ogni giorno dellʼanno, Pasqua, Natale e Ferragosto compresi, faceva 5 ore di straordinario. La speciale classifica vede piazzati nelle prime posizioni, Orazio Bruno, Stefano de Stefano, Francesco Interdonato, segretario provinciale Faisa Cisal; Armando De Gaetano, Vincenzo Maimone, Bartolo Enea: tutti con più di 800 ore di straordinario allʼanno. In tutto lo straordinario all'azienda, che secondo i dati dellʼAstra, ente aveva surplus di personale costava costava 2 milioni di euro allʼanno. I carabinieri non hanno trovato alcuna autorizzazione allo straordinario nè alcuna verifica sulla veridicità delle firme: per riscuotere bastava la firma dello stakanovista su un foglio. I militari dellʼArma attraverso i tabulati telefonici hanno scoperto che spesso non solo durante lo straodinario ma anche nel periodo di lavoro ordinario gli stakanovisti erano ben lontani dai locali aziendali. La necessità aziendali erano così forti che non solo molti dipendenti erano “costretti” allo straordinario ma rinunciavano anche alle ferie, diritto costituzionale irrinunciabile. Ettore Sciacca, il responsabile della Sicurezza, IN CIFRE I numeri del fallimento 606: i dipendenti. 40 (degli 80 previsti): gli autobus in circolazione. 6 (dei 9 previsti): le vetture del tram funzionanti. 38 milioni di euro: i debiti. 6 milioni e 340mila euro: i ricavi. 3 milioni e 700mila euro: i proventi dalla vendita dei titoli di viaggio. 33 milioni di euro: i costi di produzione. 5 milioni e mezzo di euro: i contributi dalla regione Sicilia. 13 milioni: i crediti iscritti in bilancio nei confronti del Comune in una relazione al Pm Stefano Ammendola, ha segnalato che gli stessi stakanovisti avevano centinaia di ferie non godute che preferivano monetizzare. Al 30 aprile del 2009, risultava avere 229 giorni di ferie non godute Salvatore Orlando (pari a quasi sette mesi), Giovanni Di Pasquale (168), Armando De Gaetano (218), Silvio Lasagni, (169 giorni), segretario territoriale della Uil; Letterio Sturiale (167 giorni), segretario aziendale della Cisl. CARRIERE LAMPO. Duecento giorni di ferie le avanzava Domenico Colosi, prima rappresentante sindacale del Fildiai Cildi e adesso della Uil, braccio destro di Salvatore Orlando. “Questʼultimo - secondo Ettore Sciacca - con ordini di servizio ha creato i presupposti perchè rivendicasse dinanzi al Giudice il riconoscimento delle funzioni superiori, come è accaduto grazie ai buoni uffici dei diretti superiori anche per Pasquale Santoro, Giuseppe Iannelli e Antonino Vinci”. CISTERNE BUCATE. “I dipendenti si portano a casa il gasolio”. La vox populi è stata presa in seria considerazione dai carabinieri. Un controllo incrociato tra il carburante acquistato e quello usato per rifornire i mezzi “ha mostrato un ammanco di mille e 500 litri in un anno”, come hanno scritto i carabinieri. Ettore Sciacca è andato oltre: «Ogni anno vengono sottratti 3mila litri», ha sentenziato. OFFICINE DI COMODO. «Il magazzino era pieno di pezzi di ricambio e materiali. Ho chiesto di avere lʼinventario. Mi è stato risposto che non cʼera. Abbiamo chiesto di capire se cʼera un registro di carico e scarico da cui risultavano chi avesse preso dei pezzi e su quale mezzo erano stati utilizzati. Non cʼera neanche questo. Ci sono stati dati dei blocchetti da cui risultava ZOOM Siamo tutti amministrativi I metodi per “far radici” negli uffici, con la complicità dei sindacati MESSINA. Che lʼAtm fosse unʼazienda fortemente sindacalizzata, in maniera distorta rispetto alle logiche di mercato e lavoro, se nʼera accorto il commissario straordinario Gaspare Sinatra, che, da “forestiero”, lontano dai microfoni e dai taccuini mostrava sempre un certo stupore rispetto al fatto che pe politiche aziendali fossero praticamente scritte a tavolino dai sindacati. Dentro lʼazienda si raccontano tre casi emblematici, protagonisti altrettanti “capoccia” della dozzina di sigle presenti in azienda: un rappresentante sindacale viene assunto con lʼincarico di addetto al rifornimento poi, con un semplice ordine di servizio e senza alcuna selezione interna, gli viene attribuita la carica di responsabile del magazzino: il parametro aziendale si alza, il trattamento economico si adatta. Altro sindacato, stessa storia. Ad un membro del direttivo, in seguito alla inidoneità definitiva alla qualifica di operatore dʼesercizio, viene attribuito il “parametro 129”, secondo il quale potrebbe prestare servizio esclusivamente alla rimessa o come bigliettaio. E invece viene utilizzato nel settore amministrativo. Un addetto al Caf di una delle sigle, dopo lʼassunzione come meccanico, non supera le selezioni per conseguirne la qualifica. Eʼ fuori? Nientʼaffatto, lʼazienda lo trasferisce a svolgere lavoro dʼufficio al settore amministrativo. Ma quanti dei quasi settecento dipendenti dellʼAtm svolgono la mansione per la quale sono stati inseriti in azienda? Pochi. Quasi nessuno. Particolarmente “torbida” è la prassi per gli operatori dʼesercizio trasferiti agli amministrativi perchè dichiarati pagina 18 inidonei definitivi attraverso i bizantinismi dellʼex decreto legislativo 626 del 1994 (quello per la sicurezza sui posti di lavoro). Parecchi di loro, però, non sono mai stati inviati allʼispettorato del lavoro di Catania, come previsto dai decreti ministeriali in materia. Col risultato che molti autisti, negli anni, hanno finito per essere “parcheggiati” definitivamente negli uffici. Chi è dichiarato definitivamente inidoneo al servizio “in strada”, spesso viene spostato in ufficio. Il funzionamento nella qualifica superiore, però, non viene interrotto, col risultato che, maturati i termini di legge, partono le cause e la qualifica che garantisce una poltrona in ufficio viene conseguita definitivamente. Nel 2007, lʼazienda aveva portato avanti la riqualifica di 42 operatori alla verifica, per far svolgere loro il servizio di polizia amministrativa. Alla fine dellʼoperazione, solo in dodici hanno svolto il compito per il quale erano stati formati. Gli altri? In ufficio. Manco a dirlo. (A.C.) centonove Sicilia 11 MAGGIO 2012 STORIE. Dai fasti degli anni ‘90 alla liquidazione Romanzo tragico Un dipendente minaccia il suicidio. Tre mesi di arretrati e un futuro nebuloso esasperano i lavoratori. Ecco perchè Claudio Conte il prelevamento di materiale per fare dei lavori su alcuni autobus. Ma di questi lavori nella scheda del mezzo non si è trovata traccia», hanno scritto i carabinieri nellʼinformativa alla Procura. «Eʼ risultato evidente un prelievo di pezzi non aderenti alle necessità aziendali», hanno concluso i militari. Confortati da unʼintercettazione ambientale captata il 19 marzo del 2010 nella stanza del direttore generale, Claudio Conte: «E quando il signor Orlando si vendeva i motorini di avviamento nella via Catania e glieli portavano con il Fiorino dellʼAtm», dice Conte allʼinterlocutore. Tra i beni sottratti i contatori dei bus. FANNULLONI. I tre revisori dei conti, Italo Abbratozzato, Giuseppe Frisone e Felice Genovese nella relazione del 16 aprile del 2012 al Conto economico del 2010 segnalano che “dalla vendita dei titoli di viaggio lʼAtm ricava 3 milioni e 600mila euro, somma molta bassa che rivela un controllo poco efficace se non inesistente a bordo delle vetture”. Ettore Sciacca ci ha messo poco a capire il perchè i portoghesi a Messina la fanno sempre franca: «Un autista, Carmelo Sgarlata, mi ha avvisato che un controllore, Giuseppe Grillo, aveva firmato lʼavvenuta verifica non fatta. Sgarlata mi ha fatto poi avere una relazione in cui ha messo nero su bianco che tra i verificatori è invalsa lʼabitudine di firmare non solo per verifiche mai effettuate ma per tutta la squadra», ha scritto Sciacca. Alla lite tra Grillo e Sgarlata aveva assistito un altro autista, Carmelo Campo: «Vedi di comportarti bene», ha esortato Campo diretto a Grillo. Da una verifica a campione è poi emerso che Grillo in un giorno aveva eseguito numerosissime verifiche, alcune però allo stesso orario su tratte diverse. Alle verifiche non erano seguite multe: in 5 mesi e mezzo ne aveva fatto 9. Sempre meglio di Francesco Carnazza, una sola contravvenzione in 5 mesi e mezzo; di Angelo Galletta (6 multe) e di Santo Cacciola e Luigi Cangemi, che ne avevano elevato 7 a testa. IN SICILIA Catania e Palermo fanno la Spa CATANIA. Nonostante la trasformazione in società per azioni, le aziende trasporti di catania e Palermo hanno più o meno gli stessi problemi di quella messinese. Alle pendici dellʼEtna, allʼinizio di agosto 2011 la vecchia azienda Amt municipale è stata trasformata in società per azioni mantenendo la stessa sede, gli stessi impianti e lo stesso logo. E gli stessi debiti. Parte è infatti rimasto al Comune e spetterà allʼamministrazione, secondo il piano industriale, versare circa venti milioni di euro lʼanno alla nuova azienda, che da “municipale trasporti” ha cambiato acrostico in Azienda metropolitana trasporti. L'Amt contava, a fine 2008, 934 dipendenti. La nuova Amt Spa ne ha, all'atto della fondazione 765. Eʼ invece una società per azioni dal 2005 lʼAmat di Palermo, acronimo di azienda municipalizzata auto trasporti. Anchʼessa sommersa dai debiti. Per uscirne, è stato varato un programma di rientro che prevede per lʼazienda un recupero di circa 15 milioni lʼanno senza fare ricorso a mutui, riducendo però le linee ad appena sessanta. LʼAmat, però, ha fatto recapitare al comune di Palermo atti stragiudiziali per 120 milioni di euro. (A.C.) Cristofaro La Corte MESSINA. “Non riesco più a dopo la messa in liquidazione mangiare, non ce la faccio più”. Il dellʼazienda. E invece niente. E lʼAtm si grido del dipendente che giovedi avvia, se non interverranno forze mattina ha minacciato di lanciarsi sovrannaturali, ad una lenta agonia. dalla terrazza del palazzone dellʼAtm Più delle parole, e delle sensazioni, di via La Farina, ormai, lo si sente un parlano i numeri: Il consiglio comunale paio di volte allʼanno. E sembra non ha approvato i bilanci dal 2004 al essere diventato lʼunico modo perchè 2007, il dirigente alle partecipate del della vicenda dellʼazienda trasporti Comune di Messina Antonino Cama ha qualcuno se ne occupi in maniera espresso parere negativo ai bilanci dal seria. Un futuro nebuloso, un passato 2007 al 2009, lʼesercizio finanziario del catastrofico, uno stipendio ogni due, 2009 è stato chiuso con un passivo tre mesi. E andare dʼesercizio di diciotto avanti, per chi ci lavora, milioni di euro, i debiti è sempre più difficile. censiti ammontano a 38 Da palazzo Zanca tutto milioni, palazzo Zanca tace, tranne quando lʼazienda ha intenzione di qualcuno alza la voce, metterla in liquidazione, protesta e si piazza di ma non ha ben chiaro nè fronte allʼufficio del come nè in che tempi, i sindaco Giuseppe dipendenti percepiscono Buzzanca. Tempo due unʼindennità che non ha giorni, e da qualche eguali in nessuna altra parte arrivano società. Problemi su Franco Providenti miracolosamente i soldi problemi. Che nascono per pagare uno da lontano. stipendio. E tutto si placa per un Dai 120 autobus in strada dellʼepoca in mese, un mese e mezzo. Poi si cui presidente era Gabriele Siracusano ricomincia. Così, alla giornata. Anche e sindaco Franco Providenti, fino al perchè, delle decisioni importanti lento declino in cui Providenti era nessuno sembra sapere più nulla. diventato presidente e sindaco era Nessuno sa che fine abbiano fatto il Francantonio Genovese, per arrivare piano industriale, nessuno sa che agli ultimi commissari straordinari, dal intenzioni abbia lʼamministrazione dirigente alla Viabilità del comune di sulla trasformazione dellʼazienda in Messina Domenico Manna allʼex “New Co”, sigla sfortunata che, questore Cristofaro La Corte, fino appena vede la luce, segna il destino allʼattuale, il segretario comunale Santi dellʼazienda della quale dovrebbe Alligo ed al baratro della trentina prendere il posto, come è successo appena di autobus in strada. E, alla fine, un anno fa per Feluca, la partecipata la liquidazione. Un destino ingrato, che si occupava di rete civica. Piano quello dellʼAtm, azienda prima industriale e New Co avrebbero ingigantita da politica e sindacati a furia dovuto essere passaggi previsti dalla di assunzioni inutili e dannose, e da delibera approvata il 14 febbraio privilegi da conservare e implementare scorso: novanta giorni per il primo, anche a scapito dei conti, e poi spolpata due mesi per la seconda, in base a fino allʼosso. Nellʼindifferenza. E nella quanto votato dal consiglio comunale complicità. (A.C.) pagina 19 Sicilia 11 MAGGIO 2012 Nella foto grande Pippo Ricciardo (Am). A sinistra Salvatore Calà, conduttore di Onda Tv. Sotto, da sinistra, Umberto Gaberscek, direttore di Tele 90. e il sacerdote Michele Giordano, direttore di Tele Mistretta DIGITALE. Dal prossimo mese le tv locali faranno lo swicht off. Ma qualcuno rischia di scomparire Aiuto, ho perso l’antenna Da AM a Tele 90 sono state create intese con emittenti di altre notizie per partecipare al bando e ottenere le frequenze. Sono 18 su 30 richieste. Ecco le loro strategie DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Immaginare i cittadini di Acquedolci senza il tg di Daniele Araca, o quelli di Capo dʼOrlando senza le notizie di Giuseppe Pintaudi e Sergio Granata, reduci dalla recente diretta elettorale di Antenna del Mediteranneo, sembra quasi assurdo. Eppure con lʼavvento del digitale terrestre dal prossimo mese il rischio di ritrovarsi senza il segnale della propria tv locale non è utopia. Si attende entro il 20 maggio la graduatoria del ministero delle Telecomunicazioni che assegna le nuove frequenze alle emittenti siciliani. Diciotto le quelle messe al bando, 30 le richieste. Se per i colossi come Antenna Sicilia (gruppo Ciancio), Tgs (giornale di Sicilia) o le messinesi Tirreno Sat (famiglia Piccione) Rtp (Ses) sembra scontata, un poʼ meno lo è per le altre. Anche perchè se diventeranno “operatori di rete” dovranno investire nella nuova tecnologia per adeguare il segnale da analogico a digitale. Le società con gli impianti obsoleti dovranno sostenere investimenti fino a 300 mila euro. La maggiorparte delle piccole antenne hanno stretto alleanze per aumentare il punteggio e diventare competitive. Anche se non è escluso che in futuro potranno consorziarsi per dare vita a nuove televisioni regionali. Ma come si stanno preparando alla rivoluzione del cosiddetto switch off di giugno? «Am - come spiega Pippo Ricciardo di Pubblisystem, la società titolare di Antenna del Mediterraneo, nata nel 1987 e che vede come azionista anche il sindaco di Capo dʼOrlando, Enzo Sindoni - ha chiuso unʼintesa con altre tv, (la capofila è D1 Channel di Catania). Se diventeremo operatori di rete avremo a disposizione un segnale che si potrà scomporre in cinque, dunque con la possibilità o di trasmettere più programmi contemporaneamente o di affittarli a chi è rimasto fuori dalla graduatoria. Secondo i nostri calcoli per adeguare il segnale spenderemo fino a 100 mila euro». Nella simulazione presentata da Am al Ministero, cʼè lʼipotesi di utilizzare i canali per trasmettere Am Sport (dedicato agli eventi sportivi) o Am Noi Tv (con programmi sociali). Attualmente il canale orlandino ha 60 mila utenti unici giornalieri e uno staff di 22 dipendenti tra giornalisti e tecnici. Lʼambizione di Ricciardo è quello di ottenere una numerazione favorevole tra il 10 e il 19. Sempre sui Nebrodi molto seguita è Onda Tv della famiglia Araca. Cult le trasmissioni “Lʼapprofondimento” di Franco Perdichizzi, “Giù la maschera” di Pippo Galipò e “Sapori di Sicilia”, una sorta di “Linea verde” (la trasmissione di Rai 1 dedicata ai territori e ai prodotti tipici), condotta da Salvatore Calà. «Noi corriamo da soli - dice Nicolino Araca, direttore e proprietario della tv nata nel 1988 con il nome di Onda Mistero (originariamente era una radio) - crediamo di avere tutte le carte in regola per ottenere il segnale. Il problema è che abbiamo nove ripetitori in parte già adeguati, ma non possiamo ordinare il resto dellʼattrezzatura se prima non vengono pubblicate le graduatorie. Per renderli perfettamente operativi in base alla normativa occorreranno tra i 30 e i 50 mila euro». Onda Tv copre tutta la provincia. A Umberto Gaberscek, direttore e proprietario di Tele 90 assieme alla moglie Carmela De Filicaia, di ampliare il segnale fuori dai confini della zona jonica importa poco. «La nostra forza è quella di occuparci della zona che va da Scaletta Zanclea a Taormina, se mi posso permettere il paragone, siamo una piccola Cnn locale. Il fatto di lavorare in regime di monopolio ci consente di avere centonove DECODER Ecco cosa cambia Dal mese di giugno per vedere la tv digitale terrestre non sarà necessario cambiare il proprio televisore. Quello già presente in casa, anche se datato, potrebbe andar bene se collegato a un decoder per il digitale terrestre. Ogni apparecchio avrà bisogno di un decoder e quindi che serviranno tanti decoder quante sono le televisioni in casa. Lʼalternativa è acquistare un nuovo televisore. In questo caso il decoder per il digitale sarà assolutamente superfluo dato che tutti i nuovi modelli di tv, quelli realizzati dallʼaprile 2009, hanno integrato al loro interno un dispositivo per captare il segnale digitale terrestre. Il prodotto è contrassegnato dal bollino DGTVi. tanto seguito». Più che lʼadeguamento del segnale (“a noi servono poche decine di migliaia di euro” sostiene Gaberscek) a preoccupare la tv sono i locali di Alì Terme diventati troppo piccoli. «Stiamo cercando una sede più grande, quasi certamente ci trasferiremo in un altro comune» anticipa. Se entrerà in graduatoria, però, la prima tv messinese a trasmettere ufficialmente sul digitale terrestre sarà Tele Isole, la tv dellʼarcipelago Eoliano di proprietà della società Ede dellʼimprenditore Enzo DʼAmbra. «Eʼ lʼunica antenna delle nostre isole - spiega lʼex presidente di Confindustria Messina - prima cʼera anche Video Eolie che abbiamo assorbito. Anche noi abbiamo stretto una intesa, sarebbe un peccato rimanere fuori dal digitale perchè ne soffrirebbe un intero territorio già penalizzato dal fatto di essere lontano dalla terraferma». A scommettere sulle nuove frequenze è anche TeleMistretta, una tv comunitaria che irradia tutto il comprensorio e che ha la sua sede nella parrocchia del piccolo centro. In passato è stata oggetto di una tesi di laurea. Il direttore è padre Michele Giordano, da decenni giornalista pubblicista. «Non ci occupiamo solo di argomenti religiosi - esordisce - ma di tutto ciò che riguarda il territorio, è una tv di servizio. Il capofila della nostra Intesa è Channel 2 di Catania». Tele Mistretta è frutto di un azionariato popolare. Sono 300 le persone che si tassano mensilmente e versano 5 euro al mese per pagare le spese vive. L’INTERVISTA La rivoluzione parte dalle Eolie il rinvio dello switch off del digitale terrestre in Sicilia che è stato confermato a fine giugno. «Sarà unʼopportunità per tutti - commenta Ciro Di Vuolo, presidente di Corecom Sicilia - significa migliorare il segnale e offrire più canali. Con il passare del tempo, grazie ai televisori di nuova generazione, potranno essere offerti servizi multimediali come informazioni sugli spettacoli dei cinema, le farmacie di turno o i ristoranti. Se devo trovare un difetto è che non ci sarà posto per tutti, ma credo che rimarranno in vita solo gli operatori professionali. Il Piemonte ha un terzo delle tv della Sicilia, in tutto sono 120, ma le domande per le provvidenze del ministero sono solo 85. Questo significa che le altre svolgono unʼattività marginale e se dovessero chiudere non vi sarebbero sconvolgimenti». Di Vuolo ammette che i primi giorni ci saranno dei disagi per mettere a regime i vari segnali, ma si tratterà di una situazione passeggeCiro Di Vuolo ra. Saranno le isole minori siciliane le prime a salutare l’analogico. A Malfa l’incontro tra operatori e Corecom PALERMO. Parte dalle Eolie la rivoluzione del digitale terrestre in provincia di Messina. Il 24 maggio il Corecom Sicilia (comitato regionale per le comunicazioni) terrà un incontro tecnico con gli addetti ai lavori nel comune di Malfa. Parteciperanno editori e tecnici delle piccole antenne locali per capire come sarà il loro futuro dopo il cosidetto switch off fissato a fine giugno, il passaggio al digitale terrestre croce e delizia dellʼintero settore. Saranno proprio le isole minori le prime che saluteranno il segnale analogico. Il Corecom Sicilia smentisce pagina 20 centonove Sicilia 11 MAGGIO 2012 LAVORI IN CORSO. PER UN ANNO. La pavimentazione divelta di viale san Martino MESSINA. Il Comune paga di tasca propria per terminare i lavori in piazza Cairoli Disastro Cantieri “Scarso rendimento dei lavoratori e manodopera qualificata insufficiente”, certifica il dirigente Amato. Ecco come l’operazione che avrebbe dovuto dare formazione a 80 disoccupati si è rivelata un flop DI ALESSIO CASPANELLO MESSINiA. Alla fine, a terminare quella Cambogia di lavori che si è rivelato il rifacimento dei marciapiedi di piazza Cairoli e viale san Martino, non saranno gli ottantuno sventurati dei cantieri di lavoro, ma la ditta privata di Giuseppe Mangano. Il degno epilogo di una vicenda che, da drammatica che si era connotata allʼinizio, sta finendo in comica. E IO PAGO. Un anno fa, a palazzo Zanca si prende la decisione di rifare i marciapiedi del “salotto buono”. E, per prendere due piccioni con una fava, si decide di affidare i lavori ad ottanta disoccupati di categorie svantaggiate, finanziandoli coi fondi regionali dei cantieri di lavoro. Il risultato? Ad un anno di distanza, parte dei lavori sono ancora in alto mare, i lavoratori, senza alcuna esperienza e senza nessuna formazione, si sono rivelati un disastro, i commercianti vorrebbero la pelle dellʼassessore al Lavoro Melino Capone. E il comune di Messina, per togliere definitivamente la rete arancione che delimita i cantieri a piazza Cairoli, dovrà sborsare poco più di diecimila euro. E di tasca propria. Perchè la normativa che disciplina i cantieri regionali di lavoro, stabilisce che “eventuali maggiorazioni di spesa rispetto a quelle previste nel progetto originario, restano a totale carico dell'Ente Gestore”: il comune di Messina. A prendere la decisione di Gianfranco Scoglio affidare i lavori allʼimpresa di Giuseppe Mangano è stato lʼassessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio, che scrivendo al dirigente alle Urbanizzazioni Antonio Amato (Rup del progetto), lo invita a prendere in considerazione “la possibilità di affidare alla stessa impresa fornitrice della pavimentazione anche la relativa posa in opera con termini di lavorazione compatibili con l'urgenza manifestata anche in relazione alla natura delle lavorazioni richieste”. Perchè Scoglio ha capito che, altrimenti, i lavori non avrebbero mai avuto fine. FALLIMENTO CERTIFICATO. Il fallimento dellʼoperazione lo ha certificato lo stesso Antonio Amato nella delibera che ha disposto il completamento dei lavori da parte dellʼimpresa privata. “Le modalità dei cantieri di lavoro per disoccupati - scrive Amato nel corpo del deliberato - sia per quanto riguarda le modalità di assunzione della manodopera comune e qualificata, risultano incompatibili con le esigenze e le difficoltà operative sorte durante lo svolgimento delle attività di cantiere”. Non solo. Lʼammissione del fallimento arriva subito dopo: “La quantità prevista di manodopera qualificata, calcolata in base alle regole che disciplinano i cantieri di lavoro, è risultata insufficiente per il completamento delle opere da realizzare”. Il risultato è che palazzo Zanca, a sue spese, ha dovuto prima assumere e poi elevare il monte orario di lavoro ad operai specializzati. “Nonostante questa variante - continua la delibera - i lavori sono proseguiti a rilento a causa del perpetuarsi di assenze per malattie, infortuni, scioperi e per scarso rendimento dei lavoratori”. Una catastrofe, che ha reso improcrastinabile, pena la perdita dei finanziamenti, la necessità di rivolgersi allʼesterno. COME Eʼ INIZIATA. Ad aprile del 2011, nelle stanze consiliari di palazzo Zanca si assisteva ad un bizzarro via vai, coi consiglieri comunali a fare da Ciceroni. Un paio di settimane dopo, l'arcano è stato svelato: con un'ottantina di contratti di lavoro in ballo, la macchina delle graduatorie, delle clientele e delle segnlazioni si era messa in moto, e girava a dodici cilindri. Il risultato è stato chiaro a maggio, quando i corridoi di palazzo Zanca sono stati presi d'assalto da uomini, donne e bambini al seguito. Esperienza zero, voglia non molta di più. Ed i risultati si sono visti. La chicca? “I lavori saranno ultimati prima dellʼImmacolata, poi solo qualche intervento di pulizia e manutenzione”, aveva assicurato Buzzanca ad ottobre del 2011. ZOOM Che colpa abbiamo noi? Pagati poco e in ritardo, gli operai protestano. E sono condannati per interruzione di pubblico servizio Daniele David MESSINA. Secondo l'economista John Maynard Keynes, in tempi di depressione economica, per uscirne fuori rilanciando l'economia ed i consumi, si sarebbe potuto scavare delle buche e poi riempirle. Ciò facendo, un certo numero di lavoratori avrebbero avuto uno stipendio da spendere e denaro da immettere nel circolo economico, facendo ripartire il meccanismo. Il comune di Messina ha fatto qualcosa di simile, con i cantieri di lavoro: ha fatto devastare a disoccupati i marciapiedi di viale san Martino e piazza Cairoli, in pieno centro città. Ma per rimetterli a posto, si è dovuto rivolgere ai privati. Pagando. Una sconfitta per tutti. Con risvolti devastanti. Perchè, due mesi dopo lʼinizio dei lavori, i lavoratori (costretti a firmare pagina 21 le buste paga senza aver incassato effettivamente quanto dovuto) hanno iniziato a protestare per il mancato arrivo degli stipendi: 32 euro al giorno, poco più di 5 euro lʼora, a fronte di un impegno di 53 ore a settimana dal 23 maggio al 31 dicembre 2011, come recitava il contratto a tempo determinato da loro firmato. Protesta che ha avuto anche un risvolto penale: otto operai e un sindacalista della Cgil, Daniele David, sono stati condannati dal giudice per le indagini preliminari Daria Orlando per interruzione di pubblico servizio: il 2 settembre 2011, per protesta, avevano occupato i binari del tram a piazza Cairoli. Risultato? 7.500 euro di multa ciascuno quale conversione della pena di due mesi. Per un operaio, recidivo, la multa è stata di 15 mila euro. Qualcuno, però, dai cantieri di lavoro ha tratto giovamento. Per Enrico Iorio, ragioniere, era stato predisposto un incarico da 22mila euro da palazzo Zanca perché provvedesse “alla predisposizione degli statini paga ed a tutti gli adempimenti amministrativo-contabili nonché fiscali e previdenziali, relativi allʼassunzione del personale di direzione, istruttore, operai qualificati e allievi operai nei cantieri”. (A.C.) Sicilia 11 MAGGIO 2012 centonove INCHIESTA. Lievita in Sicilia il numero dei desaparesidos Chi li ha visti? Un esercito di 2.349 perone di cui nessuno sa più nulla. Dai casi più noti come quello di Denise a tante finite nel dimenticatoio. Con il loro carico di misteri DI ETTORE IACONO ERA USCITO dalla sua casa di via Aloisio Juvara con 500 euro in tasca, dicendo al fratello che sarebbe andato da un ebanista e che sarebbe stato di ritorno dopo un paio d'ore. Ma da quel 12 luglio del 2011, del ventenne palermitano Marcello Volpe si è persa ogni traccia. Scomparso, sparito nel nulla. E adesso, a quasi un anno di distanza, le uniche speranza per ritrovarlo sono riposte nei satelliti militari della Caserma Cascino, situata a poche centinaia di metri dallʼabitazione della famiglia del ragazzo. O almeno così sostiene la deputata palermitana del Pd Alessandra Siragusa, che martedì 8 maggio ha presentato unʼinterrogazione sul ragazzo. Scomparso nel nulla come altre centinaia di persone ogni anno. Perché nell'era del Grande Fratello, fra selve di telecamere e diavolerie elettroniche, si può ancora scomparire senza lasciare traccia. Né un'immagine sfocata, né un cadavere sul quale deporre un fiore. Quasi che la terra matrigna ingoiasse ogni cosa o un alieno portasse via tutti su una nave spaziale. All'appello, in Italia, dal 1974 al 31 dicembre 2011 mancano 24.912 persone, delle quali soltanto 9.280 sono di nazionalità italiana. Nel totale rientrano anche 10.319 minori. Di questi 1.687 sono italiani. Complessivamente, rispetto, alla fine del 2010, mancano all'appello 736 persone in più. I dati sono del Commissario di governo per le persone scomparse, inseriti nell'ottava relazione semestrale recentemente presentata a Roma. UN PIANO A RAGUSA. Per fronteggiare lʼemergenza desaparecidos, a Ragusa è stato definito il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse con l'attuazione delle direttive del Commissario straordinario del Governo. Nella sede della Prefettura è stato firmato il protocollo d'intesa tra i rappresentanti delle forze dell'Ordine e tutti i soggetti che costituiscono il sistema provinciale delle persone scomparse. Il piano migliorerà il coordinamento della procedura di ricerca, attraverso la razionalizzazione dell'impiego delle risorse in campo, e renderà più efficiente il raccordo operativo tra Forze dell'Ordine. Uno dei punti cardini del Piano é la tempestiva segnalazione all'autorità giudiziaria. Non si dovranno più aspettare le canoniche 24 ore previste dalle norme. LA SICILIA COME LE BERMUDA Anche nel “triangolo” della Sicilia continua a lievitare il numero dei desaparecidos: erano 2.275 alla fine del 2010, sono diventati 2.349 al 31 dicembre scorso. Un vero esercito di persone di cui nessuno sa più nulla. È come se nel tempo fosse scomparso un paesino di provincia. Come Castroreale o San Marco d'Alunzio tanto per fare un esempio. La Sicilia si colloca così al quarto posto in Italia, dietro Lazio, Lombardia e Campania . Il saldo, 2.349 con ben 74 scomparsi in più rispetto all'anno precedente - è dato dalla differenza tra il numero delle persone di cui si erano perse le tracce, ben 9.404, e quello dei ritrovamenti, che sono soltanto 7.055. Il tutto sempre riferito all'arco temporale che va dal 1974 alla fine dello scorso anno. Dei 2.349 di cui non si sa più nulla , ben 829, al momento della scomparsa, non avevano ancora raggiunto la maggiore età. Ragazzini che si sono volatilizzati per i più disparati motivi. Ben 214 di loro sono italiani, 615 gli stranieri. Numeri troppo alti per non scuotere le coscienze, ma purtroppo non basta ciò a favorire le ricerche. Impressiona anche il numero complessivo di minori italiani che in Sicilia si erano allontanati dalla loro casa, ben 2.285, dei quali per fortuna 2.071 sono stati in qualche modo rintracciati. Il loro numero è più del doppio rispetto ai ragazzi stranieri, 1.001, i quali però sembrano essere più difficili da ritrovare (386). La Sicilia detiene tuttavia il primato per quanto riguarda gli allontanamenti da istituti e comunità (617). Ma non perché in queste realtà si stia particolarmente male. Per la maggior parte, infatti, si tratta di minori di origine extracomunitaria affidati alla custodia delle strutture dell'Isola. Questi ragazzi, da soli o con l'aiuto di qualcuno, tendono sempre ad allontanarsi volontariamente per tornare alla vita precedente. E sempre in Sicilia, nel secondo semestre 2011, si registra il maggior numero di persone scomparse in quanto possibili vittime di reati (16). Resta però altissimo il numero degli allontanamenti senza un perché definito. Sono ben 1.375 le persone che hanno deciso di allontanarsi senza un motivo a fronte di sole 276 fughe volontarie. Completano il quadro 48 casi di disturbo psicologico e 17 sottrazioni da parte di ex coniugi o altri familiari. Storie incredibili dove la realtà sembra superare la fantasia, misteri imperscrutabili in cui ogni indizio trovato finisce con l'allontanare ancora di più la soluzione del giallo. Non sono poche, fra i 2.349 casi di persone scomparse in Sicilia, le vicende che rispondono a questo incredibile teorema. Molte storie sono note e su tutte c'è sicuramente quella della piccola Denise Pipitone, scomparsa l'1 settembre 2004, a soli 4 anni, da Mazara del Vallo, in circostanze ancora non del tutto chiarite. Ma se quella di Denise è ormai una vicenda nota, tanti altri sono gli arcani ancora tutti da decifrare. Tante le storie riportate dal sito della trasmissione televisiva “Chi l'ha visto”. IL PESCATORE SVANITO NEL NULLA Una delle storie più inquietanti riguarda un pescatore di Lipari, Giuseppe Profilio, sposato e padre di due bambini, scomparso il 20 settembre 1998 a 34 anni. Uscito da solo in mare al mattino presto, contrariamente alle sue abitudini non ha più chiamato la moglie. Stranamente l'uomo non è passato neppure a prendere il cognato, Santino, con il quale aveva concordato l'appuntamento per la battuta di pesca. Dopo due giorni di ricerche la barca è stata ritrovata sulla costa calabrese, a Nocera Tirinese, 65 miglia da Lipari. Mistero nel mistero, il motore della barca era ancora in moto e il timone era bloccato con una corda. A bordo del pesce pescato da un po' di giorni. Non si esclude che Profilio possa essere caduto accidentalmente in mare, ma neppure l'ipotesi, acclarata da qualche contrasto precedente, di una vendetta da parte di altri pescatori. A quasi 14 anni dalla scomparsa, però, il giallo rimane tale. MAIORANA E ISOLA DELLE FEMMINE L'ultima traccia di Antonio Maiorana, 47 anni, consulente di una società immobiliare, e il figlio Stefano di 22, è stata trovata nel parcheggio dell'aeroporto di Punta Raisi. Lì era parcheggiata l'auto con la quale la mattina del 3 agosto 2007 hanno lasciato il cantiere di Isola delle Femmine, dove si stavano realizzando una cinquantina di appartamenti in edilizia convenzionata. Il Ris di Messina vi ha trovato soltanto le impronte dei due. Ma nessuno dei due risulta sulla lista di voli aerei in partenza dallo scalo di Palermo. Antonio Maiorana, fra l'altro, aveva detto al capocantiere che sarebbe tornato mezz'ora dopo. Chi dovevano vedere i Maiorana? Da quel giorno di loro si è persa ogni traccia. Le indagini si sono indirizzate sull'attività edilizia in corso a Isola delle Femmine. L'altro figlio di Antonio, Marco, 21 anni, si è tolto la vita il 6 gennaio 2009. Tanti i misteri attorno a questa storia. A cominciare da una fantomatica busta gialla sigillata che sarebbe stata consegnata ai genitori di INIZIATIVE E agli anziani ci pensa il Comitato familiari Alzheimer TROPPI GLI ANZIANI scomparsi dei quali non si trova più traccia. In molti casi si tratta di persone affette da gravi patologie che ne compromettono la memoria. A Caltanissetta è stato messo a punto un progetto semplice ed efficace per rintracciare nel più breve tempo possibile le persone affette da Alzheimer o da demenze senili. Si tratta del Registro dei pazienti sofferenti di Alzheimer. E' il primo esempio in Italia, ma sembra destinato ad essere replicato in molte altre realtà. L'iniziativa è sostenuta dal Comitato familiari Alzheimer (www.alzheimercl.it) della provincia siciliana, che ha firmato un protocollo d'intesa con la locale questura. I familiari delle persone smarrite devono compilare una scheda del paziente corredandola di foto e delle informazioni necessarie ad individuare l'anziano scomparso, che va consegnata al Comitato. Quest'ultimo, al momento della scomparsa, la trasmetterà quindi alla sala operativa della questura che procederà immediatamente alla ricerca del soggetto. Sarà dunque sufficiente una telefonata al 113 per far scattare la macchina. Una iniziativa analoga è stata attivata anche ad Agrigento. pagina 22 centonove Sicilia 11 MAGGIO 2012 SETTE STORIE AVVOLTE NEL GIALLO ALFIA SCALIA, detta Fina, 49 anni, è svanita nel nulla il 15 agosto 2007 mentre si trovava a Catania ANTONIO MAIORANA, 47 anni, consulente di una società immobiliare, e il figlio Stefano di 22. Tante le ipotesi sulla scomparsa dei due: da chi li avrebbe visti in Spagna a chi li vorrebbe vittime della lupara bianca Antonio Maiorana, fino all'hard disk fatto sparire dal computer del consulente. Tante le ipotesi sulla scomparsa dei due: da chi li avrebbe visti in Spagna a chi li vorrebbe vittime della lupara bianca. Il ritrovamento, nello scorso gennaio, di due cadaveri sui Pirenei francesi ha fatto pensare ai due Maiorana: le vittime erano state giustiziate a colpi di pistola ed erano avvolte in tappeti legati con delle corde. A marzo i carabinieri hanno avviato verifiche a Isola delle Femmine con l'utilizzo del georadar. L'AUTO BRUCIATA A BELPASSO Massimiliano Biondi, 32 anni, è scomparso da Belpasso il 29 maggio 2010. L'uomo, padre di due bambini, dopo aver perso il lavoro a Torino, dove ha lasciato la moglie e le sue due figlie, era tornato in paese, a casa dei genitori, improvvisandosi venditore porta a porta di abbigliamento. Quel 29 maggio, dopo aver augurato buon pranzo alla moglie, telefonandole alle 13.30, di lui si è persa ogni traccia. Poche ore dopo i carabinieri hanno ritrovato l'auto vuota nelle campagne di Paternò. La vettura, di proprietà del padre, era stata data alle fiamme. Ma nell'abitacolo non c'era nessuno. Mancava anche il telefonino. TRA MAGHI E FATTUCCHIERE Le tracce di Simona Floridia, 17 anni, si sono perse nel lontano 1992. Erano le 18.30 del 16 settembre quando la studentessa del liceo classico di Caltagirone è uscita di casa. Una telefonata al fidanzato fatta da una cabina telefonica, un giro in vespa con un amico, una serata al bar con la sua compagnia. Ma alle 21.30 nessuno l'ha più vista. Dopo anni di ricerche, le amiche della ragazza cominciano a raccontare una storia incredibile. Fatta di frequentazioni SALVATORE COLLETTA, 15 anni, e Mariano Farina, 12, sono scomparsi da Casteldaccia il 31 marzo del 1992. Dei due ragazzi che quel giorno avevano deciso di marinare la scuola, non è stata trovata alcuna traccia pericolose, fra cartomanti e maghi. Tra le cose di Simona, infatti, sarebbe stata ritrovata anche una “pozione magica” risultata essere sangue mestruale e Coca Cola. Ma le stranezze non finiscono qui. Le ricerche portano verso la casa di una ex insegnante, dove sembra si riunisca un gruppo “contro il maligno”. Qui i familiari di Simona trovano un ragazzo di 30 anni che afferma di essere la reincarnazione di Gesù. E racconta di aver incontrato la 17enne a Milano, legata a un giro di maghi e impossibilitata a muoversi liberamente. Il successivo viaggio a Milano, per l'incontro promesso, però, si è rivelato una farsa. MORTI E MISTERI TRA CATANIA E ROMA Alfia Scalia, detta Fina, 49 anni, è svanita nel nulla il 15 agosto 2007 mentre si trovava a Catania. Intorno alle 18.30 ha salutato la madre con cui aveva trascorso il pomeriggio, per andare in un bar dove aveva un appuntamento con qualcuno. Si è allontanata sulla sua auto bianca e per telefono ha avvisato la madre di essere arrivata. E' l'ultima sua traccia. Da quel momento più nulla. Soltanto tante stranezze inquietanti. Tra queste la scomparsa della vettura che la donna usava abitualmente a Roma, dove abitava con il convivente deceduto poco tempo dopo, investito da un'auto pirata. Un rapporto burrascoso il loro, iniziato dopo che l'ex marito di Alfia era finito in carcere per scontare una lunga condanna. Si sono perse le tracce anche di una valigia appartenuta alla donna che il convivente avrebbe portato con sé a Roma e che forse conteneva un suo diario. Uno dei figli di Alfia Scalia, Salvatore, entrato in carcere cinque giorni dopo la sua scomparsa, è stato trovato senza vita nei pressi della stazione MASSIMILIANO BIONDI, 32 anni, è scomparso da Belpasso il 29 maggio 2010. L'uomo è padre di due bambini SIMONA FLORIDIA, 17 anni. Le tracce della studentessa di Caltagirone si sono perse nel lontano 1992 832 cadaveri che nessuno “rivendica” CADAVERI SENZA nome, vite spezzate rimaste senza identità. Nessuno, in Italia, rivendica un legame con ben 832 corpi ritrovati senza vita nelle situazioni più disparate. Il dato è riferito al 31 dicembre scorso e il confronto con il semestre precedente fa segnare già un +37 unità. Freddi numeri dietro ai quali si nascondono storie e tragedie personali delle quali, con ogni probabilità, nessuno saprà mai nulla. L'incremento notevole del numero di cadaveri senza nome è dato in particolare dal ritrovamento, il 1 agosto 2011, di 25 corpi privi di vita, appartenenti a cittadini extracomunitari, stipati a bordo di una fatiscente imbarcazione soccorsa a largo dellʼisola di Lampedusa. Sarebbero morti a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. Degli 832 cadaveri non ancora identificati, ben 154 sono stati ritrovati in Sicilia. E di questi 93 sono stati ripescati in mare. La maggior parte di quest'ultimi appartengono a cittadini stranieri che forse hanno tentato di raggiungere le coste siciliane con imbarcazioni di fortuna, alla ricerca di una nuova vita possibile. Sono 61, invece, i cadaveri senza nome ritrovati in altri contesti. La Sicilia, anche a causa dell'elevato numero di persone di Catania il 12 aprile 2008, il giorno dopo essere uscito di prigione. Alla ex moglie ha detto di avere intenzione di cercare la madre. Lʼauto bianca di Alfia è stata ritrovata nove mesi dopo la scomparsa, nei pressi di piazza Dante, a Catania. Chi l'ha portata lì? E di chi sono il cappello invernale e le bottiglie di diluente per pittura trovati nel portabagagli che, al momento della LE PROVINCE IN CIFRE Eʼ Palermo la realtà dalla quale manca il maggior numero di persone (686), seguita da Catania (516) e da Agrigento (500). La provincia con la Valle dei templi sembra il luogo migliore dal quale darsi alla fuga: nonostante il numero relativamente limitato dei casi di scomparsa, 947, i ritrovamenti sono stati soltanto 447. Dal Messinese mancano all'appello 192 soggetti contro i 138 di Trapani. Quest'ultima provincia sembra avere una storia decisamente opposta a quella di Agrigento: su 810 scomparsi, ben 672 sono stati ritrovati. Completano il quadro Siracusa (102), Caltanissetta (94), Ragusa (65) ed Enna (56). Dei 2.349 siciliani scomparsi, un centinaio li cerca ancora la nota trasmissione di mamma Rai “Chi l'ha visto”. Una ventina di questi, al momento della scomparsa, erano ancora bambini. Alcuni dei loro nomi sono entrati ormai nella quotidianità della cronaca. Come Denise Pipitone e Mariano Farina. Ma nonostante sulle loro storie i riflettori non si siano mai spenti, nessuna traccia concreta è mai stata trovata. Fra le persone che ancora compaiono sul sito della trasmissione, anche tantissimi anziani che per età ed anni trascorsi dal momento della scomparsa risulta difficile credere che possano essere ritrovati ancora in vita. pagina 23 straniere ritrovate senza vita, si colloca così al secondo posto in Italia per numero di cadaveri non identificati, alle spalle del Lazio che ne conta ben 193, dei quali solo 4 ripescati in mare. La maggior parte dei cadaveri rimasti senza identità sono stati ritrovati ad Agrigento (84) e la stragrande maggioranza appartengono a naufraghi. Molti sono stati ripescati già da diversi anni, ma nessuno ne ha mai rivendicato la salma. Venti i corpi senza vita ritrovati a Ragusa, 9 a Caltanissetta così come a Catania e Trapani, 8 a Palermo, 7 a Messina e altrettanti a Siracusa, 1 a Enna. scomparsa di Alfia, era vuoto?. DUE RAGAZZI E LA VILLA DEL “PAPA” Salvatore Colletta, 15 anni, e Mariano Farina, 12, sono scomparsi da Casteldaccia il 31 marzo del 1992. Vent'anni di ricerche, di false piste e di improbabili speranze sono trascorsi invano. Dei due ragazzi che quel giorno avevano deciso di marinare la scuola, non è stata trovata alcuna traccia. Anzi, uno zio di Mariano ha rinvenuto l'orologio del nipote nei pressi della villa di Michele Greco, detto il “papa”, condannato per mafia al maxi-processo del 1992. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, i due giovani avrebbero organizzato un picnic in spiaggia, proprio davanti a quelle ville che finita l'estate rimangono deserte. Li ha accompagnati in motorino un loro amico. Salutandolo, i due avrebbero detto di non voler tornare a casa. Vogliono andare alla scoperta del mondo. Ma da quel momento, nessuno saprà più nulla di loro. Le ricerche sono scattate subito, le famiglie li hanno cercati a Bagheria, Caltanissetta, Palermo, in Jugoslavia e in mezza Europa. Seguendo ogni minima segnalazione, spesso opera di sciacalli. Lo scorso anno sono stati scoperti pozzi e cunicoli sotterranei nella villa che era stata del boss Greco. Ma il passaggio a un tratto si interrompe a causa dei detriti che nel tempo li hanno ostruiti. Sicilia 11 MAGGIO 2012 centonove CLASSIFICHE. Le migliori coste siciliane per il popolo internet Spiagge, le "regine" del web San Vito Lo Capo è la più bella d'Italia per TripAdvisor. Virgilio viaggi assegna la palma d'oro a Marina di Ragusa. Ma i lettori del The Guardian non hanno dubbi: Lampedusa in top 10 Italia DI MARIA TIZIANA SIDOTI SAN VITO LO CAPO. "Web, web delle mie brame, chi è la più bella del reame?". Ad un mese e mezzo dall'avvio della stagione estiva, in attesa dei marchi di qualità "ufficiali", da assegnare alle spiagge italiane, l'interrogativo viaggia nel mondo di internet. Che a colpi di clic e post elegge le più belle per il 2012. E così sbarcano importanti riconoscimenti per le coste di Sicilia, apprezzate dagli internauti. TEMPO DI BIS. È il caso del "Travellers' Choise" 2012 per le mete balneari. Che, su TripAdvisor, il portale di viaggio più grande del mondo con oltre 35 milioni di recensioni di viaggiatori, dagli alberghi ai ristoranti, dai voli alle attrazioni turistiche, e 29 milioni di visitatori al mese, è giunto alla sua seconda edizione. Un Award ossia un premio nato da un sondaggio,dalle 25 preferite in tutto il mondo alla top 10 negli Stati Uniti o in Europa, alle prime dieci in paesi come Spagna o Italia. E se nel globo svettano Providenciales ed Aruba, entrambe nei Caraibi, e nel vecchio Continente le turche Ölüdeniz e Icmeler, in Italia la medaglia d'oro approda in Sicilia, a San Vito Lo Capo. Che dopo l'anno scorso fa il bis nel 2012, sbaragliando ancora una volta la concorrenza della sarda Villasimius, nuovamente seconda, mentre scompare dalla top, il "bronzo" del 2011, ossia Lampedusa. Che si consola però sulla stampa british con i consigli di viaggio dei lettori del quotidiano "The Guardian" sul best delle coste italiane, selezionate per San Vito Lo Capo bellezze naturali ma anche per accoglienza e ristoranti a conduzione familiare, insieme a Taormina. La corona di favorita del Bel Paese per gli utenti di TripAdvisor va, dunque, di nuovo a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, dove lo sguardo dai 500 metri di Monte Monaco si perde sui golfi di Cofano ad ovest e di Castellammare ad est e dritto fino ad Ustica, e il mediterraneo dei colori della flora si mescola ad un che di caraibico del cristallo delle acque a virar nei vari toni d'azzurro, mentre catturano la Riserva Naturale dello Zingaro con i suoi 7 kilometri non toccati da strada litoranea tra il bianco calcareo della costa, le alte falesie su fino a 900 metri di Monte Speziale e vorticosamente giù fino al mare, e le calette di Makari e Castelluzzo. «È un riconoscimento che viene dai turisti, la fonte più attendibile, e conferma anche quest'anno, oltre alla bellezza delle coste, i servizi che riusciamo ad offrire. È importante e riceverlo per il secondo anno ci riempe d'orgoglio», spiega il sindaco sanvitese, Matteo Rizzo. pagina 24 MARE E NON SOLO. "Non è ancora stata investita dal turismo di massa e se siete in cerca di un soggiorno di mare all'insegna del relax nella Sicilia più autentica, questa è la località ideale. Il clima dà sicuramente il meglio di sè in estate ma gli amanti della buona cucina potranno voler aspettare settembre, quando a San Vito lo Capo si svolge l'annuale Festival del Couscous", recita la motivazione del "Travellers' Choise". «La peculiarità è quella di un paese-villaggio tranquillo con piccole strutture ricettive, ambiente familiare: la centonove Sicilia 11 MAGGIO 2012 non presenza di locali notturni può essere intesa come uno svantaggio ma è l'ideale per viverlo nella sua dimensione, senza stravolgerlo, e la zona a traffico limitato per esempio è un'attenzione anche per chi risiede e non solo per il turista», spiega lʼassessore al Turismo Maria Cusenza. Risorsa numero uno è il mare la cui eccellenza è riconosciuta nel 2011 anche dalle 5 vele, massimo punteggio nella Guida Blu di Legambiente e Touring Club alle migliori località marine e lacustri, per acque pulite e rispetto ambientale, oltre a valorizzazione di paesaggio, centri storici e produzioni tipiche, e ricettività di qualità. «La novità di quest'anno è l'approvazione all'unanimità in consiglio comunale, dimostrazione del miglior senso civico nell'interesse del fruitore, di un Regolamento che recepisce le nuove linee guida del Piano di utilizzo del demanio 0marittimo dell'assessorato regionale Territorio e Ambiente: alcuni lamentavano l'abuso nelle spiagge libere, così abbiamo stabilito per ognuno un massimo di 70 ombrelloni e 140 lettini in affitto», interviene Giacomo Pappalardo, assessore alla Difesa dell'Arenile e Ambiente Marino. Che spiega: «La buona pratica della tutela ambientale è il punto cardine, è priorità per noi. Per questo, nonostante i tagli regionali, riconfermeremo in bilancio, cifre per alcune iniziative dello scorso anno e altre nuove, cercando di migliorare i servizi per le esigenze dei turisti». È il caso di "Guardiani del mare", con ragazzi, impegnati a rimuovere dalla battigia i rifiuti galleggianti, provenienti dal mare, di giornate di pulizia dei fondali, della distribuzione gratuita di conetti per i mozziconi di sigaretta, o delle garitte con vigili contro ambulanti e piccoli crimini tra le conferme, e, tra le new-entry, di un ampliamento dell'area a traffico limitato con anticipazione dal sabato al venerdì, e di 2 bus-navetta, uno ad ovest ed uno a est nella baia di Santa Margherita, anticipati rispettivamente all'1 e a metà giugno, mentre un'escavazione di 27.000 metri cubi di sabbia punta a migliorare l'ormeggio nel nolo di Sottotutto per le imbarcazioni da diporto, e una zona di spiaggia comunale, gestita da un'associazione, è attrezzata per i diversamente abili con pedane, ombrelloni e sedie job, che permettono di galleggiare in acqua e di spostarsi in spiaggia. E oltre al mare? «Abbiamo una programmazione che parte da fine aprile: l'obiettivo è destagionalizzare, promuovendo il territorio nei vari aspetti, con eventi, non legati al mare, come l'ippotrekking, anche in mesi non estivi, un modo per far venire la gente», conclude la Cusenza. Si parte con la Settimana della Musica dal 25 aprile al 1 maggio, poi il 6 maggio c'è l'Equiraduno Costa Gaia, dal 23 al 27 maggio il IV Festival Internazionale degli aquiloni con i migliori aquilonisti al mondo, dall'1 al 3 giugno la Preview del Cous Cous Fest di settembre per selezionare lo chef del team italiano in gara alla rassegna internazionale di cultura e enogastronomia del Mediterraneo. ALTRI SONDAGGI. Ma quelli di TripAdvisor non sono i soli a far sondaggi. È il caso di un altro sito dedicato, Virgilio viaggi. Che dopo il "Travellers' Choise" ha interrogato gli utenti, se erano d'accordo su San Vito Lo Capo, vincitrice. E così nella nuova top 10 ma relativa solo alle spiagge siciliane della terra ferma, isole minori escluse, segnalate, comunque, tra le più gettonate d'Italia, figura sempre la località trapanese ma la LA CURIOSITA’ Per chi preferisce il "nude look" PALERMO. E gli utenti di Virgilio viaggi nelle top spiagge del 2011 si sono espressi anche sulle più belle per i nudisti. Sono 15, e se Liguria e Toscana spadroneggiano, tra le "elette" delle coste, dove si può prendere il sole come "mamma Natura", l'unica siciliana in classifica è la spiaggia di Torre Salsa, in provincia di Agrigento, segnalata come frequentata da circa 20 anni dal popolo naturista. Ci sono poi siti dedicati per indicare, dove il nudismo o il naturismo ovvero il movimento di promozione del contatto diretto con la natura con uno stile di vita, comprendente anche la nudità, si praticano. Ci segnalano a Cattolica Eraclea la spiaggia naturista, da Eraclea Minoa a destra verso Capo Bianco, tra il Capo e la foce del Platani, a Lampedusa quella nudista in località Guitgia; a Catania, spiagge per naturisti a località Caito, dopo aver attraversato l'ultimo binario ferroviario, e ad Acireale vicino al Mulino; a Messina, nel villaggio di San Saba i naturisti sono in un tratto a destra della zona delle Montagne di Sabbia, ad Oliveri in un'area sul sentiero per i Laghetti di Marinello, a Rocce Bianche, località Spisone a Taormina, a Stromboli; nel palermitano vicino alla Spiaggia delle Vergini, e poi a Balestrate, oltre il cimitero; a Siracusa i nudisti si danno appuntamento alla foce del Ciane vicino al tempio di Giove, un 1 kilometro circa dopo il lido di Sayonara. E l'elenco continua. (M.T.S.) pagina 25 leadership è di Marina di Ragusa. Che conquista la palma d'oro "fra le più attrezzate e rinomate località balneari della Sicilia sud orientale, apprezzata per i suoi lidi di sabbia dorata finissima", così si legge in motivazione, vantando dal 2009 un marchio di qualità certificata come la Bandiera Blu, assegnato secondo criteri di gestione sostenibile dalla Fee, Foundation for Environmental Education. Apprezzate dagli utenti di Virgilio anche l'altra vicina ragusana, Punta Secca, a Santa Croce Camerina, dove il commissario Montalbano della fiction nuota ogni mattina; tra Noto e Ragusa, Calamosche; Capo Passero; ad ovest Scopello e Terrasini; i Laghetti di Marinello a Tindari, Capo d'Orlando, e l'Isola Bella a Taormina nel messinese. San Vito Lo Capo è poi nell'elenco stilato da un team di ricercatori, guidati dal pediatra Italo Farnetani dell'Università Bicocca di Milano, nel 2012 l'unica in Sicilia bandiera verde per spiaggia a misura di bambino. Sicilia 11 MAGGIO 2012 IN CIFRE Manifestazione di ragazze nigeriane dopo l’omicidio a Palermo PALERMO. Appello al neo sindaco dal Coordinamento antitratta Salviamo le altre Nike Dopo la ragazza nigeriana assassinata cresce l’impegno dei volontari. Che chiedono un centro di accoglienza per chi vuole uscire dall’incubo DI GIOVANNI BURGIO PALERMO. Loveth è stata trovata senza vita su un marciapiede nel pieno centro di Palermo. Quaranta giorni prima, a gennaio, è stato rinvenuto in una discarica, a Misilmeri, il corpo carbonizzato di Nike, una 21enne assassinata da Giuseppe Pizzo, un operaio edile di Belmonte Mezzagno arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri di Palermo. Erano due giovanissime ragazze nigeriane che si prostituivano per pochi euro e che sarebbero state costrette a questa vita per tre-quattro anni. Subito le compagne sono scese in strada a protestare, e insieme ad alcune realtà che da anni si occupano dʼimmigrazione, hanno incontrato il Questore per chiedere misure urgenti. Durante la manifestazione del 16 febbraio, da piazza Massimo a via Filippo Juvara, luogo del ritrovamento del corpo di Loveth, si è pregato e cantato molto in memoria delle due ragazze. Del migliaio di componenti della comunità nigeriana a Palermo, la stragrande maggioranza, 500600, è fatta di giovani donne. Di mattina alla Favorita e alla Palazzina cinese, di Loveth Eward sera in via Licoln e piazza XIII vittime, si vedono a decine, lʼuna accanto allʼaltra, che chiamano e sorridono. Succinte, belle, alcune di giovanissima età. «Una sera ne abbiamo contato più di 40 - dice suor Valeria, comboniana, che due volte a settimana assieme ad altri volontari va a trovarle nei posti dove abitualmente “lavorano” - Per loro in Nigeria, non è normale mostrare nude le proprie parti del corpo. Se quindi le vediamo ridere e sghignazzare, dobbiamo sapere che questa è una loro tipica reazione dʼimbarazzo e timidezza di fronte ad una situazione di difficoltà. Non si può immaginare la disperazione e lʼumiliazione di queste persone. Una volta, una di loro, appena scesa da un camion, trovando noi e le sue compagne in circolo a pregare, ci ha investito dʼurla e pianti raccontandoci in poche parole tutto il tragico percorso della sua vita». «Scappano via dalla miseria e dalla povertà - racconta il pastore metodista nigeriano Vivian Wiwoloku che da ventʼanni risiede a Palermo - Vengono prese da villaggi sperduti e isolati che non hanno nemmeno la luce elettrica. Le loro famiglie, ma anche loro stesse, sono attratte dal sogno europeo e dalla ricchezza occidentale. Una volta quì, capiscono però che sono diventate proprietà privata dʼaltri uomini e altre donne da cui è difficile liberarsi». Cʼè infatti un doppio vincolo che lega queste ragazze ai propri sfruttatori. Il primo è il riscatto del debito che deve essere pagato per intero; una somma che oscilla tra i 60 e i 120 mila euro per il costo del viaggio, del vitto e alloggio in Italia, e del joint, la tassa sul marciapiede occupato. Poi cʼè il condizionamento psico-religioso a cui sono sottoposte qualora decidessero di uscire dal giro. Infatti, al momento della partenza dalla Nigeria, il baba-loa, una sorta di stregone istituzionalizzato, La stima delle ragazze straniere coinvolte nella prostituzione coatta di strada, secondo lʼassociazione Parsec, si attesta tra le 19mila e le 24.700 unità. E come paese di origine, la Nigeria conserva il triste primato. Molte le organizzazioni che studiano il fenomeno. LʼOrganizzazione internazionale per le migrazioni parla di oltre 25mila vittime di tratta solo in Italia, mentre il business è monitorato da Transcrime: lʼultima analisi collocava il giro dʼaffari tra i 2,2 e i 5,6 miliardi lʼanno. Ancora, il Gruppo Abele e il Gruppo Escori Italia rivelano che il 20% della prostituzione italiana riguarda minorenni. Tutte le associazioni inoltre sottolineano come il numeri dei clienti superi di gran lunga i 9 milioni. attraverso rituali vodoo, terrorizza le ragazze trattenendo alcuni oggetti e parti personali del corpo, come biancheria intima o capelli. Il baba-loa agirà su queste cose per colpire, anche a distanza, la ragazza e i suoi familiari se trasgredirà il patto di fiducia e connivenza con chi le ha fatto arrivare nel mondo civilizzato. «Si deve istituire un Centro dʼaccoglienza per aiutare immediatamente queste persone che vogliono denunciare - spiega Nino Rocca, promotore del neonato Coordinamento antitratta che si è costituito giovedì 26 aprile fra le organizzazioni maggiormente impegnate su questo fronte - La prima cosa che chiederemo al nuovo sindaco è di mettere a disposizione una struttura che possa offrire rifugio e assistenza a chi vuole liberarsi da questʼincubo. I palermitani devono sapere quello che cʼè dietro questo traffico di esseri umani. Non si può ignorare più questa tragica realtà». centonove ORGANIZZAZIONI Una tratta difficile da reprimere LE ORGANIZZAZIONI criminali che lucrano sul traffico della prostituzione nigeriana sono di difficile individuazione. Tutta la tratta, infatti, è gestita e controllata da nigeriani, che dalla partenza, al viaggio, allʼarrivo a destinazione, detengono la persona e ne sequestrano i documenti. Inoltre, poiché comunicano esclusivamente attraverso i dialetti, è quasi impossibile decifrare le intercettazioni telefoniche. Il lavoro dʼindagine e repressione del fenomeno è reso ancor più complicato dallo spostamento continuo delle ragazze da una località allʼaltra e dallo stretto controllo a cui sono sottoposte; in questo senso si parla addirittura di microchip sottocutanei per individuare chi si allontana e fugge. Poi cʼè la figura ambigua delle “maman”, le anziane prostitute nigeriane che riscattato il proprio debito gestiscono le case dove vivono le ragazze. Il rapporto di sudditanza-devozione che le giovani donne sentono verso le maman, rende problematica la rottura con queste figure. La mafia sembra che cʼentri poco o niente; lascia fare, si limita a convivere con questi criminali, tollera la presenza di alcuni locali a Ballarò che sono punto di riferimento dei vari traffici. Al momento, lʼunica soluzione è rappresentata dallʼarticolo 18 del Testo Unico sullʼimmigrazione che fa ottenere il permesso di soggiorno a chi denuncia i propri sfruttatori. Ma questa strada, in realtà, difficilmente raggiunge lʼobiettivo di arrestare colpevoli e complici. Infatti, ad una prima e spontanea confessione della vittima, fa seguito un lungo iter processuale che richiede una ripetizione infinita della testimonianza. Questo stress emotivo, assieme alle ripetute minacce alla ragazza e alla sua famiglia, intimorisce e scoraggia la denunciante, che alla fine o ritratta o non compare in giudizio. Un vero e proprio girone infernale dal quale è arduo uscire. G. B. RECLUTAMENTO E VIE DI FUGA I soggetti: ragazze di famiglie povere con basso livello dʼistruzione. Luogo di partenza: villaggi isolati dello Stato dellʼEdo in Nigeria o Benin City. Reclutamento: con la prospettiva di un lavoro, la famiglia “vende” o dà la ragazza per farla arrivare nella ricca Europa. I compratori: trafficanti che assicurano il viaggio e il lavoro in Occidente. Il rito: il baba-loa, figura istituzionale-religiosa maschile, attraverso riti hoodoo (ju ju in nigeriano), trattiene con sé elementi personali della ragazza e le fa giurare devozione, sottomissione e fedeltà. Il viaggio: negli anni passati avveniva soprattutto in aereo. Da qualche anno si fa via terra, dal deserto fino al mare. Da qui, coi barconi, si raggiungono le coste di Italia o Spagna. Lʼarrivo: private dei documenti, le ragazze a gruppi di 3-4 sono gestite dalle “maman”, anziane prostitute nigeriane, che le iniziano e vigilano su di esse. Il riscatto del debito: la ragazza deve pagare non soltanto le spese del viaggio, ma anche vitto, alloggio e il “joint”, la quota mensile del marciapiede utilizzato. Ammontare e durata del debito: dai 60 ai 120 mila euro recuperabili in 2-3 anni. Vie dʼuscita: pagamento del debito o ricorso allʼart. 18 del Testo Unico sullʼimmigrazione che dà il permesso di soggiorno a chi denuncia le persone che sfruttano la prostituzione. pagina 26 centonove Sicilia 11 MAGGIO 2012 Carmelo Briante Massimo Gambardella MESSINA. ll Tribunale dà ragione al dirigente dell’Ispettorato regionale alla Foreste Teatro, Briante direttore Bocciato il Sovrintendente Magaudda che aveva dichiarato vincitore del concorso Massimo Gambardella Impervia la strada dell’assunzione: il posto era stato bandito sebbene l’ente non avesse pianta organica MESSINA. Il giudice del Lavoro boccia il sovrintendente Paolo Magaudda e incorona Carmelo Briante direttore amministrativo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, ruolo che al termine di un concorso rocambolesco e ricco di polemiche era stato attribuito al direttore generale del Comune di Piacenza Massimo Gambardella. Ma sulla strada dellʼassunzione del dirigente dellʼIspettorato Foreste della regione Sicilia cʼè ora lʼincertezza per un posto bandito nonostante lʼente regionale non abbia mai avuto una pianta organica approvata che di direttore amministrativo, lasciato libero da Fernando Caudo, emigrato allʼArea di Sviluppo industriale, lo prevedesse. Il giudice del Lavoro ha risposto positivamente alla domanda da cui dipendeva lʼesito della disfida tra Briante e Gambardella: Carmelo Briante prima del 2000, anno in cui fu inquadrato come Paolo Magaudda dirigente di terza fascia, era comunque un dirigente e quindi il suo servizio deve essere valutato dal 1986, come sostiene, oppure era un funzionario direttivo che nel 2000 con lʼemanazione della legge regionale 10 viene inquadrato nella terza fascia dirigenziale, in cui sono finiti tutti quelli che non sono dirigenti ma funzionari direttivi? Secondo il Tribunale il servizio dirigenziale di Briante è valido sin dal 1986. BATTAGLIA IN PROCURA. Sullʼandamento e sullʼesito lʼesito del concorso sono state presentate in Procura denunce incrociate da parte di Paolo Magaudda, direttore della commissione del concorso, e dello stesso aspirante direttore amministrativo deluso (prima della decisione del giudice). A Briante il comportamento del Sovrintendente Magaudda, direttore amministrativo facente funzioni, non è piaciuto. Nella denuncia ha evidenziato una serie di anomalie: tra le quali una, su cui ha concentrato lʼattenzione. QUI COMANDO IO. Al termine della seduta del 31 maggio 2011, la commissione, visto che cʼera unʼincongruenza tra le dichiarazioni di Briante e il curriculum, “assegna a Briante il punteggio di minor favore di 273,30 punti”, che comunque dava al dirigente dell'Ispettorato Foreste il primo posto in graduatoria. E demanda allʼamministrazione (ovvero a Magaudda, ndr) il compito di verificare presso il datore di lavoro (la Regione Sicilia) - come cʼè scritto nel verbale - la data iniziale della qualifica di dirigente”. ll Sovrintendente Magaudda invece di effettuare accertamenti alla Regione, il 15 giugno 2001 fa pervenire una nota alla commissione che presiede: «Questa amministrazione, avendo eseguito gli accertamenti richiesti, attesta che il candidato Carmelo Briante risulta essere stato nominato nella qualifica e nelle funzione dal 17 maggio del 2000 (giorno di entrata in vigore della legge 10, ndr)», firmato Magaudda. La Commissione si riunisce, rivede il punteggio e Briante diventa secondo dietro Gambardella. «Il mio punteggio poteva solo aumentare. Magaudda si è arrogato un potere che non aveva. Ma questo è solo una della forzatura commesse», ha protestato Briante. Paolo Magaudda ha replicato: «Non cʼera bisogno. Eʼ bastato controllare negli elenchi dei dirigenti di terza fascia della Regione». CONTRODENUNCIA. Alla Procura di Messina di cui è componente il genero, il sostituto Fabrizio Monaco, si è rivolto lo stesso Magaudda per denunciare Briante e il funzionario della Dipartimento regionale al Personale, Rocco Pittore, autore di un certificato datato 9 giugno 2011 che “Briante è dipendente a tempo indeterminato con la qualifica di dirigente di terza fascia con decorrenza giuridica 11 maggio del 1995 ed economica 27 agosto del 1991”. «La terza fascia esiste solo dal 2000 come sanno tutti», ha sostenuto Magaudda. Carmelo Briante, 20 giorni dopo, ha presentato un nuovo certificato firmato questa volta dal capo ufficio di Pittore, Silvio Nicolaci: «Carmelo Briante è stato assunto con la qualifica di assistente nel ruolo amministrativo lʼ1 giugno del 1985. A far data dallʼ11 maggio del 1986, a seguito di concorso interno, è stato nominato dirigente amministrativo, dal 17 maggio del 2000 con lʼentrata in vigore dela legge 10 è diventato dirigente di terza fascia. (M.S.) PROTESTE Tagli ai finanziamenti, orchestrali in rivolta PALERMO. Hanno trasformato la loro rabbia in uno spettacolo, suonando pezzi di musica classica e jazz, tra le note dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi e della sinfonia del Nuovo Mondo di Antonin Dvorakgli. Erano quasi quattrocento i musicisti siciliani che mercoledì 8 maggio hanno protestato davanti alla sede dellʼArs, a Palermo, per dire “no” alla riduzione del 20% ai finanziamenti delle risorse per le attività delle istituzioni culturali. Un taglio, stabilito dalla Finanziaria regionale varata qualche giorno fa, che mette a repentaglio il futuro dei musicisti del teatro Bellini di Catania, del Vittorio Emanuele di Messina e del Teatro Massimo di Palermo. Sui tagli ai finanziamenti è intervenuto an- che il deputato del Pd allʼArs Giovanni Barbagallo, che ha presentato un disegno di legge volto a ripristinare i fondi decurtati ai teatri siciliani. «L'investimento nella cultura ha un valore non soltanto economico e sociale, ma anche pedagogico ed etico - ha spiegato - L'impegno di spesa complessivo (pari a 18.607,00 migliaia di euro) scaturisce dalla differenza tra lo stanziamento per il 2011 e quello per il 2012. Per la fondazione Teatro Massimo di Palermo è previsto un aumento di 3.866 migliaia di euro, per l'orchestra sinfonica siciliana di 4.143 migliaia di euro, per il Teatro Vincenzo Bellini di Catania di 5.488 migliaia di euro, per lo Stabile di Catania di 1.260 migliaia di euro, per il Biondo di Palermo di 1.470 migliaia di euro, per il Vittorio Emanuele di Messina di 2.370 migliaia di euro. Se non verranno ripristinati i predetti finanziamenti, in molti casi, non si potrà programmare la stagione artistica e non si potranno più pagare gli stipendi ai dipendenti». Intanto, il Cda dellʼEnte Teatro di Messina ha approvato allʼunanimità un ordine pagina 27 del giorno in cui si esprimono forti timori per il futuro dellʼattività dopo i tagli che hanno colpito tutti i teatri siciliani. Lʼordine del giorno è stato inviato al Presidente della Regione, agli assessori regionali al Turismo, ai Beni Culturali e al Bilancio, ai presidenti delle commissioni legislative Turismo, Cultura e Bilancio, al Prefetto di Messina, al Sindaco di Messina, al Presidente della Provincia Regionale, a tutti i deputati nazionali e regionali della provincia di Messina, a tutti i Sindacati e a tutti gli Organi di Stampa, per sollecitare un immediato intervento. “Il Consiglio di Amministrazione - si legge nel documento - desidera esprimere il proprio rammarico, forte e sentito, per il taglio del 20% che ha impedito di fatto il proseguimento di una corretta programmazione sia in riferimento alla continuazione dei cartelloni già in corso sia a tutta quella che è lʼattività culturale di un Ente che, come il nostro, è un punto di riferimento, necessario e solido, per lʼintero territorio del capoluogo e della Provincia”. (M.R.) Qui, scuola 11 MAGGIO 2012 centonove MILAZZO. I PROGETTI DELL’ISTITUTO “ETTORE MAJORANA” PER I RAGAZZI DIVERSAMENTE ABILI E UN CONVEGNO CHE SVELERA’AGLI STUDENTI I SEGRETI DELLE MISSIONI SPAZIALI L’integrazione, dai banchi ai campi di atletica DI CHIARA MICCOLI MILAZZO. Nellʼambito delle attività di divulgazione scientifica e culturale, lʼIstituto tecnico-tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo, sabato 12 maggio, alle ore 10, organizza un convegno di “Divulgazione sulle attività spaziali”, rivolto a tutti gli allievi della scuola ma anche agli esterni interessati. A tenerlo è lʼingegnere Claudio Portelli, ex alunno dellʼistituto che oggi lavora presso lʼAgenzia Spaziale Italiana (Asi) dove si occupa di detriti spaziali ed è responsabile dellʼimplementazione di un metodo di progettazione innovativo denominato “Concurrent engineering”. Nellʼaula magna della scuola, lʼingegnere illustrerà agli studenti una breve storia dello spazio e dei principali scienziati, discuterà del ruolo che riveste lʼItalia in questo settore e di inquinamento spaziale. Con al suo attivo più di mille alunni e una crescita esponenziale che negli ultimi cinque anni - informa il dirigente scolastico, Stello Vadalà - è raddoppiata, lʼistituto milazzese organizza ogni anno una serie di attività. «Siamo molto attenti alla tematica dellʼintegrazione - dichiara il preside Cerchiamo però di non limitarla allʼambito In alto Stello Vadalà, dirigente scolastico dellʼItts Majorana di Milazzo. Accanto gli studenti della squadra di atletica che hanno partecipato allʼiniziativa “Lʼintegrazione corre sui campi di atletica” strettamente scolastico, promuovendo anche iniziative extrascolastiche. Con “Lʼintegrazione corre sui campi di atletica”, siamo stati i primi ad inserire nella squadra di atletica della scuola alunni diversamente abili». Tutti i componenti del team, guidato dalle professoresse Maria Elena Fotia e INIZIATIVE Spazio anche all’università della terza età Eʼ PARTITA DA SETTEMBRE la Libera università della terza età (Lute) a Milazzo. A promuovere lʼiniziativa lʼistituto tecnico-tecnologico “Ettore Majorana”, in collaborazione con lʼassociazione Auser e il Comune di Milazzo. «Lo scopo spiega il dirigente scolastico, Stello Vadalà - è quello di fornire agli anziani del territorio uno spazio di incontro, studi e approfondimento». Lʼofferta didattica comprende sei aree didattiche: Arte musica e Spettacoli, Medicina, Umanistica, Economia, Diritto e Società, Attività e Laboratori, Conoscenza del Territorio.I corsi, iniziati lo scorso 18 ottobre, hanno registrato grande partecipazione. «Al momento ci sono 360 iscritti - continua il preside - E per il prossimo anno ci auguriamo che il numero cresca ancora». (CH.M) Adriana Tiano, a turno hanno dunque corso sul campo di Gioiosa Marea in occasione delle gare provinciali studentesche, qualificandosi per le competizioni regionali. «Lʼiniziativa ha avuto successo non solo perchè i ragazzi hanno superato il primo turno, ma anche perchè di loro sponte hanno prestato assistenza ai compagni diversamente abili», aggiunge il dirigente. Da anni lʼistituto è lʼunico in Provincia ad organizzare “Orient@giovani”, quattro giornate di incontri che, oltre ad illustrare ai licenziandi di scuola media gli indirizzi di studio della scuola (chimica, meccanica, elettronica ed elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni) è finalizzato ad informare i ragazzi delle quinte classi sulle opportunità occupazionali, coinvolgendo lʼuniversità e le principali aziende locali. «Ci impegniamo per aprire la scuola al territorio - dice il preside - Così facendo lʼistituto si è imposto come polo tirrenico per lʼorientamento in uscita». Questʼanno è partito anche un progetto articolato in più sezioni che si intitola “Correva lʼanno 1992”. «Lʼiniziativa prevede convegni di economia, cultura e legalità. Ci sarà un incontro con il magistrato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria che - spiega il preside - rappresenterà un momento di riflessione a ventʼanni dalle stragi di Capaci e via DʼAmelio in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino». Sono in programma inoltre una visita guidata a Palermo, una lezione conferenza del professore Filippo Russo, docente del Majorana, dedicata alla letteratura italiana e una manifestazione podistica per le vie cittadine. «Tutti i nostri progetti - conclude il preside - mirano a non limitare la formazione scolastica allʼambito strettamente scientifico ma anche a quello umanistico coinvolgendo gli studenti in incontri con lʼautore, approfondimenti storici e artistici sullʼarte greca, stage linguistici allʼestero, e in attività pratiche con tirocini aziendali a Milano e Catania». ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith Permessi per motivi personali o familiari, diritto e non concessione ANCORA UN INTOPPO nella mobilità dei docenti della scuola dellʼinfanzia e primaria. Il MIUR, per la terza volta, ha rideterminato le date di acquisizione delle disponibilità e, quindi, di pubblicazione dei movimenti: termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e posti disponibili il 9 maggio; pubblicazione dei movimenti il 6 giugno. Il ritardo accumulato, in particolare per la scuola primaria - se correlato non solo con gli altri ordini di scuola ma anche con i successivi adempimenti sullʼorganico di fatto -, è consistente, perché lʼoriginaria pubblicazione dei movimenti era prevista dallʼordinanza per lʼ8 maggio. Nellʼattesa dei risul- tati finali, una certezza si afferma per i permessi per motivi personali o familiari previsti dal C.C.N.L., a seguito di una ulteriore sentenza: sono un diritto e non una concessione del Dirigente Scolastico. A pronunciarsi questa volta è stato il Tribunale del Lavoro di Lagonegro che, nella sentenza 309/12, ha evidenziato come "Per il personale è prevista la possibilità di richiedere tre giorni di permesso retribuito per motivi personali oppure familiari. Questo istituto contrattuale, con l´accordo sottoscritto il 29.11.2001, è diventato un diritto (nel precedente contratto si diceva invece: "sono attribuiti"). Le condizioni necessarie per poterne usufruire sono semplicemente che i giorni di permesso vengano richiesti per motivi personali oppure per motivi familiari. Tali motivazioni sono sottratte alla valutazione discrezionale del Dirigente Scolastico, il quale pertanto non può pagina 28 entrare in merito alle stesse.". Ancora si legge che "Nessuna discrezionalità è lasciata al Dirigente Scolastico in merito all´opportunità di autorizzare il permesso e le ferie per queste particolari ipotesi, né, in particolare, gli è consentito di comparare le esigenze scolastiche con le ragioni personali o familiari certificate per cui il permesso è richiesto, ma avrà solo un controllo di tipo formale in merito alla presentazione della domanda ed all´idoneità della documentazione a dimostrare la sussistenza delle ragioni poste a base della domanda; né tanto meno, è consentito al Dirigente Scolastico porre delle regole preventive che vietino o restringano la possibilità per i docenti di usufruire dei permessi o delle ferie in periodo di attività didattica, qualora queste siano richieste per motivi personali o familiari.". I tre giorni di permesso retribuito nellʼanno scolastico per motivi personali sono regolati dall´art. 15, comma 2, del CCNL. Economia 11 MAGGIO 2012 TRANSIZIONI. Varata la nuova società per le tasse. Le incognite su incassi e nomine Tributi, forever Riscossione Posseduta al 90% dalla Regione e al 10% da Equitalia, andrà a sostituire Serit Sicilia. Partita aperta sui vertici, a cominciare dal direttore generale. Il fatturato? Da gennaio dipenderà dai Comuni PALERMO. Una fusione “inversa”, una società quasi totalmente pubblica, un taglio agli organi collegiali, qualche dubbio sul futuro e un problema ancora da risolvere. È tutto ciò che ruota intorno al varo di Riscossione Sicilia spa, che è frutto dellʼincorporazione della vecchia società omonima da parte di Serit Sicilia (posseduta in toto proprio dalla spa in liquidazione, le cui quote appartenengono al 60% alla Regione e al 40% da Equitalia). LA NUOVA SPA. La complessa fusione inversa tra tra Riscossione e Serit (la seconda, incorpora la prima che ne controlla il capitale sociale) coinvolge due società che complessivamente hanno 800 dipendenti ed un fatturato annuo di 96 milioni di euro. Il risultato sarà il dimezzamento dei componenti degli organi amministrativi. Una volta efettuato il depositato degli atti agli uffici del Registro delle imprese della Camera di Commercio di Palermo, decorreranno 60 giorni per consentire eventuali opposizioni da parte di creditori. Trascorso questo periodo, si procederà al perfezionamento della fusione dal quale nascerà il nuovo soggetto concessionario della riscossione in Sicilia, : “Riscossione Sicilia spa”, che sarà partecipata direttamente dalla Regione per il 90% e da Equitalia spa per il 10%. CHI LA GESTIRAʼ. Tutta da decidere è la partita per le poltrone che contano. Soprattutto quella di nuovo direttore generale, attualmente occupata dal messinese Antonio Finanze, in “crisi” con lʼazionista politico, che è e sarà sempre la maggioranza. Il manager è sotto azione disciplinare da parte della presidente Benedetta Cannata (nominata dalla Regione) anche per alcune procedure seguite per le gare dʼappalto. Un atto che non ha riscontrato però il favore del vicepresidente emanazione di Equitalia, DA SERIT A RISCOSSIONE?. Il direttore generale Antonio Finanze Angelo Cuva. Vista la tempistica che si prospetta, la nuova Riscossione dovrebbe nascere sotto un governo regionale non più guidato da Raffaele Lombardo ma dal vicepresidente, al quale toccheranno le scelte. Lʼesito finale, quindi, dipende anche chi sarà designato e quanto ancora il Movimento per le Autonomie, e lʼormai ex presidente della Regione, potranno pesare. EFFETTO 31 DICEMBRE. Teoricamente, con lʼinizio del 2013, saranno i Comuni a decidere come riscuotere le tasse, prima date in esclusiva a Serit Sicilia. Da questo punto di vista, quindi, il fatturato annuo da 96 milioni che serve anche per “pagare” gli 800 dipendenti sembrerebbe destinato a ridursi. Allo stato attuale, però, gli enti locali non stanno prendendo alcuna decisione. A Monreale, il consigliere del Pd, Massimiliano Lo Biondo, ha chiesto al sindaco di rescindere anticipatamente il contratto con la Serit. A Gela, il presidente della Confederazione italiana Agricoltori, Salvatore DʼArma, ha chiesto al sindaco Angelo Fasulo di cercare alternative alla Serit. Ad Acireale, come già a Monreale, un consigliere comunale del Pdl, Camillo Baldi, ha chiesto di valutare il passaggio alla riscossione diretta, ma il sindaco, Aldo Garozzo, ha risposto: «Toccherà al consiglio comunale esprimersi». A centonove Palermo, invece, nonostante a fine aprile lo stesso ragioniere generale avesse chiesto di creare un servizio di riscossione autonomo, il commissario Luisa Latella non ha fatto alcun passo. La decisione spetterà, quindi, al nuovo sindaco. A Letojanni, in provincia di Messina, il primo cittadino Gianni Mauro ha invece rinnovato lʼincarico alla Serit con una delibera a fine aprile. In merito al pericolo di perdere clienti, getta acqua sul fuoco Rudy Maira, capogruppo del Pid allʼArs, che certamente non appoggia il governo: «Penso che i Comuni si affideranno comunque a una società regionale, anche per motivi di trasparenza. Non bisogna dimenticare che veniamo da un passato caratterizzato da affidamenti singoli per alcuni tipi di tassazione e lʼesperienza ci insegna che ciò che è sempre accaduto al momento delle gare dʼappalto ha riportato in vita le pratiche della Prima Repubblica attraverso assunzioni». IL NODO CARTELLE. Che cambi oppure no la società, ai tartassati dalle cartelle esattoriali importa ben poco. A dimostrarlo, non solo la campagna elettorale, che a Marsala ha visto in prima linea contro la Serit il candidato dei Forconi Martino Morsello (uscito sconfitto), ma anche i gesti di rabbia in tutta la Sicilia. Come quello avvenuto mercoledì 9 maggio, quando centinaia di cassintegrati, esodati ed interinali della Fiat e delle ditte dellʼindotto hanno occupato la sede dellʼAgenzia delle Entrate di Termini Imerese. O come quello nella sede Serit di Caltanissetta, che ha visto un uomo insultare le due impiegate. O ancora il sitin organizzato davanti alla prefettura di Siracusa dalla Confederazione nazionale artigiani. Ma anche la manifestazione del 30 aprile attuata dai Forconi a Catania e la saracinesca bruciata alla sede Serit di Bagheria. Cʼè poi chi cerca di fare qualcosa. Ad esempio lʼufficio diocesano di Ragusa, che ha analizzato e snocciolato i numeri della crisi nella provincia. Cartelle, una dietro lʼaltra, che colpiscono tutti. Le ultime, a Canicattì, sfiorano anche i 90 mila euro e hanno raggiunto i proprietari di terreni edificabili. Per una parte dei “tartassati”, la finanziaria regionale aveva accolto la proposta dei Forconi, sospendendo i pagamenti dovuti. Ma la norma è stata impugnata dal Commissario dello Stato. E adesso lʼArs è a lavoro per riproporla come disegno di legge entro la prossima settimana. Allʼinterno, anche le altre disposizioni “impallinate”. (D.D.J.) MILAZZO Evasori nel “frullatore” Accertati oltre 4 milioni di timposte non pagate MILAZZO. Duemila nuclei familiari evadono la tassa sui rifiuti. Il 30% dei possessori di abitazioni, invece, dichiara meno metri quadrati del proprio appartamento. Sono i primi dati che escono dallʼufficio tributi del comune di Milazzo grazie allʼutilizzo del “frullatore”. Viene chiamato così il software fatto realizzare dallʼamministrazione Pino, che grazie allʼaccesso ad una serie di banche date riesce ad individuare i cittadini che evadono i tributi. Fino ad oggi sono stati emessi bollettini per un totale di 3,5 milioni di euro. Entro fine anno si arriverà a 4,3 milioni. Il software consente di incrociare in tempo reali i dati degli utenti - dice lʼassessore Pippo Midili - Con un click si saprà se un utente è in regola con i pagamenti di tutte le tasse comunali. In futuro non è escluso che il cittadino avrà una password personale con cui controllare la propria posizione dal computer di casa e verificare eventuali “dimenticanze”». Il software, ad esempio, ha accesso ai dati del catasto e dellʼUte (ufficio tecnico edile). Questo significa che se il proprietario di un immobile dichiara oltre 10 metri quadrati in meno rispetto al costruttore la differenza viene subito portata in risalto. Attraverso le utenze elettriche, invece, il programma consente di capire se una casa è abitata o meno. Un dato importante per le seconde case che vengono affittate nel periodo estivo. «Abbiamo già inviato un avviso bonario alle attività commerciali. Sul territorio sono 664, ma regolarmente registrate erano 370. I primi dati confermano la volontà di un 50% di mettersi in regola, il restante 50% non si è presentato» sottolinea Midili. La riscossione dei tributi è stata al centro di un dibattito tra il revisore dei conti Nino Piraino, già presidente del collegio pagina 29 alla Provincia Regionale di Messina, e Midili. Piraino ha ricordato che presso Equitalia ci sono crediti non riscossi per 14 milioni di euro, peraltro in stand by in quanto trattandosi in prevalenza di piccole somme, non determinano interventi coattivi (fermo amministrativo o iscrizione ipotecaria) nei confronti dei debitori. Ed invita lʼamministrazione a rivolgersi ad una società di riscossione privata per accelerare gli incassi. A replicare è il politico. «Forse il dottor Piraino pensa che la società di riscossione a cui suggerisce di rivolgerci anticiperebbe somme al Comune - ha scritto in una nota Midili - sarebbero comunque somme irrisorie di fronte ai numeri appena descritti e comunque somme che allungherebbero poi i tempi della riscossione di molti mesi ancora. Una anticipazione di somme con reintegro delle stesse ad incasso. Quello che prendi oggi non lo prenderai domani». Gia.C. Economia 11 MAGGIO 2012 Nella foto a sinistra, lo stabilimento della società La moderna Spa di Valdina. Sopra, lʼimprenditore Giovanni La Fauci. A destra, il sindaco di Valdina Pierluigi Di Stefano. VALDINA. Il distretto dei mattoni e delle tegole alle corde per la crisi e la carenza della materia prima Laterizi dai piedi d’argilla Gli ultimi 180 addetti rischiano di perdere il lavoro. Gli imprenditori accusano gli amministratori: «Ci ostacolano». Il sindaco di Valdina: «Pretendiamo solo il rispetto della legge». Il rapporto difficile tra ambiente ed economia DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Due aziende, “La nuova Maestrale Srl” di Giuseppe Caminiti, ed “Eredi Currò Carmelo Srl”, di Giuseppe Salvatore e Tonino Currò, hanno chiuso i battenti e i 40 dipendenti sono rimasti a spasso. In difficoltà sono tutte le altre ditte del distretto dei laterizi di Valdina, Villafranca, Venetico e Pace del Mela costrette a chiedere la cassintegrazione dei lavoratori. Ma non è solo per la contrazione della domanda di mattoni e tegole, che comunque cʼè stata per la crisi del settore immobiliare. Come lamentano gli stessi imprenditori, la situazione si è determinata per una ragione molto più semplice che non richiama i dati macroecomici difficilmente controllabili a livello locale bensì, come afferma Biagio Oriti, segretario provinciale della Fillea della Cgil, “lʼinsipienza della classe politica e la superficialità degli imprenditori”: lʼimpossibilità per gli imprenditori di reperire lʼargilla, la materia prima di produzione, ad un costo concorrenziale di mercato. Il motivo? Una legislazione più stringente in materia ambientale e il “Piano cave” deliberato dalla regione Sicilia nel 2010 che in tutto il distretto ha previsto una solo sito in cui è possibile, sempre dietro autorizzazione dellʼEnte Minerario di Catania, prelevare argilla. La nuova normativa, i maggiori controlli delle autorità di polizia e il Piano licenziato dallʼassessorato Territorio e Ambiente della regione Sicilia hanno posto fine ad un fenomeno che per decenni ha fatto vivere sonni tranquilli agli imprenditori del settore ma ha lasciato ferite profonde sullʼambiente: lo sfruttamento selvaggio del territorio. Ogni imprenditore, infatti, acquisitava un terreno a due passi dallʼazienda e senza alcun piano di risanamento e senza alcuna autorizzazione la adibiva a cava procurandosi così a poco prezzo argilla di buona qualità. Secondo alcune stime sul territorio del distretto dei laterizi ci sono cave dismesse capaci di accogliere 10 milioni di metri cubi di materiale: non a caso la società Stretto di Messina Spa, incaricata di costruire il Ponte che unisca la Sicilia e la Calabria, aveva progettato di smaltire gli inerti, frutto degli scavi per realizzare la mega opera, in queste cave dismesse. Dopo il giro di vite, se le 7 aziende superstiti non chiudono è perchè hanno trovato il modo di procurarsi lʼargilla percorrendo strade diverse ad un prezzo comunque accettabile. E non solo ricorrendo a cave ubicate a parecchi chilometri di distanza. ESCAMOTAGE. Lʼargilla infatti viene prelevata grazie allo sbancamento di alcuni terreni che pure non sono cave e condotta negli stabilimenti come se fosse materiale da reimpiegare o smaltire. Lʼassessore al Territorio del Comune di Valdina, Giuseppe Anastasi, spiega: «Abbiamo vietato di portare sul territorio comunale argilla fatta passare per rifiuto speciali. Non abbiamo poteri di polizia. Da dove lʼargilla viene presa non lo sappiamo». GUERRA. La crisi delle imprese del settore e la carenza di argilla ha scatenato una guerra tra imprenditori e gli amministratori locali. Giovanni La Fauci, titolare insieme al fratello Cosimo, della società La Moderna Spa di Valdina, spiega: «Non è solo la normativa in materia ambientale più restrittiva ad averci tagliato le gambe. Gli organi politici locali e regionali sono stati distratti. Il piano cave è stato licenziato senza alcun apporto da parte degli imprenditori. Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo delle responsabilità ma le amministrazioni locali che fanno bene a pretendere il rispetto della legge non tengono conto delle dinamiche imprenditoriali e non propongono soluzioni per mantenere questo settore che è vitale per lʼeconomia della zona». Pierluigi Di Stefano, sindaco di Valdina, ribatte: «La crisi che attraversano le imprese non dipende dalle amministrazioni nè dalla carenza di argilla. Per quanto ne so le aziende hanno ottenuto la cassa integrazione e hanno i depositi pieni di prodotto finito». Emissioni in atmosfera, polverosità dei depositi di argilla, sfruttamento selvaggio del territorio: sono questi i motivi che hanno portato da ultimo gli amministratori ad intervenire. Lʼassessore Anastasi ribadisce: «Ci interessa solo il rispetto della legge». IL FUTURO. «Il nuovo Piano cave che preveda dei siti di argilla vicini sarà esecutivo nel 2013: nel frattempo che facciamo?», si chiede Giovanni La Fauci. UN PO’ DI STORIA Quando eravano i primi in Sicilia Dal boom degli anni ‘90 al declino dei nostri giorni. La parabola di un comparto che occupava 578 persone MESSINA. Quarantacinque aziende e 578 addetti. Nel 1991 il distretto dei laterizi della provincia di Messina vantava numeri da primato: in tutta la Sicilia, infatti, nel totale le aziende del settore delle tegole e dei mattoni erano 91 e i lavoratori impiegati mille e 88. Dieci anni dopo, nel 2001, secondo i dati dellʼIstat, lʼIstituto di Statistica, le aziende sono diventate 33 e gli addetti impiegati sono scesi a 287. Dieci anni ancora, nel 2012, la situazione si è fatta ancora più grave, disastrosa: dopo la recente chiusura di due imprese, ne sono rimaste attive 7. I lavoratori impiegati sono calati a 180 ma la metà sono in cassintegrazione guadagni: il periodo di operatività dellʼammortizzatore sociale sta scadendo e quindi 90 lavoratori rischiano di trovarsi espulsi dal mondo del lavoro. Che le cose marciassero verso il buio più totale lo aveva capito nel 2010 Biagio Oriti, il responsabile provinciale della Cgil che aveva inoltrato al prefetto Francesco Alecci una richiesta urgente di incontro: «Le chiedo di intervenire per scongiurare il rischio che il settore dei laterizi della provincia di Messina sia travolto dalla crisi in corso. Alla crisi dell costruzioni si è unito il blocco delle attività estrattive. Le aziende hanno già utilizzato il periodo massimo di di cassintegrazione e il passaggio successivo sarà il licenziamento», aveva scritto Oriti. Ma non è accaduto nulla. Rimangono così in bilico la Cooperativa Alba Chiara di Villafranca, la Quattro Srl di Rometta di proprietà di Gianfranco La Fauci; La “Cotto Senia Srl” e “La fauci Giuseppe e figli” di Valdina, riconducibili ad Andrea La fauci; La centrale Srl e la Primavera srl di Valdina, di Carmelo la Fauci; la Moderna Spa dei fratelli Cosimo e Giovanni La Fauci. (M.S.) pagina 30 centonove Biagio Oriti centonove Economia 11 MAGGIO 2012 Francesco Mangano Massimo Russo MESSINA. Cosa cambia in città e provincia dopo il decreto di liberalizzazione del Governo Rivoluzione in farmacia In arrivo tredici nuove sedi, di cui tre nel capoluogo. Modificati il quorum e i criteri di assegnazione per la titolarità. Ma è polemica sulla soglia di età fissata per la direzione. E sugli orari regna il caos DI MARINO RINALDI MESSINA. Sorgeranno a Gesso, a Salice e a Faro Superiore le nuove farmacie cittadine previste con lʼentrata in vigore del decreto “Cresci Italia”, che rivoluzionerà in tutta lʼisola la “mappa” territoriale delle attività. A partire da Messina e provincia, dove verranno istituite tredici nuove sedi. Ma non mancano le polemiche. Legate al limite di età fissato a 65 anni per la direzione e alla liberalizzazione degli orari. LA NUOVA LEGGE. Il decreto è diventato legge lo scorso 21 marzo, quando con 365 sì e 61 no la Camera ha approvato in via definitiva il provvedimento Monti sulla liberalizzazione delle farmacie. Tante le novità, a partire dallʼabbassamento della soglia per lʼistituzione di nuove sedi da 4mila a 3mila e 300 abitanti. Abbassamento che comporterà a Messina la nascita di tre nuove realtà a Gesso, a Salice e a Faro Superiore, in Contrada Casalotto, le zone scelte dal Comune “al fine di assicurare unʼequa distribuzione sul territorio e per garantire lʼaccessibilità del servizio farmaceutico anche ai cittadini residenti in aree scarsamente abitate”. Dopo lʼindividuazione delle aree, scelte in base ai dati Istat sulla popolazione residente al 31 dicembre 2010, e dopo lʼinvio dei documenti entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, “la palla” passerà adesso alla Regione, che avrà tempo fino al prossimo 25 giugno per emettere il bando per lʼassegnazione a concorso delle nuove attività. Assegnazione che secondo la nuova legge dovrà avvenire sulla base dei soli titoli. COSA CAMBIA. Se in tutta la Sicilia le nuove realtà saranno circa 190, “forte” delle 70 farmacie già presenti sul territorio (58 sedi urbane e 12 rurali), la città dello Stretto subirà invece pochi cambiamenti. La vecchia legge prevedeva infatti una farmacia ogni 4mila abitanti per i comuni con una popolazione di 12.400 e una farmacia ogni 5mila per i Comuni con una popolazione inferiore. Ma data la conformazione della città e la presenza di numerosi villaggi, Messina possedeva già delle farmacie “in sovrannumero” rispetto agli abitanti, istituite “in deroga” seguendo un criterio territoriale piuttosto che numerico. Essendo quindi già sopradimensionata per numero di strutture, con il passaggio del quorum da 4000 a 3.300 abitanti, i cambiamenti, ovvero le nuove farmacie che saranno attivate, si limiteranno a tre. Saranno invece dieci le nuove farmacie che sorgeranno in provincia, delle quali due a Milazzo (in zona Ciantro una e lʼaltra o a Grazia o Santa Marina) e una rispettivamente a SantʼAgata Militello, Barcelona Pozzo di Gotto, Brolo, Acquedolci, Capo dʼOrlando, Spadafora, Villafranca e Giardini Naxos. «Sono stati i singoli Comuni a stabilire le aree designate in base alle esigenze territoriali e al numero di abitanti. Adesso spetterà alla Regione emettere un bando, già in preparazione, per lʼassegnazione a concorso delle nuove sedi», spiegano dallʼOrdine dei Farmacisti. IL “VECCHIETTO” DOVE LO METTO. Fra i tanti cambiamenti previsti dalla legge, ad andare di traverso a farmacisti e sindacalisti, è soprattutto il limite di età per la direzione delle farmacie, fissato a 65 anni. Superata quellʼetà, il farmacista non perderà la titolarità dellʼattività ma sarà costretto a “nominare” un direttore amministrativo. «Questo - spiega il presidente di Federfarma Messina Francesco Mangano - comporterà dei problemi soprattutto alle piccole realtà. Molte farmacie dei comuni rurali, gestite da una sola persona, ad esempio, saranno obbligate ad assumere del personale, con tutto ciò che ne consegue per le loro finanze. In un Paese che punta allʼaumento generale dellʼetà pensionabile - prosegue Mangano - è inammissibile che una persona di 65 anni non possa più dirigere la propria farmacia. Eppure a settantʼanni si è in grado di svolgere tutte le professioni, a partire dalla cariche istituzionali più importanti». Finito nellʼocchio del ciclone, il Governo è già corso ai ripari con un disegno di legge approdato martedì mattina nella seduta preparatoria del prossimo consiglio dei ministri. Nel testo dovrebbero trovare posto tutti gli interventi che il ministro della Salute Renato Balduzzi aveva anticipato a Federfarma nellʼincontro di febbraio: il rinvio al 2015 dellʼapplicazione del comma 17 (direzione della farmacia in età pensionabile), lʼesclusione dallo stesso comma dei titolari di attività nelle zone rurali e il “liberi tutti” per le farmacie già aperte, che potranno spostarsi sullʼintero territorio comunale fatta salva la distanza minima dei 200 metri e previa autorizzazione del sindaco. ENIGMA ORARI. “Le farmacie devono restare aperte dal lunedì al venerdì per otto ore al giorno e sono obbligatori il turno di riposo al sabato e la chiusura domenicale. Anche le ferie vanno concordate fra Ordine e Asp”. Così è stabilito dalle norme regionali che hanno regolamentaro fino ad oggi il comparto farmaceutico. Se non fosse che nel «Cresci Italia» Monti ha invece previsto la possibilità di apertura in orari diversi da quelli obbligatori. Mandando in tilt gli stessi farmacisti, che hanno interpretato la norma come un “rompete le righe”. La confusione generata fra gli addetti ai lavori è stata tale da richiedere un intervenuto dellʼassessore regionale alla Sanità Massimo Russo, che ha interpellato lʼAvvocatura dello Stato e ha “congelato” la liberalizzazione degli orari introdotta a livello nazionale. “La norma statale non fa venir meno le vigenti disposizioni in ordine a turni, giorni festivi di chiusura, riposi settimanali e ferie”, si legge in una circolare dellʼassessore, che ha disposto “lʼobbligatorietà degli orari già previsti, ferma restando la possibilità di aprire in orari aggiuntivi». IN SICILIA Al via 190 nuove attività, a rischio le piccole realtà L’analisi di Rocco Vizzini di Federfarma: «Volontà punitiva verso l’intero comparto» CATANIA. In tutta la Sicilia saranno 189 le nuove farmacie che verranno istituite con lʼentrata in vigore del provvedimento sulla liberalizzazione. «Di queste, 60 sorgeranno a Palermo (29 nel capoluogo), 16 ad Agrigento, 9 a Caltanissetta, 43 a Catania, 3 ad Enna, 13 a Messina, 15 a Ragusa, 17 a Siracusa e 14 a Trapani», spiega il presidente di Federfarma Sicilia Rocco Vizzini, che analizza tutte le “criticità” della nuova legge, partendo dalla controversa “soglia” di età fissata per la direzione. pagina 31 «Quando i tecnici (quelli del Governo, ndr) non parlano con gli altri tecnici - spiega il sindacalista - si creano dei cortocircuiti che danneggiano prevalentemente le piccole realtà, come le farmacie dei comuni rurali, spesso sprovvisti di guardie mediche. Quello che spesso sfugge è che le farmacie svolgono un servizio pubblico fondamentale che andrebbe tutelato. Invece, sia per quanto riguarda il limite di età per la direzione, sia per la questione degli orari, ho notato una volontà punitiva verso una categoria considerata come “privilegiata”. Per fortuna, in seguito alle nostre proteste, il Governo ha già pronto un emendamento per modificare la norma sulla direzione delle farmacie in età pensionabile». Oltre alle nuove 190 sedi, saranno invece circa 50 le nuove parafarmacie che sorgeranno a breve in regione: «Ma in questo caso - conclude Vizzini - non si tratta di “servizio pubblico” ma di pure attività commerciali, che dopo la liberalizzazione dei farmaci di fascia c, di fatto troveranno posto nelle aree più remunerative, ovvero negli aeroporti, nei centri commerciali e nelle vie più in. Mica sulle Madonie...». (M.R.) Economia 11 MAGGIO 2012 MESSINA. Multa dell’Antitrust per la vicenda del consorzio Metromare Il garante bacchetta Rfi La Blueferries, che ha partecipato alla gara, secondo l’Agcom non ha mai tagliato il “cordone ombelicale” con l’azienda madre. Ecco la storia. Ed i risvolti DI ALESSIO CASPANELLOI MESSINA. Rfi ha “steccato”, nella costituzione di Bluferries. Lo ha detto lʼautorità garante del mercato e della concorrenza. E stecca ancora di più nellʼoperazione di transumanza dei lavoratori dallʼuna allʼaltra società, nella zona falcata di Messina. E su questo ci sono un paio di giudizi ancora pendenti. LʼANTITRUST BACCHETTA RFI. La storia risale a due anni fa, alla gara per la costituzione del consorzio Metromare, oggi con lʼacqua alla gola, che avrebbe dovuto assicurare i collegamenti veloci tra le due sponde dello Stretto di Messina. LʼAutorità Garante ha contestato a Rfi di non aver operato nei servizi di trasporto marittimo, sin da subito, con una società separata, dal momento che Rfi è concessionaria dello stato e quindi in chiara posizione privilegiata. “Rfi - scrive lʼorganismo di garanzia - ove intenda svolgere attività in mercati diversi rispetto a quelli in cui è concessionaria, come nella specie devono ritenersi quelli relativi al trasporto marittimo di persone, automezzi e merci sullo Stretto di Messina, è tenuta, ai sensi dell'articolo 8, commi 2-bis e 2-ter, della legge n. 287/90, ad operare mediante società separata, o costituendo tale società o acquisendo il controllo di società operanti nei mercati diversi, e a comunicare preventivamente all'Autorità tali evenienze”. Dagli atti del procedimento risulta che la gara del Ministero dei Trasporti per la costituzione del consorzio Metromare è stata indetta il 4 febbraio 2008 e successivamente aggiudicata il 13 gennaio 2010, mentre il Consorzio è diventato operativo il 28 giugno 2010. Bluferries, di contro, è stata costituita solo il 4 novembre 2010. Basta? No. LE MANCATE COMUNICAZIONI. Oltre a questo, lʼAuthority, presieduta dal palermitano Giovanni Pitruzzella, contesta alla società il non aver adempiuto agli obblighi di “preventiva comunicazione inerenti la partecipazione alla gara indetta dal Ministero dei trasporti attraverso il Consorzio Metromare dello Stretto”. Per questo, lʼAutorità garante, con provvedimento 23050 del 30 novembre del 2011, ha ritenuto sussistenti entrambe le violazioni ed ha irrogato ad Rfi un totale di venticinquemila euro di multa. Dopo la segnalazione allʼorganismo di garanzia, il processo di “scorporazione” di Bluferries centonove ha una sferzata, e a febbraio del 2012 si completa la procedura di trasferimento del ramo d'azienda relativo al trasporto marittimo passeggeri e veicoli fra la Calabria e la Sicilia. Una cessione che frutta a Bluferries cinque navi (due veloci, Segesta e Tindari Jet, e tre bidirezionali, la Fata Morgana, la Riace e la Enotria) in servizio tra Messina e Reggio, le partecipazioni azionarie al Consorzio Metromare dello Stretto (40%) e Terminal Tremestieri (33%), e tutti i contratti attivi e passivi. Qualcosa però non torna. Perchè le due società hanno in comune Riccardo Pozzi, che di Rfi è responsabile del personale, e dal 4 maggio di Bluferries è invece presidente del consiglio dʼamministrazione. Anche per questo, un ulteriore esposto alla stessa Autorità garante segnala che, in realtà, il trasferimento di armi e bagagli da Rfi a Bluferries non è quello che appare. BLUFERRIES PER FINTA. “Bluferries srl, pur avendo personalità giuridica distinta, non determina in modo autonomo la propria linea di condotta sul mercato, ma si attenga, in sostanza, alle istruzioni che le vengono impartite dalla controllante Rfi spa”, scrive in un ulteriore esposto allʼAgcom il legale Aura Notarianni. Come giunge a simili conclusioni? Innanzitutto perchè “l'intero capitale di Bluferries srl è detenuto dalla controllante RFI spa, socio unico, che esercita un “influsso determinante” sul comportamento della controllata”, si legge nellʼesposto. E poi perchè “Bluferries srl non ha acquisito il ramo di azienda per il trasporto di merci nella sua interezza”, scrive il legale. Perchè? “Non è stato considerato il personale facente parte degli equipaggi che, secondo tabella di armamento e secondo tabella di esercizio, era arruolato sulle navi oggetto del trasferimento”. OTTANTA, DOVE LI METTIAMO? Succede che, per effetto della cessione del ramo dʼazienda del trasporto marittimo, nel passaggio di consegne tra Rfi e Bluferries, le due parti si ritrovano con ottanta lavoratori in esubero. I dipendenti “avanzati” nel passaggio di consegne, per due anni saranno distaccati a Bluferries. E poi? Poi niente. Perchè il tribunale ha già rigettato un ricorso proposto da una trentina di lavoratori sul provvedimento riguardante lʼetà dei marittimi da assumere, che da bando di gara devʼessere inferiore a 35 anni (rigetto contro il quale i legali hanno proposto appello). Il 7 giugno, invece, davanti ai giudici si discuterà della legittimità del distacco degli 80 marittimi. ZOOM Esubero per ottanta nel passaggio di consegne Il bando di selezione riservato agli under 35 estromette i precari MESSINA. E per chi attende da anni? Niente. “Lʼazienda ha recentemente ufficializzato la necessità di assumere personale nella neonata Bluferries bandendo una selezione che sembra appositamente confezionata per estromettere i precari storici in attesa, da oltre un decennio, di una qualsivoglia forma di stabilizzazione”, scriveva a febbraio il sindacato Orsa. Perchè i precari devono pagina 32 temere? Intanto perchè il bando non prevede alcuna agevolazione allʼassunzione per i marittimi “che da anni consentono allʼazienda di armare le navi”, come sottolinea Mariano Massaro, segretario dellʼOrsa. Nel bando, poi, è previsto anche un limite di età di 35 anni per sottufficiali e marinai. Una clausola che, di fatto, tira fuori dal gioco per sopravvenuti limiti dʼetà tutti i marittimi che da anni ruotano intorno a Rfi con contratto a tempo determinato. E chi sarà assunto? Dovrà rinunciare a qualsiasi pretesa nei confronti di Rfi. “L'assunzione presso Bluferries Srl - si legge nella lettera dʼassunzione - dovrà essere altresì preceduta, quale condizione necessaria per procedere, dalla sottoscrizione di un verbale con il quale Lei dovrà rinunciare a far valere ogni eventuale pretesa nei confronti di tutte le Società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. con particolare riferimento Mariano Massaro a pregressi rapporti di lavoro”. (A.C.) centonove Economia 11 MAGGIO 2012 DECRETI. Il ministro Cancellieri dà l’okay alla Zona franca per la legalità Imprese, la banda degli onesti Vantaggi e sgravi fiscali per chi rispetta i parametri di legge e si oppone a richieste criminali. Storia di un progetto per il rilancio della Sicilia centro meridionale nato sei anni fa. Che ora abbraccia 23 Comuni. E arriva a Bruxelles DI ALIDA AMICO CALTANISSETTA. Il decreto, firmato dal presidente della Regione Raffaele Lombardo, è stato varato nei giorni scorsi. Ed istituisce, dʼintesa con il Ministero dellʼInterno, la “Zona franca per la legalità”, nellʼarea centro meridionale dellʼisola. In un bacino territoriale, che comprende i 23 Comuni della provincia di Caltanissetta, nonché gli altri 4 centri limitrofi dellʼagrigentino (Canicattì, Ravanusa, Licata e Campobello di Licata) ed anche Pietraperzia in provincia di Enna. Unʼaltra significativa “tappa” - la istituzione della Zona franca per la legalità in Sicilia, con capofila Caltanissetta - di un percorso propedeutico ad ottenere il riconoscimento della cosiddetta “fiscalità di vantaggio” da parte di Bruxelles. LʼOKAY DI LOMBARDO. Lo strumento definitivo, insomma, che dovrebbe attrarre nuovi investimenti dal Nord Italia e dallʼestero, per fare uscire dal sottosviluppo socio-economico, lʼarea centro meridionale dellʼisola. “Una vera sfida per il rilancio di un territorio - è stato il commento del presidente della Regione Raffaele Lombardo - che parte dallʼidea di creare unʼarea economica, destinata a garantire vantaggi e sgravi fiscali, a favore delle imprese, in grado di rispettare tutti i parametri di legge e di opporsi a richieste criminali”. Il decreto del presidente della Regione, che istituisce la “zona franca per la legalità” una novità nel panorama regionale ma anche nazionale, che riguarderà 28 Comuni (cioè tutta lʼarea interna del nisseno e la zona limitrofa centro meridionale dellʼisola) - è stato preceduto, lʼanno scorso, dallʼapprovazione da parte della giunta regionale, dello schema di delibera per la istituzione della Zfl. Lʼodierno decreto regionale presidenziale, rientra nellʼiter previsto dalla legge regionale numero 15 del 2008, che tra le “misure per la legalità” e di contrasto alla criminalità organizzata, contempla anche lʼistituzione delle Zfl. Con il conseguente rimborso (per un quinquennio), degli oneri fiscali e contributivi, in favore degli imprenditori che denunciano richieste estorsive o provenienti da Cosa Nostra. MODELLO NISSENO: uniti si vince. Già, perché il progetto di una “zona franca per la legalità” nel cuore della Sicilia, parte da lontano: 6 anni fa, quando Confindustria di Caltanissetta ed i AnnaMaria Cancellieri. In basso, l’assessore Marco Venturi sindacati, iniziarono a lavorare insieme, per la creazione di una grande area libera da condizionamenti mafiosi, e basata sulla progettualità e lo sviluppo. Unʼidea, che porta la firma del tandem Antonello Montante & Marco Venturi - entrambi allora ai vertici dellʼassociazione degli industriali nisseni (oggi il primo è presidente di Confindustria Sicilia ed il secondo assessore regionale alle Attività Produttive) - e che in questi anni, è andata avanti con le gambe del Tavolo unico di regia provinciale. LA DELIBERA DI GIUNTA. Culminando nel marzo del 2011, in una imponente manifestazione “Contro la mafia e per il lavoro” promossa insieme ai sindacati (Cgil, Cisl e Uil), in cui venne formalizzata per la prima volta in un documento, la richiesta al governo regionale e nazionale, di investire in una “zona franca per lo sviluppo e la legalità”. La proposta - volta ad incentivare la crescita ed a rilanciare il tessuto socio economico di questʼarea della Sicilia - con lo schema di delibera, venne approvato lʼanno scorso dalla giunta regionale. “Lʼiter prevedeva che il partenariato, quindi Confindustria, sindacati, il tavolo unico di regia - spiega lʼassessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi formulassero un progetto, che lʼanno scorso è stato presentato alla Prefettura di Caltanissetta, dopo una “storica” manifestazione - rammenta Venturi - in cui operai ed imprenditori, hanno sfilato “insieme per” e non “contro” qualcosa: soprattutto per il lavoro legale in questa provincia”. Il Prefetto, trasmise la documentazione al presidente della Regione, allʼAssessorato alle Attività produttive ed al Ministro dellʼInterno, affinché adottassero le procedure conseguenti: dallʼapprovazione della delibera di giunta, in cui si indicavano le aree interessate, allʼodierno decreto regionale. OK DAL MINISTRO CANCELLIERI. “Il tutto è stato quindi inviato al Ministerno dellʼInterno Cancellieri - spiega lʼassessore Venturi - che una ventina di giorni fa, ha dato lʼokay per lʼistituzione della Zfl. Le aziende che vorranno insediarsi in questo territorio - osserva Venturi - oltre a sottoscrivere tutti i protocolli, che sono già stati esitati da Confindustria e dal Ministero dellʼInterno, si sottoporranno ad un ulteriore screening preventivo: una sorta di certificazione di qualità e di legalità, per tutte le imprese che vorranno venire ad operare nei nostri territori”. Inoltre avranno ulteriori garanzie, per il rapporto sinergico tra le associazioni datoriali, i sindacati, le istituzioni, e le forze dellʼordine. LA FASE DUE. “Abbiamo fatto qualcosa in più - precisa lʼassessore Venturi stanziando 50 milioni di euro, che inizialmente, daranno un supporto a quelle aziende che hanno denunciato il racket, il pizzo e lʼestorsione, con sgravi fiscali per 5 anni. Ma questi fondi prosegue Venturi - li potremo utilizzare anche per quelle aziende che verranno ad investire in Sicilia, a creare reddito. Oggi, inizia la fase due - preannuncia lʼassessore - tutta la documentazione, il governo nazionale dovrà portarla a Bruxelles, alla Commissione europea, per farsi autorizzare una zona completamente defiscalizzata. Se però, non si fosse fatto prima tutto questo lavoro - chiosa - oggi non ci sarebbe stato neanche il decreto di istituzione della Zfl”. CAMBIARE ROTTA. Finora, le uniche zone franche defiscalizzate, riconosciute dallʼUe sono due: in Irlanda e nelle Azzorre (Spagna). ”Stiamo stringendo i tempi: abbiamo già certificato - chiarisce Venturi - che cʼè una macro area depressa, allʼinterno di una zona depressa che è la Sicilia, dove il costo del denaro è esagerato, e dove prevalgono le attività mafiose. Dobbiamo quindi incentivare un cambio di rotta - afferma e dire che è possibile fare impresa legale nei nostri territori. Significa che le imprese, poi non devono trattare con il boss del paese ma con le istituzioni conclude Venturi - quando vengono dal nord. Avendo un comportamento etico, che sia al di sopra di ogni sospetto”. LE REAZIONI «Uno strumento che può cambiare la storia» Ottimista il segretario Uil, Pasqualetto. Cicero: «Binomio vincente con la riforma Asi» CALTANISSETTA. Quando se ne parlò per la prima volta fu nel 2004, circa 7 anni fa. Oggi credo che la provincia di Caltanissetta, abbia uno strumento che può cambiare la storia degli ultimi 50 anni...”. Salvatore Pasqualetto, segretario provinciale della Uil nissena, nonché presidente del Tavolo unico di regia per lo sviluppo e la legalità, commenta positivamente il recente decreto presidenziale che chiude lʼiter per la costituzione della Zfl. Ed ingloba lʼintero territorio della provincia nissena. “Dove si è sempre annunciato lo sviluppo - chiosa Pasqualetto - che non pagina 33 cʼè mai stato. La Sicilia fa da regione capofila, rispetto allo sviluppo ordinato del Mezzogiorno dʼItalia - rileva il presidente del tavolo unico di regia nisseno - in cui il malaffare potrebbe diventare un ricordo, se le regioni sapranno collaborare alla rinascita sociale ed economica dei loro territori, selezionando la qualità degli imprenditori”. Mentre il commissario straordinario nellʼ Asi nissena, oltre che ad Agrigento ed Enna, Alfonso Cicero, valuta il recente decreto di istituzione della Zfl una “grande opportunità per il progetto “Centro Sicilia”: un unico progetto di sviluppo economico e crescita occupazionale della macro area di Caltanissetta , Enna ed Agrigento.... Lʼ Irsap, insieme alla “zona franca”, saranno i binari dove fare correre lʼazione di sviluppo e legalità. Per la provincia di Caltanissetta - conclude Alfonso Cicero - si tratta di un binomio inscindibile e strategicamente vincente: riforma delle Asi e “zona franca” rappresentano la svolta tanto attesa per lo sviluppo economico e la crescita occupazionale del territorio nisseno e di tutto il centro Sicilia, sotto il segno della legalità”. (A.A.) Economia 11 MAGGIO 2012 centonove INVESTIMENTI. Crac del mercato immobiliare La crisi cerca casa Resiste solo la vendita di tipo commerciale. Per la residenza si aspetta tempi migliori DI ETTORE IACONO QUANDO LA FINANZA non tira, il mattone s'impenna. Ma se a mancare sono i denari, la voce investimenti s'ammoscia. Né casa, né Bot. Insomma, non c'è trippa per gatti. La Sicilia – dove le famiglie s'indebitavano perché ogni figlio potesse avere una casa – secondo i numeri dell'Agenzia del Territorio, dimostra la validità del teorema. Negli ultimi cinque anni di crisi economicofinanziaria e di mutui-chimera, si è registrato un sistematico calo degli investimenti sul mattone. Nel 2011 sono stati perfezionati 43.153 contratti di compravendita di immobili residenziali, l'anno precedente erano stati 43.673. Poco più di 500 contratti in meno. Appena cinque anni fa, nel 2007, però, i notai siciliani hanno rogitato per ben 56.652 volte. Numero che si è andato sempre più assottigliando: 49.998 nel 2008; 45.220 nel 2009. Volendo guardare al bicchiere mezzo pieno, si può tirare un sospiro di sollievo per la frenata della caduta del mercato immobiliare di tipo residenziale. La maggior parte dei 43.153 contratti del 2011, ben 13.855, hanno riguardato immobili di medie dimensioni, 5.391 i monolocali, 8.050 alloggi piccoli, 7.220 medio-piccoli e solo 4.198 grandi case. Ma se per i “quattro-muri” è meglio attendere momenti migliori, per crearsi un lavoro in proprio i siciliani preferiscono non perdere tempo. Nel 2011 si registra così una timida ma decisamente positiva ripresa del mercato immobiliare di tipo commerciale. Sono 2.202 i contratti di compravendita stipulati davanti al notaio, contro i 2.184 dell'anno precedente. Ripresa sì, ma numeri ben lontani da quelli registrati nel 2007, quando la grande crisi era ancora dietro l'angolo e i notai hanno rogitato 2.865 volte. Guardando più nel dettaglio i numeri, emerge che nel 2011 sono passati di mano 2.180 negozi e 22 alberghi. Per la cronaca, va inoltre registrata, sempre nel 2011, la vendita di LE PROVINCE Messina, meglio spostarsi fuori città 496 uffici e di 333 tra capannoni e industrie. Per quanto riguarda le quotazioni delle diverse tipologie di immobili residenziali, a livello di capoluogo di provincia, si registra una tenuta o anche un lieve aumento del costo al metro quadrato per le case più economiche. Negli altri casi si riscontra invece una lieve contrazione. Ma le quotazioni sono una cosa, la pratica è ben altra. Si assiste così a sconti sostanziosi sul prezzo iniziale degli immobili, direttamente proporzionali al tempo di realizzo atteso. In poche parole: per vendere prima, bisogna scontare di più. E nelle vetrine delle agenzie immobiliari spuntano così le offerte stile supermarket, con tanto di costo iniziale barrato e prezzo finale scontato in bella evidenza. Alle 3.843 attività immobiliari attive in Sicilia, stando ai numeri delle Camere di Commercio, non resta dunque che sperare nel prossimo futuro. Ma qualcosa, rispetto al 2007, è comunque cresciuta: cinque anni fa le attività immobiliari erano soltanto 3.279. Adesso la maggior parte operano a Catania (981 attività) e a Palermo (954), seguite a distanza da Messina (493), Trapani (320), Siracusa (315), Ragusa (306), Agrigento (231), Caltanissetta (175) ed Enna (68). pagina 34 A MESSINA (5.985 rogiti contro i 5.941 del 2010), Palermo (10.387 rispetto a 10.152), Enna (1.412 contro 1.351) e Trapani (3.586 contratti contro 3.576) si ricomincia a vendere case. Poco, ma è già qualcosa. Sono queste le uniche province siciliane dove si è rogitato di più nel 2011 rispetto al 2010. Un'inversione di tendenza che arriva dopo tre anni di sistematica contrazione delle vendite. Cosa che ancora si registra in tutte le altre province. A Palermo le case si vendono soprattutto in città (5.458 su un totale di 10.387), mentre i catanesi preferiscono spostarsi in provincia (6.609 su un totale di 9.344). Terzo gradino del podio a Messina, dove c'è una leggera preferenza per la provincia rispetto alla città (3.477 su 5.941). In tutte le altre realtà, la stragrande maggioranza degli affari si conclude al di fuori dei confini del capoluogo. Il numero di contratti perfezionato è in tutte le nove province ben lontano da quelli registrati nel 2007 e nel 2008, ma si riscontra ovunque una brusca contrazione della caduta. Rispetto alla tipologia di immobili, il monolocale, idoneo per i single ma più di qualche volta adattato anche ad intere famiglie, si vende soprattutto nelle principali città: Catania (1.103) e Palermo (1.092). Ma in proporzione spiccano i dati di Agrigento, 673 monolocali su un totale di 3.491 contratti, e di Caltanissetta, 545 su 2.253. Solo quinta Messina, dove di monovani ne sono stati venduti 528. In tutte le province va comunque per la maggiore la casa di medie dimensioni, mentre il numero delle grandi residenze passate di mano è quasi sempre inferiore a quello dei monolocali. Per quanto riguarda gli immobili con destinazione commerciale, invece, soltanto Agrigento, Catania, Enna e Siracusa hanno registrato un numero di compravendite inferiore rispetto al 2010. centonove Economia 11 MAGGIO 2012 GIORNATA DELL’ECONOMIA. La Provincia più ricca della Sicilia perde colpi Crolla il mito Ragusa I dati della Camera di Commercio registrano un incremento della disoccupazione e un crollo delle esportazioni. Ma le imprese giovanili lasciano sperare... DI GIADA DROCKER RAGUSA «resiste» ma crolla il mito della «isola felice». I dati divulgati dalla Camera di Commercio di Ragusa nell'ambito della Giornata dell'Economia lasciano spazio a diverse interpretazioni. «Unioncamere classifica il nostro territorio - ha spiegato in premessa il presidente della Camera di Commercio, Sandro Gambuzza - come una zona economica a metà strada tra sviluppo interrotto e difficile transizione una di quelle zone, e ce ne sono diverse nel Sud Italia, per le quali, a mio avviso serve una spinta decisa per lo sviluppo di tutto il Mezzogiorno. Si sta creando una nuova questione meridionale perchè sia in termini di competitività e prospettive di crescita si sta acuendo la differenza tra Nord e sud del Paese». I dati raccontano di una provincia con 318.500 abitanti, circa 60.000 cittadini superano i 65 anni e circa 35.000 di questi sono sotto i vent'anni. «Ed anche questo - aggiunge Gambuzza - è un dato su cui si dovrebbe riflettere; su circa 130 mila imprese che hanno chiuso nel 2011, Ragusa si conferma in controtendenza con un aumento di circa Sandro Gambuzza IL VALORE DEL PATRIMONIO DELLE FAMIGLIE NEL 2010 A Ragusa è rappresentato per il 71 per cento dalle abitazioni, +10% rispetto alla media italiana (19.995 milioni di euro); per il 4% da terreni, +1% rispetto al dato medio italiano (1.070 milioni di euro) 10 per cento da depositi (valore di 3.017 milioni di euro); valori mobiliari per l?8 per cento, -10% percento rispetto al dato italiano (2.245 milioni di euro) e il 7 per cento di riserve, -1% del dato in Italia (per 1.921 milioni di euro) 700 imprese, figlie della crisi, molte nate da ex lavoratori dipendenti che sono passati alle partite iva in cerca di fortuna, insomma diventando imprendenditori di se stessi. I dati economici ci portano nel biennio 20102011 incremento del 1,2 nel valore aggiunto, il 2012 sarà lʼanno nero con un 1,8 ed una crescita dello 0,5% nel 2013, 2014, con la conclusione che i prossimi tre anni ci serviranno a recuperare quanto abbiamo perso nel 2012». Per la prima volta Ragusa sale in doppia cifra nel tasso di disoccupazione: dal 8 per cento nel 2004 al 12,5 % nel 2011. Si piange solo? Ci sono anche dei dati che gli analisti dalla Camera di commercio definiscono positivi: Ragusa è tra i primi posti nella graduatoria nazionale - quattordicesimi - per incipienza delle imprese giovanili sotto 35 anni. Siamo al 14mo posto ed avanzano anche le donne - al netto delle società di capitali rappresentando il 28,4 per cento delle imprese sul totale, al 40mo posto nella graduatoria nazionale. Il sistema, tutto sommato, anche se può semprare un insulto in un momento di crisi generalizzata, tiene. Ma cosa serve alle imprese? «Abbiamo registrato la buona volotà del sistema imprenditoriale - dice il segretario generale della Camera di Commercio di Ragusa, Carmelo Arezzo ma ci sono pochi investimenti pubblici e sembrano molto lontani. Al sistema per decollare serve una forte tenuta allʼestero,capacità innovativa, qualità ed immagine, ecosostenibilità ma anche efficienza e tecnologie di informazione e comunicazione, una maggiore e migliore consapevolezza del territorio come risorsa e lʼibridazione del sistema tra industria e servizi». E non è poco. Soffermiamoci sulle esportazioni a Ragusa dal 2010 al 2011: un segno negativo -10 per cento passando dal valore di 282.678.449 euro a 254.814.455 con lʼagricoltura che perde il 4 per cento, dal 50,1 al 46,6 dellʼexport provinciale mentre le esportazioni in Italia dal 2010 al 2011 aumentano dellʼ11,4 per cento. Un ultimo dato curioso e singolare: gli imprendoitori strabnieri, 696 nel 2000, diventano 2.234 nel 2011 e 1.775 di questi sono extracomunitari. L E G A L M E N T E TRIBUNALE DI PATTI BROLO – Lotto 2: Quota 333/1000 di box doppio mq 66, p.seminterrato accessibile da una rampa in forte pendenza e con un accesso scomodo; possibilità di parcheggiare più di unʼauto. Prezzo base Euro 7.418,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Lotto 3: Quota 333/1000 di cantina p.seminterrato, composta da stanza a p.cantinanto adibita a locale di sgombero; sup. lorda tot. mq 17. Prezzo base Euro 1.698,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Lotto 4: Quota 333/1000 di cantina p.seminterrato, composta da stanza a p.cantinanto adibita a locale di sgombero; sup. lorda tot. mq 14. Prezzo base Euro 1.585,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 28.06.12 ore 10.15. Eventuale incanto 5.07.12 ore 9.30. Domanda in carta legale entro ore 13 giorno precedente vendita in Cancelleria con assegno circolare N.T. pari al 10% prezzo offerto per cauzione. Info: Cancelleria, siti www.tribunaledipatti.net o www.foropatti.it. G.E. Dr. S. Saija. Custode Avv. Gabriella Calandra Mancuso 0941/723412. Rif. RGE 14/09 IMPRENDITORIA Ditte individuali in calo RAGUSA. Dal 2000 al 2011, si passa da 29.606 imprese totali a 35.196. Cambia e di molto la loro martura e forma giuridica. Sono i dati della Camera di Commercio rese noyto nella Giornata dellʼEconomia. I numeri mettono in evidenza che le società di capitali nel Ragusano passano da 1.921 a 5.342 (dal 6,49 al 15,18 per cento) le società di persone sono in leggero aumento, da 4.109 a 5.034 (dal 13,88 al 14,30 per cento). Scendono percentualmente le ditte individuali: sono 22.311 nel 2000 e 22.994 nel 2011 e rappresentano in percentuale il 75,36 per cento delle imprese nel complesso allʼanno 2000, il 65,33 per cento nel 2011. Le altre forme giuridiche sono rimaste pressocchè le stesse; rappresentavano il 4,27 per cento (1.265 nel 2000) e nellʼanno appena chiuso sono 1.826 per una percentuale del 5,19%. pagina 35 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 FAX 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI I PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] Economia 11 MAGGIO 2012 OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà UOMINI&BUSINESS Lavoro, torno a fare il pastore IN ITALIA CIRCA tremila giovani hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge come precisa scelta di vita per non arrendersi alla crisi provocata dalle delusioni dellʼeconomia di carta. Eʼ quanto stima la Coldiretti, in occasione delle rilevazioni Istat sullʼoccupazione, nel sottolineare che si tratta in gran parte di giovani che intendono dare continuità allʼattività dei genitori ma ci sono anche ingressi ex novo spinti da una scelta di vita alternativa a contatto con gli animali e la natura. Quando a guidare il gregge sono i più giovani si assiste secondo la Coldiretti ad un impulso nellʼattività con il 78 per cento dei giovani investe - anche nella crisi - sul miglioramento dei prodotti aziendali. La diffusa capacità di innovazione si concentra sulla qualità e sulla sicurezza del prodotto ma anche nella capacità di presidiare il mercato attraverso nuove formule commerciali come la vendita diretta del proprio prodotto. Le storie sono le più diverse. Davide Bortoluzzi ha 25 anni e con il diploma dellʼistituto tecnico era pronto ad entrare nello studio del padre geometra. Lui invece ha realizzato il suo sogno (sin da piccolo chiedeva a babbo natale caprette): un gregge di 500 pecore per scorazzare sulle Dolomiti. Nessuna macchina sportiva, ma solo le sue gambe per portare da Puos DʼAlpago una mandria di ovini con cani, muli e soprattutto garantire la sopravvivenza di una particolare razza centonove SIRACUSA Isab, Geraci direttore del personale “lʼagnello alpagoto”. In lui cʼè tutta la una garanzia per il futuro della pastorizia in convinzione di fare il “pastore Italia dove si producono - sottolinea la professionista”. Con lui molte volte ci va Coldiretti - oltre 60 milioni di chili di formaggi anche la fidanzata una modella … a riprova pecorini dei quali oltre la metà a che fare il pastore piace. Giuseppe Stocchi denominazione di origine (Dop). invece ha 28 anni conduce una grande Allʼesportazione va oltre il 25 per cento della azienda di pecore a Leonessa in provincia produzione. Nella produzione Made in Italy di Rieti. Possiede ben 1.500 pecore, a denominazione di origine a fare la parte Comisane (razza siciliana) e Sarde con una del leone - continua la Coldiretti - è il spruzzatina di Sopravissana che Pecorino Romano Dop che copre lʼ80 per producono 220/230 litri di latte al giorno per cento, ma hanno ottenuto la protezione ricavarne ottimi formaggi comunitaria come (Pecorino Stagionato in Grotta, denominazioni di origine Circa tremila anche il pecorino Sardo, il Pecorino Primo Sale, Pecorino Media Stagionatura, Pecorino Siciliano e il Toscano e quello giovani tornano Fresco) e ricotta che vende a mettersi alla guida di Filiano oltre al Fiore Sardo direttamente nei mercati degli ed al Canestrato Pugliese. Il di un gregge agricoltori di Campagna Amica. pecorino è uno dei formaggi per non arrendersi italiani più antichi: veniva Simone Cualbu è un allevatore di 35 anni di Gavoi e conduce, in prodotto già nella Roma alla crisi agro di Macomer, unʼazienda imperiale e faceva parte delle agricola con ordinamento oviderrate dei legionari, ma è caprino di 75 ettari con 300 capi. Il probabile che le sue origini siano ancora più formaggio (DOP), prodotto esclusivamente lontane, vista la diffusione delle pecore sul con latte crudo di pecora di razza sarda nostro territorio. La pastorizia è un mestiere allevate al pascolo, viene affumicato e ricco di tradizione che ha un elevato valore successivamente portato a stagionare nelle ambientale e dalla sua sopravvivenza cantine a Gavoi. La passione per il suo dipende la salvaguardia di razze in via di lavoro non gli ha fatto dimenticare estinzione a vantaggio della biodiversità del lʼimpegno civile. Eʼ Presidente della territorio, dalla rustica pecora sarda alla Coldiretti di Nuoro-Ogliastra ed è anche pecora sopravissana dall'ottima lana, dalla componente del direttivo del Consorzio di pecora comisana con la caratteristica testa Tutela del formaggio Fiore Sardo (DOP) rossa a quella massese dall'insolito manto nonché Presidente del Consorzio Produttori nero, patrimonio di biodiversità il cui futuro è Storici Pastori. La presenza dei giovani è minacciato dal rischio di estinzione. “ ” NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Dimissioni con convalida: l’iter si complica FINO A 30 MILA EURO di sanzione amministrativa per il datore di lavoro che abusa delle cd “dimissioni in bianco”, quelle firmate ante tempo dal lavoratore. Lʼinasprimento della sanzione assieme allʼaggravio burocratico previsto per la convalida di dimissioni o di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, sono i principali effetti che produrrà lʼart.55 del ddl di riforma il mercato del lavoro che ha iniziato lʼiter parlamentare da alcuni giorni. La norma in cantiere prevede un particolare iter procedurale per tutelare la maternità e la paternità e, in generale, per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco che comporta, secondo i Consulenti del lavoro, un sovraccarico di procedure e aumento di costi per i datori. I metodi per le dimissioni si differenziano a seconda della situazione: per le lavoratrici in gravidanza (o per i lavoratori in periodo protetto) e per la generalità dei lavoratori. Lʼiter è il medesimo anche in caso di risoluzione consensuale. La risoluzione consensuale o la richiesta di dimissioni presentate dalla lavoratrice, durante il periodo di gravidanza e dalla lavoratrice o dal lavoratore durante i primi 3 anni di vita del bambino o nei primi 3 anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento (o adozione internazionale) devono essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro competente per territorio (Dtl). Lʼefficacia della risoluzione del rapporto è condizionata a detta convalida. Per la generalità dei lavoratori, invece, lʼefficacia sia delle dimissioni, sia della risoluzione consensuale è condizionata alla convalida da effettuare presso la Direzione territoriale del lavoro o il Centro per lʼimpiego territorialmente competenti, o presso le sedi individuate dai CCNL. Lʼalternativa sarà la sottoscrizione di apposita dichiarazione del lavoratore apposta in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro. Il datore che riceve le dimissioni, quindi, provvede allʼordinaria Comunicazione telematica di cessazione al centro impiego (Co) ed entro 30 giorni (a pena di nullità), invita il lavoratore alla sottoscrizione della suddetta Co. Il lavoratore ha 7 giorni dal ricevimento dellʼinvito per sottoscrivere la Co e chiudere il rapporto. Negli stessi 7 giorni può, invece, non fare nulla e per silenzio assenso le dimissioni saranno valide, oppure può contestarle offrendo le proprie prestazioni lavorative. Lʼabuso delle dimissioni in bianco, salvo che il fatto non costituisca reato, è punito con la sanzione amministrativa da 5mila a 30mila euro. SIRACUSA. Il riassetto del management di Isab, società formata dai russi di Lukoil e da Erg che gestisce le due raffinerie di Priolo, passa da un nuovo direttore del personale. Claudio Geraci, 43 anni, che in Isab è responsabile delle Relazioni esterne, è stato chiamato ad assumere anche il nuovo incarico. Subentra a Francesco Siracusano, che è andato di recente in pensione. CALTANISSETTA Giannone al Gal Terre del Nisseno CALTANISSETTA. Emilio Aurelio Giannone entra nel consiglio di amministrazione della società consortile Gal Terre del Nisseno. Giannone, da ottobre commissario cittadino dell'Mpa, è stato nominato come rappresentante della Provincia di Caltanissetta. TRAPANI Unione maestranze, Bruno presidente TRAPANI. Ignazio Bruno, 49 anni, dipendente della Capitaneria di porto, è il nuovo presidente dell' Unione maestranze, l'associazione che cura l'organizzazione di riti e processioni della Settimana santa. Tra i progetti del neo eletto, rendere l'Unione maestranze soggetto beneficiario del cinque per mille. CONSORZI CONSUMATORI Distretto meccanica Disco verde dalla Regione Su e giù con l’ascensore SIRACUSA. Disco verde della Regione siciliana al nuovo triennio (2011-2013) di attività del distretto della meccanica siciliana, il Consorzio al quale fanno riferimento circa 180 aziende di settore delle aree industriali di Siracusa, Gela e Milazzo. Confermato alla guida Guglielmo Drago. Il decreto ha concluso positivamente l'iter di verifica del lavoro svolto nel primo triennio di attività dal distretto nel corso del quale sono anche state gettate le basi per la creazione di importanti occasioni di sviluppo soprattutto su scala internazionale con particolare attenzione al bacino del Mediterraneo. "Le imprese più competitive di un certo settore tendono a concentrarsi in zone precise dando vita a cluster che integrano gruppi di aziende dello stesso settore, omogenee e/o complementari - ha osservato il presidente Drago - In tal senso il Distretto è un formidabile strumento operativo". pagina 36 DI FRANCESCO SABATINO LʼASCENSORE RIENTRA fra i beni che si presumono comuni a tutti i condomini compresi i proprietari del piano terra e dei negozi . La presunzione di bene comune, però, non si applica all'ascensore installato dopo la costruzione dell'edificio, per iniziativa di uno o più condomini, che diventerà di proprietà solo di coloro che lo hanno installato . Le spese per la manutenzione e ricostruzione dell'ascensore già esistente si suddividono per metà in base all'altezza e per metà in base ai millesimali di proprietà, poiché l'impianto assolve all'analoga funzione delle scale. Si identificano i proprietari dell'impianto installato successivamente quindi, chi deve pagare le spese relative all'opera. Secondo un orientamento giurisprudenziale di merito appartiene anche ai proprietari degli appartamenti siti al piano terra, tenuti a contribuire alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e a quelle di ricostruzione per quella parte di oneri (metà ) suddivisa in ragione del valore del piano o della porzione del piano (millesimi di proprietà); non è invece dovuta alcuna quota di quella parte di spese (l'altra metà) ripartite proporzionalmente alla distanza dei piani dal suolo. Queste deduzioni nascono dalla circostanza che l'ascensore è una cosa destinata a servire i condomini in misura diversa , va rilevato che anche i partecipanti che hanno la proprietà di porzioni al piano terra possono trarre utilità dall'impianto . Non solo , infatti, l'esistenza dell'impianto è idonea a valorizzare l'intero immobile , ma in più normalmente l'ascensore permette di raggiungere più comodamente parti superiori che sono comuni a tutti. Adoc Uil Messina centonove RODI’ MILICI A SCUOLA DI RICAMO Rivive una grande tradizione Tra arte e gastronomia PAG. 38 poster 11 MAGGIO 2012 FICTION, LADY MONTALBANO SONO Parla con lʼattrice messinese “fidanzata” del commissario più amato dʼItalia PAG. 42 MURALES DI UMANITA VARIA MESSINA. L’INIZIATIVA DELL’ANOLF FINO AL 26 MAGGIO La cultura che unisce Al via con il libro di Domenico Barrilà, “InterculturalFest”. Mostre, concerti e riflessioni. Perchè conoscere vuol dire integrare MESSINA. Parlare di Dio, con i bambini è unʼoccasione straordinaria soprattutto ora che nelle classi ci sono musulmani, induisti, cristiani cattolici, cristiani ortodossi. Ogni volta che lʼho fatto ho imparato qualcosa. Lo dice bene lo psicoterapeuta Domenico Barrilà nellʼultimo suo libro dedicato ai bambini, “Il coraggio di pensare a Dio” (Carthusia edizioni), che verrà presentato venerdì 11 maggio alle ore 10 presso la sala riunioni della Cisl. “I bambini e gli adulti si contagiano in continuazione, sebbene gli adulti pensino di non avere nulla da imparare dai bambini e questi siano convinti di non avere nulla da insegnare agli adulti”. La presentazione del libro di Barrilà – psicoterapeuta messinese trapiantato a Milano –, vuole essere un approfondimento sullʼeducazione religiosa dei bambini in chiave interculturale in collaborazione con la “Comunità islamica” e la libreria Bonanzinga, nellʼambito di “InterculturalFest”, il Festival dellʼIntercultura voluto e organizzato dallʼAnolf di Messina che si terrà sino al 26 maggio. La manifestazione, voluta per rafforzare lʼintegrazione delle varie comunità di stranieri presenti nella città intendendo in tal modo esporre i molteplici aspetti di una realtà così lontana da quella occidentale, propone mostre, concerti, religioni, sport, presentazioni di libri, momenti della tradizione delle diverse culture presenti sul territorio messinese, per rafforzare lʼintegrazione delle varie comunità di stranieri presenti nella città intendendo in tal modo esporre i molteplici aspetti di una realtà così lontana da quella occidentale. Un programma presentato nella sala riunioni della Cisl di Messina alla presenza presenza del segretario generale Tonino Genovese, dei co-presidenti dellʼAnolf Dino Calderone e Youssuf Zhar e del coordinatore dellʼAnolf Nimal Premasiri. In videocollegamento da Colombo (Sri Lanka) hanno partecipato anche gli studenti e i docenti del College D.S. Senanayake a cui lʼAnolf ha donato unʼaula multimediale nel corso di una cerimonia alla presenza INDOVINA CHI E’? Ragazza con un costume tradizionale dello Sri Lanka. Per tutto il mese di maggio, al primo piano della Cisl di Messina, sarà possibile visitare la mostra fotografica dedicata appunto allo Sri Lanka. Nella foto in alto, la copertina del libro di Domencio Barrilà del Ministro dellʼEducazione Srilankese Bandula Gunawardena e di una rappresentanza dellʼAnolf Messina. Inaugurata, al termine della conferenza stampa, la mostra fotografica dedicata allo Sri Lanka che sarà aperta per tutto il mese di maggio presso la sede della Cisl sul viale Europa, al primo piano. Tra gli appuntamenti più importanti quello di venerdì 11 maggio per la presentazione del libro di Domenico Barrilà “Il coraggio di pensare a Dio”, che grazie alle illustrazioni di Emanuela Bussolotti, riesce a spiegare ai più piccoli, e non solo, i grandi perché della vita che attraversano la filosofia, che affascinano chi ha fede (non religiosità) eche mettono in ricerca chi non crede. Seguirà la visita alla Moschea. Gli appuntamenti continuano sabato 12 maggio alle 17 presso la sede dellʼAnolf in viale Europa, con “Lʼora del Tè”, bevanda offerta secondo le diverse tradizioni singalese e marocchina. Domenica 13 maggio alle ore 11, presso il Santuario della Madonna del Tindari, Santa Messa in lingua singalese con diffusione televisiva internazionale realizzata da Anolf con SRI TV. Sabato 19 maggio alle 21 presso il Giardino Corallo Musica e intercultura, una serata musicale multietnica con numerosi gruppi del panorama messinese e non solo. Domenica 20 maggio, invece, dalle 8 alle 17 presso la sala riunioni della Cisl, momento di meditazione e preghiera Buddhista. Sabato 28 maggio alle ore 11 presso lʼIstituto Don Orione la presentazione della ricerca “Gli immigrati a Messina” e a seguire, intorno alle 12.30, Cucina e intercultura, occasione di scambio attraverso lʼinterpretazione dei cuochi delle diverse comunità. CONCORSI Due “uomini” della Curia UN VESCOVO AMATO ED UN AUSILIARE MESSINESE erano ai vertici della Curia negli anni ʻ70. Sono queste le indicazioni per indovinare i nomi dei personaggi ritratti nella foto a sinistra. Il volto della scorsa settimana (foto a destra), invece, è stato svelato da Morgana Conti. La sua email è arrivata in redazione venerdì 4 Per partecipare maggio alle 7.16 con la risposta al quiz inviare giusta: Lillo Alessandro dei la soluzione all’indirizzo email Canterini Peloritani. La [email protected], ra Conti ha vinto tre abbonaallegando i propri dati menti al settimanale Centonopersonali e recapiti ve che verranno attivati a partire dal mese di novembre 2012. pagina 37 11 MAGGIO 2012 postertradizioni centonove RODI’ MILICI. Al via un laboratorio di cucito. Le anziane del paese insegnano i segreti del ricamo A scuola di Trame... e the L’iniziativa promossa dalla docente Angelina Scardino ha lo scopo di tramandare il patrimonio culturale alle nuove generazioni. Corsi di macramè, tombolo, sfilati siciliani. Il tutto accompagnato da infusi e marmellate. Come facevano le nonne DI PASQUALINO MATERIA RODIʼ MILICI. Le docenti hanno una età media di 80 anni. La più anziana si chiama Maria Torre e sulla carta dʼidentità risultano 87 primavere, molte delle quali Anna Triolo intreccia palme trascorse in mezzo a filati pregiati e ricami di antiche tradizioni. Si chiamerà “Trame e the” il laboratorio che prenderà il via a fine maggio, promosso da unʼassociazione culturale di promozione sociale nel comune di Rodì Milici. Lʼobiettivo? Tramandare i segreti del ricamo alle nuove generazioni per non disperdere il patrimonio di tradizioni del piccolo comune tirrenico. A dare la disponibilità già numerose ragazze dai 12 ai 20 anni. Ideatrice del laboratorio è Angelina Scardino, insegnante della scuola primaria a Vigliatore, un vero vulcano in eruzione. Sposata, mamma di Ginevra, per lei le giornate dovrebbero durare forse 48 ore, tante sono le cose che vorrebbe fare. «Lʼamore per la sperimentazione continua - esordisce orgogliosamente Angela - la curiosità verso tutto ciò che prende corpo attraverso lʼuso delle nostre mani, la ferrea volontà di voler riscoprire e preservare arti e tecniche antichissime legate principalmente allʼuniverso femminile, sono gli elementi che mi hanno spinto a dar vita a questa associazione e a questo nuovo laboratorio che si chiamerà appunto “Trame e tè…percorsi sul filo della memoria”. Nel laboratorio si tenterà di cogliere frammenti di tradizioni altrimenti destinati a sparire. «Vogliamo quindi sensibilizzare i depositari di antiche conoscenze a voler trasmettere e condividere i loro preziosi saperi con chi, delle nuove leve, ancora oggi ha la voglia di apprendere - riprende - Non deve essere perduto il patrimonio socio culturale e artigianale del nostro territorio, sarebbe come gettare un tesoro in un posto sperduto». La docente spiega come nasce il nome del laboratorio, “trame e tè?. «Ancora oggi è tradizione ricamare in “compagnia” di una buona tazza di tè e di gustose marmellate (nella mia famiglia LA SCHEDA Vi spiego “l’arte dei nodi” RODIʼ MILICI. Il macramè è lʼ”arte dei nodi”. Eʼ una tecnica araba, come ci dice Angela Scardino. Il macramè classico è lʼandare ad annodare lʼordito libero del nostro tovagliato. Ci sono diversi tipi di nodi: cʼè il nodo a cordoncino, piatto, cordoncino obliquo, piatto alternato. Si possono realizzare tante cose e fra questi sono bellissimi gli arazzi. Ci vuole grande maestria e pratica perché tutto dipende dalle proprie mani, nessun attrezzo infatti viene usato per annodare i nodi. I disegni realizzati negli arazzi a volte copiono quelli antichi ma molti sono di invenzione propria e qui sta lʼarte. “Il macramè- conclude la Scardino- lo trovo meditativo, rilassante e creativo”. Il macramè trova molte applicazioni nellʼarredamento moderno. pagina 38 centonove postertradizioni 11 MAGGIO 2012 MIRABELLA IMBACCARI Con il museo abbiamo fatto Tombolo L’amministrazione inaugura l’esposizione di merletti e abiti Angela Scardino segue le istruzioni della maestra Stefana Iuliano vengono preparate con la dedizione e la cura che hanno tramandato i miei nonni) sottolinea - ripercorriamo sentieri che legano passato e presente, creando appunto “trame” di fili, di storie, di memorie. Il nostro stare insieme ha come fine quello di apprendere e condividere ciò che loro, le nostre maestre non solo di vita, ci stanno trasmettendo. Non vogliamo sprecare nulla di tutto ciò e vogliamo trasmetterlo ai ragazzi di oggi, tutti computer e internet, perché sono questi i valori della vita». Lʼiniziativa la riempie dʼorgoglio. Essendo rodiese di nascita, anche se abita nella vicina Terme Vigliatore, vuole che rimanga in loco per valorizzare sempre più il suo territorio. In questo laboratorio ci saranno corsi di: macramè, una tecnica antichissima tramandata dagli arabi e che ha nella Liguria la sua culla storica; feltro ad acqua; ricamo classico; tombolo; sfilati siciliani; sfilati antichi; reticello; chiacchierino; punto croce con retro perfetto; trina; centri ai ferri; cucito creativo (patchwork, silkribbon, quilling); corso di taglio e cucito metodo élite; tecniche di intreccio (per palme, cestini ecc.); decorazione. Inoltre ci saranno dei corsi per i bambini di origami; pasta di mais; semplici tecniche di ricamo; feltro ad acqua e tecniche di intreccio. Molte docenti sono anziane di Rodiʼ Milici. Stefania Iuliano che insegna gli sfilati antichi, ha 83 anni; Anna Triolo che insegna la rete moderna ne ha 84, Maria Torre, 87. Ci sono anche le meno anziane come Sara Squadrito che insegna i punti sulla rete; Gabriella Barone, il tombolo; Maria Recupero, lʼuncinetto irlanda; Santina Presti, il chiacchierino; Sebastiana Ravidà, il punto croce perfetto. Cʼè poi chi verrà da Modica, come Laura Adamo che fa parte della cooperativa “Magici Ricami” che insegnerà lo sfilato siciliano. Questa tecnica, in base a studi portati avanti da Angela Scardino, si divide in cifre precise: 400, 500 e 700. Sono i punti che si riescono a dare in una giornata per fare uno sfilato. Meno punti si riescono a dare giornalmente, più lo sfilato è pregiato perché vuol dire che è difficile da completare. Ci sarà poi unʼaltra artista, Mariella Buttino che si occuperà della decorazione e realizzazione di vetrate artistiche, mentre Laura Lo Duca si occuperà di pittura su stoffa. MIRABELLA IMBACCARI. Un museo interamente dedicato al tombolo, lʼattività artigianale mirabellese per eccellenza, nata più di 100 anni fa. Inaugurato lo scorso 18 marzo, il museo contiene migliaia di merletti, abiti e arredi realizzati a tombolo. «Si tratta d una struttura invidiabile, realizzata grazie ai fondi della comunità europea», informa Filippo Rasà, vicesindaco di Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania. Su una superficie di ottocento metri quadri sorgono otto stanze suddivise in settori tematici (zona giorno, notte, abiti sposa, corredi per le nozze o per i neonati,ecc..), dove sono esposte le meraviglie realizzate dalle abili mani delle ricamatrici del luogo. «Lungo il percorso della mostra permanente si possono ammirare lavorazioni di tutti i tipi, da quelle storiche a quelle più moderne che tengono conto delle nuove mode e usanze», spiega Sara La Delfa, presidente della Pro Loco e operatrice turistica. «Con i fondi comunali e il contributo della Provincia abbiamo acquistato migliaia di lavori per un valore di circa un milione di euro», dichiara ancora il vicesindaco. A ricamare a tombolo sono ancora in tante nel paese. «Ci sono almeno 500 donne tra i 40 e i 50 anni che sanno lavorare dichiara il vicesindaco - Per quelle al di sopra dei 50 anni, poi, questʼarte non ha Un ricamo a tombolo segreti. Purtroppo solo le più giovani la sconoscono perchè non è più motivo di interesse per loro». Lʼattività è stata la prima fonte economica del paese dal dopoguerra ad oggi. «Purtroppo negli ultimi 10 o 15 anni - continua Rasà - la richiesta sul mercato è diminuita e i ricami a tombolo sono diventati un prodotto di nicchia. Non bisogna però dimenticare che si tratta di una vera e propria arte, che richiede costi elevati e tanta fatica». Al museo sono esposti anche attrezzi tradizionali come il “fusello”, un bastoncino attorno al quale viene arrotolato il filo necessario alla lavorazione. ll ricamo nasce seguendo uno schema disegnato su un cartoncino, fissato su un cuscino cilindrico, il tombolo appunto.Una mostra permanente del tombolo era già stata allestita nel lontano 1986. «Abbiamo lavorato per riallestire la mostra ritenendola un importante veicolo sia di interesse economico che turistico. Lʼamministrazione - conclude il vicesindaco intende diffondere la conoscenza di questʼarte anche fuori e se possibile prendere contatti con stilisti nazionali». (CH.M) UN PO’ DI STORIA La baronessa Auteri e la guarigione miracolosa Dopo la scomparsa di un male incurabile la nobildonna ha finanziato le ricamatrici Un quadro realizato con il ricamo Unʼantica arte legata ad una storia di bontà e di fede. E ad una non comune, per lʼepoca, iniziativa imprenditoriale femminile. Secondo fonti storiche fu una nobildonna catanese, la baronessa Angelina Auteri, moglie del principe di Biscari, Ignazio Paternò Castello, ultimo erede della casata, a portare agli inizi del Novecento la lavorazione a tombolo a Mirabella Imbaccari. In seguito ad una miracolosa guarigione da un male incurabile, il pagina 39 principe decise, insieme alla moglie, di dedicarsi alla fede entrando in convento. Dopo 25 anni di matrimonio, lui si fece prete barnabita, lei carmelitana scalza. I due coniugi decisero di rinunciare ai loro averi e donarono in beneficenza lʼintero ingente patrimonio di cui erano in possesso. Fu allora che la baronessa pensò di destinare parte del denaro per istituire lʼOpera del Tombolo, unʼassociazione che insegnava questa arte del ricamo a mano, affidata alle suore dellʼIstituto Santa Dorotea. Il suo coraggioso progetto imprenditoriale offrì alle donne del paese la possibilità di rendersi indipendenti, e di preparare da sé il corredo alle figlie. Unʼattività che, passando di generazione in generazione, ancor oggi si perpetua, a tal punto che non c'è una casa o una strada dove non si vedano donne e bambine sedute al sole, o all'ombra, intente a tessere finissimi e pregiati merletti. (CH.M) posterlibri 11 MAGGIO 2012 centonove NOVITA’. Tutto quello che le donne non dicono nel libro di Sara Rattaro Confesso, ho peccato La 37enne genovese in “Un uso qualunque di te” racconta la storia di Viola, sfidando il clichè della moglie traditrice e della madre poco presente DI CHIARA MICCOLI MESSINA. Unʼemozionante confessione femminile fatta di debolezze, tradimenti, inquietudini, bugie, rimpianti, sensi di colpa. In “Un uso qualunque di te” (Giunti editore, pp. 202, euro 12,00), la trentasettenne genovese Sara Rattaro, informatrice farmaceutica con la passione per la scrittura, racconta tutto ciò che una donna non può rivelare di sé. «Perché – dichiara lʼautrice – tutti si aspettano che noi ci comportiamo in una certa maniera. Vivere e amare a modo nostro non ci è possibile». Sfidando il cliché della moglie traditrice e della madre poco presente, la Rattaro conduce il lettore nel tumultuoso universo interiore della protagonista. È lei a raccontare in prima persona la sua storia. Viola vive dietro lʼapparenza e le consuetudini di una famiglia borghese come tante, ma coltiva in solitudine mille dubbi sul suo presente e altrettanti rimpianti sul suo passato. Ha un marito affettuoso e premuroso e una figlia bellissima. Potrebbe essere felice, eppure non lo è. Chiusa nel suo dramma interiore, fatto di occasioni mancate, di una grande delusione e di una visione troppo idealizzata dellʼamore, Viola non riesce a dare peso alle cose davvero importanti. È quasi lʼalba di una notte di fine primavera. La donna è fuori casa, nel letto di un altro uomo, ma riceve una telefonata allarmante del marito Carlo che le chiede di correre in ospedale. La figlia Luce sta malissimo. È necessario un trapianto e le analisi rivelano quello che per A CURA DI CARMELO CELONA CLASSICI Il Gattopardo secondo Nigro CATANIA. «Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi», dice Tancredi allo zio Fabrizio, principe di Salina. La frase rimbalza nella memoria del Gattopardo. E poi, chiuso il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ancora e ancora tante altre volte, fino a diventare la leggendaria etichetta che ogni cosa dovrebbe contenere di quel libro - uno dei più clamorosi successi del Novecento, tradotto in tutto il mondo e portato al cinema e alla Palma d'oro di Cannes da Luchino Visconti. Salvatore Silvano Nigro, professore di Letteratura a Milano, quella frase l'ha però bandita nel suo Il Principe fulvo (Sellerio, pagg. 151, euro 13), un volume che propone del Gattopardo una lettura affatto diversa: «Quella frase oscura il romanzo da cinquant'anni», dice Nigro nel suo siciliano rotondo. «E anche il film di Visconti ha contribuito». Nigro - catanese, ha insegnato alla Normale di Pisa, si è occupato di Quattrocento, Cinquecento, di letteratura comica e poi di Manzoni, fino a Soldati, Bufalino, Consolo e Camilleri - utilizza lettere inedite, tira fuori dal Gattopardo tante immagini, tanti dettagli e tanti simboli «incredibilmente trascurati», tanti rimandi ad altri autori, ad altre vicende, un fiume che si ingrossa attingendo al mondo antico, all'universo mitologico. Un repertorio spesso intravisto in Tomasi di Lampedusa, ma poco indagato. Colma la lacuna Silvano Nigro che ha presentato il suo libro alle Ciminiere di Catania giovedì scorso con Massimo Maugeri e Pietrangelo Buttafuoco. diciassettenne anni Viola ha tentato di nascondere agli altri e di seppellire nella sua coscienza: Carlo non è il padre biologico di Luce. In un attimo i nodi vengono al pettine. “Improvvisamente tutto cambia. Una giornata tranquilla si trasforma in un giorno che non dimenticherai mai”. Eʼ lo scotto che Viola paga per aver scelto di essere sempre se stessa e per aver dato ascolto unicamente alle sue emozioni. «Non esiste una vera Viola – confessa lʼautrice – Lei vive in una parte di ogni donna. In lei L’AUTRICE. Sara Rattaro. Sotto la copertina del libro ho “stressato” le caratteristiche che la sua protagonista «anche se – appartengono a noi tutte». Il romanzo sottolinea – non cʼè mai stata la volontà procede così tra momenti di angoscia, di condannare il personaggio. Ho voluto smarrimento, delusione, disperazione costruire una confessione scevra da e sensi di colpa, in cui passato e ogni giudizio morale». presente si alternano in una corsa contro il tempo, perché è necessario salvare Luce. Lʼansia esplode nelle ultime concitate pagine sciogliendosi di Felice Irrera in un finale commovente. «Viola è una donna immatura perché il marito lʼha Cinzia Pierangelini, sempre coccolata e in fondo lei non si In principio fu il mare, è mai preoccupata di Pungitopo 2011, pp. 152, € 14,00 crescere neanche quando è diventata Una messinese docente di violino ci offre in questo romanzo, tra Tunisia e Sicilia, lo spaccato molmamma. Con il gesto to attuale di una società affetta dal preconcetto e dallʼignoranza e assoggettata alla televisione e estremo che decide di al consumismo compiere – spiega la Rattaro – ritrova però se Massimo Gramellini - Fai bei sogni Andrea Camilleri - La regina di Pomerastessa e acquista il Longanesi nia e altre storie di Vigàta - Sellerio senso della maternità CarloVerdone - La casa sopra i portici Francesco Guccini - Dixzionario delle che non aveva mai - Bompiani cose perdute - Mondadori avuto». Nelle ultime Carlos Ruiz Zafón Il prigioniero del ciePalov - La città perduta dei templari pagine del libro, la lo - Mondadori Newton Compton wuz.it Rattaro riscatta dunque LA CLASSIFICA 1 2 3 LACERTI DI LETTURE Tolte le cause LA FATICA dellʼesistenza non ci consente di cogliere a pieno la dimensione fantastica della vita. “Quantunque stanco non sono ancora vissuto.” La superiorità morale dellʼinsegnante deve essere praticata dallʼinteressato e riconosciuta dagli scolari e dalla società. “Lui e gli alunni erano soggetti a uguale destino, in quanto esseri umani; ma questa uguaglianza escludeva la famigliarità e la volgarità, anzi avrebbe giovato a ribadire la superiorità morale, più che intellettuale, di lui, il professore; superiorità che gli alunni dovevano riconoscere, anche se non ne traevano profitto.” Lʼestetica che diamo al nostro viso (lʼacconciatura, la barba e i baffi per gli uomini, il trucco e gli orpelli per le donne) spesso più che comunicare il nostro animo, lo cela. “I grossi baffi attutivano il suono della 4 5 6 frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore voce, se li era fatti crescere apposta; e se fumava, il fumo non si vedeva. Un dissimulatore.” Lʼamicizia interessata è un ossimoro. “Tutto è necessario e utile. Utile, ogni atto e ogni gesto dʼamicizia. Un errore lʼevitarsi, il tenersi discosto, dobbiamo sostenerci a vicenda, aver cura lʼuno dellʼaltro. Se ho bisogno di te chiamo, se avrai bisogno di me… ” Lo stucchevole comportamento dellʼencomiasta. “Questi era proclive agli elogi, allʼammirazione” La dimensione media dellʼesistenza non consente allʼuomo di imparare dai sui errori. La vita è troppo breve perchè egli possa vivere gli effetti delle sue scelte e dei sui dissennati comportamenti. “Non capiscono nè vogliono capire; sono sordi inerti; ma tutti si reputano idonei alla vita. La loro vita ricorda lʼatteggiamento di quelli che al cinematografo appoggiano i piedi con le scarpe sudice sulla poltrona davanti; non pensano che altri avrà fatto o potrà fare lo stesso con la loro poltrona in cui stanno pagina 40 seduti.” Quando il corpo perde la sua funzione procreatrice tutto si rallenta e la corsa dei sensi si placa. “Arrendevolezza, adattabilità, una foggia di lassismo senile indotto dai modesti impulsi della carne.” Da tempo lʼuomo ha smesso di interrogarsi sulle cause, risolvendo i problemi in modo sintomatico con pernicioso fatalismo e con la protervia ottusa di chi crede, con limitata visione egocentrica, che se egli non trovi soluzioni, queste non esistono. “Se non avessero piantato lʼalbero del bene e del male , Adamo non sarebbe incorso nella colpa. Tolte le cause, non avremmo gli effetti.” “ Molto spesso lʼuomo muore a metà: lʼaltra metà era già morta da un pezzo.” Nelle rinunzie, nei sacrifici,nel tempo perduto, nel non senso di certe cose che ci sentiamo obbligati a fare . Lacerti tratti da: “Il supplente”-1965 Angelo Fiore postermusei centonove INIZIATIVE. A Mazara del Vallo la prima permanente d'Italia dedicata agli scacchi Tutti “matti”per gli scacchi DI MARIA TIZIANA SIDOTI Nino Profera fondatore del museo Pezzi di una scacchiera in terracotta dipinti a mano provenienti dal Perù ancora li scambiano non tanto con la dama ma per birilli. Eppure in Sicilia erano molto famosi. 400 anni fa i giocatori più forti erano siciliani. . TUTTO INIZIO CON LE FIGURINE. «Ho conosciuto gli scacchi nei primi anni '80, nell'85 abbiamo aperto l'ASD Scacco Club Mazara, ho cominciato a fare l'arbitro e, girando, a raccogliere scacchiere. Gli amici, anche quando viaggiavano, collegavano gli scacchi a me, e mi portavano scacchiere. Ora ne ho quasi 200 da tutto il mondo. Ma una delle cose che mi ha spinto è stata anche una serie di figurine del dado Liebig, dedicata agli scacchi. Da allora non ho fatto altro che raccogliere non solo scacchi ma tutto questo materiale a soggetto scacchistico», ricorda Profera. Che rivela: «Sono stato spinto da amici e parenti: avevo fatto delle mostre e ogni volta ero costretto a rimettere tutto negli scatoloni, così mi hanno detto "fai un museo"». E così al motto "non tutto ma di tutto", oltre alle centinaia di scacchiere da viaggio diverse per originalità e foggia, dal Perù alla Grecia, 5 scacchiere con relativi pezzi giganti, e 6 elettroniche; 25 set di pezzi internazionali di vario materiale; una biblioteca scacchistica con 250 libri, anche dei primi del 1700, e 1300 riviste antiche italiane e estere su sviluppo storico e tecnico del gioco dalle origini ad oggi; un archivio di 2500 partite ufficiali e delle classifiche dei tornei dal 1984; 50 riviste e fumetti a tema; una rassegna stampa con oltre 2000 articoli di quotidiani nazionali ed esteri, ed una video con 300 servizi su emittenti locali, regionali e nazionali; 100 cartoline a tema; 800 titoli cinematografici e 150 video; 300 elementi filatelici con francobolli e annulli postali; 22 brani musicali a tema; 30 orologi scacchistici, meccanici e digitali; 150 medaglie e 106 spille commemorative; 60 fogli con pubblicità a tema; 50 foto di personaggi famosi con scacchiera; 60 esemplari di uso PRIMATI Quando Gueci “alla cieca” entrò nel guinness Aperta da un anno, ha già superato i mille visitatori. Un "viaggio" nel mondo delle pedine: dalla scacchiera di 25 metri quadrati passando dalla letteratura e dall'arte MAZARA DEL VALLO. È a Palermo, nella Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni, pare, la prima traccia in pittura in Italia di una partita di scacchi, per mano d'artisti musulmani, chiamati a decorar nel 1143 da Ruggero II d'Altavilla. E sempre in Sicilia, 868 anni dopo, c'è nel Bel Paese il primo "Museo Nazionale degli Scacchi". È in quel di Mazara del Vallo, nel trapanese, non lontano da quelle coste da cui gli arabi portarono con sè anche il gioco degli scacchi. Ed ha aperto i battenti il 29 maggio del 2011 a catturare tra il fascino dei "bianchi" e dei "neri", torri ed alfieri, cavalli e pedoni, dal legno alla plastica dal marmo alla terracotta, provenienti da vari paesi del mondo, in gioco di geometrie e calcoli matematici tra scacchiere giganti fino a 25 metri quadrati a piccoli esemplari, grandi al par di un portachiavi. IL MUSEO. Inaugurato lo scorso anno presso il Museo della Legalità, da luglio è tornato nella sede originaria di via Genova, visitabile gratis su prenotazione. «Per l'inaugurazione mi è stata data la possibilità di esporre in un locale comunale più ampio, perchè c'era tutto il materiale conservato negli anni, ed era tanto. Ora siamo tornati nella sede ufficiale, più piccola, 3 stanzine, che ho in comodato d'uso, dove sono esposti i pezzi migliori: in quasi un anno abbiamo superato le 1000 presenze», spiega il fondatore Nino Profera. Che aggiunge con orgoglio: «Da ricerche effettuate per circa un anno, anche su centinaia di siti web e in altre lingue, quello di Mazara è sicuramente il primo in Italia e uno fra i pochissimi, 3 o 4, al mondo con una sede in un edificio visitabile e aperta al pubblico». Esistono, infatti, dei musei su internet ma sono mostre solo virtuali, dove acquistare pezzi e scacchiere. «Il museo serve per divulgare gli scacchi. Molti 11 MAGGIO 2012 quotidiano a soggetto scacchistico, dai dolci alle cravatte, dalle scarpe alle tazzine; 200 fogli e ritagli sull'uso del gergo scacchistico; un'aula con computer dotati di software originali del 1980 e circa 30 programmi scacchistici con motori di ricerca per un database di circa 3 milioni di partite giocate; dieci mila foto scattate in eventi scacchistichi. Una collezione eterogenea che ha portato a ricerche in biblioteche dell'isola o a ritrovamenti casuali, come in un mercatino di Mazara la scacchiera probabilmente dell'800 tedesca, fatta restaurare da Profera «L'unico cruccio è di aprire solo su prenotazione, perchè ancora lavoro. Alcuni amici mi stanno aiutando nella catalogazione. Sono io a sostenere con l'appoggio della famiglia tutte le spese del museo e fortunatamente la sede è mia», ammette il fondatore. L'ASSOCIAZIONE. Oltre al museo Profera è socio fondatore del suddetto Club Scacco Mazara, associato alla federazione MAZARA DEL VALLO. Di recente è stato un episodio di "Nero Wolfe" su Rai 1 a darne nuova popolarità, con le indagini del detective americano su un omicidio durante una "speciale" partita di scacchi: si tratta della "simultanea alla cieca" ed è una modalità del gioco nella quale un giocatore, chiuso in una stanza, affronta più avversari tutti seduti in un'altra sala, simultaneamente ed in più senza vedere le scacchiere ma affidandosi solo alla memoria, mentre altri comunicano le varie mosse, facendo la spola tra stanza del giocatore e sala degli avversari. «L'ultimo torneo cieco o simultanea alla cieca si giocò il 20 dicembre 1987 proprio a Mazara: fu tenuta dal maestro Riccardo Gueci di Palermo contro 10 giocatori, ne vinse 9 e ne pareggiò una, e questo gli consentì di entrare nel guinness dei primati», racconta Nino Profera. (M.T.S.) sportiva. «Come disciplina sportiva in Sicilia si sta muovendo a passi da gigante. A fine giugno i campionati italiani under 16 saranno a Kastalia, Ragusa. Ancora però ci sono difficoltà: le famiglie si devono sobbarcare tutte le spese e spesso i genitori sono più disponibili a portare i figli a provini di calcio che a tornei scacchistici. Da studi però risulta che questo gioco di strategia e tattica, dove si perde solo se c'è un errore, serve per le cellule cerebrali, come terapia riabilitativa e per lo sviluppo cognitivo. Non è una casualità che i ragazzi che hanno frequentato la nostra scuola si sono diplomati tutti con 100 e alcuni sono ricercatori nel mondo oggi. È poi non solo un modo per passare qualche ora piacevolmente con amici ma con la regola "pezzo toccato, pezzo giocato" dà la possibilità di far capire che nella vita prima di muoversi bisogna aspettare un attimo. Inoltre, se con il museo facciamo conoscere gli scacchi e facciamo cultura, con l'associazione si svolge una funzione anche sociale, al centro anziani o nei quartieri difficili, dove, tra i ragazzi, senza forzare, possono esserci delle eccellenze, basta aspettare, o può essere un modo per andare avanti», conclude Profera. NON TUTTI SANNO Quella scomunica nel 1061 ROMA. Se il gioco degli scacchi è nei secoli divenuto molto popolare, anche tra sovrani o nel clero, praticato anche da personaggi storici vari, da Voltaire a Napoleone, di cui si sa di una partita giocata contro un automa, un marchingegno, "antesignano" dei computer sfidanti di campioni come Kasparov, ha talvolta conosciuto alterne fortune. Nel 1061 a seguito di una lettera del cardinal Pietro Damiani di denuncia di diffusione del gioco e delle "marachelle" scacchistiche dei vescovi, arrivò ad opera di papa Alessandro II la scomunica degli scacchi che furono riabilitati solo nel '500 con papa Leone X. Nel '900 in Italia ci fu il bando dal Coni, Comitato olimpico nazionale italiano. «Quando mi sono avvicinato agli scacchi, mi chiedevo come mai, mentre 400 anni fa in Sicilia erano in auge, nel '900 non più. Negli anni '30 un gerarca fascista, vedendo durante una partita un ragazzo con la testa sulle mani, chiese cosa stesse facendo. Gli venne risposto: "sta pensando". Il gerarca disse: "qui pensa uno solo", con riferimento a Mussolini. Da allora tolsero dal Coni come sport il gioco che passò all'Enal, un ente per le attività ludiche. (M.T.S.) pagina 41 posterprotagonisti 11 MAGGIO 2012 centonove L’INTERVISTA. A tu per tu con Katia Greco, la “zita” del giovane commissario nella fiction della Rai Lady Montalbano sono Dal debutto fra i banchi di scuola del liceo “Seguenza”, alle tante esperienze a teatro e in tv, la giovane attrice messinese ripercorre le tappe della sua carriera. Con tanti sogni nel cassetto... STEFANIA PREVITE MESSINA. Ha iniziato la sua carriera di attrice sui banchi di scuola. Quelli del liceo scientifico “Seguenza” di Messina, dove ha frequentato i corsi di cinema tenuti dal regista Massimo Coglitore e dalle insegnanti Anna Maimone e Lilia Mangraviti. “Debuttando” ufficialmente come protagonista in due corti realizzati dallʼistituto come saggio finale. La prima tappa di una carriera che ha portato la giovane messinese Katia Greco a interpretare la prima “zita” di Salvo Montalbano nella fortunata fiction televisiva della Rai. Romana dʼadozione, è impegnata adesso nella messa in scena della commedia teatrale “Ti sposo ma non troppo” di Gabriele Pignotta, in scena a Milano dopo il successo di pubblico di Emilia Romagna. Comʼè stato interpretare Mery, la giovane donna di Salvo Montalbano? «Sono molto contenta di aver preso parte ad un progetto vincente, scritto da Andrea Camilleri, di aver interpretato la fidanzata del commissario più amato dʼItalia e soprattutto di aver impersonare una donna simile a me: siciliana, determinata, passionale e romantica che ama la buona tavola e la propria terra». Hai già recitato in teatro e soprattutto in tv. Vedi il cinema nel tuo prossimo futuro? «Naturalmente si, ho fatto molti provini, alcuni andati anche bene, e spero che arrivi presto un progetto valido perché il cinema, comʼè ovvio, è la mia ambizione più grande». Con quale regista ti piacerebbe lavorare al cinema e qual è il film e il ruolo che sogni di interpretare? «Mi piacerebbe esser diretta da registi nostrani come Salvatores e Tornatore, vorrei lavorare anche con Muccino e Bertolucci, mostro sacro del cinema italiano e internazionale. Mi piacerebbe confrontarmi con tutti i generi esistenti e i ruoli possibili e immaginabili per poter crescere e in futuro. Entrare nella psicologia dei personaggi è la cosa che mi diverte di più del mio lavoro, interpretare ruoli che sono affini alla mia personalità mi aiuta a scoprirmi meglio, invece se mi calo nei panni di un carattere opposto al mio riesco a toccare delle corde che non sapevo di avere. Mi piacerebbe girare un film dʼepoca e magari interpretare Giovanna dʼArco. E i tuoi idoli? «Winona Ryder e Audrey Hepburn di cui ammiro la naturalezza la bravura e lʼeleganza nel recitare e Al Pacino Nella foto al centro unʼimmagine di Katia Greco. In alto a destra un frame della fiction televisiva “Il giovane Montalbano”, con Michele Riondino. ovviamente, un mito con cui sogno di lavorare». Comʼè stato il passaggio dalla cinepresa al pubblico di un teatro? «”Ti sposo ma non troppo” è la mia seconda esperienza teatrale, la prima è stata “La grande Cena” di Ettore Bassi. Lʼimpatto è stato molto forte, avere il contatto diretto con il pubblico mi ha spaventato durante la mia prima esperienza ma recitare dal vivo mi dà molta energia, mi aiuta a mantenere il filone emotivo dallʼinizio alla fine senza mai perdere la concentrazione e inoltre adoro vedere il pubblico divertirsi con me, non avevo mai interpretato un ruolo comico ed è stato piacevole». In questi giorni sei in tournèe con la commedia “Ti sposo ma non troppo”. Di cosa parla? Qual è il tuo ruolo? «Il film parla dellʼamore ai tempi dei social network ed è la classica commedia degli equivoci. Una coppia in procinto di sposarsi scopre Facebook per evadere dalla routine e comincia a chattare con alias di tutti i generi per poi scoprire che i due sposini chattavano e flirtavano lʼuno con lʼaltro. Io interpreto Andrea una giovane donna mollata sullʼaltare che, proprio per il trauma, comincia a soffrire di attacchi di panico; qui entra in scena Gabriele Pignotta che interpreta un fisioterapista, single convinto, che fingendosi analista per corteggiare la giovane Andrea, cioè io, alla fine finisce con lʼinnamorarsi di lei. I personaggi si incontrano in una seria di situazioni reali e virtuali che creano equivoci di ogni genere, non solo omonimie ma vere e proprie sovrapposizioni tra identità reali e virtuali». Progetti futuri? «Cʼè un altro progetto teatrale di cui ancora non posso parlare e forse del cinema. Adesso mi sto dedicando allo spettacolo in scena a Milano e mi preparo per concretizzare qualcosa di importante». LA SCHEDA Dallo Stretto a Cinecittà MESSINA. Nata nella città dello Stretto il 31 agosto del 1985, la ventisettenne Katia Greco ha debuttato ufficialmente come attrice in due corti realizzati dallʼistituto “Seguenza” come saggio finale. Dopo uno stage di teatro, nel 2006, tenuto da Patrizia Tedesco, a inizio 2007 si trasferisce a Roma e gira il film tv Rai “Noi Due” di Massimo Coglitore e interpreta un piccolo ruolo nel seriale “Il Capo dei Capi”. Nel 2008 è protagonista dellʼultima puntata di “Ris 4” e di “Crimini bianchi” di Alberto Ferrari. Dopo lʼesperienza sul set di “Distretto di polizia”, è la protagonista femminile dello spettacolo teatrale “La grande cena”. pagina 42 centonove posterarte MESSINA. Al Monte di Pietà una mostra antologia sull’artista di Tortorici TAORMINA Il mondo poetico di Vanadia Pittore autodidatta e membro storico dell’Accademia della Scocca, fu tra gli animatori di una delle più importanti stagioni culturali della città. In esposizione oltre cento opere MESSINA. Fu tra gli animatori di una delle più importanti stagioni culturali della città dello Stretto, quella del dopoguerra e della rinascita, partecipando da protagonista assoluto allʼetà dellʼoro messinese tra gli anni Cinquanta e i Settanta del Novecento. Eppure, oggi, sono in pochi a ricordarsi di Giuseppe Vanadia, il pittore di Tortorici scomparso a Ferrara nel 1974, le cui opere sono custodite nelle principali collezioni pubbliche messinesi e siciliane. A quasi quarantʼanni dalla morte, una mostra antologica, allestita al Monte di Pietà, riporterà adesso “a vita nuova” le opere e le creazioni dellʼartista, restituendo alla cittadinanza un pezzo importantissimo della propria memoria storica e culturale. LʼESPOSIZIONE. Organizzata dallʼassessorato provinciale alla Cultura, la mostra antologica su Vanadia è stata inaugurata lo scorso sabato 5 maggio in presenza del presidente della Provincia Nanni Ricevuto, dellʼassessore provinciale alla Cultura Mario d'Agostino, della storica dellʼarte Teresa Pugliatti, della figlia dellʼartista Isolina Vanadia e della storica dellʼarte e curatrice della mostra Virginia Buda, autrice del volume monografico “Il mondo poetico di Giuseppe Vanadia”, presentato durante lʼincontro. Nel corso della mostra, visitabile dal martedì al sabato fino al prossimo 25 maggio, circa un centinaio di opere della sua ricca produzione illustreranno le diverse fasi evolutive del percorso artistico di Vanadia attraverso i suoi soggetti preferiti: i paesaggi, i fiori, le icone sacre, le raccoglitrici di nocciole del paese natio. Accanto ai dipinti saranno esposti anche i libri illustrati, i tappeti tessuti sui suoi disegni, gli inviti per le mostre o gli eventi organizzati dall'Accademia della Scocca, i cosiddetti “papelli” che accompagnavano gli ironici conferimenti delle cariche onorifiche della scanzonata Accademia. Oltre ad essere una delle personalità 11 MAGGIO 2012 “Grafitismi di segni e luci ” Artisti a confronto a Palazzo Duchi TAORMINA. Prosegue a Taormina, presso la Fondazione Mazzullo, ente promotore dellʼevento, il dialogo tra giovani artisti provenienti da diverse realtà della Sicilia e del Continente nella mostra “Grafitismi di segni e di luci” a cura di Giuseppe Filistad e Giuseppe Morgana. Dopo un primo confronto Berra - De Mariano, nelle sale del Palazzo Duchi di Santo Stefano prosegue il parallelo artistico e intellettuale che vede come protagonisti ancora Thomas Berra e Filippo De Mariano. A loro si uniscono Gianfranco Donato, artista giovanissimo, presente con una sua opera al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia, che si esprime con un segno veloce e “Strade” di Giuseppe Vanadia (Collezione Eredi) artistiche più attive del periodo, il pittore fu infatti anche uno dei membri storici dell'Accademia della Scocca e del Cenacolo riunito intorno alla libreria dellʼOspe, che fu punto di incontro delle migliori menti di Messina, tra le quali Salvatore Pugliatti e VannʼAntò, oltre che di molte personalità di tutto rilievo della cultura nazionale. MATEMATICA E ARTE. Nato nel 1909 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri in contrada Mercurio, a Tortorici, Vanadia si laureò allʼUniversità di Messina e insegnò matematica e fisica negli istituti superiori della città, fra i quali il “La Farina”, lo “Jaci” e il “Minutoli”. Iniziò a dipingere allʼetà di quarantanni, da autodidatta, eseguendo delle piccole opere ad olio per la figlia. «Sono stata testimone del percorso artistico di mio padre - racconta Isolina - fin dalle sue prime prove, i piccoli quadri dipinti insieme a me bambina». La prima esposizione di Vanadia risale al 1951, quando vinse il Premio Parlavecchio alla “I° Mostra Nazionale Città di Messina”. Negli anni successivi, continuando ad insegnare con immutato impegno, ha partecipato a numerose e importanti mostre collettive in Italia e all'estero. Sue personali sono state allestite a Messina, alla galleria “Il Fondaco” dell'Ospe e all'Istituto Tecnico “Jaci”, a Tortorici, a Catania e a Catanzaro. Ha conseguito numerosi premi tra i quali il Premio dell'Accademia dei Filedoni di Perugia, il 2° Premio Gioia Tauro e il 1° Premio Città di Vibo Valentia, ex aequo con Pippo Rizzo. Nellʼanno della sua morte, gli amici del Fondaco intitolarono a suo nome il premio “Tavolozza dʼoro”. «La pittura di Vanadia, che mi aiutò ad amare la matematica spiega Teresa Pugliatti - ha assorbito tutti i modelli facendoli propri, finendo così per conservare una totale autonomia di visione. Le sue immagini, nate sempre dallʼanimo, ci dicono della sua costante autenticità, e anche del suo amore per le piccole cose come le persone». (M.R.) spontaneo usando il colore come ma, e Palmina Barbagallo, le cui foto catturano la luce e con movimenti decisi la trasformano in segno netto e vibrante. Durante il vernissage interverranno sia gli artisti che i curatori. Tra gli ospiti Lisa Bachis, che illustrerà la sua “Ermeneusi dellʼArte”, metodologia della interpretazione delle opere dʼarte attraverso un approccio che va oltre la semplice visione estetica. La mostra sarà inaugurata sabato 12 maggio, alle 18, e sarà visitabile tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 16 alle 19:30 fino a giovedì 24 maggio. EOLIE Incontri d’arte a Lipari Bellezza ed etica alle Terme di San Calogero Agostino Ferrari. Sullo sfondo un suo dipinto LIPARI. Un complesso archeologico, con le sue testimonianze di antichi passaggi, affianca un palazzo termale ottocentesco, dentro cui hanno trovato posto opere dʼarte contemporanea. Antico, moderno, contemporaneo: gli spazi raccontano, attraverso i secoli, unʼidea di bellezza. “Incontri Mediterranei - Nord Ovest” è il nome della mostra inaugurata il 5 maggio a Lipari, alle Terme di San Calogero. Terme che riaprono al pubblico per la seconda volta (la prima fu nel 2011) dopo un trentennio di abbandono, terme che rinascono grazie al lavoro della cooperativa sociale liparota “Fsc Group” e della “Fondazione Horcynus Orca”. Preziosa è stata la collaborazione con la Fundación Frax de la Comunidad Valenciana di LʼAlfàs del Pi, da Alicante, che ha permesso alla curatrice, Martina Corgnati,di esporre alle Terme le opere di tre importanti artisti spagnoli: Ramón de pagina 43 Soto Arándiga, Vicente Barón Linares, Natividad Navalón. Alle cui opere si sono aggiunti i dipinti del Maestro Agostino Ferrari e un omaggio al grande pittore Anselmo, con lʼesposizione di alcune sue opere ispirate allʼisola di Panarea. «Lʼarte ha un enorme potere di bellezza. Bisogna continuare a investire nellʼarte e nella cultura per mantenere in vita luoghi come le isole Eolie. Il trait dʼunion della mostra è il segno, che migra dal passato eoliano fino alle esperienze attuali dellʼarte contemporanea del Mediterraneo»: così Martina Corgnati racconta lʼesposizione. Che ha anche un valore etico: lʼallestimento della mostra ha coinvolto dodici ex internati dellʼOpg di Barcellona Pozzo di Gotto, nellʼambito del progetto “Luce è libertà”, portato avanti dalla Fondazione di Comunità. «Incontri Mediterranei - spiega Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca - ha coinvolto nel processo di risanamento di questo territorio persone scartate dalla società, che hanno dimostrato che bellezza e liberazione camminano insieme: non si genera sviluppo umano senza trasformazione degli spazi sociali». La mostra sarà visitabile fino al 15 ottobre, dal lunedì al sabato. posterweekend 11 MAGGIO 2012 come... dove... quando... venerdi' 11 maggio CATANIA. "Karoshi Atti di legittima difesa". Teatro Coppola, via del Vecchio Bastione, 9 ore 21 CATANIA. Umberto Eco: Odissea nella Biblioteca di Babele, presentazione del libro di Marco Trainito. Teatro Coppola, via del Vecchio Bastione, 9 - MUSICA ore 17.30 MESSINA. Alla libreria “Doralice”, presentazione del libro “Supermarket mafia”, di Marco Rizzo. Ore 18.30 MESSINA. A Kalòs Studio d'Arte (Via Carlo Botta - Me) è in esposizione 'L'istinto sul segno' di Alessandro sabato 12 maggio CATANIA. Umberto Eco: Odissea nella Biblioteca di Babele, presentazione del libro di Marco Trainito. Teatro Coppola, via del Vecchio Bastione, 9 - ore 17.30 LIMINA. Festa in onore di San Filippo dʼAgira. La mattina, la statua del santo, che pesa circa 700 Kg, viene portata a spalle, Samiani. CATANIA. Al Teatro Massimo Bellini Le nozze di Figaro, di Wofgang Amadeus Mozart. Direttore Sergio Alapont, Leonardo Catalanotto. Ore 21 PALERMO. Mostra “Il mito e le modelle' di Salvatore Fiume. Reale Albergo delle Povere a passo sostenuto e senza soste, sino in località Murazzo, distante dal paese circa 6 Km, dove si svolge un piccolo mercato che con le sue bancarelle multicolori rende ancor più festosa la vallata. CALTAGIRONE. Alle ore 18, Salone di Rappresentanza del Comune, presentazione del libro di Giulia Cambiolo 'Questa è la vita!'. Intervengono: Francesco Pignataro e Domenico Amoroso. Sarà presente lʼAutrice Costanza Grifeo. CATANIA. 'I giganti della montagna' di Luigi Pirandello, regia di Giuseppe Dipasquale. Sala Verga ore 21 CATANIA. Teatro Massimo Bellini Le nozze di Figaro, di Wofgang Amadeus Mozart. Direttore Sergio Alapont, Leonardo Catalanotto. Ore 21 PALERMO. Mostra “Il mito e le modelle' di Salvatore Fiume. Reale Albergo delle Povere CATANIA. Al teatro Ambasciatori fino dal 15 al 27 maggio di Cesare Natoli Nilde Iotti, l’anima e la forma Celentano in jazz ANCORA UN PASSO avanti nella mescolanza di generi musicali. Quella che in America è una consuetudine vecchia di decine di anni, con i più grandi jazzisti che collaborano a dischi pop e rock senza remore, portando nuova linfa alla musica leggera con il loro bagaglio tecnico ed espressivo, da qualche anno è una abitudine che ha preso piede anche in Italia. Dopo Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè e qualche altro autore declinato in jazz, ora arriva un nuovo progetto con Peppe Servillo, leader degli “Avion Travel”, che interpreta le canzoni di Adriano Celentano. Nel disco, dal titolo “Memorie di Adriano, Canzoni del Clan di Adriano Celentano”, disponibile anche in Dvd, una band di jazzisti nella quale figurano Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Javier Girotto, Furio Di Castri e Mattia Barbieri rilegge in chiave jazz il repertorio del Molleggiato, da '”Il ragazzo della Via Gluck” fino ad “Azzurro” in un felice alternarsi di brani cantati e strumentali trattati con leggerezza e raffinate armonizzazioni. NUOVEVISIONI centonove di Marco Olivieri Un crudele reality show CAMPIONE DʼINCASSI negli Usa, “Hunger Games” funziona come gioco visivo dallʼimpatto godibile. Da un romanzo di Suzanne Collins, il film racconta dellʼautoritario Stato di Panem, tra i resti del Nord America, che annualmente consegna un ragazzo e una ragazza di ogni distretto a un cruento reality show, tra fantasy tecnologico e riferimenti al quotidiano sadismo mediatico. Alla fine ne resterà soltanto uno, bandita ogni umanità. La regia di Gary Ross, che ha scritto la sceneggiatura con la stessa Collins e Billy Ray, crea uno spettacolo coinvolgente ma non va oltre la superficie. Nessuna analisi lambisce la storia, con prevedibile sorpresa finale, interpretata da Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e da attori del calibro di Donald Sutherland, Woody Harrelson e Stanley Tucci. “Hunger Games” di Gary Ross In programma allʼUci Cinemas e allʼIris di Messina. In “Il tredicesimo punto” con la regia di Andò la politica come lotta DI GIGI GIACOBBE CATANIA. Va in scena martedì 15 maggio (repliche sino al 27 maggio) al Teatro Ambasciatori di Catania “Il tredicesimo punto” di Sergio Claudio Perroni con la regia di Roberto Andò. Le scene e i costumi sono di Giovanni Carluccio, le musiche di Marco Betta. Gli interpreti sono Michela Cescon, Giovanni Argante, Ruggero Cara, Fulvio DʼAngelo, Pietro Montandpon. La produzione è del Teatro Stabile di Catania. Lo spettacolo ha debuttato la scorsa estate al Festival dei Due Mondi di Spoleto e ruota attorno al carismatico personaggio del Nilde Iotti, membro della Costituente per il Pci nel 1946, presidente della Camera dei deputati dal 1979 al 1992, eletta nel Pds nel 1994 e notoriamente legata va Palmiro Togliatti. « Raramente – dice Andò - figurano personaggi politici nella drammaturgia teatrale italiana. Perroni invece ha scelto la politica e le sue voci Michela Cescon. Accanto Nilde Iotti come tema della propria creazione, componendo due atti unici che hanno voce di Nilde Iotti, il cui racconto in prima persona come filo comune la figura di Nilde Iotti. ci consegna il fantasma di una biografia Operazione singolare e per certi versi audace. Se esemplare, dove vita e politica sembrano cʼè infatti oggi un ambito che appare usurato, illusoriamente coincidere, persino troppo. Nel addirittura inascoltabile, è proprio quello della secondo atto, il segretario di un grande partito politica e delle sue vociferazioni. E questo avviene (dʼopposizione) e i suoi collaboratori più stretti perché, al pari dei suoi protagonisti, il piano dialogano nel camerino di uno studio TV e litigano dʼascolto della politica in Italia è sempre lo (ma il segretario rimane eloquentemente muto per stesso». Ma vediamo come riesce a variarlo tutta la durata della pièce) sul “tredicesimo punto” lʼautore de “Il tredicesimo punto”: « Nel primo atto di una scaletta predisposta per il faccia a faccia – chiarisce Andò – Perroni ci lascia ascoltare la riconoscimenti libri musica freestyle Rozzi e Ferraro ambasciatori della natura Le ricette di Franca Costantino La regina dei cartoni a Messina L’Italia ai mondiali con Celli ACIREALE. Sabato12 maggio alle ore 19 nella sede del Centro Direzionale del Credito Siciliano ad Acireale, sarà consegnato il premio “Ambasciatore della Natura” a Sergio Rozzi, sportivo e attivista ambientale Marsicano e a Tommaso Ferraro, sportivo Siciliano detentore del primato di immersione subacquea per non vedenti. Presenzieranno per la Provincia di Catania l'assessore alle Politiche scolastiche, Salvo Licciardello, il vicepresidente del Consiglio, Carmelo Giuffrida e il consigliere Gianluca Cannavò; il responsabile del Centro Parchi Internazionale Franco Tassi e il testimonial Tom Perry “lʼuomo a piedi nudi”. Parteciperanno allʼevento Ferdy Sapio (cantautore Papaboys), Carmen Privitera (giornalista e scrittrice), il giovanissimo Salvo Caponnetto (chitarrista). La conduzione è affidata al giornalista Daniele Lo Porto (segretario Assostampa di Catania). PATTI. Eʼ uscito il libro “Le mie ricette” (Yorick Editore) di Franca Costantino. La pubblicazione è un omaggio di Gaia Mario allʼamica dʼinfanzia Franca, venuta a mancare lo scorso anno allʼaffetto di quanti la conobbero. Per desiderio di Michele DʼAddea e di Martina, rispettivamente marito e figlia di Franca, i diritti dʼautore saranno devoluti per sostenere le iniziative umanitarie di Lotus Childrenʼs Center e Progetto Dogon. Il libro contiene 140 ricette tra antipasti, primi e secondi piatti, piatti unici e soprattutto dolci (ben 52) e rosoli. Sono ricette che Franca Costantino ha raccolto, per lo più, nel corso di numerosi viaggi e trascritto in un quaderno intitolato appunto “Le mie ricette”. Sono ricette che celebrano, con appropriata leggerezza, il piacere di stare in tavola con gli amici. Ed è per questo che ciascuna sezione è preceduta da citazioni sullʼamicizia e sul cibo. Il librò sarà presentato il 12 maggio a Patti nella Sala Conferenze di Piazza Mario Sciacca ore 18. MESSINA. La regina dei cartoni animati per la prima volta a Messina. Il 9 e 10 giugno alle ore 17.30 al PalaRescifina S. Filippo di Messina lʼappuntamento con Cristina D'Avena Live. La sua voce, nata allo Zecchino dʼOro con il celebre Valzer del Moscerino, da piccoli ci ha fatto sognare, cantando insieme a lei le canzoni dei cartoni animati. Cristina DʼAvena (nella foto accanto) mette insieme tre pagina 44 generazioni Insieme "Mamma, figli e nonni" Info: 348.4663168. TAORMINA. L'Italia ha trovato chi la rappresenterà alla finale mondiale di Taormina del Red Bull Street Style: sarà Gunther Celli, giovane freestyler bresciano, che ha vinto la tappa di qualificazione italiana di questo vero e proprio campionato mondiale di calcio freestyle. La finale si è svolta nella Galleria Arnaboldi di Pavia dove i migliori 40 atleti italiani di questa disciplina si sono sfidati ieri sera, fino a tarda ora, esibendo il meglio del loro repertorio fatto di spettacolari palleggi al ritmo di una musica coinvolgente. Celli, dal 20 al 22 settembre, rappresenterà l'Italia ai mondiali che si terranno nel teatro greco di Taormina e sfiderà i campioni eletti nelle 60 città al mondo che hanno ospitato le rispettive competizioni nazionali. "La giuria - si legge nella nota degli organizzatori ha premiato la creatività di Gunther Celli, che ha saputo offrire momenti di puro spettacolo e coniugare fantasia, controllo e senso dello show". posterweekend centonove domenica 13 maggio LIMINA. Festa in onore di San Filippo dʼAgira. Processione per le vie del paese in ricordo del giorno della sua morte. CATANIA. Al Teatro Massimo Bellini Le nozze di Figaro, di Wofgang lunedi' 14 maggio Amadeus Mozart. Direttore Sergio Alapont, Leonardo Catalanotto. Ore 21 CATANIA. Alle ore 11, presso la Feltrinelli (Via Etnea, 285) fiabe ecologiche raccolte in 'Lucky Strike' (Navarra). PACE DEL MELA All'Auditorium Comunale ore 21 “Trovarsi” di Luigi Pirandello, con Mascia Musy, Angelo Campolo, Giovanni Moschella, Ester Cucinotti, Antonio Lo Presti, Marika Pugliatti, Monia Alfieri e Luca Fiorino. Regia del leader con il capo della fazione opposta, in quel momento al governo. A un certo punto nella pièce irrompe la donna che deve truccare il segretario per la trasmissione. Eʼ una donna del popolo, arguta, sensuale, e, in breve , col suo carisma mimetico, sarà lei a divenire lʼarbitro della contesa in corso tra i politicanti (il tema è se sia opportuno citare la Iotti, come prevede “il tredicesimo punto” della scaletta, riportando a galla un ingombrante fantasma del passato ormai da tutti dimenticato) imponendo loro il proprio punto di vista, il proprio orientamento. La sua voce progressivamente si mischierà con quella dei politici al punto di confondervisi, sino alla sorpresa finale, che è bene non svelare per lasciare allo spettatore il piacere di scoprirla. Nei due testi si fronteggiano dunque lʼaureo periodo della politica come lotta per lʼaffermazione della democrazia italiana, il ruolo delle donne e le conquiste civili per loro perseguite dalla Iotti, e dallʼaltra la vociferazione inconcludente e velleitaria, la paralisi impotente, la vacuità e lo stallo del politichese attuale». « Ma ci sono altri sfondi importanti che il testo di Perroni riesce a smuovere – conclude Andò – da quello dello scarto tra una iperbolica razionalità (un eccesso di controllo) e il desiderio (non detto) di riconoscere anche nello spazio politico cittadinanza allʼimprevedibile, cioè alla deriva sentimentale, affidato alla voce solenne della Iotti che rievoca la propria vita, a quello, ineffabile, del rito della rigenerazione della politica odierna e della sua illusione di comprarsi unʼanima indossando nuove maschere. Col distacco scettico dei rabdomanti, Perroni si è messo per noi in ascolto di voci presenti e lontane, voci di vivi che sembrano morti, e voci di morti che sembrano vive. Voci che inseguono lʼanima in bilico della politica in Italia. In bilico tra lʼanima e la forma, tra la vita e la morte, tra il Pantheon e la suburra». eventi Teatro Massimo celebra Wagner PALERMO. Il Teatro Massimo di Palermo ha presentato a Milano, un nuovo progetto artistico per il 2013: in coincidenza con il bicentenario della nascita di Richard Wagner andrà in scena "Der Ring des Nibelungen". Per la prima volta nella sua storia, il teatro palermitano produrrà un nuovo allestimento del capolavoro wagneriano, programmandolo in un'unica stagione. Il "Ring" verrà allestito con la regia di Graham Vick e con le scene e i costumi di Richard Hudson: uno spettacolo appositamente ispirato e concepito per gli spazi del grande teatro palermitano; a dipanare le trame sonore della Sagra scenica wagneriana sarà invece Pietari Inkinen. "In questo periodo - ha sottolineato il sovrintendente Antonio Cognata - i nostri più recenti successi di pubblico e critica potrebbero farci dormire sugli allori: a breve presenteremo il settimo bilancio consecutivo in attivo, in felice controtendenza rispetto a quanto la cronaca ci ricorda quotidianamente. Di solito il Ring è considerato un'impresa 'ammazzateatri': noi crediamo invece che sia possibile realizzarla restando in piena vitalità e sfidando la crisi". Enzo Vetrano e Stefano Randisi. CATANIA. 'Da Mozart in poi…', concerto del quartetto dʼarchi: Dammen Quartet. Direzione artistica: Maestro Agatino Mirulla. Chiesa di S.Filippo Neri, ore 19.30 martedi' 15 maggio CATANIA. Mario Venuti Live. Il cantautore siciliano presenta il nuovo album di inediti 'L'ultimo Romantico (Sony Music). Alle ore 18, presso la Feltrinelli (Via Etnea, 285) CALTANISSETTA. Teatro Regina Margherita ore 21 “Nissenità, la città parla...”, un viaggio nella mercoledi' 16 maggio storia di Caltanissetta attraverso fatti e personaggi. spettacolo inedito con l'attore Giorgio Villa, coadiuvato da Tony Maganuco che ne cura anche la regia. MODICA. Teatro Garibaldi ore 21 La trilogia degli occhiali, testo e regia di Emma Dante. TEATRO 11 MAGGIO 2012 VITTORIA. Presso lo Spazio Polivalente Edonè 'Nunziante Luce del Mediterraneo', a cura di Giammarco Puntelli. Nell'ambito del Vittoria Jazz Festival Music & Cerasuolo Wine. PALERMO. Mostra 'Acrylic city' di Marco Fratini. Piana Arte Contemporane a giovedi' 17 maggio CATANIA. Maria Rosa Cutrufelli presenta 'I bambini della Ginestra'(Sp erling & Kupfer), con Josè Calabrò e Antonio Di Grado. Feltrinelli di via Etnea. Ore 18 CALTANISS ETTA. Villa Barille (Via delle Calcare) Tango Argentino, dalle ore 19.30 DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Siracusa, la cantine gioiello Gaspare Balsamo Abbecedario di decolonizzazione Il “cuntista” di Trapani Gaspare Barrico sulla scena del Coppola occupato CATANIA. È sempre interessante constatare come un artista affronta uno dei nodi più importanti e intricati della cultura contemporanea. Ovviamente un rapporto tanto più interessante da considerare quando ad osservarlo e raccontarlo è un artista che usa un linguaggio tradizionale e intimamente legato alla cultura popolare come quello del “cunto” siciliano. Parliamo di Gaspare Balsamo, un giovane teatrante e cuntista originario di Trapani (che però oggi vive e lavora a Roma), che sabato scorso, 5 maggio, ha presentato sulla scena del “Coppola occupato” di Catania, il suo ultimo lavoro, ovvero “Tressicilie, abbecedario di decolonizzazione”. Interessante notare come la produzione di questo spettacolo sia di “Produzionepovera”, una piccola casa di produzione di progetti artistici che prova a proporre una nuova e più oculata modalità di relazione tra ricerca teatrale e investimento economico. Lo spettacolo è una riflessione in forma di cunto sul rapporto tra persistenza del dialetto (in particolare del siciliano) e comunicazione nella e della contemporaneità che, se appare un poʼ ideologicamente affrettata (…se riflettiamo sulla violenza bellica, politica e militare, con cui piemontesi e garibaldini hanno, o avrebbero, proceduto alla conquista e alla presunta colonizzazione della Sicilia, non dovremmo, parimenti e altrettanto lucidamente, riflettere sulle condizioni in cui si trovavano la nostra isola e complessivamente lʼItalia prima dellʼunificazione?), è apprezzabile dal punto di vista della capacità, tutta fisica e teatrale, con cui Balsamo tiene insieme i diversi (forse troppi) motivi, toni e colori della storia che porta in scena. Così lʼuso automatico della lingua italiana si confronta con la forza del dialetto, che meglio esprime consapevolezza politica e senso di appartenenza, così la vicenda complessa dello sbarco dei Mille incontra lʼarcaica, cruenta eppure umanissima quotidianità del lavoro in tonnara (la mattanza), così il rispetto della memoria storica incontra lʼoblio polveroso e museale delle modalità con cui la memoria viene conservata e il problema della consapevole mistificazione della comunicazione politica incontra infine la forza dellʼarte popolare che sa essere totalmente refrattaria alla menzogna. Paolo Randazzo pagina 45 TUTTO PRONTO A Siracusa per il XLVIII Ciclo di Rappresentazioni Classiche che si svolgeranno dallʼ11 Maggio al 30 Giugno, come sempre, nel bellissimo Teatro Greco. Ad essere rappresentate saranno il Prometeo di Eschilo, le Baccanti di Euripide e la commedia Gli Uccelli di Aristofane. Cast di altissimo livello anche questʼanno, Maurizio Donadoni sarà Dioniso nelle Baccanti, Massimo Popolizio interpreterà il ruolo di Prometeo, e Mauro Avogadro sarà Pisetero in Uccelli. Di altissimo livello anche i registi scelti dallʼINDA per lʼallestimento delle tre rappresentazioni che sono rispettivamente, Antonio Calenda, Claudio Longhi e Roberta Torre. Da segnalare inoltre che con la collaborazione dellʼINDA dal 10 Maggio al 30 Settembre al Museo Archeologico “Paolo Orsi”, si potrà ammirare la mostra “Dionysos: mito immagine teatro” . Scopo dellʼesposizione- commenta la direttrice del Museo Beatrice Basile - è mettere il visitatore di fronte ai molteplici campi di azione di Dioniso, partendo dallʼaspetto più noto alla sensibilità moderna – la preparazione e il consumo del vino – per arrivare ad una definizione più complessa ed articolata della personalità del dio più amato dagli uomini: dio del teatro, dellʼeros, delle iniziazioni misteriche. Oltre a questa bellissima mostra, o un giro per i vicoli della stupenda Ortigia, magari i tanti che come ogni anno affolleranno il Teatro Greco di Siracusa durante il giorno potrebbero fare visita ad una delle tante cantine che si trovano vicino la città a cominciare da quella della famiglia Pupillo, produttore di un vino caro da sempre a Dioniso, il Moscato di Siracusa. Oppure tra Pachino e Noto la famosa cantina Feudo Maccari che produce ottimi Nero dʼAvola, mentre poco fuori lʼabitato di Noto cʼè unʼalta famosa cantina Zisola, che prende il nome dallʼomonima contrada dove da sempre si coltiva il Nero dʼAvola ad alberello. Per info e prevendite www.indafondazione.org SICILIA DA ASSAGGIARE! Il “Gelu di muluni” IL “GELU DI MULUNI” è un dolce estivo, palermitano, dai profumi d'Oriente. La sua preparazione più nota è quella fatta per la ritualità del festino di Santa Rosalia. In altre località dell'isola si trasforma in dolce tipico del ferragosto. Fu importato dall'Africa e dall'Asia e venne considerato, all'inizio della sua diffusione, cibo plebeo per poi nobilitarsi nelle mense dei ricchi. Ingredienti:1 melone rosso di circa 5 chili, 100 gr di zucchero per ogni litro di succo, 80 gr di amido di mais per ogni litro di succo, 50 gr di capello d'angelo, 20 gr di cioccolato fondente, fiore di gelsomino. Esecuzione: Fare fondere il fiore di gelsomino e tagliare a pezzi il melone. Dopo aver tolto la buccia ed i semi, passarlo al setaccio o in un passa-pomodoro e versare il succo ottenuto in una casseruola, aggiungendo l'amido, lo zucchero e l'infuso di gelsomino. Mettere la casseruola sul fuoco e fare restringere il tutto, cuocendo a fuoco molto basso e mescolando. Non appena sarà addensato, versarlo in stampini dalla forma voluta. Lasciare raffreddare per un'ora. Aggiungere il capello d'angelo ed il cioccolato fondente tagliato a pezzetti. Guarnire il tutto con altro fiore di gelsomino appena cotto e servire. Disio Hostaria Via dei Monti, 98049 - Serro ~Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected]. 11 MAGGIO 2012 posterlettere&... [email protected] IO, CITTADINO di Eugenio Caputo Separazioni, quando i figli sono “influenzati” La situazione che investe i suoi figli, ritengo siano dei minori anche se non specificato, è alquanto delicata e superabile, per comprendere se influenzati dalla madre, con la richiesta di una consulenza tecnica di ufficio che sia capace di valutare il grado di influenza del genitore e quale sia il miglior regime di affidamento per loro in una situazione altamente conflittuale. Infatti, la regola sullʼaffidamento dei minori sarebbe, normalmente, quella dellʼaffidamento condiviso che non può, però, essere adottata qualora si rivelassero situazioni di alta conflittualità tra i coniugi, per cui bisognerebbe orientarsi per quello esclusivo. La situazione, poi, potrebbe essere ancor più delicata qualora il consulente del giudice, il ctu, dovesse riscontrare nei minori una sindrome da alienazione genitoriale, conosciuta con lʼacronimo di P.A.S.; per cui i provvedimento a carico del genitore che ha generato o contribuito ad accrescere il malessere dei minori potrebbero portare anche allʼesclusione della potestà genitoriale, qualora si rifiutassero tutti i consigli medici e percorsi terapeutici utili a risolvere la questione. Ciò in quanto, la sindrome che colpisce i minori in separazioni altamente conflittuali non può essere risolta se non vengono anche temperati e risolti i dissidi tra i coniugi separandi; soprattutto per quel coniuge che non è riuscito a superare il trauma della separazione e riversa il suo disagio condizionando i propri figli. È bello passeggiar con Mary MESSINA. In questi ultimi tempi, forse anche a causa di ripetuti vergognosi scandali scoppiati allʼinterno di alcune formazioni politiche, la gente che mi incontra, mi saluta, ricorrendo a questa frase: “Lei caro Centofanti è troppo onesto e non può fare politica. “Senza alcuna enfasi autocelebrativa, pur orgoglioso della mia coerente esperienza, sono certo che in tutti gli schieramenti ideologici, ci siano tantissime persone, che custodiscono gelosamente gli stessi valori, da me professati. Tuttavia la convinzione popolare che un soggetto, sorretto da sereni intenti di purezza intellettuale ed operativa, non debba partecipare al confronto pubblico, potrebbe costituire un grave pregiudizio al ruolo elettivo in una libera democrazia. Ne discende pertanto la piena consapevolezza di sostenere il pressante anelito di riscatto socio morale, che innestandosi nella storia personale vissuta in maniera limpida, possa nobilitare un normale processo dialettico, stroncando così i sussulti degenerativi e lʼavvento di un perfido patto manicheo, in cui si privilegia spesso la compiacente elaborazione di scellerate commistioni, nelle quali i legittimi bisogni del popolo, vengono violentati dagli affaristi ovunque mimetizzati. Perché lʼantipolitica possa essere contrastata adeguatamente è opportuno che il cittadino riconosca nei candidati troppo onesti, ideali e virtù indispensabili per intraprendere un salutare risorgimentale rivoluzione morale e culturale. Calogero Centofanti Messina «Pista ciclabile? No, un gran bazar» MESSINA. Quando fu inaugurata la pista ciclabile, a Messina, pensai che la mia città si stesse veramente svegliando. La mia gioia fu di breve durata, però. La pista era praticamente inutilizzabile per la presenza di pedoni, carrozzelle, pescivendoli, fiorai e motocicli che insistevano sulla stessa. Protestai con filastrocche distribuite alla cittadinanza, con lettere al sindaco e con scambi di vedute con tante persone. Il risultato fu che, poco tempo dopo, nei cartelli della pista ciclabile, accanto alla figura della bicicletta, fu aggiunta lʼimmagine di un pedone. Problema risolto, allʼitaliana. Stupida soluzione scaturita dalla mente di un trota, sicuramente, che, in modo tipicamente berlusconiano, ha trovato utile accontentare i comodosi, i disordinati i passeggiatori di cani che li fanno cacare su pista, glʼirrispettosi delle disposizioni giuridiche e rendere completamente inutile una bella conquista. A questo punto mi permetterei di suggerire lʼaggiunta, nei cartelli di cui sopra, dellʼimmagine di una tenda, per qualche turista che non sa dove pernottare. Alberto Borgia Messina Per ulteriori informazioni [email protected] tel. 0909430208 - fax 0909430210 ECOLOGIA E AMBIENTE HERITAGE «Le persone oneste facciano politica» MI STO SEPARANDO da mia moglie e la pressione psicologica da lei imposta sui nostri due figli ha raggiunto livelli tali che mi accusano di essere io la causa della separazione, ripetendo le stesse parole della madre; inoltre, si rifiutano di incontrarmi fino a quando, dicono, non darò ragione alle madre su tutte le condizioni imposte per la separazione. Attendo con ansia la prossima udienza per capire come questa situazione potrà influire sul giudizio del giudice. Raffaele Messina centonove DI SERGIO BERTOLAMI MESSINA. Ve la ricordate la scena? Londra 1906, la tata Mary Poppins porta a spasso i bambini dei signori Banks. Lei ti sa rallegrar – ripete il motivetto – ed anche quando è un giorno dei più neri, Mary il sole fa spuntar. Chi è la Mary di questa analogia, che sa prenderti per mano ed entrare nel fantastico mondo di un disegno? È il volto amichevole della istituzione pubblica, quando sa trasmettere, con chiarezza lineare, lʼessenza della propria funzione. Lo ha reso possibile la Soprintendenza con una guida tascabile rivolta ai ragazzi. Dice il soprintendente Salvatore Scuto: «I monumenti di Messina spiccano nellʼabitato moderno come papaveri in un campo verde di grano». Incuriosiscono, raccontano storie, solo che le storie dei monumenti sono un poʼ più complicate da leggere. Ci ha pensato Mirella Vinci, responsabile dellʼUnità Operativa II per lʼeducazione permanente e la promozione culturale. Ecco così una sorta di Moleskine per accompagnare i giovani nelle loro “Passeggiate nel Centro Storico di Messina”. È il titolo di questo particolare taccuino, che lascia trasparire un perspicace programma: interagire con il vivere quotidiano ed alimentare lʼidea di una città non soltanto abitata, ma tutelata e salvaguardata. Nella planimetria cittadina, il percorso è segnato da 34 monumenti nodali, scelti per imparare a conoscere la città e scoprirne il senso dʼappartenenza. Ma non basta. Per valutare il grado di apprendimento, un divertente rompicapo mette alla prova lo spirito dʼosservazione dei fruitori. Perché, come piegano Michelangelo Alicata e Paola Trazzi, ogni partecipante è tenuto ad un feedback: apprendere notizie sullʼantichità dei monumenti, ma anche distinguere, in siffatto abaco ideale di simboli e forme, i particolari artistici di chiese e palazzi, statue e fontane. Finalmente un agile strumento capace di suscitare mille domande, volendosi impegnare in mille risposte. [email protected] di Anna Giordano Buon viaggio, falchi SPETTACOLARE, INDIMENTICABILE il pomeriggio del 6 maggio: il cielo si riempie di falchi pecchiaioli, stormi senza fine, appaiono da ovunque e riempiono il cielo della loro bellezza, regalità, forza, coraggio. Qui erano stragi. Solo ventʼanni fa pochi sarebbero sopravvissuti al passaggio su queste colline, e penso, ad ogni singolo falco che vedo, che rifarei tutto, senza sosta. Si mischiano negli stormi che quasi ci sfiorano, nibbi bruni, falchi di palude, grillai, gheppi, albanelle minori, pallide, e due cicogne bianche esauste si posano sul tetto di una casa di Salice. Case ovunque, unʼaccozzaglia di cemento senza identità. Chi è munito di macchina fotografica non ha sosta, si sente questo rumore in sottofondo, il clic digitale della nuova tecnologia fotografica, quasi raffiche ma piacevo- li per lʼudito, perché non uccidono. Immortalano per sempre lasciando la vita a chi ce lʼha e merita di viverla fino in fondo, nonostante noi umani e i nostri danni incommensurabili allʼambiente e a loro, incolpevoli conviventi della razza umana. Il vento è forte, passano bassi, qualcuno quasi ci sfiora, ripenso a quegli anni bui fatti di insulti e di canne di fucili che si alzavano ovunque, non sapendo dove correre per prima per fermarli. Cʼè chi ha smesso perché ha imparato ad amarli, chi vorrebbe ancora farne trofei inutili della sua vigliaccheria ma per la nostra presenza non può. Penso a chi ha, nel tempo, fatto la differenza tra le stragi di ieri e il volo libero di oggi. Guardie forestali, Carabinieri, Finanzieri, i volontari di ogni dove che hanno permesso di presidiare questi monti, giorno dopo giorno, tra noia e rabbia, tra sconcerto e soddisfazioni. Penso a chi ha dato un poʼ del suo tempo, della pagina 46 sua passione, della sua vita per regalarla ai falchi e a chi, in tempi difficilissimi, cercava di salvarli, semplicemente chiedendo che una legge dello stato fosse applicata, concetto assai difficile in questa terra di illegalità diffusa. Penso alla pazienza dei miei genitori, al loro lasciarmi libera di fare la vita che ho fatto, senza mai dirmi di no, forse consapevoli che avrei fatto comunque ciò che ho fatto. Smetto di contarli, cʼè Jean Paul che lo fa, e riempio i miei occhi di queste ore incredibili che si riempiono dei falchi che amo da sempre. Non mi sembra vero di poter assistere a questo spettacolo e osservo anche la gioia frenetica di chi è venuto da lontano per vederlo. 32 anni, una vita, velocissima, senza sosta, cambiando solo le rughe e la stanchezza. Continuano a passare, oltre 20 mila in soli 5 giorni, un tripudio di natura che investe ogni anno questi monti e la invivibile città di Messina. Buon viaggio falchi, la strada è ancora lunga, saremo qui anche la prossima primavera. poster...commenti centonove ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda ELIODORO Ristorante vietato ai politici A COME ALFANO. Anche se l'ha proposto Alfano il decreto legge per compensare i crediti delle imprese verso lo stato con le tasse da pagare non mi pare male. B come Bossi. Bossi dopo le dimissioni ha dichiarato che si ricandiderà come segretario della Lega. Chissà come gli girano i marroni a Maroni... C come capitali all'estero. Monti si è deciso, pare, ad intavolare trattative con la Svizzera per recuperare qualcosa dei capitali evasi depositati nelle banche svizzere. Voglio la mia parte dei soldi che recuperano. C come colletta. Si presenta all'ufficio postale di Porto Empedocle (Agrigento) e annuncia di volere compiere una rapina. Ma l'uomo, un disoccupato di 51 anni, non fa paura a nessuno e le persone in quel momento presenti alle Poste lo calmano e fanno una colletta per lui. D come diavolo. Voi porcelloni che temevate che collegandovi ai siti porno potesse cadere sui vostri PC una maledizione dall'alto che li bloccasse state tranquilli. I dati dell'ultimo rapporto Symantec sulla sicurezza di internet dicono che Roma è la seconda al mondo (dopo Taipei) per numero di computer infetti. Ogni giorno partono 42 miliardi di mail spam. E, udite udite, il web “sacro” (cioè i siti religiosi/ideologici) è colpito quasi cinque volte di più delle pagine pornografiche. La maledizione c'è, ma è di Satana. D come disgusto. C'è un prefetto di Milano che si chiama Gian Valerio Lombardi e c'è una “olgettina” che si chiama Marystell Garcia Polanco, Marystell, incasinata in una tempesta giudiziaria ( il suo convivente è stato arrestato per droga a bordo dell'auto che Nicole Minnetti aveva prestato a Marystell) ha deciso che deve ottenere la cittadinanza italiana. Il prefetto, allertato da Berlusconi, si attiva subito garantendo una corsia preferenziale alla sua pratica e nel frattempo le fa ottenere un permesso per parcheggiare la macchina dentro la prefettura. “E mi saluti tanto il Presidente...” G come G8 alla Maddalena. Con il G8 mancato della Maddalena ci hanno mangiato cane e porci, i soliti cani e i soliti porci, con gli appalti assegnati agli amichetti di Bertolaso con la scusa della procedura d'urgenza. Un esempio su tutti: per trasportare rifiuti inerti sono stai pagati 156 euro la tonnellata, mentre il prezzo di mercato si attesta sui 6 euro. Non sarebbe l'ora che i cani e i porci cominciassero a restituire il maltolto, magari con gli interessi? G come Grillo. L'ennesima minchiata di Beppe Grillo, stavolta sulla mafia, è una minchiata così grossa che mi rifiuto di commentarla. La vita è breve e non la possiamo sprecare commentando tutte le minchiate che dice Grillo. L come laurea. Trovato il diploma di laurea del Trota. E' di una università privata albanese. E' una laurea triennale ma è stata conseguita solo un anno dopo che il Trota aveva preso finalmente il diploma al quarto tentativo a 21 anni. Ha dato 29 esami in un anno, quindi. E in lingua albanese. Miracoli della Lega. Molto divertente. P come politici. A Fermignano, in provincia di Pesaro Urbino, un ristorante, la Locanda La Brace ha esposto un cartello in cui non si vieta ma si "consiglia" a "tutti i rappresentanti di partiti politici, a ogni livello, di qualsiasi incarico" di non entrare e di "evitare la frequentazione" . Possiamo capirlo, alcune facce dei nostri politici guasterebbero a chiunque il piacere di mangiare. R come Romiti. Romiti dice alla trasmissione di Fazio che Montezemolo è bugiardo come Berlusconi e che sarebbe una sciagura se Montenzemolo governasse il nostro paese. I due capitalisti evidentemente si amano alla follia. V come variante di valico. Stanno costruendo una galleria per una variante di valico dell'autostrada del sole vicino Bologna. I lavori della galleria stanno facendo letteralmente crollare un paesino chiamato Ripoli. Ma non solo. Una perizia sostiene che la galleria nel corso del tempo subirà deformazioni e non sarà più praticabile perché costruita su un terreno franoso. I lavori proseguono. V come video. Il sostituto procuratore di Perugia Giuliano Mignini e il pubblico ministero, Manuela Comodi, del processo per l'omicidio di Meredith Kercher, si trovano al centro di un'indagine della Corte dei conti dell'Umbria. Sotto la lente d'ingrandimento della procura contabile c'è una fattura da 182mila euro. Si tratta di una consulenza richiesta, nel corso del processo di primo grado, dai due magistrati perugini a una società specializzata nella video-grafica (la Nventa Id srl). Il risultato è stato un'animazione in 4D della dinamica del delitto, costruita in base alle tesi dell'accusa. Il filmato fu proiettato in aula durante la requisitoria della procura. Evidentemente pensavano di essere a “Porta a Porta”, dove del resto hanno tenuto più udienze che al processo vero. Quanto danno ha fatto Bruno Vespa in questi anni! ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Liberi di uccidere MESSINA. La recente cronaca è piena di reati contro gli animali. Lʼultima storia a suscitare particolare clamore è stata quella della donna di Rho che impiegava le sue scarpe col tacco per trasformare i propri arti inferiori in armi letali, utilizzate nellʼesecuzione a sangue freddo di creature scelte per finire schiacciate sotto calzature alla moda e di tendenza. Tali “prodezze”, che la carnefice diffondeva su Internet, lʼhanno condotta ad essere condannata a 4 mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria. Così è finita in questo caso, così è andata in numerosissimi casi del passato e così andrà in numerosissimi casi del futuro: non un giorno in cella. La musica cambia totalmente nel momento in cui vengono commessi “reati” a favore degli animali. Nei 11 MAGGIO 2012 giorni scorsi ha fatto discutere la liberazione dei cani beagle di Green Hill, la struttura che a Montichiari alleva esemplari destinati alla sperimentazione. Ha fatto molto discutere perché tra gli attivisti animalisti coinvolti nella vicenda dodici manifestanti sono stati arrestati: quarantotto ore di detenzione, per rapina, furto, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento. E chi più ne ha più ne metta. Si è parlato di un ingente risarcimento, nonostante la magistratura, in precedenti indagini, avesse riscontrato nellʼoperato di Green Hill numerose violazioni amministrative, sufficienti a fare revocare la licenza e chiudere lʼallevamento. Chi restituisce la vita si ritrova in manette, chi la toglie si ritrova multato ma libero. Testimoniare il diritto alla vita costa la prigione, arrogarsi il diritto di porvi fine costa appena una sanzione. pagina 47 Il lido vicino la piazza che sprofonda CATANIA. C'è, anzi c'era, una bella terrazza sul mare di Catania: piazza del Tricolore. C'era, perchè la piazza, una estesa piattaforma di cemento collocata negli anni sessanta sugli scogli, è stata transennata in gran parte, dopo i primi segnali di cedimento: crepe che rischiavano di far precipitare qualche incaute passante. Di lavori di ripristino neanche l'idea: basta una ringhiera di ferro e un segnale di pericolo. Che i catanesi vadano a passeggiare altrove. A pochi metri, però, si da il via libera alla realizzazione di un lido, in parte su terreno privato e in parte su quello demaniale, di fatto oscurando un altro tratto di costa alla città. "Ma prima c'era solo spazzatura e degrado" si difendono gli imprenditori, gli stessi che hanno violentato piazza Europa, da oltre cinque anni un cantiere ormai spettrale, bloccato dalla magistratura. Eccoli, i nuovi cavalieri del lavoro. 150 PAROLE DA PALERMO Rosario on the road LA SCUOLA DOVE lavoro si trova nel mio quartiere, vicino casa. Così vado a piedi. Mentre cammino, spesso “ripasso” le cose che dovrò fare a scuola, programmo la spesa da fare, penso a cosa cucinare, la sera. Talvolta, comincio persino a inseguire uno dei miei sogni. Poi, anche se non sono sicura che un Dio mi ascolti davvero, a volte comincio anche a pregare, con le formule antiche della mia infanzia: Padre Nostro, Ave Maria. E tiro fuori dalla tasca una corona. Un giorno, incrocio un passante che fissa le mani e la collana che le intrecciava. Ho avuto la tentazione di ritirarla, quella corona. Non lʼho fatto. Magari, non farei le crociate per il Crocifisso nei luoghi pubblici. Ma ritirare la coroncina sarebbe stato un gesto vigliacco. Non cʼè niente da vergognarsi a mostrare che non disdegno un contatto con una spiritualità che potrebbe arricchire una vita disorientata … Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Integrazione, strada difficile MESSINA. Il recente gravissimo episodio di violenza nei confronti di un immigrato egiziano, da parte di un messinese, ha riacceso il dibattito sul tema dellʼintegrazione a Messina. Oltre la marcia antirazzista, che ha visto una buona adesione di associazioni e cittadini, sarebbe necessaria una discussione più approfondita del tema. Innanzitutto è indispensabile distinguere tra politiche e processi di integrazione. Mentre le prime vengono promosse dallʼalto e riguardano la sfera pubblica, i secondi sono relativi alla vita quotidiana, si producono a livello locale attraverso forme diverse di interazione tra cittadini, istituzioni, comunità immigrate. Purtroppo accade che i due livelli vengano invece spesso confusi. Se in una città il livello di integrazione è alto non è grazie alla Bossi-Fini, ma vale anche il contrario: il livello scarso di integrazione locale non è una conseguenza della stessa legge. Sono infatti tante le variabili che intervengono nei processi effettivi di integrazione. Entrano in gioco aspetti economici, politici, ma soprattutto culturali, come lʼuso della lingua e lʼassunzione di stili di vita comuni alla popolazione maggioritaria. Il livello locale è quindi importantissimo perchè altri attori, come quelli espressi dalla società civile, entrano in gioco e modificano sensibilmente la cornice delle politiche statali. La componente esperienziale dellʼintegrazione attraverso la quale avvengono gli scambi quotidiani che producono nei fatti lʼincontro tra popolazioni di origine diversa è così importante che si deve valutare con criteri specifici. Criticare la Bossi Fini è giusto, ma non basta a farci comprendere cosa succede a Messina sul piano dellʼintegrazione. [email protected]