ANNO XIX N. 18
11 MAGGIO 2012
EURO 1,50
La piccola Denise Pipitone
L’alluvione
degli sprechi
Desaparesidos
di Sicilia
centonove
Più soldi ai politici. Ma il presidente
non sa nulla. E rinuncia PAG. 14
Pietro Lo Monaco
Nanni Ricevuto
Provincia di Messina
Lievitano le indennità
Spesi cento milioni di euro ma
1300 restano sfollati PAG. 17
Duemila persone sparite. Ragusa
“adotta” piano di ricerca PAG. 22
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Tumpulata
SPECIALE ELEZIONI
LEOLUCA ORLANDO SPARIGLIA I PARTITI E SFONDA A PALERMO. ECCO LA MAPPA
DEL VOTO DAL CAPOLUOGO A SANTA TERESA RIVA. DOVE DE LUCA RECITA DA SINDACO
11 MAGGIO 2012
il punto
centonove
EDIT
Democrazia
svuotata
QUALE Eʼ il risultato elettorale
uscito dalle urne in Sicilia?
Solo uno: la democrazia
svuotata dei partiti. Da Palermo
a Santa Teresa di Riva, dove
trionfano Leoluca Orlando e
Cateno De Luca, cʼè una
evidente prova del nove. I
partiti tradizionali non ci sono
più. Non trainano.E parole
come “Terzo polo”, lo ha
ammesso candidamente Casini,
“non esistono più”. E allora?
Leoluca Orlando, vince, perchè
spariglia: le scaramucce
seguite alle primarie di
Palermo, che hanno bocciato la
candidata Borsellino a favore
del giovane Ferrandelli, hanno
nauseato gli elettori. Gli stessi,
nel Pd, che non capoiscono il
linguaggio criptico dei
Genovese, dei Cracolici, dei
Lumia: sostenere Lombardo
per spaccare il centrodestra. In
frantumi, in Sicilia, cʼè
soprattutto il Pd. Come
dimostrano le parole di Anna
Finocchiarto, capogruppo alla
Camera che vira: a Palermo va
sostenuto Orlando. Della serie:
Lombardo è già antiquariato.
Dal canto suo il Pdl si sbricoila
da solo: i dati etnei e
palermitani sono una cartina di
neve al sole. Un candidato
come Cateno De Luca, poi,
inquisito a Fiumedisini, si
diverte a fare la prova di forza e
si fa eleggere sindaco a Santa
Teresa Riva. Lo scollamento
non è più politico,morale e
giudiziario: è sociale. E qui la
Sicilia brucia: a Gela mille
licenziamenti, a Termini
Imerese lʼoccupazione non si fa
più in fabbrica, ma allʼAgenzia
delle entrate. A tasche vuote.
Lasciate perdere i centristi
Giocolieri delle alleanze variabili, sono stati puniti dagli elettori.
Stanchi di dar credito a chi confonde la geometria con la politica
DI DOMENICO BARRILÀ
LE ANALISI DEL VOTO si fanno da sole, basterebbe limitarsi ai
risultati, evitando di ascoltare le valutazioni dei segretari di partito e
di quei commentatori che vogliono essere originali a tutti i costi.
Il voto del 6/7 maggio 2012 parla, anzi grida. Il centrosinistra tiene
bene, il Pdl e la Lega per nulla, il movimento 5 stelle, al netto del
suo padroncino, è un tentativo di normalità che fa bene alla
politica, di certo se voto di protesta deve essere, meglio i grillini
che la Lega. Infine, i centristi, un eterno coito interrotto a cui
possono dare credito soltanto coloro che confondono la geometria
con la politica. In queste elezioni sono stati quelli di sempre,
giocolieri dalle alleanze variabili. Forse non hanno ancora capito
che destra e sinistra sottendono due visioni dellʼuomo alternative,
individualismo contro solidarismo. Raccontare che le differenze tra
gli schieramenti sono cadute è una finzione inventata da questa
politica di bottegai senza valori, se qualcuno è dubbioso venga in
Lombardia e provi a vedere come se la passano gli immigrati nei
luoghi amministrati dalla Lega e dagli alleati del centrodestra.
Un paio di anni fa a Cassano dʼAdda, un padre di famiglia
albanese è annegato nel fiume mentre soccorreva dei ragazzini di
colore che facevano il bagno. Aveva lasciato una vedova e tre
bambini piccoli. Unʼassociazione locale lo premiò alla memoria,
consegnando una medaglia alla famiglia. Il sindaco, cattolico del
Pdl, invitato dallʼorganizzazione, non si presentò alla cerimonia per
non dispiacere gli alleati leghisti. In maggioranza cʼera anche
lʼUdc, muto come un pesce nellʼoccasione.
Eʼ su queste cose che passa il crinale, se i centristi non lo
capiscono, stiano per conto loro e, soprattutto, Bersani chieda
conto su questi particolari, smetta di inseguirli.
I risultati di domenica e lunedì gridano, dicevamo. Le alchimie
Vicecaposervizio Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
servono solo per rinviare le decisioni, ma non modificano la realtà.
Un paio di quarantenni, amici carissimi, in questa tornata sono
diventati sindaci di comuni lombardi. In entrambe le circostanze ci
sono delle buone lezioni per tutti, a cominciare dal centrosinistra.
Maurizio Donisi, un medico che fa il maestro elementare per
vocazione, vince ad Albano SantʼAlessandro, circa diecimila
abitanti, santuario leghista. Maurizio vince con la faccia pulita e
con una lista civica di omologhi. La Lega si può battere con la
buona politica e con una presenza costante sul territorio, ma
soprattutto con lo sguardo pulito di candidati che non arrivano
dalle sentite dei partiti.
Stefania Bonaldi, avvocato, mamma e dirigente pubblica, vince al
primo turno a Crema, la città più importante della provincia
cremonese. Guida una coalizione di centrosinistra ispirata alla foto
di Vasto, arricchita da liste civiche e da Rifondazione comunista.
Dopo 5 anni da capogruppo del Pd allʼopposizione, sbaraglia il
campo con un mix irresistibile di competenza, onestà, entusiasmo.
Passa quasi tutti i giorni della campagna elettorale per i quartieri
della città e la gente si innamora. Il giorno dopo lʼinvestitura è
tornata nei quartieri ed è sicuro che ci passerà tanti giorni del
mandato. Con questi candidati e con questa politica, il
centrosinistra vincerebbe in eterno. Si liberi degli impresentabili
perché cʼè da rifondare il Paese, un lavoro nobile e difficile, che
non possiamo fare coi mestieranti di lungo corso. Non possiamo
farlo col pupo-puparo delle olgettine e col suo entourage di
vassalli. Non possiamo farlo con i suoi alleati, accademici di
Albania, fino a quando parleranno di liberazione di territori
inventati. Neppure con i centristi, se non risolvono, e in maniera
netta, il problemi di collocazione di cui sopra.
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Graziella Lombardo
Garante del lettore Attilio Raimondi
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Questo periodico è associato alla
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del 14/12/2011
Sommario
centonove
11 MAGGIO 2012
PRIMO PIANO
Orlando sbaraglia i partiti
Il risultato palermitano dellʼex sindaco
della Primavera frantuma le alleanze.
Mettendo lʼonorevole al centro della scena
A PAGINA
Zambuto, Mr disgiunto
TOP SECRET
6
MESSINA
Ex Bnl, il Comune
boccia i Franza
Ad Agrigento lʼuscente sbaraglia Pennica,
che va sotto alla sua stessa coalizione
A PAGINA
Terremoto sotto il Vulcano
7
MESSINA. Il progetto firmato
dal presidente dellʼOrdine degli architetti Pino Falzea che
prevedeva 16 piani per lʼex sede Bnl di via Santa Cecilia del
gruppo Franza, è stato bocciato dai funzionari del Dipartimento Edilizia: il Piano Casa
non può essere applicato.
Nalla provincia di Catania, condivisa
da Mpa e Pdl, cambia la geografia del voto
A PAGINA
De Luca, lo straniero
8
Lʼex sindaco di Fiumedinisi e deputato
regionale vince a mani basse a Santa
Teresa di Riva. Surclassando gli altri
A PAGINA
La politica col rossetto
9
Aiuto, ho perso l’antenna
Da Maria Teresa Collica a Barcellona
fino a Gina Maniaci a Piraino, le donne
vincono in provincia di Messina
A PAGINA
L’attrice messinese Katia Greco, “fidanzata” di Montalbano
A PAGINA
Il fair play non abita qui
Disastro Cantieri
A Pagliara Prestipino caccia dal Comune Di Bella
A PAGINA 11
Il Comune paga per i lavori a piazza Cairoli
A PAGINA
Chi li ha visti?
A scuola di Trame...e the
20
A Rodì Milici al via un laboratorio di cucito
A PAGINA 38/39
Tutti “matti” per gli scacchi
21
A Mazara del Vallo la prima mostra di scacchi
A PAGINA 41
Lady Montalbano sono
Lievita in Sicilia il numero dei
desaparecidos
A PAGINA
22/23
A tu per tu con Katia Greco, la “zita” del
commissario nella fiction Rai
Spiagge, le “regine” del web
Salviamo le altre Nike
Appello al neo sindaco da coordinamento
antitratta
A PAGINA
Teatro, Briante direttore
Antonio Finanze
PAG.
29
Il Tribunale dà ragione al dirigente
A PAGINA
POLITICA
Tributi, forever Riscossione
Esecutivo regionale nel limbo in attesa
del voto del 21 maggio. E del Pd
A PAGINA
13
Laterizi dai piedi d’argilla
29
14
Rivoluzione in farmacia
Cosa cambia dopo il decreto di liberalizzazione
A PAGINA 31
De Simone, d’...Autorità
Il Garante bacchetta Rfi
Il capitano di vascello vince la corsa
per lʼAuthority di Messina. Tra le polemiche
15
SICILIA
Messina, il bilancio in chiaroscuro a tre anni
dalla tragica alluvione di Giampilieri
La crisi cerca casa
A PAGINA
17
Atm, harakiri dei lavoratori
Viaggio nellʼAzienda Trasporti di Messina.
Sullʼorlo della bancarotta. Ecco perché
A PAGINA 18/19
POLICLINICO
Acqua non potabile
Sanzionato Pecoraro
Emanuele lascia
il Dipartimento Rifiuti
Imprese, la banda degli onesti
Lʼokay alla Zona franca per la legalità
MESSINA. Il nucleo di polizia
giudiziaria della Guardia di Finanza ha avviato unʼindagine
sulla “autoproroga” del mandato del rettore. Abuso dʼufficio è il reato ipotizzato dagli inquirenti. Lʼautoproroga è stata bocciata dai giudici amministrativi del Tar e del Cga.
REGIONE
A Messina, multa a Metromare dallʼAntitrust
A PAGINA 32
Business Alluvione
Autoproga del rettore
Indaga la Finanza
MESSINA. Una sanzione amministrativa da 10 mila euro è
stata irrogata al manager dellʼazienda universitaria di Messina, Giuseppe Pecoraro. Dal
mese di febbraio dai rubinetti
del Policlinico esce acqua non
potabile. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo.
A Valdina, il distretto delle tegole in ginocchio
A PAGINA 30
Aumenta del 25% lʼindennità del presidente
della Provincia di Messina. Che rinuncia
A PAGINA
Settegiorni
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Uomini & Business
Occorre Sapere
Notizie dai Consulenti
Consumatori
Libri/La Classifica
Arte
Weekend
Lettere & Commenti
Io, cittadino/Heritage/Ecologi
Alfabeto Minimo/Animal House
Eliodoro/150Parole/Antibuddaci
Varata la nuova società per le tasse
Più ricco a mia insaputa
A PAGINA
27
ECONOMIA
Giunta al secondo turno
A PAGINA
26
42
RUBRICHE
4/5
28
28
36
36
36
36
40
43
44/45
46/47
46
47
47
MESSINA. Infermieri senza
adeguati titoli professionali e
violazione degli standard di
qualità: la casa di cura Cristo
Re è sotto i controlli incrociati dei Nas dei carabinieri e degli ispettori del dipartimento
prevenzione dellʼAsp di Messina.
ATENEO MESSINA
A PAGINA
Le migliori coste siciliane per il popolo internet
A PAGINA 24/25
SANITÀ
Controlli incrociati
sulla clinica Cristo Re
POSTER
Dal prossimo mese le tv locali passeranno
al digitale terrestre
10
PAG.42
A PAGINA
33
A PAGINA
34
PALERMO. Vincenzo Emanuele, già ragioniere generale
della Regione, lascerà la direzione generale del Dipartimento Acque e Rifiuti.
Crac del mercato immobiliare
Crolla il mito Ragusa
La provincia più ricca della Sicilia perde colpi
A PAGINA 35
pagina 3
Scuola di ricamo a Rodì Milici
PAG.
38
7giorni
11 MAGGIO 2012
centonove
STRAGE DI CAPACI. POLEMICA TRA LA SORELLA DI FALCONE E IL GOVERNATORE
CHI SALE
L
Armando
Di Maria
MESSINA. Aabituato a superare ostacoli amministrativi e
di bilancio molto elevati, l'amministratore di Messinambiente si dimostra anche un
eccellente saltatore: per evitare di essere travolto dalle
auto di Viale Giostra, con uno
scatto felino ha superato l'alto new jersey del viale, zigzagando abilmente tra le macchine che sfrecciano.
L Giuseppe
Germanà
MESSINA. Il giovane avvocato penalista messinese
conquista notorietà. Durante una udienza in Tribunale
per il deputato regionale Cateno de Luca, Germanà è
stato scelto dallʼavvocato
Carlo Taormina a rappresentarlo in tutto e per tutto:
«Vai avanti, ché sei alla mia
altezza», gli ha detto.
L
Liliana Modica
MESSINA. Si dimostra una
combattente pugnace, pur di
difendere il suo partito. Su Facebook, lʼex assessore comunale alla Scuola si è arrabbiata con Anna Finocchiaro e
Rosy Bindi che, in interviste
a quotidiani nazionali, avevano dichiarato di votare Orlando al ballottaggio. “Con queste dirigenti, dove andremo a
finire?”, ha scritto.
L Carmelo
Altomonte
Lombardo? Non è ospite gradito
Gli inviti alla commemorazione a 20 anni dalla strage
escludono il presidente della Regione. Che replica...
PALERMO. A due settimane dal tragico
ventennale della scomparsa del giudice
Falcone, polemica a distanza tra la sorella
del magistrato e il governatore della Sicilia.
“Il presidente della Regione Raffaele
Lombardo, indagato per mafia, non è stato
invitato alle celebrazioni del ventesimo
anniversario della strage di Capaci”.
Per Maria Falcone, sorella di Giovanni, il
magistrato ucciso con la moglie e tre
poliziotti di scorta il 23 maggio 1992
nellʼattentato lungo lʼautostrada TrapaniPalermo: “La fondazione Giovanni e
Francesca Falcone che rappresenta tutti i
morti per mafia non può permettersi
dʼinvitare persone sospettate di avere
avuto contatti con Cosa nostra”. Lombardo
è indagato di concorso esterno alla mafia e
voto di scambio insieme al fratello Angelo.
“Non mi sono permesso di
accostarmi a Giovanni Falcone
ma ho soltanto ricordato che i
sospetti di Leoluca Orlando non
hanno risparmiato neppure il
magistrato – replica il
presidente della
Regione Siciliana,
Raffaele Lombardo, in
relazione alle
dichiarazioni della
sorella del magistrato
ucciso dalla mafia –
Sugli inviti a
manifestazioni antimafia
– aggiunge il
governatore – non ne ho
bisogno perchè dal 29
Maria Falcone
marzo, da quando ho
MESSINA
SOCIETA’
Crollo muro allo stadio, chiesti 4 rinvii a giudizio
“Buone Idee in Comune” fino al 31 maggio
MESSINA. La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone indagate per il crollo del muro di contenimento dello stadio San Filippo di Messina. Si tratta del progettista e direttore dei lavori, ingegnere Beppe Rodriquez, del collaudatore statico dell'opera,
ingegner Tullio Martella, del responsabile del cantiere, il geometra
Carmelo Coniglione e del direttore tecnico dell'impresa 'C e C Costruzioni' che eseguì i lavori, Michele D'Agata. Tutti sono accusati di
disastro colposo e Rodriquez e Martella anche di falso. Il crollo del
muro avvenne il 6 maggio 2011. Il risultato della perizia disposta qualche mese fa dalla Procura fece emergere una serie di errori nell'esecuzione dei lavori tra i quali il montaggio dei conci al contrario. A seguito del crollo del muro fu annullato il concerto di Vasco Rossi a Messina che si sarebbe dovuto svolgere proprio al San Filippo.
MESSINA. Il dirigente allʼanagrafe del Comune di Messina fa entrare la città nella
modernità. Dal 9 maggio, sono state attivate le procedure per il cambio di residenza
“in tempo reale”. Le richieste, infatti, potranno essere
presentate nelle sedi dei
quartieri e anche per email.
MESSINA. E' stato prorogato al 31 maggio il termine per la presentazione delle domande partecipare a “Buone Idee in Comune”, bandito dall'AnciSicilia in collaborazione con l'Inpdap. Il bando è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado dei comuni della Regione. Il concorso si inserisce
nel progetto “Percorsi virtuosi: buone pratiche dei comuni siciliani”. I ragazzi delle medie dovranno descrivere l'idea in un testo di massimo 750 parole, mentre quelli delle superiori ne avranno a disposizione 1500. Ai premiati saranno distribuiti 30 ebook
e 30 tablet. Per informazioni [email protected].
Ciclismo, 400 atleti al gran fondo Lombardo
TRAPANI. Sono oltre 400 i ciclisti che parteciperanno alla seconda edizione della Granfondo Lombardo, la competizione ciclistica organizzata dall'Asd team Lombardo Corsa che si terrà
domenica prossima a Buseto Palizzolo. Tra gli atleti tanti nomi
noti del ciclismo internazionale come Claudio Chiappucci, Antonino Parrinello, siciliano che nel 2012 ha collezionato tra i dilettanti otto vittorie. Alla Granfondo prenderanno parte anche delegazioni di ciclisti in arrivo da Malta e Germania.
Spaccio in barca, cinque arresti alle Eolie
L Vincenzo
Emanuele
PALERMO. Cambio di poltrona per il plenipotenziario della Regione. Il consiglio di amministrazione dell'Irfis, giovedì 10, ha proceduto alla nomina di Vincenzo Emanuele
come nuovo direttore generale su designazione del socio di maggioranza, la Regione siciliana. Il funzionario ha
contestualmente rassegnato
le dimissioni da presidente
dell'Istituto.
appreso dellʼinchiesta a mio carico, non ho
partecipato a iniziative con vittime di mafia e se
ne ho promosso per ricordare quei fatti lʼho
fatto in silenzio”. Il 23 maggio 1992 lʼauto
blindata su cui viaggiavano Giovanni Falcone e
la moglie Francesca Morvillo, partiti
dallʼaeroporto di Punta Raisi verso Palermo,
venne fatta saltare col tritolo. Nellʼattentato
morirono i poliziotti Antonio Montinaro,
Rocco Dicillo, Vito Schifani. Si salvò
miracolosamente Giuseppe Costanza,
lʼautista del magistrato che era seduto
dietro perchè Falcone, allʼultimo
momento, aveva voluto guidare la
macchina. Alle celebrazioni del ventesimo
anniversario della strage dovrebbero
partecipare il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano e il
premier Mario Monti.
A Messina, intanto, lʼattivista “no
Ponte” Renato Accorinti,
sostenuto dai giovani del
Movimento Cinque Stelle, ha
chiesto al Questore e al
Prefetto di Messina di esporre
stabilmente, in una piazza
simbolo della città dello Stretto,
una delle auto della strage di
Capaci, la Fiat Croma grigia esposta
nei giorni scorsi davanti al Palazzo
della Cultura Antonello.
MESSINA. I carabinieri hanno arrestato a Lipari 5 persone con
l'accusa di spaccio di droga. La banda di pusher, si approvvigionava di cocaina e hashish a Palermo ed a Catania, avvalendosi di una fitta rete di smercio che offriva, specie ai turisti nel
periodo estivo, diverse varietà di stupefacente in qualsiasi momento. I pusher si muovevano a bordo di scooter per raccogliere 'le prenotazioni' ed effettuavano le 'consegne' anche sulle altre isole dell'arcipelago, muovendosi in barca.
Portella cade di nuovo a pezzi
MESSINA. Non cʼè pace per la strada di Portella (nella foto Lacava),
che da anni cade a pezzi dopo ogni acquazzone. Da un paio di
giorni il record: la strada, che porta al villaggio collinare di castanea,
è franata senza che da settimane cada una sola goccia di pioggia.
La stessa strada, aveva riportato danni nelle alluvioni del 2010 e
2011. E, dopo mesi, massi e buche erano ancora delimitate dalla
rete arancione, perchè nessuno era intervenuto. Una scena che si è
ripetuta di recente.
pagina 4
Tindari, al via il Festival Teatro dei due Mari
MESSINA. Tutto pronto per il XII ciclo di spettacoli classici Festival Teatro dei due Mari, che torna puntuale a fine maggio nella straordinaria cornice del Teatro di Tindari. A presentarlo, a Palermo, lʼassessore al Turismo Daniele Tranchida, il dirigente generale Marco Salerno ed il presidente dellʼ associazione Teatro
dei due Mari, Edoardo Siravo. Lʼedizione 2013 punterà sul coinvolgimento didattico delle scolaresche. In scena, dal 24 maggio
al 10 di giugno, a giorni alterni, due nuove produzioni dellʼassociazione Teatro dei Due Mari: il Miles Gloriosus e Andromaca.
7giorni
centonove
11 MAGGIO 2012
KERMESSE
Parte da Trapani
il tour degli aquiloni
TURISMO RURALE. IL PROGETTO DELL’ASSESSORATO ALLE RISORSE AGRICOLE
Nasce “La via dei borghi”
PALERMO. ''La Via dei borghi'',
percorso storico e architettonico
lungo 200 chilometri da
percorrerre a cavallo, in bicicletta
o a piedi per gli appassionati di
trekking. E' il nuovo progetto
dell'assessorato alle Risorse
agricole della Regione per
recuperare i borghi rurali costruiti
durante l'epoca fascista.
''Destinarli a un utilizzo coerente
alla trasformazione delle aree
rurali interne - secondo
l'assessore alle Risorse agricole,
Elio D'Antrassi - significa
innescare un processo virtuoso di
rivalutazione del settore agricolo
in grande difficoltà. Una volta
ristrutturati, rivitalizzeranno
l'economia delle aree interne,
orientando nuovi flussi turistici
verso la Sicilia più disagiata,
destagionalizzando le visite
nell'isola''. All'interno di ogni
borgo, il progetto prevede
strutture ricettive, stazioni di sosta
e di ricovero animali. Ma anche
locali per esposizioni e vendita,
attività didattiche e promozionali.
In alcuni borghi, come quelli di
Schirò, Borzellino, Petilia e Lupo,
storicamente e
architettonicamente più
importanti, saranno realizzate
anche attività di studio e didatticomuseali legate al mondo rurale.
Nel disegno complessivo,
saranno trasformati i borghi di
GOSSIP. FANS IN ALLARME PER L’ATTORE MESSINESE
Crespi suicida su Facebook
MESSINA. Eʼ bastato un semplice ma ambiguo commento su
Facebook, “voglio farla finita“, per scatenare lʼinferno. Nei giorni
scorsi Lorenzo Crespi (nella foto), nome dʼarte dellʼattore
messinese Vincenzo Leopizzi, ha fatto preoccupare centinaia di
fan, pubblicando uno stato dalle mille letture. Che
lʼattore volesse suicidarsi? Tempestati da
chiamate, gli uomini del 118 hanno subito
mandato unʼambulanza sotto lʼabitazione di
Crespi, in realtà vivo e vegeto. A detta di
Crespi quel post era semplicemente figlio di un
leggero malore. Di unʼindigestione, molto
probabilmente. Raggiunto dalla polizia, Lorenzo ha
poi scherzato sullʼaccaduto, scendendo
persino in strada per farsi misurare la
pressione.
Nessun ricovero al Policlinico per Crespi,
così come nessuna depressione. Anche se
quello stato, “voglio farla finita”, continua ad
avere davvero poco senso. Come, per la
verità, molte delle sue uscite. Lʼattore e
modello, (lo ricordate nella fiction “Gente
di mare”?) è noto per il carattere “difficile”
ed ultimamente era un poʼ sparito dalle
scene. La sua ultima apparizione
lavorativa è stata nel 2010 a Ballando con
le Stelle accanto a Natalia Titova
(attualmente impegnata a teatro con “Tutto
questo danzando”), ma anche li ne combinò
una delle sue: abbandonò il programma di
punto in bianco rendendosi irreperibile.
Bruca, Borzellino, Schirò, Portella
della Croce, Vicaretto, Petilia,
Baccarato, Lupo, posti lungo un
asse trasversale che, partendo
dalla provincia di Trapani fino a
quella di Catania, attraversa
Palermo, Caltanissetta ed Enna.
I borghi di Bonsignore, San
Giovanni, Schisina e Giuliano,
saranno riadattate per il
collegamento in rete con altre
iniziative e per rendere omogeneo
il progetto dell'asse che coinvolge
l'area dei monti Nebrodi e Sicani.
Le tappe tra un borgo e l'altro non
supereranno i 40 chilometri, ma
l'assessorato intende coinvolgere
altre amministrazioni per
realizzare altri punti di ristoro.
TRAPANI. Al via il 4° Festival
Internazionale degli Aquiloni
“Emozioni a naso
in su!”, viaggio performativo di
aquiloni che da oggi, venerdì
11 maggio fino al 22,
percorrerà il territorio siciliano
in compagnia di aquilonisti
provenienti da Belgio, Francia,
Germania, Indonesia,
Svizzera, Italia, Inghilterra,
Singapore. Tra le tappe del
tour anche Augusta, Catania,
Capo dʼOrlando (insieme alla
Proloco di Capo dʼOrlando) e
Mondello. Esibizioni di aquiloni
artistici, laboratori didattici,
divertenti spettacoli di
animazione. Il “4° Festival
Internazionale degli AquiloniEmozioni a naso in su!” si
svolgerà dal 23 al 27 maggio
anche sulla spiaggia di San
Vito lo Capo. Previsti
workshop, fiera del vento,
spettacoli, voli notturni e
numerose iniziative per i più
piccoli. Ospite dʼonore la
“Delegazione della Repubblica
di Singapore” con Irene Teo e
John Tan, che faranno volare
aquiloni grandissimi. Tra le
originalità di questʼanno, i
concorsi: “Miss e Mister
Aquilone” abbinato ad una
campagna contro le droghe; “Il
sale della poesia”, occasione di
confronto tra lettori e scrittori.
ROSA E NERO
La Regione commemora Bonsignore
PALERMO. L'assessorato regionale alle Attività Produttive, in
via degli Emiri 43 a Palermo, ha commemorato Giovanni Bonsignore, il dirigente regionale ucciso il 9 maggio 1990. L'assessore alle Attività Produttive, Marco Venturi, in rappresentanza del
governo, dopo aver deposto una corona di fiori alla targa affissa
al piano terra dell'assessorato, ha ricordato "lo spessore etico e
il grande senso di responsabilità, espressi fino all'ultimo da Bonsignore, da sempre ispirato da principi di trasparenza, rettitudine e rispetto della legalità".
Gioiosa Marea, è morto Cusmà Piccione
GIOIOSA MAREA. Lutto a Gioiosa Marea per la scomparsa, allʼetà di 82 anni, di Basilio Cusmà Piccione, che ha ricoperto la
carica di sindaco per ben cinque volte. Protagonista della vita
politica gioiosana negli anni ʻ60, 70, 80 e 90, Cusmà Piccione
è stato sindaco fino al 2002, prima dellʼavvento di Ignazio
Spanò. I funerali si svolgeranno domani, venerdì 11 maggio,
alle ore 10,30 nella Chiesa Gesù Buon Pastore di Gioiosa
Marea.
Catania, è morto il gip Materia
CATANIA. E' morto a Catania Rodolfo Materia, presidente dell'ufficio del Giudice per le indagini preliminari del capoluogo etneo.
Da tempo era malato. Ricopriva l"incarico dal 2008. I funerali saranno celebrati alle 16 nella chiesa Cristo Re. Dopo la scomparsa,
il 4 marzo scorso, del presidente aggiunto Edo Gari, morto per un
infarto, l'ufficio del Gip di Catania è adesso senza vertici. Attualmente è coordinato dal giudice 'anziano' Oscar Biondi.
pagina 5
CHI SCENDE
M Alessandro
Notarstefano
MESSINA. Il neo direttore della Gazzetta del Sud ha tagliato il codino ma non la retorica: giovedì 10 maggio per
spiegare in un fondo perchè
va rifondata la politica ha
scritto un attacco mozzafiato: trentatrè righe. Cʼè già chi
tra i lettori rimpiange lʼOssidiana di Calarco: non si capiva, ma... almeno era breve.
M Pippo Naro
MESSINA. Il partito cambia
ragione sociale e anche il cassiere: Antonio Di Ponte del
Partito della Nazione prende
il posto di Pippo Naro, il deputato messinese dellʼUdc
che ha fatto dellʼaplomb la
sua cifra politica. A chiedere
di fare un passo indietro al segretario Casini è stato infatti
lo stesso Naro...
M Fausto Gennuso
MESSINA.Il dirigente delle
segreterie dellʼUniversità di
Mesina una ne fa e una ne azzecca: ha prima convocato
gli studenti ri-ammessi al corso di medicina a seguito di
una sentenza del tar, ma poi li
ha ri-spediti a casa “perchè
non aveva letto bene il parere
dei legali”. Un numero chiuso
fino a quando?
M Giuseppe
Buzzanca
MESSINA. Dopo avere strombazzato per mesi insieme allʼassessore Gianfranco Scoglio lʼarrivo dei privati per gestione in concessione trentennale la “rambla” di via San
Martino ha raccolto un flop
dʼeccezione. Nessun imprenditore si è infatti interessato
al bando pubblicato dallʼamministrazione, lasciando la
rambla a... piedi.
M Marco Mancini
MESSINA. Il giovane segretario dei Democratici messinesi ha dovuto ricorrere alle maniere drastiche: essendo cresciuto troppo di girovita a
causa di aperitivi e stuzzichini, ha deciso di dare un taglio
e di dedicarsi al ciclismo. Dopo vari rinvii, Mancini ha acquistato una bicicletta con la
quale si sposterà in città, sperando di perdere chiletti di
troppo.
11 MAGGIO 2012
primopiano
centonove
RISVOLTI. Il risultato palermitano dell’ex sindaco della Primavera frantuma le alleanze
Orlando sbaraglia i partiti
Abbandonata Italia dei Valori, il trionfatore del primo turno spezza il Pd con più efficacia
di Raffaele Lombardo. Diventanto protagonista della scena con il governatore e Gianfranco Miccichè
DI DANIELE DE JOANNON
PALERMO. Leoluca Orlando risorge
dalle ceneri, “molla” Idv, medita a una
“Rete” rivisitata e taglia la strada a tutti:
dal Pdl al Pd, dal Mpa al Terzo Polo,
sbarrando la strada anche ai grillini.
Come nei primi anni Novanta, quando
era il simbolo della Primavera di
Palermo, il candidato a primo cittadino
che ha sfiorato quasi il 48%, staccando di
30 punti il pretendente del Pd (ed ex
pupillo) Fabrizio Ferrandelli, si prepara
a diventare centro di gravità permanente
della politica siciliana. Con lʼaccortezza,
però, di non commettere più i passi falsi
del passato. Con Orlando, diventano tre i
politici siciliani che, da posizioni diverse,
“sparigliano” il mazzo dei partiti. Con un
effetto ancora più dirompente dei
temutissimi grillini.
TRE GALLI E UNA REGIONE. Orlando,
a un passo dalla sindacatura, è oggi lʼanti
Raffaele Lombardo, il presidente della
Regione che, in quattro anni, ha rotto più
partiti della stessa Tangentopoli. Lʼormai
ex esponente di Idv, infatti, ha lacerato il
Pd come lo stesso leader autonomista non
era riuscito a fare. Lo dimostrano le
percentuali di voto dei Democratici, che
denotato parecchi “tradimenti” in suo
favore e in danno di Ferrandelli. E lo
confermano posizioni come quelle dei
senatori Enzo Bianco e Anna
Finocchiaro che, senza mezzi termini,
sarebbero per lʼappoggio a “Leoluca” e
non al candidato di bandiera. Orlando ha
fatto dellʼattacco al presidente della
Regione il suo verbo. E Lombardo ha
risposto per le rime. La circostanza più
curiosa è che entrambi, comunque, non
potranno correre alla presidenza della
Regione: il primo, infatti, si dovrebbe
dimettere; il secondo, invece, sta per farlo
per via della richiesta di rinvio a giudizio
per concorso esterno in associazione
mafiosa. Ed è qui che entra il terzo gallo
nel pollaio: Gianfranco Miccichè.
MICCICHEʼ FOR PRESIDENT. In
prima battuta, il leader di Grande Sud,
che con il 6,21% ha innalzato i voti
complessivi della coalizione a sostegno
di Massimo Costa capeggiata dal Pdl
(fermo a poco sopra lʼ8%), ha
assicurato: «Non faremo alcun alcun
apparentamento tecnico in vista del
ballottaggio di Palermo», mettendosi
fuori dai giochi. Per poi aggiugnere,
guardando al futuro: «Non so se ci
saranno le condizioni per ricostruire il
centrodestra in vista delle prossime
regionali, ma se Giuseppe Castiglione
(coordinatore regionale Pdl, ndr)
continua a dire che il prossimo
candidato sarà un uomo del Pdl, allora
andremo da soli. Io non mi tiro
indietro». Una frase che rende Miccichè
il vero “terzo polo”.
QUI TERZO POLO. Forte delle somme
destinate dalla Finanziaria ai
cinquantamila precari, Lombardo, insieme
a Fli e Api, ha invece un altro obiettivo:
rimpastare la giunta prima delle dimissioni
(dando la guida a un suo fedelissimo come
Lino Leanza) e rafforzare insieme agli
alleati i rapporti con i movimenti civici in
vista delle prossime regionali. Con quale
candidato verranno affrontate? Questo
ancora non si sa, perché dipende anche
da quanto accadrà nel Partito democratico
dopo il ballottaggio del 21 e lʼassemblea
regionale del prossimo 27 maggio. Un
uomo da lanciare potrebbe essere
Giuseppe Lumia (destinatario di una
lettera con minacce di morte risalente allo
scorso 3 maggio). Ma, se venisse a
mancare il Pd, la speranza è quella di
recuperare lʼUdc di Gianpiero DʼAlia, al
pari di Orlando contrario ad avere intese
con Raffaele Lombardo.
MUSOTTO, DOVE VAI? Lo aveva detto
prima del voto e lo ha ribadito dopo, senza
problemi: «Leoluca è il miglior candidato
sindaco di Palermo». Elogi che
Francesco Musotto, fresco di
abbandono del Mpa e della poltrona di
capogruppo allʼArs, sostiene ancora,
anche se con vincitore del primo turno
«non ci siamo sentiti». «Non mi ha
chiamato, ma per me non è un problema.
In alto,
Leoluca Orlando.
Il sindaco
della Primavera
di Palermo
ha fatto il pieno
di voti al primo
turno, sfiorando
la vittoria
diretta. Orlando
andrà a scontrarsi
con lʼuomo del Pd
Fabrizio Ferrandelli
(a destra).
In alto a destra,
il candidato
del “5 Stelle”
Riccardo Nuti.
Accanto,
Francesco Musotto
pagina 6
Conosco bene i “talebani” che lo
circondano, pronti a dirgi “Attento a
Musotto!”. Ma io non intendevo
corteggiare nessuno». Ma dove andrà
Musotto, che comunque rappresenta un
pezzo di storia passata del Pdl (quando
era Forza Italia) e degli autonomisti? «Ci
sto pendando e sto riflettendo. Mi sto
guardando intorno. Se dovessi trovare
dove stare, prenderei una decisione,
perché penso che questa terra abbia
bisogno di impegno. E perché penso che
lʼantipolitica sia una grossa sciocchezza
che si azzera con i giusti uomini da parte
della politica. Perché - aggiunge - se sono
“incazzato” io, figuriamoci la gente. Per
questo me ne sono andato dal Mpa. Ero
un capogruppo, ma preferisco essere
libero e sottrarmi da prassi che non mi
piacciono». Orlando ricreerà la Rete? «È
presto per dirlo. Lui, in passato, è stato
sempre avvantaggiato dai suoi avversari,
dagli inutili guru della politica che tramano
alleanze». Risponde invece “mai dire
mai”, il deputato, quando gli si chiede con
chi non andrebbe di sicuro. Anche se, una
certa simpatia per Miccichè, oltre che per
Orlando, cʼè: «Secondo me Gianfranco ha
numeri e potenzialità, ma da solo non ce
la può fare. Se chiarisce con chi intende
schierarsi, vedremo se ci saranno
possibilità di dialogo».
STOP AI GRILLINI. Lʼeffetto Orlando ha
azzoppato il movimento di Grillo. Infatti il
candidato sindaco, Riccardo Nuti, pur
essendo stato il più votato (oltre tremila
preferenze al consiglio) non siederà sugli
scranni di sala delle Lapidi. La lista del
Movimento 5 stelle, infatti, non ha
superato lo sbarramento del 5%. Per
questo i grillini hanno già presentato
ricorso. «È accaduto - racconta - che non
sono stati attribuiti alla nostra lista
numerosi voti solo perché non era stato
apposto nessun segno sul nostro
simbolo».
primopiano
centonove
AI BALLOTTAGGI. Ad Agrigento, l’uscente supera la coalizione e sbaraglia Pennica
Zambuto, Mr disgiunto
L’avvocato penalista, che si presentava come società civile, è finito al di sotto delle forze
che lo sostenevano. La mappa dei secondi turni. Da Niscemi a Trapani, passando per Pozzallo
DI ALIDA AMICO
«UN RISULTATO straordinario, di una
città che ha compreso lʼazione di governo
e lo sforzo di questi anni tra mille
difficoltà». Marco Zambuto, il sindaco
uscente di Agrigento è raggiante dopo il
risultato strappato alle urne: oltre 12 mila
voti (il 34,33%) e ben 3.318 preferenze in
più, rispetto alle due liste che
lʼappoggiavano: lʼUdc (il suo partito) ed il
Patto per il territorio, di cui è leader il
consigliere provinciale Riccardo Gallo
(ultimamente vicino allʼarea del senatore
Marcello DellʼUtri). Zambuto, andrà al
ballottaggio con lʼavvocato penalista
Salvatore Pennica, attestatosi al
19,17%, e sostenuto dal movimento
civico Epolis, nonché dal Pdl, Forza del
Sud, Cantiere popolare(Pid). Un
responso amaro, il primo turno, per il
candidato Pennica: non solo ha raccolto
appena 6.893 preferenze (quasi 6 mila
voti in meno della coalizione), ma anche
la lista civica di Epolis si è rivelata un flop,
racimolando un migliaio di voti (e non
superando lo sbarramento). Al
ballottaggio, a svolgere il ruolo di ago
della bilancia saranno i partiti del Terzo
polo (Mpa, Fli, Api) ed il Pd, che al primo
turno sostenevano la segretaria della Cgil
Mariella Lo Bello, lʼaltra grande sconfitta
da questa competizione elettorale (ha
raccolto con il 14,20%, la metà dei voti
delle 4 liste che la supportavano).LʼMpa
di Roberto Di Mauro & co. avrebbe già
intavolato la trattativa con Pennica: anche
perché, un eventuale “apparentamento”,
grazie ai meccanismi della legge
elettorale, potrebbe regalare la
maggioranza dei consiglieri a Palazzo dei
Giganti. Pennica, insomma, da
espressione della società civile, si
convertirebbe in “grande assemblatore”
dei partiti tout court, se lʼoperazione
“apparentamento” andasse in porto.
Mentre in casa Pd, dopo il magro risultato
(con il 7,64% dei voti), scoppia la
polemica: il senatore Benedetto
Adragna ha invitato il suo partito a
sostenere al ballottaggio Zambuto.
Addebitando la sconfitta alle
“inconcludenti strategie messe in atto e
che coinvolgono una parte del gruppo
dirigente del Pd...”. Allusione al rivale
interno, il senatore Angelo Capodicasa
(propenso a seguire invece la strategia
aperturista nei confronti di Pennica).
Niente “apparentamenti” invece per
Marco Zambuto. Che dopo il pieno di voti
disgiunti al primo turno (pescati tra
lʼelettorato di Mpa e Pdl), si rivolgerà
direttamente agli elettori agrigentini:
potrebbe anche intercettare il voto di quel
20% di elettori che hanno votato al primo
turno per Peppe Arnone e per
Giampiero Carta (di Sel, Rc, Idv).
SAN CATALDO. Eʼ uno dei due Comuni,
insieme a Niscemi, in cui si svolgerà il
ballottaggio. Nella disputa finale si
contenderanno la poltrona di Palazzo
delle Spighe, Giuseppe Scarantino,
candidato del polo di centro (Udc e 5 liste
civiche), che è stato il più votato(con il
32,35%). Ed il commercialista
sancataldese Francesco Raimondi (che
ha raccolto il 25,91%), sostenuto da
11 MAGGIO 2012
Grande Sud (che però non ha superato lo
sbarramento del 5%). Mentre registra un
flop, il candidato del Pdl e Fli, Gianluca
Amico. Nella “roccaforte” dei
parlamentari berlusconiani Alessandro
Pagano e suo cognato Raimondo
Torregrossa, Amico ha racimolato
appena il 15,86% dei consensi. A
decidere le sorti del ballottaggio
sancataldese sarà dunque lʼarea di
centro sinistra, che sponsorizzava il
candidato del Pd Gianfranco Scarciotta
(fermatosi a quota 21,74%). La coalizione
del centro sinistra (con in testa il
Pd,Idv,Rc, Sel) ha infatti stabilito di
“apparentarsi” con il candidato Raimondi
(in caso di vittoria, con la nuova legge
elettorale, il centro sinistra e la lista civica
di Raimondi, potrebbero piazzare ben 12
consiglieri su 20 a Palazzo delle Spighe).
NISCEMI. Il duello finale vedrà in campo
il sindaco uscente del Pd Giovanni Di
Martino (sostenuto dal cartello Pd, Mpa,
Grande Sud, e Udc). Il suo rivale, il
barista del paese Francesco La Rosa,
ex capogruppo del Mpa alla Provincia
nissena, è sostenuto invece dal
movimento dei Forconi e da Fli (che non
ha superato lo sbarramento del 5%). Il
responso delle urne avrebbe già
consegnato a Di Martino la maggioranza
in consiglio comunale (con 14 consiglieri
su 20). Mentre rimangono fuori dai giochi
il candidato del Pdl e Cantiere popolare
Saro Meli (che potrebbe apparentarsi
con La Rosa). Mentre Di Martino
potrebbe pescare consensi a sinistra, tra
gli elettori di Massimo Di Bennardo: che,
espulso dal Pd, si è candidato a sindaco,
sponsorizzato dal deputato regionale
gelese Miguel Donegani.
MARSALA. Si profila il ballottaggio tra il
deputato regionale dellʼUdc Giulia
Adamo (sostenuta anche da Pd,Mps e
liste civiche) e Salvatore Ombra
(Cantiere popolare, Pdl,Grande Sud ,
Nuovo Psi e liste civiche). Il gap di 16
punti tra i due contendenti (a favore della
Adamo), conclusa la frammentazione a
sinistra del primo turno, potrebbero fare
pendere la vittoria, verso la candidata.
TRAPANI. La sfida sarà tra Vito
Damiano (27,42%), generale in pensione
e candidato del Pdl, e lʼex deputato
forzista Peppe Maurici(37,39%).
POZZALLO. Singolare partita tra
Roberto Ammatuna, deputato
regionale del Pd (sostenuto da Pd e
Pdl), ed il suo omonimo Luigi
Ammatuna (Sel, Psi e 2 liste civiche).
MESSINA
Regionali mon amour
DEMOCRATICI. Nessuna novità allʼorizzonte. Il Pd punta rano di Palazzo Zanca, Pippo Capurro. Non si sa ancora
alla riconferma di Franco Rinaldi. Per quanto riguarda Giu- se correrà per la riconferma Roberto Corona, che potrebseppe Picciolo, la sua ventilata uscita dal partito potrebbe be lasciare il passo a Pippo Isgrò o a Gigi Cartagenova.
aprire le porte alla candidatura di un “emergente” come il se- GRANDE SUD. A rappresentare le insegne di Gianfrangretario cittadino Peppe Grioli, ma anche al suo predeces- co Miccichè sarà lʼassessore comunale Elvira Amata.
MESSINA. Archiviate le amministrative, a Messina cʼè chi sore Pippo Rao. Infine, si avvia alla riconferma Filippo Pa- UDC. Ad affiancare la riconferma di Giovanni Ardizzone,
pensa alle regionali, che saranno un test per il voto del 2013. narello (al secondo mandato). In area Pd, sembrano inten- forse due giovani: il primo di area DʼAlia (Bruno Cilento), il
FUTURO E LIBERTAʼ. Il capogruppo al Cozionati a candidarsi l'attuale segretasecondo della Naro (Giorgio Muscolino).
mune, Nello Pergolizzi, dovrà gioco-forza canrio Cgil, Lillo Oceano, e il consiglieMPA. La partita sarà tra Carmelo Lo Monte e
didarsi anche se il suo obiettivo resta Palazzo
re comunale Marcello Greco.
Fortunato Romano, ma non si escludono canZanca. In pista anche il coordinatore provinciaPDL. Teoricamente, vista lʼincompadidature di Daniela Bruno e Gaetano Duca.
le Giuseppe La Face, ex commissario Iacp, il
tibilità, non dovrebbe più candidarsi il
PID. A provare a riagguantare il seggio sarà lʼex
quale non ha accettato il rinnovo della carica
sindaco Giuseppe Buzzanca. A tenMpa Santino Catalano.
proprio per non doversi dimettere. Il suo obiettare la riconferma (nonostante la perIDV. Il più interessato è il segretario cittadino
tivo è il secondo posto dietro al deputato da ridita dei voti di Fli e Grande Sud) saSalvatore Mammola, visto che il provinciale,
confermare, Pippo Currenti. Nessuna notizia,
ranno gli uscenti Nino Beninati e
Nino Alessi, punta a Montecitorio.
per i giovani del partito, della candidatura di AlSanti Formica. Vorrebbe poi provaSEL. Sicura la candidatura del segretario mesElvira Amata
Giorgio Muscolino
berto De Luca.
re il grande salto alla Regione il vetesinese, Andrea Carbone. (D.D.J.)
Chi è pronto a candidarsi in autunno
pagina 7
primopiano
11 MAGGIO 2012
L’ESPUGNATORE DI MISTERBIANCO. Nino Di Guardo
CATANIA. Nella provincia condivisa dai leader di Pdl e Mpa, cambia la geografia
Terremoto sotto il Vulcano
A prevalere nella tornata elettorale è stato soprattutto il Partito Democratico e i suoi partner.
Lo “smacco” al Popolo delle Libertà a Paternò e a Misterbianco. Nonostante alleanze blindate
DI DARIO DE LUCA
CATANIA. Un tuffo nel vuoto, è la
sensazione che a Catania ha vissuto il
Popolo delle Libertà del coordinatore
Giuseppe Castiglione. Se Palermo
rappresentava un test plausibile, tra l'altro
ampiamente fallimentare, per tastare le
possibili alleanze in vista delle prossime
elezioni regionali, attorno al vulcano a
doversi valutare era la tenuta dei vecchi
“feudi” partitici, compreso quello del
nemico Raffaele Lombardo. Il risultato
finale è stato quanto mai deludente, tra
deputati regionali dissidenti e alleanze di
dubbia matrice che hanno condotto il
partito ad una situazione di profonda
riflessione interna, una volta appurata,
numeri alla mano, la debacle elettorale.
Differente lo stato di salute degli
antagonisti, Mpa e Partito Democratico.
Se per il primo il risultato è pressoché
accettabile, il secondo è invece,
nonostante le profonde divisioni interne a
livello regionale che non permettono la
definizione di un quadro univoco a livello
dirigenziale, il sostanziale vincitore di
questa tornate elettorale.
PATERNOʼ. Nel Comune che per due
legislature (dal 2002 al 2012) è stato il
regno del sindaco berlusconiano Pippo
Fallica, sotto l'ala protettrice del Senatore
Ignazio La Russa a cui Paternò ha dato i
natali, il Pdl incassa forse la più sonora
sconfitta di queste elezioni. Il candidato
Vittorio Lo Presti si attesta infatti al
17,27%, risultando escluso senza mezzi
termini dal ballottaggio che invece vedrà
protagonisti il candidato del Movimento
per le Autonomie Nino Naso 32,79% e
quello del Partito Democratico Mauro
Mangano, che ha raggiunto il maggior
numero di consensi attestandosi al
33,50%.
CALTAGIRONE. La città della ceramica
e della scala di Santa Maria del Monte è
lo specchio dei dissidi interni al Popolo
delle Libertà siciliano. Al candidato
ufficiale Sergio Gruttadauria,
supportato dal deputato regionale Salvo
Pogliese (Pdl), è stato contrapposto, in
una guerra tutta interna, il candidato
Nicola Bonanno sponsorizzato da un
altro deputato regionale, quel Marco
Falcone (Pdl) ormai in rotta con i vertici
siciliani del partito di Castiglione, che ha
trovato unità d'intenti affiancando
“l'acerrimo nemico” alla regione, Raffaele
Lombardo. Gioco forza, Gruttadauria si è
visto escluso addirittura dal ballottaggio
raggiungendo la percentuale del 18,3%,
preceduto dal vice-sindaco uscente
Alessandra Foti (Pd e Sel) 19,2% che si
giocherà al ballottaggio la con il
candidato Bonanno 27,9%.
MISTERBIANCO. Ufficialmente è la
prima roccaforte ad essere caduta. Per
anni dominata dall'autonomista Ninella
Caruso, il centro limitrofo a Catania volta
pagina con un ritorno al passato,
centonove
eleggendo al primo turno, con oltre
11.000 voti, Nino Di Guardo, deputato
regionale del pd. Risultato
apparentemente chiaro che in realtà
nasconde una doppia chiave di lettura. A
Misterbianco, Pdl e Mpa supportavano lo
stesso sindaco, Nino Condorelli.
Amicizie politiche locali? Niente affatto! A
presentare il candidato in pompa magna
erano stati infatti il duo Mpa
rappresentato da Raffaele Lombardo e
Lino Leanza, indicato come colui che ha
delineato la strategia, affiancati dal
coordinatore regionale del Pdl Giuseppe
Castiglione. Un quadro che ai più ha fatto
stropicciare gli occhi, e che non ha
comunque consentito al candidato di
tagliare il traguardo per primo. Sul neo
eletto però poggia il ruolo ombra che
avrebbe avuto lo stesso Lombardo, che
sotto mentite spoglie avrebbe supportato
il deputato. Il 50% dei voti infatti sono
andati a liste di cento-destra, mentre il
totale dei voti del candidato della stessa
coalizione è stato del solo 31%.
Percentuali che impongono una
riflessione concreta sulle strategie che si
sono sviluppate.
PALAGONIA. Due volte commissariato,
con la pesante eredità della dinastia
targata Fagone e la scure di Cosa
Nostra, il Comune era chiamato ad una
netta cesura con il passato politico. Al
ballottaggio andrà infatti il consigliere
provinciale e candidato di Federazione di
Sinistra e Idv, Salvatore Marletta 23,2%
avversario di Francesco Di Stefano
17,1% espressione del Pdl.
NEGLI ALTRI COMUNI. L'unico risultato
concreto, il Pdl lo raggiunge ad Aci
Catena, dove il candidato Ascenzio
Maesano andrà al ballottaggio con
Francesco Petralia, e nel comune di
Linguaglossa, dove al primo turno è stata
eletta Rosa Maria Vecchio. Il
Movimento per lʼAutonomia mantiene
invece i comuni di Sant Agata li Battiati
(Carmelo Galati 41,9%) e Calatabiano
(Giuseppe Intelisano 41,03%). I restanti
Comuni, tutti con dimensioni ridotte,
hanno invece espresso candidati non
direttamente supportati dai big politici,
ma collegati a numerose liste civiche.
Quello della Provincia di Catania è solo
un piccolo assaggio in vista del prossimo
test che arriverà infatti a breve, quando si
voterà nel capoluogo, dove è ormai dato
certo che ad emergere potrebbero
essere nuove spaccature interne al Pdl e
allo stesso Mpa.
DIETRO L’ANGOLO
La sortita dei senatori
Enzo Bianco e Anna Finocchiaro avvertono il Pd
CATANIA. E in vista dei prossimi appuntamenti allʼombra dellʼEtna, i due maggiorenti del Pd, i senatori Enzo Bianco e Anna Finocchiaro tracciano una linea comune che potrebbe caratterizzare le future regionali e le amministrative catanesi. Entrambi, infatti, si sono espressi a favore del vincitore del primo
turno di Palermo, Leoluca Orlando. Ha detto Bianco: «A Palermo abbiamo assistito ad un pasticcio ed ad un evento straordinario. Il pasticcio è quello delle primarie e di chi ha fatto diventare la scelta del candidato del Pd un modo per legittimare il disastroso appoggio del Pd al governo Lombardo. L'evento straordinario è il successo di Leoluca Orlando, un successo figlio di una posizione limpida e coerente sulle questioni regionali e delle comprovate capacitá amministrative del
pagina 8
sindaco della primavera di Palermo. Tutte qualità largamente
apprezzate dai palermitani, anche dagli elettori del Pd. Faccio un appello a Ferrandelli e a quei dirigenti del Pd che in questi hanno inopinatamente sostenuto la giunta Lombardo. Abbassare i toni e far passare serenamente questi giorni che ci
separano dal ballottaggio, senza inutili polemiche. Orlando ha
preso 101mila voti con il 48%, Ferrandelli 37mila voti con il
17%. I numeri parlano chiarissimo, credo che si sia svolto in
Italia un ballottaggio con questo differenziale». Sulla stessa linea Anna Finocchiaro: «A Palermo sono stati fatti molti errori, ma se il centrosinistra vincesse in tutt' Italia credo che bisognerà farlo anche a Palermo, sostenendo Orlando. È una
mia riflessione. Penso che in ogni caso sarebbe un errore fare guerra nel centrosinistra. Avverto una sensazione di timore nei confronti del Movimento 5 stelle. Al contrario - ha aggiunto il capogruppo al Senato del Pd - io non sono spaventata. Si misureranno con il governo dei comuni, con il ruolo di
opposizione, con le istituzioni».
centonove
primopiano
SANTA TERESA DI RIVA. Il deputato surclassa Alberto Morabito e Carlo Lo Schiavo
De Luca, lo straniero
Ha trasformato i comizi in commedie seguite da giovani ed anziani, stravolgendo i pronostici.
La candidatura decisa prima della presentazione delle liste. Nella sua Fiumedinisi vince il “delfino”
DI MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI RIVA. Eʼ
arrivato lo tsunami che ha
cancellato un trentennio di storia
politica locale, è arrivato sotto le
sembianze dello “straniero “(così lo
hanno definito e si è autodefinito)
Cateno De Luca che è stato
protagonista di un capolavoro di
comunicazione che sicuramente
da ora in avanti farà parlare del
“modello De Luca “. A capo di una
lista “raccogliticcia”, nata tra un
candidato recuperato mentre era
intento allʼacquisto delle sementi di
fronte alla segreteria politica in via
Regina Margherita, e qualche altro
reclutato da qualche amico
bontempone scorrendo il menù
della rubrica telefonica del proprio
cellulare, il leader regionale di
Sicilia Vera partendo da una base
elettorale accreditata di circa 500600 voti ha raccolto una messe di
consensi (2083 voti ) superando di
150 preferenze il grande favorito
Cateno De Luca stappa una bottiglia di spumante dopo la vittoria
della vigilia, lʼuscente Alberto
Morabito, che sarebbero divenuti
comizi-evento che resteranno nella storia
dettagliatamente la sua travagliata vicenda
molti di più se 349 elettori (contro i circa 80
della politica santateresina e non solo. Ben
giudiziaria. Ma la punta massima
di Lo Schiavo e Morabito) non avessero
ventuno uscite oratorie, ognuno con un
dellʼaudience è stata toccata con la
interpretato male il nuovo sistema
tema diverso, nel corso delle quali il
commedia “Sei autori in cerca del
elettorale che prevede lʼapposizione della
deputato regionale ha messo in pratica la
personaggio“ serata in cui De Luca ha
fatidica “ics” sul nome del candidato a
sua strategia vincente che è stata quella di
dimostrato di poter tenere testa ai migliori
sindaco. A parte le argomentazioni
anticipare gli avversari sciorinando in
interpreti del palcoscenico cimentandosi in
politico-amministrative lʼex sindaco di
piazza ed affrontando quelli che erano i
una tre ore monologo in cui ha inscenato
Fiumedinisi ha saputo cogliere la grande
punti di debolezza che avrebbero
sei personaggi della storia recente del
voglia di cambiamento che aleggiava in
focalizzato lʼattenzione degli altri candidati
ridente centro jonico. Sin dalla prima uscita
paese ed ha messo in atto una vera e
a sindaco. Su questa scia va citato quella
il neo sindaco santateresino ha avuto un
propria “programmazione” mediatica con
grosso seguito di gente, seguito popolare
incontri e comizi in tutti gli angoli del paese. che è stata intitolata la commedia brillante
“La vita e le ricchezze di Cateno De Luca” o che aumentava sera dopo sino a toccare
Abbandonata la valigia di cartone, messa
il famoso “Nomi e cognomi “ in più atti che
livelli di partecipazione mai registrati a
da parte la lacrimuccia e banditi buffet di
ha fatto il giro della riviera jonica nel corso
Santa Teresa, e mentre gli avversari lo
vario genere, Robertino, come lo
del quale è stata ripercorsa
attaccano in maniera incrociata ma univoca
chiamano i più intimi, ha inscenato dei
11 MAGGIO 2012
il consenso di De Luca aumentava nelle
case dei cittadini disinteressati che, oltre a
riempire le piazze, seguivano le repliche
dei comizi in maniera massiccia in una
emittente locale. Mentre gli altri curavano la
ricerca del consenso attraverso lʼattività
delle proprie segreterie politiche, il
“reuccio” di Fiumedinisi, che anche nel suo
feudo ha portato alla vittoria il suo delfino,
Alessandro Rasconà, durante il giorno
studiava il “ copione “ da mettere in scena
la sera nella sua politica di comunicazione
che ha schiantato i rivali attraverso video
choc sulle reali condizioni del paese o
attraverso i dati numerici con tanto di grafici
digitali dei costi della politica. Un lavoro di
squadra coordinato sapientemente dalla
segretaria Loretta Grasso con lʼausilio del
consigliere provinciale Giuseppe
Lombardo e del delfino Danilo Lo Giudice.
Una campagna elettorale, per ritornare al
dato tecnico, che ha premiato soprattutto le
forze che hanno espresso la maggiore
discontinuità rispetto ad una classe politica
ingessata sulle stesse posizioni dal 1980.
Prova ne sono, oltre al successo di Sicilia
Vera, anche i nomi degli eletti nella lista di
minoranza che poi è stata la più votata
(2584 consensi ) riconducibili ad esponenti
di recente primogenitura come Davide
Trimarchi primo con 268 voti, seguito a
ruota da Santino Veri 260, vera sorpresa
della tornata, Brancato (costola dellʼex
vicesindaco Lombardo) 244, Pinto e lʼex
sindaco di Antillo, Di Ciuccio, con 223
preferenze. Primo dei non eletti un altro
giovane, Pippo Arpi (198) seguito a ruota
da unʼaltra matricola Sergio Casablanca
con 192. Si registrano autorevoli flop tra cui
quello dellʼassessore designato Pablo
Spadaro che ha raccolto appena 132
suffragi. Anche nella lista guidata da Carlo
Lo Schiavo, staccato di quasi ottocento voti
dal vincitore, primeggia un candidato di
novello conio, Agostino Gullotta
rappresentante dei giovani Pd del circolo
“Impastato” che con 212 preferenze ha
quasi doppiato colleghi più illustri e quotati
che godevano dellʼappoggio di onorevoli e
strutture partitiche “pesanti”. A suffragare
ancor di più la voglia di voltare pagina del
corpo elettorale il dato riferito al candidato
più votato che sarà con appena 24 anni il
consigliere “anziano “che aprirà i lavori del
primo consiglio comunale, ossia Danilo Lo
Giudice, 342 consensi allʼinterno della lista
collegata al sindaco che è giunta terza con
1491 voti ma che comunque porta dieci
esponenti in pista per effetto del premio di
maggioranza.
LETOJANNI
Costa, il figlio del popolo
Dopo marchesi e baroni arriva un fioraio
LETOJANNI. Chi lʼavrebbe mai detto che a diventare sindaco di Letojanni sarebbe stato un figlio del popolo. Marchesi, baroni, gente nobile si erano succeduti alla guida del
paese rivierasco dal 1958, anno dellʼautonomia comunale,
fino ad oggi. Cʼè riuscito, invece, a 37 anni Alessandro Costa, figlio di un pescatore, Domenico. Cʼè riuscito con la spinta propulsiva di ben 766 elettori contro i 709 di Marilena Bucceri e i 243 voti di Peppino Gullotta. Un successo, frutto del
lavoro di squadra fatto dai singoli candidati al Consiglio comunale e dagli assessori designati. Un lavoro che ha portato “Letojanni domani” a trionfare in maniera inaspettata: allʼinizio dellʼavventura nessuno avrebbe scommesso sulla
vittoria. E invece ecco la sorpresa. Un trionfo, quello conse-
guito dal neosindaco, che sa di speciale, soprattutto per co- Da dire che, come lista, Marilena Bucceri avrebbe vinto con
me è arrivato. A metà spoglio Peppino Gullotta e la lista “Le- 84 voti di scarto: 855 a 771 le preferenze, contro le 297 di
toj-Crescita in natura” erano fuori dai giochi. A contendersi Gullotta. Nessun candidato della compagine di questʼultimo
la poltrona di primo cittadino erano dunque lʼex assessore e è riuscito ad ottenere un posto in Consiglio. Il più votato in
il presidente del Consiglio uscente. Una vittoria, quella di Co- assoluto con 206 voti, Salvatore Curcuruto, fratello di Pippo
sta arrivata al rush finale, considerato il fatto che nella prima Curcuruto (eletto con 65 consensi) candidato con Costa e di
sezione lo scarto è stato di 22 voti, nella seconda invece di Sebastiano con Gullotta. Vanno in minoranza, assieme al79. Costa, fioraio di professione, è stato per quinlʼex assessore alla viabilità, Carmelino Lombardici anni in Consiglio comunale, nove appunto codo con 83 preferenze, Fabio Cicala con 79 voti
me garante dellʼassemblea. Vanta esperienze poed Emanuele Savoca con 68 consensi. I nuovi
litiche come militante nel partito dei Democratici
volti della maggioranza sono invece Antonio Ricdi Sinistra e poi nel Pd fino al 2008. Dunque il pricobene, ex presidente della Misericordia San
mo sindaco di sinistra della storia del paese di LeGiuseppe, con 79 suffragi, Domenico Bucceri
tojanni. Prima di lui Gianni Mauro( Pdl). Con Cocon 59 voti, Claudio Curcuruto, (74), Alessandra
sta, perciò, salgono sul “carro dei vincitori” tutti i
Iannino( 35), Salvatore DʼAllura, con 41 voti per
consiglieri candidati nella sua squadra(gli assesla seconda volta, Giovanni Interdonato (44 voti)
sori designati sono Maria Teresa Rammi ed Eue Daniela Fileti eletta con 45 preferenze.
genio Bonsignore, che sarà anche vicesindaco). Alessandro Costa
Enrico Scandurra
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11 MAGGIO 2012
primopiano
BARCELLONA. Maria Teresa Collica fa saltare il “sistema” Nania. E approda al ballottaggio
La politica col rossetto
L’asse Pdl-Udc tentenna di fronte all’avvocato schierato dal centro sinistra. A tingersi di rosa
per la prima volta anche Sant’Alessio Siculo e Piraino. Riconfermate Trovato e Grasso
BARCELLONA. Eʼ stata una campagna
elettorale con il rossetto quella che si è
conclusa. Le donne non solo hanno vinto in
molti comuni, ma dove sono state sconfitte
hanno mostrato tenacia e determinazione.
A parte le riconfermate Ornella Trovato a
San Piero Patti, Bernadette Grasso a
Capri leone (che si è scontrata con Maria
Rosalba Todaro), si registra la vittoria di
Gina Maniaci a Piraino, Enza Maccora a
Sinagra, Rosa Anna Fichera a SantʼAlessio
Siculo. Anche dove sono state sconfitte
capeggeranno lʼopposizione: da
Castelmola con Antonietta Cundari, a
Letojanni con Marilena Bucceri, Enza
Bonadonna a Pettineo. Ancora da
decidere la partita a Barcellona, la città del
senatore Mimmo Nania, dove da decenni
nessuno riesce a scardinare la perfetta
macchina da guerra del Pdl. A provarci,
però, è rimasta Maria Teresa Collica che,
complice una azzeccata campagna
elettorale favorita dal vento dellʼantipolitica
che spira a livello nazionale, non solo ha
portato lʼassessore provinciale Rosario
Catalfamo al ballottaggio nonostante le sei
liste a supporto contro le sue due
(espressioni del centro sinistra), ma ha
sfiorato quasi il 30% contro il 33% del
favorito. A favorirla i dibattiti. Tanta
determinata lʼavvocatessa, quanto timido e
riflessivo il medico. E il sistema Nania
comincia a vacillare. Al punto che il
consigliere provinciale Salvatore
Coppolino ha chiesto ai deputati del Pdl di
correre ai ripari puntando su “una nuova
squadra di giovani brillanti amministratori”
invitando i designati di fare un passo
indietro.
Un altro successo è stato quello di Piraino.
Dove è sorta unʼalba tinta di rosa, “lʼAlba
Nuova” di Gina Maniaci, che con 1289
preferenze si aggiudica il “primato” storico
di prima donna sindaco che abbia mai
amministrato Piraino. Gina Maniaci con il
61,76% di preferenze ha battuto lʼavvocato
Maria Teresa Collica
Rosa Anna Fichera
pirainese Pippo Condipodero che,
invece, è riuscito a ottenere il 38,24% delle
preferenze, pari a 798 voti. Un risultato,
quello della lista “Alba Nuova”, che va ben
oltre le aspettative, mentre a Piraino ci si
aspettava qualcosa di più dalla “Nuova
Piraino” e da Condipodero, già candidato
alla massima poltrona nella competizione
elettorale del 2002. Tra i dieci eletti al
Consiglio Comunale spiccano il giovane
neo avvocato Salvatore Cipriano, che
ottiene il primo posto in maggioranza con
un consistente bagaglio di 202 voti e che
viene già indicato dai pirainesi come il
nuovo presidente del Consiglio, anche se
dovrà vedersela con due suoi compagni di
squadra dal pacchetto voti molto
consistente, si tratta di Nino Miragliotta,
centonove
GALLODORO
Alfio Currenti, “Mi
manda mio cugino”
GALLODORO. Per i prossimi cinque
anni a sedere sulla poltrona di primo
cittadino di gallodoro, uno dei comuni più piccoli del Meridione sarà
Alfio Currenti, insegnante di 43 anni,
sostenuto da Fli. Ha battuto Domenico Lo Monaco, sindaco uscente di un
paese che sta vivendo gli anni più tetri della sua storia. I cittadini gli hanno dimostrato fiducia nel 2007; non è
stato così lunedì scorso. Dunque il
neosindaco, cugino dellʼonorevole
Pippo Currenti, non avrà compito facile, nonostante gli sforzi dellʼex amministrazione, nel risanare il bilancio
comunale. Una vittoria sudata, quella dellʼesponente del partito di Fini.
Allʼinizio dello spoglio tutto faceva
presagire che ci sarebbe stato un testa a testa fino allʼultima scheda. Alcune di queste sono state contestate. Aleggiava allʼinterno del seggio
unʼaria strana. Ci sono stati attimi di
subbuglio, ma la situazione è andata, poi, lentamente verso la normalità. Dopo un iniziale stand-by, Lo Monaco ha cominciato a perdere terreno, e Currenti alla fine ha trionfato
con 18 voti di scarto. Come lista, invece, la differenza è stata di 20 consensi. (Enrico Scandurra)
eletto con ben 160 preferenze e dello
stimato commercialista Cono
Condipodaro che ha ottenuto 157 voti.
Buoni piazzamenti anche per il resto della
minoranza uscente e per i nuovi volti che si
affacciano sulla scena politica pirainese.
Tutta da decidere la quota rosa che
approderà in giunta. Molti fanno già il nome
di Pina Saggio, eletta al consiglio con un
ottimo risultato, altri invece puntano sulle
due giovani leve prime dei non eletti,
ovvero Erminia Calabria e Rossella
Domianello, che potrebbero ugualmente
ricoprire qualche ruolo allʼinterno della
squadra di governo. Lʼopposizione, invece,
può vantare un personaggio politico del
calibro di Maurizio Ruggeri, assessore
uscente della Giunta Campisi e primo in
SAN PIER NICETO
Calderone espugna
la roccaforte Formica
Dopo cinque anni si riprende la rivincita.
Il vice presidente dell’Ars rappresentante di liste
SAN PIER NICETO. Se Barcellona, roccaforte del
senatore Mimmo Nania, vacilla, i nemici politici hanno già
conquistato un altro avamposto storico, quello
dellʼonorevole Santi Formica. Dopo decenni di dominio
incontrastato, la coalizione del deputato che riproponeva
Franco Pirtrone, è stata sconfitta. Il nuovo sindaco di San
Pier Niceto è Luigi Calderone che si è ripreso dalla
sconfitta di cinque anni fa. Che il vento era cambiato
lʼaveva capito anche lʼonorevole Santi Formica. Il vice subentrare a Nastasi in giunta è stato Fausto Cattafi che
presidente dellʼArs ha fatto il rappresentante di lista alla però ha raccolto soltanto 22 preferenze. Una scelta
scuola elementare del paese. Ha così potuto trascorrere infelice, visto i risultati. A ruota, ottima affermazione
trascorso tutto il tempo nei seggi e salutare gli elettori anche dellʼavvocato Francesco Ruggeri (142) e il
prima del voto. A presidiare la scuola anche altri due giovane Rosario Calogero con 133 preferenze.
rappresentanti: il vice sindaco Enrico
Nellʼopposizione i risultati migliori di
Gangemi e Nicola Formica, cugino
Valentina Formica, figlia dellʼesperto
dellʼonorevole,
esperto
Nicola, con 132 e la figlia del vice sindaco
dellʼamministrazione uscente con una
uscente, Valentina Gagemi (112).
indennità di 2 mila euro mensili.
Riconfermati gli assessori: Francesco
Lʼonorevole, però, ha seguito poco lo
Ruggeri, il geometra Franco Previti,
sfoglio. Appena ha capito la tendenza, ha
lʼavvocato Francesca Pitrone. Si
salutato tutti. A gongolare anche i fautori
aggiungerà, secondo indiscrezioni,
di questa vittoria. Domenico Nastasi, vice
Rocco Maimone, papà di Giuseppe,
presidente del consiglio uscente, che ha
Presidente
dellʼassociazione
lasciato lʼex maggioranza dopo la revoca
ambientalista Adasc. Due di loro dovrà
dellʼassesorato al padre Biagio, è stato il
lasciare il consiglio comunale, in quanto
Luigi Calderone
più votato con 155 preferenze. A
tutti eletti in maggioranza.
pagina 10
centonove
primopiano
11 MAGGIO 2012
A sinistra il sindaco
uscente Santino
Di Bella. A destra il
neo eletto Domenico
Prestipino.
Di Bella, se avesse
vinto lo schieramento
“Vincere per
Pagliara” avrebbe
ricoperto la carica
di presidente
del consiglio
comunale
PAGLIARA. Domenico Prestipino dopo la proclamazione caccia dal comune Di Bella
Gina Maniaci
assoluto degli eletti con ben 203
preferenze. In squadra con lui lʼex
assessore dimissionaria Angelita
Terranova e i due nuovi consiglieri Pino
Campisi e Mimma Repici. Notte di
festeggiamenti, invece, per la dottoressa
Gina Maniaci che raggiante di gioia ha
affermato che è un onore poter essere la
prima donna sindaco a rappresentare il
paese. Da subito, però, la dottoressa
dovrà mettersi allʼopera per attribuire alla
sua squadra le cariche più ambite in
giunta.
Anche SantʼAlessio Siculo avrà per la
prima volta una “sindachessa”. Una vera e
propria “valanga rosa” ha premiato Rosa
Anna Fichera, 50 anni, docente di italiano
e storia. Tra musica, dolci, fiori e tanta
commozione, ha brindato allʼhotel
Kennedy la sera stessa dello spoglio
elettorale il suo gran “trionfo: col 48 per
cento di preferenze e ben 485 voti,
sbaragliando i due avversari Francesco
Santoro, inchiodato a quota 175, e finito
fuori dai giochi, mentre Cetto Fleres si è
dovuto accontentare della minoranza con i
suoi 354 voti che sarà capeggiata da
Giuseppe Riggio. Allʼen-plein di Rosa
Anna si è aggiunto il crescente peso
politico del sindaco uscente Giovanni Foti
che ha da sempre sostenuto questa
candidatura. Dunque pronostici rispettati.
Archiviati i festeggiamenti è iniziata la
corsa ai toto assessori che rischia di far
nascere diverbi interni, vista le delusione di
qualcuno. Il sindaco avrebbe già chiesto a
Giuseppe Bartorilla, assessore
designato, di dimettersi per far entrare il
primo dei non eletti, Natale Ferito. Ma il
segretario comunale, Bartorilla non
avrebbe accettato.
(ha collaborato Caterina Scaffidi)
Il fair play non abita qui
Il predecessore stava ripulendo la scrivania ma è stato allontanato in malo modo.
A Savoca Nino Bartolotta consegna la fascia tricolore a Trimarchi tramite la segretaria
DI GIUSEPPE PISTONE
PAGLIARA. Il farir play non abita a
Pagliara e Savoca. Litigi e ripicche
continuano nonostante il responso degli
elettori. A Pagliara un vero ribaltone ha
rivoluzionato i pronostici della vigilia che
davano Sebastiano Gugliotta vincente. I
promotori della continuità, speravano
che lʼallievo superasse il maestro. Ma
lʼex presidente del consiglio è stato
superato da Domenico Prestipino per
soli 25 voti di scarto. Ma il vero sconfitto
di questa tornata elettorale è lʼex
sindaco Santino Di Bella che avrebbe
voluto lasciare il testimone al suo
delfino. Così non è andata, anzi,
sarebbe stato allontanato in malo modo
dal comune dal suo successore. Questa
la versione riportata nel comunicato
della lista “Vincere per Pagliara”.
«Quello dopo il voto doveva essere un
giorno di pace - si legge - dopo
unʼaccesa campagna elettorale, ed
invece Domenico Prestipino non ha
aspettato un minuto e subito dopo la
proclamazione da parte del Presidente
del seggio, e come prima azione ha
pensato bene di usare la forza e la
prepotenza. Il sindaco uscente Santi Di
Bella è andato al Comune di prima
mattina, e comunque prima
dellʼavvenuta proclamazione, per
risolvere una problematica relativa al
pulmino dei bambini delle scuole per
evitare disagi alle famiglie; nel frattempo
pensava anche di ordinare la scrivania e
preparare il normale passaggio di
consegne con il nuovo sindaco. Invece il
neo sindaco Prestipino si è presentato al
Comune scortato dai carabinieri e con
toni meritevoli di biasimo, gridando e
minacciando, ha cacciato in malo modo
fuori dagli uffici il sindaco uscente tra lo
sconcerto dei dipendenti ed alla
presenza di un attonito ed impotente
Giovanni Giacò prossimo presidente del
consiglio. Ci auguriamo che questo
comportamento sia solo uno strascico
della tensione accumulata in questa
campagna elettorale. Noi tutti speriamo
che tali episodi non si verifichino più e
che il nuovo sindaco possa chiedere
scusa dellʼazione e del cattivo esempio
che ha dato a tutti i suoi concittadini».
Di Bella è talmente amareggiato che
medita di rinunciare alla carica di
consigliere (è stato il primo degli eletti e
se Gugliotta avesse vinto avrebbe
seduta sulla poltrona di presidente).
«Non ho ancora deciso nulla sto
meditando – spiega con voce dimessa
Di Bella – voglio capire bene prima
come sono andate le cose e poi
deciderò. Una cosa è certa, siamo usciti
sconfitti e non meritavamo questo
risultato». Prestipino conferma la
circostanza ma preferisce non rilasciare
dichiarazioni sullʼargomento.
A Savoca un bagno di folla festante
lunedì sera ha accolto Paolo Onofrio
Trimarchi davanti ai seggi e poi
accompagnato in tripudio per le vie del
paese. Un brindisi per tutte le 16 frazioni
del comune, visitando i più anziani. Il
responso delle urne era atteso solo per
frugare ogni dubbio. Ma la vittoria era
scontata (oltre il 57 per cento). Una
vittoria agrodolce. Perché il neo sindaco
non perdonerà mai lʼuscente Nino
Bartolotta, che prima ha manifestato
ampio consenso, e poi gli ha voltato le
spalle, sostenendo la lista avversaria di
Domenico Famulari. I due non si
sarebbero nemmeno incontrati per un
abbraccio, ma il sindaco uscente
avrebbe mandato la fascia tricolore al
neo eletto attraverso la sua segretaria
comunale, Giuseppina Minissale.
Intanto in consiglio è già in pieno
fermento per la composizione della
giunta. A contendersi la presidenza del
consiglio saranno Giuseppe Meesa e
Carmelo Crisafulli. Assessori designati
Antonella Savoca e Cettina Pizzolo.
VILLAFRANCA
La grande alleanza
fa trionfare Di Marco
L’accordo tra i “nemici” della passata legislatura
lo portano al trionfo. Il più votato è Cavallaro
Matteo De Marco
VILLAFRANCA. Si svolgerà il prossimo 20 maggio l'insediamento
del neo eletto consiglio comunale di Villafranca Tirrena. A presiedere lʼaula sarà Giuseppe Cavallaro, candidato che ha ricevuto il
maggior numero di preferenze (334 voti). Il nuovo sindaco Matteo
De Marco ha già raccolto l'eredità del suo predecessore Piero La
Tona mettendosi al lavoro sulla vertenza Telcom che rischia di lasciare senza lavoro 18 operai. Tra i banchi del consiglio due sole
donne, elette tra le fila dell'opposizione: Barbara Di Salvo (180 pre-
pagina 11
ferenze) e Antonia Lorella Merlino (66). Ma la legge prevede che la
giunta sia composta in modo da garantire la rappresentanza di entrambi i sessi e per questo con ogni probabilità rientrerebbe in corsa almeno una delle donne della lista vincente. Resta fuori dal palazzo municipale il gruppo “Nuovamente Villafranca” che annuncia
comunque, attraverso il proprio candidato Piero Argurio, un attento
antagonismo volto a dare voce agli elettori che hanno creduto nel
loro progetto politico. Tra i banchi della maggioranza anche Mario
Russo (223 voti) e Alberto DʼAngelo (311), gli esponenti del Pd che
insieme all'assessore designato Tito Costa hanno condiviso l'ampia convergenza politica per prospettare a Villafranca cinque anni
di crescita all'insegna del buongoverno. «Cercheremo di coinvolgere tutta la cittadinanza, gli ordini professionali e la società civile spiega De Marco - perché avremo bisogno del supporto di tutti durante questi anni di amministrazione. La cittadinanza ha risposto bene alla novità di questa sinergia con il Partito Democratico, ciò significa che è stata apprezzata l'intesa su un progetto costruttivo per
il nostro comune». (Antonio Bonaccorso)
primopiano
11 MAGGIO 2012
centonove
AMARCORD. Nizza di Sicilia e Venetico scelgono l’esperienza e bocciano i giovani
NOVARA DI SICILIA
Di Tommaso e Rizzo, usato sicuro
Gino Bertolami,
la vittoria con uno squillo
Il medico, nella zona jonica, è un punto di riferimento da 30 anni. L’imprenditore tirrenico
ritorna alla guida del comune dopo una breve pausa. Mentre gli oppositori litigano
DI
GIUSEPPE PISTONE
NIZZA DI SICILIA. Giuseppe di Tommaso
a Nizza di Sicilia e Franco Rizzo a Venetico
sono due dei “grandi vecchi” della politica
locale che nonostante lʼetà non hanno
alcuna voglia di rinunciare alla politica. Di
Tommaso ricopre la carica di sindaco da
29 anni (tranne una pausa dopo due
mandati consecutivi). Rizzo è ritornato
dopo una esperienza durata dieci anni dal
1997 al 2007. Giuseppe Di Tommaso è
stato il sindaco più votato dellʼultimo
ventennio, ma lui non si scompone. «La
gente mi vuole bene e lo dimostrano
sempre con il loro affetto”. Tutto qui. Come
se a Nizza di Sicilia, per essere eletti
sindaco, bastasse solo questo. Giuseppe
Di Tommaso, medico condotto, è fatto
così. È diventato per il paese unʼistituzione
a cui i cittadini ormai non sanno e non
vogliono più rinunciare. La battaglia nel
piccolo comune in realtà non era per la
sindacatura, ma per accaparrarsi la
minoranza consiliare. Ma il consenso
incrociato ha premiato Giacomo DʼArrigo
con 490 voti, contro i 517 della Brigandì.
Lʼopposizione passa così nelle mani di
Giacomo DʼArrigo per soli due voti di scarto
sulla lista, 665 “Cambia Nizza”, contro i
663, della lista “Libera Nizza”. Ma la
professoressa Mimma Brigandì annuncia
ricorso al Tar per presunte irregolarità nella
valutazione delle schede elettorali. Intanto
ha già chiesto la verifica dei verbali e delle
tessere. Il presidente ci seggio alle battute
finali dello spoglio elettorale avrebbe
ripescato due schede già contestate. Nella
prima cʼera una x sul sindaco Di Tommaso
a accanto scritto: DʼArrigo; lʼaltra una x sul
sindaco Di Tommaso e accanto scritto
Cintorrino della lista “Cambia Nizza”.
Schede che il presidente di seggio avrebbe
attribuito al candidato sindaco DʼArrigo, ma
che secondo la Brigandì andavano invece
Franco Rizzo
annullate. Finiti i festeggiamenti per la
vittorio schiacciante del sindaco Di
Tommaso con un più 40 per cento, il suo
entourage è ora di rimbccarsi le maniche
per disegnare lʼoganigramma istituzionale.
Presidente del consiglio confermato
Carmelo Rasconà, assessori designati
Tiziana Bonarrigo, ex vice sindaco, Maria
Patrizia Parisi, Francesco Santisi e
Salvatore Bruno. La vice sindacatura
potrebbe essere assegnata a Concita Isaja
per aver raccolto ben 176 preferenze. A
Venetico a spuntarla è stato Francesco
Rizzo, che ha raccolto 923 preferenze.
Rizzo ha superato ben tre sfidanti nella
corsa a primo cittadino: l'uscente Carlo
Lamberti (584 voti), l'ex presidente del
consiglio Antonino La Guidara (391) e la
new entry Luigi Bonfiglio (145). Primo
passo della nuova amministrazione sarà
l'approvazione del bilancio per scongiurare
che dalla Regione venga nominato un
commissario. «Voglio continuare la mia
opera di rilancio di Venetico che ho dovuto
sospendere cinque anni fa» ha dichiarato
lʼimprenditore.
NOVARA DI SICILIA. Eʼ stata una telefonata di auguri per la vittoria, fatta
dallo “sfidante sconfitto” Luigi Munafò
(voti 367 ) al neo sindaco Gino Bertolami, a porre fine alla “ competizione elettorale” a Novara di Sicilia. Si è trattato
di una combattuta campagna elettorale, basta pensare che sono stati celebrati circa venti comizi nelle varie piazze del paese e delle frazioni. Centoquarantuno i voti di differenza che hanno
permesso al professore Gino Bertolami ( voti 508 ) di essere eletto sindaco
di uno dei borghi più belli dʼItalia. Otto
i consiglieri eletti nella lista “Libertà e
Progresso” collegata al vincitore, si
tratta del veterano Bartolotta Salvatore, di Carrozzo Giuseppina che con 68
voti è stata la più votata di tutti ed a lei
toccherà presiedere quale consigliere
anziano la prima seduta del civico consesso, di Da Campo Luciana (con 67 voti) lʼaltra donna eletta tra gli scranni comunali, buona anche lʼaffermazione
dellʼarcheologo Gino Sofia ( 56 i voti per
lui, che assieme al deltaplanista Bartolotta ed alla Carrozzo optando per un
posto da assessore permetteranno di
entrare in consiglio ad altri tre candidati
della lista ), tra i consiglieri eletti in prima battuta i due rappresentanti sindacali Orlando Catena ( 44 le preferenze)
e Imbesi Aldo ( 34 i voti che continuerà
ad essere il presidente del consiglio comunale), 49 invece i voti per Giamboi
Cristian e 34 per DʼAloia Domenico. Siederanno tra gli scranni comunali anche
il giovanissimo Sofia Alessandro (voti
30) assieme a Calderone Giuseppe e
Catalfamo Andrea dopo la nomina dei
tre assessori. Raggiante il primo cittadino Bertolami per il quale “… tante sono le cose da fare, tra le prime, la possibilità dellʼutilizzo dellʼospedale del
paese, si tratta di una struttura bellissima chiusa da tantissimi anni e che potrebbe trovare un impiego anche grazie
alla chiusura ormai prossima dellʼOpg
Vittorio Madia di Barcellona Pozzo di
Gotto». (Enzo Baglione)
MAZZARA SANT’ANDREA
Bucolo vince e comincia
la battaglia alla discarica
Il neo capo della giunta firma come primo atto:
la revoca dei componenti del cda di TirrenoAmbiente
Salvatore Bucolo
MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. Il primo atto ufficiale del neo sindaco
Salvatore Bucolo è quello di “mettere mano” a Tirreno Ambiente. A
pochi giorni dalla sua nomina, ottenuta conuno scarto di stretta
misura su Carmelo Pietrafitta, il neo sindaco prende carta e penna
e scrive alla società che gestisce la discarica di Mazzarrà per far
sapere che intende subito avviare le procedure per rinnovare il
consiglio di amministrazione poiché sono da ritenere ormai decadute
tutte le nomine fatte dallʼex sindaco Carmelo Navarra. «Tutte le
pagina 12
nomine, designazioni o proposte indicate dall'ex sindaco del comune
di Mazzarrà S. Andrea devono intendersi decadute o revocate scrive Bucolo - e sarà cura dello scrivente, anche previa Asssemblea
dei Sindaci dei Comuni soci di Tirreno Ambiente, provvedere alle
nuove designazioni». Il neo sindaco quindi non intende perdere
tempo su un provvedimento che ritiene fondamentale e urgente.
«Considerato che spetta al sindaco nominare il presidente e la
composizione del consiglio di amministrazione - dichiara Bucolo provvederò subito a sostituire i componenti i quali non hanno portato
alcun beneficio alla comunità». Il neo sindaco si riferisce ai proventi
che il comune avrebbe dovuto avere per la gestione della discarica
e sostiene che lʼente che guida non ha ottenuto quello che gli
spettava. «Per questo motivo sono convinto di non potermi fidare di
queste persone e ho avviato subito le procedure per sostituirle continua Bucolo - mi sto consultando con varie personalità affinchè
si possa individuare un manager di comprovata esperienza che si
in grado di dare benefici alla nostra comunità e restituisca lustro
alnostro paese». (Pamela Arena)
Politica
11 MAGGIO 2012
TRATTATIVE. Esecutivo regionale nel limbo in attesa del voto del 21 maggio. E del Pd
Giunta al secondo turno
Dal risultato di Fabrizio Ferrandelli contro Leoluca Orlando per la conquista della sindacatura
dipende l’esito dell’assemblea dei democratici del 27. Intanto, Lombardo “punisce” Fli
PALERMO. Il rimpastino in giunta? Si lega
a due passaggi fondamentali. Il primo, da
cui dipende il secondo, riguarda lʼesito del
ballottaggio su Palermo. Lʼaltro è il dibattito
che si svilupperà allʼinterno dellʼassemblea
del Pd convocata per il 27 maggio. Quella
che ha per oggetto la mozione di sfiducia
al segretario regionale dimissionario
Giuseppe Lupo, ma che diventerà
lʼoccasione per unʼanalisi del voto e della
linea politica futura. A scontrarsi, lʼanima
“filogovernativa” del partito, capeggiata da
Francantonio Genovese (Innovazioni) e
il duo Antonello Cracolici e Giuseppe
Lumia (senatore e capogruppo allʼArs), da
una parte, e lʼarea legata a Lupo e quella
degli oltranzisti che chiedono di chiudere i
rapporti con il governo Lombardo.
IL DATO ELETTORALE. Un primo passo
per definire gli assetti futuri in giunta era
legato al risultato alle amministrative di
Palermo dei candidati e ancor più delle
liste. Uno spoglio che vede lʼasse Mpa-Fli
premiata nonostante la coalizione (i dati
sono 598 sezioni su 600), al 21,25%,
stacchi nettamente il candidato sindaco
Alessandro Aricò (targato Futuro e
Libertà), fermo allʼ8,76. Un 21,25 che, però
vedrà lʼingresso in consiglio comunale dei
soli consiglieri autonomisti grazie al
superamento dello sbarramento al 5%
(Mpa, 7,54) contro il 4,32 di Fli. Da questo
punto di vista, quindi, Raffaele Lombardo,
in previsione del rimpasto assicura al suo
partito la delega rimasta nelle sue mani, al
Lavoro, che è già stata promessa a
Carmelo Lo Monte (ex capogruppo alla
Camera). Sulla base del dato, poi, Fli è
destinato a perdere un assessore (quasi
sicuramente Sebastiano Di Betta, al
Territorio) a favore di Mps di Riccardo
Savona, che col suo 3,33% supera
abbondantemente lʼApi di Rutelli (1,19), il
cui uomo dʼarea Sebastiano Missineo
(Beni Culturali), è a rischio. Il 3,48% di
Palermo Avvenire-Team Sud blinda
invece i loro ispiratori, gli assessori alla
Sanità e allʼEconomia, Gaetano Armao e
Massimo Russo. In casa Pd, invece, cʼè
un apparente crollo: nel 2007, infatti, Ds e
Margherita avevano conseguito in tutto il
16 per cento, a fronte dellʼodierno 7,76
attuale. In realtà, unendo i voti di “Ora
Palermo Lista Ferrandelli” (6,2%), si sfiora
il 14. Tutta la coalizione con Sel e Vizzini
In alto a sinistra,
Sebastiano Missineo,
assessore
ai Beni Culturali.
A destra, il deputato
nazionale del Mpa
Carmelo Lo Monte,
in attesa del posto
di assessore
regionale al Lavoro.
Sopra e accanto,
gli assessori in bilico
Giosuè Marino
e Sebastiano Di Betta.
A destra, lʼassessore
allʼEconomia
Gaetano Armao, che
con il collega
alla Sanità Massimo
Russo sosteneva
due liste in corsa
a Palermo
pagina 13
centonove
Riformisti, ha raggiunto il 18,53,
superando di un punto il candidato (17,36).
Sul dato, come ha sottolineato in
unʼintervista lʼex segretario regionale
Genovese, pesa “lo scarso interesse di
alcune componenti”. Ma quali sono? Il
leader messinese del Pd non lo dice, ma i
riflettori sono puntati sullʼarea che fa capo
a Bernardo Mattarella, ma anche ai più
vicini a “Unʼaltra Storia” di Rita Borsellino
che, invece, avrebbero spostato le
preferenze verso Leoluca Orlando
(47,33%) e e la sua coalizione (Idv 10,26%
e la Sinistra e gli Ecologisti per Palermo,
4,76). Adesso, le decisioni del Pd si legano
al ballottaggio.
INCOGNITA FERRANDELLI. Dal risultato
del secondo turno dipenderà tutto. Se
Ferrandelli dovesse prevalere su Orlando
(ipotesi remota), la linea sarebbe chiara: si
continua alla Regione e si punta a una
candidatura alla presidenza di Giuseppe
Lumia sostenuto dalla stessa
maggioranza attuale. Se lʼesito dovesse
solo migliorare, invece, sarebbe più facile
decidere di mantenere lo stato delle cose,
concentrandosi, più che altro solo sulle
future regionali e relative nuove alleanze.
Se Ferrandelli invece dovesse ottenere
proporzionalmente lo stesso risultato,
sarebbe un vero e proprio guaio. Con il Pd
destinato a “spaccarsi” in due
definitivamente tra chi resta con Lombardo
e chi vuole uscire dal governo, guardando
a nuove e diverse alleanze. E si lega
proprio a questʼultima ipotesi il ruolo
dellʼUdc, che seppur ha visto
pesantemente sconfitto il suo candidato
(Massimo Costa), in città ha il 7,65% e in
Sicilia è andato bene. Perché unʼalleanza
moderata passa soprattutto dal
coordinatore regionale dellʼUdc,
Gianpiero DʼAlia, che, liquidato ciò che
resta del Terzo Polo, non vuol sentir
parlare di Mpa e Raffaele Lombardo.
I POSTI IN BALLO. Il rimpasto della
giunta precedente alle dimissioni del
governatore, quindi, è rinviato a dopo il
27. Se Ferrandelli dovesse andar bene,
Lombardo è pronto a offrire una poltrona
allʼarea Lupo. Diversamente, proverà ad
andare avanti, cercando di rafforzare le
posizioni di Cracolici e Lumia, spaccando
il Pd. In ballo, oltre alla delega al Lavoro,
ci sono i posti al Territorio, ai Beni
Culturali e allʼEnergia (“facendo fuori”
Giosuè Marino). Una nomina, infatti,
dovrà essere quella del vicepresidente,
con in pole position il deputato Mpa Lino
Leanza. (D.D.J.)
Politica
11 MAGGIO 2012
PALAZZO DEI LEONI. Aumento del 25% delle indennità di presidente, assessori e consiglieri
Più ricco a mia insaputa
Il dirigente Antonino Calabrò firma una determina che mette le ali agli stipendi. Grazie alla
“città metropolitana”. Ricevuto: “Non ne sapevo nulla. E rinuncio”. E anticipa “indagini interne”
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Le province stanno per
essere cancellate, Messina tra qualche
mese perderà lo status di città
metropolitana, quindi tocca approfittarne.
Adesso o mai più. E con determina
dirigenziale, a palazzo dei Leoni si
aumentano i compensi di presidente della
Provincia, vicepresidente, assessori e, a
cascata, anche dei consiglieri provinciali.
Di quasi il 25%.
AUMENTI PER TUTTI. La determina è
del 13 aprile, ed è firmata dal dirigente
alla Ragioneria Antonino Calabrò.
“Rideterminazione dellʼammontare
dellʼindennità di funzione degli
Amministratori della provincia regionale di
Messina. Tre pagine di “visto”, “ritenuto” e
considerato”, e lo stipendio mensile del
presidente della Provincia Nanni
Ricevuto passa da 6972 a 8697 euro
(sono tutte cifre al lordo) quello del
vicepresidente (mai nominato da
Ricevuto) da 5228 a 6522 euro, e quello
degli assessori da 4531 a 5653 euro.
Nella delibera non sono compresi i
consiglieri provinciali, ma lo stipendio
sarà aumentato anche a loro “a cascata”
fino a 2609 euro, visto che il cumulo
massimo dei gettoni di presenza mensili,
che tutti raggiungono, è parametrato sul
30% dello stipendio del presidente. Per
tutti, la “manna è retroattiva. Calabrò,
infatti, specifica che lʼaumento scatta “a
far data dal primo gennaio 2012”. Come
si è arrivati a questi aumenti? Con tre
“balzelli. Che cumulati fanno quasi il 25%
in più.
COME TI CALCOLO IL BALZELLO. Cʼè
un decreto emanato dallʼassessorato
regionale alla Famiglia, nel 2008, che
stabilisce lʼadeguamento delle indennità
in base alle variazioni Istat, fissando un
4,60% in più con decorrenza gennaio
2004, ed un altro 3,70% con decorrenza
gennaio 2007. Due anni prima, però, la
finanziaria del 2005 aveva tagliato a colpi
A MIA INSAPUTA. Nanni Ricevuto
di scure il 10% sulle indennità di funzione,
provvedimento prima fatto a pezzi dalla
Corte dei Conti per le Autonomie nel 2006
e recepito dalla regione Siciliana nel
2008. Al saldo, restano quindi i due
aumenti, che sommati danno un 8,30% in
più. Basta? nemmeno per sogno. Perchè
Calabrò tira fuori dal cilindro un ulteriore
aumento del 15% per indennità e gettoni
di presenza “per gli amministratori delle
Province regionali che ricomprendono
aree metropolitane, come dispone una
legge del lontano 1986. E siccome
Messina ancora per qualche settimana
potrà fregiarsi dello status di città
metropolitana, visto che a quanto pare
dallʼultimo censimento è uscito fuori un
numero dʼabitanti inferiore ai 250mila
necessari per ritenere metropolitana una
città, allʼ8,30% si è sommato un ulteriore
15%. Il risultato? 23 e rotti percento in più.
Lʼaumento dellʼindennità del presidente
da 6972 a 8697, sulla quale vanno
parametrate tutte le altre, ammonta al
24,75%. Unʼaltra “carezzina”. Che non
tutti hanno accettato.
centonove
IO RINUNCIO. Una mossa, quella
dellʼaumento, talmente impopolare da
scatenare una gara ad allontanarsene il
più possibile. Il primo a disconoscerla, la
delibera, è stato, qualche ora dopo la
pubblicazione e la fuoriuscita della notizia,
il primo inquilino di palazzo dei Leoni.
“Apprendo solo adesso di unʼautonoma
determina dirigenziale del 13 aprile 2012 scrive Nanni Ricevuto - emanata in
ottemperanza alle recenti normative
regionali con la quale viene rimodulato
lʼammontare delle indennità di funzione di
presidente ed assessori, e dei consiglieri
provinciali. Pur tenendo conto
dellʼobbligatorietà del provvedimento
dirigenziale di adeguamento alle leggi
vigenti - continua la nota - non posso non
considerare il momento di grave difficoltà
economica che tanti e tanti cittadini
stanno attraversando e, pertanto, per quel
che mi riguarda, dichiaro di rinunciare
allʼaumento dellʼindennit”, conclude il
presidente della Provincia, che annuncia
unʼindagine amministrativa per chiedere al
dirigente conto e ragione del
provvedimento. Alla coscienziosita di
Ricevuto si accoda anche lʼassessore al
Lavoro Renato Fichera: “Rinuncio
allʼaumento dellʼindennità per rispetto del
momento di difficoltà in cui versa lʼItalia
intera”, subito imitato dai colleghi
Giuseppe Di Bartolo e Mario
DʼAgostino.
ALLʼATTACCO DEL PRESIDENTE. A
palazzo dei Leoni cʼè chi si mostra
scettico sulla possibilità che il reagioniere
generale possa agire, pur nel rispetto
della legge, senza un mandato politico. E
poiu cʼè Roberto Cerreti, consigliere del
Mpa, che offre una sua lettura: “Lʼipotetico
aumento o “meglio il reale adeguamento
dellʼindennità di funzione” per i
rappresentanti istituzionali, è obbligatoria
e vincolante, e lʼunica reale maniera per
rinunziarvi, potrebbe essere quella di
devolvere le somme mensilmente prese
dal Presidente a qualche Onlus”, scrive
polemicamente Cerreti. Che fa riferimento
ad un “10% di aumento dovuto per la
mancata applicazione della legge
regionale 22 del 2008” del tutto diverso
dallʼaumento previsto dalla delibera del
ragioniere generale Calabrò. Parecchio
sarcastici anche i sindacalisti del Csa: “Da
rappresentanti dei lavoratori consideriamo
il provvedimento la più concreta risposta
alle voci di difficoltà economiche dellʼEnte
- scrivono - certi che da ora in avanti non
sentiremo più parlare di necessità di
interventi sulle spese del personale e di
tagli vari”, scrivono, sollecitando anche gli
adeguamenti dei buoni pasto.
PALAZZO ZANCA
Quando ci provarono al Comune...
Nel 2010, Pippo Previti chiedeva “un adeguamento”.
E oggi? Meno30%. Per colpa del patto di stabilità
Pippo Previti
MESSINA. “Questi sono professionisti, noi in confronto siamo dilettanti di primo pelo...”. Il commento, sarcastico e condito con ampie punte di “invidia”, lʼha rilasciato un consigliere comunale. Perchè a palazzo Zanca, due anni e mezzo fa, i consiglieri comunali
ci avevano provato ad aumentarsi lʼindennità. Riuscendoci. Lʼintuizione lʼaveva avuta il presidente del consiglio Pippo Previti: visto che Messina è città universitaria e turistica, nel calcolo della
popolazione vanno computati anche gli studenti che, pur non risiedendo in città, ogni giorno la “vivono”, ne frequentano lʼateneo
e ne abitano le case, e i turisti che vi sbarcano. Non faceva una
grinza, il ragionamento.
pagina 14
Senonchè, il segretario generale Santi Alligo, allʼepoca arrivato
da un paio di settimane, ha voluto vederci chiaro. “Si chiede lʼadeguamento dellʼindennità di funzione con maggiorazione anche
per gli anni pregressi (dal 2000 al 2008, ndr), scriveva Previti ad
Alligo ad agosto del 2010, sulla convinzione che la popolazione di
Messina (su questo dato si basa il calcolo dellʼindennità percepita dai consiglieri) andasse intesa “dinamicamente e non ad un dato limitato e statistico come espresso nel censimento”. A dargli forza, una decreto della presidenza regionale del 2001, che maggiorava del 5% gli importi per i comuni caratterizzati da “fluttuazioni stagionali della popolazione tali da alterare, incrementandolo del 30%, il parametro della popolazione dimorante”. E chi faceva fluttuare il dato, secondo Previti, erano studenti e turisti.
Lʼaumento è andato a buon fine, ma il “karma” si è vendicato. Oggi, infatti, i consiglieri comunali messinesi (e sindaco e assessori) hanno visto il loro compenso decurtato del 30%. Perchè? A causa dello sforamento del patto di stabilità. Poco più di cinquecento
euro in meno al mese in busta paga. (A.C.)
centonove
Politica
11 MAGGIO 2012
IL VINCITORE. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo
LO SCONFITTO. Il comandante dei VIgili Calogero Ferlisi
MESSINA. Il capitano di vascello Napoletano vince la corsa all’Ente di via Vittorio Emanuele
De Simone, d’...Autorità
In pole position per il ruolo di segretariuo generale c’è Giuseppe Chiofalo dell’Api.
Ecco chi è il vincitore, chi sono gli sconfitti e chi ha ribaltato nomine ed equilibri
MESSINA. Archiviata la nomina di
Antonino De Simone a presidente
dellʼAutorità portuale di Messina,
lʼattenzione si sposta sul segretario
generale dellʼente, che dovrà
succedere a Giuseppe Del Grande. Il
nome più accreditato è quello di
Giuseppe Chiofalo, già coordinatore
provinciale dellʼApi, partito politico che
a Palermo sostiene il governo retto da
Raffaele Lombardo, vero grande
regista dietro la nomina di De Simone
allʼente di via Vittorio Emanuele.
Ingegnere, classe 1963, un cuore
socialista e una fedeltà politica al
partito di Francesco Rutelli ed al
Terzo Polo, il nome di Chiofalo è
circolato insistentemente nei giorni
immediatamente successivi alla
designazione di De Simone a Messina
ad opera del ministro delle
Infrastrutture e dello Sviluppo Corrado
Passera. Secondo la legge che
istituisce lʼAutorità portuale, la nomina
del segretario generale spetta al
presidente, che si esprime dopo
lʼinsediamento, circostanza che avverrà
tra qualche giorno. Un insediamento,
quello di De Simone, che si
preannuncia incandescente.
DIRETTAMENTE DAL MINISTERO.
Cinquantasette anni, capitano di
vascello, uomo del ministero e
attualmente a capo dellʼufficio atti
normativi e parlamentari del Corpo
delle Capitanerie di porto, il napoletano
IL PRESCELTO. Giuseppe Chiofalo
De Simone ha avuto la meglio sui due
messinesi che con lui si contendevano
la poltrona di presidente allʼAutorità
portuale di Messina e Milazzo:
Tommaso Santapaola e Giovanni
Zuccalà, indicati rispettivamente dal
sindaco di Milazzo Carmelo Pino e dal
consigliere Mario Rizzo, capogruppo in
consiglio comunale a Messina dellʼarea
Udc che fa capo al deputato nazionale
Pippo Naro. De Simone è salito alla
ribalta delle cronache parlamentari per
la sua audizione in Senato, a febbraio,
nellʼambito delle indagini sulle cause
che hanno portato allʼaffondamento
della nave da crociera Costa
Concordia.
CHI VINCE, CHI PERDE. Ad uscire
dalle ossa rotta dalla riffa delle nomine
è stato Calogero Ferlisi, che fino ad un
mese fa già lustrava i braccioli della
poltrona dellʼente di via Vittorio
Emanuele dopo lʼincoronazione da
parte dello stesso ministro Passera, ma
il cui nome non è stato gradito dal
presidente della Regione, che ha
opposto il suo veto, e non era
nemmeno in cima alla lista di
gradimento del senatore messinese
Gianpiero DʼAlia, che lo ha definito
“inadatto al ruolo”. Il risultato? Ferlisi
imbufalito ha opposto ricorso al Tar:
“No comment”, ha ribadito lʼattuale
comandante della polizia municipale di
Messina, interpellato per telefono. Una
mano dʼaiuto, al generale dei vigili
urbani, la sta dando anche il presidente
del consiglio comunale messinese
Pippo Previti, che ha sostenuto Ferlisi
nella sua battaglia a colpi di carte
bollate con una raccolta di firme. E
proprio su Ferlisi aveva scommesso il
sindaco di Messina Giuseppe
Buzzanca, che accanto al comandante
dei vigili aveva proposto, come terna,
lʼex comandante della capitaneria di
porto Antonio Samiani, e Salvatore
Leonardi, più volte sindaco e
presidente della Provincia.
LE PATATE BOLLENTI. Il primo
problema che De Simone dovrà
affrontare è il piano regolatore portuale,
che da cinque anni giace tra le carte del
ministero delle Infrastrutture. La
vicinanza di De Simone al ministero, in
questo caso, potrebbe giocare a favore
della velocizzazione della pratica. Poi
cʼè sempre lʼannosa questione sulla
titolarità delle aree della zona falcata,
reclamate sia dallʼAuthority che
dallʼEnte porto, al quale il Consiglio di
giustizia amministrativa ha dato
ragione. (A.C.)
FACCE NUOVE
La piattaforma di Reset
Il movimento presenta il “laboratorio programmatico”
e guarda alle amministrative. Al grido “Siamo diversi”
Adriana Russo e Alessandro Tinaglia
MESSINA. “Vogliamo tagliare i ponti coi vecchi metodi della politica”. Alessandro Tinaglia, animatore del movimento Reset, che ha
deciso di cambiare la politica messinese, lo ripete in tutte le salse.
“Non ci interessa lʼassessorato o la ricerca del consenso. Quello che
vogliamo è una piattaforma condivisa in cui discutere di progetti sui
quali tutta la città è dʼaccordo. Se poi saremo noi a portarli avanti, o
qualcun altro, questo non è importante”. Reset torna a parlare dopo la presentazione ufficiale di inizio marzo, non per presentare programmi (anche se cʼè lʼammissione di una candidatura propria alle
prossime amministrative) ma per lanciare lʼidea della “Piattaforma
programmatica comune”: un documento, che verrà “svelato” il 28
pagina 15
luglio, “che vedrà i partecipanti siglare un accordo "etico" che impegnerà tutti quei soggetti che si candideranno alle prossime elezioni comunali, e che avranno ovviamente contribuito alla realizzazione della Piattaforma, ad inserire le azioni condivise individuate
all'interno dei programmi con i quali si candideranno alla guida della città”, ha spiegato Tinaglia.
“Ci sembra opportuno chiarire, anche in questa fase, come Reset
sia un soggetto Politico che sarà presente alle prossime Amministrative al di fuori degli schieramenti partitici, escludendo accordi
elettorali con i partiti tradizionali prima, durante e dopo le elezioni”,
ha chiarito subito Adriana Russo, che ha anticipato lʼidentikit del
candidato che Reset ha intenzione di esprimere per la corsa a sindaco: giovane, professionista e, possibilmente, donna. A sgomberare il campo dalla parola che aleggiava in saletta commissioni alla
Provincia ci ha subito pensato Tinaglia: Tale "rigorosa" posizione
non significa, però, nè che non siamo disponibili al confronto con
chiunque, anche con coloro con i quali non faremo mai accordi elettorali, né che Reset sia a favore dell'antipolitica”. (A.C.)
Politica
11 MAGGIO 2012
MILAZZO. Nessun movimento accetta le avance politiche del sindaco Carmelo Pino
Il rimpasto? No, grazie
Avvicendamento “pilotato” in giunta tra Mariano Bucca e Santi Romagnolo. Il resto
della giunta rimane al posto. Occhi puntati sulle Regioni. A cominciare da Lorenzo Italiano
MILAZZO. La nomina sarebbe avvenuta
nel riserbo più assoluto. Anche lʼAquila
che sormonta il simbolo del comune
sapeva che prima o poi lʼingegnere Santi
Romagnolo, braccio destro del sindaco
Carmelo Pino, sarebbe stato nominato in
giunta. Ma sui tempi gli addetti ai lavori
erano certi che lʼavvicendamento con il
responsabile dei lavori Pubblici, Mariano
Bucca, sarebbe avvenuto solo dopo il
voto sul dissesto. Pino, però, non ha
resistito. Anche gli assessori più vicini
sostengono di avere avuto la notizia dai
siti internet che hanno pubblicato il
comunicato stampa. «Lʼassessore
Bucca da tempo mi aveva sollecitato la
sua sostituzione – afferma il sindaco
Carmelo Pino - in quanto riscontrava che
lʼimpegno politico era condizionante per
la sua attività professionale. Gli ho
chiesto di pazientare – e per questo lo
ringrazio - per portare a compimento
tutte le procedure che lui aveva seguito
come parte politica. E così ho proceduto
alla nomina dellʼingegnere Romagnolo, il
quale, conoscendo lʼapparato tecnicoburocratico dellʼEnte, potrà dare un
ulteriore impulso agli impegni
programmatici dellʼAmministrazione».
Romagnolo, 47 anni, vanta una notevole
esperienza nel settore degli Enti Locali.
Eʼ stato dirigente del Comune di Milazzo,
consulente del comune di Santa Lucia
del Mela, responsabile dellʼarea tecnica
del Comune di Saponara, consulente in
altri Comuni del comprensorio. In
passato è stato anche assessore della
giunta presieduta da Carmelo Pino
sempre con delega ai Lavori Pubblici.
Lʼavvicendamento, nei programmi del
primo cittadino, però non doveva essere
lʼunico. Nonostante i rapporti più o meno
distesi, nel limbo rimangono
principalmente Gianfranco Nastasi,
Massimo DʼAmore e Maurizio Capone.
Pino, infatti, è alla ricerca di una
maggioranza in aula, ma non trova
interlocutori. Il contatto più “serio” è stato
con Autonomisti di centro, ma le
Da sinistra Capone, Scolaro, Pino e Nastasi
Lorenzo Italiano
trattative sono in una fase di stallo. Con
le difficoltà economiche dellʼente e
lʼimmobilismo della macchina
burocratica nessuno se a sente di
imbarcarsi nellʼesecutivo. «Per il
momento non cʼè nessun tipo di accordo
- spiega Maurizio Munafò, portavoce
degli Autonomisti - la situazione non
consente di portare avanti progetti. Non
ha senso salire su una barca guidata da
altri senza la possibilità si potere dare
indicazioni sulla rotta. Sarebbe
controproducente per tutti».
Chi vociferava del tentativo di sfiduciare
lʼesecutivo ha fatto un passo indietro. In
questo momento nessuno intende
prendere il posto di Carmelo Pino. Al
contrario, in molti, poi, cominciano a
respirare aria di Regionali. Eʼ scontato il
ritorno alle urne in autunno, il
governatore Raffaele Lombardo nelle
centonove
ROMETTA
Pd, sede intitolata
a Cesare Terranova
ROMETTA. Il Pd a Rometta avrà una
sede intitolata alla memoria di un
giudice antimafia. Sabato 12 maggio
alle ore 16:30, sarà intitolata a Cesare Terranova la sezione del Pd di Rometta di via nazionale 221 di fronte
al bar Meo. Alla cerimonia di inaugurazione interverranno il deputato nazionale Francantonio Genovese, ed
i parlamentari regionali Franco Rinaldi e Filippo Panarello. Cesare Terranova, magistrato palermitano, ha
operato come pretore a Rometta ed
è stato ucciso dalla mafia il 25 settembre 1979 per difendere i valori
della legalità.
Terranova fu anche deputato alla Camera, nella lista del PCI, come indipendente di sinistra, dal 1972 al
1979, e fu membro della Commissione parlamentare Antimafia nella VI
Legislatura. Durante lʼevento si tratteranno temi di politica nazionale e
regionale, “con tutti gli amici simpatizzanti del Pd e non - scrivono gli
organizzatori - sarà unʼoccasione
anche per i romettesi per conoscere
l'unica sede di partito sul territorio
dove si scambiano idee con tutti i cittadini anche non simpatizzanti del
Pd”.
prossime settimane si dimetterà, dunque
chi aspira ad un seggio allʼassemblea
regionale (Ars) comincia a scaldare i
motori elettorali. Ancora non vi sono
conferme ufficiali, ma le indiscrezioni si
fanno sempre più insistenti nellʼambiente
politico. Quattro i candidati mamertini
con velleità regionali. In pole position
Santino Catalano, già deputato
regionale “decaduto”. Catalano si
candiderà con la lista “Cantieri Noi Sud”.
Poi cʼè lʼex sindaco Lorenzo Italiano che
cercherà il consenso per la lista “Grande
Sud”, il partito di Gianfranco Miccichè.
Da tempo alla ricerca di preferenze per
fare un salto a Palermo
è lʼex assessore provinciale
allʼAmbiente, Piero Petrella con lʼUdc.
Infine il Pd potrebbe schierare
lʼassessore comunale ai Beni Culturali,
Stefania Scolaro.
ACLI
Antonio Gallo eletto
consigliere nazionale
La Sicilia piazza tre membri nel direttivo
delle Associazioni cristiane dei lavoratori
ROMA. Cʼè un poʼ di Messina nel direttivo nazionale
delle Acli. Tra i consiglieri nazionali, infatti, è stato eletto
il Presidente Provinciale delle Acli di Messina, Antonio
Gallo. La Sicilia, tra lʼaltro, è riuscita a far eleggere in
tutto tre conbsiglieri nazionali. Gallo è membro della
presidenza regionale delle Acli, il cui presidente Santino
Scirè è stato riconfermato ad aprile. Con 385.350
preferenze, pari allʼ85,4% degli aventi diritto al voto,
lʼassemblea dei delegati delle Acli ha riconfermato mandato dal Congresso nazionale nel 2008. Dallo
Andrea Olivero alla guida delle Associazioni cristiane stesso anno è portavoce unico del Forum del Terzo
dei lavoratori italiani. Lʼelezione è avvenuta nel corso del Settore.
24° Congresso nazionale in svolgimento a Roma, Andrea Olivero, il cui mandato potrà durare per statuto
presso lo Sheraton Golf Parco deʼ Medici. Il punto di altri 2 anni, ha chiesto allʼassociazione di «rilanciare con
arrivo di un percorso territoriale caratterizzato da oltre forza la presenza dei circoli nei territori»; ha proposto di
3000 assemblee di circolo e più di 120 congressi lavorare, entro lʼautunno, ad un piano per lʼoccupazione
provinciali e regionali.
giovanile per «dare risposta concreta ad
Andrea Olivero è il dodicesimo presidente
una istanza sociale che ha assunto in
nazionale nella storia delle Associazioni
questi mesi una drammaticità crescente»;
cristiane dei lavoratori italiani, che a più di
ha lanciato lʼiniziativa dei Comitati
65 anni dalla fondazione contano oggi 1
territoriali per il bene comune, in grado di
milione di iscritti e 7500 strutture
mantenere «una mobilitazione
territoriali, di cui oltre 3000 circoli, 106 sedi
permanente propositiva e costruttiva su
provinciali e 21 regionali; con una
alcune questioni cruciali di questa fase di
presenza allʼestero in 30 diversi Paesi.
transizione: la legge elettorale, il
Eletto presidente nel 2006 dal Consiglio
finanziamento pubblico, la riforma dei
nazionale delle Acli, ha ricevuto il primo Antonio Gallo
partiti e della politica».
pagina 16
Sicilia
centonove
11 MAGGIO 2012
LA RICOSTRUZIONE
“IN SOLDONI”
Sopra, Pietro Lo
Monaco, commissario
delegato dellʼemergenza alluvione.
A destra, unʼimmagine
del disastro del primo
ottobre
MESSINA. Il bilancio in chiaro scuro a tre anni dalla tragedia di Giampilieri
Business Alluvione
Spesi 100 milioni di euro ma gli sfollati sono ancora 1300. I ritardi nonostante il lavoro
di uno stuolo di impiegati e di consulenti. E Scaletta Zanclea rimane senza il cimitero
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Sessantotto milioni di euro se
ne sono andati in lavori per la messa in
sicurezza del territorio. Trentuno milioni di
euro in assistenza alla popolazione e
risarcimenti: quasi dieci di questi in
alberghi. Nonostante uno stuolo di
consulenti e decine di dipendenti della
regione Sicilia e del Comune di Messina
impiegati a pieno ritmo, a quasi tre anni di
distanza sono ancora mille e 266 le vittime
dellʼalluvione che il 2 ottobre del 2009 ha
spazzato via Giampilieri, Scaletta e Itala,
che rimangono sfollate e lontane dal
ritorno nelle loro abitazioni. Allʼindomani
dellʼevento gli sfollati censiti erano mille in
più. I dati sono contenuti nei report
aggiornati al 7 maggio del 2012 dellʼUfficio
del commissario delegato per
lʼemergenza alluvione Pietro Lo Monaco.
Mille e 266 persone, che danno vita a 561
nuclei familiari, aspettano di tornare nelle
loro case e ancora ricevono il Contributo
di autonoma sistemazione per pagarsi
lʼaffitto. Uno di loro, esaperato dallʼattesa,
confida: «Troppa lentezza. Troppi ritardi».
Giovanna Famà, responsabile dellʼUfficio
del Soggetto attuatore di Messina, si
giustifica: «Il nostro compito è fornire
assistenza a chi non può tornare a casa:
questo dipende dai lavori di messa in
sicurezza del territorio. Credo che il nostro
mandato lo abbiamo svolto bene».
Lʼufficio allʼepoca diretto da Antonio
Ruggeri, capo di gabinetto del sindaco
Buzzanca, però, è finito nellʼocchio del
ciclone perchè ha continuato ad erogare i
Cas di 500 euro al mese a famiglia
nonostante avessero continuato a vivere
nella loro casa, a rischio alluvione: la
Procura di Messina ha iscritto 77 capi
famiglia con lʼaccusa di truffa. Lo stesso
Ufficio ha impiegato due anni e 8 mesi
perchè lʼultimo nucleo familiare lasciasse
Sono 69 i milioni di
euro spesi per i lavori di messa in sicurezza del territorio sui complessivi
118 impegnati.
Per lʼassistenza alla
popolazione e i risarcimenti per i
danni agli immobili
sono stati spesi 29
milioni di euro dei
31 finanziati.
Di questi, nove milioni e mezzo sono
andati invece ai titolari degli alberghi
che hanno ospitato
gli sfollati.
Ammonta a dieci
milioni e mezzo la
somma distribuita
ai nuclei familiari
come contributo
per gli affitti.
Due milioni li hanno
ricevuti le vittime
della tragedia per ristrutturare
le case
danneggiate.
lʼalbergo in cui, la legge prevedeva un
soggiorno per un tempo limitatissimo.
Una lancia a favore dellʼoperato di chi
lavora a Palermo e Messina per il ritorno
alla normalità, la spezza, Filippo
Panarello, deputato del Pd, originario di
Giampilieri: «I ritardi ci sono e i disagi per
chi aspetta di tornare ad una vita normale
pure. Certo, oltre mille sfollati non sono
pochi, ma in questi casi, come insegnano
altre esperienze di altre parti dʼItalia non è
facile far tornare abitabili case duramente
colpite. Mi è stato riferito che in estate
molta altra gente tornerà nelle case
messe in sicurezza o ristrutturate grazie ai
risarcimenti»
Il sindaco di Scaletta Zanclea, Mario
Briguglio, invece la pensa in maniera
diversa: «Si è fatto molto ma molte cose
non si sono fatte. Il torrente Racinazzi,
causa dei maggiori danni, ad esempio, è
rimasto nelle stesse condizioni di allora:
nessun lavoro è stato fatto. E poi a
Scaletta Zanclea cʼè il problema del
cimitero rimasto inaccessibile». Almeno
sulla carta, perchè nonostante varie
ordinanze vietino di percorrere la strada
che porta al cimitero perchè a rischio
crollo le bare vengono comunque fatte
passare. «Eʼ una vergogna. I morti non
interessano a nessuno», commenta il
sindaco.
CONSULENZE. Perchè il lavoro
procedesse spedito il Commissario per
lʼEmergenza Alluvione, Raffaele
Lombardo, si è avvalso di vari consulenti.
Angela Fundarò, Gabriele Amato,
Felice Zaccone, Dario La Fauci,
Francesco Micali, Michele Maugeri,
Enrico Foti, Nicola Casagli, Erminia
Raciti, Vincenzo Marco Nicolosi,
Rosario Caminiti e Cinzia La Rocca:
lʼultima infornata ne ha battezzati 15. Si
tratta di esperti, alcuni dal curriculum
discusso, assunti con contratti a termine,
di collaborazione coordinata e
continuativa e di consulenza che
costeranno nel totale di oltre 400 mila
euro in un anno. I loro contratti scadono
tutti il 31 ottobre del 2012.
FIOCCO ROSA
Perse il figlio a Saponara, dà alla luce una bimba
MESSINA. Piera Vinci, 33 anni, la donna che fu investita da un'ondata fango insieme al suo bambino Luca Vinci, 10 anni e al suo compagno Gianluca Ghezza
durante la tremenda alluvione del 22 novembre scorso a Saponara ha partorito
giovedì 10 maggio una bambina. L'altro suo figlio il piccolo Luca, morì sommerso
dalla melma, mentre la donna riportò la lesione di una vertebra e il compagno
delle contusioni. Durante la tragedia la donna era già incinta e temette di perdere la piccola. Oggi ha partorito al Papardo la piccola Letizia di 2,8 kg. I genitori
non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, hanno solo detto di essere felici per
la nascita della bimba.
IL CASO
Calderone, l’alluvionato “scroccone”
Dopo 2 anni e 8 mesi in albergo il maresciallo
costretto a fare i bagagli dal sindaco Buzzanca
MESSINA. Dovevano starci giusto il tempo dellʼemergenza, qualche settimana, un mese al massimo. Dallʼalbergo, invece, sono
usciti 2 anni e 8 mesi dopo lʼalluvione del 2 ottobre 2009: ma non
è stata operazione facile. Cʼè voluta, infatti, unʼordinanza del sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, per far tornare in una normale abitazione lʼultimo drappello di amanti dei comforts alberghieri, costati alle casse pubbliche 50 euro al giorno a persona.
Il Soggetto attuatore del commissario Delegato per lʼEmergenza
alluvione il 26 marzo del 2012 ha preso carta e penna e ha fatto
notificare a Giovanni Calderone, maresciallo dei Carabinieri, re-
sidente a Scaletta, alla moglie e ai 3 figli, “la cessazione dellʼospitalità in albergo a partire dal quindicesimo giorno successivo”.
La stessa ordinanza è stata comunicata al titolare dellʼalbergo
“Terme acqua Grazia” di Alì Terme: «Non verrà più pagato un solo euro». Il provvedimento di Buzzanca è arrivato al termine di un
tira e molla durato mesi di solleciti a lasciare lʼhotel. Per legge,
infatti, dopo il primo breve periodo alle famiglie degli alluvionati
sarebbe dovuto andare solo il Contributo di autonoma sistemazione di 500 euro mensili. Il maresciallo, però, ha sempre rifiutato di affittarsi una casa. E si è ribellato pure alla possibilità di tornare nella propria, alcuni mesi dopo lʼevento rientrata in zona cosiddetta “verde”, dunque non più a rischio. «Ogni volta che piove il piano terra si allaga», si è opposto. Il sindaco di Scaletta Mario Briguglio ha rinunciato così a dettare lʼordinanza per imporgli
di tornarvi.
Facendo un rapido conto per garantire lʼalbergo alla famiglia del
maresciallo si sono spesi 250mila euro. (M.S.)
pagina 17
Giuseppe Buzzanca
Sicilia
11 MAGGIO 2012
centonove
MESSINA. Viaggio nell’azienda di trasporto municipalizzata sulll’orlo del baratro
Atm, harakiri dei lavoratori
Straordinario a gò-gò, assenteismo, personale imboscato, furti di benzina e pezzi di ricambio. Dalle carte
della Procura emerge che i primi nemici della società erano gli stessi dipendenti. Che ora rischiano il posto
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. «Gli autobus in circolazione
per la città non basterebbero a contenere
la moltitudine di persone che lavorano
nellʼazienda municipalizzata di trasporto».
Eugenio, impiegato, da 2 ore alla fermata
dellʼAtm di viale Annunziata, senza volerlo,
con una metafora dà il senso del fallimento
del servizio di trasporto urbano della città
di Messina. Fallimento economico, con
debiti che toccano i 38 milioni di euro e
azienda che il socio unico Comune
vorrebbe mettere in liquidazione; e
fallimento della qualità del servizio: 40 bus
sulle strade a fronte di un piano di
esercizio che ne prevede 80, corse
soppresse e attese infinite alle fermate.
Claudio Conte, direttore generale
dellʼAtm da 15 anni, spiega: «Il servizio di
trasporto in tutte le città è in perdita e deve
essere assistito dal Comune sulla base di
contratti di servizio. Palazzo Zanca non
lʼha mai sottoscritti e ci deve dare 13
milioni di euro. Senza risorse non
possiamo fare investimenti in mezzi e
siamo costretti a tagliare le corse e in
questo modo otteniamo meno contributi
dalle Regione». Ma il dissesto della casse
dellʼAtm, che a mala pena riesce a coprire
con i ricavi il 18 % dei costi, la metà di
quanto impone la normativa alle imprese
di trasporto locale, non è solo frutto solo
della “taccagneria” degli enti pubblici che
dovrebbero sovvenzionarla: il Comune di
Messina, peraltro, non approva i bilanci
dellʼAtm da anni perchè dovrebbe
riconoscere un debito che metterebbe a
rischio con effetto domino le sue casse.
Sono le carte di unʼinchiesta condotta dalla
Procura di Messina che vede imputati 22
persone colpevoli, secondo gli inquirenti,
di avere truffato la regione Siciliana,
rendicontando molti più chilometri di quelli
effettuati per ottenere maggiori contributi,
a mostrare che lʼazienda è stata “divorata”
dagli stessi dipendenti molti dei quali
rappresentanti delle maggiori
organizzazioni sindacali.
IN SINTESI. Ammanchi di gasolio. Pezzi
di ricambio scomparsi. Ferie non godute
monetizzate. Straordinario a go-go.
Assenteismo. Premi presenza e premi
corsa liquidati a quasi tutti i dipendenti
sebbene gran parte dei bus rimassero
fermi. Imboscati.
«Lavoravamo dalle 4 e 30 di mattina alle
23 e 30 di sera. Tutti i giorni. Per tre anni.
Senza aver mai usufruito di riposi e ferie»,
hanno dichiarato agli sbalorditi inquirenti
Michele Gugliandolo e Giovanni Di
Pasquale, che tra il 2004 e il 2007 hanno
arrotondato il loro stipendio base di 52mila
euro di straordinario. Ma non ci è andato
piano Giuseppe Lampi, responsabile
dellʼUfficio paghe ma anche
rappresentante regionale della Uil, che nel
2007 era arrivato a mille e 700 ore di
straordinario: ogni giorno dellʼanno,
Pasqua, Natale e Ferragosto compresi,
faceva 5 ore di straordinario. La speciale
classifica vede piazzati nelle prime
posizioni, Orazio Bruno, Stefano de
Stefano, Francesco Interdonato,
segretario provinciale Faisa Cisal;
Armando De Gaetano, Vincenzo
Maimone, Bartolo Enea: tutti con più di
800 ore di straordinario allʼanno. In tutto lo
straordinario all'azienda, che secondo i
dati dellʼAstra, ente aveva surplus di
personale costava costava 2 milioni di
euro allʼanno. I carabinieri non hanno
trovato alcuna autorizzazione allo
straordinario nè alcuna verifica sulla
veridicità delle firme: per riscuotere
bastava la firma dello stakanovista su un
foglio. I militari dellʼArma attraverso i
tabulati telefonici hanno scoperto che
spesso non solo durante lo straodinario
ma anche nel periodo di lavoro ordinario gli
stakanovisti erano ben lontani dai locali
aziendali. La necessità aziendali erano
così forti che non solo molti dipendenti
erano “costretti” allo straordinario ma
rinunciavano anche alle ferie, diritto
costituzionale irrinunciabile. Ettore
Sciacca, il responsabile della Sicurezza,
IN CIFRE
I numeri del fallimento
606: i dipendenti.
40 (degli 80 previsti): gli autobus in
circolazione.
6 (dei 9 previsti): le vetture del tram
funzionanti.
38 milioni di euro: i debiti.
6 milioni e 340mila euro: i ricavi.
3 milioni e 700mila euro: i proventi
dalla vendita dei titoli di viaggio.
33 milioni di euro: i costi di produzione.
5 milioni e mezzo di euro: i contributi dalla regione Sicilia.
13 milioni: i crediti iscritti in bilancio
nei confronti del Comune
in una relazione al Pm Stefano
Ammendola, ha segnalato che gli stessi
stakanovisti avevano centinaia di ferie non
godute che preferivano monetizzare. Al 30
aprile del 2009, risultava avere 229 giorni di
ferie non godute Salvatore Orlando (pari a
quasi sette mesi), Giovanni Di Pasquale
(168), Armando De Gaetano (218), Silvio
Lasagni, (169 giorni), segretario territoriale
della Uil; Letterio Sturiale (167 giorni),
segretario aziendale della Cisl.
CARRIERE LAMPO. Duecento giorni di
ferie le avanzava Domenico Colosi, prima
rappresentante sindacale del Fildiai Cildi e
adesso della Uil, braccio destro di
Salvatore Orlando. “Questʼultimo - secondo
Ettore Sciacca - con ordini di servizio ha
creato i presupposti perchè rivendicasse
dinanzi al Giudice il riconoscimento delle
funzioni superiori, come è accaduto grazie
ai buoni uffici dei diretti superiori anche per
Pasquale Santoro, Giuseppe Iannelli e
Antonino Vinci”.
CISTERNE BUCATE. “I dipendenti si
portano a casa il gasolio”. La vox populi è
stata presa in seria considerazione dai
carabinieri. Un controllo incrociato tra il
carburante acquistato e quello usato per
rifornire i mezzi “ha mostrato un ammanco
di mille e 500 litri in un anno”, come hanno
scritto i carabinieri. Ettore Sciacca è andato
oltre: «Ogni anno vengono sottratti 3mila
litri», ha sentenziato.
OFFICINE DI COMODO. «Il magazzino
era pieno di pezzi di ricambio e materiali.
Ho chiesto di avere lʼinventario. Mi è stato
risposto che non cʼera. Abbiamo chiesto di
capire se cʼera un registro di carico e
scarico da cui risultavano chi avesse preso
dei pezzi e su quale mezzo erano stati
utilizzati. Non cʼera neanche questo. Ci
sono stati dati dei blocchetti da cui risultava
ZOOM
Siamo tutti amministrativi
I metodi per “far radici” negli uffici,
con la complicità dei sindacati
MESSINA. Che lʼAtm fosse unʼazienda fortemente
sindacalizzata, in maniera distorta rispetto alle logiche di
mercato e lavoro, se nʼera accorto il commissario
straordinario Gaspare Sinatra, che, da “forestiero”,
lontano dai microfoni e dai taccuini mostrava sempre un
certo stupore rispetto al fatto che pe politiche aziendali
fossero praticamente scritte a tavolino dai sindacati.
Dentro lʼazienda si raccontano tre casi emblematici,
protagonisti altrettanti “capoccia” della dozzina di sigle
presenti in azienda: un rappresentante sindacale viene
assunto con lʼincarico di addetto al rifornimento poi, con
un semplice ordine di servizio e senza alcuna selezione
interna, gli viene attribuita la carica di responsabile del
magazzino: il parametro aziendale si alza, il trattamento
economico si adatta. Altro sindacato, stessa storia. Ad un
membro del direttivo, in seguito alla inidoneità definitiva
alla qualifica di operatore dʼesercizio, viene attribuito il
“parametro 129”, secondo il quale potrebbe prestare
servizio esclusivamente alla rimessa o come bigliettaio. E
invece viene utilizzato nel settore amministrativo. Un
addetto al Caf di una delle sigle, dopo lʼassunzione come
meccanico, non supera le selezioni per conseguirne la
qualifica. Eʼ fuori? Nientʼaffatto, lʼazienda lo trasferisce a
svolgere lavoro dʼufficio al settore amministrativo. Ma
quanti dei quasi settecento dipendenti dellʼAtm svolgono
la mansione per la quale sono stati inseriti in azienda?
Pochi. Quasi nessuno.
Particolarmente “torbida” è la prassi per gli operatori
dʼesercizio trasferiti agli amministrativi perchè dichiarati
pagina 18
inidonei definitivi attraverso i bizantinismi dellʼex decreto
legislativo 626 del 1994 (quello per la sicurezza sui posti di
lavoro). Parecchi di loro, però, non sono mai stati inviati
allʼispettorato del lavoro di Catania, come previsto dai
decreti ministeriali in materia. Col risultato che molti autisti,
negli anni, hanno finito per essere “parcheggiati”
definitivamente negli uffici. Chi è dichiarato
definitivamente inidoneo al servizio “in strada”, spesso
viene spostato in ufficio. Il funzionamento nella qualifica
superiore, però, non viene interrotto, col risultato che,
maturati i termini di legge, partono le cause e la qualifica
che garantisce una poltrona in ufficio viene conseguita
definitivamente. Nel 2007, lʼazienda aveva portato avanti
la riqualifica di 42 operatori alla verifica, per far svolgere
loro il servizio di polizia amministrativa. Alla fine
dellʼoperazione, solo in dodici hanno svolto il compito per il
quale erano stati formati. Gli altri? In ufficio. Manco a dirlo.
(A.C.)
centonove
Sicilia
11 MAGGIO 2012
STORIE. Dai fasti degli anni ‘90 alla liquidazione
Romanzo tragico
Un dipendente minaccia il suicidio. Tre mesi di arretrati
e un futuro nebuloso esasperano i lavoratori. Ecco perchè
Claudio Conte
il prelevamento di materiale per fare dei
lavori su alcuni autobus. Ma di questi lavori
nella scheda del mezzo non si è trovata
traccia», hanno scritto i carabinieri
nellʼinformativa alla Procura. «Eʼ risultato
evidente un prelievo di pezzi non aderenti
alle necessità aziendali», hanno concluso i
militari. Confortati da unʼintercettazione
ambientale captata il 19 marzo del 2010
nella stanza del direttore generale, Claudio
Conte: «E quando il signor Orlando si
vendeva i motorini di avviamento nella via
Catania e glieli portavano con il Fiorino
dellʼAtm», dice Conte allʼinterlocutore. Tra i
beni sottratti i contatori dei bus.
FANNULLONI. I tre revisori dei conti, Italo
Abbratozzato, Giuseppe Frisone e
Felice Genovese nella relazione del 16
aprile del 2012 al Conto economico del
2010 segnalano che “dalla vendita dei titoli
di viaggio lʼAtm ricava 3 milioni e 600mila
euro, somma molta bassa che rivela un
controllo poco efficace se non inesistente a
bordo delle vetture”. Ettore Sciacca ci ha
messo poco a capire il perchè i portoghesi
a Messina la fanno sempre franca: «Un
autista, Carmelo Sgarlata, mi ha avvisato
che un controllore, Giuseppe Grillo, aveva
firmato lʼavvenuta verifica non fatta.
Sgarlata mi ha fatto poi avere una relazione
in cui ha messo nero su bianco che tra i
verificatori è invalsa lʼabitudine di firmare
non solo per verifiche mai effettuate ma per
tutta la squadra», ha scritto Sciacca. Alla
lite tra Grillo e Sgarlata aveva assistito un
altro autista, Carmelo Campo: «Vedi di
comportarti bene», ha esortato Campo
diretto a Grillo. Da una verifica a campione
è poi emerso che Grillo in un giorno aveva
eseguito numerosissime verifiche, alcune
però allo stesso orario su tratte diverse.
Alle verifiche non erano seguite multe: in 5
mesi e mezzo ne aveva fatto 9. Sempre
meglio di Francesco Carnazza, una sola
contravvenzione in 5 mesi e mezzo; di
Angelo Galletta (6 multe) e di Santo
Cacciola e Luigi Cangemi, che ne
avevano elevato 7 a testa.
IN SICILIA
Catania e Palermo fanno la Spa
CATANIA. Nonostante la trasformazione in società per azioni, le aziende trasporti di catania e Palermo hanno più o meno gli stessi problemi di quella messinese.
Alle pendici dellʼEtna, allʼinizio di agosto 2011 la vecchia azienda Amt municipale
è stata trasformata in società per azioni mantenendo la stessa sede, gli stessi impianti e lo stesso logo. E gli stessi debiti. Parte è infatti rimasto al Comune e spetterà allʼamministrazione, secondo il piano industriale, versare circa venti milioni di
euro lʼanno alla nuova azienda, che da “municipale trasporti” ha cambiato acrostico in Azienda metropolitana trasporti. L'Amt contava, a fine 2008, 934 dipendenti.
La nuova Amt Spa ne ha, all'atto della fondazione 765.
Eʼ invece una società per azioni dal 2005 lʼAmat di Palermo, acronimo di azienda
municipalizzata auto trasporti. Anchʼessa sommersa dai debiti. Per uscirne, è stato varato un programma di rientro che prevede per lʼazienda un recupero di circa
15 milioni lʼanno senza fare ricorso a mutui, riducendo però le linee ad appena sessanta. LʼAmat, però, ha fatto recapitare al comune di Palermo atti stragiudiziali per
120 milioni di euro. (A.C.)
Cristofaro La Corte
MESSINA. “Non riesco più a
dopo la messa in liquidazione
mangiare, non ce la faccio più”. Il
dellʼazienda. E invece niente. E lʼAtm si
grido del dipendente che giovedi
avvia, se non interverranno forze
mattina ha minacciato di lanciarsi
sovrannaturali, ad una lenta agonia.
dalla terrazza del palazzone dellʼAtm
Più delle parole, e delle sensazioni,
di via La Farina, ormai, lo si sente un
parlano i numeri: Il consiglio comunale
paio di volte allʼanno. E sembra
non ha approvato i bilanci dal 2004 al
essere diventato lʼunico modo perchè 2007, il dirigente alle partecipate del
della vicenda dellʼazienda trasporti
Comune di Messina Antonino Cama ha
qualcuno se ne occupi in maniera
espresso parere negativo ai bilanci dal
seria. Un futuro nebuloso, un passato 2007 al 2009, lʼesercizio finanziario del
catastrofico, uno stipendio ogni due,
2009 è stato chiuso con un passivo
tre mesi. E andare
dʼesercizio di diciotto
avanti, per chi ci lavora,
milioni di euro, i debiti
è sempre più difficile.
censiti ammontano a 38
Da palazzo Zanca tutto
milioni, palazzo Zanca
tace, tranne quando
lʼazienda ha intenzione di
qualcuno alza la voce,
metterla in liquidazione,
protesta e si piazza di
ma non ha ben chiaro nè
fronte allʼufficio del
come nè in che tempi, i
sindaco Giuseppe
dipendenti percepiscono
Buzzanca. Tempo due
unʼindennità che non ha
giorni, e da qualche
eguali in nessuna altra
parte arrivano
società. Problemi su
Franco Providenti
miracolosamente i soldi
problemi. Che nascono
per pagare uno
da lontano.
stipendio. E tutto si placa per un
Dai 120 autobus in strada dellʼepoca in
mese, un mese e mezzo. Poi si
cui presidente era Gabriele Siracusano
ricomincia. Così, alla giornata. Anche e sindaco Franco Providenti, fino al
perchè, delle decisioni importanti
lento declino in cui Providenti era
nessuno sembra sapere più nulla.
diventato presidente e sindaco era
Nessuno sa che fine abbiano fatto il
Francantonio Genovese, per arrivare
piano industriale, nessuno sa che
agli ultimi commissari straordinari, dal
intenzioni abbia lʼamministrazione
dirigente alla Viabilità del comune di
sulla trasformazione dellʼazienda in
Messina Domenico Manna allʼex
“New Co”, sigla sfortunata che,
questore Cristofaro La Corte, fino
appena vede la luce, segna il destino
allʼattuale, il segretario comunale Santi
dellʼazienda della quale dovrebbe
Alligo ed al baratro della trentina
prendere il posto, come è successo
appena di autobus in strada. E, alla fine,
un anno fa per Feluca, la partecipata
la liquidazione. Un destino ingrato,
che si occupava di rete civica. Piano
quello dellʼAtm, azienda prima
industriale e New Co avrebbero
ingigantita da politica e sindacati a furia
dovuto essere passaggi previsti dalla
di assunzioni inutili e dannose, e da
delibera approvata il 14 febbraio
privilegi da conservare e implementare
scorso: novanta giorni per il primo,
anche a scapito dei conti, e poi spolpata
due mesi per la seconda, in base a
fino allʼosso. Nellʼindifferenza. E nella
quanto votato dal consiglio comunale
complicità. (A.C.)
pagina 19
Sicilia
11 MAGGIO 2012
Nella foto grande
Pippo Ricciardo
(Am). A sinistra
Salvatore Calà,
conduttore di Onda
Tv. Sotto, da sinistra,
Umberto Gaberscek,
direttore di Tele 90.
e il sacerdote
Michele Giordano,
direttore
di Tele Mistretta
DIGITALE. Dal prossimo mese le tv locali faranno lo swicht off. Ma qualcuno rischia di scomparire
Aiuto, ho perso l’antenna
Da AM a Tele 90 sono state create intese con emittenti di altre notizie per partecipare
al bando e ottenere le frequenze. Sono 18 su 30 richieste. Ecco le loro strategie
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. Immaginare i cittadini di
Acquedolci senza il tg di Daniele Araca,
o quelli di Capo dʼOrlando senza le
notizie di Giuseppe Pintaudi e Sergio
Granata, reduci dalla recente diretta
elettorale di Antenna del Mediteranneo,
sembra quasi assurdo. Eppure con
lʼavvento del digitale terrestre dal
prossimo mese il rischio di ritrovarsi
senza il segnale della propria tv locale
non è utopia. Si attende entro il 20
maggio la graduatoria del ministero delle
Telecomunicazioni che assegna le nuove
frequenze alle emittenti siciliani. Diciotto
le quelle messe al bando, 30 le richieste.
Se per i colossi come Antenna Sicilia
(gruppo Ciancio), Tgs (giornale di Sicilia)
o le messinesi Tirreno Sat (famiglia
Piccione) Rtp (Ses) sembra scontata, un
poʼ meno lo è per le altre. Anche perchè
se diventeranno “operatori di rete”
dovranno investire nella nuova tecnologia
per adeguare il segnale da analogico a
digitale. Le società con gli impianti
obsoleti dovranno sostenere investimenti
fino a 300 mila euro. La maggiorparte
delle piccole antenne hanno stretto
alleanze per aumentare il punteggio e
diventare competitive. Anche se non è
escluso che in futuro potranno
consorziarsi per dare vita a nuove
televisioni regionali. Ma come si stanno
preparando alla rivoluzione del cosiddetto
switch off di giugno? «Am - come spiega
Pippo Ricciardo di Pubblisystem, la
società titolare di Antenna del
Mediterraneo, nata nel 1987 e che vede
come azionista anche il sindaco di Capo
dʼOrlando, Enzo Sindoni - ha chiuso
unʼintesa con altre tv, (la capofila è D1
Channel di Catania). Se diventeremo
operatori di rete avremo a disposizione
un segnale che si potrà scomporre in
cinque, dunque con la possibilità o di
trasmettere più programmi
contemporaneamente o di affittarli a chi è
rimasto fuori dalla graduatoria. Secondo i
nostri calcoli per adeguare il segnale
spenderemo fino a 100 mila euro». Nella
simulazione presentata da Am al
Ministero, cʼè lʼipotesi di utilizzare i canali
per trasmettere Am Sport (dedicato agli
eventi sportivi) o Am Noi Tv (con
programmi sociali). Attualmente il canale
orlandino ha 60 mila utenti unici giornalieri
e uno staff di 22 dipendenti tra giornalisti e
tecnici. Lʼambizione di Ricciardo è quello
di ottenere una numerazione favorevole
tra il 10 e il 19. Sempre sui Nebrodi molto
seguita è Onda Tv della famiglia Araca.
Cult le trasmissioni “Lʼapprofondimento” di
Franco Perdichizzi, “Giù la maschera” di
Pippo Galipò e “Sapori di Sicilia”, una
sorta di “Linea verde” (la trasmissione di
Rai 1 dedicata ai territori e ai prodotti
tipici), condotta da Salvatore Calà. «Noi
corriamo da soli - dice Nicolino Araca,
direttore e proprietario della tv nata nel
1988 con il nome di Onda Mistero
(originariamente era una radio) - crediamo
di avere tutte le carte in regola per
ottenere il segnale. Il problema è che
abbiamo nove ripetitori in parte già
adeguati, ma non possiamo ordinare il
resto dellʼattrezzatura se prima non
vengono pubblicate le graduatorie. Per
renderli perfettamente operativi in base
alla normativa occorreranno tra i 30 e i 50
mila euro». Onda Tv copre tutta la
provincia. A Umberto Gaberscek,
direttore e proprietario di Tele 90 assieme
alla moglie Carmela De Filicaia, di
ampliare il segnale fuori dai confini della
zona jonica importa poco. «La nostra
forza è quella di occuparci della zona che
va da Scaletta Zanclea a Taormina, se mi
posso permettere il paragone, siamo una
piccola Cnn locale. Il fatto di lavorare in
regime di monopolio ci consente di avere
centonove
DECODER
Ecco cosa cambia
Dal mese di giugno per vedere la tv digitale terrestre non sarà necessario
cambiare il proprio televisore. Quello
già presente in casa, anche se datato,
potrebbe andar bene se collegato a un
decoder per il digitale terrestre. Ogni
apparecchio avrà bisogno di un decoder e quindi che serviranno tanti decoder quante sono le televisioni in casa. Lʼalternativa è acquistare un nuovo televisore. In questo caso il decoder per il digitale sarà assolutamente
superfluo dato che tutti i nuovi modelli
di tv, quelli realizzati dallʼaprile 2009,
hanno integrato al loro interno un dispositivo per captare il segnale digitale terrestre. Il prodotto è contrassegnato dal bollino DGTVi.
tanto seguito». Più che lʼadeguamento del
segnale (“a noi servono poche decine di
migliaia di euro” sostiene Gaberscek) a
preoccupare la tv sono i locali di Alì Terme
diventati troppo piccoli. «Stiamo cercando
una sede più grande, quasi certamente ci
trasferiremo in un altro comune» anticipa.
Se entrerà in graduatoria, però, la prima tv
messinese a trasmettere ufficialmente sul
digitale terrestre sarà Tele Isole, la tv
dellʼarcipelago Eoliano di proprietà della
società Ede dellʼimprenditore Enzo
DʼAmbra. «Eʼ lʼunica antenna delle nostre
isole - spiega lʼex presidente di
Confindustria Messina - prima cʼera anche
Video Eolie che abbiamo assorbito.
Anche noi abbiamo stretto una intesa,
sarebbe un peccato rimanere fuori dal
digitale perchè ne soffrirebbe un intero
territorio già penalizzato dal fatto di essere
lontano dalla terraferma». A scommettere
sulle nuove frequenze è anche
TeleMistretta, una tv comunitaria che
irradia tutto il comprensorio e che ha la
sua sede nella parrocchia del piccolo
centro. In passato è stata oggetto di una
tesi di laurea. Il direttore è padre Michele
Giordano, da decenni giornalista
pubblicista. «Non ci occupiamo solo di
argomenti religiosi - esordisce - ma di tutto
ciò che riguarda il territorio, è una tv di
servizio. Il capofila della nostra Intesa è
Channel 2 di Catania». Tele Mistretta è
frutto di un azionariato popolare. Sono
300 le persone che si tassano
mensilmente e versano 5 euro al mese
per pagare le spese vive.
L’INTERVISTA
La rivoluzione parte dalle Eolie
il rinvio dello switch off del digitale terrestre in Sicilia che è stato
confermato a fine giugno. «Sarà unʼopportunità per tutti - commenta Ciro Di Vuolo, presidente di Corecom Sicilia - significa migliorare il segnale e offrire più canali. Con il passare del tempo, grazie ai televisori di nuova generazione, potranno essere offerti servizi multimediali come informazioni sugli spettacoli dei cinema, le
farmacie di turno o i ristoranti. Se devo trovare un
difetto è che non ci sarà posto per tutti, ma credo
che rimarranno in vita solo gli operatori professionali. Il Piemonte ha un terzo delle tv della Sicilia,
in tutto sono 120, ma le domande per le provvidenze del ministero sono solo 85. Questo significa che le altre svolgono unʼattività marginale e se
dovessero chiudere non vi sarebbero sconvolgimenti». Di Vuolo ammette che i primi giorni ci saranno dei disagi per mettere a regime i vari segnali, ma si tratterà di una situazione passeggeCiro Di Vuolo
ra.
Saranno le isole minori siciliane le prime a salutare
l’analogico. A Malfa l’incontro tra operatori e Corecom
PALERMO. Parte dalle Eolie la rivoluzione del digitale terrestre in provincia di Messina. Il 24 maggio il Corecom Sicilia (comitato regionale per le comunicazioni) terrà un incontro tecnico con gli addetti ai lavori nel comune di Malfa. Parteciperanno
editori e tecnici delle piccole antenne locali per capire come sarà il loro futuro dopo il cosidetto switch off fissato a fine giugno, il passaggio al digitale
terrestre croce e delizia dellʼintero settore. Saranno proprio le isole minori le prime che saluteranno
il segnale analogico. Il Corecom Sicilia smentisce
pagina 20
centonove
Sicilia
11 MAGGIO 2012
LAVORI IN CORSO. PER UN ANNO. La pavimentazione divelta di viale san Martino
MESSINA. Il Comune paga di tasca propria per terminare i lavori in piazza Cairoli
Disastro Cantieri
“Scarso rendimento dei lavoratori e manodopera qualificata insufficiente”, certifica il dirigente Amato.
Ecco come l’operazione che avrebbe dovuto dare formazione a 80 disoccupati si è rivelata un flop
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINiA. Alla fine, a terminare quella
Cambogia di lavori che si è rivelato il
rifacimento dei marciapiedi di piazza
Cairoli e viale san Martino, non saranno gli
ottantuno sventurati dei cantieri di lavoro,
ma la ditta privata di Giuseppe Mangano.
Il degno epilogo di una vicenda che, da
drammatica che si era connotata allʼinizio,
sta finendo in comica.
E IO PAGO. Un anno fa, a palazzo Zanca
si prende la decisione di rifare i
marciapiedi del “salotto buono”. E, per
prendere due piccioni con una fava, si
decide di affidare i lavori ad ottanta
disoccupati di categorie svantaggiate,
finanziandoli coi fondi regionali dei cantieri
di lavoro. Il risultato? Ad un anno di
distanza, parte dei lavori sono ancora in
alto mare, i lavoratori, senza alcuna
esperienza e senza nessuna formazione,
si sono rivelati un disastro, i commercianti
vorrebbero la pelle dellʼassessore al
Lavoro Melino Capone. E il comune di
Messina, per togliere definitivamente la
rete arancione che delimita i cantieri a
piazza Cairoli, dovrà sborsare poco più di
diecimila euro. E di tasca propria. Perchè
la normativa che disciplina i cantieri
regionali di lavoro, stabilisce che “eventuali
maggiorazioni di spesa rispetto a quelle
previste nel progetto originario, restano a
totale carico dell'Ente Gestore”: il comune
di Messina. A prendere la decisione di
Gianfranco Scoglio
affidare i lavori allʼimpresa di Giuseppe
Mangano è stato lʼassessore ai Lavori
pubblici Gianfranco Scoglio, che
scrivendo al dirigente alle Urbanizzazioni
Antonio Amato (Rup del progetto), lo
invita a prendere in considerazione “la
possibilità di affidare alla stessa impresa
fornitrice della pavimentazione anche la
relativa posa in opera con termini di
lavorazione compatibili con l'urgenza
manifestata anche in relazione alla natura
delle lavorazioni richieste”. Perchè Scoglio
ha capito che, altrimenti, i lavori non
avrebbero mai avuto fine.
FALLIMENTO CERTIFICATO. Il
fallimento dellʼoperazione lo ha certificato
lo stesso Antonio Amato nella delibera che
ha disposto il completamento dei lavori da
parte dellʼimpresa privata. “Le modalità dei
cantieri di lavoro per disoccupati - scrive
Amato nel corpo del deliberato - sia per
quanto riguarda le modalità di assunzione
della manodopera comune e qualificata,
risultano incompatibili con le esigenze e le
difficoltà operative sorte durante lo
svolgimento delle attività di cantiere”. Non
solo. Lʼammissione del fallimento arriva
subito dopo: “La quantità prevista di
manodopera qualificata, calcolata in base
alle regole che disciplinano i cantieri di
lavoro, è risultata insufficiente per il
completamento delle opere da realizzare”.
Il risultato è che palazzo Zanca, a sue
spese, ha dovuto prima assumere e poi
elevare il monte orario di lavoro ad operai
specializzati. “Nonostante questa variante
- continua la delibera - i lavori sono
proseguiti a rilento a causa del perpetuarsi
di assenze per malattie, infortuni, scioperi
e per scarso rendimento dei lavoratori”.
Una catastrofe, che ha reso
improcrastinabile, pena la perdita dei
finanziamenti, la necessità di rivolgersi
allʼesterno.
COME Eʼ INIZIATA. Ad aprile del 2011,
nelle stanze consiliari di palazzo Zanca si
assisteva ad un bizzarro via vai, coi
consiglieri comunali a fare da Ciceroni. Un
paio di settimane dopo, l'arcano è stato
svelato: con un'ottantina di contratti di
lavoro in ballo, la macchina delle
graduatorie, delle clientele e delle
segnlazioni si era messa in moto, e girava
a dodici cilindri. Il risultato è stato chiaro a
maggio, quando i corridoi di palazzo
Zanca sono stati presi d'assalto da uomini,
donne e bambini al seguito. Esperienza
zero, voglia non molta di più. Ed i risultati si
sono visti. La chicca? “I lavori saranno
ultimati prima dellʼImmacolata, poi solo
qualche intervento di pulizia e
manutenzione”, aveva assicurato
Buzzanca ad ottobre del 2011.
ZOOM
Che colpa abbiamo noi?
Pagati poco e in ritardo, gli operai protestano.
E sono condannati per interruzione di pubblico servizio
Daniele David
MESSINA. Secondo l'economista John Maynard Keynes, in tempi
di depressione economica, per uscirne fuori rilanciando l'economia
ed i consumi, si sarebbe potuto scavare delle buche e poi riempirle. Ciò facendo, un certo numero di lavoratori avrebbero avuto uno
stipendio da spendere e denaro da immettere nel circolo economico, facendo ripartire il meccanismo. Il comune di Messina ha fatto
qualcosa di simile, con i cantieri di lavoro: ha fatto devastare a disoccupati i marciapiedi di viale san Martino e piazza Cairoli, in pieno centro città. Ma per rimetterli a posto, si è dovuto rivolgere ai privati. Pagando. Una sconfitta per tutti. Con risvolti devastanti. Perchè, due mesi dopo lʼinizio dei lavori, i lavoratori (costretti a firmare
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le buste paga senza aver incassato effettivamente quanto dovuto)
hanno iniziato a protestare per il mancato arrivo degli stipendi: 32
euro al giorno, poco più di 5 euro lʼora, a fronte di un impegno di 53
ore a settimana dal 23 maggio al 31 dicembre 2011, come recitava
il contratto a tempo determinato da loro firmato. Protesta che ha avuto anche un risvolto penale: otto operai e un sindacalista della Cgil,
Daniele David, sono stati condannati dal giudice per le indagini preliminari Daria Orlando per interruzione di pubblico servizio: il 2 settembre 2011, per protesta, avevano occupato i binari del tram a piazza Cairoli. Risultato? 7.500 euro di multa ciascuno quale conversione della pena di due mesi. Per un operaio, recidivo, la multa è
stata di 15 mila euro. Qualcuno, però, dai cantieri di lavoro ha tratto giovamento. Per Enrico Iorio, ragioniere, era stato predisposto
un incarico da 22mila euro da palazzo Zanca perché provvedesse
“alla predisposizione degli statini paga ed a tutti gli adempimenti amministrativo-contabili nonché fiscali e previdenziali, relativi allʼassunzione del personale di direzione, istruttore, operai qualificati e
allievi operai nei cantieri”. (A.C.)
Sicilia
11 MAGGIO 2012
centonove
INCHIESTA. Lievita in Sicilia il numero dei desaparesidos
Chi li ha visti?
Un esercito di 2.349 perone di cui nessuno sa più nulla. Dai casi più noti come
quello di Denise a tante finite nel dimenticatoio. Con il loro carico di misteri
DI ETTORE IACONO
ERA USCITO dalla sua casa di via Aloisio
Juvara con 500 euro in tasca, dicendo al
fratello che sarebbe andato da un ebanista
e che sarebbe stato di ritorno dopo un paio
d'ore. Ma da quel 12 luglio del 2011, del
ventenne palermitano Marcello Volpe si è
persa ogni traccia. Scomparso, sparito nel
nulla. E adesso, a quasi un anno di
distanza, le uniche speranza per ritrovarlo
sono riposte nei satelliti militari della
Caserma Cascino, situata a poche
centinaia di metri dallʼabitazione della
famiglia del ragazzo. O almeno così
sostiene la deputata palermitana del Pd
Alessandra Siragusa, che martedì 8
maggio ha presentato unʼinterrogazione sul
ragazzo. Scomparso nel nulla come altre
centinaia di persone ogni anno. Perché
nell'era del Grande Fratello, fra selve di
telecamere e diavolerie elettroniche, si può
ancora scomparire senza lasciare traccia.
Né un'immagine sfocata, né un cadavere
sul quale deporre un fiore. Quasi che la
terra matrigna ingoiasse ogni cosa o un
alieno portasse via tutti su una nave
spaziale. All'appello, in Italia, dal 1974 al 31
dicembre 2011 mancano 24.912 persone,
delle quali soltanto 9.280 sono di
nazionalità italiana. Nel totale rientrano
anche 10.319 minori. Di questi 1.687 sono
italiani. Complessivamente, rispetto, alla
fine del 2010, mancano all'appello 736
persone in più. I dati sono del Commissario
di governo per le persone scomparse,
inseriti nell'ottava relazione semestrale
recentemente presentata a Roma.
UN PIANO A RAGUSA. Per fronteggiare
lʼemergenza desaparecidos, a Ragusa è
stato definito il Piano provinciale per la
ricerca delle persone scomparse con
l'attuazione delle direttive del Commissario
straordinario del Governo. Nella sede della
Prefettura è stato firmato il protocollo
d'intesa tra i rappresentanti delle forze
dell'Ordine e tutti i soggetti che
costituiscono il sistema provinciale delle
persone scomparse. Il piano migliorerà il
coordinamento della procedura di ricerca,
attraverso la razionalizzazione dell'impiego
delle risorse in campo, e renderà più
efficiente il raccordo operativo tra Forze
dell'Ordine. Uno dei punti cardini del Piano
é la tempestiva segnalazione all'autorità
giudiziaria. Non si dovranno più aspettare le
canoniche 24 ore previste dalle norme.
LA SICILIA COME LE BERMUDA
Anche nel “triangolo” della Sicilia continua a
lievitare il numero dei desaparecidos: erano
2.275 alla fine del 2010, sono diventati
2.349 al 31 dicembre scorso. Un vero
esercito di persone di cui nessuno sa più
nulla. È come se nel tempo fosse
scomparso un paesino di provincia. Come
Castroreale o San Marco d'Alunzio tanto
per fare un esempio. La Sicilia si colloca
così al quarto posto in Italia, dietro Lazio,
Lombardia e Campania . Il saldo, 2.349 con ben 74 scomparsi in più rispetto
all'anno precedente - è dato dalla differenza
tra il numero delle persone di cui si erano
perse le tracce, ben 9.404, e quello dei
ritrovamenti, che sono soltanto 7.055. Il
tutto sempre riferito all'arco temporale che
va dal 1974 alla fine dello scorso anno. Dei
2.349 di cui non si sa più nulla , ben 829, al
momento della scomparsa, non avevano
ancora raggiunto la maggiore età.
Ragazzini che si sono volatilizzati per i più
disparati motivi. Ben 214 di loro sono
italiani, 615 gli stranieri. Numeri troppo alti
per non scuotere le coscienze, ma
purtroppo non basta ciò a favorire le
ricerche. Impressiona anche il numero
complessivo di minori italiani che in Sicilia si
erano allontanati dalla loro casa, ben 2.285,
dei quali per fortuna 2.071 sono stati in
qualche modo rintracciati. Il loro numero è
più del doppio rispetto ai ragazzi stranieri,
1.001, i quali però sembrano essere più
difficili da ritrovare (386). La Sicilia detiene
tuttavia il primato per quanto riguarda gli
allontanamenti da istituti e comunità (617).
Ma non perché in queste realtà si stia
particolarmente male. Per la maggior parte,
infatti, si tratta di minori di origine
extracomunitaria affidati alla custodia delle
strutture dell'Isola. Questi ragazzi, da soli o
con l'aiuto di qualcuno, tendono sempre ad
allontanarsi volontariamente per tornare
alla vita precedente. E sempre in Sicilia, nel
secondo semestre 2011, si registra il
maggior numero di persone scomparse in
quanto possibili vittime di reati (16). Resta
però altissimo il numero degli
allontanamenti senza un perché definito.
Sono ben 1.375 le persone che hanno
deciso di allontanarsi senza un motivo a
fronte di sole 276 fughe volontarie.
Completano il quadro 48 casi di disturbo
psicologico e 17 sottrazioni da parte di ex
coniugi o altri familiari. Storie incredibili dove
la realtà sembra superare la fantasia,
misteri imperscrutabili in cui ogni indizio
trovato finisce con l'allontanare ancora di
più la soluzione del giallo. Non sono poche,
fra i 2.349 casi di persone scomparse in
Sicilia, le vicende che rispondono a questo
incredibile teorema. Molte storie sono note
e su tutte c'è sicuramente quella della
piccola Denise Pipitone, scomparsa l'1
settembre 2004, a soli 4 anni, da Mazara
del Vallo, in circostanze ancora non del tutto
chiarite. Ma se quella di Denise è ormai una
vicenda nota, tanti altri sono gli arcani
ancora tutti da decifrare. Tante le storie
riportate dal sito della trasmissione
televisiva “Chi l'ha visto”.
IL PESCATORE SVANITO NEL NULLA
Una delle storie più inquietanti riguarda un
pescatore di Lipari, Giuseppe Profilio,
sposato e padre di due bambini, scomparso
il 20 settembre 1998 a 34 anni. Uscito da
solo in mare al mattino presto,
contrariamente alle sue abitudini non ha più
chiamato la moglie. Stranamente l'uomo
non è passato neppure a prendere il
cognato, Santino, con il quale aveva
concordato l'appuntamento per la battuta di
pesca. Dopo due giorni di ricerche la barca
è stata ritrovata sulla costa calabrese, a
Nocera Tirinese, 65 miglia da Lipari. Mistero
nel mistero, il motore della barca era ancora
in moto e il timone era bloccato con una
corda. A bordo del pesce pescato da un po'
di giorni. Non si esclude che Profilio possa
essere caduto accidentalmente in mare, ma
neppure l'ipotesi, acclarata da qualche
contrasto precedente, di una vendetta da
parte di altri pescatori. A quasi 14 anni dalla
scomparsa, però, il giallo rimane tale.
MAIORANA E ISOLA DELLE FEMMINE
L'ultima traccia di Antonio Maiorana, 47
anni, consulente di una società immobiliare,
e il figlio Stefano di 22, è stata trovata nel
parcheggio dell'aeroporto di Punta Raisi. Lì
era parcheggiata l'auto con la quale la
mattina del 3 agosto 2007 hanno lasciato il
cantiere di Isola delle Femmine, dove si
stavano realizzando una cinquantina di
appartamenti in edilizia convenzionata. Il
Ris di Messina vi ha trovato soltanto le
impronte dei due. Ma nessuno dei due
risulta sulla lista di voli aerei in partenza
dallo scalo di Palermo. Antonio Maiorana,
fra l'altro, aveva detto al capocantiere che
sarebbe tornato mezz'ora dopo. Chi
dovevano vedere i Maiorana? Da quel
giorno di loro si è persa ogni traccia. Le
indagini si sono indirizzate sull'attività
edilizia in corso a Isola delle Femmine.
L'altro figlio di Antonio, Marco, 21 anni, si è
tolto la vita il 6 gennaio 2009. Tanti i misteri
attorno a questa storia. A cominciare da
una fantomatica busta gialla sigillata che
sarebbe stata consegnata ai genitori di
INIZIATIVE
E agli anziani ci pensa il Comitato familiari Alzheimer
TROPPI GLI ANZIANI scomparsi dei quali non si trova più traccia. In molti casi si
tratta di persone affette da gravi patologie che ne compromettono la memoria. A
Caltanissetta è stato messo a punto un progetto semplice ed efficace per rintracciare nel più breve tempo possibile le persone affette da Alzheimer o da demenze
senili. Si tratta del Registro dei pazienti sofferenti di Alzheimer. E' il primo esempio
in Italia, ma sembra destinato ad essere replicato in molte altre realtà. L'iniziativa è
sostenuta dal Comitato familiari Alzheimer (www.alzheimercl.it) della provincia siciliana, che ha firmato un protocollo d'intesa con la locale questura. I familiari delle persone smarrite devono compilare una scheda del paziente corredandola di foto e delle informazioni necessarie ad individuare l'anziano scomparso, che va consegnata al Comitato. Quest'ultimo, al momento della scomparsa, la trasmetterà
quindi alla sala operativa della questura che procederà immediatamente alla ricerca del soggetto. Sarà dunque sufficiente una telefonata al 113 per far scattare la
macchina. Una iniziativa analoga è stata attivata anche ad Agrigento.
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Sicilia
11 MAGGIO 2012
SETTE STORIE AVVOLTE NEL GIALLO
ALFIA SCALIA,
detta Fina, 49 anni,
è svanita nel nulla
il 15 agosto 2007 mentre
si trovava a Catania
ANTONIO MAIORANA, 47 anni, consulente di una società
immobiliare, e il figlio Stefano di 22.
Tante le ipotesi sulla scomparsa dei due: da chi li
avrebbe visti in Spagna a chi li vorrebbe vittime
della lupara bianca
Antonio Maiorana, fino all'hard disk fatto
sparire dal computer del consulente. Tante
le ipotesi sulla scomparsa dei due: da chi li
avrebbe visti in Spagna a chi li vorrebbe
vittime della lupara bianca. Il ritrovamento,
nello scorso gennaio, di due cadaveri sui
Pirenei francesi ha fatto pensare ai due
Maiorana: le vittime erano state giustiziate a
colpi di pistola ed erano avvolte in tappeti
legati con delle corde. A marzo i carabinieri
hanno avviato verifiche a Isola delle
Femmine con l'utilizzo del georadar.
L'AUTO BRUCIATA A BELPASSO
Massimiliano Biondi, 32 anni, è scomparso
da Belpasso il 29 maggio 2010. L'uomo,
padre di due bambini, dopo aver perso il
lavoro a Torino, dove ha lasciato la moglie e
le sue due figlie, era tornato in paese, a
casa dei genitori, improvvisandosi venditore
porta a porta di abbigliamento. Quel 29
maggio, dopo aver augurato buon pranzo
alla moglie, telefonandole alle 13.30, di lui si
è persa ogni traccia. Poche ore dopo i
carabinieri hanno ritrovato l'auto vuota nelle
campagne di Paternò. La vettura, di
proprietà del padre, era stata data alle
fiamme. Ma nell'abitacolo non c'era
nessuno. Mancava anche il telefonino.
TRA MAGHI E FATTUCCHIERE
Le tracce di Simona Floridia, 17 anni, si
sono perse nel lontano 1992. Erano le
18.30 del 16 settembre quando la
studentessa del liceo classico di
Caltagirone è uscita di casa. Una telefonata
al fidanzato fatta da una cabina telefonica,
un giro in vespa con un amico, una serata al
bar con la sua compagnia. Ma alle 21.30
nessuno l'ha più vista. Dopo anni di
ricerche, le amiche della ragazza
cominciano a raccontare una storia
incredibile. Fatta di frequentazioni
SALVATORE COLLETTA, 15 anni, e Mariano Farina,
12, sono scomparsi da Casteldaccia il 31 marzo
del 1992. Dei due ragazzi che quel giorno
avevano deciso di marinare la scuola,
non è stata trovata alcuna traccia
pericolose, fra cartomanti e maghi. Tra le
cose di Simona, infatti, sarebbe stata
ritrovata anche una “pozione magica”
risultata essere sangue mestruale e Coca
Cola. Ma le stranezze non finiscono qui. Le
ricerche portano verso la casa di una ex
insegnante, dove sembra si riunisca un
gruppo “contro il maligno”. Qui i familiari di
Simona trovano un ragazzo di 30 anni che
afferma di essere la reincarnazione di
Gesù. E racconta di aver incontrato la
17enne a Milano, legata a un giro di maghi
e impossibilitata a muoversi liberamente. Il
successivo viaggio a Milano, per l'incontro
promesso, però, si è rivelato una farsa.
MORTI E MISTERI TRA CATANIA E ROMA
Alfia Scalia, detta Fina, 49 anni, è svanita
nel nulla il 15 agosto 2007 mentre si trovava
a Catania. Intorno alle 18.30 ha salutato la
madre con cui aveva trascorso il
pomeriggio, per andare in un bar dove
aveva un appuntamento con qualcuno. Si è
allontanata sulla sua auto bianca e per
telefono ha avvisato la madre di essere
arrivata. E' l'ultima sua traccia. Da quel
momento più nulla. Soltanto tante
stranezze inquietanti. Tra queste la
scomparsa della vettura che la donna
usava abitualmente a Roma, dove abitava
con il convivente deceduto poco tempo
dopo, investito da un'auto pirata. Un
rapporto burrascoso il loro, iniziato dopo
che l'ex marito di Alfia era finito in carcere
per scontare una lunga condanna. Si sono
perse le tracce anche di una valigia
appartenuta alla donna che il convivente
avrebbe portato con sé a Roma e che forse
conteneva un suo diario. Uno dei figli di Alfia
Scalia, Salvatore, entrato in carcere cinque
giorni dopo la sua scomparsa, è stato
trovato senza vita nei pressi della stazione
MASSIMILIANO BIONDI,
32 anni, è scomparso
da Belpasso il 29 maggio
2010. L'uomo è padre
di due bambini
SIMONA FLORIDIA,
17 anni. Le tracce
della studentessa
di Caltagirone si sono
perse nel lontano 1992
832 cadaveri che nessuno “rivendica”
CADAVERI SENZA nome,
vite spezzate rimaste
senza identità. Nessuno,
in Italia, rivendica un
legame con ben 832 corpi
ritrovati senza vita nelle
situazioni più disparate. Il
dato è riferito al 31
dicembre scorso e il
confronto con il semestre
precedente fa segnare
già un +37 unità. Freddi
numeri dietro ai quali si
nascondono storie e
tragedie personali delle
quali, con ogni
probabilità, nessuno
saprà mai nulla.
L'incremento notevole
del numero di cadaveri
senza nome è dato in
particolare dal
ritrovamento, il 1 agosto
2011, di 25 corpi privi di
vita, appartenenti a
cittadini extracomunitari,
stipati a bordo di una
fatiscente imbarcazione
soccorsa a largo
dellʼisola di Lampedusa.
Sarebbero morti a causa
delle esalazioni di
monossido di carbonio.
Degli 832 cadaveri non
ancora identificati, ben
154 sono stati ritrovati in
Sicilia. E di questi 93
sono stati ripescati in
mare. La maggior parte di
quest'ultimi
appartengono a cittadini
stranieri che forse hanno
tentato di raggiungere le
coste siciliane con
imbarcazioni di fortuna,
alla ricerca di una nuova
vita possibile. Sono 61,
invece, i cadaveri senza
nome ritrovati in altri
contesti. La Sicilia, anche
a causa dell'elevato
numero di persone
di Catania il 12 aprile 2008, il giorno dopo
essere uscito di prigione. Alla ex moglie ha
detto di avere intenzione di cercare la
madre. Lʼauto bianca di Alfia è stata
ritrovata nove mesi dopo la scomparsa, nei
pressi di piazza Dante, a Catania. Chi l'ha
portata lì? E di chi sono il cappello invernale
e le bottiglie di diluente per pittura trovati nel
portabagagli che, al momento della
LE PROVINCE IN CIFRE
Eʼ Palermo la realtà dalla quale manca il maggior numero di persone
(686), seguita da Catania (516) e da Agrigento (500). La provincia con la
Valle dei templi sembra il luogo migliore dal quale darsi alla fuga:
nonostante il numero relativamente limitato dei casi di scomparsa, 947,
i ritrovamenti sono stati soltanto 447. Dal Messinese mancano
all'appello 192 soggetti contro i 138 di Trapani. Quest'ultima provincia
sembra avere una storia decisamente opposta a quella di Agrigento:
su 810 scomparsi, ben 672 sono stati ritrovati. Completano il quadro
Siracusa (102), Caltanissetta (94), Ragusa (65) ed Enna (56). Dei 2.349
siciliani scomparsi, un centinaio li cerca ancora la nota trasmissione di
mamma Rai “Chi l'ha visto”. Una ventina di questi, al momento della
scomparsa, erano ancora bambini. Alcuni dei loro nomi sono entrati
ormai nella quotidianità della cronaca. Come Denise Pipitone e
Mariano Farina. Ma nonostante sulle loro storie i riflettori non si siano
mai spenti, nessuna traccia concreta è mai stata trovata. Fra le persone
che ancora compaiono sul sito della trasmissione, anche tantissimi
anziani che per età ed anni trascorsi dal momento della scomparsa
risulta difficile credere che possano essere ritrovati ancora in vita.
pagina 23
straniere ritrovate senza
vita, si colloca così al
secondo posto in Italia
per numero di cadaveri
non identificati, alle
spalle del Lazio che ne
conta ben 193, dei quali
solo 4 ripescati in mare.
La maggior parte dei
cadaveri rimasti senza
identità sono stati
ritrovati ad Agrigento (84)
e la stragrande
maggioranza
appartengono a
naufraghi. Molti sono
stati ripescati già da
diversi anni, ma nessuno
ne ha mai rivendicato la
salma. Venti i corpi senza
vita ritrovati a Ragusa, 9 a
Caltanissetta così come a
Catania e Trapani, 8 a
Palermo, 7 a Messina e
altrettanti a Siracusa, 1 a
Enna.
scomparsa di Alfia, era vuoto?.
DUE RAGAZZI E LA VILLA DEL “PAPA”
Salvatore Colletta, 15 anni, e Mariano
Farina, 12, sono scomparsi da Casteldaccia
il 31 marzo del 1992. Vent'anni di ricerche,
di false piste e di improbabili speranze sono
trascorsi invano. Dei due ragazzi che quel
giorno avevano deciso di marinare la
scuola, non è stata trovata alcuna traccia.
Anzi, uno zio di Mariano ha rinvenuto
l'orologio del nipote nei pressi della villa di
Michele Greco, detto il “papa”, condannato
per mafia al maxi-processo del 1992.
Secondo la ricostruzione fatta dagli
investigatori, i due giovani avrebbero
organizzato un picnic in spiaggia, proprio
davanti a quelle ville che finita l'estate
rimangono deserte. Li ha accompagnati in
motorino un loro amico. Salutandolo, i due
avrebbero detto di non voler tornare a casa.
Vogliono andare alla scoperta del mondo.
Ma da quel momento, nessuno saprà più
nulla di loro. Le ricerche sono scattate
subito, le famiglie li hanno cercati a
Bagheria, Caltanissetta, Palermo, in
Jugoslavia e in mezza Europa. Seguendo
ogni minima segnalazione, spesso opera di
sciacalli. Lo scorso anno sono stati scoperti
pozzi e cunicoli sotterranei nella villa che
era stata del boss Greco. Ma il passaggio a
un tratto si interrompe a causa dei detriti
che nel tempo li hanno ostruiti.
Sicilia
11 MAGGIO 2012
centonove
CLASSIFICHE. Le migliori coste siciliane per il popolo internet
Spiagge, le "regine" del web
San Vito Lo Capo è la più bella d'Italia per TripAdvisor. Virgilio viaggi assegna la palma d'oro
a Marina di Ragusa. Ma i lettori del The Guardian non hanno dubbi: Lampedusa in top 10 Italia
DI MARIA TIZIANA SIDOTI
SAN VITO LO CAPO. "Web, web delle mie
brame, chi è la più bella del reame?". Ad un
mese e mezzo dall'avvio della stagione
estiva, in attesa dei marchi di qualità
"ufficiali", da assegnare alle spiagge
italiane, l'interrogativo viaggia nel mondo di
internet. Che a colpi di clic e post elegge le
più belle per il 2012. E così sbarcano
importanti riconoscimenti per le coste di
Sicilia, apprezzate dagli internauti.
TEMPO DI BIS. È il caso del "Travellers'
Choise" 2012 per le mete balneari. Che, su
TripAdvisor, il portale di viaggio più grande
del mondo con oltre 35 milioni di recensioni
di viaggiatori, dagli alberghi ai ristoranti, dai
voli alle attrazioni turistiche, e 29 milioni di
visitatori al mese, è giunto alla sua seconda
edizione. Un Award ossia un premio nato
da un sondaggio,dalle 25 preferite in tutto il
mondo alla top 10 negli Stati Uniti o in
Europa, alle prime dieci in paesi come
Spagna o Italia.
E se nel globo svettano Providenciales ed
Aruba, entrambe nei Caraibi, e nel vecchio
Continente le turche Ölüdeniz e Icmeler, in
Italia la medaglia d'oro approda in Sicilia, a
San Vito Lo Capo. Che dopo l'anno scorso
fa il bis nel 2012, sbaragliando ancora una
volta la concorrenza della sarda
Villasimius, nuovamente seconda, mentre
scompare dalla top, il "bronzo" del 2011,
ossia Lampedusa. Che si consola però
sulla stampa british con i consigli di viaggio
dei lettori del quotidiano "The Guardian" sul
best delle coste italiane, selezionate per
San Vito Lo Capo
bellezze naturali ma anche per accoglienza
e ristoranti a conduzione familiare, insieme
a Taormina. La corona di favorita del Bel
Paese per gli utenti di TripAdvisor va,
dunque, di nuovo a San Vito Lo Capo, in
provincia di Trapani, dove lo sguardo dai
500 metri di Monte Monaco si perde sui
golfi di Cofano ad ovest e di
Castellammare ad est e dritto fino ad
Ustica, e il mediterraneo dei colori della
flora si mescola ad un che di caraibico del
cristallo delle acque a virar nei vari toni
d'azzurro, mentre catturano la Riserva
Naturale dello Zingaro con i suoi 7 kilometri
non toccati da strada litoranea tra il bianco
calcareo della costa, le alte falesie su fino a
900 metri di Monte Speziale e
vorticosamente giù fino al mare, e le calette
di Makari e Castelluzzo. «È un
riconoscimento che viene dai turisti, la
fonte più attendibile, e conferma anche
quest'anno, oltre alla bellezza delle coste, i
servizi che riusciamo ad offrire. È
importante e riceverlo per il secondo anno
ci riempe d'orgoglio», spiega il sindaco
sanvitese, Matteo Rizzo.
pagina 24
MARE E NON SOLO. "Non è ancora stata
investita dal turismo di massa e se siete in
cerca di un soggiorno di mare all'insegna
del relax nella Sicilia più autentica, questa è
la località ideale. Il clima dà sicuramente il
meglio di sè in estate ma gli amanti della
buona cucina potranno voler aspettare
settembre, quando a San Vito lo Capo si
svolge l'annuale Festival del Couscous",
recita la motivazione del "Travellers'
Choise". «La peculiarità è quella di un
paese-villaggio tranquillo con piccole
strutture ricettive, ambiente familiare: la
centonove
Sicilia
11 MAGGIO 2012
non presenza di locali notturni può essere
intesa come uno svantaggio ma è l'ideale
per viverlo nella sua dimensione, senza
stravolgerlo, e la zona a traffico limitato
per esempio è un'attenzione anche per
chi risiede e non solo per il turista»,
spiega lʼassessore al Turismo Maria
Cusenza. Risorsa numero uno è il mare
la cui eccellenza è riconosciuta nel 2011
anche dalle 5 vele, massimo punteggio
nella Guida Blu di Legambiente e Touring
Club alle migliori località marine e
lacustri, per acque pulite e rispetto
ambientale, oltre a
valorizzazione di
paesaggio, centri storici
e produzioni tipiche, e
ricettività di qualità. «La
novità di quest'anno è
l'approvazione
all'unanimità in consiglio
comunale, dimostrazione
del miglior senso civico
nell'interesse del fruitore,
di un Regolamento che
recepisce le nuove linee guida
del Piano di utilizzo del demanio
0marittimo dell'assessorato
regionale Territorio e Ambiente: alcuni
lamentavano l'abuso nelle spiagge libere,
così abbiamo stabilito per ognuno un
massimo di 70 ombrelloni e 140 lettini in
affitto», interviene Giacomo Pappalardo,
assessore alla Difesa dell'Arenile e
Ambiente Marino. Che spiega: «La buona
pratica della tutela ambientale è il punto
cardine, è priorità per noi. Per questo,
nonostante i tagli regionali,
riconfermeremo in bilancio, cifre per
alcune iniziative dello scorso anno e altre
nuove, cercando di migliorare i servizi per
le esigenze dei turisti».
È il caso di "Guardiani del mare", con
ragazzi, impegnati a rimuovere dalla
battigia i rifiuti
galleggianti,
provenienti dal
mare, di
giornate di
pulizia dei
fondali, della
distribuzione
gratuita di conetti per i mozziconi di
sigaretta, o delle garitte con vigili contro
ambulanti e piccoli crimini tra le
conferme, e, tra le new-entry, di un
ampliamento dell'area a traffico limitato
con anticipazione dal sabato al venerdì, e
di 2 bus-navetta, uno ad ovest ed uno a
est nella baia di Santa Margherita,
anticipati rispettivamente all'1 e a metà
giugno, mentre un'escavazione di 27.000
metri cubi di sabbia punta a migliorare
l'ormeggio nel nolo di Sottotutto per le
imbarcazioni da diporto, e una
zona di spiaggia comunale,
gestita da un'associazione, è
attrezzata per i diversamente
abili con pedane, ombrelloni
e sedie job, che permettono
di galleggiare in acqua e di
spostarsi in spiaggia.
E oltre al mare?
«Abbiamo una
programmazione che
parte da fine aprile:
l'obiettivo è
destagionalizzare,
promuovendo il territorio nei vari aspetti,
con eventi, non legati al mare, come
l'ippotrekking, anche in mesi non estivi,
un modo per far venire la gente»,
conclude la Cusenza. Si parte con la
Settimana della Musica dal 25 aprile al 1
maggio, poi il 6 maggio c'è l'Equiraduno
Costa Gaia, dal 23 al 27 maggio il IV
Festival Internazionale degli aquiloni con i
migliori aquilonisti al mondo, dall'1 al 3
giugno la Preview del Cous Cous Fest di
settembre per selezionare lo chef del
team italiano in gara alla rassegna
internazionale di cultura e
enogastronomia del Mediterraneo.
ALTRI SONDAGGI. Ma quelli di
TripAdvisor non sono i soli a far sondaggi.
È il caso di un altro sito dedicato, Virgilio
viaggi. Che dopo il "Travellers' Choise" ha
interrogato gli utenti, se erano d'accordo
su San Vito Lo Capo, vincitrice.
E così nella nuova top 10 ma relativa solo
alle spiagge siciliane della terra ferma,
isole minori escluse, segnalate,
comunque, tra le più gettonate d'Italia,
figura sempre la località trapanese ma la
LA CURIOSITA’
Per chi preferisce il "nude look"
PALERMO. E gli utenti di Virgilio viaggi nelle top spiagge
del 2011 si sono espressi anche sulle più belle per i nudisti. Sono 15, e se Liguria e Toscana spadroneggiano, tra
le "elette" delle coste, dove si può prendere il sole come
"mamma Natura", l'unica siciliana in classifica è la spiaggia di Torre Salsa, in provincia di Agrigento, segnalata come frequentata da circa 20 anni dal popolo naturista. Ci sono poi siti dedicati per indicare, dove il nudismo o il naturismo ovvero il movimento di promozione del contatto diretto con la natura con uno stile di vita, comprendente anche la nudità, si praticano. Ci segnalano a Cattolica Eraclea la spiaggia naturista, da Eraclea Minoa a destra verso
Capo Bianco, tra il Capo e la foce del Platani, a Lampedusa quella nudista in località Guitgia; a Catania, spiagge per
naturisti a località Caito, dopo aver attraversato l'ultimo binario ferroviario, e ad Acireale vicino al Mulino; a Messina,
nel villaggio di San Saba i naturisti sono in un tratto a destra della zona delle Montagne di Sabbia, ad Oliveri in un'area sul sentiero per i Laghetti di Marinello, a Rocce Bianche, località Spisone a Taormina, a Stromboli; nel palermitano vicino alla Spiaggia delle Vergini, e poi a Balestrate, oltre il cimitero; a Siracusa i nudisti si danno appuntamento alla foce del Ciane vicino al tempio di Giove, un 1 kilometro circa dopo il lido di Sayonara. E l'elenco continua.
(M.T.S.)
pagina 25
leadership è di Marina di Ragusa. Che
conquista la palma d'oro "fra le più
attrezzate e rinomate località balneari
della Sicilia sud orientale, apprezzata per
i suoi lidi di sabbia dorata finissima", così
si legge in motivazione, vantando dal
2009 un marchio di qualità certificata
come la Bandiera Blu, assegnato
secondo criteri di gestione sostenibile
dalla Fee, Foundation for Environmental
Education.
Apprezzate dagli utenti di Virgilio anche
l'altra vicina ragusana, Punta Secca, a
Santa Croce Camerina, dove il
commissario Montalbano della fiction
nuota ogni mattina; tra Noto e Ragusa,
Calamosche; Capo Passero; ad ovest
Scopello e Terrasini; i Laghetti di
Marinello a Tindari, Capo d'Orlando, e
l'Isola Bella a Taormina nel messinese.
San Vito Lo Capo è poi nell'elenco stilato
da un team di ricercatori, guidati dal
pediatra Italo Farnetani dell'Università
Bicocca di Milano, nel 2012 l'unica in
Sicilia bandiera verde per spiaggia a
misura di bambino.
Sicilia
11 MAGGIO 2012
IN CIFRE
Manifestazione di ragazze nigeriane dopo l’omicidio a Palermo
PALERMO. Appello al neo sindaco dal Coordinamento antitratta
Salviamo le altre Nike
Dopo la ragazza nigeriana assassinata cresce l’impegno dei volontari.
Che chiedono un centro di accoglienza per chi vuole uscire dall’incubo
DI GIOVANNI BURGIO
PALERMO. Loveth è stata trovata senza
vita su un marciapiede nel pieno centro di
Palermo. Quaranta giorni prima, a
gennaio, è stato rinvenuto in una
discarica, a Misilmeri, il corpo carbonizzato
di Nike, una 21enne assassinata da
Giuseppe Pizzo, un operaio edile di
Belmonte Mezzagno arrestato nei giorni
scorsi dai carabinieri di Palermo. Erano
due giovanissime ragazze nigeriane che si
prostituivano per pochi euro e che
sarebbero state costrette a questa vita per
tre-quattro anni. Subito le compagne sono
scese in strada a protestare, e insieme ad
alcune realtà che da anni si occupano
dʼimmigrazione, hanno incontrato il
Questore per chiedere misure urgenti.
Durante la manifestazione del 16 febbraio,
da piazza Massimo a via Filippo Juvara,
luogo del ritrovamento del corpo di Loveth,
si è pregato e cantato molto in memoria
delle due ragazze. Del migliaio di
componenti della comunità nigeriana a
Palermo, la stragrande maggioranza, 500600, è fatta di giovani donne. Di mattina
alla Favorita e alla Palazzina cinese, di
Loveth Eward
sera in via Licoln e piazza XIII vittime, si
vedono a decine, lʼuna accanto allʼaltra,
che chiamano e sorridono. Succinte, belle,
alcune di giovanissima età. «Una sera ne
abbiamo contato più di 40 - dice suor
Valeria, comboniana, che due volte a
settimana assieme ad altri volontari va a
trovarle nei posti dove abitualmente
“lavorano” - Per loro in Nigeria, non è
normale mostrare nude le proprie parti del
corpo. Se quindi le vediamo ridere e
sghignazzare, dobbiamo sapere che
questa è una loro tipica reazione
dʼimbarazzo e timidezza di fronte ad una
situazione di difficoltà. Non si può
immaginare la disperazione e lʼumiliazione
di queste persone. Una volta, una di loro,
appena scesa da un camion, trovando noi
e le sue compagne in circolo a pregare, ci
ha investito dʼurla e pianti raccontandoci in
poche parole tutto il tragico percorso della
sua vita». «Scappano via dalla miseria e
dalla povertà - racconta il pastore
metodista nigeriano Vivian Wiwoloku che
da ventʼanni risiede a Palermo - Vengono
prese da villaggi sperduti e isolati che non
hanno nemmeno la luce elettrica. Le loro
famiglie, ma anche loro stesse, sono
attratte dal sogno europeo e dalla
ricchezza occidentale. Una volta quì,
capiscono però che sono diventate
proprietà privata dʼaltri uomini e altre
donne da cui è difficile liberarsi». Cʼè infatti
un doppio vincolo che lega queste ragazze
ai propri sfruttatori. Il primo è il riscatto del
debito che deve essere pagato per intero;
una somma che oscilla tra i 60 e i 120 mila
euro per il costo del viaggio, del vitto e
alloggio in Italia, e del joint, la tassa sul
marciapiede occupato. Poi cʼè il
condizionamento psico-religioso a cui
sono sottoposte qualora decidessero di
uscire dal giro. Infatti, al momento della
partenza dalla Nigeria, il baba-loa, una
sorta di stregone istituzionalizzato,
La stima delle
ragazze straniere
coinvolte nella
prostituzione coatta
di strada, secondo
lʼassociazione
Parsec, si attesta tra
le 19mila e le 24.700
unità. E come paese
di origine, la Nigeria
conserva il triste
primato. Molte le
organizzazioni che
studiano il
fenomeno.
LʼOrganizzazione
internazionale per le
migrazioni parla di
oltre 25mila vittime
di tratta solo in
Italia, mentre il
business è
monitorato da
Transcrime: lʼultima
analisi collocava il
giro dʼaffari tra i 2,2
e i 5,6 miliardi
lʼanno. Ancora, il
Gruppo Abele e il
Gruppo Escori Italia
rivelano che il 20%
della prostituzione
italiana riguarda
minorenni. Tutte le
associazioni inoltre
sottolineano come il
numeri dei clienti
superi di gran lunga
i 9 milioni.
attraverso rituali vodoo, terrorizza le
ragazze trattenendo alcuni oggetti e parti
personali del corpo, come biancheria
intima o capelli. Il baba-loa agirà su queste
cose per colpire, anche a distanza, la
ragazza e i suoi familiari se trasgredirà il
patto di fiducia e connivenza con chi le ha
fatto arrivare nel mondo civilizzato. «Si
deve istituire un Centro dʼaccoglienza per
aiutare immediatamente queste persone
che vogliono denunciare - spiega Nino
Rocca, promotore del neonato
Coordinamento antitratta che si è costituito
giovedì 26 aprile fra le organizzazioni
maggiormente impegnate su questo fronte
- La prima cosa che chiederemo al nuovo
sindaco è di mettere a disposizione una
struttura che possa offrire rifugio e
assistenza a chi vuole liberarsi da
questʼincubo. I palermitani devono sapere
quello che cʼè dietro questo traffico di
esseri umani. Non si può ignorare più
questa tragica realtà».
centonove
ORGANIZZAZIONI
Una tratta difficile
da reprimere
LE ORGANIZZAZIONI criminali che
lucrano sul traffico della
prostituzione nigeriana sono di
difficile individuazione. Tutta la tratta,
infatti, è gestita e controllata da
nigeriani, che dalla partenza, al
viaggio, allʼarrivo a destinazione,
detengono la persona e ne
sequestrano i documenti. Inoltre,
poiché comunicano esclusivamente
attraverso i dialetti, è quasi
impossibile decifrare le
intercettazioni telefoniche. Il lavoro
dʼindagine e repressione del
fenomeno è reso ancor più
complicato dallo spostamento
continuo delle ragazze da una località
allʼaltra e dallo stretto controllo a cui
sono sottoposte; in questo senso si
parla addirittura di microchip
sottocutanei per individuare chi si
allontana e fugge. Poi cʼè la figura
ambigua delle “maman”, le anziane
prostitute nigeriane che riscattato il
proprio debito gestiscono le case
dove vivono le ragazze. Il rapporto di
sudditanza-devozione che le giovani
donne sentono verso le maman,
rende problematica la rottura con
queste figure. La mafia sembra che
cʼentri poco o niente; lascia fare, si
limita a convivere con questi
criminali, tollera la presenza di alcuni
locali a Ballarò che sono punto di
riferimento dei vari traffici. Al
momento, lʼunica soluzione è
rappresentata dallʼarticolo 18 del
Testo Unico sullʼimmigrazione che fa
ottenere il permesso di soggiorno a
chi denuncia i propri sfruttatori. Ma
questa strada, in realtà, difficilmente
raggiunge lʼobiettivo di arrestare
colpevoli e complici. Infatti, ad una
prima e spontanea confessione della
vittima, fa seguito un lungo iter
processuale che richiede una
ripetizione infinita della
testimonianza. Questo stress
emotivo, assieme alle ripetute
minacce alla ragazza e alla sua
famiglia, intimorisce e scoraggia la
denunciante, che alla fine o ritratta o
non compare in giudizio.
Un vero e proprio girone infernale
dal quale è arduo uscire.
G. B.
RECLUTAMENTO E VIE DI FUGA
I soggetti: ragazze di famiglie povere con basso livello dʼistruzione.
Luogo di partenza: villaggi isolati dello Stato dellʼEdo in Nigeria o Benin City.
Reclutamento: con la prospettiva di un lavoro, la famiglia “vende” o dà la ragazza per farla
arrivare nella ricca Europa.
I compratori: trafficanti che assicurano il viaggio e il lavoro in Occidente.
Il rito: il baba-loa, figura istituzionale-religiosa maschile, attraverso riti hoodoo (ju ju in nigeriano), trattiene con sé elementi personali della ragazza e le fa giurare devozione, sottomissione e fedeltà.
Il viaggio: negli anni passati avveniva soprattutto in aereo. Da qualche anno si fa via terra,
dal deserto fino al mare. Da qui, coi barconi, si raggiungono le coste di Italia o Spagna.
Lʼarrivo: private dei documenti, le ragazze a gruppi di 3-4 sono gestite dalle “maman”, anziane prostitute nigeriane, che le iniziano e vigilano su di esse.
Il riscatto del debito: la ragazza deve pagare non soltanto le spese del viaggio, ma anche vitto, alloggio e il “joint”, la quota mensile del marciapiede utilizzato.
Ammontare e durata del debito: dai 60 ai 120 mila euro recuperabili in 2-3 anni.
Vie dʼuscita: pagamento del debito o ricorso allʼart. 18 del Testo Unico sullʼimmigrazione
che dà il permesso di soggiorno a chi denuncia le persone che sfruttano la prostituzione.
pagina 26
centonove
Sicilia
11 MAGGIO 2012
Carmelo Briante
Massimo Gambardella
MESSINA. ll Tribunale dà ragione al dirigente dell’Ispettorato regionale alla Foreste
Teatro, Briante direttore
Bocciato il Sovrintendente Magaudda che aveva dichiarato vincitore del concorso Massimo Gambardella
Impervia la strada dell’assunzione: il posto era stato bandito sebbene l’ente non avesse pianta organica
MESSINA. Il giudice del Lavoro boccia il
sovrintendente Paolo Magaudda e
incorona Carmelo Briante direttore
amministrativo del Teatro Vittorio
Emanuele di Messina, ruolo che al termine
di un concorso rocambolesco e ricco di
polemiche era stato attribuito al direttore
generale del Comune di Piacenza
Massimo Gambardella. Ma sulla strada
dellʼassunzione del dirigente
dellʼIspettorato Foreste della regione Sicilia
cʼè ora lʼincertezza per un posto bandito
nonostante lʼente regionale non abbia mai
avuto una pianta organica approvata che
di direttore amministrativo, lasciato libero
da Fernando Caudo, emigrato allʼArea di
Sviluppo industriale, lo prevedesse.
Il giudice del Lavoro ha risposto
positivamente alla domanda da cui
dipendeva lʼesito della disfida tra Briante e
Gambardella: Carmelo Briante prima del
2000, anno in cui fu inquadrato come
Paolo Magaudda
dirigente di terza fascia, era comunque un
dirigente e quindi il suo servizio deve
essere valutato dal 1986, come sostiene,
oppure era un funzionario direttivo che nel
2000 con lʼemanazione della legge
regionale 10 viene inquadrato nella terza
fascia dirigenziale, in cui sono finiti tutti
quelli che non sono dirigenti ma funzionari
direttivi? Secondo il Tribunale il servizio
dirigenziale di Briante è valido sin dal
1986.
BATTAGLIA IN PROCURA.
Sullʼandamento e sullʼesito lʼesito del
concorso sono state presentate in Procura
denunce incrociate da parte di Paolo
Magaudda, direttore della commissione
del concorso, e dello stesso aspirante
direttore amministrativo deluso (prima
della decisione del giudice). A Briante il
comportamento del Sovrintendente
Magaudda, direttore amministrativo
facente funzioni, non è piaciuto. Nella
denuncia ha evidenziato una serie di
anomalie: tra le quali una, su cui ha
concentrato lʼattenzione.
QUI COMANDO IO. Al termine della
seduta del 31 maggio 2011, la
commissione, visto che cʼera
unʼincongruenza tra le dichiarazioni di
Briante e il curriculum, “assegna a Briante
il punteggio di minor favore di 273,30
punti”, che comunque dava al dirigente
dell'Ispettorato Foreste il primo posto in
graduatoria. E demanda
allʼamministrazione (ovvero a Magaudda,
ndr) il compito di verificare presso il datore
di lavoro (la Regione Sicilia) - come cʼè
scritto nel verbale - la data iniziale della
qualifica di dirigente”. ll Sovrintendente
Magaudda invece di effettuare
accertamenti alla Regione, il 15 giugno
2001 fa pervenire una nota alla
commissione che presiede: «Questa
amministrazione, avendo eseguito gli
accertamenti richiesti, attesta che il
candidato Carmelo Briante risulta essere
stato nominato nella qualifica e nelle
funzione dal 17 maggio del 2000 (giorno di
entrata in vigore della legge 10, ndr)»,
firmato Magaudda. La Commissione si
riunisce, rivede il punteggio e Briante
diventa secondo dietro Gambardella. «Il
mio punteggio poteva solo aumentare.
Magaudda si è arrogato un potere che non
aveva. Ma questo è solo una della
forzatura commesse», ha protestato
Briante. Paolo Magaudda ha replicato:
«Non cʼera bisogno. Eʼ bastato controllare
negli elenchi dei dirigenti di terza fascia
della Regione».
CONTRODENUNCIA. Alla Procura di
Messina di cui è componente il genero, il
sostituto Fabrizio Monaco, si è rivolto lo
stesso Magaudda per denunciare Briante
e il funzionario della Dipartimento
regionale al Personale, Rocco Pittore,
autore di un certificato datato 9 giugno
2011 che “Briante è dipendente a tempo
indeterminato con la qualifica di dirigente
di terza fascia con decorrenza giuridica 11
maggio del 1995 ed economica 27 agosto
del 1991”. «La terza fascia esiste solo dal
2000 come sanno tutti», ha sostenuto
Magaudda. Carmelo Briante, 20 giorni
dopo, ha presentato un nuovo certificato
firmato questa volta dal capo ufficio di
Pittore, Silvio Nicolaci: «Carmelo Briante
è stato assunto con la qualifica di
assistente nel ruolo amministrativo lʼ1
giugno del 1985. A far data dallʼ11 maggio
del 1986, a seguito di concorso interno, è
stato nominato dirigente amministrativo,
dal 17 maggio del 2000 con lʼentrata in
vigore dela legge 10 è diventato dirigente
di terza fascia. (M.S.)
PROTESTE
Tagli ai finanziamenti,
orchestrali in rivolta
PALERMO. Hanno trasformato la loro rabbia in uno spettacolo, suonando pezzi di musica classica e jazz, tra le note
dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi e della sinfonia del Nuovo Mondo di Antonin Dvorakgli. Erano quasi quattrocento i
musicisti siciliani che mercoledì 8 maggio hanno protestato davanti alla sede dellʼArs, a Palermo, per dire “no” alla
riduzione del 20% ai finanziamenti delle risorse per le attività delle istituzioni culturali. Un taglio, stabilito dalla Finanziaria regionale varata qualche giorno fa, che mette a
repentaglio il futuro dei musicisti del teatro Bellini di Catania, del Vittorio Emanuele di Messina e del Teatro Massimo di Palermo. Sui tagli ai finanziamenti è intervenuto an-
che il deputato del Pd allʼArs Giovanni Barbagallo, che ha
presentato un disegno di legge volto a ripristinare i fondi
decurtati ai teatri siciliani. «L'investimento nella cultura ha
un valore non soltanto economico e sociale, ma anche pedagogico ed etico - ha spiegato - L'impegno di spesa complessivo (pari a 18.607,00 migliaia di euro) scaturisce dalla differenza tra lo stanziamento per il 2011 e quello per il
2012. Per la fondazione Teatro Massimo di Palermo è previsto un aumento di 3.866 migliaia di euro, per l'orchestra
sinfonica siciliana di 4.143 migliaia di euro, per il Teatro Vincenzo Bellini di Catania di 5.488 migliaia di euro, per lo Stabile di Catania di 1.260 migliaia di euro, per il Biondo di Palermo di 1.470 migliaia di euro, per il Vittorio Emanuele di
Messina di 2.370 migliaia di euro. Se non verranno ripristinati i predetti finanziamenti, in molti casi, non si potrà
programmare la stagione artistica e non si potranno più
pagare gli stipendi ai dipendenti». Intanto, il Cda dellʼEnte
Teatro di Messina ha approvato allʼunanimità un ordine
pagina 27
del giorno in cui si esprimono forti timori per il futuro dellʼattività dopo i tagli che hanno colpito tutti i teatri siciliani. Lʼordine del giorno è stato inviato al Presidente della
Regione, agli assessori regionali al Turismo, ai Beni Culturali e al Bilancio, ai presidenti delle commissioni legislative Turismo, Cultura e Bilancio, al Prefetto di Messina, al Sindaco di Messina, al Presidente della Provincia
Regionale, a tutti i deputati nazionali e regionali della provincia di Messina, a tutti i Sindacati e a tutti gli Organi di
Stampa, per sollecitare un immediato intervento. “Il Consiglio di Amministrazione - si legge nel documento - desidera esprimere il proprio rammarico, forte e sentito, per
il taglio del 20% che ha impedito di fatto il proseguimento di una corretta programmazione sia in riferimento alla
continuazione dei cartelloni già in corso sia a tutta quella che è lʼattività culturale di un Ente che, come il nostro,
è un punto di riferimento, necessario e solido, per lʼintero territorio del capoluogo e della Provincia”. (M.R.)
Qui, scuola
11 MAGGIO 2012
centonove
MILAZZO. I PROGETTI DELL’ISTITUTO “ETTORE MAJORANA” PER I RAGAZZI DIVERSAMENTE ABILI E UN CONVEGNO CHE SVELERA’AGLI STUDENTI I SEGRETI DELLE MISSIONI SPAZIALI
L’integrazione, dai banchi ai campi di atletica
DI CHIARA MICCOLI
MILAZZO. Nellʼambito delle
attività di divulgazione
scientifica e culturale,
lʼIstituto tecnico-tecnologico
“Ettore Majorana” di Milazzo,
sabato 12 maggio, alle ore
10, organizza un convegno
di “Divulgazione sulle attività
spaziali”, rivolto a tutti gli
allievi della scuola ma anche
agli esterni interessati. A
tenerlo è lʼingegnere Claudio
Portelli, ex alunno dellʼistituto
che oggi lavora presso
lʼAgenzia Spaziale Italiana
(Asi) dove si occupa di detriti spaziali ed è
responsabile dellʼimplementazione di un
metodo di progettazione innovativo
denominato “Concurrent engineering”.
Nellʼaula magna della scuola, lʼingegnere
illustrerà agli studenti una breve storia
dello spazio e dei principali scienziati,
discuterà del ruolo che riveste lʼItalia in
questo settore e di inquinamento spaziale.
Con al suo attivo più di mille alunni e una
crescita esponenziale che negli ultimi
cinque anni - informa il dirigente
scolastico, Stello Vadalà - è raddoppiata,
lʼistituto milazzese organizza ogni anno
una serie di attività.
«Siamo molto attenti alla tematica
dellʼintegrazione - dichiara il preside Cerchiamo però di non limitarla allʼambito
In alto Stello Vadalà,
dirigente scolastico
dellʼItts Majorana
di Milazzo.
Accanto gli studenti
della squadra di atletica
che hanno partecipato
allʼiniziativa
“Lʼintegrazione corre
sui campi di atletica”
strettamente scolastico, promuovendo
anche iniziative extrascolastiche. Con
“Lʼintegrazione corre sui campi di atletica”,
siamo stati i primi ad inserire nella squadra
di atletica della scuola alunni diversamente
abili». Tutti i componenti del team, guidato
dalle professoresse Maria Elena Fotia e
INIZIATIVE
Spazio anche all’università della terza età
Eʼ PARTITA DA SETTEMBRE la Libera università della terza età (Lute) a Milazzo. A promuovere lʼiniziativa lʼistituto tecnico-tecnologico “Ettore Majorana”,
in collaborazione con lʼassociazione Auser e il Comune di Milazzo. «Lo scopo spiega il dirigente scolastico, Stello Vadalà - è quello di fornire agli anziani del
territorio uno spazio di incontro, studi e approfondimento». Lʼofferta didattica
comprende sei aree didattiche: Arte musica e Spettacoli, Medicina, Umanistica,
Economia, Diritto e Società, Attività e Laboratori, Conoscenza del Territorio.I
corsi, iniziati lo scorso 18 ottobre, hanno registrato grande partecipazione. «Al
momento ci sono 360 iscritti - continua il preside - E per il prossimo anno ci auguriamo che il numero cresca ancora». (CH.M)
Adriana Tiano, a turno hanno dunque
corso sul campo di Gioiosa Marea in
occasione delle gare provinciali
studentesche, qualificandosi per le
competizioni regionali.
«Lʼiniziativa ha avuto successo non solo
perchè i ragazzi hanno superato il primo
turno, ma anche perchè di loro sponte
hanno prestato assistenza ai compagni
diversamente abili», aggiunge il dirigente.
Da anni lʼistituto è lʼunico in Provincia ad
organizzare “Orient@giovani”, quattro
giornate di incontri che, oltre ad illustrare
ai licenziandi di scuola media gli indirizzi
di studio della scuola (chimica,
meccanica, elettronica ed elettrotecnica,
informatica e telecomunicazioni) è
finalizzato ad informare i ragazzi delle
quinte classi sulle opportunità
occupazionali, coinvolgendo lʼuniversità e
le principali aziende locali.
«Ci impegniamo per aprire la scuola al
territorio - dice il preside - Così facendo
lʼistituto si è imposto come polo tirrenico
per lʼorientamento in uscita».
Questʼanno è partito anche un progetto
articolato in più sezioni che si intitola
“Correva lʼanno 1992”. «Lʼiniziativa
prevede convegni di economia, cultura e
legalità. Ci sarà un incontro con il
magistrato Nicola Gratteri, procuratore
aggiunto della Repubblica presso il
Tribunale di Reggio Calabria che - spiega
il preside - rappresenterà un momento di
riflessione a ventʼanni dalle stragi di
Capaci e via DʼAmelio in cui persero la
vita i giudici Falcone e Borsellino». Sono
in programma inoltre una visita guidata a
Palermo, una lezione conferenza del
professore Filippo Russo, docente del
Majorana, dedicata alla letteratura
italiana e una manifestazione podistica
per le vie cittadine.
«Tutti i nostri progetti - conclude il preside
- mirano a non limitare la formazione
scolastica allʼambito strettamente
scientifico ma anche a quello umanistico
coinvolgendo gli studenti in incontri con
lʼautore, approfondimenti storici e artistici
sullʼarte greca, stage linguistici allʼestero,
e in attività pratiche con tirocini aziendali
a Milano e Catania».
ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith
Permessi per motivi personali
o familiari, diritto e non concessione
ANCORA UN INTOPPO nella mobilità dei docenti della
scuola dellʼinfanzia e primaria. Il MIUR, per la terza volta, ha rideterminato le date di acquisizione delle disponibilità e, quindi, di pubblicazione dei movimenti: termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di
mobilità e posti disponibili il 9 maggio; pubblicazione
dei movimenti il 6 giugno. Il ritardo accumulato, in particolare per la scuola primaria - se correlato non solo
con gli altri ordini di scuola ma anche con i successivi
adempimenti sullʼorganico di fatto -, è consistente, perché lʼoriginaria pubblicazione dei movimenti era prevista dallʼordinanza per lʼ8 maggio. Nellʼattesa dei risul-
tati finali, una certezza si afferma per i permessi per motivi personali o familiari previsti dal C.C.N.L., a seguito di una ulteriore sentenza: sono un diritto e non una concessione del Dirigente Scolastico. A pronunciarsi questa volta è stato il Tribunale
del Lavoro di Lagonegro che, nella sentenza 309/12, ha
evidenziato come "Per il personale è prevista la possibilità di richiedere tre giorni di permesso retribuito per
motivi personali oppure familiari.
Questo istituto contrattuale, con l´accordo sottoscritto il 29.11.2001, è diventato un diritto (nel precedente
contratto si diceva invece: "sono attribuiti"). Le condizioni necessarie per poterne usufruire sono semplicemente che i giorni di permesso vengano richiesti
per motivi personali oppure per motivi familiari. Tali
motivazioni sono sottratte alla valutazione discrezionale del Dirigente Scolastico, il quale pertanto non può
pagina 28
entrare in merito alle stesse.". Ancora si legge che
"Nessuna discrezionalità è lasciata al Dirigente Scolastico in merito all´opportunità di autorizzare il permesso e le ferie per queste particolari ipotesi, né, in
particolare, gli è consentito di comparare le esigenze
scolastiche con le ragioni personali o familiari certificate per cui il permesso è richiesto, ma avrà solo un
controllo di tipo formale in merito alla presentazione
della domanda ed all´idoneità della documentazione
a dimostrare la sussistenza delle ragioni poste a base della domanda; né tanto meno, è consentito al Dirigente Scolastico porre delle regole preventive che
vietino o restringano la possibilità per i docenti di usufruire dei permessi o delle ferie in periodo di attività
didattica, qualora queste siano richieste per motivi
personali o familiari.". I tre giorni di permesso retribuito nellʼanno scolastico per motivi personali sono
regolati dall´art. 15, comma 2, del CCNL.
Economia
11 MAGGIO 2012
TRANSIZIONI. Varata la nuova società per le tasse. Le incognite su incassi e nomine
Tributi, forever Riscossione
Posseduta al 90% dalla Regione e al 10% da Equitalia, andrà a sostituire Serit Sicilia. Partita aperta
sui vertici, a cominciare dal direttore generale. Il fatturato? Da gennaio dipenderà dai Comuni
PALERMO. Una fusione “inversa”, una
società quasi totalmente pubblica, un
taglio agli organi collegiali, qualche dubbio
sul futuro e un problema ancora da
risolvere. È tutto ciò che ruota intorno al
varo di Riscossione Sicilia spa, che è frutto
dellʼincorporazione della vecchia società
omonima da parte di Serit Sicilia
(posseduta in toto proprio dalla spa in
liquidazione, le cui quote appartenengono
al 60% alla Regione e al 40% da
Equitalia).
LA NUOVA SPA. La complessa fusione
inversa tra tra Riscossione e Serit (la
seconda, incorpora la prima che ne
controlla il capitale sociale) coinvolge due
società che complessivamente hanno 800
dipendenti ed un fatturato annuo di 96
milioni di euro. Il risultato sarà il
dimezzamento dei componenti degli
organi amministrativi. Una volta efettuato il
depositato degli atti agli uffici del Registro
delle imprese della Camera di Commercio
di Palermo, decorreranno 60 giorni per
consentire eventuali opposizioni da parte
di creditori. Trascorso questo periodo, si
procederà al perfezionamento della
fusione dal quale nascerà il nuovo
soggetto concessionario della riscossione
in Sicilia, : “Riscossione Sicilia spa”, che
sarà partecipata direttamente dalla
Regione per il 90% e da Equitalia spa per il
10%.
CHI LA GESTIRAʼ. Tutta da decidere è la
partita per le poltrone che contano.
Soprattutto quella di nuovo direttore
generale, attualmente occupata dal
messinese Antonio Finanze, in “crisi” con
lʼazionista politico, che è e sarà sempre la
maggioranza. Il manager è sotto azione
disciplinare da parte della presidente
Benedetta Cannata (nominata dalla
Regione) anche per alcune procedure
seguite per le gare dʼappalto. Un atto che
non ha riscontrato però il favore del
vicepresidente emanazione di Equitalia,
DA SERIT A RISCOSSIONE?. Il direttore generale Antonio Finanze
Angelo Cuva. Vista la tempistica che si
prospetta, la nuova Riscossione dovrebbe
nascere sotto un governo regionale non
più guidato da Raffaele Lombardo ma dal
vicepresidente, al quale toccheranno le
scelte. Lʼesito finale, quindi, dipende
anche chi sarà designato e quanto ancora
il Movimento per le Autonomie, e lʼormai
ex presidente della Regione, potranno
pesare.
EFFETTO 31 DICEMBRE. Teoricamente,
con lʼinizio del 2013, saranno i Comuni a
decidere come riscuotere le tasse, prima
date in esclusiva a Serit Sicilia. Da questo
punto di vista, quindi, il fatturato annuo da
96 milioni che serve anche per “pagare” gli
800 dipendenti sembrerebbe destinato a
ridursi. Allo stato attuale, però, gli enti locali
non stanno prendendo alcuna decisione. A
Monreale, il consigliere del Pd,
Massimiliano Lo Biondo, ha chiesto al
sindaco di rescindere anticipatamente il
contratto con la Serit. A Gela, il presidente
della Confederazione italiana Agricoltori,
Salvatore DʼArma, ha chiesto al sindaco
Angelo Fasulo di cercare alternative alla
Serit. Ad Acireale, come già a Monreale,
un consigliere comunale del Pdl, Camillo
Baldi, ha chiesto di valutare il passaggio
alla riscossione diretta, ma il sindaco, Aldo
Garozzo, ha risposto: «Toccherà al
consiglio comunale esprimersi». A
centonove
Palermo, invece, nonostante a fine aprile
lo stesso ragioniere generale avesse
chiesto di creare un servizio di riscossione
autonomo, il commissario Luisa Latella
non ha fatto alcun passo. La decisione
spetterà, quindi, al nuovo sindaco. A
Letojanni, in provincia di Messina, il primo
cittadino Gianni Mauro ha invece
rinnovato lʼincarico alla Serit con una
delibera a fine aprile. In merito al pericolo
di perdere clienti, getta acqua sul fuoco
Rudy Maira, capogruppo del Pid allʼArs,
che certamente non appoggia il governo:
«Penso che i Comuni si affideranno
comunque a una società regionale, anche
per motivi di trasparenza. Non bisogna
dimenticare che veniamo da un passato
caratterizzato da affidamenti singoli per
alcuni tipi di tassazione e lʼesperienza ci
insegna che ciò che è sempre accaduto al
momento delle gare dʼappalto ha riportato
in vita le pratiche della Prima Repubblica
attraverso assunzioni».
IL NODO CARTELLE. Che cambi oppure
no la società, ai tartassati dalle cartelle
esattoriali importa ben poco. A dimostrarlo,
non solo la campagna elettorale, che a
Marsala ha visto in prima linea contro la
Serit il candidato dei Forconi Martino
Morsello (uscito sconfitto), ma anche i
gesti di rabbia in tutta la Sicilia. Come
quello avvenuto mercoledì 9 maggio,
quando centinaia di cassintegrati, esodati
ed interinali della Fiat e delle ditte
dellʼindotto hanno occupato la sede
dellʼAgenzia delle Entrate di Termini
Imerese. O come quello nella sede Serit di
Caltanissetta, che ha visto un uomo
insultare le due impiegate. O ancora il sitin organizzato davanti alla prefettura di
Siracusa dalla Confederazione nazionale
artigiani. Ma anche la manifestazione del
30 aprile attuata dai Forconi a Catania e la
saracinesca bruciata alla sede Serit di
Bagheria. Cʼè poi chi cerca di fare
qualcosa. Ad esempio lʼufficio diocesano
di Ragusa, che ha analizzato e snocciolato
i numeri della crisi nella provincia. Cartelle,
una dietro lʼaltra, che colpiscono tutti. Le
ultime, a Canicattì, sfiorano anche i 90 mila
euro e hanno raggiunto i proprietari di
terreni edificabili. Per una parte dei
“tartassati”, la finanziaria regionale aveva
accolto la proposta dei Forconi,
sospendendo i pagamenti dovuti. Ma la
norma è stata impugnata dal Commissario
dello Stato. E adesso lʼArs è a lavoro per
riproporla come disegno di legge entro la
prossima settimana. Allʼinterno, anche le
altre disposizioni “impallinate”. (D.D.J.)
MILAZZO
Evasori nel “frullatore”
Accertati oltre 4 milioni di timposte non pagate
MILAZZO. Duemila nuclei familiari evadono la tassa sui
rifiuti. Il 30% dei possessori di abitazioni, invece, dichiara
meno metri quadrati del proprio appartamento. Sono i
primi dati che escono dallʼufficio tributi del comune di Milazzo grazie allʼutilizzo del “frullatore”. Viene chiamato
così il software fatto realizzare dallʼamministrazione Pino, che grazie allʼaccesso ad una serie di banche date
riesce ad individuare i cittadini che evadono i tributi. Fino ad oggi sono stati emessi bollettini per un totale di 3,5
milioni di euro. Entro fine anno si arriverà a 4,3 milioni.
Il software consente di incrociare in tempo reali i dati degli utenti - dice lʼassessore Pippo Midili - Con un click si
saprà se un utente è in regola con i pagamenti di tutte le
tasse comunali. In futuro non è escluso che il cittadino
avrà una password personale con cui controllare la propria posizione dal computer di casa e verificare eventuali “dimenticanze”». Il software, ad esempio, ha accesso ai dati del catasto e dellʼUte (ufficio tecnico edile).
Questo significa che se il proprietario di un immobile dichiara oltre 10 metri quadrati in meno rispetto al costruttore la differenza viene subito portata in risalto. Attraverso le utenze elettriche, invece, il programma consente di capire se una casa è abitata o meno. Un dato
importante per le seconde case che vengono affittate nel
periodo estivo. «Abbiamo già inviato un avviso bonario
alle attività commerciali. Sul territorio sono 664, ma regolarmente registrate erano 370. I primi dati confermano la volontà di un 50% di mettersi in regola, il restante
50% non si è presentato» sottolinea Midili. La riscossione dei tributi è stata al centro di un dibattito tra il revisore dei conti Nino Piraino, già presidente del collegio
pagina 29
alla Provincia Regionale di Messina, e Midili. Piraino ha
ricordato che presso Equitalia ci sono crediti non riscossi
per 14 milioni di euro, peraltro in stand by in quanto trattandosi in prevalenza di piccole somme, non determinano interventi coattivi (fermo amministrativo o iscrizione ipotecaria) nei confronti dei debitori. Ed invita lʼamministrazione a rivolgersi ad una società di riscossione
privata per accelerare gli incassi. A replicare è il politico. «Forse il dottor Piraino pensa che la società di riscossione a cui suggerisce di rivolgerci anticiperebbe
somme al Comune - ha scritto in una nota Midili - sarebbero comunque somme irrisorie di fronte ai numeri
appena descritti e comunque somme che allungherebbero poi i tempi della riscossione di molti mesi ancora.
Una anticipazione di somme con reintegro delle stesse
ad incasso. Quello che prendi oggi non lo prenderai domani».
Gia.C.
Economia
11 MAGGIO 2012
Nella foto a sinistra, lo stabilimento della società
La moderna Spa di Valdina.
Sopra, lʼimprenditore Giovanni La Fauci.
A destra, il sindaco di Valdina Pierluigi
Di Stefano.
VALDINA. Il distretto dei mattoni e delle tegole alle corde per la crisi e la carenza della materia prima
Laterizi dai piedi d’argilla
Gli ultimi 180 addetti rischiano di perdere il lavoro. Gli imprenditori accusano gli amministratori: «Ci ostacolano».
Il sindaco di Valdina: «Pretendiamo solo il rispetto della legge». Il rapporto difficile tra ambiente ed economia
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Due aziende, “La nuova
Maestrale Srl” di Giuseppe Caminiti, ed
“Eredi Currò Carmelo Srl”, di Giuseppe
Salvatore e Tonino Currò, hanno chiuso i
battenti e i 40 dipendenti sono rimasti a
spasso. In difficoltà sono tutte le altre ditte
del distretto dei laterizi di Valdina,
Villafranca, Venetico e Pace del Mela
costrette a chiedere la cassintegrazione dei
lavoratori. Ma non è solo per la contrazione
della domanda di mattoni e tegole, che
comunque cʼè stata per la crisi del settore
immobiliare. Come lamentano gli stessi
imprenditori, la situazione si è determinata
per una ragione molto più semplice che
non richiama i dati macroecomici
difficilmente controllabili a livello locale
bensì, come afferma Biagio Oriti,
segretario provinciale della Fillea della Cgil,
“lʼinsipienza della classe politica e la
superficialità degli imprenditori”:
lʼimpossibilità per gli imprenditori di reperire
lʼargilla, la materia prima di produzione, ad
un costo concorrenziale di mercato. Il
motivo? Una legislazione più stringente in
materia ambientale e il “Piano cave”
deliberato dalla regione Sicilia nel 2010 che
in tutto il distretto ha previsto una solo sito
in cui è possibile, sempre dietro
autorizzazione dellʼEnte Minerario di
Catania, prelevare argilla. La nuova
normativa, i maggiori controlli delle autorità
di polizia e il Piano licenziato
dallʼassessorato Territorio e Ambiente della
regione Sicilia hanno posto fine ad un
fenomeno che per decenni ha fatto vivere
sonni tranquilli agli imprenditori del settore
ma ha lasciato ferite profonde
sullʼambiente: lo sfruttamento selvaggio del
territorio. Ogni imprenditore, infatti,
acquisitava un terreno a due passi
dallʼazienda e senza alcun piano di
risanamento e senza alcuna
autorizzazione la adibiva a cava
procurandosi così a poco prezzo argilla di
buona qualità. Secondo alcune stime sul
territorio del distretto dei laterizi ci sono
cave dismesse capaci di accogliere 10
milioni di metri cubi di materiale: non a caso
la società Stretto di Messina Spa,
incaricata di costruire il Ponte che unisca la
Sicilia e la Calabria, aveva progettato di
smaltire gli inerti, frutto degli scavi per
realizzare la mega opera, in queste cave
dismesse.
Dopo il giro di vite, se le 7 aziende
superstiti non chiudono è perchè hanno
trovato il modo di procurarsi lʼargilla
percorrendo strade diverse ad un prezzo
comunque accettabile. E non solo
ricorrendo a cave ubicate a parecchi
chilometri di distanza.
ESCAMOTAGE. Lʼargilla infatti viene
prelevata grazie allo sbancamento di alcuni
terreni che pure non sono cave e condotta
negli stabilimenti come se fosse materiale
da reimpiegare o smaltire. Lʼassessore al
Territorio del Comune di Valdina,
Giuseppe Anastasi, spiega: «Abbiamo
vietato di portare sul territorio comunale
argilla fatta passare per rifiuto speciali. Non
abbiamo poteri di polizia. Da dove lʼargilla
viene presa non lo sappiamo».
GUERRA. La crisi delle imprese del settore
e la carenza di argilla ha scatenato una
guerra tra imprenditori e gli amministratori
locali. Giovanni La Fauci, titolare insieme
al fratello Cosimo, della società La
Moderna Spa di Valdina, spiega: «Non è
solo la normativa in materia ambientale più
restrittiva ad averci tagliato le gambe. Gli
organi politici locali e regionali sono stati
distratti. Il piano cave è stato licenziato
senza alcun apporto da parte degli
imprenditori. Tutti noi, chi più chi meno,
abbiamo delle responsabilità ma le
amministrazioni locali che fanno bene a
pretendere il rispetto della legge non
tengono conto delle dinamiche
imprenditoriali e non propongono soluzioni
per mantenere questo settore che è vitale
per lʼeconomia della zona». Pierluigi Di
Stefano, sindaco di Valdina, ribatte: «La
crisi che attraversano le imprese non
dipende dalle amministrazioni nè dalla
carenza di argilla. Per quanto ne so le
aziende hanno ottenuto la cassa
integrazione e hanno i depositi pieni di
prodotto finito». Emissioni in atmosfera,
polverosità dei depositi di argilla,
sfruttamento selvaggio del territorio: sono
questi i motivi che hanno portato da ultimo
gli amministratori ad intervenire.
Lʼassessore Anastasi ribadisce: «Ci
interessa solo il rispetto della legge».
IL FUTURO. «Il nuovo Piano cave che
preveda dei siti di argilla vicini sarà
esecutivo nel 2013: nel frattempo che
facciamo?», si chiede Giovanni La Fauci.
UN PO’ DI STORIA
Quando eravano i primi in Sicilia
Dal boom degli anni ‘90 al declino dei nostri giorni.
La parabola di un comparto che occupava 578 persone
MESSINA. Quarantacinque aziende e 578 addetti. Nel 1991 il
distretto dei laterizi della provincia di Messina vantava numeri
da primato: in tutta la Sicilia, infatti, nel totale le aziende del
settore delle tegole e dei mattoni erano 91 e i lavoratori
impiegati mille e 88. Dieci anni dopo, nel 2001, secondo i dati
dellʼIstat, lʼIstituto di Statistica, le aziende sono diventate 33 e
gli addetti impiegati sono scesi a 287. Dieci anni ancora, nel
2012, la situazione si è fatta ancora più grave, disastrosa:
dopo la recente chiusura di due imprese, ne sono rimaste
attive 7. I lavoratori impiegati sono calati a 180 ma la metà
sono in cassintegrazione guadagni: il periodo di operatività
dellʼammortizzatore sociale sta scadendo e quindi 90
lavoratori rischiano di trovarsi espulsi dal mondo del lavoro.
Che le cose marciassero verso il buio più totale lo aveva capito
nel 2010 Biagio Oriti, il responsabile provinciale della Cgil che
aveva inoltrato al prefetto Francesco Alecci una richiesta
urgente di incontro: «Le chiedo di intervenire per scongiurare il
rischio che il settore dei laterizi della provincia di Messina sia
travolto dalla crisi in corso. Alla crisi dell costruzioni si è unito il
blocco delle attività estrattive. Le aziende hanno già utilizzato il
periodo massimo di di cassintegrazione e il passaggio
successivo sarà il licenziamento», aveva scritto Oriti. Ma non è
accaduto nulla. Rimangono così in bilico la Cooperativa Alba
Chiara di Villafranca, la Quattro Srl di Rometta di proprietà di
Gianfranco La Fauci; La “Cotto Senia Srl” e “La fauci
Giuseppe e figli” di Valdina, riconducibili ad Andrea La fauci;
La centrale Srl e la Primavera srl di Valdina, di Carmelo la
Fauci; la Moderna Spa dei fratelli Cosimo e Giovanni La
Fauci. (M.S.)
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centonove
Biagio Oriti
centonove
Economia
11 MAGGIO 2012
Francesco Mangano
Massimo Russo
MESSINA. Cosa cambia in città e provincia dopo il decreto di liberalizzazione del Governo
Rivoluzione in farmacia
In arrivo tredici nuove sedi, di cui tre nel capoluogo. Modificati il quorum e i criteri di assegnazione
per la titolarità. Ma è polemica sulla soglia di età fissata per la direzione. E sugli orari regna il caos
DI MARINO RINALDI
MESSINA. Sorgeranno a Gesso, a Salice
e a Faro Superiore le nuove farmacie
cittadine previste con lʼentrata in vigore
del decreto “Cresci Italia”, che
rivoluzionerà in tutta lʼisola la “mappa”
territoriale delle attività. A partire da
Messina e provincia, dove verranno
istituite tredici nuove sedi. Ma non
mancano le polemiche. Legate al limite di
età fissato a 65 anni per la direzione e alla
liberalizzazione degli orari.
LA NUOVA LEGGE. Il decreto è
diventato legge lo scorso 21 marzo,
quando con 365 sì e 61 no la Camera ha
approvato in via definitiva il
provvedimento Monti sulla
liberalizzazione delle farmacie. Tante le
novità, a partire dallʼabbassamento della
soglia per lʼistituzione di nuove sedi da
4mila a 3mila e 300 abitanti.
Abbassamento che comporterà a
Messina la nascita di tre nuove realtà a
Gesso, a Salice e a Faro Superiore, in
Contrada Casalotto, le zone scelte dal
Comune “al fine di assicurare unʼequa
distribuzione sul territorio e per garantire
lʼaccessibilità del servizio farmaceutico
anche ai cittadini residenti in aree
scarsamente abitate”. Dopo
lʼindividuazione delle aree, scelte in
base ai dati Istat sulla popolazione
residente al 31 dicembre 2010, e dopo
lʼinvio dei documenti entro 30 giorni
dalla data di entrata in vigore della
legge, “la palla” passerà adesso alla
Regione, che avrà tempo fino al
prossimo 25 giugno per emettere il
bando per lʼassegnazione a concorso
delle nuove attività. Assegnazione che
secondo la nuova legge dovrà avvenire
sulla base dei soli titoli.
COSA CAMBIA. Se in tutta la Sicilia le
nuove realtà saranno circa 190, “forte”
delle 70 farmacie già presenti sul territorio
(58 sedi urbane e 12 rurali), la città dello
Stretto subirà invece pochi cambiamenti.
La vecchia legge prevedeva infatti una
farmacia ogni 4mila abitanti per i comuni
con una popolazione di 12.400 e una
farmacia ogni 5mila per i Comuni con una
popolazione inferiore. Ma data la
conformazione della città e la presenza di
numerosi villaggi, Messina possedeva già
delle farmacie “in sovrannumero” rispetto
agli abitanti, istituite “in deroga” seguendo
un criterio territoriale piuttosto che
numerico. Essendo quindi già
sopradimensionata per numero di
strutture, con il passaggio del quorum da
4000 a 3.300 abitanti, i cambiamenti,
ovvero le nuove farmacie che saranno
attivate, si limiteranno a tre. Saranno
invece dieci le nuove farmacie che
sorgeranno in provincia, delle quali due a
Milazzo (in zona Ciantro una e lʼaltra o a
Grazia o Santa Marina) e una
rispettivamente a SantʼAgata Militello,
Barcelona Pozzo di Gotto, Brolo,
Acquedolci, Capo dʼOrlando, Spadafora,
Villafranca e Giardini Naxos. «Sono stati i
singoli Comuni a stabilire le aree
designate in base alle esigenze territoriali
e al numero di abitanti. Adesso spetterà
alla Regione emettere un bando, già in
preparazione, per lʼassegnazione a
concorso delle nuove sedi», spiegano
dallʼOrdine dei Farmacisti.
IL “VECCHIETTO” DOVE LO METTO.
Fra i tanti cambiamenti previsti dalla
legge, ad andare di traverso a farmacisti e
sindacalisti, è soprattutto il limite di età per
la direzione delle farmacie, fissato a 65
anni. Superata quellʼetà, il farmacista non
perderà la titolarità dellʼattività ma sarà
costretto a “nominare” un direttore
amministrativo. «Questo - spiega il
presidente di Federfarma Messina
Francesco Mangano - comporterà dei
problemi soprattutto alle piccole realtà.
Molte farmacie dei comuni rurali, gestite
da una sola persona, ad esempio,
saranno obbligate ad assumere del
personale, con tutto ciò che ne consegue
per le loro finanze. In un Paese che punta
allʼaumento generale dellʼetà pensionabile
- prosegue Mangano - è inammissibile
che una persona di 65 anni non possa più
dirigere la propria farmacia. Eppure a
settantʼanni si è in grado di svolgere tutte
le professioni, a partire dalla cariche
istituzionali più importanti». Finito
nellʼocchio del ciclone, il Governo è già
corso ai ripari con un disegno di legge
approdato martedì mattina nella seduta
preparatoria del prossimo consiglio dei
ministri. Nel testo dovrebbero trovare
posto tutti gli interventi che il ministro della
Salute Renato Balduzzi aveva anticipato
a Federfarma nellʼincontro di febbraio: il
rinvio al 2015 dellʼapplicazione del comma
17 (direzione della farmacia in età
pensionabile), lʼesclusione dallo stesso
comma dei titolari di attività nelle zone
rurali e il “liberi tutti” per le farmacie già
aperte, che potranno spostarsi sullʼintero
territorio comunale fatta salva la distanza
minima dei 200 metri e previa
autorizzazione del sindaco.
ENIGMA ORARI. “Le farmacie devono
restare aperte dal lunedì al venerdì per
otto ore al giorno e sono obbligatori il
turno di riposo al sabato e la chiusura
domenicale. Anche le ferie vanno
concordate fra Ordine e Asp”. Così è
stabilito dalle norme regionali che hanno
regolamentaro fino ad oggi il comparto
farmaceutico. Se non fosse che nel
«Cresci Italia» Monti ha invece previsto la
possibilità di apertura in orari diversi da
quelli obbligatori. Mandando in tilt gli
stessi farmacisti, che hanno interpretato la
norma come un “rompete le righe”. La
confusione generata fra gli addetti ai lavori
è stata tale da richiedere un intervenuto
dellʼassessore regionale alla Sanità
Massimo Russo, che ha interpellato
lʼAvvocatura dello Stato e ha “congelato”
la liberalizzazione degli orari introdotta a
livello nazionale. “La norma statale non fa
venir meno le vigenti disposizioni in
ordine a turni, giorni festivi di chiusura,
riposi settimanali e ferie”, si legge in una
circolare dellʼassessore, che ha
disposto “lʼobbligatorietà degli orari già
previsti, ferma restando la possibilità di
aprire in orari aggiuntivi».
IN SICILIA
Al via 190 nuove attività,
a rischio le piccole realtà
L’analisi di Rocco Vizzini di Federfarma:
«Volontà punitiva verso l’intero comparto»
CATANIA. In tutta la Sicilia saranno 189 le nuove farmacie che
verranno istituite con lʼentrata in vigore del provvedimento sulla
liberalizzazione. «Di queste, 60 sorgeranno a Palermo (29 nel
capoluogo), 16 ad Agrigento, 9 a Caltanissetta, 43 a Catania, 3
ad Enna, 13 a Messina, 15 a Ragusa, 17 a Siracusa e 14 a
Trapani», spiega il presidente di Federfarma Sicilia Rocco
Vizzini, che analizza tutte le “criticità” della nuova legge,
partendo dalla controversa “soglia” di età fissata per la direzione.
pagina 31
«Quando i tecnici (quelli del Governo, ndr) non parlano con gli
altri tecnici - spiega il sindacalista - si creano dei cortocircuiti che
danneggiano prevalentemente le piccole realtà, come le
farmacie dei comuni rurali, spesso sprovvisti di guardie mediche.
Quello che spesso sfugge è che le farmacie svolgono un servizio
pubblico fondamentale che andrebbe tutelato. Invece, sia per
quanto riguarda il limite di età per la direzione, sia per la
questione degli orari, ho notato una volontà punitiva verso una
categoria considerata come “privilegiata”. Per fortuna, in seguito
alle nostre proteste, il Governo ha già pronto un emendamento
per modificare la norma sulla direzione delle farmacie in età
pensionabile». Oltre alle nuove 190 sedi, saranno invece circa 50
le nuove parafarmacie che sorgeranno a breve in regione: «Ma
in questo caso - conclude Vizzini - non si tratta di “servizio
pubblico” ma di pure attività commerciali, che dopo la
liberalizzazione dei farmaci di fascia c, di fatto troveranno posto
nelle aree più remunerative, ovvero negli aeroporti, nei centri
commerciali e nelle vie più in. Mica sulle Madonie...». (M.R.)
Economia
11 MAGGIO 2012
MESSINA. Multa dell’Antitrust per la vicenda del consorzio Metromare
Il garante bacchetta Rfi
La Blueferries, che ha partecipato alla gara, secondo l’Agcom non ha mai tagliato
il “cordone ombelicale” con l’azienda madre. Ecco la storia. Ed i risvolti
DI ALESSIO CASPANELLOI
MESSINA. Rfi ha “steccato”, nella
costituzione di Bluferries. Lo ha detto
lʼautorità garante del mercato e della
concorrenza. E stecca ancora di più
nellʼoperazione di transumanza dei
lavoratori dallʼuna allʼaltra società, nella
zona falcata di Messina. E su questo ci
sono un paio di giudizi ancora pendenti.
LʼANTITRUST BACCHETTA RFI. La
storia risale a due anni fa, alla gara per la
costituzione del consorzio Metromare,
oggi con lʼacqua alla gola, che avrebbe
dovuto assicurare i collegamenti veloci tra
le due sponde dello Stretto di Messina.
LʼAutorità Garante ha contestato a Rfi di
non aver operato nei servizi di trasporto
marittimo, sin da subito, con una società
separata, dal momento che Rfi è
concessionaria dello stato e quindi in
chiara posizione privilegiata. “Rfi - scrive
lʼorganismo di garanzia - ove intenda
svolgere attività in mercati diversi rispetto
a quelli in cui è concessionaria, come nella
specie devono ritenersi quelli relativi al
trasporto marittimo di persone, automezzi
e merci sullo Stretto di Messina, è tenuta,
ai sensi dell'articolo 8, commi 2-bis e 2-ter,
della legge n. 287/90, ad operare
mediante società separata, o costituendo
tale società o acquisendo il controllo di
società operanti nei mercati diversi, e a
comunicare preventivamente all'Autorità
tali evenienze”. Dagli atti del procedimento
risulta che la gara del Ministero dei
Trasporti per la costituzione del consorzio
Metromare è stata indetta il 4 febbraio
2008 e successivamente aggiudicata il 13
gennaio 2010, mentre il Consorzio è
diventato operativo il 28 giugno 2010.
Bluferries, di contro, è stata costituita solo
il 4 novembre 2010. Basta? No.
LE MANCATE COMUNICAZIONI. Oltre a
questo, lʼAuthority, presieduta dal
palermitano Giovanni Pitruzzella,
contesta alla società il non aver adempiuto
agli obblighi di “preventiva comunicazione
inerenti la partecipazione alla gara indetta
dal Ministero dei trasporti attraverso il
Consorzio Metromare dello Stretto”. Per
questo, lʼAutorità garante, con
provvedimento 23050 del 30 novembre del
2011, ha ritenuto sussistenti entrambe le
violazioni ed ha irrogato ad Rfi un totale di
venticinquemila euro di multa. Dopo la
segnalazione allʼorganismo di garanzia, il
processo di “scorporazione” di Bluferries
centonove
ha una sferzata, e a febbraio del 2012 si
completa la procedura di trasferimento del
ramo d'azienda relativo al trasporto
marittimo passeggeri e veicoli fra la
Calabria e la Sicilia. Una cessione che
frutta a Bluferries cinque navi (due veloci,
Segesta e Tindari Jet, e tre bidirezionali, la
Fata Morgana, la Riace e la Enotria) in
servizio tra Messina e Reggio, le
partecipazioni azionarie al Consorzio
Metromare dello Stretto (40%) e Terminal
Tremestieri (33%), e tutti i contratti attivi e
passivi. Qualcosa però non torna. Perchè
le due società hanno in comune Riccardo
Pozzi, che di Rfi è responsabile del
personale, e dal 4 maggio di Bluferries è
invece presidente del consiglio
dʼamministrazione. Anche per questo, un
ulteriore esposto alla stessa Autorità
garante segnala che, in realtà, il
trasferimento di armi e bagagli da Rfi a
Bluferries non è quello che appare.
BLUFERRIES PER FINTA. “Bluferries srl,
pur avendo personalità giuridica distinta,
non determina in modo autonomo la
propria linea di condotta sul mercato, ma si
attenga, in sostanza, alle istruzioni che le
vengono impartite dalla controllante Rfi
spa”, scrive in un ulteriore esposto
allʼAgcom il legale Aura Notarianni.
Come giunge a simili conclusioni?
Innanzitutto perchè “l'intero capitale di
Bluferries srl è detenuto dalla controllante
RFI spa, socio unico, che esercita un
“influsso determinante” sul
comportamento della controllata”, si legge
nellʼesposto. E poi perchè “Bluferries srl
non ha acquisito il ramo di azienda per il
trasporto di merci nella sua interezza”,
scrive il legale. Perchè? “Non è stato
considerato il personale facente parte
degli equipaggi che, secondo tabella di
armamento e secondo tabella di esercizio,
era arruolato sulle navi oggetto del
trasferimento”.
OTTANTA, DOVE LI METTIAMO?
Succede che, per effetto della cessione
del ramo dʼazienda del trasporto marittimo,
nel passaggio di consegne tra Rfi e
Bluferries, le due parti si ritrovano con
ottanta lavoratori in esubero. I dipendenti
“avanzati” nel passaggio di consegne, per
due anni saranno distaccati a Bluferries. E
poi? Poi niente. Perchè il tribunale ha già
rigettato un ricorso proposto da una
trentina di lavoratori sul provvedimento
riguardante lʼetà dei marittimi da
assumere, che da bando di gara
devʼessere inferiore a 35 anni (rigetto
contro il quale i legali hanno proposto
appello). Il 7 giugno, invece, davanti ai
giudici si discuterà della legittimità del
distacco degli 80 marittimi.
ZOOM
Esubero per ottanta
nel passaggio di consegne
Il bando di selezione riservato
agli under 35 estromette i precari
MESSINA. E per chi attende da anni? Niente.
“Lʼazienda ha recentemente ufficializzato la
necessità di assumere personale nella neonata
Bluferries bandendo una selezione che sembra
appositamente confezionata per estromettere i
precari storici in attesa, da oltre un decennio, di una
qualsivoglia forma di stabilizzazione”, scriveva a
febbraio il sindacato Orsa. Perchè i precari devono
pagina 32
temere? Intanto perchè il bando non prevede alcuna
agevolazione allʼassunzione per i marittimi “che da anni
consentono allʼazienda di armare le navi”, come sottolinea
Mariano Massaro, segretario dellʼOrsa. Nel bando, poi, è
previsto anche un limite di età di 35 anni per sottufficiali e
marinai. Una clausola che, di fatto, tira fuori dal gioco per
sopravvenuti limiti dʼetà tutti i marittimi che da anni
ruotano intorno a Rfi con contratto a tempo
determinato. E chi sarà assunto? Dovrà rinunciare a
qualsiasi pretesa nei confronti di Rfi. “L'assunzione
presso Bluferries Srl - si legge nella lettera
dʼassunzione - dovrà essere altresì preceduta,
quale condizione necessaria per procedere, dalla
sottoscrizione di un verbale con il quale Lei dovrà
rinunciare a far valere ogni eventuale pretesa nei
confronti di tutte le Società del Gruppo Ferrovie
dello Stato Italiane S.p.A. con particolare riferimento
Mariano Massaro
a pregressi rapporti di lavoro”. (A.C.)
centonove
Economia
11 MAGGIO 2012
DECRETI. Il ministro Cancellieri dà l’okay alla Zona franca per la legalità
Imprese, la banda degli onesti
Vantaggi e sgravi fiscali per chi rispetta i parametri di legge e si oppone a richieste criminali. Storia di un progetto
per il rilancio della Sicilia centro meridionale nato sei anni fa. Che ora abbraccia 23 Comuni. E arriva a Bruxelles
DI ALIDA AMICO
CALTANISSETTA. Il decreto, firmato dal
presidente della Regione Raffaele
Lombardo, è stato varato nei giorni
scorsi. Ed istituisce, dʼintesa con il
Ministero dellʼInterno, la “Zona franca per
la legalità”, nellʼarea centro meridionale
dellʼisola. In un bacino territoriale, che
comprende i 23 Comuni della provincia di
Caltanissetta, nonché gli altri 4 centri
limitrofi dellʼagrigentino (Canicattì,
Ravanusa, Licata e Campobello di Licata)
ed anche Pietraperzia in provincia di
Enna. Unʼaltra significativa “tappa” - la
istituzione della Zona franca per la
legalità in Sicilia, con capofila
Caltanissetta - di un percorso
propedeutico ad ottenere il
riconoscimento della cosiddetta “fiscalità
di vantaggio” da parte di Bruxelles.
LʼOKAY DI LOMBARDO. Lo strumento
definitivo, insomma, che dovrebbe
attrarre nuovi investimenti dal Nord Italia
e dallʼestero, per fare uscire dal
sottosviluppo socio-economico, lʼarea
centro meridionale dellʼisola. “Una vera
sfida per il rilancio di un territorio - è stato
il commento del presidente della Regione
Raffaele Lombardo - che parte dallʼidea di
creare unʼarea economica, destinata a
garantire vantaggi e sgravi fiscali, a
favore delle imprese, in grado di
rispettare tutti i parametri di legge e di
opporsi a richieste criminali”. Il decreto
del presidente della Regione, che
istituisce la “zona franca per la legalità” una novità nel panorama regionale ma
anche nazionale, che riguarderà 28
Comuni (cioè tutta lʼarea interna del
nisseno e la zona limitrofa centro
meridionale dellʼisola) - è stato
preceduto, lʼanno scorso,
dallʼapprovazione da parte
della giunta regionale,
dello schema di
delibera per la
istituzione
della Zfl.
Lʼodierno
decreto
regionale
presidenziale, rientra
nellʼiter previsto dalla
legge regionale numero 15
del 2008, che tra le “misure per la
legalità” e di contrasto alla criminalità
organizzata, contempla anche
lʼistituzione delle Zfl. Con il
conseguente rimborso (per un
quinquennio), degli oneri fiscali e
contributivi, in favore degli
imprenditori che denunciano
richieste estorsive o provenienti
da Cosa Nostra.
MODELLO NISSENO: uniti si
vince. Già, perché il progetto di una
“zona franca per la legalità” nel
cuore della Sicilia, parte da
lontano: 6 anni fa, quando
Confindustria di Caltanissetta ed i
AnnaMaria Cancellieri. In basso, l’assessore Marco Venturi
sindacati, iniziarono a lavorare insieme,
per la creazione di una grande area libera
da condizionamenti mafiosi, e basata
sulla progettualità e lo sviluppo. Unʼidea,
che porta la firma del tandem Antonello
Montante & Marco Venturi - entrambi
allora ai vertici dellʼassociazione degli
industriali nisseni (oggi il primo è
presidente di Confindustria Sicilia ed il
secondo assessore regionale alle Attività
Produttive) - e che in questi anni, è
andata avanti con le gambe del Tavolo
unico di regia provinciale.
LA DELIBERA DI GIUNTA. Culminando
nel marzo del 2011, in una imponente
manifestazione “Contro la mafia e per il
lavoro” promossa insieme ai sindacati
(Cgil, Cisl e Uil), in cui venne formalizzata
per la prima volta in un documento, la
richiesta al governo regionale e
nazionale, di investire in una “zona
franca per lo sviluppo e la legalità”. La
proposta - volta ad incentivare la crescita
ed a rilanciare il tessuto socio economico
di questʼarea della Sicilia - con lo schema
di delibera, venne approvato lʼanno
scorso dalla giunta regionale. “Lʼiter
prevedeva che il partenariato, quindi
Confindustria, sindacati, il tavolo unico di
regia - spiega lʼassessore regionale alle
Attività produttive Marco Venturi formulassero un progetto, che lʼanno
scorso è stato presentato alla Prefettura
di Caltanissetta, dopo una “storica”
manifestazione - rammenta Venturi - in
cui operai ed imprenditori, hanno sfilato
“insieme per” e non “contro” qualcosa:
soprattutto per il lavoro legale in questa
provincia”. Il Prefetto, trasmise la
documentazione al presidente della
Regione, allʼAssessorato alle Attività
produttive ed al Ministro dellʼInterno,
affinché adottassero le procedure
conseguenti: dallʼapprovazione della
delibera di giunta, in cui si indicavano le
aree interessate, allʼodierno decreto
regionale.
OK DAL MINISTRO CANCELLIERI. “Il
tutto è stato quindi inviato al Ministerno
dellʼInterno Cancellieri - spiega
lʼassessore Venturi - che una ventina di
giorni fa, ha dato lʼokay per lʼistituzione
della Zfl. Le aziende che vorranno
insediarsi in questo territorio - osserva
Venturi - oltre a sottoscrivere tutti i
protocolli, che sono già stati esitati da
Confindustria e dal Ministero
dellʼInterno, si sottoporranno ad un
ulteriore screening preventivo: una sorta
di certificazione di qualità e di legalità,
per tutte le imprese che vorranno venire
ad operare nei nostri territori”. Inoltre
avranno ulteriori garanzie, per il
rapporto sinergico tra le associazioni
datoriali, i sindacati, le istituzioni, e le
forze dellʼordine.
LA FASE DUE. “Abbiamo fatto qualcosa
in più - precisa lʼassessore Venturi stanziando 50 milioni di euro, che
inizialmente, daranno un supporto a
quelle aziende che hanno denunciato il
racket, il pizzo e lʼestorsione, con sgravi
fiscali per 5 anni. Ma questi fondi prosegue Venturi - li potremo utilizzare
anche per quelle aziende che verranno
ad investire in Sicilia, a creare reddito.
Oggi, inizia la fase due - preannuncia
lʼassessore - tutta la documentazione, il
governo nazionale dovrà portarla a
Bruxelles, alla Commissione europea, per
farsi autorizzare una zona
completamente defiscalizzata. Se però,
non si fosse fatto prima tutto questo
lavoro - chiosa - oggi non ci sarebbe stato
neanche il decreto di istituzione della Zfl”.
CAMBIARE ROTTA. Finora, le uniche
zone franche defiscalizzate, riconosciute
dallʼUe sono due: in Irlanda e nelle
Azzorre (Spagna). ”Stiamo stringendo i
tempi: abbiamo già certificato - chiarisce
Venturi - che cʼè una macro area
depressa, allʼinterno di una zona
depressa che è la Sicilia, dove il costo del
denaro è esagerato, e dove prevalgono le
attività mafiose. Dobbiamo quindi
incentivare un cambio di rotta - afferma e dire che è possibile fare impresa legale
nei nostri territori. Significa che le
imprese, poi non devono trattare con il
boss del paese ma con le istituzioni conclude Venturi - quando vengono dal
nord. Avendo un comportamento etico,
che sia al di sopra di ogni sospetto”.
LE REAZIONI
«Uno strumento che può
cambiare la storia»
Ottimista il segretario Uil, Pasqualetto.
Cicero: «Binomio vincente con la riforma Asi»
CALTANISSETTA. Quando se ne parlò per la
prima volta fu nel 2004, circa 7 anni fa. Oggi
credo che la provincia di Caltanissetta, abbia
uno strumento che può cambiare la storia degli ultimi 50
anni...”. Salvatore Pasqualetto, segretario provinciale della Uil
nissena, nonché presidente del Tavolo unico di regia per lo
sviluppo e la legalità, commenta positivamente il recente
decreto presidenziale che chiude lʼiter per la costituzione della
Zfl. Ed ingloba lʼintero territorio della provincia nissena. “Dove si
è sempre annunciato lo sviluppo - chiosa Pasqualetto - che non
pagina 33
cʼè mai stato. La Sicilia fa da regione capofila, rispetto allo
sviluppo ordinato del Mezzogiorno dʼItalia - rileva il presidente del
tavolo unico di regia nisseno - in cui il malaffare potrebbe
diventare un ricordo, se le regioni sapranno collaborare alla
rinascita sociale ed economica dei loro territori, selezionando la
qualità degli imprenditori”. Mentre il commissario straordinario
nellʼ Asi nissena, oltre che ad Agrigento ed Enna, Alfonso Cicero,
valuta il recente decreto di istituzione della Zfl una “grande
opportunità per il progetto “Centro Sicilia”: un unico progetto di
sviluppo economico e crescita occupazionale della macro area di
Caltanissetta , Enna ed Agrigento.... Lʼ Irsap, insieme alla “zona
franca”, saranno i binari dove fare correre lʼazione di sviluppo e
legalità. Per la provincia di Caltanissetta - conclude Alfonso
Cicero - si tratta di un binomio inscindibile e strategicamente
vincente: riforma delle Asi e “zona franca” rappresentano la svolta
tanto attesa per lo sviluppo economico e la crescita
occupazionale del territorio nisseno e di tutto il centro Sicilia, sotto
il segno della legalità”. (A.A.)
Economia
11 MAGGIO 2012
centonove
INVESTIMENTI. Crac del mercato immobiliare
La crisi cerca casa
Resiste solo la vendita di tipo commerciale.
Per la residenza si aspetta tempi migliori
DI
ETTORE IACONO
QUANDO LA FINANZA non tira, il
mattone s'impenna. Ma se a mancare
sono i denari, la voce investimenti
s'ammoscia. Né casa, né Bot. Insomma,
non c'è trippa per gatti. La Sicilia – dove
le famiglie s'indebitavano perché ogni
figlio potesse avere una casa – secondo
i numeri dell'Agenzia del Territorio,
dimostra la validità del teorema. Negli
ultimi cinque anni di crisi economicofinanziaria e di mutui-chimera, si è
registrato un sistematico calo degli
investimenti sul mattone. Nel 2011 sono
stati perfezionati 43.153 contratti di
compravendita di immobili residenziali,
l'anno precedente erano stati 43.673.
Poco più di 500 contratti in meno.
Appena cinque anni fa, nel 2007, però, i
notai siciliani hanno rogitato per ben
56.652 volte. Numero che si è andato
sempre più assottigliando: 49.998 nel
2008; 45.220 nel 2009. Volendo
guardare al bicchiere mezzo pieno, si
può tirare un sospiro di sollievo per la
frenata della caduta del mercato
immobiliare di tipo residenziale. La
maggior parte dei 43.153 contratti del
2011, ben 13.855, hanno riguardato
immobili di medie dimensioni, 5.391 i
monolocali, 8.050 alloggi piccoli, 7.220
medio-piccoli e solo 4.198 grandi case.
Ma se per i “quattro-muri” è meglio
attendere momenti migliori, per crearsi
un lavoro in proprio i siciliani
preferiscono non perdere tempo. Nel
2011 si registra così una timida ma
decisamente positiva ripresa del
mercato immobiliare di tipo
commerciale. Sono 2.202 i contratti di
compravendita stipulati davanti al
notaio, contro i 2.184 dell'anno
precedente. Ripresa sì, ma numeri ben
lontani da quelli registrati nel 2007,
quando la grande crisi era ancora dietro
l'angolo e i notai hanno rogitato 2.865
volte. Guardando più nel dettaglio i
numeri, emerge che nel 2011 sono
passati di mano 2.180 negozi e 22
alberghi. Per la cronaca, va inoltre
registrata, sempre nel 2011, la vendita di
LE PROVINCE
Messina, meglio
spostarsi fuori città
496 uffici e di 333 tra capannoni e
industrie.
Per quanto riguarda le quotazioni delle
diverse tipologie di immobili residenziali,
a livello di capoluogo di provincia, si
registra una tenuta o anche un lieve
aumento del costo al metro quadrato per
le case più economiche. Negli altri casi
si riscontra invece una lieve contrazione.
Ma le quotazioni sono una cosa, la
pratica è ben altra. Si assiste così a
sconti sostanziosi sul prezzo iniziale
degli immobili, direttamente
proporzionali al tempo di realizzo atteso.
In poche parole: per vendere prima,
bisogna scontare di più. E nelle vetrine
delle agenzie immobiliari spuntano così
le offerte stile supermarket, con tanto di
costo iniziale barrato e prezzo finale
scontato in bella evidenza.
Alle 3.843 attività immobiliari attive in
Sicilia, stando ai numeri delle Camere di
Commercio, non resta dunque che
sperare nel prossimo futuro. Ma
qualcosa, rispetto al 2007, è comunque
cresciuta: cinque anni fa le attività
immobiliari erano soltanto 3.279. Adesso
la maggior parte operano a Catania (981
attività) e a Palermo (954), seguite a
distanza da Messina (493), Trapani
(320), Siracusa (315), Ragusa (306),
Agrigento (231), Caltanissetta (175) ed
Enna (68).
pagina 34
A MESSINA (5.985 rogiti contro i 5.941
del 2010), Palermo (10.387 rispetto a
10.152), Enna (1.412 contro 1.351) e
Trapani (3.586 contratti contro 3.576)
si ricomincia a vendere case. Poco,
ma è già qualcosa. Sono queste le uniche province siciliane dove si è rogitato di più nel 2011 rispetto al 2010.
Un'inversione di tendenza che arriva
dopo tre anni di sistematica contrazione delle vendite. Cosa che ancora
si registra in tutte le altre province.
A Palermo le case si vendono soprattutto in città (5.458 su un totale di
10.387), mentre i catanesi preferiscono spostarsi in provincia (6.609 su un
totale di 9.344). Terzo gradino del podio a Messina, dove c'è una leggera
preferenza per la provincia rispetto alla città (3.477 su 5.941). In tutte le altre
realtà, la stragrande maggioranza degli affari si conclude al di fuori dei confini del capoluogo. Il numero di contratti perfezionato è in tutte le nove province ben lontano da quelli registrati
nel 2007 e nel 2008, ma si riscontra
ovunque una brusca contrazione della caduta. Rispetto alla tipologia di immobili, il monolocale, idoneo per i single ma più di qualche volta adattato anche ad intere famiglie, si vende soprattutto nelle principali città: Catania
(1.103) e Palermo (1.092). Ma in proporzione spiccano i dati di Agrigento,
673 monolocali su un totale di 3.491
contratti, e di Caltanissetta, 545 su
2.253. Solo quinta Messina, dove di
monovani ne sono stati venduti 528. In
tutte le province va comunque per la
maggiore la casa di medie dimensioni,
mentre il numero delle grandi residenze passate di mano è quasi sempre inferiore a quello dei monolocali.
Per quanto riguarda gli immobili con
destinazione commerciale, invece,
soltanto Agrigento, Catania, Enna e
Siracusa hanno registrato un numero
di compravendite inferiore rispetto al
2010.
centonove
Economia
11 MAGGIO 2012
GIORNATA DELL’ECONOMIA. La Provincia più ricca della Sicilia perde colpi
Crolla il mito Ragusa
I dati della Camera di Commercio registrano un incremento della disoccupazione
e un crollo delle esportazioni. Ma le imprese giovanili lasciano sperare...
DI GIADA DROCKER
RAGUSA «resiste» ma crolla il mito della
«isola felice». I dati divulgati dalla Camera
di Commercio di Ragusa nell'ambito della
Giornata dell'Economia lasciano spazio a
diverse interpretazioni. «Unioncamere
classifica il nostro territorio - ha spiegato in
premessa il presidente della Camera di
Commercio, Sandro Gambuzza - come
una zona economica a metà strada tra
sviluppo interrotto e difficile transizione una
di quelle zone, e ce ne sono diverse nel
Sud Italia, per le quali, a mio avviso serve
una spinta decisa per lo sviluppo di tutto il
Mezzogiorno. Si sta creando una nuova
questione meridionale perchè sia in termini
di competitività e prospettive di crescita si
sta acuendo la differenza tra Nord e sud
del Paese». I dati raccontano di una
provincia con 318.500 abitanti, circa
60.000 cittadini superano i 65 anni e circa
35.000 di questi sono sotto i vent'anni. «Ed
anche questo - aggiunge Gambuzza - è un
dato su cui si dovrebbe riflettere; su circa
130 mila imprese che hanno chiuso nel
2011, Ragusa si conferma in
controtendenza con un aumento di circa
Sandro Gambuzza
IL VALORE
DEL
PATRIMONIO
DELLE FAMIGLIE
NEL 2010
A Ragusa è
rappresentato per il
71 per cento dalle
abitazioni, +10%
rispetto alla media
italiana (19.995
milioni di euro); per
il 4% da terreni, +1%
rispetto al dato
medio italiano (1.070
milioni di euro) 10
per cento da
depositi (valore di
3.017 milioni di
euro); valori
mobiliari per l?8 per
cento, -10%
percento rispetto al
dato italiano (2.245
milioni di euro) e il 7
per cento di riserve,
-1% del dato in Italia
(per 1.921 milioni di
euro)
700 imprese, figlie della crisi, molte nate da
ex lavoratori dipendenti che sono passati
alle partite iva in cerca di fortuna, insomma
diventando imprendenditori di se stessi. I
dati economici ci portano nel biennio 20102011 incremento del 1,2 nel valore
aggiunto, il 2012 sarà lʼanno nero con un 1,8 ed una crescita dello 0,5% nel 2013,
2014, con la conclusione che i prossimi tre
anni ci serviranno a recuperare quanto
abbiamo perso nel 2012». Per la prima
volta Ragusa sale in doppia cifra nel tasso
di disoccupazione: dal 8 per cento nel 2004
al 12,5 % nel 2011. Si piange solo? Ci sono
anche dei dati che gli analisti dalla Camera
di commercio definiscono positivi: Ragusa
è tra i primi posti nella graduatoria
nazionale - quattordicesimi - per incipienza
delle imprese giovanili sotto 35 anni. Siamo
al 14mo posto ed avanzano anche le
donne - al netto delle società di capitali rappresentando il 28,4 per cento delle
imprese sul totale, al 40mo posto nella
graduatoria nazionale. Il sistema, tutto
sommato, anche se può semprare un
insulto in un momento di crisi
generalizzata, tiene. Ma cosa serve alle
imprese? «Abbiamo registrato la buona
volotà del sistema imprenditoriale - dice il
segretario generale della Camera di
Commercio di Ragusa, Carmelo Arezzo ma ci sono pochi investimenti
pubblici e sembrano molto
lontani. Al sistema per decollare
serve una forte tenuta
allʼestero,capacità innovativa,
qualità ed immagine,
ecosostenibilità ma anche
efficienza e tecnologie di
informazione e comunicazione,
una maggiore e migliore
consapevolezza del territorio
come risorsa e lʼibridazione del
sistema tra industria e servizi».
E non è poco. Soffermiamoci
sulle esportazioni a Ragusa dal
2010 al 2011: un segno
negativo -10 per cento
passando dal valore di
282.678.449 euro a
254.814.455 con lʼagricoltura
che perde il 4 per cento, dal
50,1 al 46,6 dellʼexport
provinciale mentre le
esportazioni in Italia dal 2010 al
2011 aumentano dellʼ11,4 per
cento. Un ultimo dato curioso e
singolare: gli imprendoitori
strabnieri, 696 nel 2000,
diventano 2.234 nel 2011 e
1.775 di questi sono
extracomunitari.
L E G A L M E N T E
TRIBUNALE DI PATTI
BROLO – Lotto 2: Quota 333/1000 di box doppio mq 66, p.seminterrato accessibile da una rampa in forte pendenza e con un accesso scomodo; possibilità di parcheggiare più di unʼauto. Prezzo base Euro 7.418,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Lotto
3: Quota 333/1000 di cantina p.seminterrato, composta da stanza a p.cantinanto adibita a locale di sgombero; sup. lorda tot. mq 17. Prezzo base Euro 1.698,00. Rilancio
minimo Euro 500,00. Lotto 4: Quota 333/1000 di cantina p.seminterrato, composta da
stanza a p.cantinanto adibita a locale di sgombero; sup. lorda tot. mq 14. Prezzo base
Euro 1.585,00. Rilancio minimo Euro 500,00. Vendita senza incanto 28.06.12 ore 10.15.
Eventuale incanto 5.07.12 ore 9.30. Domanda in carta legale entro ore 13 giorno precedente vendita in Cancelleria con assegno circolare N.T. pari al 10% prezzo offerto
per cauzione. Info: Cancelleria, siti www.tribunaledipatti.net o www.foropatti.it. G.E.
Dr. S. Saija. Custode Avv. Gabriella Calandra Mancuso 0941/723412. Rif. RGE 14/09
IMPRENDITORIA
Ditte individuali in calo
RAGUSA. Dal 2000 al 2011, si passa da 29.606 imprese totali a 35.196. Cambia e di molto la loro martura e forma giuridica. Sono i dati della Camera di
Commercio rese noyto nella Giornata dellʼEconomia. I numeri mettono in
evidenza che le società di capitali nel Ragusano passano da 1.921 a 5.342
(dal 6,49 al 15,18 per cento) le società di persone sono in leggero aumento,
da 4.109 a 5.034 (dal 13,88 al 14,30 per cento).
Scendono percentualmente le ditte individuali: sono 22.311 nel 2000 e 22.994
nel 2011 e rappresentano in percentuale il 75,36 per cento delle imprese nel
complesso allʼanno 2000, il 65,33 per cento nel 2011. Le altre forme giuridiche sono rimaste pressocchè le stesse; rappresentavano il 4,27 per cento
(1.265 nel 2000) e nellʼanno appena chiuso sono 1.826 per una percentuale
del 5,19%.
pagina 35
centonove
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA
D’APPALTO SU CENTONOVE
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Economia
11 MAGGIO 2012
OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà
UOMINI&BUSINESS
Lavoro, torno a fare il pastore
IN ITALIA CIRCA tremila giovani hanno
scelto di mettersi alla guida di un gregge
come precisa scelta di vita per non
arrendersi alla crisi provocata dalle
delusioni dellʼeconomia di carta. Eʼ quanto
stima la Coldiretti, in occasione delle
rilevazioni Istat sullʼoccupazione, nel
sottolineare che si tratta in gran parte di
giovani che intendono dare continuità
allʼattività dei genitori ma ci sono anche
ingressi ex novo spinti da una scelta di vita
alternativa a contatto con gli animali e la
natura. Quando a guidare il gregge sono i
più giovani si assiste secondo la Coldiretti
ad un impulso nellʼattività con il 78 per
cento dei giovani investe - anche nella crisi
- sul miglioramento dei prodotti aziendali.
La diffusa capacità di innovazione si
concentra sulla qualità e sulla sicurezza del
prodotto ma anche nella capacità di
presidiare il mercato attraverso nuove
formule commerciali come la vendita
diretta del proprio prodotto.
Le storie sono le più diverse. Davide
Bortoluzzi ha 25 anni e con il diploma
dellʼistituto tecnico era pronto ad entrare
nello studio del padre geometra. Lui invece
ha realizzato il suo sogno (sin da piccolo
chiedeva a babbo natale caprette): un
gregge di 500 pecore per scorazzare sulle
Dolomiti. Nessuna macchina sportiva, ma
solo le sue gambe per portare da Puos
DʼAlpago una mandria di ovini con cani,
muli e soprattutto garantire la
sopravvivenza di una particolare razza
centonove
SIRACUSA
Isab, Geraci direttore del personale
“lʼagnello alpagoto”. In lui cʼè tutta la
una garanzia per il futuro della pastorizia in
convinzione di fare il “pastore
Italia dove si producono - sottolinea la
professionista”. Con lui molte volte ci va
Coldiretti - oltre 60 milioni di chili di formaggi
anche la fidanzata una modella … a riprova
pecorini dei quali oltre la metà a
che fare il pastore piace. Giuseppe Stocchi
denominazione di origine (Dop).
invece ha 28 anni conduce una grande
Allʼesportazione va oltre il 25 per cento della
azienda di pecore a Leonessa in provincia
produzione. Nella produzione Made in Italy
di Rieti. Possiede ben 1.500 pecore,
a denominazione di origine a fare la parte
Comisane (razza siciliana) e Sarde con una del leone - continua la Coldiretti - è il
spruzzatina di Sopravissana che
Pecorino Romano Dop che copre lʼ80 per
producono 220/230 litri di latte al giorno per
cento, ma hanno ottenuto la protezione
ricavarne ottimi formaggi
comunitaria come
(Pecorino Stagionato in Grotta,
denominazioni di origine
Circa tremila anche il pecorino Sardo, il
Pecorino Primo Sale, Pecorino
Media Stagionatura, Pecorino
Siciliano e il Toscano e quello
giovani tornano
Fresco) e ricotta che vende
a mettersi alla guida di Filiano oltre al Fiore Sardo
direttamente nei mercati degli
ed al Canestrato Pugliese. Il
di un gregge
agricoltori di Campagna Amica.
pecorino è uno dei formaggi
per non arrendersi italiani più antichi: veniva
Simone Cualbu è un allevatore di
35 anni di Gavoi e conduce, in
prodotto già nella Roma
alla crisi
agro di Macomer, unʼazienda
imperiale e faceva parte delle
agricola con ordinamento oviderrate dei legionari, ma è
caprino di 75 ettari con 300 capi. Il
probabile che le sue origini siano ancora più
formaggio (DOP), prodotto esclusivamente
lontane, vista la diffusione delle pecore sul
con latte crudo di pecora di razza sarda
nostro territorio. La pastorizia è un mestiere
allevate al pascolo, viene affumicato e
ricco di tradizione che ha un elevato valore
successivamente portato a stagionare nelle ambientale e dalla sua sopravvivenza
cantine a Gavoi. La passione per il suo
dipende la salvaguardia di razze in via di
lavoro non gli ha fatto dimenticare
estinzione a vantaggio della biodiversità del
lʼimpegno civile. Eʼ Presidente della
territorio, dalla rustica pecora sarda alla
Coldiretti di Nuoro-Ogliastra ed è anche
pecora sopravissana dall'ottima lana, dalla
componente del direttivo del Consorzio di
pecora comisana con la caratteristica testa
Tutela del formaggio Fiore Sardo (DOP)
rossa a quella massese dall'insolito manto
nonché Presidente del Consorzio Produttori nero, patrimonio di biodiversità il cui futuro è
Storici Pastori. La presenza dei giovani è
minacciato dal rischio di estinzione.
“
”
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Dimissioni con convalida: l’iter si complica
FINO A 30 MILA EURO di sanzione amministrativa per il datore di lavoro che abusa delle cd “dimissioni in bianco”, quelle firmate ante tempo dal lavoratore.
Lʼinasprimento della sanzione assieme allʼaggravio burocratico previsto per la convalida di dimissioni o di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, sono i principali effetti che produrrà lʼart.55 del ddl di riforma il mercato del lavoro che ha iniziato
lʼiter parlamentare da alcuni giorni.
La norma in cantiere prevede un particolare iter procedurale per tutelare la maternità
e la paternità e, in generale, per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco
che comporta, secondo i Consulenti del lavoro, un
sovraccarico di procedure e aumento di costi per i
datori. I metodi per le dimissioni si differenziano a seconda della situazione: per le lavoratrici in gravidanza (o per i lavoratori in periodo protetto) e per la
generalità dei lavoratori. Lʼiter è il medesimo anche
in caso di risoluzione consensuale.
La risoluzione consensuale o la richiesta di dimissioni presentate dalla lavoratrice, durante il periodo
di gravidanza e dalla lavoratrice o dal lavoratore durante i primi 3 anni di vita del bambino o nei primi 3 anni di accoglienza del minore
adottato o in affidamento (o adozione internazionale) devono essere convalidate dal
servizio ispettivo del Ministero del lavoro competente per territorio (Dtl). Lʼefficacia
della risoluzione del rapporto è condizionata a detta convalida.
Per la generalità dei lavoratori, invece, lʼefficacia sia delle dimissioni, sia della risoluzione consensuale è condizionata alla convalida da effettuare presso la Direzione
territoriale del lavoro o il Centro per lʼimpiego territorialmente competenti, o presso
le sedi individuate dai CCNL. Lʼalternativa sarà la sottoscrizione di apposita dichiarazione del lavoratore apposta in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro. Il datore che riceve le dimissioni, quindi,
provvede allʼordinaria Comunicazione telematica di cessazione al centro impiego
(Co) ed entro 30 giorni (a pena di nullità), invita il lavoratore alla sottoscrizione della
suddetta Co. Il lavoratore ha 7 giorni dal ricevimento dellʼinvito per sottoscrivere la
Co e chiudere il rapporto. Negli stessi 7 giorni può, invece, non fare nulla e per silenzio assenso le dimissioni saranno valide, oppure può contestarle offrendo le proprie prestazioni lavorative. Lʼabuso delle dimissioni in bianco, salvo che il fatto non
costituisca reato, è punito con la sanzione amministrativa da 5mila a 30mila euro.
SIRACUSA. Il riassetto del management di Isab, società formata dai russi
di Lukoil e da Erg che gestisce le due
raffinerie di Priolo, passa da un nuovo
direttore del personale. Claudio Geraci,
43 anni, che in Isab è responsabile delle Relazioni esterne, è stato chiamato ad
assumere anche il nuovo incarico. Subentra a Francesco Siracusano, che è
andato di recente in pensione.
CALTANISSETTA
Giannone al Gal Terre del Nisseno
CALTANISSETTA. Emilio Aurelio Giannone entra nel consiglio di amministrazione della società consortile Gal Terre
del Nisseno. Giannone, da ottobre commissario cittadino dell'Mpa, è stato nominato come rappresentante della Provincia di Caltanissetta.
TRAPANI
Unione maestranze, Bruno presidente
TRAPANI. Ignazio Bruno, 49 anni, dipendente della Capitaneria di porto, è il
nuovo presidente dell' Unione maestranze, l'associazione che cura l'organizzazione di riti e processioni della Settimana santa. Tra i progetti del neo eletto, rendere l'Unione maestranze soggetto beneficiario del cinque per mille.
CONSORZI
CONSUMATORI
Distretto meccanica
Disco verde dalla Regione
Su e giù con l’ascensore
SIRACUSA. Disco verde
della Regione siciliana al
nuovo triennio (2011-2013)
di attività del distretto della
meccanica siciliana, il
Consorzio al quale fanno
riferimento circa 180 aziende
di settore delle aree
industriali di Siracusa, Gela e
Milazzo. Confermato alla
guida Guglielmo Drago. Il
decreto ha concluso
positivamente l'iter di verifica
del lavoro svolto nel primo
triennio di attività dal distretto
nel corso del quale sono
anche state gettate le basi
per la creazione di importanti
occasioni di sviluppo
soprattutto su scala
internazionale con
particolare attenzione al
bacino del Mediterraneo. "Le
imprese più competitive di un
certo settore tendono a
concentrarsi in zone precise
dando vita a cluster che
integrano gruppi di aziende
dello stesso settore,
omogenee e/o
complementari - ha
osservato il presidente Drago
- In tal senso il Distretto è un
formidabile strumento
operativo".
pagina 36
DI FRANCESCO SABATINO
LʼASCENSORE RIENTRA fra i beni che si presumono
comuni a tutti i condomini compresi i proprietari del piano
terra e dei negozi . La presunzione di bene comune,
però, non si applica all'ascensore installato dopo la
costruzione dell'edificio, per iniziativa di uno o più
condomini, che diventerà di proprietà solo di coloro che lo
hanno installato . Le spese per la manutenzione e
ricostruzione dell'ascensore già esistente si suddividono
per metà in base all'altezza e per metà in base ai
millesimali di proprietà, poiché l'impianto assolve
all'analoga funzione delle scale. Si identificano i
proprietari dell'impianto installato successivamente
quindi, chi deve pagare le spese relative all'opera.
Secondo un orientamento giurisprudenziale di merito
appartiene anche ai proprietari degli appartamenti siti al
piano terra, tenuti a contribuire alle spese di
manutenzione ordinaria e straordinaria e a quelle di
ricostruzione per quella parte di oneri (metà ) suddivisa in
ragione del valore del piano o della porzione del piano
(millesimi di proprietà); non è invece dovuta alcuna quota
di quella parte di spese (l'altra metà) ripartite
proporzionalmente alla distanza dei piani dal suolo.
Queste deduzioni nascono dalla circostanza che
l'ascensore è una cosa destinata a servire i condomini in
misura diversa , va rilevato che anche i partecipanti che
hanno la proprietà di porzioni al piano terra possono
trarre utilità dall'impianto . Non solo , infatti, l'esistenza
dell'impianto è idonea a valorizzare l'intero immobile , ma
in più normalmente l'ascensore permette di raggiungere
più comodamente parti superiori che sono comuni a tutti.
Adoc Uil Messina
centonove
RODI’ MILICI
A SCUOLA DI RICAMO
Rivive una grande tradizione
Tra arte e gastronomia
PAG.
38
poster
11 MAGGIO 2012
FICTION, LADY
MONTALBANO SONO
Parla con lʼattrice messinese “fidanzata”
del commissario più amato dʼItalia
PAG. 42
MURALES DI UMANITA VARIA
MESSINA. L’INIZIATIVA DELL’ANOLF FINO AL 26 MAGGIO
La cultura che unisce
Al via con il libro di Domenico Barrilà, “InterculturalFest”.
Mostre, concerti e riflessioni. Perchè conoscere vuol dire integrare
MESSINA. Parlare di Dio, con i bambini è
unʼoccasione straordinaria soprattutto ora
che nelle classi ci sono musulmani, induisti,
cristiani cattolici, cristiani ortodossi. Ogni
volta che lʼho fatto ho imparato qualcosa. Lo
dice bene lo psicoterapeuta Domenico
Barrilà nellʼultimo suo libro dedicato ai
bambini, “Il coraggio di pensare a Dio”
(Carthusia edizioni), che verrà presentato
venerdì 11 maggio alle ore 10 presso la sala
riunioni della Cisl. “I bambini e gli adulti si
contagiano in continuazione, sebbene gli
adulti pensino di non avere nulla da
imparare dai bambini e questi siano convinti
di non avere nulla da insegnare agli adulti”.
La presentazione del libro di Barrilà – psicoterapeuta
messinese trapiantato a Milano –, vuole essere un
approfondimento sullʼeducazione religiosa dei bambini
in chiave interculturale in collaborazione con la
“Comunità islamica” e la libreria Bonanzinga,
nellʼambito di “InterculturalFest”, il Festival
dellʼIntercultura voluto e organizzato dallʼAnolf di
Messina che si terrà sino al 26 maggio. La
manifestazione, voluta per rafforzare lʼintegrazione
delle varie comunità di stranieri presenti nella città
intendendo in tal modo esporre i molteplici aspetti di
una realtà così lontana da quella occidentale, propone
mostre, concerti, religioni, sport, presentazioni di libri,
momenti della tradizione delle diverse culture presenti
sul territorio messinese, per rafforzare lʼintegrazione
delle varie comunità di stranieri presenti nella città
intendendo in tal modo esporre i molteplici aspetti di
una realtà così lontana da quella occidentale. Un
programma presentato nella sala riunioni della Cisl di
Messina alla presenza presenza del segretario
generale Tonino Genovese, dei co-presidenti
dellʼAnolf Dino Calderone e Youssuf Zhar e del
coordinatore dellʼAnolf Nimal Premasiri. In
videocollegamento da Colombo (Sri Lanka) hanno
partecipato anche gli studenti e i docenti del College
D.S. Senanayake a cui lʼAnolf ha donato unʼaula
multimediale nel corso di una cerimonia alla presenza
INDOVINA
CHI E’?
Ragazza con un costume
tradizionale dello Sri Lanka.
Per tutto il mese di maggio,
al primo piano della Cisl
di Messina, sarà possibile
visitare la mostra fotografica
dedicata appunto allo Sri
Lanka. Nella foto in alto,
la copertina del libro
di Domencio Barrilà
del Ministro dellʼEducazione Srilankese Bandula
Gunawardena e di una rappresentanza dellʼAnolf
Messina. Inaugurata, al termine della conferenza stampa,
la mostra fotografica dedicata allo Sri Lanka che sarà
aperta per tutto il mese di maggio presso la sede della
Cisl sul viale Europa, al primo piano. Tra gli appuntamenti
più importanti quello di venerdì 11 maggio per la
presentazione del libro di Domenico Barrilà “Il coraggio di
pensare a Dio”, che grazie alle illustrazioni di Emanuela
Bussolotti, riesce a spiegare ai più piccoli, e non solo, i
grandi perché della vita che attraversano la filosofia, che
affascinano chi ha fede (non religiosità) eche mettono in
ricerca chi non crede. Seguirà la visita alla Moschea. Gli
appuntamenti continuano sabato 12 maggio alle 17
presso la sede dellʼAnolf in viale Europa, con “Lʼora del
Tè”, bevanda offerta secondo le diverse tradizioni
singalese e marocchina. Domenica 13 maggio alle ore
11, presso il Santuario della Madonna del Tindari, Santa
Messa in lingua singalese con diffusione televisiva
internazionale realizzata da Anolf con SRI TV.
Sabato 19 maggio alle 21 presso il Giardino Corallo
Musica e intercultura, una serata musicale multietnica
con numerosi gruppi del panorama messinese e non
solo. Domenica 20 maggio, invece, dalle 8 alle 17 presso
la sala riunioni della Cisl, momento di meditazione e
preghiera Buddhista. Sabato 28 maggio alle ore 11
presso lʼIstituto Don Orione la presentazione della ricerca
“Gli immigrati a Messina” e a seguire, intorno alle 12.30,
Cucina e intercultura, occasione di scambio attraverso
lʼinterpretazione dei cuochi delle diverse comunità.
CONCORSI
Due “uomini” della Curia
UN VESCOVO AMATO ED UN AUSILIARE MESSINESE erano ai vertici della Curia
negli anni ʻ70. Sono queste le indicazioni per indovinare i nomi dei personaggi ritratti nella foto a sinistra. Il volto della scorsa
settimana (foto a destra), invece, è stato svelato da Morgana Conti. La sua email è
arrivata in redazione venerdì 4
Per partecipare
maggio alle 7.16 con la risposta
al quiz inviare
giusta: Lillo Alessandro dei
la soluzione all’indirizzo email
Canterini Peloritani. La [email protected],
ra Conti ha vinto tre abbonaallegando i propri dati
menti al settimanale Centonopersonali e recapiti
ve che verranno attivati a partire dal mese di novembre 2012.
pagina 37
11 MAGGIO 2012
postertradizioni
centonove
RODI’ MILICI. Al via un laboratorio di cucito. Le anziane del paese insegnano i segreti del ricamo
A scuola di Trame... e the
L’iniziativa promossa dalla docente Angelina Scardino ha lo scopo di tramandare il patrimonio culturale alle nuove generazioni.
Corsi di macramè, tombolo, sfilati siciliani. Il tutto accompagnato da infusi e marmellate. Come facevano le nonne
DI PASQUALINO MATERIA
RODIʼ MILICI. Le docenti hanno una età
media di 80 anni. La più anziana si chiama
Maria Torre e sulla carta dʼidentità
risultano 87 primavere, molte delle quali
Anna Triolo intreccia palme
trascorse in mezzo a filati pregiati e ricami
di antiche tradizioni. Si chiamerà “Trame e
the” il laboratorio che prenderà il via a fine
maggio, promosso da unʼassociazione
culturale di promozione sociale nel
comune di Rodì Milici. Lʼobiettivo?
Tramandare i segreti del ricamo alle nuove
generazioni per non disperdere il
patrimonio di tradizioni del piccolo comune
tirrenico. A dare la disponibilità già
numerose ragazze dai 12 ai 20 anni.
Ideatrice del laboratorio è Angelina
Scardino, insegnante della scuola primaria
a Vigliatore, un vero vulcano in eruzione.
Sposata, mamma di Ginevra, per lei le
giornate dovrebbero durare forse 48 ore,
tante sono le cose che vorrebbe fare.
«Lʼamore per la sperimentazione continua
- esordisce orgogliosamente Angela - la
curiosità verso tutto ciò che prende corpo
attraverso lʼuso delle nostre mani, la ferrea
volontà di voler riscoprire e preservare arti
e tecniche antichissime legate
principalmente allʼuniverso femminile,
sono gli elementi che mi hanno spinto a
dar vita a questa associazione e a questo
nuovo laboratorio che si chiamerà appunto
“Trame e tè…percorsi sul filo della
memoria”. Nel laboratorio si tenterà di
cogliere frammenti di tradizioni altrimenti
destinati a sparire. «Vogliamo quindi
sensibilizzare i depositari di antiche
conoscenze a voler trasmettere e
condividere i loro preziosi saperi con chi,
delle nuove leve, ancora oggi ha la voglia
di apprendere - riprende - Non deve
essere perduto il patrimonio socio culturale
e artigianale del nostro territorio, sarebbe
come gettare un tesoro in un posto
sperduto». La docente spiega come nasce
il nome del laboratorio, “trame e tè?.
«Ancora oggi è tradizione ricamare in
“compagnia” di una buona tazza di tè e di
gustose marmellate (nella mia famiglia
LA SCHEDA
Vi spiego “l’arte dei nodi”
RODIʼ MILICI. Il macramè è lʼ”arte dei nodi”. Eʼ una tecnica araba, come ci dice Angela Scardino. Il macramè classico è lʼandare ad annodare lʼordito libero del nostro
tovagliato. Ci sono diversi tipi di nodi: cʼè il nodo a cordoncino, piatto, cordoncino
obliquo, piatto alternato. Si possono realizzare
tante cose e fra questi sono bellissimi gli arazzi.
Ci vuole grande maestria e pratica perché tutto
dipende dalle proprie mani, nessun attrezzo infatti viene usato per annodare i nodi. I disegni realizzati negli arazzi a volte copiono quelli antichi
ma molti sono di invenzione propria e qui sta lʼarte. “Il macramè- conclude la Scardino- lo trovo
meditativo, rilassante e creativo”. Il macramè trova molte applicazioni nellʼarredamento moderno.
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centonove
postertradizioni
11 MAGGIO 2012
MIRABELLA IMBACCARI
Con il museo abbiamo fatto Tombolo
L’amministrazione inaugura l’esposizione di merletti e abiti
Angela Scardino segue le istruzioni della maestra Stefana Iuliano
vengono preparate con la dedizione e la
cura che hanno tramandato i miei nonni) sottolinea - ripercorriamo sentieri che
legano passato e presente, creando
appunto “trame” di fili, di storie, di
memorie. Il nostro stare insieme ha come
fine quello di apprendere e condividere ciò
che loro, le nostre maestre non solo di vita,
ci stanno trasmettendo. Non vogliamo
sprecare nulla di tutto ciò e vogliamo
trasmetterlo ai ragazzi di oggi, tutti
computer e internet, perché sono questi i
valori della vita». Lʼiniziativa la riempie
dʼorgoglio. Essendo rodiese di nascita,
anche se abita nella vicina Terme
Vigliatore, vuole che rimanga in loco per
valorizzare sempre più il suo territorio. In
questo laboratorio ci saranno corsi di:
macramè, una tecnica antichissima
tramandata dagli arabi e che ha nella
Liguria la sua culla storica; feltro ad acqua;
ricamo classico; tombolo; sfilati siciliani;
sfilati antichi; reticello; chiacchierino; punto
croce con retro perfetto; trina; centri ai
ferri; cucito creativo (patchwork, silkribbon,
quilling); corso di taglio e cucito metodo
élite; tecniche di intreccio (per palme,
cestini ecc.); decorazione. Inoltre ci
saranno dei corsi per i bambini di origami;
pasta di mais; semplici tecniche di ricamo;
feltro ad acqua e tecniche di intreccio.
Molte docenti sono anziane di Rodiʼ Milici.
Stefania Iuliano che insegna gli sfilati
antichi, ha 83 anni; Anna Triolo che
insegna la rete moderna ne ha 84, Maria
Torre, 87. Ci sono anche le meno anziane
come Sara Squadrito che insegna i punti
sulla rete; Gabriella Barone, il tombolo;
Maria Recupero, lʼuncinetto irlanda;
Santina Presti, il chiacchierino; Sebastiana
Ravidà, il punto croce perfetto. Cʼè poi chi
verrà da Modica, come Laura Adamo che
fa parte della cooperativa “Magici Ricami”
che insegnerà lo sfilato siciliano. Questa
tecnica, in base a studi portati avanti da
Angela Scardino, si divide in cifre precise:
400, 500 e 700. Sono i punti che si
riescono a dare in una giornata per fare
uno sfilato. Meno punti si riescono a dare
giornalmente, più lo sfilato è pregiato
perché vuol dire che è difficile da
completare. Ci sarà poi unʼaltra artista,
Mariella Buttino che si occuperà della
decorazione e realizzazione di vetrate
artistiche, mentre Laura Lo Duca si
occuperà di pittura su stoffa.
MIRABELLA IMBACCARI.
Un museo interamente
dedicato al tombolo,
lʼattività artigianale
mirabellese per eccellenza,
nata più di 100 anni fa.
Inaugurato lo scorso 18
marzo, il museo contiene
migliaia di merletti, abiti e
arredi realizzati a tombolo.
«Si tratta d una struttura
invidiabile, realizzata grazie
ai fondi della comunità
europea», informa Filippo
Rasà, vicesindaco di
Mirabella Imbaccari, in
provincia di Catania. Su
una superficie di ottocento
metri quadri sorgono otto
stanze suddivise in settori
tematici (zona giorno, notte,
abiti sposa, corredi per le
nozze o per i neonati,ecc..),
dove sono esposte le
meraviglie realizzate dalle
abili mani delle ricamatrici
del luogo. «Lungo il
percorso della mostra
permanente si possono
ammirare lavorazioni di tutti
i tipi, da quelle storiche a
quelle più moderne che
tengono conto delle nuove
mode e usanze», spiega
Sara La Delfa, presidente
della Pro Loco e operatrice
turistica. «Con i fondi
comunali e il contributo
della Provincia abbiamo
acquistato migliaia di lavori
per un valore di circa un
milione di euro», dichiara
ancora il vicesindaco. A
ricamare a tombolo sono
ancora in tante nel paese.
«Ci sono almeno 500
donne tra i 40 e i 50 anni
che sanno lavorare dichiara il vicesindaco - Per
quelle al di sopra dei 50
anni, poi, questʼarte non ha
Un ricamo a tombolo
segreti. Purtroppo solo le
più giovani la sconoscono
perchè non è più motivo di
interesse per loro».
Lʼattività è stata la prima
fonte economica del paese
dal dopoguerra ad oggi.
«Purtroppo negli ultimi 10 o
15 anni - continua Rasà - la
richiesta sul mercato è
diminuita e i ricami a
tombolo sono diventati un
prodotto di nicchia. Non
bisogna però dimenticare
che si tratta di una vera e
propria arte, che richiede
costi elevati e tanta fatica».
Al museo sono esposti
anche attrezzi tradizionali
come il “fusello”, un
bastoncino attorno al quale
viene arrotolato il filo
necessario alla lavorazione.
ll ricamo nasce seguendo
uno schema disegnato su
un cartoncino, fissato su un
cuscino cilindrico, il tombolo
appunto.Una mostra
permanente del tombolo
era già stata allestita nel
lontano 1986. «Abbiamo
lavorato per riallestire la
mostra ritenendola un
importante veicolo sia di
interesse economico che
turistico. Lʼamministrazione
- conclude il vicesindaco intende diffondere la
conoscenza di questʼarte
anche fuori e se possibile
prendere contatti con stilisti
nazionali». (CH.M)
UN PO’ DI STORIA
La baronessa Auteri
e la guarigione miracolosa
Dopo la scomparsa di un male incurabile
la nobildonna ha finanziato le ricamatrici
Un quadro realizato con il ricamo
Unʼantica arte legata ad una storia di bontà e di fede. E ad
una non comune, per lʼepoca, iniziativa imprenditoriale
femminile. Secondo fonti storiche fu una nobildonna
catanese, la baronessa Angelina Auteri, moglie del
principe di Biscari, Ignazio Paternò Castello, ultimo erede
della casata, a portare agli inizi del Novecento la
lavorazione a tombolo a Mirabella Imbaccari. In seguito
ad una miracolosa guarigione da un male incurabile, il
pagina 39
principe decise, insieme alla moglie, di dedicarsi alla fede
entrando in convento. Dopo 25 anni di matrimonio, lui si
fece prete barnabita, lei carmelitana scalza. I due coniugi
decisero di rinunciare ai loro averi e donarono in
beneficenza lʼintero ingente patrimonio di cui erano in
possesso. Fu allora che la baronessa pensò di destinare
parte del denaro per istituire lʼOpera del Tombolo,
unʼassociazione che insegnava questa arte del ricamo a
mano, affidata alle suore dellʼIstituto Santa Dorotea. Il suo
coraggioso progetto imprenditoriale offrì alle donne del
paese la possibilità di rendersi indipendenti, e di
preparare da sé il corredo alle figlie.
Unʼattività che, passando di generazione in generazione,
ancor oggi si perpetua, a tal punto che non c'è una casa
o una strada dove non si vedano donne e bambine sedute
al sole, o all'ombra, intente a tessere finissimi e pregiati
merletti.
(CH.M)
posterlibri
11 MAGGIO 2012
centonove
NOVITA’. Tutto quello che le donne non dicono nel libro di Sara Rattaro
Confesso, ho peccato
La 37enne genovese in “Un uso qualunque di te” racconta la storia di Viola,
sfidando il clichè della moglie traditrice e della madre poco presente
DI CHIARA MICCOLI
MESSINA. Unʼemozionante
confessione femminile fatta di
debolezze, tradimenti, inquietudini,
bugie, rimpianti, sensi di colpa. In “Un
uso qualunque di te” (Giunti editore,
pp. 202, euro 12,00), la trentasettenne
genovese Sara Rattaro, informatrice
farmaceutica con la passione per la
scrittura, racconta tutto ciò che una
donna non può rivelare di sé. «Perché
– dichiara lʼautrice – tutti si aspettano
che noi ci comportiamo in una certa
maniera. Vivere e amare a modo
nostro non ci è possibile». Sfidando il
cliché della moglie traditrice e della
madre poco presente, la Rattaro
conduce il lettore nel tumultuoso
universo interiore della protagonista. È
lei a raccontare in prima persona la
sua storia. Viola vive dietro
lʼapparenza e le consuetudini di una
famiglia borghese come tante, ma
coltiva in solitudine mille dubbi sul suo
presente e altrettanti rimpianti sul suo
passato. Ha un marito affettuoso e
premuroso e una figlia bellissima.
Potrebbe essere felice, eppure non lo
è. Chiusa nel suo dramma interiore,
fatto di occasioni mancate, di una
grande delusione e di una visione
troppo idealizzata dellʼamore,
Viola non riesce a dare peso
alle cose davvero importanti.
È quasi lʼalba di una notte di
fine primavera. La donna è
fuori casa, nel letto di un altro
uomo, ma riceve una
telefonata allarmante del
marito Carlo che le chiede di
correre in ospedale. La figlia
Luce sta malissimo. È
necessario un trapianto e le
analisi rivelano quello che per
A CURA DI CARMELO CELONA
CLASSICI
Il Gattopardo secondo Nigro
CATANIA. «Se vogliamo che tutto rimanga
com'è, bisogna che tutto cambi», dice Tancredi
allo zio Fabrizio, principe di Salina. La frase
rimbalza nella memoria del Gattopardo. E poi,
chiuso il romanzo di Giuseppe Tomasi di
Lampedusa, ancora e ancora tante altre volte,
fino a diventare la leggendaria etichetta che ogni
cosa dovrebbe contenere di quel libro - uno dei
più clamorosi successi del Novecento, tradotto
in tutto il mondo e portato al cinema e alla Palma
d'oro di Cannes da Luchino Visconti.
Salvatore Silvano Nigro, professore di
Letteratura a Milano, quella frase l'ha però
bandita nel suo Il Principe fulvo (Sellerio,
pagg. 151, euro 13), un volume che propone
del Gattopardo una lettura affatto diversa:
«Quella frase oscura il romanzo da
cinquant'anni», dice Nigro nel suo siciliano
rotondo. «E anche il film di Visconti ha
contribuito». Nigro - catanese, ha insegnato
alla Normale di Pisa, si è occupato di
Quattrocento, Cinquecento, di letteratura
comica e poi di Manzoni, fino a Soldati,
Bufalino, Consolo e Camilleri - utilizza lettere
inedite, tira fuori dal Gattopardo tante
immagini, tanti dettagli e tanti simboli
«incredibilmente trascurati», tanti rimandi ad
altri autori, ad altre vicende, un fiume che si
ingrossa attingendo al mondo antico,
all'universo mitologico. Un repertorio spesso
intravisto in Tomasi di Lampedusa, ma poco
indagato. Colma la lacuna Silvano Nigro che
ha presentato il suo libro alle Ciminiere di
Catania giovedì scorso con Massimo Maugeri
e Pietrangelo Buttafuoco.
diciassettenne anni Viola
ha tentato di nascondere
agli altri e di seppellire nella
sua coscienza: Carlo non è
il padre biologico di Luce. In
un attimo i nodi vengono al
pettine. “Improvvisamente
tutto cambia. Una giornata
tranquilla si trasforma in un
giorno che non
dimenticherai mai”. Eʼ lo
scotto che Viola paga per
aver scelto di essere
sempre se stessa e per
aver dato ascolto
unicamente alle sue
emozioni. «Non esiste una
vera Viola – confessa
lʼautrice – Lei vive in una
parte di ogni donna. In lei
L’AUTRICE. Sara Rattaro. Sotto la copertina del libro
ho “stressato” le
caratteristiche che
la sua protagonista «anche se –
appartengono a noi tutte». Il romanzo
sottolinea – non cʼè mai stata la volontà
procede così tra momenti di angoscia,
di condannare il personaggio. Ho voluto
smarrimento, delusione, disperazione
costruire una confessione scevra da
e sensi di colpa, in cui passato e
ogni giudizio morale».
presente si alternano in una corsa
contro il tempo, perché è necessario
salvare Luce. Lʼansia esplode nelle
ultime concitate pagine sciogliendosi
di Felice Irrera
in un finale commovente. «Viola è una
donna immatura perché il marito lʼha
Cinzia Pierangelini,
sempre coccolata e in fondo lei non si
In principio fu il mare,
è mai preoccupata di
Pungitopo 2011, pp. 152, € 14,00
crescere neanche
quando è diventata
Una messinese docente di violino ci offre in questo romanzo, tra Tunisia e Sicilia, lo spaccato molmamma. Con il gesto
to attuale di una società affetta dal preconcetto e dallʼignoranza e assoggettata alla televisione e
estremo che decide di
al consumismo
compiere – spiega la
Rattaro – ritrova però se
Massimo Gramellini - Fai bei sogni Andrea Camilleri - La regina di Pomerastessa e acquista il
Longanesi
nia e altre storie di Vigàta - Sellerio
senso della maternità
CarloVerdone - La casa sopra i portici
Francesco Guccini - Dixzionario delle
che non aveva mai
- Bompiani
cose perdute - Mondadori
avuto». Nelle ultime
Carlos
Ruiz
Zafón
Il
prigioniero
del
ciePalov - La città perduta dei templari pagine del libro, la
lo - Mondadori
Newton Compton
wuz.it
Rattaro riscatta dunque
LA CLASSIFICA
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2
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LACERTI DI LETTURE
Tolte le cause
LA FATICA dellʼesistenza non ci consente di cogliere a
pieno la dimensione fantastica della vita. “Quantunque
stanco non sono ancora vissuto.” La superiorità morale
dellʼinsegnante deve essere praticata dallʼinteressato e
riconosciuta dagli scolari e dalla società.
“Lui e gli alunni erano soggetti a uguale destino, in
quanto esseri umani; ma questa uguaglianza
escludeva la famigliarità e la volgarità, anzi avrebbe
giovato a ribadire la superiorità morale, più che
intellettuale, di lui, il professore; superiorità che gli
alunni dovevano riconoscere, anche se non ne
traevano profitto.” Lʼestetica che diamo al nostro viso
(lʼacconciatura, la barba e i baffi per gli uomini, il trucco e gli
orpelli per le donne) spesso più che comunicare il nostro
animo, lo cela. “I grossi baffi attutivano il suono della
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frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
voce, se li era fatti crescere apposta; e se fumava, il
fumo non si vedeva. Un dissimulatore.”
Lʼamicizia interessata è un ossimoro. “Tutto è necessario
e utile. Utile, ogni atto e ogni gesto dʼamicizia. Un
errore lʼevitarsi, il tenersi discosto, dobbiamo
sostenerci a vicenda, aver cura lʼuno dellʼaltro. Se ho
bisogno di te chiamo, se avrai bisogno di me… ”
Lo stucchevole comportamento dellʼencomiasta.
“Questi era proclive agli elogi, allʼammirazione”
La dimensione media dellʼesistenza non consente allʼuomo
di imparare dai sui errori. La vita è troppo breve perchè egli
possa vivere gli effetti delle sue scelte e dei sui dissennati
comportamenti. “Non capiscono nè vogliono capire;
sono sordi inerti; ma tutti si reputano idonei alla vita.
La loro vita ricorda lʼatteggiamento di quelli che al
cinematografo appoggiano i piedi con le scarpe sudice
sulla poltrona davanti; non pensano che altri avrà fatto
o potrà fare lo stesso con la loro poltrona in cui stanno
pagina 40
seduti.” Quando il corpo perde la sua funzione
procreatrice tutto si rallenta e la corsa dei sensi si placa.
“Arrendevolezza, adattabilità, una foggia di lassismo
senile indotto dai modesti impulsi della carne.”
Da tempo lʼuomo ha smesso di interrogarsi sulle cause,
risolvendo i problemi in modo sintomatico con pernicioso
fatalismo e con la protervia ottusa di chi crede, con limitata
visione egocentrica, che se egli non trovi soluzioni, queste
non esistono. “Se non avessero piantato lʼalbero del
bene e del male , Adamo non sarebbe incorso nella
colpa. Tolte le cause, non avremmo gli effetti.”
“ Molto spesso lʼuomo muore a metà: lʼaltra metà era
già morta da un pezzo.” Nelle rinunzie, nei sacrifici,nel
tempo perduto, nel non senso di certe cose che ci sentiamo
obbligati a fare .
Lacerti tratti da: “Il supplente”-1965
Angelo Fiore
postermusei
centonove
INIZIATIVE. A Mazara del Vallo la prima permanente d'Italia dedicata agli scacchi
Tutti “matti”per gli scacchi
DI MARIA TIZIANA SIDOTI
Nino Profera fondatore del museo
Pezzi di una scacchiera in terracotta dipinti a mano provenienti dal Perù
ancora li scambiano non tanto con la dama
ma per birilli. Eppure in Sicilia erano molto
famosi. 400 anni fa i giocatori più forti erano
siciliani. .
TUTTO INIZIO CON LE FIGURINE. «Ho
conosciuto gli scacchi nei primi anni '80,
nell'85 abbiamo aperto l'ASD Scacco Club
Mazara, ho cominciato a fare l'arbitro e,
girando, a raccogliere scacchiere. Gli
amici, anche quando viaggiavano,
collegavano gli scacchi a me, e mi
portavano scacchiere. Ora ne ho quasi 200
da tutto il mondo. Ma una delle cose che mi
ha spinto è stata anche una serie di figurine
del dado Liebig, dedicata agli scacchi. Da
allora non ho fatto altro che raccogliere non
solo scacchi ma tutto questo materiale a
soggetto scacchistico», ricorda Profera.
Che rivela: «Sono stato spinto da amici e
parenti: avevo fatto delle mostre e ogni
volta ero costretto a rimettere tutto negli
scatoloni, così mi hanno detto "fai un
museo"». E così al motto "non tutto ma di
tutto", oltre alle centinaia di scacchiere da
viaggio diverse per originalità e foggia, dal
Perù alla Grecia, 5 scacchiere con relativi
pezzi giganti, e 6 elettroniche; 25 set di
pezzi internazionali di vario materiale; una
biblioteca scacchistica con 250 libri, anche
dei primi del 1700, e 1300 riviste antiche
italiane e estere su sviluppo storico e
tecnico del gioco dalle origini ad oggi; un
archivio di 2500 partite ufficiali e delle
classifiche dei tornei dal 1984; 50 riviste e
fumetti a tema; una rassegna stampa con
oltre 2000 articoli di quotidiani nazionali ed
esteri, ed una video con 300 servizi su
emittenti locali, regionali e nazionali; 100
cartoline a tema; 800 titoli cinematografici e
150 video; 300 elementi filatelici con
francobolli e annulli postali; 22 brani
musicali a tema; 30 orologi scacchistici,
meccanici e digitali; 150 medaglie e 106
spille commemorative; 60 fogli con
pubblicità a tema; 50 foto di personaggi
famosi con scacchiera; 60 esemplari di uso
PRIMATI
Quando Gueci “alla cieca”
entrò nel guinness
Aperta da un anno, ha già superato i mille visitatori. Un "viaggio" nel mondo
delle pedine: dalla scacchiera di 25 metri quadrati passando dalla letteratura e dall'arte
MAZARA DEL VALLO. È a Palermo, nella
Cappella Palatina di Palazzo dei Normanni,
pare, la prima traccia in pittura in Italia di
una partita di scacchi, per mano d'artisti
musulmani, chiamati a decorar nel 1143 da
Ruggero II d'Altavilla. E sempre in Sicilia,
868 anni dopo, c'è nel Bel Paese il primo
"Museo Nazionale degli Scacchi". È in quel
di Mazara del Vallo, nel trapanese, non
lontano da quelle coste da cui gli arabi
portarono con sè anche il gioco degli
scacchi. Ed ha aperto i battenti il 29 maggio
del 2011 a catturare tra il fascino dei
"bianchi" e dei "neri", torri ed alfieri, cavalli e
pedoni, dal legno alla plastica dal marmo
alla terracotta, provenienti da vari paesi del
mondo, in gioco di geometrie e calcoli
matematici tra scacchiere giganti fino a 25
metri quadrati a piccoli esemplari, grandi al
par di un portachiavi.
IL MUSEO. Inaugurato lo scorso anno
presso il Museo della Legalità, da luglio è
tornato nella sede originaria di via Genova,
visitabile gratis su prenotazione. «Per
l'inaugurazione mi è stata data la possibilità
di esporre in un locale comunale più ampio,
perchè c'era tutto il materiale conservato
negli anni, ed era tanto. Ora siamo tornati
nella sede ufficiale, più piccola, 3 stanzine,
che ho in comodato d'uso, dove sono
esposti i pezzi migliori: in quasi un anno
abbiamo superato le 1000 presenze»,
spiega il fondatore Nino Profera. Che
aggiunge con orgoglio: «Da ricerche
effettuate per circa un anno, anche su
centinaia di siti web e in altre lingue, quello
di Mazara è sicuramente il primo in Italia e
uno fra i pochissimi, 3 o 4, al mondo con
una sede in un edificio visitabile e aperta al
pubblico». Esistono, infatti, dei musei su
internet ma sono mostre solo virtuali, dove
acquistare pezzi e scacchiere. «Il museo
serve per divulgare gli scacchi. Molti
11 MAGGIO 2012
quotidiano a soggetto scacchistico, dai
dolci alle cravatte, dalle scarpe alle tazzine;
200 fogli e ritagli sull'uso del gergo
scacchistico; un'aula con computer dotati di
software originali del 1980 e circa 30
programmi scacchistici con motori di
ricerca per un database di circa 3 milioni di
partite giocate; dieci mila foto scattate in
eventi scacchistichi. Una collezione
eterogenea che ha portato a ricerche in
biblioteche dell'isola o a ritrovamenti
casuali, come in un mercatino di Mazara la
scacchiera probabilmente dell'800 tedesca,
fatta restaurare da Profera «L'unico cruccio
è di aprire solo su prenotazione, perchè
ancora lavoro. Alcuni amici mi stanno
aiutando nella catalogazione. Sono io a
sostenere con l'appoggio della famiglia
tutte le spese del museo e fortunatamente
la sede è mia», ammette il fondatore.
L'ASSOCIAZIONE. Oltre al museo Profera
è socio fondatore del suddetto Club
Scacco Mazara, associato alla federazione
MAZARA DEL VALLO. Di recente è stato un episodio di "Nero Wolfe" su Rai 1
a darne nuova popolarità, con le indagini del detective americano su un omicidio durante una "speciale" partita di
scacchi: si tratta della "simultanea alla
cieca" ed è una modalità del gioco nella quale un giocatore, chiuso in una
stanza, affronta più avversari tutti seduti in un'altra sala, simultaneamente
ed in più senza vedere le scacchiere ma
affidandosi solo alla memoria, mentre
altri comunicano le varie mosse, facendo la spola tra stanza del giocatore
e sala degli avversari. «L'ultimo torneo
cieco o simultanea alla cieca si giocò il
20 dicembre 1987 proprio a Mazara: fu
tenuta dal maestro Riccardo Gueci di
Palermo contro 10 giocatori, ne vinse 9
e ne pareggiò una, e questo gli consentì
di entrare nel guinness dei primati»,
racconta Nino Profera. (M.T.S.)
sportiva. «Come disciplina sportiva in
Sicilia si sta muovendo a passi da gigante.
A fine giugno i campionati italiani under 16
saranno a Kastalia, Ragusa. Ancora però
ci sono difficoltà: le famiglie si devono
sobbarcare tutte le spese e spesso i
genitori sono più disponibili a portare i figli a
provini di calcio che a tornei scacchistici.
Da studi però risulta che questo gioco di
strategia e tattica, dove si perde solo se c'è
un errore, serve per le cellule cerebrali,
come terapia riabilitativa e per lo sviluppo
cognitivo. Non è una casualità che i ragazzi
che hanno frequentato la nostra scuola si
sono diplomati tutti con 100 e alcuni sono
ricercatori nel mondo oggi. È poi non solo
un modo per passare qualche ora
piacevolmente con amici ma con la regola
"pezzo toccato, pezzo giocato" dà la
possibilità di far capire che nella vita prima
di muoversi bisogna aspettare un attimo.
Inoltre, se con il museo facciamo
conoscere gli scacchi e facciamo cultura,
con l'associazione si svolge una funzione
anche sociale, al centro anziani o nei
quartieri difficili, dove, tra i ragazzi, senza
forzare, possono esserci delle eccellenze,
basta aspettare, o può essere un modo per
andare avanti», conclude Profera.
NON TUTTI SANNO
Quella scomunica nel 1061
ROMA. Se il gioco degli scacchi è nei secoli divenuto molto popolare, anche tra sovrani o nel clero, praticato anche da personaggi storici vari, da Voltaire a Napoleone, di cui si sa di una partita giocata contro un automa, un marchingegno, "antesignano" dei computer sfidanti di campioni come Kasparov, ha talvolta conosciuto
alterne fortune. Nel 1061 a seguito di una lettera del cardinal Pietro Damiani di denuncia di diffusione del gioco e delle "marachelle" scacchistiche dei vescovi, arrivò ad opera di papa Alessandro II la scomunica degli scacchi che furono riabilitati solo nel '500 con papa Leone X. Nel '900 in Italia ci fu il bando dal Coni, Comitato olimpico nazionale italiano. «Quando mi sono avvicinato agli scacchi, mi chiedevo come mai, mentre 400 anni fa in Sicilia erano in auge, nel '900 non più. Negli
anni '30 un gerarca fascista, vedendo durante una partita un ragazzo con la testa
sulle mani, chiese cosa stesse facendo. Gli venne risposto: "sta pensando". Il gerarca disse: "qui pensa uno solo", con riferimento a Mussolini. Da allora tolsero dal
Coni come sport il gioco che passò all'Enal, un ente per le attività ludiche. (M.T.S.)
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posterprotagonisti
11 MAGGIO 2012
centonove
L’INTERVISTA. A tu per tu con Katia Greco, la “zita” del giovane commissario nella fiction della Rai
Lady Montalbano sono
Dal debutto fra i banchi di scuola del liceo “Seguenza”, alle tante esperienze a teatro e in tv,
la giovane attrice messinese ripercorre le tappe della sua carriera. Con tanti sogni nel cassetto...
STEFANIA PREVITE
MESSINA. Ha iniziato la sua carriera di
attrice sui banchi di scuola. Quelli del
liceo scientifico “Seguenza” di Messina,
dove ha frequentato i corsi di cinema
tenuti dal regista Massimo Coglitore e
dalle insegnanti Anna Maimone e Lilia
Mangraviti. “Debuttando” ufficialmente
come protagonista in due corti realizzati
dallʼistituto come saggio finale. La prima
tappa di una carriera che ha portato la
giovane messinese Katia Greco a
interpretare la prima “zita” di Salvo
Montalbano nella fortunata fiction
televisiva della Rai. Romana dʼadozione,
è impegnata adesso nella messa in
scena della commedia teatrale “Ti sposo
ma non troppo” di Gabriele Pignotta, in
scena a Milano dopo il successo di
pubblico di Emilia Romagna.
Comʼè stato interpretare Mery, la
giovane donna di Salvo Montalbano?
«Sono molto contenta di aver preso
parte ad un progetto vincente, scritto da
Andrea Camilleri, di aver interpretato la
fidanzata del commissario più amato
dʼItalia e soprattutto di aver impersonare
una donna simile a me: siciliana,
determinata, passionale e romantica che
ama la buona tavola e la propria terra».
Hai già recitato in teatro e soprattutto
in tv. Vedi il cinema nel tuo prossimo
futuro?
«Naturalmente si, ho fatto molti provini,
alcuni andati anche bene, e spero che
arrivi presto un progetto valido perché il
cinema, comʼè ovvio, è la mia ambizione
più grande».
Con quale regista ti piacerebbe
lavorare al cinema e qual è il film e il
ruolo che sogni di interpretare?
«Mi piacerebbe esser diretta da registi
nostrani come Salvatores e Tornatore,
vorrei lavorare anche con Muccino e
Bertolucci, mostro sacro del cinema
italiano e internazionale. Mi piacerebbe
confrontarmi con tutti i generi esistenti e i
ruoli possibili e immaginabili per poter
crescere e in futuro. Entrare nella
psicologia dei personaggi è la cosa che
mi diverte di più del mio lavoro,
interpretare ruoli che sono affini alla mia
personalità mi aiuta a scoprirmi meglio,
invece se mi calo nei panni di un
carattere opposto al mio riesco a toccare
delle corde che non sapevo di avere. Mi
piacerebbe girare un film dʼepoca e
magari interpretare Giovanna dʼArco.
E i tuoi idoli?
«Winona Ryder e Audrey Hepburn di
cui ammiro la naturalezza la bravura e
lʼeleganza nel recitare e Al Pacino
Nella foto
al centro
unʼimmagine
di Katia Greco.
In alto a destra
un frame
della fiction
televisiva
“Il giovane
Montalbano”,
con Michele
Riondino.
ovviamente, un mito con cui sogno di
lavorare».
Comʼè stato il passaggio dalla
cinepresa al pubblico di un teatro?
«”Ti sposo ma non troppo” è la mia
seconda esperienza teatrale, la prima è
stata “La grande Cena” di Ettore Bassi.
Lʼimpatto è stato molto forte, avere il
contatto diretto con il pubblico mi ha
spaventato durante la mia prima
esperienza ma recitare dal vivo mi dà
molta energia, mi aiuta a mantenere il
filone emotivo dallʼinizio alla fine senza
mai perdere la concentrazione e inoltre
adoro vedere il pubblico divertirsi con
me, non avevo mai interpretato un ruolo
comico ed è stato piacevole».
In questi giorni sei in tournèe con la
commedia “Ti sposo ma non troppo”.
Di cosa parla? Qual è il tuo ruolo?
«Il film parla dellʼamore ai tempi dei
social network ed è la classica
commedia degli equivoci. Una coppia in
procinto di sposarsi scopre Facebook
per evadere dalla routine e comincia a
chattare con alias di tutti i generi per poi
scoprire che i due sposini chattavano e
flirtavano lʼuno con lʼaltro. Io interpreto
Andrea una giovane donna mollata
sullʼaltare che, proprio per il trauma,
comincia a soffrire di attacchi di panico;
qui entra in scena Gabriele Pignotta che
interpreta un fisioterapista, single
convinto, che fingendosi analista per
corteggiare la giovane Andrea, cioè io,
alla fine finisce con lʼinnamorarsi di lei. I
personaggi si incontrano in una seria di
situazioni reali e virtuali che creano
equivoci di ogni genere, non solo
omonimie ma vere e proprie
sovrapposizioni tra identità reali e
virtuali».
Progetti futuri?
«Cʼè un altro progetto teatrale di cui
ancora non posso parlare e forse del
cinema. Adesso mi sto dedicando allo
spettacolo in scena a Milano e mi
preparo per concretizzare qualcosa di
importante».
LA SCHEDA
Dallo Stretto a Cinecittà
MESSINA. Nata nella città dello Stretto il 31 agosto del 1985,
la ventisettenne Katia Greco ha debuttato ufficialmente come attrice in due corti realizzati dallʼistituto “Seguenza” come saggio finale. Dopo uno stage di teatro, nel 2006, tenuto da Patrizia Tedesco, a inizio 2007 si trasferisce a Roma
e gira il film tv Rai “Noi Due” di Massimo Coglitore e interpreta un piccolo ruolo nel seriale “Il Capo dei Capi”. Nel
2008 è protagonista dellʼultima puntata di “Ris 4” e di “Crimini bianchi” di Alberto Ferrari. Dopo lʼesperienza sul set
di “Distretto di polizia”, è la protagonista femminile dello
spettacolo teatrale “La grande cena”.
pagina 42
centonove
posterarte
MESSINA. Al Monte di Pietà una mostra antologia sull’artista di Tortorici
TAORMINA
Il mondo poetico di Vanadia
Pittore autodidatta e membro storico dell’Accademia della Scocca, fu tra gli animatori
di una delle più importanti stagioni culturali della città. In esposizione oltre cento opere
MESSINA. Fu tra gli animatori di una delle
più importanti stagioni culturali della città
dello Stretto, quella del dopoguerra e della
rinascita, partecipando da protagonista
assoluto allʼetà dellʼoro messinese tra gli
anni Cinquanta e i Settanta del Novecento.
Eppure, oggi, sono in pochi a ricordarsi di
Giuseppe Vanadia, il pittore di Tortorici
scomparso a Ferrara nel 1974, le cui
opere sono custodite nelle principali
collezioni pubbliche messinesi e siciliane.
A quasi quarantʼanni dalla morte, una
mostra antologica, allestita al Monte di
Pietà, riporterà adesso “a vita nuova” le
opere e le creazioni dellʼartista, restituendo
alla cittadinanza un pezzo importantissimo
della propria memoria storica e culturale.
LʼESPOSIZIONE. Organizzata
dallʼassessorato provinciale alla Cultura, la
mostra antologica su Vanadia è stata
inaugurata lo scorso sabato 5 maggio in
presenza del presidente della Provincia
Nanni Ricevuto, dellʼassessore
provinciale alla Cultura Mario d'Agostino,
della storica dellʼarte Teresa Pugliatti,
della figlia dellʼartista Isolina Vanadia e
della storica dellʼarte e curatrice della
mostra Virginia Buda, autrice del volume
monografico “Il mondo poetico di
Giuseppe Vanadia”, presentato durante
lʼincontro. Nel corso della mostra, visitabile
dal martedì al sabato fino al prossimo 25
maggio, circa un centinaio di opere della
sua ricca produzione illustreranno le
diverse fasi evolutive del percorso artistico
di Vanadia attraverso i suoi soggetti
preferiti: i paesaggi, i fiori, le icone sacre, le
raccoglitrici di nocciole del paese natio.
Accanto ai dipinti saranno esposti anche i
libri illustrati, i tappeti tessuti sui suoi
disegni, gli inviti per le mostre o gli eventi
organizzati dall'Accademia della Scocca, i
cosiddetti “papelli” che accompagnavano
gli ironici conferimenti delle cariche
onorifiche della scanzonata Accademia.
Oltre ad essere una delle personalità
11 MAGGIO 2012
“Grafitismi di segni e luci ”
Artisti a confronto a Palazzo Duchi
TAORMINA. Prosegue a Taormina,
presso la Fondazione Mazzullo, ente
promotore dellʼevento, il dialogo tra
giovani artisti provenienti da diverse realtà della Sicilia e del Continente nella mostra “Grafitismi di segni e
di luci” a cura di Giuseppe Filistad e
Giuseppe Morgana.
Dopo un primo confronto Berra - De
Mariano, nelle sale del Palazzo Duchi di Santo Stefano prosegue il parallelo artistico e intellettuale che vede come protagonisti ancora Thomas Berra e Filippo De Mariano. A loro si uniscono Gianfranco Donato,
artista giovanissimo, presente con
una sua opera al Padiglione Italia
della 54° Biennale di Venezia, che si
esprime con un segno veloce e
“Strade” di Giuseppe Vanadia (Collezione Eredi)
artistiche più attive del periodo, il pittore fu
infatti anche uno dei membri storici
dell'Accademia della Scocca e del
Cenacolo riunito intorno alla libreria
dellʼOspe, che fu punto di incontro delle
migliori menti di Messina, tra le quali
Salvatore Pugliatti e VannʼAntò, oltre
che di molte personalità di tutto rilievo della
cultura nazionale.
MATEMATICA E ARTE. Nato nel 1909 da
una famiglia di piccoli proprietari terrieri in
contrada Mercurio, a Tortorici, Vanadia si
laureò allʼUniversità di Messina e insegnò
matematica e fisica negli istituti superiori
della città, fra i quali il “La Farina”, lo “Jaci”
e il “Minutoli”. Iniziò a dipingere allʼetà di
quarantanni, da autodidatta, eseguendo
delle piccole opere ad olio per la figlia.
«Sono stata testimone del percorso
artistico di mio padre - racconta Isolina - fin
dalle sue prime prove, i piccoli quadri
dipinti insieme a me bambina». La prima
esposizione di Vanadia risale al 1951,
quando vinse il Premio Parlavecchio alla
“I° Mostra Nazionale Città di Messina”.
Negli anni successivi, continuando ad
insegnare con immutato impegno, ha
partecipato a numerose e importanti
mostre collettive in Italia e all'estero. Sue
personali sono state allestite a Messina,
alla galleria “Il Fondaco” dell'Ospe e
all'Istituto Tecnico “Jaci”, a Tortorici, a
Catania e a Catanzaro. Ha conseguito
numerosi premi tra i quali il Premio
dell'Accademia dei Filedoni di Perugia, il 2°
Premio Gioia Tauro e il 1° Premio Città di
Vibo Valentia, ex aequo con Pippo Rizzo.
Nellʼanno della sua morte, gli amici del
Fondaco intitolarono a suo nome il premio
“Tavolozza dʼoro”. «La pittura di Vanadia,
che mi aiutò ad amare la matematica spiega Teresa Pugliatti - ha assorbito tutti i
modelli facendoli propri, finendo così per
conservare una totale autonomia di
visione. Le sue immagini, nate sempre
dallʼanimo, ci dicono della sua costante
autenticità, e anche del suo amore per le
piccole cose come le persone». (M.R.)
spontaneo usando il colore come
ma, e Palmina Barbagallo, le cui foto catturano la luce e con movimenti decisi la trasformano in segno netto e vibrante. Durante il vernissage
interverranno sia gli artisti che i curatori. Tra gli ospiti Lisa Bachis, che
illustrerà la sua “Ermeneusi dellʼArte”, metodologia della interpretazione delle opere dʼarte attraverso un
approccio che va oltre la semplice visione estetica. La mostra sarà inaugurata sabato 12 maggio, alle 18, e
sarà visitabile tutti i giorni, escluso
il lunedì, dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 16 alle 19:30 fino a giovedì 24 maggio.
EOLIE
Incontri d’arte a Lipari
Bellezza ed etica alle Terme di San Calogero
Agostino Ferrari. Sullo sfondo un suo dipinto
LIPARI. Un complesso archeologico, con le sue testimonianze di
antichi passaggi, affianca un palazzo termale ottocentesco, dentro
cui hanno trovato posto opere dʼarte contemporanea. Antico, moderno, contemporaneo: gli spazi raccontano, attraverso i secoli, unʼidea di bellezza. “Incontri Mediterranei - Nord Ovest” è il nome della
mostra inaugurata il 5 maggio a Lipari, alle Terme di San Calogero.
Terme che riaprono al pubblico per la seconda volta (la prima fu nel
2011) dopo un trentennio di abbandono, terme che rinascono grazie al lavoro della cooperativa sociale liparota “Fsc Group” e della
“Fondazione Horcynus Orca”. Preziosa è stata la collaborazione con
la Fundación Frax de la Comunidad Valenciana di LʼAlfàs del Pi, da
Alicante, che ha permesso alla curatrice, Martina Corgnati,di esporre alle Terme le opere di tre importanti artisti spagnoli: Ramón de
pagina 43
Soto Arándiga, Vicente Barón Linares, Natividad Navalón. Alle
cui opere si sono aggiunti i dipinti del Maestro Agostino Ferrari e
un omaggio al grande pittore Anselmo, con lʼesposizione di alcune
sue opere ispirate allʼisola di Panarea. «Lʼarte ha un enorme potere
di bellezza. Bisogna continuare a investire nellʼarte e nella cultura
per mantenere in vita luoghi come le isole Eolie. Il trait dʼunion della mostra è il segno, che migra dal passato eoliano fino alle esperienze attuali dellʼarte contemporanea del Mediterraneo»: così Martina Corgnati racconta lʼesposizione. Che ha anche un valore etico:
lʼallestimento della mostra ha coinvolto dodici ex internati dellʼOpg di
Barcellona Pozzo di Gotto, nellʼambito del progetto “Luce è libertà”,
portato avanti dalla Fondazione di Comunità. «Incontri Mediterranei
- spiega Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus
Orca - ha coinvolto nel processo di risanamento di questo territorio
persone scartate dalla società, che hanno dimostrato che bellezza
e liberazione camminano insieme: non si genera sviluppo umano
senza trasformazione degli spazi sociali». La mostra sarà visitabile
fino al 15 ottobre, dal lunedì al sabato.
posterweekend
11 MAGGIO 2012
come... dove... quando...
venerdi' 11 maggio
CATANIA. "Karoshi Atti di legittima difesa".
Teatro Coppola, via del
Vecchio Bastione, 9 ore 21
CATANIA. Umberto
Eco: Odissea nella
Biblioteca di Babele,
presentazione del libro
di Marco Trainito.
Teatro Coppola, via del
Vecchio Bastione, 9 -
MUSICA
ore 17.30
MESSINA. Alla libreria
“Doralice”,
presentazione del libro
“Supermarket mafia”,
di Marco Rizzo.
Ore 18.30
MESSINA. A Kalòs Studio d'Arte (Via Carlo
Botta - Me) è in
esposizione 'L'istinto sul
segno' di Alessandro
sabato 12 maggio
CATANIA. Umberto Eco:
Odissea nella Biblioteca di
Babele, presentazione del
libro di Marco Trainito.
Teatro Coppola, via del
Vecchio Bastione, 9 - ore
17.30
LIMINA. Festa in onore di
San Filippo dʼAgira. La
mattina, la statua del
santo, che pesa circa 700
Kg, viene portata a spalle,
Samiani.
CATANIA. Al Teatro
Massimo Bellini Le
nozze di Figaro, di
Wofgang Amadeus
Mozart. Direttore Sergio
Alapont, Leonardo
Catalanotto. Ore 21
PALERMO. Mostra “Il
mito e le modelle' di
Salvatore Fiume. Reale
Albergo delle Povere
a passo sostenuto e
senza soste, sino in
località Murazzo, distante
dal paese circa 6 Km,
dove si svolge un piccolo
mercato che con le sue
bancarelle multicolori
rende ancor più festosa la
vallata.
CALTAGIRONE. Alle ore
18, Salone di
Rappresentanza del
Comune, presentazione
del libro di Giulia
Cambiolo 'Questa è la
vita!'. Intervengono:
Francesco Pignataro e
Domenico Amoroso. Sarà
presente lʼAutrice
Costanza Grifeo.
CATANIA. 'I giganti della
montagna' di Luigi
Pirandello, regia di
Giuseppe Dipasquale.
Sala Verga ore 21
CATANIA. Teatro
Massimo Bellini Le nozze
di Figaro, di Wofgang
Amadeus Mozart.
Direttore Sergio Alapont,
Leonardo Catalanotto.
Ore 21
PALERMO. Mostra “Il
mito e le modelle' di
Salvatore Fiume. Reale
Albergo delle Povere
CATANIA. Al teatro Ambasciatori fino dal 15 al 27 maggio
di Cesare Natoli
Nilde Iotti, l’anima e la forma
Celentano in jazz
ANCORA UN PASSO avanti nella mescolanza di generi musicali. Quella che in America è una consuetudine vecchia di decine di anni, con i più grandi jazzisti che collaborano a dischi pop e rock senza remore, portando
nuova linfa alla musica leggera con il loro bagaglio tecnico ed
espressivo, da qualche anno è una abitudine che ha preso piede
anche in Italia. Dopo Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè e qualche
altro autore declinato in jazz, ora arriva un nuovo progetto con
Peppe Servillo, leader degli “Avion Travel”, che interpreta le canzoni di Adriano Celentano.
Nel disco, dal titolo “Memorie di Adriano, Canzoni del Clan di
Adriano Celentano”, disponibile anche in Dvd, una band di jazzisti nella quale figurano Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Javier Girotto, Furio Di Castri e Mattia Barbieri rilegge in chiave jazz il repertorio del Molleggiato, da '”Il ragazzo della Via Gluck” fino ad
“Azzurro” in un felice alternarsi di brani cantati e strumentali trattati con leggerezza e raffinate armonizzazioni.
NUOVEVISIONI
centonove
di Marco Olivieri
Un crudele reality show
CAMPIONE DʼINCASSI negli Usa, “Hunger Games”
funziona come gioco visivo dallʼimpatto godibile. Da un
romanzo di Suzanne Collins, il film racconta dellʼautoritario Stato di Panem, tra i resti del Nord America, che annualmente consegna un ragazzo e una ragazza di ogni distretto a un cruento reality show, tra fantasy tecnologico e riferimenti al quotidiano sadismo mediatico. Alla fine ne resterà soltanto uno, bandita ogni umanità. La regia di Gary Ross, che ha scritto la sceneggiatura con la
stessa Collins e Billy Ray, crea uno spettacolo coinvolgente ma non
va oltre la superficie. Nessuna analisi lambisce la storia, con prevedibile sorpresa finale, interpretata da Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e da attori del calibro di Donald Sutherland, Woody Harrelson e Stanley Tucci.
“Hunger Games” di Gary Ross
In programma allʼUci Cinemas e allʼIris di Messina.
In “Il tredicesimo punto” con la regia di Andò la politica come lotta
DI GIGI GIACOBBE
CATANIA. Va in scena martedì 15
maggio (repliche sino al 27 maggio) al
Teatro Ambasciatori di Catania “Il
tredicesimo punto” di Sergio Claudio
Perroni con la regia di Roberto Andò. Le
scene e i costumi sono di Giovanni
Carluccio, le musiche di Marco Betta. Gli
interpreti sono Michela Cescon, Giovanni
Argante, Ruggero Cara, Fulvio DʼAngelo,
Pietro Montandpon. La produzione è del
Teatro Stabile di Catania. Lo spettacolo
ha debuttato la scorsa estate al Festival
dei Due Mondi di Spoleto e ruota attorno
al carismatico personaggio del Nilde Iotti,
membro della Costituente per il Pci nel
1946, presidente della Camera dei
deputati dal 1979 al 1992, eletta nel Pds
nel 1994 e notoriamente legata va
Palmiro Togliatti. « Raramente – dice
Andò - figurano personaggi politici nella
drammaturgia teatrale italiana. Perroni
invece ha scelto la politica e le sue voci
Michela Cescon. Accanto Nilde Iotti
come tema della propria creazione,
componendo due atti unici che hanno
voce di Nilde Iotti, il cui racconto in prima persona
come filo comune la figura di Nilde Iotti.
ci consegna il fantasma di una biografia
Operazione singolare e per certi versi audace. Se
esemplare, dove vita e politica sembrano
cʼè infatti oggi un ambito che appare usurato,
illusoriamente coincidere, persino troppo. Nel
addirittura inascoltabile, è proprio quello della
secondo atto, il segretario di un grande partito
politica e delle sue vociferazioni. E questo avviene
(dʼopposizione) e i suoi collaboratori più stretti
perché, al pari dei suoi protagonisti, il piano
dialogano nel camerino di uno studio TV e litigano
dʼascolto della politica in Italia è sempre lo
(ma il segretario rimane eloquentemente muto per
stesso». Ma vediamo come riesce a variarlo
tutta la durata della pièce) sul “tredicesimo punto”
lʼautore de “Il tredicesimo punto”: « Nel primo atto
di una scaletta predisposta per il faccia a faccia
– chiarisce Andò – Perroni ci lascia ascoltare la
riconoscimenti
libri
musica
freestyle
Rozzi e Ferraro ambasciatori della natura
Le ricette di Franca Costantino
La regina dei cartoni a Messina
L’Italia ai mondiali con Celli
ACIREALE. Sabato12
maggio alle ore 19 nella
sede del Centro
Direzionale del Credito
Siciliano ad Acireale,
sarà consegnato il
premio “Ambasciatore
della Natura” a Sergio
Rozzi, sportivo e
attivista ambientale
Marsicano e a
Tommaso Ferraro,
sportivo Siciliano
detentore del primato di
immersione subacquea
per non vedenti.
Presenzieranno per la
Provincia di Catania
l'assessore alle Politiche
scolastiche, Salvo
Licciardello, il
vicepresidente del
Consiglio, Carmelo
Giuffrida e il consigliere
Gianluca Cannavò; il
responsabile del Centro
Parchi Internazionale
Franco Tassi e il
testimonial Tom Perry
“lʼuomo a piedi nudi”.
Parteciperanno
allʼevento Ferdy Sapio
(cantautore Papaboys),
Carmen Privitera
(giornalista e scrittrice),
il giovanissimo Salvo
Caponnetto (chitarrista).
La conduzione è affidata
al giornalista Daniele Lo
Porto (segretario
Assostampa
di Catania).
PATTI. Eʼ uscito il libro
“Le mie ricette” (Yorick
Editore) di Franca
Costantino. La
pubblicazione è un
omaggio di Gaia Mario
allʼamica dʼinfanzia
Franca, venuta a
mancare lo scorso anno
allʼaffetto di quanti la
conobbero. Per desiderio
di Michele DʼAddea e di
Martina, rispettivamente
marito e figlia di Franca, i
diritti dʼautore saranno
devoluti per sostenere le
iniziative umanitarie di
Lotus Childrenʼs Center e
Progetto Dogon. Il libro
contiene 140 ricette tra
antipasti, primi e secondi
piatti, piatti unici e
soprattutto dolci (ben 52)
e rosoli. Sono ricette che
Franca Costantino ha
raccolto, per lo più, nel
corso di numerosi viaggi e
trascritto in un quaderno
intitolato appunto “Le mie
ricette”. Sono ricette che
celebrano, con
appropriata leggerezza, il
piacere di stare in tavola
con gli amici. Ed è per
questo che ciascuna
sezione è preceduta da
citazioni sullʼamicizia e sul
cibo. Il librò sarà
presentato il 12 maggio a
Patti nella Sala
Conferenze di Piazza
Mario Sciacca ore 18.
MESSINA. La regina dei
cartoni animati per la
prima volta a Messina. Il
9 e 10 giugno alle ore
17.30 al PalaRescifina
S. Filippo di Messina
lʼappuntamento con
Cristina D'Avena Live.
La sua voce, nata allo
Zecchino dʼOro con il
celebre Valzer del
Moscerino, da
piccoli ci ha fatto
sognare,
cantando insieme
a lei le canzoni
dei cartoni
animati. Cristina
DʼAvena (nella
foto accanto)
mette insieme tre
pagina 44
generazioni Insieme
"Mamma, figli e nonni"
Info: 348.4663168.
TAORMINA. L'Italia ha
trovato chi la
rappresenterà alla finale
mondiale di Taormina
del Red Bull Street Style:
sarà Gunther Celli,
giovane freestyler
bresciano, che ha vinto
la tappa di qualificazione
italiana di questo vero e
proprio campionato
mondiale di calcio
freestyle. La finale si è
svolta nella Galleria
Arnaboldi di Pavia dove i
migliori 40 atleti italiani di
questa disciplina si sono
sfidati ieri sera, fino a
tarda ora, esibendo il
meglio del loro repertorio
fatto di spettacolari
palleggi al ritmo di una
musica coinvolgente.
Celli, dal 20 al 22
settembre,
rappresenterà l'Italia ai
mondiali che si terranno
nel teatro greco di
Taormina e sfiderà i
campioni eletti nelle 60
città al mondo che hanno
ospitato le rispettive
competizioni nazionali.
"La giuria - si legge nella
nota degli organizzatori ha premiato la creatività
di Gunther Celli, che ha
saputo offrire momenti di
puro spettacolo e
coniugare fantasia,
controllo e senso dello
show".
posterweekend
centonove
domenica 13 maggio
LIMINA. Festa in
onore di San
Filippo dʼAgira.
Processione per le
vie del paese in
ricordo del giorno
della sua morte.
CATANIA. Al
Teatro Massimo
Bellini Le nozze di
Figaro, di
Wofgang
lunedi' 14 maggio
Amadeus Mozart.
Direttore Sergio
Alapont, Leonardo
Catalanotto. Ore
21
CATANIA. Alle
ore 11, presso la
Feltrinelli (Via
Etnea, 285) fiabe
ecologiche
raccolte in 'Lucky
Strike' (Navarra).
PACE DEL MELA
All'Auditorium
Comunale ore 21
“Trovarsi” di Luigi
Pirandello, con
Mascia Musy, Angelo
Campolo, Giovanni
Moschella, Ester
Cucinotti, Antonio Lo
Presti, Marika
Pugliatti, Monia Alfieri
e Luca Fiorino. Regia
del leader con il capo della fazione opposta, in
quel momento al governo. A un certo punto nella
pièce irrompe la donna che deve truccare il
segretario per la trasmissione. Eʼ una donna del
popolo, arguta, sensuale, e, in breve , col suo
carisma mimetico, sarà lei a divenire lʼarbitro della
contesa in corso tra i politicanti (il tema è se sia
opportuno citare la Iotti, come prevede “il
tredicesimo punto” della scaletta, riportando a
galla un ingombrante fantasma del passato ormai
da tutti dimenticato) imponendo loro il proprio
punto di vista, il proprio orientamento. La sua voce
progressivamente si mischierà con quella dei
politici al punto di confondervisi, sino alla sorpresa
finale, che è bene non svelare per lasciare allo
spettatore il piacere di scoprirla. Nei due testi si
fronteggiano dunque lʼaureo periodo della politica
come lotta per lʼaffermazione della democrazia
italiana, il ruolo delle donne e le conquiste civili per
loro perseguite
dalla Iotti, e
dallʼaltra la
vociferazione
inconcludente e
velleitaria, la
paralisi impotente,
la vacuità e lo
stallo del
politichese
attuale». « Ma ci
sono altri sfondi importanti che il testo di Perroni
riesce a smuovere – conclude Andò – da quello
dello scarto tra una iperbolica razionalità (un
eccesso di controllo) e il desiderio (non detto) di
riconoscere anche nello spazio politico
cittadinanza allʼimprevedibile, cioè alla deriva
sentimentale, affidato alla voce solenne della Iotti
che rievoca la propria vita, a quello, ineffabile, del
rito della rigenerazione della politica odierna e
della sua illusione di comprarsi unʼanima
indossando nuove maschere. Col distacco
scettico dei rabdomanti, Perroni si è messo per noi
in ascolto di voci presenti e lontane, voci di vivi che
sembrano morti, e voci di morti che sembrano
vive. Voci che inseguono lʼanima in bilico della
politica in Italia. In bilico tra lʼanima e la forma, tra
la vita e la morte, tra il Pantheon e la suburra».
eventi
Teatro Massimo celebra Wagner
PALERMO. Il Teatro Massimo
di Palermo ha presentato a
Milano, un nuovo progetto
artistico per il 2013: in
coincidenza con il
bicentenario della nascita di
Richard Wagner andrà in
scena "Der Ring des
Nibelungen". Per la prima
volta nella sua storia, il teatro
palermitano produrrà un
nuovo allestimento del
capolavoro wagneriano,
programmandolo in un'unica
stagione. Il "Ring" verrà
allestito con la regia di
Graham Vick e con le scene e
i costumi di Richard Hudson:
uno spettacolo appositamente
ispirato e concepito per gli
spazi del grande teatro
palermitano; a dipanare le
trame sonore della Sagra
scenica wagneriana sarà
invece Pietari Inkinen. "In
questo periodo - ha
sottolineato il sovrintendente
Antonio Cognata - i nostri più
recenti successi di pubblico e
critica potrebbero farci
dormire sugli allori: a breve
presenteremo il settimo
bilancio consecutivo in attivo,
in felice controtendenza
rispetto a quanto la cronaca ci
ricorda quotidianamente. Di
solito il Ring è considerato
un'impresa 'ammazzateatri':
noi crediamo invece che sia
possibile realizzarla restando
in piena vitalità e sfidando la
crisi".
Enzo Vetrano e
Stefano Randisi.
CATANIA. 'Da
Mozart in poi…',
concerto del
quartetto dʼarchi:
Dammen Quartet.
Direzione artistica:
Maestro Agatino
Mirulla. Chiesa di
S.Filippo Neri, ore
19.30
martedi' 15 maggio
CATANIA.
Mario Venuti Live. Il
cantautore siciliano
presenta il nuovo album
di inediti 'L'ultimo
Romantico (Sony Music).
Alle ore 18, presso la
Feltrinelli (Via Etnea, 285)
CALTANISSETTA.
Teatro Regina Margherita
ore 21 “Nissenità, la città
parla...”, un viaggio nella
mercoledi' 16 maggio
storia di Caltanissetta
attraverso fatti e
personaggi. spettacolo
inedito con l'attore
Giorgio Villa, coadiuvato
da Tony Maganuco che
ne cura anche la regia.
MODICA. Teatro
Garibaldi ore 21 La
trilogia degli occhiali,
testo e regia di Emma
Dante.
TEATRO
11 MAGGIO 2012
VITTORIA.
Presso lo
Spazio
Polivalente
Edonè
'Nunziante Luce del
Mediterraneo',
a cura di
Giammarco
Puntelli.
Nell'ambito del
Vittoria Jazz
Festival Music &
Cerasuolo
Wine.
PALERMO.
Mostra 'Acrylic
city' di Marco
Fratini. Piana
Arte
Contemporane
a
giovedi' 17 maggio
CATANIA.
Maria Rosa
Cutrufelli
presenta 'I
bambini della
Ginestra'(Sp
erling &
Kupfer), con
Josè
Calabrò e
Antonio Di
Grado.
Feltrinelli di
via Etnea.
Ore 18
CALTANISS
ETTA. Villa
Barille (Via
delle
Calcare)
Tango
Argentino,
dalle ore
19.30
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Siracusa, la cantine gioiello
Gaspare Balsamo
Abbecedario
di decolonizzazione
Il “cuntista” di Trapani Gaspare Barrico
sulla scena del Coppola occupato
CATANIA. È sempre interessante constatare
come un artista affronta uno dei nodi più importanti
e intricati della cultura contemporanea. Ovviamente
un rapporto tanto più interessante da considerare
quando ad osservarlo e raccontarlo è un artista che
usa un linguaggio tradizionale e intimamente legato
alla cultura popolare come quello del “cunto”
siciliano. Parliamo di Gaspare Balsamo, un giovane
teatrante e cuntista originario di Trapani (che però
oggi vive e lavora a Roma), che sabato scorso, 5
maggio, ha presentato sulla scena del “Coppola
occupato” di Catania, il suo ultimo lavoro, ovvero
“Tressicilie, abbecedario di decolonizzazione”.
Interessante notare come la produzione di questo
spettacolo sia di “Produzionepovera”, una piccola
casa di produzione di progetti artistici che prova a
proporre una nuova e più oculata modalità di
relazione tra ricerca teatrale e investimento
economico. Lo spettacolo è una riflessione in forma
di cunto sul rapporto tra persistenza del dialetto (in
particolare del siciliano) e comunicazione nella e
della contemporaneità che, se appare un poʼ
ideologicamente affrettata (…se riflettiamo sulla
violenza bellica, politica e militare, con cui
piemontesi e garibaldini hanno, o avrebbero,
proceduto alla conquista e alla presunta
colonizzazione della Sicilia, non dovremmo,
parimenti e altrettanto lucidamente, riflettere sulle
condizioni in cui si trovavano la nostra isola e
complessivamente lʼItalia prima dellʼunificazione?),
è apprezzabile dal punto di vista della capacità,
tutta fisica e teatrale, con cui Balsamo tiene insieme
i diversi (forse troppi) motivi, toni e colori della storia
che porta in scena. Così lʼuso automatico della
lingua italiana si confronta con la forza del dialetto,
che meglio esprime consapevolezza politica e
senso di appartenenza, così la vicenda complessa
dello sbarco dei Mille incontra lʼarcaica, cruenta
eppure umanissima quotidianità del lavoro in
tonnara (la mattanza), così il rispetto della memoria
storica incontra lʼoblio polveroso e museale delle
modalità con cui la memoria viene conservata e il
problema della consapevole mistificazione della
comunicazione politica incontra infine la forza
dellʼarte popolare che sa essere totalmente
refrattaria alla menzogna.
Paolo Randazzo
pagina 45
TUTTO PRONTO A Siracusa per il XLVIII Ciclo di Rappresentazioni Classiche che si svolgeranno dallʼ11 Maggio al 30
Giugno, come sempre, nel bellissimo Teatro Greco. Ad essere rappresentate saranno il Prometeo di Eschilo, le Baccanti di
Euripide e la commedia Gli Uccelli di Aristofane. Cast di altissimo livello anche questʼanno, Maurizio Donadoni sarà Dioniso nelle Baccanti, Massimo Popolizio interpreterà il ruolo di
Prometeo, e Mauro Avogadro sarà Pisetero in Uccelli. Di altissimo livello anche i registi scelti dallʼINDA per lʼallestimento delle tre rappresentazioni che sono rispettivamente, Antonio Calenda, Claudio Longhi e Roberta Torre. Da segnalare inoltre
che con la collaborazione dellʼINDA dal 10 Maggio al 30 Settembre al Museo Archeologico “Paolo Orsi”, si potrà ammirare la mostra “Dionysos: mito immagine teatro” . Scopo dellʼesposizione- commenta la direttrice del Museo Beatrice Basile
- è mettere il visitatore di fronte ai molteplici campi di azione di
Dioniso, partendo dallʼaspetto più noto alla sensibilità moderna – la preparazione e il consumo del vino – per arrivare ad una
definizione più complessa ed articolata della personalità del
dio più amato dagli uomini: dio del teatro, dellʼeros, delle iniziazioni misteriche. Oltre a questa bellissima mostra, o un giro per i vicoli della stupenda Ortigia, magari i tanti che come
ogni anno affolleranno il Teatro Greco di Siracusa durante il
giorno potrebbero fare visita ad una delle tante cantine che si
trovano vicino la città a cominciare da quella della famiglia Pupillo, produttore di un vino caro da sempre a Dioniso, il Moscato
di Siracusa. Oppure tra Pachino e Noto la famosa cantina Feudo Maccari che produce ottimi Nero dʼAvola, mentre poco fuori lʼabitato di Noto cʼè unʼalta famosa cantina Zisola, che prende il nome dallʼomonima contrada dove da sempre si coltiva il
Nero dʼAvola ad alberello.
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SICILIA DA ASSAGGIARE!
Il “Gelu di muluni”
IL “GELU DI MULUNI” è un dolce estivo, palermitano, dai profumi d'Oriente. La sua preparazione più nota è quella fatta per la
ritualità del festino di Santa Rosalia. In altre località dell'isola si
trasforma in dolce tipico del ferragosto. Fu importato dall'Africa
e dall'Asia e venne considerato, all'inizio della sua diffusione, cibo plebeo per poi nobilitarsi nelle mense dei ricchi. Ingredienti:1
melone rosso di circa 5 chili, 100 gr di zucchero per ogni litro di
succo, 80 gr di amido di mais per ogni litro di succo, 50 gr di capello d'angelo, 20 gr di cioccolato fondente, fiore di gelsomino.
Esecuzione: Fare fondere il fiore di gelsomino e tagliare a pezzi il melone. Dopo aver tolto la buccia ed i semi, passarlo al setaccio o in un passa-pomodoro e versare il succo ottenuto in una
casseruola, aggiungendo l'amido, lo zucchero e l'infuso di gelsomino. Mettere la casseruola sul fuoco e fare restringere il tutto, cuocendo a fuoco molto basso e mescolando. Non appena
sarà addensato, versarlo in stampini dalla forma voluta. Lasciare raffreddare per un'ora. Aggiungere il capello d'angelo ed il cioccolato fondente tagliato a pezzetti. Guarnire il tutto con altro
fiore di gelsomino appena cotto e servire.
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11 MAGGIO 2012
posterlettere&...
[email protected]
IO, CITTADINO di Eugenio Caputo
Separazioni, quando
i figli sono “influenzati”
La situazione che investe i suoi figli, ritengo siano
dei minori anche se non specificato, è alquanto
delicata e superabile, per comprendere se
influenzati dalla madre, con la richiesta di una
consulenza tecnica di ufficio che sia capace di
valutare il grado di influenza del genitore e quale
sia il miglior regime di affidamento per loro in una
situazione altamente conflittuale. Infatti, la regola
sullʼaffidamento dei minori sarebbe, normalmente,
quella dellʼaffidamento condiviso che non può,
però, essere adottata qualora si rivelassero
situazioni di alta conflittualità tra i coniugi, per cui
bisognerebbe orientarsi per quello esclusivo. La
situazione, poi, potrebbe essere ancor più delicata
qualora il consulente del giudice, il ctu, dovesse
riscontrare nei minori una sindrome da alienazione
genitoriale, conosciuta con lʼacronimo di P.A.S.;
per cui i provvedimento a carico del genitore che
ha generato o contribuito ad accrescere il
malessere dei minori potrebbero portare anche
allʼesclusione della potestà genitoriale, qualora si
rifiutassero tutti i consigli medici e percorsi
terapeutici utili a risolvere la questione. Ciò in
quanto, la sindrome che colpisce i minori in
separazioni altamente conflittuali non può essere
risolta se non vengono anche temperati e risolti i
dissidi tra i coniugi separandi; soprattutto per quel
coniuge che non è riuscito a superare il trauma
della separazione e riversa il suo disagio
condizionando i propri figli.
È bello passeggiar
con Mary
MESSINA. In questi ultimi tempi, forse anche a causa di ripetuti
vergognosi scandali scoppiati allʼinterno di alcune formazioni politiche,
la gente che mi incontra, mi saluta, ricorrendo a questa frase: “Lei caro
Centofanti è troppo onesto e non può fare politica. “Senza alcuna
enfasi autocelebrativa, pur orgoglioso della mia coerente esperienza,
sono certo che in tutti gli schieramenti ideologici, ci siano tantissime
persone, che custodiscono gelosamente gli stessi valori, da me
professati. Tuttavia la convinzione popolare che un soggetto, sorretto
da sereni intenti di purezza intellettuale ed operativa, non debba
partecipare al confronto pubblico, potrebbe costituire un grave
pregiudizio al ruolo elettivo in una libera democrazia. Ne discende
pertanto la piena consapevolezza di sostenere il pressante anelito di
riscatto socio morale, che innestandosi nella storia personale vissuta
in maniera limpida, possa nobilitare un normale processo dialettico,
stroncando così i sussulti degenerativi e lʼavvento di un perfido patto
manicheo, in cui si privilegia spesso la compiacente elaborazione di
scellerate commistioni, nelle quali i legittimi bisogni del popolo,
vengono violentati dagli affaristi ovunque mimetizzati. Perché
lʼantipolitica possa essere contrastata adeguatamente è opportuno
che il cittadino riconosca nei candidati troppo onesti, ideali e virtù
indispensabili per intraprendere un salutare risorgimentale rivoluzione
morale e culturale.
Calogero Centofanti
Messina
«Pista ciclabile? No,
un gran bazar»
MESSINA. Quando fu inaugurata la pista ciclabile, a Messina, pensai
che la mia città si stesse veramente svegliando.
La mia gioia fu di breve durata, però. La pista era praticamente
inutilizzabile per la presenza di pedoni, carrozzelle, pescivendoli, fiorai
e motocicli che insistevano sulla stessa. Protestai con filastrocche
distribuite alla cittadinanza, con lettere al sindaco e con scambi di
vedute con tante persone. Il risultato fu che, poco tempo dopo, nei
cartelli della pista ciclabile, accanto alla figura della bicicletta, fu
aggiunta lʼimmagine di un pedone. Problema risolto, allʼitaliana.
Stupida soluzione scaturita dalla mente di un trota, sicuramente, che,
in modo tipicamente berlusconiano, ha trovato utile accontentare i
comodosi, i disordinati i passeggiatori di cani che li fanno cacare su
pista, glʼirrispettosi delle disposizioni giuridiche e rendere
completamente inutile una bella conquista. A questo punto mi
permetterei di suggerire lʼaggiunta, nei cartelli di cui sopra,
dellʼimmagine di una tenda, per qualche turista che non sa dove
pernottare.
Alberto Borgia
Messina
Per ulteriori informazioni
[email protected]
tel. 0909430208 - fax 0909430210
ECOLOGIA E AMBIENTE
HERITAGE
«Le persone oneste
facciano politica»
MI STO SEPARANDO da mia
moglie e la pressione psicologica
da lei imposta sui nostri due figli ha
raggiunto livelli tali che mi
accusano di essere io la causa
della separazione, ripetendo le
stesse parole della madre; inoltre,
si rifiutano di incontrarmi fino a quando,
dicono, non darò ragione alle madre su tutte le
condizioni imposte per la separazione. Attendo
con ansia la prossima udienza per capire come
questa situazione potrà influire sul giudizio del
giudice.
Raffaele
Messina
centonove
DI SERGIO BERTOLAMI
MESSINA. Ve la ricordate la
scena? Londra 1906, la tata Mary Poppins porta a spasso i bambini dei signori
Banks. Lei ti sa rallegrar – ripete il motivetto – ed anche quando è un giorno dei
più neri, Mary il sole fa spuntar. Chi è la
Mary di questa analogia, che sa prenderti per mano ed entrare nel fantastico mondo di un disegno? È il volto amichevole
della istituzione pubblica, quando sa trasmettere, con chiarezza lineare, lʼessenza della propria funzione. Lo ha reso possibile la Soprintendenza con una guida tascabile rivolta ai ragazzi. Dice il soprintendente Salvatore Scuto: «I monumenti
di Messina spiccano nellʼabitato moderno come papaveri in un campo verde di
grano». Incuriosiscono, raccontano storie, solo che le storie dei monumenti sono un poʼ più complicate da leggere. Ci ha
pensato Mirella Vinci, responsabile dellʼUnità Operativa II per lʼeducazione permanente e la promozione culturale. Ecco
così una sorta di Moleskine per accompagnare i giovani nelle loro “Passeggiate
nel Centro Storico di Messina”. È il titolo
di questo particolare taccuino, che lascia
trasparire un perspicace programma: interagire con il vivere quotidiano ed alimentare lʼidea di una città non soltanto
abitata, ma tutelata e salvaguardata. Nella planimetria cittadina, il percorso è segnato da 34 monumenti nodali, scelti per
imparare a conoscere la città e scoprirne
il senso dʼappartenenza. Ma non basta.
Per valutare il grado di apprendimento, un
divertente rompicapo mette alla prova lo
spirito dʼosservazione dei fruitori. Perché,
come piegano Michelangelo Alicata e
Paola Trazzi, ogni partecipante è tenuto
ad un feedback: apprendere notizie sullʼantichità dei monumenti, ma anche distinguere, in siffatto abaco ideale di simboli e forme, i particolari artistici di chiese
e palazzi, statue e fontane. Finalmente un
agile strumento capace di suscitare mille
domande, volendosi impegnare in mille
risposte.
[email protected]
di Anna Giordano
Buon viaggio, falchi
SPETTACOLARE, INDIMENTICABILE il pomeriggio del
6 maggio: il cielo si riempie di falchi pecchiaioli, stormi
senza fine, appaiono da ovunque e riempiono il cielo della loro bellezza, regalità, forza, coraggio. Qui erano stragi. Solo ventʼanni fa pochi sarebbero sopravvissuti al passaggio su queste colline, e penso, ad ogni singolo falco
che vedo, che rifarei tutto, senza sosta. Si mischiano negli stormi che quasi ci sfiorano, nibbi bruni, falchi di palude, grillai, gheppi, albanelle minori, pallide, e due cicogne
bianche esauste si posano sul tetto di una casa di Salice.
Case ovunque, unʼaccozzaglia di cemento senza identità. Chi è munito di macchina fotografica non ha sosta, si
sente questo rumore in sottofondo, il clic digitale della
nuova tecnologia fotografica, quasi raffiche ma piacevo-
li per lʼudito, perché non uccidono. Immortalano per sempre lasciando la vita
a chi ce lʼha e merita di viverla fino in fondo, nonostante noi umani e i nostri danni incommensurabili allʼambiente e a loro, incolpevoli conviventi della razza
umana. Il vento è forte, passano bassi,
qualcuno quasi ci sfiora, ripenso a quegli anni bui fatti di
insulti e di canne di fucili che si alzavano ovunque, non
sapendo dove correre per prima per fermarli. Cʼè chi ha
smesso perché ha imparato ad amarli, chi vorrebbe ancora farne trofei inutili della sua vigliaccheria ma per la nostra presenza non può. Penso a chi ha, nel tempo, fatto
la differenza tra le stragi di ieri e il volo libero di oggi. Guardie forestali, Carabinieri, Finanzieri, i volontari di ogni dove che hanno permesso di presidiare questi monti, giorno dopo giorno, tra noia e rabbia, tra sconcerto e soddisfazioni. Penso a chi ha dato un poʼ del suo tempo, della
pagina 46
sua passione, della sua vita per regalarla ai falchi e a chi,
in tempi difficilissimi, cercava di salvarli, semplicemente
chiedendo che una legge dello stato fosse applicata, concetto assai difficile in questa terra di illegalità diffusa. Penso alla pazienza dei miei genitori, al loro lasciarmi libera
di fare la vita che ho fatto, senza mai dirmi di no, forse consapevoli che avrei fatto comunque ciò che ho fatto. Smetto di contarli, cʼè Jean Paul che lo fa, e riempio i miei occhi di queste ore incredibili che si riempiono dei falchi che
amo da sempre. Non mi sembra vero di poter assistere a
questo spettacolo e osservo anche la gioia frenetica di chi
è venuto da lontano per vederlo. 32 anni, una vita, velocissima, senza sosta, cambiando solo le rughe e la stanchezza. Continuano a passare, oltre 20 mila in soli 5 giorni, un tripudio di natura che investe ogni anno questi monti e la invivibile città di Messina. Buon viaggio falchi, la
strada è ancora lunga, saremo qui anche la prossima primavera.
poster...commenti
centonove
ALFABETO MINIMO
di Giovanni Merenda
ELIODORO
Ristorante vietato ai politici
A COME ALFANO. Anche se l'ha
proposto Alfano il decreto legge
per compensare i crediti delle
imprese verso lo stato con le
tasse da pagare non mi pare
male.
B come Bossi. Bossi dopo le
dimissioni ha dichiarato che si
ricandiderà come segretario della
Lega. Chissà come gli girano i
marroni a Maroni...
C come capitali all'estero.
Monti si è deciso, pare, ad
intavolare trattative con la
Svizzera per recuperare qualcosa
dei capitali evasi depositati nelle
banche svizzere. Voglio la mia
parte dei soldi che recuperano.
C come colletta. Si presenta
all'ufficio postale di Porto
Empedocle (Agrigento) e
annuncia di volere compiere una
rapina. Ma l'uomo, un
disoccupato di 51 anni, non fa
paura a nessuno e le persone in
quel momento presenti alle Poste
lo calmano e fanno una colletta
per lui.
D come diavolo. Voi porcelloni
che temevate che collegandovi ai
siti porno potesse cadere sui
vostri PC una maledizione
dall'alto che li bloccasse state
tranquilli. I dati dell'ultimo
rapporto Symantec sulla
sicurezza di internet dicono che
Roma è la seconda al mondo
(dopo Taipei) per numero di
computer infetti. Ogni giorno
partono 42 miliardi di mail spam.
E, udite udite, il web “sacro” (cioè
i siti religiosi/ideologici) è colpito
quasi cinque volte di più delle
pagine pornografiche. La
maledizione c'è, ma è di Satana.
D come disgusto.
C'è un prefetto di Milano che si
chiama Gian Valerio Lombardi e
c'è una “olgettina” che si chiama
Marystell Garcia Polanco,
Marystell, incasinata in una
tempesta giudiziaria ( il suo
convivente è stato arrestato per
droga a bordo dell'auto che Nicole
Minnetti aveva prestato a
Marystell) ha deciso che deve
ottenere la cittadinanza italiana. Il
prefetto, allertato da Berlusconi,
si attiva subito garantendo una
corsia preferenziale alla sua
pratica e nel frattempo le fa
ottenere un permesso per
parcheggiare la macchina dentro
la prefettura. “E mi saluti tanto il
Presidente...”
G come G8 alla Maddalena.
Con il G8 mancato della
Maddalena ci hanno mangiato
cane e porci, i soliti cani e i soliti
porci, con gli appalti assegnati agli
amichetti di Bertolaso con la
scusa della procedura d'urgenza.
Un esempio su tutti: per
trasportare rifiuti inerti sono stai
pagati 156 euro la tonnellata,
mentre il prezzo di mercato si
attesta sui 6 euro.
Non sarebbe l'ora che i cani e i
porci cominciassero a restituire il
maltolto, magari con gli interessi?
G come Grillo. L'ennesima
minchiata di Beppe Grillo, stavolta
sulla mafia, è una minchiata così
grossa che mi rifiuto di
commentarla. La vita è breve e
non la possiamo sprecare
commentando tutte le minchiate
che dice Grillo.
L come laurea. Trovato il diploma
di laurea del Trota. E' di una
università privata albanese. E'
una laurea triennale ma è stata
conseguita solo un anno dopo che
il Trota aveva preso finalmente il
diploma al quarto tentativo a 21
anni. Ha dato 29 esami in un
anno, quindi. E in lingua
albanese. Miracoli della Lega.
Molto divertente.
P come politici. A Fermignano, in
provincia di Pesaro Urbino, un
ristorante, la Locanda La Brace
ha esposto un cartello in cui non
si vieta ma si "consiglia" a "tutti i
rappresentanti di partiti politici, a
ogni livello, di qualsiasi incarico"
di non entrare e di "evitare la
frequentazione" . Possiamo
capirlo, alcune facce dei nostri
politici guasterebbero a chiunque
il piacere di mangiare.
R come Romiti. Romiti dice alla
trasmissione di Fazio che
Montezemolo è bugiardo come
Berlusconi e che sarebbe una
sciagura se Montenzemolo
governasse il nostro paese.
I due capitalisti evidentemente si
amano alla follia.
V come variante di valico.
Stanno costruendo una galleria
per una variante di valico
dell'autostrada del sole vicino
Bologna. I lavori della galleria
stanno facendo letteralmente
crollare un paesino chiamato
Ripoli. Ma non solo. Una perizia
sostiene che la galleria nel corso
del tempo subirà deformazioni e
non sarà più praticabile perché
costruita su un terreno franoso.
I lavori proseguono.
V come video. Il sostituto
procuratore di Perugia Giuliano
Mignini e il pubblico ministero,
Manuela Comodi, del processo
per l'omicidio di Meredith Kercher,
si trovano al centro di un'indagine
della Corte dei conti dell'Umbria.
Sotto la lente d'ingrandimento
della procura contabile c'è una
fattura da 182mila euro. Si tratta
di una consulenza richiesta, nel
corso del processo di primo
grado, dai due magistrati perugini
a una società specializzata nella
video-grafica (la Nventa Id srl). Il
risultato è stato un'animazione in
4D della dinamica del delitto,
costruita in base alle tesi
dell'accusa. Il filmato fu proiettato
in aula durante la requisitoria della
procura. Evidentemente
pensavano di essere a “Porta a
Porta”, dove del resto hanno
tenuto più udienze che al
processo vero. Quanto danno ha
fatto Bruno Vespa in
questi anni!
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Liberi di uccidere
MESSINA. La recente cronaca è piena di reati contro
gli animali. Lʼultima storia a suscitare particolare
clamore è stata quella della donna di Rho che
impiegava le sue scarpe col tacco per trasformare i
propri arti inferiori in armi letali, utilizzate
nellʼesecuzione a sangue freddo di creature scelte per
finire schiacciate sotto calzature alla moda e di
tendenza. Tali “prodezze”, che la carnefice diffondeva
su Internet, lʼhanno condotta ad essere condannata a
4 mesi di reclusione convertiti in una pena pecuniaria.
Così è finita in questo caso, così è andata in
numerosissimi casi del passato e così andrà in
numerosissimi casi del futuro: non un giorno in cella.
La musica cambia totalmente nel momento in cui
vengono commessi “reati” a favore degli animali. Nei
11 MAGGIO 2012
giorni scorsi ha fatto discutere la
liberazione dei cani beagle di Green Hill,
la struttura che a Montichiari alleva
esemplari destinati alla
sperimentazione. Ha fatto molto
discutere perché tra gli attivisti animalisti
coinvolti nella vicenda dodici manifestanti sono stati
arrestati: quarantotto ore di detenzione, per rapina,
furto, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento.
E chi più ne ha più ne metta. Si è parlato di un ingente
risarcimento, nonostante la magistratura, in precedenti
indagini, avesse riscontrato nellʼoperato di Green Hill
numerose violazioni amministrative, sufficienti a fare
revocare la licenza e chiudere lʼallevamento. Chi
restituisce la vita si ritrova in manette, chi la toglie si
ritrova multato ma libero. Testimoniare il diritto alla vita
costa la prigione, arrogarsi il diritto di porvi fine costa
appena una sanzione.
pagina 47
Il lido vicino la piazza che sprofonda
CATANIA. C'è, anzi c'era,
una bella terrazza sul mare di
Catania: piazza del Tricolore.
C'era, perchè la piazza, una
estesa piattaforma di cemento
collocata negli anni sessanta
sugli scogli, è stata
transennata in gran parte,
dopo i primi segnali di
cedimento: crepe che
rischiavano di far precipitare
qualche incaute passante.
Di lavori di ripristino neanche
l'idea: basta una ringhiera di
ferro e un segnale di pericolo.
Che i catanesi vadano a
passeggiare altrove. A
pochi metri, però, si da il via
libera alla realizzazione di un
lido, in parte su terreno privato
e in parte su quello demaniale,
di fatto oscurando un altro tratto
di costa alla città. "Ma prima
c'era solo spazzatura e
degrado" si difendono gli
imprenditori, gli stessi che
hanno violentato piazza
Europa, da oltre cinque anni un
cantiere ormai spettrale,
bloccato dalla magistratura.
Eccoli, i nuovi cavalieri del
lavoro.
150 PAROLE DA PALERMO
Rosario on the road
LA SCUOLA DOVE lavoro si trova nel mio quartiere, vicino
casa. Così vado a piedi. Mentre cammino, spesso “ripasso” le cose che dovrò fare a scuola, programmo la spesa
da fare, penso a cosa cucinare, la sera. Talvolta, comincio
persino a inseguire uno dei miei sogni. Poi, anche se non
sono sicura che un Dio mi ascolti davvero, a volte comincio anche a pregare, con le formule antiche della mia infanzia: Padre Nostro, Ave Maria. E tiro fuori dalla tasca una
corona. Un giorno, incrocio un passante che fissa le mani
e la collana che le intrecciava. Ho avuto la tentazione di ritirarla, quella corona. Non lʼho fatto. Magari, non farei le crociate per il Crocifisso nei luoghi pubblici. Ma ritirare la coroncina sarebbe stato un gesto vigliacco. Non cʼè niente da
vergognarsi a mostrare che non disdegno un contatto con
una spiritualità che potrebbe arricchire una vita disorientata …
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Integrazione, strada difficile
MESSINA. Il recente gravissimo episodio di violenza
nei confronti di un immigrato egiziano, da parte di un
messinese, ha riacceso il dibattito sul tema dellʼintegrazione a
Messina. Oltre la marcia antirazzista, che ha visto una buona
adesione di associazioni e cittadini, sarebbe necessaria una
discussione più approfondita del tema. Innanzitutto è
indispensabile distinguere tra politiche e processi di integrazione.
Mentre le prime vengono promosse dallʼalto e riguardano la sfera
pubblica, i secondi sono relativi alla vita quotidiana, si producono
a livello locale attraverso forme diverse di interazione tra cittadini,
istituzioni, comunità immigrate. Purtroppo accade che i due livelli
vengano invece spesso confusi. Se in una città il livello di
integrazione è alto non è grazie alla Bossi-Fini, ma vale anche il
contrario: il livello scarso di integrazione locale non è una
conseguenza della stessa legge. Sono infatti tante le variabili che
intervengono nei processi effettivi di integrazione. Entrano in
gioco aspetti economici, politici, ma soprattutto culturali, come
lʼuso della lingua e lʼassunzione di stili di vita comuni alla
popolazione maggioritaria. Il livello locale è quindi
importantissimo perchè altri attori, come quelli espressi dalla
società civile, entrano in gioco e modificano sensibilmente la
cornice delle politiche statali. La componente esperienziale
dellʼintegrazione attraverso la quale avvengono gli scambi
quotidiani che producono nei fatti lʼincontro tra popolazioni di
origine diversa è così importante che si deve valutare con criteri
specifici. Criticare la Bossi Fini è giusto, ma non basta a farci
comprendere cosa succede a Messina sul piano
dellʼintegrazione.
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Centonove numero 18 in pdf