L’angelo delle icone Business e relazioni pericolose dietro l’arresto dell’ex ministro Scajola. Ecco tutti i retroscena Vive a Messina una delle più importanti iconografe del mondo. La sua storia. Tra fede e arte A PAGINA 15 Lia Galdiolo Chiara Rizzo Chiara Connection A PAGINA 30 ANNO XXI Numero 19 16 MAGGIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) EURO 1,50 Francantonio Genovese SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA CASO GENOVESE LA CAMERA VOTA A MAGGIORANZA L'AUTORIZZAZIONE ALLA MISURA CAUTELARE PER IL DEPUTATO DEL PD. CRONISTORIA DI UNA GIORNATA NERA. PER LA POLITICA. E LA GIUSTIZIA Arrestatelo 16 Maggio 2014 il punto EDITORIALE La gogna e il consenso DI ENZO BASSO Ci voleva solo il “babbìo” di Beppe Grillo che cerca Francantonio Genovese in un video come la pecorella smarrita nel bosco e poi il twitter di Matteo "Fonzi" Renzi che mastica “le regole sono uguali per tutti”, per capire che ormai a farla da padrone in Italia è la ricerca del consenso a tutti i costi, anche forzando la legge, come la Procura di Messina in questo caso ha fatto. Perché con Grillo da una parte e Renzi dall’altra, con l’ingessata dichiarazione del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita che dice “non si commentano” le decisioni del Parlamento, si è offerto all’Italia uno spettacolo-farsa, indegno di un paese civile. Si chiama gogna. Il messaggio, che passa, per la pancia degli elettori, è l'odio sociale: "anche i ricchi piangono". Ma la rottura delle regole giudiziarie e politiche, però, non è una buona prassi. Dopo la richiesta di arresto, fuori tempo massimo per il tipo di inchiesta che la Procura sta portando a termine, il comportamento del Parlamento è stato quello di un emiciclo “ricattato” da un comico. No, per gli arresti di Genovese, prima che si svolgesse un processo ad hoc come allo stesso Berlusconi è stato permesso per anni, non c’è proprio da gongolare. L’esempio, al ricco politico che strappa e stravolge le regole, non lo si dà così. Lo si dà processandolo e condannandolo con le prove. Consegnandosi alla giustizia, Genovese dà una lezione di stile a chi ne ha chiesto l’arresto per “possibile pericolo di fuga”. Le "prove adulterate o la possibile reiterazione del reato" sono processi alle intenzioni. Quelli seri, di processi, si fanno nelle aule di giustizia. Non in diretta Tv. Sbarchi a Lampedusa Immigrati, segnali di vita dall’Ue L’Italia incassa il plauso dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Ma è tempo che l’Europa tutta presti attenzione. Non solo allo sforamento del debito pubblico DI DOMENICO BARRILÀ I nuovi annegamenti nel Mediterraneo non sembrano fare notizia, giacché una vicenda che si ripete all’infinito smette di esserlo. E’ fatale. La novità, se può essere considerata tale, è che si notano flebili segnali di esistenza in vita da parte di soggetti sovrannazionali, in genere molto attenti allo sforamento del debito pubblico oppure ai capitolati sulla conservazione del lardo di Colonnata. Le cose immateriali, infatti, sono più comode da accudire, non creano complicazioni, non parlano, non piangono, non ci fanno sentire in colpa, si fermano sulla superficie della nostra pelle e non vanno oltre. Gli oggetti inanimati sono compagni di viaggio ideali. Per i morti al massimo ci sono quelle frasi cesellate dagli uffici stampa che ipocritamente rappresentano il dolore (finto) di chi avrebbe dovuto arrivare prima invece si è accucciato sperando che d’incanto l’esodo verso le nostre coste cessasse. Evento improbabile, troppo dislivello tra le due sponde. Per quanto possa apparire sorprendente, chi tra i paesi europei esce a testa alta è proprio l’Italia che, al netto delle reprimende interne di uomini primitivi che non vogliono dividere con nessuno i loro archi, le loro frecce e le loro prede, si è presa delle responsabilità. A macchia di leopardo, però, perché ci sono regioni e comuni furbi che non vogliono saperne di farsi carico di chi viene a respirare una parte della loro aria. Incassa il plauso dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), il nostro paese, che alla fine del 2013, dopo un naufragio più fragoroso di altri, 366 morti nei pressi di Lampedusa, aveva avviato l’operazione “Mare Nostrum” per il pattugliamento del Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 Mediterraneo, con l’intento di evitare nuove carneficine. Una decisione che, come ricordava il Ministro della Difesa Roberta Pinotti in un question time dei giorni scorsi, ha permesso di soccorrere “27.790 migranti, 3.034 dei quali minori”. Nella stessa operazione “Sono inoltre stati arrestati o denunciati 207 scafisti". Il ministro si è anche soffermato sul mutamento della tipologia dei migranti, generato dai conflitti nel nord Africa e regioni limitrofe, con notevoli contributi dalla Siria alla cui crisi non si è riusciti finora a porre rimedio. Proprio questa origine bellica dei nuovi migranti, fa si che, dice sempre il ministro nel suo intervento, addirittura i due terzi di questi avrebbero i requisiti per chiedere asilo. Altro dato non trascurabile è rappresentato dal fatto che il 93% dei migranti che affollano, rischiando o perdendo la vita, il Mediterraneo transita dalla Libia, un paese che dopo la caduta del sanguinario regine di Gheddafi è precipitato in una condizione di instabilità di cui non si riesce a indovinare la fine. Un ventre molle, una terra di nessuno, la Libia, da dove sciamano oggi anno decine di migliaia di persone in cerca di nuovi mondi. Numeri imponenti anche nei primi quattro mesi di quest’anno, si parla, fonti ufficiali, di oltre 24 mila sbarchi e 170 morti. Contabilità biblica dietro la quale può smarrirsi il dolore di quelle creature in carne e ossa che si prendono rischi inauditi per raggiungere le nostre coste. Tra di loro moltissimi i minori. Bambini e ragazzi come i nostri, quelli che la mattina accompagniamo per mano fino al ventre degli edifici scolastici per evitare loro ogni forma di pericolo. Una bella differenza, giustificata non si sa bene da cosa, anzi da nulla. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. 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Perché, con i venti che tirano all’Irsap, l’istituto guidato da Alfonso Cicero, che ha la missione di liquidare l’esperienza disastrosa delle undici Asi siciliane che più che insediamenti industriali hanno prodotto contenziosi a catena, gli stipendi sono sempre più a rischio. Più che una montagna, le liquidazioni milionarie che gravano sugli enti da smantellare rischiano di essere una rovinosa slavina. Qualche cifra? A Messina solo il tfr, il trattamento di fine rapporto, della dirigente Anna Randazzo si attesta su 403mila euro, con un trattamento pensionistico mensile di “appena” tredicimila euro. Poco rispetto a un altro dirigente messinese, Serafino Bruca, che di pensione arriva a 14mila 700 euro al mese, surclassando Aldo Pollicino, che MESSINA. Ogni seduta gettone di 500 euro Consiglio sorveglianza Innovabic Miloro e Bisginano forever MESSINA. C’è una linea di continuità tra le precedenti giunte comunali e provinciali e quelle di Renato Accorinti e del commissario Filippo Romano? Sì. All’ultimo consiglio di sorveglianza, l’organo che sovrintende le decisioni tecnicooperative. di InnovaBic, a rappresentare il Comune di Messina e la Provincia, soci insieme all’Università, si sono presentati due amministratori di Orazio Miloro fiducia dell'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, Orazio Miloro, e dell'ex presidente Nanni Ricevuto, Michele Bisignano. Per ogni seduta del consiglio di Bisignano sorveglianza spetta ai componenti un gettone di 500 euro, poco rispetto ai duemila che, come componente del consiglio di amministrazione, un tempo richiedeva l’ex assessore al Bilancio, Mario Centorrino. Alfonso Cicero arriva a ottomila euro e Luigi Zingales, 7,900 euro. Una montagna di denaro, che la Regione non sa più dove prendere. Tanto che sono a rischio gli stipendi, da meno di duemila euro, dei dipendenti “superstiti”. I direttori da liquidare all’Irsap, ben 25, costano 3, 2 milioni di euro. Ma nella corsa forsennata alla pensione si registra un fenomeno che ha già attirato l’interesse della magistratura: su 508 dirigenti della Regione, ben 365 hanno chiesto di usufruire della legge “104”: lamentano tutti di avere un malato grave a casa da accudire. Ha fatto scuola in questo senso il “caso” di Piercamillo Russo, il dirigente regionale in quota Pd che ha chiesto la “104”, e pochi giorni dopo è stato nominato assessore alle Infrastrutture dal governatore Lombardo. Oggi fa l’avvocato, nello stesso studio che fu del presidente dell’Antitrust, il palermitano Pitruzzella, e cura le cause girate dalla Regione, come il miliardario contenzioso con il gruppo Falk, per la mancata realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. La difficile materia delle pensioni Irsap ora è arrivata sul tavolo del presidente della commissione Attività Produttive, Bruno Marziano, a caccia “di una soluzione legislativa che salvi i diritti acquisiti”. SOMMARIO PRIMO PIANO 6. Chiara Connection Retroscena sugli arresti del caso Matacena POLITICA 9. Aronica, prefetto commissariato La Consulta ridiscute ruolo e funzioni del rappresentante dello Stato 10 Genovese, tappa a Gazzi La Camera dice sì all’arresto del leader Pd 12. Mazzeo, candidato a Muos duro Parla il giornalista saggista che sfida gli Usa 13. Catania, che fine ha fatto l’Mpa Da una legislatura all’altra, ecco dove sono finiti gli autonomisti in corsa nel 2009 14. Brolo, comizi e querele In piazza l’ex sindaco e l’onorevole Laccoro. Partono le querele 15. Al voto col Grande Fratello Duelli in tv a Mistretta 16. Rifiuti, Gesenu nel mirino I sindaci contestano il debito milionario SICILIA 17. Università, la ricerca resta al palo Impossibile accedere alle riviste e ai volumi in formato elettronico 18. soprintendenza, Scuto vince a metà Accolto il ricorso dell’ex titolare di Messina 19. I baraccati di corso Cavour Case catastate come “economiche o popolari” 20. Astra, fucina d’oro Sofia Sfameni e Emma Gervasi campionesse d’Italia 22. L’argilla diventa tridimensionale A Spadafora un museo 23. Ganzirri? Esce dal pantano La Provincia avvia l’iter per la gestione dei laghi 24. Barbaro, la sanità che fa bene Il premio alla dottoressa del Consultorio di Messina ECONOMIA 25. C’era una volta il Jolly In arrivo il cambio di destinazione d’uso 26. In affari col suino Il rilancio dell’agroalimentare dei Nebrodi 27. L’invasione dei lidi A Giardini troppe concessioni sulle spiagge POSTER 29. Lia Galdiolo, angelo delle icone Ad Alì una delle massime esperte di iconografie RUBRICHE 4-5. Settegiorni 28. Qui Europa/Consulenti lavoro/Consumatori 32. Libri / Classifica / Lacerti di Letture 38-39 Lettere & Commenti 38. Qui scuola/Heritage/Ecologia e Ambiente 39. Eliodoro/ Animal House 39 150 Parole da Palermo centonove pagina 3 Anche Martino Russo nello staff della Furnari MESSINA. Antonio Grasso, funzionario del Bilancio, capo di gabinetto; “vice” il messinese Martino Russo, segretario particolare Pippo Morano. E’ lo staff che affiancherà il neo assessore alla cultura della Regione, Giusi Furnari. DIVORZI POLITICI Megafono in frantumi, deputati verso Renzi MESSINA. Un supergruppo, “moderato e di centrosinistra” di supporto all’area Renzi-Faraone. E’ l’ipotesi alla quale stanno lavorando alcuni deputati pronti a lasciare il Megafono: Nino Oddo, Giovambattista Coltraro, Nello Di Pasquale, lo stesso capogruppo Giovanni Di Giacinto. Da Catania dovrebbe arrivare Gianfranco Vullo. La formalizzazione avverrà dopo le europee. TRATTATIVE Birrificio Messina, distribuzione Ferrerelle MESSINA. Potrebbe essere la Ferrarelle il distributore della birra del Birrificio Messina. La grande impresa dell’acqua minerale, infatti, ha mostrato disponibilità a fare da vettore all’interno della catena della grande distribuzione alla cooperativa pronta a sbarcare sul mercato in autunno. FORMAZIONE Enfap, pronto il piano di licenziamenti per 500 MESSINA. Il presidente dell’Enfap, ente vicino alla Uil, che è anche direttore dell’Ecap, ente vicino alla Cgil, ha già predisposto il piano: dal primo luglio scatterà, ai sensi della legge 223, il licenziamento collettivo, per quasi 500 lavoratori in Sicilia, utile all’avviamento verso la mobilità. IACP DI MESSINA Gli “Invisibili” chiedono copia del regolamento MESSINA. Una copia del regolamento di assegnazione delle case Iacp, un patrimonio di 9300 alloggi in tutta la provincia, è stata chiesta alla direzione dell’Istituto dall’associazione gli Invisibili di Messina. Si vuole verificare se nell’assegnazione, si sia sempre rispettato il “buon governo delle norme”. 16 Maggio 2014 CHI SALE Angelo Caristi MESSINA. Conoscendo la sua attitudine per le guerre, tanto che sta allestendo un museo sulle incursioni aeree in contrada Scoppo, il coordinatore regionale di Forza Italia ha deciso che l’incarico migliore per il coordinatore cittadino fosse appunto quello di “Sentinella del voto”. Salvo Lipari E’ stato eletto oggi all’unanimità presidente regionale dell’Arci, dal Consiglio regionale dell’associazione. 48 anni, impiegato, già presidente di Arci di Palermo, succede ad Anna Bucca che ha guidato l’associazione per 8 anni. “Quello che ci aspetta – ha spiegato – è un lavoro difficile in un momento di grave crisi sociale, ma l’Arci è stata, è, e continuerà ad essere sempre protagonista sul territorio con i suoi circoli e le migliaia di soci che giornalmente cercano di costruire percorsi e progetti per una società più equa e solidale”. Francesco Montenegro MESSINA. Maglietta bianca e rossa sulla tonaca, al grido «chi non salta mafioso è» l' arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro ha incitato oltre 4.000 ragazzi riuniti a San Giovanni Gemini per Giovaninfesta 2014. Il video, sta spopolando sul Web. «Bisogna parlare un linguaggio diverso per aprire nuove brecce» Jacopo Dall’Oglio MILAZZO. Il centrocampista mamertino della Reggina, durante il match del campionato cadetto contro il Siena ha dedicato il suo primo gol fra i professionisti all'ex compagno di squadra nel Milazzo Marco Salmeri, scomparso in un incidente stradale lo scorso 27 aprile, mentre ritornava dalla disputa del match Due Torri-Savoia. Lucia Borsellino PALERMO. L’assessore alla Sanità ha dato vita al Codice rosa contro la violenza sulle donne e le persone fragili. Una task force di operatori sanitari, psicologi e assistenti sarà presente nei pronti soccorso per dare assistenza e sostegno alle vittime, curando e facilitando la raccolta della denuncia, in casi con caratteristiche compatibili di violenza sessuale e/o domestica. settegiorni MESSINA. Protocollo d’intesa Tribunale-commercialisti Prevenzione criminalità Presto una task force MESSINA. Un protocollo di intesa, il primo in Italia nel genere, per formare esperti in “Prevenzione e contrasto dei fenomeni della criminalità di tipo mafioso” in grado anche di amministratore il patrimonio sequestrato alla mafia. E’ stato firmato,. giovedì 15, nell’ufficio del presidente del Tribunale di Messina, Antonino Totaro. Erano presenti, il procuratore capo Guido Lo Forte, il presidente degli avvocati, Francesco Celona, quello dei commercialisti, Enrico Spicuzza e il professore Giovanni Moschella, in rappresentanza dell’Università di Messina. Gli enti promuoveranno un master di primo e Enrico Spicuzza secondo livello, riservato a giovani laureati in scienze politiche internazionali, e/o giuridiche, sociologiche o socio-economiche; amministratori e dipendenti degli enti locali; operatori della pubblica sicurezza, interessati all’aggiornamento professionale; tutte le figure professionali, commercialisti e avvocati in testa che richiedono competenze specifiche, per la corretta gestione dei beni sequestrati alla mafia. Del comitato scientifico, faranno parte tre docenti universitari, oltre il direttore del Master; un rappresentante della Procura, uno del Tribunale, un rappresentante dell’ordine degli avvocati e dei commercialisti. SOCIETÀ Monforte, convegno sulle ricerche storiche nel Val Demone Monforte San Giorgio. Sabato 17 e domenica 18 maggio nella Chiesa di S. Antonio si terrà un convegno su “Ricerche storiche e archeologiche nel Val Demone” con la partecipazione di vari studiosi: Padre Alessio Mandranikiotis, Lia Galdiolo, Giuseppe Ardizzone Gullo, Daniele Macris, Roberto Motta, Piero Gazzara, Guglielmo Scoglio, Filippo Imbesi, Luigi Santagati, Michele Fasolo, Giuseppe Pantano, Salvatore La Monica, Franco Biviano, Giovan Giuseppe Mellusi, Franz Riccobono, Rosario Moscheo. Messina, convegno interregionale Disal scuola allo “Jaci” Messina. Venerdì 16 maggio, alle 10,30, all’Istituto “Jaci” si svolgerà il convegnolaboratorio Sicilia/Calabria "Valutazione delle ISA e amministrazione trasparente" della Disal (Associazione dirigenti scuole autonome e libere). Col dirigente scolastico Rosario Abbate, interverranno Ezio Delfino, Presidente Nazionale Disal e i dirigenti scolastici Mariapaola Iaquinta e Lorenzo Benicasa. Milazzo, all’ex Trony in mostra le opere di “Re” Milazzo. Verrà inaugurata martedì 20 maggio, alle 19, “Livelli atmosferici di natura artificiale”, personale di RE nella sede espositiva dell’Ex Trony di Milazzo. La mostra, organizzata dalla Cooperativa Arte e a Capo, è curata dalla storica dell’arte Stefania Lanuzza. Dopo il successo ottenuto allo Spazio Oberdan di Milano, dove la sua opera Ectoplasma è stata selezionata tra le 25 finaliste del Premio Ricoh 2014, RE è protagonista della sua prima mostra personale, in cui saranno esposte 50 opere. MESSINA. Divertimento e punti informativi per i progetti di Vip Italia Onlus a piazza Cairoli Giornata del naso rosso tra gag e solidarietà Messina. Domenica 18 maggio si svolge la X Giornata nazionale del Naso Rosso (GNR), in contemporanea in 53 piazze italiane, promossa da VIP Italia Onlus per diffondere la cultura della gioia e della solidarietà. A Messina, dalle 10 alle 20.30, a Piazza Cairoli, i volontari clown di corsia dell’associazione di volontariato VIP – ViviamoInPositivo Messina organizzano una giornata nel segno dell’allegria e di gag, giochi, magie, trucca bimbi, canti, balli, punti informativi su come diventare clown di corsia e sulle attività associative. Obiettivo: sensibilizzare e di raccogliere fondi a favore dei progetti di Vip Italia Onlus. SENTENZE. La Cassazione conferma otto mesi di reclusione a Minardo e Siracusa per il caso Pintabona Condanne al Cas, «gioco di specchi» alla peloritana Il duro atto d’accusa del procuratore generale che si è già occupato di Messina con l’affaire Veterinaria MESSINA. La Cassazione ha confermato la condanna a otto mesi di reclusione per Antonio Minardo, ex presidente del Cas (Consorzio autostrade siciliane) nel 2007 e Felice Siracusa, ex dirigente dell'area tecnica del Consorzio e facente funzioni di direttore generale. L'accusa è abuso d'ufficio. I fatti riguardano il concorso per il posto di dirigente generale vinto dall'avvocato Olivia Pintabona nel 2005 e attribuitole, solo dopo un contenzioso, nell'ottobre 2008. Minardo e Siracusa avrebbero evitato la nomina di Pintabona, dando un incarico di direttore generale, senza concorso, all'ingegnere Vincenzo Pozzi. E' ancora in corso il giudizio contro i componenti del consiglio direttivo, Torre, Faraone e Paffumi che avevano espresso voto favorevole per il conferimento dell'incarico a Pozzi. Questi ultimi, assolti dal Tribunale di Messina con sentenza depositata a marzo, dovranno difendersi nel giudizio d'appello richiesto dall'accusa. Nel medesimo giudizio e per le condotte di abuso dovrà difendersi anche Patrizia Valenti, attuale assessore regionale e presidente del Cas fino alla sua decadenza, disposta nel luglio 2009. Una "labirintica vicenda siciliana. Un gioco degli specchi ....di luci e di ombre …." utile a deviare lo sguardo dalla direzione giusta. Esordisce così il Procuratore Generale all'udienza di martedì 13 nella sua requisitoria per chiedere il rigetto del ricorso proposto da Antonino Minardo e Felice Siracusa. Una consuetudine peloritana, “un caso di scuola di esercizio di potere orientato alla realizzazione non già Antonio Minardo centonove pagina 4 dell’interesse pubblico ma di un interesse personale ed egoistico, collidente e diverso da quello per il quale il potere è attribuito”. Non è la prima volta che la VI Sezione penale della Cassazione si occupa degli abusi d'ufficio commessi per neutralizzare gli effetti di un concorso pubblico quando il migliore, che vince, non è anche il prescelto. Come quello già definito (sempre dalla VI Sezione della Cassazione) lo scorso anno per alcuni degli imputati dell'affaire Veterinaria che ha coinvolto l’Università degli studi di Messina (il professore Raffaele Tommasini ed altri che hanno visto confermata la sentenza di condanna). In aula presente anche il padre di Antonio Minardo, che insieme al prof. Franco Coppi ed all'avvocato Gullino, mostrava i segni della sua inquietudine per aver lanciato il proprio rampollo nell’impossibile impresa: governare il “caos del Cas”. Olivia Pintabona, difesa dall’avvocato Aurora Notarianni, raccoglie così ragioni postume del suo diritto all’incarico di direttore generale per ottenere il quale innumerevoli volte ha dovuto chiedere tutela. La Pintabona, infatti, è morta il 16 giugno del 2011. settegiorni 16 Maggio 2014 CHI SCENDE COCKTAIL. Il pluripremiato fiduciario dell’Aibes approda nello sdoppiamento del ritrovo del Viale Prestige con Porco A prendere il suo posto in postazione da Doddis il giovane bartender Marco Romano MESSINA. Svolta “epocale” nel mondo dei bar messinesi. Giuseppe Porco, storico bartender del ritrovo Doddis cambia “postazione”. Pluripremiato, nonchè vincitore del concorso nazionale Aibes nella categoria after dinner con “Bay Dreams” (è attualmente fiduciario per la Sicilia dell’associazione), diventerà presto l’elemento di richiamo dello sdoppiamento del “Prestige” di viale San Marco Romano Martino (già Galimi e, ancor prima, Aiello). Il locale aprirà dove, fino a poco tempo fa, c’era il “Caffè Antico”, all’angolo tra le vie Cesare Battisti e Tommaso Cannizzaro. Un luogo, comunque, rimasto nella memoria come bar Select, o ex Select, che fu un ritrovo storico di Messina fino a un decennio fa. Molti i cavalli di battaglia di Porco, tra cui la Caipiroska alla frutta (in particolare al mandarino cinese), cui si aggiungono i grandi classici. E da Doddis? Nel bar pasticceria di via Garibaldi, ormai Mago Atanus MESSINA. Per il celebre mago messinese, tornato alla ribalta dopo un periodo di silenzio, c’è amore e amore, tanto da dover offrire servizi specifici. Seppur “specializzato in legature amorose”, nella sua ultima pubblicità, Atanus sottolinea in caratteri grandi e all’ultima riga, una nuova offerta: “Riavvicinamento amori gay”. Guglielmo Sidoti MESSINA. Decisamente, il giovane senatore accademico dell’Ateneo di Messina non potrà puntare il dito, per lungo tempo, per stigmatizzare l’attività universitaria che non lo convince. Sidoti, infatti, è riuscito a chiudersi l’indice nello sportello dell’automobile, rendendolo inutilizzabile. Calogero Ferlisi Giuseppe Porco meta fissa degli aperitivi anche mattutini (la domenica è gettonatissimo da politici e professionisti), è già entrato in postazione il giovane Marco Romano, che ha recentemente collezionato un nuovo riconoscimento Aibes. Con Doddis, Romano diventa definitivamente un barman alla “luce del sole”, visto che a conoscerlo sono stati, fino ad ora, soprattutto gli amanti della vita notturna. R.C. MILAZZO. La comandante Puleo denuncia la violazione della privacy La vigilessa e il video che scotta Milazzo. Di compromettente in realtà c’è ben poco. Una banale goliardata poco prima di una seduta dal fisioterapista. Ma a Milazzo il video postato sia su facebook che su youtube, è schizzato a quasi seimila visualizzazioni in poche ore, e cresce di giorno in giorno. Ormai è di dominio pubblico e fa discutere nei bar e in piazza. Vittima di questo scherzo di cattivo gusto è la comandante della polizia municipale di Milazzo, Giuseppa Puleo, che si è rivolta alla procura della repubblica con una dettagliata denuncia e la richiesta di rimuovere il video dai social network per violazione della privacy. Tutto nasce da un profilo facebook fasullo che ha postato il video e chiesto l’amicizia a cittadini milazzesi, associazioni e organi di stampa locali. Al suo interno un unico post: un video che promette uno “spogliarello”. Protagonista la comandante Puleo che prima di Giuseppa Puleo sdraiarsi sul lettino di un fisioterapista si toglie in modo ironico l’abito a fiori simulando uno spogliarello. In sottofondo la voce di una ragazza che - ridendo - commenta la “performance” davanti al massaggiatore. La comandante è andata giustamente su tutte le furie. Ha scritto in procura e ha cercato di proteggere la sua privacy. Inutilmente. Il video è sulla bocca (e i telefonini) di tutti. Seimila le visualizzazioni su youtube. Tanti gli interrogativi: in che occasione è stato girato il video? Chi è l’autore? Chi l’ha postato su youtube? E quali sono le motivazioni che hanno portato ad un simile gesto? Risposte a cui dovrà rispondere la procura. ROSA E NERO Termini Imerese ricorda lo scultore Sgarlata PALERMO. Si inaugura oggi l'itinerario museale "Percorso d'autore: la vita, le opere e il pensiero di Filippo Sgarlata", nel museo Civico "Baldassare Romano" di Termini Imerese. L'itinerario, che gode del patrocinio dell'assessorato regionale ai Beni Culturali e all'Identità Siciliana, oltre che del Comune di Termini e del Museo, coinvolgerà le sale del Museo Civico, la sala municipale "Vincenzo La Barbera" e anche la Casa Museo dell'artista che sarà aperta al pubblico per l'intero periodo dell'iniziativa, in programma fino al 12 luglio. Patti, è morto il padre di Tony Cairoli PATTI. Grave lutto per Tony Cairoli, il pluricampione del mondo di motocross. Mercoledì 14 è morto il padre Benedetto, 67 anni, colpito da infarto mentre alla guida dell’auto stava raggiungendo la sua abitazione in contrada Maddalena di Patti. L’uomo, accusato il malore, è finito fuori strada in una zona piena di sterpaglie, ed è stato portato fuori a fatica. Cgil a lutto per Poldo Ceraulo PALERMO. E' morto a Palermo l'ex sindacalista della Cgil e consigliere comunale del Pci, Leopoldo "Poldo" Ceraulo, che avrebbe compiuto 61 anni domenica prossima. Insegnante di matematica, preside e collaboratore dell'Ufficio scolastico regionale, Ceraulo è stato stroncato da un infarto mentre tornava a casa dopo il comizio di Matteo Renzi a piazza Politeama. centonove pagina 5 MESSINA. Il comandante della Polizia municipale messinese perde il suo “appeal”. Per avvicinare i cittadini all’istituzione, Ferlisi ha deciso di “riesumare” l’iniziativa di dedicare due ore del martedì ed il giovedì ad una “linea diretta” per ascoltare le segnalazioni dei cittadini. Risultato? Scarsissimo: hanno chiamato solo in due. Raphael Rossi MESSINA. Il “superconsulente” di Messinambiente non ama i convenevoli, e a costo di risultare brutale risponde “pane al pane”. Ai giornalisti che, dopo la conferenza stampa di presentazione, gli hanno chiesto il numero di telefonino per poterlo contattare, Rossi ha risposto secco? Macchè telefonino...t anto, non rispondo mai, quindi è inutile”. Ha lasciato però la sua email. “A quella rispondo”, ha spiegato. Senza specificare, però, con che tempi... Franco Battiato CATANIA. L’artista catanese non ha certo il senso della misura. A Catania per la presentazione della rassegna di appuntamenti 'La Natura della mente' di cui è direttore artistico, Battiato ha voluto esagerare: "Rosario Crocetta doveva approfittare della mia uscita per licenziare tutti. Allora diventava una specie di Federico II di Svevia...". 16 Maggio 2014 primopiano Chiara Rizzo con Amedeo Matacena INCHIESTE. La latitanza di Amadeo Matacena inguaia la moglie e l’ex ministro Scajola Chiara Connection Un patrimonio da preservare, il carcere da evitare, una rete di fiancheggiatori, la ‘ndrangheta: Passa dallo Stretto la vicenda che sta animando le cronache. Gialle e Rosa. Tra Montecarlo e Dubai DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. “Altro che latitanza dorata, qui a Dubai vivo facendo il maitre”. Ascesa e declino di Amedeo Gennaro Raniero Matacena, ex deputato, armatore con la Amadeus Spa e rampollo di una famiglia di armatori, viveur a Montecarlo e amico dei potenti, condannato per concorso esterno e oggi latitante, è tutta in quelle dieci parole confessate a Repubblica. Caduta che rischia di portare con sè alcuni dei potenti che gli sono stati amici. Il più potente dei quali è Claudio Scajola, ex pluriministro di Forza Italia e oggi ai domiciliari per aver favorito la latitanza dell’ex collega di partito. ARRESTI PER COLAZIONE. E’ giovedi 8 maggio quando le agenzie battono la notizia dell’arresto a Roma, dalla direzione investigativa antimafia (DIA) di Reggio Calabria, dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, raggiunto a Roma da un provvedimento di custodia cautelare con l’accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia ora latitante a Dubai. Nell’ambito dell’operazione, denominata “breakfast” che punta a ricostruire i movimenti dei capitali illeciti delle cosche calabresi (e prende avvio dall’inchiesta sui fondi neri della Lega Nord), sono ai domiciliari altre cinque persone: Raffaella De Carolis, madre di Matacena, Martino Politi e Maria Grazia Fiorsalisi, rispettivamente assistente e segretaria di Matacena, la segretaria di Scajola Roberta Sacco, e Antonio Chillemi, legale rappresentante della Amadeus. Nella stessa operazione, oltre al mandato di cattura anche per Amedeo Matacena, ne spunta uno per la moglie Chiara Rizzo, poi arrestata a Nizza l’11 maggio. E la vicenda, da giallo che era, si tinge di rosa. DA MONTECARLO CON FURORE. E’ la presenza di Chiara Rizzo, messinese di nascita, residente a Lipari ma monegasca d’adozione, che scatena le fantasie pruriginose dell’opinione pubblica. La bella quarantatreene che gira lungo le strade del Principato in Porsche, si fa fotografare in pose plastiche sul cofano di una Ferrari e per sposarsi decide di dire “sì” a Luxor, in Egitto, su una nave ancorata alle rive del Nilo, ha un rapporto speciale con Scajola, con il quale ha un atteggiamento parecchio familiare, al punto di usufruire della scorta dell’ex ministro per motivi personali. Non solo. SEGRETI & CONFESSIONI. Perchè oltre alle “cointeressenze economiche” oggetto dell’indagine, i due si scambiano confidenze, qualche favore e, da parte dell’ex ministro anche un po’ di stizza. Quando Scajola organizza un incontro con un professionista per aiutare Chiara Rizzo a far girare dei fondi, alla notizia che il professionista ha fatto un po’ il “cascamorto”, sbotta stizzito. Ma le cortesie non si limitano solo alle segnalazioni: all’inizio dell’anno Scajola si mette alla guida di una Alfa Romeo, prende Chiara Matacena a Ventimiglia, al confine col principato di Monaco, la scarrozza fino ad una riunione d’affari che la bella donna ha nel milanese e la attende in auto per qualche ora. Nel frattempo, Scajola trova anche il modo di “inguaiare” qualche collega di partito quando, nel corso di una discussione, confessa alla bella Chiara la gratitudine che serba nei confronti di un esponente del suo partito per il suo supporto durante le grane giudiziarie precedenti. Circostanza, questa, che avrebbe indotto L’arresto di Scajola centonove pagina 6 gli investigatori ad allargare il giro delle indagini per cercare di capire chi avrebbe interesse a coprire la latitanza di Matacena. QUELLE TRATTENUTE.... Secondo il Gip Olga Tarzia, “appare evidente, invero, che le operazioni che la donna pone in essere siano funzionali al resettaggio degli asset societari e alla ricollocazione della titolarità dei beni che si vogliono, di tal guisa, sottrarre ad eventuali aggressioni di natura giudiziaria”. Tipo, per esempio, il “maneggiamento” di un conto aperto presso il Monte dei Paschi di Siena dalla Amadeus sul quale, scrive il giudice, la "Caronte & Tourist S.p.A." dispone bonifici in favore della società Amadeus S.p.A. avente quale casuale "Trattenuta quota rampa m/n Amadeus”. “Non appare chiara la ragione secondo la quale la Rizzo possa disporre del conto corrente intestato ad una società a lei totalmente estranea” quale la Amadeus, conclude il giudice. Se non fosse che, ad un certo punto, Chiara decide di separarsi da Amedeo. Forse, dicono i giudici. O forse no. Più probabilmente no. SEPARATI IN CASA. Nel 2013 Matacena è condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa a 5 anni di carcere, per i suoi rapporti con la cosca di ‘ndrangheta dei Rosmini di Reggio Calabria, ma evita l’arresto fuggendo a Dubai, negli Emirati Arabi, un paese che non ha stipulato con l’Italia trattati di estradizione. La lontananza non sembra giovare alla coppia, tanto che lo stesso Scajola si interessa alla questione: “L’hai già cominciata la separazione?”, chiede a Chiara Rizzo. Secondo gli inquirenti, però la mossa sarebbe finta. “In effetti non si tratta di una separazione”, spiega la donna in un’altra telefonata, alla moglie del fratello di Amedeo Matacena. Perchè? Secondo gli inquirenti, sarebbe una “strategia di attribuzione fittizia dei beni”, un sistema per impedire l’aggressione al patrimonio”. FUSIONE INVERSA. Fulcro delle accuse sostenute dalla procura reggina, è la “fusione inversa”, definita dal Gip “il logico completamento del percorso di primopiano 16 Maggio 2014 MESSINA occultamento delle reali disponibilità della famiglia Matacena, avviato in prossimità della conclusione dei processi a cui Amedeo Matacena risultava sottoposto”. Di cosa si tratta? Di un’operazione, tentata nel 2013, di incorporazione di Solemar in Amadeus. La fusione è “inversa” perchè Solemar detiene il 100% del capitale della Amadeus. E perchè non si è tentata la soluzione della fusione diretta, cioè Amadeus in Solemar? Perchè la prima ipotesi consentirebbe di evitare la chiusura e la riapertura da parte di una nuova società di tutti i libri e registri atttualmente tenuti da Amadeus, nonché la modifica dei documenti fiscali e della cancelleria (quali ad esempio fatture, bolle, carta intestata. ecc.). Allo stesso modo non vi sarebbe alcuna variazione nei conti correnti bancari e postali di Amadeus. Secondo gli inquirenti, un metodo messo in campo da Amedeo Matacena “di rafforzare, nonostante il suo stato di latitanza, la sua veste di socio e gestore occulto delle predette realtà societarie, proseguendo ad incamerare, attraverso i prestanome, gli utili provenienti dall'attività imprenditoriale svolta e dall’incremento di valore delle aziende per effetto del reinvestimento di parte degli utili”. LE RESPONSABILITA’. “Amedeo Matacena ha curato i suoi interessi attraverso un apparente distacco dalle società, attuando un collaudato modus operandi, che ha visto nel tempo impegnati in questo turbillion di trasformazioni societarie, cessione di quote e girandole di incarichi sociali, la madre, Raffaella De Carolis, l'immancabile Antonio Martino Politi che comunica ogni sua conoscenza a quest'ultima, Antonio Chillemi, indi Chiara Rizzo, divenuta moglie del primo, personaggi indispensabili nel programma simulatorio di intestazione fittizia delle quote societarie delle società di capitale”. A Claudio Scajola il Gip imputa un “frenetico scambio di informazioni, il coinvolgimento di una rete di soggetti e l'esistenza di un sistema di comunicazioni di grande ed immediata efficacia”. Per far cosa? “Spostamenti di somme per garantire la latitanza del Matacena, attività dirette a rendere attuabile il pianificato spostamento dall'Emirato di Dubai alla Repubblica del Libano, luogo individuato dallo Scajola sfruttando le proprie relazioni personali”. Infine Maria Grazia Fiordelisi e Roberta Sacco, “non mere esecutrici di ordini, ma direttamente coinvolte nell'attività di tutela del Matacena, perfettamente informate della situazione esistente e per il ruolo di continuo supporto economico all’armatore, consentendogli l'assoluta disponibilità di ingenti somme di denaro e di mantenere i rapporti personali anche durante il periodo di latitanza”. IL PERSONAGGIO. I due volti di miss Rizzo, regina di Montecarlo e adolescente a Messina Da signorina a Lady TITOLARI DI CONCESSIONARIE ‘AUTO, FIGLI DELLA SANITÀ PRIVATA, I “RICCHI” AMORI FINO AL PRIMO MATRIMONIO “E la cosa più vergognosa è la reazione della "Messina Bene" che perbene non è, che non aspetta altro che esultare dei guai altrui!! Doppia vergogna!! Comunque tutto si sistemerà alla faccia di tutti coloro che sperano il contrario!! Forza C!!!”: è questo uno dei commenti che più raccontano delle reazioni “in patria” per l’arresto di Chiara Rizzo, più nota nel bel mondo come Chiara Matacena. Anche se di “mondano”, agli atti della cronaca rosa, c’è ben poco. Più che altro, a “incoronare” la messinese è stato il magazine “il Foglio Italiano”, edito nel Principato di Monaco, dove risiedono i coniugi. Sul numero 141 dell’ottobre del 2012, che contiene anche un’intervista all’ex candidato alle primarie del Pd, Gianni Pittella, Chiara domina in copertina e ha dedicata una lunga intervista, firmata da Ely Galleani, dal titolo “The Family fashion di Chiara Matacena”. Pagine arricchite con foto patinate che la ritraggono da sola, col marito e con i figli (“Francesca, che si è laureata ad aprile in Business and Managment all’Università di Monaco, e Athos, nato nel 1999 nel principato di Monaco”). Pagine in cui si descrive la sua accoglienza in un “salotto in stile barocco”, poco prima della partenza delle vacanze estive, “elegantemente vestita con un tailleur Chanel color Salmone”. All’epoca, il rapporto con il marito, apparentemente, va a gonfie vele. Sul perché del suo essere “regina invisibile” del bel mondo, Chiara spiega: “Non amo essere sulle pagine dei rotocalchi mondani e sono uscita allo scoperto con il libro di fotografie ‘Woman of Monaco’ solo perché è stata un’opera di beneficienza destinata ai bambini. Nell’intervista, spazio ai valori fondamentali (“La famiglia innanzi tutto… Non sono solo innamorata di mio marito, ma provo nei suoi confronti un grande sentimento di stima per il suo coraggio e per i valori nei quali crede”), all’amicizia (“I miei amici sono la mia più grande ricchezza ed è anche grazie all’aiuto di mio marito che ho potuto conservare i rapporti con le persone a me care”), a ciò che non vuol diventare (“… una donna incattivita dalla vita, altezzosa e superba!”) e al mare, che ha condizionato la scelta di vivere a Montecarlo, luogo dove “i miei figli prendono autobus elettrici per andare a scuola”. Donna alla moda, alla quale piace entrare anche da Zara (“dove trovo una moda prêt-à-porter con i prezzi alla portata di tutti”), Chiara ama cucinare, è Chiara Rizzo con l’ex marito Franco Currò fermamente credende e ama frequentare lo Yacht Club, dove è attraccata la barca di famiglia, Black Swan: “Un ‘Camper & Nicholson’ progettato nel 1898”. Questa è Chiara Matacena a Montecarlo. Ma, a Messina, chi era Chiara Rizzo? Figlia del defunto Angelo Rizzo, fratello del vicesindaco socialista Turi (anche lui scomparso) e pilota che ha disputato anche la Targa Florio con nickname “Radec”, e di Giulia Attanasio, donna amante del gioco e impiegata nel settore farmaceutico, durante l’infanzia viene seguita con attenzione dalla nonna, che, probabilmente, non avrebbe approvato il primo intervento chirurgico al naso a soli 14 anni. Chiara è figlia della Messina bene, della Messina che conta su un discreto patrimonio ereditario, ed entrambi i genitori, che poi si separano, amavano la bella vita. A scuola è iscritta all’Ignatianum, ma non frequenta con passione. Più impegno lo mette nei rapporti sentimentali. In ordine sparso, si fidanza con un concessionario di auto, con il figlio di titolari di una clinica privata e quindi, superata la maggiore età, lascia di sasso tutti, riuscendo a sposare Franco Currò, biologo e titolare di un laboratorio d’analisi, un quarantenne fino a quel momento scapolo impenitente molto ambito. È lui che le regala un nuovo intervento al naso, e non solo. La chirurgia plastica sarà infatti, per Chiara, uno degli omaggi preferiti anche di Amedeo Matacena, che conosce a Panarea. Currò diventa fondamentale anche per le sorti della famiglia: è lui, infatti, ad acquistare la casa di via XXVII Luglio, dove vive la madre, che viene divisa per permettere a Chiara di tornare in città (la tinta delle pareti? Azzurro, il colore più amato). Col marito, infatti, si erano stabiliti a Villafranca. La signora Rizzo in Matacena ha anche un fratello maggiore, Antonio, entrato in polizia, che debutta nel servizio scorte al seguito di Angelo Giorgianni. (D.D.J.) centonove pagina 7 Scatole cinesi, c’è Ital Proget “SIGILLI” DELLA DIA SULLA “ULISSE”. UN’AZIONISTA DELLA QUALE È L’IMPRESA DI LUCCIO CUCINOTTA MESSINA. Il gip Olga Tarzia, nell’ambito delle misure cautelari dell’inchiesta, ha chiesto il sequestro dell’intero capitale sociale, quote societarie e patrimonio aziendale della Amadeus Spa, società di navigazione fondata da Amedeo Matacena Senior e poi amministrata dal figlio. La società risulta essere proprietaria della Solemar Srl (70%) e della Mediterranea shipping (30%). In un gioco di scatole cinesi, Solemar è detenuta da Ulisse shipping (30,6%), Xilo Sa (29%), New Life (29%), Seafuture e Lidico. Le società Solemar e Amadeus (così come la New Life) dividono la stessa sede a Roma. La Dia, nella girandola di sequestri, è passata anche da Messina, mettendo i sigilli a capitale sociale, patrimonio e quote societarie della Ulisse Shipping. Con circa il 10% della quale c’è la messinese Ital Proget srl di proprietà di Giuseppe Cucinotta ma amministrata da Pasquale Cucinotta. La ditta, con sede in viale Principe Umberto, è un’impresa di costruzioni parecchio attiva con le pubbliche amministrazioni. Suoi, per esempio, i lavori che l’Anas ha aggiudicato su un tratto della statale siciliana 117bis. La ditta risulta presente nell’elenco delle 278 imprese di fiducia dell’Iacp di Messina, e si è aggiudicata, nel 2008, una gara d’appalto per la realizzazione di impianto elettrico ed antincendio dell’istituto regionale d’arte di Santo Stefano di Camastra. E fuori da Messina? Nel 2010 l’impresa esegue lavori di consolidamento ad una galleria dell’autostrada Messina-Palermo, spingendosi, nello stesso anno, fino a vincere un appalto col comune di Siena. Nella gara per la realizzazione di un percorso turistico montano bandita dal comune di Rometta a gennaio del 2013, alla Ital Proget viene contestato di essere “priva della dichiarazione di non trovarsi in alcuna delle condizioni di cui all’articolo 1 del codice delle leggi antimafia” mentre, qualche settimana più tardi la stessa Ital Proget vince senza problemi una gara bandita dal Commissario Straordinario Delegato per “attuazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Sicilia” (Maurizio Croce) relativa a muri, paratie e opere idrauliche a Tortorici. Per la Ital Proget, anche l’onore di un passaggio alla Corte costituzionale, in occasione di un procedimento contro la Società Cooperativa di Navigazione a r.l. Garibaldi nel 2010 sul quale il tribunale di Messina ha posto un questito di legittimità costituzionale. (A.C.) 16 Maggio 2014 primopiano Foto tratta dal libro “TraScilla e Cariddi” di Giacomo Iachipino MESSINA. Il sogno infranto della Amadeus Spa di interrompere il monopolio del trasporto nello Stretto Volevo fare l’armatore Amadeo senior ed Elio Matacena iniziano nel 1965, Giuseppe Franza si accoda nel 1966. Trent’anni dopo la fusione tra Caronte e Tourist, il “litigio” in famiglia e la discesa in campo di Matacena jr. Ecco come è andata DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Aveva un sogno, Amedeo Matacena junior. Tornare ad essere il re dello Stretto, come una volta lo era stato suo padre Amedeo senior, e non dover dividere più il trono con la famiglia Franza. Un sogno partito nel 2007 e finito nel 2012 senza praticamente mai essere iniziato. Con tanti misteri attorno. I PIONIERI DELLO STRETTO. Sono stati i fratelli napoletani Amedeo senior ed Elio Matacena, nel 1963, a fondare la Caronte Spa, primo vettore privato a solcare lo Stretto di Messina. Il primo viaggio, il 21 giugno 1965, lo compie il traghetto “Marina di Scilla”, residuato bellico della seconda guerra mondiale battezzato così perchè era proprio a Scilla che i mezzi si imbarcavano, sfruttando la favorevole configurazione del terreno, non essendo ancora costruiti scivoli nè moli adatti. E nell’anno successivo, il 1966, che lo Stretto si anima: da un lato viene costituita una società affiliata, la “Società Autotraghetti Messina”, dall’altro Giuseppe Franza, un costruttore edile messinese, mette sul tavolo cinquanta milioni di lire e fonda la Società Tourist Ferry Boat. DIVIDE ET IMPERA. E’ a fine anni ‘90 che le due compagnie, rivali ma con “fair play”, si fondono diventando di fatto monopoliste private del traghettamento nello Stretto: il primo giorno di luglio del 2003, la Caronte e la Tourist Ferry Boat riorganizzano le proprie attività, conferendo i rami armatoriali alla neonata Caronte & Tourist SpA. Monopolio al quale tenta di opporsi proprio Amadeo junior. VOLEVO FARE L’ARMATORE. Nel 1998 viene fondata la Amadeus, e la nascita si accompagna ad una segnalazione all’Autorita' Antitrust, in cui all’Autorita' Garante alla Concorrenza ed al Mercato si segnala l’ipotesi di dumping ed abuso di posizione dominante a carico delle due società, accusate di avere escogitato una strategia comune attraverso tariffe ridotte per i mezzi gommati, volta ad estromettere dal mercato la concorrenza. E’ l’ultimo atto di Amedeo Matacena senior, poi morto nel 2003, prima di lasciare le redini della società in mano al figlio. Vengono acquistati tre traghetti, che praticamente trascorrono i loro anni di permanenza sulle due sponde dello Stretto sempre ancorati nei porti di Messina e Reggio Calabria. Ben altra sorte, invece, ha un’altra iniziativa armatoriale: dopo la dipartita del fondatore Amedeo Matacena, la Amadeus noleggia a terzi i suoi traghetti, decidendo puntare sulle petroliere “chemical carrier” Lady Chiara (posseduta all’80%) e Seratos (al 70%) acquistate per diversificare i ricavi. E’ l’inizio della fine. L’INIZIO DELLA FINE. Perchè mentre in mare aperto gli affari vanno a gonfie vele, il sogno di interrompere il monopolio Caronte/Tourist e tornare ad essere vettore privilegiato nello Stretto si infrange, nel 2012, con la vendita dei due vetusti i due vetusti ferry Athos Matacena (costruito nel 1970) e Ladies Matacena (addirittura del 1968), venduti per demolizione alla società panamense Bright Sunset. Ancorata a Messina è rimasta, ancora per qualche mese, solo la nave traghetto Amedeo Matacena. Al flop della navigazione nello Stretto, il rampollo affianca una serie di vicende giudiziarie. Perchè nel frattempo, per l’armatore ed ex-deputato di Forza Italia, oggi latitante, partono le grane giudiziarie: nel 2012, nell’ambito del processo “Mozart”, è condannato in primo grado perchè avrebbe promesso duecentomila euro all’ex presidente del Tar di Reggio, Luigi Passanisi, in cambio di una sentenza favorevole ad Amadeus SpA nell’abito di un contenzioso allora in corso per ottenere le autorizzazioni per gli scivoli agli imbarchi del porto di Reggio Calabria per la sua società. Nello stesso anno arriva la condanna per concorso esterno. ZOOM Politi, l’amico di una vita IL RUOLO DEL “FACTOTUM”, DA SEMPRE ACCANTO AL SUO “PIGMALIONE”. ENTRAMBI CONDANNATI IN PRIMO GRADO NELL’INCHIESTA PER CORRUZIONE Antonio Politi (foto tratta dall’ordinanza) A carico di Amedeo Matacena, definito “Dominus sostanziale della Amadeus Spa”, c’è l’accusa di “porre in essere l’ennesimo tentativo finalizzato ad attribuire fittiziamente ad altri la titolarità, disponibilità di denaro, beni o altre utilità”, con il contributo “casuale e consapevole” della moglie, della madre e del reggino Antonio Politi. Che, scrivono gli inquirenti, “dimostra anche in questa vicenda processuale di essere coinvolto quale vero uomo di fiducia del Matacena per il quale assume la veste di amministratore di società riferibili al primo e cura anche le attività volte ad centonove pagina 8 impedire l'esecuzione della pena applicata in definitiva al suo pigmalione”. Politi è accanto a Matacena da tempo: Nell’inchiesta Mozart (che in primo grado ha visto la condanna dell’ex deputato per corruzione di un giudice in un’inchiesta portata avanti dal Gico della Guardia di Finanza di Reggio Calabria), Politi incassa tre anni e mezzo in qualità di “collaboratore aziendale”. Durante la permanenza in parlamento di Matacena poi, Politi, già alle dipendenze del padre dell’ex deputato nella società di navigazione Caronte, è stato suo assistente parlamentare. (A.C.) 16 Maggio 2014 politica AUTONOMIA SICILIANA. Alla vigilia della Festa, la Consulta ridiscute ruolo e funzioni del rappresentante dello Stato Aronica, prefetto commissariato Per il relatore Sergio Mattarella, l’intervento preventivo sulle leggi dell’Ars sarebbe lesivo delle prerogative statutarie. Il futuro? Il controllo sui testi approvati andrebbe al Governo. Il parere del costituzionalista D’Andrea DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Una Festa dell’Autonomia Siciliana con un regalo da parte della Corte Costituzionale: un’ordinanza che sembra essere il primo passo per un ridimensionamento, se non una vera e propria scomparsa, della figura del Commissario dello Stato; tant’è che l’attuale, Carmelo Aronica, potrebbe essere l’ultimo. Un’ordinanza, la 144 (relatore Sergio Mattarella), che finirà per allineare la Sicilia alle altre Regioni, nel rispetto della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, che, nelle more della riforma dello Statuto, puntava a garantire una maggiore autonomia. Così, però, non è mai stato, tanto che il “controllo preventivo” non è mai cessato, anzi si è implementato. IL COMMISSARIO. Il primo si insediò nel giugno del 1947. Inizialmente aveva funzioni di controllo preventivo di legittimità costituzionale dei disegni di legge approvati dallʼArs, ma successivamente le funzioni sono state ampliate. Lʼattività più nota del Commissario è la possibilità ricorrere alla Corte Costituzionale verso le leggi regionali, quando si avvisino violazioni di norme costituzionali e statutarie e di principi generali dellʼordinamento giuridico. Le norme impugnate sono centinaia dagli anni Cinquanta ad oggi. Tra incostituzionalità e conflitti tra Stato e regioni il Commissario si è occupato di tutto dalle bibite gassate ai precari. La lista delle norme impugnate in oltre cinquantanni di attività è lunga, e la Regione è finita alla Consulta oltre trecento volte. Luigi D’Andrea Carmelo Aronica IL COSTITUZIONALISTA. Spiega Luigi D’Andrea, ordinario di Diritto Costituzionale a Messina: «Leggendo l’ordinanza si conferma l’impressione che la Corte si avvii a cambiare giurisprudenza. All’interno, c’è anche una “debole” spiegazione sul perché l’indirizzo precedente, in merito a Statuto Siciliano e modello di impugnazione, non potevano essere comparabili per come pensato nel 2001. Non è raro però, come del resto sta accadendo, che la Corte cambi giurisprudenza. In questo caso, però, lo ha fatto respingendo una questione di legittimità e individuando l’incostituzionalità di una norma procedurale, il che significa modificarne la giurisprudenza». Nel mirino, in buona sostanza, è finita l’impugnazione preventiva delle leggi regionali, che altrove possono essere impugnate solo dopo la loro promulgazione e soltanto da parte del governo centrale. Per la Consulta, quando il commissario, che esiste solo in Sicilia, impugna le norme ancora da votare, “lede” la maggiore autonomia della Sicilia: «Il sistema italiano - argomenta D’Andrea comporta un controllo successivo alla promulgazione della legge che entra in vigore. Qui la norma viene impugnata preventivamente». Cosa accadrà? «Non sappiamo ciò che deciderà la Corte sull’organo che deve “impugnare”. Altrove è il governo, qui il commissario. La Consulta, in pratica, ha sollevato una questione innanzi a se stessa». I RIFLESSI POSSIBILI. «La norma dichiarata incostituzionale non potrà più essere applicata», spiega D’Andrea. E per il pregresso? «Qualsiasi ricorso pendente con applicazione della norma, teoricamente, potrebbe diventare inammissibile. Devo dire, però, che in alcuni casi la Corte stessa incide sull’effetto della sua sentenza, e non escludo che il nuovo meccanismo abbia efficacia dal suo varo». Il destino del Commissario lo si saprà tra quattro mesi, salvo anticipi di trattazione. FELICI E INSODDISFATTI. E mentre il presidente Rosario Crocetta brinda, i sindacati (segnatamente la Fp Cisl) e il presidente della Commissione Affari Istituzionali, Antonello Cracolici, manifestano rispettivamente “paure” per la Regione lasciata troppo “libera” e “la fine dell’Autonomia Siciliana”. Per D’Andrea, le reazioni si spiegano così: «Anche all’indomani della Riforma del Titolo V vi fu una levata di scudi in difesa del Commissario, forse perché si pensava che un rappresentante dello Stato a Palermo ptesse meglio “capire” i meccanismi siciliani. Col tempo, però, lo stesso Commissario si è rivelato un boomerang». (D.D.J.) INTANTO... Articolo 37 al debutto PRIMA ATTUAZIONE DELLA NORMA CHE IMPONE LE TASSE ALLE AZIENDE CON SEDE LEGALE IN ITALIA PALERMO. Mentre ancora è in lavorazione la riforma del secondo comma dell’articolo 36 dello Statuto siciliano, che prevede che le tasse sulla produzione restino nell’Isola (valore teorico, due miliardi di euro), si sblocca parzialmente l’attuazione del 37, che farebbe sì che le imprese con sede legale fuori dall'isola ma con stabilimenti in Sicilia devono versare le imposte alle casse regionali (ingresso teorico, 450 millioni). A partire da quest'anno, infatti, la Regione siciliana incasserà l'imposta sui redditi prodotti dalle imprese (Ires) che hanno stabilimenti e filiali nell'isola. L'Agenzia delle Entrate ha appena pubblicato i codici tributo per il versamento delle imposte che saranno direttamente versate nelle casse della Regione, come previsto da una norma nazionale di attuazione del 2005 giunta al traguardo con la quantificazione del gettito di competenza regionale. Per quest'anno la stima, prevista nel bilancio regionale, è di 49 milioni di euro. «E' un bel passo in avanti dal punto di vista delle finanze, l'attuazione di un federalismo ante litteram che però ha la sua ragion d'essere se c'è autonomia gestionale», spiega il dirigente del dipartimento Finanze della Regione Giovanni Bologna, che ha fornito il parere al decreto emanato dal dipartimento del ministero. Anche per l'anno prossimo la Regione dovrebbe incassare altri centonove pagina 9 49 milioni di Ires, intanto il dipartimento della Regione sta definendo, come stabilito in sede ministeriale, le funzioni trasferite dallo Stato di cui dovrebbe farsi carico nell'ambito degli accordi. «Stiamo definendo queste funzioni, l'eventuale accordo con lo Stato, che sarà sancito in commissione paritetica, consentirà di mettere a regime la gestione dell'Ires», spiega Bologna. Tra le funzioni allo studio ci sono l'accertamento dell'Rc auto e l'apporto idrico nelle isole minori attualmente di competenza dello Stato. Almeno in questa fase, la norma non si applica a quelle aziende che oltre ad avere stabilimenti e filiali in Sicilia e sede legale altrove hanno uffici anche in altre Regioni a statuto speciale. È il caso di Unicredit. Su questa materia, spiegano fonti della Regione, ci saranno trattative con lo Stato. 16 Maggio 2014 politica CORSI D’ORO. Tutto si consuma alle 18 e 11: mentre l’aula dice sì al carcere, il deputato torna a casa Genovese, tappa a Gazzi Mentre il leader del Pd atterra a Reggio Calabria, la presidente della Camera annuncia il “sì” al suo arresto. Le ore con la moglie Chiara e la famiglia su un Suv bianco e nella villa di Ganzirri MESSINA. Sono le 18 e 11, quando tutto si consuma. Quando la Camera dei Deputati, con voto palese, dà il via libera alla richiesta di arresto per Francantonio Genovese. Poco prima, a parlare, era stato un deputato molto siciliano della Lega NordAutonomie, Angelo Attaguile, che aveva ricordato di essere stato indagato dal medesimo pm che ha messo sotto accusa il leader messinese del Partito Democratico, Sebastiano Ardita. Sono le 18 e 11 minuti, quando Francantonio Genovese atterra a Reggio Calabria, atteso dalla moglie Chiara Schirò e dal legale Nino Favazzo. Nello stesso istante, la presidente d’Aula, Laura Boldrini, snocciola i numeri che, in riva allo Stretto, si traducono in un sisma: i sì sono stati 371, i no 39. SUL TRAGHETTO. Il deputato, ormai prossimo all’arresto, sale su un Suv Bianco e si imbarca su una nave del gruppo Caronte, di cui è comproprietario. Ad attenderlo, a Messina, la Mobile con il suo principale intercettatore: Giuseppe Anzalone. L’auto riparte, seguita dalla Polizia, in direzione Ganzirri. È nella villa di famiglia che Genovese si stringe per l’ultima volta ai suoi cari prima di essere trasferito al Carcere di Gazzi. GELO IN AULA. Dopo il fuoco degli ultimi giorni, un silenzio glaciale ha accolto il sì all’arresto. Hanno votato a favore Pd (con qualche eccezione), M5S, Sel e Scelta civica. A dire “no”, Forza Italia e Nuovo Centrodestra. Libertà di coscienza, infine, per il gruppo Per l’Italia. Il Psi, infine, non ha partecipato al voto. Quando sono comparsi sul tabellone i risultati della votazione a scrutinio palese, nessuno ha commentato, né applaudito. Neanche il Movimento 5 stelle. Come se nulla fosse accaduto, la presidente è passata al punto successivo. LA SEDUTA. Tutto era iniziato con la decisione di votare giovedì 15 e, come richiesto dal premier e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, con il voto palese. Ad aprire e danze, la relazione di Franco Vazio del Pd, divenuto relatore dopo che la Giunta aveva ribaltato la tesi del precedente relatore, Antonio Leone, contrario all’arresto, che parla a un emiciclo abbastanza pieno di deputati, dove però si registra qualche assenza di Forza Italia. Ma il vero grande assente è Francantonio Genovese proprio Genovese, la cui presenza viene evocata da Maria Tindara Gullo, con la quale aveva trionfato alle ultime parlamentarie. Il leader messinese del Pd non c’è. È in volo per Messina. Assenti sono pure Leone, e Gianfranco Chiarelli, relatore di minoranza. Proprio un brutto segno: «Constato l'assenza del deputato Chiarelli, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato», dice Laura Boldrini. IL RIASSUNTO DELLA GRILLO. Interviene per prima, subito dopo il relatore, Giulia Grillo del Cinque Stelle, che riassume così la vicenda: «E allora, quindi, qual è la sequenza degli eventi? Bando della regione siciliana: abbiamo i nostri bei contatti all'interno della regione siciliana, all'interno dell'assessorato alla formazione, che ci garantiscono, ovviamente illecitamente, l'aggiudicazione del bando; fatto il bando, io mi acquisisco piano piano tutti i vari enti di formazione, in modo tale che riesco a guadagnare, soprattutto, perché non ne bastavano 1 o 2: 13 almeno enti di formazione. E poi lì, con le mie belle società, faccio le fatturine con i noleggi sovrafatturati, con le locazioni sovrafatturate e formo i cittadini siciliani per il mondo del lavoro». FI CITA BRACARDI. Di tutt’altro segno, Maurizio Bianconi di Fi: «Signor Presidente, fare un discorso sereno su questi temi con i tempi che corrono è quasi impossibile. L'opinione pubblica ritiene che i politici siano tutti ladri, tutti mascalzoni, tutti bugiardi, tutti da mandare in galera. Figuriamoci IL COMMENTO quando ce n’è uno che ci sta per andare per davvero, se la canea non si debba sciogliere nel grido di Bracardi che vi ricorderete tutti: in galera! In galera!». I “NO” DEMOCRATICI. In tutto, sono stati sei soltanto i deputati del Pd che hanno votato contro la richiesta di arresto. Si tratta di Maria Amato, DI GIOVANNI FRAZZICA Grillo sostituisce i girotondini di Mani Pulite Osservando quello che succede oggi si potrebbe dire che, ventidue anni dopo i primi bagliori di Tangentopoli, sembrerebbe che la seconda Repubblica non sia mai cominciata, ed è forse più giusto assecondare i politologi che sostengono che questa è la coda, piuttosto malconcia, della prima. Dice un proverbio veneto: “Dove non c’è formaggio sono tutti onesti” e quello che sta succedendo proprio sullo stesso scenario milanese, con alcuni degli stessi personaggi di allora, dimostra che certe pratiche hanno più probabilità di concepimento e di attuazione laddove c’è una A GIUDICARE concentrazione di risorse e dove e possibile intercettare i DA CERTI grandi flussi di denaro pubblico. “Non si possono RISULTATI, fermare i lavori, ma si devono fermare i delinquenti”, ha SEMBREREBBE CHE detto, giustamente, Matteo Renzi iniziando la sua TANGENTOPOLI doverosa campagna di difesa di Expo 2015. Senza che SIA DIVENTATA questa triste circostanza possa essere strumentalizzata IL KNOW-HOW per fornire spunti per rivendicazioni meridionalistiche o campanilistiche, tuttavia non si può non rilevare come in passato non si siano usati atteggiamenti così decisi per difendere le opere da fare al Sud, dove vien fuori sempre la preoccupazione per la mafia e la mancanza di fiducia per le classi dirigenti meridionali (notoriamente corrotte). Mentre invece i nomi di Frigerio, Greganti e Grillo saranno paradossalmente valsi come una garanzia di competenza per i nuovi esponenti della cosiddetta seconda repubblica, la cui principale missione dovrebbe essere la lotta alla centonove pagina 10 politica 16 Maggio 2014 LE RAGIONI DEL “SÌ” Il “fuoco amico” del relatore Franco Vazio PER L’ESPONENTE DEMOCRATICO, NESSUNA PERSECUZIONE E DIFESA DELLE ESIGENZE CAUTELARI CHIESTE DAL GIUDICE. PER QUESTI MOTIVI ROMA. Nessuna persecuzione e difesa della necessità della custodia cautelare. Su questi due punti si sono imperniate le ragioni del relatore Franco Vazio del Pd, in aula: “La Giunta non ritiene condivisibili i sospetti sul condizionamento e sulla terzietà dell'autorità giudiziaria, che, anzi, appare al di sopra di ogni sospetto proprio in ragione della sua iniziativa di formulare un'istanza di astensione; elemento quest'ultimo che certamente smentisce ogni ipotesi di intento persecutorio. Con riferimento all'ipotizzata reiterazione delle condotte - ha aggiunto - dobbiamo rilevare due cose: dall'ordinanza del Giudice per le indagini preliminari emerge che il prospettato pericolo di reiterazione delle medesime condotte viene principalmente ricondotto, più che all'attività relativa agli enti di formazione, agli elementi caratterizzanti l'organizzazione criminale asseritamente gestita dal Genovese; il secondo concerne gli elementi posti all'attenzione della Giunta in merito alla Training Service. A tale proposito, è fuori dubbio, avendolo confermato lo stesso Genovese, che tale società è a lui indirettamente riconducibile e che svolge tuttora attività formativa. Pur essendo vero che il bando relativo all'attività di formazione risale al 2011 argomenta Vazio - è anche vero che le istanze, le note, gli incontri e i perfezionamenti di queste istanze avvengono dall'agosto al dicembre del 2013, in un periodo in cui erano state già disposte ed erano in corso misure cautelari nell'ambito dei succitati procedimenti. Sotto altro profilo e in relazione ad altre censure, è il caso di evidenziare che il compito della Giunta è solo quello di valutare se gli atti direttamente o indirettamente viziati da illegittimità siano affetti da fumus persecutionis. Ciò che viene richiesto per far emergere tale profilo non è solo l'illegittimità dell'atto, ammesso e non concesso che vi sia, ma anche un particolare e aggiuntivo elemento che la Giunta non ritiene che sussista. Infine - conclude - non è apparso neppure condivisibile il parallelismo proposto dal relatore originariamente designato tra la posizione di Francantonio Genovese e la cessazione delle misure cautelari; anche in questo caso infatti le posizioni non sono sovrapponibili anche perché l'onorevole Genovese oggi è in una fase completamente differente rispetto agli altri imputati». corruzione. Invece, a giudicare da certi clamorosi “SIAMO IN 10MILIONI risultati, sembrerebbe che Tangentopoli sia diventata il A SPALLEGGIARE LA know-how, una credenziale che alcuni pesonaggi hanno MAGISTRATURA”. MA esibito a mò di esperienza professionale, usufruendo IN UN PAESE NORMALE anche del rispetto dovuto ai veterani. Oggi nel nuovo LA MAGISTRATURA HA rapporto di scambio tra politica e affari i partiti BISOGNO DI ESSERE sembrano essere completamente estranei. E SPALLEGGIATA? probabilmente i partiti, in quanto tali, sono fuori da certi giochi di potere e affari, le centrali dove si decidono realmente le cose da fare sono ormai fuori, esercitano la loro influenza su chi ha il potere reale nel Paese, su chi governa, sui funzionari, che con la legge Bassanini hanno assunto ruoli di primo piano, e con i Commissari che brulicano un po’ ovunque, dotati di pieni poteri e rispondono solo alla propria coscienza ed a chi li ha nominati. La trasfigurazione della realtà ortodossa della politica è talmente grave che quando in occasione della formazione dell’ultimo Governo Regionale siciliano il Presidente Crocetta ebbe la forza di sconvolgere la maggioranza del Pd accordandosi, spregiudicatamente, col renziano Faraone e col genovesiano Lupo, Cracolici ebbe a commentare: “Un tempo erano i partiti che facevano i governi, ora sono i governi che fanno i partiti”. L’economia si fa strada nelle Istituzioni che controllano la spesa pubblica senza passare più dai partiti, che hanno ormai ridottissime funzioni e che, comunque, sono influenzabili. Chi non accetta il gioco va in piazza, sostiene il populista Grillo che dice una cosa orribile: “Siamo in 10milioni a spalleggiare la magistratura”. Ma in un Paese normale la Magistratura ha bisogno di essere spalleggiata? O anche questo è un modo di sostituire i girotondini dei tempi di Mani Pulite e di annunciare l’avvento di una Terza (finta) Repubblica? centonove pagina 11 mess.elettorale - comm. dr. fabio uccello Giuseppe Fioroni (capocorrente di Genovese), Tommaso Ginoble, Gero Grassi, Maria Gaetana Greco e Maria Tindara Gullo. vicina di banco di Genovese. Si è astenuta Paola Bragantini. Erano invece 13 i deputati democratici in missione e 33 quelli che non hanno partecipato al voto. In tutto, cinquantadue voti non sono andati, per varie ragioni, verso l’orientamento del partito. Ben pochi, rispetto ai sospetti del Movimento Cinque Stelle, che aveva accusato di melina il partito, avocando a sé il merito del voto palese. Voto palese che, invece, il Pd afferma di aver scleto per evitare imboscate strategiche dei pentastellati. PRIMATI MESSINESI. Con il “sì” all’arresto di Francantonio Genovese, il capoluogo dello Stretto conquista un altro primato, entrando nel novero ristretto delle città che hanno visto un proprio deputato “soccombere” alla decisione dei colleghi parlamentari. Un primato che segue un altro primato, quello di Genovese, il più votato in assoluto alle parlamentarie del 2013. LE REAZIONI. Nonostante la pax elettorale, nella città di Genovese, qualcuno commenta. E mentre l’ex consigliere provinciale Luigi Gullo, sincero amico di Genovese, scrive “nella buona e nella cattiva sorte” su Facebook, il rappresentante dell’area Civati, Piero David, commenta così: «Il Pd ha dimostrato di avere cambiato verso, ribadendo che è finito il dei privilegiati. Adesso per la politica messinese si apre una nuova fase dove tocca al gruppo dirigente locale dimostrare che un partito forte si può costruire senza potentati». Sulla stessa linea, il renziano Alessandro Russo: «È un iter che si conclude e che volevamo avesse termine già a marzo. Il partitoi poteva fare altro che votare sì. Perché il nuovo corso si valuta su temi come corruzione, abuso di potere e giustizia, e nondeve avere zone grigie, come a Messina. Ora si tratta di ricostruire». (D.D.J.) 16 Maggio 2004 politica L’APPUNTAMENTO A TU PER TU. Parla il giornalista saggista che sfida gli Usa sull’impianto di Niscemi, in pista con la lista Tsipras Mazzeo, candidato a Muos duro A distanza di ventisette anni con la prima esperienza con Dp alle politiche, la scelta di puntare all’Europa nel segno delle grandi battaglie. In agenda, le norme sull’elettromagnetismo, le migrazioni e l’economia DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. La sua prima e, fino a poco tempo fa, ultima volta come candidato è stata alle politiche del 1987: «Ero in lista con Democrazia Proletaria, presi 1240 voti». Oggi Antonio Mazzeo, saggista messinese, Peace-researcher, giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalità mafiose, nonché autore di numerosi libri (l’ultimo è “Un Eco MUOStro a Niscemi. L’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo”), ritorna il pista per le europee come fiore all’occhiello della lista “L’altra Europa con Tsipras”. Mazzeo, perché questa scelta? «Nasce dagli scenari esistenti e da quelli che si prefigurano, con una guerra dichiarata dall’Ue e dai grupppi transnazionali che sta marginalizzando le classi più povere. Le vittime ci sono già, come la popolazione greca, che è alla fame. La continuazione di queste politiche peggiorerà tutto. Allo stato dei fatti, l’Ue, nata per altri scopi, è diventata anche esportatrice di guerra reale, oltre che economica. Per questo sono in lista, anche se, potendolo fare, avrei pensato la candidatura in altri modi. Ho accettato per le richieste di gruppi, amici, attivisti e per la disponibilità di Rifondazione a cedere il suo posto. Certo, da alcune circostanze sono deluso». Ad esempio? «Da parte di diversi settori c’è stata una campagna a oscurare, e parlo anche di pezzi che avrebbero dovuto sostenere la mia candidatura: penso a componenti del sindacato, gente che ha votato il Pd Antonio Mazzeo ma non è in linea col renzismo neoliberista, alla mia stessa area. Parallelamente, però, noto che settori di intellighenzia moderata, che coglie le criticità, pur essendo politicamente distante mostra attenzione e sostegno. Insomma, non comprendo, di fronte allo scempio in atto, come ancora non si abbia il coraggio di rompere con le dinamiche esistenti». La sua agenda per l’Ue. «Tutta la campagna che ho fatto è stata internazionalista. Ho evitato di entrare in questioni locali e nazionali, anche perché le europee lo permettono. Dal punto di vista economico, le battaglie da fare sono per la ripubblicizzazione della Bce, contro il fiscal compact e per l’abbattimento dei limiti esistenti legati al mondo del lavoro, attuando la tassazione dei capitali ed facendo sì che gli stipendi siano allineati in tutti i paesi. Infine, ci sono le tematiche ambientali». Un tema che lei ha incrociato nella battaglia contro il Muos di Niscemi... «L’Ue ha normato tutto, tranne l’elettromagnetismo, “dominio” delle compagnie telefoniche e delle spese militari. Se dovessi essere eletto, mi impegnerò politicamente per far stangare la Regione per le autorizzazioni Domenica con Vendola L’appuntamento è domenica 18 maggio, alle 11.00, quando il leader di Sel - Sinistra Ecologia Libertà e governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il sindaco di Messina Renato Accorinti interverranno, a Piazza Cairoli, a sostegno dei Candidati della Lista “L'Altra Europa con Tsipras” - Collegio Isole. Sul palco insieme ai due, saranno Barbara Spinelli, Olga Nassis, Antonio Mazzeo, Mario Cicero, Antonella Leto, Alfio Foti, Ledda Elena e Simona Lobina. Così la scaletta dell’appuntamento. Si prevede un’introduzione sul tema dei migranti e degli sbarchi drammatici di questo periodo, prima di un confronto sul palco moderato dalla giornalista Rosaria Brancato. Saranno inoltre presenti a piazza Cairoli, i rappresentanti del Comitato “Messina con Tsipras”, il deputato nazionale di Sel Erasmo Palazzotto e la coordinatrice provinciale di Sel Messina Daria Lucchesi. date proprio all’impianto di Niscemi, ovviamente non per l’elettromagnetismo ma per la sua realizzazione in area Sic». Politiche migratorie: che fare? «In questo caso, rispetto a Maastricht e Dublino, penso che sia fondamentale muoversi liberamente. Le politiche migratorie vanno uniformate. Un passaggio importante, poi, è la Costituzione europea, che dovrebbe sancire la reale uguaglianza tra tutti coloro che calpestano il suolo europeo. Secondo me, l’Unione dovrebbe imporre agli Stati una legislazione comune sui diritti e i riconoscimenti. Diversamente, non può esserci Europa». Che riflessi avranno queste elezioni sulla politica italiana? «Credo di avere l’età per dire che le europee non hanno mai sortito un effetto concreto. Inviterei gli organi di stampa ad applicare la par condicio e a non seguire i possibili sorpassi. Sorpassi che, comunque, portano sfortuna: basta ricordare il Pci». A DESTRA Se Meloni va al Chiosco L’EX MINISTRO A PIAZZA CAIROLI PER UN’ASSEMBLEA E UN FLASH MOB INSIEME AL MESSINESE CICCIO RIZZO Ciccio Rizzo e Giorgia Meloni MESSINA. Un incontro con la gente e fra la gente, una chiacchierata informale nel corso della quale si è discusso di importanti tematiche europee, ma anche di argomenti locali, come la valorizzazione dei prodotti tipici siciliani o l’inquinamento nella Valle del Mela. Come nelle intenzioni degli organizzatori, si è svolta all’insegna del confronto e della partecipazione l’assemblea pubblica di Fdi-An, che si è tenuta giovedì 15 maggio a Piazza Cairoli. In presenza del segretario nazionale del partito Giorgia Meloni, del candidato al Parlamento Europeo Ciccio Rizzo e degli altri centonove pagina 12 esponenti della lista nel collegio Isole, gli attivisti hanno dibattuto con gli oltre 200 cittadini accorsi intorno al chiosco ottocentesco. «Nonostante sia iniziato con un’ora di ritardo – spiega il consigliere comunale di SiAmomessina Piero Adamo – l’incontro ha avuto un ottimo riscontro, e ci ha offerto la possibilità di confrontarci su temi caldissimi come fiscal compact e immigrazione. In particolare si è affrontata la necessità di rivedere il regolamento di Dublino, che affida la gestione dei profughi ai paesi di primo ingresso». Subito dopo l’assemblea, tutti i partecipanti hanno partecipato quindi al “Flash mob” organizzato dai militanti sorseggiando una spremuta di arance, presenti in degli stand insieme a pomodori Pachino e pesche locali. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare la cittadinanza in merito alla tutela in sede comunitaria dei prodotti siciliani, troppo spesso messi da parte in favore di quelli importati dall’estero. 16 Maggio 2014 politica AMMINISTRATIVE. Da una legislatura all’altra, ecco dove sono finiti gli autonomisti in corsa nel 2009 Catania, che fine ha fatto l’Mpa Nella terra del fondatore Raffaele Lombardo, ad andare via non sono stati solo i big Lino Leanza e Giovanni Pistorio, ma anche l’ossattura territoriale. I nuovi partiti? Soprattutto Udc e Articolo 4. Ecco la mappa del voto DI SIMONE OLIVELLI Che fine ha fatto il Movimento per le Autonomie? Nonostante sia nato a Catania, i cittadini di Aci Castello, Acireale, Motta Sant’Anastasia, Ragalna e Zafferana Etnea, chiamati a eleggere sindaci e consigli comunali, non troveranno più lista e simbolo. Il partito, che lo scorso novembre è ufficialmente confluito all’interno del rinato Forza Italia di Silvio Berlusconi, nei mesi passati ha subito il contraccolpo della condanna in primo grado a sei anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa del fondatore Raffaele Lombardo. L’iter giudiziario dell’ex governatore è stato interpretato da molti come la pietra tombale sulla parabola politica dell’Mpa, dopo otto anni di successi in campo regionale che gli sono valsi anche un ruolo di rispetto sulla scena nazionale. Se il Movimento è scomparso, i suoi figli sono tutt’altro che inattivi. Se in un primo tempo il percorso è stato tracciato da elementi di spicco come Giovanni Pistorio e Lino Leanza, entrambi passati nelle fila dell’Udc (il secondo ha poi dato vita alla lista Articolo 4), a livello catanese l’esempio è stato seguito da tanti tra coloro che nel 2009 avevano indossato la casacca dell’Mpa. Ad Aci Castello, dove saranno in cinque a contendersi la poltrona di primo cittadino, il consigliere uscente Francesco La Rosa sarà capolista della lista civica Insieme per Aci Castello e sosterrà la candidatura a sindaco di Carmencita Santagati, la quale godrà dell’appoggio del Megafono. Stesso orientamento, ma in Raffaele Lombardo una lista diversa, Aci Castello Futura, per altri due ex Mpa, Salvatore Mirabella e Orazio Sciacca. Panorama più frastagliato quello in cui ci si imbatte ad Acireale, il comune più popoloso tra quelli al voto. Qui, a determinare indirettamente il destino politico dei più sono state le scelte dell’onorevole Nicola D’Agostino, che fu infatti tra i primi a lasciare il partito di Lombardo per approdare nell’Udc. Oggi ad Acireale, dove tra i sette candidati sindaco c’è anche il delfino di D’Agostino, Roberto Barbagallo (anche lui eletto consigliere nel 2009 con l’Mpa), lo scenario politico presenta una distribuzione delle forze autonomiste; e questo anche se ufficialmente la sigla Movimento per le Autonomie compare all’interno del logo di Grande Acireale, la lista vicina al senatore ex Mpa – oggi Gal – Antonio Scavone, che supporta la candidatura di Michele Di Re. A sostenere la candidatura di Di Re è anche Forza Italia, che da queste parti fa capo al deputato nazionale Basilio Catanoso. Proprio con la lista del partito di Berlusconi si presenterà il consigliere uscente Antonino Cascio, eletto nel 2009 con l’Mpa e poi transitato nel Gruppo Misto. Scelta diversa, invece, è stata fatta da Enzo Di Mauro, che si presenterà con Articolo 4. La lista di Leanza ad Acireale riproporrà il sistema di alleanze che ha permesso la nascita del governo Crocetta, con il sostegno al democratico Sebi Leonardi. Ma come già accennato, la maggior parte degli ex Mpa continueranno a esser vicini a Nicola D’Agostino, andando a popolare le quattro liste riunite intorno al nome di Barbagallo. Una situazione simile a quella acese è quella che si ritrova a Motta Sant’Anastasia. Qui il presidente del consiglio uscente Anastasio Carrà, eletto alle scorse elezioni con l’Mpa, si candiderà a sindaco con una coalizione comprendente Articolo 4. Sulla scia di Carrà ci saranno anche altri ex lombardiani come Antonino Luca, Antonio Bellia e Luca Cantone. Nella competizione elettorale, però, troveranano spazio anche altri ex consiglieri che nel 2009 si presentarono in quota Mpa: Maria Santa Schillaci appoggerà la candidatura a sindaco di Danilo Festa, mentre Giuseppe Cuscunà, Carmelo Occhipinti e Mario Virgillito promuovono la candidatura di Concetto Roccasalva. Passando al comune di Ragalna, invece, quello che fu l’Mpa si presenta oggi con la scelta ‘civica’ di Angelo Motta di sostenere la corsa a sindaco di Vittorio Carone, al quale si opporranno il Movimento 5 Stelle e Ragalna Protagonista, lista che supporta la candidatura di Salvatore Chisari e nelle cui fila compaiono i nomi degli ex consiglieri Mpa Emanuele Motta, Antonietta Nicolosi e Carmelo Pappalardo. Discorso diverso invece va fatto per Zafferana Etnea. Qui, gli elettori si trovano nella particolare situazione di poter aver a che fare con un’unica lista collegata al sindaco uscente Alfio Russo. Questa eventualità sarà confermata qualora il Tar rigettasse il ricorso presentato dal candidato Alfio Barbagallo, al momento escluso per problemi legati all’autenticazione delle firme. IN PARTICOLARE C’eravamo tanto amati GLI SCONTRI PER INTERPOSTA PERSONA TRA I LEADER DEL MOVIMENTO. A COMINCIARE DA ACIREALE S’erano tanto amati, o perlomeno stavano assieme. L’apparente diaspora degli esponenti del Movimento per l’Autonomia ha creato da più parti le condizioni per uno scontro - seppur per interposta persona - tra gli ex leader del partito di Raffaele Lombardo. Un esempio è rappresentato dal caso di Acireale, dove il deputato regionale Nicola D’Agostino, un tempo Mpa, è l’asse portante che sorregge la campagna elettorale del candidato sindaco, già consigliere nell’amministrazione uscente, Roberto Barbagallo. La vicinanza tra i due ha fatto sì che nella città dei cento campanili Barbagallo sia considerato - specialmente dai suoi avversari - alla stregua di un prestanome per il progetto politico del più navigato ex autonomista. Un altro nome di grido che da queste parti ha avuto un ruolo in questa campagna elettorale è quello del senatore Antonio Scavone. Eletto a Palazzo Madama con la formazione dell’ex presidente della Regione siciliana, oggi Scavone è esponente del gruppo parlamentare Gal (Grandi autonomie e libertà). Ad Acireale, invece, il senatore è stato il referente attorno al quale si è formata la lista di ispirazione autonomista Grande Acireale, che sostiene la candidatura a sindaco dell’imprenditore Michele Di Re. E anche attorno a quest’ultimo c’è centonove pagina 13 chi intravede più di una semplice influenza da parte della politica vecchio stampo. Venuto fuori con una lista civica, “Trenta per Acireale”, Di Re ha ricevuto ben presto l’appoggio pubblico di buona parte dell’amministrazione uscente e soprattutto del deputato nazionale Basilio Catanoso, che da queste parti rappresenta il vero vertice del centrodestra. L’esposizione mediatica di politici di tale calibro, se da una parte ha senz’altro fatto da cassa di risonanza per la scommessa di Di Re dall’altro gli ha attirato critiche da parte di chi non crede nella promessa di cambiamento di cui si fa portavoce. A tal proposito, nelle scorse settimane, il candidato del centrodestra ha sbottato durante un confronto televisivo rivendicando la propria autonomia decisionale. S.O. 16 Maggio 2014 politica BROLO. In piazza l’ex sindaco Salvo Messina e l’onorevole Pippo Laccoto. E partono le scintille Brolo, comizi e querele I cinque candidati non vanno per il sottile e si accusano con retroscena e notizie criminis. Il giallo sul “corvo” del palazzo che fornisce le notizie al grillino Basilio Scaffidi LA REPLICA Sonny Foschino: «Ecco perchè denuncerò» IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE PEPPINO IMPASTATO ACCUSATO DI AVERE INTASCATO CONTRIBUTI Pippo Laccoto DI GIANFRANCO CUSUMANO Brolo. Quella di Brolo più che una campagna elettorale sembra una guerra civile che difficilmente si concluderà il 25 maggio. Certamente, infatti, proseguirà nelle aule giudiziarie a suon di querele e altrettanto certamente si incrocerà con le inchieste della magistratura. Già certe e presentare alcune querele, molte quelle annunciate e quasi certamente il numero è destinato a crescere. È un tutti contro tutti, accuse, addebiti, attacchi ed insulti a volte nemmeno troppo velati con botte e risposte incrociati a ripetizione in cui fa eccezione, ad onor del vero, soltanto la compagine dell'ingegnere Ettore Salpietro, "protetta" dalla storia personale dello scienziato. Gli eventi clou sono stati senza dubbio i due comizi dei due ex sindaci Salvo Messina ed il suo, oramai ex, mentore il deputato Pippo Laccoto. Il comizio di Messina ha richiamato una folla senza precedenti, mobilitando presenze ed amministratori da fuori paese. Per tutti, i sindaci: Salvatore Castrovinci di Torrenova, Basilio Ridolfo di Ficarra, Basilio Caruso di Sant'Angelo di Brolo, Il presidente del Consiglio Comunale di Patti, Giorgio Cangemi e molti altri ancora. Messina, premettendo a chiare lettere che «tutto ciò di cui avrebbe parlato era documentato e documentabile», in oltre due ore serrate ne ha avute per tutti o quasi... Bersaglio principale la compagine di Irene Ricciardello. I feroci gli attacchi sferrati al cognato Nino Germanà e a Gaetano Scaffidi Lallaro Salvo Messina hanno scosso la folla. Messina non ha esitato a mettere in piazza stralci di conversazioni private che hanno fornito uno spaccato del quadro lacerato dei rapporti interni al gruppo, ma non solo. Un fremito di sconcerto e ha percorso la piazza quando dalla sua viva voce si è materializzato il racconto e la conferma dell'inciucio delle precedenti amministrative. Il racconto di come la lista allora sua concorrente sia stata materialmente costruita a tavolino dal trio Messina-Laccoto-Germanà. Per finire a settembre 2013 quando, già in piena bufera, Germanà gli avrebbe chiesto di lasciare Laccoto per passare con lui. Poi è toccato all'onorevole renziano (patron e primo sponsor di Magistro) imputato, senza troppe perifrasi, di avergli lasciato in eredità circa 8 milioni di euro di conti in sospeso (paventabili come origine del "buco") ed il clou si è avuto quando Messina, quasi tra i singhiozzi, lo ha accusato averlo scaricato non solo politicamente ma anche personale ed umano. Minore lo spazio dedicato agli altri candidati, Occhiuto, suo avvocato difensore oltre che del ragioniere del Comune che schiera la ex capogruppo Morini e Basilio Scaffidi, accreditato dalla voce popolare, peraltro suffragata da numerosi "indizi", di essere proprio il candidato su cui punta l'ex sindaco. Per loro soltanto due scappellotti di facciata. Per Salpietro nemmeno quelli. Domenica è stata la volta del comizio di un Laccoto visibilmente sotto tono. Piazza piena ma niente folle oceaniche d'altri tempi. L'onorevole si è prodotto in una difesa a tutto campo del suo operato. Il consueto comizio d'attacco alternato a ripiegamenti puntati sulla difesa "dell'onorabilità e della privacy familiare". Bersaglio principale i due Scaffidi. Gaetano, vicesindaco designato da Irene Ricciardello e Basilio, candidato sindaco e già destinatario della prima querela dell'onorevole. Non sono mancati i momenti di tensione, il nervosismo a tratti scomposto del giovane avvocato e dell'onnipresente padre, alla chiamata in causa, non sono passati inosservati. Il fatto senza precedenti, che da il polso della situazione è che nel momento in cui Laccoto ha fatto l'appello al voto per Magistro i - pochi - applausi dei sostenitori sono stati sommersi da una valanga di fischi del resto della piazza. Mai a Brolo era successo. Occhiuto, probabilmente compresso dal doppio ruolo di candidato sindaco e difensore dei principali indiziati dell'affaire "conti pubblici", conduce una campagna elettorale visibilmente in tono minore. Mentre Salpietro, forte del proprio prestigio personale e della sua inattaccabilità reale è concentrato sull'esposizione dei programmi e delle soluzioni. Si presenta come uomo di soluzione e pacificazione riscontrando in questo il favore della gente. Il giovane Basilio Scaffidi invece sta conducendo, com'era previsto, una campagna elettorale aggressiva basata per lo più sulle rivelazioni di un fantomatico "uccellino" che per la gente altri non sarebbe che l'ex sindaco Messina. centonove pagina 14 Brolo. Centomila euro. E’ questa la somma che richiederà Sonny Foschino, vulcanico ventitreenne, all’ex sindaco di Brolo Salvo Messina. Foschino , presidente dell’associazione nazionale “Peppino Impastato” si è sentito diffamato dalle parole di Messina con cui ha avuto un battibecco durante il comizio show di venerdì 9 maggio. «Ho dato mandato ad un legale per redigere due denunce, una personale l’altra per la tutela del buon nome dell’associazione Impastato - anticipa Foschino - il risarcimento complessivo richiesto ammonta a 100 mila euro. Sin da ora dichiaro che verranno devoluti in beneficenza». Secondo Messina Foschino dovrebbe fare chiarezza su come sono stati gestiti i contributi del comune a lui assegnati. «E’ una calunnia. Messina dimentica che prima della sua rielezione a sindaco aveva firmato una dichiarazione, dietro mia richiesta, nella quale sottolineava che l’unico finanziamento elargito a favore dell’allora gruppo teatrale “Peppino Impastato” ammontava ad 2500 euro per la realizzazione della scenografia e delle operazioni statutarie e burocratiche per la costituzione dell’associazione. Le spese sono dimostrabili». Dubbi erano stati instillati da una lettera a firma di sei ragazzi che hanno lasciato l’associazione. «Impiegai quella somma per creare una delle associazioni più attive d’Italia. Mille cinquecento euro sono stati utilizzati per realizzare la scenografia e il legname è stato acquistato dal padre di uno dei sei fuoriusciti». Sonny Foschino 16 Maggio 2014 politica ROMETTA In piazza arriva Crocetta Sosterrà Nicola Merlino. Ma gli avversari non stanno a guardare DI I candidati Pippo Testa e Lirio Porracciolo MISTRETTA. La vittoria determinata dagli scontri tv Al voto col Grande Fratello Sulle televisioni locali Testa e Porracciolo duettano a colpi di promesse. A fare la differenza potrebbe essere Sanzarello DI NINO DRAGOTTO Mistretta. Sul voto delle amministrative del 25 maggio aleggia la figura del “Grande Fratello”. Il senatore Sebastiano Sanzarello, volontariamente tiratosi in disparte dalla competizione, ma osservatore interessato nel determinare il vincitore finale. Prosegue sul piccolo schermo il confronto elettorale tra i due candidati a sindaco delle due liste in competizione ,“Sosteniamo Mistretta” e “Cambia Mistretta”, con i rispettivi leader , il commercialista Pippo Testa e l’avvocato, Lirio Porracciolo. Dagli schermi di Tele Mistretta e Onda TV il messaggio elettorale entra senza filtri dentro le abitazioni, ma sono pochissimi i cittadini “incerti” per chi votare, prevalgono i vincoli familiari e l’appartenenza al distinto schieramento. Il primo pilota del team “Sosteniamo Mistretta”, durante l’evento della presentazione ufficiale della lista, ha voluto rimarcare di aver incamerato il “sostegno” manifestatogli dall’ex senatore Tatà Sanzarello, ma al tempo stesso ha ribadito di riconoscere la fattiva impronta amministrativa data dal sindaco uscente Iano Antoci durante il suo “settennato”. Per non associare il concetto di “continuità” con l’amministrazione uscente il candidato a sindaco Pippo Testa ha indicato i quattro assessori chiamati a comporre il quadro della sua giunta, il commercialista Vincenzo Tamburello, il medico Carmelo Nucera, la psicologa Rossella Cicero, e l’operatore del servizio 118 Giuseppe Salerno. Per la presidenza del consiglio in caso di successo della lista “Sosteniamo M.” sono due politici di lunga militanza ad ambire l’incarico, Felice Testagrossa e Carmelo Nucera, intercambiabili anche nell’incarico assessoriale, ed entrambi disponibili a lasciare spazio operativo al politico “doc”, Iano Antoci, a cui sarebbe affidato l’incarico di city manager. Ritornando all’osservatorio del “Grande Fratello”, nella lista “Cambia Mistretta” a vantare un legame politico diretto con l’ex senatore Sanzarello è l’architetto Sebastiano Ribaudo, sicuro di captare il flusso di voti custoditi in cassaforte. Nelle due liste stimoli e fermenti per un confronto più acceso possibile sono alimentati dalle “pasionarie” esageratamente fedeli all’appartenenza alla rispettiva coalizione civica. Su un fronte del candidato Testa si ritrova la sorella del sindaco uscente, Marisa Antoci, pronta a ricevere le stellette di capogruppo consiliare. Nello schieramento dell’avvocato Porracciolo si fa notare per verve dialettica, Francesca Morabito, istruita dal marito l’ex sindaco, Enzo Provenzale, per spirito di emulazione, su come condurre gli sci sulla neve, ma anche su mantenere gli equilibri politici della lista. ANTONIO BONACCORSO Rometta. A Rometta fine settimana contrassegnato dalla tappa del governatore Crocetta a sostegno del candidato sindaco Nicola Merlino e della lista “ViviRometta”. L'appuntamento è domenica alle 10,30 presso il comitato elettorale di Via Nazionale. Nel frattempo la coalizione capitanata da Merlino incassa le lodi di Nino Visalli, per dieci anni vicesindaco di Enrico Etna e rimasto fuori dai giochi in questa tornata elettorale. «Voglio riconoscere al gruppo ViviRometta – scrive Visalli una forza di coesione che in questi quindici anni, malgrado logoranti delusioni, è riuscita a mantenere unita la squadra anche nei banchi dell’opposizione e nello stesso tempo crescere in virtù di seri e sani ideali». Da parte sua Merlino, pur riconoscendo valutazioni diverse, ha parlato di un “generoso riconoscimento” che Visalli ha voluto effettuare. “Qualora avessimo il necessario consenso, tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Rometta e vogliono lavorare per gli interessi della collettività, e solo per essi, saranno accolti a braccia aperte”, ha commentato Merlino. L'uscente, Roberto Abbadessa, continua ad incontrare la gente e ieri, con il suo gruppo “Continuiamo insieme per innovare”, ha tenuto comizio in villa Martina. “Nella nostra lista ben 8 componenti su 15 sono alla loro prima esperienza elettorale”, tiene a sottolineare Enzo Cicero, candidato consigliere, mentre Abbadessa invita a riflettere sulle difficoltà incontrate. Emergenza ambientale, crisi del sistema rifiuti, dissesto idrogeologico, le alluvioni del Roberto Abbadessa centonove pagina 15 Rosario Crocetta 2010 e quella più grave dell'anno successivo. Tuttavia, nonostante le congiunture negative, “siamo stati salvi – spiega Abbadessa - per tutti questi 5 anni dall’ipotesi del dissesto finanziario, le cui conseguenze sarebbe state devastanti”. Fuori da “gruppi storici e da logiche di partito” si definisce la compagine “Impegno, coerenza e buonsenso” che sostiene Nino Cirino. “Le scelte politiche possono essere opinabili – incalza Cirino - ma su una cosa penso che tutti possiamo essere d’accordo: che l’amministrazione uscente in 5 anni non abbia avuto mai una maggioranza”. Primo punto del programma elettorale la riorganizzazione degli uffici affinché “le risorse umane siano utilizzate secondo le necessità quantitative e qualitative e non in base a criteri personalistici o di vicinanza al proprio elettorato”. Infine Alessandro Previti con “l’Alternativa per Rometta”, gruppo composto da “persone che non hanno mai ricoperto ruoli all’interno di un’amministrazione”. Con loro in città Maria Cristina Saija, in corsa per le Europee con il Movimento 5 Stelle al quale, dal principio, Previti ha spiegato di ispirarsi. Con il 50% delle indennità di carica, secondo il candidato sindaco si potrebbero raggiungere da subito tre obiettivi: supporto alle famiglie più bisognose, azzeramento della quota dei buoni pasto per mense scolastiche e pannelli solari per la luce perpetua nei cimiteri. 16 Maggio 2014 politica FURNARI. Trentotto sindaci contestano il debito da 48 milioni per la gestione integrata del’Ato2 Rifiuti, Gesenu nel mirino A capeggiare la “rivolta” Mario Foti che contesta la “transazione parziale” firmata dal commissario liquidatore Salvatore Re. E il conflitto di interesse con la discarica di Mazzarrà DI GIANFRANCO CUSUMANO Furnari. Trentotto sindaci messinesi contro la Gesenu spa. E una transazione da 48 milioni di euro che rischia di mettere sul lastrico quasi tutte le amministrazioni comunali. Da Pace del Mela a Barcellona. A guidare la rivolta è il primo cittadino di Furnari, Mario Foti, che ha convocato i colleghi per venerdì 16 maggio con l’obiettivo di delineare una strategia contro la Gesenu, la società che ha gestito la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti per conto dell’Ato 2, società oggi in liquidazione. Nel mirino l’ex amministratore, oggi commissario liquidatore, Salvatore Re, il quale ha firmato quella che viene definita «una singolare e discutibile “transazione parziale”», sottoscritta tra la società d'ambito e la ditta perugina contro cui è in corso un giudizio dinnanzi al Mario Foti Tribunale di Perugia. La Gesenu, sulla scorta della transazione, ha già in mano i primi atti esecutivi di pignoramento del tribunale di Barcellona che ingiunge al pagamento le amministrazioni di Pace del Mela (794.260,81 euro); San Filippo del Mela (428.034,83 euro); Fondachelli Fantina (41.888,79 euro), oltre alla Banca Popolare del Mezzogiorno 1.805,80 euro). Le richieste economiche della Gesenu si fondano su di un articolo della finanziaria regionale 19/2005 (ex art. 21, comma 17) che impone di ripianare i debiti degli Ato, con anticipazioni a carico delle regioni per i Comuni che ne fanno richiesta se momentaneamente privi di fondi. Secondo Gesenu la normativa regionale prevederebbe l'intervento sussidiario dei Comuni al fine di assicurare l'integrale copertura dei costi della gestione dopo l'estinzione ex lege delle Ato. In sostanza, i soci sarebbero quindi coobbligati a saldare i debiti dell' Ato, in funzione delle relative quote di partecipazione. «Questa singolare tesi costruita dalla Gesenu - dice il sindaco Mario Foti - viola palesemente un principio fondamentale stabilito dal Codice Civile in materia societaria, quello della cosiddetta "autonomia patrimoniale perfetta" che impone che il patrimonio di un socio (anche se ente pubblico) non può essere aggredito dai debitori di una Società per azioni, anche se pubblica come l'Ato Me2. Principio questo che non può essere modificato da nessuna norma regionale che anche se vigente, è certamente posta in essere in violazione della normativa fondamentale delle società e, quindi, nulla e costituzionalmente illegittima». Foti sottolinea anche che i debiti non sono nemmeno certificati in quanto l’ultimo bilancio approvato dell’ambito territoriale è del 2009, dunque - secondo i sindaci - si chiedono somme senza che queste siano state accertate. Foti attacca a muso duro. «A nostro giudizio ci ritroviamo in questa situazione debitoria anche per colpa della Gesenu - sostiene - erano loro a doversi occupare della riscossione inviando le bollette. Non funzionando il sistema sono nati i contenziosi e i crediti non onorati. Nello stesso tempo non hanno mai operato in modo concreto per incentivare e incrementare la raccolta differenziata in ossequio del decreto Ronchi Una situazione che ha portato a trasferire tutto nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, aumentando i costo di trasporto e conferimento. Con un lampante conflitto d’interesse, a nostro giudizio. Visto che la stessa Gesenu risultava socia di Tirrenoambiente, società che gestisce la discarica che, così, ha potuto realizzare enormi profitti». RISERVATO Tirrenoambiente verso il commissariamento RAPPORTO DELLA GUARDIA DI FINANZA: DUBBI SU 70 MILIONI MESSINA. Tirrenoambiente viaggia spedita verso il commissariamento giudiziario. Un lungo e dettagliato rapporto della Guardia di Finanza, radiografa una serie di anomalie sui bilanci della società mista, di cui è capofila il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea. Le anomalie riscontrate, nei diversi report delle fiamme gialle, arrivano a cifre consistenti, settanta milioni di euro. Passaggi di denaro e politiche scriteriate, che stanno portando i vertici della Procura alla ricerca di un professionista, con esperienza nel settore, idoneo a guidare la società che gestisce la piùà grosso discarica del litale tirrenico messinese, senza interruzione di servizi di pubblica utilità, anche in presenza di provvedimenti giudiziari che sono nell’aria. centonove pagina 16 16 Maggio 2014 sicilia MESSINA. Professori e studenti impossibilitati ad accedere alle riviste e ai volumi in formato elettronico Università, la ricerca resta al palo Nonostante il preventivo approvato da 318.115 euro, l’Ateneo non ha ancora provveduto ai rinnovi a causa della riorganizzazione del Sistema Bibliotecario determinato dalla nascita dei dipartimenti consiglio di amministrazione e dal Senato, pari a 318.115 euro, Cupaiuolo annunzia novità: «Non solo abbiamo intenzione di implementare la spesa, ma il prorettore alla ricerca, Salvatore Cuzzocrea, ha deciso di avviare trattative dirette, e non mediate da altri, con i fornitori delle riviste. Il risultato? Ciò determinerà un risparmio pari al quaranta per cento, con la possibilità di destinare i fondi a nuovi acquisti». Giovanni Cupaiuolo PREVISIONE SPESA 2014 RISORSA TRATTATIVA Costo American Chemical Society CINECA 30.060 IOP science CINECA 1.275 Nature CINECA 27.530 Royal Chemical Society CINECA 10.580 UlrichsWeb CINECA 3.520 CAS Scifinder Scholar CINECA 58.609 Riviste Franco Angeli Casalini 12.137 IEEE DEANET 36.750 Rivisteweb Il Mulino Il Mulino 9.480 BAnca Dati Pluris CEDAM 16.336 Riviste Lippincott Ovid Animal Science OVID Wolters Kluver 36.103 Mathscinet Università di Modena 8.000 SW ALEPH 500 Ex Libris Italia 53.000 Rivista ScienceDire CRUI 28.288 Riviste Wiley CRUI 77.473 SCOPUS CRUI 28.000 WEB of Science CRUI 33.000 De Jure Giuffrè 38.700 ASTRID Astrid Servizi 2.000 Business Source Complete EBSCO 18.650 Riviste Full text Giuffrè Giuffrè 12.500 TOTALE 318.115 Rosa Maria Domianello DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. La previsione di spesa c’è, ma fare ricerca è impossibile. Accade all’Universitrà di Messina, dove docenti e ricercatori hanno dovuto mettere i propri studi in pausa a causa del mancato rinnovo degli abbonamenti elettronici alle riviste. Una “iattura” che colpisce soprattutto il settore scientifico, ma lambisce anche l’umanistico, che per la ricerca sfrutta molto di più il carteceo. Infatti, allo stato attuale, ordinari, associati, ricercatori e studenti delle ex facoltà di Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche, Lettere e Scienze della Formazione non hanno accesso alle Riviste Franco Angeli, alle Rivisteweb Il Mulino, alle Riviste Wiley (che investono tutti i campi) e a De Jure di Giuffrè. La previsione riguarda anche alcune nuove richieste, rimaste inevase: Astrid (giurisprudenza), Business Source Complete e Riviste Full text Giuffrè. SCIENZA FERMA. A ricevere il danno maggiore, dal 31dicembre 2014, chi studia Fisica, Chimica e le altre branche della scienza, che si ritrovano impossibilitati a consultare la bibliografia necessaria (che è su scala planetaria e non nazionale, come in altri casi) o a fare raffronti. E, a non essere attivi, sono anche gli abbonamenti pluriennali per cui non è stata pagata la quota annuale. Scade a ottobre, ma si è in attesa di preventivo, pure il software per il catalogo d’Teneo, Sw Aleph 500, per cui c’è una trattativa in corso con Ex Libris Italia. IL PERCHE’ DEL BLOCCO. A svelare io motivi dello stop è Rosa Maria Domianello, delegata del rettore al Sistema Bibliotecario d’Ateneo. «Tutto è stato determinato dal passaggio da facoltà a dipartimenti. Prima c’era il Comitato Tecnico Scientifico, che era l’organo deliberativo composto dai presidi. Il punto è che tutto va ripensato, visto che i direttori di dipartimento sono molti di più». Per risolvere il problema, la professoressa Domianello sta procedendo con la stesura di un nuovo regolamento: «Ho consegnato al direttore generale, Francesco De Domenico, una proposta per ridurre gli schemi e tagliare le spese che riguarda anche il Careci e il Ciam (rispettivamente Centro Attrazione Risorse Esterne e Creazione d'Impresa e Centro Informatico Ateneo di Messina, ndr). Purtroppo - spiega - la precedente amministrazione ha lasciato tutto inevaso». INTANTO... «Mentre in prcedenza non era stata inserita alcuna cifra in bilancio di previsione, adesso lo abbiamo fatto», spiega il coordinatore del collegio dei prorettori, Giovanni Cupaiuolo. Che aggiunge: «Per quanto riguarda l’immediato, di fronte ad alcune richieste pressanti dei colleghi di area chimica e fisica, ma anche di altri, stiamo provvedendo nelle more della ridefinizione del Sistema bibliotecario d’Ateneo». Rispetto alla previsione di spesa approvata dal centonove pagina 17 16 Maggio 2014 sicilia Salvatore Scuto Sergio Gelardi MESSINA. Il giudice del Lavoro accoglie il ricorso dell’ex titolare di Messina che aveva chiesto di andare a Catania Soprintendenza, Scuto vince a metà Per Pina D’Uva, i curricula dell’architetto e della prescelta, Fulvia Caffo, andavano comparati in sede scelta. Una sentenza che inchioda la discrezionalità della Regione, ma non assegna la poltrona al vincitore DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. L’unica fortuna, per l’ex direttore generale dell’assessorato regionale ai Beni Culturali Sergio Gelardi (sostituito pochi giorni fa da Rino Giglione) è una: chi doveva ricorrere lo ha già fatto. Perché, diversamente, gran parte degli incarichi di soprintendente o di di figura apicale di Parchi e Biblioteche potrebbero finire sotto la lente, con la possibilità di risultare illegittimi come la nomina di Fulvia Caffo a Catania. TEGOLA IN TESTA. Il siluro sull’operato dell’alto funzionario è arrivato dritto dritto dal Tribunale di Messina, con una sentenza firmata Pina D’Uva in seguito all’appello presentato dall’ex soprintendente di Messina, Salvatore Scuto. Tutto inizia ad aprile 2013, quando all’architetto, che aveva chiesto la riconferma o, diversamente, il capoluogo etneo come nuova sede, viene assegnata la Soprintendenza di Enna, poltrona che non accetta, finendo “parcheggiato” al Museo di Palazzolo Acreide. Inizia allora una battaglia giudiziaria. Come primo passo, l’architetto chiede copia degli organigrammi delle due Soprintendenze, per verificare, come si legge nella sentenza, “i requisiti dei candidati”. Da qui, la contestazione: non sono stati valutati i curricula, con particolare riferimento all’anzianità di servizio, all’assenza di specializzazione in Beni Culturali e ambientali e al maggior numero di incarichi apicali. L’assessorato, costituito in giudizio, afferma il contrario, e cioè che “sulla base delle risultanze delle comparazioni curriculari”, Gelardi poteva assegnare discrezionalmente gli incarichi. Il primo round si conclude con Scuto soccombente, ma l’architetto non si arrende. Complice un accesso agli atti, scopre che nel decreto di nomina di Fulvia Caffo non vi era alcun riferimento alla comparazione dei curricula, né venivano esplicitate le ragioni che avevano indotto il direttore generale a preferire la Caffo a Scuto. Da qui, il ribaltamento. LA SENTENZA. Il giudice del Lavoro, infatti, sulla base delle sentenze della Cassazione che impongono il rispetto delle regole di correttezza e buona fede, oltre che il rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, ha sottolineato come, a parità di titoli, la precedenza va a chi possiede maggiore anzianità di servizio. Nonostante la comparazione vedesse prevalere Scuto, il dirigente aveva optato per la Caffo, per la quale “avrebbe dovuto esplicitare i criteri posti a fondamento della scelta”. All’architetto, però, resta solo il piacere di una vittoria a metà. A essere stata dichiarata illegittima è solo la designazione della concorrente, ma la poltrona catanese non andrà a lui. A decidere, ancora una volta, ma seguendo i criteri rilevati dal giudice D’Uva, sarà sempre l’assessorato ai Beni Culturali. I PRECEDENTI. Il primo vero e proprio caos nel sistema delle nomine fu in seguito alla riorganizzazione del sistema di nomine elaborato, nel 2010, dall’ex direttore generale Gesualdo Campo. All’epoca, infatti, furono presentati due ricorsi in contemporanea ai Tribunali amministrativi regionali di Palermo e di Catania contro la rotazione delle poltrone. Avvocato dei ricorrenti, in entrambi i casi, era Francesco Stallone dello studio Pitruzzella di Palermo. L’oggetto? “Annullamento del decreto di rimodulazione dellʼassetto organizzativo di natura endodipartimentale e di alcuni dipartimenti regionali”. Dal ricorso al Tar si era poi determinato, in secondo grado, un parere del Cga che metteva a rischio l’intero sistema delle nomine regionali. (D.D.J.) PRECEDENTI Quella bomba del Cga IL PARERE DEL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA CHE HA MESSO BOCCIATO LA RIORGANIZZAZIONE 2010 Una vera e propria bomba innescata in ambito Beni Culturali che non ha avuto seguito. Si tratta del parere 211 del 2012 rilasciato dal Consiglio di Giustizia amministrativa, che colpisce il decreto del presidente della Regione che aveva cambiato il volto degli uffici regionali, il 370 del 2010, ritenuto “irrimediabilmente illegittimo e destinato ad essere annullato tutte le volte che detto vizio di legittimità venga correttamente denunciato”. E il “detto vizio” è il non aver sottoposto il decreto, che è un atto di natura regolamentare, al vaglio del Consiglio di Giustizia amministrativa. Una mancanza che è stata “correttamente denunciata” con i due ricorsi straordinari al presidente della Regione da parte di un gruppo di dirigenti e funzionari del sistema Beni Culturali per niente soddisfatti della riorganizzazione operata, sempre nel 2010, dal direttore generale Gesualdo Campo proprio in ossequio al decreto finito nel mirino del Cga e a quanto disposto dallʼassessore dellʼepoca, dallʼassessore Gaetano Armao: Stefano Vassallo, Maria Luisa Famà, Pietro Morgano, Francesco Santalucia, Francesca Spatafora, Beatrice Basile, Sebastiano Tusa, Matteo Scognamiglio, Sergio Aguglia, Adele Mormino, Simonetta Scordato, Giovanna Cassata, Valeria Li Vigni, Luigi Maria Gattuso, firmatari del primo; Giuseppina Butera, Maria Luisa Famà, Giuseppe Comparetto, Giuditta Fanelli, centonove pagina 18 Giovanna Cassata, Antonietta Marino, Matteo Scognamiglio, Francesca Spatafora, Sergio Aguglia, Stefano Vassallo, Simonetta Scordato e Adele Mormino, che hanno presentato il secondo. Ed è stato proprio questʼultimo a innescare lʼesplosione della bomba contenuta nel parere rilasciato dal Consiglio di Giustizia amministrativa su richiesta della stessa Regione. A determinare tutto, il primo punto, riguardante la violazione e falsa applicazione degli articoli 12 e 13 dello Statuto e, soprattutto, della legge 192 del 1997. Ed è proprio questa violazione che viene riconosciuta dal Cga. Secondo la legge, infatti, la Regione avrebbe dovuto chiedere un parere obbligatorio al Consiglio “sugli atti aventi natura regolamentare emanati dalla Regione”, Un parere “del tutto analogo a quello che è, per i regolamenti governativi, il parere del Consiglio di Stato”. 16 Maggio 2014 sicilia MESSINA. Immobili di pregio nel centro storico catastati come abitazioni “economiche o popolari I baraccati di corso Cavour Uno studio sul territorio cittadino scopre il velo su classificazioni sballate: tra viale Boccetta via Tommaso Cannizzaro “esistono” solo nove uffici. Tutte le incongruenze scoperte dal Comune DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Quante case popolari si affacciano su corso Cavour o via Garibaldi, due delle più eleganti e prestigiose strade di Messina? Anche solo per memoria visiva (e buon senso), verrebbe da dire nessuna. E invece no. Al catasto ne risultano censite 117. E quante unità immobiliari sono classificate come “uffici e studi privati”, in una strada in cui ad ogni portone è un fiorire di targhe d’ottone di avvocati, medici e commercialisti? Parecchie? Nient’affatto: solo nove. Vuol dire che qualcuno, negli anni, ha fatto il furbo, “dimenticando” di aggiornare i dati catastali degli immobili, sui quali poi sono parametrate le imposte. Motivo per il quale palazzo Zanca si sta cimentando in un “progetto di revisione catastale su quegli immobili caratterizzati da un significativo scostamento tra il valore di mercato e quello catastale”. I BARACCATI DI CORSO CAVOUR. Lo studio, coordinato dal funzionario dell’Urbanistica Raffaele Cucinotta, ha “preso di mira” un’area compresa tra Raffaele Cucinotta il viale Boccetta, la via Garibaldi, via Martinez e via XXIV Maggio: 565 unità immobiliari definiti “di pregio”, dei quali, però, lo studio ha riscontrato essere solo in parte classificate come “abitazioni un tempo nobiliari, con particolari rifiniture pregiate anche a carattere storico” (contrassegnate dalla sigla A1) o anche solo “abitazioni di tipo civile (siglate A2): la maggior parte, infatti, appaiono denunciate al catasto come case economiche (A3) o addirittura popolari (a4). Tutto questo nel quadrilatero del centro storico, costellato da palazzi signorili, anche se negli anni a deturparli ci hanno pensato i proprietari con mortificanti soprelevazioni sulle quali nè l’Urbanistica nè la Soprintendenza hanno mai proferito parola. Non solo: nella vasta area, nonostante un’elevatissima densità di studi professionali, per contare gli immobili catalogati come uffici e studi, e contraddistinti dalla sigla A10, bastano e avanzano le dita di due mani. Solo nove. Ma non è finita qui. COL BAGNO IN CORTILE. Quando c’è da pagare meno, o non pagare affatto, l’ingegno del messinese si scatena. Su tutto il territorio comunale, oggi, nel 2014, sono registrati 3300 fabbricati classificati come A5: ovvero “di basso livello, privi di impianti e servizi igienici”. In pratica case col bagno nel cortile, categoria che il catasto nemmeno considera più esistente. Non solo: ben quattromila immobili sono classificati come “abitazione a servizio delle attività agricole”, notoriamente fiorenti in centro città e nelle periferie. Altri dati significativi? A fronte di 56mila abitazioni di tipo civile, ce ne sono 45mila di tipo “popolare (“dato sovradimensionato”, si legge nella relazione) e solo dodicimila di tipo “economico”. La tipologia di fatto più presente in città. ZOOM Dalli all’elusore LA RIVOLUZIONE DELLE STIME E DELLE RENDITE FRUTTERÀ TRE MILIONI ALL’ANNO ALLE CASSE DI PALAZZO ZANCA MESSINA. “Dall’analisi dei dati catastali - scrive Raffaele Cucinotta - è emerso che negli ultimi cinque anni il numero di unità “collabenti” è cresciuto da circa 800 unità immobiliari alle attuali 1070. Di queste circa cento insistono all’interno delle microzone del centro città”. Perchè il coordinatore dello studio ha reputato opportuno sottolineare proprio questo dato? Per tre motivi. Intanto perchè le unità “collabenti” sono in pratica i ruderi, prive di rendita catastale e quindi “inidonee a produrre reddito” da versare nelle casse comunali. Secondo perchè l’anomalia riscontrata su valore di mercato e valore catastale di questo tipo di abitazioni si aggira intorno al 20% (due su dieci, cioè, un reddito lo producono eccome, ma sono denunciate come ruderi), e terzo perchè è stato Antonino Parisi, direttore dell’Agenzia delle Entrate di Messina, a segnalare nei casi specifici, “possibili fenomeni di evasione ed elusione in campo immobiliare”. E quindi, quanto costano i “furbetti del quartierino” alle casse di palazzo Zanca? Parecchio. Tre milioni di euro all’anno, venti milioni in sette anni. Perchè le somme che il comune di Messina immagina di poter introitare dall’adeguamento degli estimi catastali è una di quelle cifre che compone il piano di riequilibrio da sottoporre a ministero dell’Economia e Corte dei Conti, nella speranza che il certosino lavoro fatto di raschiamento del barile dall’assessore al Bilancio Guido Signorino e dal direttore generale Antonio Le Donne soddisfi i requisiti di sostenibilità economica (e serietà) che fino ad oggi sono mancati nei precedenti piani di riequilibrio. Di maggiori entrate Imu, i due hanno inserito, grazie alla “rimappatura” catastale degli immobili, due milioni e 900mila euro all’anno. Che fino al 22, alla scadenza del piano di riequilibrio, fanno 20 milioni. (A.C.) centonove pagina 19 Antonio Le Donne 16 Maggio 2014 sicilia TENNISTAVOLO. Sofia Sfameni e Emma Gervasi campionesse d’Italia Astra, fucina d’oro Le promettenti pongiste del team di Valdina conquistano due ori ai tornei tricolori di Terni Festa con atleti, tecnici ed amministratori. Giunta:”Ci serve una struttura adeguata” DI VALDINA. E’ stato un brindisi al ventennale tutto d’oro quello dell’Astra Valdina, che credeva di aver festeggiato l’attività sportiva pongistica continua tra il ’93 e il 2013 con la convocazione in nazionale di Sofia Sfameni, già alla fine dell’anno scorso. Ma la stessa Sofia Sfameni ed Emma Gervasi hanno “dipinto” col prezioso Il team Astra Valdina al gran completo messaggio elettorale - committente giancarlo panzera Emma Gervasi e Sofia Sfameni FRANCESCO PINIZZOTTO centonove pagina 20 riconoscimento anche l’intera stagione dell’anniversario, conquistando due titoli nei Campionati Italiani Giovanili, al PalaTennistavolo di Terni. Davvero un risultato straordinario per la coppia di tredicenni dalle notevoli prospettive, che ha vinto due titoli italiani, sia nel doppio che nella gara a squadre. Il primo oro l’hanno ottenuto col doppio femminile ragazze. Sofia Sfameni ed Emma Gervasi partono accreditate con la testa di serie n. 4, giocano e agevolmente approdano in semifinale. Superata la coppia ligure Roncallo-Frisone, con lo stesso risultato Sofia ed Emma superano in finale il doppio emiliano formato da Sara Lajmeri ed Arianna Barani. Sfameni e Gervasi si ripetono, quindi, nella gara a squadre ragazze bissando il titolo di Campionesse d’Italia, e procurando un altro dispiacere alla coppia Lajmeri-Baraldi, battuta in finale per 3-1. L’entusiasmo è ovviamente alle stelle nel team valdinese, che ha raccolto i frutti di quanto seminato con grande dedizione.“Società, tecnici, atleti e genitori hanno fatto di tutto per raggiungere questi risultati – ha detto senza nascondere soddisfazione e ringraziando tutti il presidente Gino Giunta, sostenuto dal vicepresidente Francesco Basile e dai tanti veterani tra cui Roberto Gullo– che premiano i quotidiani sacrifici delle ragazze, dello staff tecnico e di tutta la società, impegnata sempre nel dare il massimo. Ma abbiamo il bisogno di sentire ancora più vicine le istituzioni”. Così 20 anni di passione sportiva sono stati festeggiati alla grande nella palestra delle scuole elementari di Fondachello Valdina, con buffet, video, l’omaggio floreale, le medagliette tricolori d’oro alle campionesse da parte della società, e la torta finale. Alla presenza del vicesindaco di Valdina Antonio Cannuni e degli assessori Rosa Nastasi e Demetrio La Fauci che hanno consegnato tre targhe, una alla sicilia Ruvolo, Emma Gervasi e Maria Abate. I risultati positivi chiaramente “trascinano” neIl’impegno l’intero sodalizio. In campo maschile il ventennio è stato coronato con un traguardo storico: lʼAstra ha centrato la salvezza in B1 la stagione scorsa dopo averla conquistata in quella precedente e alla salvezza il team valdinese punta anche questʼanno. Una struttura migliore renderebbe più agevole l’organizzazione per partecipare a ben cinque tornei: B1 maschile, C2 regionale, D1 e D2 provinciali e alla serie B femminile. E, visti i risultati, lo sforzo per avere una palestra all’altezza è d’obbligo. Le campionesse con i dirigenti dell’Astra società e due alle campionesse, e con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni presenti nel comune. Sottolineato più volte il grande lavoro svolto dai tecnici Umberto e Michele Giardina, Giovanni Caprì, in primis da Sofia ed Emma che hanno ringraziato lo staff che ha permesso loro di crescere. L’azzurro ormai è un’abitudine per Sofia Sfameni, numero uno della classifica nazionale femminile settore ragazze. La stellina dellʼAstra è stata anche vice campionessa dʼItalia in coppia con Maria Abate (anche lei premiata con una targa), lo scorso giugno. Mentre il bronzo per la squadra a Terni era già arrivato nellʼaprile dell’anno scorso, dove la Sfameni si battè insieme a Barbara LA CURIOSITA’ Valdina. I genitori di Sofia Sfameni ed Emma Gervasi hanno dipinta sui loro volti la gioia per la festa, in particolare riservata alle loro figlie promesse del tennistavolo. Ma si può dire pure che… buon sangue non mente. Antonio Gervasi, papà di Emma, fino a qualche anno addietro è stato un bravo tennista, mentre Nino Sfameni, papà di Sofia, è stato un arcigno difensore di calcio diversi lustri fa. E rivela che ha spinto per come meglio ha potuto la passione della figlia, anche quando qualche tentennamento metteva a rischio più di un appuntamento importante: “Grande è la mia gioia per i risultati ottenuti, ma i genitori devono sostenere l’attività dei figli con uguale determinazione – afferma Sfameni – Sofia è stata sempre costante negli allenamento, ma è chiaro che ogni tanto si rilassava. Allora mi “armavo” di insistenza, minacciandola anche che l’avrei punita e le risposte oggi sono un piacere per tutti”. (F.P.) messaggio elettorale Le “minacce” di papà centonove pagina 21 16 Maggio 2014 16 Maggio 2014 sicilia SPADAFORA. Un milione e mezzo di euro per avviare un museo. Così il progetto “europeo” L’argilla diventa tridimensionale All’interno sarà realizzato un “Laboratorio della Forma”, uno studio di progettazione con scanner in 3D. D’Amico: «Si potranno realizzare elementi meccanici, protesi, oggetti di oreficeria» Spadafora. Spadafora punta su argille e ceramiche. In 3D. Materie prime che in passato nella zona tirrenica messinese erano ritenute trainanti con un centinaio di imprese all’attivo e una forza lavoro che negli anni 90 raggiungeva anche più di mille addetti. A prendere vita dopo anni di annunci è il Museo dell’Argilla la cui gara d’appalto per acquistare arredi e attrezzature è in fase di assegnazione. Un modo per recuperare dal punto di vista culturale una tradizione artigianale che ha segnato il territorio. E’ stato finanziato con 653 mila euro sulla linea di intervento 3.1.3.3, (Sviluppo di servizi culturali al territorio e alla produzione artistica e Il museo dell’argilla di Spadafora artigianale) un progetto sostenuto dall’assessore sull’arte contemporanea e sulla ceramica alla Cultura e vice sindaco Antonio siciliana. «Ultimati i lavori - dice D’Amico (il bando scade il 17 giugno). D’Amico - saranno promosse dieci L’intervento prevede negli spazi del importanti mostre, articolate nello Museo dell’Argilla l’acquisto spazio di sei mesi. Il ciclo intitolato dell’arredamento museale per circa 300 “Sicily Contemporary Art, Spadafora” mq, un sistema di videosorveglianza e sarà costituito dal meglio della pittura e antintrusione, la sistemazione del della fotografia siciliana, una mostra parcheggio e delle aiuole. concorso per video maker, una dedicata Parallelamente si interverrà sullo storico ad Antonio Presti, un minifestival della Castello Spadafora con la realizzazione letteratura e uno del cinema e del di mostre e l’acquisto di arredi, un touch teatro». «L’Argilla rappresenta molto per screen da 50 pollici e uno schermo il territorio - spiega Biagio Oriti, modulare da 100 pollici. Sarà sindacalista dela Cgil - e potrebbe commissionato un documentario su rappresentare tanto anche oggi. La Spadafora e due contenuti digitali situazione è disastrosa sia per la crisi ma per mancanza di argille. Con i vincoli del Piano regionale delle cave è quasi impossibile. Queste azienda da anni son costretti ad acquistare argilla principalmente in Calabria e reaizzare un prodotto finito spesso di qualità inferiore rispetto a prima ma con costi superiori». Ditte come la “La Fauci Giuseppe” e Cottosenia (entrambe Gruppo La Fauci) stanno esaurendo la cassa integrazione ordinaria. «La prossima settimana, invece, - continua Oriti - la “Centrale -Primavera” avvierà la procedura di mobilità di altri lavoratori (ancora il numero non si conosce). ormai sono rimaste in attività una decina di aziende con una forza lavoro complessiva di circa 220 operai». Numerosi gli incontri all’assessorato regionale al Territorio per discutere sulle possibilità di sviluppo del Piano cave specialmente nel comune di Venetico, ma la Soprintendenza continua a dare pareri negativi». Il comune di Spadafora, però, ritiene l’argilla anche un fatto culturale per il territorio. Dall’Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana l’amministrazione comunale ha ottenuto anche un secondo decreto di finanziamento (per un totale di 1.643.000 euro). Spadafora, infatti, si è qualificata al primo posto nella graduatoria con il progetto “Realizzazione dei laboratori di produzione artistica all’interno del Museo dell’argilla” (Pist n.18 in Asse 6). «Il laboratorio, per il quale sono in atto le procedure di gara - spiega Antonio D’Amico - prenderà il nome di “Laboratorio Forma” e avrà all’interno del “Museo dell’Argilla” vicino al castello Spadafora». All’interno sarà realizzato un laboratorio per la ceramica artistica e la vetro fusione dotato di strumentazioni adeguate e moderne tecnologie; uno spazio per la progettazione e modellazione in 3d con due punti di lavoro ad alta prestazione, due scanner 3d, attrezzature per foto e video ripresa; un laboratorio dotato di stampante 3d professionale, due fresatrici a controllo numerico computerizzato e attrezzatura per la realizzazione fisica di modelli tridimensionali di diversi materiali. «Vi si potranno realizzare modelli architettonici ai prototipi di oggetti di design, dalle opere artistiche agli elementi meccanici speciali, protesi mediche, oggetti di oreficeria - continua il vice sindaco - Il Centro sarà dotato anche di un laboratorio per produzione di fotoceramica a fuoco e per la stampa digitale 2D di grande dimensione; di un ufficio e una reception con art shop, arredi e accessori per le esposizioni; importante sarà infine l’allestimento di un’aula per la didattica con 18 posti con altrettanti computer e schermo per video proiezioni». Gia.C. ZOOM Ecco il piano di gestione SARANNO COINVOLTI I MUSEI DI SANTO STEFANO E CALTAGIRONE. MA ANCHE SCUOLE E START UP Antonio D’Amico Spadafora. A Spadafora nascerà anche il Museo della ceramica e del design che prenderà il nome di “Museo Forma”. Per l’inaugurazione è prevista una mostra regionale della ceramica artistica con il coinvolgimento dei musei di S. Stefano e di Caltagirone. Il piano di gestione del centro prevede una collaborazione pubblicoprivata che coinvolgerà anche scuole, università ed enti di formazione e lo start-up di nuove imprese con la centonove pagina 22 creazione di una decina di posti di lavoro autonomo. In prima battuta si terranno dei corsi dì addestramento gratuiti sull’utilizzo delle macchine per le lavorazioni 3D. La struttura prevista si configura quindi come quella di uno sperimentale Museo-Scuola- Laboratorio unico in Italia. «L’Assessorato regionale - sostiene il vice sindaco di Spadafora Antonio D’Amico - ha manifestato interesse per questa sperimentazione che sembra addirittura anticipare gli obbiettivi della nuova programmazione dei fondi UE (2014- 2020) in tema di “impresa culturale”. Il finanziamento che sarà utilizzato è di 990 mila euro». Il comune ha scommesso molto sui fondi comunitari. Secono duna nota dell’amministrazione sojo stati ottenuti finanziamenti per circa 13 milioni di euro. R.C. 16 Maggio 2014 sicilia La riserva di Capo Peloro Filippo Romano MESSINA. La Provincia regionale avvia l’iter per un piano di gestione dei laghi Ganzirri? Esce dal pantano Il commissario Romano organizza un faccia a faccia tra ambientalisti, canottieri, coltivatori di molluschi. «Ditevi le cose a viso aperto e risolviamo i conflitti. Poi un “regolamento” condiviso» DI GIANFRANCO CUSUMANO Messina. Prima un nuovo consiglio provinciale scientifico guidato dal professore Mario Caldarera, ora un modello di gestione della riserva naturale orientata di Capo Peloro istituita nel 2001. Alla Provincia regionale di Messina si procede speditamente dopo un periodo di stasi che ha innescato specialmente all’interno dei laghi di Ganzirri una serie di polemiche legate al dragaggio dei fondali, agli sport praticati nello specchio d’acqua, alle coltivazioni di molluschi. A coordinare il tutto, in attesa della Città metropolitana, è la Provincia regionale nella qualità di ente gestore. Nella sala degli specchi di Palazzo dei Leoni il commissario straordinario Filippo Romano ha messo a confronto le varie parti in causa. «In realtà - sottolinea Romano - non ho organizzato l’incontro per un confronto, ma per mettere faccia a faccia le varie associazioni che in modo diretto o indiretto sono interessati all’area, in modo da fare emergere preventivamente i contrasti e poi risolverli nell’interesse di tutti con un piano di gestione condiviso». Uno degli ultimi scontri ha interessato il circolo dei canottieri e il Wwf che l’anno scorso ha sollevato una emergenza ambientale nelle riserve naturali di Capo Peloro e Marinello. Il Wwf-Sicilia e l'Associazione Mediterranea per la Natura, avevano denunciato una gestione scorretta che avrebbe generato danni alla fauna, ai sistemi idrici e chimico-fisici delle acque. Si sottolineava del mancato raggiungimento degli obiettivi di tutela imposti dalle norme comunitarie, nazionali e regionali, violazione degli obblighi comunitari per la Rete Natura 2000. Nel mirino società private di canottaggio che avevano «realizzato un accesso in zona A del lago di Ganzirri, al fine di esercitare attività sportive non consentite esplicitamente dal regolamento vigente perché compromettono l'integrità ambientale – si leggeva nella relazione stilata e firmata dai due presidenti, Deborah Ricciardi (Mediterranea) ed Angela Guardo (Wwf-Sicilia) - . Tale attività recano disturbo certo agli uccelli che sostano in migrazione, mentre quelli che decidono di svernare tollerano la presenza limitandosi a spostamenti brevi. La presenza incontrollata dei canoisti, che non solo si allenano ma organizzano anche manifestazioni agonistiche, peraltro nella porzione di lago con maggiore presenza di trampolieri, aironi, limicoli, è un chiarissimo disturbo che impedisce ai migratori la sosta necessaria, inducendoli o alla fuga o al tirare dritto». Perplessità anche sul rimessaggio di barche, e sul “Canale degli inglesi” realizzato al confine con la Riserva. E’ ancora in corso un procedimento penale per modifiche sostanziali allo stato dei luoghi in zona B di Riserva in violazione del regolamento. Il Wwf ha anche segnalato che un ristorante ha, per quasi tutta l'estate, utilizzato petardi, fuochi d'artificio e botti di ogni genere, al confine con la Zona B, presso la Torre degli Inglesi». Sulla scota di questa denuncia il commissario Romano aveva avviato un procedimento di revoca delle autorizzazioni ai canottieri, ma poi l’iter è stato bloccato dalla dirigente delle riserve Maria Letizia Molino che ha assicurato il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto del regolamento. A margine dell’incontro è stato anticipato da Gaetano Giunta del Centro per le ricerche del Mediterraneo che nell’ambito di un protocollo tra l’associazione, la Provincia, Unime e Cnr sarà installata una boa che consentirà una serie di misurazioni dettagliate dei pantani e fungerà da stazione sperimentale per energie alternative, in particolare sul moto ondoso. OCCASIONI SPRECATE Parco Marino, convegno alle Eolie IL PD SI INTERROGA SULLO SVILUPPO. LO SCHIAVO CONTESTA VINCOLI UNESCO Lipari. Nella Chiesa dell’Immacolata al Castello di Lipari, venerdì 30 maggio, alle Massimo Lo Schiavo 16.30, si condivideranno idee ed esperienze di sviluppo durante il convegno “Un Parco Marino per le Eolie del mito”. Il convegno è un’iniziativa promossa dal Pd di Lipari-Isole Eolie e vi parteciperanno esperti del settore e il Sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo. Nell’arcipelago eoliano i vincoli ambientali sono oggetto di polemiche da sempre. «Sono pronto a scrivere all’Unesco per chiedere di uscire da questo riconoscimento - scrive Massimo Lo Schiavo, sindaco di Santa Marina Salina - se devo far diventare le zone di preriserva zone di impiani turistici e non di salvaguardia cosi come prevedono le norme! Non sara' Salina a permettere questo scempio primo di tanti in tutta la Sicilia». centonove pagina 23 16 Maggio 2014 sicilia RICONOSCIMENTI. Il Premio Buonasanità 2014 del Centro Studi La Fenice alla dottoressa del Consultorio Familiare di Messina Barbaro, la sanità che fa bene Una vita spesa per le donne e la famiglia con sempre nuove sfide, ha fondato il consultorio autogestito e oggi dirige quello di via del Vespro. Con un occhio di riguardo agli adolescenti DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. Erano in 9. Erano le "signorine". Così gli abitanti di Santa Lucia Sopra Contesse chiamavano queste giovani donne. Che, professionalità alla mano, animo di volontariato, senza camice bianco, da dietro le tendine al di là di una saracinesca si "aprivano" in servizio ad un quartiere in lotta da sempre con il disagio, dove spesso mancavano acqua, luce e lavoro. Era il 1979. E queste giovani donne, tutte militanti dell'Udi, Unione donne in Italia, avevano dato vita al primo "Consultorio Autogestito" a Messina: una bottega concessa dall'Istituto Autonomo Case Popolari, 60 metri quadri già del Sunia, Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari. Era un centro autofinanziato e su base volontaria in multidisciplinarietà dalla ginecologa alla psicologa fino all'assistente sociale: una sfida alle istituzioni e al Comune di Messina. Che, nonostante la legge nazionale del '75 introduttiva dei consultori e quella regionale del '78 istitutiva degli stessi in Sicilia, non aveva ancora aperto le strutture pubbliche consultoriali. Oggi una di quelle 9 signorine, ha ricevuto un prestigioso riconoscimento, il Premio Buonasanità 2014. Stiamo parlando del medico Luisa Barbaro, una delle fondatrici dell'Autogestito, da anni dirigente del Consultorio Familiare "Via del Vespro" e responsabile dell'Unità Operativa "Area Metropolitana e Jonica" dell'Asp di Messina che comprendente 12 consultori familiari. Motivazione: «Fautrice della nascita e dello sviluppo delle attività In basso foto d’epoca del consultorio fondato da Luisa Barbaro nel ‘79 Luisa Barbaro riceve il premio Buonasanità dalla presidente dell’Ammi, Ileana Padovano consultoriali in Messina, si dedica da sempre con impegno alle donne ed alle famiglie. Vivace e creativa non trascura le attività di aggiornamento e studio. Ottima manager costantemente all'avanguardia...». Tutto è partito per la Barbaro dalla candidatura al Premio da parte di Maria Antonella Cocchiara, docente del Dipartimento di Scienze Giuridiche e Storia delle Istituzioni, coordinatrice del corso "Donne Politica e Istituzioni" per la diffusione della cultura di genere, all'Università di Messina. Che ha ripercorso l'impegno della Barbaro, dal primo Autogestito ai progetti "Accoglienza e Assistenza" per le vittime di violenza sessuale o domestica con la proposta di sportelli antiviolenza negli spazi lavorativi, e "Adolescenti" per la formazione di spazi giovani e di corsi di informazione sulla doppia protezione nei rapporti sessuali con uno "Spazio Maschio", attivo da 2 anni per formare una generazione di uomini attenti e collaboranti con obiettivo la condivisione della tutela della salute sessuale e riproduttiva della coppia: «un'intera carriera spesa con professionalità e impegno, con intelligenza e tenacia, talvolta con la caparbietà indispensabile per superare pastoie burocratiche e difficoltà gestionali, che merita a mio avviso di essere riconosciuta e premiata come espressione di quella "buona sanità" che si alimenta di saperi, di conoscenze specialistiche ma anche di passione, umanità e generosità». Da qui l'appoggio di tanti professionisti e associazioni messinesi: dal Cirs, impegnato contro la violenza alle donne da sempre, alla Cisl, dal già dirigente scolastico dell'Ainis Amelia Stancanelli con cui la Barbaro ha collaborato per iniziative formative a scuola, alla presidente del Cedav, Centro donne antiviolenza Carmen Currò, dal Consigliere comunale Rita La Paglia al Soroptmist, da Donatella Lisciotto membro ordinario della Società psicanalitica italiana a Cettina Celi associato della Società italiana di psicanalisi, ad Adamo Maria Gabriella, portavoce delle donne del Consultorio di Via del Vespro, da Rosalba Ristagno dell'Ordine dei Medici della provincia, alla Consigliera di Parità della Provincia, Mariella Crisafulli. Per tutti parole d'ordine per la Barbaro: professionalità, competenza, un'energia vulcanica declinata nella curiosità di conoscenza e nella creatività di iniziative originali, coinvolgendo anche l'arte, lo sport e l'alimentazione, al servizio della donna e, quindi, del benessere della famiglia e dell'intera comunità, passando dalla salute fisica e psicologica della donna in tutte le fasi, dall'adolescenza alla maternità alla menopausa con attenzione alle ferite del corpo e dell'anima della malattia e della violenza, sguardo sempre dritto alle nuove sfide ora contro il femminicidio e le mutilazioni genitali nei tempi della nuova migrazione, con sorriso e decisione. E così in tempi difficili per la Sanità, con tagli, ridimensionamenti anche per i consultori, al momento del Premio la Barbaro emozionata nel ricordo anche di altre "signorine", come Lucia Natoli, tragicamente scomparsa, interviene: «L'obiettivo di prevenzione psico fisica delle donne, ritengo sia un grosso investimento sociale, in quanto la loro salute è una risorsa per il Paese ed io, da circa 40 anni, mi dedico a progetti inerenti l'universo femminile, che mi hanno permesso di andare "oltre" la Ginecologia e l'Ostetricia e di diventare realmente un "medico delle donne". E per lei anche l'apprezzamento del presidente dell'Agite, Associazione ginecologi territoriali, Giovanni Fattorini: «possa essere di esempio per le giovani generazioni di medici». La VII edizione del Premio Buonasanità ha assegnato anche un riconoscimento alla struttura: Uoc di Ematologia del Policlinico, e per lo specializzando a Paolo Morabito in Farmacologia medica, oltre ad alcune menzioni speciali. CATANIA Il memorial Berlinghieri a due team siciliani rianimatori CATANIA. Sono due gruppi di medici anestesisti rianimatori i vincitori ex equo del memorial Filippo Berlinghieri per il miglior poster sul dolore acuto e cronico, assegnato dall'Aaroi-Emac Sezione Regionale Sicilia nel corso del decimo congresso Siared che si è tenuto a Catania. Il premio è stato assegnato, a pari merito, al team composto dal dottor Giacomo Filoni, dalla dottoressa Maria Antonietta Venia e dal dottor Antonino Genovese dell'Asp di Messina - presidio ospedaliero di Taormina e al team dell'Istituto ortopedico Rizzoli-Bologna, Dipartimento Ior Sicilia diretto dal dottor Cesare Faldini. Il Memorial, che prevede anche l'assegnazione di 2.500 euro, è nato, da una parte con l'obiettivo di promuovere l'impegno degli anestesisti rianimatori sul tema del dolore acuto e cronico, dall'altra ha voluto mettere in primo piano un problema ormai sociale che affligge milioni di persone. "Il riconoscimento - ha sottolineato Emanuele Scarpuzza, Presidente Aaroi-Emac Sicilia - è dedicato a Filippo Berlinghieri, anestesista rianimatore, scomparso nel 2013, che, con grande professionalità e passione, ha dedicato la sua attività alla cura dei malati affetti da dolore". centonove pagina 24 16 Maggio 2014 economia La struttura di Corso Garibaldi MESSINA. Appartamenti, negozi, uffici e bed & breakfast al posto dell’ex albergo C’era una volta il Jolly In arrivo il cambio di destinazione d’uso, progetto pronto ad inizio estate: nessun vincolo, niente problemi per i parcheggi che mancano. Ecco chi c’è dietro l’operazione immobiliare DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Appartamenti, botteghe, uffici e bed & breakfast. Il futuro del Jolly Hotel di Messina, gioiellino progettato dall’architetto Giuseppe Samonà negli anni ‘50, qualche mese fa passato di mano dopo una travagliatissima asta e da allora mestamente chiuso, è stato scritto con un rogito notarile, firmato in settimana, dalla cordata di acquirenti che lo ha rilevato all’asta fallimentare. APPARTAMENTI CINQUE STELLE. Il progetto sarà diviso a metà tra professionisti reggini e messinesi, arriverà ai primi di luglio, sarà firmato dall’ingegnere reggino Antonio Idone, e prevede una serie di attività commerciali in quelle che fino a poco tempo fa erano la hall e le sale congressi dell’albergo, e la trasformazione per accorpamento delle camere ai piani superiori in uffici, appartamenti e strutture commerciali di tipo ricettivo come bed & breakfast. Per il progetto è già stata inoltrata la pratica di cambio di destinazione d’uso. Possibile? Si. VINCOLATO, MA FUORI. Perchè, nella giungla di leggi urbanistiche, la “destinazione alberghiera” di fatto non esiste, e all’interno dell’immobile è possibile ogni tipo di trasformazione. L’esterno, invece, deve restare così com’è, essendo il palazzo vincolato dalla Soprintendenza. L’unico grattacapo, ai nuovi proprietari, potrebbe arrivare dal fatto che, per i nuovi insediamenti abitativi in centro, la legge obbliga a prevedere un adeguato numero di parcheggi. Che allo stato non esistono, così come non esiste la possibilità di fabbricarli. Come si ovvia? No problem. TOGNOLI CI FA UN BAFFO. Secondo i progettisti, la legge voluta dal deputato Carlo Tognoli nel 1989, non sarebbe applicabile all’immobile che ospitava il Jolly, sia perchè di fabbricazione parecchio precedente all’entrata in vigore della legge, sia perchè il progetto sarebbe “peggiorativo”: per appartamenti, uffici e botteghe, in pratica, servirebbero meno parcheggi di quanti ne sarebbero serviti per l’albergo a piena capienza. LA CORDATA. Chi fa parte della cordata che ha acquistato il prestigioso palazzo? Intanto Saverio Guida, tramite la immobiliare catanese Agaton. Professore di lettere all’ateneo messinese, Guida non è nuovo ad operazioni immobiliari di alto livello: sue, per esempio, diverse botteghe dentro la galleria Vittorio Emanuele, e il locale che attualmente ospita la Coin di viale san Martino. Insieme a lui ci sono l’oculista Nino D’Andrea, il giovane avvocato Emanuela Cento (figlia del luminare universitario), la “B. e B.” che gestisce il Bingo Garden, dentro la quale c’è l’ex senatore Paolo Piccione e la società Tride. ZOOM Aste, buona la terza ACQUISIZIONE, CAMBI DI GESTIONE, POI LA PROCEDURA FALLIMENTARE CHIESTA DAL TRIBUNALE. ECCO LA STORIA MESSINA. Come si è arrivati alla cessione dello storico Jolly Hotel per tre milioni e mezzo di euro? Al terzo tentativo. La storia inizia nel 2011, quando il giudice delle esecuzioni immobiliari del tribunale di Messina Ugo Scavuzzo ne dispone la vendita dopo il pignoramento ai danni della società siracusana Siga Srl di Francesco D’Amico, proprietaria dello stabile. La perizia del tribunale di Messina dà all’immobilie da quattromila metri quadrati, un valore di poco meno di dieci milioni: poco più di duemila euro al metro quadrato. A gestire la struttura, fino a qualche tempo prima, era la Mortelle di Cesare D’Amico (padre di Francesco) che nel 2009 aveva annunciato la volontà di trasformare la struttura in residence, dopo averla rilevata agli inizi del 2000 dalla catena Jolly quando questa è stata acquisita dalla multinazionale spagnola Nh Hotels. Per vendere l’immobile non sono bastate nè la prima nè la seconda asta, bandite entrambe davanti al notaio Giuseppe Vicari. Alla terza, fine gennaio 2014, l’avvocato immobiliarista Francesco Bagnato presenta due offerte separate per conto della cordata che poi si aggiudicherà l’immobile e l’asta viene aggiudicata, tra le proteste di D’Amico che stava valutando l’ipotesi di un’azione giudiziaria per bloccare il trasferimento dell’albergo. Perchè si è arrivati alla procedura fallimentare? Nel 2006, alla “Mortelle”, società che fino a qual momento gestiva l’albergo, subentra la Medea, che va in “rosso” dopo qualche tempo. “Risulta trascritto un contratto d’affitto d’azienda in data 25 febbraio 2006 - scriveva Scavuzzo nell’avviso di vendita giudiziaria del bene - la cui affittuaria è fallita”. (A.C.) centonove pagina 25 Cesare D’Amico 16 Maggio 2014 economia ZOOM GALATI MAMERTINO. Quasi tre milioni di euro per rilanciare l’agroalimentare dei Nebrodi In affari col suino Nasce un incubatore d’impresa che favorirà principalmente la commercializzazione del maiale nero. Un mercato che coinvolge 110 allevamenti e 3500 adetti coinvolti. Tra prosciutti e ragù Il tavolo deo relatori al convegno sul Suino nero dei Nebrodi DI GIANFRANCO CUSUMANO Galati Mamertino. Quasi tre milioni di euro di finanziamenti per valorizzare i prodotti agroalimentari nebroidei a partire dal suino nero in attesa del marchio di Denominazione di origine protetta. A Galati Mamertino comincia a prendere forma quello che viene ritenuto un vero e proprio incubatore d’impresa che nel giro di pochi anni potrebbe creare una filiera dedicata alle prelibate carni nebroidei esaltate anche da Slow food. Esistono ufficialmente 110 allevamenti, 3.500 soggetti coinvolti e 800 scrofe. A finanziare la struttura con 2,8 milioni di euro è stata la Regione siciliana. Il centro che sorgerà a Galati Mamertino sarà polifunzionale: incubatore di imprese Lavorazione del suino nero ma anche un luogo di studio e centro espositivo. Sul suino nero il territorio scommette da tempo. Opera da dieci anni il Consorzio di tutela del suino nero dei Nebrodi che riunisce il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Messina e numerosi comuni dell’area. I prosciuttifici e salumifici della zona rispettano rigorosamente un disciplinare e sono riusciti a conquistare anche una nicchia di mercato medio-alta. Purtroppo il territorio si scontra con problemi strutturali: a fronte di una domanda crescente a volte non c’è un’adeguata risposta. Cosa rimane da fare? Unire le forze per commercializzare tutti insieme i prodotti derivati dal Suino Nero dei Nebrodi. È l’obiettivo che si sono dati produttori e allevatori che a breve si organizzeranno con forme associative per sfruttare al massimo i canali di vendita verso i mercati nazionali ed esteri. È quanto è emerso dall’incontro “Fare impresa nell’agroalimentare: metodi, strumenti e prospettive” che ha messo insieme gli attori principali di questa filiera con lo scopo di lanciare definitivamente i numerosi prodotti di Suino Nero, apprezzati per bontà e qualità. Inoltre, i produttori auspicano la realizzazione di un macello locale che darebbe ulteriore slancio alle attività e un ruolo attivo delle banche locali nel sostegno delle varie iniziative. Una filiera che ha numerose frecce nel suo arco: i salumi e i prosciutti (con la possibilità di produrli nel nuovissimo stabilimento di Galati Mamertino del consorzio Terre dei Nebrodi), il ragù, la porchetta (come quella dell’azienda Il Vecchio Carro che ha recentemente riscosso successo a Stoccarda). I buoni esempi non mancano: Pippo Borrello, presidente del Consorzio Terre dei Nebrodi, ha chiuso il suo salumificio privato per puntare esclusivamente sullo stabilimento di Galati, mentre Antonio Amata della cooperativa La Terra sta già organizzando i canali di vendita . Aspetto da non sottovalutare, secondo Pino Gullo di Legacoop, è il fatto che “i prodotti devono esprimere sempre l’identità del territorio. All’estero piace mangiare italiano e conoscere le tipicità gastronomiche siciliane: solo esprimendo un’identità si possono penetrare i mercati”. Perché, ha evidenziato Pietro Cami, amministratore di una catena di supermercati, “solo con un valore aggiunto identitario un prodotto può competere con quelli delle multinazionali”. Ma “per valorizzare un territorio – ha sottolineato Melita Nicotra, ricercatrice all’Università di Catania – occorre anche innovare non solo gli strumenti, ma tutto il sistema di produzione. Inoltre, bisogna cavalcare, e non subire, l’onda della globalizzazione intercettando, nel mondo, consumatori intelligenti interessati alle nostre nicchie». centonove pagina 26 Ispica, la carota che piace all’estero TRA IL 2012 E IL 2013 IL FATTURATO DELLA NOVELLA È RADDOPPIATO. GRAZIE A GERMANIA E AUSTRIA Ispica. E’ una carota siciliana ma piace soprattutto all’estero. Quella di Ispica viene principalmente venduta nei mercati di Germania, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca e Polonia. Un risultato che ha portato al raddoppio del fatturato in un solo anno. Dal 2012 al 2013 è passato da 200 mila a 450 mila euro. Un risultato ottenuto soprattutto per merito dell’aumento della produzione dela novella a marchio Igp che dai 4 mila quintali del 2012 è arrivata ai 7 mila del 2013 e quest’anno si punta a quota 10 mila. Sotto il marchio Igp si sono riunite 13 aziende di piccole e medie dimensioni (dai 40 ai 200 addetti) che hanno creato nel 2010 il Consorzio di tutela. Si tratta di aziende che insistono tutte nell’area che si espande nella fascia costiera delle province di Ragusa e Siracusa. Qui negli anni Cinquanta, imprenditori agricoli olandesi individuarono una zona ideale per “controstagionalizzare” il prodotto: nel Nord Europa, infatti, viene seminata all’inizio della primavera, coltivata lungo tutta l’estate e raccolta in autunno. Al contrario il ciclo della carota nel Sud della Sicilia inizia con la semina autunnale, prosegue con la coltivazione invernale e si conclude con la raccolta in primavera. Purtroppo se all’inizio degli anni Ottanta si coltivavano 3 mila ettari a carote, oggi non si superano i 1.500 ettari. Ma i risultati consentono di guardare con fiducia al futuro Il logo della carota di Ispica economia TAORMINA. E’ scontro tra l’Amministrazione e il Demanio. Troppe concessioni sulle spiagge L’invasione dei lidi Il sindaco Nello Lo Turco si rivolge ad un legale per bloccare il rilascio di autorizzazioni. «I residenti non hanno più la spiaggia libera». Sul piede di guerra i commercianti del lungomare Giardini Naxos. Troppi lidi a Giardini Naxos. L’amministrazione comunale si è rivolta all’avvocato Antonio Catalioto per diffidare il Demanio marittimo di Messina e la Regione Siciliana ed impedire il rilascio di proroghe o concessioni nelle spiagge più gettonate come Recanati, San Pancrazio, San Giovanni. Una situazione che - a giudizio degli amministratori - da un lato danneggia i residenti che non hanno più spiagge libere a disposizione, dall’altra i commercianti del lungomare riuniti nell’associazione “Tysandros” che vedono diminuire sempre di più gli incassi a causa dei lidi che forniscono all’interno anche ristorazione. La polemica va avanti dall’anno scorso. Nonostante il consiglio comunale abbia approvato nel 2012 il Pudm (Piano Demanio Marittimo, il documento rimane nel limbo perchè la Regione non lo ancora reso esecutivo. «Il demanio non può non tenere in considerazione le esigenze della popolazione e la posizione di un consiglio comunale attacca il sindaco Nello Lo Turco abbiamo detto stop a nuove concessioni o deroghe ma loro, approfittando del fatto che il piano non è stato esitato dalla regione da quasi due anni, snobbano il nostro parere e si comportano come se non ci fosse. Abbiamo dato mandato ad un legale affinché verifichi se esistono profili di illegittimità». A scrivere l’anno scorso al governatore Crocetta e all’assessorato regionale al Territorio è stata l’associazione dei commercianti del lungomare presieduta da Marco Muscolino, titolare di un bar storico. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso è stata la concessione per la realizzazione di un parco giochi acquatico nello specchio d’acqua antistante piazza San Pancrazio. «La Il sindaco Nello Lo Turco I lidi nella baia di Giardini Naxos concessione - si legge nella lettera stilata con la consulenza dell’avvocato Giuseppe Valentino - ha ricevuto parere negativo da parte dei competenti uffici di Giardini Naxos. Ancora è in aperto contrasto con le previsioni del Piano di utilizzo del demanio marittimo approvato dal consiglio comunale nel 2012 dopo un ampio dibattito che ha coinvolto le forze politiche e le associazioni di categoria. Il piano non prevede, infatti, il rilascio di alcuna autorizzazione a privati lungo la via Tysandros e nell’area del centro storico. Ciò sia per salvaguardare le particolari caratteristiche ambientali e paesaggistiche della zona, che per consentire la libera fruizione del mare ai residenti e turisti, garantendo il giusto equilibrio comunale tra le spiagge libere e gli stabilimenti privati». Una lettera che non ha avuto alcun riscontro. «La nostra non è una posizione contro gli imprenditori che hanno ottenuto la concessione - tiene a precisare il presidente dell’associazione Marco Muscolino - ma chiediamo equità. Ad esempio, io da 30 anni gestisco un bar, ho chiesto la concessione della spiaggia di fronte ala mia attività non mi è stata concessa. Perchè a me no e agli altri si? La nostra è una battaglia di principio ed equità». Muscolino bacchetta anche l’amministrazione. Con una tipica espressione siciliana: «Dopo chi rubaru a Santa Chiara ci misunu i porti i ferru». Lo Turco, dal canto suo difende la centonove pagina 27 16 Maggio 2014 posizione politica. «Oltre ad adottare il piano a scrivere a contestare che cosa possiamo fare? Sappiamo bene che l’integrità paesaggistica ed ambientale della Baia rappresenta la principale attrattiva di Giardini Naxos e deve essere tutelata con ogni mezzo» ribatte. A prendere posizione è stato anche don Salvatore Cingari, storico parroco di Giardini Naxos che ne fa anche una questione sociale. A replicare è, però, anche Francesco Bonasera, dirigente dell’Ufficio demanio marittimo di Messina. «La normativa prevede che in attesa dell’adozione definitiva dei piani da parte dell’assessorato regionale possano essere rilasciate concessioni con la clausola - sottoscritta dal concessionario - che le stesse possano essere revocate con l’entrata in vigore del Pudm. C’è da dire - continua Bonasera - che il piano approvato dal comune non è definitivo. Prima di entrare in vigore la Regione deve convocare una conferenza di servizio con i rappresentanti di Genio Civile, Soprintendenza del mare, Dogana, Capitaneria di Porto, lo stesso Comune, che dovranno dare il proprio parere. A quel punto il piano potrebbe essere anche modificato in modo significativo per vari motivi. Sottolineo anche che il nostro ufficio si limita a istruire la pratica, le concessioni vengono rilasciare dal direttore regionale». Gia.C. 16 Maggio 2014 economia NOMINE QUI EUROPA. L’indagine della Coldiretti sul comportamento dei consumatori Inflazione, 52% italiani a caccia di prezzi scontati DI SALVATORE CIFALÀ L’inflazione sente l’effetto della recessione perché oltre la metà degli italiani (52%) nel momento di fare la spesa sono costretti a fare lo slalom tra le corsie per cercare attivamente prodotti in promozione o scontati. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione ad agosto, sulla base dei dati Nielsen shopper trends 2013. Il contenimento dell’inflazione sottolinea la Coldiretti è il frutto di un profondo cambiamento nei comportamenti dei consumatori determinato da una crisi che ha ridimensionato il potere di acquisto. Il risultato - precisa la Coldiretti - è che il 30 per cento degli italiani compra meno, il 21 per cento passa a marchi piu’ economici e il 10 per cento acquista formati piu’ grandi per risparmiare. Una necessità che - rileva la Coldiretti porta anche a fare la spola tra diversi negozi a caccia delle offerte speciali con i prezzi piu’ convenienti magari seguendo le indicazioni dei volantini che sono tornati di grande attualità o dei numerosi siti internet dove è possibile fare confronti ed aggiornarsi delle novità settimanali. Ad avvantaggiarsi di questa tendenza – continua la Coldiretti - sono stati i discount che hanno messo a segno in Italia una crescita record del 50 per cento dell’area di vendita dal 2007 al 2013. Nell’ultimo anno – precisa la Coldiretti - i discount sono l’unica forma di commercio al dettaglio per la quale si prevede un aumento delle vendite che invece si riducono negli ipermercati, nei supermercati e nei piccoli negozi. La necessità di conquistare i consumatori ha determinato un profondo cambiamento delle politiche di marketing della distribuzione commerciale che ha come primo effetto un aumento della “pressione promozionale” che è salita nel 2013 a oltre il 26 per cento. Il che significa che più di un quarto dei prodotti presenti sugli scaffali di iper e super-mercati è venduto in sconto. Accanto alla formula tradizionale del 3x2 ed ai punti a premio - continua la Coldiretti - si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e piu’ appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa per l’acquisto dei libri di testo . Tra i prodotti alimentari venduti in offerta piu’ frequentemente ci sono - precisa la Coldiretti - quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare dalle tavole degli italiani e hanno quindi un effetto calamita sui clienti: dall’olio di oliva alla pasta, dalle conserve di pomodoro ai vini fino alla frutta. Un onere che la distribuzione commerciale accolla spesso sui propri fornitori sui quali di fatto ricade il conto della crisi. La conferma viene dall'indagine conoscitiva dell'Antitrust appena pubblicata che – conclude la Coldiretti - evidenzia “un aumento del potere di mercato della grande distribuzione organizzata nei rapporti commerciali con i fornitori, anche attraverso un rafforzamento del ruolo delle centrali di acquisto, i cui effetti si riverberano non solo sulle condizioni economiche nel mercato a monte dell'approvvigionamento, ma anche in quello a valle delle vendite, con possibili ripercussioni a danno dei consumatori finali''. UIL TRASPORTI TRAPANI Tumbarello segretario TRAPANI. Giuseppe Tumbarello, 41 anni, di Marsala, è il nuovo segretario generale Uil Trasporti Trapani. E' stato eletto oggi in occasione del 9° Congresso territoriale di categoria “Il valore del lavoro nei trasporti e nei servizi ambientali”, celebrato al New Palace hotel di Marsala. I lavori congressuali sono stati presieduti dal segretario generale Uil Trapani Eugenio Tumbarello. Sono stati chiamati, inoltre, a far parte della segreteria Roberto Giacalone, Aldo Vaccaro, Francesco Gianno e Raffaele Parisi. BANCA NUOVA Nominati vice e consiglieri PALERMO. Insediati i tre nuovi consiglieri di amministrazione nominati nella scorsa assemblea dei soci di Banca Nuova del 15 aprile, che ha visto confermati il presidente Marino Breganze, il vice presidente Paolo Angius e i Consiglieri Ezio Castiglione, Giorgio Colutta, Giampietro Procopi, Manuela Romei, Alvise Rossi di Schio e Luciano Vescovi. Sono Fiorenzo Sbabo, nato a Schio, presidente della Sisma SpA, azienda leader mondiale nel settore dei macchinari per l'oreficeria, consigliere della capogruppo Banca Popolare di Vicenza dal 2002. Sbabo è stato nominato nuovo vice presidente della Banca. Antonino Todaro, nato a Palermo, svolge la professione di avvocato civilista presso le Corti di Palermo e Roma. Francesca Zangara, nata a Catania, è avvocato cassazionista presso il foro di Catania, è esperta nel contenzioso. CONSUMATORI COMPAGNIE AEREE NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Multe con lo sconto Blue express stop ai voli da Fiumicino per Catania e Palermo Bonus da 80 euro, alcuni punti fermi Il nuovo Codice della Strada, all’articolo 202, prevede che il trasgressore a fronte di un verbale di violazione possa entro 5 giorni dalla data di contestazione o di notificazione, pagare la sanzione pecuniaria nella misura del 70% della cifra corrispondente al minimo di legge . In pratica si possono ipotizzare due situazioni: la contestazione può avvenire immediatamente sulla strada e, in questo caso, l'utente riceverà un verbale con una doppia indicazione sulla cifra da pagare uno sconto del 30% da pagare entro 5 giorni; l’altra da pagare entro 55 giorni (pagamento in misura ridotta corrispondente al minimo di legge). Le novità sono sulla sosta vietata che comportano alcune problematiche con le quali dovranno confrontarsi soprattutto i comuni , in quanto solo le polizie municipali rilevano i divieti di sosta. In realtà non esistono motivi per escludere il beneficio del 30% di sconto al caso del divieto di sosta ed è in linea con lo spirito della modifica consentire al trasgressore di pagare immediatamente la cifra più bassa. Francesco Sabatino, Adoc Uil Messina Palermo. Dal 4 giugno, Blue-express, il marchio low cost di Blue Panorama Airlines, sospenderà i voli da Roma Fiumicino per Catania e Palermo “per espandere i collegamenti con maggior equilibrio fra domanda e offerta”. Lo rende noto il vettore in un comunicato. “Ai clienti con prenotazioni fra Roma e Catania o Roma e Palermo dopo il 3 giugno la compagnia – viene precisato - rimborserà integralmente il biglietto acquistato o offrirà la prenotazione su altro vettore con una semplice comunicazione al Contact Center Blue Panorama, scrivendo una mail all’indirizzo [email protected]”. Per potenziare invece l’attività intercontinentale, la compagnia ha nel frattempo acquisito un nuovo bireattore Boeing 767 che si inserirà a luglio nell’attuale flotta di bireattori Boeing 767-300ER, “per aprire la strada ai collegamenti nonstop anche sulla lunghissima distanza”. Assieme ai principali Tour Operators partner “verranno infatti potenziati alcuni collegamenti durante il picco estivo mentre con la stagione invernale 2014/15 verranno lanciati nuovi prodotti nell’area Caraibica”. Uno dei temi “caldi” delle prossime retribuzioni è il bonus da 80 euro deciso dal Governo Renzi, sia per la moltitudine dei soggetti interessati, sia per le novità “tecniche”. Limitandoci agli atti ufficiali, facciamo il punto della situazione. Il D.L. 66/2014 (pubblicato in GU lo scorso 24.04) ha previsto, come è noto, un bonus di € 80 per i percettori di redditi da lavoro dipendente. Sul tema, in attesa della conversione del decreto, è anche intervenuta l’Agenzia delle Entrate (con circolare 8/E) dando le prime istruzioni operative. La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, inoltre, ha ulteriormente analizzato, dal punto di vista tecnico, la novità normativa e le criticità con propria circolare n.11/2014. In sintesi, il bonus, sotto forma di credito d’imposta, viene riconosciuto nella misura (per l’anno 2014) di € 640, suddiviso in quote mensili da 80 € per le mensilità da maggio a dicembre. Il bonus spetta per intero (80 euro per 8 mesi = 640 euro) in caso di un reddito complessivo fino ad € 24.000 ed a condizione che sia dovuta imposta dopo l’applicazione delle detrazioni per lavoro dipendente. In caso di reddito complessivo compreso tra € 24.000 e € 26.000 il bonus si riduce progressivamente fino ad azzerarsi, oltre € 26.000 infatti non spetta nulla. La circolare dell’Agenzia chiarisce che nessuna comunicazione va fatta al datore di lavoro, che autonomamente applicherà il credito d’imposta rimborsandolo, se del caso, direttamente in busta paga. L’Agenzia però ricorda che il lavoratore deve comunicare al datore l’esistenza di altri redditi che potrebbero, cumulandosi con il reddito da lavoro dipendente, ridurre od azzerare il bonus, qualora ciò non avvenga, e comunque in ogni caso di errori nella determinazione di debiti e crediti d’imposta, il lavoratore deve ricalcolare il credito in sede di dichiarazione modello 730. La strada della dichiarazione, stavolta modello UNICO, rimane obbligata per quei lavoratori dipendenti il cui proprio datore non è sostituto d’imposta, come nel caso dei collaboratori domestici. Più complicate le cose dal punto di vista dei datori. La circolare, infatti, specifica che il credito d’imposta rimborsato al lavoratore deve essere scomputato direttamente dalle ritenute da versare imputando lo stesso prima all’IRPEF e poi alle addizionali, ed in estrema ratio, in caso di incapienza, dai contributi dovuti all’INPS. Questa scelta non fa gravare sulle casse dei datori l’anticipazione del credito d’imposta al lavoratore, permettendone l’immediato “recupero”. centonove pagina 28 poster 16 Maggio 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA MESSINA. Così le domande inviate al consiglio di amministrazione del Teatro Sovrintendente, i magnifici 25 In pista, attori, registi, ex direttori artistici e imprenditori della cultura non solo messinesi. Come l’ex dell’Opera di Roma, Catello De Martino, o il docente palermitano, Filippo Amoroso DANIELE DE JOANNON MESSINA. Sono 25 i partecipanti all’evidenza pubblica per il nuovo sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Il consiglio di amministrazione ha aperto le buste giovedì 15 (alcune richieste erano pervenute per posta elettronica). Da oggi, venerdì 16, il presidente Maurizio Puglisi e i componenti del cda cominceranno a leggere i curricula e ad effettuare una prima scrematura, privilegiando più le competenze tecniche che quelle artistiche. PROTAGONISTI IN CORSA. I più lesti a presentare la richiesta sono stati Fabio Poggiali e Lillo Alessandro, il 7 maggio. Il primo, romano, studioso di teatro e media, è attualmente docente di Istituzioni di regia presso l'Università di Siena, nonché di Linguaggi del teatro e della drammaturgia e di Linguaggi del cinema e della comunicazione audiovisiva presso l'Università di Cassino. È stato anche direttore artistico in due teatri. Il secondo, molto noto a Messina, è il fondatore dei Canterini Peloritani. In pista per la carica ci sono poi Salvatore Mangione (docente, ex sindaco di San Fratello, storico e autore di libri), Anna Mazzaglia Miceli (direttrice e creatrice del Festival dello Stretto), l’avvocato Franco Pustorino, Egidio Bernava (già presidente del Teatro, proprietario del Cinema Olimpia, ora birreria, e imprenditore dello Spettacolo), Lorenzo Genitori (già direttore della stagione musicale del Vittorio È morto Aldo Parisi, il miglior Pilato di sempre MESSINA. Lutto nel mondo teatrale e del musical messinese e italiano. Si è spento improvvisamente, il 9 maggio scorso, Aldo Parisi. Voce e compositore dei “Name us yourself”, insieme a Giulio Di Fiore e Nicola Panebianco, musicò il “Fantasma dell’opera” in occasione del primo Messina Film Festival. Approdò al musical grazie all’amico di infanzia Dino Scuderi, vestendo i panni di Pilato («Il migliore di sempre», ricorda il musicista) in quella che sarebbe diventata la prima e più famosa edizione italiana del “Jesus Christ Superstar”, diretta dallo stesso Scuderi con la regia di Massimo Romeo Piparo. Con quest’ultimo, continuò l’attività di cantante, prendendo parte a “Evita” e “Tommy”. (D.D.J.) Aldo Parisi in “Tommy” Da Roma a Messina, Catello De Martino Emanuele), Fabio Donato (in corsa per la carica di presidente, già componente del Coreco), Placido Leonardi (amministratore delegato della Cooperativa Servizi del Rinnovamento nello Spirito Santo con sede in Roma), Antonio Saija (già direttore della Scuola Superiore Pubblica Amministrazione Locale), LUTTI Catello De Martino (ex sovrintendente dell’Opera di Roma), Antonino Scibilia, Maurizio Marchetta (ex direttore della Prosa del Vittorio), Giacomo Orlando, Rino Miano (organizzatore teatrale), Antonello Longo (architetto), Carmelo Previti, Michele Bisignano (ex assessore provinciale ed ex presidente di Feluca spa), Giancarlo Zanetti (già direttore del Circuito del Mito), Carmelo Romeo, Carlo Buttò (ex organizzatore in forza al Teatro Sistina), Vincenzo Tripodo (produttore e regista), Daniela Ursino (organizzatrice di spettacoli), Roberto De Lellis e Filippo Amoroso (creatore del Circuito Epicarmo). AFFONDI Lo “sfogo” di Renzo Non sarà fatta un’evidenza pubblica per i direttori artistici del Teatro. Il cda ha bocciato la proposta dei consiglieri Laura Pulejo e Totò D’Urso. Sulla vicenda, si è sfogato il papabile per la stagione musicale, Giovanni Renzo: “Mi dispiace leggere tutte queste polemiche sulle nomine dei direttori artistici, su chiamate dirette o selezione pubblica, conflitti d'interesse, gruppi di potere e quant'altro. Mi dispiace vedere il mio nome associato a queste questioni, io che sono sempre stato lontano da tutto ciò. Non ho parenti influenti nè padrini politici, tutto quello che ho me lo sono costruito con le mie mani (in tutti i sensi), in anni di studi e di sacrifici, seduto ore e ore al pianoforte in una impari lotta tra le mie piccole mani e le pagine di Chopin, Bach, Debussy... Quando mi è stata prospettata la possibilità di diventare direttore artistico per la musica di quel Teatro di cui tante volte ho con orgoglio calcato il palcoscenico, non ci ho pensato due volte a tuffarmi in un'avventura che sapevo sarebbe stata difficile e piena di incognite. E allora ho cominciato ad informarmi meglio che potevo di quali erano i tanti problemi, ho parlato con i lavoratori, con i musicisti, mi sono documentato il più possibile, anche se non avevo nessuna certezza di diventare veramente il direttore artistico, tanto, si sa come vanno queste cose, ma non volevo trovarmi impreparato nel caso in cui fossi stato nominato”. Ad un certo punto sono stato incaricato di allestire una piccola stagione di primavera, un progetto in cui finalmente i musicisti avrebbero trovato tanti spazi per centonove pagina 29 esprimere il loro potenziale, avrebbero lavorato in tre mesi più di quanto hanno fatto negli ultimi tre anni. E non importa se questo lavoro lo facevo gratuitamente, quello che mi ripagava in quel momento era vedere rinascere l'entusiamo, la speranza. Poi tutto è naufragato infrangendosi contro gli scogli delle false promesse della politica... Ora che si potrebbe e si dovrebbe tentare di ricostruire invece è il momento delle polemiche, degli scontri e mi dispiace, come scrivevo all'inizio, che il mio nome venga coinvolto in tutto ciò. A me non interessa avere una poltrona a tutti i costi, se avessi pensato questo nella vita non avrei scelto di fare il musicista creativo. Se il nuovo Cda del Teatro farà scelte differenti non sarà certo un problema, mi ritengo già soddisfatto che si sia pensato a me per il ruolo di direttore artistico e ringrazio chi mi ha dato questa fiducia...”. 16 Maggio 2014 posterprotagonisti L’INTERVISTA. Vive ad Alì Terme una delle più importanti esperte di iconografie. Che si racconta Lia Galdiolo, angelo delle icone Origine padonava, una vita dedicata alla scultura. A 40 anni la svolta tra fede e arte. Oggi rappresenta le “Sacre scritture” rispettando i soggetti tradizionali. Con un occhio all’innovazione e il cuore che batte per la scuola russa DI GIUSEPPE IANNELLO Messina. Siamo andati a trovarla a casa, ad Alì Terme. Nel suo laboratorio, una stanzetta al piano terra. Dietro il suo tavolo di lavoro inizia a raccontare di sé e dell'Amore travolgente che l'ha legata per sempre all'icona. Immagine visibile dell'invisibile. Facciamo pochissime domande, per lasciare spazio ad una storia, che è un'intera vita, solcata dal dolore e la sofferenza ma anche da fiumi di luce. Quella luce che è l'essenza dell'icona e traspare, lasciandoti spesso senza parole, nelle “sue” icone, quelle che la circondano e quelle che abbiamo avuto la fortuna di vedere in altre occasioni o semplicemente in fotografia. Lia Galdiolo è nata e cresciuta a Padova, ha vissuto, bambina di dieci anni, tutte le ristrettezze del secondo dopoguerra. Costretta a lasciare la scuola dopo la quinta elementare, aiuta il padre che era riuscito ad aprire un studio fotografico; cura e ritocca i ritratti, dando nuova vita a immagini consunte dal tempo. E poi, tante esperienze da autodidatta, soprattutto nel campo della scultura a cera persa per l'argenteria e l'oreficeria; ma sarà la rappresentazione della figura umana che ne esalterà le doti artistiche, specializzandosi nella ritrattistica, in stile naturalistico. L'icona è ancora molto lontana... La “svolta” avviene dopo i quarant'anni; la riscoperta della fede, anche con l'aiuto della sorella, che L’arcangelo Gabriele Lia Galdiolo era stata monaca di clausura. Lia descrive la sua “conversione” come “una meteora di luce”, una luce che non le diede scampo. Condivide e coltiva la sua esperienza spirituale con i gruppi del Rinnovamento dello Spirito e poi all'interno della “Comunità del Cantico di Padova”. Ed è proprio il responsabile di questa comunità, Don Sante Babolin, docente di Estetica alla Gregoriana di Roma, che casualmente ne scopre le doti artistiche, e le dice: “devi andare a Seriate, al corso di iconografia”. Lia non ha idea di cosa sia l'iconografia, ma si fida. Il primo impatto la mette in soggezione, Egon Sendler, responsabile della scuola e docente di arte sacra all'Università di Meudon a Parigi, parla di triangoli, cerchi, di geometria, di geometrie... Mamma mia! “Comunque se Dio vorrà, L’icona dei martiri Armando Adam e Nicola Savouret capirò” – si dice Lia. E lo shock iniziale si tramuta in progressiva soddisfazione e piacere inatteso: “bevevo le lezioni, capivo!”. Il corso di Sendler è corso teoricopratico, tutti devono cimentarsi nella fattura di un'icona. Lia, con una facilità che sorprende, è l'unica del gruppo a completarla da sola. I responsabili la invitano a rimanere per il corso del secondo anno, previsto per chi già pratica da qualche anno. Questa volta è la “Trinità” di Andrej Rubliov che gli studenti sono inviati a riprodurre. Ed ancora Lia è l'unica a finire. Dopo anni trascorsi a fare ritratti, la voce dentro il cuore della Galdiolo è chiara: “Adesso devi fare il Mio ritratto...” L'icona è l'espressione in immagine di ciò che la Sacra Scrittura dice con le parole. Per questo si dice “scrivere” e non dipingere un'icona. L'iconografo non può inventare di testa propria né contenuti, né forme, né tecniche, che devono essere quelle tramandate dalla Tradizione cristiana. La Galdiolo è affascinata dalla scuola russa: Andrej Rubliov diventa uno dei suoi modelli e santi protettori. Ma lei vive centonove pagina 30 in Italia e la sua formazione è cattolica. L'icona, caposaldo della tradizione orientale ed ortodossa, appartiene pur tuttavia alla storia comune della chiesa unita del primo millennio, e da alcuni decenni è riscoperta anche all'interno della Chiesa di Roma. Lia “scrive” icone rispettando i soggetti tradizionali; ma nel frattempo la storia è andata avanti, anche quella della Chiesa, sono stati proclamati nuovi santi e la comprensione dei misteri della fede si è arricchita; per questo Lia scrive icone di nuova concezione che sottopone sempre al giudizio delle autorità della chiesa. L'elenco di queste nuove creazioni è lunghissimo; facciamo solo qualche esempio: l'icona della Donna Ammantata di Luce, l'icona della Sacra Famiglia come proiezione in terra della Trinità, l'icona del Santo Angelo Custode, quella di Santa Chiara d'Assisi, l'icona di Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edit Stein, e tra le ultime quella del fondatore della Famiglia Paolina, il Beato Alberione”. E tante, tante altre, ora sparse nei 16 Maggio 2014 posterprotagonisti cinque continenti. D'altronde potenzialmente tutta la Bibbia è fonte di produzione iconografica. Ogni icona della Galdiolo ha la sua storia, fatta di dubbi, esitazioni, speranze e conferme. E queste conferme sono arrivate spesso dell'autorità più alta: molte le benedizioni e gli incontri con Giovanni Paolo II. A Messina, in occasione della visita del Pontefice, si decide di donare l'Icona della Tenerezza di Vladimir. Il Papa la porterà con sé a Roma e la terrà nel suo studio fino alla morte. Ci sono anche episodi curiosi e significativi. Un giorno un sacerdote, che ben conosceva la produzione della Galdiolo, chiede in un negozietto di arte sacra se hanno qualcosa su San Giuseppe; lui infatti è un devoto e ricercatore di tutto quanto lo rappresenti. Ebbene, la negoziante gli propone un'icona del santo, dicendo che si tratta di un'antica icona del Caucaso del '400; ma il sacerdote sorride perché è l'esatta riproduzione di un'icona di Lia. Sembra infatti che un'icona più sia antica più dovrebbe attrarre – ci dice l'iconografa. Questa idea purtroppo si ritrova alle volte anche nelle scuole di iconografia, dove si insegna a dipingere icone “vecchie”, utilizzando ad esempio colori scuri o altre tecniche che richiamino l'antico. Ma ciò – a parere della Galdiolo – è assolutamente L’arcangelo Raffaele, icona di nuova concezione sbagliato, perché l'icona antica che occasioni che la decisione finale su vediamo oggi è stata invecchiata dal chi e come rappresentare spetterà a tempo, e noi dobbiamo riprodurre i lei, perché lei è ministro iconografo, colori originali, non l'usura o lei dovrà discernere. addirittura i difetti, come fanno Al termine della nostro incontro la alcuni”. Galdiolo ritorna istintivamente sul Un'icona vale tanto non in quanto più tema della libertà: “noi cristiani o meno antica, ma in quanto fedele siamo veramente liberi, non è una alla Parola di Dio, così come ci è stata finzione”. Abbiamo sempre la tramandata. L'iconografia non è un possibilità di scegliere. La dignità mestiere, anche se richiede doti a dell'uomo è altissima perché fondata abilità artistiche; l'iconografo è un sulla libertà. “Tutto quello che ho ministro della Parola attraverso fatto, l'ho fatto come risposta libera l'immagine e per questo riceve, alla d'amore all'Amore, lo scopo ultimo stregua di altri ministeri nella chiesa, delle mie icone è quello di far l'imposizione delle mani da un innamorare di Lui. E più è bello, più superiore. La Galdiolo lo ricevette da ci si innamora. L'icona, è Don Sante Babolin, che sarà suo un'occasione, un'opportunità per prezioso consigliere all'inizio e al guardarLo negli occhi”. contempo le farà capire in alcune LA MOSTRA Dalla Russia con amore ALLA BIBLIOTECA DEI CAPPUCCINI DI MESSINA LA COLLEZIONE PRIVATA “DOMENICO SIRACUSA” San Giorgio, una delle icone in mostra MESSINA. Per la prima volta esposte al pubblico. Dal 16 al 24 maggio, presso la Biblioteca Provinciale dei Cappuccini, adiacente la chiesa Madonna di Pompei di Messina, si terrà la mostra La Russia nelle icone della collezione privata “Domenico Siracusa”. La collezione si compone di duecento icone, databili tra fine XVIII inizio XX secolo, provenienti dalla Russia e dallo spazio ex sovietico. L'iniziativa si propone, oltre a dare visibilità ad un centonove pagina 31 patrimonio artistico di sicuro interesse, anche quello di evidenziare l'iconografia come patrimonio imprescindibile di tutta la cristianità e nello specifico di un popolo, quello russo, della sua storia e delle sue tradizioni. L'evento è promosso e curato dall'Associazione Culturale “Messina-Russia” in collaborazione con l'Associazione “Intervolumina”. L'inaugurazione è prevista per oggi venerdì 16 maggio, alle ore 17:30; alla conferenza introduttiva interverranno Lia Galdiolo, iconografa, Padre Alessio Mandaniciota, jeromonaco dell'Eremo della Candelora di Santa Lucia del Mela e Alexandra Voitenko dell'università di Messina. G.I. 16 Maggio 2014 posterlibri SAGGI. L’analisi di Luca Grecchi sulle aspirazioni umane. Impossibili da raggiungere Condannati all’infelicità Un contesto mediatico impegnato a veicolare il culto della ricchezza ad ogni costo diventa l’ostacolo maggiore al raggiungimento di una vita serena. Ma la filosofia ci può aiutare MARIA D’ASARO scarsità relativa delle risorse, cosa che ha condotto gli uomini principalmente alla Palermo. Che cosa è la felicità? Può ricerca dell’accumulazione privata per l’uomo contemporaneo essere felice? garantirsi la sicurezza. Ciò ha attivato, Questi gli interrogativi non da poco posti sin dalle origini (…), modalità da Luca Grecchi nel saggio Conoscenza produttive privatistiche e modalità della felicità (Ed. Petite Plaisance, distributive mercificate (…) difficilmente Pistoia, 2005, € 15). Già nelle pagine reversibili ed ecologicamente iniziali, l’autore ci offre una risposta distruttive”. Come si può notare, punto positiva: l’uomo tende naturalmente alla forte del saggio è quindi la documentata felicità, cioè ad una condizione di e appassionata “pars destruens”: più armonia con se stesso e col mondo, e la avanti l’autore argomenta ancora che la filosofia ci è di aiuto per conseguirla. Il felicità non è un evento, non è l’attimo di problema però, sottolinea Grecchi, è che godimento. Nelle pagine finali, viene poi la nostra società non è funzionale al suo ribadito che “due sono le condizioni che raggiungimento: infatti l’uomo ne ostacolano la realizzazione, una contemporaneo “privato strutturale ed una LA STRADA VERSO sempre più di quelle relazioni contingente. La prima è LA FELICITÀ sociali comunitarie che sole costituita da un eccessivo COMPORTA sono in grado di costituirgli timore della morte; la UN IMPEGNO un’anima, bada da tempo seconda dalle attuali ALTRUISTICO sempre più al corpo” e modalità sociali (…). E SOLIDALE, PERCHÉ considera massimo bene la Mentre alla causa strutturale NON SI PUÒ ESSERE FELICI DA SOLI sua sopravvivenza materiale. è possibile trovare rimedio IN UN CONTESTO Così, attorniato da un grazie ad adeguate modalità DI DOLORE contesto mediatico di pensiero e di vita, alla E DI SOFFERENZA impegnato a veicolare il culto causa contingente è assai della ricchezza a ogni costo, più difficile trovare rimedio l’uomo si ritrova in una società poiché lo si può fare compiutamente solo caratterizzata da enormi “vuoti riuscendo a mutare le modalità di d’anima”. L’autore poi, facendo sua le funzionamento del mondo. Come se non anialisi di Marx, afferma che “il modo di bastasse, Grecchi aggiunge che produzione capitalistico è infatti oramai “l’infelicità è la condizione originaria di giunto a costituire direttamente i nuclei ogni uomo sia per motivi esistenziali che comportamentali profondi della ontologici”. Nonostante la doccia fredda, popolazione”, raggruppabili in cinque l’autore sottolinea che “la parola felicità “tendenze” che evidenziano tutte forti fa riferimento al rapporto di carenze nella relativa struttura di fecondità/allattamento, e dunque al umanità: la personalità concretista, la rapporto del bambino con la madre, che narcisista, quella reificata, la sociopatica è sempre un rapporto di festa”; e che “la ed infine l’apatico/depressiva. Lo stessa radice (…) è presente anche nella studioso indica anche alcune cause parola “beato”; mentre “La lingua greca strutturali dell’infelicità umana, indicava invece tale concetto col termine sottolineando che, nelle varie epoche eudaimonia, cioè con quella condizione storiche, “le condizioni materiali della di massimo appagamento derivante vita sono state caratterizzate dalla dall’aver avuto in sorte un buon demone LACERTI DI LETTURE come guida della vita. I due termini hanno un tratto in comune: in entrambi, infatti, la felicità viene pensata all’interno di un rapporto affettivo di dipendenza: dalla madre per i latini, dal demone per i greci”. Grecchi ci consegna alla fine una luce di speranza e un inveramento rispetto a quanto affermato in premessa da Mario Vegetti: “La felicità consiste in un superamento dell’angoscia nei riguardi della finitudine dell’esistenza umana e dei limiti imposti dal mondo in cui si vive (…) Essa consta dell’armonico equilibrio delle tre componenti dell’anima umana, quella razionale, quella morale e quella simbolica, e cioè in un processo di acquisizione di verità, di valori e di senso”. E, in conclusione, in piena consonanza con Platone e Aristotele che affermavano la stretta connessione tra la felicità dell’individuo e quella collettiva della polis, lo studioso ci consegna un’idea pratica di felicità che fonde armonicamente filosofia, eros, LA CLASSIFICA Luca Grecchi agape e filìa: “La strada verso la felicità comporta dunque un impegno altruistico e solidale, perché non si può essere felici da soli in un contesto di dolore e di sofferenza”. “Finché non sentiremo ogni uomo come fratello, infatti, non saremo in grado di assaporare realmente la condizione sublime della felicità” (…); “gli uomini si sentono felici (…) solo quando sono accolti ed amati da una o più persone, e sentono al contempo naturale comportarsi nella medesima maniera nei loro confronti”. DI FELICE IRRERA La vicenda di questo romanzo, che uscì nel 1963, è ambientata in una piccola città industriale degli anni Cinquanta. I due amori al centro della storia, uno coniugale e l’altro adulterino, costituiscono il pretesto per mettere in scena la vicenda di un dirigente aziendale consapevole di vivere e lavorare presso una delle realtà più moderne del panorama industriale italiano, ma al contempo preda di incertezze e di dubbi di ordine morale. Si tratta dell’esperimento socio-economico-culturale, avviato da Adriano Olivetti a Ivrea e nel territorio canavese. Alla fine, ci si chiede se progresso e sviluppo economico siano davvero il fine dell’esistenza umana. Giancarlo Buzzi, L'amore mio italiano (nuova edizione riveduta), a cura di Silvia Cavalli, postfazione di Giuseppe Lupo, Avagliano 2014, pp. 240, € 16,00 Espinosa Michael Connelly 1Albert Braccialetti rossi - Salani 4 Il quinto testimone - Piemme Alan Friedman Clara Sánchez il Gattorpardo - Rizzoli Le cose che sai di me - Garzanti 2Ammazziamo 5 Andrea Vitali Serra 3Rizzoli 6Michele Premiata ditta Sorelle Ficcadenti Gli sdraiati - Feltrinelli www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Solo il corpo Meno capitalismo significa anche meno sfruttamento sessuale delle donne ed un’evoluzione dalla condizione biologica a quella ideologica della sessualità maschile. “La prostituzione si spande sul mercato come un sistema che fabbrica miseria sessuale, corpi-clienti e corpiofferenti. Fare il processo alla prostituzione è farlo al capitale.” La prostituzione si risolve con un radicale intervento culturale sulla mentalità maschile, non con il proibizionismo; strumento che ha sempre prodotto rimedi peggiori dei mali sociali che intende curare. “Tutte siano buttate fuori dalle case, cacciate dalle città, dai borghi e dai villaggi; a volere che non fossero da nessuna parte, finiscono coll’ottenere che fossero ovunque.” Per le donne il piacere sessuale è strettamente legato all’idealizzazione dell’uomo con il quale si accoppiano. Diversamente dagli uomini, il loro istinto sessuale difficilmente prevale sulle strategie sentimentali. “Può capitare di godere con un cliente. Ho visto ragazze arrivare piangendo e prendersi una sbronza dopo aver goduto. Avevano dato qualcosa al cliente e questo non si può accettare.” Quella perversa gentilezza sessuale che certe mogli riservano ai mariti solo per farsi perdonare. “La donna si prende cura dell’uomo, offre se stessa quando fa l’amore con lui. A meno che non si tratti del marito, da cui si lascia fare per forza perché lui le ha comprato un paio di scarpe. Quante vanno a letto la sera e fanno l’amore con gentilezza perché l’indomani vogliono un assegno.” Quando ella si umilia per vincere, si sta prostituendo. “Non esiste una donna che non si prostituisca assolutamente, che non venga a patti. Se fa l’amore con un uomo e sopporta anche una sola delle sue arrabbiature, o accetta di andare a centonove pagina 32 letto dopo una litigata, ecco che lì è una prostituta.” Una donna che durante l’amore non bacia sta concedendo il proprio corpo, per convenienza, per convenzione, per abitudine, per quieto vivere, per dovere coniugale, ecc.. Se desidera quell’uomo cerca di mettere in contatto la sua anima con quella dell’amato attraverso i baci. “Al cliente diamo solo il corpo. Prestiamo il sesso, nient’altro, anche se siamo gentili. Il bacio è molto più profondo della carne; quando amo, mi offro molto di più baciando.” La bellezza delle donne in amore è il capolavoro di Dio. “Le donne libere, emancipate, erotiche, determinano l’ammorbidimento delle regole conviviali generando flussi di sessualità coniugali che scorrono nel matrimonio convertendolo in libera unione, o ingannandolo con un amante.” Lacerti tratti da: “Prostituzione ” - 1976 Judith Belladona posterlibri 16 Maggio 2014 PRESENTAZIONI NOVITA’. Altrove del “romano di Sicilia” Federico Bonelli Invettivadi un arcitaliano Tra prosa e poesia il viaggio di un uomo in cerca di lavoro che trova l’illuminazione: una mafia eco-sostenibile DI LUIGI FERLAZZO NATOLI “Sono partito da Roma a 33 anni perché ancora nessuno mi aveva crocifisso… Sono partito da casa Messina. In una commixtio di generi, tra prosa e poesia, racconti trascrivendomi su un quaderno – dice Bonelli in Esserci altrove – il e appunti di viaggio, Federico testo di Remo Remotti “Mamma Bonelli romano di nascita ma Roma Addio”, un incredibile siciliano da parte materna, emigra manifesto d’amore e di veleno, appena trentatreenne, nel 2002, scritto negli anni Cinquanta. in cerca di lavoro dopo averlo L’immagine scelta per la copertina del libro Remo un poeta, un attore, un cercato invano in Italia, passando vecchio debosciato, un maestro”. per Parigi, Londra e fermandosi Il climax surreale di Federico infine ad Amsterdam. Bonelli, che si definisce un “Altrove” di Bonelli (Farandula artista, ma che ha fatto tutti i editore, 2014, pp.121, euro 14), mestieri che riguardano la come suona il sottotitolo, è un La scultura a Messina nel libro di Alessandra Migliorato multimedialità, ed anche il libro che raccoglie “Storie da curatore di luci in qualche altra parte” e teatro, il regista di il testo si snoda tra SE IL PRIMO Messina. Verrà presentato venerdì 16 particolare alla città di Messina, corti, viene toccato nel racconti surreali, incubi CAPITOLO maggio, alle ore 17, presso la sede della mediante l’immissione di nuove racconto-saggio “Per e visioni, ma anche tra È DEDICATO Provincia Regionale, a Messina nel Salone tipologie scultoree e le dinamiche dei una mafia ecoscene di sana allegria, AL “MANIFESTO degli Specchi, il volume “Nel segno di rapporti con gli altri artisti e con la sostenibile”: “Non c’è sulle note di una forte ALTROVISTA Michelangelo. La scultura di Giovan committenza. Montorsoli visse e operò che una soluzione. invettiva piena di (2008)”, LA CHIUSA Angelo Montorsoli a Messina” di per ben dieci anni nella città dello L’illuminazione l’ho rabbia e allo stesso SUONA Alessandra Migliorato, Edizioni d’arte Stretto, per la quale realizzò alcuni dei avuta ieri, mentre ero tempo di grande “ITALIA Kalòs. Alla presentazione interverranno la suoi capolavori, tra cui la Fontana del con il mio furgone a amore per il suo Paese. VAFFANCULO” Caterina Di Giacomo, direttore del Museo Nettuno, la Fontana di Orione e passo d’uomo Se il primo capitolo è Regionale di Messina, Grazia Musolino, l’Apostolato del duomo, opere tuttora sull’autostrada a Nord dedicato al “Manifesto Dirigente responsabile U.O.9, ammirate. Altrovista (2008)”, la chiusa suona di Utrecht…La mafia verde… una Soprintendenza di Messina, Salvatore Alessandra Migliorato è storico mafia eco-sostenibile… che tutti “Italia Vaffanculo”. Bottari, docente di Storia Moderna presso dell’arte presso il Museo regionale di ci invidiano. Una mafia che non E’ la rabbia – come spiega l’autore l’Università degli studi di Messina. I lavori Messina. Docente di Storia dell’arte fa i soldi con gli inceneritori ma per “un Paese dove la mafia non verranno preceduti dal saluto del del Rinascimento presso l’università di con l’agricoltura biologica e esiste, dove l’acqua viene Commissario Straordinario Provincia Catania e di Storia dell’arte moderna l’elettricità dal sole. E guai chi privatizzata… i poveracci multati Regionale di Messina Filippo Romano. presso l’università di Messina. I suoi prova a tassarci!” mentre le cordate dei finanzieri Sarà presente l’autrice. interessi di ricerca vertono In conclusione, non credo che possono far scempio della cosa Il volume ripercorre la produzione principalmente sulla scultura in Italia Bonelli abbia dato inizio ad una pubblica…” Ma oltre all’invettiva, artistica di Giovan Angelo Montorsoli meridionale e in Sicilia. Autrice di rivoluzione per così dire il sarcasmo e la satira c’è anche affrontando questioni cruciali come numerose pubblicazioni tra cui “Una intimista, ma ad un eclettico l’orgoglio di essere italiani, l’influsso del linguaggio michelangiolesco maniera molto graziosa. Ricerche sulla genere letterario sì. altrove, ma sempre italiani, che e l’apporto offerto all’arte isolana ed in scultura del Cinquecento nella Sicilia non ci meritiamo la nostra orientale e in Calabria” (2010) e “Tra Costituzione. Messina e Napoli: la scultura del 500 in Come dice nella Postfazione Calabria da Giovan Battista Mazzolo a APPUNTAMENTI Ginaski Wop “l’Altrovista che si Pietro Bernini” (2000). rispetti è uno zingaro che sa La casa editrice Kalós, presente sul riconoscere i circuiti della mercato dell’editoria siciliana dal giostra… e ha capito benissimo 1989, è specializzata in pubblicazioni che i circuiti della stessa sono d’arte e di carattere turistico, con desueti, vecchi, stantii. Ne sente il particolare attenzione per l’aspetto Messina. Incontro alla Feltrinelli di Messina venerdì 16 alle cigolio delle strutture”. storico-artistico, la cultura e le ore 17 con Caterina Pastura e Caterina Resta, per il terzo Insomma, in un gioco di In (Italia) tradizioni locali. appuntamento del ciclo "Per interposta persona. Nel ventre e Out (Altrove) si snoda il racconto della traduzione" è intitolato "Francofonie". L'incontro non Il prestigio della casa editrice è nato della fuga dell’autore da Roma : con la rivista Kalós – arte in Sicilia, mancherà di conquistare l'attenzione di addetti ai lavori e trimestrale di arte e cultura in Sicilia, appassionati, così come già accaduto per quello con che si è ben presto imposta Alessandro Grilli e per quello con Lanfranco Caminiti. “Per all’attenzione del pubblico, in vendita interposta persona. Nel ventre della traduzione” è il Caterina Resta in tutte le edicole siciliane. progetto che Naxoslegge propone in collaborazione con Feltrinelli Point Messina e l’editrice Mesogea. Ideato da Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge, è dedicato alla figura del traduttore, al suo lavoro, alle sue inquietudini, è un modo per entrare nel laboratorio, nel ventre appunto, del tradurre, attraverso cui, per interposta persona, arrivare al cuore del libro. Nel segno di Michelangelo Francofonie alla Feltrinelli centonove pagina 33 16 Maggio 2014 posterspettacoli SIRACUSA. Con Eschilo e Aristofane al via la stagione 2014 delle rappresentazioni classiche Inda, cento anni con i miti Agamennone e le Vespe protagoniste di un anniversario da celebrare con grandi registi e scenografie d’eccezione DI PAOLO RANDAZZO scenografia, unica ma variamente riattata, è Siracusa. Che tipo di esperienza è del grande Arnaldo quella del teatro antico sulla scena Pomodoro che ha contemporanea? Si portano in scena curato anche il disegno vicende la cui formalizzazione mitica dei costumi. L’ risale ai primi del secondo millennio Agamennone di De a.C., le si rimettono in forma teatrale, si Fusco è uno spettacolo ascolta la voce di una tradizione che ha solido: la sua accompagnato il fulgore della vicenda costruzione predilige ateniese nel V secolo. Però parliamo di chiarezza e teatro e allora è necessario che quanto intelligibilità, non pone si porta in scena sia vivo e abbia a che troppe domande né fare con la contemporaneità: interpelli proietta troppe ombre la nostra vita, la vicenda attuale delle sul presente, non nostre comunità, ci emozioni e ci sollecita emozioni solleciti intellettualmente. In via di estreme, non sviluppa principio non ci sono alternative: o così fino in fondo motivi che o nient’altro di artisticamente notevole. pure individua Ma il teatro è arte concreta, fatta di (l’oppressione della persone in carne e ossa, di tempi donna, il ristabilimento definiti, di contesti storico-politici, di di giustizia e pace dopo tradizioni culturali, di progetti che solo una lunga catena di nella realtà trovano espressione e vendette, la presenza attuazione. Quel che vale in linea di della morte come principio diventa processo e tensione, si elemento della vita, la stempera e si va avanti. Questo è solidarietà verso gli quanto vien fatto di pensare nel stranieri), aggancia alla raccontare dei tre spettacoli della magistrale duttilità cinquantesima edizione delle dell’interpretazione di Foto Carnera, archivio Inda “Rappresentazioni classiche” di Elisabetta Pozzi e alle Siracusa, organizzata al Teatro Greco musiche (di Antonio Di teatro. Il resto è solido mestiere, dall’Istituto Nazionale del Dramma Pofi) la possibilità di una riproponibilità comprese le prove di Mariano Rigillo Antico giunto quest’anno al contemporanea del testo eschileo. Ma le (Araldo), di Massimo Venturiello ragguardevole traguardo dei cento anni musiche (un bel pianismo d’intonazione (Agamennone), di Giovanna Di Rauso dalla sua fondazione. Gli spettacoli, che novecentesca) non conservano la (Cassandra) e dei corifei (Francesco hanno debuttato il fine settimana scorso rigorosa astrattezza iniziale e si Biscione, Massimo Cimaglia, Piergiorgio e resteranno in scena fino al 22 giugno, stemperano in accenni narrativi che Fasolo, Gianluca Musiu); grandissimo sono: Agamennone, per la regia di Luca poco aggiungono allo spettacolo. Resta mestiere, senza tracotanza, senza De Fusco (il testo di Eschilo è tradotto notevole l’immagine del coro dei vecchi superficialità. Ben più imponente e da Monica Centanni), Coefore argivi che entra in scena e si autosuggestiva è la prova di Daniele Salvo. Eumenidi, regia di Daniele Salvo seppelisce per riemergere non appena il Imponente perché fonde in un solo (traduzione ancora della Centanni), dramma si avvia: quasi a dire che spettacolo due tragedie di Eschilo, infine le Vespe di Aristofane, regia di quanto accadrà nello spettacolo è Coefore ed Eumenidi, e affronta le due Mauro Avogadro, traduzione e conservato e continua a vivere nelle azioni che stanno al cuore dei testi adattamento di Alessandro Grilli. La viscere della terra, della storia e del eschilei, ovvero l’uccisione di Clitennestra (Elisabetta Pozzi) da parte del figlio Oreste (Francesco Scianna) e la fondazione del tribunale dell’Areopago, con un piglio ed un’ assertività che nulla lasciano alla consapevolezza dell’alterità del mondo classico rispetto a noi. Ecco il punto: ciò che è in scena accade in quanto tale e nessuna domanda sembra porsi il regista sul senso di quella vicenda e sul senso stesso del riattivare dei testi antichi e capitali. Certo, la nascita politica della giustizia, il superamento delle faide tra clan, la feconda ritenzione nel contesto della polis dell’ancestrale elemento negativo delle erinni trasformate in benevole eumenidi: sono tutti elementi che Salvo mette in luce, con potenza e nettezza, L’Agamennone con Elisabetta Pozzi. Regia di Luca De Fusco (foto Franca Centaro) ma manca lo spessore di chi dubita e si centonove pagina 34 pone (e pone al pubblico) domande, lasciando aperta la porta a risposte più o meno univoche. Ad esempio: il demos, che avoca a sé la giurisdizione penale, è davvero sovrapponibile a ciò che definiamo popolo? Una giustizia fondata sul potere maschile e che rivendica questa cifra ideologica può davvero definirsi tale? Perché il regista sceglie di esporre l’uccisione della madre da parte di Oreste in piena scena, con un’infrazione evidente e notevolissima dell’antica prassi teatrale tragica? Evidentemente non scandalizza l’infrazione in sé, ma la sua gratuità. Insomma una messinscena colossal che rapisce il pubblico con la sua grandiosità, con la facilità della cifra iconica, con l’avvolgente colonna sonora di Marco Podda (anche qui il segno è più cinematografico che teatrale), con effetti di luci e fumi, con un ritmo scenico incalzante sin dalle prime battute di Elettra (Francesca Ciocchetti), col gran numero di presenze in scena, con la bravura (va da sé) di grandi attori come Ugo Pagliai (Apollo), Paola Gassman (profetessa), Antonietta Carbonetti (nutrice), Piera degli Esposti (interessantissima nel ruolo di un’Atena più saggia e dubitante che guerriera), Graziano Piazza (Egisto), ma non scava né in direzione della comprensione dell’antico, né in direzione della problematicità del posterspettacoli 16 Maggio 2014 OCCORRE SAPERE Tre spettacoli a giorni alterni I FESTEGGIAMENTI per il centenario dalla prima dedicata ai grandi autori classici del Teatro Greco di Siracusa sono in realtà iniziati il 16 aprile con una solenne presentazione e lo spettacolo dal titolo Verso Argo. Il sipario sugli spettacoli classici si alzerà nuovamente il 9 maggio e, fino al 22 giugno, nello splendido contesto architettonico e naturalistico del Teatro Greco si avvicenderanno le due tragedie e la commedia. La regia dell'Agamennone è di Luca de Fusco, quella delle Coefore-Eumenidi di Daniele Salvo, quella delle Le Vespe di Mauro Avogadro. Le musiche sono affidate a Antonio Di Pofi (Agamennone e Verso Argo), Marco Podda (Coefore/ Eumenidi), Banda Osiris per la commedia Le Vespe. Cosa vedere e come arrivarci IL PARCO ARCHEOLOGICO della Neapolis comprende nel suo perimetro la maggior parte di monumenti classici greci e romani di Siracusa. Il Teatro Greco è Il monumento di maggiore importanza all'interno dell'area archeologica. Capolavoro di tecnica architettonica del V secolo è ben conservato nonostante i ripetuti interventi di modifica e di smantellamento subiti. COME ARRIVARCI. In auto a Nord (Provincia di Messina e Catania): Autostrada NSA 339 Catania-Siracusa, segue il raccordo autostradale (RA 15) Tangenziale di Catania che lega la SS114 Orientale Sicula proseguire in direzione Siracusa. Autostrada A18/E45 Messina-Catania, segue il raccordo autostradale (RA 15) Tangenziale di Catania che lega l’autostrada NSA 339 Catania-Siracusa e continuando lungo la SS114 Orientale Sicula proseguire in direzione Siracusa. In autobus: AST - Azienda Siciliana Trasporti (www.aziendasicilianatrasporti.it) Tel. +39 0931. 462711, Numero Verde: 840.000.323; Autolinee Interbus, Segesta, Etna trasporti (www.interbus.it) Tel. +39 0931. 66710 rapporto tra quel mondo e la nostra realtà. La commedia, firmata da Avogadro, è uno spettacolo pulito e arguto per un testo, le Vespe di Aristofane, tra i più difficili da mettere in scena nell’ambito della commedia antica. Se nella prima parte della drammaturgia infatti il nodo comico è chiaro e ben definito, ovvero la passione/ossessione tipica del demos ateniese per processi e giurie popolari, nella seconda parte la trama si sfilaccia e perde tensione teatrale. Avogadro sceglie per il rapporto tra il vecchio padre (seguace di Cleone, appassionato, severissimo giudice popolare che non riesce a vivere senza qualcuno da inquisire e condannare) e il figlio (odiatore di Cleone e di quanto l’ideologia democratica impone) spazientito e preoccupato per il padre, il tono di tenerezza affettuosa dei figli che provano nel proteggere e accudire i genitori anziani. Un rapporto ben incarnato dall’interpretazione di Antonello Fassari (Vivacleone, il padre bisbetico, conosciuto dal grande pubblico come protagonista della serie televisiva dei Cesaroni) e di Martino D’Amico (Abbassocleone, il figlio). Intorno a questo nucleo affettivo e al contrasto politico tra i due, si dispiega quindi tutto il fervore della fantasia di Aristofane la cui cifra viene bellamente espressa non solo dall’intero ensemble degli attori (tra gli altri Sergio Martinelli, Sosia, e Enzo Curcurù, Santia) e del coro, quanto, soprattutto, dalle musiche quasi interamente suonate dal vivo della “Banda Osiris”. Musiche capaci d’interpretare le diverse fasi dello spettacolo e trascinare il pubblico in una percezione dell’arte aristofanesca che supera qualsiasi piccolo aggiornamento delle battute su questo o quel politico e va dritto al segno di ciò che questo grande poeta rappresenta per il teatro occidentale: ovvero una straordinaria, inesauribile enciclopedia della comicità. Il pianista cinese Xu Zhong SINERGIE. L’Ente lirico di Catania allo Shangai spring music Bellini sbarca in Cina CATANIA. Il teatro Bellini di Catania, a spese degli organizzatori cinesi, sarà a Shanghai fino al 20 maggio per due concerti che sono già sold out. Il 17 maggio allo Shanghai Chenshan botanical garden, l'indomani nella Shanghai Culture Square. Cavalleria Rusticana' di Mascagni e 'Pagliacci' di Ruggero Leoncavallo chiuderanno lo Shanghai spring international music festival. La tournèe è organizzata dal pianista cinese Xu Zhong che è stato direttore artistico del Bellini. "Lavoro a questo progetto da quasi due anni - ha affermato Xu Zhong, che sarà sul podio per entrambi gli spettacoli complesso e difficile per la quantità di persone e di mezzi da spostare da una parte all'altra del mondo e che rischiava di fallire per le gravi difficoltà finanziarie che da tempo ormai attraversa il Bellini. Difficoltà che ho potuto superare grazie alla disponibilità e alla ferma volontà dei miei connazionali e in particolare di tre grandi istituzioni culturali della mia città: lo Shanghai Spring International Music Festival e lo Shanghai Conservatory of Music per quanto riguarda le due opere, e lo Shanghai Oriental Broadcasting Group per quanto riguarda il concerto". "Pur di avere il teatro di Catania qui da noi in Cina - ha spiegato il maestro - hanno deciso di pagare loro tutte le spese, da quelle di trasferta e soggiorno, alle diarie del personale, a quelle di realizzazione delle scene e dei costumi delle due opere che metteremo in scena. Non smetterò di essere loro grati per questo enorme sforzo finanziario". Oggi, con più voli a distanza di poche ore uno dall'altro, orchestra, coro e vertici del Bellini, assieme agli artisti impegnati nel concerto e nelle due opere, sono partiti alla volta della metropoli asiatica; i tecnici incaricati di montare le scene realizzate in Cina, invece, sono arrivati la scorsa settimana. MESSINA Criscuolo e Totino “Baciati dalla fortuna” Le Vespe di Aristofane in scena con la regia di Mauro Avogadro Messina. Catanese lei, palermitano lui. Temperamento aggressivo lei, sornione e flemmatico lui. Lei dice: “Lo stimo tantissimo. Serio, professionale, eclettico”. Lui aggiunge: “E’ una bravissima attrice da cui sto imparando tanto. E poi, oltre ad essere una grande professionista, è una bella persona”. Eccoli, dunque, alla prova del palcoscenico, Giovanna Criscuolo e Totino (al secolo, Salvatore La Mantia), insieme per la prima volta in “Baciati dalla fortuna”, la pièce che chiude in bellezza la stagione del decennale di Teatro Insieme Messina, domenica 18 maggio alle ore 18 al PalaCultura Antonello. Un debutto messinese, insomma, per questa nuova coppia comica “esplosiva”. E anche se “non c’è da aspettarsi il Totino del duo, che – come spiega il diretto interessato - ha una sua identità ben precisa che si completa con l’appoggio di Toti”, la diversa provenienza geografica e la differenza di carattere tra i due protagonisti di “Baciati dalla fortuna” sono molto sottolineate nella messinscena e – racconta Criscuolo – “scatenano una girandola di situazioni comiche. Con la classica ‘liscìa’ tutta siciliana a farla da padrone”. centonove pagina 35 16 Maggio 2014 posteranniversari MESSINA. Francesco Finocchietti, un nobile settentrionale in Sicilia subito dopo l’Unità Il pisano dello Stretto Un viaggiatore attento e curioso arrivò con la moglie Elisa convinto di rtrovare un’isola di selvaggi. Ecco come riuscì a correggere i suoi pregiudizi. Innamorandosi prima di Mondello poi di Messina MESSINA. Un secolo e mezzo è esattamente passato da quando un nobiluomo pisano laureato in giurisprudenza, il conte Francesco Finocchietti, che visse nella sua città esercitando in essa, durante il regime granducale, l’ufficio di gonfaloniere (1859) e, più tardi, dopo l’Unità nazionale, ricoprendo quello di prefetto a Siena (1859) e a Pavia (1861-62), compì, dopo essere stato posto un po’ prematuramente, a riposo, un viaggio in Sicilia, proprio con l’intenzione di conoscere una realtà geografica e socio-antropologica scarsamente nota ai più e perciò molto facilmente succube dei pregiudizi: di esso ci dà notizia, nella sua monumentale pubblicazione in quattro volumi su “Il grande viaggio in Sicilia”, Salvo Di Matteo (Palermo 2008, Edizioni Arbor, pp. 2.376). Siamo così informati che quello di Finocchietti fu un viaggio attento, pieno di curiosità, iniziato imbarcandosi il 3 aprile 1864 a Livorno, assieme alla moglie, Elisa Toscanelli (con la quale abitava a Pisa in un palazzo di Piazza dei Cavalieri, conosciuto come Torre della fame, dalla nota vicenda di Ugolino immortalata da Dante), con prima destinazione Napoli e come seconda, Palermo, che raggiunse con il postale. Qui, con una carrozza, cominciò subito a girare per la città, non senza negative impressioni (come annoterà nel suo libro, “Ricordi di un viaggio a Napoli e in Sicilia”, pubblicato a Pisa lo stesso anno del tour): le strade erano sporche e ingombre dei resti delle vendite delle botteghe, le case piccole e malandate. Egli cercò, però, di andare anche oltre questa osservazione puramente visiva, tant’è vero che non mancano annotazioni sulla rigidità delle consuetudini familiari, che vedevano come assoluto padrone l’uomo, mentre la donna aveva ogni sorta di limitazioni nella sua libertà. Allo stesso tempo, c’è da dire che apprezzò l’ospitalità e la cortesia dei palermitani nei confronti dei forestieri, il che gli permise di correggere i pregiudizi con cui era giunto nell’isola. Il magnifico spettacolo offerto dalla Conca d’Oro fu da lui ammirato recandosi a Monreale; mentre successivamente visitò pure la Zisa, i Cappuccini e l'Orto Botanico. Rimase, comunque, sorpreso dalla quasi totale mancanza dei caffè ai quali era abituato a Pisa: c’erano F.I. Anonimo,. La cattedrale di Palermo 1864 invece i cosiddetti “casini di conversazione”, per soli uomini, che erano una specie di seconda casa in cui possidenti e laureati, ma anche, in certi contesti, commercianti e mastri, leggevano, discutevano, giocavano, tessevano rapporti sociali, imitando le élites aristocratiche dei salotti. Certo, guardandosi intorno, Finocchietti si accorgeva che l’economia era misera, la capacità imprenditoriale inesistente, povere le produzioni, ma si spiegava ciò con la mancanza di ferrovie e di strade carroz¬zabili, per cui il contadino viveva poveramente tra campi potenzialmente feraci, ma coltivati con sistemi arcaici; il proprietario lasciava spesso le sue terre abbandonate per le insormontabili difficoltà di trarne profitto, che, al massimo, lo portavano ad affittarle a chi aveva voglia e mezzi per farle fruttare. Occorreva, secondo questo attento viaggiatore, realizzare opere pubbliche, dalle strade alle ferrovie, ai porti, per rilanciare l'economia e, in generale, la vita pubblica in Sicilia. Dopo alcune rapide escursioni a Bagheria e a Piana dei Greci (oggi, degli Albanesi), il nostro via mare si recò a Messina, città della quale apprezzò la vivacità dei commerci, la magnifi¬cenza del porto, l’ampiezza delle strade, la grandiosità degli edifici, i tanti istituti di beneficenza. Sempre via mare raggiunse Catania, di cui colse i segni della passata grandezza in alcuni edifici superstiti al sisma del 1693, e una certa eleganza di vita, notando però anche la solita incuria delle strade e, questa volta, la mancanza di socievolezza degli abitanti. Il 15 aprile, a dorso di mulo, compì un'ascensione sui Monti Rossi, due coni formatisi in seguito all’eruzione dell’Etna del 1669, a nord di Nicolosi, alle pendici del vulcano: dalla sommità poté ammirare l'aspetto imponente della natura circostante. Infine, non intendendo più viaggiare via terra, con un battello a vapore si recò a Siracusa per una visita rapida, ma ricca di emozioni, ai tanti resti dell'età classica. Tornato a Messina e giunto ormai al termine del viaggio, trasse le sue conclusioni: “Io non sapeva persuadermi di non trovare ivi quei popoli selvaggi di che, così a torto, si parla nel continente. Perché, se nei più appartati luoghi la rozzezza è feroce, se nelle città il vizio - come altrove - rode la civile compagnia, non è men vero che la gran massa dei cittadini è buona e costumata ed abbondante di forze, quali appunto richiedonsi a nazione che risorge”. Poi, il postale per Napoli allontanò dalla Sicilia quest’uomo che qualche anno dopo sarebbe stato nominato senatore del regno. La torre della fame a Pisa centonove pagina 36 posterrubriche MUSICA MESSINA NUOVE VISIONI DI MARCO OLIVIERI “Grand Budapest Hotel” Wes Anderson e le infinite potenzialità del narrare. “Grand Budapest Hotel”, ottavo film di Wes Anderson (“Rushmore”, “I Tenenbaum”, “Moonrise Kingdom”), dimostra come il gioco del cinema possa ancora dire molto, in termini di fascino visivo e divertimento, se la qualità compositiva dell’immagine e la cultura cinefila si combinano con una visione originale. Uno sguardo inedito sul cinema e sulla vita può ancora rappresentare un segno di qualità ed è così possibile farsi strada tra blockbuster e commedie di scarsa qualità. Ispirato alle opere dello scrittore Stefan Zweig e Orso d’argento Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino, “Grand Budapest Hotel” elabora in modo ludico una riflessione sul racconto, tra verità e finzione, in un‘atmosfera tra albori del Novecento e inquietanti guerre mondiali. Una metafora di un Occidente che, oggi come ieri, si chiude al “diverso” e procede distruttivamente verso il disastro. In grandi e piccoli ruoli, in un girotondo divertentissimo non esente da momenti di cinema più tradizionale (dalla voce fuori campo ad alcune svolte narrative), si alternano Ralph Fiennes, Edward Norton, Saoirse Ronan, il giovane Tony Revolori, Adrien Brody, Willem Dafoe, F. Murray Abraham, Jude Law, Harvey Keitel, Tilda Swinton, Owen Wilson, Léa Seydoux, Bill Murray e tanti altri. Nello stile di Wes Anderson, sceneggiatore e regista, l’insieme è gradevole e intelligente, con un’impronta personale convincente. Cento sigarette ai Magazzini Gianni Fortunato e Gabriella La Fauci con la regia di Pizzurro Messina. Jaq non fa nulla nella vita, ma è un tipo metodico. Cerca di non farsi influenzare dalle cose da fare per forza e allora ha deciso di non fare niente. Fa solo una cosa: fuma cento sigarette al giorno. Lo fa tutti i giorni senza mai uno sgarro, senza mai uno strappo alla regola. Da vent'anni non fa altro che fumare tutto il giorno. Cento sigarette è l'obiettivo di ogni sua giornata. Nient'altro. Jaq non prova nemmeno più il sentimento della paura verso alcuni eventi. Il suo nichilismo è la sua salvezza. La noia è una cosa da stronzi. Mimmo Cuticchio Comincia così lo spettacolo “Cento sigarette” in prima assoluta sabato 17 sul divano, la osserva, si compiace della maggio ore 21 ai Magazzini del Sale di sua bellezza, si pente, decide di cambiare via del Santo,67 Messina. Protagonisti e di migliorare quantomeno la vita di Gianni Fortunato e Gabriella La Fauci sua figlia, ma.... «Questa Pièce - spiega con la regia e l’adattamento di Lorenzo Lorenzo Pizzurro - nasce dalla mia voglia Pizzurro. Nella vita apparentemente di raccontare due vite, che a prima vista senza scosse né sorprese di Jaq, irrompe sono estremamente diverse per poi la visita di sua figlia Elena. L'ultima volta congiungersi in un "fil rouge" di che l'ha vista la piccola aveva 7 anni, similitudini. La voglia di raccontare degli adesso ne ha 27. Lui non la riconosce spaccati di vita, estremamente normali, e nemmeno. Lei ha quasi ribrezzo nei paradossalmente assurdi, prende corpo confronti della riscoperta figura di suo dall’incontro con Marco Anello, autore padre. Il dialogo è breve, poche parole, del racconto omonimo, che esprime al molto silenzio, qualche filo di rabbia e meglio la mia idea di racconto. La storia tanto squallore. Elena, di nascosto, ruba mi ha affascinato in maniera pregnante le chiavi di casa di Jaq. I due si salutano per il succedersi di eventi e per i caratteri senza particolare affetto e con la dei due personaggi che snocciolano le consapevolezza di non vedersi più per proprie esistenze, le proprie paure e chissà quanto. La notte di Jaq trascorre inquietudini in un susseguirsi di momenti tra banconi di bar e le solite sigarette. grevi e momenti ironici per culminare in Rientrato a casa trova la figlia sdraiata una escalation di emozioni». DE GUSTIBUS 16 Maggio 2014 DI CESARE NATOLI Guadagno per pochi Dopo anni di crisi, l’industria musicale torna a crescere. A beneficiarne, però, è solo una piccola percentuale di artisti. Quando si parla di fatturati, infatti, non si dice quasi mai la verità: poche grandi star, una su cento, si accaparrano la fetta più grande del mercato, qualcuno le briciole. Lo stesso internet e la musica online, più che favorire il talento e gli sconosciuti – come vorrebbe una certa vulgata – hanno ulteriormente trasformato l'industria musicale in una economia da superstar, dove pochi artisti e pochi brani sono ascoltati e conosciuti. L’esatto opposto della 'Long Tail', la coda lunga che, nel gergo economico, definisce la possibilità di favorire prodotti di nicchia e che si credeva si potesse generare con i media digitali. Invece, come ha fatto notare recentemente Fulvio Binetti, “si è andati a finire in una situazione di overload tra bulimia del download a sbafo con i sistemi peer to peer e l’attuale streaming, che mette a disposizione a gratis cataloghi infiniti, e si dimostrano sempre meno propensi ad esplorare le novità adeguandosi ad una sorta di tirannia del marketing del più forte”. Conta poco, quindi, che il 17 % dei ricavi della musica registrata nel 2013 vada agli artisti contro il 13% del 2000, se a guadagnarci da questa situazione sono sempre meno artisti. Forse conta un pò di più il fatto che nel 2013 la musica registrata nel mondo ha generato entrate per 2,8 miliardi dollari contro i 3,8 miliardi di dollari del 2000. A livello socio-colturale, infine, la conclusione che se ne trae è che la voglia di seguire il gregge prende sempre il sopravvento. DI MASSIMO LANZA Sicilia en Primeur a Vulcano Tutto pronto per Sicilia en Primeur l’appuntamento organizzato ogni anno da Assovini Sicilia che ques’anno si svolgerà il 28 e 29 maggio. Protagonista come sempre il vino siciliano, dai grandi territori ai micro terroir. Per la 11° edizione di Sicilia en Primeur Assovini Sicilia, l’Associazione che riunisce settanta aziende che rappresentano l’80% in valore del vino siciliano imbottigliato nell’isola, ha scelto un palcoscenico d’eccezione: l’Isola di Vulcano, dove 35 aziende vitivinicole tra le più rappresentative della Sicilia, daranno appuntamento ad oltre ottanta giornalisti, provenienti da tutto il mondo, per degustare l’annata 2013 en primeur e le annate attualmente in commercio per un totale di oltre 350 assaggi. “I vini siciliani sono stimati in tutto il mondo oltre che per la loro centonove pagina 37 qualità anche perché portano nel bicchiere tutto il fascino della nostra terra” ci dice Antonio Rallo, Presidente di Assovini Sicilia e titolare della famosa cantina Donnafugata di Marsala. “Un mix di valori unici che ha portato l’export dei vini siciliani a toccare oltre 70 paesi e ad esportare il 59% del vino della regione”. E proprio la valorizzazione di ogni singolo terroir dell’Isola è uno dei temi di questa 11° edizione. In quest’ottica la scelta di Assovini di portare Sicilia en Primeur sull’Isola di Vulcano è volta a sottolineare il valore di tutti i territori anche i più piccoli, a Vulcano infatti come nelle altre isole dell’arcipelago oliano si possono coltivare le uve per la produzione della Malvasia delle Lipari, nella versione natura o passito. E sempre a Vulcano si produce uno dei vini più conosciuti tra quelli prodotti nell’arcipelago. Non si tratta di una Malvasia ma di un rosso, lo Hierà della cantina Hauner a base di Calabrese, Alicante e Nocera dai profumi eleganti di piccola frutta rosso, spezie e minerali, fresco, sapido, corposo e persistente al palato. 16 Maggio 2014 posterlettere QUI SCUOLA HERITAGE GUI DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI A me piace Andi Varol Concorso Ata 24 mesi Con due note del 7 maggio, come era stato previsto, il MIUR ha prorogato la scadenza per l’inoltro della domanda per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento dei docenti alle ore 14 del 17 maggio. La proroga, dovuta a esigenze tecniche correlate al funzionamento del sistema informativo - in linea con quanto ritenuto nella rubrica dello scorso 1° maggio -, non riguarda la data di maturazione dei titoli e dei requisiti posseduti, che rimane fissata al 10 maggio 2014, data prevista nel D.M. 235/2014. Il Sistema informativo, però, dovrà anche farsi carico delle domande per l’inclusione nella prima fascia delle graduatorie ATA di circolo e d’istituto per le supplenze temporanee (Allegato G), che possono essere inviate solo tramite le “istanze online”. L’applicazione, che interessa i candidati già inclusi o che concorrono all’inclusione nella graduatoria permanente provinciale, sarà disponibile fino alle ore 14 del 30 maggio e consente la visualizzazione delle 30 sedi trasmesse l’anno scolastico precedente, ove presenti, e la conseguente selezione delle sedi esprimibili per l’a.s. 2014/2015 per l’insieme dei profili professionali ai quali si ha titolo. Nel caso in cui si sia già inclusi nelle graduatorie permanenti e nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto per le supplenze temporanee della medesima provincia per l’a. s. 2013/2014 e s’intenda mantenere per l’a.s. 2014/2015 le stesse sedi precedenti, gli aspiranti possono anche non comunicare nuovamente le sedi tramite le istanze online. Il sistema informativo nella predetta ipotesi confermerà con una procedura automatica le sole sedi che hanno mantenuto lo stesso codice dell’a.s. 2013/2014, eliminando quelle che per effetto della razionalizzazione della rete scolastica hanno subito una variazione di codice. ECOLOGIA&AMBIENTE PUNTINI SULLE I “Unpli non ha chiesto un contributo da300mila alla Provincia” A precisazione di quanto riportato dal vostro settimanale nell’articolo di venerdì 25 aprile, “Conti in rosso alla Pro Loco, riporto quanto segue: Il Comitato provinciale dell’Unpli non ha chiesto, né giammai invocato alcun contributo da 300mila al Commissario della Provincia Regionale di Messina. A tutela dell’immagine e del buon nome dell’associazione che rappresento, preciso, inoltre, che negli ultimi quattro anni, anche dopo l’approvazione del regolamento da noi proposto e che imponeva criteri trasparenti per la concessione dei contributi, la Provincia Regionale di Messina non ha erogato un solo euro, per partecipare alle spese fisse sostenute dalla 60 Pro Loco messinesi; associazioni che da Giardini Naxos a Naso, Da Acquedolci a Gaggi, organizzano quotidianamente, grazie all’impegno dei volontari, iniziative tese a fornire servizi di accoglienza, ospitalità e intrattenimento, nonché alla promozione ed alla valorizzazione delle tradizioni, dei costumi e dei prodotti tipici locali. Dal luglio 2013, abbiamo ripetutamente chiesto un incontro al Commissario per proporre l’avvio di un coordinamento tra pubblico e privato a tutto vantaggio del comparto turistico e anche rappresentare allo stesso tempo le difficoltà i cui versano le nostre associazioni. Le nostre richieste, però, sono state lasciate cadere inspiegabilmente nel vuoto di una totale indifferenza e di un assordante silenzio. Tanto di doveva. Santi Gentile Presidente Comitato Provinciale Unpli Messina L'arte dei giovani parla inglese, guarda oltreoceano, ma racconta con slancio ed ironia la realtà italiana. Avanza la sua provocazione con timidezza, senza alzare la voce. Inconsapevolmente avvalorando la tesi di Edgar Wind (Arte e anarchia, 1968): l’arte, per definizione considerata una minaccia per gli equilibri consolidati, oggi ha perso l'impetuosità della sua fiamma ribelle. Fortunatamente non ha ancora perso l’immaginazione. È l’idea che mi porto dietro dopo aver visto Art FaCTory ’04 (dove CT sta per Catania). La fiera d’arte contemporanea ha coinvolto artisti, galleristi, collezionisti ed un accresciuto stuolo di cultori. Pur tuttavia Daniela Arionte, curatrice, si chiede perché questa bella manifestazione invece di «avere le cure di tutti come un fiore nel deserto ed essere difesa come bene collettivo viene additata e giudicata!». Gli orecchianti risponderebbero: «Perché a noi piace solo Andi Varol», ma di Andy Warhol e della Pop Art hanno fatto un fumetto. Mentre l’arte «is here», è qui, in movimento. Fra gli studenti dell’Accademia di Catania, come quelli formati di Claudia Gambadoro che invitano ad accomodarsi sulle sedie bianche per osservare il mondo di converso, dalla loro parte. È qui, nei video di street view (curati da Daniele Alonge), che incollano il pubblico con Cleaner, il pulitore mascherato, che cancella i graffiti, lava e ricolloca ordinatamente i rifiuti che le amministrazioni non rimuovono. Per cui, per fare arte oggi, è meglio accogliere l’invito del messinese Gianfranco Pulitano e condividere lo spirito del D.I.Y. (do it yourself) cioè del fai da te. Ed insistere. [email protected] DI ANNA GIORDANO In cerca di un po’ di rispetto Fiumi di falchi, complice il maestrale, si dirigono verso la sponda calabra sorvolando lo Stretto di Messina, in lungo e in largo, con la fortuna di non dover andare dall’altro lato dell’Europa o del pianeta, per vederlo, viverlo, ammirarlo. Ignari messinesi giungono a dinnammare e ci guardano incuriositi, gli mostriamo i falchi, li guardano anche loro ammaliati, ringraziano, se ne vanno, non dopo avergli detto che anche in città si possono vedere passare, basta avere l’occhio per notarli. Mentre scrivo non so come finirà la riunione sulla Laguna di Capo Peloro, dove pare si siano dimenticati che esistono obblighi di legge e motivi istitutivi, alias tutelare acque, piante, animali, e non trasformarla come vogliono (e come fanno) in altro: canottaggio a go go e pali rimossi per meglio remare, e gli uccelli stanchi morti che arrivano dall’Africa, anziché rifocillarsi, posarsi, nutrirsi, si spostano spaventati e o muoiono poco più in là, o altrove, semplicemente per inedia. Dicono in tanti che la colpa dei tanti ratti è mia, l’aggiungo alle leggende metropolitane, come quella dei cinghiali: nessuno che abbia avuto il coraggio di metterlo per iscritto per poi risponderne in sede legale, visto che è l’ennesima bufala messa in giro per ampliare la platea di coloro che devono prendersela con qualcuno, ma mai con quello veramente responsabile. C’erano una volta poiane, barbagianni, martore, donnole, gheppi,volpi, sulle colline sopra i laghi, e facevano man bassa di prede, ratti in primis. Poi è arrivato il cemento, le fogne, la monnezza e i ratti sono felici, sotto casa, nelle tubazioni dei reflui umani, incavi e nascondigli a mai finire, eppure bipedi presumibilmente muniti di intelligenza, adducono al mancato taglio delle centonove pagina 38 canne (da regolamento vietato, non da me), la causa del proliferare dei ratti. Non chi ha sfrattato la fauna che poneva un limite al mammifero più invasivo del mondo (sopravvivrà anche ad eventuali catastrofi mondiali, rassegnatevi) e a chi ha quintuplicato l’habitat umano da sempre prediletto dai ratti insieme alle sue usanze e consumi e reflui. No, è più facile prendersela con chi chiede (invano) il rispetto delle norme e dell’ambiente, entrambe spesso aria fritta e oggetto di indifferenza acuta. Come il pilone, che si vuole illuminato e a morire sono gli uccelli. Vi domando: voi, con il pilone spento vivete lo stesso? Si, risposta indiscutibilmente giusta. Loro, gli uccelli che migrano, con il pilone illuminato rischiano la morte a migliaia. Sorvolo su procedure ancora oggi snobbate. Vi costa così tanto pensare al prossimo bipede o alato che sia? A chi ha la sventura di passare da qui dopo viaggi tremendi? Il rispetto, è tanto difficile averlo per altri che non siate voi? postercommenti 16 Maggio 2014 MESSINADRASTICA Una nuova estate nella casa ammare DI FABIO AMATO Sta iniziando l'estate e come ogni anno i Messinesi iniziano ad organizzarsi per trasferirsi nelle case "ammare", nelle loro residenze estive, e come già sapete iniziano i traslochi infiniti. Il problema è che ogni anno in questo periodo si creano tante Isole Felici, sparse nelle strade di Torre Faro, costituite da cucine, mobili, divani, materassi e suppelletili varie. E' sicuramente un modo per permettere a chi non può, la casa al mare, di averla, ed infatti intorno a queste Isole Felici, ogni anno, si assemblano famiglie di vario tipo, che si organizzano per l'Estate, creando vari gruppi. E' questo un modo diverso di fare beneficenza, di creare solidarietà, dare la possibilità ai concittadini di andare al mare. L'unico 150 PAROLE DA PALERMO La corsa infinita DI MARIA D’ASARO SPECIE IN QUESTO periodo, i dintorni della villa a mare, al Foro italico di Palermo, e i viali alberati che costeggiano il mare a Mondello sono percorsi da persone - uomini, donne, giovani, anziani - che fanno una salutare corsetta, magari ascoltando la musica. Con una caratteristica comune: hanno tempo e salute che avanzano e possono permettersi il lusso di correre per sport. Di contro, ci sono a Palermo tante persone che vanno di corsa per prendere l’autobus, per consegnare il pane a domicilio, per inseguire false promesse, per comprare la frutta che costa meno, per avere un permesso di soggiorno che tarda ad arrivare, in lotta perenne contro il tempo e la cattiva sorte. Allora capisci che ci sono una città - e un mondo intero - spaccati in due: c’è chi corre, ma in realtà è già arrivato … Mentre i poveri corrono trafelati, ma non arrivano mai. problema sono i servizi igienici, ma le persone, che hanno preso possesso di queste Isole Felici, aspettano pazientemente perché sanno, che prima o poi, i residenti al mare, quelli cioè delle seconde e terze case, si libereranno anche dei cessi e delle vasche da bagno, che diligentemente ed educatamente, butteranno sulle strade, e quindi il problema sarà risolto, ed inizierà una nuova Estate. Di queste Isole Felici, ce ne sono innumerevoli, sempre più abitate da numerose persone. Il culmine, lo si raggiunge, nella settimana di Ferragosto, perché in quel periodo non si riesce più a distinguere la spazzatura dalle persone. Tornando seriamente a parlare di Solidarietà, ma di quella vera, non quella che qui ho usato per scherzo, lo scorso sabato, sono andato al Palazzo della Cultura, finalmente strapieno, dove realmente c'era una serata di Solidarietà, organizzata dal Centro Clinico Nemo Sud, che si occupa con fervore, abnegazione, dedizione ed entusiasmo, dell'assistenza dei malati di distrofia muscolare e finalmente possiamo parlare di una "cosa" bella della nostra Città. Un evento che ci deve inorgoglire e farci partecipare sempre più attivamente a queste nobili iniziative. Quindi quando ci incazziamo perché c'è la fila e siamo in macchina, oppure il lunedì, non abbiamo voglia di lavorare, oppure il Sabato Sera, non sappiamo cosa fare, pensiamo a chi veramente, non si pone questi interrogativi. Perchè non ha né il tempo né la voglia di farlo! ANIMAL HOUSE ELIODORO Speziale e Raciti, tra memoria e giustizia CATANIA - A riaprire l'infinito derby tra giustizia, memoria e dolore è la maglietta del masaniello partenopeo "Speziale libero". E sulla vedova dell'ispettore Filippo Raciti, ucciso da Speziale, secondo i giudici di Catania, si riaccendo i riflettori. Il capitolo giudiziario si allunga con dichiarazioni al vetriolo della signora e l'annuncio di querela da parte del papà di Raciti che respinge la definizione di "assassino e spacciatore". Cuor di papà descrive il figlio come un angelo, ma forse non è proprio così, almeno non per la giustizia terrena. In provincia, intanto, amministratori indossano maglie per ricordare il poliziotto morto quel 2 febbraio lontano, ma sempre presente. "Raciti eroe, Speziale in galera". Sembra quasi uno slogan della legalità usa e getta. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE “La Rivoluzione” di Crocetta Si moltiplicano le manifestazioni di protesta degli operatori della formazione professionale (l'ultima si è svolta a Palermo pochi giorni fa organizzata da CGIL-CISL-UIL). Nonostante i tanti buoni propositi, il governo Crocetta non ha ancora saputo varare alcun tipo di riforma del settore che si articola in tre filiere (formazione professionale, obbligo formativo, operatori ex sportelli multifunzionali). Durante la campagna elettorale di due anni fa Crocetta aveva dichiarato che avrebbe colpito duramente gli interessi illegali concentrati nei diversi settori, ma aveva escluso di volere fare macelleria sociale. Propositi lodevoli, ma scarsi risultati. Il dato negativo più eclatante riguarda le condizioni drammatiche degli ottomila lavoratori senza stipendio (da 8 mesi a 2 anni). Il presidente Crocetta non può pensare di sviluppare politiche attive del lavoro senza riuscire a sciogliere il nodo della formazione professionale. Chiudere con le pratiche clientelari ed assistenziali del passato è indispensabile, ma contemporaneamente è urgente avviare reali processi di riforma del settore che in Sicilia ha assunto negli anni proporzioni elefantiache. La nostra regione ha bisogno come il pane di buona formazione e per il futuro servirebbero operatori capaci di garantire qualità e competenza, chi può immaginare il futuro di questo settore senza gli attuali operatori? Il congelamento di Piano Giovani e Youth Guarantee danneggia molti giovani utenti e conferma che è facile distruggere, ma molto più difficile costruire. Insomma, della tanto strombazzata rivoluzione di Crocetta è rimasto solo un colossale spot pubblicitario. E' infatti ormai chiaro ed evidente che il presidente della Regione è solo un abile politico da talk show, e solo chi vive fuori dalla Sicilia può ancora illudersi che ci sia qualcosa di vero nelle tante cose che dice. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Animali in... pelliccia Tutte le volte che viene acquistato un capo con inserti in pelliccia, si incentiva un business fondato su sofferenze e crudeltà atroci. Pochi sanno che i conigli sono gli animali più usati nel campo della pellicceria, in particolare come bordatura di capi d’abbigliamento ed accessori: novecento milioni gli esemplari allevati ed uccisi in tutto il mondo ogni anno, di cui trecentocinquanta in Europa e quasi altrettanti in Cina. Allevamenti intensivi e creature costrette a vivere in gabbie di metallo minuscole, tra i loro escrementi, rinunciando a movimenti ed attività naturali. Creature costrette a crescere ammassate in spazi insufficienti e, quindi, esposte ad infortuni e malformazioni. Il tasso di mortalità è del 25%. Anche se sembra difficile immaginare qualcosa di più disumano, va detto che il periodo centonove pagina 39 dell’allevamento è la parte più sopportabile. Perché tutto ciò che segue è rigorosamente consigliato a stomaci forti. I conigli “amorevolmente” allevati vengono brutalmente scaraventati in casse di plastica. Come le gabbie di metallo di cui sopra, anche queste nuove sistemazioni sono a rischio di esplosione, visto il numero eccessivo di animali concentrato all’interno di esse. Si va verso il mattatoio. Qui ha luogo l’atto finale. Una morte orribile, da brividi. I conigli vengono colpiti fortemente con una cinghia. Ma spesso non basta a tramortirli. Poco importa: gli affari non possono fermarsi per così poco. Gli animali sono sgozzati e, mentre continuano a contorcersi, sono appesi per le zampe, a testa in giù. Sono ancora in vita, quando viene separata meccanicamente la pelliccia dal corpo. Abusi permessi dal fatto che l’allevamento di conigli non è disciplinato da alcuna norma. Molti regalano cappotti con colli, cappucci, maniche in pelliccia, convinti di fare un figurone. Eppure, eleganza e barbarie dovrebbero essere due concetti opposti.