WORKSHOP INTERNAZIONALE “LE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AREE MARINE PROTETTE E GLI IMPATTI SULL’AMBIENTE: ESPERIENZE MEDITERRANEE A CONFRONTO” INTERNATIONAL WORKSHOP “THE DIVING ACTIVITIES IN THE MARINE PROTECTED AREAS AND THEIR IMPACT ON THE ENVIRONMENT: COMPARING MEDITERRANEAN EXPERIENCES” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Ostia – Roma, 17 e 18 Febbraio 2005 Il settore della subacquea è notoriamente in ampia e continua espansione. E’ prevedibile che le Aree Marine Protette costituiranno sempre di più un notevole polo di attrazione per gli amanti delle immersioni. Tuttavia, gli impatti del turismo subacqueo possono essere assai gravi: dagli ancoraggi delle barche appoggio alla desertificazione delle aree più visitate. Mentre in alcune aree protette europee, come Port Cros in Francia e le Isles Medas in Spagna, sono stati effettuati studi atti a quantificare tali impatti e predisposti interventi per ridurre le conseguenze di un turismo subacqueo non regolamentato o ineducato, nelle AMP italiane non si è ancora provveduto ad effettuare valutazioni dettagliate od interventi organici di sistema. Il convegno si ripropone, pertanto, di mettere a confronto le esperienze sviluppate all’estero con quelle italiane al fine di avviare un percorso scientifico e formativo tra gli enti gestori e le principali associazioni di didattica e turismo subacqueo italiano. Workshop Internazionale- “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 PROGRAMMA 17 Febbraio 10-11,30 - SALUTI AUTORITÀ 11,30 -11,45 - Break 1° SESSIONE TECNICA - LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AMP . CHAIRMAN P. GIUNTARELLI 11,45-12,30: Invited Speaker – Philippe Robert (Responsable scientifique- Parc National de Port Cros, France ). MARINE MANAGEMENT IN THE PORT-CROS NATIONAL PARK – THE ECOLOGICAL MOORING PROCESS 12,30- 12,55: LA GESTIONE DEL TURISMO SUBACQUEO NELLE AREE MARINE PROTETTE (AMP): GLI ELEMENTI DA CONSIDERARE - Tunesi L., Agnesi S., Di Nora T. 12,55 – 13,20: STRATEGIE GESTIONALI PER LA MESSA A PUNTO DI UN MODELLO DI FRUIZIONE SUBACQUEA DELLE AMP MEDITERRANEE. Sequi R. 2° SESSIONE TECNICA - LA RICERCA SUBACQUEA NELLE AMP – CHAIRMAN A. BELLUSCIO 13,20 – 13,45: INVESTIGATION OF COASTAL BIOCENOSES ON THE ISLAND OF PIANOSA, (NATIONAL PARK, TUSCAN ARCHIPELAGO)WHERE SWIMMING IS ALLOWED ON ONLY ONE BEACH - Bedini R., Sartoni G., Orlandi P., 13,45- 14: Discussione 14,00- 15,00 : Pausa pranzo 15,00- 15,45: Invited Speaker: Nuria Muñoz Bonet - Responsable del’Àrea protegida de les Illes Medes, L’Estartit. Spain. THE DIVING ACTIVITIES IN MEDES ISLANDS MARINE PROTECTED AREA. EVOLUTION FROM 1992 TO 2004 AND IMPACT ON NATURAL MARINE COMUNITIES 15,45 – 16,15: LE CERNIE DELLA RISERVA MARINA DI USTICA: AMBIENTI PREFERENZIALI - La Mesa G., Di Muccio S., Vacchi M. 16,15 -16,45: EFFETTI DEL TURISMO SUBACQUEO NELL’AREA MARINA PROTETTA ISOLA DI USTICA - Milazzo M., Badalamenti F., Gorgone R., Di Franco A., Chemello R., 16,45 - 17,00 - Break 17,00- 17,15: Presentazione Gruppo di lavoro SIBM sulle Aree Marine Protette – Badalamenti 17,15- 17,45: CREAZIONE DI UN PROTOCOLLO PER IL MONITORAGGIO DEL DISTURBO LEGATO ALLA FRUIZIONE SUBACQUEA NEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE (CERTIFICATO EMAS I-000246) DELLA RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TRIESTE) - Polo F., Zuppa F., Tempesta M. Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” Workshop Internazionale- “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 17,45- 18,15: VALUTAZIONE DELL’EFFETTO “SPILL-OVER” IN UN’AREA MARINA PROTETTA MEDIANTE TECNICHE DI VISUAL CENSUS - Manganaro M., Profeta A., Pirrera L., Agostino A., Bonanno A., Potoschi A. Jr , Giordano C. 18,15 – 18,30: Discussione 18 Febbraio 3° SESSIONE TECNICA – IL MONITORAGGIO DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AMP - CHAIRMAN E. FRESI 10,00-10,45 – Invited Speaker - Joandomènec Ros, Departament d'Ecologia, Universitat de Barcelona, Spain. THE CONTENDING EFFECTS OF PROTECTION AND FREQUENTATION IN MPAS: AN EXAMPLE FROM THE MEDES IS. MONITORING STUDIES 10,45-11,10 – QUALI ORGANISMI POSSONO REALMENTE ESSERE UTILIZZATI NELLA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DELL’ATTIVITA’ SUBACQUEA RICREATIVA? IL CASO DELL’AMP DI PORTOFINO (MAR LIGURE) - Cattaneo-Vietti R. , Bava S. , Franci G. , Schiaparelli S. 11,10-11,35 - UTILIZZO DI NUOVE APPARECCHIATURE PER IL MONITORAGGIO IN AREE MARINE PROTETTE – Spanò N., Iaria, G., Rinelli P., Manganaro, A. 11,35- 12,00- VOLUNTEERS IN MARINE CONSERVATION MONITORING: MEDITERRANEAN HIPPOCAMPUS MISSION, A STUDY ON THE DISTRIBUTION OF SEAHORSES CARRIED OUT IN COLLABORATION WITH RECREATIONAL SCUBA DIVERS - Goffredo S., Piccinetti C. , Zaccanti F. 12,00 -12,15 - Break 4° SESSIONE TECNICA- LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AMP – CHAIRMAN L. MARINI 12,15 -12,40: RECRUITMENT AND SURVIVAL OF RED CORAL IN PROTECTED AND NOT PROTECTED AREAS: SOME CLUES FOR CONSERVATION - Santangelo G., Bramanti L., Rossi S., Tsounis G., Gili J.M. 12,40- 13,05: PATRIMOINE NATUREL SOUS-MARIN PROBLEMATIQUE SOCIETALE - Musard O. ET CAPACITE DE CHARGE : UNE 13,05- 13,30: RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS): MECCANISMI DI CONTROLLO DELLE VISITE SUBACQUEE - Odorico R., Piron M. 13,30 -14,00: Discussione 14,00- 15,00 : Pausa pranzo 15,00- 15,30: SESSIONE POSTER E VIDEO 15,30 – 15,55: PROPOSTA DI UN CODICE DI CONDOTTA PER LE ATTIVITÀ SUBACQUEE RESPONSABILI (CCRDA) COME STRUMENTO PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELL’AREA MARINA PROTETTA “SECCHE DI TOR PATERNO” - Cataudella S., Antognarelli F. , Bruni M., Burchi E. , Costa C., Fianchini A. , Giganti M. , Gravina F, Lorenzi C., Manzo C. , Quaranta R., Ragosta S., Scardi M., Ciccotti E. 15,55 -16,20: SUBMED - STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TURISMO SUBACQUEO NEL MEDITERRANEO – Satta A., Diviacco G., Prandi G. Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” Workshop Internazionale- “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 16,20 – 16,45: SUB PER L’AMBIENTE: IL TURISMO SUBACQUEO E LA RICERCA SCIENTIFICA Goffredo S., Zarafa M. 16,45 - 17,00 - Break 17,00- 17,25: GESTIONE ONLINE DELLE AUTORIZZAZIONI ALLE IMMERSIONI NELLE AREE MARINE PROTETTE - Piraccini M. , Simonetti L. , Massa G., Simoncelli P., Zanetti M., Sana G., Sarcinelli F., Zambelli G. 17,25- 17,50: ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE E PROPOSTA DI UN MODELLO DI GESTIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE RICREATIVE NEL PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO DI LA MADDALENA – Ghelfi C., De Luca M., Cossu A. 17,50 - 18,30 Discussione e Conclusioni Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” Workshop Internazionale- “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 POSTER - INDAGINE PRELIMINARE SULLO ZOOBENTHOS DELLA FASCIA COSTIERA DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO) Bedini, R., Sartoni, G., Bertini, S., Nannelli, A. - STUDIO PRELIMINARE SULL’EFFETTO DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE SUL POPOLAMENTO ITTICO DELL’ISOLA DI GIANNUTRI Cecchi, E., Balata, D., Piazzi, L., and Serena, F. - DIVING FOR THE ENVIRONMENT. 2002-2005: MEDITERRANEAN UNDERWATER BIODIVERSITY PROJECT Goffredo, S., Orlandi, A., Neri, P., Scola Gagliardi, M., Velardi, A., Piccinetti, C., Zaccanti, F. - I DIVERSAMENTE ABILI E LA FRUIZIONE DELLE AREE MARINE PROTETTE Lo Monaco D., Lo Monaco R. - REGOLAMENTAZIONE E PROMOZIONE DELLE PROTETTA DELLE SECCHE DI TOR PATERNO Marini, L. ATTIVITA’ SUBACQUEE NELL’AREA MARINA - LA BIODIVERSITA’ DELLE FANEROGAME NELLE AREE MARINE PROTETTE Micheli, C., Paganin, P., Dolce, T., Caye, G., Meinesz A., Rismondo, A., Curiel, A., Peirano A., Bianchi C.N. - RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS) E CIRCOLO SOMMOZZATORI TRIESTE: UN ESEMPIO DI COLLABORAZIONE PER LA GESTIONE DEGLI IMPATTI NEI CORSI DI SEA WATCHING PER RAGAZZI. Odorico, R., Merson, E. - VALUTAZIONE, MONITORAGGIO E DOCUMENTAZIONE DELLE RISORSE SOTTOMARINE PER LA LORO PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE (IN TERMINI DI TURISMO SUBACQUEO) NELL’AREA MARINA PROTETTA “PENISOLA DEL SINIS – ISOLA DI MAL DI VENTRE” Paliaga, B., Trainito, E., Molinaroli, E., Gellon, A., Sanna, O., Massaro, G. - LE ATTIVITA’ SUBACQUEE E LA PRESENZA DI Sciaena umbra (Linnaeus, 1758) NELLA RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS). Polo, F., Odorico, R. - LA SPONGICOLTURA NELLE AREE MARINE PROTETTE ITALIANE: UNA NUOVA POSSIBILITA’ IMPRENDITORIALE SUBACQUEA R. Pronzato, G. Corriero, F. Donati, R. Manconi, A Sarà, C. Ferretti, M. Milanese, C. Cerrano, C. Nonnis Marzano, C. Longo, M. Mercurio, F. Ledda, F. Ortu, A Serusi, T. Cubeddu - L’ATTIVITA’ SUBACQUEA PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NELLE AMP. SORVEGLIANZA DEI LIMITI INFERIORI DEI POSIDONIETI NELL’AREA MARINA PROTETTA CAPO RIZZUTO (KR) Rende, F., Rocca, D., Cozza, R., Bitonti, M.B., Innocenti A.M. - INDAGINE PRELIMINARE SULLE FITOCENOSI DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO) Sartoni, G., Bedini, R., Maestrini, M., Boccia, B. Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACTS Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali INVITED SPEAKER MARINE MANAGEMENT IN THE PORT-CROS NATIONAL PARK – THE ECOLOGICAL MOORING PROCESS Ph Robert Responsable scientifique Parc national de Port-Cros [email protected] Depuis 1963 le Parc national de Port-Cros est chargé de la gestion de l'île et des îlots de Port-Cros, et d'une bande marine de 600 m de large, tout autour (2 000 ha). Comme les 6 autres parcs nationaux de France, il fait appliquer une loi de protection de la nature, tout en permettant à l’Homme l’accès à ce milieu naturel. Chaque année, 120 000 visiteurs débarquent sur l’île, 16 000 bateaux de plaisance sont au mouillage et 20 000 plongeurs y découvrent les paysages sous marins et les espèces spectaculaires. Pour sa gestion, le parc national met en place les outils juridiques et techniques, permettant une fréquentation raisonnable des sites, tout en y assurant la protection des milieux et des espèces, ainsi que la sécurité des visiteurs. En complément, il développe une politique culturelle et pédagogique de découverte de la nature, pour le public et pour les scolaires. En mer aucune pratique de la pêche sous marine (toute forme de prélèvement), de la pêche de loisir, de la pêche à pied, et de la pêche professionnelle aux arts traînants (chalutage). La plongée sous marine et la pêche professionnelle artisanale sont soumises à la signature et au respect d’une charte annuelle. Le mouillage et la vitesse des bateaux sont également réglementés. L’évolution de la réglementation marine, se fait en concertation avec les principaux usagers. Leur implication directe parait en effet préférable, pour un plus grand respect des règles choisies. Pour mieux gérer les activités et en faire accepter les règles et leur nécessaire respect, des outils techniques pour la protection des écosystèmes et pour la sécurité des usagers sont mis en place. C’est le cas en particulier des dispositifs d’amarrage écologiques pour la plaisance et la plongée sur les sites d’herbiers, de sable ou de roches. Le parc national joue ainsi pleinement son rôle de laboratoire de gestion. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali LA GESTIONE DEL TURISMO SUBACQUEO NELLE AREE MARINE PROTETTE (AMP): GLI ELEMENTI DA CONSIDERARE Tunesi, L. (1), Agnesi, S. (2), Di Nora T. (3) (1,2,3) ICRAM, Via di Casalotti 300, 00166 Roma Il turismo subacqueo è una delle principali attività che permette di apprezzare gli effetti delle misure di tutela applicate nelle Aree Marine Protette (AMP). L’ICRAM, nell’ambito del sua attività di ricerca a supporto delle fasi di progettazione e gestione delle AMP, ha approcciato lo studio del turismo subacqueo. Una prima esperienza pilota, realizzata nella Riserva Naturale Marina Isola di Ustica, ha avuto l’obiettivo di caratterizzare alcuni dei fattori di natura biologica che influenzano la domanda di turismo subacqueo. La ricerca, condotta attraverso l’analisi della distribuzione spaziale dei subacquei sui luoghi di immersione più frequentati, ha consentito di verificare la rilevanza di alcune facies del benthos, o di ittiofauna con specifiche caratteristiche, nel polarizzare la richiesta per alcuni siti. L’esperienza acquisita è stata utilizzata nella fase di progettazione dell’AMP di Rdum-Majiesa-Ras Raheb (Malta) per individuare le aree maggiormente vocate alle attività subacquee. L’analisi delle esperienze realizzate e della bibliografia considerata consente di sintetizzare alcune indicazioni sulla tipologia di informazioni necessarie ad una corretta pianificazione delle attività subacquee nelle AMP. In particolare, viene evidenziata la necessità di: a) studi mirati a caratterizzare la distribuzione di biocenosi ed ittiofauna; b) dati sulla domanda ed offerta di turismo subacqueo nell’area di interesse; c) analisi dei principali fattori che influenzano la domanda di specifici siti di immersione. Tali informazioni, integrate ed analizzate in un GIS, consentono di tener conto sia della componente ambientale che di quella economica, supportando il decisore nella scelta degli strumenti più efficaci nella gestione: regolamentazione delle aree, dei periodi e del numero di subacquei. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali STRATEGIE GESTIONALI PER LA MESSA A PUNTO DI UN MODELLO DI FRUIZIONE SUBACQUEA DELLE AMP MEDITERRANEE. Sequi, R. Via Principe Eugenio 60, 00185 ROMA, Italia Proposte per una fruizione subacquea mediterranea compatibile. Esperienze gestionali maturate in tre AMP nazionali con particolare attenzione alla politica di coinvolgimento e condivisione di un settore cardine per la corretta valorizzazione e fruizione delle risorse ambientali marine. Gli itinerari subacquei: applicazione dei concetti e dei principi di capacità di carico, individuazione e valorizzazione di attrattori subacquei alternativi, sviluppo di azioni di conservazione/fruizione mediante applicazione combinata di variabili multiple (spazio, tempo, stagione, attrattori, grado di esperienza dei visitatori, geomorfologia, profondità media, sicurezza…….) Il ruolo dei Centri di Immersione: da accompagnatori a guide ambientali, da scuola di immersione a centro di educazione ambientale, da operatori stagionali a tecnici per il monitoraggio ambientale e supporto alla ricerca scientifica. Il ruolo delle DIDATTICHE INTERNAZIONALI per la messa a punto di percorsi formativi finalizzati ad uno standard comune ed in linea con le finalità istituzionali delle AMP. Ipotesi per uno Standard Mediterraneo di Fruizione Subacquea delle Aree Marine Protette: SSSS (Salvaguardia, Sicurezza, Semplicità, Sostenibilità) Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali INVESTIGATION OF COASTAL BIOCENOSES ON THE ISLAND OF PIANOSA, (NATIONAL PARK, TUSCAN ARCHIPELAGO)WHERE SWIMMING IS ALLOWED ON ONLY ONE BEACH Bedini, R., (1) Sartoni, G., (2) Orlandi, P., (3) (1) Istituto di Biologia ed Ecologia Marina, Piazza G. Bovio 3/4, 57025 Piombino (2) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze (3) Dipartimento di Geologia, Università di Pisa. The Island of Pianosa is of immense naturalistic interest as a result of its ‘isolation’ from the rest of the world for the decades that the island was used for a prison. The lithological nature of the island easily creates fissuring and the formation of indentations and erosive waterbeds that encourage and protect particular biotypes to develop. The fact that anchoring, fishing and transit near the coast were forbidden has preserved intact the marine environment and allowed all biocenoses to develop naturally. Today swimming is allowed in only one beach of the island. This fact alone has created an environment that makes this study of fauna and flora of the coastal area extremely significant scientifically, giving a picture of the development and interaction of coastal biocenoses in an uncontaminated, natural environment. Previous studies of the same biocenoses in other areas affected by anthropic activity disturbance mean that monitoring data is available for comparative studies. A study was also carried out into the nature of substrate settlement of the different sessile populations, both vegetable and animal, in order to highlight the relation between the substrate type and the colonising species. The proximity of the Island of Elba, only 8 miles away, greatly increases the value of the results obtained in view of the fact that knowledge of the biocenoses of Pianosa, and especially their development and interaction, allows comparative studies of identical sessile populations. A scientific datum of great significance is the discovery, from the first samplings, of species that had been indicated as being in worrying decline such as Feoficee of the Cystoseira genus, included in protected flora as being in decline everywhere in the Mediterranean, and found in fact in numerous quantities and with sprouts well-provided with breeding-grounds. Many of the animals identified are also included in the extremely rare species in decline. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali INVITED SPEAKER THE DIVING ACTIVITIES IN MEDES ISLANDS MARINE PROTECTED AREA. EVOLUTION FROM 1992 TO 2004 AND IMPACT ON NATURAL MARINE COMUNITIES Nuria Muñoz Bonet - Responsable d el’Àrea protegida de les Illes Medes L’Estartit. Spain Àrea protegida de les Illes Medes. Edifici Medes Park II . C/ Eivissa s/n L’Estartit. Spain The diving activities in Medes Islands marine protected area begins before its protection in 1990. We will describe the evolution of diving from 1992 to 2004 with the establishment of a regulation for this activities Also, we include a description of diving activities evolution, the temporality, the diving zones and the effects on the different marine communities. Description of the differences between diving zones and integral protected zones. So, practically we integrate planning, managing and monitoring. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali LE CERNIE DELLA RISERVA MARINA DI USTICA: AMBIENTI PREFERENZIALI La Mesa G., (1) Di Muccio S., (2) and Vacchi M. (3) (1, 2) ICRAM via di Casalotti, 300 – 00166 Roma; (3) ICRAM c/o MNA Università di Genova, Viale Benedetto XV, 5 – 16132 Genova Sicuramente le cernie sono specie emblematiche della Riserva Marina di Ustica e rappresentano il richiamo più forte per i subacquei che visitano la Riserva. Questi animali sono quindi “specie bandiera” che meritano particolare attenzione in termini di protezione. E’ molto importante per esempio individuare i tratti di costa e i periodi stagionali in cui gli animali si aggregano, in relazione al ciclo biologico e agli habitat d’elezione, e le cernie diventano più sensibili al disturbo antropico. In questo contesto l’ICRAM ha recentemente svolto a Ustica ricerche mirate ad approfondire le conoscenze su alcuni aspetti eco-etologici e sugli habitat preferenziali delle tre specie Epinephelus marginatus, E. costae e Mycteroperca rubra mediante “Visual Census”,. In particolare è stata studiata l’area circostante lo Scoglio del Medico, per effettuare le prime valutazioni della abbondanza e distribuzione, identificare siti specifici di aggregazione e determinare le preferenze delle specie in termini di macro e micro-habitat. La cernia bruna (E. marginatus) è risultata non solo la specie più abbondante, ma anche quella con la distribuzione più ampia ed uniforme. Nei mesi estivi più caldi si osserva un aumento notevole del numero di esemplari con fenomeni di aggregazione a fini riproduttivi. Differenti risultano le dinamiche temporali della abbondanza in E. costae e M. rubra . Inoltre in queste due cernie sono state riscontrate differenze comportamentali tagliadipendenti in relazione alla distanza dal fondo: i piccoli individui si trovano infatti generalmente più vicini al substrato rispetto a quelli di taglia maggiore. E. marginatus predilige fondi caratterizzati da abbondante copertura algale e da elevata complessità del substrato. Il microhabitat preferito da E. costae, è invece definito dalla mancanza di cavità nel substrato, caratteristica in comune con M. rubra. La scelta dell’habitat in M. rubra è guidata anche da variabili abiotiche, come la pendenza del fondo e la composizione del substrato. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali EFFETTI DEL TURISMO SUBACQUEO NELL’AREA MARINA PROTETTA ISOLA DI USTICA Milazzo, M., (1) Badalamenti, F., (2) Gorgone, R., (1) Di Franco, A., (1) Chemello, R., (1) (1) Dipartimento di Biologia Animale, Università di Palermo, Via Archirafi 18, I-90123 Palermo, Italy (2) Laboratorio di Biologia Marina, IAMC-CNR, Via G. da Verrazzano 17, I-91014 Castellammare del Golfo (TP), Italy L’impatto delle attività subacquee sulle comunità naturali dell’AMP di Ustica è stato valutato attraverso: 1. l’individuazione delle tipologie di impatto e la stima dell’impatto reale, 2. la definizione del comportamento dei subacquei in termini di preferenza di habitat e tipo di (ab)uso, 3. la quantificazione dei danni e l’individuazione di descrittori biologici, 4. la definizione di effetti sul comportamento di pesci costieri. Il numero di subacquei per sito di immersione è stato quantificato, in luglioagosto 2001, con 25 osservazioni in campo. Il comportamento dei subacquei in immersione è stato valutato quantificando il tempo di permanenza per habitat ed il numero di contatti. Per ciascun contatto è stato valutato l’effetto sul benthos e sull’ittiofauna. Durante le osservazioni sperimentali, ciascuna della durata media di 38,6 minuti (±7), sono stati seguiti 134 subacquei che nel complesso hanno fatto registrare 1011 contatti con l’ambiente. Di questi 684 erano non intenzionali e 327 intenzionali. Il 97% dei contatti non ha prodotto danni evidenti sulle specie presenti nei diversi habitat in quanto avvenuti su alghe fotofile (Cystoseira spp. e Dictyota spp.), su Posidonia oceanica e sulle alghe incrostanti. Il contatto con il substrato sembra, tuttavia, esercitare un effetto su alcune specie ittiche, che si aggregano in cerca di cibo. I contatti con Paramuricea clavata (0,04% del totale) non hanno prodotto danni evidenti. Nel 3% dei casi, soprattutto in ambienti sciafili, sono stati registrati danni evidenti su organismi bentonici sessili, come Astroides calycularis, Leptopsammia pruvoti e Myriapora truncata. Gli esemplari di Epinephelus marginatus hanno spesso mostrato un comportamento orientato nei confronti del subacqueo. In conclusione, i risultati suggeriscono l’avvio di programmi specifici di gestione attraverso: la quantificazione dell’impatto reale, il monitoraggio delle conseguenze su specie bentoniche ed ittiche e la messa a punto di progetti di educazione ed informazione per migliorare il comportamento dei sub. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali CREAZIONE DI UN PROTOCOLLO PER IL MONITORAGGIO DEL DISTURBO LEGATO ALLA FRUIZIONE SUBACQUEA NEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE (CERTIFICATO EMAS I-000246) DELLA RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TRIESTE) Polo, F. (1), Zuppa, F. (2) and Tempesta, M. (3) (1) Via G. Bertacchi 9, 35127 Padova, Italy (2,3) Riserva Naturale Marina di Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano, Trieste, Italy. Seguendo le indicazioni riportate nel Sistema di Gestione Ambientale, che ha ottenuto la certificazione europea EMAS (Reg. CE 761/2001) nel giugno 2004, si è studiato un protocollo di monitoraggio al fine di valutare il possibile disturbo antropico legato alla fruizione subacquea all’interno della zona Core della Riserva Naturale Marina di Miramare (Trieste). Il protocollo che segue una metodologia ampiamente sperimentata negli anni presso la Riserva, si basa sul monitoraggio tramite visual census di tredici specie target in due transetti posti a diversa profondità lungo la scogliera rocciosa di Miramare. I risultati del primo periodo di applicazione mostrano come presenza, abbondanza e taglia delle specie target registrate prima e dopo il passaggio di gruppi di subacquei o di sea-watchers non siano influenzate negativamente dalle attività di fruizione, evidenziando anzi possibili comportamenti opportunistici per Chromis chromis. I risultati del monitoraggio concordano con quanto riscontrato in altre AMP mediterranee, e delineano una sostanziale acclimatazione delle specie ittiche alle attività di fruizione. Questi dati e quelli che verranno raccolti in futuro saranno fondamentali per la valutazione periodica dell’efficienza della gestione della Riserva marina, nell’ottica di un continuo miglioramento della qualità ambientale Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali VALUTAZIONE DELL’EFFETTO “SPILL-OVER” IN UN’AREA MARINA PROTETTA MEDIANTE TECNICHE DI VISUAL CENSUS Manganaro M. (1), Profeta A. (2), Pirrera L. (3), Agostino A. (4), Bonanno A. (5), Potoschi A. Jr (6), Giordano C. (7), (1-7) Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina, Università di Messina, Salita Sperone, 31, 98166 Messina, Dai risultati di recenti ricerche svolte in ambito nazionale (‘Sistema Afrodite’) si è potuto appurare che all’interno delle aree in cui la pesca è bandita si riscontrano densità e taglia degli individui di specie ittiche commerciali superiori rispetto a zone adiacenti soggette a prelievo. Attraverso processi come lo ‘spillover’ (letteralmente ‘traboccamento’) si può assistere, infatti, ad un aumento nel tempo delle densità e delle taglie degli individui anche all’esterno delle AMPs, con potenziali benefici per la pesca. Attualmente esistono pochissimi studi a questo riguardo e nessuno concernente il Mar Mediterraneo. Rappresenta dunque una novità il progetto proposto ed attuato dal CoNISMa finanziato dal MIPAF “Valutazione dell’efficacia delle Aree Marine Protette: ‘Spill-Over’ e possibili effetti sulla pesca”. L’AMP indagata nel presente lavoro è quella di “Capo Rizzuto”. I campionamenti sono stati effettuati all’interno dell’AMP ed al di fuori dei suoi confini per valutare gli effetti delle attività antropiche e per stimare l’ampiezza delle aree positivamente influenzate dagli effetti della protezione. Nell’indagine è stata utilizzata la tecnica dei transetti in immersione, che è per altro la più usata in Mediterraneo in studi sulla fauna ittica delle AMPs, perché risulta essere anche la meno invasiva per i popolamenti costieri. Tale tecnica permette la raccolta di dati sulle specie ittiche in termini di numero di specie, densità, taglia e biomassa. Il campionamento ha interessato la fascia batimetrica compresa fra 4 e 20 metri di profondità su fondi rocciosi misti a Posidonia oceanica. Sono state complessivamente censite 39 specie e dall’analisi dei dati raccolti è stato rilevato che la composizione del popolamento ittico presenta una buona diversità specifica, con ritrovamenti costanti di specie di importanza commerciale (Sparidae, Mullidae e Scorpaenidae). In definitiva trattandosi di dati assolutamente preliminari non è ancora stato possibile valutare l’effetto ‘traboccamento’ delle specie ittiche in una AMP che sarà possibile valutare negli anni. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali INVITED SPEAKER THE CONTENDING EFFECTS OF PROTECTION AND FREQUENTATION IN MPAS: AN EXAMPLE FROM THE MEDES IS. MONITORING STUDIES Joandomènec Ros Departament d'Ecologia, Universitat de Barcelona Barcelona, Spain There are several zones on the Mediterranean coast and elsewhere enjoying a certain amount of protection, under a variety of legal regimes. These marine protected areas (MPAs) may be the best tools to stop the biodiversity erosion that overexploitation by fisheries, coastal works and other human uses inflict on our littoral ecosystems. The demographic response to protection is generally fast and good: the number of species of fish, the number of individuals of their populations and the individual size of most of the species increase dramatically in few years. Also, the banning of other activities (trawling, collection of shellfish, and so on) allow the recovery of the structure and composition of these communities. There is, then, a positive aspect of coastal protection: the protected species (mainly fish, but also other animal and/or plant species) thrive under the new (in fact, very old) conditions: no fishing, no collecting, no coastal alteration whatsoever. (Only pollution, be it point or diffuse, and its effects, such as climate change, are difficult to ban from these areas.) But there are also less positive outcomes of protection. Most MPAs regulations allow human visits to all or parts of the protected area, under a variety of forms: snorkelling, scuba-diving, coastal navigation and so on. But the human frequentation to a MPA involves certain biodiversity risks. In extreme cases, the MPA functions like a successful museum rather than a reserve, but with the inconvenience that there is no suitable way to watch at a time a few dozens of boats (with anchors, garbage dumping and oil leakage) or a few hundreds of underwater visitors. In the optimistic supposition that these last ones would respect the strict norms that forbid extracting or damaging any organism, the treading (i.e., contact of hands, knees and flippers with the bottom) of divers do affect the organisms living on the substratum, especially the most delicate ones. As a result, some of the zones on the more popular underwater routes are thoroughly trampled and certain fragile communities (coralligenous and underwater caves in the Mediterranean, coral reefs in the tropics, etc.) are in a rather degraded state. The calcareous algae and invertebrates with brittle skeletons, such as hydrozoans, bryozoans, sponges and gorgonians, are damaged inadvertently. But there are also behaviours that change (to worst) the situation: some divers kill sea urchins on purpose to feed the fish, or else give to these unnatural diets (such as boiled eggs) to make them approach the humans. Though it is more selective, there is still degradation. The publicity concerning protection, which attracts the visitors, may be the reason why, in the long run, there is nothing left worth seen in some sites of the most popular (and frequented) MPAs; that’s what happened in the first underwater Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali park in the United States, the John Pennekamp Coral Reef State Park, Florida, where the corals have been totally damaged by the uninterrupted stream of visitors. The continued monitoring of several MPAs in the Mediterranean, specially the Medes Is. Marine Reserve (coast of Girona, Spain), which our research team has studied for nearly 15 years, clearly shows these and other effects: the reserve effect (as a result of protection) and the frequentation effect (as a result of the visit, mainly underwater) on selected species and communities. These demographic and structural changes in the populations of interacting species produce also unexpected cascade effects, which can illustrate us on the ecological dynamics of natural and human-affected communities. As the above mentioned monitoring is funded by the same regional government which created and manages the MPA (which is generally the case in other MPAs), there is another result of these studies: they provide ecologically-based management recommendations to the environmental administration. But as these tend to curb the deleterious frequentation effects, they frequently contend with the economical and social effects of the MPAs, thus there can be conflicts of interests between the environmental goals (the protection of coastal species and communities) and the economical ones (the exploitation of the MPA, considered as another, valuable, economic asset). Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali QUALI ORGANISMI POSSONO REALMENTE ESSERE UTILIZZATI NELLA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DELL’ATTIVITA’ SUBACQUEA RICREATIVA? IL CASO DELL’AMP DI PORTOFINO (MAR LIGURE) Cattaneo-Vietti, R. (1), Bava, S. (2), Franci, G. (3), Schiaparelli, S. (4) (1,2,3,4) Dip.Te.Ris. Università di Genova, C.so Europa 26, I-16132, Genova, Italy. L’attività subacquea può provocare danni al benthos come già messo in evidenza in ambiente tropicale. Nell’AMP Portofino si sta cercando d’identificare possibili bioindicatori adatti a valutarne gli effetti. Dal 1999, è stata studiata la densità dei gorgonacei Eunicella cavolinii, Paramuricea clavata, Corallium rubrum e del madreporario Leptopsammia pruvoti, in siti a diversa o nulla frequentazione. I conteggi sono stati effettuati utilizzando cornici di 20x20, 50x50 e 200x200 cm. Gli organismi a scheletro flessibile (E. cavolinii e P. clavata) sono stati conteggiati in parete, mentre quelli a scheletro calcareo (C. rubrum e L. pruvoti), sono stati valutati sia in parete, sia nel sedimento sottostante, dove si accumulano dopo il distacco dovuto all’eventuale impatto con subacquei, con lenze perse o per cause naturali. L’AMP Portofino è stata, infatti, interessata negli ultimi anni da alcuni fenomeni di mortalità di massa: nel 1999, la persistenza di acque calde anche in profondità ha determinato una moria di gorgonacei e spugne commerciali; nel 2003, una massiccia fioritura di mucillagini ha causato danni alle comunità fotofile. In seguito a questi fenomeni, comunque ricorrenti a livello mediterraneo, è stato difficile se non impossibile distinguere, in 4 anni (ottobre 1999 - ottobre 2003), i danni derivanti dall’attività subacquea da quelli legati a fenomeni naturali, se si esclude il caso d’immersione in grotta. In linea generale, nessuna delle specie prese in esame può essere efficacemente utilizzata nello studio dell’impatto dell’attività subacquea, date le cospicue variazioni strutturali che periodicamente interessano queste popolazioni. La Regione Liguria, nell’ambito del progetto SubMed (Interreg III B Medocc) sta sviluppando una ricerca che tenda a pianificare l’attività subacquea ricreativa nell’AMP di Portofino in modo da distribuirne l’eventuale impatto nel tempo (stagionalità) e nello spazio (siti d’immersione), raccogliendo serie storiche estremamente importanti nella valutazione dei danni e delle capacità di recupero di queste popolazioni. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali UTILIZZO DI NUOVE APPARECCHIATURE PER IL MONITORAGGIO IN AREE MARINE PROTETTE Spanò, N. (1), Iaria, G. (2), Rinelli, P. (3), Manganaro, A. (4). (1,4) Dipartimento Biologia Animale Ecologia Marina, Salita Sperone, 31, Università degli studi di Messina,(2) OLOTURIA SUB, Via Consolare Pompea, Messina, (3) CNR – Spianata S. Raineri, Messina Negli ultimi anni, l’avvento della subacquea nella ricerca scientifica è stato un primo passo verso lo studio dei popolamenti costieri di Aree Marine Protette (AMP). Infatti la capacità di riconoscere le specie nel loro ambiente naturale, permette all’osservatore di arrecare il minimo disturbo sulle comunità. Fra i fattori che influiscono sulla identificazione e riconoscimento delle specie nel loro habitat naturale è importante il movimento dell’osservatore nell’ambiente marino, oltre che il disturbo imputabile alle attrezzature utilizzate. A questo proposito nell’ambito di alcuni progetti nazionali è stato provato, un apparecchio a circuito chiuso (rebreather - CCR), per il visual census della fauna ittica. Il principio di funzionamento di tale apparecchiatura si basa sul ricircolo della miscela respiratoria, eliminando l’anidride carbonica, tramite fissaggio chimico su materiale assorbente, e reintegrando l’ossigeno metabolizzato. Conseguenza di tale principio di funzionamento è la totale assenza di bolle, che consente l’immersione in assoluto silenzio e permette di avvicinare le specie ittiche arrecando loro il minimo disturbo. Tutto ciò è stato confermato da alcune prove sperimentali condotte durante le campagne di ricerca svolte dall’ULR del CoNISMa, nell’area Marina Protetta di Isola Capo Rizzuto che hanno messo a confronto le osservazioni di uno stesso operatore con le due apparecchiature (ARA – CCR). Si è evidenziato che utilizzando il CCR si è potuta osservare una maggiore ricchezza e diversità di specie ittiche. E’ auspicabile che tali apparecchiature possano essere utilizzate da personale tecnico che operi nelle AMP per la gestione e il monitoraggio delle comunità della fascia costiera. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali VOLUNTEERS IN MARINE CONSERVATION MONITORING: MEDITERRANEAN HIPPOCAMPUS MISSION, A STUDY ON THE DISTRIBUTION OF SEAHORSES CARRIED OUT IN COLLABORATION WITH RECREATIONAL SCUBA DIVERS Goffredo, S. (1), Piccinetti, C. (2), Zaccanti, F. (3) (1, 3) Marine and Fresh Water Science Group (MSG), Department of Evolutionary and Experimental Biology, Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Via F. Selmi 3, I-40126, Bologna, Italy (2) Laboratory of Fisheries and Marine Biology at Fano, Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Viale Adriatico 1/N, I-61032, Fano (Ps), Italy Seahorses (Hippocampus) live in tropical and temperate waters. Habitat degradation and fishery overexploitation have led to drastic population declines on a global scale. Population monitoring is therefore essential to determine current status and manage conservation. In this first study in Italian waters on the geographical and ecological distribution of the two Mediterranean species, Hippocampus hippocampus and Hippocampus ramulosus, recreational scuba divers were recruited and trained to report sightings. A specially formulated questionnaire was produced by Scuba Schools International Italy and Underwater Life Project and distributed to scuba diving schools and centers. In the 3-year study, 2536 divers spent 6077 diving hours gathering data and completed 8827 questionnaires. Eight percent of the questionnaires showed seahorse sightings, for a total of 3061 sighted specimens, 68% of which referred to Hippocampus ramulosus. The two species had overlapping geographic distributions. Seahorse abundance varied with the northern Adriatic Sea showing greatest abundance followed by the central-southern Tyrrhenian Sea; seahorses were rare in the Ligurian and northern Tyrrhenian Seas. Preferred habitats were shallow areas with either sandy bottoms or Posidonia oceanica (L.) Delile meadows. Seahorse distribution may be correlated with the degree of degradation of P. oceanica meadows. Resource users, like divers, were shown to be willing to take part in biological monitoring and can contribute both in scientific terms by collecting considerable amounts of data over short time periods, and in economic terms by decreasing costs. The greatest limitation with volunteers was the difficulty in obtaining a uniformly distributed sample across time and space. We conclude that recreational divers can play an active part in monitoring the marine environment and that the Mediterranean Hippocampus Mission may be used as a model for biodiversity monitoring. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali RECRUITMENT AND SURVIVAL OF RED CORAL IN PROTECTED AND NOT PROTECTED AREAS: SOME CLUES FOR CONSERVATION SANTANGELO G. (1), L. BRAMANTI (1), S. ROSSI (2), G. TSOUNIS (2), J.M. GILI (2) (1) Dip.to Etol, Ecol, Evol Via Volta 6 I-56126 Pisa, Italy , (2) Institut de Ciencias del Mar CSIC Barcelona, Spain Corallium rubrum (the precious red coral par excellence) is a long-lived, slow-growing gorgonian, endemic to the Mediterranean and neighbouring Atlantic rocky bottoms between 20 and 200 m depth. Because of their high economic value, red coral colonies have long been harvested and most populations were thus depleted. From several years now our researches has been addressed toward the red coral populations in the Western Mediterranean Sea. On the basis of a previous four-year study on recruitment and early survival on artificial substrates (marble tiles) the net recruitment rate (recruitment minus mortality) showed positive figures, indicating the trend of red coral to colonize permanently the tiles. Moreover out of 388 colonies settled over 4 years on tiles, no one was affected by boring sponges which affected more of 50% of the colonies living in the area. Boring sponges are one of the mortality sources for red coral colonies and reduce remarkably their economical value. These two findings suggest marble tiles should be an useful tool for fostering the restoration of red coral populations. Estimates of recruitment, early mortality and growth rates of long-lived species may require demographic measurements over many years and several populations in order to sample a wide range of environmental and demographic variability. We started thus an experiment in which red coral recruitment rates and growth were checked in different geographic areas. To this purpose 54 100 cm2 marble tiles were placed within patches of red coral colonies, following a Multifactorial ANOVA model over 3 different geographic areas (Calafuria, Livorno, Elba MPA in Italy and Medas MPA Spain). All these areas showed different red coral densities. In each area 2 different sites were randomly selected. Plates were successively sampled by photograph. Between July and August red coral recruited in all the geographic areas and sites, also showing a wide variability in density (Calafuria 2.70 ± 3.04; Elba 1.1 ± 1.40; Medas 1.60 ± 1.94 recruits/dm2). Similarly in a single geographic area (Calafuria) different, randomly selected sites, sampled in different years, showed significantly different recruitment rates. All these finding indicate a wider variability in recruitment densities All these findings indicate a wider variability in recruitment not only between different geographic areas but also at a smaller spatial scale (between different sites at few hundreds meters distances). Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali PATRIMOINE NATUREL SOUS-MARIN ET CAPACITE DE CHARGE : UNE PROBLEMATIQUE SOCIETALE Musard O. 14 rue des Camélias, Pors Loas, 22 470 Plouezec, France La frange sous-marine du littoral méditerranéen français est investie d’une fonction récréative et touristique croissante, les pratiques subaquatiques se distinguant nettement dans ce processus d’appropriation territoriale et ce, au point d’être trop souvent considérées de façon négative par les gestionnaires des aires marines protégées (A.M.P) de Méditerranée française. L’organisation des pratiques récréatives suscite des questionnements qui ne peuvent plus être uniquement abordés sous l’angle de l’impact écologique ou économique. La problématique du développement durable permet de proposer une alternative à ce schéma et de s’interroger sur la dimension sociale de la capacité de charge. Dans cette perspective, différentes recherches ont été réalisées et intégrées au sein d’une thèse de géographie afin d’étudier les rapports que les pratiquants des activités subaquatiques entretiennent avec l’environnement sous-marin et ses composantes naturelles. Nécessitant des méthodologies et des protocoles innovants, elles furent menées, d’une part, au sein du Parc national de Port-Cros sur l’activité de sentier sous-marin, dans le cadre du programme Natura 2000 portant sur Posidonia oceanica et, d’autre part, au sein de la Réserve naturelle des Bouches de Bonifacio sur le site de « Mérouville », en rapport aux questions liées au mérou Epinephelus marginatus en tant que marqueur identitaire. Cette présentation se propose d’évoquer les principaux résultats obtenus, notamment au niveau des modes de fréquentation de ces territoires, des comportements et des représentations des différents acteurs étudiés. Les analyses présentées apportent un nouvel éclairage quant à la question de l’impact des pratiques subaquatiques sur le patrimoine naturel et culturel. Par ses conclusions, l’exposé vise à démontrer l’intérêt d’une démarche transdisciplinaire concernant les problématiques de gestion de la fréquentation au sein des A.M.P : intégrer les sciences humaines et sociales permet d’appréhender l’ensemble des composantes du système et de mieux comprendre les logiques d’acteurs et les processus d’anthropisation et d’appropriation des territoires sous-marins. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS): MECCANISMI DI CONTROLLO DELLE VISITE SUBACQUEE. Odorico,R. (1) Piron, M. (2) (1) Riserva Naturale Marina di Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano, Trieste, Italy.; (2) via Loredana 5, 35010 Cadoneghe (Pd). Le attività subacquee a Miramare costituiscono un importante strumento di promozione e di autofinanziamento. L'impatto sui fondali marini dipende dalle capacità dei gruppi in visita, dalle capacità di recupero dell'ambiente visitato e dalle azioni che l'ente gestore svolge nel controllo e modulazione dell'attività. La visita subacquea a Miramare segue dei protocolli che tendono a controllarla in ogni suo aspetto: dalla prenotazione alla uscita dal mare del gruppo. La caratterizzazione dei gruppi in visita e quindi la conoscenza e registrazione del loro impatto potenziale determina a cascata una serie di azioni gestionali intervenendo sull'aggiornamento delle guide subacquee, sui criteri di prenotazione e sull'utilizzo di itinerari alternativi. I controlli, basati su interviste e verifiche sul gruppo da parte delle guide, sono finalizzati alla caratterizzazione del visitatore - tipo, le sue aspettative, la sua percezione dell'impatto che crea durante l'immersione, ma anche vengono verificate le sue attitudini all'osservazione dell'ambiente, l'efficacia del ruolo della guida, il suo apprendimento mediante le strutture didattiche della riserva. Ogni visita poi viene valutata dalla guida in termini di impatto reale sul fondale del gruppo, quindi livello di esperienza, imprevisti particolari ecc… Alla fine della stagione si ottiene un quadro estremamente significativo sulla problematica impatto subacqueo. La procedura è stata certificata dalla ISO 9002 con una ottimizzazione di tutti i processi sia in termini di aspettative del gruppo, di modulazione dei controlli e di miglioramento dell'offerta. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali SUB PER L’AMBIENTE: IL TURISMO SUBACQUEO E LA RICERCA SCIENTIFICA Progetto: Goffredo, S. (1) – Presentazione: Zarafa, M. (2) (1) Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale Università di Bologna, Via Selmi 3, 40126 Bologna, Italy (2) Via Andorra 11/6, 16030 Sori (GE), Italy La presentazione intende offrire una panoramica prevalentemente su: (1) come il mondo scientifico possa collaborare con il subacqueo ricreativo di tutti i giorni; (2) come si possano monitorare, in questo modo, ampie aree in poco tempo e con limitate risorse; (3) come il coinvolgimento del subacqueo nella ricerca possa accrescere ancor di piu’ la cultura ambientale. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali PROPOSTA DI UN CODICE DI CONDOTTA PER LE ATTIVITÀ SUBACQUEE RESPONSABILI (CCRDA) COME STRUMENTO PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELL’AREA MARINA PROTETTA “SECCHE DI TOR PATERNO” PROPOSAL FOR A CODE OF CONDUCT FOR RESPONSIBLE DIVING ACTIVITIES (CCRDA) AS A TOOL FOR SUSTAINABLE MANAGEMENT OF THE MARINE PROTECTED AREA “SECCHE DI TOR PATERNO” Cataudella S. (1), Antognarelli F. (2), Bruni M. (3), Burchi E. (4), Costa C. (5), Fianchini A. (6), Giganti M. (7), Gravina F. (8), Lorenzi, C. (9), Manzo C. (10), Quaranta R. (11), Ragosta S. (12), Scardi M. (13), Ciccotti E. (14) (1-14) Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed Acquacoltura – Dipartimento di Biologia – Università di Roma “Tor Vergata” – Via della Ricerca Scientifica – 00133 Roma Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che possa applicare modelli di fruizione responsabile delle risorse naturali piuttosto che drastiche limitazioni dell’accesso, il ruolo che la subacquea ricreativa può giocare nell’ambito delle AMP è senza dubbio rilevante. L’accesso agli spazi marini attraverso le immersioni, sia usando mezzi sottomarini appropriati sia attraverso la capacità e la abilitazione di singoli a svolgere attività subacquee, è quello più appropriato per la fruizione diretta che non sia basato sull’uso di mezzi visivi a distanza. Il turismo subacqueo può infatti assumere un ruolo di presidio per la protezione del mare, diventando un valido alleato nei monitoraggi e soprattutto testimone potente nella divulgazione degli effetti positivi a seguito di interventi gestionali. Tuttavia va tenuto presente che il forte incremento di questa attività, e la sua stagionalità, impongono la necessità di un sistema di regole. L’AMP “Secche di Tor Paterno”, istituita nel novembre del 2000, è situata nel Mar Tirreno centrale a circa 12 km al largo del litorale laziale. È composta da tre rilievi in sequenza: le “Secche di terra”, le “Secche di mezzo” e le “Secche di fuori”. Soltanto quelle di mezzo ricadono completamente nella zona tutelata, perché rappresentano la formazione più interessante presentando biocenosi a coralligeno e a prateria di Posidonia oceanica. Al momento attuale, è in corso una ricerca nell’ambito della quale viene condotto il monitoraggio sullo stato delle risorse nell’AMP, in particolare sulla prateria di Posidonia, sulle comunità dei fondi duri e mobili e sul popolamento ittico, e una valutazione dell’impatto delle attività condotte nell’area, non solo le attività subacquee ma anche le attività di pesca, professionale e sportiva, al fine di fornire all’Ente Gestore elementi per una gestione multifunzionale dell’area. In questo contesto, sull’esempio del Codice di Condotta per una Pesca Responsabile (FAO, 1995) si propone l’elaborazione di un Codice di Condotta per le Attività Subacquee Responsabili. Tale documento, suggerendo una serie di linee guida per i comportamenti volontari dei subacquei, potrà, da un lato, limitare gli impatti negativi di tale attività sulle risorse dell’AMP, e dall’altro promuovere un ruolo attivo dei subacquei nel processo di monitoraggio e controllo. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali SUBMED - STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TURISMO SUBACQUEO NEL MEDITERRANEO Satta A. (1), Diviacco G. (2), Prandi G. (3) (1) Ecobilancio Italia, V. Vicenza, 5A, 00185 Roma, Italy (2,3) Dip. Pianificazione Territoriale, Paesistica e Ambientale, Regione Liguria, Via D’Annunzio 113, 16121 Genova, Italy In un sito ad alta densità di frequentazione diventa difficile “vendere” lo spettacolo naturalistico capace di soddisfare una clientela sempre più esigente. I nuovi eco-turisti o turisti naturalistici esprimono una precisa domanda di spazio naturale e incontaminato. Un elevato numero di turisti non sempre comporta una miglior economia turistica: i turisti trovando un prodotto di qualità inferiore (sovraffollamento) diminuiscono la loro disponibilità a spendere e possono decidere di cambiare destinazione nel loro prossimo viaggio. Il progetto SUB-MED (cofinanziato dal programma Interreg IIIB Medocc) è stato concepito per dare una risposta ad una crescente esigenza di qualità ambientale. I partner del progetto (Regione Liguria, Parco delle Cinque Terre, AMP di Portofino, Parco dell’Asinara, Toulon Provence Mediterranee, Parco di Port Cros, Ipimar) hanno espresso la volontà di portare avanti delle azioni sostenibili a favore dell’ambiente e dello sviluppo di un prodotto turistico di qualità per realizzare un’offerta ad alto valore aggiunto. L’obiettivo principale è quello di creare una rete delle destinazioni turistiche interessate ad uno sviluppo sostenibile del turismo subacqueo di qualità. Questa rete permetterà uno scambio di esperienze e di “savoir-faire” in materia di turismo sostenibile legato alla subacquea, in particolare nelle zone protette che hanno adottato dei metodi di regolarizzazione e sistematizzazione dell’attività lavorando insieme ai turisti subacquei, ai club, agli alberghi ed altre imprese relazionate al territorio della destinazione turistica. Uno dei passaggi intermedi del progetto sarà quello di mettere in pratica un progetto dimostrativo su ciascun sito. Lo scopo di queste azioni è di elaborare delle linee guida e delle “best-practices” da applicare per lo sviluppo del prodotto turismo-subacqueo sostenibile. Il risultato finale di tutto il lavoro svolto vuole essere la creazione di un osservatorio del turismo subacqueo nel Mediterraneo e di un marchio di qualità sul modello dell’ecolabel europeo per servizi turistici. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali GESTIONE ONLINE DELLE AUTORIZZAZIONI ALLE IMMERSIONI NELLE AREE MARINE PROTETTE (1) Piraccini, M. (2) Simonetti, L. (3) Massa, G. (4) Simoncelli, P. (5) Zanetti, M. (6) Sana, G. (7) Sarcinelli, F. (8) Zambelli, G. (1,5,6,7) ComunicAzione, via Golfarelli 90, 47100 Forlì, Italy (2,3) Consorzio di Gestione Area Marina Protetta del Promontorio di Portofino, Villa Carmagnola - Viale Rainusso 14, 16038 S. Margherita Ligure, Italy (4) via Cavour 222, 47014 Meldola, Italy (8) Cervia Sub, viale Dante Alighieri 30, 48015 Cervia, Italy Il sistema online di Gestione delle Autorizzazioni alle Immersioni nelle Aree marine protette (GAIAmp), permetterà maggiori comodità agli operatori ed ai singoli sub, assicurando contemporaneamente agli Enti gestori il controllo costante del numero massimo di presenze giornalmente ammissibili nell'AMP. La collaborazione tra ComunicAzione, gestore tecnico di Parks.it, ed il Consorzio di Gestione dell'Area Marina Protetta di Portofino, potrà essere allargata agli Enti gestori di AMP interessati all’interno dell’area informativa Diving.parks.it (http://diving.parks.it), la nuova sezione del portale dei parchi dedicata alla fruizione sportiva delle AMP che dal 21/3/05 raccoglierà tematicamente i contributi degli Enti gestori di AMP autori del portale. GAIAmp prevede utenti nazionali ed internazionali, offrendo loro la possibilità di richiedere anticipatamente l’eventuale ticket d'ingresso all’AMP, normalmente disponibile solo presso rivenditori locali, tramite l’acquisto online delle schede prepagate validabili con la "grattata" all'ora effettiva d'immersione. GAIAmp è messo a punto sulla base dei flussi di subacquei nell’AMP di Portofino ma, data l’elevata elasticità del sistema, ogni singolo Ente gestore potrà definire le proprie impostazioni, grazie ad accessi riservati che permetteranno di variare i parametri per la propria AMP (numero massimo sub o natanti giornalieri, numero dei giorni antecedenti l’immersione, siti d’immersione identificabili nell’AMP, fasce orarie autorizzabili, ecc). Accessi riservati al sistema permetteranno all'Ente gestore, o all’Autorità di controllo, di identificare istantaneamente i singoli sub autorizzati all'immersione (nome e cognome, numero e tipo del brevetto sub, natante utilizzato), come pure di verificare le statistiche delle presenze autorizzate, suddivise per periodi temporali e siti d’immersione. GAIAmp potrà sostenere gli operatori locali, con link ed evidenze ad uso dell’utente interessato, agevolandone la loro attività quotidiana, e la più facile accettazione dei limiti normativi imposti. La diffusione dell’uso di GAIAmp consentirà di raggiungere velocemente tutti gli operatori/divers registrati con avvisi e segnalazioni di ogni problematica dei siti d’immersione (manutenzioni, rinvenimento di ordigni bellici ecc..) Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Relazioni Verbali ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE E PROPOSTA DI UN MODELLO DI GESTIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE RICREATIVE NEL PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO DI LA MADDALENA Ghelfi,C.,(1) De Luca, M.,(2) Cossu,A.,(3) (1,2) Ente Parco, Via Giulio Cesare 7, 07024 La Maddalena (ss), Italy, (3) Dip.Botanica ed Ecologia vegetale, via Muroni 25 +39 079 23227, Sassari, Italy Nell’ambito delle attività di gestione del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena vi era la necessità di conoscere il profilo del subacqueo tipo frequentante tale area per metterne in luce caratteristiche ed aspettative. Si è voluta definire allora l’entità della frequentazione subacquea, evidenziandone le problematiche derivanti da una fruizione dei siti non orientata alla conservazione. A tal fine si propongono alcune soluzioni per un uso ottimale e più consapevole, ponendo l’accento sulla necessità di una migliore distribuzione della frequentazione.Nel presente lavoro si propone la ricerca e la realizzazione di nuovi sentieri subacquei, supportati da materiali didattici che riflettono le esigenze del subacqueo tipo. Le caratteristiche dei subacquei ed i dati relativi alla frequentazione sono stati ricavati dall’analisi di due tipi di questionari: l’uno appositamente realizzato per i responsabili dei diving, l’altro destinato ai clienti di questi centri; i dati relativi alla frequentazione sono stati ricavati anche da osservazioni dirette, così come i danni derivanti da un’eccessiva fruizione dei siti; quest’ultimo dato è stato ottenuto dall’osservazione del briozoo, Myriapora truncata, scelto come indicatore d’impatto antropico. I risultati hanno evidenziato come la metà del totale dei “tuffi” realizzati in un anno sono concentrati in soli due siti. Sono altresì qui evidenti i danni causati da una non corretta fruizione, non solo per l’eccessiva frequentazione ma anche per un non corretto approccio alla visita. Nasce quindi l’esigenza di fornire un’informazione naturalistica più approfondita, necessità espressa peraltro dagli stessi utenti. Alla luce di questi risultati appare necessario l’attuazione di un programma di monitoraggio per la ricerca di nuovi siti dove distribuire la pressione antropica. Il progetto di realizzazione dei sentieri subacquei prevede anche l’utilizzo di nuovi materiali didattici e scientifici orientati verso subacquei esperti e neofiti che rendono la visita più consapevole del valore naturalistico e dei processi ecologici che nello stesso si manifestano. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 POSTER Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster INDAGINE PRELIMINARE SULLO ZOOBENTHOS DELLA FASCIA COSTIERA DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO) Bedini, R., (1) Sartoni, G., (2) Bertini, S., (3) Nannelli, A., (4) (1,3,4) Istituto di Biologia ed Ecologia Marina, Piazza G. Bovio 3/4, 57025 Piombino, (2) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze E’ stata effettuata una ricerca sulle zoocenosi marine dell’Isola di Pianosa allo scopo di verificare l’eventuale presenza di specie di particolare interesse naturalistico per poter proporre l’area a mare dell’isola, da più di cento anni isolata dal mondo civile, come Sito d’Interesse Comunitario. La necessità di questo studio è oltrettutto avvalorata dal fatto che nel 2004 l’isola, che da sempre ha ospitato un carcere che ha reso le sue coste inaccessibili, è stata aperta a visite turistiche giornaliere, seppur controllate sia nel numero che nella possibilità di accesso alle varie aree. Importantissimo sarà quindi poter verificare negli anni futuri che tipo di disturbo avranno arrecato le attività di balneazione e diving all’eccezionale vita bentonica della costa. L’attuale situazione dei fondali dell’isola ha evidenziato un patrimonio inestimabile di biodiversità lungo i transetti posizionati in 7 aree del perimetro dell’isola. Oltre ad un enorme esemplare di astice, Homarus gammarus (Linnaeus, 1758) di circa 5 chilogrammi, fotografato a -42 m, sono state trovate moltissime specie protette come: Maja squinado (Herbst, 1788)-Berna Ap.3 Scyllarides latus (Latreille, 1803)-Habitat Ap.5-Berna Ap.3 Scyllarus arctus (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.3 Hippocampus antiquorum (Linnaeus, 1758)-Cites Ap.D Hippocampus ramulosus (Leach, 1814)-Cites Ap.D Astroides calycularis (Pallas, 1766)-Berna Ap.3 Centrostephanus longispinus (Philippi, 1845)-Berna Ap.3-Habitat Ap.4 Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816)-Berna Ap.3-Aspim Ap.3 Asterina pancerii (Gasco, 1870)-Berna Ap.2 Ophidiaster ophidianus (Lamarck, 1818)-Berna Ap.2 Pinna nobilis (Linnaeus, 1758)-Habitat Ap.4 Luria lurida (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.2 Charonia tritonis (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.2 Axinella polypoides Schmidt, 1862-Berna Ap.2 Spongia agaricina Pallas, 1766-Berna Ap.3 Spongia officinalis (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.3 Lithophaga lithophaga (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.2-Habitat Ap.4 Già questa prima indagine ha dimostrato che Pianosa è un vero e proprio santuario della biodiversità che richiederà studi futuri ed attenzione per attività turistiche ecocompatibili. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster STUDIO PRELIMINARE SULL’EFFETTO DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE SUL POPOLAMENTO ITTICO DELL’ISOLA DI GIANNUTRI Cecchi, E., (1) Balata, D., (2) Piazzi, L., (3) and Serena, F., (4) (1,4) A.R.P.A.T. Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, Via Marradi, 114, 57126 Livorno, Italy (2,3) Dipartimento di Scienze dell’Uomo e dell’Ambiente, Università di Pisa Via Volta, 6, 56126 Pisa, Italy. Questo lavoro ha lo scopo di studiare la fauna ittica presente nell’isola di Giannutri al fine di valutare se la presenza di subacquei e\o bagnanti possa interferire su tale popolamento. La zonazione dell’isola effettuata dell’Ente Parco individua, ad eccezione di Cala Spalmatoio e Cala Maestra, due zone, A e B; nella zona A è proibita la pesca, l’ancoraggio e ogni attività di balneazione mentre nella zona B tali attività sono permesse tranne la pesca che può essere effettuata solo a seguito di permessi rilasciati dall’Ente parco. Il nostro lavoro è stata svolto mediante il metodo del visual census applicato alla tecnica dei punti fissi, che permette di descrivere il popolamento ittico in maniera non distruttiva. Il lavoro è stato effettuato a due differenti profondità (5 e 20 metri) per meglio valutare gli eventuali disturbi arrecati dai bagnanti. Il numero di individui di ognuna delle specie ittiche riconosciute è stato analizzato con l’analisi multivariata PERMANOVA. Questa consisteva di un modello misto a 5 vie con Tempo fattore random (2 livelli), Parco fattore fisso ortogonale (2 livelli), Profondità fattore fisso e ortogonale (2 livelli), località fattore random gerarchizzato nell’interazione TempoxParco (2 livelli) e Sito fattore random gerarchizzato nel fattore Località (2 livelli). I risultati ottenuti, oltre a fornire un elenco di specie presenti, ha evidenziato come significativa l’interazione PARCOXPROFODITÀ. Da questo studio preliminare emerge, per quanto riguarda l’isola di Giannutri, una netta separazione tra popolamento ittico superficiale e profondo. A differenza di quanto riscontrato nel popolamento superficiale, nel popolamento profondo non si sono evidenziate differenze tra il popolamento esterno ed interno al parco. Quindi è possibile presupporre, dai risultati forniti dal presente studio, che le attività subacquee non interferiscano sul popolamento ittico, mentre la presenza di bagnanti e imbarcazioni potrebbe determinare le differenze riscontrate nel popolamento superficiale. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster DIVING FOR THE ENVIRONMENT. 2002-2005: MEDITERRANEAN UNDERWATER BIODIVERSITY PROJECT Goffredo, S. (1) Orlandi, A. (2) Neri, P. (3) Scola Gagliardi, M. (4) Velardi, A. (5) Piccinetti, C. (6) Zaccanti, F. (7) (1, 2, 3, 4, 5, 7) Marine and Fresh Water Science Group (MSG), Department of Evolutionary and Experimental Biology, Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Via F. Selmi 3, I-40126, Bologna, Italy (6) Laboratory of Fisheries and Marine Biology at Fano, Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Viale Adriatico 1/N, I-61032, Fano (Ps), Italy Biodiversity has a great ecological value as an indicator of environmental health and ecosystem functional capacity. Monitoring is the first step towards the balanced management of natural resources. The University of Bologna launched in 2002 “Diving for the Environment – Mediterranean Underwater Biodiversity Project” with the aim to obtain data on the state of the marine biodiversity along the Italian coasts, with the collaboration of recreational scuba divers. Divers were asked to signal on report schedules the presence in the explored areas of 61 taxa (4 vegetals, including seaweeds and a seagrass, and 57 animals, both vertebrates and invertebrates). This research is patronaged by the Ministry of the Environment and supported by ASTOI (Association of Italian Tour Operators), A.DI.SUB (Association of Italian Scuba diving Agency – IDEA, PADI, SNSI, SSI) and the magazine Quark. During the year of 2002, 1006 divers have registered 3721 report schedules, corresponding to 2705 diving hours. Data indicate that the insular stations present better conditions with respect to the continental ones; furthermore the continental coasts of Ligurian Sea show a more degraded situation than the northern Tyrrhenian Sea ones. These results are in agreement with those obtained by other monitoring methods (chemical and physical analysis). The most important limit in the collaboration with scuba divers is the difficulty to obtain a survey effort uniformly distributed on a geographical large-scale. The main advantage is the considerable amount of data obtained with a significant limitation of the costs for the Academy. We retain that the recreational diving can be useful for monitoring marine environments and that this project may be used as model for marine biodiversity monitoring, exportable in other countries and/or other biomes. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster I DIVERSAMENTE ABILI E LA FRUIZIONE DELLE AREE MARINE PROTETTE Lo Monaco, D., Lo Monaco, R. Via Tagliamento 7,96100 Siracusa La fruizione del mare per chi ha un handicap fisico può sembrare un’impresa impossibile ,quasi una provocazione , una prova straordinaria per superare il disagio dovuto all’handicap, un tentativo per raggiungere la normalità attraverso un’impresa fuori dal comune . Chiunque voglia andare in barca deve prima di tutto poterci salire ;ma se per la maggior parte delle persone questa è un’azione semplicissima , per chi è portatore di un handicap fisico può trasformarsi in una vera odissea . Da ciò nasce un modello di fruizione delle aree marine protette per i disabili , possibile grazie all’uso di un gommone con specifiche caratteristiche per essere utilizzato dai disabili. Il modello progettuale si articola in tre parti : • Sviluppo delle attività ricreative legate alla conoscenza del mare e delle attività marine e nautiche, favorendo l’integrazione delle persone con handicap ; • Formazione con particolare attenzione alle tematiche del progetto ; • Potenziamento delle attività inerenti al mare . A tal fine si organizzeranno corsi di avviamento all’uso del gommone per operatori socio sanitari ed accompagnatori qualificati nel settore dell’handicap volti a fornire loro le conoscenze base per far parte di un equipaggio e per operatori socio sanitari ed accompagnatori qualificati nel settore dell’handicap volti a fornire loro le conoscenze base per far parte di un’ equipe di accompagnatori subacquei . Le fasi temporali di attuazione e realizzazione del modello prevedono : • Fase 1: studio e predisposizione del manuale identificando le “buone prassi” per l’acquisizione del brevetto di sub da parte delle persone disabili. • Fase 2: realizzazione dei percorsi di formazione alla guida dei gommoni per circa 80 allievi nelle acque dell’AMP Plemmirio • Fase 3: Organizzazione di una manifestazione di presentazione alla stampa e di un convegno conclusivo da tenersi presso la Sede del Comune di Siracusa . Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster REGOLAMENTAZIONE E PROMOZIONE DELLE ATTIVITA’ SUBACQUEE NELL’AREA MARINA PROTETTA DELLE SECCHE DI TOR PATERNO Marini, L. RomaNatura – Ente Regionale per la Gestione del Sistema delel Aree Naturali Protette nel Comune di Roma - Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” – Via Gomenizza, 81 - 00195 Roma Istituita alla fine del 2000, l’ Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno”, a causa della sua particolare natura, interamente in alto mare, si propone come luogo peculiare per lo sviluppo e la sperimentazione di metodologie, tecnologie e modus operandi delle attività subacquee compatibili. Fin dall’avvio dalla gestione, la subacquea ed i soggetti ad esse collegati sono stati individuati tra le componenti più importanti nei processi gestionali. Data anche la vicinanza alla capitale, ed al relativo, enorme bacino potenziale di subacquei sportivi che potrebbero affluire all’AMP, sono stati avviati processi gestionali in grado al tempo stesso di: • promuovere le attività subacquee nell’AMP; • valutare e ridurre gli impatti sull’ambiente, reali e potenziali; • favorire il concetto di Qualità nei servizi legati alla subacquea. Di conseguenza si è così provveduto: • realizzazione di un campo boe per l’ormeggio delle imbarcazioni dei subacquei eliminando il disturbo legato agli ancoraggi; • stesura di un Disciplinare per la regolamentazione delle attività subacquee; • realizzazione di corsi di formazione per accompagnatori subacquei, dedicati agli operatori locali, con particolare attenzione all’accoglienza della clientela in ambienti protetti; • realizzazione di un sistema di certificazione della qualità dei servizi offerti ed istituzione di un Albo degli operatori qualificati; • promozione delle attrattive subacquee e degli operatori iscritti all’Albo, nel corso di manifestazioni e tramite media; • monitoraggio del numero dei frequentatori subacquei; • realizzazione di un codice di comportamento per i visitatori subacquei; • affidamento ad Istituti Universitari di studi atti alla valutazione degli impatti da parte delle attività subacquee. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster LA BIODIVERSITA’ DELLE FANEROGAME NELLE AREE MARINE PROTETTE Micheli, C.(1), Paganin, P (1)., Dolce, T.(2), Caye, G.(3), Meinesz A.(3), Rismondo, A.(4), Curiel, A.(4), Peirano A.(5), Bianchi C.N.(6) (1) ENEA CR Caasaccia C.P.2400 / 000100 Roma, Italy; (2) Lab. di Ecologia ed Acquicoltura, University of Roma, Tor Vergata, Italy; (3) Laboratoire Environmental Marin Littoral,Universitè de Nice Sophia-Antipolis, France; (4) Selc Scarl, Venezia; Italy; (5) ENEA Centro Ricerche Ambiente Marino C.P.224, I-19100, La Spezia, Italy; (6) Dip.TeRis, University of Genoa, Corso Europa 26, I-16132 Genova, Italy. Le fanerogame marine come Posidonia oceanica (L) Delile, Cymodocea nodosa, Zostera marina e Z. noltii, sono universalmente riconosciute come elemento cardine degli ecosistemi costieri e la loro protezione è uno degli obiettivi da perseguire ai fini della protezione della biodiversità marina. Tali fanerogame contribuiscono significativamente alla produttività delle aree marine costiere sia delle zone temperate che in quelle tropicali. Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare il livello di variabilità genomica delle fanerogame mediante l’utilizzo di marcatori molecolari di tipo RAPD (Random Amplified Polymorphic DNA), attraverso la tecnica PCR (Polimerase Chain Reaction), e di correlarlo con i parametri ambientali e le capacità produttive delle piante. P. oceanica è stata campionata in differenti aree geografiche del Mediterraneo, lungo le coste, nelle isole e nelle zone protette come il parco di Port-Cros. Per le zone lagunari, come Venezia è stata utilizzata Z. marina come specie fitobentonica che risulta particolarmente sensibile alle diverse condizioni di stabilità ecologica.L’utilizzo dei RAPD ha consentito di ottenere una stima accurata della variabilità intraspecifica tra le popolazioni, rivelando per la P. oceanica un polimorfismo del 65% contro il 50% di P. australis . Inoltre le differenze genotipiche, correlate con le risposte fisiologico-adattative delle piante (produttività, biometria fogliare, etc.) hanno identificato dei profili genetici popolazione-specifici che possono essere usati come marker per monitorare la diffusione o la perdita di genotipi in seguito ad interventi di gestione di differenti aree degli ecosistemi. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS) E CIRCOLO SOMMOZZATORI TRIESTE: UN ESEMPIO DI COLLABORAZIONE PER LA GESTIONE DEGLI IMPATTI NEI CORSI DI SEA WATCHING PER RAGAZZI. Odorico, R., (1) and Merson, E., (2) (1) Riserva Naturale Marina di Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano, Trieste, Italy. (2) Circolo Sommozzatori Trieste, Via Mascagni 1/3, 34100 Trieste, Italy Nell’ambito delle attività subacquee svolte presso la Riserva Marina di Miramare vengono illustrate le tecniche ed i programmi dei corsi di Sea Watching per ragazzi sotto il profilo della gestione e del contenimento degli impatti possibili e concreti che da questi si possono generare durante il loro svolgimento. In particolare viene evidenziata la tecnica della riduzione progressiva dell’impatto sull’ambiente nell’avvicinamento delle attività alla zona protetta. La calibrazione delle attività didattiche in funzione della preparazione ma anche della locazione del gruppo all’interno della risrerva diventa un aspetto fondamentale della gestione del gruppo e del corso. In questo senso viene chiarito il concetto della creazione di zone specifiche dedicate alle varie tipologie di attività che vengono svolte durante i corsi: da quelle più impattanti -come la sperimentazione utilizzando tecniche di “Hands On”- a quelle di rispetto massimo –come la visita nella zona A - alla quale vengono avvicinati i ragazzi solo previa verifica delle loro capacità di rispetto e di comprensione dell’ambiente protetto. Da due anni è in corso una stretta collaborazione con una locale associazione sportiva (Circolo Sommozzatori Trieste). Il CST si occupa da una quindicina d’anni di didattica per ragazzi e organizza in tal senso corsi estivi di subacquaticità a diversi livelli, sia in apnea che con l’uso controllato di autorespiratori. E’ stato uno dei principali attori nella formulazione e stesura dei regolamenti e dei manuali relativi alla normativa interna della FIPSAS di questo settore. La collaborazione instaurata sta rappresentando un perfetto esempio di connubio tra esigenza di formazione tecnica affiancata da quella biologica che consente da un lato di rendere il percorso didattico più stimolante e piacevole, dall’altro di rendere la presenza in acqua dei ragazzi sempre più consapevole, sicura e rispettosa dell’ambiente in virtù delle buone capacità acquatiche acquisite. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster VALUTAZIONE, MONITORAGGIO E DOCUMENTAZIONE DELLE RISORSE SOTTOMARINE PER LA LORO PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE (IN TERMINI DI TURISMO SUBACQUEO) NELL’AREA MARINA PROTETTA “PENISOLA DEL SINIS – ISOLA DI MAL DI VENTRE” Paliaga, B. (1), Trainito, E. (2), Molinaroli, E. (3) Gellon, A. (4), Sanna, O. (5), Massaro, G. (6). (1,2,4,5,6) Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”, P.zza Eleonora 1, 09072 Cabras, Italy; (6) Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Venezia, Dorsoduro 2137, 30121 Venezia, Italy L’uso multiplo delle risorse, in un regime particolare di protezione come quello di un’Area Marina Protetta, pone alcuni problemi nella loro gestione. La mancanza di un’adeguata conoscenza della risorsa da utilizzare e l’assenza di piani di gestione concordati con gli utilizzatori, può determinare modalità di gestione non funzionali al mantenimento delle caratteristiche ambientali, economiche e sociali di un’area protetta. Attraverso questo studio è iniziata l’analisi relativa allo stato delle risorse sottomarine dell’AMP “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”. L’analisi effettuata si è basata su una descrizione molto dettagliata dei singoli siti (zone di ormeggio e percorsi subacquei) e sull’utilizzo per ognuno di essi di due diversi criteri principali di valutazione, strutturati in modo da poter ottenere graduatorie: il valore ambientale e il valore turistico. In relazione alle attività dei diving i criteri individuati, nell’area oggetto di studio, hanno consentito di caratterizzare per ciascun sito le componenti ambientali suscettibili d’impatti e la loro esatta ubicazione, di definire linee guida per un utilizzo corretto durante le attività subacquea e di predisporre un piano di monitoraggio. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster LE ATTIVITA’ SUBACQUEE E LA PRESENZA DI Sciaena umbra (Linnaeus, 1758) NELLA RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS). Polo, F. (1) and Odorico, R. (2) (1) Via G. Bertacchi 9, 35127 Padova, Italy; (2) Riserva Naturale Marina di Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano, Trieste, Italy. La corvina (Sciaena umbra), presente solo nei mesi estivi nella Riserva Naturale Marina di Miramare in coincidenza con il periodo riproduttivo, è una specie indicata da più Autori come particolarmente sensibile al disturbo antropico. Per valutare il possibile impatto creato dalle attività subacquee sono stati campionati mediante visual census in 44 transetti a diversa profondità la presenza, l’abbondanza, la taglia e i ritmi giornalieri di questa specie. Confrontando i dati registrati prima e dopo il passaggio dei subacquei e dei sea-watchers, e i rilevamenti effettuati in presenza o assenza di attività di fruizione subacquea, non è stata evidenziata nessuna variazione statisticamente significativa dei parametri, non riscontrando inoltre particolari pattern giornalieri di spostamento. La presenza di soli individui di grandi dimensioni conforta l’ipotesi che la Riserva sia utilizzata dalla specie come area di riproduzione. Da questo primo studio Sciaena umbra non sembra risentire delle attività di fruizione subacquea, anche se studi precedenti nell’area presa in esame avevano rilevato branchi molto più consistenti. Continuare il monitoraggio nei prossimi anni servirà a verificare l’esistenza di impatti nel lungo periodo, individuando le opportune misure di tutela per la specie. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster LA SPONGICOLTURA NELLE AREE MARINE PROTETTE ITALIANE: UNA NUOVA POSSIBILITA’ IMPRENDITORIALE SUBACQUEA (1) R. Pronzato, (2) G. Corriero, (4) F. Donati, (3) R. Manconi, (1) A. Sarà, (1) C. Ferretti, (1) M. Milanese, (1) C. Cerrano, (2) C. Nonnis Marzano, (2) C. Longo, (2) M. Mercurio, (3) F. Ledda, (3) F. Ortu, (3) A. Serusi, (3) T. Cubeddu (1) Dip.Te.Ris. Università di Genova - Corso Europa 26 - I-16132 Genova, Italy. [email protected]; (2) Dipartimento di Zoologia Università di Bari - Via Orabona 4 - I-70125 Bari, Italy; (3) Dipartimento di Zoologia e Antropologia Biologica dell’Università di Sassari - Via Muroni 25 - I-17100 Sassari, Italy; (4) Dipartimento di Biologia ed Economia Agro-Industriale Laboratorio di Economia della Pesca e dell'Acquacoltura dell'Università di Udine, Via delle Scienze 28 33100 Udine, Italy La spongicoltura nei mari italiani è iniziate da una decina di anni e gli impianti pilota sono localizzati in Liguria, Sardegna, Puglia e Sicilia, all’interno di aree marine protette. 1. La scelta delle specie da utilizzare è stata fatta considerando prioritarie le spugne da bagno che, generalmente, raggiungono taglie commerciali in 2-3 anni. Anche gli esperimenti di allevamento di altre specie di spugne (non da bagno) hanno fornito risultati promettenti; gli estratti delle spugne mostrano una elevata attività antifouling ed antitumorale. Un campo in cui stanno emergendo risultati insperati è quello dei proteoglicani (ed in particolare dell’acido ialuronico); queste particolari molecole stanno assumendo un’importanza sempre maggiore sia in campo cosmetico sia in quello biomedico. Le prime sperimentazioni dimostrano che, utilizzando e testando nuove tecniche di allevamento, è possibile far crescere un numero sempre maggiore di specie di spugne con produzione notevole di biomassa. 2. Un aspetto non trascurabile delle potenzialità dell’acquacoltura di invertebrati marini non eduli è la possibilità dell’intervento nel campo del biorimedio di situazioni naturali fortemente alterate da eventi catastrofici o dal sovrasfruttamento della risorsa. Il ripopolamento dei banchi di spugne è in fase di sperimentazione nelle Aree Marine Protette di Ustica e Capo Caccia. Lo scopo è quello di attivare un ripopolamento tramite le larve ed i propaguli asessuali che le varie specie producono e rilasciano nella colonna d’acqua. 3. Infine la messa a punto di brevetti e la certificazione di qualità dei prodotti ottenuti stanno permettendo di passare da una fase di prevalente sperimentazione scientifica al campo della reale attività imprenditoriale: saranno messi in opera allevamenti la cui conduzione verrà affidata a piccole realtà imprenditoriali assistite che potranno operare anche all’interno di aree protette. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster L’ATTIVITA’ SUBACQUEA PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NELLE AMP. SORVEGLIANZA DEI LIMITI INFERIORI DEI POSIDONIETI NELL’AREA MARINA PROTETTA CAPO RIZZUTO (KR) Rende, F. (1) Rocca, D. (2) Cozza, R. (3) Bitonti, M.B. (4) Innocenti A.M. (5). (1,2,3,4) Università della Calabria Dipartimento di Ecologia , via Ponte Pietro Bucci Cubo 6B – 87036 – Arcavacata di Rende Cosenza L’importanza della tecnica subacquea nella ricerca biologica marina è già stata ampiamente riconosciuta e documentata (Fresi, 1980; Riedl, 1980).Quella che va sottolineata è l’importanza che la ricerca subacquea scientifica può avere nelle attività di monitoraggio ambientale nelle Aree Marine Protette. Oggetto del nostro studio è l’Area Marina Protetta Capo Rizzuto (KR), dove è stato accertato che l’erosione delle formazioni litorali del Pleistocene superiore e medio influenza la composizione e la struttura di numerose biocenosi bentoniche e soprattutto delle praterie di Posidonia oceanica (Infantino,1992), che rappresentano l’ecosistema più importante del Mediterraneo in termini di produttività primaria, di rifugio e nursey per numerose specie animali, di regolatore dell’equilibrio sedimentologico dei litorali (Mazzella et al.,1986; Cinelli et al., 1995; Boudouresque et Meinesz,1982). I fattori ambientali sono tra i più importanti determinanti della regolazione dello sviluppo dinamico delle praterie di Posidonia oceanica e tra questi, di rilevante importanza, sono gli apporti sedimentari litorali (Meinesz et al.,1981). Essi possono essere sia naturali che di origine antropica, conseguenti la diffusa urbanizzazione delle coste. Nella suddetta Area sono presenti estesi posidonieti e, allo scopo di valutare la dinamica erosiva a carico dei limiti inferiori di queste praterie, sono stati selezionati nove siti ricadenti nell’Area Marina Protetta, compresi tra Crotone e località Praialonga. Il modello di protocollo adottato prevede l’utilizzo di “balises” secondo quanto messo in atto dal “Réseau de Surveillance Posidonies” (Bertrandy et al., 1986, 1988; Charbonnel et al., 1993). Le analisi macrostrutturali e fenologiche effettuate ci hanno fornito indicazioni sulla struttura dei limiti e del loro stato di salute. I rilevamenti annuali con l’ausilio della tecnica fotografica e del rilevamento subacqueo ci consentiranno di descrivere le variazioni dei limiti inferiori delle praterie in esame e quindi a valutarne l’evoluzione nel tempo in risposta ad eventuali fenomeni erosivi. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005 ABSTRACT Poster INDAGINE PRELIMINARE SULLE FITOCENOSI DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO) Sartoni, G., (1) Bedini, R., (2) Maestrini, M., (3) Boccia, B.,(4) (1) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze, (2,3,4) Istituto di Biologia ed Ecologia Marina, Piazza G. Bovio 3/4, 57025 Piombino La particolare situazione amministrativa di Pianosa, sede per moltissimi anni di un carcere, ha preservato i suoi fondali da un possibile impatto antropico. Gli estesi bassifondi di sabbia e roccia che la circondano, l’elaborata geomorfologia costiera e lo stato di conservazione delle diverse biocenosi hanno creato i presupposti per poter fare dell’isola un eccezionale patrimonio per le ricerche di biologia marina sia per quanto riguarda le zoocenosi che per i popolamenti algali bentonici. Nei pochi lavori esistenti, e per lo più riguardanti solo i primi metri della fascia costiera, erano stati identificati 73 taxa algali. Nella nostra ricerca, realizzata con brevi soggiorni compresi tra Aprile e Settembre 2004, sono stati individuati 216 taxa così ripartiti: 28 Cloroficee, 37 Feoficee, 2 Crisoficee e 149 Rodoficee. Rispetto alle conoscenze precedenti il contingente floristico risulta triplicato e superiore a quello dell’Isola del Elba (199 taxa). Questo valore è tuttavia sottostimato e necessitano ulteriori indagini per fare un quadro più esaustivo delle presenze fitobentoniche, anche in previsione di uno sfruttamento turistico, già iniziato nel 2004, che dovrà essere compatibile con la conservazione di questo enorme patrimonio naturalistico. Sono infatti state determinate alghe molto rare o in via di scomparsa nel bacino mediterraneo. Un aspetto peculiare che merita di essere evidenziato è la notevole tensione riproduttiva; tra le specie esaminate è stata infatti rilevata una percentuale altissima di talli fertili per cui è ipotizzabile un continuo recruitment nell’ambito dei diversi popolamenti. Di grande pregio naturalistico è risultata la presenza a Cala dell’Arco di un Trottoir di grandi dimensioni, presumibilmente risultato di un processo di biogenesi di centinaia di anni, dove la bioconcrezione è risultata in buona parte ancora ricoperta da tallo vivo. Sono state determinate specie di notevole interesse fitogeografico e, ad oggi, i popolamenti algali sono risultati ben strutturati, anche a Cala Giovanna che è la spiaggia riservata alla balneazione turistica. Workshop Internazionale “Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a confronto” Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005