WORKSHOP INTERNAZIONALE
“LE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AREE MARINE PROTETTE E GLI
IMPATTI SULL’AMBIENTE: ESPERIENZE MEDITERRANEE A
CONFRONTO”
INTERNATIONAL WORKSHOP
“THE DIVING ACTIVITIES IN THE MARINE PROTECTED AREAS AND
THEIR IMPACT ON THE ENVIRONMENT: COMPARING
MEDITERRANEAN EXPERIENCES”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine
Protette e gli impatti sull’ambiente:
esperienze mediterranee a confronto”
Ostia – Roma, 17 e 18 Febbraio 2005
Il settore della subacquea è notoriamente in ampia e continua espansione.
E’ prevedibile che le Aree Marine Protette costituiranno sempre di più un
notevole polo di attrazione per gli amanti delle immersioni. Tuttavia, gli
impatti del turismo subacqueo possono essere assai gravi: dagli ancoraggi
delle barche appoggio alla desertificazione delle aree più visitate.
Mentre in alcune aree protette europee, come Port Cros in Francia e le
Isles Medas in Spagna, sono stati effettuati studi atti a quantificare tali
impatti e predisposti interventi per ridurre le conseguenze di un turismo
subacqueo non regolamentato o ineducato, nelle AMP italiane non si è
ancora provveduto ad effettuare valutazioni dettagliate od interventi
organici di sistema.
Il convegno si ripropone, pertanto, di mettere a confronto le esperienze
sviluppate all’estero con quelle italiane al fine di avviare un percorso
scientifico e formativo tra gli enti gestori e le principali associazioni di
didattica e turismo subacqueo italiano.
Workshop Internazionale-
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
PROGRAMMA
17 Febbraio
10-11,30 - SALUTI AUTORITÀ
11,30 -11,45 - Break
1° SESSIONE TECNICA - LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AMP . CHAIRMAN P. GIUNTARELLI
11,45-12,30: Invited Speaker – Philippe Robert (Responsable scientifique- Parc National de Port
Cros, France ). MARINE MANAGEMENT IN THE PORT-CROS NATIONAL PARK – THE
ECOLOGICAL MOORING PROCESS
12,30- 12,55: LA GESTIONE DEL TURISMO SUBACQUEO NELLE AREE MARINE PROTETTE (AMP): GLI
ELEMENTI DA CONSIDERARE - Tunesi L., Agnesi S., Di Nora T.
12,55 – 13,20: STRATEGIE GESTIONALI PER LA MESSA A PUNTO DI UN MODELLO DI FRUIZIONE
SUBACQUEA DELLE AMP MEDITERRANEE. Sequi R.
2° SESSIONE TECNICA - LA RICERCA SUBACQUEA NELLE AMP – CHAIRMAN A. BELLUSCIO
13,20 – 13,45: INVESTIGATION OF COASTAL BIOCENOSES ON THE ISLAND OF PIANOSA,
(NATIONAL PARK, TUSCAN ARCHIPELAGO)WHERE SWIMMING IS ALLOWED ON ONLY
ONE BEACH - Bedini R., Sartoni G., Orlandi P.,
13,45- 14: Discussione
14,00- 15,00 : Pausa pranzo
15,00- 15,45: Invited Speaker: Nuria Muñoz Bonet - Responsable del’Àrea protegida de les Illes
Medes, L’Estartit. Spain. THE DIVING ACTIVITIES IN MEDES ISLANDS MARINE
PROTECTED AREA. EVOLUTION FROM 1992 TO 2004 AND IMPACT ON NATURAL MARINE
COMUNITIES
15,45 – 16,15: LE CERNIE DELLA RISERVA MARINA DI USTICA: AMBIENTI PREFERENZIALI - La
Mesa G., Di Muccio S., Vacchi M.
16,15 -16,45: EFFETTI DEL TURISMO SUBACQUEO NELL’AREA MARINA PROTETTA ISOLA DI USTICA
- Milazzo M., Badalamenti F., Gorgone R., Di Franco A., Chemello R.,
16,45 - 17,00 - Break
17,00- 17,15: Presentazione Gruppo di lavoro SIBM sulle Aree Marine Protette – Badalamenti
17,15- 17,45: CREAZIONE DI UN PROTOCOLLO PER IL MONITORAGGIO DEL DISTURBO LEGATO
ALLA FRUIZIONE SUBACQUEA NEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE (CERTIFICATO
EMAS I-000246) DELLA RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TRIESTE) - Polo F.,
Zuppa F., Tempesta M.
Area Marina Protetta
“Secche di Tor Paterno”
Workshop Internazionale-
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
17,45- 18,15: VALUTAZIONE DELL’EFFETTO “SPILL-OVER” IN UN’AREA MARINA PROTETTA
MEDIANTE TECNICHE DI VISUAL CENSUS - Manganaro M., Profeta A., Pirrera L.,
Agostino A., Bonanno A., Potoschi A. Jr , Giordano C.
18,15 – 18,30: Discussione
18 Febbraio
3° SESSIONE TECNICA – IL MONITORAGGIO DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AMP - CHAIRMAN E. FRESI
10,00-10,45 –
Invited Speaker - Joandomènec Ros, Departament d'Ecologia, Universitat de
Barcelona, Spain. THE CONTENDING EFFECTS OF PROTECTION AND FREQUENTATION IN
MPAS: AN EXAMPLE FROM THE MEDES IS. MONITORING STUDIES
10,45-11,10 – QUALI ORGANISMI POSSONO REALMENTE ESSERE UTILIZZATI NELLA VALUTAZIONE
DELL’IMPATTO DELL’ATTIVITA’ SUBACQUEA RICREATIVA? IL CASO DELL’AMP DI
PORTOFINO (MAR LIGURE) - Cattaneo-Vietti R. , Bava S. , Franci G. , Schiaparelli S.
11,10-11,35 - UTILIZZO DI NUOVE APPARECCHIATURE PER IL MONITORAGGIO IN AREE MARINE
PROTETTE – Spanò N., Iaria, G., Rinelli P., Manganaro, A.
11,35-
12,00- VOLUNTEERS IN MARINE CONSERVATION MONITORING: MEDITERRANEAN
HIPPOCAMPUS MISSION, A STUDY ON THE DISTRIBUTION OF SEAHORSES CARRIED OUT
IN COLLABORATION WITH RECREATIONAL SCUBA DIVERS - Goffredo S., Piccinetti C. ,
Zaccanti F.
12,00 -12,15 - Break
4° SESSIONE TECNICA- LA GESTIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE NELLE AMP – CHAIRMAN L. MARINI
12,15 -12,40: RECRUITMENT AND SURVIVAL OF RED CORAL IN PROTECTED AND NOT PROTECTED
AREAS: SOME CLUES FOR CONSERVATION - Santangelo G., Bramanti L., Rossi S.,
Tsounis G., Gili J.M.
12,40-
13,05: PATRIMOINE NATUREL SOUS-MARIN
PROBLEMATIQUE SOCIETALE - Musard O.
ET
CAPACITE
DE
CHARGE :
UNE
13,05- 13,30: RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS): MECCANISMI DI CONTROLLO DELLE
VISITE SUBACQUEE - Odorico R., Piron M.
13,30 -14,00: Discussione
14,00- 15,00 : Pausa pranzo
15,00- 15,30: SESSIONE POSTER E VIDEO
15,30 – 15,55: PROPOSTA DI UN CODICE DI CONDOTTA PER LE ATTIVITÀ SUBACQUEE
RESPONSABILI (CCRDA) COME STRUMENTO PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELL’AREA
MARINA PROTETTA “SECCHE DI TOR PATERNO” - Cataudella S., Antognarelli F. , Bruni M.,
Burchi E. , Costa C., Fianchini A. , Giganti M. , Gravina F, Lorenzi C., Manzo C. , Quaranta
R., Ragosta S., Scardi M., Ciccotti E.
15,55 -16,20: SUBMED - STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TURISMO SUBACQUEO NEL
MEDITERRANEO – Satta A., Diviacco G., Prandi G.
Area Marina Protetta
“Secche di Tor Paterno”
Workshop Internazionale-
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
16,20 – 16,45: SUB PER L’AMBIENTE: IL TURISMO SUBACQUEO E LA RICERCA SCIENTIFICA Goffredo S., Zarafa M.
16,45 - 17,00 - Break
17,00- 17,25: GESTIONE ONLINE DELLE AUTORIZZAZIONI ALLE IMMERSIONI NELLE AREE MARINE
PROTETTE - Piraccini M. , Simonetti L. , Massa G., Simoncelli P., Zanetti M., Sana G.,
Sarcinelli F., Zambelli G.
17,25- 17,50: ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE E PROPOSTA DI UN MODELLO DI GESTIONE
DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE RICREATIVE NEL PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO DI
LA MADDALENA – Ghelfi C., De Luca M., Cossu A.
17,50 - 18,30 Discussione e Conclusioni
Area Marina Protetta
“Secche di Tor Paterno”
Workshop Internazionale-
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
POSTER
- INDAGINE PRELIMINARE SULLO ZOOBENTHOS DELLA FASCIA COSTIERA DELL’ISOLA DI PIANOSA
(PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO)
Bedini, R., Sartoni, G., Bertini, S., Nannelli, A.
- STUDIO PRELIMINARE SULL’EFFETTO DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE SUL POPOLAMENTO ITTICO
DELL’ISOLA DI GIANNUTRI
Cecchi, E., Balata, D., Piazzi, L., and Serena, F.
- DIVING FOR THE ENVIRONMENT. 2002-2005: MEDITERRANEAN UNDERWATER BIODIVERSITY
PROJECT
Goffredo, S., Orlandi, A., Neri, P., Scola Gagliardi, M., Velardi, A., Piccinetti, C., Zaccanti, F.
- I DIVERSAMENTE ABILI E LA FRUIZIONE DELLE AREE MARINE PROTETTE
Lo Monaco D., Lo Monaco R.
- REGOLAMENTAZIONE E PROMOZIONE DELLE
PROTETTA DELLE SECCHE DI TOR PATERNO
Marini, L.
ATTIVITA’
SUBACQUEE
NELL’AREA MARINA
- LA BIODIVERSITA’ DELLE FANEROGAME NELLE AREE MARINE PROTETTE
Micheli, C., Paganin, P., Dolce, T., Caye, G., Meinesz A., Rismondo, A., Curiel, A., Peirano A., Bianchi
C.N.
- RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS) E CIRCOLO SOMMOZZATORI TRIESTE: UN
ESEMPIO DI COLLABORAZIONE PER LA GESTIONE DEGLI IMPATTI NEI CORSI DI SEA WATCHING PER
RAGAZZI.
Odorico, R., Merson, E.
- VALUTAZIONE, MONITORAGGIO E DOCUMENTAZIONE DELLE RISORSE SOTTOMARINE PER LA
LORO PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE (IN TERMINI DI TURISMO SUBACQUEO) NELL’AREA
MARINA PROTETTA “PENISOLA DEL SINIS – ISOLA DI MAL DI VENTRE”
Paliaga, B., Trainito, E., Molinaroli, E., Gellon, A., Sanna, O., Massaro, G.
- LE ATTIVITA’ SUBACQUEE E LA PRESENZA DI Sciaena umbra (Linnaeus, 1758) NELLA RISERVA
NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS).
Polo, F., Odorico, R.
- LA SPONGICOLTURA NELLE AREE MARINE PROTETTE ITALIANE: UNA NUOVA POSSIBILITA’
IMPRENDITORIALE SUBACQUEA
R. Pronzato, G. Corriero, F. Donati, R. Manconi, A Sarà, C. Ferretti, M. Milanese, C. Cerrano, C.
Nonnis Marzano, C. Longo, M. Mercurio, F. Ledda, F. Ortu, A Serusi, T. Cubeddu
- L’ATTIVITA’ SUBACQUEA PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NELLE AMP. SORVEGLIANZA DEI
LIMITI INFERIORI DEI POSIDONIETI NELL’AREA MARINA PROTETTA CAPO RIZZUTO (KR)
Rende, F., Rocca, D., Cozza, R., Bitonti, M.B., Innocenti A.M.
- INDAGINE PRELIMINARE SULLE FITOCENOSI DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO NAZIONALE
DELL’ARCIPELAGO TOSCANO)
Sartoni, G., Bedini, R., Maestrini, M., Boccia, B.
Area Marina Protetta
“Secche di Tor Paterno”
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“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a
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ABSTRACTS
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
INVITED SPEAKER
MARINE MANAGEMENT IN THE PORT-CROS NATIONAL PARK –
THE ECOLOGICAL MOORING PROCESS
Ph Robert
Responsable scientifique
Parc national de Port-Cros
[email protected]
Depuis 1963 le Parc national de Port-Cros est chargé de la gestion de l'île et
des îlots de Port-Cros, et d'une bande marine de 600 m de large, tout autour
(2 000 ha). Comme les 6 autres parcs nationaux de France, il fait appliquer
une loi de protection de la nature, tout en permettant à l’Homme l’accès à ce
milieu naturel.
Chaque année, 120 000 visiteurs débarquent sur l’île, 16 000 bateaux de
plaisance sont au mouillage et 20 000 plongeurs y découvrent les paysages
sous marins et les espèces spectaculaires.
Pour sa gestion, le parc national met en place les outils juridiques et
techniques, permettant une fréquentation raisonnable des sites, tout en y
assurant la protection des milieux et des espèces, ainsi que la sécurité des
visiteurs. En complément, il développe une politique culturelle et
pédagogique de découverte de la nature, pour le public et pour les scolaires.
En mer aucune pratique de la pêche sous marine (toute forme de
prélèvement), de la pêche de loisir, de la pêche à pied, et de la pêche
professionnelle aux arts traînants (chalutage). La plongée sous marine et la
pêche professionnelle artisanale sont soumises à la signature et au respect
d’une charte annuelle. Le mouillage et la vitesse des bateaux sont également
réglementés. L’évolution de la réglementation marine, se fait en concertation
avec les principaux usagers. Leur implication directe parait en effet
préférable, pour un plus grand respect des règles choisies.
Pour mieux gérer les activités et en faire accepter les règles et leur
nécessaire respect, des outils techniques pour la protection des écosystèmes
et pour la sécurité des usagers sont mis en place. C’est le cas en particulier
des dispositifs d’amarrage écologiques pour la plaisance et la plongée sur les
sites d’herbiers, de sable ou de roches.
Le parc national joue ainsi
pleinement son rôle de laboratoire de gestion.
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
LA GESTIONE DEL TURISMO SUBACQUEO NELLE AREE MARINE PROTETTE
(AMP): GLI ELEMENTI DA CONSIDERARE
Tunesi, L. (1), Agnesi, S. (2), Di Nora T. (3)
(1,2,3) ICRAM, Via di Casalotti 300, 00166 Roma
Il turismo subacqueo è
una delle principali attività che permette di
apprezzare gli effetti delle misure di tutela applicate nelle Aree Marine
Protette (AMP). L’ICRAM, nell’ambito del sua attività di ricerca a supporto
delle fasi di progettazione e gestione delle AMP, ha approcciato lo studio del
turismo subacqueo. Una prima esperienza pilota, realizzata nella Riserva
Naturale Marina Isola di Ustica, ha avuto l’obiettivo di caratterizzare alcuni
dei fattori di natura biologica che influenzano la domanda di turismo
subacqueo. La ricerca, condotta attraverso l’analisi della distribuzione
spaziale dei subacquei sui luoghi di immersione più frequentati, ha consentito
di verificare la rilevanza di alcune facies del benthos, o di ittiofauna con
specifiche caratteristiche, nel polarizzare la richiesta per alcuni siti.
L’esperienza acquisita è stata utilizzata nella fase di progettazione dell’AMP di
Rdum-Majiesa-Ras Raheb (Malta) per individuare le aree maggiormente
vocate alle attività subacquee. L’analisi delle esperienze realizzate e della
bibliografia considerata consente di sintetizzare alcune indicazioni sulla
tipologia di informazioni necessarie ad una corretta pianificazione delle
attività subacquee nelle AMP. In particolare, viene evidenziata la necessità
di: a) studi mirati a caratterizzare la distribuzione di biocenosi ed ittiofauna;
b) dati sulla domanda ed offerta di turismo subacqueo nell’area di interesse;
c) analisi dei principali fattori che influenzano la domanda di specifici siti di
immersione. Tali informazioni, integrate ed analizzate in un GIS, consentono
di tener conto sia della componente ambientale che di quella economica,
supportando il decisore nella scelta degli strumenti più efficaci nella gestione:
regolamentazione delle aree, dei periodi e del numero di subacquei.
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
STRATEGIE GESTIONALI PER LA MESSA A PUNTO DI UN MODELLO DI
FRUIZIONE SUBACQUEA DELLE AMP MEDITERRANEE.
Sequi, R.
Via Principe Eugenio 60, 00185 ROMA, Italia
Proposte per una fruizione subacquea mediterranea compatibile.
Esperienze gestionali maturate in tre AMP nazionali con particolare attenzione
alla politica di coinvolgimento e condivisione di un settore cardine per la
corretta valorizzazione e fruizione delle risorse ambientali marine.
Gli itinerari subacquei: applicazione dei concetti e dei principi di capacità di
carico, individuazione e valorizzazione di attrattori subacquei alternativi,
sviluppo di azioni di conservazione/fruizione mediante applicazione
combinata di variabili multiple (spazio, tempo, stagione, attrattori, grado di
esperienza dei visitatori, geomorfologia, profondità media, sicurezza…….)
Il ruolo dei Centri di Immersione: da accompagnatori a guide ambientali, da
scuola di immersione a centro di educazione ambientale, da operatori
stagionali a tecnici per il monitoraggio ambientale e supporto alla ricerca
scientifica.
Il ruolo delle DIDATTICHE INTERNAZIONALI per la messa a punto di percorsi
formativi finalizzati ad uno standard comune ed in linea con le finalità
istituzionali delle AMP.
Ipotesi per uno Standard Mediterraneo di Fruizione Subacquea delle Aree
Marine Protette: SSSS (Salvaguardia, Sicurezza, Semplicità, Sostenibilità)
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
INVESTIGATION OF COASTAL BIOCENOSES ON THE ISLAND OF PIANOSA,
(NATIONAL PARK, TUSCAN ARCHIPELAGO)WHERE SWIMMING IS ALLOWED
ON ONLY ONE BEACH
Bedini, R., (1) Sartoni, G., (2) Orlandi, P., (3)
(1) Istituto di Biologia ed Ecologia Marina, Piazza G. Bovio 3/4, 57025
Piombino (2) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze
(3) Dipartimento di Geologia, Università di Pisa.
The Island of Pianosa is of immense naturalistic interest as a result of its
‘isolation’ from the rest of the world for the decades that the island was used
for a prison. The lithological nature of the island easily creates fissuring and
the formation of indentations and erosive waterbeds that encourage and
protect particular biotypes to develop. The fact that anchoring, fishing and
transit near the coast were forbidden has preserved intact the marine
environment and allowed all biocenoses to develop naturally. Today
swimming is allowed in only one beach of the island. This fact alone has
created an environment that makes this study of fauna and flora of the
coastal area extremely significant scientifically, giving a picture of the
development and interaction of coastal biocenoses in an uncontaminated,
natural environment. Previous studies of the same biocenoses in other areas
affected by anthropic activity disturbance mean that monitoring data is
available for comparative studies. A study was also carried out into the
nature of substrate settlement of the different sessile populations, both
vegetable and animal, in order to highlight the relation between the
substrate type and the colonising species.
The proximity of the Island of Elba, only 8 miles away, greatly increases the
value of the results obtained in view of the fact that knowledge of the
biocenoses of Pianosa, and especially their development and interaction,
allows comparative studies of identical sessile populations. A scientific datum
of great significance is the discovery, from the first samplings, of species that
had been indicated as being in worrying decline such as Feoficee of the
Cystoseira genus, included in protected flora as being in decline everywhere
in the Mediterranean, and found in fact in numerous quantities and with
sprouts well-provided with breeding-grounds. Many of the animals identified
are also included in the extremely rare species in decline.
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
INVITED SPEAKER
THE DIVING ACTIVITIES IN MEDES ISLANDS MARINE PROTECTED AREA.
EVOLUTION FROM 1992 TO 2004 AND IMPACT ON NATURAL MARINE
COMUNITIES
Nuria Muñoz Bonet - Responsable d el’Àrea protegida de les Illes Medes
L’Estartit. Spain
Àrea protegida de les Illes Medes. Edifici Medes Park II . C/ Eivissa s/n L’Estartit. Spain
The diving activities in Medes Islands marine protected area begins before its
protection in 1990. We will describe the evolution of diving from 1992 to
2004 with the establishment of a regulation for this activities
Also, we include a description of diving activities evolution, the temporality,
the diving zones and the
effects on the different marine communities.
Description of the differences between diving zones and integral protected
zones. So, practically we integrate planning, managing and monitoring.
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
LE CERNIE DELLA RISERVA MARINA DI USTICA: AMBIENTI PREFERENZIALI
La Mesa G., (1) Di Muccio S., (2) and Vacchi M. (3)
(1, 2) ICRAM via di Casalotti, 300 – 00166 Roma; (3) ICRAM c/o MNA
Università di Genova, Viale Benedetto XV, 5 – 16132 Genova
Sicuramente le cernie sono specie emblematiche della Riserva Marina di
Ustica e rappresentano il richiamo più forte per i subacquei che visitano la
Riserva. Questi animali sono quindi “specie bandiera” che meritano
particolare attenzione in termini di protezione. E’ molto importante per
esempio individuare i tratti di costa e i periodi stagionali in cui gli animali si
aggregano, in relazione al ciclo biologico e agli habitat d’elezione, e le cernie
diventano più sensibili al disturbo antropico.
In questo contesto l’ICRAM ha recentemente svolto a Ustica ricerche mirate
ad approfondire le conoscenze su alcuni aspetti eco-etologici e sugli habitat
preferenziali delle tre specie Epinephelus marginatus, E. costae e
Mycteroperca rubra mediante “Visual Census”,.
In particolare è stata studiata l’area circostante lo Scoglio del Medico, per
effettuare le prime valutazioni della abbondanza e distribuzione, identificare
siti specifici di aggregazione e determinare le preferenze delle specie in
termini di macro e micro-habitat.
La cernia bruna (E. marginatus) è risultata non solo la specie più
abbondante, ma anche quella con la distribuzione più ampia ed uniforme. Nei
mesi estivi più caldi si osserva un aumento notevole del numero di esemplari
con fenomeni di aggregazione a fini riproduttivi. Differenti risultano le
dinamiche temporali della abbondanza in E. costae e M. rubra . Inoltre in
queste due cernie sono state riscontrate differenze comportamentali tagliadipendenti in relazione alla distanza dal fondo: i piccoli individui si trovano
infatti generalmente più vicini al substrato rispetto a quelli di taglia
maggiore.
E. marginatus predilige fondi caratterizzati da abbondante copertura algale e
da elevata complessità del substrato. Il microhabitat preferito da E. costae, è
invece definito dalla mancanza di cavità nel substrato, caratteristica in
comune con M. rubra. La scelta dell’habitat in M. rubra è guidata anche da
variabili abiotiche, come la pendenza del fondo e la composizione del
substrato.
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
EFFETTI DEL TURISMO SUBACQUEO NELL’AREA MARINA PROTETTA ISOLA DI
USTICA
Milazzo, M., (1) Badalamenti, F., (2) Gorgone, R., (1) Di Franco, A., (1)
Chemello, R., (1)
(1) Dipartimento di Biologia Animale, Università di Palermo, Via Archirafi 18,
I-90123 Palermo, Italy (2) Laboratorio di Biologia Marina, IAMC-CNR, Via G.
da Verrazzano 17, I-91014 Castellammare del Golfo (TP), Italy
L’impatto delle attività subacquee sulle comunità naturali dell’AMP di Ustica è
stato valutato attraverso: 1. l’individuazione delle tipologie di impatto e la
stima dell’impatto reale, 2. la definizione del comportamento dei subacquei in
termini di preferenza di habitat e tipo di (ab)uso, 3. la quantificazione dei
danni e l’individuazione di descrittori biologici, 4. la definizione di effetti sul
comportamento di pesci costieri.
Il numero di subacquei per sito di immersione è stato quantificato, in luglioagosto 2001, con 25 osservazioni in campo. Il comportamento dei subacquei
in immersione è stato valutato quantificando il tempo di permanenza per
habitat ed il numero di contatti. Per ciascun contatto è stato valutato l’effetto
sul benthos e sull’ittiofauna.
Durante le osservazioni sperimentali, ciascuna della durata media di 38,6
minuti (±7), sono stati seguiti 134 subacquei che nel complesso hanno fatto
registrare 1011 contatti con l’ambiente. Di questi 684 erano non intenzionali
e 327 intenzionali. Il 97% dei contatti non ha prodotto danni evidenti sulle
specie presenti nei diversi habitat in quanto avvenuti su alghe fotofile
(Cystoseira spp. e Dictyota spp.), su Posidonia oceanica e sulle alghe
incrostanti. Il contatto con il substrato sembra, tuttavia, esercitare un effetto
su alcune specie ittiche, che si aggregano in cerca di cibo.
I contatti con Paramuricea clavata (0,04% del totale) non hanno prodotto
danni evidenti. Nel 3% dei casi, soprattutto in ambienti sciafili, sono stati
registrati danni evidenti su organismi bentonici sessili, come Astroides
calycularis, Leptopsammia pruvoti e Myriapora truncata.
Gli esemplari di Epinephelus marginatus hanno spesso mostrato un
comportamento orientato nei confronti del subacqueo.
In conclusione, i risultati suggeriscono l’avvio di programmi specifici di
gestione attraverso: la quantificazione dell’impatto reale, il monitoraggio
delle conseguenze su specie bentoniche ed ittiche e la messa a punto di
progetti di educazione ed informazione per migliorare il comportamento dei
sub.
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
CREAZIONE DI UN PROTOCOLLO PER IL MONITORAGGIO DEL DISTURBO
LEGATO ALLA FRUIZIONE SUBACQUEA NEL SISTEMA DI GESTIONE
AMBIENTALE (CERTIFICATO EMAS I-000246) DELLA RISERVA NATURALE
MARINA DI MIRAMARE (TRIESTE)
Polo, F. (1), Zuppa, F. (2) and Tempesta, M. (3)
(1) Via G. Bertacchi 9, 35127 Padova, Italy (2,3) Riserva Naturale Marina
di Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano, Trieste, Italy.
Seguendo le indicazioni riportate nel Sistema di Gestione Ambientale, che ha
ottenuto la certificazione europea EMAS (Reg. CE 761/2001) nel giugno
2004, si è studiato un protocollo di monitoraggio al fine di valutare il possibile
disturbo antropico legato alla fruizione subacquea all’interno della zona Core
della Riserva Naturale Marina di Miramare (Trieste). Il protocollo che segue
una metodologia ampiamente sperimentata negli anni presso la Riserva, si
basa sul monitoraggio tramite visual census di tredici specie target in due
transetti posti a diversa profondità lungo la scogliera rocciosa di Miramare. I
risultati del primo periodo di applicazione mostrano come presenza,
abbondanza e taglia delle specie target registrate prima e dopo il passaggio
di gruppi di subacquei o di sea-watchers non siano influenzate negativamente
dalle attività di fruizione, evidenziando anzi possibili comportamenti
opportunistici per Chromis chromis. I risultati del monitoraggio concordano
con quanto riscontrato in altre AMP mediterranee, e delineano una
sostanziale acclimatazione delle specie ittiche alle attività di fruizione. Questi
dati e quelli che verranno raccolti in futuro saranno fondamentali per la
valutazione periodica dell’efficienza della gestione della Riserva marina,
nell’ottica di un continuo miglioramento della qualità ambientale
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ABSTRACT
Relazioni Verbali
VALUTAZIONE DELL’EFFETTO “SPILL-OVER” IN UN’AREA MARINA PROTETTA
MEDIANTE TECNICHE DI VISUAL CENSUS
Manganaro M. (1), Profeta A. (2), Pirrera L. (3), Agostino A. (4), Bonanno A.
(5), Potoschi A. Jr (6), Giordano C. (7),
(1-7) Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina, Università di
Messina, Salita Sperone, 31, 98166 Messina,
Dai risultati di recenti ricerche svolte in ambito nazionale (‘Sistema Afrodite’)
si è potuto appurare che all’interno delle aree in cui la pesca è bandita si
riscontrano densità e taglia degli individui di specie ittiche commerciali
superiori rispetto a zone adiacenti soggette a prelievo. Attraverso processi
come lo ‘spillover’ (letteralmente ‘traboccamento’) si può assistere, infatti, ad
un aumento nel tempo delle densità e delle taglie degli individui anche
all’esterno delle AMPs, con potenziali benefici per la pesca. Attualmente
esistono pochissimi studi a questo riguardo e nessuno concernente il Mar
Mediterraneo. Rappresenta dunque una novità il progetto proposto ed attuato
dal CoNISMa finanziato dal MIPAF “Valutazione dell’efficacia delle Aree Marine
Protette: ‘Spill-Over’ e possibili effetti sulla pesca”.
L’AMP indagata nel presente lavoro è quella di “Capo Rizzuto”. I
campionamenti sono stati effettuati all’interno dell’AMP ed al di fuori dei suoi
confini per valutare gli effetti delle attività antropiche e per stimare
l’ampiezza delle aree positivamente influenzate dagli effetti della protezione.
Nell’indagine è stata utilizzata la tecnica dei transetti in immersione, che è
per altro la più usata in Mediterraneo in studi sulla fauna ittica delle AMPs,
perché risulta essere anche la meno invasiva per i popolamenti costieri. Tale
tecnica permette la raccolta di dati sulle specie ittiche in termini di numero di
specie, densità, taglia e biomassa. Il campionamento ha interessato la fascia
batimetrica compresa fra 4 e 20 metri di profondità su fondi rocciosi misti a
Posidonia oceanica.
Sono state complessivamente censite 39 specie e dall’analisi dei dati raccolti
è stato rilevato che la composizione del popolamento ittico presenta una
buona diversità specifica, con ritrovamenti costanti di specie di importanza
commerciale (Sparidae, Mullidae e Scorpaenidae).
In definitiva trattandosi di dati assolutamente preliminari non è ancora stato
possibile valutare l’effetto ‘traboccamento’ delle specie ittiche in una AMP che
sarà possibile valutare negli anni.
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“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
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Relazioni Verbali
INVITED SPEAKER
THE CONTENDING EFFECTS OF PROTECTION AND FREQUENTATION IN MPAS: AN EXAMPLE
FROM THE MEDES IS. MONITORING STUDIES
Joandomènec Ros
Departament d'Ecologia, Universitat de Barcelona
Barcelona, Spain
There are several zones on the Mediterranean coast and elsewhere
enjoying a certain amount of protection, under a variety of legal regimes.
These marine protected areas (MPAs) may be the best tools to stop the
biodiversity erosion that overexploitation by fisheries, coastal works and
other human uses inflict on our littoral ecosystems. The demographic
response to protection is generally fast and good: the number of species of
fish, the number of individuals of their populations and the individual size of
most of the species increase dramatically in few years. Also, the banning of
other activities (trawling, collection of shellfish, and so on) allow the recovery
of the structure and composition of these communities. There is, then, a
positive aspect of coastal protection: the protected species (mainly fish, but
also other animal and/or plant species) thrive under the new (in fact, very
old) conditions: no fishing, no collecting, no coastal alteration whatsoever.
(Only pollution, be it point or diffuse, and its effects, such as climate change,
are difficult to ban from these areas.)
But there are also less positive outcomes of protection. Most MPAs
regulations allow human visits to all or parts of the protected area, under a
variety of forms: snorkelling, scuba-diving, coastal navigation and so on. But
the human frequentation to a MPA involves certain biodiversity risks. In
extreme cases, the MPA functions like a successful museum rather than a
reserve, but with the inconvenience that there is no suitable way to watch at
a time a few dozens of boats (with anchors, garbage dumping and oil
leakage) or a few hundreds of underwater visitors. In the optimistic
supposition that these last ones would respect the strict norms that forbid
extracting or damaging any organism, the treading (i.e., contact of hands,
knees and flippers with the bottom) of divers do affect the organisms living
on the substratum, especially the most delicate ones. As a result, some of
the zones on the more popular underwater routes are thoroughly trampled
and certain fragile communities (coralligenous and underwater caves in the
Mediterranean, coral reefs in the tropics, etc.) are in a rather degraded state.
The calcareous algae and invertebrates with brittle skeletons, such as
hydrozoans, bryozoans, sponges and gorgonians, are damaged inadvertently.
But there are also behaviours that change (to worst) the situation:
some divers kill sea urchins on purpose to feed the fish, or else give to these
unnatural diets (such as boiled eggs) to make them approach the humans.
Though it is more selective, there is still degradation. The publicity
concerning protection, which attracts the visitors, may be the reason why, in
the long run, there is nothing left worth seen in some sites of the most
popular (and frequented) MPAs; that’s what happened in the first underwater
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Relazioni Verbali
park in the United States, the John Pennekamp Coral Reef State Park,
Florida, where the corals have been totally damaged by the uninterrupted
stream of visitors.
The continued monitoring of several MPAs in the Mediterranean,
specially the Medes Is. Marine Reserve (coast of Girona, Spain), which our
research team has studied for nearly 15 years, clearly shows these and other
effects: the reserve effect (as a result of protection) and the
frequentation effect (as a result of the visit, mainly underwater) on
selected species and communities. These demographic and structural
changes in the populations of interacting species produce also unexpected
cascade effects, which can illustrate us on the ecological dynamics of
natural and human-affected communities.
As the above mentioned monitoring is funded by the same regional
government which created and manages the MPA (which is generally the
case in other MPAs), there is another result of these studies: they provide
ecologically-based management recommendations to the environmental
administration. But as these tend to curb the deleterious frequentation
effects, they frequently contend with the economical and social effects of
the MPAs, thus there can be conflicts of interests between the environmental
goals (the protection of coastal species and communities) and the economical
ones (the exploitation of the MPA, considered as another, valuable, economic
asset).
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Relazioni Verbali
QUALI ORGANISMI POSSONO REALMENTE ESSERE UTILIZZATI NELLA
VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DELL’ATTIVITA’ SUBACQUEA RICREATIVA? IL
CASO DELL’AMP DI PORTOFINO (MAR LIGURE)
Cattaneo-Vietti, R. (1), Bava, S. (2), Franci, G. (3), Schiaparelli, S. (4)
(1,2,3,4) Dip.Te.Ris. Università di Genova, C.so Europa 26, I-16132, Genova,
Italy.
L’attività subacquea può provocare danni al benthos come già messo in
evidenza in ambiente tropicale. Nell’AMP Portofino si sta cercando
d’identificare possibili bioindicatori adatti a valutarne gli effetti. Dal 1999, è
stata studiata la densità dei gorgonacei Eunicella cavolinii, Paramuricea
clavata, Corallium rubrum e del madreporario Leptopsammia pruvoti, in siti a
diversa o nulla frequentazione. I conteggi sono stati effettuati utilizzando
cornici di 20x20, 50x50 e 200x200 cm. Gli organismi a scheletro flessibile (E.
cavolinii e P. clavata) sono stati conteggiati in parete, mentre quelli a
scheletro calcareo (C. rubrum e L. pruvoti), sono stati valutati sia in parete,
sia nel sedimento sottostante, dove si accumulano dopo il distacco dovuto
all’eventuale impatto con subacquei, con lenze perse o per cause naturali.
L’AMP Portofino è stata, infatti, interessata negli ultimi anni da alcuni
fenomeni di mortalità di massa: nel 1999, la persistenza di acque calde
anche in profondità ha determinato una moria di gorgonacei e spugne
commerciali; nel 2003, una massiccia fioritura di mucillagini ha causato danni
alle comunità fotofile. In seguito a questi fenomeni, comunque ricorrenti a
livello mediterraneo, è stato difficile se non impossibile distinguere, in 4 anni
(ottobre 1999 - ottobre 2003), i danni derivanti dall’attività subacquea da
quelli legati a fenomeni naturali, se si esclude il caso d’immersione in grotta.
In linea generale, nessuna delle specie prese in esame può essere
efficacemente utilizzata nello studio dell’impatto dell’attività subacquea, date
le cospicue variazioni strutturali che periodicamente interessano queste
popolazioni. La Regione Liguria, nell’ambito del progetto SubMed (Interreg III
B Medocc) sta sviluppando una ricerca che tenda a pianificare l’attività
subacquea ricreativa nell’AMP di Portofino in modo da distribuirne l’eventuale
impatto nel tempo (stagionalità) e nello spazio (siti d’immersione),
raccogliendo serie storiche estremamente importanti nella valutazione dei
danni e delle capacità di recupero di queste popolazioni.
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Relazioni Verbali
UTILIZZO DI NUOVE APPARECCHIATURE PER IL MONITORAGGIO IN AREE
MARINE PROTETTE
Spanò, N. (1), Iaria, G. (2), Rinelli, P. (3), Manganaro, A. (4).
(1,4) Dipartimento Biologia Animale Ecologia Marina, Salita Sperone, 31,
Università degli studi di Messina,(2) OLOTURIA SUB, Via Consolare Pompea,
Messina, (3) CNR – Spianata S. Raineri, Messina
Negli ultimi anni, l’avvento della subacquea nella ricerca scientifica è stato un
primo passo verso lo studio dei popolamenti costieri di Aree Marine Protette
(AMP). Infatti la capacità di riconoscere le specie nel loro ambiente naturale,
permette all’osservatore di arrecare il minimo disturbo sulle comunità. Fra i
fattori che influiscono sulla identificazione e riconoscimento delle specie nel
loro habitat naturale è importante il movimento dell’osservatore
nell’ambiente marino, oltre che il disturbo imputabile alle attrezzature
utilizzate.
A questo proposito nell’ambito di alcuni progetti nazionali è stato provato, un
apparecchio a circuito chiuso (rebreather - CCR), per il visual census della
fauna ittica.
Il principio di funzionamento di tale apparecchiatura si basa sul ricircolo della
miscela respiratoria, eliminando l’anidride carbonica, tramite fissaggio
chimico su materiale assorbente, e reintegrando l’ossigeno metabolizzato.
Conseguenza di tale principio di funzionamento è la totale assenza di bolle,
che consente l’immersione in assoluto silenzio e permette di avvicinare le
specie ittiche arrecando loro il minimo disturbo. Tutto ciò è stato confermato
da alcune prove sperimentali condotte durante le campagne di ricerca svolte
dall’ULR del CoNISMa, nell’area Marina Protetta di Isola Capo Rizzuto che
hanno messo a confronto le osservazioni di uno stesso operatore con le due
apparecchiature (ARA – CCR). Si è evidenziato che utilizzando il CCR si è
potuta osservare una maggiore ricchezza e diversità di specie ittiche.
E’ auspicabile che tali apparecchiature possano essere utilizzate da personale
tecnico che operi nelle AMP per la gestione e il monitoraggio delle comunità
della fascia costiera.
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Relazioni Verbali
VOLUNTEERS IN MARINE CONSERVATION MONITORING: MEDITERRANEAN
HIPPOCAMPUS MISSION, A STUDY ON THE DISTRIBUTION OF SEAHORSES
CARRIED OUT IN COLLABORATION WITH RECREATIONAL SCUBA DIVERS
Goffredo, S. (1), Piccinetti, C. (2), Zaccanti, F. (3)
(1, 3) Marine and Fresh Water Science Group (MSG), Department of
Evolutionary and Experimental Biology, Alma Mater Studiorum - University of
Bologna, Via F. Selmi 3, I-40126, Bologna, Italy (2) Laboratory of Fisheries
and Marine Biology at Fano, Alma Mater Studiorum - University of Bologna,
Viale Adriatico 1/N, I-61032, Fano (Ps), Italy
Seahorses (Hippocampus) live in tropical and temperate waters. Habitat
degradation and fishery overexploitation have led to drastic population
declines on a global scale. Population monitoring is therefore essential to
determine current status and manage conservation. In this first study in
Italian waters on the geographical and ecological distribution of the two
Mediterranean species, Hippocampus hippocampus and Hippocampus
ramulosus, recreational scuba divers were recruited and trained to report
sightings. A specially formulated questionnaire was produced by Scuba
Schools International Italy and Underwater Life Project and distributed to
scuba diving schools and centers. In the 3-year study, 2536 divers spent
6077 diving hours gathering data and completed 8827 questionnaires. Eight
percent of the questionnaires showed seahorse sightings, for a total of 3061
sighted specimens, 68% of which referred to Hippocampus ramulosus. The
two species had overlapping geographic distributions. Seahorse abundance
varied with the northern Adriatic Sea showing greatest abundance followed
by the central-southern Tyrrhenian Sea; seahorses were rare in the Ligurian
and northern Tyrrhenian Seas. Preferred habitats were shallow areas with
either sandy bottoms or Posidonia oceanica (L.) Delile meadows. Seahorse
distribution may be correlated with the degree of degradation of P. oceanica
meadows. Resource users, like divers, were shown to be willing to take part
in biological monitoring and can contribute both in scientific terms by
collecting considerable amounts of data over short time periods, and in
economic terms by decreasing costs. The greatest limitation with volunteers
was the difficulty in obtaining a uniformly distributed sample across time and
space. We conclude that recreational divers can play an active part in
monitoring the marine environment and that the Mediterranean Hippocampus
Mission may be used as a model for biodiversity monitoring.
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Relazioni Verbali
RECRUITMENT AND SURVIVAL OF RED CORAL IN PROTECTED AND NOT
PROTECTED AREAS: SOME CLUES FOR CONSERVATION
SANTANGELO G. (1), L. BRAMANTI (1), S. ROSSI (2), G. TSOUNIS (2), J.M. GILI (2)
(1) Dip.to Etol, Ecol, Evol Via Volta 6 I-56126 Pisa, Italy , (2) Institut de
Ciencias del Mar CSIC Barcelona, Spain
Corallium rubrum (the precious red coral par excellence) is a long-lived,
slow-growing gorgonian, endemic to the Mediterranean and neighbouring
Atlantic rocky bottoms between 20 and 200 m depth. Because of their high
economic value, red coral colonies have long been harvested and most
populations were thus depleted. From several years now our researches has
been addressed toward the red coral populations in the Western
Mediterranean Sea. On the basis of a previous four-year study on
recruitment and early survival on artificial substrates (marble tiles) the net
recruitment rate (recruitment minus mortality) showed positive figures,
indicating the trend of red coral to colonize permanently the tiles. Moreover
out of 388 colonies settled over 4 years on tiles, no one was affected by
boring sponges which affected more of 50% of the colonies living in the area.
Boring sponges are one of the mortality sources for red coral colonies and
reduce remarkably their economical value. These two findings suggest
marble tiles should be an useful tool for fostering the restoration of red
coral populations.
Estimates of recruitment, early mortality and growth rates of long-lived
species may require demographic measurements over many years and
several populations in order to sample a wide range of environmental and
demographic variability. We started thus an experiment in which red coral
recruitment rates and growth were checked in different geographic areas. To
this purpose 54 100 cm2 marble tiles were placed within patches of red coral
colonies, following a Multifactorial ANOVA model over 3 different geographic
areas (Calafuria, Livorno, Elba MPA in Italy and Medas MPA Spain). All these
areas showed different red coral densities. In each area 2 different sites were
randomly selected. Plates were successively sampled by photograph.
Between July and August red coral recruited in all the geographic areas and
sites, also showing a wide variability in density (Calafuria 2.70 ± 3.04; Elba
1.1 ± 1.40; Medas 1.60 ± 1.94 recruits/dm2). Similarly in a single
geographic area (Calafuria) different, randomly selected sites, sampled in
different years, showed significantly different recruitment rates. All these
finding indicate a wider variability in recruitment densities All these findings
indicate a wider variability in recruitment not only between different
geographic areas but also at a smaller spatial scale (between different sites
at few hundreds meters distances).
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Relazioni Verbali
PATRIMOINE NATUREL SOUS-MARIN ET CAPACITE DE CHARGE : UNE
PROBLEMATIQUE SOCIETALE
Musard O.
14 rue des Camélias, Pors Loas, 22 470 Plouezec, France
La frange sous-marine du littoral méditerranéen français est investie d’une
fonction récréative et touristique croissante, les pratiques subaquatiques se
distinguant nettement dans ce processus d’appropriation territoriale et ce, au
point d’être trop souvent considérées de façon négative par les gestionnaires
des aires marines protégées (A.M.P) de Méditerranée française.
L’organisation des pratiques récréatives suscite des questionnements qui ne
peuvent plus être uniquement abordés sous l’angle de l’impact écologique ou
économique. La problématique du développement durable permet de
proposer une alternative à ce schéma et de s’interroger sur la dimension
sociale de la capacité de charge. Dans cette perspective, différentes
recherches ont été réalisées et intégrées au sein d’une thèse de géographie
afin d’étudier les rapports que les pratiquants des activités subaquatiques
entretiennent avec l’environnement sous-marin et ses composantes
naturelles. Nécessitant des méthodologies et des protocoles innovants, elles
furent menées, d’une part, au sein du Parc national de Port-Cros sur l’activité
de sentier sous-marin, dans le cadre du programme Natura 2000 portant sur
Posidonia oceanica et, d’autre part, au sein de la Réserve naturelle des
Bouches de Bonifacio sur le site de « Mérouville », en rapport aux questions
liées au mérou Epinephelus marginatus en tant que marqueur identitaire.
Cette présentation se propose d’évoquer les principaux résultats obtenus,
notamment au niveau des modes de fréquentation de ces territoires, des
comportements et des représentations des différents acteurs étudiés. Les
analyses présentées apportent un nouvel éclairage quant à la question de
l’impact des pratiques subaquatiques sur le patrimoine naturel et culturel.
Par ses conclusions, l’exposé vise à démontrer l’intérêt d’une démarche
transdisciplinaire concernant les problématiques de gestion de la
fréquentation au sein des A.M.P : intégrer les sciences humaines et sociales
permet d’appréhender l’ensemble des composantes du système et de mieux
comprendre les logiques d’acteurs et les processus d’anthropisation et
d’appropriation des territoires sous-marins.
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Relazioni Verbali
RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS): MECCANISMI DI
CONTROLLO DELLE VISITE SUBACQUEE.
Odorico,R. (1) Piron, M. (2)
(1) Riserva Naturale Marina di Miramare, V.le Miramare 349, 34014
Grignano, Trieste, Italy.; (2) via Loredana 5, 35010 Cadoneghe (Pd).
Le attività subacquee a Miramare costituiscono un importante strumento di
promozione e di autofinanziamento. L'impatto sui fondali marini dipende dalle
capacità dei gruppi in visita, dalle capacità di recupero dell'ambiente visitato
e dalle azioni che l'ente gestore svolge nel controllo e modulazione
dell'attività. La visita subacquea a Miramare segue dei protocolli che tendono
a controllarla in ogni suo aspetto: dalla prenotazione alla uscita dal mare del
gruppo. La caratterizzazione dei gruppi in visita e quindi la conoscenza e
registrazione del loro impatto potenziale determina a cascata una serie di
azioni gestionali intervenendo sull'aggiornamento delle guide subacquee, sui
criteri di prenotazione e sull'utilizzo di itinerari alternativi. I controlli, basati
su interviste e verifiche sul gruppo da parte delle guide, sono finalizzati alla
caratterizzazione del visitatore - tipo, le sue aspettative, la sua percezione
dell'impatto che crea durante l'immersione, ma anche vengono verificate le
sue attitudini all'osservazione dell'ambiente, l'efficacia del ruolo della guida, il
suo apprendimento mediante le strutture didattiche della riserva. Ogni visita
poi viene valutata dalla guida in termini di impatto reale sul fondale del
gruppo, quindi livello di esperienza, imprevisti particolari ecc… Alla fine della
stagione si ottiene un quadro estremamente significativo sulla problematica
impatto subacqueo. La procedura è stata certificata dalla ISO 9002 con una
ottimizzazione di tutti i processi sia in termini di aspettative del gruppo, di
modulazione dei controlli e di miglioramento dell'offerta.
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Relazioni Verbali
SUB PER L’AMBIENTE: IL TURISMO SUBACQUEO E LA RICERCA SCIENTIFICA
Progetto: Goffredo, S. (1) – Presentazione: Zarafa, M. (2)
(1) Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale Università di
Bologna, Via Selmi 3, 40126 Bologna, Italy (2) Via Andorra 11/6, 16030 Sori
(GE), Italy
La presentazione intende offrire una panoramica prevalentemente su: (1)
come il mondo scientifico possa collaborare con il subacqueo ricreativo di
tutti i giorni; (2) come si possano monitorare, in questo modo, ampie aree in
poco tempo e con limitate risorse; (3) come il coinvolgimento del subacqueo
nella ricerca possa accrescere ancor di piu’ la cultura ambientale.
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Relazioni Verbali
PROPOSTA DI UN CODICE DI CONDOTTA PER LE ATTIVITÀ SUBACQUEE
RESPONSABILI (CCRDA) COME STRUMENTO PER LA GESTIONE SOSTENIBILE
DELL’AREA MARINA PROTETTA “SECCHE DI TOR PATERNO”
PROPOSAL FOR A CODE OF CONDUCT FOR RESPONSIBLE DIVING ACTIVITIES
(CCRDA) AS A TOOL FOR SUSTAINABLE MANAGEMENT OF THE MARINE PROTECTED
AREA “SECCHE DI TOR PATERNO”
Cataudella S. (1), Antognarelli F. (2), Bruni M. (3), Burchi E. (4), Costa C. (5),
Fianchini A. (6), Giganti M. (7), Gravina F. (8), Lorenzi, C. (9), Manzo C. (10),
Quaranta R. (11), Ragosta S. (12), Scardi M. (13), Ciccotti E. (14)
(1-14) Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed Acquacoltura – Dipartimento di
Biologia – Università di Roma “Tor Vergata” – Via della Ricerca Scientifica – 00133
Roma
Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che possa applicare modelli di fruizione
responsabile delle risorse naturali piuttosto che drastiche limitazioni dell’accesso, il
ruolo che la subacquea ricreativa può giocare nell’ambito delle AMP è senza dubbio
rilevante. L’accesso agli spazi marini attraverso le immersioni, sia usando mezzi
sottomarini appropriati sia attraverso la capacità e la abilitazione di singoli a svolgere
attività subacquee, è quello più appropriato per la fruizione diretta che non sia
basato sull’uso di mezzi visivi a distanza. Il turismo subacqueo può infatti assumere
un ruolo di presidio per la protezione del mare, diventando un valido alleato nei
monitoraggi e soprattutto testimone potente nella divulgazione degli effetti positivi a
seguito di interventi gestionali. Tuttavia va tenuto presente che il forte incremento di
questa attività, e la sua stagionalità, impongono la necessità di un sistema di regole.
L’AMP “Secche di Tor Paterno”, istituita nel novembre del 2000, è situata nel Mar
Tirreno centrale a circa 12 km al largo del litorale laziale. È composta da tre rilievi in
sequenza: le “Secche di terra”, le “Secche di mezzo” e le “Secche di fuori”. Soltanto
quelle di mezzo ricadono completamente nella zona tutelata, perché rappresentano
la formazione più interessante presentando biocenosi a coralligeno e a prateria di
Posidonia oceanica.
Al momento attuale, è in corso una ricerca nell’ambito della quale viene condotto il
monitoraggio sullo stato delle risorse nell’AMP, in particolare sulla prateria di
Posidonia, sulle comunità dei fondi duri e mobili e sul popolamento ittico, e una
valutazione dell’impatto delle attività condotte nell’area, non solo le attività
subacquee ma anche le attività di pesca, professionale e sportiva, al fine di fornire
all’Ente Gestore elementi per una gestione multifunzionale dell’area.
In questo contesto, sull’esempio del Codice di Condotta per una Pesca Responsabile
(FAO, 1995) si propone l’elaborazione di un Codice di Condotta per le Attività
Subacquee Responsabili. Tale documento, suggerendo una serie di linee guida per i
comportamenti volontari dei subacquei, potrà, da un lato, limitare gli impatti negativi
di tale attività sulle risorse dell’AMP, e dall’altro promuovere un ruolo attivo dei
subacquei nel processo di monitoraggio e controllo.
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Relazioni Verbali
SUBMED - STRATEGIA DI SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TURISMO
SUBACQUEO NEL MEDITERRANEO
Satta A. (1), Diviacco G. (2), Prandi G. (3)
(1) Ecobilancio Italia, V. Vicenza, 5A, 00185 Roma, Italy (2,3) Dip.
Pianificazione Territoriale, Paesistica e Ambientale, Regione Liguria, Via
D’Annunzio 113, 16121 Genova, Italy
In un sito ad alta densità di frequentazione diventa difficile “vendere” lo
spettacolo naturalistico capace di soddisfare una clientela sempre più
esigente. I nuovi eco-turisti o turisti naturalistici esprimono una precisa
domanda di spazio naturale e incontaminato. Un elevato numero di turisti
non sempre comporta una miglior economia turistica: i turisti trovando un
prodotto di qualità inferiore (sovraffollamento) diminuiscono la loro
disponibilità a spendere e possono decidere di cambiare destinazione nel loro
prossimo viaggio.
Il progetto SUB-MED (cofinanziato dal programma Interreg IIIB Medocc) è
stato concepito per dare una risposta ad una crescente esigenza di qualità
ambientale. I partner del progetto (Regione Liguria, Parco delle Cinque Terre,
AMP di Portofino, Parco dell’Asinara, Toulon Provence Mediterranee, Parco di
Port Cros, Ipimar) hanno espresso la volontà di portare avanti delle azioni
sostenibili a favore dell’ambiente e dello sviluppo di un prodotto turistico di
qualità per realizzare un’offerta ad alto valore aggiunto.
L’obiettivo principale è quello di creare una rete delle destinazioni turistiche
interessate ad uno sviluppo sostenibile del turismo subacqueo di qualità.
Questa rete permetterà uno scambio di esperienze e di “savoir-faire” in
materia di turismo sostenibile legato alla subacquea, in particolare nelle zone
protette che hanno adottato dei metodi di regolarizzazione e
sistematizzazione dell’attività lavorando insieme ai turisti subacquei, ai club,
agli alberghi ed altre imprese relazionate al territorio della destinazione
turistica.
Uno dei passaggi intermedi del progetto sarà quello di mettere in pratica un
progetto dimostrativo su ciascun sito. Lo scopo di queste azioni è di elaborare
delle linee guida e delle “best-practices” da applicare per lo sviluppo del
prodotto turismo-subacqueo sostenibile. Il risultato finale di tutto il lavoro
svolto vuole essere la creazione di un osservatorio del turismo subacqueo nel
Mediterraneo e di un marchio di qualità sul modello dell’ecolabel europeo per
servizi turistici.
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Relazioni Verbali
GESTIONE ONLINE DELLE AUTORIZZAZIONI ALLE IMMERSIONI NELLE
AREE MARINE PROTETTE
(1) Piraccini, M. (2) Simonetti, L. (3) Massa, G. (4) Simoncelli, P. (5) Zanetti,
M. (6) Sana, G. (7) Sarcinelli, F. (8) Zambelli, G.
(1,5,6,7) ComunicAzione, via Golfarelli 90, 47100 Forlì, Italy (2,3) Consorzio
di Gestione Area Marina Protetta del Promontorio di Portofino, Villa
Carmagnola - Viale Rainusso 14, 16038 S. Margherita Ligure, Italy (4) via
Cavour 222, 47014 Meldola, Italy (8) Cervia Sub, viale Dante Alighieri 30,
48015 Cervia, Italy
Il sistema online di Gestione delle Autorizzazioni alle Immersioni nelle Aree
marine protette (GAIAmp), permetterà maggiori comodità agli operatori ed ai
singoli sub, assicurando contemporaneamente agli Enti gestori il controllo
costante del numero massimo di presenze giornalmente ammissibili nell'AMP.
La collaborazione tra ComunicAzione, gestore tecnico di Parks.it, ed il
Consorzio di Gestione dell'Area Marina Protetta di Portofino, potrà essere
allargata agli Enti gestori di AMP interessati all’interno dell’area informativa
Diving.parks.it (http://diving.parks.it), la nuova sezione del portale dei
parchi dedicata alla fruizione sportiva delle AMP che dal 21/3/05 raccoglierà
tematicamente i contributi degli Enti gestori di AMP autori del portale.
GAIAmp prevede utenti nazionali ed internazionali, offrendo loro la possibilità
di richiedere anticipatamente l’eventuale ticket d'ingresso all’AMP,
normalmente disponibile solo presso rivenditori locali, tramite l’acquisto
online delle schede prepagate validabili con la "grattata" all'ora effettiva
d'immersione.
GAIAmp è messo a punto sulla base dei flussi di subacquei nell’AMP di
Portofino ma, data l’elevata elasticità del sistema, ogni singolo Ente gestore
potrà definire le proprie impostazioni, grazie ad accessi riservati che
permetteranno di variare i parametri per la propria AMP (numero massimo
sub o natanti giornalieri, numero dei giorni antecedenti l’immersione, siti
d’immersione identificabili nell’AMP, fasce orarie autorizzabili, ecc).
Accessi riservati al sistema permetteranno all'Ente gestore, o all’Autorità di
controllo, di identificare istantaneamente i singoli sub autorizzati
all'immersione (nome e cognome, numero e tipo del brevetto sub, natante
utilizzato), come pure di verificare le statistiche delle presenze autorizzate,
suddivise per periodi temporali e siti d’immersione.
GAIAmp potrà sostenere gli operatori locali, con link ed evidenze ad uso
dell’utente interessato, agevolandone la loro attività quotidiana, e la più facile
accettazione dei limiti normativi imposti.
La diffusione dell’uso di GAIAmp consentirà di raggiungere velocemente tutti
gli operatori/divers registrati con avvisi e segnalazioni di ogni problematica
dei siti d’immersione (manutenzioni, rinvenimento di ordigni bellici ecc..)
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Relazioni Verbali
ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE E PROPOSTA DI UN MODELLO DI
GESTIONE DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE RICREATIVE NEL PARCO
NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO DI LA MADDALENA
Ghelfi,C.,(1) De Luca, M.,(2) Cossu,A.,(3)
(1,2) Ente Parco, Via Giulio Cesare 7, 07024 La Maddalena (ss), Italy,
(3) Dip.Botanica ed Ecologia vegetale, via Muroni 25 +39 079 23227,
Sassari, Italy
Nell’ambito delle attività di gestione del Parco Nazionale Arcipelago di La
Maddalena vi era la necessità di conoscere il profilo del subacqueo tipo
frequentante tale area per metterne in luce caratteristiche ed aspettative.
Si è voluta definire allora l’entità della frequentazione subacquea,
evidenziandone le problematiche derivanti da una fruizione dei siti non
orientata alla conservazione. A tal fine si propongono alcune soluzioni per un
uso ottimale e più consapevole, ponendo l’accento sulla necessità di una
migliore distribuzione della frequentazione.Nel presente lavoro si propone la
ricerca e la realizzazione di nuovi sentieri subacquei, supportati da materiali
didattici che riflettono le esigenze del subacqueo tipo.
Le caratteristiche dei subacquei ed i dati relativi alla frequentazione sono
stati ricavati dall’analisi di due tipi di questionari: l’uno appositamente
realizzato per i responsabili dei diving, l’altro destinato ai clienti di questi
centri; i dati relativi alla frequentazione sono stati ricavati anche da
osservazioni dirette, così come i danni derivanti da un’eccessiva fruizione dei
siti; quest’ultimo dato è stato ottenuto dall’osservazione del briozoo,
Myriapora truncata, scelto come indicatore d’impatto antropico.
I risultati hanno evidenziato come la metà del totale dei “tuffi” realizzati in
un anno sono concentrati in soli due siti. Sono altresì qui evidenti i danni
causati da una non corretta fruizione, non solo per l’eccessiva
frequentazione ma anche per un non corretto approccio alla visita. Nasce
quindi l’esigenza di fornire un’informazione naturalistica più approfondita,
necessità espressa peraltro dagli stessi utenti.
Alla luce di questi risultati appare necessario l’attuazione di un programma
di monitoraggio per la ricerca di nuovi siti dove distribuire la pressione
antropica. Il progetto di realizzazione dei sentieri subacquei prevede anche
l’utilizzo di nuovi materiali didattici e scientifici orientati verso subacquei
esperti e
neofiti che rendono la visita più consapevole del valore
naturalistico e dei processi ecologici che nello stesso si manifestano.
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a
confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
POSTER
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a
confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Poster
INDAGINE PRELIMINARE SULLO ZOOBENTHOS DELLA FASCIA COSTIERA
DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO)
Bedini, R., (1) Sartoni, G., (2) Bertini, S., (3) Nannelli, A., (4)
(1,3,4) Istituto di Biologia ed Ecologia Marina, Piazza G. Bovio 3/4, 57025
Piombino, (2) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze
E’ stata effettuata una ricerca sulle zoocenosi marine dell’Isola di Pianosa allo
scopo di verificare l’eventuale presenza di specie di particolare interesse
naturalistico per poter proporre l’area a mare dell’isola, da più di cento anni
isolata dal mondo civile, come Sito d’Interesse Comunitario. La necessità di
questo studio è oltrettutto avvalorata dal fatto che nel 2004 l’isola, che da
sempre ha ospitato un carcere che ha reso le sue coste inaccessibili, è stata
aperta a visite turistiche giornaliere, seppur controllate sia nel numero che nella
possibilità di accesso alle varie aree.
Importantissimo sarà quindi poter verificare negli anni futuri che tipo di disturbo
avranno arrecato le attività di balneazione e diving all’eccezionale vita bentonica
della costa.
L’attuale situazione dei fondali dell’isola ha evidenziato un patrimonio
inestimabile di biodiversità lungo i transetti posizionati in 7 aree del perimetro
dell’isola. Oltre ad un enorme esemplare di astice, Homarus gammarus
(Linnaeus, 1758) di circa 5 chilogrammi, fotografato a -42 m, sono state trovate
moltissime specie protette come:
Maja squinado (Herbst, 1788)-Berna Ap.3
Scyllarides latus (Latreille, 1803)-Habitat Ap.5-Berna Ap.3
Scyllarus arctus (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.3
Hippocampus antiquorum (Linnaeus, 1758)-Cites Ap.D
Hippocampus ramulosus (Leach, 1814)-Cites Ap.D
Astroides calycularis (Pallas, 1766)-Berna Ap.3
Centrostephanus longispinus (Philippi, 1845)-Berna Ap.3-Habitat Ap.4
Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816)-Berna Ap.3-Aspim Ap.3
Asterina pancerii (Gasco, 1870)-Berna Ap.2
Ophidiaster ophidianus (Lamarck, 1818)-Berna Ap.2
Pinna nobilis (Linnaeus, 1758)-Habitat Ap.4
Luria lurida (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.2
Charonia tritonis (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.2
Axinella polypoides Schmidt, 1862-Berna Ap.2
Spongia agaricina Pallas, 1766-Berna Ap.3
Spongia officinalis (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.3
Lithophaga lithophaga (Linnaeus, 1758)-Berna Ap.2-Habitat Ap.4
Già questa prima indagine ha dimostrato che Pianosa è un vero e proprio
santuario della biodiversità che richiederà studi futuri ed attenzione per attività
turistiche ecocompatibili.
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“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Poster
STUDIO PRELIMINARE SULL’EFFETTO DELLE ATTIVITÀ SUBACQUEE SUL
POPOLAMENTO ITTICO DELL’ISOLA DI GIANNUTRI
Cecchi, E., (1) Balata, D., (2) Piazzi, L., (3) and Serena, F., (4)
(1,4) A.R.P.A.T. Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana,
Via Marradi, 114, 57126 Livorno, Italy (2,3) Dipartimento di Scienze dell’Uomo e
dell’Ambiente, Università di Pisa Via Volta, 6, 56126 Pisa, Italy.
Questo lavoro ha lo scopo di studiare la fauna ittica presente nell’isola di
Giannutri al fine di valutare se la presenza di subacquei e\o bagnanti possa
interferire su tale popolamento. La zonazione dell’isola effettuata dell’Ente Parco
individua, ad eccezione di Cala Spalmatoio e Cala Maestra, due zone, A e B;
nella zona A è proibita la pesca, l’ancoraggio e ogni attività di balneazione
mentre nella zona B tali attività sono permesse tranne la pesca che può essere
effettuata solo a seguito di permessi rilasciati dall’Ente parco.
Il nostro lavoro è stata svolto mediante il metodo del visual census applicato alla
tecnica dei punti fissi, che permette di descrivere il popolamento ittico in
maniera non distruttiva. Il lavoro è stato effettuato a due differenti profondità (5
e 20 metri) per meglio valutare gli eventuali disturbi arrecati dai bagnanti. Il
numero di individui di ognuna delle specie ittiche riconosciute è stato analizzato
con l’analisi multivariata PERMANOVA. Questa consisteva di un modello misto a
5 vie con Tempo fattore random (2 livelli), Parco fattore fisso ortogonale (2
livelli), Profondità fattore fisso e ortogonale (2 livelli), località fattore random
gerarchizzato nell’interazione TempoxParco (2 livelli) e Sito fattore random
gerarchizzato nel fattore Località (2 livelli). I risultati ottenuti, oltre a fornire un
elenco di specie presenti, ha evidenziato come significativa l’interazione
PARCOXPROFODITÀ. Da questo studio preliminare emerge, per quanto riguarda
l’isola di Giannutri, una netta separazione tra popolamento ittico superficiale e
profondo. A differenza di quanto riscontrato nel popolamento superficiale, nel
popolamento profondo non si sono evidenziate differenze tra il popolamento
esterno ed interno al parco. Quindi è possibile presupporre, dai risultati forniti
dal presente studio, che le attività subacquee non interferiscano sul
popolamento ittico, mentre la presenza di bagnanti e imbarcazioni potrebbe
determinare le differenze riscontrate nel popolamento superficiale.
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“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Poster
DIVING FOR THE ENVIRONMENT. 2002-2005: MEDITERRANEAN UNDERWATER
BIODIVERSITY PROJECT
Goffredo, S. (1) Orlandi, A. (2) Neri, P. (3) Scola Gagliardi, M. (4) Velardi, A. (5)
Piccinetti, C. (6) Zaccanti, F. (7)
(1, 2, 3, 4, 5, 7) Marine and Fresh Water Science Group (MSG), Department of
Evolutionary and Experimental Biology, Alma Mater Studiorum - University of
Bologna, Via F. Selmi 3, I-40126, Bologna, Italy (6) Laboratory of Fisheries and
Marine Biology at Fano, Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Viale
Adriatico 1/N, I-61032, Fano (Ps), Italy
Biodiversity has a great ecological value as an indicator of environmental health
and ecosystem functional capacity. Monitoring is the first step towards the
balanced management of natural resources. The University of Bologna launched
in 2002 “Diving for the Environment – Mediterranean Underwater Biodiversity
Project” with the aim to obtain data on the state of the marine biodiversity along
the Italian coasts, with the collaboration of recreational scuba divers. Divers
were asked to signal on report schedules the presence in the explored areas of
61 taxa (4 vegetals, including seaweeds and a seagrass, and 57 animals, both
vertebrates and invertebrates). This research is patronaged by the Ministry of
the Environment and supported by ASTOI (Association of Italian Tour
Operators), A.DI.SUB (Association of Italian Scuba diving Agency – IDEA, PADI,
SNSI, SSI) and the magazine Quark. During the year of 2002, 1006 divers have
registered 3721 report schedules, corresponding to 2705 diving hours. Data
indicate that the insular stations present better conditions with respect to the
continental ones; furthermore the continental coasts of Ligurian Sea show a
more degraded situation than the northern Tyrrhenian Sea ones. These results
are in agreement with those obtained by other monitoring methods (chemical
and physical analysis). The most important limit in the collaboration with scuba
divers is the difficulty to obtain a survey effort uniformly distributed on a
geographical large-scale. The main advantage is the considerable amount of
data obtained with a significant limitation of the costs for the Academy. We
retain that the recreational diving can be useful for monitoring marine
environments and that this project may be used as model for marine
biodiversity monitoring, exportable in other countries and/or other biomes.
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“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Poster
I DIVERSAMENTE ABILI E LA FRUIZIONE DELLE AREE MARINE PROTETTE
Lo Monaco, D., Lo Monaco, R.
Via Tagliamento 7,96100 Siracusa
La fruizione del mare per chi ha un handicap fisico può sembrare un’impresa
impossibile ,quasi una provocazione , una prova straordinaria per superare il
disagio dovuto all’handicap, un tentativo per raggiungere la normalità attraverso
un’impresa fuori dal comune .
Chiunque voglia andare in barca deve prima di tutto poterci salire ;ma se per la
maggior parte delle persone questa è un’azione semplicissima , per chi è
portatore di un handicap fisico può trasformarsi in una vera odissea .
Da ciò nasce un modello di fruizione delle aree marine protette per i disabili ,
possibile grazie all’uso di un gommone con specifiche caratteristiche per essere
utilizzato dai disabili.
Il modello progettuale si articola in tre parti :
• Sviluppo delle attività ricreative legate alla conoscenza del mare e delle
attività marine e nautiche, favorendo l’integrazione delle persone con
handicap ;
• Formazione con particolare attenzione alle tematiche del progetto ;
• Potenziamento delle attività inerenti al mare .
A tal fine si organizzeranno corsi di avviamento all’uso del gommone per
operatori socio sanitari ed accompagnatori qualificati nel settore dell’handicap
volti a fornire loro le conoscenze base per far parte di un equipaggio e per
operatori socio sanitari ed accompagnatori qualificati nel settore dell’handicap
volti a fornire loro le conoscenze base per far parte di un’ equipe di
accompagnatori subacquei .
Le fasi temporali di attuazione e realizzazione del modello prevedono :
•
Fase 1: studio e predisposizione del manuale identificando le “buone prassi”
per l’acquisizione del brevetto di sub da parte delle persone disabili.
• Fase 2: realizzazione dei percorsi di formazione alla guida dei gommoni per
circa 80 allievi nelle acque dell’AMP Plemmirio
• Fase 3: Organizzazione di una manifestazione di presentazione alla stampa
e di un convegno conclusivo da tenersi presso la Sede del Comune di
Siracusa .
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
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ABSTRACT
Poster
REGOLAMENTAZIONE E PROMOZIONE DELLE ATTIVITA’ SUBACQUEE NELL’AREA
MARINA PROTETTA DELLE SECCHE DI TOR PATERNO
Marini, L.
RomaNatura – Ente Regionale per la Gestione del Sistema delel Aree Naturali
Protette nel Comune di Roma - Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno” –
Via Gomenizza, 81 - 00195 Roma
Istituita alla fine del 2000, l’ Area Marina Protetta “Secche di Tor Paterno”, a
causa della sua particolare natura, interamente in alto mare, si propone come
luogo peculiare per lo sviluppo e la sperimentazione di metodologie, tecnologie e
modus operandi delle attività subacquee compatibili.
Fin dall’avvio dalla gestione, la subacquea ed i soggetti ad esse collegati sono
stati individuati tra le componenti più importanti nei processi gestionali. Data
anche la vicinanza alla capitale, ed al relativo, enorme bacino potenziale di
subacquei sportivi che potrebbero affluire all’AMP, sono stati avviati processi
gestionali in grado al tempo stesso di:
• promuovere le attività subacquee nell’AMP;
• valutare e ridurre gli impatti sull’ambiente, reali e potenziali;
• favorire il concetto di Qualità nei servizi legati alla subacquea.
Di conseguenza si è così provveduto:
• realizzazione di un campo boe per l’ormeggio delle imbarcazioni dei
subacquei eliminando il disturbo legato agli ancoraggi;
• stesura di un Disciplinare per la regolamentazione delle attività
subacquee;
• realizzazione di corsi di formazione per accompagnatori subacquei,
dedicati agli operatori locali, con particolare attenzione all’accoglienza
della clientela in ambienti protetti;
• realizzazione di un sistema di certificazione della qualità dei servizi offerti
ed istituzione di un Albo degli operatori qualificati;
• promozione delle attrattive subacquee e degli operatori iscritti all’Albo, nel
corso di manifestazioni e tramite media;
• monitoraggio del numero dei frequentatori subacquei;
• realizzazione di un codice di comportamento per i visitatori subacquei;
• affidamento ad Istituti Universitari di studi atti alla valutazione degli
impatti da parte delle attività subacquee.
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“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
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ABSTRACT
Poster
LA BIODIVERSITA’ DELLE FANEROGAME NELLE AREE MARINE PROTETTE
Micheli, C.(1), Paganin, P (1)., Dolce, T.(2), Caye, G.(3), Meinesz A.(3),
Rismondo, A.(4), Curiel, A.(4), Peirano A.(5), Bianchi C.N.(6)
(1) ENEA CR Caasaccia C.P.2400 / 000100 Roma, Italy; (2) Lab. di Ecologia
ed Acquicoltura, University of Roma, Tor Vergata, Italy; (3) Laboratoire
Environmental Marin Littoral,Universitè de Nice Sophia-Antipolis, France; (4)
Selc Scarl, Venezia; Italy; (5) ENEA Centro Ricerche Ambiente Marino
C.P.224, I-19100, La Spezia, Italy; (6) Dip.TeRis, University of Genoa, Corso
Europa 26, I-16132 Genova, Italy.
Le fanerogame marine come Posidonia oceanica (L) Delile, Cymodocea nodosa,
Zostera marina e Z. noltii, sono universalmente riconosciute come elemento
cardine degli ecosistemi costieri e la loro protezione è uno degli obiettivi da
perseguire ai fini della protezione della biodiversità marina. Tali fanerogame
contribuiscono significativamente alla produttività delle aree marine costiere sia
delle zone temperate che in quelle tropicali. Scopo di questo lavoro è stato
quello di valutare il livello di variabilità genomica delle fanerogame mediante
l’utilizzo di marcatori molecolari di tipo RAPD (Random Amplified Polymorphic
DNA), attraverso la tecnica PCR (Polimerase Chain Reaction), e di correlarlo con
i parametri ambientali e le capacità produttive delle piante.
P. oceanica è stata campionata in differenti aree geografiche del Mediterraneo,
lungo le coste, nelle isole e nelle zone protette come il parco di Port-Cros. Per le
zone lagunari, come Venezia è stata utilizzata Z. marina come specie
fitobentonica che risulta particolarmente sensibile alle diverse condizioni di
stabilità ecologica.L’utilizzo dei RAPD ha consentito di ottenere una stima
accurata della variabilità intraspecifica tra le popolazioni, rivelando per la P.
oceanica un polimorfismo del 65% contro il 50% di P. australis . Inoltre le
differenze genotipiche, correlate con le risposte fisiologico-adattative delle piante
(produttività, biometria fogliare, etc.) hanno identificato dei profili genetici
popolazione-specifici che possono essere usati come marker per monitorare la
diffusione o la perdita di genotipi in seguito ad interventi di gestione di differenti
aree degli ecosistemi.
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ABSTRACT
Poster
RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS) E CIRCOLO SOMMOZZATORI
TRIESTE: UN ESEMPIO DI COLLABORAZIONE PER LA GESTIONE DEGLI IMPATTI
NEI CORSI DI SEA WATCHING PER RAGAZZI.
Odorico, R., (1) and Merson, E., (2)
(1) Riserva Naturale Marina di Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano,
Trieste, Italy. (2) Circolo Sommozzatori Trieste, Via Mascagni 1/3, 34100
Trieste, Italy
Nell’ambito delle attività subacquee svolte presso la Riserva Marina di Miramare
vengono illustrate le tecniche ed i programmi dei corsi di Sea Watching per
ragazzi sotto il profilo della gestione e del contenimento degli impatti possibili e
concreti che da questi si possono generare durante il loro svolgimento. In
particolare viene evidenziata la tecnica della riduzione progressiva dell’impatto
sull’ambiente nell’avvicinamento delle attività alla zona protetta. La calibrazione
delle attività didattiche in funzione della preparazione ma anche della locazione
del gruppo all’interno della risrerva diventa un aspetto fondamentale della
gestione del gruppo e del corso. In questo senso viene chiarito il concetto della
creazione di zone specifiche dedicate alle varie tipologie di attività che vengono
svolte durante i corsi: da quelle più impattanti -come la sperimentazione
utilizzando tecniche di “Hands On”- a quelle di rispetto massimo –come la visita
nella zona A - alla quale vengono avvicinati i ragazzi solo previa verifica delle
loro capacità di rispetto e di comprensione dell’ambiente protetto.
Da due anni è in corso una stretta collaborazione con una locale associazione
sportiva (Circolo Sommozzatori Trieste). Il CST si occupa da una quindicina
d’anni di didattica per ragazzi e organizza in tal senso corsi estivi di
subacquaticità a diversi livelli, sia in apnea che con l’uso controllato di
autorespiratori. E’ stato uno dei principali attori nella formulazione e stesura dei
regolamenti e dei manuali relativi alla normativa interna della FIPSAS di questo
settore. La collaborazione instaurata sta rappresentando un perfetto esempio di
connubio tra esigenza di formazione tecnica affiancata da quella biologica che
consente da un lato di rendere il percorso didattico più stimolante e piacevole,
dall’altro di rendere la presenza in acqua dei ragazzi sempre più consapevole,
sicura e rispettosa dell’ambiente in virtù delle buone capacità acquatiche
acquisite.
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ABSTRACT
Poster
VALUTAZIONE, MONITORAGGIO E DOCUMENTAZIONE DELLE RISORSE
SOTTOMARINE PER LA LORO PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE (IN TERMINI DI
TURISMO SUBACQUEO) NELL’AREA MARINA PROTETTA “PENISOLA DEL SINIS –
ISOLA DI MAL DI VENTRE”
Paliaga, B. (1), Trainito, E. (2), Molinaroli, E. (3) Gellon, A. (4), Sanna, O. (5),
Massaro, G. (6).
(1,2,4,5,6) Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”,
P.zza Eleonora 1, 09072 Cabras, Italy; (6) Dipartimento di Scienze Ambientali,
Università di Venezia, Dorsoduro 2137, 30121 Venezia, Italy
L’uso multiplo delle risorse, in un regime particolare di protezione come quello di
un’Area Marina Protetta, pone alcuni problemi nella loro gestione. La mancanza
di un’adeguata conoscenza della risorsa da utilizzare e l’assenza di piani di
gestione concordati con gli utilizzatori, può determinare modalità di gestione non
funzionali al mantenimento delle caratteristiche ambientali, economiche e sociali
di un’area protetta. Attraverso questo studio è iniziata l’analisi relativa allo stato
delle risorse sottomarine dell’AMP “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre”.
L’analisi effettuata si è basata su una descrizione molto dettagliata dei singoli siti
(zone di ormeggio e percorsi subacquei) e sull’utilizzo per ognuno di essi di due
diversi criteri principali di valutazione, strutturati in modo da poter ottenere
graduatorie: il valore ambientale e il valore turistico. In relazione alle attività dei
diving i criteri individuati, nell’area oggetto di studio, hanno consentito di
caratterizzare per ciascun sito le componenti ambientali suscettibili d’impatti e la
loro esatta ubicazione, di definire linee guida per un utilizzo corretto durante le
attività subacquea e di predisporre un piano di monitoraggio.
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ABSTRACT
Poster
LE ATTIVITA’ SUBACQUEE E LA PRESENZA DI Sciaena umbra (Linnaeus, 1758)
NELLA RISERVA NATURALE MARINA DI MIRAMARE (TS).
Polo, F. (1) and Odorico, R. (2)
(1) Via G. Bertacchi 9, 35127 Padova, Italy; (2) Riserva Naturale Marina di
Miramare, V.le Miramare 349, 34014 Grignano, Trieste, Italy.
La corvina (Sciaena umbra), presente solo nei mesi estivi nella Riserva Naturale
Marina di Miramare in coincidenza con il periodo riproduttivo, è una specie
indicata da più Autori come particolarmente sensibile al disturbo antropico. Per
valutare il possibile impatto creato dalle attività subacquee sono stati campionati
mediante visual census in 44 transetti a diversa profondità la presenza,
l’abbondanza, la taglia e i ritmi giornalieri di questa specie. Confrontando i dati
registrati prima e dopo il passaggio dei subacquei e dei sea-watchers, e i
rilevamenti effettuati in presenza o assenza di attività di fruizione subacquea,
non è stata evidenziata nessuna variazione statisticamente significativa dei
parametri, non riscontrando inoltre particolari pattern giornalieri di spostamento.
La presenza di soli individui di grandi dimensioni conforta l’ipotesi che la Riserva
sia utilizzata dalla specie come area di riproduzione. Da questo primo studio
Sciaena umbra non sembra risentire delle attività di fruizione subacquea, anche
se studi precedenti nell’area presa in esame avevano rilevato branchi molto più
consistenti. Continuare il monitoraggio nei prossimi anni servirà a verificare
l’esistenza di impatti nel lungo periodo, individuando le opportune misure di
tutela per la specie.
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ABSTRACT
Poster
LA SPONGICOLTURA NELLE AREE MARINE PROTETTE ITALIANE:
UNA NUOVA POSSIBILITA’ IMPRENDITORIALE SUBACQUEA
(1) R. Pronzato, (2) G. Corriero, (4) F. Donati, (3) R. Manconi, (1) A. Sarà, (1)
C. Ferretti, (1) M. Milanese, (1) C. Cerrano, (2) C. Nonnis Marzano, (2) C. Longo,
(2) M. Mercurio, (3) F. Ledda, (3) F. Ortu, (3) A. Serusi, (3) T. Cubeddu
(1) Dip.Te.Ris. Università di Genova - Corso Europa 26 - I-16132 Genova, Italy.
[email protected]; (2) Dipartimento di Zoologia Università di Bari - Via
Orabona 4 - I-70125 Bari, Italy; (3) Dipartimento di Zoologia e Antropologia
Biologica dell’Università di Sassari - Via Muroni 25 - I-17100 Sassari, Italy;
(4) Dipartimento di Biologia ed Economia Agro-Industriale Laboratorio di
Economia della Pesca e dell'Acquacoltura dell'Università di Udine, Via delle
Scienze 28 33100 Udine, Italy
La spongicoltura nei mari italiani è iniziate da una decina di anni e gli impianti
pilota sono localizzati in Liguria, Sardegna, Puglia e Sicilia, all’interno di aree
marine protette.
1. La scelta delle specie da utilizzare è stata fatta considerando prioritarie le
spugne da bagno che, generalmente, raggiungono taglie commerciali in 2-3
anni. Anche gli esperimenti di allevamento di altre specie di spugne (non da
bagno) hanno fornito risultati promettenti; gli estratti delle spugne mostrano
una elevata attività antifouling ed antitumorale. Un campo in cui stanno
emergendo risultati insperati è quello dei proteoglicani (ed in particolare
dell’acido ialuronico); queste particolari molecole stanno assumendo
un’importanza sempre maggiore sia in campo cosmetico sia in quello
biomedico. Le prime sperimentazioni dimostrano che, utilizzando e testando
nuove tecniche di allevamento, è possibile far crescere un numero sempre
maggiore di specie di spugne con produzione notevole di biomassa.
2. Un aspetto non trascurabile delle potenzialità dell’acquacoltura di invertebrati
marini non eduli è la possibilità dell’intervento nel campo del biorimedio di
situazioni naturali fortemente alterate da eventi catastrofici o dal
sovrasfruttamento della risorsa. Il ripopolamento dei banchi di spugne è in
fase di sperimentazione nelle Aree Marine Protette di Ustica e Capo Caccia.
Lo scopo è quello di attivare un ripopolamento tramite le larve ed i propaguli
asessuali che le varie specie producono e rilasciano nella colonna d’acqua.
3. Infine la messa a punto di brevetti e la certificazione di qualità dei prodotti
ottenuti
stanno permettendo di passare da una fase di prevalente
sperimentazione scientifica al campo della reale attività imprenditoriale:
saranno messi in opera allevamenti la cui conduzione verrà affidata a piccole
realtà imprenditoriali assistite che potranno operare anche all’interno di aree
protette.
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Poster
L’ATTIVITA’ SUBACQUEA PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NELLE AMP.
SORVEGLIANZA DEI LIMITI INFERIORI DEI POSIDONIETI NELL’AREA MARINA
PROTETTA CAPO RIZZUTO (KR)
Rende, F. (1) Rocca, D. (2) Cozza, R. (3) Bitonti, M.B. (4) Innocenti A.M. (5).
(1,2,3,4) Università della Calabria Dipartimento di Ecologia , via Ponte Pietro
Bucci Cubo 6B – 87036 – Arcavacata di Rende Cosenza
L’importanza della tecnica subacquea nella ricerca biologica marina è già stata
ampiamente riconosciuta e documentata (Fresi, 1980; Riedl, 1980).Quella che
va sottolineata è l’importanza che la ricerca subacquea scientifica può avere
nelle attività di monitoraggio ambientale nelle Aree Marine Protette.
Oggetto del nostro studio è l’Area Marina Protetta Capo Rizzuto (KR), dove è
stato accertato che l’erosione delle formazioni litorali del Pleistocene superiore e
medio influenza la composizione e la struttura di numerose biocenosi bentoniche
e soprattutto delle praterie di Posidonia oceanica (Infantino,1992), che
rappresentano l’ecosistema più importante del Mediterraneo in termini di
produttività primaria, di rifugio e nursey per numerose specie animali, di
regolatore dell’equilibrio sedimentologico dei litorali (Mazzella et al.,1986; Cinelli
et al., 1995; Boudouresque et Meinesz,1982). I fattori ambientali sono tra i più
importanti determinanti della regolazione dello sviluppo dinamico delle praterie
di Posidonia oceanica e tra questi, di rilevante importanza, sono gli apporti
sedimentari litorali (Meinesz et al.,1981). Essi possono essere sia naturali che di
origine antropica, conseguenti la diffusa urbanizzazione delle coste. Nella
suddetta Area sono presenti estesi posidonieti e, allo scopo di valutare la
dinamica erosiva a carico dei limiti inferiori di queste praterie, sono stati
selezionati nove siti ricadenti nell’Area Marina Protetta, compresi tra Crotone e
località Praialonga.
Il modello di protocollo adottato prevede l’utilizzo di
“balises” secondo quanto messo in atto dal “Réseau de Surveillance Posidonies”
(Bertrandy et al., 1986, 1988; Charbonnel et al., 1993). Le analisi
macrostrutturali e fenologiche effettuate ci hanno fornito indicazioni sulla
struttura dei limiti e del loro stato di salute.
I rilevamenti annuali con l’ausilio della tecnica fotografica e del rilevamento
subacqueo ci consentiranno di descrivere le variazioni dei limiti inferiori delle
praterie in esame e quindi a valutarne l’evoluzione nel tempo in risposta ad
eventuali fenomeni erosivi.
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze
mediterranee a confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
ABSTRACT
Poster
INDAGINE PRELIMINARE SULLE FITOCENOSI DELL’ISOLA DI PIANOSA (PARCO
NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO)
Sartoni, G., (1) Bedini, R., (2) Maestrini, M., (3) Boccia, B.,(4)
(1) Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze, (2,3,4) Istituto di
Biologia ed Ecologia Marina, Piazza G. Bovio 3/4, 57025 Piombino
La particolare situazione amministrativa di Pianosa, sede per moltissimi anni di
un carcere, ha preservato i suoi fondali da un possibile impatto antropico. Gli
estesi bassifondi di sabbia e roccia che la circondano, l’elaborata geomorfologia
costiera e lo stato di conservazione delle diverse biocenosi hanno creato i
presupposti per poter fare dell’isola un eccezionale patrimonio per le ricerche di
biologia marina sia per quanto riguarda le zoocenosi che per i popolamenti algali
bentonici. Nei pochi lavori esistenti, e per lo più riguardanti solo i primi metri
della fascia costiera, erano stati identificati 73 taxa algali.
Nella nostra ricerca, realizzata con brevi soggiorni compresi tra Aprile e
Settembre 2004, sono stati individuati 216 taxa così ripartiti: 28 Cloroficee, 37
Feoficee, 2 Crisoficee e 149 Rodoficee. Rispetto alle conoscenze precedenti il
contingente floristico risulta triplicato e superiore a quello dell’Isola del Elba (199
taxa). Questo valore è tuttavia sottostimato e necessitano ulteriori indagini per
fare un quadro più esaustivo delle presenze fitobentoniche, anche in previsione
di uno sfruttamento turistico, già iniziato nel 2004, che dovrà essere compatibile
con la conservazione di questo enorme patrimonio naturalistico. Sono infatti
state determinate alghe molto rare o in via di scomparsa nel bacino
mediterraneo.
Un aspetto peculiare che merita di essere evidenziato è la notevole tensione
riproduttiva; tra le specie esaminate è stata infatti rilevata una percentuale
altissima di talli fertili per cui è ipotizzabile un continuo recruitment nell’ambito
dei diversi popolamenti. Di grande pregio naturalistico è risultata la presenza a
Cala dell’Arco di un Trottoir di grandi dimensioni, presumibilmente risultato di un
processo di biogenesi di centinaia di anni, dove la bioconcrezione è risultata in
buona parte ancora ricoperta da tallo vivo.
Sono state determinate specie di notevole interesse fitogeografico e, ad oggi, i
popolamenti algali sono risultati ben strutturati, anche a Cala Giovanna che è la
spiaggia riservata alla balneazione turistica.
Workshop Internazionale
“Le attività subacquee nelle Aree Marine Protette e gli impatti sull’ambiente: esperienze mediterranee a
confronto”
Roma (Italia), 17 e 18 Febbraio 2005
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Libro degli Abstracts - Secche di Tor Paterno