COMUNE DI CUTIGLIANO
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DELIBERAZIONE CONSIGLIO COMUNALE
N. 56
del 16 DICEMBRE 2013
OGGETTO: Comunicazioni della Presidenza.=
L’anno duemilatredici e questo giorno sedici del mese di dicembre, alle ore 17,00 nel civico palazzo,
si è riunito il Consiglio Comunale, convocato nei modi di legge, in seduta pubblica di prima
convocazione, sotto la Presidenza del Sig. Ceccarelli Carluccio nella sua qualità di Sindaco.
All’appello risultano presenti n. 9 (nove) consiglieri comunali ed assenti n. 3 (tre) consiglieri, come
segue:
CONSIGLIERI
Presenti
CECCARELLI Carluccio
P
PETRUCCI Maurizio
P
BACCI Marina
P
REGGIANNINI Raffaele
SICHI Ezio
A
P
CECCARELLI Marzia
A
VALENTINI Luigi
P
AMOROSO Antonia
P
NESTI Graziano
P
DANTI Maura
P
GIANI Franco
P
LAURI Marina
Assenti
A
Assiste il Segretario comunale Dr. Giuseppe Zaccara
IL PRESIDENTE
Constatata la presenza dell’Assessore esterno Pieracci, nonché il numero legale degli intervenuti ai
fini della legalità della adunanza, dichiara aperta la seduta, designa scrutatori i Signori: Amoroso,
Danti e Sichi, passa alla discussione del punto posto all’ordine del giorno di cui all’oggetto
adottando quanto segue:
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IL CONSIGLIO COMUNALE
Passiamo alle comunicazioni della presidenza e in questo caso dobbiamo per il primo punto tra le
comunicazioni daremo le parola agli studi incaricati per la redazione del Piano Strutturale e del
Regolamento Urbanistico e sono qui presenti da stamani, giornata piena. Io li ringrazio anche a nome
dell’intera amministrazione comunale e mia personale perché ho riscontrato veramente da parte di
questo gruppo di lavoro una grande attenzione e anche una grande professionalità dimostrata in
questi giorni, pochi giorni ma che li ho visti diciamo lavorare in modo veramente continuo perché
anche i giorni scorsi eravamo a Pistoia per confrontarsi con quelli che sono un attimino le norme del
PTC e per verificare anche insieme ad alcuni dirigenti e funzionari della Regione gli accorgimenti e
portare avanti, diciamo, un piano che sia il più possibile, che sia rispettoso, ma che sia il più possibile
diciamo abbastanza elastico e conforme a quelle che sono le indicazioni che vengono dal territorio,
ma in modo diciamo principale da quelle che sono anche un attimino le associazioni di categoria, i
professionisti. Non a caso stamani abbiamo avuto due incontri, uno di seguito all’altro, prima con
tutte le associazioni di categoria invitate, e le associazioni diciamo locali, del territorio. Ed uno con i
tecnici con gli ordini, con i vari ordini dei tecnici che operano insomma nel settore urbanisticoedilizio. Mi sembra che gli incontri di stamani siano stati abbastanza fruttuosi. Io al primo ho potuto
partecipare interamente, al secondo sono dovuto andare per motivi diciamo impellenti di un incontro
in Regione, che poi vi dirò quali risultati ha prodotto con gli altri Sindaci per quanto riguarda
l’imminente messa a regime dell’Unione dei Comuni, ma mi dicono che anche il secondo incontro è
stato molto fruttuoso e da questi incontri nasceranno ulteriori, diciamo, considerazioni sulla stesura
da parte del gruppo di lavoro e senz’altro avranno potuto apprezzare anche una buona armonia e un
buon modo di procedere per quanto riguarda l’iter per portare al raggiungimento di questo obiettivo.
Io, appunto, prima di dilungarmi in alcune osservazioni, che senz’altro sono doverose da fare anche
in questo Consiglio, ma già lo scorso Consiglio passato siamo riusciti ad informare abbastanza bene il
Consiglio intero anche grazie ad una interrogazione prodotta dalle minoranze e diciamo abbiamo
chiarito alcuni aspetti importanti dell’iter burocratico di questo progetto di formazione del Piano
Strutturale e del Regolamento. Pertanto, dopo la presentazione, che verrà fatta dai tecnici incaricati,
si può aprire una discussione, si possono diciamo dare delle indicazioni anche come Consiglieri che
siano le più tecniche possibili perché loro sono qua per recepire principalmente osservazioni e
Consigli, suggerimenti per quanto riguarda più l’aspetto tecnico che non quello burocratico e formale
sul quale l’iter per ora è stato percorso in modo corretto, correttissimo e di questo ce n’hanno dato
atto anche gli enti superiori.
Bene, detto questo, darei subito la parola all’Architetto Bedini ed al suo staff per illustrare in linea di
massima, ringraziandoli di nuovo per diciamo questa grande disponibilità, e mi preme anche
ringraziare in questa sede coloro che si sono adoperati per dare mano anche al gruppo di lavoro per
questo importante scopo che è il raggiungimento appunto di un piano il più possibile confacente alle
esigenze dei nostri cittadini, perché i nostri cittadini hanno fatto in questi anni diverse osservazioni
sul piano passato e hanno richiesto diverse variazioni. E’ ancora aperta la possibilità di richiedere
ulteriori chiarimenti ed anche ulteriori richieste di cambi di destinazione, ecc. E devo dare atto,
appunto, ad alcune persone che si sono spese e che hanno dato la loro disponibilità, tipo il
Consigliere Ezio Sichi, ma anche diverse persone che si sono messe a disposizione al livello di
cittadini proprio per dare ulteriori informazioni e maggiore, diciamo, chiarezza su quello che è il
nostro ambito territoriale. In più agli uffici del Comune, che veramente si sono spesi, l’Ufficio
Tecnico, che veramente si sono spesi a pieno per dare mano appunto, perché questa cosa fosse al più
presto messa, arrivare al punto, arrivare a quella che è un attimino la conclusione perché i tempi sono
abbastanza ristretti.
Deliberazione C.C. n 56 del 16 dicembre 2013
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Bene, do la parola a questo punto all’Architetto Bedini sul quale sarebbe opportuno anche spendere
ulteriori parole ed ulteriori diciamo chiarimenti rispetto a quella che è stata anche la nostra scelta,
perché in effetti, come dicevo stamani in sede di incontro con i tecnici e con le associazioni, questa
scelta che è scaturita, diciamo, non è scaturita dal caso, l’Architetto Bedini ha una esperienza, lo
ricordava stamani, quarantennale. Ha, diciamo, effettuato tanti di questi lavori ed è diciamo anche
supportato, supportato da tecnici esperti e di livello, fra l’altro alcuni dei quali ci sono anche il
Dottor Cinquini, che fanno parte di quello staff con il quale sta lavorando la Regione per la revisione
appunto della Legge riguardo appunto questo argomento. Sicché, diciamo, questa scelta come
amministrazione è stata una scelta anche scevra da qualsiasi condizionamento, ma alla ricerca
diciamo di una qualità e diciamo di un supporto tecnico da parte di chi, alcuni conoscono bene il
territorio, ma da parte di chi magari ha anche meno, è anche diciamo meno interessata proprio al
territorio stesso ma vi posso garantire che in questo periodo lo hanno girato in lungo e in largo e,
forse, alcuni di loro hanno scoperto anche alcune cose, alcune diciamo particolarità che noi, magari,
vivendoci ed avendoci un contatto continuo non abbiamo caratterizzato, non abbiamo neanche forse
valorizzato al massimo.
Io sono convinto che, appunto, questo studio che parte con una filosofia che è quella di mantenere il
più possibile il nostro ambiente naturale il più possibile diciamo a quelle che sono le esigenze dei
cittadini, ma anche il più possibile valorizzando quelle che sono le nostre peculiarità ambientali,
diciamo la nostra potenzialità anche di sviluppo che va nel settore ovviamente turistico, ma grazie
appunto ad un ambiente che ha delle condizioni che si sono negli anni diciamo anche mantenute.
Ecco questo spirito e questa filosofia è stata recepita in pieno, e mi pare anche che sotto certi aspetti
ci sono delle possibilità diciamo di potenziamento e anche di migliore funzionalità per quanto
riguarda anche certi aspetti relativi ai regolamenti ecc, ovviamente laddove si può incidere perché
non è che si possa incidere su regolamenti superiori quali possono essere quelli di livello nazionale e
di livello regionale ed anche provinciale.
Comunque, ripeto, la filosofia e l’approccio è stato eccezionale. Io ho avuto modo di confrontarmi
alcune volte con questo staff tecnico, io ho recepito una grande disponibilità e una grande, diciamo,
determinazione nell’andare a valorizzare proprio quelle che sono le nostre potenzialità, che ripeto noi
probabilmente, vivendoci continuamente, non siamo forse stati neppure in grado di cogliere. Non
voglio dilungarmi oltre. Grazie Architetto Bedini, la parola a lei. >>
Parla l’Architetto Bedini:
<< Sì, buonasera a tutti. Buonasera. Allora, ringrazio il Sindaco delle parole belle nei nostri confronti
e speriamo di meritarcele, sta a voi poi il giudizio su quello che stiamo facendo e quello che andremo
a fare. Intanto, appunto, il gruppo di lavoro diciamo è un gruppo multidisciplinare, pluridisciplinare
perché oggi i problemi del governo del territorio, della lettura anche del territorio comportano
conoscenze che non sono solo quelle dell’architetto, ma sono poi, specialmente in questo caso, anche
quelle del naturalista, dell’ambientalista ecc. In sostanza, per essere breve, perché purtroppo i nostri
discorsi rischiano di essere anche un po’ lunghi per voler essere anche chiari nelle varie sfaccettature,
nei vari elementi di cui il territorio è composto. Allora, il gruppo è composto dal sottoscritto e
dall’Ing. De Santi, che abbiamo il compito di portare, diciamo, sulle carte le risultanze di una serie di
studi che emergono dalla geologia, la struttura fisica sulla quale noi posiamo i piedi. Quindi è
l’elemento, come dire, in variante in assoluto. E dal geologo dipendiamo per quanto riguarda la
stabilità dei suoli. E’ inutile andare a fare previsioni dove il territorio non è stabile. I terreni non sono
l’altezza. Ma in questo quadro di conoscenze è essenziale e sta maturando con lui un ottimo lavoro,
a mio modo di vedere, di conoscenza del territorio cosiddetto aperto, del territorio extra urbano, del
territorio rurale diciamo meglio e di quello boscato il cui compito è affidato al Dottor Cei, agronomo
e forestale.
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C’è infine, ma non in fondo appunto, non per ultimo come si dice, il nucleo di valutazione che ci
accompagna, ci verifica man mano che stiamo elaborando sia al livello di aspetti conoscitivi, sia al
livello di proposte, che verranno, il nucleo di valutazione che è guidato dall’Architetto Cinquini, che
è anche quel professionista, che ricordava prima il Sindaco, che ci è utile, mi permetto di dire così
all’amico Fabrizio, anche perché è stato uno dei redattori della nuova legge urbanistica regionale,
come rappresentante dell’ANCI, ed è anche un esperto in materia di valutazione ambientale. E’
coadiuvato anche lui da altre persone, che non sono qui presenti stasera, come l’Architetto Biagi
anch’essa redattrice di numerosi piani e di valutazione di numerosi piani, e da un ambientalista
naturalista che è il Dottor Perna, oltre a vari altri collaboratori. Abbiamo costituito, in sostanza,
scusate se mi dilungo su questo aspetto, ma un gruppo che possa produrre presto e bene, che una
volta si diceva non andavano bene insieme nell’antico proverbio delle nostre zone.
Entriamo in merito. Questa proposta di variante, come dice il titolo dell’incarico, che abbiamo avuto,
non è solo una variante ad uno strumento di pianificazione o un atto di Governo del Territorio, cioè
non solo al Piano Strutturale, ma anche al Regolamento Urbanistico. Pensiamo di poter elaborare
contestualmente i due livelli di governo del territorio, diciamo, anche perché lavorando su due livelli,
diciamo dal basso, se si può dire così, il Regolamento Urbanistico che è più aderente ai problemi
diciamo quotidiani, ai problemi puntuali, alle proposte di regolamentazione urbanistica-edilizia che
riguardano l’edificato, il non edificato ecc, partendo da queste letture, ma anche interfacciandole
immediatamente con le disposizioni di altro tipo diciamo di livello territoriale più ampio, si ottiene a
nostro modo di vedere un risultato interessante, anche più dinamico, specialmente in questo
momento, quando appunto il piano strutturale, che deve dialogare con il piano territoriale di
coordinamento, deve dialogare con il piano di indirizzo territoriale della Regione, deve dialogare con
l’Autorità di Bacino per quanto riguarda i problemi di stabilità e di fattibilità degli interventi dal
punto di vista geomorfologico ed idraulico, ecco lavorando su questi due piani si ottiene, appunto un
dinamismo diverso, un modo di vedere forse più appropriato io vorrei dire, perché spesso,
normalmente, si fa il Piano Strutturale, si approva. Successivamente, a cascata come si suol dire, si fa
il Regolamento Urbanistico. Ora, questo modo di procedere è anche interessante, è anche, come dire
codificato dalla Legge Urbanistica vigente, ma siamo anche in un momento in cui, come si è
accennato, la Legge Regionale, la nuova Legge Regionale sui problemi dell’assetto del territorio e di
Governo del Territorio è imminente. Allora, dobbiamo cercare di vedere anche meglio questa
dinamica territoriale. Sappiamo, per esempio, poi ne potrà parlare meglio di me l’Architetto
Cinquini, che appunto ha partecipato alla redazione di questo provvedimento e a correggerne anche
alcuni elementi di rilievo, dicevo appunto si può cogliere quel passaggio importante, che la nuova
legge urbanistica prevede, che è la permanenza del Piano Strutturale, come strumento organizzativo
generale delle idee che si hanno sullo sviluppo del territorio, ma non avrà più, come strumento
attuativo diciamo anche in maniera impropria, il Regolamento Urbanistico. Ci sarà un piano
operativo. Un piano operativo con vari aspetti ecc, ma non è questo il momento di parlare di questa
legge. Però noi dobbiamo, crediamo onestamente fare riferimento non solo al piano vigente, ma
anche, alle leggi vigenti voglio dire, ma anche a quelle che dovranno e saranno probabilmente
prossime.
Si parla, Fabrizio correggimi, di marzo per la nuova legge. Quindi, ci impegnamo a fare le letture sui
vari livelli. Entrando invece in merito al lavoro, che finora abbiamo fatto, c’è stata naturalmente una
analisi della situazione attuale, e quello che si chiama, viene detto così chiamato dalla stessa legge
urbanistica regionale il quadro conoscitivo. Il quadro conoscitivo raccoglie tutti elementi appunto di
conoscenza utili per delineare una proposta. E quali sono? Sono intanto, noi crediamo che sia
fondamentale la lettura del territorio dal vero, dal vivo, entrando dentro, andando nei paesi, parlando
con le persone, andando per le case sparse. Un lavoro che abbiamo fatto con piacere anche perché
abbiamo trovato, intanto, una umanità francamente difficile da trovarsi. Qualche volta, quando
percorriamo una strada siamo un po’ guardati, questo è un estraneo che vuole, in realtà sempre
invece con molta cordialità, devo dire. E questo è un aspetto che ci conforta.
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Ma soprattutto siamo riusciti a capire quanto in fondo anche il Sindaco prima diceva: dei valori che
non ci aspettavamo. Dei valori storici, delle vedute, dei siti importanti che qualificano il territorio e
che meritano ulteriore valorizzazione ove non siano già stati valorizzati. E quindi abbiamo cercato di
riportare queste letture, queste sensazioni, questi dati su cartografie che ora vi farò vedere
velocemente, che non sono ancora naturalmente proposte, sono solo rappresentazione dello stato
attuale. Sono le analisi, come può fare un medico prima di stabilire la terapia, una serie di analisi di
vario tipo che possono aiutare, a nostro modo di vedere, a stabilire una terapia mirata per questo
territorio, se bisogno c’è di terapia. Le parafrasi vanno fino ad un certo punto, valgono fino ad un
certo punto.
Allora, oltre al lavoro diretto..posso non usare il microfono, oppure è necessario? Va beh, proviamo,
mi ci vogliono due mani. Allora, un altro tipo di lavoro, scusate mi metto a sedere, volto le spalle
anche al Sindaco, ma per necessità diciamo. Un altro tipo di analisi è quella che si conduce, diciamo,
a tavolino nel senso che andiamo ad esaminare gli atti vigenti, l’articolazione geografica del
territorio, in sostanza quello che è stato fatto e quello che ancora c’è e quello che non è ancora stato
fatto e che era previsto. Intanto, l’inquadramento territoriale, che abbiamo, come dire, che
presentiamo anche per la proposta è analogo a quello del piano vigente. Il territorio è diviso, come
sapete, in UTOE e unità territoriali organiche elementari, in sistemi e sub sistemi territoriali e
funzionali, struttura che rimane nella proposta, che vedremo, ma comunque l’accenniamo anche
stasera, rimane sostanzialmente quella salvo andare a vedere, per esempio, per una serie di studi e di
osservazioni, che emergono dal lavoro del Dottor Cei, dell’agronomo e forestale, andremo a
dettagliare ulteriormente i sub sistemi ambientali e paesaggistici, anche perché, oltretutto, la nuova
legge urbanistica, il PIT regionale, il piano di indirizzo territoriale, ma anche il PTC Provinciale ci
dicono di fare, oltre che, come dire a soddisfare una nostra esigenza chiamiamola culturale di
maggior dettaglio della conoscenza dei luoghi.
Noi diciamo, e non lo diciamo solo noi, che i piani invecchiano rapidamente e i piani del Comune di
Cutigliano, sia il piano strutturale che il Regolamento Urbanistico sono, purtroppo, invecchiati
rapidamente, anche se hanno poco più di dieci anni di vita il piano strutturale e un po’ meno il
Regolamento Urbanistico. Perché sono invecchiati? Perché si è evoluta notevolmente in questi anni
la disciplina urbanistica e si è rinnovata, basti pensare che nel giro di dieci anni, dalla legge del ’95
alla legge del 2005 anche la Regione ha rivisto tutto i problemi dell’assetto del territorio, sono
venuti, stati emanati una serie di regolamenti, di attuazione della legge, alcuni dei quali veramente
importanti che ci aiutano a vedere i problemi di assetto e di governo del territorio non solo per
quanto riguarda gli aspetti quantitativi, ma va a ricercare la qualità, l’identità dei paesi e la qualità
degli insediamenti e dell’assetto generale del territorio. In sostanza, l’evolversi della cultura
urbanistica, il rinnovo delle leggi e dei regolamenti, fanno come dicevo invecchiare rapidamente gli
strumenti. Ed allora andiamo a variarli, ad adeguarli. Però alcuni elementi di struttura appunto
possono rimanere con piccoli aggiustamenti ed è quello che abbiamo fatto.
Questo è un estratto delle cartografie e del Regolamento Urbanistico vigente, l’area di Cutigliano che
riconoscete ecc. Vi ricorderete tutti, avete tutti presente queste elaborazioni grafiche, corrette dal
punto di vista dell’indicazione delle zone edificabili, non edificabili ecc, ma tutto sommato con un
dettaglio sia normativo che conoscitivo, o meglio diciamo prima conoscitivo e poi normativo e
quindi di proposta che era un po’, diciamo così, vecchia maniera proprio per questo modo nuovo di
vedere i problemi dell’assetto del territorio, che dicevo poco fa.
E così, appunto, i piani individuavano zone A, zone B, zone C, zone A centri storici, zone B di
completamento, zone C di espansione edilizia, richiamando i disposti di un decreto ministeriale del
’68, che è ancora valido peraltro, che però necessita di ulteriore analisi da un certo punto di vista, ma
anche di dettaglio propositivo dall’altro punto di vista. Non ci si può limitare, a nostro modo di
vedere, a dare indicazioni sulle quantità edificatorie, tanti metri cubi per metro quadro, distanze dai
confini, altezze massime, condizioni anche necessarie ma oggi ritenute non più sufficienti.
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Ed allora noi siamo voluti andare a, come dire, pur mantenendo l’attenzione su questo strumento,
che ha indubbiamente delle, è servito fino ad oggi, ancora è vigente, andando a vedere dove sono i
punti di criticità e i punti di forza un po’ di questo, ed una delle letture, che è stata fatta, è quella di
interfacciare appunto quelle carte che abbiamo prima visto con la foto area, con quello che è la
documentazione a tre anni fa, 2010 se non sbaglio, documentazione di foto aeree e zenitali
sovrapponibili alla carta tecnica regionale, che ci danno informazioni interessanti su tante aree. Ora
qui ne facciamo vedere alcune: il metodo di lavoro è naturalmente, anche se non faccio vedere tutte
le frazioni, è stato tale da far capire come, per esempio, una zona produttiva di questo tipo viene un
po’ in conflitto con la presenza di notevole estensione da meno o più della metà di quella produttiva
destinata, cioè non destinata, caratterizzata dalla presenza di manto boschivo o di attività dei terreni
che rendono difficile e più costosi gli interventi. Qualche volta li limitano anche dal punto di vista
delle osservazioni e delle note che vengono dagli studi di carattere geomorfologico e anche idraulico.
E così via.
In sostanza, una lettura attenta di tanti elementi, qui siamo a Pian di Novello, ci sono delle previsioni
che probabilmente vanno riviste, qui siamo in un sito di importanza una riserva biogenetica, quindi di
importanza cosiddetta di importanza europea diciamo. E così via. Non vi sto a dire. Molte di queste
previsioni vanno rilette alla luce delle nuove discipline e delle nuove, ed anche dei nuovi
atteggiamenti culturali e vorrei dire anche di politica amministrativa, anche se non compete a me
parlare di queste cose. E la rilettura diciamo del territorio è stata fatta, non so se si riesce a leggere, è
un po’ sfuocata forse la cosa, comunque sono state rilette le aree di interesse storico-urbanistico e
storico-architettonico andando a dettagliare certe zone diverse da altre, soprattutto andando ad
individuare, per esempio, in queste aree, nei centri antichi, nei nostri paesi più antichi gli edifici che
antichi non sono e che quindi in una norma generalmente indirizzata verso il restauro e la limitazione
delle addizioni edilizie, di carattere storico-architettonico importante, in genere si va verso i criteri
del restauro, gli edifici che non sono più, perché edificati in epoca recente vanno scorporati perché
quella norma che andremo poi a costruire sia rispondente a certe necessità, che in un certo senso
possono essere soddisfatte, in altre invece potrebbero essere limitate. Così come nelle aree di nuova
edificazione, quelle nate dopo gli anni ’70, insomma quelle più recenti diciamo così, anch’esse non
sono solo zone B, zone di completamento edilizio, ma sono zone che hanno una, come dire, una
tipologia, sono caratterizzate da tipologie di edifici particolari: per esempio, diverso una cosa è il
villino con il giardino intorno e una cosa è il piccolo condominio di più appartamenti. Oppure il
risultato edilizio di un processo di lottizzazione di un’area. Sono caratteristiche tipologiche edilizie
diverse ed anche urbanisticamente hanno bisogno di una disciplina diversa. E così via. Non vi sto a
segnare tutte le cose. Comunque, abbiamo nella stessa maniera individuato le parti produttive del
territorio con una serie di ulteriori articolazioni andando a segnalare gli insediamenti commerciali,
diversamente da quelli turistico, ricettivi, diversamente ancora dagli insediamenti misti o da
insediamenti tipicamente artigianali e manifatturieri che sono tutti edifici, sono tutte aree importanti
dal punto di vista produttivo, dal punto di vista economico, ma che hanno, evidentemente,
caratteristiche diverse e che a nostro modo di vedere hanno bisogno di normative più articolate, più
dettagliate, cosa che nei piani passati non si faceva. Noi stessi abbiamo operato anni fa, dieci,
quindici anni fa secondo quei modelli che corrispondono anche al piano vigente. Oggi ci sembra di
poter fare di più, di dovere fare meglio. E così siamo andati a vedere anche quali sono le aree boscate
o di valore naturalistico che si insinuano, si caratterizzano il sistema insediativo residenziale e
insediativo in senso generale. Quanti sono, che so, dove sono i viali alberati. Qui, arrivando a
Cutigliano in questo, nel capoluogo del Comune c’è questo bel viale di platani ecc, così che
caratterizzano lo spazio urbano e quindi vanno considerato, si possono riproporre anche in altre aree.
Così come la permanenza di alberi monumentali e di individui vegetali monumentali che sono già
segnalati peraltro nei piani vigenti, ma che sono anche implementabili. Abbiamo fatto ulteriori
ricerche.
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In sostanza, siamo arrivati a definire un quadro conoscitivo, che vedete rappresentato in questa carta
nella parte diciamo nord della zona di Cutigliano Ponte Sestaione, e che vedete poi rappresentata qui
nella foto aerea, e questa è la parte meridionale dello stesso territorio, una articolazione che vedete
molto più composita, molto più sfaccettata, molto più ricca di ingredienti e di letture, che ci sono
costate, diciamo, anche un po’ di fatica, ma crediamo che siano utili per poter arrivare ad interventi
più mirati sia di nuova costruzione che soprattutto di intervento su quello che è l’esistente, che oggi
ci sembra che sia quello che ha più bisogno di attenzione per la riqualificazione, per la
ristrutturazione, per l’inserimento di fonti energetiche alternative, per un risparmio ecc, ecc. Tutta
una serie di letture quindi che vanno più verso la qualità, che questo territorio esprime, e quindi a
sottolinearne i valori e ad esaltarne i futuri destini, diciamo, piuttosto che fermarsi a questioni di
carattere quantitativo. E questo è, in sostanza, il discorso che abbiamo fatto, un po’ esteso a tutte le
frazioni, sempre con il confronto tra indagine diretta sul posto, dati emergenti anche dalle
utilizzazioni edilizie rilasciate, ed il rapporto con le foto aeree per un costante riferimento geografico.
E, vedete, appunto si notano insediamenti di caratterizzazione diversa, come questo, rispetto ad altri,
oppure rispetto ad altri ancora, oppure a parti che ancora conservano, come dire, presenze storiche
rilevanti. Il nucleo di Pian degli Ontani, il nucleo antico della Piazza dell’Acerone con questo
individuo monumentale emergente, che va segnalato e possibilmente conservato, anche se sappiamo
che gli alberi hanno anch’essi una età fisiologica, un comportamento fisiologico voglio dire che
qualche volta non ne permettono la conservazione quanto vorremmo, e in sostanza, ripeto, andando
a cercare l’espressione di qualità. Perché solo facendo così possiamo essere in grado anche di, come
dire, andare a vedere dove le questioni del sistema insediativo o quelle delle attrezzature o quelle dei
sistemi ambientali possono entrare in conflitto, possono sopportare addizioni, possono sopportare
cambiamenti o addirittura in qualche caso arrivare a qualche demolizione e ricostruzione perché, per
esempio, i costi dell’adeguamento alle norme sismiche è un caso qui del paese di Cutigliano, come
sapete, certi adeguamenti diventano troppo costosi ecc. E così via.
In sostanza, poi per ogni area non edificata, prevista nel piano vigente, e qui si entra già nel tema
della valutazione del piano, e poi passo la parola all’Architetto Cinquini, per ogni area non prevista
per l’edificazione e non edificata è stata realizzata una scheda, che esaminano una serie di valori che
sono, per esempio, se siamo in zona agricola quale è il riferimento di questa previsione rispetto ad
un’area agricola, abbiamo usato il colore giallo, il colore dell’attenzione. Abbiamo usato appunto il
colore rosso del pericolo, verde del libero transito diciamo così, i colori semaforici sono ormai
diventati nel Codice delle informazioni un riferimento. E vedete che, per esempio, alcune zone hanno
questioni di criticità più rilevanti di altre. Quindi, nella riproposizione eventuale, dovremo stare
attenti.
Fa parte del quadro conoscitivo una rilettura integrale dei vincoli, che sono articolati in varie parti, si
parte dai siti di importanza regionale, I SIR, e le zone a protezione speciale, le ZPS, andando alle
categorie dei beni vincolati, corsi d’acqua, le montagne oltre i 1.200 metri, le foreste e i boschi. Qui
sappiamo quant’è molto estesa la presenza dei boschi ecc. I vincoli paesaggistici destituendo tutto su
una stessa cartografia, qualche volta di non facile lettura devo confessare, perché si sovrappongono
tante letture, tante attenzioni, tanti rilievi, che però danno anche l’idea della complessità di questo
territorio e quindi della delicatezza e dell’attenzione che bisogna porre agli interventi di
trasformazione.
Io mi fermo perché mi rendo conto che sto portando via un sacco di tempo. Il riferimento,
naturalmente, di tutto questo lavoro di lettura e di conoscenza è, non solo limitato all’area, ma
riferito a quelli che sono gli strumenti di riferimento territoriale più ampio. Queste sono elaborazioni
del Piano di Indirizzo Territoriale della Regione, ci sono quelli del PTC ecc. Io direi, appunto, farei
quest’ultima nota: il lavoro si articola quindi in un processo di avvio del procedimento, che è stato
consegnato ed è stato ufficialmente avviato dal Comune.
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Consta di un rapporto, di una relazione abbastanza ampia in cui sono delineati gli obiettivi e i
riferimenti generali, che si diceva poco fa. Il documento di avvio del procedimento si affianca,
diciamo, il rapporto preliminare di valutazione ambientale e strategica, la VAS, e come accennavo
dianzi è un processo di valutazione che affianca le varie fasi di lavoro sul territorio, sia di lettura che
di interpretazione e quindi di proposta. In questo senso direi di chiamare, se il Sindaco è d’accordo,
l’Architetto Cinquini che può entrare in merito alle questioni della VAS. E insieme, dopo quindi
l’elaborazione del quadro conoscitivo saremo in grado di predisporre una prima proposta di variante
agli strumenti urbanistici vigenti, che pensiamo di fare entro il prossimo mese di gennaio, diciamo
intorno alla metà di gennaio, affiancata ad un rapporto ambientale che sostiene quelle proposte che
andiamo a fare. Ancora una proposta interlocutoria che deve essere confrontata e arricchita dal
dibattito, dalla partecipazione, dall’apporto consultivo sia degli enti territorialmente interessati,
Provincia, Regione ecc, ecc, ma anche delle associazioni di categoria, delle associazioni professionali
ecc, ecc, cosa che appunto abbiamo avviato grazie all’organizzazione dell’Ufficio di Partecipazione
del Comune, l’abbiamo affrontato stamani, continua con la seduta con questo riferimento conoscitivo
al Consiglio Comunale e si articolerà con ulteriori passaggi di scambio diciamo, di raccolta da parte
nostra degli indirizzi delle note, delle proposte dei Consigli che emergono da queste, e stamattina ne
sono venute diverse, devo dire è stata una mattinata molto proficua ed altrettanto speriamo, appunto,
che possa avvenire in questo consesso, il più alto di questo territorio. >>
Parla il Sindaco:
<< La ringrazio Architetto. La parola a Cinquini allora.>>
Parla l’Architetto Cinquini:
<< Mah, io dico poche cose anche perché Gilberto ha detto molto ed evito anche magari di andare
avanti con le diapositive perché diventerebbe un po’ faticoso. Però mi preme sottolineare alcuni
passaggi che sono fondamentali soprattutto per il Consiglio Comunale, anche perché questi atti poi,
come dire, da un punto di vista della responsabilità e del modo con cui poi vengono costruiti noi,
come dire, li proponiamo all’attenzione del Consiglio Comunale, poi è il Consiglio Comunale che li
approva e li rende efficaci, e quindi è giusto che i Consiglieri, come dire, seguano tutta l’esigesi, nel
modo con cui viene costruito uno strumento di questo tipo. Per quanto riguarda soprattutto l’aspetto
della valutazione dei piani, voi sapete appunto che nelle nuove leggi comunitarie, così come sono
state recepite, prima dall’ordinamento nazionale e poi dal nostro ordinamento regionale prevedono
diciamo un principio fondamentale che è quello della non duplicazione dei procedimenti, per cui ogni
volta che si mette mano una parte, un procedimento di tipo urbanistico, come quello per esempio
della redazione di una variante al Piano Strutturale ed al Regolamento Urbanistico quello che è il
procedimento valutativo va di pari passo, cioè si tende e si deve obbligatoriamente fare in modo che i
due processi siano costruiti parallelamente e che vengano quindi adottati, approvati nelle fasi
contestuali ancorché siano diciamo costituiti da elaborati che per loro natura sono diversi, no?
Quindi, il piano strutturale ed il Regolamento Urbanistico, che sono strumenti urbanistici, sono
ovviamente corredati di una cartografia, di norme e nella cartografia peraltro è costruita sia con parte
di analisi di quadro cosiddetto quadro conoscitivo e poi da una parte invece di progetto che è quella
con cui, diciamo, attraverso lo strumento delle norme, della disciplina di piano si eseguono, si
possono poi determinare gli interventi, le azioni sul territorio. Ecco, a questa parte che
tradizionalmente è più conosciuta, chi ha un minimo di esperienza di attività amministrativa diciamo è
il pane quotidiano dell’amministratore, si affianca da un po’ di anni anche l’aspetto valutativo che da
dove attinge? Dove sono gli elementi significativi entro cui diciamo si muove questo tipo di
processo? Intanto, in parte ha già detto Gilberto Bedini dal lavoro che fanno esperti, esperti di vario
tipo e genere.
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Abbiamo detto il geologo, sono qui presenti, quindi tutto un lavoro di verifica dei dati di difesa del
suolo, soprattutto nelle aree montane tutta la parte legata alle frane, ai movimenti attigui, a quelli
quiescenti, quindi tutto un lavoro di verifica diciamo degli assetti territoriali. Dall’altra, ovviamente,
questo tipo di lavoro non riguarda solo gli aspetti geologici, ma anche quelli idrogeologici in questo
caso non da poco perché per voi il fiume è una grande risorsa, ma può essere anche un grande
pericolo, può essere anche, come dire, motivo di criticità e quindi gli stessi geologi supportati
diciamo dai dati di natura idraulica ci danno ulteriori informazioni e indicazioni sui livelli di
vulnerabilità e di fragilità. Peraltro, gli stessi geologi si confrontano con strumenti di livello superiore
che sono i piani di assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino e quindi tutto il loro lavoro, come
dire, si raffronta e da, se segue anche indicazioni sia di tipo oralitico, sia di tipo anche progettuale e
quindi vincolistico sul modo con cui eventuali trasformazioni possono essere effettuate. Dall’altro,
appunto, il lavoro dell’agronomo che ci dà indicazioni sul territorio rurale. Il territorio rurale per noi
è molto importante perché i piani, soprattutto quelli sovraordinati, cioè il piano regionale che ha
valenza, ha diciamo non ancora valenza di piano paesaggistico, ma una parte è stata adottata con
valore di piano paesaggistico si rivolge moltissimo al territorio rurale della nostra tutela e dall’altra
tutta la dimensione sia forestale e sia della biodiversità.
Voi, peraltro, qui siete fortemente circondati da un livello di biodiversità straordinaria, segnalata da
diversi siti di interesse comunitario e quindi il lavoro, per esempio il Dottor Paolo Perna, ed è il
biologo affiancato a quello dell’agronomo, ci aiuta a capire fino in fondo quali sono i livelli di
biodiversità che caratterizzano questo territorio.
Ecco, tutti questi materiali sono il quadro conoscitivo anche della valutazione, no? Così come il
lavoro di indagine sul piano è il quadro conoscitivo della parte urbanistica, tutti questi elementi sono
il nostro strumento con cui tentiamo, cerchiamo di individuare attraverso una metodologia ormai
consolidata anche in ambito regionale, il modo per verificare se ogni ipotesi, ogni nostra azione,
ipotesi, idea, intervento ecc, abbia gli elementi di compatibilità necessari per poter essere inserita
su..>>
FINE LATO A PRIMA CASSETTA
INIZIO LATO B PRIMA CASSETTA
Parla l’Architetto Cinquini:
<<..idraulico, su quello geomorfologico, su quello botanico vegetazionale e su, su via fino diciamo ai
livelli di compatibilità dal punto di vista anche della fattibilità economico-finanziaria, la possibilità poi
diciamo di trovare gli elementi perché, diciamo, le grandi idee che nel piano ci devono essere,
possono avere poi le gambe per essere realizzate. Ecco la valutazione fa questo. Cioè accompagna il
processo di piano, di pianificazione perché sistematicamente ci sia anche uno strumento che mette in
condizione i tecnici, che redigono il piano, e poi anche i Consiglieri Comunali che l’approveranno di
capire se ci sono questi elementi di sostenibilità. La valutazione fa un ulteriore passaggio però, tant’è
che si chiama valutazione ambientale e strategica, no? Quindi ha un doppio livello questo della
compatibilità e c’è anche quello appunto della verifica della cosiddetta coerenza. Cioè tutti i piani di
livello sovraordinato, sia di quelli di natura settoriale ambientale, il PAI piano di assetto
idrogeologico è uno di questi, ma ad esempio tutto il tema legato alla gestione dei siti di interesse
comunitario con i piani di gestione che ne conseguono o la verifica della fattibilità da un punto di
vista dell’incidenza sull’habitat e le specie sono altri elementi di valutazione. E così sono ulteriori
elementi di valutazione quello che ci dice la Regione nel proprio piano e nei propri regolamenti
attuativi della legge, e quello che dice la Provincia nel proprio piano provinciale.
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Ed allora un altro lavoro, che fa la valutazione ambientale e strategica, è quella di mettere nella stessa
maniera, così come si valuta una incidenza su una specie, su un habitat, su un bosco, su un fiume,
una singola azione, nella stessa maniera si verifica se quella azione è coerente con le strategie di
livello generale stabilite nei piani di vario tipo e genere che vi dicevo. Ecco a questo punto che però
si entra nel meccanismo processuale: che cosa si fa la valutazione all’inizio del percorso? Cioè quello
a cui siamo ora. Intanto aggiornano gli elementi conoscitivi, così come sono state aggiornate le
cartografie attraverso, diciamo, tutti i materiali che arrivano dai diversi apporti disciplinari, si tende a
costruire quello che si chiama rapporto sullo stato dell’ambiente, quindi un tentativo di, come dire,
dare un quadro complessivo sui livelli di criticità, oppure anche di positività perché poi (parola non
comprensibile) territorio ci sono alcune risorse in crisi, ma altre invece che possono essere una
grande opportunità di sviluppo e di crescita perché ce n’è disponibilità. E, come dire, li mette a
disposizione della fase preliminare. Quindi, al documento di avvio del procedimento, dove ci sono gli
obiettivi, voi troverete nell’avvio del procedimento le indicazioni principali e fondamentali con cui si
intende proseguire nel lavoro, già si segnalano gli aspetti positivi, cioè quali di questi obiettivi, come
dire, possiamo stare tranquilli diciamo sono in una condizione in cui ci consentono di lavorare con
serenità; e dall’altra quali evidentemente possono essere obiettivi che vanno utilizzati, ma con
cautela, con precauzione, in modo tale da sapere che, diciamo, potranno avere una loro ricaduta,
potranno diventare previsioni solo a determinate condizioni, solo con determinate prescrizioni,
oppure dobbiamo mettere anche in conto che nel processo qualche cosa dovremo anche rinunciarla.
Nel momento in cui faremo ulteriori approfondimenti ci renderemo conto che alcune prese non sono
compatibili.
Qual è diciamo il risultato finale? E’ che a mano a mano il piano diventa più disegnato, più preciso,
più dettagliato, a mano a mano anche il rapporto ambientale diventa più dettagliato si arricchisce di
nuovi elementi, e quindi nel momento in cui verrà portata la proposta di adozione del piano
regolatore, il piano regolatore, quindi nella sua doppia veste quella di livello strutturale, cioè del
piano strutturale e poi del Regolamento Urbanistico, avrà un rapporto ambientale che valuta le
singole previsioni. E questo è il motivo per cui, diciamo, in una fase di variante come è questa, quindi
non stiamo facendo un nuovo piano, ma stiamo facendo una variante al piano vecchio, già il rapporto
preliminare di VAS, cioè quello attuale, ha già la valutazione delle previsioni del vecchio piano, no?
Cioè una delle prime cose, che vale la pena di fare è: nel vecchio piano ci sono aree di espansione, ci
sono aree destinate a lottizzazione, ci sono magari previsioni infrastrutturali, già verificare che se
rispetto al quadro ambientale, che nel frattempo abbiamo aggiornato, se alcune di queste previsioni
sono comunque, come dire, ci dobbiamo rassegnare all’idea che magari non potranno essere
confermate perché i quadri di livello geologico, di vulnerabilità ecc, ci dicono che non è così e quali
invece possono essere ripensate. Cioè il Consiglio Comunale può valutare e quindi decidere se
riconfermare, se ridimensionare, oppure se eliminare ma come scelte e decisioni politiche, e non più
diciamo solo vincolata dalla dimensione della compatibilità e della vulnerabilità.
L’obiettivo è poi appunto che, però, nel momento in cui si arriverà alla proposta definitiva ogni
previsione diciamo, ogni elemento diciamo che è supportato sulla carta da una normativa e da una
disciplina abbia il suo corrispondente valutativo. Cioè abbia la possibilità di poter essere argomentata
e abbia le sue verifiche di compatibilità. Normalmente, la valutazione infatti si conclude con che
cosa? Con il suggerimento di alcune previsioni che devono, secondo la valutazione, non essere prese
in considerazione e se possibile essere emendate dal piano perché ritenute non compatibili e
comunque spetterà al Consiglio Comunale decidere in proposito e alla Giunta o alla Amministrazione
che le proporrà o deciderà essa stessa già di eliminarle. E dall’altra però anche di indicare gli elementi
di mitigazione. Cioè ci potranno essere diverse previsioni che per loro natura sono compatibili, ma in
cui suggeriremo elementi di miglioramento della qualità, come dire, per garantirne una performance
migliore non solo sotto l’aspetto ambientale, ma più in generale sull’aspetto degli assetti territoriali
ed ambientali.
Da questo punto di vista la valutazione anche accompagna il procedimento anche nel processo di
partecipazione, no? Quindi, il motivo per cui diciamo anche d’accordo con l’Amministrazione
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abbiamo ritenuto che fosse necessario un passaggio di Consiglio Comunale è perché in questa fase
riteniamo che il Consiglio Comunale possa fare anche da cassa di risonanza di quello che facciamo.
Cioè un momento in cui incontriamo la popolazione, facciamo i rilievi, cerchiamo di, come dire,
accogliere il più possibile quelle che sono le attese, le idee, le speranze alle volte che possono essere
in un piano e quindi il processo valutativo aiuta a fare in modo che tutto quanto diciamo possa essere
quanto meno preso in considerazione. Ci saranno molte delle cose, diciamo, che vengono messe in
questo corbello di idee, dove rimarranno nel corbello perché non riusciremo in qualche maniera a
portarle in fondo, ma molte altre magari a noi, venendo da fuori, non conoscendo fino in fondo e
profondamente come dire la comunità ci potrebbero sfuggire. Ed allora questo momento, di qui a
gennaio, diciamo questi mesi iniziali devono servire a questo. Ed è il motivo per cui, appunto, il
Consiglio Comunale, soprattutto la realtà di dimensioni medio-piccole, diciamo in cui quindi è facile
come dire anche riuscire a contattare con facilità la popolazione, le persone che vivono sul territorio,
le associazioni, insomma chi opera effettivamente ed attiva sul territorio, può essere l’occasione per
cui non è solo anche il singolo cittadino che, diciamo, porta le istanze di una manifestazione di
interesse, ma può essere anche il singolo Consigliere che si fa portatore di un interesse, di una idea,
di una ipotesi e quindi frazione per frazione, come dire, ci aiuta a raccogliere meglio queste istanze.
Noi, quello che possiamo garantire, è che queste cercheremo di valutarle tutte, di comprendere, di
valutarle fino in fondo e poi ne discuteremo nel momento in cui vi proporremo la proposta di
adozione. >>
Parla il Sindaco:
<< Sì, grazie anche al Dottor Cinquini, per questa ulteriore illustrazione. A questo punto direi che si
può aprire anche la discussione. Ci sono interventi? Vedo che al momento i Consiglieri, forse si è
esaurita una parte, diciamo, della discussione nel Consiglio passato. Mi preme comunque sottolineare
che ci saranno più occasioni perché andremo a fare senz’altro delle assemblee pubbliche a partire
dall’anno nuovo come qualcuno ha detto e in quella occasione, magari, faremo sì che ci sia la
massima pubblicità perché possano partecipare, diciamo, in primo luogo anche gli amministratori
perché territorio per territorio, frazione per frazione, forse è opportuno anche scendere appunto nei
particolari, nelle esigenze specifiche delle varie aree. Consigliere Nesti.>>
Parla il Consigliere Nesti:
<< Grazie Presidente. Intanto un ringraziamento ai tecnici che sono qui presenti e, come diceva il
Sindaco, anche da stamattina per confrontarsi con gli enti e le associazioni, i professionisti e anche
questo pomeriggio per relazionare in questo Consiglio Comunale.
Ora, chiaramente, noi abbiamo appreso così quelle che sono le linee in questo momento, quindi è
anche difficile iniziare a dare diciamo un nostro contributo fino in fondo in questo momento. E’
chiaro che andrà anche visto più da vicino quelli che sono i tempi, confrontarsi come ricordava il
Sindaco magari anche in alcune iniziative, che sicuramente dovranno essere prese sul territorio,
quindi un confronto con i cittadini delle varie frazioni perché, effettivamente, una variante al Piano
Strutturale ed al Regolamento Urbanistico implica chiaramente un confronto anche piuttosto intenso
con tutto il territorio, con i cittadini. Certamente le esigenze del nostro territorio sono tante,
chiaramente non sono tutte recepite nei vecchi strumenti urbanistici e ci sono chiaramente da
aggiornarli perché anche l’evoluzione, come veniva detto, della disciplina urbanistica e anche delle
normative sono abbastanza veloci e quindi è giusto che debba essere fatta una riflessione e una
attenta valutazione su quelle che possono essere le varianti a questo strumento, che poi è uno degli
atti più importanti che una Amministrazione Comunale va a compiere e quindi credo che sia
importante su questo discuterne e discuterne approfonditamente e valutare approfonditamente tutte
le sfaccettature che ci possono essere.
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Pag. n. 11
Ripeto è difficile iniziare a fare un percorso in questo momento, ma occorrerà anche per noi una serie
di valutazioni, una riflessione anche magari vedendo i primi studi che sono fatti anche da questo
gruppo di tecnici.
Però una riflessione, che stavo facendo, mentre parlava l’Architetto Bedini, per quanto riguarda i
piani diciamo invecchiano rapidamente anche per proprio l’evoluzione urbanistica che c’è ora in
questo momento, ci diceva che c’è in itinere la nuova legge regionale e che è imminente
l’approvazione. Quindi, molto probabilmente, credo che sia anche, è una riflessione che vado a fare,
che sia anche giusto fare i conti con questa nuova legge, con questa nuova normativa che sarà
approvata nel corso dei primi mesi del 2014, quindi io credo che non si può non tenere conto di
questa nuova legge. Credo che vada di pari passo con quella che è l’approvazione della nuova legge
della Regione Toscana. Mi sembra questo un fatto che non si può prescindere. Quindi, ecco, questa è
una prima cosa. Quindi, ecco, alcune questioni mi ponevo la domanda se siamo in grado già ora di
poterle in qualche modo discuterne senza che ci sia questa, senza ancora che sia stata approvata
questa nuova Legge Urbanistica, magari per dare anche degli indirizzi diversi. Siccome mi pare, se
non vado errato, che ci sia anche in itinere la nuova normativa paesaggistica, se non sbaglio, che
dovrebbe andare di pari passo con la nuova legge urbanistica al livello regionale. Quindi, anche di
questo, a mio modo di vedere, dovremo tenere conto e ragione anche con quelli che sono gli indirizzi
contenuti in questa nuova normativa.
E’ chiaro che noi poi qui possiamo fare una serie anche di valutazioni, di indicazioni, però ecco a mio
modo di vedere rimane ora anche particolarmente difficile poter dire bisogna, diciamo, indirizzarsi in
questo senso o nell’altro. Una serie di valutazioni credo che comunque possono essere date. Noi
siamo in presenza di un territorio, il nostro Comune, ma anche gran parte della montagna che ha,
cioè che è caratterizzato da una ruralità e anche da un paesaggio importante, che è diciamo intrinseco
anche con le valorizzazioni turistiche ed ambientali. Quindi, su questo credo che dobbiamo fare
molto, anche perché uno sviluppo del nostro territorio non può prescindere da queste cose. Noi
abbiamo queste qui e sono fondamentali. Purtroppo, ultimamente, negli ultimi anni forse non siamo
riusciti a coniugare questa importante risorsa, questa importante opportunità che abbiamo sul nostro
territorio e valorizzarle nel senso di un accrescimento anche dell’economia del nostro territorio.
Quindi, a mio modo di vedere, questo è un primo sforzo che dobbiamo sapere fare e sapere mettere
all’interno di questa variante del piano strutturale perché per noi è importante. Vediamo che un
territorio, che è stato da sempre antropizzato e che man, mano va calando la popolazione riesce
sempre più difficile trovare opportunità di lavoro, ma riesce sempre più difficile mantenere il
territorio, consolidare il territorio, quindi fare quell’azione che è importante anche per poi poter
avere delle capacità di dare sviluppo, di offrire un territorio che è comunque importante, che ha delle
caratterizzazioni anche ambientali importanti. Quindi, su questo credo sia un compiuto non semplice,
non facile, ma dobbiamo pensare anche in questo modo. Molto probabilmente ci si pensa sempre e
poi le soluzioni, oppure le prospettive che si danno non sempre riescono ad andare nel verso giusto,
perché anche, magari, un tempo, qualche decennio fa si pensava ad uno sviluppo magari delle
lottizzazioni, degli insediamenti anche delle seconde case, su questo credo che invece in questo
momento dobbiamo ripensare, forse, a valorizzare quello che c’è attualmente a rendere più attraente
quello che abbiamo, che è anche magari di livello storico senza pensare di andare ad interessare il
nuovo, il nuovo territorio che potrebbe compromettere anche lo sviluppo poi in senso economico e
turistico. Quindi, ecco, è difficile poter pensare a tutte queste cose. Io credo che ci siano le capacità,
anche dei professionisti, nel fare questo e di confrontarsi con la popolazione, con le categorie, con le
associazioni. Poi, io credo che sia anche, ci sia anche una attenzione, almeno io questo posso dire,
per la mia esperienza passata, una attenzione particolare dei cittadini e una capacità anche nella
cittadinanza di sapere cogliere quelle che sono le esigenze e le indicazioni anche per lo sviluppo. C’è
diverse capacità di iniziativa e quindi su questo credo che dobbiamo anche cercare di valorizzarle e di
dargli fiducia a queste iniziative che possono venire.
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Quindi, ecco, su questo io credo che dobbiamo riuscire a cogliere nei cittadini, nella cittadinanza,
nelle categorie questa capacità che il nostro territorio, molto probabilmente, può avere. Quindi, ecco,
su questo io spero, mi auguro, sono convinto che il gruppo dei tecnici saprà interpretare nel giusto
modo queste cose. Per quanto riguarda, ora a parte anche nel nostro gruppo non è che ci possono
essere indicazioni in questo momento, però noi seguiremo costantemente anche nelle assemblee, nel
confronto con i cittadini questa variante perché riteniamo che sia particolarmente importante e
significativa, quindi da questo punto di vista c’è tutto un nostro, nel limite del possibile, contributo
per cercare di dare il maggiore aiuto possibile a far sì che venga, si riesca a licenziare poi un
provvedimento il più possibile adeguato al nostro territorio. Grazie. >>
Parla il Sindaco:
<< Grazie Consigliere Nesti. Altri interventi? Bene, abbiamo il Dottor Cei. >>
Parla il Dottor Cei - Agronomo:
<< Grazie. Non sapevo se intervenire, poi le parole del signor Nesti mi hanno diciamo invitato a
farlo. Io sono agronomo e, forse, il signor Nesti si ricorderà di me perché ho partecipato alla
redazione del piano strutturale precedente, circa 12 anni fa. Per cui posso parlare male del piano
precedente perché mi do la zappa sui piedi. No, torno un po’ sul metodo di lavoro e sulle parole
dell’Architetto Bedini, ora non so. Per andare alle mie..ecco, sì, sì va bene. Grazie.
In particolare per capire un po’ il passaggio dalla filosofia del vecchio piano a quello nuovo. Io mi
ricordo, appunto, 10-12 anni fa nella redazione del vecchio piano, io ho partecipato solo alla
redazione del piano strutturale non poi del Regolamento Urbanistico. Facemmo un po’ una
fotografia del territorio, partendo dall’uso del suolo sia della Provincia del PTC, che era di metà circa
degli anni ’90, che delle foto aeree di quel periodo. Questa volta, consci anche della limitatezza di
quella visione, che portò alla redazione del piano strutturale, abbiamo scelto una impostazione
dinamica. Addirittura siamo partiti facendola lunga anche dal Catasto Leopoldino della prima metà
dell’ottocento, ma diciamo in buona parte, soprattutto, dalle prime documentazioni fotografiche che
ci sono del territorio, cioè dalle foto aeree del ’54, con una serie di altre foto aeree e di usi del suolo
codificati dalle varie, fino ad arrivare al 2010 che ci ha fatto vedere prima l’Architetto Bedini. E in
questa maniera sono venute fuori, è venuta fuori una ricchezza e una articolazione del paesaggio
rurale, che è la parte di cui mi sono occupato prima, insomma diciamo in maniera particolare,
notevole. Per cui, qui vediamo per esempio la zona di Conio, Paniella e Poderino come dagli anni ’50
a sessant’anni dopo del 2010 sia notevolmente impoverito il paesaggio perché richiuso
dall’abbandono e dalla riconquista del bosco o da piantagioni inappropriate. Per cui, e come Conio ci
sono moltissime altre situazioni: il Teso alto e Teso basso, per esempio, che era una enorme area
coltivata e diciamo gestita per scopi agrosilvopastorali ed oggi, praticamente, persa.
Anche il Ciliegiola andando dal Melo verso la Doganaccia è un’altra di queste aree qui.
Per cui e qui ritorno un po’ indietro al discorso che faceva l’Architetto Bedini sulla nostra scelta di
agire su un doppio livello in maniera contestuale. Anche per me è la prima volta che, insomma, e
ormai sono circa vent’anni che mi occupo di aspetti urbanistici, per lo meno per le mie competenze, è
la prima volta che porto insieme, avanti, un livello di pianificazione strutturale, che normalmente si fa
a 10 mila, in scala 1 a 10 mila se non addirittura superiore, perché spesso si parte anche dalle
tavolette dell’IGM a 25 mila. Invece ad un livello più di norma che è quello del Regolamento che è al
2 mila. Però devo dire che al di là della difficoltà e della fatica, che provoca, ha anche degli aspetti
molto positivi perché c’è un continuo rimando ed affinamento della conoscenza, per cui anche delle
elaborazioni, come possono essere quelli dei sistemi ambientali e funzionali, che sono tipici del piano
strutturali, cioè di elaborazioni al 10 mila, e qui vediamo la carta diciamo del Piano Strutturale
vigente, mentre sotto c’è una elaborazione in bozza di quello che stiamo verificando.
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Sono emerse tutta una serie di aree, che vedete in basso, che sono quella della Motta Serin dell’Erba,
ora Voltraia, no poi cosa c’è? Livogne ecc, che nel piano strutturale precedente non erano stati presi
in esame perché residuali e perciò non considerati degni di essere, di costituire sistema, però se presi
nella loro dinamica più lunga di cinquant’anni, sessant’anni, invece sono stati considerati importanti e
degni di essere recuperati e in qualche maniera la norma cercherà di dare la possibilità a chi è
intenzionato ad agire e ad avere delle attività in questi ambiti di riportare un certo tipo di attività
agricola o di altro tipo, che si ritenga compatibile con il territorio. Per cui anche questo continuo
rimando fra un livello alto e un livello basso ha sicuramente dei pregi che potrebbero essere anche
innovativi da un punto di vista di disciplina futura.
Questo anche per rispondere al discorso del patrimonio di tante cose che non sapevamo, caso mai,
per lo meno io non sapevo che esistessero e che in una visione temporale più lunga invece sono
emerse e che speriamo di riuscire a trasmettere nella norma perché se qualcuno, come il benemerito
Giuseppe Corsini, che era stamani ad un incontro, o come altri, come a Taufi o alla Pistra, possono
avere la possibilità di farlo anche nei molteplici casi di grandissimo pregio perché Cutigliano,
secondo me, rappresenta un po’, sicuramente da un punto di vista storico per quello che riguarda
l’urbanizzato, ma anche da un punto di vista paesaggistico rappresenta un caso unico e che vale la
pena, su cui vale la pena spendere molta, molta fatica perché avete dei talenti che, opportunamente
nutriti, possono anche essere una ricchezza per il futuro. >>
Parla il Sindaco:
<< Grazie Architetto Cei per queste ulteriori integrazioni. Ci sono altri interventi? Bene, se non ci
sono altri interventi, ci sarà senz’altro invece qui l’occasione di approfondire ancora di più, io
rispondendo, condividendo in buona parte l’intervento del Consigliere Nesti vorrei aggiungere che
stamani abbiamo affrontato anche in sede di incontro con le associazioni di categoria in modo
particolare, perché poi ripeto quella dei tecnici io l’ho vissuta un pochino meno, sono dovuto uscire,
va affrontato appunto questa necessità di andare incontro alle esigenze anche di un turismo, tra
virgolette, di nicchia, diverso, nuovo e anche le considerazioni amare, purtroppo, che diciamo negli
anni ’90 fino ad pochi anni fa abbiamo assistito ad un continuo, diciamo, stillicidio per quanto
riguarda il ricettivo, in particolare il ricettivo alberghiero, ma questo non soltanto sul Comune di
Cutigliano, anche sul Comune di San Marcello e di Abetone, Comuni vicini, anzi forse di più in
percentuale. Ma diciamo la chiusura di mi sembra 14-16 strutture ricettive, ecco questo la dice lunga
sul fatto di quanto sia stato difficile continuare certe attività sul territorio e pertanto per questi
diciamo, come si può dire, potenziali fabbriche, perché io dico sempre, a volte negli incontri che
facciamo anche di categoria mi preme sottolineare il fatto che, per esempio, il ricettivo di Cutigliano
è come una fabbrica da 200 posti di lavoro o quasi, perché se si va a vedere diciamo tutto quello che
è l’indotto, tutto quello che è l’indotto delle presenze turistiche, oggi sono ridotte a poco più di 50
mila per quanto riguarda l’alberghiero sul territorio di Cutigliano, ma che erano oltre 150 mila fino a
15 anni fa, ecco se si va a considerare l’indotto, l’occupazione anche se stagionale a tempo
determinato, si vede insomma che viene dato lavoro ad un bel numero di persone. Ecco, oggi, se si
assiste a qualsiasi tipo di insediamento produttivo, di fabbrica, che magari licenzia, rischia di
licenziare 15 operai c’è diciamo la rivolta e giustamente. Non ci si rende conto, e giustamente ma
non ci si rende conto che magari diciamo avere perso un certo numero di attività produttive tipo il
ricettivo alberghiero, anche il ricettivo di altro tipo sul territorio ha fatto sì che diciamo ci sia stata
anche una grande perdita di occupazione, senza considerare appunto l’indotto. Si è sopperito,
magari, con altre forme di turismo, come si diceva stamani, di nicchia, quali sono gli agriturismi ecc,
però non sopperiscono senz’altro a quello che è stato diciamo la chiusura di strutture anche da 40,
30, 40, 50 camere. Questo è molto importante e ne abbiamo discusso, appunto, stamani mattina e
penso che sia opportuno andare incontro alla necessità il più possibile di quelli che sono un pochino
le attività produttive, ed anche nel settore dell’artigianato.
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Non a caso abbiamo cercato, cercheremo anche di individuare aree, sappiamo benissimo le difficoltà
che abbiamo per reperire un’area anche per la discarica di inerti. Insomma, ci sono una serie diciamo
di accorgimenti che dobbiamo senz’altro valutare, come del resto anche tutto quello che riguarda
l’energia rinnovabile, l’energia alternativa, l’energia diciamo da fonti rinnovabili. Anche su questo e
stiamo approfondendo un attimino l’argomento perché ci sembra interessante. Comunque, penso che
le occasioni saranno diverse e si dovrà fare partecipare il più possibile, come giustamente dicevate,
tutti la popolazione perché certi diciamo, certi suggerimenti sono importanti e vanno saputi
interpretare perché, a volte, le discussioni sono di parte, possono essere come si può dire viste anche
in modo provocatorio, però se se ne parla è bene, perché se se ne parla vuol dire che c’è interesse. Io
sono convinto che su questo argomento ci sarà senz’altro interesse e partecipazione.
Bene, chiusa questa comunicazione, io libererei a questo punto da questo soggiorno obbligato a
Cutigliano, i nostri tecnici, i nostri diciamo incaricati per questa relazione perché veramente oggi
hanno fatto un tour de force non indifferente. Ringraziandoli di nuovo, passando diciamo alle altre
comunicazioni e al nostro ordine del giorno. Grazie di nuovo per essere rimasti fino ad ora ed averci
dato queste informazioni.
(INTERRUZIONE)..che avete del Consiglio Comunale avete visto gli inviti che ci sono di qui a
breve per alcune iniziative. Una, appunto, è la festa degli auguri il 19, che raccomanda la
partecipazione. Un’altra diciamo è l’inaugurazione della Piazza di Pian degli Ontani per il giorno, se
non sbaglio, 21, sabato prossimo. La festa degli auguri invece il 19.
Volevo anche ricordare che il 18 siamo, diciamo insieme ad un gruppo, con i gruppi parrocchiali di
Cutigliano e di Pian degli Ontani facciamo una gita mercoledì mattina una gita a Roma, all’udienza
dal Papa. Questa c’era stata richiesta da alcuni anziani, partiremo con un pullman da circa, mi
sembra, 28 persone.
Vorrei ricordarvi anche che nell’occasione di altri Consigli Comunali avevamo stabilito il gettone di
presenza per diciamo la solidarietà per la Sardegna e anche una iniziativa per il rinfresco appunto e lo
scambio di auguri al quale, diciamo, abbiamo contribuito con un gettone di presenza in un caso e con
una piccola quota diciamo di partecipazione per effettuare il rinfresco per l’altro. Sicché, se ci sono
alcuni Consiglieri, che magari ancora non hanno provveduto, se possono farlo prima possibile.
Continuando tra le comunicazioni, vorrei anche fare presente appunto il rinvio di oggi del Consiglio
Comunale di un’ora è dovuto al fatto che abbiamo avuto l’opportunità di incontrare tutti i Sindaci
della montagna e i Segretari Comunali di incontrare oggi i funzionari e i dirigenti della Regione
Toscana per fare il punto proprio sulla situazione dell’Unione dei Comuni, per fare il punto su quello
che è un attimino il procedere da qui a breve. A questo punto, di nuovo arrivederci, grazie. Grazie,
arrivederci. Auguri.
A questo punto, diciamo, se il Segretario, che poi ha potuto seguire fino in fondo, in quanto io sono
dovuto partire un attimino prima perché avevo dei problemi con la macchina, però diciamo darci
illustrazione di quello che poi è stato definito in sede, appunto in sede ultimativa nell’incontro con il
Dottor Trotta e Frizzi in Regione, magari così i Consiglieri saranno messi come puntualità. Per
puntualità di questo, penso, non ci sia perché è di oggi, oggi pomeriggio alle due e mezzo l’incontro.
Grazie Segretario. >>
Parla il Segretario Generale:
<< Grazie. Dunque, cerco di essere più sintetico e possibilmente chiaro possibile.
Dunque, l’incontro di oggi si è reso necessario perché, come sapete, in aprile è stato deliberato uno
Statuto con cui è stata istituita una Unione dei Comuni, e, in base a questo Statuto, tuttora vigente,
l’Unione dei Comuni sarebbe dovuta partire al 31/12/2013. E, sempre per statuto, le funzioni
fondamentali che per legge devono essere gestite obbligatoriamente in forma associata, che se non
ricordo male sono 10 o 12, insomma però, comunque nove ecco, o 10, con l’anagrafe 10. Ecco,
faccio sempre confusione sul numero, avrebbero dovuto appunto essere conferite tutte all’Unione dei
Comuni a partire da questa data.
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Se non che sono in corso due eventi diversi e distinti: uno è l’emendamento inserito nella legge di
stabilità, che è in corso di approvazione in Parlamento, attualmente alla Camera e prevede uno
spostamento di sei mesi dell’obbligo di gestire tutte queste funzioni fondamentali o attraverso unione
o attraverso la convenzione, noi abbiamo scelto la strada dell’unione, e quindi viene spostato al 30
giugno del 2014. Probabilmente, verrà ulteriormente prorogato di altri 6 mesi perché, evidentemente,
le nuove amministrazioni non possono insediarsi e gestire questo passaggio, però questo non è ad
oggi sicuro. Quindi, da una parte c’è questa proroga prevista dalla normativa statale.
Dall’altra, tuttavia, c’è un problema che riguardava e riguarda la normativa regionale cioè io,
ovviamente, poi sono arrivato dopo perché sono qui dal 1° luglio, però mi è stato spiegato dagli
organi competenti che al momento in cui fu istituita l’Unione dei Comuni la Regione Toscana, in
base alla Legge Regionale 68, ha concesso non solo a noi, ovviamente, a tutte le Unioni dei Comuni,
in base a certi requisiti dei finanziamenti. Alcuni, una parte di questi finanziamenti, credo una somma
che poi per essere precisi bisogna chiederla all’Unione dei Comuni, ma insomma che ammonta a
circa 120 mila Euro sia già stata erogata. Tuttavia, per poter erogare questa somma la Regione
Toscana ha chiesto all’Unione dei Comuni che indicasse con certezza la data a partire dalla quale
queste funzioni sarebbero state gestite in forma associata. Quindi, adesso, noi ci troviamo di fronte a
dovere gestire questo passaggio: cioè da una parte la normativa statale ci dà più respiro, dall’altra
tuttavia noi nello Statuto, nello Statuto, l’Unione dei Comuni ha scritto, questo Statuto prevede che
al 31/12 tutte le funzioni debbono partire, pena la revoca dei finanziamenti regionali già concessi,
cioè pari appunto a circa 120 mila Euro. E quindi per questo l’urgenza di avere un incontro in
Regione Toscana con il funzionario competente perché ci desse delle indicazioni su come
comportarci. Pare che, anzi pare, insomma parola del Dottor Trotta, che si occupa di queste cose, e
del suo dirigente, non so come si chiami, in Regione non so come si chiami, ci hanno spiegato
questo:
per poter salvaguardare questi finanziamenti è sufficiente, tra virgolette, che venga emanato un
nuovo decreto del Presidente dell’Unione dei Comuni, che attualmente è il Sindaco di San Marcello
Pistoiese, come sapete, che comunichi quali funzioni siano attivate al 31 dicembre. Quindi,
probabilmente, è sufficiente essere in regola con la normativa statale. Cioè se la normativa statale
concede una proroga è sufficiente che tre funzioni partano in concreto. Probabilmente è sufficiente
che siano anche due, perché due vanno in Unione e una potrebbe continuare ad essere gestita almeno
momentaneamente in convenzione. Probabilmente la Protezione Civile, ora vedremo, decideranno i
Sindaci in conferenza, insomma. Quindi, questa è un po’ la situazione. E’ un po’ un ingorgo
normativo che, ovviamente, è un po’ complesso da gestire, però pare che, diciamo, se mi perdonate
l’espressione dovremmo riuscire, cioè dovremmo, dovrebbe riuscire a salvare capra e cavoli. Cioè gli
obblighi normativi, derivanti dalla Legge Statale, e quelli regionali da cui poi deriva ovviamente la
concessione di questi finanziamenti e la loro eventuale revoca, quindi questo è un po’. Se non sono
stato chiaro chiedetemi pure. >>
Parla il Sindaco:
<< Grazie Segretario. Ci sono interventi? Consigliere Nesti. >>
Parla il Consigliere Nesti:
<< Grazie Presidente. Dunque, su questa questione dell’Unione dei Comuni, devo dire che noi più
volte, come gruppo di minoranza, avevamo richiamato sul fatto che vedevamo che non andavano le
funzioni e che erano state messe nello Statuto e non si andavano a formalmente ad effettuare. Quindi,
ecco, la preoccupazione che avevamo era chiaramente fondata. Su questo meno male che c’è venuto
in aiuto il mille proroghe dello Stato, sennò altrimenti davvero avremmo fatto un disastro perché
perdere ulteriori risorse per la nostra montagna, dopo che ne abbiamo perse già tante sarebbe stato
un disastro, anche se sono 125 mila Euro, ma comunque sono anche questi importanti per l’attività
del nostro territorio.
Deliberazione C.C. n 56 del 16 dicembre 2013
Pag. n. 16
Quindi, ora ecco se ho capito bene entro il 31 gennaio devono essere comunque messe, il 31
dicembre messe in funzione, messe tre funzioni obbligatoriamente sì in atto con l’Unione dei
Comuni. Quindi, ecco, ora non arriviamo credo all’ultimo momento nel fare poi degli accordi,
comunque dare queste funzioni in modo non adeguato. Ecco, su questo credo che è compito anche
degli amministratori, ma anche dei segretari per riuscire. No, eh no, ma però comunque c’è anche
questo che credo sia importante l’indicazione che viene fatta (parola non comprensibile) anche
perché poi se non vengono fatte nel migliore dei modi ricade sui cittadini che non hanno i servizi nel
modo e nella maniera opportuna.
Detto questo, ecco alcune questioni, alcune comunicazioni che come gruppo intendevamo fare. Una
prima, voglio dire recentemente è scomparso Guelfo Frati, che è stato anche Consigliere Comunale
di Cutigliano negli anni ’70 e devo dire che dispiace, io non ho potuto partecipare alle esequie, però
dispiace avere saputo e constatato che non era stato, che non era presente il nostro Comune in modo
ufficiale con il Gonfalone, ecco. Ed io credo che è sempre stato in uso fare questo per tutti coloro
che hanno prestato la loro attività come Consiglieri, come Assessori in qualsiasi altra veste di
amministratori nel nostro Comune e dispiace che per Guelfo Frati non è stato fatto questo. Quindi,
ecco, questo era un richiamo anche magari al Sindaco e alla Giunta a verificare anche i nominativi dei
Consiglieri, che sono stati nelle precedenti legislature, perché questo non risucceda, non riaccada.
Una questione sulla quale avevamo fatto una interrogazione la volta scorsa è che appunto non c’è
stato, non abbiamo avuto novità sullo sviluppo del punto Ecco Fatto di Piano Sinatico, volevamo
sapere se ci sono novità perché, a quanto ho avuto modo di parlare sia con l’UNCEM, che con
alcuni cittadini, che si chiedono se ci sono, cioè siamo arrivati ad una definizione delle cose perché
c’è da questo punto di vista una attesa anche per risolvere questo problema.
Un’altra questione, che ci premeva conoscere, magari sapere perché circolano voci che si sta
pensando di tagliare delle ore al personale di supporto presente nelle scuole e questo, chiaramente,
sta creando preoccupazione e non vorremmo che ciò andasse anche a penalizzare i servizi frutto di
tutto il personale scolastico e degli alunni in particolare con magari servizi ridotti e non adeguati.
Quindi, ecco su questo volevamo avere anche una chiarezza da parte anche se, capire se queste
notizie, che circolano, sono vere o meno.
Un’altra questione riguarda le difficoltà di cassa. Su questo, pensavamo che ci fosse riferito anche
nelle comunicazioni, se ci sono sviluppi e in particolare sulla questione dei crediti nei confronti di
GAIA e sulla questione che è stata posta alla Regione. Io ho avuto modo anche di scambiare alcune
parole con qualcuno della Regione, ora non so se mi sono state riferite le cose in modo esatto perché
pare che alla Regione non siano ancora arrivate quella documentazione che era stata richiesta dalla
Regione al Comune. Non so a che a punto siamo di questa procedura, però ecco sembra che non sia
stata prodotta, ed io credo che su questo magari ci sia da accelerare perché la situazione della nostra
cassa, come sappiamo, è difficile. Quindi, se si riesce a risolvere anche questi problemi credo che sia
importante. Mi pare che anche il Comune di Marcello ora sia, comunque abbia..>>
FINE LATO B PRIMA CASSETTA
SECONDA CASSETTA INIZIO LATO A
Parla il Consigliere Nesti:
<<..più volte è capitato di vedere che i vigili ancora non sono stati, diciamo non hanno una propria
auto per poter effettuare il servizio e questo quando, almeno così ci viene detto, ci sono nella flotta,
nel corpo della Polizia Municipale comprensoriale ci sono delle auto che potrebbero essere affidate
anche ai nostri vigili. Ecco, su questo quindi si chiede che ci sia un intervento anche del Sindaco nei
confronti, o nella Conferenza dei Sindaci o comunque nei confronti del Comandante di Polizia
Municipale perché anche i nostri vigili abbiano le necessarie attrezzature, diciamo così, per svolgere
nel migliore dei modi il loro servizio.
Deliberazione C.C. n 56 del 16 dicembre 2013
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Un’ultima questione, credo importante, che mi è arrivata proprio una telefonata (parola non
comprensibile) fa, dall’On. Fanucci e che è ufficiale che è stata (parola non comprensibile) dalla
Commissione della Camera nella Legge di Stabilità la proroga degli impianti di un anno. Quindi,
questa è stata formalmente licenziata dalla Commissione Bilancio della Camera e quindi andrà in aula
e credo che da questo punto di vista finalmente abbiamo questa opportunità. Grazie. >>
Parla il Sindaco:
<< Altri, interventi? Se non ci sono interventi volevo rispondere velocemente a queste considerazioni
del Consigliere Nesti. Innanzitutto, volevo scusarmi per quanto riguarda diciamo la mancata
presenza del Gonfalone in modo ufficiale al funerale dell’ex Consigliere Rodolfo Frati. Io mi sono
poi subito attivato il giorno dopo perché quanto l’ho saputo ovviamente perché nessuno me l’aveva
fatta presente questa cosa, ho scritto una lettera ai parenti, in quanto in questo caso, purtroppo, c’è
stato un disguido da parte degli uffici perché è una cosa che si fa sempre e non si fa comunque e
sicché è stata un attimino, diciamo, non è che il Sindaco si possa ricordare chi nel ’60 o nel ’70 ha
fatto il Consigliere Comunale. Sicché questa, diciamo, mancanza l’abbiamo come si può dire fatta
presente con forza a chi di dovere perché ci s’ha un elenco aggiornato sempre, è stato anche girato
agli uffici che devono diciamo poi far fronte a questo. Per quanto riguarda, ecco, fatto abbiamo
risposto anche ai cittadini che avevano portato la richiesta di chiarimenti e ad oggi non abbiamo
nessuna risposta da parte della Regione. Proprio oggi stesso l’ho fatto presente anche all’UNCEM.
Ci sono la bellezza di 12 uffici nella Regione Toscana che non sono ancora a regime e questo vuol
dire che in effetti la cosa è stata, è partita diciamo a spron battuto, ma poi ha trovato ovviamente
difficoltà, difficoltà non poche in diversi posti. Comunque stiamo valutando e penso che sia quella,
diciamo a questo punto la soluzione, di mettere a punto la stanza che abbiamo in Piano Sinatico per
diciamo fare quel tipo di servizio, anche se come tante volte, lo ripeto continuamente, i giovani
stanno lavorando comunque per un servizio (parola non comprensibile) sociale in tutte le frazioni del
Comune di Cutigliano ed è questo uno scopo importante non solo quello su Piano Sinatico, che deve
essere comunque principale, senz’altro il principale.
Per quanto riguarda il personale di supporto nelle scuole, è vero l’ufficio ha predisposto in questi
giorni e ne abbiamo parlato, l’ha riportato anche alla Giunta, in questo caso ci sono, diciamo è
successo che con le difficoltà di Bilancio siamo dovuti andare a vedere un attimino tutto quello che
era possibile risparmiare e gli uffici, i capi area si sono diciamo fatti carico, ovviamente ognuno per la
propria competenza, di verificare questo ed hanno verificato diciamo con anche dei sopralluoghi, mi
sembra che sono stati fatti, anche sopralluoghi da parte appunto del nostro personale per verificare la
necessità, un limite di mantenere un certo numero di ore per un certo numero di persone di servizio
anche perché sono calate le utenze, sono calate diciamo le necessità, ci sono meno ragazzi. Ora,
questo verrà diciamo valutato rivisto con attenzione perché in effetti poi sommati diventano diversi
migliaia di Euro che vengono eventualmente ad essere risparmiati. Ovviamente senza assolutamente
dover mancare, diciamo, nel servizio e nel supporto perché in alcuni casi mi sembra che sia quella di
passare da due ore e mezzo dello sporzionamento dei pasti a un’ora e mezzo, non mi ricordo, o a
due ore insomma o anche per le pulizie stesse del palazzo comunale, per le pulizie diciamo di altri
locali comunali, un minimo di diminuzione perché in effetti ce n’è meno, sembra che ce ne sia meno
necessità e sembra che ci sia la possibilità di risparmiare qualcosa.
Gaia e Regione. Sì, noi quotidianamente, quasi ogni tre o quattro giorni io mi sento con il Dottor
(parola non comprensibile) squisita persona dell’Ufficio Capo di Gabinetto dell’Assessore Bugli, con
il quale diciamo ci si raccorda, e ad oggi i documenti sono stati inviati tutti, mancava un documento
fino a 5-6 giorni e anche oggi mi ha chiesto, un funzionario della Regione mi ha chiesto e mi ha
ricordato questa cosa, ma io già avevo appurato fin da qualche giorno fa che tutto era arrivato in
Regione, ora tocca alla Regione darci quelle risorse che ha promesso di darci e che ci darà senz’altro
perché sono loro stessi a farci questa proposta, siamo andati ad incontrarli per chiedere, appunto,
supporto per questa difficoltà che abbiamo e si sono fatti carico finito di attivarsi per vedere prima
possibile, entro appunto la fine dell’anno, a farci pervenire queste risorse che avanziamo come
progetti dalla Regione.
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Per quanto riguarda, invece, l’azione legale nei confronti di Gaia sta procedendo. E’ stato
depositato appunto l’atto ingiuntivo e ci sono sviluppi. Proprio poco fa ho parlato anche con
l’avvocato, ci sono diciamo delle, mi ha chiamato appunto perché aggiornerà a breve con una e-mail
ha detto la nostra Segreteria, i nostri uffici per poter diciamo continuare l’azione che sembra essere
partita questa volta con il piede giusto, speriamo sia appunto la volta buona. Penso di sì perché
penso di avere capito che c’è stata buona (parola non comprensibile) da parte di tutti.
Per quanto riguarda la polizia municipale abbiamo avuto un incontro proprio in questa settimana, ad
inizio settimana. Un nuovo incontro, un incontro diciamo anche se informale, piuttosto determinato
con i responsabili dell’area, il responsabile del servizio e mi sembra che si stiano attivando delle
forme nuove di collaborazione e di maggiore diciamo attenzione a quelle che sono le esigenze dei
singoli territori. Ci siamo dati questo fine anno, massimo il periodo dopo le feste, per verificare
effettivamente se il servizio avrà questo salto di qualità che ci auspichiamo da tempo.
Penso che questa volta ci sia stato veramente un chiarimento importante. Un chiarimento importante,
che possa dare dei frutti. Poi, tra venti giorni, ne trarremo le conclusioni.
Sono contento della notizia che ha dato ora Graziano Nesti, il Consigliere Nesti per quanto riguarda
la telefonata dell’On. Fanucci. Noi eravamo già in parte diciamo abbastanza ottimisti su questo
perché, come ebbi a dire l’altra volta a fronte di incontri abbastanza informali, che si erano tenuti a
Porta Pia, al Ministero delle Infrastrutture, abbiamo seguito con la massima attenzione, perché
proprio noi, proprio me personalmente interessato da alcuni sottosegretari, senatori e deputati, mi
era stato detto che la cosa era abbastanza diciamo possibile, ma diciamo non del tutto (parola non
comprensibile) a questo, proprio siamo andati, lunedì scorso siamo andati, proprio io, siamo andati a
parlare con il Direttore Generale del Ministero delle Infrastrutture, Dottor Di Gian Battista e con il
Capo di Gabinetto Buonaluce (parola non comprensibile) insieme al Sindaco Danti ed alla Presidente
Fratoni, come avete visto sulla stampa, poi abbiamo fatto fare un intervento ovviamente
tranquillizzante, ma abbastanza prudente da parte appunto del Presidente della Provincia, perché al di
là del fatto che poi dopo qualche giorno qualcuno si è anche, come si può dire, preso la paternità di
certe cose, ma questo fa parte del gioco politico, noi stiamo tranquilli, l’importante è avere fatto il
nostro dovere. Ed io appunto aspetto con piacere la notizia ufficiale, domani o domani l’altro, perché
sembrava che ufficialmente dovesse arrivare, proprio ieri ci avevano detto il 20, se poi diciamo non
solo della proroga, ma noi abbiamo ponderato, abbiamo portato avanti anche e questo veramente a
breve con l’Onorevole Buonaluce e con il Direttore Gianbattista anche la possibilità come, appunto,
era apparso sulla stampa nell’intervista della Presidente Fratoni di rivedere addirittura la normativa,
che sarebbe cosa assai più importante perché qui non si può andare avanti a proroghe. E poi
proroghe a questo punto massimo un anno perché sono io stesso consapevole e glielo dissi proprio
tranquillamente che mi sembrava che non fosse più il caso di andare avanti sempre con proroghe, ma
di fare definitivamente questo diciamo adeguamento alla normativa europea, oppure di trovare
soluzioni diverse perché non è più possibile diciamo tutti gli anni arrivare a questo punto. Io sotto
questo aspetto devo dire che c’è stato un buon recepimento da parte del Ministero, diciamo che forse
saremo stati noi un pochino anche l’imprenditoria locale che non ha saputo cogliere quattro anni fa
quando appunto un danno ottenemmo un due più due i quattro anni che sembravano diciamo
eccezionali, che sembravano dare un risultato e poi ci siamo un attimino seduti e abbiamo aspettato
forse e i finanziamenti e ulteriori proroghe e questo non va bene, non ci fa neanche apparire diciamo
come solerti e diciamo anche estremamente convinti di voler portare avanti un processo più
importante perché se non si riesce in quattro anni a fare certe cose, ad ottenere certi risultati, poi
diventa difficile tornare tutti gli anni a chiedere ulteriori interventi, ulteriori proroghe ed ulteriori
diciamo favori.
Altra cosa, ultima che voglio dire, appunto chiarezza ci chiedeva il Consigliere Nesti chiarezza
riguardo anche al problema dell’Unione dei Comuni.
Deliberazione C.C. n 56 del 16 dicembre 2013
Pag. n. 19
E’ vero è mancata la chiarezza, è mancata principalmente, io devo dire da parte anche e questo
l’abbiamo detto più volte, da parte diciamo di una certa fermezza anche della Regione Toscana nel
prendere delle decisioni. Perché certe decisioni tipo quella del referendum SI o referendum NO è
stata uno stillicidio, ossia se ad ottobre, i primi di ottobre quando nelle altre occasioni, nelle altre
località si è deciso per una cosa o per l’altra, se c’era stata data l’opportunità magari si era deciso o
SI o NO e magari già allora sapevamo di dover partire con un certo percorso invece di aspettare,
invece di dover aspettare, diciamo di tergiversare sempre e rimandare di dieci giorni, di quindici
giorni al prossimo Consiglio. E magari ci siamo anche un attimino, come si può dire, fra virgolette
fermati, questo ha fatto sì che si sia arrivati alle porte con i sassi. Sono anch’io d’accordo che
senz’altro il percorso delle 10,00, addirittura tutte e dieci le funzioni subito e per questo devo
ringraziare anche il nostro Segretario Comunale, che si è fatto per primo carico di prendere
l’iniziativa di fare l’incontro con la Regione, insieme ai colleghi, stimolando i colleghi e stimolando i
Sindaci perché in effetti questo incontro di oggi ha finalmente chiarito, chiarito cosa si deve fare.
Perché c’era diciamo una incertezza continua, diciamo continuava questa incertezza da un Consiglio
riunito all’altro e non si sapeva mai. Questo, diciamo, fino a pochi, fino al penultimo Consiglio
Regionale.
Bene, finito con le comunicazioni, passiamo al terzo punto all’ordine del giorno.
Deliberazione C.C. n 56 del 16 dicembre 2013
Pag. n. 20
Il presente verbale, previa lettura ed ai sensi dello Statuto comunale, è come appresso approvato e sottoscritto:
IL SINDACO
F.to Ceccarelli Carluccio
IL SEGRETARIO GENERALE
F.to Dr. Giuseppe Zaccara
_______________________________________________________________________________________________
PUBBLICAZIONE
Copia della presente deliberazione viene
pubblicata all’Albo Pretorio del sito internet del Comune
(www.comune.cutigliano.pt.it) dal ____________________ e vi rimarrà fino al ____________________ , per 15 gg.
consecutivi ai sensi dell’art.124, 1° comma, del D.Lgs.267/2000
L’UFFICIO DI SEGRETERIA
_______________________________________________________________________________________________
Per copia conforme all’originale in carta libera per uso amministrativo.
Cutigliano ___________
L’UFFICIO DI SEGRETERIA
________________________________________________________________________________________________
ESECUTIVITA’
[X] La presente deliberazione è divenuta esecutiva ex art.134 comma 3 D.Lgs.267/2000
[ ] La presente deliberazione è stata dichiarata immediatamente esecutiva ex art.134 comma 4 D.Lgs.267/2000
Cutigliano, ___________
L’UFFICIO DI SEGRETERIA
_______________________________________________________________________________________________
Si trasmette copia della presente deliberazione per i provvedimenti di competenza a:
[X]
[X]
[ ]
[ ]
[ ]
[ ]
[X]
[ ]
[ ]
- Servizio Affari Generali
- Servizio Affari Generali per la pubblicazione on-line
- Servizi Tecnici
- Servizio Finanze e Bilancio
- Servizio Polizia Municipale
- Segretario Generale
- Capigruppo consiliari
- RR.SS.UU.
- Altri:
Cutigliano, ___________
L’UFFICIO DI SEGRETERIA
Deliberazione C.C. n 56 del 16 dicembre 2013
Pag. n. 21
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COMUNE DI CUTIGLIANO