La conoscenza sensibile Posizioni storiche Manifestazioni specifiche Valore veritativo Presupposti strutturali Alle sorgenti del problema Dati esperienziali in favore del realismo in favore del relativismo e dello scetticismo Interrogativi teoretici forme principali dell’esperienza sensibile valore di verità della conoscenza sensibile in genere valore di verità relativamente alle qualità primarie alle qualità secondarie presupposti strutturali della conoscenza sensibile Posizioni storiche Assolutizzazione della conoscenza sensibile Negazione della conoscenza sensibile negazione assoluta in nome di istanze scettiche e razionaliste negazione parziale in nome di istanze molteplici Valore veritativo della conoscenza sensibile fautori antichi e rinascimentali fautori moderni e contemporanei all’interno della scolastica al di fuori della scolastica Valore veritativo circa le qualità primarie e secondarie la posizione interpretazionista la posizione percezionista Forme di esperienza sensibile Premesse I sensi esterni Sensi interni enumerazione classica integrazioni ulteriori il senso comune la fantasia la memoria la cogitativa I sensibili i sensibili propri i sensibili comuni La conoscenza sensibile in genere si qualifica in quanto legata per più versi alla materia suppone realtà corporee dotate di dimensioni sensibili suppone mediazioni ambientali attraverso cui gli stimoli provenienti dalla realtà possano impressionare gli organi sensori suppone organi sensori capaci di cogliere gli stimoli sensoriali sede in cui avviene propriamente la sensazione secondo la concezione classica: le stesse terminazioni periferiche su cui agiscono gli stimoli secondo molti moderni: il cervello originalità della conoscenza sensibile umana rispetto a quella degli animali distinzione fondamentale della conoscenza sensibile sensi esterni o propri sensi interni I sensi esterni sono detti anche sensi propri in quanto ognuno è atto a cogliere un aspetto sensibile specifico della realtà: sia della realtà esterna al soggetto senziente (una casa) sia della realtà corporea del soggetto senziente (le proprie mani) sono tradizionalmente cinque in quanto cinque sarebbero gli aspetti quidditativi sensibili formalmente irriducibili della realtà materiale vista (colori), udito (suoni), olfatto (odori), gusto (sapori), tatto (freddo e caldo, duro e molle) in realtà il tatto comprende almeno due sensi formalmente distinti senso termico (caldo e freddo) senso della resistenza (duro, molle, rugoso, liscio) si discute se esistano anche altri sensi esterni I sensi interni hanno propriamente come oggetto diretto non già un aspetto quidditativo sensibile della realtà ma le sensazioni espletate dai sensi esterni come tali presuppongono l’apprensione del reale effettuata dai sensi esterni (costituiscono pertanto una conoscenza sensoriale derivata) non sono da confondersi con i sentimenti che appartengono alla facultas appetitiva e non alla facultas conoscitiva sono tradizionalmente quattro il senso comune la fantasia la memoria la cogitativa Il senso comune non è da confondersi con il modo di sentire comune o universale di tutti gli uomini il buon senso di chi agisce in maniera sensata un problematico sesto senso (esterno) designa quella capacita conoscitiva sensibile capace di distinguere tra le sensazioni realizzate dai sensi esterni (distingue il rosso dal dolce) integrare in un’unica percezione molteplici sensazioni realizzate da diversi sensi esterni (coglie che queste sensazioni di rosso,di dolce e di morbido si riferiscono ad una medesima realtà) propriamente parlando l’atto con cui i sensi esterni colgono un aspetto quidditativo sensibile della realtà viene detto sensazione l’atto con cui il senso comune distingue ed integra tra loro diverse sensazioni operate dai sensi esterni viene detto percezione La fantasia, la memoria, la cogitativa la fantasia oggi per fantasia si intende comunemente la capacità di elaborare immagini fantastiche che non trovano riscontro nella realtà classicamente designa la facoltà sensitiva che forma immagini sensibili (o fantasmi) che rappresentano le cose corporee anche se assenti fantasia riproduttrice (produce le immagini sensibili delle realtà percepite) fantasia creatrice (produce nuovi immagini sensibili integrando tra loro diversi fantasmi) la memoria è la capacità di ritenere le sensazioni passate e di riconoscerle come tali differisce non solo di intensità, ma di qualità (visive, uditive, tattili..) nell’uomo la capacità di scavare tra i ricordi viene detta reminiscenza la cogitativa è la capacità di cogliere l’aspetto di nocività o di utilità di una o più sensazioni corrisponde, sia pure in forma più perfetta, alla estimativa che si ritrova negli animali I sensibili (1) caratterizzazione generale costituiscono gli aspetti quidditativi sensibili, di cui la realtà corporea è dotata, colti dai sensi esterni sono analoghi agli intelligibili (aspetti quidditativi metasensibili della realtà colti tramite l’intelligenza) i sensibili propri e i sensibili comuni sensibili propri: chiamati così per due motivi in quanto ognuno di essi designa una dimensione quidditativa originale (irriducibile alle altre) della realtà in quanto ognuno di essi è propriamente coglibile solo da un senso esterno e non dagli altri sono tradizionalmente raggruppabili in cinque categorie (colori, odori, sapori, gusti, determinazioni ricollegabili al senso del tatto) sensibili comuni: chiamati così non in quanto oggetto di percezione del senso comune, ma in quanto oggetto di apprensione di più sensi propri sono tradizionalmente cinque (grandezza o taglia, figura, numero, movimento, riposo) I sensibili (2) i sensibili per se determinazioni quidditative sensibili colte propriamente tramite uno o più sensi esterni a loro volta possono essere sensibili per se immediati (la vista coglie immediatamente i colori) sensibili per se mediatati (la vista coglie, tramite i colori, la figura e il movimento di una realtà) i sensibili per accidens determinazioni quidditative sensibili che non sono propriamente percepite dai sensi, ma che sono strettamente connesse alle percezioni sensoriali a loro volta possono essere sensibili per accidens secundum quid (o relativi): propriamente sono colti da un altro senso (vedo la dolcezza del tuo volto) sensibili per accidens simpliciter (o assoluti): non sono propriamente colti da nessun senso (vedo un uomo, in quanto sostanza umana) Valore veritativo della conoscenza sensibile originaria Considerazioni preliminari il dato spontaneo iniziale a partire dall’esperienza sensitiva primordiale indole riflessiva dell’argomentazione carattere unitario ed articolato dell’argomentazione Valore veritativo della conoscenza sensibile originaria un dato immediato un dato diretto un dato evidente Valore veritativo della conoscenza delle qualità primarie e secondarie Un duplice “nihil obstat” iniziale Insostenibilità dell’interpretazionismo riduttivo conduce a gravi conseguenze scientificamente non comprovato filosoficamente inaccettabile Incongruenze dell’interpretazionismo scolastico a livello ontologico a livello gnoseologico in sede metafisica in sede descrittiva Fondatezza della concezione percezionista evidenza originaria la dimensione soggettiva non annulla il carattere di fondatezza oggettiva Valore veritativo della conoscenza sensibile derivata Considerazione preliminare Valore veritativo della conoscenza sensibile derivata dalle esperienze sensoriali primigenie a quelle derivate il mondo delle percezioni e la sua complessità principio fondamentale di validità il darsi di percezioni obiettivamente infondate la correggibilità delle percezioni obiettivamente infondate Valore dei giudizi riguardanti l’esperienza sensibile dalla conoscenza sensibile al giudizio verità ed errore dei sensi l’errore non risiede formaliter nei sensi i sensi possono indurre a formulare giudizi errati (ex parte subiecti, ex parte obiecti) esemplificazioni Considerazioni finali Veridicità della conoscenza sensibile in genere valore realista e veritativo della conoscenza sensibile criterio di discernimento è il darsi dell’evidenza la condizione di chi erra è simile sul piano della certezza soggettiva sostanzialmente diversa sul piano dell’evidenza oggettiva Veridicità della conoscenza sensibile in specie la conoscenza sensibile originaria per se infallibile per accidens fallibile la conoscenza sensibile derivata o percezione per se ordinata ad attingere la realtà nella sua obiettività per accidens erronea i giudizi sulla natura delle realtà sensibili per sé veritieri se fondati sull’evidenza effettiva per accidens errati se fondati sulla carenza di evidenza Presupposti strutturali della conoscenza sensibile Caratterizzazione generale la dimensione formalmente conoscitiva ordinata all’apprendimento del reale parte da una situazione iniziale di “tabula rasa” la dimensione formalmente sensibile si serve della mediazione di organi sensori diretta a cogliere le dimensioni sensibili del reale Elementi strutturali della conoscenza sensibile esigenza di un momento ricettivo preliminare esigenza di presenza intenzionale della “res” nel soggetto senziente (specie impressa) esigenza di una presa di coscienza attiva quale fattore formalmente conoscitivo (specie espressa)