Il risparmio energetico è l'inseme dei comportamenti,processi ed interventi che ci permettono di ridurre i consumi di energia necessaria allo svolgimento delle varie attività. Il risparmio può essere ottenuto sia modificando le nostre abitudini in modo che ci siano meno sprechi sia utilizzando tecnologie in grado di trasformare l'energia da una forma all'altra in modo più efficiente (migliorare l'efficienza energetica). L'energia esiste in varie forme ( Es. elettrica, termica, chimica) che nella nostra vita quotidiana non facciamo altro che utilizzare o trasformare. Sostituire le vecchie lampade a filamento con lampadine a risparmio energetico o a basso consumo; Non lasciare in stand-by gli elettrodomestici o in alternativa acquistare un timer per lo spegnimento; L'etichetta energetica. Scegli elettrodomestici che abbiano una buona classe energetica; Riciclo e raccolta differenziata. Le materie riciclate spesso costano meno di quelle nuove, questo perchè si risparmiano i costi di estrazione; Incentivi statali 2008. Scopriamo le opportunità di risparmio che ci offre lo Stato. Vietata dal 1 Gennaio 2011 l'importazione, la distribuzione e la vendita di tutte le lampadine a incandescenza A decorrere dal 1º gennaio 2011 sono vietate in tutto il territorio nazionale l’importazione, la distribuzione e la vendita delle lampadine a incandescenza, cioè´ l’importazione, la distribuzione e la vendita degli elettrodomestici privi di un dispositivo per interrompere completamente il collegamento alla rete elettrica. Un esempio di lampadina a risparmio energetico: Lampadine ad incandescenza : sono le lampadine tradizionali, dentro un involucro di vetro col bulbo metallico c'è un gas inerte con un filo di tungsteno, il filo diventa e resta incandescente quando viene attraversato dalla corrente elettrica producendo così la luce. Si accendono subito, costano poco , possono essere smaltite con la raccolta inddifferenziata, per contro hanno una bassa resa in termini di Lumens rispetto all'energia impiegata e quindi consumano parecchi kW durante la loro durata (1.000 ore) è molto più limitata rispetto alle altre tipologie. La finalità dell’etichettatura energetica degli elettrodomestici è quella di informare i consumatori circa il consumo di energia degli apparecchi, allo scopo di consentire un impiego più razionale dell’energia e di favorire il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento atmosferico. In più l’etichetta energetica, orientando i consumatori nella scelta al momento dell’ acquisto, favorisce lo sviluppo tecnologico dei prodotti con consumi contenuti. I Progressi già ottenuti sono notevoli. L’etichetta deve essere posta dal negoziante, ben visibile, davanti o sopra l’apparecchio. L'informazione più importante ci viene data da SETTORE 2 dove si trova indicata la classe di efficienza energetica dell'elettrodomestico in esame. Vi è infatti riportata la serie di frecce di lunghezza crescente,ognuna di colore diverso e ognuna associata a una lettere dell’alfabeto (dalla A alla G). La lettera A (e la relativa freccia più corta) indica dunque,a parità di prestazioni, gli apparecchi con i consumi più bassi di energia, le lettere E, F o G (con le relative frecce più lunghe) indicano gli apparecchi che hanno i consumi più alti. Molto importanti anche i SETTORE 4 e seguenti dove vengono forniti dati sulle capacità dell'apparecchio. Ad esempio l'efficacia della centrifuga o la capacità di carico nel caso delle lavatrici, l'efficacia di lavaggio, di asciugatura e il numero di coperti nel caso delle lavastoviglie. Come immaginerete l’efficienza con cui si usa l’energia in Italia è molto bassa. Almeno la metà dei consumi è costituita da sprechi che si potrebbero evitare utilizzando tecnologie economicamente mature. Riducendo gli sprechi e aumentando l’efficienza non soltanto si ottiene la massima riduzione possibile delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) a parità di investimenti, ma in misura direttamente proporzionale si riducono le importazioni di fonti fossili (petrolio, gas e metano)e i risparmi che si ottengono consentono di pagare gli investimenti senza ricorrere a finanziamenti pubblici. Il nostro meraviglioso Paese è povero di combustibili fossili che siamo costretti ad acquistare dall'estero (importiamo il 94% del petrolio e l'84% del gas naturale. Fonte Bilancio Energetico Nazionale 2006 ), tuttavia secondo la società di consulenza internazionale Ernst & Yount, l'Italia si colloca nelle prime posizioni nelle classifiche sulle singole fonti rinnovabili: è al quinto posto per l'energia eolica, terza nella classifica dell’energia solare. L'Italia è al quinto posto nella classifica mondiale dei paesi che offrono un “ambiente” più favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili La crescita dell’efficienza e la riduzione degli sprechi costituiscono anche il prerequisito per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, che, allo stato attuale, costano di più e rendono meno delle fonti fossili. Solo se si riducono gli sprechi e si accresce l’efficienza il loro contributo alla soddisfazione del fabbisogno energetico diventa significativo e si recuperano i capitali necessari a sostenerne i costi. E' per questo motivo che il risparmio energetico è assimilabile all'utilizzo di una fonte di energia rinnovabile. I primi mulini a vento europei pompavano acqua o muovevano le macine per triturare i cereali. In Olanda erano utilizzati per pompare l'acqua dei polder, migliorando notevolmente il drenaggio dopo la costruzione delle dighe. I mulini olandesi erano i più grandi del tempo, divennero e rimasero il simbolo della nazione. Questi mulini erano formati da telai in legno sui quali era fissata la tela che formava, così, delle vele spinte in rotazione dal vento. Nel corso del XIX secolo entrarono in funzione migliaia di mulini a vento sia in Europa, sia in America, soprattutto per scopi di irrigazione. In seguito, con l'invenzione delle macchine a vapore, vennero abbandonati per il costo del carbone, allora a buon mercato. Negli anni settanta l'aumento dei costi energetici ha ridestato l'interesse per le macchine che utilizzano la forza del vento. Così molte nazioni hanno aumentato i fondi per la ricerca e lo sviluppo dell'energia eolica. L'efficienza massima di un impianto eolico può essere calcolata utilizzando la Legge di Betz, che mostra come l'energia massima che un generatore qualunque possa produrre (ad esempio una pala eolica) sia il 59,3% di quella posseduta dal vento che gli passa attraverso. Tale efficienza è molto difficile da raggiungere, e un aerogeneratore con un'efficienza compresa tra il 40% al 50% viene considerato ottimo.Gli impianti eolici consentono grosse economie di scala, che abbattono il costo del chilowattora elettrico con l'utilizzo di pale lunghe ed efficienti dalla produzione di diversi megawatt ciascuna.Tali impianti hanno però un rilevante impatto ambientale, per quanto riguarda il paesaggio. Una maggiore potenza elettrica in termini di megawatt significa grossi risparmi sui costi di produzione, ma anche pale più lunghe e visibili da grandi distanze. Un colore verde, nel tentativo di "mimetizzare" gli aerogeneratori all'interno del paesaggio, attenua in minima parte il problema, date le altezze degli impianti. Per questo motivo, nonostante la suddetta maggiore economicità ed efficienza degli impianti di grossa scala, per lo più si decide per una soluzione di compromesso tra il ritorno economico, che spinge verso impianti più grandi, e l'impatto paesaggistico Esiste in Italia un progetto radicalmente innovativo che consiste proprio in una centrale eolica ad asse di rotazione verticale. Si tratta del Kite Wind Generator o Kitegen. Questo elimina tutti i problemi statici e dinamici che impediscono l’aumento della potenza (cioè delle dimensioni) ottenibile dagli aerogeneratori tradizionali. Il problema di "catturare" il vento è risolto dall'idea di impiegare profili alari di potenza (Power Kites) solidali al perimetro della turbina. I profili alari di potenza volano secondo traiettorie prestabilite, che permettono di trasformare la forza esercitata sui cavi in una coppia complessiva concorde che mette in rotazione le braccia di una giostra ad asse verticale. In pratica, i profili alari di potenza sono le pale della turbina, che le consentono di ruotare intorno ad un asse verticale, semplificando enormemente i problemi di fondazione e di rigidezza. Ad agosto 2006 è stato costruito un primo prototipo dal nome Mobilegen. Grazie ai recenti sviluppi tecnologici l'energia eolica inizia ad essere economicamente vantaggiosa. Il costo di installazione è relativamente basso (circa 1€ per Watt)[citazione necessaria], se raffrontato ad altre tecnologie come ad esempio il fotovoltaico (circa 5€ per Watt).[citazione necessaria] Al 2004, secondo l'International Energy Agency, il costo medio di produzione dell'energia eolica sarebbe compreso tra 0,04-0,08 €/kWh, anche se stime più recenti indicherebbero un costo ancora inferiore che farebbe presupporre nel breve termine un costo di 0,03 €/kWh del tutto concorrenziale rispetto ai costi dell'energia generata da fonti convenzionali (negli ultimi dieci anni la riduzione del costo di produzione di energia da fonti eoliche si è attestata sul 30%-50% e si prevede che la tendenza rimanga costante). Questo grafico mostra La situazione concerne l’energia eolica nel 2004 Secondo l’Eurobserv’ER, osservatorio europeo per il monitoraggio delle tendenze energetiche dell’Ue, l’Italia si trova all’undicesimo posto in Europa per quando riguarda la produzione di energia eolica pro-capite. Secondo lo studio prima in classifica si trova la Danimarca che con i suoi 2400 Mwatt di energia eolica prodotta si attesta ad un valore di 579 Kwatt per 1000 abitanti. La Spagna che quantitativamente è il più grande produttore europeo di energia eolica (più di 9000 Mwatt), nel calcolo pro-capite si ferma al secondo posto con 243 Kwatt. Seguono Germania (223), Irlanda (119) e austria (101). Tra le peggiori troviamo l’Italia, all’undicesimo posto con soli 30 Kwatt per 1000 abitanti, ma c’è chi fa peggio di noi (se può consolarvi): il Regno Unito è solo al tredicesimo posto. Ultima della classifica è la Lituania. Un trend sicuramente interessante che ha anche aumentato l’interesse per piccole installazioni, MINIEOLICO che, il ‘minieolico’ sempre con le dovute considerazioni sul luogo e le sue caratteristiche, nonché valutando l’intensità e la presenza del vento durante l’anno, ne permettono l’installazione anche per privati con investimenti minimi. Il grafico mostra la potenza eolica installata e le previsioni al 2010 Si chiama Wind Belt il più innovativo approccio alla micro generazione di energia dal vento. Data la semplicità ed il basso costo delle materie prime necessarie (pochi dollari in tutto, a quanto pare), si presenta come un indubbio punto di svolta per la autoproduzione di energia. L'inventore, il ventottenne Shawn Frayne , ha inoltre spiegato durante una recente intervista che lo scopo principale di questa Idea è di portare nelle zone povere e fuori dalle reti di distribuzione l’ energia necessaria almeno per alimentare una lampada a led o una piccola radio, strumenti semplici ma importanti nelle aree del mondo meno sviluppate. Da considerare inoltre il fatto, non trascurabile, che questo sistema comporta un rendimento 30 volte superiore rispetto ai tradizionali sistemi ad elica.