Il moto ondulatorio Un'onda è una perturbazione che si propaga attraverso lo spazio trasportando energia e non materia. Fatta eccezione per le onde elettromagnetiche, che possono propagarsi anche nel vuoto, le onde esistono in un mezzo (che per deformazione è in grado di produrre forze elastiche di ritorno). Attraverso di esso, queste possono viaggiare e trasferire energia da un punto all'altro, senza che alcuna particella del mezzo venga dislocata permanentemente: non esiste, quindi, un trasporto di massa associato, ogni punto oscilla attorno a una posizione fissa. Il moto ondulatorio Onda superficiale nell’acqua. Il moto ondulatorio Un moto si dice periodico quando, dopo uguali intervalli di tempo, assume di nuovo lo stesso stato. In un moto periodico, lo spostamento, la velocità e l’accelerazione sono funzioni periodiche del tempo e quindi espresse da una funzione del tipo: f (t) = f (t + T) dove T è il periodo. In base ad un teorema stabilito da Fourier, qualsiasi funzione periodica può essere espressa come somma di funzioni seno o coseno. Quindi, tutti i problemi in cui intervengono funzioni periodiche anche complesse, possono essere ridotti allo studio di grandezze variabili sinusoidalmente, che sono particolarmente semplici. Il moto ondulatorio In particolare, si dice che un corpo puntiforme compie un’oscillazione o una vibrazione quando percorre avanti e indietro, con moto periodico, una traiettoria prestabilita. Ad esempio, un corpo, soggetto solo a forze elastiche, può generare delle oscillazioni armoniche. Quando la deformazione del mezzo materiale è sufficientemente piccola, ovvero non supera i limiti di elasticità, genera delle reazioni interne proporzionali e dirette in senso opposto alla deformazione stessa, che tendono a riportare le particelle del mezzo materiale nella configurazione di equilibrio. La posizione di equilibrio viene superata e si originano forze di richiamo di senso opposto e così via. Il moto ondulatorio Si dice allora che le particelle compiono delle vibrazioni elastiche attorno alla propria posizione di equilibrio, vibrazioni che possono essere considerate in prima approssimazione armoniche e che quindi possono essere descritte dall’equazione: 2 s Asen t T s indica la coordinata che misura lo spostamento del punto mobile dal centro della traiettoria assunto come origine (s=0). A, detta ampiezza, è il massimo spostamento dall’origine. L’angolo è detto fase iniziale. Il moto ondulatorio Un moto vibratorio, che ha origine in un punto di un mezzo non resta localizzato solo nel punto perturbato, ma a causa delle forze di interazione esistenti tra le particelle viene ad interessare tutto il corpo materiale. La perturbazione, dopo un certo tempo che dipende dalla natura del mezzo si propaga a tutto il sistema che assume una configurazione, chiamata onda, variabile continuamente nel tempo. Esempi di moti ondulatori: • onde che si originano sulla superficie libera dei liquidi o in una corda, fissa alle estremità, quando in un loro punto viene prodotta una perturbazione. Il moto ondulatorio All’istante t=0, eccitiamo il punto O di una superficie libera di acqua. L’acqua in quel punto acquista un moto oscillatorio attorno alla posizione di riposo. Tale moto non resta localizzato allo straterello di acqua perturbato. In ogni punto a distanza x dal punto scelto come origine, si ripete con un certo ritardo Dt=x/u, il moto oscillatorio di O, dove u è la velocità di propagazione dell’onda nel mezzo considerato ed è costante se il mezzo è omogeneo. Il punto O diviene sorgente di un sistema di onde superficiali concentriche. Il moto ondulatorio Se ad una certa distanza dal punto O è situato un galleggiante, notiamo che, quando esso è raggiunto dalla perturbazione, comincia ad oscillare senza però che vari la sua distanza da O. Una volta oltrepassato dal moto ondulatorio, che continua a propagarsi inalterato oltre l’ostacolo incontrato, ritorna nelle condizioni di quiete iniziali. Possiamo quindi enunciare la caratteristica fondamentale del moto ondulatorio: c’è propagazione di energia da un punto ad un altro, ma non c’è spostamento di materia. Il galleggiante segue la vibrazione elastica muovendosi dall’alto verso il basso senza seguirne la propagazione. Il movimento del galleggiante mostra l’ampiezza dell’oscillazione. Il moto ondulatorio Supponiamo di fotografare in vari istanti il profilo di una corda o di una superficie d’acqua quando venga eccitata in un suo punto con un moto oscillatorio armonico. Dalla figura si vede che la forma d’onda avanza verso destra, come è indicato dalla freccia puntata su una generica cresta, mentre ciascun punto del mezzo (ad esempio P) oscilla attorno alla posizione di equilibrio di moto armonico. Onda sinusoidale trasversale che si propaga verso destra mostrata ad intervalli di 1/8 di periodo. Lo spostamento s è funzione della distanza x dall’origine e del tempo t. Il moto ondulatorio Confrontiamo il moto di un punto generico A, posto in prossimità della sorgente con il movimento di un punto vicino B. A causa della loro distanza saranno raggiunti dalla perturbazione e quindi cominceranno ad oscillare in tempi successivi. Aumentando la distanza, aumenterà il ritardo, finchè troveremo un punto in ritardo di un intero periodo e che quindi si troverà nello stesso stato di moto, ovvero oscillerà in fase con la prima particella. La minima distanza tra due particelle che oscillano in fase tra loro è pari a l, che prende il nome di lunghezza d’onda. Poiché questa distanza è percorsa nel tempo T, mentre la velocità di propagazione è u sarà u anche: l uT n dove n =1/T è la frequenza. Rappresentazione matematica di un’onda Vogliamo determinare all’istante generico t lo stato di vibrazione s del punto generico P che si trova ad una distanza x dall’origine delle vibrazioni. Supponiamo che la legge di vibrazione della sorgente sia del tipo: s Asen2 t T ( 0) Se indichiamo con Dt il tempo impiegato dalla vibrazione per andare da O a P, lo spostamento s del punto P all’istante t sarà uguale allo spostamento della sorgente al tempo t - Dt : 2 2 x t x s Asen (t Dt ) Asen (t ) Asen 2 ( ) T T u T l dove abbiamo fatto uso delle relazioni: Dt=x/u e l= u T. Dalla relazione sopra scritta si vede che lo stato di vibrazione s di una particella del mezzo in cui si propaga un’onda è funzione del tempo e della distanza della particella rispetto alla sorgente di vibrazioni. Il termine 2x/l rappresenta il coefficiente di fase. Si può concludere che tutte le particelle del mezzo investite dalla perturbazione ondosa vibrano nel tempo con la stessa legge della sorgente, ma con una fase iniziale che dipende dalla distanza dalla sorgente. Rappresentazione matematica di un’onda t x s Asen2 ( ) T l L’equazione sopra scritta fornisce per un dato valore di t, s in funzione di x, per così dire la fotografia istantanea dell’onda; invece per un dato valore di x l’equazione fornisce s in funzione di t, ossia la variazione nel tempo della posizione della singola particella. Il moto ondulatorio Onde longitudinali e onde trasversali. Sono definite trasversali le onde in cui la direzione di vibrazione è perpendicolare alla direzione di propagazione. Se invece, come accade nelle onde sonore, le vibrazioni avvengono nella stessa direzione di propagazione, le relative onde sono dette longitudinali. Onde longitudinali Onda longitudinale piana (onda di pressione). Rappresentazione della propagazione di un'onda longitudinale su una griglia bidimensionale). Onde trasversali Esempio di onda piana trasversale. Propagazione di un'onda circolare trasversale in una griglia bidimensionale.