Anno 3 - n° 59
W W W . G I U S T I Z I A - e- LIBERTA.CO M
15 Marzo 2004
Giustizia e Libertà
Distribuzione telematica
Periodico Politico Indipendente
Berlusconate strane
di Aemme
(a pagina 1, 20)
Bugie e Verità
di GL
(a pagina 2, 3)
Continua il saccheggio..
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 2, 3)
L’invito di Cofferati
di Guido Pasquino (www.unità.it)
(a pagina 4)
La Stampa Estera e ...
di GL
(a pagina 5)
Volpe arrestato ...
da www.repubblica.it
(a pagina 6)
Trantino sapeva ...
di Enrico Fierro (www.unita.it)
(a pagina 7, 8)
Nassyria: il vero motivo ...
di Elio Veltri e Paolo Sylos Labini
(www.democrazialegalita.it)
(a pagina 9)
Imprecisioni ...
di Mirella Fera
(a pagina 11, 12)
Onoreficenze
di GL
(a pagina 12)
La “grandeuer”
di Tarcisio Teofilatto
(a pagina 12, 13)
Beghe militari
di Titty Santoriello
(a pagina 13)
Uno spot per Bush
di Robero Rezzo (www.unita.it)
(a pagina 14)
“...Italie villaine...”
da www.repubblica.it
(a pagina 13)
Sono aumentate le tasse ?
da S.Giannini e G. Pisaurro (lwww.lavoce.info)
a pagina 16,17, 18)
Scip 2 Strikes back
Guyseppe Pisauro (www.lavoce info)
(a pagina 19)
Copia gratuita
Berlusconate strane
di Aemme
ditoriale riguardante Cecchi
Il cavaliere ha commentato Gori e la Fiorentina, abbiamo
proprio così, e con severità, di fronte un Presidente di sola notizia del blitz delle cietà, quello del Bologna, che
Guardie della Finanza in tutte da mesi denuncia formalmenle società del calcio per il te tutte le consorelle di truccacontrollo delle loro contabili- re i loro bilanci e l’unico comtà, con queste due parole: mento che è venuto fuori dal
Capo del Governo è stato
“E’ strano ….”.
quello lì, quello della
Parole sibilline che compren- “ s t r a n e z z a ”
dono sia una allusione a
a
aria Far
M
qualcosa in
n
a
i
G
es,
i Rill'Eurisp a dell’Istituto d di
e
d
e
t
n
e
ci
I l p r e s i d vvocato di fidu i b u n a l e p e n a l e a
r
a
l’
one
ato al t
t
tramite
n
e
s
iffamazi e r l u e
d
r
p
r
e
a
p
h
B
ela
cerca,
di quer
di Silvio
i
t
o
t
n
t
o
a
r
f
,
on
Roma
pa nei c
i,
m
a
t
s
o
z
erluscon
B
mez
e
h
c
o
dop
orta
ta presa ne televisiva «P to
sconi.
a
t
s
è
e
ion
sio
iara
La decis
a trasmis 004, aveva dich
ll
e
d
e
n
io
2
vi sia sta
a
li
in occas ell'11 febbraio
a
It
in
d
ome
rniti
a Porta» tat dimostrano c , mentre i dati fo am
i dati Is
enerale
e». affer
it
in
f
cui che arricchimento g
in
e
zogn
en- to un
no «men mpa nazionale.
o
s
s
i
e
p
Roma s
t r a dall'Euris a da tutta la sta
i
d
a
c
i
tta
bbl
a n - zione ripres
eocasse .
lla repu
d
e
i
d
v
a
a
l
r
u
ire
aio
c h e Alla Proc
i acquis ne dell'11 febbr
d
e
h
c
n
lui e chiede a
issio
la trasm
a
d
che
r
a
u
rig
dell’intervento delp e r che
o r a
non la Guardia di Finanza su ordispie- ga, ed un avverti- ne della Magistratura.
mento per chi starebbe dietro
A questo punto quel commenil blitz.
to diventa nostro: è proprio
Nel contempo però il Capo tutto “strano”.
del Governo fa finta di essere
fuori dal mondo.
Per noi “strano” è stato ed è
il comportamento del GoverSiamo nel bel mezzo dello no in tutta questa vicenda, non
scoppio degli scandali finan- solo il suo finto assenteismo,
ziari Cirio e Parmalat che, ma anche il suo attivismo colguarda caso, sono intrecciati pevole di parte, con particolacon le gestioni truffaldine di re riferimento al suo tentativo
importanti squadre di calcio di nascondere la verità con uquotate anche in Borsa, sia- na apposita “legge spalmademo all’indomani di un’altro
(Continua a pagina20)
crak calcistico -impren-
LA DISCESA
INTERNI
IN CAMPO
Giustizia ee Libertà
Libertà
Giustizia
Bugie
e
Verità
GL
Il ministro Moratti sostiene che
centinaia di migliaia di alunni e
professori scendono in piazza solo
perché sono sotto l’effetto delle
“bugie” della sinistra.
Altrettanto fa il ministro Maroni
parlando di pensioni e con riferimento ai sindacati.
Tutte le volte che Berlusconi parla inserisce sempre il disco delle
“bugie” della sinistra che distorcono la verità. Ne parla con calore
anche all’estero.
Alla TV modello “panino” l’unico
commento con cui si chiudono i
servizi informativi è quello ripetuto da Bondi o da Schifani o da
qualche altro portavoce del
premier.
E’ immancabilmente sempre lo
stesso: “si tratta di bugie della
sinistra”.
Il grande comunicatore sembra
essere colpito dalla efficacia delle
bugie altrui, senza avere a disposizione alcun rimedio, se non
chiudere la bocca a chi le diffonde.
Come è noto, nella normalità, la
“verità” non è quella che viene
dichiarata da una parte sola, ma
quella che emerge dal confronto
delle “verità” di più parti. E’ noto
anche il fatto che nella stessa normalità ci si avvicina di più alla
verità vera se i mezzi informativi
a disposizione delle parti si equivalgono.
Ebbene, in questa normalità purtroppo non si trova l’informazione
in Italia, sbilanciata come è dalla
parte di Berlusconi, e nonostante
ciò lui è ossessionato dal credito
che trovano nell’opinione pubblica le “bugie” della sinistra.
Come si spiega infatti che il possessore dell’80% del sistema informativo non riesca a dare credito alla sua “verità”, in maniera da
sovrastare e automaticamente depotenziare le “bugie” della sini(Continua a pagina3)
15 Marzo 2004
2
Continua il saccheggio
del conflitto d’interessi
di Alessandro Menchinelli
La rivista americana Forbes ha
pubblicato la graduatoria degli uomini più ricchi
del mondo. Il nostro Capo del Governo è salito al
34° posto, con un
patrimonio personale di 10 milioni
di dollari (ventimila miliardi di
vecchie lire).
Nel corso del solo anno 2003 egli
ha incrementato il
suo patrimonio di
ben 4 mila miliardi
di vecchie lire, cioè
di 1/5 (20% in più)
di quello che aveva
un anno prima. Ufficialmente stando
semplicemente fermo.
In verità ha operato
per lui il congegno
magnetizzato di ricchezza-potere costituente il suo conflitto di interessi.
Mantenendo in vita
questo egli sta drenando automaticamente ricchezza
sottratta al paese,
che infatti è destinato ad impoverirsi. Lui però, conservando per altri
pochi anni il governo e stando semplicemente fermo, può
puntare a diventare
l’uomo più ricco
del mondo.
Ci permettiamo di
riproporre la nostra
spiegazione, già
pubblicata su questo giornale, di come sta operando in
Italia, con saccheggio, il conflitto di
interessi di Berlusconi.
Provi qualcuno a
dimostrare il contrario. Ci provi
Bondi. Per ora la
rivista americana
Forbes ci dà ragione nei fatti.
Conflitto
di interessi
Continua l’u surpazione
Il
programmato
vuoto legislativo
sul conflitto di interessi presente nel
governo, non è un
fatto normale. Non
costituisce una opzione come tante,
con conseguenze
variabili, ma legittime.
Il conflitto di interessi, specialmente
quando si verifica
al livello di Capo
di Governo, è un
fatto che di per sé
genera conseguenze anormali e illegittime. Esso condiziona di fatto tutta la dinamica del
Governo, privilegiando i percorsi che la convogliano verso
sponde congeniali al dispiegarsi degli interessi del portatore del conflitto.
Potere economico personale e
potere politico
mescolati fra di
loro nelle stesse
mani, producono
una potente combinazione auto funzionante ad effetto
calamita, capace di
autonoma e ripetuta attrazione di altre risorse.
A dimostrazione di
questo fatto può
valere una domanda di attualità sulla
distribuzione
del
risparmio disponibile nel sistema
creditizio. La parte
che è destinata alle
imprese di interesse del Capo del
Governo è solo
quella valutabile
sui bilanci consolidati di quelle imprese o risulta ampliata per la presenza, anche silenziosa, del perentorio
potere politico di
chi ci sta dietro di
loro?
Lasciando a briglia
sciolta un conflitto
di interessi nel Governo inevitabilmente si producono effetti anche automatici di drenag(Continua a pagina3)
LA DISCESA
INTERNI
IN CAMPO
Giustizia e Libertà
Il Centrosinistra della Pace
gio delle opportunità e dei beni altrimenti destinabili a
tutti e con quel drenaggio si attua in
pratica una vera e
propria usurpazione a danno di chi è
governato ed a favore di chi governa.
Eliminare
quel
vuoto legislativo e
sciogliere in maniera seria il nodo
del conflitto di interessi, che agisce
come un cappio al
collo della collettività, diventa perciò
un obbligo per un
governante carico
di ricchezza.
Chi non lo adempie, sia consapevole o no delle conseguenze della elusione di un suo dovere, diventa di fatto un usurpatore
degli interessi del
popolo, e come tale
deve essere giudicato, specialmente
dopo che gli si è
fatto rilevare in
centomila lingue.
Come può Berlusconi
negare
l’evidenza di fatti
riconosciuti e messi in luce da tutte le
legislazioni dei più
importanti paesi
democratici
del
mondo ?
Consapevole infatti
di questa evidenza
quando chiedeva
voti per essere eletto, egli aveva promesso che nei primi cento giorni del
suo Governo avrebbe sciolto, con
un apposita legge,
il conflitto che lo
riguardava.
Son o
però
g i à
passati
non
cent o ,
m a
mill e
giorn i
d a ll ’ i ns e d i amento del suo Governo ed è continuato invece il
vuoto legislativo
nella materia. Nel
frattempo il conflitto, con lui protagonista, ha inesorabilmente prodotto una miriade di nefaste conseguenze.
Nel vuoto legislativo di questi mille
giorni ha funzionato a pieno ritmo solo il meccanismo
occulto della usurpazione degli interessi popolari. Il
beneficiario di quel
drenaggio porta ben
in evidenza il nome
15 Marzo 2004
3
Bugie e Veeità
e cognome del Capo del Governo.
Come può Berlusconi pensare di far
protrarre impunemente a suo vantaggio il rastrellamento di risorse
sottratte ad altri ?
Egli ha cercato finora di ripararsi
dietro la scusa ipocrita di una Sinistra
che a suo tempo
non avrebbe voluto
approvare una legge sul conflitto di
interessi, quando
essa era maggioranza. Egli sa benissimo di avere impedito alla Sinistra di
legiferare nella materia in quel momento,
agitando
fragorosamente
contro di essa
l’accusa di volere
impedire al centro
destra di conquistare il governo con
lui Presidente.
La Sinistra diede
allora prova si sensibilità democratica
proprio non forzando la mano contro
di lui quando era
solo capo dell’opposizione e si proponeva agli elettori
come candidato a
governare.
Ma proprio per
questo, essendo oggi al Governo, Berlusconi ha l’ob bligo assoluto di
sciogliere il nodo
non ha voluto fosse
sciolto prima. Lo
esigono il rispetto
del Diritto e quello
della Morale.
Alessandro
Menchinelli
(Continua da pagina 2)
stra ?
La spiegazione è una sola: tutti
hanno capito che non siamo nella
normalità e che il sistema infor
mativo di cui Berlusconi dispone
è da ritenersi sporco e non credibile.
Ci si rivolge perciò alla sinistra,
dandole credito, pur sapendo che
essa dispone poco più del tam tam per contrastarlo.
Se Berlusconi ed il centro destra
che sta dietro di lui credono veramente nella forza dei loro argomenti, la smettano di inseguire
espedienti di imposizione delle
loro volontà, la smettano di ripetere, con i potenti strumenti mediatici di cui dispongono, le loro
noiose denunce delle “bugie” altrui e accettino il confronto alla
pari con chi la pensa diversamente da loro.
Solo così possono sperare di riacquistare il credito che potrebbero
meritare i loro argomenti.
D’altra parte se non dovessero
smetterla e dovessero continuare
a ripetere che la sinistra dice solo
“bugie” e lamentarsi poi del fatto
che queste bugie sono credute,
vorrebbe dire che essi si predisporrebbero a sbocchi molto gravi.
Chi ha il potere in mano e si è
messo in una situazione di discredito del genere è ad un solo
passo dal rimedio radicale che gli
rimane a disposizione: abolire le
“bugie” chiudendo per sempre la
bocca a chi le diffonde.
E’ o no in pericolo la libertà?
Si fidino di chi è chiamato nella
chiarezza a distribuire ragioni e
torti secondo la logica della democrazia.
Se si ostinano a camminare sulla
strada della brutalità dei loro
strumenti materiali e a non voler
equilibrare il confronto , la democrazia è in giuoco.
La partita aperta sulla “verità” è
proprio questa.
GL
Giustizia e Libertà
INTERNI
15 Marzo 2004
4
L’ invito di Natale pronunciato da Cofferati
di Gianfranco Pasquino (cronoca bolognese di www.unità.it)
L’invito fatto a Natale
da Sergio Cofferati ai
partiti di aprire le loro
liste a comitati, associazioni, movimenti sembra essere stato gradito e
accolto. Almeno, hanno
già dichiarato la loro disponibilità i Democratici di Sinistra e Rifondazione Comunista. Naturalmente, se Cofferati si
rivolge
ai
partiti
dell’Ulivo e oltre, visto
che l’invito va anche a
Rifondazione, significa
che ha definitivamente
archiviato qualsiasi possibilità di Lista unica.
Inoltre, il silenzio di
Cofferati sulla scelta degli assessori significa
anche che questa scelta
rimarrà saldamente nelle
mani dei segretari dei
partiti che lo appoggiano e che lo voteranno.
L’apertura dei partiti
alla società civile nelle
sue varie espressioni e
articolazioni “apre”, però, anche una serie di
problemi.
Il primo riguarda i
rapporti complessivi fra
i partiti dell’Ulivo più
RC e tutta la galassia di
gruppi che hanno operato e operano nella loro
opposizione a Guazzaloca. Decideranno i partiti
tutti insieme quali gruppi hanno titolo ad esprimere candidati nelle loro liste, oppure saranno i
gruppi a scegliere i partiti che preferiscono e a
mandarvi i loro candidati? Nel primo caso, il
potere dei partiti verrebbe ovviamente rafforzato. Nel secondo caso,
vedremo riemergere
qualche forma di collateralismo con alcuni
gruppi, quelli consolidati e strutturati, che manderanno i candidati scelti da loro nelle liste del
proprio partito di riferi-
mento. Incidentalmente,
a quali comitati, associazioni, movimenti si
apriranno le liste dei
partiti? Vale a dire, in
assenza di un album
“professionale” di questi
gruppi, quali criteri verranno adottati per stabilire a chi dare effettivamente rappresentanza?
Faccio un solo esempio,
scherzoso, ma non troppo: quello del Comitato
anti-smog di Strada
Maggiore. Potrà legittimamente esigere di avere candidati nelle liste
dei partiti, in un solo
che l’altra metà del cielo, cioè le donne i cui
nominativi non vedo affatto circolare in questa
campagna elettorale
condotta tutta da uomini.
Infine, fa la sua comparsa il problema più
grosso. Dalla candidatura nelle liste dei partiti
all’elezione in consiglio
comunale il passo è gigantesco. Magari a livello nazionale i partiti
sono in crisi, ma riescono comunque e sempre a controllare le candidature. A livello lo-
Anche se questo “invito natalizio” di
Sergio Cofferati, risale al 3 dicembre 2003, stante la situazione politica attuale,
a nostro avviso esso si presenta attuale
con non mai.
E’ per questa ragione, che a circa tre
mesi di distanza da quandi Cofferati
l’ha pronunciato, Giustizia e Libertà
ritenendolo di estrema attualità lo ripropone ai suoi lettori, specie a quanti
non l’avessero letto all’epoca o
l’avessero , purtroppo, dimenticato.
E ciò in quanto lo riteneniamo davvero
molto interessante ed … utile
partito, e in quale, e
quanti candidati? Forse
dovremmo anche cercare di saperne di più sulle
modalità, spesso alquanto magmatiche, con le
quali comitati, associazioni e movimenti sceglieranno fra i loro appartenenti quelli da candidare. Infatti, conoscere
i criteri di selezione utilizzati dai vari gruppi,
sarebbe interessante e
persino utile per raccogliere maggiore consenso e catturare l’at tenzione dei media. Immagino, fra l’altro, che sarà
opportuno trovare il modo di rappresentare an-
cale, i partiti, che sono
meno in crisi dei loro
quartieri generali nazionali, possono permettersi il lusso di aprire
graziosamente/generosamente le loro liste a
candidati esterni senza
nessuna
difficoltà.
L’elezione in consiglio
comunale verrà determinata dai voti di preferenza. Per quanto piccoli
e magari politicamente
non proprio brillanti, gli
apparati dei partiti bolognesi sono ancora perfettamente in grado di
orientare le preferenze
degli iscritti sui “loro”
candidati e, eventual-
mente, molto in subordine, su alcuni “esterni”
da loro prescelti. Gli
unici candidati di comitati, associazioni e
movimenti che possono
sperare di entrare in
consiglio comunale sono
quelli che fanno riferimento ad organizzazioni
consolidate e sufficientemente forti, per
esempio, la CGIL e le
ACLI. Per tutti gli altri
candidati sarà una campagna elettorale durissima. E non è vero che
quel che conta è partecipare, anche se un buon
effetto di trascinamento
di voti ad opera dei candidati esterni sui partiti
dell’Ulivo dovrebbe
essere considerato positivo.
Senza farmi illusioni
penso che sarebbe opportuno, soprattutto per
i comitati, le associazioni e i movimenti, riflettere su alcune delle problematiche che ho sollevato. Già che ci siamo
suggerirei anche di riflettere sulle modalità
con le quali scegliere il
candidato del centro sinistra alla Presidenza
della Provincia. Mi sembra che i partiti siano
giunti ad uno stallo non
entusiasmante. Questo
stallo potrebbe essere
superato facendo partecipare davvero comitati,
associazioni e movimenti alla scelta del candidato. Che non sia il caso di
sperimentare le primarie, come chiede, fra
l’altro, il “Comitato dei
cittadini per le primarie”
(verrà qualcuno dei suoi
aderenti accolto nelle
liste dei partiti?) in questo contesto, importante,
ma meno delicato di
quello comunale?
INTERNI
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
5
La stampa estera critica i soliloqui del cav.
(forse perché è al soldo dei comunisti ?)
Lo show di Berlusconi a Porta
a Porta?
No, da noi non sarebbe proprio
possibile.
A dirlo sono i corrispondenti
della stampa estera che da anni
vivono in Italia e osservano la
nostra politica.
Nel resto d'Europa una cosa del
genere non capiterebbe mai.
Perché, spiegano tutti, lì non
c'è Berlusconi.
Prima ancora che le regole la
differenza fra il nostro paese e
gli altri la fa lui; il suo monopolio mediatico, il suo potere
Però ci sono regole precise: la minoranza avrà diritto agli stessi spazi televisivi, e alle stesse condizioni.
E c'è un'altra usanza, quella del question time settimanale alla camera dei
Comuni. 'Blair, al contrario di Berlusconi, non si
sottrae al confronto e risponde alle domande dei
conservatori. In diretta Tv.
In Francia, racconta Salvatore Aloise di Le Monde,
una trasmissione come.
Porta a Porta di ieri sera
non si è mai vista. "il mo-
sui giornalisti.
Ed è proprio su questo che insiste John Hooper del Guardian: «La crudezza con cui i
giornalisti inglesi, soprattutto
quelli della Bbc, fanno domande ai politici stupirebbe qualsiasi italiano». Per questo in
Inghilterra non è impensabile
che un'intervista al premier
venga trasmessa in prima serata. L'orientamento politico dell'intervistatore resta indecifrabile.
I faccia a faccia con l'opposizione non sono un'abitudine.
Gennaio
Gennaio 2004
2004
Febbraio 2004
mento clou delle campagne
elettorali è, da anni, un confronto televisivo fra i candidati». All'americana. Altrimenti le apparizioni
del presidente e del primo ministro sono legate solo ad occasioni solenni, come la festa del 14 luglio, o
a fatti straordinari.
Molto diversa, più simile all'Italia, la situazione spagnola. «l giornalisti della Tv pubblica -dice Ruben
Amon di El Mundo- sono nettamente schierati per Aznar». E il premier «si concede qualche intervista
omaggio, come quando ha annunciato di lasciare la politica».
Tuttavia uno dei più importanti gruppi mediatici, la Prensa (controlla le televisioni satellitari, alcune
radio e il quotidiano El Pais) è molto vicino ai socialisti. Insomma;.l'equilibrio è garantito dall'assenza
di monopolio.
Anche se nella campagna elettorale di questi giorni mancherà un confronto fra i candidati.
In Germania, invece, racconta Roman Arens del Frankfurter Rundschau, il faccia a faccia è una regola, ma solo prima delle elezioni. «Non potrei neanche immaginare una presenza del cancelliere
tedesco a una trasmissione televisiva come ha fatto Berlusconi alla Domenica Sportiva e a Porta a
Porta. Lo impedirebbero le leggi, ma soprattutto la reazione del pubblico». Una trasmissione come
quella di Vespa, aggiunge, è «uno spettacolo grottesco e pericoloso». Perché pericoloso ? «Perché in
questo modo non si recupera l'interesse della gente per la politica. Questa è una grande colpa dei
media. Non svolgono il loro compito, forse fanno gli interessi di Berlusconi, ma non il loro».
Giustizia e Libertà
INTERNI
15 Marzo 2004
6
Ancora su Telekom Serbia
Volpe arrestato per calunnia come Marini
da www.repubblica.it
"Dobbiamo
ancora
scoprire i mandanti di
Volpe".
Questa la motivazione
con cui il pubblico ministero Bruno Tinti ha
spiegato ai giudici del
tribunale del riesame il
rifiuto, espresso dalla
Procura di Torino, alla
richiesta di scarcerazione avanzata dai legali
dell'intermediario d'affari.
Antonio Volpe è stato
arrestato per calunnia
nell'ambito delle indagini sui tentativi di depistaggio dell'inchiesta
Telekom Serbia.
Intanto la procura di Torino ha chiesto numerosi
atti alla Commissione
Telekom Serbia.
Fra questi, c'è anche
l'appunto che Guido
Longo, funzionario e
consulente della Commissione, preparò per il
presidente Enzo Trantino, che gli aveva chiesto
di indagare sull'avvocato
Fabrizio Paoletti dopo
aver ricevuto una telefonata anonima sul suo
conto.
E ancora, i magistrati
hanno sollecitato copia
della lettera anonima
arrivata in Commissione
l'8 gennaio scorso (ma
spedita il 2 dicembre),
contenente il bonifico
dello Ior che fa riferimento all'avvocato Paoletti.
La Procura di Torino ha
anche smentito le voci
sulla convocazione, per
ascoltarlo come persona
informata dei fatti, di
Enzo Trantino, presidente della Commissione
parlamentare:"Ogni notizia in tal senso -ha affermato il procuratore
capo, Marcello Madda- quale si dovranno oclena- è destituita di o- cupare i Presidenti della Camera e del Senagni fondamento".
to".
In quanto a Volpe, i suoi
legali ribadiscono la sua A Cicchitto fa eco il seestraneità "a complotti natore di Alleanza Nae calunnie": si è limita- zionale Luigi Bobbio,
to "a fare da postino" componente della Comripetono, "consegnando missione: "Se un rilievo
i documenti alla Com- può essere mosso alla
missione senza essere a conduzione della Comconoscenza del loro missione, è solo quello
contenuto".
di avere fin qui osserMa la reazione più dura vato un fair play istituriguarda la richiesta di zionale che, purtroppo,
acquisizione
degli
atti avanzata
dalla
Procura, ed è
quella
di Fabrizio
C i c chitto,
v i c e
coordina tore
di Forza Italia: "E'
molto
inquietante ha detto- che
la Procura di
Torino,
più che indagare sulla si sta rivelando estravicenda Telekom Ser- neo ad altri. Sembra
bia, e invece di interro- giunto, quindi, il mogare indagati come mento, di fronte ad atTommasi di Vignano e teggiamenti della ProGherarduzzi,
abbia cura di Torino che non
concentrato la sua at- appaiono del tutto cortenzione sulla Commis- retti, sul piano istitusione parlamentare". zionale, di evidenziare
Una iniziativa che, se- alcuni dati".
condo Cicchitto, "nel Secondo Bobbio, "è inmerito fa sorgere inter- negabile e non conterogativi assai seri, ed stabile il diritto-dovere
apre un grosso proble- di un parlamentare,
della
ma istituzionale del c o m p o n e n t e
Commissione di appellarsi, in virtù della legge istitutiva, e se lo ritenga necessario, al segreto su fatti oggetto di
indagine da parte della
Commissione o, comunque, riconducibili
alla sua attività". La
Procura, insiste il senatore, "sembra muoversi
nel filone Volpe secondo logiche non ispirate
al leale rapporto fra i
poteri dello Stato, ma
ad una sostanziale astuzia investigativa che
meglio si adatterebbe
ad un interlocutore
malavitoso che non ad
un atteggiamento di
rispetto per l'istituzione parlamentare".
A Cicchitto replica Michele Lauria, capogruppo dimissionario della
Margherita in Commissione: "Chi non ha
niente da temere o nascondere
-dice- non
deve certo preoccuparsi dell'attività della
magistratura che sta
svolgendo il compito
che le è proprio, diverso dall'organo parlamentare, ai fini di chiarezza e giustizia. E' ormai chiaro che il complotto non è stato partorito da Marini, Volpe
e compagnia bella, che
sono soltanto pedine.
Aspettiamo di conoscere complici e mandanti".
In quanto ai Presidenti
delle Camere, che hanno
invitato i diciassette rappresentanti dell'opposizione a ritirare le dimissioni dalla Commissione
bicamerale d'inchiesta,
Lauria annuncia: "Daremo una risposta comune a Pera e Casini entro pochi giorni, come
doveroso".
Giustizia e Libertà
INTERNI
15 Marzo 2004
7
Ancora su Telekom Serbia
Trantino sapeva troppo ! !
di Enrico Fierro (da www.unita.it)
I magistrati di Torino
che indagano sulla grande calunnia targata Telekom-Serbia non si accontentano più delle risposte di Igor Marini e
Antonio Volpe. Ora vogliono spiegazioni da
Enzo Trantino, il Presidente della Commissione parlamentare Telekom-Serbia, che nei
prossimi giorni sentiranno come testimone.
A Marcello Maddalena,
il procuratore capo, e a
Bruno Tinti, il suo aggiunto, non bastano più
le balle ben congegnate
di un attore fallito e di
un massone-faccendiere
prosperato nei sottoscala
di vari servizi segreti.
Meno che mai le imbarazzate deposizioni di
Alfredo Vito, il parlamentare berlusconiano
che accompagnò Volpe
negli uffici di palazzo
San Macuto a consegnare il famoso dossier con
i pay-orders intestati a
Ranoc. e Mortad. No, i
due magistrati ora puntano molto in alto: vogliono sapere chi organizzò la Grande calunnia, chi la ispirò e quali
ambienti offrirono la copertura politica.
Per capirne di più andiamo a pagina 81
dell’inchiesta torinese
sul trio De Simone, Romanazzi e Volpe, dove
si legge che «l’operazione (calunniatoria)
Marini era partita ben
prima della sua audizione del 7 maggio 2003 da parte della commissione parlamentare
Telekom-Serbia: tanto
è vero che nell’au dizione di Paoletti del
14 gennaio 2003, vengono poste allo stesso
domande che chiaramente presupponeva-
no, da parte degli interroganti, la conoscenza della (futura)
versione di Marini in
proposito».
Ma Trantino ha sempre
sostenuto che fu una
fonte anonima a promettergli informazioni
sull’affaire Telekom Serbia.
Circostanza confermata
dal dottor Guido Longo
(funzionario della Dia e
consulente della Commissione) ai pm torinesi
nella testimonianza del 9
ottobre 2003: «Verso la
fine di novembre 2002,
il Presidente della
Commissione mi disse
di aver ricevuto una
telefonata anonima in
cui un tale gli aveva
suggerito di indagare
sul conto di certo avvocato Paoletti di Roma,
perché sarebbe stato
colui o uno di coloro
gennaio», precisa poi
Trantino) accompagnato
da un ordine di bonifico
bancario proveniente
dallo Ior (la banca vaticana) che faceva riferiFermiamoci un attimo: i
mento a Paoletti, oltre
magistrati sostengono
che alla Lannock, la soche l’interrogatorio
cietà che molti mesi dodell’avvocato d’affari
po (il 31 luglio del 200Paoletti -socio di Igor
3) sarà al centro del dossier confezionato da RoMarini- fu una sorta di
manazzi e Volpe.
farsa, utile solo a preparare il terreno alle devaAncora un attimo di
stanti dichiarazioni di
pausa per tornare alle
Marini che tiravano in
parole dei magistrati e
ballo Dini, Prodi e Fasalle domande degli
sino come percettori di
«interroganti» a Paoletti
mazzette miliardarie.
che, quattro mesi prima,
Tanto da far dire agli
«chiaramente presupstessi pm che «gli interponevano la conoscenroganti» conoscevano
za della futura versioin anticipo il racconto
ne di Marini».
che Marini avrebbe fatto
Ora, se gli interroganti,
vale a dire Trantino, non
Non è la prima volta che Giustizia e Libertà erano dei maghi, come
si interessa della “pseudo-Commissione” Te- facevano a sapere tutto
lecom Serbia, voluto per squallide motivazioni in anticipo ?
politiche: distruggere avversari politici del ca- La spiegazione sta nelle
libro di Romano Prodi, di Piero Fassino, di … parole dei procuratori
Dini, in prima fila e poi Walter Veltroni, di Tinti e Maddalena: «Vi
…. Mastella.
era qualcuno (o la fonIl giornale in data 16.09.2003 (anno 2°, n. 35) te del Presidente della
pubblicò l’articolo “Dossier (quasi) completo Commissione, o la fonsu Telekom-Serbia” a firma del direttore, a te della fonte) che chiaramente sapeva, a
pagg. 1, 14 - 24.
quell’epoca, quel che
sarebbe venuto
L’indagine del Tribunale di Torino, con que- Marini
a raccontare, mentenste prime risultanze cui è giunto, non fa altro do, mesi dopo».
che riconfermare che si è sempre più difronte
ad un “pasticciaccio brutto” che più brutto Per dipanare la matassa
e portar via un po’ di
non potrebbe essere.
giallo all’intera faccenbasterebbe che
Ma, d’altra parte, “hic stantibus rebus et da,
l’onorevole Trantino diBerlusconi imperante”, come si faceva ad cesse nome e cognome
immaginarsi qualcosa di diverso.
dell’anonimo telefonista
di novembre 2002 e
quattro mesi dopo.
che avevano riciclato i dell’autore del primo
provenienti appunto che gli arrivò
Preveggenza, o cos’altro denari
dall’affare
Telekom- l’8 gennaio del 2003.
?
Serbia...».
In quella audizione di
Nomi che il parlamentaPaoletti fu il Presidente Il telefonista anonimo, il re di An non ha mai voTrantino a torchiare il 5 dicembre invia un dos- luto fare.
teste, con domande pre- sier alla Camera dei Decise, nomi, circostanze, putati («ma mi verrà Ecco cosa dice l’8 otto(Continua a pagina8)
fatti.
consegnato solo l’8
INTERNI
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
8
Trantino sapeva troppo ! !
bre del 2003 in una seduta pubblica della
Commissione TelekomSerbia.
Il suo interesse, racconta
Trantino, nasce dalla lettura di un articolo del
2001 che per primo parlava di tangenti pagate
per l’affaire telefonia
serba.
Chiede al consulente 007 della Dia, il dottor
Longo, di dargli una mano, il superpoliziotto
«allarga le braccia e
dice che non è materia
sua».
Allora - ma attenti alla
prosa del Presidente Trantino cerca di «cogliere qualche informazione» (da chi ?, forse
questo vogliono sapere i
pm di Torino), «e mi si
riferisce» (chi è la fonte,
questa volta ?) «che ci
può essere persona informata dei fatti che, se
si trova nelle condizioni di trovare la pista
giusta, può legittimamente avere notizie che
poi avrebbe riferito».
Ancora una volta, chi è
la persona informata, e
quali sono le condizioni,
qual è la pista giusta ?
Andiamo avanti.
Per dire che «finalmente» l’abile
investigatore
Trantino si imbatte in un certo Dimitrijevic
(uno
007 serbo), e che
fa ?
«Ricontatto chi
mi aveva promesso informazioni e sollecito...».
Quindi il Presidente
Trantino
conosceva nome,
cognome e telefono dell’anonimo
informatore, gli
chiedeva aiuto e
notizie.
Lo contattava e ricontattava per sapere.
E l’anonimo informatore
collaborava, orientando
il lavoro della Commissione.
Con quali risultati si è
visto.
Ma torniamo alla famosa
audizione dell’avvocato
Paoletti, 14 gennaio 2003.
Al teste, Trantino cita
ben 22 nomi di personaggi vari, di questi, solo sei vengono
forniti dal consulente Longo.
Il Presidente chiede
anche se Paoletti
fosse stato a Zurigo
nel
settembre ottobre 2001 in
compagnia di tali
Tom Tomic e Zoran
Persen.
L’avvocato risponde
di sì.
Ma quei nomi e
quell’episodio, mai citati in alcun atto, erano
di fatto sconosciuti alla
Commissione.
Ricompaiono mesi dopo, a maggio -giugno
2003, quando Marini
parla di un incontro a
Zurigo nel settembre
2001 con Persen, Tomic (che chiama Tom),
Paoletti e l’av vocato
svizzero Boscaro: qui secondo il conte Igoriniziò il [/i]lavaggio[/i]
della maxi-tangente Telekom-Serbia.
Ora -e questa è la domanda che il 20 gennaio scorso i capigruppo
del l’opposizione,
Giovanni Kessler per i Ds e
Michele Lauria
per la Margherita, hanno rivolto ai presidenti di Camera e Senato come faceva
Trantino a sapere
dell’e sistenza di Tomic e Persen
già il 14 gennaio 2003 ?
Come faceva a
sapere che Tomic si faceva
chiamare Tom
(come sosterrà
poi Marini) ?
Come poteva il
Presidente sapere che
Tomic e Persen, nel settembre 2001, erano a
Zurigo con Paoletti, come racconterà poi Marini, incardinando la sua
calunnia proprio a questo episodio ?
Si attendono ancora risposte.
Ma Trantino, sempre l’8
ottobre del 2003, si difende dicendo che la sua
fonte confidenziale si
era rivelata utilissima
perché lo aveva messo
sulla pista dei «sei di
Milosevic».
Un’allegra compagnia
dove c’è di tutto: Maslovaric (ex ambasciatore della Repubblica fe
derale di Jugoslavia
presso la Santa Sede) e
Dimitrijevic (uomo di
affari e 007 serbo attivo
nella mediazione per la
vendita di Telekom Serbia), ma anche i famosi Tomic e Persen
(quelli citati da Igor
Marini), più due donne.
E qui non manca la sorpresa finale, perché le
due cittadine croate citate, Ujdenica Jakoby Zaklina e Ujdenica Danica, sono rispettivamente
la moglie e la suocera di
Antonio Volpe.
Enrico Fierro
(da www.unita.it)
Giustizia e Libertà
INTERNI
15 Marzo 2004
9
Ancora sul’a Guerra in IraqTelekom Serbia
Il vero motivo della presenza italiana a Nassyria
di Elio Veltri e Paolo Sylos Labini (www.democrazialegalità.it)
Riceviamo
e
Pubblichiamo
Lo scopo di questo
articolo non è quello
di ribadire la posizione che abbiamo sostenuto contro la
guerra
e
contro
l’invio del contingente italiano in Iraq.
Né di polemizzare
con gli amici del “
triciclo”, anche se riteniamo che avrebbero fatto bene a votare
contro.
Ci interessa, invece,
informare i lettori e
commentare un fatto
che riteniamo di
grande rilevanza.
Nel libro “La guerra
del petrolio” ( Editori Riuniti), l’autore,
Benito Li Vigni, entrato all’Eni con Mattei e rimasto nel
gruppo fino al 1996,
ricoprendovi posizioni di grande responsabilità, a proposito
di Nassirya scrive:
“La presenza italiana in Iraq, al di là
dei presupposti ufficialmente dichiarati,
è motivata dal desiderio di non essere
assenti dal tavolo
della ricostruzione e
degli affari. Questi
ultimi riguardano
soprattutto lo sfruttamento dei ricchi
campi
petroliferi.
Non a caso il nostro
contingente si è attestato nella zona di
Nassirya dove agli
italiani dell’ENI il
governo iracheno,
pensando alla fine
dell’embargo, aveva
concesso - fra il 1995 e il 2000- lo sfruttamento di un giacimento petrolifero,
con 2,5-3 miliardi di
barili di riserve:
quinto per importanza tra i nuovi
giacimenti
che
che uno dei più autorevoli giornali americani, commentandola, aveva scritto che
se fosse andata in
porto, l’ENI sarebbe
diventata la più grande compagnia petrolifera del mondo.
Resta da capire perché, dopo avere concluso la trattativa durata cinque anni,
l’ENI non abbia cominciato a trivellare i
pozzi.
La risposta è legata
alla decisione di Saddam di attendere la
fine dell’embargo,
per la quale aveva
chiesto l’aiuto e l’intervento
italiano,
francese e tedesco
presso la presidenza
degli Stati Uniti, dichiarandosi anche disponibile, ciò che fece, a immettere sul
mercato due milioni
di barili al giorno per
evitare l’aumento del
prezzo del greggio.
A questo punto qualche
domanda
è
d’obbligo e riguarda
l’attuale governo:
l’Iraq di Saddam
voleva avviare a
produzione”.
Per
completare
l’informazione, va
detto che contratti analoghi il regime iracheno aveva sottoscritto con Francia,
Russia e Germania,
contrarie alla guerra.
Il contratto con l’ENI
era particolarmente
fa -vorevole all’Italia
per due ragioni: i costi di estrazione che 1) Era a conoscenza
del contratto ENIla società di bandiera
Saddam? Essendo
avrebbe dovuto afil
presidente
frontare sarebbero sta
dell’ENI, Poli, perti scontati con la prosona molto vicina
duzione del petrolio
al Cavaliere, non ci
estratto; una volta am
sono dubbi che il
mortizzati i costi, la
governo sia stato
produzione seguente,
informato;
sarebbe stata divisa a
metà tra ENI e Go- 2) Gli americani, che
sono i veri dòmini
verno Iracheno.
della situazione in
L’Operazione era imIraq e decidono chi
portante a tal punto
deve partecipare
agli affari, hanno
confermato al nostro
governo
l’impegno iracheno
sui campi petroliferi di Nassirya ?
3) Se cosi fosse, è lecito chiedere in
cambio di cosa?
4) Forse, in cambio
dell’impegno del
governo di sostenere l’intervento americano in Iraq e
di inviare e mantenervi i nostri soldati?
5) La Francia che pure ha interessi analoghi ai nostri, non
si è fatta tentare,
perché tiene alla
sua autonomia più
di ogni inconfessabile interesse : perché noi siamo tanto
subalterni?
6) Non sarebbe utile
che il centro sinistra chiedesse al
governo di parlarne
alla Camera prima
di votare la conferma dell’impegno in
Iraq ?
Augurandoci che il
governo faccia piena
luce sull’argomento,
anche per il rispetto
che tutti dobbiamo ai
19 morti di Nassirya,
chiediamo al centro
sinistra di ripensare la
posizione assunta e di
opporsi alla Camera
alla conferma del l’impegno italiano in
Iraq.
INTERNI
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
10
Imprecisioni e Precisazioni
di Mirella Fera
Sembra esserci un passaparola tra i membri
della maggioranza che
appaiono in televisione
(e sono tanti, forse troppi) ed è il non lasciar
parlare gli altri (la minoranza e sono pochi, forse troppo pochi) e di azzittirli dicendo che mentono spudoratamente
senza mai, però, svelare
quale sia la menzogna.
E’ ovvio che ciò serve a
lasciare una fastidiosa
pulce nell’orecchio dei
telespettatori che magari, facendosi i conti in
tasca e constatando, anche avendo adottato il
sistema “mammaberlusconiano” tanto caro
al Presidente , che anche
a comprare mele marce
un euro in tasca non rimane, possono sempre
sentire quel tanto di fastidio e pensare che comunque la sinistra mente. Potenza di una campagna elettorale fatta sul
discredito e non su fatti
e progetti.
Non poteva mancare
all’appello nemmeno
una persona che finora
era rimasta discretamente fuori della mischia
facendo sì le sue dichiarazioni istituzionali, non
condivisibili del tutto
da gran parte dell’ elettorato specialmente
femminile al quale si
rivolge comunemente,
ma questo è il bello della democrazia, ci riferiamo alla bella ministra
delle pari opportunità la
Signora Stefania Presti-
giacomo.
istituzioni pubbliche,
Sarà che l’otto marzo come la Banca d’Italia
era la festa delle donne, si adeguarono. E semma dopo aver fatto la pre per rimanere nel
premessa che la mag- sociale più prossimo,
gioranza viene sempre cioè quello che riguardemonizzata (altro te- dava i dipendenti del
ma caro al Presidente) dicastero da lui retto,
ha ripubblicizzato l’a- istituì un servizio di
silo nido aperto nel suo pullman che da varie
ministero e la prossima parti della città prelepubblicazione di un li- vavano e riaccompabro, anzi di due volumi gnavano a casa i lavoe
contenenti le biografie ratori ministeriali
questo
magari
con
il
di 247 donne che hanno
cambiato la storia d’Ita- traffico attuale sareblia e alle quali tutte le be anche una bella coitaliane devono gratitu- sa.
Ma tordine.
niamo al
Queste
destino
due afd e l l ’ af e r m asilo nido
zioni
d e l l ’ a lnon conlora mitengono,
nistero
no,
le
della saodiose
nità, ogmenzogi della
gne di
Stefania Prestigiacomo
salute.
cui solo
Ministra delle
Durante
Pari Opportunità
l’odiosa
il periosinistra
è maestra, ma alcune do “socialista” tutto
restò come l’aveva voimprecisioni.
E le imprecisioni, si sa, luto il suo ideatore, ma
all’avvento di alcuni
vanno precisate.
ministri della allora in
fase di smantellamento
Gli asilo nido
Democrazia Cristiana
Per venire alla prima è
(uno a caso, De Lorenbene ricordare che nel
zo) ci fu il tentativo di
1964 l’allora Ministro
abolire il famigerato
della Sanità, senatore
asilo di sinistra, diciaLuigi Mariotti, istituì
mo tentativo perché le
un asilo nido nei locali
mamme ministeriali si
del Ministero stesso e
infuriarono, come solo
completamente gratuile donne sanno fare
to.
quando sostengono caFu una grande opera
use giuste, e si arrivò
innovativa alla quale
ad una riapertura delpoco dopo anche altre
l’asilo ma questa volta
a gestione comunale e
quindi a pagamento delle
utenti.
Così il bilancio della Sanità fu salvo!
Abbiamo citato una persona, Luigi Mariotti,
scomparso dalla scena
della politica italiana così, all’improvviso, defenestrato per lasciare il
posto a “qualche colonnello craxiano” e questo
anche se può aver causato dolore all’interessato
non può non essere considerato come un onore,
a posteriori, per un uomo
che aveva anche tra
l’altro fatto una riforma
ospedaliera,una riforma
sanitaria, concepito gli
istituti a carattere scientifico per la ricerca e la
cura dei tumori, i cosiddetti poli oncologici odierni e nel breve tempo
che era stato titolare dei
Trasporti ha promosso la
costruzione della direttissima Roma – Firenze
che a distanza di
trent’anni risulta essere
l’unico tratto veloce per
abbreviare i tempi di
percorrenza in treno per
raggiungere Milano.
Scusandoci per aver indugiato sulla persona,
ma non di una persona
vogliamo parlare piuttosto di un’epoca in cui
l’Italia agiva, agiva per
davvero, con fatti e non
con sole parole.
Veniamo ora al secondo
punto.
I 2 libri
(Continua a pagina11)
INTERNI
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
11
Imprecisioni e Precisazioni
Rachele, Petacci Claretta e Ciano Edda, rispetE’ lodevole, special- tivamente moglie, amente per noi donne, mante e figlia di Beniche si riconosca, addi- to Mussolini.
rittura in due volumi e Ora se è pur vero che
in 247 biografie, il valo- queste tre donne si sono
re delle donne anche se inserite nella storia
sarebbe meglio, ove ci d’Italia ci sembra un
fossero pari opportunità po’ troppo dover loro
reali, di non dover ricor- della gratitudine in
rere a libri ma essere quanto, a nostro modemescolati, donne e uo- sto avviso, ci paiono
mini, in una pari umani- eroine romantiche di un
tà.
mondo borghese in disComunque ben venga il soluzione, inserite in
libro se i tempi sono eventi più grandi di
questi !
loro e quindi di portata
(Continua da pagina 10)
Ma tra le donne cui dovremmo essere grate
compaiono anche le seguenti tre: Mussolini
“storica” in quanto riferite ad un uomo che per
venti anni aveva fatto il
bello e il cattivo tempo,
tanto per usare un eufe- rino nei confronti
mismo, nel nostro Pae- dell’altra metà del cielo
se.
di reminiscenza sessanSono una moglie tradi- tottina.
ta, un’amante che fino
all’ultimo è rimasta con
il suo uomo facendosi
uccidere con lui, una
figlia il cui padre ne
manda a morte il marito).
Rispettiamo le idee della bella ministra, diverse dalle nostre per tradizione familiare e per
differenze culturali, ma
ci consenta di dissentire
se non di precisare perché magari non vorremmo trovare tra le 247
biografie anche quella
della Cianciulli, la saponificatrice che sì, si è
inserita indelebilmente
nella storia d’Italia ma
che poi con la gratitudine …
Sono eroine private di
una tragedia epocale,
che hanno diritto a compianto e comprensione
piuttosto che a gratitudine, perché rappresentanti di un mondo femminile completamente assoggettato all’uomo e
questo, proprio l’otto
marzo, non sembra ca- Mirella Fera
L’8 marzo Ciampi -motu proprio- conferisce
onorificenze a donne celebri in Italia e nel Mondo
Dopo la nomina come
di consueto avviene
quasi tutte queste signore sono state intervistate
da TV e da giornalisti
della carta stampata.
Ovviamente neanche
una sola televisione neanche RAI3- ha riportato le interessanti ed
esplicite dichiarazioni
rilasciate almeno da 2 di
queste persone, alludiamo specificamente a
Stefania Sandrelli ed a
Giovanna Marini, visto
che le loro parole forse
sarebbero dispiaciute al
“padrone del vapore”.
Giovanna Marini
Cantautore fortemente
politico e per questo
troppo a lungo demonizzato.
« G r a z i e … c h e
stanezza…non so neppure cosa sia.
Intanto è meglio che
Grande Ufficiale ? Ne
sono molto felice e la
metterò accanto a
quella di “Com mendatore” che mi è stata
data da Scalfaro.
Sono particolarmente
contenta perché Ciampi è un presidente che
amo particolarmente.
Un
punto
di
riferimento per tutti in
questo momento di
grande difficoltà che
stiamo vivendo. Ciampi, insomma rappre senta il lato migliore
dell’Italia.»
“cavaliere”, oggi è con uno stile comune, Ed il lato peggiore ?
con
u n a «Beh mi sembra rapdavvero insostenibile, q u a s i
visto il cavaliere che ci condivisa intelligenza presentato da que sto
della realtà.
governa.
go v e r n o .
E’
un
s c r i v e r e momento di assoluta
Fammici pensare: è V o r r e i
presidente” confusione in cui si
un disastro lo stesso; “grazie
bossi è com menda- ma non so come si fa.
rischia moltissimo. E
tore, che brutta cosa .
necessario a questo
… e come se il
punto rirare i remi in
Quirinale
a v e s s e Stefania Sandrelli barca e… agire».
premiato tanta gente
che lavora come me, «L’onoreficenza
di GL
In occasione dell'8 marzo, festa delle
donne, il presidente della Repubblica
Carlo Aleglio Ciampi ha conferito «motu
proprio» dodici onoreficenze tutte al femminile.
L'Ordine al Merito della Repubblica Italiana di Cavaliere di Gran Croce sono andate Wanda Miletti Ferragamo e Diana
Bracco De Silva.
Col titolo di Grande Ufficiale, invece, sono ,state insignite Adriana Asti, Stefania
Sandrelli e Vincenza Bruni Bre-sciani;
con quello di Commendatore Isabella
Bossi Fedrigotti, Giovanna Marini e suor
Marcella Farina.
INTERNI
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
12
La “Grandeur” italiana
di Tarcisio Teofilatto
I militari italiani nel mondo
Prima di una riflessione sull’ “ammutinamento”
dei piloti di elicottero in IRAQ esaminiamo alcuni dati (dedotti dagli articoli sul corriere della
Sera dell’ 8 marzo 2004 a firma GianLuca di Feo, Fabio Caccia, Fiorenza Sarzanini).
Abbiamo almeno 16 presenze di militari italiani
nel mondo, sostanzialmente come contributi a
iniziative ONU (tutte meno quattro) della NATO
(tre) della coalizione “amici volenterosi” (una),
quella in IRAQ.
Il numero totale del personale militare impiegato
è di 8870 militari, distribuiti per area geografica
nel modo seguente:
- 4.544 nei Balcani,
373 nel Medio Oriente,
60 in Africa (Etiopia-Eritrea),
49 in Malta,
250 in “altre missioni, iniziative antiterrorismo”
ed infine in Asia:
570 in Afghanistan
- 3.024 in IRAQ.
Obiettivo delle missioni italiane nei Balcani
Queste missioni, salvo le due ultime (in Afghanistan e in Iraq), sono attive da alcuni anni.
L’attività che ci viene detto svolgano è quella di
“peace keaping”; io direi “peace holding” in
quanto mi è sembrato di capire che nei Balcani la
nostra presenza dà come risultato che non si riprendano le lotte fratricide fra le diverse comunità.
Per quanto tempo ancora dovremo “frenare” le
lotte intestine nei Balcani?
Io penso che nessuno lo sappia, ma farebbe piacere avere una valutazione ragionevole dalla Attuale Compagine Governativa (nel seguito
ACG), che per ora si limita a chiedere il rinnovo
delle spese ogni 6 mesi.
Troppo poco è quello che viene detto da ACG
per farci capire:
- cosa stiamo facendo colà,
- che programmi di “ricostruzione” a livello di
convivenza, opportunità di lavoro e di vita
ordinata stiamo noi svolgendo con quelle
popolazioni,
- quando pensiamo di andarcene (tra 6 mesi,
tra 2 anni, mai ?),
- con quali criteri prenderemo la decisione di
ritirarci (per esempio: economici – PIL pari
al x % di quello italiano, riduzione dei conflitti interni al 10%,.... ).
Io mi auguro che un tale criterio di valutazione
esista da qualche parte nella ACG, altrimenti lo
definiscano e lo pubblichino. In particolare oltre le spese per pagare i militari, è molto utile
sapere quali spese facciamo per “ricostruire
l’ambiente”:
- bonifiche da residuati bellici
- investimenti in infrastrutture (strade, ponti, ferrovie, illuminazione, telefoni...)
- investimenti sociali: asili, scuole, materiale didattico, perfezionamento del personale,...
- investimenti nella ricostruzione delle strutture
pubbliche: Comuni, servizi anagrafici, polizia
locale,..
E infine quali risultati misurabili si siano ottenuti,
anche come iniziative (mi auguro sostenute dalla
ACG) per creare opportunità di lavoro colà.
Io penso che qualora si potessero avere dati obiettivi e riscontrabili su questi aspetti non secondari
della presenza italiana nei Balcani, ciascuno di noi
cittadini di questo paese potremmo trarre le nostre
valutazioni sulla bontà della iniziativa e dei suoi
risultati. Sarebbe anche vantaggioso per la ACG
accreditarsi i risultati come propri successi.
Missioni in IRAQ e in Afganistan
Queste due missioni, che coinvolgono in totale
(oggi) 3.594 uomini sono più critiche, in quanto
anche se iniziate a “conflitto terminato” si realizzano su un terreno ostile e con popolazione che
quando può dimostra la sua insofferenza alla presenza di “estranei”.
Quindi fermo restando che la presenza “militare”
italiana deve quanto meno assicurare l’autodifesa
delle persone che si trovano all’estero, questa diviene particolarmente importante quando ci si trovi
in ambienti dove, come dice il Ministro della Difesa della ACG “il rischio è altissimo”.
Qui ci sono notizie a dir poco sconcertanti, che
riassumo per chiarezza:
- l’esercito italiano ha “cingolati d’epoca e blindo logore” (articolo di Gian Luca de Feo, fonte citata):
o i contratti per la nuova generazione di autoblindo e veicoli cingolati (i PUMA e i DARDO progettati insieme da Esercito Italiano e
Industria Italiana) sono stati fermi per 20 anni,
o i contratti sono stati riattivati nel 1999 prevedono le prime consegne nel 2005 (e mi
auguro che nel frattempo non ci capiti niente
di molto doloroso);
- i nostri elicotteri da trasporto Chinook sono male protetti (mancano: i sedili blindati per i piloti, i visori notturni per piloti ed equipaggio,
strumenti di guerra elettronica aggiornati), ne
abbiamo tre (tre?) in IRAQ!
- i nostri elicotteri di assalto (quattro in IRAQ)
sono stati “aggiornati in fretta e furia” a Dicembre del 2003.
- per andare in IRAQ l’Esercito si è “fatto prestare” autoblindo dalla Aeronautica e dalla Polizia Italiana. Io penso che l’ACG smentirà sdegnosamente questo ultimo squarcio di verità
(notizie infondate dei disastristi disfattisti di
INTERNI
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
13
La “Grandeur” italiana
sinistra)
- nei Bilanci la scarsezza di risorse (e forse una
mancanza di piani propositivi) viene mascherata con termini quali: “difficili compatibilità
di bilancio”.
Cosa fare
In sintesi. abbiamo inviato 9,000 italiani in missioni militari all’estero di “peace”, sono molto
male armati, non possono fare nessun piano che
superi i 6 mesi (rinnovo delle spese chiesto
dall’ACG), cosa facciamo allora?
A me sembra che ci siano alcune cose da fare
subito:
- spendere quanto serve per aggiornare il materiale bellico italiano, almeno limitatamente al
settore IRAQ e Afghanistan, in modo che
non poniamo a rischi gratuiti il personale.
L’ACG compri in Usa, in Russia, in Cina
(anche in Italia se ne è capace) quanto serve
soprattutto in termini di difesa e di controreazione elettronica (anche satelliti). Si tratta di
una spesa tale da stravolgere il “bilancio italiano”, raddoppiando almeno le spese per la
Difesa per il 2004. Questo va fatto, è una
conseguenza della politica di “grandeur” che
abbiamo voluto iniziare e non occorre attendere qualche altro “macello” di militari italiani per iniziarlo a fare ;
- investire nelle altre aree in termini di aiuti allo
sviluppo. L’ACG che ogni tanto propone
pomposamente un “piano Marshall” per la Palestina, ne studi uno efficace ( e multistrato)
per i Balcani, mirato a fare crescere le possibilità di “convivenza” fra quelle etnie;
- L’ACG pubblichi (non dica per poi contraddirsi) chiaramente cosa intenda. fare, quanti miliardi di Euro servono nel 2004 e li chiede
senza timore ai Cittadini: questi capiranno,
come già hanno dimostrato molte volte.
Grandeur
La Grandeur è sempre costata cara, mi si potrà obiettare che talvolta sia necessaria. Non desidero
discutere, ma occorre che ci si renda conto delle
conseguenze e se ne discuta con i Cittadini, esplorando soprattutto perchè lo facciamo e quanto costi.
Per cortesia, le “grandeur” pasticciate ci coprono
di ridicolo, quando non diventino tragiche. Mi ricordo sempre il “fedele alleato” che mandò gli Italiani a combattere in Russia per la “civiltà” e contro i “comunisti”, pessimamente armati ed equipaggiati.
Ricordiamoci della storia; l’ACG sia seria e consideri i Cittadini come persone ragionevoli, non stupidi, con cui deve dialogare.
Tarcisio Teofilatto
Beghe militari nella logica di una guerra permanente
di Titty Santoriello
L’accusa
L’accusa di
di ammutinaammutinamento
mento rivolta
rivolta ai
ai quattro
quattro
elicotteristi
elicotteristi dell’esercito
dell’esercito
che,
che, arrivati
arrivatiin Iraq,
in Iraq,
hanhanno
no deciso
deciso
di ditornare
tornarea
acasa,
casa, sembra
sembra riportarci
riportarci
indietro
indietro nel
nel tempo.
tempo.
Appare
Appare quasi
quasi inverosiinverosi“nostro
mile
mile parlare
parlare nel
nel “nostro
mondo”
mondo” di
di leggi
leggi militari
militari
ee di
di rifiuto
rifiuto di
di obbedire:
obbedire:
nell’immaginario
nell’immaginario comucomune
ne fatti
fatti di
di questo
questo tipo
tipo si
si
sono
sono fermati
fermati al
al 1945
1945 oo
sono
sono associati
associati aa popoli
popoli
che
che non
non hanno
hanno ancora
ancora
raggiunto
raggiunto un
un sufficiente
sufficiente
grado
grado di
di stabilità.
stabilità.
E
E invece
invece accade
accade proprio
proprio
in
in Italia:
Italia: quattro
quattro su
su venti
venti
piloti
piloti del
del contingente
contingente di
di
130
130 uomini
uomini della
della CavalCavalleria
leria dell'aria
dell'aria hanno
hanno
chiesto
chiesto ilil rimpatrio
rimpatrio dopo
dopo
aver
aver valutato
valutato l'inadegual'inadeguatezza
tezza dei
dei sistemi
sistemi di
di sicusicurezza
rezza degli
degli elicotteri,
elicotteri, se
se
non
non dei
dei mezzi
mezzi stessi.
stessi. EE
forse
forse anche
anche dell'addedell'addestramento ricevuto in
tutta
stramento
fretta.ricevuto
Come afferin tut- piomba
solo
questi
dienti” si
sonoinverificati
ma
ta fretta.
la leggeCome
militare,
afferma
ora giorni
due mesi
e la notizia
nellefa nostre
croilaquattro
leggerischiano
militare, l’amora i nache.
piomba solo in questi
mutinamento,
quattro rischiano
vale al’am
dire - Defaillance
giorni nelle nostre
cronacongenite
dai
mutinamento,
sei mesi ai tre
valeanni
a dire
di ma
che.anche fomentate da
reclusione.
dai sei mesi ai tre anni di un
Defaillance
congenite
clima belligerante
e
reclusione.
«La
verità è che quei da
ma un’impostazione
anche fomentate di
da
quattro
«La verità
hanno
è cheavuto
quei “guerra
un climapermanente”.
belligerante e
paura
quattro
e sihanno
sono arramavuto M
dae nun’impostazione
tre,
i n f a t t i ,di
picati
paura sugli
e si sono
specchi
arram- l’opposizione
presenta
“guerra permanente”.
commenta
generale - un’urgente
picati sugliil specchi
M e n t r e , interrogazioinfatti,
Luigi
commenta
Chiavarelli,
il generale
massi- ne
l’opposizione
presenta
al Ministro Castelli
e
ma
Luigi
autorità
Chiavarelli,
dall'aviaziomassi- ilun’urgente
interrogaziopopolo della
pace si
ne
ma dell'esercito
autorità dall'aviazioe ag- prepara
ne al Ministro
ad una Castelli
impo- e
giunge
ne dell'esercito
(gratuitamente
e aggiun- nente
il popolo
della pace si
manifestazione
ge (gratuitamente
ndr - contro
ndrsono ottimi piloti
preparala ad
una ilimpoguerra,
Goma
sono
pessimi
ottimisoldati”.
piloti ma verno
nente prepara
manifestazione
un DiseDi
contro,
i piloti accu- gno
pessimi
soldati”.
contro
di legge
la guerra,
che ilè Goun
sati
Di contro,
di insubordinazione,
i piloti accusa- vero
vernoe prepara
proprio un
attacco
Disedicono
ti di di
insubordinazione,
non poter par- all’articolo
gno di legge103
che della
è un
lare:
dicono
in di
certi
non
ambienti
poter parle Costituzione:
vero e proprio
come
attacco
afritorsioni
lare: in certi
sono
ambienti
iscrittele ferma
all’articolo
Claudio
103 De
dellaFioConel
ritorsioni
codicesono
genetico
iscritte
mennel res,
stituzione:
docentecome
di afferma
diritto
tre
codice
i fatti
genetico
sottaciuti
mentre
sono i Costituzionale,
Claudio De Fiores,
do“la dicopiù
quelli esplicitati,
fattidi
sottaciuti
sono più di tomia
cente dicostituzionale
diritto Co tanto
quellicheesplicitati,
gli avvenimenti
tanto «tempo
stituzionale,
di pace-tempo
“la dicotoche
che riguardano
gli avvenimenti
i quattro
che di
miaguerra»
costituzionale
verrebbe
riguardano i quattro
eli- progressivamente
elicotteristi
“disubbidistil«tempo di pace-tempo
dienti”
cotteristi
si sono “disubbiverificati lata
tale disegno
di
di da
guerra»
verrebbe
due mesi fa e la notizia
progressivamente distillata da tale disegno
di legge delega, fino
alla sua pressoché integrale dissoluzione.” Si
tratta cioè di un modo
per sganciare definitivamente le disposizioni contenute nel codice
militare dai vincoli costituzionali , al fine di
finalmente
rendere
possibile «l'applicazione della legge penale militare di guerra, anche indipendentemente dalla dichiarazione dello stato di
guerra.
Sono disposizioni di
cui si parla sottovoce,
complici i media, per
non suscitare reazioni
negative di un’opinione pubblica che, si sa,
è per la gran parte pacifista.
Titty Santoriello
Giustizia e Libertà
ESTERI
15 Marzo 2004
14
L’11 settembre in uno spot, bufera su Bush
di Roberto Rezzo (www.unita.it)
La campagna per la rielezione di George W.
Bush è partita con
un’ondata di spot televisivi studiati ad arte per
raffigurare il presidente
come un leader risoluto
e d’acciaio, che ha saputo guidare l’America
attraverso momenti
drammatici.
Dalla recessione economica al terrorismo, non
c’è argomento su cui
Bush manchi di rivendicare d’aver reso la patria
più forte e sicura.
Le prime reazioni son
parse tutt’altro che favorevoli: il prorompente
abuso di retorica, la nota
preferita di questa amministrazione, questa
volta sembra aver passato il segno.
Le associazioni dei parenti delle vittime
dell’11 settembre hanno
protestato indignate per
l’uso spregiudicato delle
immagini di quella tragedia, incredule nel rivedere le rovine delle
Torri Gemelle protagoniste degli spot elettorali
di Bush. «È uno schiaffo in faccia a 3mila
persone assassinate ha commentato fuori di
sé Monica Gabrielle,
che ha perso il marito
negli attacchi contro il
World Trade Center- È
una cosa inconcepile,
non riuscivo a credere
ai miei occhi quando
ho visto quell’infame
propaganda».
La rabbia dei familiari è
accresciuta dal fatto che
il presidente Bush ha
rifiutato sinora di testimoniare di fronte alla
commissione d’inchiesta indipendente che indaga sugli attentati dell’11 settembre, giungendo perfino a boicottarne
i lavori negando di for-
nire documenti indispensabili.
«Sarei stato meno offeso se Bush avesse mostrato la sua faccia davanti alla Statua della
Libertà -ha dichiarato
Tom Roger, padre di
un’assistente di volo a
bordo di uno degli apparecchi delle American
Airlines dirottati e distrutti- Far vedere in
sottofondo
l’orrore
dell’11 settembre è il
disgustoso tentativo di
qualche agenzia pubblicitaria per prendere
il pubblico per il collo».
Tommy Fee, un vigile
del fuoco della squadra
di soccorso numero 270,
un sopravvissuto alla tragedia del World Trade
Center, si dice sbigottito:
«C’è un qualcosa di
macabro e perverso in
quei filmati, qualcosa
di simile all’opera degli
sciacalli fra le rovine,
intenti a strappare oggetti di valore ai morti.
Non c’è giustificazione
al mondo nell’utilizzare
le immagini dei soccorritori a Ground Zero
per spuntare un tornaconto elettorale».
Non meno scandalizzata la reazione del New
York Times, che ieri ha
pubblicato nella colonna degli editoriali un
commento al vetriolo a
firma di Maureen
Down: «In una serie
di immagini spaventose e patinate, il presidente fa del suo meglio per scaricarsi di
dosso ogni responsabilità, prendersi il
credito di qualsiasi
cosa positiva
e diffondere
preoccupazione fra la
gente. Si rivolge a cameriere, operai,
vigili del fuoco, bambini
neri e anziani, famiglie
della classe
media, quando in realtà
spende
la
maggior parte del suo
tempo a proteggere
gli
interessi dei
suoi
amici
miliardari».
E ancora: «Bush continua a sottointendere
che dovremmo essere
spaventati perché non
siamo al sicuro, quindi dovremmo rinnovargli il mandato perché possa continuare
a proteggere la nostra
sicurezza nazionale.
Questa è una beffarda
contraddizione.
Se
davvero Bush è così
bravo a proteggerci,
perché non siamo al
sicuro ?».
Bush ha proibito che le
bare dei caduti nella
guerra in Iraq fossero
riprese dalle telecamere, mai si è sognato di
apparire alle esequie
dei defunti o di inviare
un qualche funzionario,
anche d’infimo rango,
a rappresentarlo, ma
per farsi pubblicità mostra i soccorritori che
estraggono dalle macerie fumanti delle Torri
Gemelle, poveri resti
umani avvolti nella
bandiera a stelle e stris
c
e
.
Ken Mehleman, il responsabile della campagna elettorale di
Bush ha negato che i
filmati costituiscano
uno sfruttamento a fini
politici di una tragedia:
«L’11 settembre è stato il momento che ha
definito come nessun
altro questa presidenza. Credo sia importante ricordare agli
americani quali avvenimenti il nostro Paese ha dovuto affrontare».
L’offensiva mediatica
repubblicana si annuncia senza precedenti
per il dispiego di mezzi
finanziari. Bush ha raccolto sinora oltre 200
milioni di dollari dai
suoi sostenitori, la
maggior parte dei quali
rappresentanti della
lobby petrolifera, farmaceutica e dell’in dustria degli armamenti, e conta di spenderne
almeno la metà prima
della Convention repubblicana di New
York. Agli spot del
presidente guerriero
che lancia la sfida al
terrorismo su scala globale, si affiancheranno
fra poche settimane
quelli studiati per tentare di demolire il suo
avversario nella sfida
di novembre, il sessantenne senatore del
Massachusetts John
Kerry.
ECONOMIA
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
15
Ue, Italia in ritardo sulle riforme
Paese "villain", cattivo partner
da www.repubblica.it
In un rapporto il punto sugli obiettivi fissati
a Lisbona nel 2000.
Battuta d'arresto per
competitività, ricerca
ed occupazione.
Danimarca, Svezia e
Irlanda "economie di
rango mondiale"
L'Unione europea boccia l'Italia. Un Paese fermo al palo, rispetto ad
altri partner, sul cammino della strategia di Lisbona, a quattro anni
dallo storico accordo
che si propone di fare,
della Ue, "la più competitiva e dinamica economia del mondo
entro il 2010".
La battuta d'arresto dell'Italia, rispetto ai progressi di altri Paesi fra i
Quindici, è contenuta
nel rapporto realizzato
dal "Centre For European Reform", presentato oggi dal primo ministro irlandese Bertie
Ahern, presidente di turno dell'Unione.
"Villain", "cattivo"
partner. Così viene definita l'Italia nel rapporto,
che fa il punto sull'applicazione delle riforme
decise dai Quindici tre
anni fa, in un vertice
nella capitale portoghese.
Poco lusinghieri i risultati contenuti nella
"pagella"
("Lisbon
Scoreboard") assegnata all'Italia, soprattutto
gli scarsi risultati in
termini di innovazione
e capacità imprenditoriale" del nostro Paese.
Ma nel documento si
sottolinea anche che "il
governo
Berlusconi
non ha ancora affrontato molte delle riforme necessarie".
Bertie Ahren, premier
irlandese Presidente EU
Tutt'altro giudizio è riservato alla Danimarca,
alla Svezia e all'Irlanda,
che hanno centrato, ed
in alcuni casi superato,
gli obiettivi fissati a Lisbona, e che si propongono come "economie
di rango mondiale" in
grado di "battere gli
Stati Uniti su molti indicatori, come quello
dell'innovazione,
di
nuovo lavoro e di capacità imprenditoriale".
Dopo questo gruppo di
Paesi che possono vantare ottimi risultati, segue un secondo drappello di Paesi, fra cui Gran
Bretagna, Olanda, Irlanda e Spagna, "che si
stanno comportando
bene su quasi tutti o
comunque su molti dei
temi di Lisbona".
E anche Paesi "ritardatari" come Francia e Germania, nel 2003 hanno "avviato riforme cruciali in tema di
pensioni e del mercato
del lavoro", si legge un
una nota diffusa dalla
in materia di competiti- Il giudizio severo si
Commissione.
vità, ricerca e occupa- spiega, secondo il Rezione.
port, con "il basso livello di occupazione e
Giustizia e Libertà
ECONOMIA
15 Marzo 2004
16
Sono davvero aumentate le entrate ?
di Silvia Giannini e Giuseppe Pisauro (www.lavoce.info)
La pubblicazione da cento), ma non tutte le aumentati soprattutto
interessi) è contenuto,
parte dell’Istat delle sti- revisioni sono integral- i consumi intermedi
grazie al fatto che anme provvisorie dei conti mente imputabili al
(di quasi il 9 per cencora il Governo bene
delle amministrazioni progressivo venir meno to) e le retribuzioni ficia della riduzione del
pubbliche nel 2003, ha della sperata ripresa e- (+5,3 per cento che
costo medio del debito
riaperto il dibattito sullo conomica.
registra l’effetto dei
pubblico, che riduce il
A peggiorare è soprat- rinnovi contrattuali),
stato di salute della fi
peso degli interessi
( m e n o
m e z z o
Tab. 1 - Saldi di Bilancio delle Amministrazioni
punto perPubbliche 2002 - 2003
centuale di
2002
Obiettivi, previsioni e dati definitivi 2003
Pil).
DPF
Aggiorn.
Real Cassa
DPF
Aggiorn.
ISTAT
Per quanto
luglio
DPF
Marzo
Luglio
DPF
Marzo
riguarda la
2002
Sett.
2003
2003
Settembre
2003
parte
in
2002
2002
conto
caIndebitamento
% PIL
pitale,
i
- 2,3
- 0,8
- 1,5
- 2,3
- 2,3
- 2,5
- 2,40
dati uffiAvanzo Pri5,1
4,5
3,2
3,0
2,8
2,90
mario % PIL
ciali risen3,4
Saldi Correnti
tono della
1,4
2.2
0,79
0,05
- 0,08
- 0,25
% PIL
0,74
convenzio0,5
Crescita
ne contabi2,3
2,9
1,1
0,8
0,30
REALE
0,4
le che tratPIL
ta i ricavi
Crescita
delle ven4,8
4,1
3,9
3,6
3,3
3,20
NOMINALE
3,1
PIL
dite di immobili come investitutto l’avanzo primario
nell’insieme 0,5 punti
menti negativi. Per un
di Pil. Ma anche pre
nanza
pubblica .
confronto più signifiAlcune tendenze sono (l’indebitamento al netcativo è opportuno
stazioni sociali e altri
chiare, ma hanno susci- to degli interessi) che
trattare questi ricavi
passa dal 5,1 per cento trasferimenti a famitato reazioni diverse.
per quello che sono,
originariamente proglie e imprese aumenL’andamento del
entrate straordinagrammato al 2,9 per
tano di 0,4 punti di
disavanzo
rie, ed assegnarli alla
voce "altre entrate in
L’indebitamento netto cento e il saldo corrente Pil;
conto capitale". Con
2003 non si discosta, se (entrate meno spese 2) le entrate correnti
questa modifica (vedi
non marginalmente, da correnti), che dopo cin- scendono di quasi
tabella 2)
quello del 2002 e resta que anni, torna a essere mezzo punto di Pil
ben al di sotto della so- negativo.
(dal 44,9 per cento al
glia massima del 3 per
44,5 per cento). A ca- 1) le spese in conto capicento fissata in sede co- È cambiata, in sostanza, lare sono soprattutto, tale restano stabili su un
munitaria. Ciò non ba- la composizione del - per il secondo anno livello di poco superiore
sta, tuttavia, a consenti- l’indebitamento netto e consecutivo, le impo- al 4 per cento del Pil;
re
al
m i n i s t r o le entrate ordinarie
ste dirette (dal 15 per
dell’Economia di dormi- sembrano sempre meno cento del Pil nel 2001 2) aumentano in modo
in grado di far fronte
re sonni tranquilli.
al 14,2 per cento nel davvero eccezionale le
Innanzi tutto, come mo- strutturalmente alle
2002 e al 13,6 per entrate in conto capitale,
stra la tabella 1, il disa- spese ordinarie. In par- cento nel 2003). La che passano dallo 0,4
vanzo (o indebitamento ticolare, come mostra la diminuzione del 2003 per cento del 2001
netto) è molto diverso tabella 2, tra il 2002 e il è in larga parte impu- all’1,2 per cento del 20da quanto originaria- 2003:
tabile all’introduzione 02 al 2 per cento del 20mente programmato nel 1) le spese correnti al del primo modulo del- 03. Mentre il 2002 risenluglio 2002 (DPF 2003netto degli interessi la rifor_ma dell’Irpef; te delle vendite immobiliari, l’eccezionale cre2006). I saldi sono stati
hanno aumentato di
scita registrata nel 2003
progressivamente au3)
l’effetto
netto
sul
salun punto il loro peso
è dovuta soprattutto a 20
mentati,
rispetto
do
corrente
(entrate
in percentuale del Pil
miliardi di euro circa di
all’obiettivo originario
correnti,
meno
spese
(da 38,4 a 39,4 per
incassi da condono e riadel luglio 2002 (-0,8 per
correnti,
inclusi
gli
cento del Pil). Sono
(Continua a pagina17)
ECONOMIA
Giustizia e Libertà
17
15 Marzo 2004
Tab. 2 - Conto Economico delle Amministrazioni Pubbliche
in rapporto al PIL
2001
2002
2003
Spesa per consumi finali
18,8
19,0
19,5
di cui: Redditi da lavoro dipendente
10,8
10,8
11,0
Consumi intermedi
5,1
5,0
5,3
Prestazioni sociali in natura
2,6
2,6
2,6
Prestazioni sociali in denaro
16,6
17,0
17,2
Altre uscite correnti
2,4
2,5
2,7
37,9
38,4
39,4
6,5
5,8
5,3
44,4
44,2
44,7
Investimenti fissi lordi
2,6
2,7
2,7
Altre uscite in conto capitale
1,4
1,6
1,4
Uscite in conto capitale
4,0
4,2
4,2
Totale Uscite complessive
48,4
48,4
48,9
Imposte Dirette
15,0
14,2
13,6
Imposte Indirette
14,5
14,7
14,5
Contributi Sociali
12,6
12,8
13,1
Altre Entrate Correnti
3,3
3,2
3,2
45,4
44,9
44,5
Imposte in conto capitale
0,1
0,2
1,6
Altre Entrate in conto capitale
0,3
1,0
0,4
Totale Entrate in conto capitale
0,4
1,2
2,0
Totale Entrate Complessive
45,8
46,1
46,4
SALDO CORRENTE
1,0
0,7
- 0,2
- 2,6
-2,3
- 2,4
3,9
3,5
2,9
Uscite Correnti al netto interessi
Interessi Passivi
Totale Uscite Correnti
Totale Entrate Correnti
INDEBITAMENTO NETTO
SALDO PRIMARIO
Sono davvero aumentate le entrate ?
(Continua da pagina 16)
pertura dei termini dello
scudo fiscale (regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero).
In assenza degli incassi
straordinari dei condoni,
l’indebitamento netto
(saldo corrente più saldo
in conto capitale) avrebbe raggiunto il 4 per
cento del Pil e questa
percentuale sarebbe anche superiore se si depu-
rasse il saldo da altre
poste straordinarie
(l’anticipo dei versamenti di imposta da
parte dei concessionari,
dell’ordine di 2,7 miliardi di euro, disposto
a dicembre da un decreto-legge, e, ancora, proventi di vendite immobiliari per 1,2 miliardi).
La riclassificazione della tabella 2 ridimensiona l’aumento delle en-
trate totali nel 2003, che
diventa di 0,3 punti di
Pil (e non di un punto,
come mostra la classificazione ufficiale).
Il Governo, per bocca
dei suoi maggiori esponenti (Silvio Berlusconi
e Gianfranco Fini), invece di mostrarsi preoccupato per il crescente divario fra entrate correnti
Reazioni
e spese correnti, al netto
sorprendenti
Di fronte a questi dati, degli interessi, e annunsorprendono sia la rea- ciare semmai la necessizione del Governo, sia i tà di un rinvio della ric o m m e n t i forma dell’Irpef, ricon(Continua a pagina18)
dell’opposizione.
ECONOMIA
Giustizia e Libertà
15 Marzo 2004
18
Sono davvero aumentate le entrate ?
(Continua da pagina 17)
ferma la ricetta di riduzione delle imposte.
È un annuncio che contribuisce ad aumentare
l’incertezza sul futuro,
che è l’ultima cosa di
cui ha bisogno la nostra
economia. Il Governo
non chiarisce come una
riduzione permanente
delle tasse, finiti gli effetti straordinari dei vari
condoni, potrà conciliar-
si con gli obiettivi di
riduzione del l’indebitamento e con l’andamento osservato delle spese. Né chiarisce,
alternativamente, quali
spese
intenderebbe
tagliare.
Le prospettive di crescita, d’altro canto, non
sono certo tali da poter
sperare in una soluzione esterna del problema (si veda Faimi).
Il Governo potrà anche
procedere con ulteriori
riduzioni della pressione
fiscale ordinaria, semmai trovando nuove forme di copertura straordinaria. Ma i margini si
riducono e prima o poi i
nodi verranno al pettine.
Per questo l’ opposizione, che potrebbe un
domani trovarsi a doverli districare, dovrebbe forse mostrarsi più
preoccupata del tendenziale calo della pressione fiscale ordinaria, delle sue cause e delle prospettive future, piuttosto
che criticare l’esecutivo
per aver aumentato, al
lordo del condono, le
tasse.
Silvia Giannini e
Giuseppe Pisauro
www.lavoce.info
S’economia cresce al rallentatore
da TOPNEWS
L'economia italiana è
cresciuta dello 0,3%
nell'anno appena concluso, meno dello 0,4%
registrato nel 2002.
E' l'Istat a fornire i dati
della crescita italiana e a
dare indicazioni sullo
stato dei conti pubblici,
evidenziando innanzi tut
to un rapporto tra deficit
e pil al 2,4%, una ridu-
zione del debito pubblico, sceso di 1,8 punti
dal 108% del 2002 al
106,2% del 2003.
Peggiora l'avanzo primario che si attesta al
2,9% contro il 3,5% del
2002. Aumenta, invece,
la pressione fiscale che
ha registrato un incremento di quasi un punto percentuale (0,9 e-
sattamente),
atte standosi al 42,8%.
L'incremento della
pressione fiscale è dovuto in particolare all'aumento delle imposte indirette, salite dell'1,8% contro il calo
dello 0,9% registrato
dalle imposte dirette.
Un forte gettito (complessivamente 19,9 mi-
liardi di euro) è venuto
alle varie sanatorie fiscali; rispettivamente
0,6 miliardi dallo scudo
fiscale (quello usato per
favorire il rientro di capitali dall'estero) e 19,3
miliardi dai condoni.
http://click.be3a.com/cli
ck_it.html?ADVD=7130
24.28569.2.0239721.
IL PREMIER ITALIANO E LA STAMPA
in America
CITIZEN BERLUSCONI.
IL PREMIER ITALIANO E LA STAMPA
In edicola con Internazionale il dvd del programma trasmesso dalla tv
pubblica statunitense Pbs.
Viene venduta la versione originale con sottotitoli con un Dvd allegato a
all’ “INTERNAZIONALE” al costo di 10 euro
Il premier italiano e l’economia
http://qn.quotidiano.net/art/2004/03/09/5323857
Berlusconi:
"Meno tasse per
ventotto milioni.
Niente appello se
c'è assoluzione"
Silvio
Berlusconi
parla ai microfoni
di 'Radio anch'io' e,
rispondendo
alle
domande degli a-
scoltatori, toccca i
temi più caldi dello
scontro
politico
pre-elettorale.
Sulle tasse e sulle
pensioni il premier
tira subito fuori i
numeri:
"Oggi 28 mln e
622 mila italiani
pagano
meno
tasse.
Questo perché il
governo ha fatto
mol tissimo per
ridurre il carico
fiscale.
Ed anche sul le
pensioni c'è sta-
ta troppa disinformazione:
oggi sono 1 mln
635 mila le pensioni minime il
cui importo è stato
aumentato
gra zie a questo
governo".
(.. )
Giustizia e Libertà
INTERNI
15 Marzo 2004
19
Scip 2 Strikes back
di Giuseppe Pisauro (www.lavoce.info)
Un contributo fondamentale ai risultati ottenuti sui conti pubblici
negli ultimi anni è
venuto dalle cartolarizzazioni securitization").
Nel triennio 2001-2003,
le operazioni promosse
direttamente dallo Stato
hanno dato luogo
all’emissione di titoli
per quasi 26 miliardi di
euro, che si sono tradotti
in riduzione del debito
pubblico e, in alcuni
casi, anche dell’indebitamento delle amministrazioni pubbliche.
Le tre Scip
L’operazione di dimensioni maggiori è quella
nota come Scip2, varata
a dicembre 2002: titoli
per 6.637 milioni a
fronte di un patrimonio
immobiliare di proprietà
degli enti di previdenza
valutato in 7.797 milioni.
Scip2 non è stata l’unica
operazione immobiliare,
né probabilmente sarà
l’ultima: è stata pre ceduta da Scip1 (di cembre 2001) con un’emissione di 2.300 milioni, sempre a fronte di
immobili degli enti
previdenziali, e dovrebbe essere seguita nel
2004 da Scip3 che ri guarderà immobili della
Difesa.
Secondo il ministero
dell’Economia la dismissione mediante cartolarizzazione avrebbe il
vantaggio di accelerare
il processo di vendita:
con i "meccanismi incentivanti delle cartolarizzazioni", il tempo
necessario per le vendite
si sarebbe ridotto di tre
volte.
In un precedente intervento, basato sull’esperienza di Scip1 (nel
quale era confluito un
programma di vendite la
cui elaborazione era
comunque iniziata nel
1996), avevamo espresso dubbi su questa
tesi, che vengono confermati da quanto sta
succedendo per Scip2.
I risultati delle vendite
nel 2003 sono stati
inferiori
largamente
alle
previsioni .
Per gli immobili residenziali, gli incassi sono
stati di 556 milioni,
circa il 30 per cento
della previsione del
business plan; per gli
immobili commerciali,
le vendite effettive sono
state pari solo all’1 per
cento delle previsioni.
Nell’insieme, i ricavi
generati dagli immobili
– vendite e canoni di
affitto – alla data del 31
dicembre 2003 (al netto
delle commissioni spettanti agli enti previdenziali che continuano a
gestire gli immobili ma
al lordo di ulteriori
spese e commissioni pagabili a terze parti) ammontano a 693 milioni.
È una cifra insufficiente
a rispettare la scadenza
del 26 aprile 2004,
quando Scip dovrà rimborsare la prima tranche
di titoli (1,5 miliardi) e
pagare le cedole, per un
esborso complessivo di
1,9 miliardi. Il mancato
rimborso dei titoli alla
scadenza attesa non
sarebbe tecnicamente un
default, in quanto vi è
sempre la possibilità di
rinviare il rimborso alla
data di scadenza legale
(26 aprile 2006), ma non
sarebbe certamente un
bel segnale per i mercati.
Soluzioni provvisorie e
definitive
È quindi una prospettiva da scongiurare.
Come ?
Un prima modalità di
soluzione è stata messa
in pratica a gennaio,
quando alle aste è intervenuta per la prima
volta Fintecna spa (al
100 per cento di proprietà del Tesoro) con
un’offerta residuale per
trecento alloggi: l’impegno ad acquistare al
prezzo base gli immobili che non avessero
ricevuto offerte valide.
Alla fine, Fintecna si è
aggiudicata settantadue
appartamenti liberi per
circa 8 milioni. Ci si
può attendere ulteriori
partecipazioni nelle
prossime aste. Secondo
il Sole 24Ore (4 febbraio), Fintecna "conferma in tal modo il
suo impegno nell’attività immobiliare". In
effetti, è una conferma:
Fintecna aveva acquistato, a trattativa
privata, immobili demaniali per 320 milioni
a dicembre 2003 e per
505 milioni a dicembre
2002.
È difficile resistere alla
tentazione di dire che
siamo di fronte a una
variante del modello di
dismissione degli immobili pubblici, per cui
il Tesoro riacquista
gli immobili già cartolarizzati, ovvero vende
gli immobili demaniali
direttamente a se stesso.
La modalità di soluzione definitiva del problema posto dalla scadenza di aprile è,
comunque, quella contenuta in un decreto legge approvato dal
Governo la scorsa settimana.
L’antefatto è una disposizione inserita nel
maxi -emendamento
alla legge finanziaria
2004 che riconosce agli
inquilini il diritto ad acquistare ai prezzi 2001
e non a quelli, di un 30
per cento maggiori, del
2002 incorporati nelle
valutazioni Scip2. Ne
consegue la necessità di
rimborsare gli acquirenti per le vendite
già effettuate e Scip per
le vendite future.
La stima degli indennizzi è di 182 milioni
per le vendite già effettuate e di 800 milioni
per quelle future.
Queste almeno sono le
cifre riportate nella Relazione tecnica. Il decreto – ed è ciò che fa
testo – non contiene cifre, ma rinvia per le modalità concrete di corresponsione dell’indennizzo a successivi decreti ministeriali. Si
prevede comunque la
possibilità dell’erogazione a Scip da parte del
sistema creditizio di un
prestito-ponte assistito
da garanzia dello Stato
(l’erogazione diretta
dell’indennizzo da parte
dello Stato avrebbe
avuto un effetto immediato sul disavanzo pubblico, l’erogazione di un
prestito da parte di terzi
no).
In teoria, la differenza
tra valore degli immobili di Scip 2 e volume
dei titoli emessi, 1.160
milioni, è sufficiente a
coprire gli indennizzi
(se questi effettivamente si limiteranno
alla cifra indicata nella
relazione tecnica ma
non nel decreto). In
pratica non è affatto
detto che sia così:
quella
differenza
(insieme con l’85 per
cento dei canoni di affitto incassati fino al
perfezionamento delle
vendite) deve servire a
pagare gli interessi
Giustizia e Libertà
INTERNI
15 Marzo 2004
20
La “classe non è acqua” Luca di Montezemolo “uomo educato dell’anno”
di Masaniello
Sembra che l’ unica
cosa che funzioni in
Italia sia la Ferrari.
Le “performance della
casa di Maranello oramai sono costanti,
frutto di un “team” da
favola i cui uomini
sono i migliori del
mondo, i più determinati e compatti ad ottenere le vittorie che
puntualmente arrivano.
A capo di questo “
dream (RED) team”
c’è lui, Luca Cordero
di Montezemolo il
“manager” che ha assunto la direzione della casa automobilistica in un momento assai poco felice e che,
con costanza, professionalità e amore per
la “rossa” l’ha tirata
fuori dal pantano restituendola alla fama e
allo splendore che le
appartengono da sempre.
Tutto questo con un
valore aggiunto economico, conseguenziale al lustro restituito ad una vettura che,
oltre che correre in
pista, rende felici i
privilegiati che possono permettersela, rassicurati oramai dalla
perfetta funzionalità
dei meccanismi.
Sintetizzando, lavoro,
professionalità, promesse
mantenute, sobrietà,
nessun
vanto
personale solo
merito
distribuito
equamente a
tutti
i
protagonisti di questa
impresa.
Nel momento delle
difficoltà Montezemolo è stato vicino ai
suoi uomini, incoraggiandoli a continuare.
Quando ha raggiunto
traguardi mai raggiunti prima da nessuna
industria automobilistica (5 Titoli Campionato Costruttori e 4
Titoli Campionato
Conduttoriche) non si
è definito “uomo della provvidenza”, non
ha parlato del nuovo
“miracolo della Ferrari”, ma semplicemente ha condiviso
meriti e gioie con i
suoi uomini.
Fare le
corna,
dare del
“kapò
ad un
parlamentare
europeo, raccontare
barzellette pesanti e
stupide,
dileggiare la magistratura, mancare di rispetto al Capo dello
Stato, fare promesse
già sapendo di non
poterle mantenere,
farsi leggi “ad personam”, mettere in atto
una sistematica censura nei confronti di coloro che lo criticano,
tenere in piedi un mostruoso conflitto d’
interessi che non ha
ni, con quel commento, siano prevalse le
sensibilità calcistico
imprenditoriali su
quelle di Governo del
paese.
teressi del Capo del
pre alla luce del sole Governo.
la precedenza da lui Aemme
data ai suoi
interessi privaGiustizia e Libertà
ti rispetto a
Periodico Politico Indipendente
quelli pubblici.
Autorizzazione Tribunale di Roma
Berlusconate
(Continua da pagina 1)
biti”, a copertura di
bilanci fuori controllo.
Per noi “strane” sono
le sue giustificazioni
sulle evasioni delle
tasse e le leggi di depenalizzazione dei falsi in bilancio da lui
volute.
Tuttavia anche se per
noi tutto ciò, per usare il suo linguaggio è
“strano”, non è certaPer noi “strano” è il mente sorprendente,
fatto che in Berlusco- dal momento che a
noi è apparsa da sem-
eguali in Europa, ridurre la scuola ad un’
azienda sottoculturata, la Sanità senza risorse, la ricerca a fanalino di coda dei paesi progrediti, impossessarsi della Rai dettando palinsesti e direttori di rete tutto
questo fa di Berlusconi un uomo rispettabile, apprezzabile sostenibile o piuttosto inqualificabile ?
Montezemolo non è
un santo, chiariamolo.
Probabilmente è un
pescecane con il pelo
sullo stomaco ma,
chiamatemi depravata,
io agogno riservatezza, stile, silenzio,
compostezza, educazione e, anche quel
severo distacco che
rende l’ uomo così affascinante.
Di imbonitori di piazza ne abbiamo fin sopra i capelli ed ecco
perché io propongo di
eleggere Luca Cordero di Montezemolo,
futuro presidente di
Confindustria, “uomo
educato dell’ anno”.
n° 540/2002 del 18.09.2002
Siamo
posti
brutalmente
ancora
una
volta di fronte
al devastante
conflitto di in-
Proprietà: L. Barbato
Redazione:Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
E-Mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Luigi Barbato
Vice Direttore: Paolo Di Roberto
Redattore Capo: Alessandro Blasetti
Scarica

0 - 2004.03.15 - Giustizia e Libertà - SB-Ac .pub