Anno 3 - n° 59 W W W . G I U S T I Z I A - e- LIBERTA.CO M 15 Marzo 2004 Giustizia e Libertà Distribuzione telematica Periodico Politico Indipendente Berlusconate strane di Aemme (a pagina 1, 20) Bugie e Verità di GL (a pagina 2, 3) Continua il saccheggio.. di Alessandro Menchinelli (a pagina 2, 3) L’invito di Cofferati di Guido Pasquino (www.unità.it) (a pagina 4) La Stampa Estera e ... di GL (a pagina 5) Volpe arrestato ... da www.repubblica.it (a pagina 6) Trantino sapeva ... di Enrico Fierro (www.unita.it) (a pagina 7, 8) Nassyria: il vero motivo ... di Elio Veltri e Paolo Sylos Labini (www.democrazialegalita.it) (a pagina 9) Imprecisioni ... di Mirella Fera (a pagina 11, 12) Onoreficenze di GL (a pagina 12) La “grandeuer” di Tarcisio Teofilatto (a pagina 12, 13) Beghe militari di Titty Santoriello (a pagina 13) Uno spot per Bush di Robero Rezzo (www.unita.it) (a pagina 14) “...Italie villaine...” da www.repubblica.it (a pagina 13) Sono aumentate le tasse ? da S.Giannini e G. Pisaurro (lwww.lavoce.info) a pagina 16,17, 18) Scip 2 Strikes back Guyseppe Pisauro (www.lavoce info) (a pagina 19) Copia gratuita Berlusconate strane di Aemme ditoriale riguardante Cecchi Il cavaliere ha commentato Gori e la Fiorentina, abbiamo proprio così, e con severità, di fronte un Presidente di sola notizia del blitz delle cietà, quello del Bologna, che Guardie della Finanza in tutte da mesi denuncia formalmenle società del calcio per il te tutte le consorelle di truccacontrollo delle loro contabili- re i loro bilanci e l’unico comtà, con queste due parole: mento che è venuto fuori dal Capo del Governo è stato “E’ strano ….”. quello lì, quello della Parole sibilline che compren- “ s t r a n e z z a ” dono sia una allusione a a aria Far M qualcosa in n a i G es, i Rill'Eurisp a dell’Istituto d di e d e t n e ci I l p r e s i d vvocato di fidu i b u n a l e p e n a l e a r a l’ one ato al t t tramite n e s iffamazi e r l u e d r p r e a p h B ela cerca, di quer di Silvio i t o t n t o a r f , on Roma pa nei c i, m a t s o z erluscon B mez e h c o dop orta ta presa ne televisiva «P to sconi. a t s è e ion sio iara La decis a trasmis 004, aveva dich ll e d e n io 2 vi sia sta a li in occas ell'11 febbraio a It in d ome rniti a Porta» tat dimostrano c , mentre i dati fo am i dati Is enerale e». affer it in f cui che arricchimento g in e zogn en- to un no «men mpa nazionale. o s s i e p Roma s t r a dall'Euris a da tutta la sta i d a c i tta bbl a n - zione ripres eocasse . lla repu d e i d v a a l r u ire aio c h e Alla Proc i acquis ne dell'11 febbr d e h c n lui e chiede a issio la trasm a d che r a u rig dell’intervento delp e r che o r a non la Guardia di Finanza su ordispie- ga, ed un avverti- ne della Magistratura. mento per chi starebbe dietro A questo punto quel commenil blitz. to diventa nostro: è proprio Nel contempo però il Capo tutto “strano”. del Governo fa finta di essere fuori dal mondo. Per noi “strano” è stato ed è il comportamento del GoverSiamo nel bel mezzo dello no in tutta questa vicenda, non scoppio degli scandali finan- solo il suo finto assenteismo, ziari Cirio e Parmalat che, ma anche il suo attivismo colguarda caso, sono intrecciati pevole di parte, con particolacon le gestioni truffaldine di re riferimento al suo tentativo importanti squadre di calcio di nascondere la verità con uquotate anche in Borsa, sia- na apposita “legge spalmademo all’indomani di un’altro (Continua a pagina20) crak calcistico -impren- LA DISCESA INTERNI IN CAMPO Giustizia ee Libertà Libertà Giustizia Bugie e Verità GL Il ministro Moratti sostiene che centinaia di migliaia di alunni e professori scendono in piazza solo perché sono sotto l’effetto delle “bugie” della sinistra. Altrettanto fa il ministro Maroni parlando di pensioni e con riferimento ai sindacati. Tutte le volte che Berlusconi parla inserisce sempre il disco delle “bugie” della sinistra che distorcono la verità. Ne parla con calore anche all’estero. Alla TV modello “panino” l’unico commento con cui si chiudono i servizi informativi è quello ripetuto da Bondi o da Schifani o da qualche altro portavoce del premier. E’ immancabilmente sempre lo stesso: “si tratta di bugie della sinistra”. Il grande comunicatore sembra essere colpito dalla efficacia delle bugie altrui, senza avere a disposizione alcun rimedio, se non chiudere la bocca a chi le diffonde. Come è noto, nella normalità, la “verità” non è quella che viene dichiarata da una parte sola, ma quella che emerge dal confronto delle “verità” di più parti. E’ noto anche il fatto che nella stessa normalità ci si avvicina di più alla verità vera se i mezzi informativi a disposizione delle parti si equivalgono. Ebbene, in questa normalità purtroppo non si trova l’informazione in Italia, sbilanciata come è dalla parte di Berlusconi, e nonostante ciò lui è ossessionato dal credito che trovano nell’opinione pubblica le “bugie” della sinistra. Come si spiega infatti che il possessore dell’80% del sistema informativo non riesca a dare credito alla sua “verità”, in maniera da sovrastare e automaticamente depotenziare le “bugie” della sini(Continua a pagina3) 15 Marzo 2004 2 Continua il saccheggio del conflitto d’interessi di Alessandro Menchinelli La rivista americana Forbes ha pubblicato la graduatoria degli uomini più ricchi del mondo. Il nostro Capo del Governo è salito al 34° posto, con un patrimonio personale di 10 milioni di dollari (ventimila miliardi di vecchie lire). Nel corso del solo anno 2003 egli ha incrementato il suo patrimonio di ben 4 mila miliardi di vecchie lire, cioè di 1/5 (20% in più) di quello che aveva un anno prima. Ufficialmente stando semplicemente fermo. In verità ha operato per lui il congegno magnetizzato di ricchezza-potere costituente il suo conflitto di interessi. Mantenendo in vita questo egli sta drenando automaticamente ricchezza sottratta al paese, che infatti è destinato ad impoverirsi. Lui però, conservando per altri pochi anni il governo e stando semplicemente fermo, può puntare a diventare l’uomo più ricco del mondo. Ci permettiamo di riproporre la nostra spiegazione, già pubblicata su questo giornale, di come sta operando in Italia, con saccheggio, il conflitto di interessi di Berlusconi. Provi qualcuno a dimostrare il contrario. Ci provi Bondi. Per ora la rivista americana Forbes ci dà ragione nei fatti. Conflitto di interessi Continua l’u surpazione Il programmato vuoto legislativo sul conflitto di interessi presente nel governo, non è un fatto normale. Non costituisce una opzione come tante, con conseguenze variabili, ma legittime. Il conflitto di interessi, specialmente quando si verifica al livello di Capo di Governo, è un fatto che di per sé genera conseguenze anormali e illegittime. Esso condiziona di fatto tutta la dinamica del Governo, privilegiando i percorsi che la convogliano verso sponde congeniali al dispiegarsi degli interessi del portatore del conflitto. Potere economico personale e potere politico mescolati fra di loro nelle stesse mani, producono una potente combinazione auto funzionante ad effetto calamita, capace di autonoma e ripetuta attrazione di altre risorse. A dimostrazione di questo fatto può valere una domanda di attualità sulla distribuzione del risparmio disponibile nel sistema creditizio. La parte che è destinata alle imprese di interesse del Capo del Governo è solo quella valutabile sui bilanci consolidati di quelle imprese o risulta ampliata per la presenza, anche silenziosa, del perentorio potere politico di chi ci sta dietro di loro? Lasciando a briglia sciolta un conflitto di interessi nel Governo inevitabilmente si producono effetti anche automatici di drenag(Continua a pagina3) LA DISCESA INTERNI IN CAMPO Giustizia e Libertà Il Centrosinistra della Pace gio delle opportunità e dei beni altrimenti destinabili a tutti e con quel drenaggio si attua in pratica una vera e propria usurpazione a danno di chi è governato ed a favore di chi governa. Eliminare quel vuoto legislativo e sciogliere in maniera seria il nodo del conflitto di interessi, che agisce come un cappio al collo della collettività, diventa perciò un obbligo per un governante carico di ricchezza. Chi non lo adempie, sia consapevole o no delle conseguenze della elusione di un suo dovere, diventa di fatto un usurpatore degli interessi del popolo, e come tale deve essere giudicato, specialmente dopo che gli si è fatto rilevare in centomila lingue. Come può Berlusconi negare l’evidenza di fatti riconosciuti e messi in luce da tutte le legislazioni dei più importanti paesi democratici del mondo ? Consapevole infatti di questa evidenza quando chiedeva voti per essere eletto, egli aveva promesso che nei primi cento giorni del suo Governo avrebbe sciolto, con un apposita legge, il conflitto che lo riguardava. Son o però g i à passati non cent o , m a mill e giorn i d a ll ’ i ns e d i amento del suo Governo ed è continuato invece il vuoto legislativo nella materia. Nel frattempo il conflitto, con lui protagonista, ha inesorabilmente prodotto una miriade di nefaste conseguenze. Nel vuoto legislativo di questi mille giorni ha funzionato a pieno ritmo solo il meccanismo occulto della usurpazione degli interessi popolari. Il beneficiario di quel drenaggio porta ben in evidenza il nome 15 Marzo 2004 3 Bugie e Veeità e cognome del Capo del Governo. Come può Berlusconi pensare di far protrarre impunemente a suo vantaggio il rastrellamento di risorse sottratte ad altri ? Egli ha cercato finora di ripararsi dietro la scusa ipocrita di una Sinistra che a suo tempo non avrebbe voluto approvare una legge sul conflitto di interessi, quando essa era maggioranza. Egli sa benissimo di avere impedito alla Sinistra di legiferare nella materia in quel momento, agitando fragorosamente contro di essa l’accusa di volere impedire al centro destra di conquistare il governo con lui Presidente. La Sinistra diede allora prova si sensibilità democratica proprio non forzando la mano contro di lui quando era solo capo dell’opposizione e si proponeva agli elettori come candidato a governare. Ma proprio per questo, essendo oggi al Governo, Berlusconi ha l’ob bligo assoluto di sciogliere il nodo non ha voluto fosse sciolto prima. Lo esigono il rispetto del Diritto e quello della Morale. Alessandro Menchinelli (Continua da pagina 2) stra ? La spiegazione è una sola: tutti hanno capito che non siamo nella normalità e che il sistema infor mativo di cui Berlusconi dispone è da ritenersi sporco e non credibile. Ci si rivolge perciò alla sinistra, dandole credito, pur sapendo che essa dispone poco più del tam tam per contrastarlo. Se Berlusconi ed il centro destra che sta dietro di lui credono veramente nella forza dei loro argomenti, la smettano di inseguire espedienti di imposizione delle loro volontà, la smettano di ripetere, con i potenti strumenti mediatici di cui dispongono, le loro noiose denunce delle “bugie” altrui e accettino il confronto alla pari con chi la pensa diversamente da loro. Solo così possono sperare di riacquistare il credito che potrebbero meritare i loro argomenti. D’altra parte se non dovessero smetterla e dovessero continuare a ripetere che la sinistra dice solo “bugie” e lamentarsi poi del fatto che queste bugie sono credute, vorrebbe dire che essi si predisporrebbero a sbocchi molto gravi. Chi ha il potere in mano e si è messo in una situazione di discredito del genere è ad un solo passo dal rimedio radicale che gli rimane a disposizione: abolire le “bugie” chiudendo per sempre la bocca a chi le diffonde. E’ o no in pericolo la libertà? Si fidino di chi è chiamato nella chiarezza a distribuire ragioni e torti secondo la logica della democrazia. Se si ostinano a camminare sulla strada della brutalità dei loro strumenti materiali e a non voler equilibrare il confronto , la democrazia è in giuoco. La partita aperta sulla “verità” è proprio questa. GL Giustizia e Libertà INTERNI 15 Marzo 2004 4 L’ invito di Natale pronunciato da Cofferati di Gianfranco Pasquino (cronoca bolognese di www.unità.it) L’invito fatto a Natale da Sergio Cofferati ai partiti di aprire le loro liste a comitati, associazioni, movimenti sembra essere stato gradito e accolto. Almeno, hanno già dichiarato la loro disponibilità i Democratici di Sinistra e Rifondazione Comunista. Naturalmente, se Cofferati si rivolge ai partiti dell’Ulivo e oltre, visto che l’invito va anche a Rifondazione, significa che ha definitivamente archiviato qualsiasi possibilità di Lista unica. Inoltre, il silenzio di Cofferati sulla scelta degli assessori significa anche che questa scelta rimarrà saldamente nelle mani dei segretari dei partiti che lo appoggiano e che lo voteranno. L’apertura dei partiti alla società civile nelle sue varie espressioni e articolazioni “apre”, però, anche una serie di problemi. Il primo riguarda i rapporti complessivi fra i partiti dell’Ulivo più RC e tutta la galassia di gruppi che hanno operato e operano nella loro opposizione a Guazzaloca. Decideranno i partiti tutti insieme quali gruppi hanno titolo ad esprimere candidati nelle loro liste, oppure saranno i gruppi a scegliere i partiti che preferiscono e a mandarvi i loro candidati? Nel primo caso, il potere dei partiti verrebbe ovviamente rafforzato. Nel secondo caso, vedremo riemergere qualche forma di collateralismo con alcuni gruppi, quelli consolidati e strutturati, che manderanno i candidati scelti da loro nelle liste del proprio partito di riferi- mento. Incidentalmente, a quali comitati, associazioni, movimenti si apriranno le liste dei partiti? Vale a dire, in assenza di un album “professionale” di questi gruppi, quali criteri verranno adottati per stabilire a chi dare effettivamente rappresentanza? Faccio un solo esempio, scherzoso, ma non troppo: quello del Comitato anti-smog di Strada Maggiore. Potrà legittimamente esigere di avere candidati nelle liste dei partiti, in un solo che l’altra metà del cielo, cioè le donne i cui nominativi non vedo affatto circolare in questa campagna elettorale condotta tutta da uomini. Infine, fa la sua comparsa il problema più grosso. Dalla candidatura nelle liste dei partiti all’elezione in consiglio comunale il passo è gigantesco. Magari a livello nazionale i partiti sono in crisi, ma riescono comunque e sempre a controllare le candidature. A livello lo- Anche se questo “invito natalizio” di Sergio Cofferati, risale al 3 dicembre 2003, stante la situazione politica attuale, a nostro avviso esso si presenta attuale con non mai. E’ per questa ragione, che a circa tre mesi di distanza da quandi Cofferati l’ha pronunciato, Giustizia e Libertà ritenendolo di estrema attualità lo ripropone ai suoi lettori, specie a quanti non l’avessero letto all’epoca o l’avessero , purtroppo, dimenticato. E ciò in quanto lo riteneniamo davvero molto interessante ed … utile partito, e in quale, e quanti candidati? Forse dovremmo anche cercare di saperne di più sulle modalità, spesso alquanto magmatiche, con le quali comitati, associazioni e movimenti sceglieranno fra i loro appartenenti quelli da candidare. Infatti, conoscere i criteri di selezione utilizzati dai vari gruppi, sarebbe interessante e persino utile per raccogliere maggiore consenso e catturare l’at tenzione dei media. Immagino, fra l’altro, che sarà opportuno trovare il modo di rappresentare an- cale, i partiti, che sono meno in crisi dei loro quartieri generali nazionali, possono permettersi il lusso di aprire graziosamente/generosamente le loro liste a candidati esterni senza nessuna difficoltà. L’elezione in consiglio comunale verrà determinata dai voti di preferenza. Per quanto piccoli e magari politicamente non proprio brillanti, gli apparati dei partiti bolognesi sono ancora perfettamente in grado di orientare le preferenze degli iscritti sui “loro” candidati e, eventual- mente, molto in subordine, su alcuni “esterni” da loro prescelti. Gli unici candidati di comitati, associazioni e movimenti che possono sperare di entrare in consiglio comunale sono quelli che fanno riferimento ad organizzazioni consolidate e sufficientemente forti, per esempio, la CGIL e le ACLI. Per tutti gli altri candidati sarà una campagna elettorale durissima. E non è vero che quel che conta è partecipare, anche se un buon effetto di trascinamento di voti ad opera dei candidati esterni sui partiti dell’Ulivo dovrebbe essere considerato positivo. Senza farmi illusioni penso che sarebbe opportuno, soprattutto per i comitati, le associazioni e i movimenti, riflettere su alcune delle problematiche che ho sollevato. Già che ci siamo suggerirei anche di riflettere sulle modalità con le quali scegliere il candidato del centro sinistra alla Presidenza della Provincia. Mi sembra che i partiti siano giunti ad uno stallo non entusiasmante. Questo stallo potrebbe essere superato facendo partecipare davvero comitati, associazioni e movimenti alla scelta del candidato. Che non sia il caso di sperimentare le primarie, come chiede, fra l’altro, il “Comitato dei cittadini per le primarie” (verrà qualcuno dei suoi aderenti accolto nelle liste dei partiti?) in questo contesto, importante, ma meno delicato di quello comunale? INTERNI Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 5 La stampa estera critica i soliloqui del cav. (forse perché è al soldo dei comunisti ?) Lo show di Berlusconi a Porta a Porta? No, da noi non sarebbe proprio possibile. A dirlo sono i corrispondenti della stampa estera che da anni vivono in Italia e osservano la nostra politica. Nel resto d'Europa una cosa del genere non capiterebbe mai. Perché, spiegano tutti, lì non c'è Berlusconi. Prima ancora che le regole la differenza fra il nostro paese e gli altri la fa lui; il suo monopolio mediatico, il suo potere Però ci sono regole precise: la minoranza avrà diritto agli stessi spazi televisivi, e alle stesse condizioni. E c'è un'altra usanza, quella del question time settimanale alla camera dei Comuni. 'Blair, al contrario di Berlusconi, non si sottrae al confronto e risponde alle domande dei conservatori. In diretta Tv. In Francia, racconta Salvatore Aloise di Le Monde, una trasmissione come. Porta a Porta di ieri sera non si è mai vista. "il mo- sui giornalisti. Ed è proprio su questo che insiste John Hooper del Guardian: «La crudezza con cui i giornalisti inglesi, soprattutto quelli della Bbc, fanno domande ai politici stupirebbe qualsiasi italiano». Per questo in Inghilterra non è impensabile che un'intervista al premier venga trasmessa in prima serata. L'orientamento politico dell'intervistatore resta indecifrabile. I faccia a faccia con l'opposizione non sono un'abitudine. Gennaio Gennaio 2004 2004 Febbraio 2004 mento clou delle campagne elettorali è, da anni, un confronto televisivo fra i candidati». All'americana. Altrimenti le apparizioni del presidente e del primo ministro sono legate solo ad occasioni solenni, come la festa del 14 luglio, o a fatti straordinari. Molto diversa, più simile all'Italia, la situazione spagnola. «l giornalisti della Tv pubblica -dice Ruben Amon di El Mundo- sono nettamente schierati per Aznar». E il premier «si concede qualche intervista omaggio, come quando ha annunciato di lasciare la politica». Tuttavia uno dei più importanti gruppi mediatici, la Prensa (controlla le televisioni satellitari, alcune radio e il quotidiano El Pais) è molto vicino ai socialisti. Insomma;.l'equilibrio è garantito dall'assenza di monopolio. Anche se nella campagna elettorale di questi giorni mancherà un confronto fra i candidati. In Germania, invece, racconta Roman Arens del Frankfurter Rundschau, il faccia a faccia è una regola, ma solo prima delle elezioni. «Non potrei neanche immaginare una presenza del cancelliere tedesco a una trasmissione televisiva come ha fatto Berlusconi alla Domenica Sportiva e a Porta a Porta. Lo impedirebbero le leggi, ma soprattutto la reazione del pubblico». Una trasmissione come quella di Vespa, aggiunge, è «uno spettacolo grottesco e pericoloso». Perché pericoloso ? «Perché in questo modo non si recupera l'interesse della gente per la politica. Questa è una grande colpa dei media. Non svolgono il loro compito, forse fanno gli interessi di Berlusconi, ma non il loro». Giustizia e Libertà INTERNI 15 Marzo 2004 6 Ancora su Telekom Serbia Volpe arrestato per calunnia come Marini da www.repubblica.it "Dobbiamo ancora scoprire i mandanti di Volpe". Questa la motivazione con cui il pubblico ministero Bruno Tinti ha spiegato ai giudici del tribunale del riesame il rifiuto, espresso dalla Procura di Torino, alla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dell'intermediario d'affari. Antonio Volpe è stato arrestato per calunnia nell'ambito delle indagini sui tentativi di depistaggio dell'inchiesta Telekom Serbia. Intanto la procura di Torino ha chiesto numerosi atti alla Commissione Telekom Serbia. Fra questi, c'è anche l'appunto che Guido Longo, funzionario e consulente della Commissione, preparò per il presidente Enzo Trantino, che gli aveva chiesto di indagare sull'avvocato Fabrizio Paoletti dopo aver ricevuto una telefonata anonima sul suo conto. E ancora, i magistrati hanno sollecitato copia della lettera anonima arrivata in Commissione l'8 gennaio scorso (ma spedita il 2 dicembre), contenente il bonifico dello Ior che fa riferimento all'avvocato Paoletti. La Procura di Torino ha anche smentito le voci sulla convocazione, per ascoltarlo come persona informata dei fatti, di Enzo Trantino, presidente della Commissione parlamentare:"Ogni notizia in tal senso -ha affermato il procuratore capo, Marcello Madda- quale si dovranno oclena- è destituita di o- cupare i Presidenti della Camera e del Senagni fondamento". to". In quanto a Volpe, i suoi legali ribadiscono la sua A Cicchitto fa eco il seestraneità "a complotti natore di Alleanza Nae calunnie": si è limita- zionale Luigi Bobbio, to "a fare da postino" componente della Comripetono, "consegnando missione: "Se un rilievo i documenti alla Com- può essere mosso alla missione senza essere a conduzione della Comconoscenza del loro missione, è solo quello contenuto". di avere fin qui osserMa la reazione più dura vato un fair play istituriguarda la richiesta di zionale che, purtroppo, acquisizione degli atti avanzata dalla Procura, ed è quella di Fabrizio C i c chitto, v i c e coordina tore di Forza Italia: "E' molto inquietante ha detto- che la Procura di Torino, più che indagare sulla si sta rivelando estravicenda Telekom Ser- neo ad altri. Sembra bia, e invece di interro- giunto, quindi, il mogare indagati come mento, di fronte ad atTommasi di Vignano e teggiamenti della ProGherarduzzi, abbia cura di Torino che non concentrato la sua at- appaiono del tutto cortenzione sulla Commis- retti, sul piano istitusione parlamentare". zionale, di evidenziare Una iniziativa che, se- alcuni dati". condo Cicchitto, "nel Secondo Bobbio, "è inmerito fa sorgere inter- negabile e non conterogativi assai seri, ed stabile il diritto-dovere apre un grosso proble- di un parlamentare, della ma istituzionale del c o m p o n e n t e Commissione di appellarsi, in virtù della legge istitutiva, e se lo ritenga necessario, al segreto su fatti oggetto di indagine da parte della Commissione o, comunque, riconducibili alla sua attività". La Procura, insiste il senatore, "sembra muoversi nel filone Volpe secondo logiche non ispirate al leale rapporto fra i poteri dello Stato, ma ad una sostanziale astuzia investigativa che meglio si adatterebbe ad un interlocutore malavitoso che non ad un atteggiamento di rispetto per l'istituzione parlamentare". A Cicchitto replica Michele Lauria, capogruppo dimissionario della Margherita in Commissione: "Chi non ha niente da temere o nascondere -dice- non deve certo preoccuparsi dell'attività della magistratura che sta svolgendo il compito che le è proprio, diverso dall'organo parlamentare, ai fini di chiarezza e giustizia. E' ormai chiaro che il complotto non è stato partorito da Marini, Volpe e compagnia bella, che sono soltanto pedine. Aspettiamo di conoscere complici e mandanti". In quanto ai Presidenti delle Camere, che hanno invitato i diciassette rappresentanti dell'opposizione a ritirare le dimissioni dalla Commissione bicamerale d'inchiesta, Lauria annuncia: "Daremo una risposta comune a Pera e Casini entro pochi giorni, come doveroso". Giustizia e Libertà INTERNI 15 Marzo 2004 7 Ancora su Telekom Serbia Trantino sapeva troppo ! ! di Enrico Fierro (da www.unita.it) I magistrati di Torino che indagano sulla grande calunnia targata Telekom-Serbia non si accontentano più delle risposte di Igor Marini e Antonio Volpe. Ora vogliono spiegazioni da Enzo Trantino, il Presidente della Commissione parlamentare Telekom-Serbia, che nei prossimi giorni sentiranno come testimone. A Marcello Maddalena, il procuratore capo, e a Bruno Tinti, il suo aggiunto, non bastano più le balle ben congegnate di un attore fallito e di un massone-faccendiere prosperato nei sottoscala di vari servizi segreti. Meno che mai le imbarazzate deposizioni di Alfredo Vito, il parlamentare berlusconiano che accompagnò Volpe negli uffici di palazzo San Macuto a consegnare il famoso dossier con i pay-orders intestati a Ranoc. e Mortad. No, i due magistrati ora puntano molto in alto: vogliono sapere chi organizzò la Grande calunnia, chi la ispirò e quali ambienti offrirono la copertura politica. Per capirne di più andiamo a pagina 81 dell’inchiesta torinese sul trio De Simone, Romanazzi e Volpe, dove si legge che «l’operazione (calunniatoria) Marini era partita ben prima della sua audizione del 7 maggio 2003 da parte della commissione parlamentare Telekom-Serbia: tanto è vero che nell’au dizione di Paoletti del 14 gennaio 2003, vengono poste allo stesso domande che chiaramente presupponeva- no, da parte degli interroganti, la conoscenza della (futura) versione di Marini in proposito». Ma Trantino ha sempre sostenuto che fu una fonte anonima a promettergli informazioni sull’affaire Telekom Serbia. Circostanza confermata dal dottor Guido Longo (funzionario della Dia e consulente della Commissione) ai pm torinesi nella testimonianza del 9 ottobre 2003: «Verso la fine di novembre 2002, il Presidente della Commissione mi disse di aver ricevuto una telefonata anonima in cui un tale gli aveva suggerito di indagare sul conto di certo avvocato Paoletti di Roma, perché sarebbe stato colui o uno di coloro gennaio», precisa poi Trantino) accompagnato da un ordine di bonifico bancario proveniente dallo Ior (la banca vaticana) che faceva riferiFermiamoci un attimo: i mento a Paoletti, oltre magistrati sostengono che alla Lannock, la soche l’interrogatorio cietà che molti mesi dodell’avvocato d’affari po (il 31 luglio del 200Paoletti -socio di Igor 3) sarà al centro del dossier confezionato da RoMarini- fu una sorta di manazzi e Volpe. farsa, utile solo a preparare il terreno alle devaAncora un attimo di stanti dichiarazioni di pausa per tornare alle Marini che tiravano in parole dei magistrati e ballo Dini, Prodi e Fasalle domande degli sino come percettori di «interroganti» a Paoletti mazzette miliardarie. che, quattro mesi prima, Tanto da far dire agli «chiaramente presupstessi pm che «gli interponevano la conoscenroganti» conoscevano za della futura versioin anticipo il racconto ne di Marini». che Marini avrebbe fatto Ora, se gli interroganti, vale a dire Trantino, non Non è la prima volta che Giustizia e Libertà erano dei maghi, come si interessa della “pseudo-Commissione” Te- facevano a sapere tutto lecom Serbia, voluto per squallide motivazioni in anticipo ? politiche: distruggere avversari politici del ca- La spiegazione sta nelle libro di Romano Prodi, di Piero Fassino, di … parole dei procuratori Dini, in prima fila e poi Walter Veltroni, di Tinti e Maddalena: «Vi …. Mastella. era qualcuno (o la fonIl giornale in data 16.09.2003 (anno 2°, n. 35) te del Presidente della pubblicò l’articolo “Dossier (quasi) completo Commissione, o la fonsu Telekom-Serbia” a firma del direttore, a te della fonte) che chiaramente sapeva, a pagg. 1, 14 - 24. quell’epoca, quel che sarebbe venuto L’indagine del Tribunale di Torino, con que- Marini a raccontare, mentenste prime risultanze cui è giunto, non fa altro do, mesi dopo». che riconfermare che si è sempre più difronte ad un “pasticciaccio brutto” che più brutto Per dipanare la matassa e portar via un po’ di non potrebbe essere. giallo all’intera faccenbasterebbe che Ma, d’altra parte, “hic stantibus rebus et da, l’onorevole Trantino diBerlusconi imperante”, come si faceva ad cesse nome e cognome immaginarsi qualcosa di diverso. dell’anonimo telefonista di novembre 2002 e quattro mesi dopo. che avevano riciclato i dell’autore del primo provenienti appunto che gli arrivò Preveggenza, o cos’altro denari dall’affare Telekom- l’8 gennaio del 2003. ? Serbia...». In quella audizione di Nomi che il parlamentaPaoletti fu il Presidente Il telefonista anonimo, il re di An non ha mai voTrantino a torchiare il 5 dicembre invia un dos- luto fare. teste, con domande pre- sier alla Camera dei Decise, nomi, circostanze, putati («ma mi verrà Ecco cosa dice l’8 otto(Continua a pagina8) fatti. consegnato solo l’8 INTERNI Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 8 Trantino sapeva troppo ! ! bre del 2003 in una seduta pubblica della Commissione TelekomSerbia. Il suo interesse, racconta Trantino, nasce dalla lettura di un articolo del 2001 che per primo parlava di tangenti pagate per l’affaire telefonia serba. Chiede al consulente 007 della Dia, il dottor Longo, di dargli una mano, il superpoliziotto «allarga le braccia e dice che non è materia sua». Allora - ma attenti alla prosa del Presidente Trantino cerca di «cogliere qualche informazione» (da chi ?, forse questo vogliono sapere i pm di Torino), «e mi si riferisce» (chi è la fonte, questa volta ?) «che ci può essere persona informata dei fatti che, se si trova nelle condizioni di trovare la pista giusta, può legittimamente avere notizie che poi avrebbe riferito». Ancora una volta, chi è la persona informata, e quali sono le condizioni, qual è la pista giusta ? Andiamo avanti. Per dire che «finalmente» l’abile investigatore Trantino si imbatte in un certo Dimitrijevic (uno 007 serbo), e che fa ? «Ricontatto chi mi aveva promesso informazioni e sollecito...». Quindi il Presidente Trantino conosceva nome, cognome e telefono dell’anonimo informatore, gli chiedeva aiuto e notizie. Lo contattava e ricontattava per sapere. E l’anonimo informatore collaborava, orientando il lavoro della Commissione. Con quali risultati si è visto. Ma torniamo alla famosa audizione dell’avvocato Paoletti, 14 gennaio 2003. Al teste, Trantino cita ben 22 nomi di personaggi vari, di questi, solo sei vengono forniti dal consulente Longo. Il Presidente chiede anche se Paoletti fosse stato a Zurigo nel settembre ottobre 2001 in compagnia di tali Tom Tomic e Zoran Persen. L’avvocato risponde di sì. Ma quei nomi e quell’episodio, mai citati in alcun atto, erano di fatto sconosciuti alla Commissione. Ricompaiono mesi dopo, a maggio -giugno 2003, quando Marini parla di un incontro a Zurigo nel settembre 2001 con Persen, Tomic (che chiama Tom), Paoletti e l’av vocato svizzero Boscaro: qui secondo il conte Igoriniziò il [/i]lavaggio[/i] della maxi-tangente Telekom-Serbia. Ora -e questa è la domanda che il 20 gennaio scorso i capigruppo del l’opposizione, Giovanni Kessler per i Ds e Michele Lauria per la Margherita, hanno rivolto ai presidenti di Camera e Senato come faceva Trantino a sapere dell’e sistenza di Tomic e Persen già il 14 gennaio 2003 ? Come faceva a sapere che Tomic si faceva chiamare Tom (come sosterrà poi Marini) ? Come poteva il Presidente sapere che Tomic e Persen, nel settembre 2001, erano a Zurigo con Paoletti, come racconterà poi Marini, incardinando la sua calunnia proprio a questo episodio ? Si attendono ancora risposte. Ma Trantino, sempre l’8 ottobre del 2003, si difende dicendo che la sua fonte confidenziale si era rivelata utilissima perché lo aveva messo sulla pista dei «sei di Milosevic». Un’allegra compagnia dove c’è di tutto: Maslovaric (ex ambasciatore della Repubblica fe derale di Jugoslavia presso la Santa Sede) e Dimitrijevic (uomo di affari e 007 serbo attivo nella mediazione per la vendita di Telekom Serbia), ma anche i famosi Tomic e Persen (quelli citati da Igor Marini), più due donne. E qui non manca la sorpresa finale, perché le due cittadine croate citate, Ujdenica Jakoby Zaklina e Ujdenica Danica, sono rispettivamente la moglie e la suocera di Antonio Volpe. Enrico Fierro (da www.unita.it) Giustizia e Libertà INTERNI 15 Marzo 2004 9 Ancora sul’a Guerra in IraqTelekom Serbia Il vero motivo della presenza italiana a Nassyria di Elio Veltri e Paolo Sylos Labini (www.democrazialegalità.it) Riceviamo e Pubblichiamo Lo scopo di questo articolo non è quello di ribadire la posizione che abbiamo sostenuto contro la guerra e contro l’invio del contingente italiano in Iraq. Né di polemizzare con gli amici del “ triciclo”, anche se riteniamo che avrebbero fatto bene a votare contro. Ci interessa, invece, informare i lettori e commentare un fatto che riteniamo di grande rilevanza. Nel libro “La guerra del petrolio” ( Editori Riuniti), l’autore, Benito Li Vigni, entrato all’Eni con Mattei e rimasto nel gruppo fino al 1996, ricoprendovi posizioni di grande responsabilità, a proposito di Nassirya scrive: “La presenza italiana in Iraq, al di là dei presupposti ufficialmente dichiarati, è motivata dal desiderio di non essere assenti dal tavolo della ricostruzione e degli affari. Questi ultimi riguardano soprattutto lo sfruttamento dei ricchi campi petroliferi. Non a caso il nostro contingente si è attestato nella zona di Nassirya dove agli italiani dell’ENI il governo iracheno, pensando alla fine dell’embargo, aveva concesso - fra il 1995 e il 2000- lo sfruttamento di un giacimento petrolifero, con 2,5-3 miliardi di barili di riserve: quinto per importanza tra i nuovi giacimenti che che uno dei più autorevoli giornali americani, commentandola, aveva scritto che se fosse andata in porto, l’ENI sarebbe diventata la più grande compagnia petrolifera del mondo. Resta da capire perché, dopo avere concluso la trattativa durata cinque anni, l’ENI non abbia cominciato a trivellare i pozzi. La risposta è legata alla decisione di Saddam di attendere la fine dell’embargo, per la quale aveva chiesto l’aiuto e l’intervento italiano, francese e tedesco presso la presidenza degli Stati Uniti, dichiarandosi anche disponibile, ciò che fece, a immettere sul mercato due milioni di barili al giorno per evitare l’aumento del prezzo del greggio. A questo punto qualche domanda è d’obbligo e riguarda l’attuale governo: l’Iraq di Saddam voleva avviare a produzione”. Per completare l’informazione, va detto che contratti analoghi il regime iracheno aveva sottoscritto con Francia, Russia e Germania, contrarie alla guerra. Il contratto con l’ENI era particolarmente fa -vorevole all’Italia per due ragioni: i costi di estrazione che 1) Era a conoscenza del contratto ENIla società di bandiera Saddam? Essendo avrebbe dovuto afil presidente frontare sarebbero sta dell’ENI, Poli, perti scontati con la prosona molto vicina duzione del petrolio al Cavaliere, non ci estratto; una volta am sono dubbi che il mortizzati i costi, la governo sia stato produzione seguente, informato; sarebbe stata divisa a metà tra ENI e Go- 2) Gli americani, che sono i veri dòmini verno Iracheno. della situazione in L’Operazione era imIraq e decidono chi portante a tal punto deve partecipare agli affari, hanno confermato al nostro governo l’impegno iracheno sui campi petroliferi di Nassirya ? 3) Se cosi fosse, è lecito chiedere in cambio di cosa? 4) Forse, in cambio dell’impegno del governo di sostenere l’intervento americano in Iraq e di inviare e mantenervi i nostri soldati? 5) La Francia che pure ha interessi analoghi ai nostri, non si è fatta tentare, perché tiene alla sua autonomia più di ogni inconfessabile interesse : perché noi siamo tanto subalterni? 6) Non sarebbe utile che il centro sinistra chiedesse al governo di parlarne alla Camera prima di votare la conferma dell’impegno in Iraq ? Augurandoci che il governo faccia piena luce sull’argomento, anche per il rispetto che tutti dobbiamo ai 19 morti di Nassirya, chiediamo al centro sinistra di ripensare la posizione assunta e di opporsi alla Camera alla conferma del l’impegno italiano in Iraq. INTERNI Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 10 Imprecisioni e Precisazioni di Mirella Fera Sembra esserci un passaparola tra i membri della maggioranza che appaiono in televisione (e sono tanti, forse troppi) ed è il non lasciar parlare gli altri (la minoranza e sono pochi, forse troppo pochi) e di azzittirli dicendo che mentono spudoratamente senza mai, però, svelare quale sia la menzogna. E’ ovvio che ciò serve a lasciare una fastidiosa pulce nell’orecchio dei telespettatori che magari, facendosi i conti in tasca e constatando, anche avendo adottato il sistema “mammaberlusconiano” tanto caro al Presidente , che anche a comprare mele marce un euro in tasca non rimane, possono sempre sentire quel tanto di fastidio e pensare che comunque la sinistra mente. Potenza di una campagna elettorale fatta sul discredito e non su fatti e progetti. Non poteva mancare all’appello nemmeno una persona che finora era rimasta discretamente fuori della mischia facendo sì le sue dichiarazioni istituzionali, non condivisibili del tutto da gran parte dell’ elettorato specialmente femminile al quale si rivolge comunemente, ma questo è il bello della democrazia, ci riferiamo alla bella ministra delle pari opportunità la Signora Stefania Presti- giacomo. istituzioni pubbliche, Sarà che l’otto marzo come la Banca d’Italia era la festa delle donne, si adeguarono. E semma dopo aver fatto la pre per rimanere nel premessa che la mag- sociale più prossimo, gioranza viene sempre cioè quello che riguardemonizzata (altro te- dava i dipendenti del ma caro al Presidente) dicastero da lui retto, ha ripubblicizzato l’a- istituì un servizio di silo nido aperto nel suo pullman che da varie ministero e la prossima parti della città prelepubblicazione di un li- vavano e riaccompabro, anzi di due volumi gnavano a casa i lavoe contenenti le biografie ratori ministeriali questo magari con il di 247 donne che hanno cambiato la storia d’Ita- traffico attuale sareblia e alle quali tutte le be anche una bella coitaliane devono gratitu- sa. Ma tordine. niamo al Queste destino due afd e l l ’ af e r m asilo nido zioni d e l l ’ a lnon conlora mitengono, nistero no, le della saodiose nità, ogmenzogi della gne di Stefania Prestigiacomo salute. cui solo Ministra delle Durante Pari Opportunità l’odiosa il periosinistra è maestra, ma alcune do “socialista” tutto restò come l’aveva voimprecisioni. E le imprecisioni, si sa, luto il suo ideatore, ma all’avvento di alcuni vanno precisate. ministri della allora in fase di smantellamento Gli asilo nido Democrazia Cristiana Per venire alla prima è (uno a caso, De Lorenbene ricordare che nel zo) ci fu il tentativo di 1964 l’allora Ministro abolire il famigerato della Sanità, senatore asilo di sinistra, diciaLuigi Mariotti, istituì mo tentativo perché le un asilo nido nei locali mamme ministeriali si del Ministero stesso e infuriarono, come solo completamente gratuile donne sanno fare to. quando sostengono caFu una grande opera use giuste, e si arrivò innovativa alla quale ad una riapertura delpoco dopo anche altre l’asilo ma questa volta a gestione comunale e quindi a pagamento delle utenti. Così il bilancio della Sanità fu salvo! Abbiamo citato una persona, Luigi Mariotti, scomparso dalla scena della politica italiana così, all’improvviso, defenestrato per lasciare il posto a “qualche colonnello craxiano” e questo anche se può aver causato dolore all’interessato non può non essere considerato come un onore, a posteriori, per un uomo che aveva anche tra l’altro fatto una riforma ospedaliera,una riforma sanitaria, concepito gli istituti a carattere scientifico per la ricerca e la cura dei tumori, i cosiddetti poli oncologici odierni e nel breve tempo che era stato titolare dei Trasporti ha promosso la costruzione della direttissima Roma – Firenze che a distanza di trent’anni risulta essere l’unico tratto veloce per abbreviare i tempi di percorrenza in treno per raggiungere Milano. Scusandoci per aver indugiato sulla persona, ma non di una persona vogliamo parlare piuttosto di un’epoca in cui l’Italia agiva, agiva per davvero, con fatti e non con sole parole. Veniamo ora al secondo punto. I 2 libri (Continua a pagina11) INTERNI Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 11 Imprecisioni e Precisazioni Rachele, Petacci Claretta e Ciano Edda, rispetE’ lodevole, special- tivamente moglie, amente per noi donne, mante e figlia di Beniche si riconosca, addi- to Mussolini. rittura in due volumi e Ora se è pur vero che in 247 biografie, il valo- queste tre donne si sono re delle donne anche se inserite nella storia sarebbe meglio, ove ci d’Italia ci sembra un fossero pari opportunità po’ troppo dover loro reali, di non dover ricor- della gratitudine in rere a libri ma essere quanto, a nostro modemescolati, donne e uo- sto avviso, ci paiono mini, in una pari umani- eroine romantiche di un tà. mondo borghese in disComunque ben venga il soluzione, inserite in libro se i tempi sono eventi più grandi di questi ! loro e quindi di portata (Continua da pagina 10) Ma tra le donne cui dovremmo essere grate compaiono anche le seguenti tre: Mussolini “storica” in quanto riferite ad un uomo che per venti anni aveva fatto il bello e il cattivo tempo, tanto per usare un eufe- rino nei confronti mismo, nel nostro Pae- dell’altra metà del cielo se. di reminiscenza sessanSono una moglie tradi- tottina. ta, un’amante che fino all’ultimo è rimasta con il suo uomo facendosi uccidere con lui, una figlia il cui padre ne manda a morte il marito). Rispettiamo le idee della bella ministra, diverse dalle nostre per tradizione familiare e per differenze culturali, ma ci consenta di dissentire se non di precisare perché magari non vorremmo trovare tra le 247 biografie anche quella della Cianciulli, la saponificatrice che sì, si è inserita indelebilmente nella storia d’Italia ma che poi con la gratitudine … Sono eroine private di una tragedia epocale, che hanno diritto a compianto e comprensione piuttosto che a gratitudine, perché rappresentanti di un mondo femminile completamente assoggettato all’uomo e questo, proprio l’otto marzo, non sembra ca- Mirella Fera L’8 marzo Ciampi -motu proprio- conferisce onorificenze a donne celebri in Italia e nel Mondo Dopo la nomina come di consueto avviene quasi tutte queste signore sono state intervistate da TV e da giornalisti della carta stampata. Ovviamente neanche una sola televisione neanche RAI3- ha riportato le interessanti ed esplicite dichiarazioni rilasciate almeno da 2 di queste persone, alludiamo specificamente a Stefania Sandrelli ed a Giovanna Marini, visto che le loro parole forse sarebbero dispiaciute al “padrone del vapore”. Giovanna Marini Cantautore fortemente politico e per questo troppo a lungo demonizzato. « G r a z i e … c h e stanezza…non so neppure cosa sia. Intanto è meglio che Grande Ufficiale ? Ne sono molto felice e la metterò accanto a quella di “Com mendatore” che mi è stata data da Scalfaro. Sono particolarmente contenta perché Ciampi è un presidente che amo particolarmente. Un punto di riferimento per tutti in questo momento di grande difficoltà che stiamo vivendo. Ciampi, insomma rappre senta il lato migliore dell’Italia.» “cavaliere”, oggi è con uno stile comune, Ed il lato peggiore ? con u n a «Beh mi sembra rapdavvero insostenibile, q u a s i visto il cavaliere che ci condivisa intelligenza presentato da que sto della realtà. governa. go v e r n o . E’ un s c r i v e r e momento di assoluta Fammici pensare: è V o r r e i presidente” confusione in cui si un disastro lo stesso; “grazie bossi è com menda- ma non so come si fa. rischia moltissimo. E tore, che brutta cosa . necessario a questo … e come se il punto rirare i remi in Quirinale a v e s s e Stefania Sandrelli barca e… agire». premiato tanta gente che lavora come me, «L’onoreficenza di GL In occasione dell'8 marzo, festa delle donne, il presidente della Repubblica Carlo Aleglio Ciampi ha conferito «motu proprio» dodici onoreficenze tutte al femminile. L'Ordine al Merito della Repubblica Italiana di Cavaliere di Gran Croce sono andate Wanda Miletti Ferragamo e Diana Bracco De Silva. Col titolo di Grande Ufficiale, invece, sono ,state insignite Adriana Asti, Stefania Sandrelli e Vincenza Bruni Bre-sciani; con quello di Commendatore Isabella Bossi Fedrigotti, Giovanna Marini e suor Marcella Farina. INTERNI Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 12 La “Grandeur” italiana di Tarcisio Teofilatto I militari italiani nel mondo Prima di una riflessione sull’ “ammutinamento” dei piloti di elicottero in IRAQ esaminiamo alcuni dati (dedotti dagli articoli sul corriere della Sera dell’ 8 marzo 2004 a firma GianLuca di Feo, Fabio Caccia, Fiorenza Sarzanini). Abbiamo almeno 16 presenze di militari italiani nel mondo, sostanzialmente come contributi a iniziative ONU (tutte meno quattro) della NATO (tre) della coalizione “amici volenterosi” (una), quella in IRAQ. Il numero totale del personale militare impiegato è di 8870 militari, distribuiti per area geografica nel modo seguente: - 4.544 nei Balcani, 373 nel Medio Oriente, 60 in Africa (Etiopia-Eritrea), 49 in Malta, 250 in “altre missioni, iniziative antiterrorismo” ed infine in Asia: 570 in Afghanistan - 3.024 in IRAQ. Obiettivo delle missioni italiane nei Balcani Queste missioni, salvo le due ultime (in Afghanistan e in Iraq), sono attive da alcuni anni. L’attività che ci viene detto svolgano è quella di “peace keaping”; io direi “peace holding” in quanto mi è sembrato di capire che nei Balcani la nostra presenza dà come risultato che non si riprendano le lotte fratricide fra le diverse comunità. Per quanto tempo ancora dovremo “frenare” le lotte intestine nei Balcani? Io penso che nessuno lo sappia, ma farebbe piacere avere una valutazione ragionevole dalla Attuale Compagine Governativa (nel seguito ACG), che per ora si limita a chiedere il rinnovo delle spese ogni 6 mesi. Troppo poco è quello che viene detto da ACG per farci capire: - cosa stiamo facendo colà, - che programmi di “ricostruzione” a livello di convivenza, opportunità di lavoro e di vita ordinata stiamo noi svolgendo con quelle popolazioni, - quando pensiamo di andarcene (tra 6 mesi, tra 2 anni, mai ?), - con quali criteri prenderemo la decisione di ritirarci (per esempio: economici – PIL pari al x % di quello italiano, riduzione dei conflitti interni al 10%,.... ). Io mi auguro che un tale criterio di valutazione esista da qualche parte nella ACG, altrimenti lo definiscano e lo pubblichino. In particolare oltre le spese per pagare i militari, è molto utile sapere quali spese facciamo per “ricostruire l’ambiente”: - bonifiche da residuati bellici - investimenti in infrastrutture (strade, ponti, ferrovie, illuminazione, telefoni...) - investimenti sociali: asili, scuole, materiale didattico, perfezionamento del personale,... - investimenti nella ricostruzione delle strutture pubbliche: Comuni, servizi anagrafici, polizia locale,.. E infine quali risultati misurabili si siano ottenuti, anche come iniziative (mi auguro sostenute dalla ACG) per creare opportunità di lavoro colà. Io penso che qualora si potessero avere dati obiettivi e riscontrabili su questi aspetti non secondari della presenza italiana nei Balcani, ciascuno di noi cittadini di questo paese potremmo trarre le nostre valutazioni sulla bontà della iniziativa e dei suoi risultati. Sarebbe anche vantaggioso per la ACG accreditarsi i risultati come propri successi. Missioni in IRAQ e in Afganistan Queste due missioni, che coinvolgono in totale (oggi) 3.594 uomini sono più critiche, in quanto anche se iniziate a “conflitto terminato” si realizzano su un terreno ostile e con popolazione che quando può dimostra la sua insofferenza alla presenza di “estranei”. Quindi fermo restando che la presenza “militare” italiana deve quanto meno assicurare l’autodifesa delle persone che si trovano all’estero, questa diviene particolarmente importante quando ci si trovi in ambienti dove, come dice il Ministro della Difesa della ACG “il rischio è altissimo”. Qui ci sono notizie a dir poco sconcertanti, che riassumo per chiarezza: - l’esercito italiano ha “cingolati d’epoca e blindo logore” (articolo di Gian Luca de Feo, fonte citata): o i contratti per la nuova generazione di autoblindo e veicoli cingolati (i PUMA e i DARDO progettati insieme da Esercito Italiano e Industria Italiana) sono stati fermi per 20 anni, o i contratti sono stati riattivati nel 1999 prevedono le prime consegne nel 2005 (e mi auguro che nel frattempo non ci capiti niente di molto doloroso); - i nostri elicotteri da trasporto Chinook sono male protetti (mancano: i sedili blindati per i piloti, i visori notturni per piloti ed equipaggio, strumenti di guerra elettronica aggiornati), ne abbiamo tre (tre?) in IRAQ! - i nostri elicotteri di assalto (quattro in IRAQ) sono stati “aggiornati in fretta e furia” a Dicembre del 2003. - per andare in IRAQ l’Esercito si è “fatto prestare” autoblindo dalla Aeronautica e dalla Polizia Italiana. Io penso che l’ACG smentirà sdegnosamente questo ultimo squarcio di verità (notizie infondate dei disastristi disfattisti di INTERNI Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 13 La “Grandeur” italiana sinistra) - nei Bilanci la scarsezza di risorse (e forse una mancanza di piani propositivi) viene mascherata con termini quali: “difficili compatibilità di bilancio”. Cosa fare In sintesi. abbiamo inviato 9,000 italiani in missioni militari all’estero di “peace”, sono molto male armati, non possono fare nessun piano che superi i 6 mesi (rinnovo delle spese chiesto dall’ACG), cosa facciamo allora? A me sembra che ci siano alcune cose da fare subito: - spendere quanto serve per aggiornare il materiale bellico italiano, almeno limitatamente al settore IRAQ e Afghanistan, in modo che non poniamo a rischi gratuiti il personale. L’ACG compri in Usa, in Russia, in Cina (anche in Italia se ne è capace) quanto serve soprattutto in termini di difesa e di controreazione elettronica (anche satelliti). Si tratta di una spesa tale da stravolgere il “bilancio italiano”, raddoppiando almeno le spese per la Difesa per il 2004. Questo va fatto, è una conseguenza della politica di “grandeur” che abbiamo voluto iniziare e non occorre attendere qualche altro “macello” di militari italiani per iniziarlo a fare ; - investire nelle altre aree in termini di aiuti allo sviluppo. L’ACG che ogni tanto propone pomposamente un “piano Marshall” per la Palestina, ne studi uno efficace ( e multistrato) per i Balcani, mirato a fare crescere le possibilità di “convivenza” fra quelle etnie; - L’ACG pubblichi (non dica per poi contraddirsi) chiaramente cosa intenda. fare, quanti miliardi di Euro servono nel 2004 e li chiede senza timore ai Cittadini: questi capiranno, come già hanno dimostrato molte volte. Grandeur La Grandeur è sempre costata cara, mi si potrà obiettare che talvolta sia necessaria. Non desidero discutere, ma occorre che ci si renda conto delle conseguenze e se ne discuta con i Cittadini, esplorando soprattutto perchè lo facciamo e quanto costi. Per cortesia, le “grandeur” pasticciate ci coprono di ridicolo, quando non diventino tragiche. Mi ricordo sempre il “fedele alleato” che mandò gli Italiani a combattere in Russia per la “civiltà” e contro i “comunisti”, pessimamente armati ed equipaggiati. Ricordiamoci della storia; l’ACG sia seria e consideri i Cittadini come persone ragionevoli, non stupidi, con cui deve dialogare. Tarcisio Teofilatto Beghe militari nella logica di una guerra permanente di Titty Santoriello L’accusa L’accusa di di ammutinaammutinamento mento rivolta rivolta ai ai quattro quattro elicotteristi elicotteristi dell’esercito dell’esercito che, che, arrivati arrivatiin Iraq, in Iraq, hanhanno no deciso deciso di ditornare tornarea acasa, casa, sembra sembra riportarci riportarci indietro indietro nel nel tempo. tempo. Appare Appare quasi quasi inverosiinverosi“nostro mile mile parlare parlare nel nel “nostro mondo” mondo” di di leggi leggi militari militari ee di di rifiuto rifiuto di di obbedire: obbedire: nell’immaginario nell’immaginario comucomune ne fatti fatti di di questo questo tipo tipo si si sono sono fermati fermati al al 1945 1945 oo sono sono associati associati aa popoli popoli che che non non hanno hanno ancora ancora raggiunto raggiunto un un sufficiente sufficiente grado grado di di stabilità. stabilità. E E invece invece accade accade proprio proprio in in Italia: Italia: quattro quattro su su venti venti piloti piloti del del contingente contingente di di 130 130 uomini uomini della della CavalCavalleria leria dell'aria dell'aria hanno hanno chiesto chiesto ilil rimpatrio rimpatrio dopo dopo aver aver valutato valutato l'inadegual'inadeguatezza tezza dei dei sistemi sistemi di di sicusicurezza rezza degli degli elicotteri, elicotteri, se se non non dei dei mezzi mezzi stessi. stessi. EE forse forse anche anche dell'addedell'addestramento ricevuto in tutta stramento fretta.ricevuto Come afferin tut- piomba solo questi dienti” si sonoinverificati ma ta fretta. la leggeCome militare, afferma ora giorni due mesi e la notizia nellefa nostre croilaquattro leggerischiano militare, l’amora i nache. piomba solo in questi mutinamento, quattro rischiano vale al’am dire - Defaillance giorni nelle nostre cronacongenite dai mutinamento, sei mesi ai tre valeanni a dire di ma che.anche fomentate da reclusione. dai sei mesi ai tre anni di un Defaillance congenite clima belligerante e reclusione. «La verità è che quei da ma un’impostazione anche fomentate di da quattro «La verità hanno è cheavuto quei “guerra un climapermanente”. belligerante e paura quattro e sihanno sono arramavuto M dae nun’impostazione tre, i n f a t t i ,di picati paura sugli e si sono specchi arram- l’opposizione presenta “guerra permanente”. commenta generale - un’urgente picati sugliil specchi M e n t r e , interrogazioinfatti, Luigi commenta Chiavarelli, il generale massi- ne l’opposizione presenta al Ministro Castelli e ma Luigi autorità Chiavarelli, dall'aviaziomassi- ilun’urgente interrogaziopopolo della pace si ne ma dell'esercito autorità dall'aviazioe ag- prepara ne al Ministro ad una Castelli impo- e giunge ne dell'esercito (gratuitamente e aggiun- nente il popolo della pace si manifestazione ge (gratuitamente ndr - contro ndrsono ottimi piloti preparala ad una ilimpoguerra, Goma sono pessimi ottimisoldati”. piloti ma verno nente prepara manifestazione un DiseDi contro, i piloti accu- gno pessimi soldati”. contro di legge la guerra, che ilè Goun sati Di contro, di insubordinazione, i piloti accusa- vero vernoe prepara proprio un attacco Disedicono ti di di insubordinazione, non poter par- all’articolo gno di legge103 che della è un lare: dicono in di certi non ambienti poter parle Costituzione: vero e proprio come attacco afritorsioni lare: in certi sono ambienti iscrittele ferma all’articolo Claudio 103 De dellaFioConel ritorsioni codicesono genetico iscritte mennel res, stituzione: docentecome di afferma diritto tre codice i fatti genetico sottaciuti mentre sono i Costituzionale, Claudio De Fiores, do“la dicopiù quelli esplicitati, fattidi sottaciuti sono più di tomia cente dicostituzionale diritto Co tanto quellicheesplicitati, gli avvenimenti tanto «tempo stituzionale, di pace-tempo “la dicotoche che riguardano gli avvenimenti i quattro che di miaguerra» costituzionale verrebbe riguardano i quattro eli- progressivamente elicotteristi “disubbidistil«tempo di pace-tempo dienti” cotteristi si sono “disubbiverificati lata tale disegno di di da guerra» verrebbe due mesi fa e la notizia progressivamente distillata da tale disegno di legge delega, fino alla sua pressoché integrale dissoluzione.” Si tratta cioè di un modo per sganciare definitivamente le disposizioni contenute nel codice militare dai vincoli costituzionali , al fine di finalmente rendere possibile «l'applicazione della legge penale militare di guerra, anche indipendentemente dalla dichiarazione dello stato di guerra. Sono disposizioni di cui si parla sottovoce, complici i media, per non suscitare reazioni negative di un’opinione pubblica che, si sa, è per la gran parte pacifista. Titty Santoriello Giustizia e Libertà ESTERI 15 Marzo 2004 14 L’11 settembre in uno spot, bufera su Bush di Roberto Rezzo (www.unita.it) La campagna per la rielezione di George W. Bush è partita con un’ondata di spot televisivi studiati ad arte per raffigurare il presidente come un leader risoluto e d’acciaio, che ha saputo guidare l’America attraverso momenti drammatici. Dalla recessione economica al terrorismo, non c’è argomento su cui Bush manchi di rivendicare d’aver reso la patria più forte e sicura. Le prime reazioni son parse tutt’altro che favorevoli: il prorompente abuso di retorica, la nota preferita di questa amministrazione, questa volta sembra aver passato il segno. Le associazioni dei parenti delle vittime dell’11 settembre hanno protestato indignate per l’uso spregiudicato delle immagini di quella tragedia, incredule nel rivedere le rovine delle Torri Gemelle protagoniste degli spot elettorali di Bush. «È uno schiaffo in faccia a 3mila persone assassinate ha commentato fuori di sé Monica Gabrielle, che ha perso il marito negli attacchi contro il World Trade Center- È una cosa inconcepile, non riuscivo a credere ai miei occhi quando ho visto quell’infame propaganda». La rabbia dei familiari è accresciuta dal fatto che il presidente Bush ha rifiutato sinora di testimoniare di fronte alla commissione d’inchiesta indipendente che indaga sugli attentati dell’11 settembre, giungendo perfino a boicottarne i lavori negando di for- nire documenti indispensabili. «Sarei stato meno offeso se Bush avesse mostrato la sua faccia davanti alla Statua della Libertà -ha dichiarato Tom Roger, padre di un’assistente di volo a bordo di uno degli apparecchi delle American Airlines dirottati e distrutti- Far vedere in sottofondo l’orrore dell’11 settembre è il disgustoso tentativo di qualche agenzia pubblicitaria per prendere il pubblico per il collo». Tommy Fee, un vigile del fuoco della squadra di soccorso numero 270, un sopravvissuto alla tragedia del World Trade Center, si dice sbigottito: «C’è un qualcosa di macabro e perverso in quei filmati, qualcosa di simile all’opera degli sciacalli fra le rovine, intenti a strappare oggetti di valore ai morti. Non c’è giustificazione al mondo nell’utilizzare le immagini dei soccorritori a Ground Zero per spuntare un tornaconto elettorale». Non meno scandalizzata la reazione del New York Times, che ieri ha pubblicato nella colonna degli editoriali un commento al vetriolo a firma di Maureen Down: «In una serie di immagini spaventose e patinate, il presidente fa del suo meglio per scaricarsi di dosso ogni responsabilità, prendersi il credito di qualsiasi cosa positiva e diffondere preoccupazione fra la gente. Si rivolge a cameriere, operai, vigili del fuoco, bambini neri e anziani, famiglie della classe media, quando in realtà spende la maggior parte del suo tempo a proteggere gli interessi dei suoi amici miliardari». E ancora: «Bush continua a sottointendere che dovremmo essere spaventati perché non siamo al sicuro, quindi dovremmo rinnovargli il mandato perché possa continuare a proteggere la nostra sicurezza nazionale. Questa è una beffarda contraddizione. Se davvero Bush è così bravo a proteggerci, perché non siamo al sicuro ?». Bush ha proibito che le bare dei caduti nella guerra in Iraq fossero riprese dalle telecamere, mai si è sognato di apparire alle esequie dei defunti o di inviare un qualche funzionario, anche d’infimo rango, a rappresentarlo, ma per farsi pubblicità mostra i soccorritori che estraggono dalle macerie fumanti delle Torri Gemelle, poveri resti umani avvolti nella bandiera a stelle e stris c e . Ken Mehleman, il responsabile della campagna elettorale di Bush ha negato che i filmati costituiscano uno sfruttamento a fini politici di una tragedia: «L’11 settembre è stato il momento che ha definito come nessun altro questa presidenza. Credo sia importante ricordare agli americani quali avvenimenti il nostro Paese ha dovuto affrontare». L’offensiva mediatica repubblicana si annuncia senza precedenti per il dispiego di mezzi finanziari. Bush ha raccolto sinora oltre 200 milioni di dollari dai suoi sostenitori, la maggior parte dei quali rappresentanti della lobby petrolifera, farmaceutica e dell’in dustria degli armamenti, e conta di spenderne almeno la metà prima della Convention repubblicana di New York. Agli spot del presidente guerriero che lancia la sfida al terrorismo su scala globale, si affiancheranno fra poche settimane quelli studiati per tentare di demolire il suo avversario nella sfida di novembre, il sessantenne senatore del Massachusetts John Kerry. ECONOMIA Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 15 Ue, Italia in ritardo sulle riforme Paese "villain", cattivo partner da www.repubblica.it In un rapporto il punto sugli obiettivi fissati a Lisbona nel 2000. Battuta d'arresto per competitività, ricerca ed occupazione. Danimarca, Svezia e Irlanda "economie di rango mondiale" L'Unione europea boccia l'Italia. Un Paese fermo al palo, rispetto ad altri partner, sul cammino della strategia di Lisbona, a quattro anni dallo storico accordo che si propone di fare, della Ue, "la più competitiva e dinamica economia del mondo entro il 2010". La battuta d'arresto dell'Italia, rispetto ai progressi di altri Paesi fra i Quindici, è contenuta nel rapporto realizzato dal "Centre For European Reform", presentato oggi dal primo ministro irlandese Bertie Ahern, presidente di turno dell'Unione. "Villain", "cattivo" partner. Così viene definita l'Italia nel rapporto, che fa il punto sull'applicazione delle riforme decise dai Quindici tre anni fa, in un vertice nella capitale portoghese. Poco lusinghieri i risultati contenuti nella "pagella" ("Lisbon Scoreboard") assegnata all'Italia, soprattutto gli scarsi risultati in termini di innovazione e capacità imprenditoriale" del nostro Paese. Ma nel documento si sottolinea anche che "il governo Berlusconi non ha ancora affrontato molte delle riforme necessarie". Bertie Ahren, premier irlandese Presidente EU Tutt'altro giudizio è riservato alla Danimarca, alla Svezia e all'Irlanda, che hanno centrato, ed in alcuni casi superato, gli obiettivi fissati a Lisbona, e che si propongono come "economie di rango mondiale" in grado di "battere gli Stati Uniti su molti indicatori, come quello dell'innovazione, di nuovo lavoro e di capacità imprenditoriale". Dopo questo gruppo di Paesi che possono vantare ottimi risultati, segue un secondo drappello di Paesi, fra cui Gran Bretagna, Olanda, Irlanda e Spagna, "che si stanno comportando bene su quasi tutti o comunque su molti dei temi di Lisbona". E anche Paesi "ritardatari" come Francia e Germania, nel 2003 hanno "avviato riforme cruciali in tema di pensioni e del mercato del lavoro", si legge un una nota diffusa dalla in materia di competiti- Il giudizio severo si Commissione. vità, ricerca e occupa- spiega, secondo il Rezione. port, con "il basso livello di occupazione e Giustizia e Libertà ECONOMIA 15 Marzo 2004 16 Sono davvero aumentate le entrate ? di Silvia Giannini e Giuseppe Pisauro (www.lavoce.info) La pubblicazione da cento), ma non tutte le aumentati soprattutto interessi) è contenuto, parte dell’Istat delle sti- revisioni sono integral- i consumi intermedi grazie al fatto che anme provvisorie dei conti mente imputabili al (di quasi il 9 per cencora il Governo bene delle amministrazioni progressivo venir meno to) e le retribuzioni ficia della riduzione del pubbliche nel 2003, ha della sperata ripresa e- (+5,3 per cento che costo medio del debito riaperto il dibattito sullo conomica. registra l’effetto dei pubblico, che riduce il A peggiorare è soprat- rinnovi contrattuali), stato di salute della fi peso degli interessi ( m e n o m e z z o Tab. 1 - Saldi di Bilancio delle Amministrazioni punto perPubbliche 2002 - 2003 centuale di 2002 Obiettivi, previsioni e dati definitivi 2003 Pil). DPF Aggiorn. Real Cassa DPF Aggiorn. ISTAT Per quanto luglio DPF Marzo Luglio DPF Marzo riguarda la 2002 Sett. 2003 2003 Settembre 2003 parte in 2002 2002 conto caIndebitamento % PIL pitale, i - 2,3 - 0,8 - 1,5 - 2,3 - 2,3 - 2,5 - 2,40 dati uffiAvanzo Pri5,1 4,5 3,2 3,0 2,8 2,90 mario % PIL ciali risen3,4 Saldi Correnti tono della 1,4 2.2 0,79 0,05 - 0,08 - 0,25 % PIL 0,74 convenzio0,5 Crescita ne contabi2,3 2,9 1,1 0,8 0,30 REALE 0,4 le che tratPIL ta i ricavi Crescita delle ven4,8 4,1 3,9 3,6 3,3 3,20 NOMINALE 3,1 PIL dite di immobili come investitutto l’avanzo primario nell’insieme 0,5 punti menti negativi. Per un di Pil. Ma anche pre nanza pubblica . confronto più signifiAlcune tendenze sono (l’indebitamento al netcativo è opportuno stazioni sociali e altri chiare, ma hanno susci- to degli interessi) che trattare questi ricavi passa dal 5,1 per cento trasferimenti a famitato reazioni diverse. per quello che sono, originariamente proglie e imprese aumenL’andamento del entrate straordinagrammato al 2,9 per tano di 0,4 punti di disavanzo rie, ed assegnarli alla voce "altre entrate in L’indebitamento netto cento e il saldo corrente Pil; conto capitale". Con 2003 non si discosta, se (entrate meno spese 2) le entrate correnti questa modifica (vedi non marginalmente, da correnti), che dopo cin- scendono di quasi tabella 2) quello del 2002 e resta que anni, torna a essere mezzo punto di Pil ben al di sotto della so- negativo. (dal 44,9 per cento al glia massima del 3 per 44,5 per cento). A ca- 1) le spese in conto capicento fissata in sede co- È cambiata, in sostanza, lare sono soprattutto, tale restano stabili su un munitaria. Ciò non ba- la composizione del - per il secondo anno livello di poco superiore sta, tuttavia, a consenti- l’indebitamento netto e consecutivo, le impo- al 4 per cento del Pil; re al m i n i s t r o le entrate ordinarie ste dirette (dal 15 per dell’Economia di dormi- sembrano sempre meno cento del Pil nel 2001 2) aumentano in modo in grado di far fronte re sonni tranquilli. al 14,2 per cento nel davvero eccezionale le Innanzi tutto, come mo- strutturalmente alle 2002 e al 13,6 per entrate in conto capitale, stra la tabella 1, il disa- spese ordinarie. In par- cento nel 2003). La che passano dallo 0,4 vanzo (o indebitamento ticolare, come mostra la diminuzione del 2003 per cento del 2001 netto) è molto diverso tabella 2, tra il 2002 e il è in larga parte impu- all’1,2 per cento del 20da quanto originaria- 2003: tabile all’introduzione 02 al 2 per cento del 20mente programmato nel 1) le spese correnti al del primo modulo del- 03. Mentre il 2002 risenluglio 2002 (DPF 2003netto degli interessi la rifor_ma dell’Irpef; te delle vendite immobiliari, l’eccezionale cre2006). I saldi sono stati hanno aumentato di scita registrata nel 2003 progressivamente au3) l’effetto netto sul salun punto il loro peso è dovuta soprattutto a 20 mentati, rispetto do corrente (entrate in percentuale del Pil miliardi di euro circa di all’obiettivo originario correnti, meno spese (da 38,4 a 39,4 per incassi da condono e riadel luglio 2002 (-0,8 per correnti, inclusi gli cento del Pil). Sono (Continua a pagina17) ECONOMIA Giustizia e Libertà 17 15 Marzo 2004 Tab. 2 - Conto Economico delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al PIL 2001 2002 2003 Spesa per consumi finali 18,8 19,0 19,5 di cui: Redditi da lavoro dipendente 10,8 10,8 11,0 Consumi intermedi 5,1 5,0 5,3 Prestazioni sociali in natura 2,6 2,6 2,6 Prestazioni sociali in denaro 16,6 17,0 17,2 Altre uscite correnti 2,4 2,5 2,7 37,9 38,4 39,4 6,5 5,8 5,3 44,4 44,2 44,7 Investimenti fissi lordi 2,6 2,7 2,7 Altre uscite in conto capitale 1,4 1,6 1,4 Uscite in conto capitale 4,0 4,2 4,2 Totale Uscite complessive 48,4 48,4 48,9 Imposte Dirette 15,0 14,2 13,6 Imposte Indirette 14,5 14,7 14,5 Contributi Sociali 12,6 12,8 13,1 Altre Entrate Correnti 3,3 3,2 3,2 45,4 44,9 44,5 Imposte in conto capitale 0,1 0,2 1,6 Altre Entrate in conto capitale 0,3 1,0 0,4 Totale Entrate in conto capitale 0,4 1,2 2,0 Totale Entrate Complessive 45,8 46,1 46,4 SALDO CORRENTE 1,0 0,7 - 0,2 - 2,6 -2,3 - 2,4 3,9 3,5 2,9 Uscite Correnti al netto interessi Interessi Passivi Totale Uscite Correnti Totale Entrate Correnti INDEBITAMENTO NETTO SALDO PRIMARIO Sono davvero aumentate le entrate ? (Continua da pagina 16) pertura dei termini dello scudo fiscale (regolarizzazione dei capitali detenuti all’estero). In assenza degli incassi straordinari dei condoni, l’indebitamento netto (saldo corrente più saldo in conto capitale) avrebbe raggiunto il 4 per cento del Pil e questa percentuale sarebbe anche superiore se si depu- rasse il saldo da altre poste straordinarie (l’anticipo dei versamenti di imposta da parte dei concessionari, dell’ordine di 2,7 miliardi di euro, disposto a dicembre da un decreto-legge, e, ancora, proventi di vendite immobiliari per 1,2 miliardi). La riclassificazione della tabella 2 ridimensiona l’aumento delle en- trate totali nel 2003, che diventa di 0,3 punti di Pil (e non di un punto, come mostra la classificazione ufficiale). Il Governo, per bocca dei suoi maggiori esponenti (Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini), invece di mostrarsi preoccupato per il crescente divario fra entrate correnti Reazioni e spese correnti, al netto sorprendenti Di fronte a questi dati, degli interessi, e annunsorprendono sia la rea- ciare semmai la necessizione del Governo, sia i tà di un rinvio della ric o m m e n t i forma dell’Irpef, ricon(Continua a pagina18) dell’opposizione. ECONOMIA Giustizia e Libertà 15 Marzo 2004 18 Sono davvero aumentate le entrate ? (Continua da pagina 17) ferma la ricetta di riduzione delle imposte. È un annuncio che contribuisce ad aumentare l’incertezza sul futuro, che è l’ultima cosa di cui ha bisogno la nostra economia. Il Governo non chiarisce come una riduzione permanente delle tasse, finiti gli effetti straordinari dei vari condoni, potrà conciliar- si con gli obiettivi di riduzione del l’indebitamento e con l’andamento osservato delle spese. Né chiarisce, alternativamente, quali spese intenderebbe tagliare. Le prospettive di crescita, d’altro canto, non sono certo tali da poter sperare in una soluzione esterna del problema (si veda Faimi). Il Governo potrà anche procedere con ulteriori riduzioni della pressione fiscale ordinaria, semmai trovando nuove forme di copertura straordinaria. Ma i margini si riducono e prima o poi i nodi verranno al pettine. Per questo l’ opposizione, che potrebbe un domani trovarsi a doverli districare, dovrebbe forse mostrarsi più preoccupata del tendenziale calo della pressione fiscale ordinaria, delle sue cause e delle prospettive future, piuttosto che criticare l’esecutivo per aver aumentato, al lordo del condono, le tasse. Silvia Giannini e Giuseppe Pisauro www.lavoce.info S’economia cresce al rallentatore da TOPNEWS L'economia italiana è cresciuta dello 0,3% nell'anno appena concluso, meno dello 0,4% registrato nel 2002. E' l'Istat a fornire i dati della crescita italiana e a dare indicazioni sullo stato dei conti pubblici, evidenziando innanzi tut to un rapporto tra deficit e pil al 2,4%, una ridu- zione del debito pubblico, sceso di 1,8 punti dal 108% del 2002 al 106,2% del 2003. Peggiora l'avanzo primario che si attesta al 2,9% contro il 3,5% del 2002. Aumenta, invece, la pressione fiscale che ha registrato un incremento di quasi un punto percentuale (0,9 e- sattamente), atte standosi al 42,8%. L'incremento della pressione fiscale è dovuto in particolare all'aumento delle imposte indirette, salite dell'1,8% contro il calo dello 0,9% registrato dalle imposte dirette. Un forte gettito (complessivamente 19,9 mi- liardi di euro) è venuto alle varie sanatorie fiscali; rispettivamente 0,6 miliardi dallo scudo fiscale (quello usato per favorire il rientro di capitali dall'estero) e 19,3 miliardi dai condoni. http://click.be3a.com/cli ck_it.html?ADVD=7130 24.28569.2.0239721. IL PREMIER ITALIANO E LA STAMPA in America CITIZEN BERLUSCONI. IL PREMIER ITALIANO E LA STAMPA In edicola con Internazionale il dvd del programma trasmesso dalla tv pubblica statunitense Pbs. Viene venduta la versione originale con sottotitoli con un Dvd allegato a all’ “INTERNAZIONALE” al costo di 10 euro Il premier italiano e l’economia http://qn.quotidiano.net/art/2004/03/09/5323857 Berlusconi: "Meno tasse per ventotto milioni. Niente appello se c'è assoluzione" Silvio Berlusconi parla ai microfoni di 'Radio anch'io' e, rispondendo alle domande degli a- scoltatori, toccca i temi più caldi dello scontro politico pre-elettorale. Sulle tasse e sulle pensioni il premier tira subito fuori i numeri: "Oggi 28 mln e 622 mila italiani pagano meno tasse. Questo perché il governo ha fatto mol tissimo per ridurre il carico fiscale. Ed anche sul le pensioni c'è sta- ta troppa disinformazione: oggi sono 1 mln 635 mila le pensioni minime il cui importo è stato aumentato gra zie a questo governo". (.. ) Giustizia e Libertà INTERNI 15 Marzo 2004 19 Scip 2 Strikes back di Giuseppe Pisauro (www.lavoce.info) Un contributo fondamentale ai risultati ottenuti sui conti pubblici negli ultimi anni è venuto dalle cartolarizzazioni securitization"). Nel triennio 2001-2003, le operazioni promosse direttamente dallo Stato hanno dato luogo all’emissione di titoli per quasi 26 miliardi di euro, che si sono tradotti in riduzione del debito pubblico e, in alcuni casi, anche dell’indebitamento delle amministrazioni pubbliche. Le tre Scip L’operazione di dimensioni maggiori è quella nota come Scip2, varata a dicembre 2002: titoli per 6.637 milioni a fronte di un patrimonio immobiliare di proprietà degli enti di previdenza valutato in 7.797 milioni. Scip2 non è stata l’unica operazione immobiliare, né probabilmente sarà l’ultima: è stata pre ceduta da Scip1 (di cembre 2001) con un’emissione di 2.300 milioni, sempre a fronte di immobili degli enti previdenziali, e dovrebbe essere seguita nel 2004 da Scip3 che ri guarderà immobili della Difesa. Secondo il ministero dell’Economia la dismissione mediante cartolarizzazione avrebbe il vantaggio di accelerare il processo di vendita: con i "meccanismi incentivanti delle cartolarizzazioni", il tempo necessario per le vendite si sarebbe ridotto di tre volte. In un precedente intervento, basato sull’esperienza di Scip1 (nel quale era confluito un programma di vendite la cui elaborazione era comunque iniziata nel 1996), avevamo espresso dubbi su questa tesi, che vengono confermati da quanto sta succedendo per Scip2. I risultati delle vendite nel 2003 sono stati inferiori largamente alle previsioni . Per gli immobili residenziali, gli incassi sono stati di 556 milioni, circa il 30 per cento della previsione del business plan; per gli immobili commerciali, le vendite effettive sono state pari solo all’1 per cento delle previsioni. Nell’insieme, i ricavi generati dagli immobili – vendite e canoni di affitto – alla data del 31 dicembre 2003 (al netto delle commissioni spettanti agli enti previdenziali che continuano a gestire gli immobili ma al lordo di ulteriori spese e commissioni pagabili a terze parti) ammontano a 693 milioni. È una cifra insufficiente a rispettare la scadenza del 26 aprile 2004, quando Scip dovrà rimborsare la prima tranche di titoli (1,5 miliardi) e pagare le cedole, per un esborso complessivo di 1,9 miliardi. Il mancato rimborso dei titoli alla scadenza attesa non sarebbe tecnicamente un default, in quanto vi è sempre la possibilità di rinviare il rimborso alla data di scadenza legale (26 aprile 2006), ma non sarebbe certamente un bel segnale per i mercati. Soluzioni provvisorie e definitive È quindi una prospettiva da scongiurare. Come ? Un prima modalità di soluzione è stata messa in pratica a gennaio, quando alle aste è intervenuta per la prima volta Fintecna spa (al 100 per cento di proprietà del Tesoro) con un’offerta residuale per trecento alloggi: l’impegno ad acquistare al prezzo base gli immobili che non avessero ricevuto offerte valide. Alla fine, Fintecna si è aggiudicata settantadue appartamenti liberi per circa 8 milioni. Ci si può attendere ulteriori partecipazioni nelle prossime aste. Secondo il Sole 24Ore (4 febbraio), Fintecna "conferma in tal modo il suo impegno nell’attività immobiliare". In effetti, è una conferma: Fintecna aveva acquistato, a trattativa privata, immobili demaniali per 320 milioni a dicembre 2003 e per 505 milioni a dicembre 2002. È difficile resistere alla tentazione di dire che siamo di fronte a una variante del modello di dismissione degli immobili pubblici, per cui il Tesoro riacquista gli immobili già cartolarizzati, ovvero vende gli immobili demaniali direttamente a se stesso. La modalità di soluzione definitiva del problema posto dalla scadenza di aprile è, comunque, quella contenuta in un decreto legge approvato dal Governo la scorsa settimana. L’antefatto è una disposizione inserita nel maxi -emendamento alla legge finanziaria 2004 che riconosce agli inquilini il diritto ad acquistare ai prezzi 2001 e non a quelli, di un 30 per cento maggiori, del 2002 incorporati nelle valutazioni Scip2. Ne consegue la necessità di rimborsare gli acquirenti per le vendite già effettuate e Scip per le vendite future. La stima degli indennizzi è di 182 milioni per le vendite già effettuate e di 800 milioni per quelle future. Queste almeno sono le cifre riportate nella Relazione tecnica. Il decreto – ed è ciò che fa testo – non contiene cifre, ma rinvia per le modalità concrete di corresponsione dell’indennizzo a successivi decreti ministeriali. Si prevede comunque la possibilità dell’erogazione a Scip da parte del sistema creditizio di un prestito-ponte assistito da garanzia dello Stato (l’erogazione diretta dell’indennizzo da parte dello Stato avrebbe avuto un effetto immediato sul disavanzo pubblico, l’erogazione di un prestito da parte di terzi no). In teoria, la differenza tra valore degli immobili di Scip 2 e volume dei titoli emessi, 1.160 milioni, è sufficiente a coprire gli indennizzi (se questi effettivamente si limiteranno alla cifra indicata nella relazione tecnica ma non nel decreto). In pratica non è affatto detto che sia così: quella differenza (insieme con l’85 per cento dei canoni di affitto incassati fino al perfezionamento delle vendite) deve servire a pagare gli interessi Giustizia e Libertà INTERNI 15 Marzo 2004 20 La “classe non è acqua” Luca di Montezemolo “uomo educato dell’anno” di Masaniello Sembra che l’ unica cosa che funzioni in Italia sia la Ferrari. Le “performance della casa di Maranello oramai sono costanti, frutto di un “team” da favola i cui uomini sono i migliori del mondo, i più determinati e compatti ad ottenere le vittorie che puntualmente arrivano. A capo di questo “ dream (RED) team” c’è lui, Luca Cordero di Montezemolo il “manager” che ha assunto la direzione della casa automobilistica in un momento assai poco felice e che, con costanza, professionalità e amore per la “rossa” l’ha tirata fuori dal pantano restituendola alla fama e allo splendore che le appartengono da sempre. Tutto questo con un valore aggiunto economico, conseguenziale al lustro restituito ad una vettura che, oltre che correre in pista, rende felici i privilegiati che possono permettersela, rassicurati oramai dalla perfetta funzionalità dei meccanismi. Sintetizzando, lavoro, professionalità, promesse mantenute, sobrietà, nessun vanto personale solo merito distribuito equamente a tutti i protagonisti di questa impresa. Nel momento delle difficoltà Montezemolo è stato vicino ai suoi uomini, incoraggiandoli a continuare. Quando ha raggiunto traguardi mai raggiunti prima da nessuna industria automobilistica (5 Titoli Campionato Costruttori e 4 Titoli Campionato Conduttoriche) non si è definito “uomo della provvidenza”, non ha parlato del nuovo “miracolo della Ferrari”, ma semplicemente ha condiviso meriti e gioie con i suoi uomini. Fare le corna, dare del “kapò ad un parlamentare europeo, raccontare barzellette pesanti e stupide, dileggiare la magistratura, mancare di rispetto al Capo dello Stato, fare promesse già sapendo di non poterle mantenere, farsi leggi “ad personam”, mettere in atto una sistematica censura nei confronti di coloro che lo criticano, tenere in piedi un mostruoso conflitto d’ interessi che non ha ni, con quel commento, siano prevalse le sensibilità calcistico imprenditoriali su quelle di Governo del paese. teressi del Capo del pre alla luce del sole Governo. la precedenza da lui Aemme data ai suoi interessi privaGiustizia e Libertà ti rispetto a Periodico Politico Indipendente quelli pubblici. Autorizzazione Tribunale di Roma Berlusconate (Continua da pagina 1) biti”, a copertura di bilanci fuori controllo. Per noi “strane” sono le sue giustificazioni sulle evasioni delle tasse e le leggi di depenalizzazione dei falsi in bilancio da lui volute. Tuttavia anche se per noi tutto ciò, per usare il suo linguaggio è “strano”, non è certaPer noi “strano” è il mente sorprendente, fatto che in Berlusco- dal momento che a noi è apparsa da sem- eguali in Europa, ridurre la scuola ad un’ azienda sottoculturata, la Sanità senza risorse, la ricerca a fanalino di coda dei paesi progrediti, impossessarsi della Rai dettando palinsesti e direttori di rete tutto questo fa di Berlusconi un uomo rispettabile, apprezzabile sostenibile o piuttosto inqualificabile ? Montezemolo non è un santo, chiariamolo. Probabilmente è un pescecane con il pelo sullo stomaco ma, chiamatemi depravata, io agogno riservatezza, stile, silenzio, compostezza, educazione e, anche quel severo distacco che rende l’ uomo così affascinante. Di imbonitori di piazza ne abbiamo fin sopra i capelli ed ecco perché io propongo di eleggere Luca Cordero di Montezemolo, futuro presidente di Confindustria, “uomo educato dell’ anno”. n° 540/2002 del 18.09.2002 Siamo posti brutalmente ancora una volta di fronte al devastante conflitto di in- Proprietà: L. Barbato Redazione:Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma E-Mail: [email protected] Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Alessandro Blasetti