Pensiero magico
e pensiero mitico
Magia e pensiero magico
Magia
il potere di influenzare, attraverso l’uso
di sostanze gesti o formule, il corso
degli eventi e la natura delle cose. Si
divide in magia nera, quando mira a
danneggiare l’oggetto con il proprio
influsso, e magia bianca, quando mira
a favorirlo
Pensiero magico
modo di comunicare e di
conoscere proprio di chi
afferma l’esistenza della
magia e l’efficacia dei suoi atti
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Il pensiero magico in Europa
Il pensiero magico fu un modo di comunicare e di
conoscere condiviso da molti uomini di scienza e di lettere
europei fino al Settecento.
Per molto tempo in Europa la magia
fu una materia a cui si applicarono gli
“antenati” dei moderni chimici e degli
attuali medici. I primi erano convinti
che gli altri influenzassero realmente
la vita delle persone (astrologia), i
secondi pensavano che certe materie
potessero essere combinate per
Joseph Wright, L’alchimista alla
ottenere metalli “miracolosi”
ricerca della pietra filosofale, 1771
(alchimia).
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Il “funzionamento” della magia
James Frazer ha identificato due modi di agire del pensiero
magico:
Imitazione
Contagio
Vestendosi della
pelle d’un certo
animale, il
cacciatore può
mimarne i
movimenti e
quindi influire
sul suo
comportamento
Due cose, per il
fatto d’essere
state a contatto,
conservano,
anche una volta
allontanate, il
potere di agire
l’una sull’altra
James Frazer (1854-1941),
antropologo inglese, ha
pubblicato nel 1915 Il ramo d’oro.
Studio sulla magia e la religione
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La magia come rito propiziatorio
Bronislaw Malinowski ha osservato che i trobriandesi
compivano atti magici quando dovevano fare qualcosa di
pratico o di tecnico. Ciò serviva a far fronte all’ansia e doveva
influenzare il buon esito dell’impresa. La magia, quindi, non
è, secondo lui, anteriore alla religione e alla scienza, bensì un
gesto primordiale con il quale l’individuo umano vuole
controllare i fini desiderati: essa serve a “ritualizzare
l’ottimismo dell’uomo”.
Uomini-fango delle isole Trobriand
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La magia, “presenza” contro il nulla
Ernesto de Martino (1908-1965)
Ernesto de Martino , antropologo e
storico delle religioni italiano, ha
pubblicato Il mondo magico (1948), Sud
e magia (1959), La terra del rimorso.
Contributo a una storia religiosa del Sud
(1961). De Martino considerò la magia
un residuo arcaico legato al bisogno
dell’essere umano di affermare la
propria presenza di fronte all’idea della
morte, dell’annientamento.
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Magia e religione
In molti riti religiosi si trovano
gesti e formule che hanno lo
scopo di influenzare spiriti o
divinità inducendoli a
comportarsi nel modo
desiderato dagli uomini.
La credenza nel potere
guaritrice dell’acqua benedetta,
nella protezione procurata dalle
immagini
di santi o da simboli sacri
hanno forti rassomiglianze con
la magia.
Pensiero magico e pensiero mitico > Magia e religione
Esempi:
- Presso i beduini del
Medio Oriente i bambini
portano spesso al collo
piccoli pezzi di stoffa
chiamati hijab su cui sono
scritti versetti del Corano a
scopo di protezione da
malattie o sfortuna.
- Alcuni automobilisti
collocano sul cruscotto
l’immagine di qualche
santo.
Il malocchio
La credenza nel malocchio
è diffusa ovunque nel
mondo, ma in certe aree è
più intensa che altrove:
particolarmente in Europa e
in Medio Oriente, dove è
associata alla convinzione
che lo sguardo o le parole
troppo complimentose
nascondano in realtà
un’invidia inconscia che
può arrecare danno.
Pensiero magico e pensiero mitico > Il malocchio
malocchio
potere magico di
danneggiare un
individuo o un bene di
sua proprietà attraverso
uno sguardo carico di
invidia o malvagità
Totò impersona
Rosario Chiarchiaro,il
protagonista della
novella La patente di
Luigi Pirandello
dedicata alla credenza
nel “malocchio”
Gli atti “portasfortuna”
Parente del malocchio è la credenza
che certi atti portino sfortuna. Ad
esempio la credenza che versare il sale
inavvertitamente porti sfortuna, e che
rompere uno specchio procuri guai per
un certo numero di anni. Come antidoto
si compiono gesti o si pronunciano
parole per annullarne gli effetti.
Queste credenze servono a sottolineare
il senso di precarietà della nostra
esistenza, mentre i gesti riparatori,
come nota Malinowski, servono a
ristabilire l’equilibrio compromesso.
Pensiero magico e pensiero mitico > Gli atti “portasfortuna”
I caratteri del mito
Il mito produce una antropomorfizzazione della natura.
Esso attribuisce ad animali, piante e cose caratteristiche
umane come il linguaggio, i sentimenti, le emozioni. Questa
comunanza di esseri umani, spiriti e animali rappresenta nel
mito la situazione originaria di unità e armonia infranta con
la creazione del mondo, che viene vista spesso, nelle
concezioni mitico-cosmologiche, come frutto di una
separazione.
Le divinità egizie Hathor e Maat
Pensiero magico e pensiero mitico > I caratteri del mito
La cosmologia dei Dogon
I Dogon, nell’attuale stato africano del Mali, hanno una
complessa cosmologia (narrazione dell’ordine del mondo
dalla sua origine): essi cercano di spiegare come si sono
formati fiumi, animali, piante ed esseri umani.
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L’imbroglione
La volpe Renard, un esempio di trickster, in
una illustrazione di Michel Rodange per un
libro per ragazzi
Pensiero magico e pensiero mitico > L’imbroglione
Presso molte culture la rottura
dell’equilibrio originario del mondo è
imputata a un personaggio metà
uomo metà animale a cui viene dato il
nome di trickster, cioè “imbroglione”,
“briccone”. Il trickster, lussurioso e
vorace, fa cose che non vanno fatte, e
non paga il prezzo dei suoi errori, è
ambiguo nel comportamento come
nella sua natura ermafrodita: fa dono
degli uomini della conoscenza e delle
tecniche, ma per sbadataggine porta
loro anche la malattia e la morte.
Il mito di Prometeo
Il trickster può essere
paragonato al Prometeo della
mitologia greca che fa dono del
fuoco agli uomini, rubandolo
però agli dèi: solo con
l’infrazione del divieto divino e
la rottura dell’ordine originario
delle cose l’uomo può fondare
la propria cultura. Questo è il
significato anche del mito
biblico della cacciata dell’uomo
dal Paradiso.
Pensiero magico e pensiero mitico > Il mito di Prometeo
Heinrich Friedrich Fueger, Prometeo ruba
il fuoco per l’umanità, 1817
Significato e funzioni del mito
Il mito è sia un modo di
pensare sia un sistema di
classificazione e
spiegazione della realtà. Il
mito è stato inteso anche
come qualcosa in cui le
società possono leggere una
morale dei rapporti tra gli
uomini e che fissa un codice
di comportamento e di
pensiero:.
Pensiero magico e pensiero mitico > Significato e funzioni del mito
Mito
alcuni caratteri costanti:
abolizione di spazio e
tempo
ambientazione in luoghi
fantastici irraggiungibili
rottura dell’unità originaria
degli esseri viventi
Mito e mitema
Mitema: termine coniato a partire
da mito e modellato su quello di
fonema. Introdotto da Claude
Lévi-Strauss, indica ciascuno
dei nuclei narrativi che si
possono evidenziare all’interno di
un mito, in modo tale che la
struttura del mito risulti dalla
combinazione di più mitemi.
Un mitema (il ragazzo che si innamora di una stella, il
serpente che morde il piede di un uomo, un animale che
mangia la nonna e suo nipote ecc.) prende sembianze
diverse in culture diverse.
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